“un approccio territoriale al tema della povertà in europa: la povertà rurale”

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1 “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale” Paola Bertolini Università di Modena e Reggio Emilia Paola Bertolini - Dipartimento di Economia Politica – Via Berengario 51 – 41100 Modena e-mail: [email protected] Bologna 22 aprile 2009 Dipartimento di Scienze Statistiche

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Bologna 22 aprile 2009 Dipartimento di Scienze Statistiche. “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”. Paola Bertolini Università di Modena e Reggio Emilia. Paola Bertolini - Dipartimento di Economia Politica – Via Berengario 51 – 41100 Modena - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

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“Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

Paola Bertolini

Università di Modena e Reggio Emilia

Paola Bertolini - Dipartimento di Economia Politica – Via Berengario 51 – 41100 Modenae-mail: [email protected]

Bologna 22 aprile 2009Dipartimento di Scienze Statistiche

Page 2: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

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Questioni generali

• Perché misurare la povertà/rischio di esclusione? →politiche

• Come si misura la povertà?

• Ha senso parlare di povertà territoriale?

• Come si presenta in UE?

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Perché affrontare il tema

• Motivazioni: sociale, economica, etica– Sociale: opportunismo (gestione del disagio e del

relativo conflitto sociale)– Economica: correzione dei fallimenti del mercato

(nella distribuzione delle risorse e delle opportunità. Es. : un bambino extracomunitario molto intelligente ha le stesse possibilità di uno emiliano?)

– Povertà e sviluppo economico (la povertà limita lo sviluppo)

– Etica: equità (la povertà attacca i diritti fondamentali delle persone. Es.: diritto all’istruzione o alla salute)

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Povertà in Usa (secondo U.S. Census Bureau)

• Circa 37 milioni di persone nel 2000, in aumento rispetto al 2006

• Tasso di povertà ufficiale del 12,5% ma con grosse divergenze tra i vari gruppi etnici e sociali

• Secondo USDA 33 milioni con problemi alimentari (offerta di cibo non adeguata)

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USA

• Gruppi etnici:– non-Hispanic Whites (8.2 percent), – Blacks (24.5 percent), – Asians (10.2 percent) – Hispanics (21.5 percent)

• Gruppi sociali:– children under 18 years old (18.0 percent) – 18 to 64 years old (10.9 percent) – people 65 and over (9.7 percent).

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Approccio territoriale

• Motivata da forti differenze tra paesi, regioni

• Povertà metropolitana esaurisce il fenomeno? Ci sono aspetti peculiari di altre aree (non metropolitane)?quali le caratteristiche?

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Problemi

• Come si misura la povertà? Quali indicatori? linea di povertà (soglia al di sotto della quale un individuo/gruppo è definibile povero): quale?

• Quale l’ambito di osservazione? Individuo? Famiglia?

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Indicatori

– Monetario • Reddito: problemi (fluttuazioni, sottostima o

sovrastima, accessibilità)• Consumo: riflette lo standard di vita degli

individui/famiglie; dà indicazioni su accessibilità

– non monetario (salute, educazione e cultura, accesso ai servizi, relazioni sociali)

Entrambi gli aspetti sono importanti →Multidimensionalità della povertà

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Quale linea di povertà scegliere?

• Povertà relativa: in relazione alla distribuzione del reddito o dei consumi di un paese.

• Povertà assoluta: ancorata a qualche standard assoluto che tenga conto soddisfacimento di un livello minimo di bisogni (paniere minimo di beni alimentari, medicinali, ecc.) (deprivazione)

• Percezione soggettiva della povertà: rilevata attraverso domande del tipo “Consideri il tuo reddito molto basso, basso, alto, molto alto…”

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Altri indicatori internazionali

• Nazioni Unite: Human Development Index (HDI) (Indice di Sviluppo Umano) verifica il grado di sviluppo di un paese ed usa parametri di tipo economico-finanziario e indicatori quali la salute, l’istruzione, l’ambiente e il tasso di mortalità

• Human Poverty Index (HPI): deprivazione rispetto al HDI

• Gender-related Development Index (GDI)

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Indagini ed informazioni in Europa

• DG Employment, Social Affairs and Equal Opportunities: Joint report on social protection and social inclusion e altri studi e rapporti

• DG Regio, Rapporto sulla coesione economica e sociale

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EU SILC

• European Union Statistics on Income and Living Conditions (SILC). Lanciata nel 2003 (Prima: European Community Household Panel)

• indicatori di disuguaglianza e di coesione sociale• utilizza rilevazioni nazionali su redditi,

armonizzate da Eurostat • dati utilizzati nei rapporti ufficiali sulla situazione

economica e sociale dell’Unione Europea (calcolo disuguaglianza e coesione sociale)

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Per EU SILC Italia:

• http://www.istat.it/dati/catalogo/20081013_02/met_norme0837_indagine_europea_sui_redditi_Eu-Silc.pdf

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UE: Rischio di povertà

• quota di persone con un reddito equivalente inferiore ad una soglia definita. Di solito in UE è il 60% della mediana del reddito

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Esempio dati

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Per saperne di più

• http://www.cso.ie/releasespublications/documents/eu_silc/current/eusilc.pdf

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Dal 4 Rapporto su coesione

• Forti divergenze tra i paesi e maggiori rischi a Sud e Est

• Donne, giovani e anziani e disoccupati a maggiore rischio

• Più ampia è l’incidenza della povertà, più grave si presenta l’indigenza

• Più equa è la distribuzione del reddito, più bassa è la quota di popolazione a rischio di povertà

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Alcuni elementi territoriali

• concentrazione della povertà nei nuclei urbani di vicinato in numerose città europee.

• zone rurali continuano a spopolarsi per mancanza di prospettive di lavoro al di fuori dell’agricoltura e il basso standard di vita

• Esodo di giovani e dei più qualificati, • Aree rurali si ritrovano con una popolazione

sempre più anziana e con servizi di base sempre più limitati

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Approccio territoriale

• Dalla povertà all’approccio territoriale alla povertà

• Particolare attenzione alla povertà rurale

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Il tema della povertà rurale: PVS

• Tema importante per PVS :– studi World Bank (World Development Report

2000/2001, cui segue il programma di attività dal nome "Attacking Poverty )

– International Fund for Agricultural Development (IFAD)

– oltre 1 miliardo di persone vive in condizioni di povertà estrema; gran parte in ambito rurale

– In questi paesi povertà rurale coincide con:• Vasta presenza dell’agricoltura• scarso sviluppo dell’ agricoltura

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Il tema della povertà rurale: paesi sviluppati

Paesi sviluppati: USA e Canada-USA: 14% della popolazione rurale (7.5 milioni) nel 2002 viveva sotto la soglia di povertà contro il 12 della popolazione urbana:-Canada: 14 %, in flessione, mentre quella urbana è al 16& ed in aumento

Gruppi più colpiti: minoranze etniche, bambini, famiglie con 1 solo membro

-UE: assenza di studi ed informazioni nonostante:– Cambiamento dello scenario europeo con allargamento– Si allarga la rilevanza dell’agricoltura– Si allarga l’area della povertà con l’accesso di paesi meno ricchi

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In UE

• i dati dell’UE non permettono di distinguere tra aree rurali ed urbane

• il tema della povertà rurale può avere maggiore importanza in seguito agli ultimi allargamenti ad Est.

• ritardo dell’Unione Europea• Recentemente colmato con un primo

studio Poverty and risk of exclusionin rural areas

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Link allo studio

• http://ec.europa.eu/employment_social/spsi/studies_en.htm#povertyruralareas

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Recente ricerca Bertolini Montanari

• In Economia & Lavoro

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Distinzione territoriale

• Densità = abitanti per km quadrato;• "Densità aggiustata" = (popolazione totale - popolazione

del maggiore centro abitato della regione/area. L'area di una regione è espressa in km quadrati;

• Occupazione nel settore primario (agricoltura, caccia, foreste e pesca) = percentuale di persone occupate nel settore primario sul totale delle persone occupate.

• L'anno di riferimento è il 2001, pur con qualche variazione dovuta alla disponibilità di dati. Questi dati provengono dai vari istituti statistici nazionali.

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Tipologie di area

• Prevalentemente Rurale (PR), se almeno uno dei due criteri seguenti è soddisfatto:

• a) Densità < 50 abitanti per km quadrato;• b) Densità aggiustata < 100 abitanti per km quadrato +

occupazione nel settore primario > 150% media nazionale.

• Prevalentemente Urbana (PU), se almeno uno dei due criteri seguenti è soddisfatto:

• c) Densità > 250 abitanti per km quadrato;• d) Densità aggiustata > 100 abitanti per km quadrato +

occupazione nel settore primario < 67% media nazionale.

• Intermedia (IR): tutti gli altri casi.

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RA e OCSE

• RA rispetto a quella OCSE sono la possibilità di verificare se la popolazione di una regione NUTS3 è concentrata in un'unica città o è più uniformemente distribuita e l'inclusione della rilevanza del settore primario, nonché di correggere, almeno parzialmente, la sovrastima della ruralità nell'UE prodotta dalla definizione OCSE.

• Comunque il 73% è classificata nello stesso modo sia dalla definizione OCSE che da quella RA.

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Passo 2: indicatori

• Isolate alcune variabili demografiche e del mercato del lavoro che secondo la letteratura giocano un ruolo cruciale nell’instaurare e nel riprodurre il fenomeno della povertà (sulla base della disponibilità di dati Eurostat)

• Riclassificazione delle aree territoriali (PR, IR, PU), sulla base dell’andamento assunto dalla variabile in esame– avendo come punto di riferimento il valore minimo,

medio e massimo europeo, si sono definite per ogni variabile delle soglie che consentono di distinguere tre classi di andamento della variabile – bassa, media e alta - a seconda dell’intensità assunta nella regione.

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Reddito pro-capite

• svantaggio delle aree rurali nella UE-27 che tende ad aumentare al crescere dell’intensità della ruralità: infatti mentre nelle PU la percentuale di regioni a PIL pro-capite basso è pari al 24% circa, in quelle IR tale incidenza cresce più del doppio (60% circa) ed ancora maggiore appare essere nelle PR (61%).

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Tabella 3 Distribuzione percentuale delle regioni in base al PIL pro-capite

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 100% 0% 0% 26,7% 26,7% 46,6% 14,3% 50% 35,7%

Belgio 28,6% 40% 31,4% 0% 25,0% 75,0% 0% 25,0% 75,0%

Bulgaria 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Cipro - - - 0% 0% 100% - - -

Rep. Ceca 20% 0% 80% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Germania 39,0% 36,6% 24,4% 2,2% 38,5% 59,3% 0% 10,5% 89,5%

Danimarca 50% 50% 0% 30% 70% 0% 0% 100% 0%

Estonia - - - 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Spagna 44,4% 44,4% 11,2% 15,4% 30,8% 53,8% 10% 36,6% 53,3%

Finlandia 100% 0% 0% - - - 6,3% 73,7% 21,0%

Francia 24,0% 72,0% 4,0% 8,6% 74,3% 17,1% 0% 61,1% 38,9%

Grecia 0% 100% 0% 0% 14,3% 85,7% 0% 28,6% 71,4%

Ungheria 50% 0% 50% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Irlanda 100% 0% 0% 0% 100% 0% 33,3% 50% 16,7%

Italia 60,5% 23,7% 15,8% 29,6% 31,5% 38,9% 18,2% 45,4% 36,4%

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segue

Lituania - - - 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Lussemburgo - - - 100% 0% 0% - - -

Lettonia 0% 0% 100% - - - 0% 0% 100%

Malta 0% 0% 100% - - - - - -

Paesi Bassi 34,4% 62,5% 3,1% 37,5% 62,5% 0% - - -

Polonia 11,1% 11,1% 77,8% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Portogallo 12,5% 12,5% 75,0% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Romania 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Svezia 100% 0% 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0%

Slovenia 0% 0% 100% 0% 12,5% 87,5% 0% 0% 100%

Slovacchia 100% 0% 0% 0% 0% 100% - - -

Regno Unito 34,0% 43,7% 22,3% 0% 50% 50% 7,1% 57,1% 35,8%

UE-27 37,6% 38,4% 24,0% 7,9% 32,2% 59,9% 4,4% 34,6% 61,0%

Fonte: calcoli degli autori

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Variabili demografiche

• variazione della popolazione nel periodo 1995-2003 (emigrazione)

• incidenza della popolazione anziana (65 anni ed oltre) all’ultimo Censimento del 2001(invecchiamento)

• segnalano l’eventuale difficoltà di riproduzione del contesto economico-sociale conseguenti ai movimenti demografici.

• popolazione (variazione compresa nell’intervallo ±1%).-1% negativo andamento demografico negativo (saldo negativo della popolazione per fenomeni migratori, o basso tasso di natalità entrambi; +1% andamento positivo.

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Spostamenti della popolazione e debolezza PR

• una netta prevalenza di aree dove continuano ad essere significativi gli spostamenti della popolazione;

• aree con popolazione stabile sono abbastanza contenute (tra il 15 ed il 17% di ognuna delle 3 tipologie di aree);

• La maggioranza del territorio dell’Unione continua quindi ad essere interessato da sensibili fenomeni migratori e l’incremento prevale nettamente tra le unità territoriali urbane (55,5% delle regioni); tuttavia anche le regioni IR ne sono interessate in modo simile (55%).

• Al contrario, nelle aree PR la situazione cambia, con una prevalenza di aree interessate da dinamiche demografiche negative.

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Spostamenti della popolazione e debolezza rurale

• l’indicatore demografico segnala il permanere di una debolezza delle regioni assimilabili alla ruralità più profonda

• Il fenomeno è particolarmente evidente nei maggiori paesi dell’Est, come Polonia e Romania, e nel Regno Unito

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Distribuzione percentuale delle regioni in base alla variazione percentuale della popolazione

PAESE PU IR PR

  DIMIN. STABILE AUMENTO DIMIN. STABILE AUMENTO DIMIN. STABILE AUMENTO

Austria 0% 16,7% 83,3% 6,7% 13,3% 80% 57,1% 7,1% 35,7%

Belgio 8,6% 22,9% 68,6% 0% 25% 75% 0% 0% 100%

Bulgaria ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Cipro - - - 0% 0% 100% - - -

Rep. Ceca 60% 40% 0% 44,4% 44,4% 11,1% 100% 0% 0%

Germania 34,1% 17,9% 48% 27% 8,6% 64,4% 52,6% 15,8% 31,6%

Danimarca 0% 0% 100% 10% 20% 70% 0% 0% 100%

Estonia - - - 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Spagna 11,1% 0% 88,9% 7,7% 7,7% 84,6% 30% 20% 50%

Finlandia 0% 0% 100% - - - 55,6% 16,7% 27,8%

Francia 4% 16% 80% 0% 14,3% 85,7% 22,2% 11,1% 66,7%

Grecia 0% 0% 100% 0% 14,3% 85,7% 15,2% 21,2% 63,6%

Ungheria 50% 0% 50% 47,1% 35,3% 17,6% 0% 100% 0%

Irlanda 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Italia 15,8% 23,7% 60,5% 37% 16,7% 46,3% 36,4% 45,5% 18,2%

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Lituania - - - 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Lussemb. 0% 0% 100% - - -

Lettonia 100% 0% 0% - - - 100% 0% 0%

Malta 0% 0% 100% - - - - - -

Paesi Bassi 9,7% 9,7% 80,6% 25% 12,5% 62,5% - - -

Polonia 33,3% 55,6% 11,1% 52,2% 39,1% 8,7% 53,8% 15,4% 30,8%

Portogallo 0% 0% 100% 0% 11,1% 88,9% 66,7% 16,7% 16,7%

Romania 50% 50% 0% 83,3% 16,7% 0% 100% 0% 0%

Svezia 0% 0% 100% 0% 0% 100% 57,9% 26,3% 15,8%

Slovenia 100% 0% 0% 25% 37,5% 37,5% 0% 66,7% 33,3%

Slovacchia 100% 0% 0% 14,3% 57,1% 28,6% - - -

Regno Unito 38,8% 11,8% 49,4% 9,1% 9,1% 81,8% 77,8% 0% 22,2%

UE-27 27,6% 16,9% 55,5% 28,8% 16,2% 55% 47,7% 15,1% 37,2%

Fonte: calcoli degli autori

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Invecchiamento

• persone anziane uno dei gruppi sociali più a rischio di povertà ed esclusione (Bertolini et al., 2008)

• esaminata l’incidenza degli individui con più di 65 anni sul totale della popolazione; tenendo conto del valore medio europeo (attorno al 16%), si sono utilizzate le soglie del 14 e del 18% allo scopo di effettuare la ripartizione delle regioni NUTS 3:

• a bassa incidenza di popolazione anziana, quando la quota di quest’ultima sulla popolazione totale è al di sotto del 14%; a media incidenza tra 14 ed 18%; ad alta incidenza se supera il 18%.

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Invecchiament e PR

• all’aumentare del grado di ruralità cresce anche la presenza di popolazione anziana;

• componente di genere: netta prevalenza della componente anziana femminile in tutti i tipi di regione (aspettativa di vita per le donne è più elevata di quella per gli uomini) ma in PR percentuale ancora più alta (pari al 75,9%)

• popolazione anziana tende ad essere in generale più alta nell’Europa Occidentale rispetto a quella Orientale

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Distribuzione percentuale delle regioni in base all'incidenza di popolazione anziana sulla popolazione totale: maschi

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 0% 0% 100% 0% 6,7% 93,3% 0% 28,6% 71,4%

Belgio ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Bulgaria ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Cipro - - - 0% 0% 100%  - - - 

Rep, Ceca 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Germania 7,5%  25,7%  66,8%  10,3%  29,7%  60,0%  28,8%  37,5%  33,7% 

Danimarca ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Estonia - - - 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Spagna 0% 44,4% 55,6% 7,7% 46,2% 46,2% 46,7% 43,3% 10%

Finlandia 0% 0% 100% - - - 0% 15,8% 84,2%

Francia 4,0% 8,0% 88,0% 11,4% 45,7% 42,9% 38,9% 52,8% 8,3%

Grecia 0% 0% 33,3% 0% 71,4% 74,1% 47,6% 50% 46,7%

Ungheria 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Irlanda 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Italia 31,6% 44,7% 23,7% 40,7% 50% 9,3% 36,4% 63,6% 0%

Page 47: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

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Lituania - - - 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Lussemburgo - - - 0% 0% 100% - - -

Lettonia 0% 0% 100% - - - 0% 0% 100%

Malta ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Paesi Bassi 0% 0% 100% 0% 12,5% 87,5% - - -

Polonia 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Portogallo 0% 12,5% 87,5% 10% 60% 30% 91,7% 8,3% 0%

Romania 0% 0% 100% 0% 13,3% 86,7% 0% 0% 100%

Svezia 0% 0% 100% 0% 100% 0% 0% 94,7% 5,3%

Slovenia ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Slovacchia 0% 0% 100% 0% 0% 100% - - -

Regno Unito 3,9% 34,0% 62,1% 12,5% 75,0% 12,5% 0% 78,6% 21,4%

UE-27 6,9%  23,9% 69,2%  12,2%  32,2%  55,6%  25,7%  39,6%  34,6% 

Fonte: calcoli degli autori

Page 48: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

48

Distribuzione percentuale delle regioni in base all'incidenza di popolazione anziana sulla popolazione totale: femmine

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 66,7% 33,3% 0% 73,3% 26,7% 0% 57,1% 42,9% 0%

Belgio ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Bulgaria ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Cipro  - -  -  0% 0% 100%      

Rep, Ceca 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0%

Germania 49,6% 43,9% 6,5% 51,2% 40,8% 8% 69,5% 25,4% 5,1%

Danimarca ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Estonia - - - 0% 100% 0% 75% 25% 0%

Spagna 33,3% 44,4% 22,2% 61,5% 23,1% 15,4% 86,7% 13,3% 0%

Finlandia 0% 0% 100% - - - 78,9% 21,1% 0%

Francia 16,0% 60% 24,0% 68,6% 31,4% 0% 97,2% 2,8% 0%

Grecia 0% 100% 11,1% 57,1% 28,6% 7,4% 85,7% 11,9% 33,3%

Ungheria 50% 50% 0% 52,9% 47,1% 0% 100% 0% 0%

Irlanda 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 16,7% 83,3%

Italia 86,8% 13,2% 0% 88,9% 11,1% 0% 100% 0% 0%

Page 49: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

49

Lituania - - - 0% 100% 0% 50% 50% 0%

Lussemburgo - - - 0% 100% 0% - - -

Lettonia 100% 0% 0% - - - 50% 50% 0%

Malta ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Paesi Bassi 21,9% 65,6% 12,5% 25,0% 75,0% 0% - - -

Polonia 12,5% 75,0% 12,5% 0% 81,8% 18,2% 0% 41,7% 58,3%

Portogallo 12,5% 62,5% 25,0% 70% 20% 10% 100% 0% 0%

Romania 0% 100% 0% 26,7% 50% 23,3% 10% 90% 0%

Svezia 0% 100% 0% 100% 0% 0% 94,7% 5,3% 0%

Slovenia ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Slovacchia 0% 100% 0% 0% 42,9% 57,1% - - -

Regno Unito 50,5% 44,7% 4,9% 87,5% 0% 12,5% 85,7% 14,3% 0%

UE-27  43,7% 47%  9,3%  55,5%  35,5%  9%  75,9%  18,8%  5,3% 

Page 50: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

50

Istruzione

• elemento molto rilevante nella riproduzione e nella trasmissione intergenerazionale della povertà

• si è esaminata per ogni unità territoriale NUTS 3 l’incidenza di persone che possiedono una formazione universitaria (livelli 5 e 6 della classificazione internazionale ISCED 97 dell’UNESCO, in Italia, corrispondente almeno ad una laurea triennale)

• le soglie sono i seguenti: minore del 6% (bassa incidenza), tra 6% e 10% (media incidenza), maggiore del 10% (alta incidenza).

Page 51: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

51

Istruzione

• nelle aree urbane (PU) prevalgono quote medio-alte di laureati, mentre nell’insieme delle aree rurali (IR e PR) emerge una tendenza opposta, con una più marcata diffusione di bassi livelli di qualifica della popolazione.

• forte eterogeneità tra Paesi: l’incidenza di laureati tende ad essere in generale più alta nei paesi nordici, in Gran Bretagna, in Irlanda e (almeno nelle aree PU) in molti Paesi dell’Est, mentre tende ad essere più bassa nei Paesi mediterranei (in primo luogo in Italia ed in Spagna, ma anche nelle regioni IR e PR di Grecia e Portogallo).

• La minore quota di laureati nelle aree IR a livello aggregato si spiega quindi con la performance negativa di paesi con un elevato numero di regioni IR, come l'Italia.

Page 52: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

52

Distribuzione percentuale delle regioni in base all’incidenza di laureati sul totale della popolazione

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 16,7% 83,3% 0% 0% 33,3% 66,7% 0% 0% 100%

Belgio ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Bulgaria 100% 0% 0% 0% 50% 50% 4,0% 76,0% 20%

Cipro - - - 100% 0% 0% - - -

Rep. Ceca 20% 0% 80% 0% 20% 80% 0% 0% 100%

Germania                  

Danimarca 100% 0% 0% 40% 60% 0% 0% 100% 0%

Estonia - - - 0% 100% 0% 75% 25% 0%

Spagna 0% 22,2% 77,8% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Finlandia 100% 0% 0% - - - 100% 0% 0%

Francia 48,0% 52,0% 0% 8,8% 91,2% 0% 5,6% 88,9% 5,6%

Grecia 50% 50% 0% 0% 28,6% 71,4% 0% 26,2% 73,8%

Ungheria 50% 50% 0% 0% 11,8% 88,2% 0% 0% 100%

Irlanda 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Italia 0% 15,8% 84,2% 0% 1,9% 98,1% 0% 0% 100%

Page 53: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

53

Istruzione (segue)

Lituania - - - 50% 50% 0% 50% 50% 0%

Lussemburgo - - - 0% 100% 0% - - -

Lettonia 100% 0% 0% - - - 0% 0% 100%

Malta ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Paesi Bassi 46,9% 50% 3,1% 0% 62,5% 37,5% - - -

Polonia 83,3% 0% 16,7% 0% 13,6% 86,4% 0% 25% 75%

Portogallo 12,5% 25,0% 62,5% 0% 30% 70% 0% 16,7% 83,3%

Romania 50% 0% 50% 0% 6,7% 93,3% 0% 10% 90%

Svezia ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Slovenia 0% 100% 0% 20% 40% 40% 0% 100% 0%

Slovacchia 100% 0% 0% 0% 0% 100% - - -

Regno Unito 42,7% 51,5% 5,8% 25,0% 62,5% 12,5% 85,7% 14,3% 0%

UE-27 36,8%  40,4%  22,8%  5%  28,6%  66,4%  19,2%  31,4%  49,4% 

Fonte: calcoli degli autori

Page 54: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

54

Mercato del lavoro

• Esaminati tasso di occupazione e tasso di disoccupazione;

• tre classi, che ci permettono di discriminare le unità territoriali con un tasso di occupazione di livello basso, medio e alto.

• Soglie sono state poste al 53% ed al 61% per tasso di occupazione; per il tasso di disoccupazione, sono state fissate al 6% ed al 10%.

Page 55: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

55

Tasso occupazione• aree rurali sembrano avere una migliore performance dell’occupazione• Tuttavia, in queste aree vi può essere una maggiore diffusione di fenomeni

di sottoccupazione, specie del lavoro familiare, spesso connessi all’occupazione agricola di sussistenza (soprattutto nell’Europa dell’Est)

• eterogeneità tra Paesi, soprattutto nelle aree PR: risultati migliori raggiunti dai Paesi nordici e dalla Gran Bretagna, mentre Italia, Germania e Grecia tendono a presentare bassi livelli di occupazione

• Italia ha più forti i fenomeni di polarizzazione dell’occupazione. Infatti: percentuale di regioni PU e IR con alto tasso di occupazione è sensibilmente più elevata rispetto alla media dell’UE-27 (55% e 46% contro, rispettivamente, 38% e 27%), soprattutto grazie alle buona performance di molte province del Nord. Allo stesso tempo, in Italia si registra anche un’incidenza sensibilmente superiore alla media europea di aree IR e PR che hanno un basso tasso di occupazione (46% per le IR e 54% per le PR contro la media UE del 35% e del 26% rispettivamente), a causa della performance negativa delle province del Sud. In Italia sembrano quindi

Page 56: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

56

Tasso disoccupazione

• debolezza del funzionamento del mercato del lavoro nelle aree a ruralità più profonda,

• Il tasso di disoccupazione (relativo al 2003)più elevati al crescere del grado di ruralità.

• certa eterogeneità tra gli Stati membri. Alcuni Paesi mediterranei, come la Spagna e la Grecia, presentano la situazione peggiore nelle aree IR.

Page 57: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

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OccupazioneDistribuzione percentuale delle regioni in base al tasso di occupazione

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 100% 0% 0% 100% 0% 0% 92,9% 0% 0%

Belgio 0% 5,7% 94,3% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Bulgaria ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Cipro - - - 100% 0% 0% - - -

Rep, Ceca 80% 20% 0% 100% 0% 0% - - -

Germania 11,4% 42,3% 46,3% 13,2% 47,7% 39,1% 15,8% 31,6% 52,6%

Danimarca 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Estonia - - - 100% 0% 0% 0% 100% 0%

Spagna 44,4% 33,3% 22,2% 23,1% 53,8% 23,1% 40% 43,3% 16,7%

Finlandia 100% 0% 0% - - - 50% 50% 0%

Francia 52,0% 44,0% 4,0% 31,4% 62,9% 5,7% 50% 47,2% 2,8%

Grecia 0% 100% 0% 0% 57,1% 42,9% 3,0% 51,5% 45,5%

Ungheria 0% 100% 0% 5,9% 29,4% 64,7% 0% 0% 100%

Irlanda 100% 0% 0% 100% 0% 0% 50% 50% 0%

Italia 55,3% 26,3% 18,4% 46,3% 11,1% 42,6% 18,2% 27,3% 54,5%

Page 58: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

58

Segue occupazione

Lituania - - - 0% 100% 0% 0% 55.5% 44.4%

Lussemburgo - - - 100% 0% 0% - - -

Lettonia 0% 100% 0% - - - 0% 25,0% 75,0%

Malta 0% 0% 100% - - - - - -

Paesi Bassi 96,8% 3,2% 0% 100% 0% 0% - - -

Polonia 0% 25,0% 75,0% 0% 18,2% 81,8% 0% 25,0% 75,0%

Portogallo 100% 0% 0% 77,8% 22,2% 0% 66,7% 33,3% 0%

Romania 0% 50% 50% 13,3% 33,3% 53,3% 20% 10% 70%

Svezia 100% 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Slovenia 0% 100% 0% 25,0% 75,0% 0% 33,3% 66,7% 0%

Slovacchia 0% 100% 0% 0% 100% 0% - - -

Regno Unito 89,4% 10,6% 0% 81,8% 18,2% 0% 100% 0% 0%

UE-27  37,5% 29,8% 32,7% 26,6% 38,1% 35,3% 39,6% 34,9% 26,5% 

Fonte: calcoli degli autori

Page 59: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

59

Distribuzione percentuale delle regioni in base al tasso di disoccupazione

PAESE PU IR PR

  ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO

Austria 0% 16,7% 83,3% 0% 0% 100% 0% 0% 100%

Belgio 20% 37,1% 42,9% 25,0% 25,0% 50% 0% 100% 0%

Bulgaria ND ND ND ND ND ND ND ND ND

Cipro - - - 0% 0% 100% - - -

Rep, Ceca 40% 40% 20% 0% 44,4% 55,6% - - -

Germania 36,2% 47,6% 16,3% 33,9% 36,8% 29,3% 78,9% 0% 21,1%

Danimarca 0% 0% 100% 0% 50% 50% 0% 0% 100%

Estonia - - - 0% 100% 0% 25% 75% 0%

Spagna 44,4% 55,6% 0% 84,6% 15,4% 0% 40% 43,3% 16,7%

Finlandia 0% 100% 0% - - - 38,9% 55,6% 5,6%

Francia 24,0% 76,0% 0% 20% 74,3% 5,7% 11,1% 75,0% 13,9%

Grecia 0% 100% 0% 67,1% 18,6% 14,3% 57,6% 36,4% 6,1%

Ungheria 0% 0% 100% 5,9% 47,1% 47,1% 0% 100% 0%

Irlanda 0% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 16,7% 83,3%

Italia 18,4% 13,2% 68,4% 38,9% 5,6% 55,6% 45,5% 27,3% 27,3%

Lituania - - - 100% 0% 0% 66.7%% 33.3% 0%

Page 60: “Un approccio territoriale al tema della povertà in Europa: la povertà rurale”

60

Lussemburgo - - - 0% 0% 100% - - -

Lettonia 100% 0% 0% - - - 25,0% 75,0% 0%

Malta 0% 100% 0% - - - - - -

Paesi Bassi 0% 0% 100% 0% 12,5% 87,5% - - -

Polonia 77,8% 22,2% 0% 100% 0% 0% 100% 0% 0%

Portogallo 0% 57,1% 42,9% 0% 22,2% 77,8% 8,3% 33,3% 58,3%

Romania 0% 100% 0% 16,7% 33,3% 50% 10% 50% 40%

Svezia 0% 0% 100% 0% 100% 0% 0% 42,1% 57,9%

Slovenia 100% 0% 0% 0% 62,5% 37,5% 0% 0% 100%

Slovacchia 0% 100% 0% 85,7% 14,3% 0% - - -

Regno Unito 1,2% 30,6% 68,2% 0% 27,3% 72,7% 0% 11,1% 88,9%

UE-27  24,4% 39,1% 36,5% 31,7% 31,7% 36,6% 38,5% 35,3% 26,2%

Fonte: calcoli degli autori

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Sintesi

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Conclusioni• Difficile l’approccio territoriale in assenza di dati. Migliorare il SILC• In alternativa: armonizzare i livelli territoriali e la definizione di

ruralità , sia per scopi analitici sia per policy, • Ci potrebbero essere due modi diversi per fare ciò: identificare

soglie uniche da applicare a tutti gli Stati membri (metodologia OECD), oppure considerare la ruralità come un concetto relativo, definendo soglie nazionali di riferimento per i valori delle variabili considerate.

• La prima opzione sarebbe più semplice e trasparente, ma la seconda, anche se più complessa, potrebbe essere in grado di rappresentare meglio l’eterogeneità dei paesi, in termini di popolazione, dimensione fisica, caratteristiche geografiche e struttura economica.

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• svantaggio relativo delle aree rurali (PIL pro capite, andamento demografico, condizioni generali del mercato del lavoro e (in misura minore) livelli di istruzione).

• nell’UE, come in altri paesi sviluppati quali Canada ed USA, è presente uno specifico problema di povertà rurale.

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• Necessità di indagare.– la peculiarità che tale fenomeno assume rispetto alla povertà urbana, in

modo da adattare le azioni di policy – i gruppi sociali che presentano maggiori rischi,

• Miglioramento rilevazione SILC• adattare le politiche per l’inclusione. Esempi:

– 1. andamento demografico negativo e l’invecchiamento della popolazione, congiunti con la riduzione dell’offerta di servizi sul territorio europeo (a sua volta conseguente alla razionalizzazione della spesa pubblica a livello nazionale), pongono problemi di accessibilità ai servizi, ed in particolare a quelli socio-sanitari.

– 2.Gli elementi relativi al mercato del lavoro, che inevitabilmente si intrecciano con il fenomeno demografico e con l’istruzione, pongono problemi di politiche attive del lavoro specifiche per tali aree: ad esempio, c’è anche in tale caso un problema di accessibilità ai centri per l’impiego e di diffusione delle informazioni al fine di facilitare un migliore incontro tra domanda e offerta

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• Grazie!