uni 7697

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(agosto 06) n. 02 Come si può garantire sicurezza nelle aperture a sporgere? Come si può progettare un parapetto vetrato garantendone la sicurezza? Questi sono alcuni dei quesiti tecnici più frequenti, che giungono all'Ufficio Tecnico UNCSAAL. Nella maggior parte dei casi, a causa di una non sufficiente diffusione di conoscenza normativa, viene scelta una vetrazione non idonea al particolare utilizzo e a discapito delle più semplici norme di sicurezza, il cui rispetto è peraltro obbligatorio. La norma UNI 7697 viene in aiuto per operare la scelta più idonea nel rispetto della sicurezza. Per gli interventi sull'esistente le nuove tecnologie legate all'applicazione delle pellicole permettono di porre in sicurezza lastre vetrate ed intervenire, al contempo, sulle proprietà ottico-luminose. L'UX50 risponde agli interrogativi che provengono dal mercato e dal mondo della progettazione e rappresenta un contribuito di trasparenza e chiarezza. Vi informiamo che i vostri dati personali potranno essere utilizzati per inviarvi materiale informativo su temi di vostro interesse. Ai sensi della Legge 675/96 Art.13 potete esercitare il diritto di cancellazione dei Vostri dati dal nostro archivio dandocene avviso. La sicurezza nelle vetrazioni Criteri di scelta per finestre, porte, portefinestre e facciate continue UNCSAAL Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe Rivista periodica dell'Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe · Anno XIII · Numero 2 Direz. e Amministraz.: via Chieti 8, 20154 Milano - Sped. in abb. post. 45% Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Milano PERIODICO DI CULTURA TECNICA E SCIENTIFICA DEL SERRAMENTO TECNICA UX50

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Page 1: Uni 7697

(agosto 06)

n. 02

Come si può garantire sicurezza nelle aperture a sporgere?

Come si può progettare un parapetto vetrato garantendone la sicurezza?

Questi sono alcuni dei quesiti tecnici più frequenti, che giungono all'Ufficio Tecnico

UNCSAAL. Nella maggior parte dei casi, a causa di una non sufficiente diffusione di

conoscenza normativa, viene scelta una vetrazione non idonea al particolare utilizzo e a

discapito delle più semplici norme di sicurezza, il cui rispetto è peraltro obbligatorio.

La norma UNI 7697 viene in aiuto per operare la scelta più idonea nel rispetto della

sicurezza.

Per gli interventi sull'esistente le nuove tecnologie legate all'applicazione delle pellicole

permettono di porre in sicurezza lastre vetrate ed intervenire, al contempo, sulle proprietà

ottico-luminose.

L'UX50 risponde agli interrogativi che provengono dal mercato e dal mondo della

progettazione e rappresenta un contribuito di trasparenza e chiarezza.

Vi informiamo che i vostri dati personali potranno essere utilizzati per inviarvi materiale informativo su temi di vostro interesse.

Ai sensi della Legge 675/96 Art.13 potete esercitare il diritto di cancellazione dei Vostri dati dal nostro archivio dandocene avviso.

La sicurezza nelle vetrazioni

Criteri di scelta per finestre, porte,

portefinestre e facciate continue

periodico di cultura tecnica e scientifica del serramento

UNCSAALUnione Nazionale

Costruttori Serramenti

Alluminio Acciaio Leghe

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PERIODICO DI CULTURA TECNICA E SCIENTIFICA DEL SERRAMENTO

TECNICA

UX50

Page 2: Uni 7697

INDICE

1. Introduzione 3

2. Il quadro normativo di riferimento 4

3. I prodotti vetrari di sicurezza 5

4. Criteri di scelta delle vetrazioni di sicurezza per le diverse applicazioni 6

5. Posa in opera delle lastre vetrate di sicurezza 9

6. Messa in sicurezza di vetrazioni esistenti 9

7. Conclusioni 9

Fonti normative 10

Quadra tecnica 2/2005 - pag 3

UX50La sicurezza nelle vetrazioni

Criteri di scelta per finestre, porte, portefinestre e facciate continue

A cura dell’Ufficio Tecnico UNCSAAL

Ing. Lara Bianchi - Arch. Marco Lissoni - Ing. Paolo Rigone

si ringrazia per il fattivo contributo tecnico il Sig. Dario Schiff - Serex Multivitrum

1. Introduzione

“4) Sicurezza di utilizzazione

Per soddisfare questa esigenza l’opera deve essere

concepita e costruita in modo tale che la sua utilizzazione

o i l suo funzionamento non presentino dei r ischi

inaccettabili di incidenti come scivolamenti, cadute, colpi,

bruciature, scariche elettriche, ferimenti a seguito di

esplosioni ed altri prevedibili danneggiamenti alle persone

che la occupano o che si trovano nelle sue prossimità” -

Decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993,

n°246 (G.U. 22-7-1993, n°170 Regolamento di

attuazione della direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti

da costruzione.

“Le opere (compresi gli impianti e le attrezzature)

presentano rischi di incidenti che sono praticamente ed

economicamente impossibi l i da el iminare

completamente.

L’accettabilità di un rischio viene valutata considerando la

gravità dell’incidente, la probabilità del suo verificarsi e la

possibilità di ricorrere a misure preventive tecnicamente

ed economicamente ragionevoli. Questa valutazione deve

riferirsi ad un uso “normale” o “normalmente prevedibile

dell’opera”. L’uso “normalmente prevedibile” comprende

l’uso da parte di persone anziane e invalide e di bambini,

ma non la consapevole e deliberata assunzione di rischi

da parte dell’utente. Esso sottintende un comportamento

ragionevole e responsabile da parte degli utenti o, nel

caso di bambini, degli adulti responsabili della loro

protezione.” - Comunicazione della Commissione

94/C62/01 concernente i documenti interpretativi della

direttiva 89/106.

QUADRA - Rivista periodica di informazione tecnico/scientifica e culturale dell'Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe - Direzione, redazionee amministrazione: UNCSAAL - Via Chieti 8 - 20154 Milano Tel. 023192061 Fax 0234537610 - Direttore editoriale: Daniela Chiara Direttore responsabile:Roberto Sacchi - Stampa: GRAFICA SETTE - Bagnolo Mella BS Reg. Trib. Milano n. 163 del 3/4/1993 - Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 Comma20/B Legge 662/96 - Filiale di Milano - Tiratura: 10.000 copie - Copyright: nessuna parte del contenuto redazionale di questo giornale può essere pubblicatasenza autorizzazione scritta dell'editore.

Page 3: Uni 7697

Garantire la sicurezza degli occupanti all’interno degli

edifici è più che mai importante: di fatto la mancanza di

condizioni di sicurezza può inficiare la funzione primaria

per cui l’edificio è stato concepito.

Gli Inglesi distinguono tra due tipi di sicurezza: safety e

security. I l primo termine si riferisce all’insieme di

precauzioni atte a prevenire rischi ed eventualità di danni

a persone e/o cose provocate per cause accidentali o

naturali. Il secondo invece comprende le misure di

cautela contro atti premeditati ed intenzionali ad opera

umana.

I rischi contemplati dal requisito di safety possono poi

riassumersi in tre grandi famiglie. La prima comprende il

rischio di lesioni a persone determinate da cadute,

inciampate, scivolate delle stesse e conseguenti urti o

contatti contro parti dell’opera edilizia. In questo caso il

rischio di lesioni può essere sia diretto, cioè dovuto a urti

contro parti mobili o fisse dell’edificio, sia indiretto, cioè a

seguito di caduta di oggetti facenti parte l’edificio o di

movimentazione incontrollata di componenti mobili. A

questa prima categoria vanno poi aggiunti i rischi di

lesioni fisiche risultanti dal contatto con parti mobili

del l ’opera e dal la loro manipolazione (r ischi di

schiacciamento, contusione, taglio).

La seconda famiglia include invece i rischi di scottature,

ustioni, folgorazioni, esplosioni e lesioni generalmente

connessi con la presenza di speciali apparecchiature o

impianti nei fabbricati (impianti e sistemi elettrici, termici,

idrici, ecc.). In questa categoria di rischi si inseriscono

anche quelli relativi ad incidenti dovuti alla circolazione di

veicoli.

Nel requisito di resistenza al semplice infortunio e alle

false manovre possono essere inclusi tutt i quei

provvedimenti progettuali atti a minimizzare i rischi legati

all'utilizzo dei serramenti e compresi nella categoria

safety; dalla considerazione delle rimanenti tipologie di

rischio deriva invece la scelta progettuale di serramenti a

prestazioni speciali come quelli resistenti ai proiettili, alle

effrazioni, alle esplosioni, alle folgorazioni e al fuoco.

Porte e finestre sono fra gli elementi di un'opera edilizia

normalmente più soggetti a contatto e a manipolazione

da parte degli utenti; elevata risulta pertanto la probabilità

di urti contro i serramenti tali da provocare la rottura delle

vetrazioni e conseguenze di entità variabile: si va dalla

semplice necessità di sostituzione della lastra frantumata,

alle ferite a persone e/o a danni ai beni fino al più grave

rischio di caduta nel vuoto di persone, di oggetti e/o di

spezzoni di vetro.

2. Il quadro normativo di riferimento

Secondo il Decreto Legislativo 626 del 19 settembre 1994

in ambito di sicurezza nei luoghi di lavoro, l’eventualità più

comune che la rottura della lastra comporti come danno la

sola sostituzione della stessa può essere considerata dove

non sussistono rischi particolari ovvero nelle applicazioni

dei serramenti ad una quota superiore ai 100 cm dal piano

di calpestio. In questa situazione non è pertanto

necessario adottare materiali di sicurezza ma risulta

sufficiente che i l tamponamento sia correttamente

dimensionato per supportare i carichi previsti.

Il Decreto Legislativo n°242 del 19 marzo 1996, a seguito

della richiesta di un chiarimento effettuata dall'UNCSAAL,

su incarico dell'UNI, ha previsto che l’altezza di 100 cm dal

piano di calpestio per cui è obbligatorio adottare materiali

di sicurezza sia elevata quando ritenuto necessario in

relazione alle attività che vengono svolte nell'edificio e al

r ischio che gl i utenti r imangano ferit i nel caso di

frantumazione delle vetrazioni.

Sul medesimo argomento hanno elaborato specifiche

norme anche le Regioni italiane e ulteriori specificazioni

possono essere contenute nei Regolamenti edilizi e di

Igiene dei singoli Comuni. Qualora dal confronto delle

normative emergessero delle indicazioni contrastanti è

opportuno seguire la disposizione più restrittiva.

La normativa nazionale in ambito di sicurezza non entra

nel merito della tipologia di vetrazione di sicurezza da

adottare nel caso che siano previsti tamponamenti vetrati

ad un'altezza inferiore ai 100 cm dal piano di calpestio.

Esiste tuttavia la norma tecnica UNI 7697 che guida alla

scelta della tipologia di vetrazione più idonea da

adottare nelle varie applicazioni in funzione dei

potenziali rischi conseguenti alla rottura delle lastre a

seguito di possibili azioni e/o sollecitazioni agenti sulle

vetrazioni che risulta ragionevole tenere in considerazione.

Questa norma illustra lo stato dell'arte in Italia in materia di

sicurezza nel le appl icazioni vetrarie per tutte le

applicazioni.

La prima versione del la norma UNI 7697 r isale al

settembre 1977 (Vetri piani - Vetrazioni in edilizia - Criteri di

sicurezza) e la versione attualmente valida è del giugno

2002 (Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie).

Tuttavia, in data 20-07-05, il gruppo di lavoro Vetro Piano

dell'UNI, di cui fa parte anche UNCSAAL, ha revisionato la

versione del 2002, aggiornando i riferimenti normativi citati

e introducendo alcune modifiche nei criteri applicativi delle

vetrazioni di sicurezza. La nuova versione della norma UNI

7697 sarà disponibile presso UNI nei prossimi mesi.

La norma UNI 7697, seppur nata in ambito volontario, è

resa cogente dal decreto legislativo del 21 maggio 2004

n°172, Attuazione della direttiva n°2001/95/CE, che

stabilisce che, in assenza di specifiche disposizioni

comunitarie, di specifiche regolamentazioni nazionali e del

recepimento nazionale di specifiche norme europee non

cogenti, "la sicurezza del prodotto è valutata in base alle

norme nazionali non cogenti che recepiscono norme

europee, alle norme in vigore nello stato membro in cui il

prodotto è commercializzato, alle raccomandazioni della

Commissione Europea relativi ad orientamenti sulla

valutazione della sicurezza dei prodotti, ai codici di buona

condotta in materia di sicurezza vigenti nel settore

interessato, agli ultimi ritrovati della tecnica, al livello di

sicurezza che i consumatori possono ragionevolmente

attendersi."

Sono escluse dall'ambito di applicazione della norma UNI

7697 i vetri per le applicazioni, coperte da norme

specifiche, su mezzi di trasporto terrestri e navali. Per i

vetri curvi la norma è applicabile solo nel caso in cui il vetro

curvo sia definito da una norma specifica.

In generale la natura delle norme UNI è volontaria, trattasi

cioè di raccomandazioni; tuttavia in caso di contenzioso

vengono prese come riferimento ed é inoltre obbligatorio

rispettarle quando si trovano citate nella normativa

nazionale vigente, nei capitolati di progetto, nelle richieste

di fornitura, nei contratti o in qualsiasi altro documento

accettato dalle parti.

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 4

Page 4: Uni 7697

Nonostante il carattere vincolante della norma UNI 7697, è

tuttavia possibile adottare criteri diversi da quelli indicati

dal la norma medesima, purché non conducano a

condizioni di sicurezza meno favorevoli.

3. I prodotti vetrari di sicurezza

In funzione delle applicazioni, le vetrate possono essere

classificate in funzione della posizione, del montaggio e

dell’accessibilità delle stesse da parte dell’utenza:

Esterne: quando risultano posizionate all’esterno oppure

quando poste a separazione di un ambiente esterno da

uno interno;

Interne: quando risultano posizionate all’interno o oppure

quando poste a separazione di due ambienti interni.

Verticali: se l’angolo di montaggio sull’orizzontale è

maggiore o uguale a 60 gradi;

Orizzontali: se l’angolo di montaggio sull’orizzontale è

minore di 60 gradi.

Accessibili: quando le persone possono venirne a

contatto nelle condizioni d’uso previsto;

Non accessibili: quando le persone non possono venirne

a contatto nelle condizioni d’uso previsto;

Protette: quando si sono adottati accorgimenti che

eliminano il rischio connesso alla eventuale rottura delle

lastre;

Non protette : quando non si sono adottat i gl i

accorgimenti che eliminano il rischio connesso alla

eventuale rottura delle lastre.

Dal punto di vista delle tecnologie vetrarie disponibili sul

mercato sono da considerare vetrazioni di sicurezza le

seguenti tipologie di vetrazioni:

Vetri temprati termicamente: sono vetri sottoposti ad

un trattamento termico che rende, in caso di rottura, i

frammenti di piccole dimensioni e con i bordi non taglienti,

in modo tale da risultare inoffensivi alle persone.

Le caratteristiche dei vetri temprati termicamente sono

definite dalla norma tecnica europea UNI EN 12150 Vetro

per edilizia – Vetro di silicato sodo-calcico di sicurezza

temprato termicamente.

NOTA: I vetri temprati possono essere efficacemente

impiegati per garantire la protezione dalle ferite ma

non la protezione dalla caduta nel vuoto.

Vetri temprati termicamente tipo HST (Heat Soaked

Thermally Toughened safety glass): trattasi di vetri temprati

termicamente sottoposti al cosiddetto Heat Soak Test

(HST) che consente di selezionare le lastre temprate,

eliminando il 99% di quelle con gravi inclusioni di solfuro di

nickel che in opera potrebbero rompersi (statisticamente

corrispondono al 3% del totale delle lastre temprate).

L’uso di lastre sottoposte ad Heat Soak Test permette di

eliminare, nella quasi totalità, il problema della rottura delle

lastre temprate in opera il cui fenomeno ha pesanti

r ipercussioni legate sia ad aspetti di salvaguardia

dell’incolumità degli utenti dell’edificio sia di carattere

economico.

Le caratteristiche dei vetri temprati termicamente tipo HST

sono definite dalla norma tecnica europea EN 14179

Glass in building - Heat soaked thermally toughened soda

lime silicate safety glass.

Vetri stratificati: sono il risultato dell’accoppiamento di due

o più lastre di vetro tramite l’interposizione di resina o di uno

o più strati di materiale plastico trasparente, come per

esempio il PVB (PoliVinilButirrale). Il processo produttivo delle

vetrazioni stratificate prevede che lastre vetrate e fogli plastici

vengano opportunamente sovrapposti e introdotti in

autoclave dove, per effetto della duplice azione di calore e

pressione, si compie il processo di laminazione che rende

compatto il prodotto. In caso di urto contro vetrazioni

stratificate le schegge non si disperdono e inoltre, in funzione

della resistenza all’urto, i corpi impattanti possono essere

contenuti e non attraversare la lastra. Accoppiando lastre di

vetro temprato e/o indurito si possono ottenere vetri

stratificati dalle prestazioni migliorate. E’ consigliabile non

impiegare i vetri stratificati nella realizzazione di elementi

destinati ad esterni in cui i bordi delle lastre non risultano

protetti poiché il film plastico interposto tra le lastre può

subire degradazioni a causa dei raggi ultravioletti.

Le caratteristiche dei vetri stratificati sono definiti dalla

seguente serie di norme tecniche europee:

UNI EN ISO 12543-1 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 1: Definizioni e

descrizioni delle parti componenti

UNI EN ISO 12543-2 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 2: Vetro stratificato di

sicurezza

UNI EN ISO 12543-3 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 3: Vetro stratificato

UNI EN ISO 12543-4 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 4: Metodi di prova

della durabilità

UNI EN ISO 12543-5 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 5: Dimensioni e

finitura dei bordi

UNI EN ISO 12543-6 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e

vetro stratificato di sicurezza - Parte 6: Aspetto

NOTA: Con i vetri stratificati si può ottenere la

protezione sia dalle ferite sia dalla caduta nel vuoto.

Vetri armati: sono vetri colati e laminati le cui facce non

hanno subito lavorazioni successive e contengono al loro

interno fili metallici semplici, correnti nel senso della colata

o riuniti in una rete metallica in genere a maglia quadra

saldata di circa 12,5 mm. Tale armatura trattiene i

frammenti vetrari nel caso di rottura della lastra.

Le caratteristiche dei vetri stratificati sono definiti dalla

seguente serie di norme tecniche europee:

UNI EN 572/3 Vetro per edilizia – Prodotti a base di vetro

di silicato sodo-calcico – Parte 3: Vetro lustro armato.

UNI EN 572/6 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro

di silicato sodo-calcico - Parte 6: Vetro stampato armato

UNI EN 572/7 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato

sodo-calcico - Parte 7: Vetro profilato armato e non armato

NOTA: Con i vetri armati si può ottenere la protezione

dalle ferite ma non la protezione dalla caduta nel vuoto.

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 5

Page 5: Uni 7697

I vetri ricotti, induriti termicamente o temprati

chimicamente NON possono invece essere considerati

vetri di sicurezza e pertanto non si rivelano adatti alle

applicazioni che presentano un potenziale pericolo indicate

dalla norma UNI 7697. Tuttavia queste tipologie di vetri

possono essere util izzate come base per i prodotti

stratificati idonei per le applicazioni che prevedono invece

l’adozione di vetrazioni di sicurezza.

Ai fini della sicurezza quello che conta è che i vetri applicati

abbiano resistenza all’urto certificata ai sensi della norma

UNI EN 12600 Vetro per edilizia - Prova del pendolo -

Metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro

piano.

La classificazione della prestazione di resistenza all’urto

delle vetrazioni viene identificata da una sigla alfanumerica

α(β)φ dove:

α rappresenta l’altezza di caduta più elevata

dell’impattatore sotto cui il prodotto non si rompe

tenendo conto che:

Classe 1: cert i f ica vetrazioni che hanno

sopportato l’urto dell’impattatore fino all’altezza di

caduta di 1200 mm. Vetri di questa classe

assicurano la protezione contro la caduta nel

vuoto.

Classe 2: corrisponde all’esecuzione della prova

con altezze di caduta fino a 450 mm. Vetri di

questa classe assicurano la protezione contro

le ferite a persone/animali e/o danni a cose

ma non contro la caduta nel vuoto.

Classe 3: connota materiali testati con un’altezza

di caduta dell’impattatore fino a 190 mm. Vetri di

questa classe sono adatti ad applicazioni in cui

persone/animali possono entrare in contatto con

eventuali spezzoni di vetro in maniera indiretta (es.

caduta di spezzoni dall’alto).

β rappresenta la modalità di rottura della lastra

vetrata tenendo conto che:

Modalità A: rappresenta la frantumazione che

produce frammenti dai bordi taglienti e dalle

dimensioni non trascurabili. E’ la tipica modalità di

rottura del vetro float;

Modalità B : esprime i l comportamento

caratteristico delle vetrazioni stratificate che a

seguito dell’impatto con lo strumento di prova

presentano numerose crepe senza tuttavia

distacco di frammenti;

Modalità C: contempla le vetrazioni, come quelle

temprate, che si disintegrano formando un

numero elevato di piccoli frammenti non taglienti.

φ rappresenta l’altezza di caduta più elevata

dell’impattatore sotto cui il prodotto non si rompe

oppure si rompe con la seguente modalità:

“Appaiono numerose fratture ma non si verificano

tagl i o aperture nel la lastra vetrata che

consentano ad una sfera di 76 mm di diametro di

passare quando è applicata una forza massima di

25 N. Inoltre, se dei frammenti si staccano dal

campione f ino a 3 minuti dopo l’urto essi

dovranno pesare non più dell’equivalente di

10.000 mm2 del campione originario. Inoltre il

frammento più grande dovrà pesare meno

dell’equivalente a 4.400 mm2 del campione

originario”.

4. Criteri di scelta delle vetrazioni di sicurezza per le

diverse applicazioni

Al fine di scegliere la vetrazione più idonea per lo specifico

impiego bisogna analizzare l’applicazione (dimensioni,

tipologia di manufatto a cui sono destinate, tipo di

montaggio), i danni o rischi e le azioni/sollecitazioni a

cui sono sottoposte le vetrazioni stesse in virtù

dell’applicazione medesima, della tipologia di edificio e

delle attività ivi previste.

In prima battuta quindi si dovrà individuare se

l’applicazione presenta o meno un potenziale pericolo.

Sono da ritenere applicazioni che non presentano un

potenziale pericolo quelle per cui si può considerare che

alla rottura della lastra si associ come danno la mera

sostituzione del vetro. E’, per esempio, il caso di lastre in

vetrate, porte, finestre, porte-finestre interamente intelaiate

o fissate con continuità su tutto il perimetro, e aperture in

facciate continue, strutturali e a fissaggio puntuale, sempre

purché interamente intelaiate in serramenti di ogni tipo e di

qualsiasi materiale o fissate con continuità su tutto il

perimetro, a condizione che, quando vengono

normalmente aperti, non sporgano all’esterno dell’edificio

e purché il lato inferiore sia ad oltre 100 cm di altezza dal

piano di calpestio. In questi casi non è necessario

prevedere vetrazioni di sicurezza.

Le applicazioni che invece esulano dalla descrizione

di cui sopra sono da considerare applicazioni che

presentano un potenziale pericolo e pertanto è

necessario impiegare vetrazioni di sicurezza.

Ai fini della sicurezza, si considerano i seguenti danni o

rischi legati all’eventuale rottura delle lastre:

• danni a persone/animali o cose: quando la rottura

del vetro possa causare ferite a persone, animali o danni

a cose;

• caduta nel vuoto: quando, per la rottura del vetro, si

possa cadere nel vuoto da una altezza uguale o

maggiore ad 1 m;

• danni sociali: quando la rottura della lastra possa

causare danni alla collettività, come: danni ad opere

d’arte, accesso ad esplosivi od oggetti pericolosi,

evasione da carceri, ecc.

Tra le azioni/sollecitazioni che possono agire sulle

vetrazioni in applicazioni serramentistiche troviamo invece:

• carichi dinamici (da vento, folla, traffico pedonale, onde

di pressione e depressione, ecc.);

• carichi statici (peso proprio, carichi imposti, neve,

pressione idrostatica in acquari e piscine, ecc.);

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 6

Page 6: Uni 7697

• urti da grandine;

• vibrazioni;

• torsioni da azionamento di parti apribili;

• fatica;

• sollecitazioni sismiche conseguenza di fenomeni tellurici;

• urti dovuti all’impatto di una persona;

• urti di pietre, colpi di mazza e/o d’ascia, dovuti ad atti

vandalici o tentativi di effrazione;

• urti di proiettile;

• incendi;

• esplosioni.

Una volta identificati l’applicazione, i danni o rischi connessi

all’eventuale rottura delle lastre vetrate e le azioni/sollecitazioni

a cui sono soggette le lastre vetrate durante il regolare

impiego, la norma UNI 7697 guida alla scelta della tipologia di

vetrazione (temperata/stratificata/armata) più idonea. Per

specifiche applicazioni la norma UNI 7697 prescrive anche

una classe minima di resistenza all’urto delle vetrazioni ai

sensi della norma UNI 12600. Le indicazioni sulla classe

minima sono applicabili ai soli vetri piani.

Nell’ambito del semplice infortunio il Prospetto 1 riporta un

elenco non esaustivo delle principali applicazioni estrapolato

dalla revisione della norma UNI 7697 del 21/12/2005. Per

indicazioni su altre applicazioni si rimanda al testo normativo

completo.

Si evince, per esempio, che per un parapetto vetrato

(altezza inferiore a 100 cm dal piano di calpestio) sarà

necessario utilizzare unicamente un vetro stratificato di

sicurezza di classe minima di resistenza all’urto 1(B)1

(secondo UNI EN 12600) se sussiste rischio di caduta nel

vuoto mentre se vi è solo il rischio di ferite a persone/animali

e/o danni a cose possono essere indifferentemente previste

vetrazioni di sicurezza temprate oppure stratificate.

L’adozione dei tipi di lastra da impiegare prescritti nella

norma UNI 7697 è vincolante, a meno che il rischio di

danno connesso a quella particolare applicazione sia stato

eliminato con provvedimenti o protezioni adeguati.

La norma UNI 7697 si limita a guidare alla scelta della

tipologia di vetrazione, per quanto concerne i l

dimensionamento dello spessore atto a sopportare i carichi

gravanti bisognerà ricorrere ad apposito calcolo tenendo

conto delle dimensioni della superficie vetrata e del metodo

di ancoraggio.

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 7

Fig. 2 - Il vetro non di sicurezza si frantuma dando origine

in frammenti grandi con bordi taglienti: schematizzazione

di rotture a seguito di azioni diverse.

Fig. 1 - Per una corretta progettazione delle vetrazioni

bisogna tenere in considerazione le azioni e le sollecitazioni

legate all'applicazione e all'utilizzo [fonte: Serex Multivitrum]

Fig. 3 - I vetri temprati di sicurezza si frantumano in

frammenti piccoli e non taglienti [fonte: Serex Multivitrum].

Page 7: Uni 7697

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 8

1. Serramenti esterni vetrati in genere (finestre, porte, portefinestre interamente intelaiate) e vetrazioni in facciate continue, strutturali):

Danni a persone/• con il lato inferiore a Urto dovuto all’impatto di animali e/o cosemeno di 100 cm dal una persona o di oggettipiano di calpestio Caduta nel vuoto 1(B)1 secondo

UNI EN 12600• sporgenti quando aperti Urto dovuto all’impatto di Danni a persone/verso l’esterno * una persona o di oggetti, animali e/o cose

carichi dinamici, false per caduta nel vuoto manovre sulle parti apribili di spezzoni di vetro

• in ambienti aperti al Urto dovuto all’impatto di Specifici dellapubblico e/o adibiti ad una persona o di oggetti particolare vetrazione,attività sportive e/o esclusa la cadutaricreative, anche oltre i nel vuoto 100 cm dal piano di calpestio Caduta nel vuoto 1(B)1 secondo

UNI EN 12600• in asili, scuole di ogni Urto dovuto all’impatto di Danni a persone/ 1(B)1-1(C)1 secondoordine e grado, ospedali, una persona o di oggetti, animali e/o cose UNI EN 12600ambienti condominiali di carichi dinamiciedifici residenziali, anche oltre i 100 cm dal piano di calpestio2. Vetrine interne ed esterne:• con la base a meno di Urto dovuto all’impatto di Specifici della 1(B)1-1(C)1 secondo100 cm dal piano di una persona o di oggetti particolare vetrazione, UNI EN 12600calpestio esclusa la caduta

nel vuoto• con la base a meno di Urto dovuto all’impatto di Caduta nel vuoto 1(B)1 secondo100 cm dal piano di una persona o di oggetti UNI EN 12600calpestio3. Applicazioni di superficie Urto dovuto all’impatto di Danni a persone 1(B)1-1(C)1 secondosuperiore a 6 mq in luoghi una persona o di oggetti /animali e/o cose UNI EN 12600aperti al pubblico 4. Lastre di vetro di Urto dovuto all’impatto di Caduta nel vuoto 1(B)1 secondobalaustre, parapetti, una persona o di oggetti UNI EN 12600partizioni interne, paratie, divisori, ecc.5. Partizioni interne in vetro, Urto dovuto all’impatto di Danni a persone/ 2(B)2-1(C)2 secondoparatie, divisori, ecc. una persona o di oggetti animali e/o cose UNI EN 12600 6. Lastre di vetro di lucernari, Urto di grandine, carichi statici, Danni a persone/tettoie, plafoniere, controsoffitti fatica animali e/o cose 7. Pareti di ripari vetrari Urto dovuto all’impatto di Danni a persone/ 1(B)1-1(C)1 secondoper fermate di autobus, una persona o di oggetti /animali e/o cose UNI EN 12600metropolitane, ecc. 8. Porte di vetro senza Carichi dinamici, torsioni Danni a persone/ 2(B)2-1(C)2 secondotelaio o parzialmente da azionamenti di parti animali e/o cose UNI EN 12600intelaiate apribili, urto dovuto all’impatto

di una persona o di oggetti 9. Vetri interni per asili, Urto dovuto all’impatto di Danni a persone/ 1(B)2 secondoscuole di ogni ordine e una persona o di oggetti animali e/o cose UNI EN 12600grado, ospedali, centri ricreativi, palestre, palazzi dello sport, cinema, supermercati, compresi i vetri di serramenti interni 10. Applicazioni in vetrate a Tutte Specifici della ***fissaggio puntuale particolare vetrazione

Applicazioni vetrarie Azioni e/o sollecitazioni Danni e/o rischi Lastre da impiegare(indicativa e non limitativa) considerate considerati Temprata Stratificata Armata Classe prestazionale

minima

Prospetto 1 - Lastre da impiegare in funzione del potenziale di rischio e dell’applicazione estrapolato da: Revisione UNI 7697 bozza definitiva del 21/12/2005

Note: Quando in corrispondenza di una applicazione sono indicate più tipologie di vetrazioni di sicurezza, tale indicazione si deve considerare

un’alternativa ovvero può essere impiegata indifferentemente una delle tipologie di vetrazioni di sicurezza segnalate

* Nel caso di impiego di vetrate isolanti in serramenti a sporgere verso l’esterno entrambi i vetri componenti devono essere di sicurezza

*** Data la complessità delle problematiche connesse a queste applicazioni non vengono fornite indicazioni circa il livello prestazionale minimo

richiesto; tuttavia nel caso di utilizzo di vetri stratificati questi devono essere realizzati esclusivamente con lastre trattate termicamente; in ogni

caso in fase progettuale si raccomanda di considerare tolleranze più restrittive rispetto a quelle richieste dalle norme specifiche applicabili.

Analoga attenzione deve essere prestata nella scelta e nel dimensionamento dei singoli componenti.

Page 8: Uni 7697

5. Posa in opera delle lastre vetrate di sicurezza

Nel caso di impiego di vetrate isolanti è opportuno che

entrambi i vetri componenti siano di sicurezza a meno che

non sussistano condizioni tali da escludere totalmente

l'impatto delle persone durante l’impiego da un lato

(interno o esterno). Tuttavia anche nel caso di urto

prevedibile da un solo lato, l'eventuale scelta di prevedere

una vetrata isolante con un solo vetro di sicurezza deve

essere soggetta a considerazioni sulle conseguenze della

rottura di entrambi i vetri componenti.

6. Messa in sicurezza di vetrazioni esistenti

Sull’esistente spesso si riscontrano situazioni in cui i vetri

installati non assolvono i requisisti di sicurezza richiesti. La

sostituzione delle vetrazioni monolitiche esistenti con

prodotti stratificati non sempre è possibile e conveniente a

causa del peso e dello spessore che possono determinare

la necessità di costosi interventi sugli infissi, se non la loro

sostituzione. E’ possibile intervenire applicando pellicole in

materiale plastico di spessore variabile dai 50 ai 150

micron circa, che possono far sì che il vetro assolva ai

requisiti richiesti e si comporti, in caso di rottura, come un

vetro stratificato (trattenimento delle schegge ed eventuale

contenimento in caso di pericolo di caduta nel vuoto). La

classe di prestazione massima raggiungibile (secondo la

EN 12600), può essere tuttavia inferiore.

E’ interessante notare che attraverso l’utilizzo di tali pellicole è

possibile anche intervenire sulle prestazioni e caratteristiche

ottico-luminose delle lastre esistenti, pertanto con un solo

intervento si possono integrare i requisisti di sicurezza e

migliorare il comfort ambientale (sia ottico che termico). Il

numero delle aziende produttrici è consistente ed i diversi

produttori, possiedono una gamma estremamente vasta di

pellicole sia per tonalità e gradazioni di colore sia per le

caratteristiche ottiche sia per la tecnologia di realizzazione. Vi

sono per esempio pellicole in poliestere con interposta

atomizzazione metallica, che permettono di respingere fino

all’80% dell’energia solare, oppure pellicole riflettenti colorate

o con polverizzazione ionica, che possono risolvere problemi

di stress e disagio degli occupanti l’edificio, soprattutto nelle

vicinanze di finestre e pareti vetrate.

Nell’applicazione è però necessario prestare la massima

attenzione nell’utilizzo di pellicole molto assorbenti (colori

scuri) in quanto sì può incorrere in rotture per shock termico

della lastra.

Inoltre bisogna tener conto che lastre a cui è stata applicata

una pellicola possono avere diversa resistenza agli shock

termici rispetto a normali lastre di sicurezza stratificate o

temprate. Questo aspetto si rivela particolarmente importante

in presenza di sistemi di oscuramento (frangisole, veneziane,

ecc.) che possono dare origine ad ombre differenziate sulle

superfici vetrate con conseguenti consistenti differenziali

termici.

7. Conclusioni

Applicare vetrazioni di sicurezza rappresenta una

condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la

sicurezza al semplice infortunio.

Non ha senso, quindi, prevedere vetrazioni resistenti

al l ’urto se i serramenti nel loro complesso

(telaio+vetrazione) non lo sono.

La resistenza all’urto dei parapetti di facciata continua può

essere quindi testata seguendo ancora la metodologia di

prova descritta dalla norma UNI EN 12600. I risultati della

prova devono però essere classificati secondo i criteri

indicati dalla norma UNI EN 14019 Facciate continue -

Resistenza all’urto - Requisiti prestazionali.

Esiste poi anche la norma UNI EN 13049 Finestre - Urto

da corpo molle - Metodo di prova, requisiti di sicurezza e

classificazione, che prevede le medesime altezze di caduta

del l ’ impattore del la UNI EN 14019 e che r imanda

all’apparecchiatura di prova descritta dalla norma UNI EN

12600, ma che definisce classi di prestazione valide per le

finestre, portefinestre e porte vetrate.

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 9

Fig. 4 - Schematizzazione dell'impattatore utilizzato nei

laboratori per certificare la resistenza all'urto delle

vetrazioni secondo la metodologia di prova descritta dalla

norma UNI EN 12600 [fonte: Serex Multivitrum].

Fig. 5 - Contro la caduta nel vuoto solo vetri stratificati di

sicurezza di classe minima 1(B)1 certificata in conformità

alla norma UNI EN 12600 [fonte: Serex Multivitrum].

altezzadi caduta

Page 9: Uni 7697

Fonti normative

UNI 7697 Vetri piani - Vetrazioni in edilizia - Criteri di

sicurezza

UNI EN 12600 Vetro per edilizia - Prova del pendolo -

Metodo della prova di impatto e classificazione per il

vetro piano

UNI EN 13049 Finestre - Urto da corpo molle -

Metodo di prova, requisiti di sicurezza e classificazione

UNI EN 14019 Facciate continue - Resistenza all’urto -

Requisiti prestazionali

D.M. 14 giugno 1989, n°236 Prescrizioni tecniche

necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la

visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale

pubblica sovvenzionata e agevolata, ai f ini del

superamento delle barriere architettoniche

Decreto Presidente della Repubblica 24 luglio

1996 n°503 Regolamento recante norme per

l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici,

spazi e servizi pubblici

Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n°626

Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,

89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,

90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento

della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di

lavoro.

Decreto Legislativo 19 marzo 1996 n°242 Modifiche

ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994

n°626, recante attuazione di direttive comunitarie

riguardanti il miglioramento della sicurezza e della

salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei

Trasporti 14 settembre 2005 Testo unitario delle

Norme Tecniche delle Costruzioni.

UX50 - La sicurezza nelle vetrazioni

Quadra tecnica 2/2005 - pag 10

Fig. 6 - Nelle aperture a sporgere verso l'esterno devono

essere previste vetrazioni di sicurezza [fonte: Serex

Multivitrum].

Fig. 7 - Nelle pareti interne vetrate devono essere previste

vetrazioni di sicurezza stratificate oppure temprate [fonte:

Serex Multivitrum].