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1° anno di vita: festeggiamolo con un concorso! a cura della Redazione
Associazione “C’è uno spazio per noi”
Giugno 2016 Anno 01 - Numero 02
...un’idea nata per voi! Sede in 00153 Roma Via di Monte Fiore, 7 - Tel. 3381656113 C.F. 97849130584
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WEB: digilander.libero.it/ceunospaziopernoi - FB: Cè-uno-spazio-per-noi
L’invito della follia di anonimo (raccolto da Massimo Callery)
Si, abbiamo compiuto un anno di vita ed abbiamo deciso di festeggiarlo alla
grande! Abbiamo cominciato con la festa campestre e gli scambi a Villa Pam-
phili (vedi notizia relativa) ma vogliamo continuare dando la possibilità, a
chiunque ne abbia voglia e si senta di farlo, di “uscire allo scoperto” facendo
conoscere a tutti la sua vena poetica, magari finora conosciuta solamente
dalla limitata alla stretta cerchia familiare!
Intendiamoci: non siamo il premio Strega o Bancarella! Le nostre possibilità
almeno per ora, sono limitate… però possiamo garantire a tutti che qualsiasi
opera sarà gradita e benvenuta, che la giuria sarà composta, per quanto
possibile, da persone qualificate al ruolo e che sul prossimo numero di que-
sto notiziario pubblicheremo i primi tre lavori che si classificheranno! Il pre-
mio? Un bel diploma, la pubblicazione sul notiziario, un brindisi durante una
festicciola ad hoc! Cosa di più soddisfacente della “gloria”? Eccovi il regola-
mento e… partecipate!
REGOLAMENTO
1. la partecipazione al concorso è libera a tutti, senza distinzione di età,
sesso o razza
2. sono ammesse unicamente realizzazioni proprie e inedite
3. i lavori devono pervenire entro il 31/08/2016 all'Associazione me-
diante e-mail a: [email protected] o via posta all'indirizzo:
Via di Monte Fiore 7 00153 Roma
4. la giuria, composta da esperti scelti dall'Associazione, si riunirà nel
mese di settembre scegliendo i primi tre classificati ed eventuali ope-
re meritevoli di menzione
5. sul notiziario del mese di ottobre 2016 verranno pubblicate le opere
dei primi tre classificati che saranno premiati con un attestato nel corso di un incontro che sarà organizzato ad hoc
6. costo di iscrizione e partecipazione: 5 Euro
la locandina del concorso
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?".
"Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quan-
do avrò finito di contare, vi cercherò e il primo trovato sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti meno la Paura e la Pi-
grizia. "1,2,3…” la Follia cominciò a contare. La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sem-
pre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non tro-
vava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia conti-
nuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novan-
tanove. "CENTO! - gridò la Follia - Comincerò a cercare!” La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto
impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dub-
bio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E cosi di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza,
la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?". Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a
cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia
vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che
gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per ave-
re il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore, così, accettò le sue scuse.
Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre!
Associazione “C’è uno spazio per noi”
L’affollata solitudine del secolo XXI di Massimo Callery
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La tragedia dal racconto “Il sogno e la vita” di Luigi Di Rocco (1° parte)
Quel lunedì sembrava a Luciano Di Renzo un giorno come tutti gli altri, anche se il gelato della sera prima era ancora ben
fresco nella mente e nella bocca del bambino, che aveva appena compiuto sei anni. Era una data attesa con gioiosa trepi-
dazione mista a timore, perché costituiva la soglia di passaggio dall’asilo alla scuola, l’ingresso nella combriccola dei più
grandicelli e soprattutto la possibilità di indossare, il sabato, la tanto invidiata uniforme. Però non era un giorno come tutti
gli altri…
La casa si trovava al piano seminterrato di un palazzone popolare romano nei pressi della Basilica di S. Giovanni e
dalla finestra della cucina, che come tutto il resto della casa si trovava al piano seminterrato, si vedeva gran parte del cor-
tile; di solito Luciano si rendeva conto dei vari momenti della giornata osservando le scarpe calzate da coloro che passava-
no sul piccolo marciapiedi: gli uomini che uscivano presto (qualcuno in bicicletta) per andare al lavoro, i ragazzi che si re-
cavano a scuola, le donne che si avviavano al mercato e che al ritorno si fermavano, a gruppetti, per scambiare quattro
parole; festosi e chiassosi erano i rientri degli scolari, mentre gli uomini - alcuni dei quali si erano prima fermati all’osteria -
tornavano a gruppetti con passo lento e stanco.
Ma quel giorno non fu così.
Dalle finestre s’intrecciavano richiami concitati, da cui trasparivano insieme euforia e preoccupazione; capannelli di
persone si formavano e scioglievano in continuazione e nella tarda mattinata cominciò a spargersi la voce che nel pome-
riggio ci sarebbe stata l’adunata a Piazza Venezia. Dopo pranzo uscirono quasi tutti, Luciano rimase solo in casa, accese
la radio per ascoltare le canzonette che tanto gli piacevano ed improvvisamente si rese conto che l’atmosfera intorno a sé
era cambiata: il palazzo era immerso in un silenzio quasi irreale e l’altoparlante diffondeva un commento inframmezzato
da inni, marce e canti popolari; si levarono poi altissime acclamazioni provenienti senza dubbio da una folla immensa, che
ammutolì di colpo per ascoltare le parole tanto attese e nello stesso tempo temute:
“…Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria…”.
Sandaletti blu impolverati, calzini bianchi, vestitino a quadri bianchi e rossi, occhi azzurri e treccine bionde, Mirella Colic-
chia, coetanea di Luciano, chiamava insistentemente il suo amichetto: «Luciano! Luciano! Ci sei? Affacciati!». Luciano cor-
se alla finestra: «ciao, che c’è?» disse, un po’ emozionato come gli succedeva da qualche tempo quando la vedeva. «Vieni
fuori» lo esortò lei «andiamo a sentire cosa succede.».
Luciano si precipitò in cortile e si avvicinò con Mirella ad un gruppetto di donne; una di esse piangeva e le altre cercava-
no di consolarla:
«Ma dai! Non è detto che debba andare al fronte.»
«Non conoscete nessuno al Distretto?»
«Dagli il santino della Madonna del Divino Amore e vedrai che non gli succederà niente.»
«…d’altronde, quando si hanno maschi in casa…»
I due bambini avevano avvertito che stava succedendo qualcosa di grave e di straordinario, volevano capire, ma furono
quasi scacciati in modo sbrigativo e senza spiegazioni:
«Via, via! Sono affari da grandi, andate a giocare.»
Andarono a giocare con gli altri compagni, ma in fondo al loro animo rimase un senso di insoddisfazione e di appren-
sione, che inconsciamente li avrebbe accompagnati per tanti anni, fin a quando non avessero capito che i cosiddetti affari
da grandi sarebbero stati anche e soprattutto affari loro, forse con gravi conseguenze per tutta la vita.
segue nel prossimo numero
Secolo XXI: le nuove tecnologie si diffondono a macchia d’olio, sul mercato appaiono nuove offerte per la
“socializzazione”. Il mondo, che nel secolo XX ha già visto profondi cambiamenti, nel tempo sempre più frequenti, sta per
vivere ulteriori evoluzioni. In bene? In male? Sicuramente profonde! Negli anni ’60 girava una battuta: “la televisione ha
cambiato il cerchio familiare in un semicerchio”. In effetti lo “spettacolo in casa”, ogni sera e sempre diverso, era una gran
bella novità rispetto a prima dove le uniche possibilità erano radio, cinema e teatro. Così è cominciata l’evoluzione dei
rapporti umani che sarebbe andata modificandosi di continuo mano a mano che le tecnologie evolvevano fornendo al
mercato soluzioni facili ed economiche, alla portata di tutti. Vi ricordate le gite scolastiche (o sulla neve) con i pullman do-
ve la “caciara” regnava sovrana e l’autista, alla fine, era più esausto per la confusione della giornata che per i chilometri
fatti? Poi arrivarono i mangiadischi, i mangianastri e le voci si affievolivano… i walkman diedero il colpo finale ed allora i
pullman di scolaresche o di comitive in gita divennero silenziosi… Oggi anche i walkman (e la loro evoluzione I-POD e simi-
li) sono andati in pensione: li ha sostituiti – alla grande – lo smartphone. No, non si può chiamarlo telefonino, va chiamato
smartphone perché la parte telefonica è proprio l’ultima, ma l’ultima, da considerare! Riproduttore di musica, macchina
fotografica, piattaforma di gioco… e, se disgraziatamente squilla, anche telefono! Però… però, come in tutto ciò che divie-
ne troppo, qualche “stroppia” c’è! Oggi, a mio parere, siamo vittime di una solitudine avanzante dove ci è facilissimo parla-(Continua a pagina 3)
Associazione “C’è uno spazio per noi”
L’affollata solitudine del secolo XXI di Massimo Callery
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Qualche pensiero e... qualche riflessione cultural-culinaria! di Ascanio Rosa
Quanto ha piovuto in questi giorni! E quanto queste cupe
giornate hanno aiutato, almeno me, a fare una passeggiati-
na dentro me stesso! A questo punto mi sono ricordato di
Margot Richel che scrisse:
Più un albero invecchia più grande e prezioso diventa.
Più le sue radici arrivano in profondità più resiste alle
intemperie.
Più i suoi rami sono folti più protezione offre.
Più è robusto il suo tronco più ci si può appoggiare.
Più è alta è la sua chioma più invitante è la sua ombra
Ogni anello annuale è un simbolo di vita vissuta
E' ...come una ruga sul viso!
Quante volte ci capita, durante la giornata, di dire: MIO fi-
glio... MIA figlia... I MIEI figli...? Ebbene da oggi pensiamoci
bene prima di usare "impropriamente" l'aggettivo possessi-
vo mio, mia, miei perché...
I vostri figli non sono vostri,
sono i figli e le figlie del desiderio
che la vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso di voi ma non da voi,
e benché vivano con voi
ciò non di meno non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri,
perché essi hanno i loro, di pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma no le loro anime,
perché le loro anime abitano la casa del futuro,
che neppure in sogno potete visitare,
Potrete cercare di essere simili a loro,
ma non potete farli simili a voi,
perché la vita procede e non si attarda mai
sopra il passato.
Voi siete l'arco da cui i figli,
come frecce vive,
sono scoccati avanti.
Vincenzo Bellini e la “pasta alla Norma” Vincenzo Bellini è stato un compositore italiano, tra i più celebre dell'ottocento, nato a
Catania il 3 novembre 1801 e morto a Puteau (Parigi) il 23 settembre 1835. Le sue ope-
re furono dieci in tutto e le più famose sono: "La Sonnambula", "La Norma" e "I puritani".
Catania amò, ed ama tuttora, questo suo figlio dedicandogli vie, piazze, teatri e un ma-
gnifico giardino con al centro la sua statua. È inutile dire che il giardino è un'esplosione
di colori, profumi, fioriture che solo il clima e il sole siciliano sanno creare! Com'è bella la
Sicilia! Non ho mai capito perché si vada all'altro capo del mondo per godere, a volte
male, di cose e bellezze che abbiamo, migliori, sotto casa! Anche la cucina siciliana (a
Roma direbbero: che te lo dico affà) ha voluto dedicargli un
piatto classico: "Pasta alla Norma" . E qui cominciano le dolenti note! Bellini amava molto la
cucina e si divertiva a creare ricette, correggerle, apportarne varianti o migliorie! Fu una sua
creazione la melanzana sulla pasta asciutta, che i suoi estimatori poi vollero intitolare alla
sua famosa opera, "la Norma " appunto. Però sorsero subito interpretazioni diverse su come
trattare le melanzane : a tocchetti o a fettine? Un famoso libro di ricette siciliane se la cava
con un diplomatico "indifferentemente". In effetti il sapore non ne risente affatto, per me è
solo come piace esteticamente presentarlo. Cari amici provate a cucinarle in entrambe i mo-
di ed esprimete, poi, il vostro giudizio!
...con melanzane a fette...
...e a tocchetti!
re di banalità col mondo ma difficile parlare di noi con chi ci sta vicino. Lo so, qualcuno storcerà il naso e dirà: ecco il solito
retrogrado conservatore! Ma non è così. Io ho uno smartphone, utilizzo alcuni strumenti di messaggistica, sono sui social
ma… preferisco il contatto di una stretta di mano, il guardare negli occhi la persona con la quale sto parlando, avere la
sensazione di vivere la realtà nella realtà. Ma ditemi: che senso ha “chiedere” l’amicizia a qualcuno lontano, magari, qual-
che fuso orario o dire di aver “dato” amicizia a qualcuno che non conosco? Ma amicizia ha ancora il significato che erava-
mo abituati ad attribuirgli? Ho raggiunto il limite di 5.000 amici! si sente dire! Io, in tutta la mia vita, gli amici posso contar-
li sulle dita delle mani (e dei piedi) ma non certo 5.000…. persone conosciute: tantissime, stimate e frequentate: tante,
ma alle quali affiderei ciò che ho di più caro: poche! E queste poche le chiamo “amici”. Eppure le persone ormai passano
le ore attaccate ai loro smartphone a scambiarsi banalità, completamente avulsi dalla realtà intorno. Mi è capitato, recen-
temente, di trovarmi ad una riunione in cui eravamo, in quel momento, presenti in 8: solo io e la padrona di casa parlava-
mo: gli altri erano completamente assorti nelle loro conversazioni virtuali. E, con la padrona di casa, ci siamo chiesti se
magari non stessero chiacchierando tra loro! Mah, sarà! Io preferivo i bus “caciaroni” ma pieni di relazioni reali a questo
mondo di amicizie in gran numero dove, però, nessuno si guarda più negli occhi… Quella che viviamo oggi è, per me, sola-
mente un’affollata solitudine!
(Continua da pagina 2)
Associazione “C’è uno spazio per noi”
La festa a Villa Pamphili a cura della Redazione
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Per chi resta in città a cura della Redazione
Sabato 28 maggio, nel pomeriggio, si è tenuta la festa a Villa Pamphili organizzata per festeggiare il nostro primo com-
pleanno. L’evento era intitolato “Scambi di Primavera” in quanto era possibile per ognuno portare oggetti di vestiario, arre-
damento, giocattoli non più usati e scambiarli con qualcosa di proprio interesse. Ottima la partecipazione alla festa e agli
scambi ma, soprattutto, tanti bimbi che sono venuti a “rovistare” tra i giocattoli esposti! È stata la prima uscita “ufficiale”
delle nostre bandiere e delle spillette da appuntare sulla giacca con il simbolo dall’Associazione: inutile dire che anche
queste hanno avuto un grande successo! Ed ecco qui alcune foto del nostro pomeriggio campestre!
bandiera al vento
hanno partecipato anche il Gatto e la Volpe... attrezzaggio completato!
missione compiuta! amici le spillette (“pins”)
Riportiamo qui l’elenco di alcuni eventi che animeranno l’Estate Romana 2016. Ovvio, questo elenco non è esaustivo, ma
può aiutare! Chi volesse info più complete (e, raccomandiamo, aggiornate) deve accedere al sito ufficiale gestito dal comu-
ne: www.estate-romana.it per essere sicuro che non ci siano state variazioni. Intanto vi segnaliamo:
a Trastevere, in Piazza San Cosimato, dal 1° giugno al 1° agosto il festival
“trastevere rione del cinema”: film gratis per tutti (la programmazione sul sito)
da Eataly (ex Terminal Ostiense, al 3° piano), dal 15 al 18 luglio, “Supplì Festival”
per assaggiare il vecchio ed il nuovo di uno dei prodotti di rosticceria più gradito ai
Romani!
concerti alle Terme di Caracalla: il 14 luglio Lionel RICHIE, il 15 luglio Neil YOUNG
il 22, 23, 26 e 27 giugno concerti di Vasco ROSSI all’Olimpico
...e tanto altro!
Dal canto nostro ricordiamo gli eventi di giugno che abbiamo organizzato:
sabato 11 giugno “a passeggio per la città del giglio”, una giornata a Firenze (A/R col treno, pranzo) - costo €50,00
venerdì 17 giugno il gruppo di condivisione con le Dr.sse Gaetana Giannotta e Ada Monaci
mercoledì 22 giugno “scopriamo la trastevere storica”, una passeggiata per trastevere per conoscere le tante cose
che non sappiamo che esistono!
martedì 28 giugno “Bye-bye pizza… chi va in vacanza e chi resta!”: una serata davanti ad una buona pizza per salu-
tarci e darci appuntamento a settembre!