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UNA FONDAZIONE PER NORMAN: LA POLITICA FA UN PASSO INDIETRO
«Quando la più grande delle tragedie ha colpito la mia famiglia, la politica da destra a sinistra, ha espresso il
proprio, sterile cordoglio e si è appropriata del nome e del gesto di mio figlio Norman (da destra e da
sinistra), ormai riconosciuto in tutto il paese come il simbolo di una gioventù che lotta per un sistema
meritocratico nelle università, come in ogni settore della società.
Dopodiché alcuni deputati dell’Ars, in senso bipartisan, hanno presentato diversi disegni di legge, un paio di
mozioni e anche un emendamento alla finanziaria per far nascere la Fondazione “Norman Zarcone”, che
sarebbe dovuta diventare una “fucina di libero pensiero e di circolazione delle idee”.
Ma nella seduta della commissione Cultura all’Ars di mercoledì 20 luglio, “quella” politica, la stessa politica
che ha cannibalizzato la figura e il gesto di mio figlio, ha espresso (parecchie?) perplessità sulla nascita della
Fondazione (così mi è stato riferito da fonti attendibili e da me verificate). Eppure anche a livello nazionale,
al Senato e alla Camera sono state presentate interrogazioni al governo in merito alla Fondazione.
Eppure anche il presidente della commissione europea, Barroso, aveva auspicato la nascita della
Fondazione. Altri eurodeputati si erano espressi favorevolmente, non ultimo l’onorevole Giommaria Uggias,
che nelle stesse ore in cui la commissione Cultura faceva un primo passo indietro, ha inviato una nota al
presidente dell’Ars (qui allegata) con la quale si auspica un esito favorevole per la Fondazione.
Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con una lettera indirizzata all’ex prefetto di
Palermo, Giuseppe Caruso, aveva auspicato che la Fondazione venisse approvata dall’Ars.
Ma “quella” politica che ama i propri elettori e vuole dimostrare la vicinanza delle istituzioni ai giovani,
manifesta perplessità dopo i proclami della prima ora. Già, essa è troppo impegnata a scannarsi per la
tabella H, autentico laboratorio di clientele e voti, per occuparsi seriamente di una Fondazione che nei suoi
presupposti fondamentali ha la legalità e la meritocrazia.
Io ringrazio “questa” politica, saprò adesso, meglio, cosa continuare a scrivere e diffondere, anche
attraverso i numerosi gruppi di Facebook che chiedono una Fondazione per Norman. La ringrazio e la prego
di non interessarsi più di mio figlio, il quale vivrà nella memoria di chi ancora lo ama e in quello spazio
“Generazione Norman” creato nell’ateneo di Palermo.
Che il passo indietro fatto in commissione Cultura sia dunque consequenziale: e a “quella” politica che
vorrebbe, in sostituzione della Fondazione, creare forse un paio di borse di studio alla memoria di Norman,
dico, “no, grazie”, non distraete fondi regionali per il vostro lavacro, stornateli nella famigerata tabella H, vi
serviranno. Niente a pretendere».
Claudio Zarcone
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Alla C.A. del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana
On. Francesco Cascio
E p.c.
Sig. Claudio Zarcone
Illustre Presidente,
Le scrivo, nella mia qualità di Parlamentare europeo eletto nella circoscrizione Sicilia – Sardegna, in merito
alla triste vicenda del giovane dottorando di ricerca palermitano Norman Zarcone, di cui sono venuto a
conoscenza fin da subito tramite le notizie di stampa.
Tuttavia una toccante lettera inviatami dal sig. Claudio, padre del povero Norman, mi ha colpito al punto
tale da sentire oggi il dovere di sollecitare ogni Suo sforzo affinché l’Assemblea che Lei presiede possa
attivarsi in maniera proficua per l’istituzione di una Fondazione dedicata alla memoria di Norman Zarcone,
quale strumento per la tutela dei giovani ricercatori siciliani vittime dello sfruttamento e dell’ostracismo di
un certo “baronato” accademico.
Il ricordo del giovane e sfortunato Norman, per il tramite di una fondazione a Lui intitolata, costituirebbe di
sicuro un chiaro monito per i responsabili delle parentopoli che bloccano l'accesso alla carriera universitaria
ai giovani talenti, tra i quali Norman Zarcone costituiva senza alcun dubbio e, malauguratamente, l'esempio
più tragico.
Certo che il mio appello non rimarrà privo di riscontro La saluto cordialmente,
Giommaria Uggias
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