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DICEMBRE 2011 FONDATO 1999 Buone Feste photo by drago.s Fr 4.- Periodico di ARTE | CULTURA | SPETTACOLO della Svizzera Italiana UN SUCCESSO MEDIATICO

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Periodico di ARTE , CULTURA e SPETTACOLO della Svizzera Italiana

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Page 1: UL BATACC

DICEMBRE 2011FONDATO 1999

Buone Feste

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Fr 4.-DICEMBRE 2011DICEMBRE 2011FONDATO 1999FONDATO 1999

Pe r i o d i c o d i A R T E | C U LT U R A | S P E T TA C O LO d e l l a S v i z z e r a I t a l i a n a

UN SUCCESSO MEDIATICO

Page 2: UL BATACC

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P r o i e z i o n i V i d e oL u c i T e a t r o

6920 Manno091 967 40 47

Studio d'ingegneria Martinenghi S.A.

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Ing. Lisa Martinenghi, dr. ès sc.tech.

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web: www.vrt.ch | e-mail: [email protected]

Page 3: UL BATACC

ul dialett l’è mia mort, l’è püssé viv che mai...ma al pica a la tua porta parché al gh’a bisögn da ti

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Periodico di ARTE , CULTURA e SPETTACOLO della Svizzera Italiana

Editore: Teatro Popolare della Svizzera Italiana e Insubria TEPSI, Presidente : Yor MilanoDirettore: Drago Stevanovic

Redazione e Amministrazione: TEPSI, via Ponteggia 2 , CH-6814 Cadempino 091 950 96 34 email: [email protected] www.tepsi.ch

Redattore responsabile: Piero Vagli | Amministrazione : Mary VigoloRedazione: Piero Vagli, Flavio Sala, Orlando Del Don, Paola Peruzzo, Vicenzo Valenzi,

Grafi ca/Impaginazione/Fotografi e : Istituto ISAF/LiUM photo by drago.s

SOMMARIO

1. Editoriale ………………………………………………………………… ...................................................... p. 04 - 5 2. Dal palcoscenico dei teatri al palcoscenico della vita con l’Arteterapia ......................................................... p. 06 - 73. GÉNT DA CÀ NOSTRA: Giovanni Quadri .......……………………............................................................. p. 08 -114. IN VISITA: Frontaliers ...che passione !.............................................................................................................p. 12 - 135. Un uomo che acquista e vende tappeti con occhi e con cuore ………...........................................................p. 14 -156. Dario Fo: La pittura di un narratore .......................................…………............................................................p. 197. Per un Natale in musica - Arturo Stalteri ………………………………………........................................... p. 208. Produzioni TEPSI ……………………………................................................................................................... p. 219. Natale con sorriso - le barzellette di Yor Milano .......................………….......................................................p. 2310. L’APETIT L´È LA SALSA PÜSSÉE BONA CHE GA SIA -galleria forografi ca ........................................p. 24 - 2511. Curiosità :“ La Lanterna Magica, un viaggio meraviglioso tra luce ed ombra “ ..........................................p. 26 - 27 12. LiUM University presenta nuovi corsi ……………………………………’...................................................p. 30 - 3113. UL 2012 AL SARÀ PAR NÜM L’ANN DA LA CASTÉGNA …………......................................................p. 32 e 36

IN COPERTINA: Paolo Guglielmoni– Flavio Sala –Yor Milano - Barbara Buracchio – Matteo Pelli Yor Milano UL 2012 AL SARÀ PAR NÜM L’ANN DA LA CASTÉGNA

| photo by drago.s |

IN COPERTINA: Paolo Guglielmoni– Flavio Sala –Yor Milano - Barbara Buracchio – Matteo Pelli Yor Milano UL 2012 AL SARÀ PAR NÜM L’ANN DA LA CASTÉGNA

| photo by drago.s |

Tutti diritti riservati su testi e la pubblicità

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Cari amici, cari sostenitori, prima di tutto permettetemi di rivolgere un pen-siero al caro amico Marco Mondada che ci ha lasciati quest’autunno, “caro Mar-co, tu che già sei nell’eternità, grazie per ciò che hai fatto per noi, perdona se ti ho fatto tribolare con le mie acrobazie fi nanziarie che ti facevano preoccupare; poi però hai visto che non c’era malizia né disonestà in ciò che facevo e che era solo il disordine di un saltimbanco qua-le sono io, per cui, mi hai perdonato e ci siamo sempre voluti bene. Ora sorridi pure da lassù, vedendo come cerchiamo di arrabattarci su quest’orbe terraqueo e semmai mandaci sempre qualche prezio-so consiglio che possa esserci utile, non si sa mai!Un altro anno che se ne va e fare un con-suntivo delle attività del TEPSI è un’a-bitudine necessaria… soprattutto per voi che ci leggete e voi che ci sostenete.Cominciamo coi primi mesi dell’anno in cui si aspettano i contributi da tutti gli sponsors. Purtroppo, appena arrivano, servono per coprire le fatture di dicem-bre…mi ricorda il famoso detto: c’è sem-pre troppo mese alla fi ne della paga!!!

Perciò gli inizi sono sempre duri, per la mancanza di fondi. Poi si aspetta la conferma che anche quest’anno la televi-sione ci commissioni la commedia del 31 dicembre. Si pensa alle iniziative che, nell’arco dell’anno, possono incrementare l’inte-resse per la nostra lingua.

Quest’anno, una vera consolazione è stato l’esito del 2° fi lm in dialetto “DÜÜ TESTIMONI SCOMOD”

(A QUALCUNO PIACE CALDO); al CINESTAR, in anteprima, in maggio, e poi il grande riscontro in Piazza del Sole a Bellinzona, il 28 luglio dove c’era-no 2000 persone ad applaudirlo.

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L’Editoriale

Ul dialett l’è mia mort, l’è püssé viv che mai...ma al pica a la tua porta parché al gh’a bisögn da ti

Bella soddisfazione! Vi sarà una ripropo-sta nel periodo natalizio al Cinestar, per le prossime feste.Verso la fi ne di aprile è pure arrivata la conferma della RSI che anche quest’anno la commedia di San Silvestro si farà.

Le prove, l’allestimento della scenogra-fi a, il debutto: due serate al PALAZZO DEI CONGRESSI di Lugano (1100 + 500 spettatori) il 24 e 25 ottobre. Un grande successo e una ulteriore dimostrazione di quanto le commedie dialettali siano ancora apprezzate.

Approfi tto per ringraziare La Federazio-ne delle Banche Raiff eisen che crede in noi e tiene sempre a battesimo la nostra prima assoluta. Dopo questo lusinghiero successo a teatro, la commedia è stata re-gistrata e passa come di consueto, il 31 dicembre alla RSI.

qui un elogio per il suo brillante esordio nel montaggio della registrazione e per la supervisione tecnica ad Alain Pasqua-li, mio fi glio, che ha fatto un lavoro dav-vero professionale

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Velocitàe leggerezza.Velocitàe leggerezza.e leggerezza.e leggerezza.e leggerezza.

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In novembre per iniziativa del TEPSI, nasce “the International institut of Art Th erapy” con la collaborazione di istituti presenti in tutta Europa, il cui comitato formato da una quindicina di addetti ai lavori mi ha voluto come direttore con la Psicologa Snezana Milenkovic dell’uni-versità di Novi Sad.

Un nuovo modo per combattere i disa-gi psichici con l’aiuto dell’ arte in tutte le sue molteplici espressioni: danza, mu-sica, teatro, ecc…oltre che per i risultati a dir poco miracolosi si tratta di terapie senza nessun eff etto collaterale.

Di tale evento potrete leggere i particola-ri a pagine 6 e 7.Premesso l’onere del TEPSI nel conti-nuare la sua missione di difesa e recupe-ro della nostra lingua e visto il bisogno vitale di mettere fi eno nella stalla, se mi è concessa questa immagine metaforica, visti i momenti durissimi che stiamo vi-vendo, l’unica soluzione per navigare in acque più tranquille e sicure è l’appoggio dei ticinesi DOC, ma per questo vi man-do a pagina 32 per la grande novità del 2012:

LA CASTAGNA SALVA-DIALETTO Termino ringraziando tutti gli inserzio-nisti che hanno reso possibile questo nuovo numero del BATACC. Ringrazio e tutti gli sponsor che ci hanno aiutato ad allestire e a realizzare la commedia di quest’anno e a tutti i nostri sostenitori privati.

Sosteneteci sempre perché è grazie a Voi che il TEPSI riesce a sopravvivere!

Grazie a tutti e al prossimo BATACC!!!

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Con i favori di un cielo azzurro che ha reso incantevole Lugano, le sue bellezze naturali e il suo clima salutare, si è svolta al Pa-lazzo dei Congressi “la tre giorni sull’ Arteterapia” organizzata dall’ARTEC e dalla LIUM che ha dimostrato sul campo come l’arte possa essere, oltre ad un fenomeno estetico, anche un grande stimolo per il piacere di vivere , il benessere ma come possa talvolta aiutare nella lotta contro i troppi intrighi della mente e dell’inconscio che ne compromettono la salute psichica e, talvolta anche fi sica. Si vedano al riguardo i lavori di Vincenzo Valenzi , Loredana Lubrano, Enrico Sparacino, Marisa Callegari, Anna Luana Tallarita, Manuela Morandini ed Alessandro Iaconis dove viene dimostrato come la musica di Mozart, le musiche antiche come i Raga ma anche le espressioni musicali più recenti siano in grado, se opportunamente utilizzate, di migliorare il benessere, in patologie impegnative come il Parkinson, le cardiopatie, i disturbi respiratori ecc. creando inaspettate sinergie con i trattamenti classici della medicina.I lavori aperti dal presidente del Tepsi/ARTEC Yor Milano sono continuati con l’intervento di una trentina di relatori, tra i quali lo Psichiatra Orlando del Don Rettore LIUM che, con l’occasione, ha inaugurato l’Anno Accademico dell’Università , ricordando come appaia essenziale usare l’arte nella lotta al disagio psichico. L’intervento dell’informatico Gianni degli Antoni ha centrato il ruolo dell’arte nei processi di auto guarigione, essenziali per l’uomo contemporaneo alle prese con la grave crisi sociale ed economica che ne mina la forza interiore.

Un lungo viaggio nell’inconscio e nelle arti terapie, di fatto è stato il fi lo conduttore delle relazioni che da Vesna Petrovic di Belgra-do, a Rupert Raikes e Nino Maesano di Mesocco, Gualtiero Valeri di Lugano, Paolo Nicosia di Pisa (che ha esaminato il contri-buto della psicosintesi nelle mediazioni) , di Izabela Huber di Salisburgo sulla danza. Infi ne gli interventi di Snezana Milenkovic di Novi Sad hanno presentato un’ampia rassegna di approcci tra arte e terapia che segnalano il grande fermento creativo per realizzare in un futuro prossimo un’integrazione sistematica nella terapia del disagio psichico .Da segnalare l’intervento nell’ambito del benessere con dimostrazioni sul campo da parte di Gabriella Gravili, che con alcuni test su un gruppo ha dimostrato come le tecniche di PNL (programmazione neurolinguistica) siano capaci di attivare le forze psicoe-nergetiche interne, molto utili a quanti combattono nelle tempeste quotidiane ed hanno bisogno di rimotivarsi continuamente.Una grande sorpresa è venuta dai lavori di teatroterapia presentati da Yor Milano con i bambini delle scuole elementari e medie, che potrebbero in qualche modo cambiare il destino delle nuove generazioni spesso a rischio tra timidezza e bullismo eccessivi, che nel lavoro teatrale hanno trovato nuovi equilibri più avanzati di espressione di sé. Straordinario è stato anche il rapporto di Luciano Caratto attore e regista torinese che da 20 anni usa l’esperienza del teatro nella lotta contro il disagio psichico adulto anche grave come quello carcerario, della tossicodipendenza, nelle strutture neuropsichia-triche, ecc.. L’esperienza artistica teatrale, nel suo elargire emozioni di straordinaria intensità, ha dimostrato di poter sostituire senza eff etti collaterali, quelli devastanti delle sostanze stupefacenti purtroppo spesso mortali. Lo ha confermato Eugenio Rossi, Sociologo dell’Università Bicocca di Milano e l’attore Francesco Mastroandrea, attivi nella lotta contro l’alcolismo e il bullismo nelle scuole del pavese; hanno ottenuto risultati che ci confermano che il teatro possa servire non solo per divertire lo spettato-re, come nelle migliori commedie di Yor Milano (vedi l’ultima al Palazzo dei Congressi con oltre 2000 presenti in due serate ), ma anche come mezzo di crescita armonica dei bambini e dei giovani e di recupero da forme anche gravi di malessere psichico.

Oltre alle arti che richiedono una grande tecnica (Musica, Teatro , Danza, Pittura), si va imponendo anche la nuova arte per eccellenza alla portata di tutti, la fotografi a, ma non per questo banale o cheap (ci sono foto vendute a 2 milioni e mezzo di euro ). Anche per questo all’arte e alla tecnica fotografi ca è stata dedicata un’ampia sessione con gli interventi di artisti come Drago Stevanovic (Direttore dell’ISAF), che ha mostrato la fotografi a nel progetto condiviso di un modello di crescita interiore (Co progetto con Paola Peruzzo, Pedagogista Clinica e fotografa). Del potere dell’immagine e l’etica della fotografi a ha discusso Reza Khatir, fotografo-ISAF/LiUM, docente di fotografi a(SUPSI-CISA, mentre Fabrizio Biaggi noto imprenditore luganese, ha mostrato un reportage sull’’infanzia della vita nelle montagne del Nepal in un click mostrando come si può essere poveri e felici a 7000 metri di altezza.

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D a l p a l c o s c e n i c o d e i te at r i a l p a l c o s c e n i c o d e l l a v i t a c o n l ’A r te te r a p i a

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Di come si può essere ricchi e infelici e liberarsi del dramma anche grazie alla fotografi a ha parlato Angelo Gilardelli di Mila-no, interrogandosi sul potenziale terapeutico della fotografi a in un caso di anoressia, male dell’essere che attanaglia sempre più i giovani alle prese con confl itti di identità estetici. Della cura dello sviluppo e del recupero della sensibilità artistica,progetti ed espe-rienze in ambito didattico e non, ha discusso Mauro De Carli, di Milano. Sull’ Ascolto passivo ascolto attivo e rispecchiamento emotivo in estetica, ha discusso Martin Hunger Ricci vicedirettore della Scuola Internazionale di Estetica e Cosmetologia della Svizzera Italiana (Lugano)mostrando come la coltivazione dell’estetica possa essere un mezzo per il benessere e la salute a tutte le età e come la capacità di ascolto dell’estetista sia un mezzo primario di interazione con il cliente. Dell’empatia come mezzo di svi-luppo relazionale ha discusso il fi losofo Paolo Cicale mostrando come l’empatia sia alla base di ogni buon rapporto nell’ambiente di lavoro e nella vita quotidiana in generale oltre che chiaramente nei rapporti professionali e terapeutici.

Della pittura nella diagnosi e nella terapia del disagio hanno discusso dopo gli arte terapeuti kazaki Shildebayeva Nazgul e Talkambayev Bakhtybek in conferenza stampa al Municipio di Lugano il 7 novembre, anche Daniela Maroni (Psichiatra e psico-terapeuta vicedirettore della Clinica Indipendenza di Bellinzona) e Roberta Pedrinis arte terapeuta luganese.Dell’arte in ambito pediatrico e nella scuola dell’infanzia hanno relazionato la pediatra di Varese Luana Nosetto che ha presen-tato un video clip per aff rontare le gravi crisi di coscienza nei bambini (le perdite di coscienza eff ettive) e su come essere pronti a gestirle per tempo. Dell’arte terapia in ambito scolastico ha parlato Haidi Segrada pedagoga di Luino.

Intervento a distanza del matematico romano Fulvio Bongiorno che nella scrittura di romanzi a cavallo tra scienza fantascienza e vita quotidiana ha trovato un mezzo espressivo fondamentale per governare le traversie della vita quotidiana su vari fronti.Non poteva mancare una sessione dedicata al “Male Oscuro” e al ruolo dell’arteterapia nella sua cura. I lavori della domenica po-meriggio infatti sono stati aperti con scene di suicidio tratte da un fi lm con Meryl Streep e con un’analisi della Depressione nelle sue forme fatta dallo psicologo direttore del Dipartimento di Psicologia Clinica della LIUM di Varese Giampaolo Soru, Delle basi organiche della depressione ha parlato Massimo Pregnolato, chimico farmaceutico dell’Università di Pavia facendo una panoramica delle dinamiche chimico- fi siche che presiedono nel cervello e nelle sinapsi alla depressione e riferendo delle nuove ricerche su un possibile marker diagnostico della depressione rilevabile sulla membrana delle piastrine.La serata è stata chiusa dal seminario speciale di Andrey Ermoshin psicologo di Mosca che ha presentata la Psicocatalisi come nuova tecnica di trattamento dei traumi psichici e delle relative somatizzazioni.

Le conclusioni della 1° Convention sono emerse nel corso della Tavola rotonda a metà giornata durante la quale si è deciso di dare continuità a questa prima tre giorni anche raccogliendo i lungimiranti suggerimenti indicati da Orlando Del Don durante la sua presentazione, avviando un progetto di Istituto Internazionale di Arte Terapia che avrà sede a Lugano e che sarà diretto dal fondatore dell’ARTEC (Accademia di Recitazione, Teatro Teatroterapia e Cultura) di Lugano Yor Milano e dalla psicologa dell’U-niversità di Novi Sad Snezana Milenkovic . L’incontro tra arte e terapia continua e a Lugano si va strutturando con la convergenza dei principali protagonisti della tre giorni (e di molti altri che si vorranno aggregare), per dare consistenza al progetto annunciato di potenziare l’uomo moderno nel teatro della vita quotidiana con arte, tecnica e scienza verso la realizzazione di Sé e per cogliere in pieno i successi della Rivoluzione Industriale che ci ha liberato (crisi di mercati più o meno gravi a parte) dai bisogni materiali e ci vede impegnati a raggiungere l’armonia, la serenità, il benessere e la felicità a cui è legittimo aspirare e che è un peccato sprecare.Per contribuire al successo del progetto tutti gli uomini illuminati sono chiamati a partecipare in tutti i modi possibili. In gioco non vi è solo il successo sui palcoscenici dei teatri, ma il successo di ogni uomo sul palcoscenico della vita.

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Un i m p r e n d i to r e c h e h a s e m p r e s ap u to f a r q u a d r a r e i c o n t i

GÉNT DA CÀ NOSTRA

Il momento epocale non è certo dei mi-gliori, l’arcipelago di carta straccia, accu-munato da una inspiegabile burocrazia, elementi meglio conosciuti come Comu-nità Europea, non fanno altro che, chie-dere insistentemente ai governi associati, montagne di quattrini, (chissà poi.......da destinare realmente a chi e con quale me-todologia? Misteri della vita! ).

I vertici politici di quasi tutti gli stati, sem-brano imporre al popolo, una sola parola, come il vangelo, il corano o qualsiasi altro testo sacro e indiscutibile: “Sacrifi cio”.Il problema è che, tale parola, alla fi ne di tutti i giochi di potere, coloro che se la devono “smazzare” restano sempre i soliti poveri cristi, che campano alla giornata e che di sacrifi ci ne fanno tutti i giorni, e per tutta la vita.Grazie al cielo però, noi oggi abbiamo la fortuna di incontrare un uomo che della parola “Sacrifi cio”, ha saputo fare uno stile di vita, colmo di grande dignità e costante positività.

Stiamo parlando di Giovanni Quadri, Imprenditore ticinese, classe 1931, che

nonostante le ottanta primavere, fe-steggiate pochi giorni fà, in compagnia di molti cari amici e parenti, riesce ad essere ancora un uomo capace di mille risorse, e di una smisurata positività.Una persona luminosa, che con la sua genialità, ha saputo regalare per molti anni, un prestigioso benessere, alla sua famiglia, ai suoi amati e stimati dipen-denti, e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di trovare il suo estro, sul pro-prio cammino.Giovanni Quadri, è un uomo dalle pa-role misurate in ogni senso, ma..... il suo sorriso e i suoi occhi, penetranti e pro-pensi al bello della vita, sembrano essersi fermati, intorno agli anni 50, quegli anni che lo hanno visto, giovane volenteroso e desideroso di emozioni indelebilmente attaccate alla vita.Ad accoglierci nella bella e pratica casa di Cadempino, lui e la fi glia Isabella, una dei suoi sei amati fi gli. , Isabella è un piacevolissima Signora capace di un’ac-coglienza civile e allo stesso tempo amo-revole, la sua cortesia e quasi disarmante e noi..........non possiamo far a meno di notare che il suo sguardo, ogni qualvolta si incontra con quello di papà Giovanni, sprigiona attimi di pura emozione

Quadri Giovanni, fi glio di gente, tanto umile, quanto modesta, povera, quanto dignitosa. L’adolescente Giovan-nino, comincia molto presto a capire il senso della vita, prima la scuola e con-temporaneamente il lavoro, una condi-zione di vita che costringe molto presto, il giovane a interporre il suo tempo, tra libri, animali e terra, già........ la terra di famiglia, le mucche, le galline, e tutto quanto concerne l’andamento di una fa-miglia rurale.Aiutare mamma e papà nei lavori di campagna, diventa presto, per Giovan-ni, motivo di consapevole maturità.Poi la svolta, il vero imput, quella marcia che segnerà positivamente la sua vita e quella dei suoi cari, per sempre.La sua maestra, vede un giovane propen-so al calcolo, al disegno tecnico, e allora consiglia i genitori, di orientare questo giovane fenomeno, al mondo dell’edili-zia e delle costruzioni.Così fu.......Papà e mamma Quadri, presero di buon cuore il consiglio della saggia insegnate, e con molti sacrifi ci, riuscirono ad inse-rire il ragazzo presso le scuole professio-nali di settore.

A poco più di vent’anni, ul Giuann era già assistente di cantiere, capace di trac-ciare un muro, e cubare una reale quan-tità di calcestruzzo da impiegare nel get-to di quello stesso muro.

I P R I M I O T TA N T ’A N N I D I GIOVANNI QUADRI

dii Piero Vagli Viello

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Un i m p r e n d i to r e c h e h a s e m p r e s ap u to f a r q u a d r a r e i c o n t i

Assistente di cantiere, con la responsa-bilità di organizzare il lavoro e trovare la giusta collocazione produttiva ad ognu-no dei suoi operai.La sua avventura professionale comin-ciava, con un’impresa locale e tutto sem-brava andare per il meglio, se non ché, l’indole del giovane uomo in carriera, era ben altra.L’amore e la passione per il settore edile, lo vedevano coinvolto a 360 gradi, ma la sete di conoscenza, dettata da una inna-ta curiosità, creava nell’animo di questo giovane , una positiva e costruttiva con-citazione.Coinvolto ma non completamente appa-gato, il giovane, ma non stagionato uomo di cantiere, decide di emigrare alla volta di nuove ed entusiasmanti esperienze.Il Marocco, sembra essere la giusta so-luzione.......... una nuova sfida, diverse etnie e tecniche di costruzione, lo indu-cono a scegliere per una partenza, alla conquista di nuove competenze e cono-scenze.

Nuova terra e inedite scoperte........ stabili, capannoni, ponti, disegno, calcoli, e so-prattutto vita di cantiere, vedono Giovanni Quadri , protagonista della sua vita e della sue scelte.La sua predisposizione al comando e all’organizzazione di operai e cantieri, lo vede presto protagonista di progetti importanti. Tutto sembra volgere al meglio, ma la vita, non procede sempre come si vuole e il giovane assistente si trova a dover fare la scelta obbligata di rientrare in patria.Lasciare quella terra, gli amici e colleghi, con il quale si è creato un bellissimo rap-porto basato, su stima e professionalità, risulta essere una decisione tanto imposta quanto obbligata.Mamma Quadri si ammala, e precocemente viene a mancare.Questa condizione, porta il giovane assistente, a decidere di restare in patria, al fian-co del padre, ma la sua carica e la sua forza d’animo, lo aiutano a ripartire, più mo-tivato che mai.Proseguire la professione in terra natia, resta il primo obbiettivo da concretizzare.Pochissimi anni al cospetto di una impresa locale, e poi via alla nuova avventura.Era il 1957 e Giovanni Quadri dava vita a due importanti traguardi, prendeva in sposa Sonia, una dolcissima maestrina di scuola, che nel proseguimento degli anni gli avrebbe donato ben sei figli, che lui stesso ama definire “i suoi cuccioli” e sarebbe stata la sua migliore consigliera, la sua moglie perfetta e amante completa

Signor Quadri, cos’è stata la sua vita?Una meravigliosa avventura, il resoconto di un vissuto dove ho potuto intraprendere tutte le mie passioni. Un lavoro che mi piace, l’aver sposato una donna meravigliosa che purtroppo non è più tra noi, figli stupendi, e splendidi nipoti che amo forse più dei miei figli stessi. Ho sconfitto una grave malattia, e ancor oggi ho il piacere di lavorare più di dieci ore al giorno.Mi ritengo un uomo fortunato, e credo che nella vita, oltre alla capacità e alla voglia, sia essenziale anche la fortuna.

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Quali e quanti ricordi della sua esperienza professionale in Marocco?Avevo poco più di vent’anni, terminati gli studi, sentivo il desiderio di fare espe-rienza.Un’amico già impegnato in Marocco at-traverso un’impresa Svizzera, riuscì a far-mi assumere presso la sua azienda. Furo-no per me, anni belli e costruttivi. Si lavorava con passione, in una terra piena di sole. Tutte le mattine, il profumo del mare, ti regalava il giusto entusiasmo per poter aff rontare nuove esperienze professionali.

Poi il brusco e inaspettato ritorno in pa-tria, per una tristissimo evento, cosa ha provato?La perdita di mia madre è stata per me, un’importante svolta di vita.Oggi rifl etto e dico che nulla accade per nulla. Chissà.......... se la mamma non fosse scomparsa in modo così prematu-ro, oggi forse la Quadri SA non sarebbe esistita. E invece esiste. e da 54 anni rap-presenta un’importante realtà di settore.

Con chi crede di dover condividere que-sto successo?Il buon esito di questa azienda è il ri-sultato di una un molteplice insieme di fattori. Innanzitutto, la passione per il lavoro, allo stesso tempo l’amore che mia mo-glie ha saputo donarmi senza indugi e titubanze. Sonia è stata capace di starmi sempre vicina, anche nei momenti più bui, e diffi cili, lei è stata sicuramente il mio miglior alleato.Ha allevato e educato i nostri fi gli nel mi-gliore dei modi, senza mai ostacolare le mie scelte e il mio lavoro. Altro motivo di successo, sono stati i miei fi gli, che crescendo insieme all’a-zienda, hanno contribuito a tutti i suc-cessi professionali. r

Non a caso oggi, il contitolare della Qua-dri SA, è mio fi glio Franco. Un uomo che tutti i giorni rende il cammino aziendale, serio e professionale, rispettando l’impe-gno sociale, burocratico e tecnico, nel migliore dei modi.Altra componente importante del suc-cesso aziendale, rimangono tutti gli ope-rai, i capi cantiere, gli assistenti e le segre-tarie, che si sono susseguiti negli anni. A tutti loro un sentito grazie per la profes-sionalità svolta e l’aff etto dimostrato.

Quanti operai sono impiegati oggi ?Tra cantieri e amministrazione, circa centoventi persone. negli anni 60/70 ab-biamo avuto anche trecento persone oc-cupate.

Questo signi� ca che il lavoro è diminu-ito?Non esattamente anzi, il volume di me-stiere è sicuramente cresciuto. ma oggi l’evoluzione e l’innovazione tecnologica, consentono di produrre quantità impor-tanti di lavoro, con meno risorse umane. Tutto questo, anche se necessario, non rappresenta sicuramente un aspetto pro-mettente per la manodopera.

Secondo lei questo progresso è davvero così utile e determinante?Credo che tutta questa tecnologia e la sua velocità di realizzazione, siano la vera causa di una naturale autodistruzione. Purtroppo un male necessario.

Cosa crede di poter suggerire ad un gio-vane che vuole intraprendere una pro-fessione autonoma?

Una sola parola, che a mio modesto parere, racchiude lo scopo e il raggiun-gimento di dignità, serietà e successo. “ Lavora!”.

Il suo rapporto con i mezzi di comu-nicazione attuali, radio televisione internet?

Alla mia età internet non è di vitale im-portanza. Mi piace ancora disegnare a mano libera e credo che la matematica e i suoi derivati come il calcolo si pos-sano fare ancora con il metodo più an-tico del mondo, meno futuristico. Una maniera per tenere la mente sempre allenata.La radio e la televisione, hanno sosti-tuito le programmazioni costruttive, come il teatro e il varietà con giochini quasi stupidi, che promettono quattri-ni, senza quasi mai mantener fede.Ricordo con immenso piacere pro-grammi come “La Domenica Popolare” spettacolo e dialetto, riempivano buona parte delle giornate di riposo. Oggi momenti così belli e costruttivi sono sempre più rari.

Ma Giovanni Quadri non è solo il Guru delle costruzioni, la sua casa è colma di trofei di caccia, tutti animali conquista-ti attraverso battute di caccia vissute in giro per il mondo........lo sport/hobby di famiglia.

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I primi ottanta anni di Giovanni Quadri

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Tutti questi trofei rappresentano un hobby o cos’altro?Una passione tramandata di generazione in generazione. Prima mio nonno, poi mio padre e suo fratello.Le prime battute, nelle valli svizzere. Cac-cia bassa, classica a pelo, la mia preferita, poi qualche esperienza di caccia alta, in Valmaggia, Leventina e Val di Blegno.Poi l’estero, con esperienze molto forti. La caccia all’orso in Jugoslavia, terra dura e astiosa. La zebra e lo gnu in Africa, l’al-ce dalla Russia e di tutto un po’ catturato nel corso di viaggi più o meno lontani.

Solo caccia oppure altre passioni?Mi rendo conto che, per un cacciatore, potrebbe sembrare un paradosso, ma la natura rappresenta per me un forte mo-mento d’incontro con i miei equilibri. Le passeggiate tra i luoghi più incontami-nati, passeggiare ascoltando il vento che si spinge tra la vegetazione e si infrange sulla roccia. Ascoltare il corso dei piccoli fi umi di montagna, raccogliere e conser-vare funghi.Per un certo periodo abbiamo persino prodotto un vino molto dignotoso, pro-veniente da viniculture di famiglia. Una piacevolissima esperienza che, a causa del poco tempo a disposizione, abbiamo dovuto accantonare. Ma chissà mai che

del poco tempo a disposizione, abbiamo dovuto accantonare. Ma chissà mai che un giorno........

Un rimpianto importante?Rimpianti nessuno, solo una tristezza enorme che porto nel cuore. La morte di Sonia, la mia adorata moglie e compagna di vita, una gradevole presenza femmini-le che ha saputo starmi sempre accanto con discrezione e intelligenza.

Signor Quadri la tristezza è anche do-lore?La tristezza per la sua assenza è ormai radicata nel mio cuore, il dolore invece, viene compensato dall’amore che i miei fi gli, tutti, mi regalano ogni giorno.

Una conversazione, fortemente voluta da noi del TEPSI, con questo Signore dalle 80 primavere, nella speranza che giovani e meno giovani possano trovare luce e forza utili alla lotta della vita.e............ noi, di questo Esempio di vita, chiamato Giovanni Quadri, imparere-mo sempre più a farne tesoro.

I VUTANT’ANN DAL GIUVANN (Elena Ghielmini)Ul Giuvann, da bon sagitáril’a fai in prèssavutant’ann fà a dii,summ scià in urari.Svegliu e inteligént a gh’è pròpimancát niént,senza pèrdase cun pòch ghei in sacòcia,

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I primi ottanta anni di Giovanni Quadri l’a imparát

a fà anca ‘l bòcia,fi na sü

ai scarín di costrüziónda indúa la vista

la gh’è dabónma, pus al lavurà

e a dirig da chi e da là,in cinq e tri vòtt

ses fi ööi è sgambetát scià.

L’ispiraziónda sta gran famiglia

l’è forse nassüdasü pai sbricch a cascia

o in cerca da fungin di bosch indúa,

tücc i sögni sa fà “meraviglia”?

O forse l’è,cul cuturà la vigna,

che anca sètt bei neudi a fai sü la pigna?

Questu l’è ‘l Giuvannche l’a dai tantu

in di sò ann,in “Consiglio Comunale”

par fa ul bendal paés e da l’ambiént

parchè, cui man in mansa cumbina pròpi niént.

Nümm ga femm

i augüri püssée beida tanti ann

in bona cumpagnia,e da bévan

un gott da quel bonparchè ul vin,

l’è un puu cumè ‘l suu,a gott a gott

al và dent cumè ‘na sinfonia

e al pòrta dumà bene tanta alegría.

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Partito nell’aprile del 2007 come uno sketch radiofonico tra i tanti che in questi anni Rete Tre (RSI) ha proposto, FRONTA-LIERS si è guadagnato un posto di riguar-do nel cuore di Svizzero Italiani e Italiani residenti nella cintura di confi ne, uscendo dal bacino d’utenza del terzo canale RSI per abbracciare un pubblico trasversale e numericamente importante,allar-gando progressivamente il suo raggio d’azione: dalla radio, al video, all’online.Tra i motivi di tanto successo il fatto che spesso, il pubblico, quando si identifi ca in personaggi stereotipati che ne rifl ettono con geniale realtà ed autoironia i difetti,le passioni, le debolezze, si diverte tantissi-mo e chi li interpreta entra subito nelle sue simpatie, ne nasce così un grande succes-so. Entra in gioco anche questo rapporto tra vittima e carnefi ce, tra lo sfi gato e la guardia di frontiera, riavoca un po’ la fi gu-ra fantozziana di buona memoria. A ciò va aggiunta pure Frontaliers l’attualità dell’ar-gomento, pensate ai disagi dovuti ai famo

si cinquantamila frontalieri che ogni gior-no passano le nostre frontiere. Tutto ciò però spiega solo in parte il successo senza precedenti di questo fenomeno mediatico che coinvolge tutti i ceti e tutte le età. Ma vediamo di mettere a fuoco i perso-naggi di questa saga di frontiera.

“MI CHIAMO ROBERTO BUSSENGHI, E VENGO DA USMATE CARATE… OGNI MATTINA MI PRESENTO A BIZ-ZARONE, PASSI LA DUGANA E VU A LÜGAN A LAURÁ”.

Così canta ogni mattina al volante della sua utilitaria il frontaliere italiano Roberto Bussenghi (Flavio Sala), mentre, da Usma-te Carate, comune brianzolo in cui risiede, si reca alla Sprüngler&Küpfl er, la megadit-ta di Lugano in cui lavora come meccanico di precisione.Ma il trasferimento in terra elvetica, at-traverso il valico di Bizzarone-Brusata, è osteggiato dall’irreprensibile guardia di

confi ne Loris J. Bernasconi (Paolo Gugliel-moni): un individuo la cui rigidità mentale è superata solo dall’esaltazione con cui ge-stisce il suo (piccolo) potere.Così, ogni giorno, il (povero) frontaliere passa attraverso ogni genere di minuziosis-simi ed estenuanti controlli che rendono il suo arrivo al lavoro una… mission im-possible. Da una parte, il frontaliere ita-liano. Il Bussenghi Roberto. Convinto di dare all’economia e al benessere svizzeri il suo contributo, ma scarsamente curioso di “cose elvetiche”.

Dall’altra, la guardia di confi ne 100% made in CH, il Bernasconi Loris, incarnazione della precisione svizzera e dei tanti pregiu-dizi su quell’Italia così vicina ma - anche - così lontana.. Abbozzando due personaggi divisi dalle transenne di una dogana si è voluto esa-sperare quello che gli Svizzeri dicono degli Italiani e quello che gli Italiani dicono degli Svizzeri. Ed è subito un trionfo.

IN VISITA: Frontaliers ...che passione !

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Paolo Guglielmoni , Flavio Sala, Yor Milano, Barbara Buracchio, Mattieo Pelli

Barbara Buracchio, Flavio Sala, Rosy Nervi

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La serie viene immortalata in un CD a fine 2008, che va a ruba, 3000 copie ven-dute, per cui ne vengono ristampate altre 3000, bruciate in poche settimane. Nel marzo del 2009 nasce un partenaria-to tra RSI e le Guardie di confine Regione Ticino e viene pubblicato il

II° CD “ FRONTALIERS RELOADED” perché il fenomeno non sfugge alle doga-ne che ne fanno uno strumento per pro-muovere una miglior conoscenza delle leggi doganali anche in occasione degli accordi di Schengen, entrati in vigore all’inizio del 2009.

E alla fine del 2008, ai nostri due autori Paolo Guglielmoni e Flavio Sala viene conferito il prestigioso riconoscimento radiofonico nazionale PRIX SUISSE.

Forte di un “marchio” che ormai si era spinto oltre i confini della radio per di-ventare un cult trasversale, i tempi erano maturi affinché i FRONTALIERS passas-sero al video (Passagio fortemente voluto dallo stesso Sala/Bussenghi che, come il suo alter ego, meccanico di precisione alla Sprüngle & Küpfler si occupa con altrettanta metico-losità della post produzione sia audio che video della serie).

Nel 2010 nasce il video che offre pure informazioni utili sulle dogane e il cui ri-cavato viene devoluto in beneficenza ed è un successo annunciato: 18’000 copie di-stribuite in tuta l’insubria e 110’000 fran-chi versati all’associazione Alessia che ha potuto acquistare un’autoambulanza pediatrica.

Ora è uscito il 2° DVD il 16 dicembre 2011 e FRONTALIERS al cinema, dal 25 novembre al 25 dicembre, con il meglio del 2° DVD (50’) cui va aggiunto l’AL-BUM di figurine PANINI dei FRONTA-LIERS.

Ma per saperne di più vi invitiamo a guardare il sito www.rsi.ch/frontaliers . E auguriamo al binomio Bussenghi-Berna-sconi ancora lunga vita!!!

Paolo Guglielmoni , Flavio Sala, Yor Milano, Barbara Buracchio, Mattieo Pelli

Barbara Buracchio, Flavio Sala, Rosy Nervi

Cinema Forum Bellinzona Paolo Guglielmoni e Flavio Sala,

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Cultura, esperienza, carisma e un senso di gioviale e ironica soff erenza nei confronti delle imperfezioni della politi-ca globale.Questo è ciò che abbiamo respirato dopo aver avuto il grande piacere di incontra-re, questo Signore di indiscussa origine iraniana. Felix Karoubian, cittadino francese, nato a Parigi in un giorno di fi ne primavera, meglio apprezzato e co-nosciuto dal popolo ticinese, come “Il re dei tappeti”. Con due punti vendita molto frequentati nel Canton Ticino:Morbio Inferiore, Via al Ponte 1, in zona Serfontana e Centro Commerciale Grancia 2 ,Via Cantonale-Lugano.Uomo effi ciente e intelligente, con enor-mi capacità commerciali e comunicative, una persona abile nell’esprimere concetti insigni, in modo puro e sincero.Natio da una famiglia molto povera, il giovane Felix, si ritrova all’età di 13 anni a lavorare tra i banchi della frutta del mercato comunale del proprio quartie-re, nella periferia di Parigi.........nel suo imparare la vita, si adatta a molte espe-rienze lavorative. Vende libri, scarpe e persino elettrodomestici, ma, non pago del proprio operato, riesce a trovare an-che un dopo lavoro - scaricare e carica-re tappeti-......la famiglia è numerosa, i quattrini sembrano non bastare mai, la parola d’ordine è lavorare, guadagnare per adempiere alle esigenze della consi-stente e umile casata.Ma presto il giovane Felix, sente una in-contenibile voglia di sperimentare nuove

esperienze, ed ecco allora che si lancia alla volta di un viaggio, probabilmente sempre sognato.La meta, risulta essere un Kibbutz nello Stato di Israele, una comunità ideologica socialista, dove l’operato di ogni compo-nente viene messo a disposizione della collettività, dove il dio quattrino non ha valore alcuno e la merce vitale di scam-bio è fatta di lavoro e dei suoi frutti. Dalla terra all’artigianato, ognuno crea, coltiva e costruisce per se e per gli altri.

E’ proprio in questo contesto che Karou-bian conosce una giovanissima signorina svizzera di Morcote, che diventerà poi sua moglie. La raggiunge in Ticino, e per sbarcare il lunario si adegua a qualsiasi soluzione lavorativa.Inserviente, lavapiatti, cameriere e venti-tore porta a porta di encicopledie. Il lavoro non lo spaventa aff atto anzi, la sfi da di riuscire a vendere un prodotto attraverso il dialogo e la comunicazione, sembra diventare per il giovane uno stile di vita che gli procura piacere e soddisfa-zione.Queste sue capacità lo vedono presto diventare il braccio destro di un impor-tante venditore di tappeti, operante nel Cantone. Con questo guru, l’allievo si dedica anima e corpo, al lavoro. Viaggia, apprende e fa tesoro di ogni consiglio, creandosi un bagaglio di sorprendente esperienza.

La capacità e la voglia di emergere pre-sto si distinguono a favore di un scelta coraggiosa: intraprendere l’attività di ac-quirente e venditore di tappeti persiani pregiati ma soprattutto artigianali e non solo.

Signor Karoubian, quando ha capito che sarebbe diventato il re dei tappeti in Canton Ticino?

Un uomo che acquista e vende tappeti con occhi e con cuore

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In realtà non mi sento aff ato il re dei tappeti del Cantone. Piuttosto mi sento uomo felice e realizzato in un campo che mi ha presto appassionato.

Virtù sua oppure, dobbiamo menzio-nare altri meriti?

Prima di ogni altra cosa, credo che la buona riuscita di questa mia professio-ne sia merito del mio primo maestro, un uomo con il quale ho girato il mondo alla ricerca di oggetti particolari. la sua espe-rienza è stata per me, la più grande scuo-la di vita. Non da meno il ruolo di mia moglie, che in tutti questi anni ha saputo starmi vicino dandomi ottimi consigli, aspettando sempre con pazienza e amo-re, il mio ritorno dai vari viaggi di lavoro.

Lei acquista personalmente nei paesi di origine?

Certo, ogni anno faccio un viaggio alla ricerca di famiglie che producono i tap-peti nella maniera più antica, artigiani veri, giovani spose che annodano tappeti allo scopo di creare il corredo personale. Questo mi permette di acquistare l’opera d’arte, direttamente sul telaio, quindi an-cora in fase creativa, il tutto a vantaggio di fantasia e prezzo. Così facendo, nasce la possibilità di essere altamente compe-titivi nella vendita al cliente fi nale.

Non è un pò rischioso acquistare a te-laio, quindi prima del risultato fi nale?

Un pochino lo è sicuramente, ma coloro che compiono da sempre questa che ri-tengo arte pura, sono persone di grande valenza, umana e professionale. Artigiani capaci seri e corretti, e poi se me lo concede, l’esperienza acquisita in tutti questi anni, mi consente di capire rapidamente la riuscita del tappeto.

FELIXKAROUBIAN

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Un uomo che acquista e vende tappeti con occhi e con cuore

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Ma nei suoi punti vendita si pos-sono trovare anche tappeti meno im-portanti, quindi economicamente meno impegnativi?

Credo che i prezzi dei nostri tappeti siano in assoluto concorrenziali, e que-sto come le spiegavo prima, grazie alla possibilità di trattare senza intermedia-ri, direttamente dagli artigiani costrut-tori. Vorrei però specifi care una cosa che mi sta a cuore in modo particolare.Noi non abbiamo tappeti di scarsa qua-lità, tutti i nostri tappeti hanno una storia e una ben precisa metodologia di costruzione. Certamente non mancano i classici tappeti da battaglia, ma que-sto è un termine usato per presentare alla clientela, prodotti composti da una struttura molto forte, una qualità di lana, indigena, minuziosamente e per-sonalmente scelta da me, nelle regioni del Tuyserkhan, Malayer e Mehraban.

La chicca in assoluto?

I prestigiosi tappeti provenienti dalle città di Tabriz, Qum, Nain e Isfahan, lavorati con seta e lane di pregiatissima qualità. Vere opere d’arte, nelle qua-li, vengono impiegati tempi molto più lunghi dello standard. Una preziosità e un sacrifi cio che permette alle famiglie degli artigiani, un guadagno aggiunti-vo necessario al proseguo della vita di quello che è uno dei mestieri più anti-chi della cultura persiana.

Da quanti anni è in Svizzera?

Trentasei anni, e la maggior parte di que-sti, dedito al commercio, alla riparazione e alla pulizia dei tappeti.

Qual’è il consiglio più utile che crede dare alla sua clientela?

Spesso i clienti mi chiedono di sapere qualcosa di più sul tappeto, la sua prove-nienza, la sua storia.

E lei riesce sempre a soddisfare questa cu-riosità?

Certamente, ma pongo sempre una condi-zione, invito il cliente a guardare i nostri tappeti, con gli occhi e con il cuore. Come tutto nella vita, ciò che conta sono le emo-zioni, suggerite dal cuore. Non do spiega-zioni generiche, non è nel mio stile.Solo dopo che il cliente ha ascoltato il suo cuore e ha scelto il tappeto per emozione, mi accingo a spiegare, entrando in ogni particolare, tecnico, storico e artistico del tappeto.

Lei è di origine iraniana, nato a Parigi, e svizzero acquisito, cosa le piace e cosa non le piace della Svizzera?

Il male della Svizzera è il male di tutto il mondo, la gente si ama e si rispetta sem-pre meno. Ma questo è uno stato molto ordinato, anche perchè piccolo, con idee e principi di grande civiltà. Il popolo svizzero è un popolo molto ben educato, perchè le istituzioni sono composte da persone atte di grande civiltà e senso del dovere.

Lei è un uomo che investe molto in pub-blicità e comunicazione e spesso lo fà in dialetto,

Perchè il dialetto è la forma espressiva più vera e diretta, e io mi sento prorpio così, positivo, felice della vita, vero e di-retto.

Ma nel commercio si riesce sempre ad essere veri e diretti, ad esempio, circola notizia che alcuni grandi imprenditori della moda si avvalgono di capi e mate-riali non propriamente di eccelsa qualità come invece vogliono far credere, asso-ciando il proprio e prestigioso marchio.

Cosa pensa di questo fenomeno?

Umanamente, provo un po di tristezza, io non credo riuscirei, commercialmente nonostante ritengo non sia giusto, Cha-peau!

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Un’iniziativa proposta dal dicastero della cultura del comune di Chiasso.Dal 23 settembre 2011 al 15 gennaio 2012, al m.a.x. museo di Chiasso, si possono ammirare i dipinti del grande scrittore ed attore, premio Nobel per la letteratura, Dario Fo.

La mostra è stata inaugurata dall’autore stesso che si è anche esibito con la moglie, Franca Rame, alla presenza di autorità svizzere ed italiane come: il Consigliere di stato Marco Borradori, il sindaco di Chiasso Moreno Colombo, il Console Generale d’Italia, il Sindaco e l’Assessore alla cultura del Comune di Udine.

Dario Fo, non ha certamente bisogno di presentazioni: presente sulla scena artistica della vicina penisola e nel mondo dai primi anni 50, non smetterà mai di stupirci e di trasmetterci emozioni, ma una delle ragioni per cui lo proponiamo nelle pagine del Batacc, oltre che per l’importanza che assume questo evento culturale, è il fatto che Dario Fo, e lo vorremmo sottolineare, è un grande cultore del dialetto lombardo. Sembra infatti che nel corso della sua premiazione a Premio Nobel abbia fatto un discorso di ringraziamento, lo abbia tradotto in dialetto luinese e lo abbia poi distribuito ai presenti. Un esempio estremamente significativo che dimostra quanto egli sia sensibile alla nostra cultura popolare e alle nostre radici. La mostra rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2012 .

Yor Milano

Dario--

L a p i t t u r a d i u n n a r r a t o r eFo

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2020

Il Natale, oltre ad essere una festa reli-giosa, è un periodo in cui si condividono momenti di festa e si intonano canzoni che ormai sono entrate nel patrimonio culturale di tutti. Alla matrice sacra si sono aggiunti quindi nel tempo molti canti più profani, che stanno a sottoline-are come il Natale sia diventato una festa un po’ di tutti, credenti e non. Se il tema natalizio è stato sviluppato dalla musica colta attraverso le cosiddet-te pastorali, quali l’”Oratorio di Natale” di Bach, l’origine comune dei canti na-talizi può essere ricercata tra le melodie popolari sorte presso i pastori delle cam-pagne.

Ripercorrendo la storia e la tradizione, il primo canto di Natale che noi cono-sciamo appare nel IV secolo; inni latini come “Veni Redemptor gentium”, scrit-to da Ambrogio, arcivescovo di Milano, sono dichiarazioni di austerità della dot-trina teologica dell’Incarnazione in forte opposizione all’ arianesimo.

Solo nel XII secolo il monaco parigino Adamo di San Vittore ha cominciato a ricavare musica da canzoni popolari, introducendo qualcosa di più vicino al tradizionale canto di Natale. Nel XIII secolo, in Francia, Germania, e in particolare in l’Italia, sotto l’infl uenza di Francesco d’Asissi si è sviluppata una forte tradizione popolare di canti legati ai temi della natività.

Più tardi, i “Carol”, canzoni sul tema del Natale e sulla stagione invernale in ge-nerale, guadagnano popolarità nei paesi protestanti, in conseguenza del fatto che la Riforma luterana accolse calorosa-mente la musica e Martin Lutero ne in-coraggiò l’uso nel culto.Tra i canti divenuti celebri nel tempo, Stille Nacht“ proviene dall’ Austria. Il canto venne composto da Joseph Mohr e Franz Xaver Gruber, e fu eseguito per la prima volta nella Chiesa di San Nicola a Oberndorf, Salisburgo, il 24 dicembre 1818. In Australia e Nuova Zelanda, dove è piena estate a Natale, c’è una tradizione di “Carols by Candlelight”, concerti che si tengono all’aperto, di notte, durante le settimane prima di Natale. Per quanto riguarda la tradizione fran-cese, forse il canto più noto è “Il est ne, Le Divin Enfant”, che proviene dalla re-gione della Provenza. Dalla Germania, ricodiamo il bel “O Tannenbaum”, una delle canzoni natalizie più famose di tutti i tempi.In Grecia ci sono canti per ognuna delle tre grandi feste: la Natività, San Basilio (il nostro Babbo Natale), e il Battesimo di Gesù nel fi ume Giordano. I canti natalizi sono molto popolari an-che in Polonia, dove hanno una lunga storia risalente almeno al quindicesimo secolo. Anche i Carols ucraini sono associati alla nascita di Gesù Cristo. Il più noto, “Ca-rol of the Bells” del compositore ucrai-no Mykola Dmytrovych Leontovych, è tradizionalmente intonato la sera del 12 gennaio , vigilia del Capodanno giuliano.Nel campo della musica leggera, come non ricordare “Jingle Bells” di Pierpont, “White Christmas” di Berlin e “Santa Claus is coming to town” di J.F. Coots.

Moltissimi altri gli interpreti, sempre nel campo della musica leggera: Bing Cros-by, Frank Sinatra, Peggy Lee, Nat King cole, James Taylor, Tori Amos, Cindy Lauper, Annie Lennox, Kate Bush, Lo-reena Mc Kennitt, Linda Ronstadt, Julie Andrews, i Beach Boys, gli All 4 one, Sheryl Crow, Sufj an Stevens e moltissime star del country americano. Dopo questo breve tuff o nella tradizione, per festeggiare un Natale “coi fi occhi” vi propongo l’ascolto di un album fresco di pubblicazione del pianista romano Arturo Stalteri, dal titolo “A Little Christmas Album”; una sorta di omag-gio alla ricorrenza che l’artista ama di più. Nel disco, edito da M & P Records, Arturo suona pianoforte, tastiere, glo-ckenspiel e canta tre pezzi. Ospiti Yasue Ito al violino e Laura Pierazzuoli al vio-loncello. L’album contiene alcuni classici, da “Si-lent Night” a “White Christmas”, da “O Tannenbaum” a “Tu scendi dalle stelle”, accanto a brani di Dave Grusin e Sufj an Stevens. L’artista ha scritto inoltre tre nuovi pezzi per l’occasione.Non mi resta ora che augurare a tutti voi un Buon Natale tra le note, perchè laddove l’anima domanda... la musica risponde!

Per un Natale in musica a cura di Paola Peruzzo

Arturo Stalteri, Teatro Sociale di Cittadella, PD - Italia - 2007

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Natale col Sorriso Il colmo per Babbo Natale?...Essere preso in fl agrante con le mani nel sac-co!!!!!!!!

* * *OROSCOPO PER TUTTO IL 2012Salute: gli astri ti sorridono!!!Lavoro: gli astri ti sorridono!!!Fortuna: gli astri ti sorridono!!!Sesso: gli astri si stanno piegando in due dalle risate!!!

* * *Sapete cosa adopera Babbo Natale, quando per la fretta, fa ribaltare la slitta?Il voltaren!!!!!!!!!!!

* * *Il cammello dei re magi andava a tutta ….mirra!!!

* * *Un bimbo seduto sul vasetto scrive: Caro Babbo Natale, potresti portarmi un sederino nuovo perché il mio ha un buco!

* * *Dottore, sono preoccupatissimo…io quando ho un rapporto con mia mo-glie, una volta sento caldo e luna volta sento freddo. Mi sa dire come mai? La moglie: - Dottore, io la ragione la so benissimo, mio marito fa l’amore con me una volta a Ferragosto e una a Natale !!!!

* * *Il fi glio di un pastore sardo scrive: Carro Babbo Natalle, quest’annno vorrei una bella biccicletta! Ma a Natale il bimbo non riceve nulla. Scrive allora alla Befana.Cara Beff fanna, visto che Babbo Natalle ha ignoratto la mia richiesta, la bella bicicletta la chieddo a tte! Ma al povero bambino niente bicicletta. Allora il bimbo particolarmente con-trariato, si avvicina al presepe, prende Bambino Gesù, lo mette in tasca, prende carta e penna e scrive: “Cara Madonnina, se vuoi rivedderre tuo ffi glio…………………..

* * *Volete contribuire ad abbellire la vostra città per Natale?Restate chiusi in casa fi no al 7 gennaio!!!!!!!!!!!

In un ascensore c’è Babbo Natale, Bianca Neve, Cenerentola, un pompire e una vecchia signora. All’improvviso c’è un’inter-ruzione di corrente, quando torna la luce la signora anziana viene trovata uccisa. Chi è l’assassino?Il pompiere…perché gli altri…non esisto-no!

* * *La grande novità del Natale 2011: le mu-tande in fi bra di mais. Sapete che vantaggio off rono? Basta una scorreggia ben fatta e ti produce una montagna di pop corn e comincia la festa!!!!!!

Una mamma di una volta dice a suo marito, -Sai caro, dovresti parlare a tuo fi glio, sta per partire a fare la scuola reclute e non vorrei che i suoi compagni di reggimen-to lo prendessero in giro se dovessero parlare di quel argomento…-Beh, si, hai ragione, dice il padre del ragazzo, non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, ma stavolta devo provare…ce la metterò tutta!. La sera stessa ha delle perplessità, non osa…L’indomani mattina nemmeno. Le parole gli restano in gola. Accompagna il fi glio alla stazioneVanno al buff et, bevono un ultimo caff è insieme ma è più forte di lui, esita ancora…Il ragazzo sale sul treno, il treno comincia a muoversi. Il padre diventa paonazzo dalla vergogna, si rende conto di non aver saputo essere un padre mo-dello, allora si mette a correre cercando di rimanere ancora davanti al fi nestrino dietro al quale il fi glio lo guarda, sente che sta per sbarazzarsi di un peso enor-me. Il fi glio gli fa un ultimo ciao ciao con la mano…lui corre…corre…e urla :Albertooo, Albertooo! Ormai lo devi sapere…Babbo Natale non esiste!

Un bambino scrive: - Caro Babbo Natale, il mio papà è disoccupato, la mia mamma è molto malata, i miei fratelli e sorelle non hanno di che mangiare e di che vestirsi. Come puoi vedere, siamo messi male! Se tu mi potessi mandare 500 franchi faresti felici tutti quanti. Ti ringrazio Babbo Natale. All’uffi cio postale leggono la lettera e tutti gli impiegati postali rimangono sconvolti dal tanta povertà. Si decide di fare una colletta. Sono in cinque e mettono insieme 250 franchi e li mandano al bimbo. Tre giorni dopo aprono una nuova letterina a Babbo Natale, ricono-scono la fi rma del bimbo e leggono: - - Caro Babbo Natale, ho ricevuto i soldi che mi hai mandato e ti ringrazio, ma ai postini non portare nulla perché sono disonesti: mi hanno fregato 250 franchi!!!

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L’APETIT L´È LA SALSA PÜSSÉE BONA CHE GA SIA

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L’APETIT L´È LA SALSA PÜSSÉE BONA CHE GA SIA

photo by drago.s 2011

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“[…]Wilhelm, cosa è mai il nostro cuore, il mondo senza l’amore? È come una lanterna magica senza luce! Ma ap-pena tu vi introduci la lampada, le più belle immagini compaiono sulla parete bianca…”Così Goethe ci parla di Amore, e con lui facciamo iniziare il nostro magico viag-gio alle origini del cinema, dove l’im-magine, tra fantasia e illusione, diventa protagonista.Con un salto...in giù arriviamo a Pado-va, a Palazzo Angeli, Prato della Valle, dove la poesia delle immagini della Col-lezione Minici Zotti ci accompagna per mano attraverso un percorso privilegia-to in cui il visitatore diventa esploratore di un tempo incantato e lontano.

Si trova infatti proprio qui la più bella e preziosa collezione privata esistente di lanterne magiche e vetri da proiezione, strumenti e giochi ottici, rari materiali iconografi ci e bibliografi ci e strumenti musicali che documentano l’aff ascinan-te viaggio dell’immagine fi ssa e anima-ta, dal ‘700 alla nascita del cinema, con settori specifi ci dedicati alla fotografi a e alla stereoscopia.Il museo raccoglie parte della collezio-ne privata della Dott.ssa Laura Minci Zotti, direttrice del Museo e profonda conoscitrice della storia dell’immagine.

Tutto ha inizio quarant’anni fa, quando Laura trova per caso la prima lanterna antica nella soffi tta della sua casa vene-ziana. Da lì inizia un lungo viaggio di ricerca appassionata, che le permette di approfondire la conoscenza degli stru-menti e diventare con il tempo abile lan-ternista.

La lanterna magica è un apparecchio ottico inventato a metà del ‘600, per la proiezione di piccole immagini dipinte o foto su vetro, al fi ne di ottenerne l’in-grandimento. I vetri da proiezione, vere miniature, possono essere fi ssi o animati da piccoli e complicati meccanismi.

Curiose e divertenti sono le serie dedi-cate all’astrologia, ai personaggi buffi del circo, alle apparizioni fantastiche, alle dissolvenze dal giorno alla notte, ai racconti moraleggianti, alle aurore boreali del polo nord, alle favole e leg-gende, che rappresentano i soggetti ico-nografi ci di maggior successo del ‘700 e dell’800. Sorprendendi per grandi e piccini an-che gli eff etti dei “quadri meccanici”, con fontane che zampillano, eruzioni vulcaniche, neve, pioggia, lampi, arco-baleni e rare immagini a contenuto ero-tico, per fi nire con i cromatropi, sugge-stive proiezioni di colori somiglianti ai rosoni delle cattedrali gotiche.

CURIOSITA’

“ La Lanterna Magica, un viaggio meraviglioso

tra luce ed ombra “

a cura di Paola Peruzzo

Laura Minici Zotti, proiezione di un vetro perLanterna Magica raffi gurante un paesaggio in Svizzera.

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Considerata oggi riduttivamente l’antenata del ci-nema, prima di essere relegata malinconicamente nelle soffitte con la nascita del cinematografo nel 1895, la lanterna ha per secoli offerto al pubblico entusiasmato e stupito dell’epoca grandiosi spetta-coli.Il percorso museale parte dal suggestivo “Campiel-lo delle Meravegge”, che accoglie il visitatore appe-na arrivato. Attraverso un itinerario di immagini e musica, ripercorriamo idealmente il ‘700 veneziano e di tutta Europa, dove sovente si incontravano strani personaggi che intrattenevano con vedute ottiche il Mondo Niovo, con “l’industriosa macchinetta” che per pochi soldi mostrava le meraviglie tante.

Lo scopo del Museo è proprio quello di avvicinare il pubblico a questo insolito ma poco noto aspetto della visione, anche attraverso l’organizzazione di mostre itineranti sulla stereoscopia e sulle silhou-ette.

A tale proposito, è interessante ricordare che fu uno svizzero, il signor J.K.Lavater, ad inventare nel ‘700 un nuovo meccanismo per eseguire silhouette e profili in ritratti unici e fedeli. All’interno della mostra si trova una riproduzione della sedia per Silhouettes dello stesso Lavater.Per il museo del precinema altri e forti sono stati i legami con la terra elvetica. Nel 2010, in occasione del periodo natalizio Laura Minici Zotti ha pro-posto il consueto spettacolo di Natale per deliziare e stupire i visitatori del Museo, ma anche per ringraziare la Signora Margherita Scala Maderni, svizzera, che generosamente ha donato alla Collezione 2000 vetri da proiezione e una lanterna magica.

Durante la serata vi è stato un piacevolissimo fuori programma con la proiezione di immagini provenienti dalla Donazione Scala Maderni, seguite da altre immagini della Collezione Minici Zotti anche in movi-mento, con piccoli effetti speciali, dissolvenze e magiche apparizioni. Una mongolfiera ha portato in viaggio i visitatori verso luoghi meravi-gliosi e lontani... le cascate del Niagara, Pompei, l’eruzione del Vesuvio e il Ponte dei Sospiri a Venezia. Nei programmi dell’epoca, infatti, buona parte era dedicata alla proie-zione di paesaggi lontani, per coloro che non potevano permettersi di compiere il grand tour ma che ne avevano letto la descrizione nei libri di viaggi.Dal 24 settembre al 27 novembre 2011 il Museo ha accolto “Il Teatro d’ombre a Parigi”. Questa esposizione consente di far rivivere il misterioso Teatro d’Om-bre che, nato a Parigi, è andato in tournée in Europa, con il suo ideatore Rodolphe Salis, propronendo alcune famose pièce: La Marche a l’Etoile, La Sphinx, l’Age d’Or e Le Carnaval de Venise, esposte in Mostra. Si tratta di ben 70 ombre in zinco, originali d’epoca, con relativo tea-tro, fondali dipinti e lanterne magiche, di produzione francese, simili a quelle rappresentate nel famoso Cabaret du Chat Noir di Parigi.

Da questo mondo affascinante e inebrante, l’invito è quello di scende-re dai cugini italiani e vedere con i propri occhi i suggestivi gioielli da proiezione, lasciandosi avvolgere dall’incanto di questi sogni a colori!

web: www.minicizotti.it e-mail: [email protected]

Vetro da proiezione per Lanterna magica, meccanismo a movimento, Inghilterra 1880 ca.

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Il Corso di specializzazione in Psicoterapia Integrativa è nato dalla collaborazione del-la Scuola di Psicoterapia Integrativa (SPIN) con il Dipartimento di Psicologia e Psico-analisi della Libera Università di Scienze Umane e Neuroscienze (LiUM) di Bellin-zona, Svizzera. Essa è stata costituita con lo scopo di off rire una formazione di eccellen-za nel campo della psicoterapia, sia sul piano teorico, sia sul piano clinico-terapeutico

Il modello clinicoLa Psicoterapia Integrativa, modello al quale la Scuolasi riferisce, aff erma il valore intrin-seco di ogni persona e risponde in modo mirato ed unifi cante rispetto alla comples-sità del funzionamento umano dal punto di vista comportamentale, cognitivo, emotivo, somatico e relazionale.

Il termine ‘integrativo’ riferito alla psicotera-pia ha molteplici signifi cati. In primo luogo, enfatizza la fi nalità di considerare aspetti disconosciuti, non consapevoli o irrisolti del Sé per renderli parte di una personalità coesa, ricostituita nella sua interezza. Il pro-cesso integrativo comporta così la graduale riduzione del ricorso ai meccanismi di dife-sa che, per loro natura, tendono ad inibire la spontaneità ed a limitare la fl essibilità nella soluzione dei problemi, nella gestione della salute fi sica, nelle relazioni interpersonali.

In sintesi, l’approccio integrativo aiuta le persone ad aff rontare l’esistenza in modo aperto e creativo, ad abbandonare lo scudo difensivo di aspettative, convinzioni ed at-teggiamenti precostituiti, per recuperare il contatto autentico con se stessi, gli altri e il mondo.La Psicoterapia Integrativamira, inoltre, ad integrare i vari sistemi aff ettivo, cognitivo, comportamentale, somatico all’interno della persona, estendendo la consapevolezza ai si-stemi sociali e transpersonali in cui vive. La concezione dello sviluppo umano, alla base di tale approccio, prevede che, per ogni fase, intervengano compiti evolutivi accresciuti, sensibilità e contatto con bisogni diversi, momenti di criticità letti come occasione per nuovi apprendimenti.

Il modello integra anche i diff erenti punti di vista sul funzionamento umano. Ad esem-pio, all’interno di una prospettiva dinamica e sistemica sono considerati gli approcci psi-codinamico, centrato-sul-cliente, compor-tamentale, cognitivo, la terapia della fami-glia, la terapia della Gestalt, le psicoterapie corporee, la teoria delle relazioni oggettuali, la psicanalisi del Sé e l’analisi transaziona-le. L’integrazione proposta a livello teorico guarda ai diversi approcci in termini di con-tinuo arricchimento ed apertura a proposte e contributi che permettano di considerare l’essere umano nella sua globalità, comples-sità ed interezza.

Gli interventi clinici adottati dal modello integrativo si basano sulle attuali ricerche evolutive e sulle teorie riguardanti le difese autoprotettive che intervengono quando lo sviluppo normale è momentaneamente in-terrotto.

Lo scopo della Psicoterapia Integrativa è di favorire l’interezza, tale che la qualità del-la persona e del suo funzionamento nello spazio intrapsichico, interpersonale e so-ciopolitico sia massimizzato, naturalmente rispettando i limiti personali dell’individuo e le costrizioni esterne.

Allo stesso modo, anche gli psicoterapeuti sono tenuti a lavorare in un’ottica integra-tiva, in primo luogo con se stessi: pertanto, si sottolinea l’importanza del processo di integrazione personale dello psicoterapeuta. Oltre a valorizzare la sua crescita personale, il modello integrativo incoraggia l’impegno alla ricerca ed all’investigazione scientifi ca nell’area della clinica e dei campi attinenti.

Gli psicoterapeuti sono moralmente tenuti a mantenere il dialogo interdisciplinare con colleghi appartenenti ad orientamenti di-versi e ad aggiornarsi continuamente rispet-to agli sviluppi della loro disciplina.

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Direzione LiUM University - Dipartimento Mediazio-ne, 6500 Bellinzona, Piazza Indipendenza n. 7, Svizzera NICOS ADR Srl - Ente accreditato al Min. Giustizia, Via Avogadro 3/d, 06049 Spoleto (PG), ItaliaInformazioni Email: [email protected]; Coordinatore Drago Stevanovic: (+41) 78 8434916Luogo di svolgimento Il corso si svolgerà presso la saletta dell’As-sociazione Biblioteca Salita dei Frati 4-LU-GANO (CH)Date e durata Il Corso ha una durata di 100 ore, suddivise in teoriche e pratiche e 5 ore di valutazione fi nale, con obbligo di frequenza a 80 ore di cui 50 per il rilascio dell’attestato di media-tore civile-commerciale.GENNAIO 2012: sabato 14, venerdì 20 e sa-bato 21, venerdì 27 e sabato 28; FEBBRAIO 2012: venerdì 3 e sabato 4, ve-nerdì 10 e sabato 11, venerdì 17 e sabato 18, venerdì 24 e sabato 25 (frequenza obbliga-toria di 50 ore a tutte le giornate, salvo il sa-bato 4 febbraio)Responsabili Rettore LIUM: Prof. Orlando Del Don Responsabile scientifi co: Prof. Paolo Salva-tore Nicosia Coordinamento: Drago StevanovicPresentazione Il Corso di alta formazione in mediazio-

ne e conciliazione umanistica è nato dalla collaborazione della Libera Università di Scienze Umane e Neuroscienze (LiUM) di Bellinzona, Svizzera, con l’Ente formativo NICOS ADR Srl, accreditato al numero 172 dell’Elenco Enti formatori per la mediazione presso il Ministero della Giustizia italiano.Il modello didattico e formativo E’ strutturato secondo lo standard stabilito dal decreto legislativo 28/10 e dal decre-to ministeriale 180/10, erogato dall’Ente formatore accreditato NICOS ADR Srl in aggiunta ad una formazione di base sugli aspetti più prettamente umanistici e psicolo-gici della gestione del confl itto, gestito dalla LIUM, con l’apporto di professionisti esterni del Canton Ticino, per gli approfondimenti locali Finalità Il Corso di alta formazione in mediazione e conciliazione umanistica ha lo scopo di impartire ai partecipanti una formazione professionale idonea all’esercizio dell’attività di mediatore, secondo le indicazioni mini-steriali italiane gestite da NICOS ADR e l’ap-proccio integrativo, specifi co di LIUM

Destinatari Al Corso di alta formazione in mediazione e conciliazione umanistica sono ammessi massimo 30 laureati in qualsiasi disciplina o i professionisti iscritti ai rispettivi Albi. Possono partecipare come uditori anche un numero massimo di 10 uditori che non

abbiamo tali requisiti.

Obiettivi Il percorso didattico e formativo garanti-sce una formazione accurata per svolgere le mediazioni secondo un approccio inte-grato tra ambito giuridico e ambito psico-logico. In modo specifi co, il percorso della Scuola mira a fornire conoscenze, abilità e competenze riguardanti: • la conoscenza degli ambiti teorici e nor-mativi della mediazione;• l’uso di strumenti conoscitivi e di per la prevenzione e gestione del confl itto; • la conduzione di colloqui in sessioni se-parate e congiunte; • la facilitazione alla negoziazione di un accordo tra due o più parti;• la compilazione di un accordo e di un verbale di conciliazione;• l’operatività all’interno di contesti strut-turati (organismi) di mediazione;• lo svolgimento di attività di ricerca e spe-rimentazione nella gestione conciliata dei confl itti.

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I diis che nüm ticinéés semm moi, senza caratar!Ma vuialtri sii d’acordi? Pussibil che ghebiuv nagot in cuntrari?Mi disarés che l’è ura da dagan un tai e da fagh capì a la gent chi che sémm.Dès pö che gh’è di Canton che i vör gnanca pü fagh imparà l’italian ai fi öö a scöla, fi gürat se sa ga pensa, al dialett! Ma al sii che ul dialett l’è ‘na lingua? Che l’è con ’sta lingua che la gent la ricognòs i noss urigin. Ul lombardo-ticinés l’è la lingua che sa parla da i urigin da la nossa storia, in certi cunfi n geografi ch e pulitich. A vöruv scancelai tücc ‘sti secui da cultüra? A vöruv vedé mörì, dasi dasi, la nossa lingua senza cipì…senza möv un diid? Alura sì che i gavréss réson da dii che nüm ticinéés semm moi e senza caratar. L’è propi par ’sta réson che nüm dal TEPSI cercum da fa almen ‘na cumédia a l’ann, quéla che pö passa a la tele ul 31 da dicembar ; ma ‘na cumédia a l’ann l’è ‘na miséria. Tücc quii che ma incuntra i ma dumanda: ma parché an fi i mia püsséé?Ma gh’è mia dumà i comédi, gh’è ul dupiagg dal fi lm in dialett, i spettacui par la terza età, la nossa rivista “ul BATACC”, che va mandum se sii soci dal TEPSI, ecc…

La prima roba da fa, alura, l’è quéla da dam ‘na man par preparà, pal teatro e la tele, almen do o tre cumédi püsséé. Se tücc i ticinés “DOC” i ma iüta, va giüri che ga la femm benissim. Ma sicome i è muméént delicaa par l’ecunomia…e tücc i domanda aiüt, gh’è ‘na manera par iütam, senza `na cul cò rott…un bel salvadanée!!! Ogni tant, ta ga métat denta un para da franchitt e, a la fi n da l’ann, ta gh’è lì ‘na suméta, senza nincorgiat. Ta ga la mandat al TEPSI e nüm podumm riüscì a fa do o tre cumédi püsséé.L’emm ciamaa SALVA-DIALETT. Al gh’avrà la forma dal frütt che rapresenta perfettamént ul Tésin: ‘na castégna, (Dismentighe-vas mia che tanti ann fa , quand l’eva mia vuncia, la gh’a dai da mangià a tanti ticinees che i catava sü castegn in di bosch e i nava a pè fi n a Paris par fa i maronàt!!!).Se ga tegnuv al dialet, poduv comprà la castégna con ‘na mail, a [email protected]. Va la spedissum sübit a cà.Va garantissi che l’è belissima.La castégna salva-dialett la costa fr.15.- (+ spese di spedizione.

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