ufficio comunicazione/urp direttore dr sandro cortese ... · che arriva dal dott. vincenzo na-...
TRANSCRIPT
UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese
Rassegna Stampa
23 Agosto 2012
A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP
iPRONTQS@OC@RSO Dato riferito dal dott. Natale (Simeu)
AUa fine, una risposta ai seces- sionisti, l'hanno data le tempera- ture quest'armo. Temperature e caldo record che, insieme alle statistiche da Pronto soccorso, I'Itaiia l'hanno riunificata. An- che, se purtroppo il dato che uni- sce Sud e Nord, è negativo e arri- va daimediadelhmo soccorso relativamente ali'aumento degli
i ànziani ricoverati nei reparti d'emergenza (per cause in parre da ricondurre alladisidratazione e a la riacutizzazione di malattie croniche). Così, Caligola, Nero- ne e Lucifero, che da giugno non
, danno tregua, hanno fatto laloro
I parte, anche in città. Conferma I l
che arriva dal dott. Vincenzo Na- tale, direttore delhonto soccor- so ri presidente della Società ita- liano medicina emergenza - ur- genza, c11c ha spiegato come 1 ne1l'ait.a della provincia *ci sono 1 stati nlrnn turisti rispetto agilian- 4 n.i scorsi. ina al Pronto soccorso - i ha snttnlineato - abbiamo ice- w t o piiì anziani. in particolare, . hver 80 hamljini per il caldo». Insomma, iina .statistica che par- la dj una diminuzione di turisti, che sisperasolo al Pronto smor- so, v un raldh che ha fatto au- mentare i ricoveri degli ~ z i a n i , che alla fine pagano sempre il prezzo pii1 alto. 11 "fiore Vincenzo.~atale
PIZZO. 11 presidente deiia deli'associazione "Corrado Alvaro", esprime il proprio ringraziamento al personale dell'ospedale Jazzolino di Vi- bo Valentia. Ceravolo nel ricordare la propria esperienza di pa- ziente afferma: «Intendo lo- dare il personale del nosoco- mio di Vibo, soprattutto in un momento, in cui si parla spesso di cattiva sanità, di ri- duzione posti letto e di situa- zioni al limite del collasso. Nonostante ciò tanti sono i medici e paramedici che si dedicano con grande profes- sionalità ai pazienti in cura. Personalmente - aggiunge - essendo stato ricoverato in osservazione a l Pronto soc- corso dello "Jazzolino" ho
: avuto modo. di constatare che i medici, coadiuvati dal- lo stesso primario Enzo Na-
~. . tale, e gli infermieri si sono . . prodigati per offrire il massi- . , . .. .. .. mo dell'assistenza agli am-
.ly, - ,: .. malati. Senza un ammo di
sosta, andando avanti e in- dietro, hanno saputo fron- teggiare con professionalità le numerose emergen- zeP. i (r.m.)
• Cosenza
uerra ai vertici dell Asp Cesareo al contrattacco L9 . T i e i • I * / Y * 1 »I 1 O I I * I • V
aiyi°if\f*fitf\ In l i i i ' y i / i filiti fi ti li fio" ^\f*fiYinf}ili 0 if% mi ut fi VPllfìPHVP 11 JlVfYifl IP filili PTìtfi fil KfìKIÌPIÌKlfìfìP PflìttPI/lTP
IN LOTTA Gianfranco Scarpelli e Vincenzo Cesareo
TENUTI ALL'OSCURO DI TUTTO? D'Elia, Scoperti e il generale Pezzi
L'avvocato Daniela Tribuzio diffida formalmente il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, Vincenzo Scarpelli, imitandolo a revocare in autotutela, entro cinque giorni, il provvedimento di sospensione cautelare di Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dell'ospedale spoke Paola-Cetra-ro, perchè palesemente illegittimo.
Il dirigente medico, com'è noto, è stato cacciato e poi "demansionato" per avere interferito nella vicenda del parcheggio a pagamento realizzato presso l'ospedale di Paola, e affidato a cooperativa sociale. Cesareo veniva infatti a conoscenza che, all'ingresso ed all'uscita dello stabilimento ospedaliero San Francesco erano state allocate delle sbarre me
talliche, comandate elettronicamente, con la presenza di personale esterno all'Amministrazione che procedeva all'identificazione dell'utenza esterna ed interna allo stabilimento imitando quest'ultima a munirsi di tesserino di accesso e richiedendo agli utenti esterni il pagamento di un ticket per la sosta dei veicoli. Non essendo stato informato dalla direzione generale dell'esistenza della nuova situazione di fatto venutasi a creare, Vincenzo Cesareo nell'esercizio delle sue funzioni, richiedeva gli atti dell'istruttoria, il nominativo del responsabile del procedimento e il consequenziale contratto di affidamento del servizio. Ma con nota del 2 agosto, pro
tocollo 0165192, il direttore generale dell'Asp di Cosenza ordinava la sospensione in via temporanea delle funzioni connesse al suo incarico di responsabilità dirigenziale di direttore medico di presidio ospedaliero disponendo la sua assegnazione allo staff della direzione sanitaria aziendale. Tale provvedimento viene bollato come "abnorme" dal legale di Cesareo, ma anche 'lesivo della sua dignità e denota una volontà persecutoria di gravità inaudita". E ancora: "Si tratta di un provvedimento illegittimo atteso che è in pieno contrasto con le norme vigenti nel nostro sistema giuridico e, in particolare, con quanto previsto dal regolamento disciplinare approvato dall'Asp di Cosenza con deliberalo-
SANITÀ CALABRIA Pag. 1
ne n. 5211 del 23.12.2010. Infatti, dal succitato regolamento emerge in maniera chiara ed inconfutabile come la sospensione cautelare debba essere disposta solo per il tempo strettamente necessario all'espletamento delle indagini da parte della stessa Commissione, quindi con specifica indicazione della sua durata che non può essere su
periore a trenta giorni, prorogabile a sessanta giorni in casi di particolare gravità e complessità. Ne consegue che il provvedimento di sospensione non potrà mai protrarsi sine die e quindi con un'estensione temporale illimitata ma deve prevedere ex lege immediatamente il suo termine finale, ricadendosi altrimenti nel diverso istituto della revo
ca ". Il legale di Cesareo, infine, minac
cia di adire "l'autorità giudiziaria competente al fine di tutelare i diritti soggettivi" del suo assistito "violati dal provvedimento illegittimo", e di "portare a conoscenza della Corte dei Conti la vicenda giudiziaria".
GUIDO SCAMPINO g. scarpino@calabriaora .it
SANITÀ CALABRIA Pag. 2
Protestano le strutture private che aderiscono a Federlabitalia «"Ordina che la presente sentenza sia ese
guita dall'autorità amministrativa". Così si concludono tutte le sentenze (Tar Calabria, Tar Lazio, Consiglio di Stato), ma nella regione Calabria circolari e ed interpretazioni del tutto personali hanno più valore di quanto stabiliscono i giudici». Sono sul piede di guerra i laboratori di analisi. «Tutto ciò - si legge in una nota del coordinamento dei laboratori di analisi - porta a una grave e difficoltosa situazione delle strutture sanitarie private accreditate che, pur svolgendo il loro lavoro sul territorio regionale ed affiancando con professionalità le strutture pubbliche si vedono dimezzati e procrastinati i pagamenti».
Una situazione da affrontare al più presto, scrivono: «Una situazione questa che da tempo viene portata avanti e che ha raggiunto i limiti della sopravvivenza delle strutture». Nella nota si chiede «perché ad onesti professionisti che prestano il loro lavoro alla comunità spesso arrivando là dove la struttura pubblica non arriva viene negata la serenità lavorativa e le correttezza del rapporto con le Asp. La parte in causa evidenzia che 'le strutture sanitarie private accreditate potrebbero non lavorare più con il sistema sanitario della Regione Calabria, sono stanche di sovvenzionare la Regione e di essere costrette ogni anno a firmare con le Asp contratti mai rispettati". L'articolo 8 del contratto dice: "La remunerazione delle prestazioni sarà effettuata con acconti mensili del 70% da corrispondersi entro 90 giorni dal ricevimento della relativa fattura. Al fine di
ogni trimestre si procederà al relativo conguaglio..."». «Solo in questi giorni - si legge ancora-si sta procedendo - al pagamento del saldo 2011. Con quest'ultimo pagamento le strutture private vengono pagate al 50% del loro fatturato, tutti questo perché le Asp adoperano per i loro conteggi un tariffario (il Bindi) più volte dichiarato illegittimo sia dal Tar Lazio che dal Consiglio di Stato e pretendendo un ulteriore sconto del 20%, quest'ultimo dichiarato inapplicabile da una sentenza del Tar della Calabria». Da qui la domanda: «Come può quindi una circolare dell'assessorato alla Sanità contraddire le innumerevoli sentenze dei giudici?». Domanda seguita da una riflessione amara: «Purtroppo siamo in Calabria. A questo punto le strutture sono costrette loro malgrado a denunciare penalmente quei funzionari che in mala fede applicano circolari al posto delle sentenze. Tutto questo porterà ad una valanga di cause contro le Asp della regione per i loro abusi e le Asp si vedranno costrette a pagare migliaia di euro, soldi questi che non saranno pagati da chi ha fatto scaturire tutto ciò ma graveranno su tutti i cittadini calabresi». «È inutile - conclude la nota - che dalla regione venga dichiarato su tutti i quotidiani il risanamento del debito della sanità (sono moltissime le sentenze che, pur con sentenze favorevoli, non si vedono ancora saldati i loro crediti sin dal 2001, ad oggi sono passati 11 anni) perché questo non può avvenire con il non pagare i fornitori e raggirando i cittadini con uno sperpero indiretto del denaro pubblico».
SANITÀ CALABRIA Pag. 3
Asp, un punto di primo soccorso anche a lido Yerso la modernizzazione e riconversione del poh sanitario del quartiere marinaro
Wmm&ì • f a *
Il Distretto di Catanzaro Lido diventerà un presidio moderno e più efficace grazie all'investimento attuato dal-ì'Asp. Ad annunciarlo il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale Gerardo Mancuso, in occasione della consegna alla struttura di lido di un nuovo ecocardiogra-fo di ultima generazione.
«Abbiamo deciso di istituire a Catanzaro Lido un Punto di Primo Soccorso (PIP) - ha detto Mancuso - che garantirà interventi di primo livello, soprattutto per i codici bianchi, e questo consentirà di ridurre le liste d'attesa e soprattutto l'estenuante attesa alla postazione di pronto soccorso presso l'ospedale civile. Inoltre, adiacente al Polo in via
Crotone, costruiremo la cittadella amministrativa del Distretto di Catanzaro, grazie ad un accordo con il Comune di Catanzaro che consentirà di ottenere un terreno per edilizia sanitaria. Un progetto ambizioso per la città di Catanzaro che, assieme all'apertura del Centro Clinici Umberto I, avrà servizi territoriali adeguati ubicati in strutture efficienti. Abbiamo messo in campo una serie di azioni volte al miglioramento dei servizi e alla qualità delle prestazioni presto avremo infatti un presidio moderno e all'avanguardia rispetto all'attuale standard che è già soddisfacente, grazie ai servizi innovativi che stiamo attuando per migliorare le prestazioni più richieste da parte dei cit-
ladini». In questa direzione, si inse
risce anche la consegna del nuovo ecografo multidisciplinare di ultima generazione che consentirà di ridurre le liste d'attesa sull'ecocardiografia, oltre che avere servizi di qualità. «Un investimento importante - ha sottolineato il dg -che permetterà al centro di Lido di diventare il punto di riferimento non solo di tutta la zona sud della città capoluogo, ma anche dei paesi limitrofi che vanno verso l'area di Botti-cello: le popolazioni degli altri comuni dela fascia jonica potranno così afferire a Lido sapendo di trovare servizi di qualità ed immediati, senza dover attendere ore prima di ricevere una prestazione. L'impegno
_. spesa è stato notevole, ma l'Asp su questa strada ha deciso di investire molto e non pensare al risparmio, perché l'investimento produce qualità dei servizi; questa è l'azione che stiamo portando avanti in tutta l'azienda».
I presidi saranno dotati
di ecografi di nuova
generazione
«Abbiamo deciso di fornire presidi diagnostici di qualità in tutte le strutture sanitarie aziendali - ha spiegato Mancuso - per questo abbiamo consegnato dei nuovi ecografi in tutti i presidi che vanno a
SANITÀ CALABRIA Pag. 4
colmare un gap tecnologico fermo da moltissimi anni e che forniranno prestazioni molto più puntuali e precise. Inoltre gli ecografi che verranno sostituiti, saranno riposizionati nelle strutture presenti sul territorio, in modo da diffondere in modo capillare sul tenitori© l'attività diagnostica. In particolare con il programma di riposizionamento degli ecografi abbiamo deciso di fornire di questa strumentazione il presidio di Chiaravalle Centrale, il Polo sanitario di Bado-lato, il Polo di Maida e infine il Polo sanitario di Lamezia Ter
me, in modo da realizzare ima rete di servizi capillare, anche perché poi è quella più diffusa, che consentirà di avere prestazioni in qualsiasi angolo della provincia di Catanzaro. Già lo scorso anno l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro aveva deciso un programma di riammodernamento della rete degli ecografi su tutto il ter
ritorio, attivando una gara che fosse tesa alla fornitura di ecografi multidisciplinari
di alta qualità in tutti i presidi
ospedalieri e nei distretti del-l'Asp. Con queste nuove apparecchiature siamo riusciti ad aggiungere altri importanti tasselli nel progetto di riorganizzazione della rete sanitaria provinciale, un passo importante annunciato giada tempo e realizzato con grande difficoltà, considerato l'impegno economico-finanziario notevole, che sottolinea ancora una
volta l'attenzione verso tutti i territori di competenza, ma che è stato fortemente voluto dalla direzione generale per poter così dare risposte concrete alla gente. L'ecografia è un'attività diagnostica che è diventata fondamentale per la diagnosi di malattìe di comune
impatto sociale. Si tratta di un sistema di indagine medica che non utilizza radiazioni ionizzanti, ma si basa sull'uso degli ultrasuoni, per mezzo di una sonda che viene semplicemente appoggiata sulla pelle e poi manovrata dal medico. Sicura e sufficientemente precisa, ha un vastissimo campo di applicazione e consente di effettuare indagini sulle strutture del corpo umano».
«Si tratta di un investimento particolarmente importante - lia evidenziato il direttore generale Mancuso - che va a colmare un gap di apparecchiature attualmente presenti nelle strutture dell'Asp che erano ormai vetuste e poco funzionali.
SANITÀ CALABRIA Pag. 5
T iTpnflpnti fentrisniri rontro 1 Asn Sit-in di protesta davanti all'ospedale per i lavoratori dell'ex Obiettivo lavoro
Centotrentadue dipendenti dell'ex Obiettivo Lavoro sono di nuovo sul piede di guerra. Hanno effettuato un sit in davanti all'ospedale di Crotone e stamattina si sono spostati nella sede della direzione generale dell'Asp, al Granaio. Lamentano il mancato pagamento della loro spettanze, sia da parte dell'Asp che dalla Regione Calabria, e soprattutto il mancato rispetto del disciplinare firmato nel maggio scorso, tra cui quello della loro stabilizzazione. I dipendenti, che si autodefiniscono i fantasmi dell'Asp, hanno sottolineato, poi, che il loro mancato utilizzo in
ospedale sta creando diversi problemi in termini di mancati servizi ai pazienti. La manifestazione di protesta durerà ad oltranza finché i lavoratori non otterranno quelle risposte che erano state loro promesse dai rappresentanti della giunta e del consiglio regionale in diversi tavoli istituzionali. Risale al mese di gennaio scorso un altra protesta dei 132 lavoratori fantasma che avevano incontrato tra i vertici aziendali ed i rappresentanti della giunta regionale, per affrontare il problema della precarietà nella sanità calabrese. Le carenze
nell'ospedale San Giovanni di Diodi Crotone, tra l'altro, sono state evidenziate anche da un blitz compiuto dai Nas e sono aggravate proprio dal-l'inutilizzo, forzato, dei 132 dipendenti dell'ex società "Obiettivo lavoro". Sulla vicenda era intervenuto nei mesi scorsi anche il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza. «Servono collaborazione e unità d'intenti - aveva affermato - per risollevare le sorti della nostra sanità. Esasperare invece gli animi dei cittadini e dei lavoratori con strumentalizzazioni Dolitiche. o
peggio ancora per suscitare clamore giornalistico, come sta accadendo a Crotone è un gioco al massacro che, di sicuro, nuoce al raggiungimento di questo fine. Amministratori e politici, quotidianamente, tentano di rimettere sui giusti binari situazioni complesse, alcune delle quali si sono trascinate per decenni. Il fatto che non si esca pubblicamente a proferire i percorsi ipotizzati in questo settore è ima scelta che mira a tutelare le istanze dei lavoratori e dei cittadini, al fine di non far nutrire in loro false aspettative».
SANITÀ CALABRIA Pag. 6
Si deciderà a fine mese sui 41 dipendenti di Obiettivo Lavoro raggiunti dalla lettera di licenziamento
Un barlume di speranza per i sanitari cosentini
Il 27 agosto incontro tra sindacalisti e vertici aziendali
di ANTONIO MANCINA
SAN GIOVANNI IN FIORE - Si apre uno spiraglio per i 41 dipendenti (16 di San Giovanni in Fiore e 25 di Castrovillari) di Obiettivo Lavoro, che nei giorni passati hanno ricevuto la lettera di licenziamento da parte dell'Asp di Cosenza, che senza mezzi termini annunciava loro che a fine Agosto se potevamo tornare a casa, perché
il rapporto con l'Azienda Sanitaria era terminato.
Una piccola luce in fondo al tunnel si è intravista nella riunione di ieri mattina con i rappresentati l'Azienda Sanitaria di Cosenza, Palumbo e Cordasco, che hanno lasciato un barlume (se pur piccolo) per i 41 dipendenti di Obiettivo Lavoro, che a fine mese dovrebbero tornarsene a casa con la lettera di licenziamento.
Il tutto è rimandato alla riunione del 27 prossimo, quando la delegazione sindacale di San Giovanni in Fiore con il segretario cittadino della Cgil, Giovambattista Ni
coletta e della Cisl, Giovanni Bitonti, con quelli di Castrovillari, Silvano Lanciano e Andrea Perrone si troveranno a quattr'occhi con i vertici dell'Asp di Cosenza per sapere il da farsi sui 41 dipendenti di Obiettivo Lavoro, che potrebbero ritrovarsi da un momento all'altro in mezzo alla strada.
«L'unico rammarico - manda a dire la delegazione dei dipendenti - è che alla riunione di ieri mattina, mentre era presente il sindaco di Castrovillari, era assente quello di San Giovanni in Fiore. Perché? Non siamo cittadini degni di essere rappresentanti dal nostro primo cittadino? Anzi cogliamo l'occasione per invitare il sindaco della nostra città, Antonio Barile, di intervenire presso le autorità competenti, affinché 16 famiglie della sua comunità non finiscano in mezzo alla strada».
Appello laconico, che la dice tutta sulla drammaticità della situazione, in cui verrebbero a trovarsi i 16 dipendenti di Obiettivo Lavoro, qualora i vertici dell'Asp non recidessero dalla loroposizione.
Un paio di anni fa era successa la stessa cosa ad altri tre dipendenti dell'Asp di Obiettivo Lavoro di San Giovanni in Fiore, che senza preavviso e senza nessun motivo erano stati licenziati in tronco dall'Azienda Sanitaria, in cui prestavano servizio da molti anni.
Ora la spada di Damocle pende su questi altri 41 lavoratori di Obiettivo Lavoro, impiegati presso l'Azienda Sanitaria di Cosenza, che già hanno in tasca (purtroppo) la lettera di licenziamento per la fine di questo mese. A meno che qualcosa succeda.
Questo qualcosa è demandato tutto alla riunione del 27 prossimo, quando ci sarà l'aut aut: o il licenziamento in tronco o il prosieguo della loro attività a San Giovanni in Fiore e a Castrovillari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ CALABRIA Pag. 7
Soriano. La denuncia del responsabile Cisl-Fp Primerano
«All'ospedale civile servizi oramai ridotti al minimo»
diNANDOSCARMOZZINO
SORIANO -1 "guai" dell'ospedale "San Domenico" di Soriano dopo lo smantellamento tornano ad essere evidenziati dal responsabile Cisl-Fp presso lastrutturaospedalieraDo-menico Giuseppe Primerano. Il sindacalista firma una nota con la quale intende richiamare l'attenzione su alcuni sprechi e sui servizi che sarebbero, a suo giudizio, oramai ridotti al minimo. Ci sarebbe questa situazione in quanto, secondo Primerano, «l'onorevole presidente Scopelliti ha cancellato l'ospedale di Soriano Calabro dalla cartina geografica degli Ospedali regionali, non lasciando niente in questa struttura e continuando a togliere addirittura i minimi servizi ai cittadini dell'Alto Mesima. Oggi - scrive - lo vede chi è costretto ad andare in Ospedale. Perchédunque-as-serisce - questa struttura si tiene aperta, se non funziona?».
Un quesito, questo, che deriva da quanto sarebbe acca
duto giorni addietro all'ospedale in questione "che funziona ma solo - afferma Primerano - dalle ore 8 alle ore 20. Questa problematica - aggiunge -chi non l'ha vissuta direttamente non la può capire attraverso le lamentele dei mal capitati. Questo è quanto - sostiene il sindacalista - è accaduto il 10 Agosto alle ore 21 con due interventi di pronto soccorso. Dopo le otto quindi a Soriano Calabro per i cittadini dell'Alto Mesima è vietato sen-tirsimale". Domenico Giuseppe Primerano punta l'indice, poi, anche contro gli impianti apannellisolaridelmedesimo ospedale. «Infatti - chiosa -non essendoci circolazione all'internodell'impiantoperil mancato utilizzo di acqua a causa della chiusura dei reparti, nelle giornate più calde l'acqua si surriscalda raggiungendo alte temperature e
provocando l'apertura delle valvole di sicurezza, fino al punto di richiedere l'intervento tecnico. Questa oltre che una notizia per i cittadini,
vuole essere una denuncia al-leautoritàcompetenti».
A questo punto, per dovere di cronaca, c'è da dire che dopo le ore 20, quando scatta la chiusura del Punto di primo intervento, al "San Domenico" entra in funzione, secondo quanto acquisito, la postazione di guardia medica all'interno della struttura ospedaliera. Inoltre, attualmente indetto presidio ospedaliero sono in funzione (tre giorni alla settimana) il "Servizio Dialisi" e alcuni ambulatori, vale a dire Medicina e Cardiologia, Servizio di riabilitazione motoria e cardiologica (tutti i giorni), e vengono erogate consulenze ambulatoriali: ortopedico, otorino e neurologo (un giorno a settimana) e allergologo (due giorni a settimana). Certamente quello attualmente esistente a Soriano è un lontano parente dell'ospedale che per tanti anni ha erogato molta buona sanità nel territorio dell'Alto Mesima, enonsolo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L'ospedale di Soriano e il Consiglio regionale a Reggio
SANITÀ CALABRIA Pag. 8
Contro i farmaci generici c'è Vindustria farmaceutica
in GABRIELE MAZZACCA *
La polemica sui farmaci generici rispecchia sostanzialmente il considerevole peso che la industria del farmaco ha nell'ambito medico,e,
evidentemente, nella prescrizione dei farmaci. Intendiamoci: questo è un problema diffuso anche oltre alpe e oltre oceano. Ma una differenza c'è: altrove il tema del rapporto tra industria e medicina è tema ampiamente discusso, con esplicite denunce degli aspetti ambigui, inappropriati, nelle varie sedi istituzionali (facoltà mediche, associazioni professionali, riviste scientifiche, società scientifiche).
Nel nostro paese la voce di queste istituzioni è al riguardo flebile, se non del tutto assente. Il peso dell'industria è, innanzi tutto, legato alla sua enorme dimensione finanziaria. Essa è costantemente classificata come la più redditizia degli Stati uniti.
In Usa i ricercatori accademici e anche le istituzioni accademiche detengono partecipazioni nelle società di biotecnologie con le quali hanno rapporti.
Da noi è possibile che una industria farmaceutica finanzi un concorso universitario per ricercatore o per professore presso una facoltà (di solito medica) in una determinata disciplina, e non mi risulta che in concorsi così finanziati il risultato non sia stato sempre quello «auspicato»! Cosa, che a
parte tante altre considerazioni, testimonia ulteriormente cosa possano essere i concorsi universitari.
A parte la potenza finanziaria, l'industria del farmaco e delle tecnologie biomediche ha un altro strumento formidabile di condizionamento dei medici: è quello del suo ruolo nella educazione permanente del medico, cioè nel sistema di aggiornamento del medico, importante anche più che la sua formazione pre-laurea, considerato che il 50% almeno del patrimonio cognitivo di un medico diventa obsoleto nel giro di 5-10 anni. Pure il sistema di educazione permanente del medico è di fatto privo di puntuali norme, di definizione delle modalità di svol
gimento, di obblighi. E l'industria, tra il lusco e il brusco, ha
un peso importante nel finanziare le varie manifestazioni che al sistema di educazione permanente si richiamano.
Nel 1987 (cioè 25 anni fa) chi scrive organizzò con il collega di Bolzano Dobrilla, una tavola rotonda aprente il congresso nazionale di Gastroenterologia. Alla tavola rotonda parteciparono un collega francese, uno tedesco, uno spagnolo, uno inglese, l'allora europarlamentare Maurizio Valenzi e il presidente nazionale degli ordini dei medici Eolo Parodi.
La tavola configurò un preciso modello comune europeo di educazione permanente dei medici, ma la iniziativa non ebbe alcuna
effettiva ricaduta sul piano politico. Cosa tutt'altro che sorprendente fino a quando la missione di parlamentare europeo è il premio per viraggi di schieramento politico propri di casa nostra (leggi, tra i tanti, Mastella) o è l'approdo provvisorio di personaggi che dopo appena due anni lasciano il mandato per darsi a dell'altro (leggi De Magistris).
Ma torniamo ai farmaci generici. Al di là del risparmio di spesa farmaceutica che dalla loro prescrizione deriva ( valutabile all'incirca intorno al 20%), è da rilevare che prescrivere il farmaco generico piuttosto che quello cosidetto di marca, ha anche il pregio di rendere i medici familiari con il vero principio attivo, con la vera molecola farmacologica di cui si è prescritto l'assunzione, piuttosto che con un nome da marketing. E anche questo non è cosa da poco, sotto profili diversi.
Insomma la polemica menzionata agli inizi è del tutto pretestuosa o figlia di pregiudizi e di cattive abitudini.
E l'obbligo di prescrizione di farmaci generici è, checché si dica, un altro titolo di merito del governo in carica. Che evidentemente non è tanto suddito di potentati economici o di corporazioni varie come spesso si afferma.
Auguriamoci che i vari assessorati regionali alla sanità ne ricalchino bene le orme.
* Dal Corriere del Mezzogiorno
LEGISLAZ.&POLITICA SANITARIA Pag. 9