trimix normossico
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Cosa è il trimix normossico??TRANSCRIPT
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TRIMIX NORMOSSICO
"Un brutto anatroccolo di nome Normoxic Trimix" sarebbe un buon titolo per indicare le caratteristiche del Trimix Normossico, una miscela di respirazione incomprensibilmente
sottovalutata che consente immersioni di innegabile fascino e sicurezza. Quando si parla di trimix le reazioni di chi ascolta sono spesso di due tipi.
Uno di questi vede la perplessità stampata sul volto di chi ascolta in quanto si associa il trimix a un qualcosa di difficile, pericoloso, costoso e con utilità solo per immersioni a grandi profondità. L’altro modo accetta discutere l’argomento a patto che si parli di immersioni veramente fonde. Come spesso avviene la verità sta nel mezzo e l’obiettivo di questo articolo è proprio quello di mettere a fuoco i vantaggi (molti) e gli svantaggi (pochi) peculiari delle immersioni con Trimix
Normossico.
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Cosa è il Trimix Normossico
Il Trimix Normossico è una miscela composta da ossigeno/azoto/elio dove la percentuale dell’ossigeno è «normale» riferendosi a quella presente nell’aria comune.
Per la precisione il classico 20,96% dell’ossigeno presente nell’aria non è un dato immutabile nel trimix normossico ma
oscilla, seppur di pochissimo intorno a tale valore. I due gas rimanenti, azoto ed elio, hanno quindi a disposizione
la percentuale lasciata libera dall’ossigeno, che è suddivisa dipendentemente dalle esigenze del subacqueo.
Solitamente la miscela trimix normossica più usata è un 20/40/40 (20% ossigeno, 40% azoto, 40%elio). Perché immergersi con il Trimix Normossico?
A questa domanda si potrebbe rispondere che immergersi con il trimix oltre i 40 metri in sostituzione dell’aria porta a una forte
riduzione della narcosi da azoto e quindi a un netto aumento della sicurezza. La risposta sarebbe esatta, ma altrettanto esatto sarebbe porre l’accento che la riduzione della
narcosi da azoto rappresenta il vantaggio più conosciuto, ma non l’unico. Da tempo la letteratura medico/scientifica internazionale indica nella quota dei 30 metri il limite oltre
il quale respirando aria, la narcosi inizia a materializzarsi in vari modi, più o meno marcati. Questo non significa certo che oltre i 30 metri occorre necessariamente impiegare il trimix.
In ogni caso eventi di narcosi da azoto entro i 40 metri non sono per niente rari e di conseguenza, neppure gli incidenti.
Tuttavia la quota di 40 metri è universalmente riconosciuta dalle Didattiche Ricreative come il limite massimo per immersioni respirando aria, non tanto per problematiche legate alla patologia da
decompressione bensì alla narcosi da azoto. L’impiego di una corretta miscela trimix riduce praticamente a zero le possibilità di incorrere nella
narcosi da azoto e in modo direttamente proporzionale rafforza la sicurezza. Crediamo sia opportuno sottolineare che la narcosi da azoto non deve essere considerata
prendendo come punti di riferimento i suoi effetti acuti come il panico immotivato, l’eccessiva fiducia nelle proprie abilità (in quei frangenti) o il sonno, ma anche gli effetti iniziali che sono i più subdoli e
difficili da decifrare come la progressiva riduzione delle capacità di ragionamento. Molti incidenti sono stati causati dalla narcosi da azoto senza la certezza di poterla diagnosticare,
infatti la narcosi non lascia fisiologicamente tracce, solo vittime.
Limiti operativi del Trimix Normossico
Il limite massimo di profondità del trimix normossico è determinato dalla max PO2 sul fondo. Questo limite massimo può essere leggermente diverso
dipendentemente dal programma didattico seguito. Il limite massimo della PO2 è di 1.3 bar di PO2 per ottenere:
1°: La riduzione dell’esposizione all’ossigeno o CNS% O2
clock . 2°: Ottimizzare gli effetti della Oxygen Window durante la
decompressione. 3°: La riduzione di eventuali ritenzioni della CO2.
4°: Il vantaggio di poter sfruttare il minor CNS% O2 accumulato sul fondo, decomprimendosi in ossigeno puro. In ogni caso il limite di 1.3 bar della PO2 è meramente un
punto di riferimento, ogni didattica ha valori simili o diversi motivati dalle proprie tecniche di immersione e a loro rimandiamo il lettore per i dovuti approfondimenti.
Nel caso si dovesse eseguire un’immersione respirando un trimix normossico 20/40/40 pianificando una PO2 di fondo pari a 1.3 bar, la profondità massima operativa sarebbe di 55 metri, se invece fosse pianificata una PO2 più prudente come 1.2 bar, la massima profondità operativa sarebbe di 50 metri.
Impiegando un trimix come quello indicato (20/40/40), il livello di narcosi da azoto è equivalente a quello che si avrebbe respirando aria a una profondità di poco superiore a 20 metri.
Ovviamente il livello di narcosi equivalente ad aria conosciuto come (END - equivalent narcosis depth) potrebbe essere ulteriormente ridotto aumentando la percentuale di elio e diminuendo quella
di azoto, ma non ne vediamo vantaggi significativi.
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Un vantaggio unico del Trimix Normossico
Contrariamente alle miscele trimix ipossiche, quella normossica può essere respirata anche in superficie o a
pochi metri da essa. Pertanto il subacqueo con normoxic–trimix non deve
preoccuparsi di come superare quella fascia di metri dove il trimix ipossico non sarebbe utilizzabile, pena la sincope
ipossica in caso di stop forzato. Un altro vantaggio è anche quello che, dipendentemente dalla scorta di trimix, la miscela normossica a differenza di quella
ipossica, può essere utilizzata anche come gas decompressivo in prossimità della superficie.
Naturalmente in quest’ultimo caso i tempi di decompressione sono particolarmente lunghi.
La Decompressione – Nitrox od Ossigeno?
Il gas per la decompressione deve essere trasportato durante l’immersione.
Per fare ciò il subacqueo che si immerge con trimix normossico deve procurasi una bombola supplementare.
La capacità della bombola decompressiva dovrà essere idonea per la deco programmata. Questa bombola può essere in acciaio o in alluminio.
La scelta condizionerà l’assetto in quanto come noto, la bombola di alluminio a un galleggiamento superiore rispetto a quelle in
acciaio. Il posizionamento della
bombola per la decompressione è quasi sempre di fianco al
subacqueo. La bombola viene fissata con
appositi sistemi agli anelli a «D» in acciaio degli equilibratori.
Il gas per la decompressione è scelto solitamente tra due
opzioni: nitrox e/o ossigeno puro.
L’ossigeno puro può essere utilizzato solo a una profondità massima di 6 metri, per cui se
viene scelto solo ossigeno puro come gas decompressivo, il subacqueo deve considerare
che fino a sei metri si decomprimerà respirando trimix.
Se invece è scelto un nitrox50, la profondità massima di contatto con il nitrox50 è di 21 metri (PO2 1.55 bar), dove il subacqueo è solitamente già in fase di decompressione e quindi può rappresentare
un vantaggio interessante. Abbinare i due gas per la decompressione (nitrox e ossigeno puro) per un’immersione con trimix
normossico può essere consigliabile solo in casi di permanenze sul fondo particolarmente lunghe.
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50 metri: Aria contro Trimix
Sinceramente, è uno scontro impari.
Sappiamo bene che vi sono subacquei con particolari capacità. Capacità che permettono di eseguire immersioni ad aria anche oltre i 50 metri senza apparenti
problemi, ma ciò non significa che l’aria sia il gas migliore da respirare per quelle profondità.
Oltre a questo, alcuni minuti trascorsi a oltre i 50 metri respirando aria può essere un rischio abbastanza basso, ma
quando il tempo di fondo non è rappresentato da «alcuni minuti» ma da decine di minuti, il rischio diviene inaccettabile
e occorre il trimix. Eseguire immersioni a 50 metri nella massima lucidità
operativa è sicuramente una bell’immersione profonda con un coefficiente di sicurezza tangibile, reale, che permette di
gustarsi l’immersione attimo per attimo e inoltre, quale strada migliore esiste per giungere al trimix ipossico se non
percorrere precedentemente quella del trimix normossico? Ecco perché abbiamo chiamato «brutto anatroccolo» il trimix normossico.
Brutto anatroccolo perché brutta è l’idea di immergersi in trimix a quote dove altri appassionati si immergono ad aria, minimizzando però in modo un po’ troppo disinvolto i problemi dell’aria
profonda, come la narcosi. Come sovente accade, è spesso la disinformazione o l’accettazione di rischi maggiori a far apparire
«brutto» ciò che in realtà è un bel cigno.
Equipaggiamento Dedicato
La parte delle attrezzature subacquee dedicate per immersioni con trimix normossico si limitano alla bombola decompressiva con annesso erogatore e manometro e alle bombole dove viene immesso il
trimix. Tutto il resto non deve essere necessariamente un advanced technical-equipment.
Ovviamente, se il normoxic-trimix diver dovesse decidere di proseguire il proprio addestramento nel settore del trimix ipossico, la necessità di attrezzature subacquee specificatamente costruite per le
immersioni tecniche, diviene una realtà, come anche l’addestramento.
ISTRUTTORE
Priamo Angioi
www.priamo.biz
Tel. 0039 3281777977