unità sfocate

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Unità Sfocate è un progetto sull'abuso e la perdita di significato del termine Unità. Realizzato all'interno di un'ipotetica campagna di sensibilizzazione sul tema dell'Unità. ISIA Firenze, 2011. Corso di Graphic Design.

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3unitasfocate

metti a fuoco quelle giuste

IndiceUnità

L’abuso del termine

Individuazione dell’utente modello

Keywords

Individuazione dello slogan

Definizione dello slogan

Comunicazione

Logotipo

Layout del Blog

Cartoline

Credits

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UNITA’ SFOCATECAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUL TEMA DELL’UNITA’

CORSO DI GRAFICA, DOCENTE: M. LOVERGINEISIA FIRENZE A.A. 2010 - 2011

ALUNNO: BIANCHI MATTIA

index.

unità s. f. [dal lat. unĭtas -atis, der. di unus «uno»; in alcuni dei sign. concreti, ha risentito l’influenza dell’ingl. unit (che in inglese è distinto da unity)]. – 1. a. Il fatto, la condizione e la caratteristica di essere uno, solo uno e non più di uno (contrapp. a molteplicità e pluralità): affermare l’u. dello spirito umano, l’u. della coscienza; il mistero dell’u. e della trinità di Dio, nella teologia cattolica; u. di tempo, di luogo e di azione, la norma aristotelica (legge delle tre u.) per la tragedia classica, cui si conformò il teatro classicistico dal Rinascimento al Romanticismo. In partic., u. della Chiesa, carattere proprio della Chiesa di Cristo (dichiarata dal Simbolo degli Apostoli «una, santa, cattolica, apostolica»), dove unità va intesa come assenza di pluralità verso l’esterno e di fratture nel suo interno; poiché, peraltro, l’unità è anzitutto espressione della missione salvifica affidata da Cristo alla Chiesa, essa comporta, secondo le prospettive del Concilio Vaticano II,

l’impegno ecumenico a realizzare la pienezza di unità voluta da Cristo attraverso l’unione con i «fratelli separati», cioè con le varie Chiese cristiane, anch’esse strumenti di «salvezza» di cui si serve lo spirito di Cristo. b. Il fatto e la caratteristica di costituire un insieme che, pur formato o derivato da più elementi o componenti, risulta tuttavia unitario, omogeneo e solidale (contrapp. a pluralità, ma anche a divisione, divergenza, ecc.): u. nazionale, o u. politica, statuale (e, assol., un popolo che combatte per la sua u.; le guerre per l’indipendenza e l’u. d’Italia; difendere l’u. della nazione); u. linguistica, u. di cultura e di tradizioni, di un popolo, di un paese, di una comunità; mettere in crisi, salvare l’u. della famiglia, di un partito; nella critica letteraria e artistica: u. d’ispirazione, u. stilistica o formale, u. contenutistica o tematica di un’opera, e assol., un’opera che manca di u.; con senso diverso, il problema dell’u. dei poemi omerici, della composizione unitaria, da parte di uno stesso autore, dell’Iliade e dell’Odissea, e anche delle singole parti di ciascun poema. Nel linguaggio politico e sindacale, con particolare rilievo dato alla solidalità e alla concordia di un organo o di un insieme unitario: un comitato direttivo che dimostra scarsa u. di intenti, o di propositi, di vedute; u. d’azione, nelle sfere politica, sindacale, amministrativa, ecc.; perseguire il fine dell’u. sindacale, o dei lavoratori; patto, coalizione, governo di u. popolare, cui partecipano tutte le forze che hanno orientamento prevalentemente democratico e popolare; patto, governo di u. (o di solidarietà) nazionale, sottoscritto e sostenuto da partiti diversi e anche contrapposti, tuttavia concordi nell’assumersi solidalmente, per fronteggiare una situazione di eccezionale gravità, la corresponsabilità di governo. 2. Ogni singolo elemento costitutivo di una serie o di un insieme di più elementi omogenei. Così, per es., in linguistica, si chiama genericam. u. lessicale ogni elemento, semplice o complesso (cioè singola parola o singola locuzione), che fa parte di un lessico, cioè di un insieme lessicale: corrisponde a quello che più tecnicamente è chiamato lessema. In partic.: a. In matematica, il numero 1, fondamento della numerazione: una decina è costituita da 10 u.; dividere, sommare le u.; u. frazionarie, o frazioni dell’u., le frazioni aventi numeratore uguale a 1; la cifra delle u. di un numero, la cifra che si scrive all’estrema destra di un numero intero (o immediatamente prima della virgola se il numero è decimale), nella colonna detta appunto colonna delle u.; u. semplici o del primo ordine, quelle sopraddette, contrapposte alle u. del secondo ordine, del terzo ordine, del quarto ordine, e così via, che sono rispettivamente le cifre delle decine, delle centinaia, delle migliaia, ecc.; si parla anche di u. decimali del primo ordine, del secondo ordine, ecc., con riferimento ai decimi, ai centesimi, ecc. Nella teoria delle strutture algebriche, relativamente a una operazione binaria, si chiama elemento u., o assol. unità, un elemento neutro o indifferente rispetto a tale operazione (v. indifferente, nel sign. 4 e). Nei numeri complessi è detto u. immaginaria il numero i tale che i2 = −1. Nel calcolo matriciale, matrice u. di ordine n è la matrice che ha nulli tutti gli elementi tranne quelli sulla diagonale principale che sono uguali a 1. b. Con riferimento a grandezze fisiche della stessa specie, si dà il nome di unità di misura a una grandezza di quella specie, assunta, eventualmente con i suoi multipli e sottomultipli, come campione e termine di confronto per la misurazione di tutte le grandezze di quella specie. Tali campioni, a partire dal 1799, erano costituiti da prototipi dell’unità di misura in questione (metro campione, chilogrammo campione, ecc.) che dal 1875 vennero depositati presso un apposito organismo internazionalmente riconosciuto, l’Ufficio internazionale dei pesi e delle misure di Sèvres (Parigi); attualmente si preferiscono campioni costituiti da manifestazioni a livello atomico delle grandezze da misurare, assunti come sottomultipli ben stabiliti della unità macroscopica corrispondente: così il secondo, dal 1967, è definito come 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente a una data transizione dell’atomo di cesio 133; solo l’unità di misura della massa, il chilogrammo, fa ancora riferimento a un campione macroscopico. U. di misura di massa, il grammo, il chilogrammo; u. di misura di tempo, l’ora, il minuto, il secondo e i suoi sottomultipli decimali. In geometria, u. di misura di lunghezza, o lineare, il centimetro, il metro; u. di area, il metro quadrato (in agrimensura l’ara, l’ettaro, ecc.); u. di volume, il metro cubo (si usano anche il litro e i suoi multipli e sottomultipli, detti anche u. di capacità: 1 litro equivale a 1 dm3); u. di misura degli angoli, il radiante, il grado sessagesimale, il grado centesimale; u. di misura degli angoli solidi, lo steradiante. Si chiama sistema coerente di u. un sistema costituito scegliendo opportunamente alcune grandezze, dette fondamentali, indipendenti tra loro (per es., nella cinematica, lunghezza e tempo), esprimendo tutte le altre, dette derivate, in funzione di esse (per es., la velocità), assegnando a ciascuna grandezza un’unità di misura rappresentabile mediante un campione facilmente riproducibile, e misurando tutte le grandezze della stessa specie con la stessa unità (per es., tutte le lunghezze in metri): sistema CGS (centimetro, grammo, secondo), sistema MKS (metro, chilogrammo, secondo), sistema internazionale SI (metro, chilogrammo, secondo, ampere, kelvin, candela, mole); quest’ultimo sistema è quello legalmente in vigore nella maggior parte dei paesi del mondo. In fisica si distinguono le u. meccaniche, e cioè le u. di velocità, accelerazione, frequenza, portata, ecc. (rispettivam., nel sistema internazionale, il metro al secondo, il metro al secondo quadrato, lo hertz, il metro cubo al secondo), le u. di forza, pressione, energia, massa, momento di una forza, potenza, ecc. (rispettivam., nel sistema internazionale, il newton, il pascal, il joule, il chilogrammo, il newton· metro, il watt); le u. termiche, come l’u. di temperatura assoluta (il kelvin); le u. elettriche, e cioè le u. di carica elettrica (coulomb), di intensità di corrente (ampere), di potenziale (volt), di impedenza (ohm), ecc.; le u. fotometriche, come l’u. di flusso luminoso (lumen), l’u. di intensità luminosa (candela), l’u. di luminanza (nit), ecc. (per anno-luce, curie, parsec, röntgen, e per altre unità specifiche, v. le singole voci; per l’u. di massa atomica, v. massa, n. 4 b). In astronomia l’unità di misura per le distanze planetarie è l’u. astronomica (indicata con il simbolo UA, o con l’abbrev. U. A. oppure u. a.), pari alla distanza media Terra-Sole, cioè circa 149.600.000 km. In tipografia si distinguono l’u. di misura grande (detta comunem. riga o anche cicero), equivalente a 12 punti tipografici (cioè 4,512 mm), e l’u. di misura piccola, di 1 punto. Nella tecnica monetaria, l’u. monetaria è la moneta base di ogni singolo sistema, mentre l’u. di conto è l’unità monetaria fittizia utilizzata per operazioni di pagamento o prestiti internazionali; per l’u. di conto europea, v. ECU. Nella pratica commerciale e mercantile, u. di prezzo è il prezzo riferito a tutta la partita di merce venduta nel suo complesso (o anche ad altri parametri particolari); u. di contratto è la misura unitaria o complessiva dell’obbligazione delle parti contraenti, costante e uniforme nell’àmbito di determinati regolamenti di borsa; u. di nolo, nei trasporti marittimi, è la misura unitaria del nolo riferita a un’unità di peso, o di volume o di collo, della merce da trasportare; nei contratti di utenza telefonica, si chiama unità (comunem. anche scatto) ogni periodo di un determinato numero di minuti o di secondi, indivisibile, cui corrisponde un’unità tariffaria; u. lavorativa o di lavoro, ciascuna unità di tempo (calcolabile in ore, giornate, ecc., a seconda delle esigenze) sulla base della quale si suddivide l’attività di un lavoratore, o di un’azienda, utilizzata allo scopo di poterla programmare e controllare più agevolmente; similmente, nell’insegnamento scolastico e universitario, si parla di u. didattica, per indicare un’unità di tempo (calcolata in ore, giornate, ecc.) utilizzata per suddividere l’attività didattica o di studio di docenti e studenti nelle fasi della sua programmazione o verifica: il corso si articola in dieci u. didattiche di tre ore ciascuna. In farmacologia, u. biologica, unità di misura riferita all’effetto biologico di una determinata sostanza: ha consentito la titolazione di prodotti che in passato non erano suscettibili di misure ponderali (sieri, certi ormoni e vitamine, ecc.), e si denomina dall’animale usato nella sperimentazione (u. cavia, u. rana, ecc.), o dall’ideatore del metodo di dosaggio (u. Collip, ecc.), o anche dall’azione farmacodinamica (u. ossitocica, u. antidiuretica, ecc.); per i prodotti di più largo impiego si usa un’u. internazionale (abbrev. U. I.), stabilita in base a campionamento regolato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ma, quando è possibile, si tende man mano a sostituire tali unità con espressioni ponderali (microgrammi, nanogrammi, picogrammi). Per u. foraggera, in zootecnia, v. foraggero. c. In statistica, u. semplice, non suscettibile di divisione o distinzione (per es., la persona); u. composta, costituita da più unità semplici della stessa natura (per es., la famiglia); u. complessa, costituita da unità semplici di diversa natura, o da unità semplici e unità composte (per es., l’azienda); u. tipo, caratterizzata in modo tale da poter essere considerata come quella che si presenta con maggior frequenza in un insieme o gruppo ben definito, ovvero come quella rappresentativa delle rimanenti del gruppo (per es., la famiglia-tipo). d. In chimica, u. strutturale o u. base dei polimeri, il raggruppamento di atomi che si ripete regolarmente a formare la molecola, solo o alternandosi con altri (che formano unità diverse). 3. Ciascuno degli elementi (in senso concreto) che costituiscono una serie, una classe, una categoria, o che fanno parte di un complesso omogeneo, di un sistema, di un’organizzazione, per lo più con una propria autonomia operativa e funzionale. Con questa accezione il termine è proprio soprattutto del linguaggio militare, ma esteso spesso anche ad altri settori della vita sociale, come per es. all’organizzazione sanitaria e all’urbanistica: a. Nelle forze armate, u. dell’esercito, i reparti delle varie armi, nonché i complessi organici formati da più elementi di armi diverse e i raggruppamenti di più complessi: minori u., i reparti delle varie armi fino al reggimento o equivalenti; grandi u., i raggruppamenti di unità delle varie armi: brigata, divisione, corpo d’armata, armata, gruppo di armate. Queste a loro volta si distinguono in grandi u. semplici o elementari che sono i raggruppamenti formati da unità semplici delle varie armi (brigata e divisione), e grandi u. complesse, che sono costituite da più grandi unità semplici (corpo d’armata, armata). Si distinguono inoltre in u. tattiche (brigata, divisione e corpo d’armata) e u. strategiche (armata e gruppo di armate), e anche in u. da combattimento e u. servizî, a seconda che si tratti di reparto addestrato e armato per il combattimento vero e proprio o che dispone di mezzi e attrezzature per compiere servizî di vario genere sul campo di battaglia o nelle immediate retrovie; secondo le caratteristiche di armamento e d’impiego, si distinguono infine in u. motorizzate, u. meccanizzate, u. corazzate, u. aerotrasportate, ecc. Nella marina militare, unità denomina sia la singola nave: divisione di due, tre, quattro u.; u. pesante, leggera, sottile, e, secondo l’impiego, u. da combattimento, u. da caccia, u. antisommergibili, u. di scorta, ecc.; sia l’insieme organico di più navi: così la squadra, la divisione, la squadriglia, ecc., costituiscono, in ordine decrescente d’importanza, le u. organiche nelle quali è divisa una flotta. Nell’aeronautica militare, u. aerea, in senso stretto, ogni singolo aeromobile; in senso lato, l’insieme di più aeromobili anche di specialità diverse, organicamente riuniti con personale, materiale e relativo comando. b. Nell’organizzazione sanitaria, u. sanitaria locale (sigla USL), e unità socio-sanitaria locale (sigla USSL) o unità locale socio-sanitaria (sigla ULSS), strutture operative preposte, in un determinato territorio (comprendente, in genere, da 50.000 a 200.000 abitanti, limiti che possono tuttavia essere ampliati o ristretti), alla tutela pubblica della salute, prefiggendosi il coordinamento e l’integrazione dei servizî di tipo prettamente sanitario e servizî di tipo sociale e assistenziale, sulla base dei criterî stabiliti, con leggi regionali, in seguito alla istituzione del Servizio sanitario nazionale del 1978; per l’ordinamento che tali strutture (nel 1992 trasformate in aziende) hanno assunto, v. ASL. Nell’organizzazione ospedaliera, centro dotato delle attrezzature e del personale medico e paramedico necessario per interventi specialistici: u. coronarica, o di terapia coronarica; u. di terapia intensiva; u. di rianimazione. c. In urbanistica, u. abitativa o d’abitazione, o residenziale, gruppo di alloggi provvisti dei servizî comuni di prima necessità (scuole materne e asili, negozî, spazî per giochi dei bambini, parcheggi, ecc.), inseriti in un unico edificio con una capacità variabile fra 1000 e 2000 persone, realizzato per la prima volta dall’architetto Le Corbusier a Marsiglia nel 1947. d. Nella tecnica cinematografica, gruppo di attori e tecnici che lavorano insieme per la realizzazione di determinate sequenze di un film. 4. Individuo, ente, o anche caso, fatto singolo, considerato in sé stesso, senza esplicito o necessario riferimento all’organizzazione di cui è parte; per es., in biologia, u. sistematica, sinon. di taxon. In partic.: a. In economia, u. di consumo, l’individuo singolo in quanto consumatore, o anche aggruppamento di più individui che si comporti dal punto di vista delle scelte di consumo come un unico soggetto economico (famiglia, in senso più o meno ampio, collegio, comunità, stato). b. In diritto, minima u. colturale, estensione di terreno non ulteriormente frazionabile, in quanto necessaria e sufficiente per il lavoro di una famiglia agricola e, se non si tratta di terreno appoderato, per esercitare una conveniente coltivazione secondo le regole della buona tecnica agraria. c. Nel linguaggio fiscale, u. immobiliare urbana, ogni fabbricato, o porzione di fabbricato, o insieme di fabbricati, che appartenga allo stesso proprietario e rappresenti un cespite indipendente di reddito. Nella formazione del nuovo catasto edilizio urbano, per misurare le unità immobiliari si assume come elemento unitario ora il vano utile (per le case di abitazione), ora il metro cubo (per gli uffici pubblici, scuole, musei, ecc.), ora il metro quadro (per negozî, magazzini, laboratorî, ecc.). Le operazioni di stima vengono poi eseguite su u. immobiliari tipo, che vengono scelte appunto in quanto ritenute rappresentative delle caratteristiche delle varie classi e che servono di termine di confronto per il classamento delle singole unità immobiliari. d. Nella tecnica dei trasporti, u. di carico, determinata quantità di merce che, sistemata in modo adatto, può essere manipolata, trasportata e immagazzinata con apparecchi meccanici (riferito in modo particolare alla sistemazione su palette di carico o in contenitori). e. In geologia, u. stratigrafica, corpo roccioso ben distinguibile da quelli sottostanti, sovrastanti e adiacenti, per caratteri insiti nella litologia (u. litostratigrafica), per la presenza di fossili caratteristici (u. biostratigrafica), per l’età geologica (u. cronostratigrafica), per testimonianze climatiche particolari (u. geoclimatica), per le caratteristiche pedologiche di alterazione e composizione dei suoli (u. pedostratigrafica), per particolari aspetti morfologici (u. morfostratigrafica). In geologia strutturale, u. tettonica, raggruppamento di rocce o corpo litologico riconoscibile in base al tipo di deformazione strutturale subìta nel corso di un evento tettonico o di una fase diastrofica. 5. In informatica, ciascuna delle apparecchiature hardware che fanno parte di un sistema di elaborazione, per compiere una determinata operazione o serie di operazioni. In partic.: u. centrale di processo o di elaborazione (ingl. central processing unit, o CPU), l’unità principale del calcolatore, nella quale si trovano: la memoria centrale che contiene i dati e i programmi in uso, i registri di lavoro che contengono temporaneamente i dati da elaborare, l’u. logico-aritmetica (ingl. arithmetic logic unit, o ALU) che esegue le operazioni logiche e aritmetiche sui dati contenuti nei registri di lavoro, l’u. di controllo, che gestisce le varie attività seguendo le istruzioni del programma, controlla il flusso dei dati sulle linee di trasmissione e coordina l’attività delle u. periferiche: queste ultime possono essere u. di memoria ausiliarie, o di massa (v. memoria, n. 5 b), come le u. a dischi magnetici (o u. disco) e le u. a nastri magnetici (o u. nastro) per la lettura o la registrazione dei dati su dischi o nastri magnetici, u. (o porte) di trasmissione per il collegamento con altri calcolatori o con la rete telefonica e u. di ingresso e di uscita, dette anche terminali, per l’immissione di dati e programmi e la presentazione dei risultati, che, a parte applicazioni particolari, sono ormai esclusivamente costituite da videoterminali (dotati di tastiera e di altri dispositivi, come il mouse, che facilitano l’interazione tra l’operatore e la macchina) e u. di stampa, o stampanti.

UNITA’

unità s. f. [dal lat. unĭtas -atis, der. di unus «uno»; in alcuni dei sign. concreti, ha risentito l’influenza dell’ingl. unit (che in inglese è distinto da unity)]. – 1. a. Il fatto, la condizione e la caratteristica di essere uno, solo uno e non più di uno (contrapp. a molteplicità e pluralità): affermare l’u. dello spirito umano, l’u. della coscienza; il mistero dell’u. e della trinità di Dio, nella teologia cattolica; u. di tempo, di luogo e di azione, la norma aristotelica (legge delle tre u.) per la tragedia classica, cui si conformò il teatro classicistico dal Rinascimento al Romanticismo. In partic., u. della Chiesa, carattere proprio della Chiesa di Cristo (dichiarata dal Simbolo degli Apostoli «una, santa, cattolica, apostolica»), dove unità va intesa come assenza di pluralità verso l’esterno e di fratture nel suo interno; poiché, peraltro, l’unità è anzitutto espressione della missione salvifica affidata da Cristo alla Chiesa, essa comporta, secondo le prospettive del Concilio Vaticano II,

l’impegno ecumenico a realizzare la pienezza di unità voluta da Cristo attraverso l’unione con i «fratelli separati», cioè con le varie Chiese cristiane, anch’esse strumenti di «salvezza» di cui si serve lo spirito di Cristo. b. Il fatto e la caratteristica di costituire un insieme che, pur formato o derivato da più elementi o componenti, risulta tuttavia unitario, omogeneo e solidale (contrapp. a pluralità, ma anche a divisione, divergenza, ecc.): u. nazionale, o u. politica, statuale (e, assol., un popolo che combatte per la sua u.; le guerre per l’indipendenza e l’u. d’Italia; difendere l’u. della nazione); u. linguistica, u. di cultura e di tradizioni, di un popolo, di un paese, di una comunità; mettere in crisi, salvare l’u. della famiglia, di un partito; nella critica letteraria e artistica: u. d’ispirazione, u. stilistica o formale, u. contenutistica o tematica di un’opera, e assol., un’opera che manca di u.; con senso diverso, il problema dell’u. dei poemi omerici, della composizione unitaria, da parte di uno stesso autore, dell’Iliade e dell’Odissea, e anche delle singole parti di ciascun poema. Nel linguaggio politico e sindacale, con particolare rilievo dato alla solidalità e alla concordia di un organo o di un insieme unitario: un comitato direttivo che dimostra scarsa u. di intenti, o di propositi, di vedute; u. d’azione, nelle sfere politica, sindacale, amministrativa, ecc.; perseguire il fine dell’u. sindacale, o dei lavoratori; patto, coalizione, governo di u. popolare, cui partecipano tutte le forze che hanno orientamento prevalentemente democratico e popolare; patto, governo di u. (o di solidarietà) nazionale, sottoscritto e sostenuto da partiti diversi e anche contrapposti, tuttavia concordi nell’assumersi solidalmente, per fronteggiare una situazione di eccezionale gravità, la corresponsabilità di governo. 2. Ogni singolo elemento costitutivo di una serie o di un insieme di più elementi omogenei. Così, per es., in linguistica, si chiama genericam. u. lessicale ogni elemento, semplice o complesso (cioè singola parola o singola locuzione), che fa parte di un lessico, cioè di un insieme lessicale: corrisponde a quello che più tecnicamente è chiamato lessema. In partic.: a. In matematica, il numero 1, fondamento della numerazione: una decina è costituita da 10 u.; dividere, sommare le u.; u. frazionarie, o frazioni dell’u., le frazioni aventi numeratore uguale a 1; la cifra delle u. di un numero, la cifra che si scrive all’estrema destra di un numero intero (o immediatamente prima della virgola se il numero è decimale), nella colonna detta appunto colonna delle u.; u. semplici o del primo ordine, quelle sopraddette, contrapposte alle u. del secondo ordine, del terzo ordine, del quarto ordine, e così via, che sono rispettivamente le cifre delle decine, delle centinaia, delle migliaia, ecc.; si parla anche di u. decimali del primo ordine, del secondo ordine, ecc., con riferimento ai decimi, ai centesimi, ecc. Nella teoria delle strutture algebriche, relativamente a una operazione binaria, si chiama elemento u., o assol. unità, un elemento neutro o indifferente rispetto a tale operazione (v. indifferente, nel sign. 4 e). Nei numeri complessi è detto u. immaginaria il numero i tale che i2 = −1. Nel calcolo matriciale, matrice u. di ordine n è la matrice che ha nulli tutti gli elementi tranne quelli sulla diagonale principale che sono uguali a 1. b. Con riferimento a grandezze fisiche della stessa specie, si dà il nome di unità di misura a una grandezza di quella specie, assunta, eventualmente con i suoi multipli e sottomultipli, come campione e termine di confronto per la misurazione di tutte le grandezze di quella specie. Tali campioni, a partire dal 1799, erano costituiti da prototipi dell’unità di misura in questione (metro campione, chilogrammo campione, ecc.) che dal 1875 vennero depositati presso un apposito organismo internazionalmente riconosciuto, l’Ufficio internazionale dei pesi e delle misure di Sèvres (Parigi); attualmente si preferiscono campioni costituiti da manifestazioni a livello atomico delle grandezze da misurare, assunti come sottomultipli ben stabiliti della unità macroscopica corrispondente: così il secondo, dal 1967, è definito come 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente a una data transizione dell’atomo di cesio 133; solo l’unità di misura della massa, il chilogrammo, fa ancora riferimento a un campione macroscopico. U. di misura di massa, il grammo, il chilogrammo; u. di misura di tempo, l’ora, il minuto, il secondo e i suoi sottomultipli decimali. In geometria, u. di misura di lunghezza, o lineare, il centimetro, il metro; u. di area, il metro quadrato (in agrimensura l’ara, l’ettaro, ecc.); u. di volume, il metro cubo (si usano anche il litro e i suoi multipli e sottomultipli, detti anche u. di capacità: 1 litro equivale a 1 dm3); u. di misura degli angoli, il radiante, il grado sessagesimale, il grado centesimale; u. di misura degli angoli solidi, lo steradiante. Si chiama sistema coerente di u. un sistema costituito scegliendo opportunamente alcune grandezze, dette fondamentali, indipendenti tra loro (per es., nella cinematica, lunghezza e tempo), esprimendo tutte le altre, dette derivate, in funzione di esse (per es., la velocità), assegnando a ciascuna grandezza un’unità di misura rappresentabile mediante un campione facilmente riproducibile, e misurando tutte le grandezze della stessa specie con la stessa unità (per es., tutte le lunghezze in metri): sistema CGS (centimetro, grammo, secondo), sistema MKS (metro, chilogrammo, secondo), sistema internazionale SI (metro, chilogrammo, secondo, ampere, kelvin, candela, mole); quest’ultimo sistema è quello legalmente in vigore nella maggior parte dei paesi del mondo. In fisica si distinguono le u. meccaniche, e cioè le u. di velocità, accelerazione, frequenza, portata, ecc. (rispettivam., nel sistema internazionale, il metro al secondo, il metro al secondo quadrato, lo hertz, il metro cubo al secondo), le u. di forza, pressione, energia, massa, momento di una forza, potenza, ecc. (rispettivam., nel sistema internazionale, il newton, il pascal, il joule, il chilogrammo, il newton· metro, il watt); le u. termiche, come l’u. di temperatura assoluta (il kelvin); le u. elettriche, e cioè le u. di carica elettrica (coulomb), di intensità di corrente (ampere), di potenziale (volt), di impedenza (ohm), ecc.; le u. fotometriche, come l’u. di flusso luminoso (lumen), l’u. di intensità luminosa (candela), l’u. di luminanza (nit), ecc. (per anno-luce, curie, parsec, röntgen, e per altre unità specifiche, v. le singole voci; per l’u. di massa atomica, v. massa, n. 4 b). In astronomia l’unità di misura per le distanze planetarie è l’u. astronomica (indicata con il simbolo UA, o con l’abbrev. U. A. oppure u. a.), pari alla distanza media Terra-Sole, cioè circa 149.600.000 km. In tipografia si distinguono l’u. di misura grande (detta comunem. riga o anche cicero), equivalente a 12 punti tipografici (cioè 4,512 mm), e l’u. di misura piccola, di 1 punto. Nella tecnica monetaria, l’u. monetaria è la moneta base di ogni singolo sistema, mentre l’u. di conto è l’unità monetaria fittizia utilizzata per operazioni di pagamento o prestiti internazionali; per l’u. di conto europea, v. ECU. Nella pratica commerciale e mercantile, u. di prezzo è il prezzo riferito a tutta la partita di merce venduta nel suo complesso (o anche ad altri parametri particolari); u. di contratto è la misura unitaria o complessiva dell’obbligazione delle parti contraenti, costante e uniforme nell’àmbito di determinati regolamenti di borsa; u. di nolo, nei trasporti marittimi, è la misura unitaria del nolo riferita a un’unità di peso, o di volume o di collo, della merce da trasportare; nei contratti di utenza telefonica, si chiama unità (comunem. anche scatto) ogni periodo di un determinato numero di minuti o di secondi, indivisibile, cui corrisponde un’unità tariffaria; u. lavorativa o di lavoro, ciascuna unità di tempo (calcolabile in ore, giornate, ecc., a seconda delle esigenze) sulla base della quale si suddivide l’attività di un lavoratore, o di un’azienda, utilizzata allo scopo di poterla programmare e controllare più agevolmente; similmente, nell’insegnamento scolastico e universitario, si parla di u. didattica, per indicare un’unità di tempo (calcolata in ore, giornate, ecc.) utilizzata per suddividere l’attività didattica o di studio di docenti e studenti nelle fasi della sua programmazione o verifica: il corso si articola in dieci u. didattiche di tre ore ciascuna. In farmacologia, u. biologica, unità di misura riferita all’effetto biologico di una determinata sostanza: ha consentito la titolazione di prodotti che in passato non erano suscettibili di misure ponderali (sieri, certi ormoni e vitamine, ecc.), e si denomina dall’animale usato nella sperimentazione (u. cavia, u. rana, ecc.), o dall’ideatore del metodo di dosaggio (u. Collip, ecc.), o anche dall’azione farmacodinamica (u. ossitocica, u. antidiuretica, ecc.); per i prodotti di più largo impiego si usa un’u. internazionale (abbrev. U. I.), stabilita in base a campionamento regolato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ma, quando è possibile, si tende man mano a sostituire tali unità con espressioni ponderali (microgrammi, nanogrammi, picogrammi). Per u. foraggera, in zootecnia, v. foraggero. c. In statistica, u. semplice, non suscettibile di divisione o distinzione (per es., la persona); u. composta, costituita da più unità semplici della stessa natura (per es., la famiglia); u. complessa, costituita da unità semplici di diversa natura, o da unità semplici e unità composte (per es., l’azienda); u. tipo, caratterizzata in modo tale da poter essere considerata come quella che si presenta con maggior frequenza in un insieme o gruppo ben definito, ovvero come quella rappresentativa delle rimanenti del gruppo (per es., la famiglia-tipo). d. In chimica, u. strutturale o u. base dei polimeri, il raggruppamento di atomi che si ripete regolarmente a formare la molecola, solo o alternandosi con altri (che formano unità diverse). 3. Ciascuno degli elementi (in senso concreto) che costituiscono una serie, una classe, una categoria, o che fanno parte di un complesso omogeneo, di un sistema, di un’organizzazione, per lo più con una propria autonomia operativa e funzionale. Con questa accezione il termine è proprio soprattutto del linguaggio militare, ma esteso spesso anche ad altri settori della vita sociale, come per es. all’organizzazione sanitaria e all’urbanistica: a. Nelle forze armate, u. dell’esercito, i reparti delle varie armi, nonché i complessi organici formati da più elementi di armi diverse e i raggruppamenti di più complessi: minori u., i reparti delle varie armi fino al reggimento o equivalenti; grandi u., i raggruppamenti di unità delle varie armi: brigata, divisione, corpo d’armata, armata, gruppo di armate. Queste a loro volta si distinguono in grandi u. semplici o elementari che sono i raggruppamenti formati da unità semplici delle varie armi (brigata e divisione), e grandi u. complesse, che sono costituite da più grandi unità semplici (corpo d’armata, armata). Si distinguono inoltre in u. tattiche (brigata, divisione e corpo d’armata) e u. strategiche (armata e gruppo di armate), e anche in u. da combattimento e u. servizî, a seconda che si tratti di reparto addestrato e armato per il combattimento vero e proprio o che dispone di mezzi e attrezzature per compiere servizî di vario genere sul campo di battaglia o nelle immediate retrovie; secondo le caratteristiche di armamento e d’impiego, si distinguono infine in u. motorizzate, u. meccanizzate, u. corazzate, u. aerotrasportate, ecc. Nella marina militare, unità denomina sia la singola nave: divisione di due, tre, quattro u.; u. pesante, leggera, sottile, e, secondo l’impiego, u. da combattimento, u. da caccia, u. antisommergibili, u. di scorta, ecc.; sia l’insieme organico di più navi: così la squadra, la divisione, la squadriglia, ecc., costituiscono, in ordine decrescente d’importanza, le u. organiche nelle quali è divisa una flotta. Nell’aeronautica militare, u. aerea, in senso stretto, ogni singolo aeromobile; in senso lato, l’insieme di più aeromobili anche di specialità diverse, organicamente riuniti con personale, materiale e relativo comando. b. Nell’organizzazione sanitaria, u. sanitaria locale (sigla USL), e unità socio-sanitaria locale (sigla USSL) o unità locale socio-sanitaria (sigla ULSS), strutture operative preposte, in un determinato territorio (comprendente, in genere, da 50.000 a 200.000 abitanti, limiti che possono tuttavia essere ampliati o ristretti), alla tutela pubblica della salute, prefiggendosi il coordinamento e l’integrazione dei servizî di tipo prettamente sanitario e servizî di tipo sociale e assistenziale, sulla base dei criterî stabiliti, con leggi regionali, in seguito alla istituzione del Servizio sanitario nazionale del 1978; per l’ordinamento che tali strutture (nel 1992 trasformate in aziende) hanno assunto, v. ASL. Nell’organizzazione ospedaliera, centro dotato delle attrezzature e del personale medico e paramedico necessario per interventi specialistici: u. coronarica, o di terapia coronarica; u. di terapia intensiva; u. di rianimazione. c. In urbanistica, u. abitativa o d’abitazione, o residenziale, gruppo di alloggi provvisti dei servizî comuni di prima necessità (scuole materne e asili, negozî, spazî per giochi dei bambini, parcheggi, ecc.), inseriti in un unico edificio con una capacità variabile fra 1000 e 2000 persone, realizzato per la prima volta dall’architetto Le Corbusier a Marsiglia nel 1947. d. Nella tecnica cinematografica, gruppo di attori e tecnici che lavorano insieme per la realizzazione di determinate sequenze di un film. 4. Individuo, ente, o anche caso, fatto singolo, considerato in sé stesso, senza esplicito o necessario riferimento all’organizzazione di cui è parte; per es., in biologia, u. sistematica, sinon. di taxon. In partic.: a. In economia, u. di consumo, l’individuo singolo in quanto consumatore, o anche aggruppamento di più individui che si comporti dal punto di vista delle scelte di consumo come un unico soggetto economico (famiglia, in senso più o meno ampio, collegio, comunità, stato). b. In diritto, minima u. colturale, estensione di terreno non ulteriormente frazionabile, in quanto necessaria e sufficiente per il lavoro di una famiglia agricola e, se non si tratta di terreno appoderato, per esercitare una conveniente coltivazione secondo le regole della buona tecnica agraria. c. Nel linguaggio fiscale, u. immobiliare urbana, ogni fabbricato, o porzione di fabbricato, o insieme di fabbricati, che appartenga allo stesso proprietario e rappresenti un cespite indipendente di reddito. Nella formazione del nuovo catasto edilizio urbano, per misurare le unità immobiliari si assume come elemento unitario ora il vano utile (per le case di abitazione), ora il metro cubo (per gli uffici pubblici, scuole, musei, ecc.), ora il metro quadro (per negozî, magazzini, laboratorî, ecc.). Le operazioni di stima vengono poi eseguite su u. immobiliari tipo, che vengono scelte appunto in quanto ritenute rappresentative delle caratteristiche delle varie classi e che servono di termine di confronto per il classamento delle singole unità immobiliari. d. Nella tecnica dei trasporti, u. di carico, determinata quantità di merce che, sistemata in modo adatto, può essere manipolata, trasportata e immagazzinata con apparecchi meccanici (riferito in modo particolare alla sistemazione su palette di carico o in contenitori). e. In geologia, u. stratigrafica, corpo roccioso ben distinguibile da quelli sottostanti, sovrastanti e adiacenti, per caratteri insiti nella litologia (u. litostratigrafica), per la presenza di fossili caratteristici (u. biostratigrafica), per l’età geologica (u. cronostratigrafica), per testimonianze climatiche particolari (u. geoclimatica), per le caratteristiche pedologiche di alterazione e composizione dei suoli (u. pedostratigrafica), per particolari aspetti morfologici (u. morfostratigrafica). In geologia strutturale, u. tettonica, raggruppamento di rocce o corpo litologico riconoscibile in base al tipo di deformazione strutturale subìta nel corso di un evento tettonico o di una fase diastrofica. 5. In informatica, ciascuna delle apparecchiature hardware che fanno parte di un sistema di elaborazione, per compiere una determinata operazione o serie di operazioni. In partic.: u. centrale di processo o di elaborazione (ingl. central processing unit, o CPU), l’unità principale del calcolatore, nella quale si trovano: la memoria centrale che contiene i dati e i programmi in uso, i registri di lavoro che contengono temporaneamente i dati da elaborare, l’u. logico-aritmetica (ingl. arithmetic logic unit, o ALU) che esegue le operazioni logiche e aritmetiche sui dati contenuti nei registri di lavoro, l’u. di controllo, che gestisce le varie attività seguendo le istruzioni del programma, controlla il flusso dei dati sulle linee di trasmissione e coordina l’attività delle u. periferiche: queste ultime possono essere u. di memoria ausiliarie, o di massa (v. memoria, n. 5 b), come le u. a dischi magnetici (o u. disco) e le u. a nastri magnetici (o u. nastro) per la lettura o la registrazione dei dati su dischi o nastri magnetici, u. (o porte) di trasmissione per il collegamento con altri calcolatori o con la rete telefonica e u. di ingresso e di uscita, dette anche terminali, per l’immissione di dati e programmi e la presentazione dei risultati, che, a parte applicazioni particolari, sono ormai esclusivamente costituite da videoterminali (dotati di tastiera e di altri dispositivi, come il mouse, che facilitano l’interazione tra l’operatore e la macchina) e u. di stampa, o stampanti.

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metti a fuoco quelle giuste

L’abuso del termineIndividuazione specifica del tema.

Quando ci è stato chiesto di pensare all’Unità la prima cosa che mi è venuta in mente è stata una frase di una canzone, presa da Aggiungi un posto a tavola che recita più o meno così:

Una formica è solo una formica / Uno zero una nullità / I granelli di sabbia per lei sono montagne / Ma basta che abbia vicino le compagne / E una formica smuove le montagne / Una formica da sola non esiste / ma resiste solo perché sa / che come tante gocce fanno il mare / tante formiche / possono formare / una comunità / Ma se da sola affronta la fatica / Allora si che è solo una formica.

Mi sono da subito reso conto come l’unità sia sempre stata vista come elemento di forza; un popolo unito è veramente in grado di spostare le montagne, basti pensare ai più recenti avvenimenti in Nord Africa.Tuttavia mi sono anche reso conto che esistono vari tipi di unità o più precisamente vari fini. Dal momento in cui accendiamo la televisione, che apriamo un giornale oppure un semplicissimo libro di storia ci ritroviamo davanti popoli, condottieri, guerrieri, dittatori, imperatori, sovrani, attivista, sindacalisti tutti che parlano di unità, che esprimono un loro concetto su questo delicato termine.Ma qual’è dunque la giusta unità? Può l’unità professata da Hitler essere come l’unità di Martin Luther King?Il termine è stato continuamente abusato dalla storia, svalorizzato e ridotto a 5 mere lettere una dietro l’altra.Siamo arrivati ad un punto oggi in cui in pochi riescono a percepire il vero valore di questo termine.Si contano nelle dita quelli che attribuiscono, ancora, un forte potere evocativo a questa parola ormai inflazionata ed abusata dalla società.Il tema pertanto che vado a sviluppare è proprio questo, lo sfruttamento di una parola e la perdità del suo significato corretto a livello sociale.

concept.

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metti a fuoco quelle giuste

Individuazionedell’utente modelloIndividuazione del target e strategia comunicativa.

Utente Modello: Il ragazzo medio,individuabile tra i 17 e i 25 anni di età. Non si interessa molto nè di politica nè di politici, segue la corrente e non si batte per i propri diritti risultando un individuo passivo nel gioco di ruoli della società democratica. Frequenta l’università, magari non lettere - tantomeno filosofia -,oppure l’ha finita da poco affacciandosi sul mercato del lavoro che non sembra avere un posto per lui. Potrebbe addirittura non aver portato avanti gli studi dopo la maturità delle superiori ed ora si ritrova in una qualche fabbrica con il suo bel diploma da perito tra le mani a disegnare schemi informatici o, peggio, a cambiare le ruote di una 500 in un qualche garage meccanico. Sebbene si affacci sul mondo degli adulti vive ancora molto dei ricordi della sua adolescenza, rimpiange i campeggi con gli amici d’estate, le grigliate in riva al fiume, le chiacchierate tra ragazzi incentrate sulle compagne, su quella dalle belle tette e sulle prime esperienze.Allo stesso modo la campagna si rivolge ad adulti che comunque riescono a capire e comprendere la tipologia di messaggio.

Proprio su questi strascichi adolescenziali individuabili negli utenti modello si basa la comunicazione della campagna sull’Unità: un linguaggio malizioso e fresco per un target reduce dalla malizia dell’adolescenza eppur abbastanza grande da capire che non si stà scherzando.

continua

concept.

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metti a fuoco quelle giuste

Utente Modello

Giovane / Adulto

17 anni

Post Adolescenza

Comprensione del linguaggio scelto

Malizioso, provocatorio, fresco, giovanile.

over 25

Esperienza di vita

In grado di comprendere il messaggio,

Individuazione del Linguaggio

concept.

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metti a fuoco quelle giuste

plasmaidee

trasfusioni in caso di b

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MA CHE ROBA E’?concept.

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metti a fuoco quelle giuste

KeywordsParole chiave del progetto.

MALIZIA: malìzia s. f. [dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»]. – 1. a. Tendenza, inclinazione a commettere il male consapevolmente: la m. del demonio; l’intenzione stessa, la volontà di fare il male, di recare danno: agire con malizia. In Dante (Inf. XI, 22-24) la parola è usata in senso ampio per indicare ogni agire volontario e cosciente in danno altrui sia per mezzo di violenza sia per mezzo di frode (contrapposto dunque alla sola incontinenza): D’ogne m., ch’odio in cielo acquista, Ingiuria è ’l fine, ed ogne fin cotale O con forza o con frode altrui contrista; ma nello stesso canto (XI, 82-83) è poi ristretta a indicare la colpa dei fraudolenti, e contrapposta non solo all’incontinenza ma anche alla «matta bestialità», cioè alla violenza: Incontinenza, m. e la matta Bestialitade. b. La conoscenza del male, furbesca e quasi compiaciuta di sé (il contr. di ingenuità, semplicità): è ancora un ragazzone senza m.; non sa che cosa sia la m.; insegnare la m. a qualcuno, smaliziarlo; e quindi la capacità di intuire il male dissimulato, o di alludervi in discorsi all’apparenza innocenti, o il compiacimento di vedere il male anche dove non c’è: ho parlato senza m.; allusioni piene di m.; giudicava con m. quelle premure innocenti. In senso ancor più generico, furberia, astuzia: sur un certo fondo di goffaggine, dipintogli in viso dalla natura, ... balenò un raggio di m., che vi faceva un bellissimo vedere (Manzoni).

PROVOCAZIONE: Atto, comportamento, parola o discorso offensivo o di sfida, che mira a irritare e a provocare una reazione violenta degli altri: non reagire alle p.; con valore attenuato, stimolo intellettuale, invito a riflettere: un discorso che contiene intelligenti p.

DOPPIOSENSO / EQUIVOCO: equìvoco agg. e s. m. [dal lat. aequivŏcus, agg., comp. di aequus «uguale» e tema di vocare «chiamare»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Di voce, locuzione, discorso, ecc., che si prestano a essere intesi in più modi: parole e., una scritta e.; si riconosce da segni non e., chiari, che non ammettono dubbî; anche di parole volutamente ambigue: parlare in modo e., dare una risposta equivoca. b. Nella logica formale, in contrapposizione a «univoco», si dice equivoco il termine che viene usato in riferimento a più cose, con significato completamente diverso (per es. cane, detto dell’animale e della costellazione omonima). c. Nella metrica, rima e., quella formata da parole dello stesso suono ma di diverso significato, per es., La faccia de la donna che qui regge («domina») in rima con E se tu mai nel dolce mondo regge («ritorni»), Dante, Inf. X, 80 e 82;

PREGIUDIZIO: Opinione errata perché concepita non per conoscenza precisa e diretta del fatto o della persona, ma sulla base di voci e opinioni comuni o superstiziose: non ho mai avuto nessun p. contro, verso di lui; hai troppi pregiudizi; giudicare con l’animo sgombro da pregiudizi; è un p. popolare.

concept.

PREGIUDIZIO MALIZIA PROVOCAZIONE DOPPIOSENSO EQUIVOCO Keywords

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metti a fuoco quelle giuste

Individuazione dello SloganIndividuazione del tema.

Date le parole chiave ed individuato l’utente modello a cui rivolgere la campagna pubblicitaria ho cominciato a stendere una lista di azioni/abitudini/luoghi comuni dell’adolescenza fino a creare un parallelismo diretto tra un modo di dire e il tema dell’unità.Ciò che voglio comunicare all’interno di questa campagna pubblicitaria è la svalorizzazione e la perdità d’identità della parola “Unità” in se, focalizzando l’attenzione su quante svariate tipologie di unità possono esistere, positive e negative, e su come tutti noi siamo chiamato a scegliere l’unità di cui vogliamo far parte.L’intera campagna deve portare ad una riflessione spontanea sull’abuso del termine UNITA’, abuso che ha portato ad una svalorizzazione del significato con una necessità piuttosto evidente di distinguere Unità e Unità.

Questo è il punto di partenza su cui ho costruito il parallelismo con il luogo comune dell’adolescenza: la MASTURBAZIONE.

Adolescenza e masturbazione sono il luogo comune per eccellenza e risulta facile lavorare con malizia partendo da un atto che già di per se è malizioso.Pensando alle tante unità che ci vengono proposte e all’abuso di questo termine mi sono ricordato di una frase clichè che in molti, almeno in toscana, si sono sentiti dire da adolescente:

“ Non farti troppe seghe o diventi cieco “

da qui la nascita di un ipotetico slogan:

UNITA’TROPPE FANNO DIVENTARE CIECO

Siamo circondati da troppe “unità”, il termine stesso è continuamente abusato per esprimere l’unione di più persone contro o a difesa di qualcosa/qualcuno e per questo motivo si rischia di diventare ciechi innanzi al vero significato e valore di questa parola.Giocando sulla malizia e dato il target giovane il messaggio mi sembra particolarmente accattivante ed efficace, specie se si rimarca il sottile parallelismo con il modo di dire tramite frasi rafforzative, slogan, gadget.

concept.

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metti a fuoco quelle giuste

Quello che nella prima proposta era il payoff diventa lo slogan portante mentre la frase “ troppe fanno diventare ciechi “ scende in secondo piano.In questo modo il messaggio è più chiaro ed immediato e l’utente comprende subito il messaggio di fondo: troppi modelli d’unità, negativi, neutri e positivi.All’utente il compito di scegliere e focalizzare i modelli più corretti.Inoltre lo stesso titolo è stato modificato trasformando la semplice parola Unità in Unità Sfocate arrivando così allo slogan conclusivo:

Il font scelto è You Can Make Your Own Font, scaricato da dafont.com

UNITA’: METTI A FUOCO QUELLE GIUSTE

UNITA’ SFOCATEMETTI A FUOCO QUELLE GIUSTE

unita sfocate metti a fuoco quelle giuste

concept.MA CHE ROBA E’?SEGHE:

Definizione dello SloganDefinizione del tema.

In seguito ad alcune revisioni siamo giunti alla conclusione che il parallelismo esplicito con il tema delle masturbazione possa essere frainteso in quanto se da un punto di lettura può essere interprentato nell’ottica dell’abuso del termine Unità, dall’altro ne svalorizza il significato e proietta la tematica ad un livello basso e di poco gusto.Da questa riflessione la nascita del nuovo slogan, più diretto ed immediato e di facile lettura relegando il parallelismo con il luogo comune dell’adolescenza ai retroscena interpretativi.

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metti a fuoco quelle giuste

La SfocaturaScelta comunicatica del tema.

Uno degli elementi cardine a livello visivo della campagna e dell’immagine cordinata è la sfocatura, in quanto essa si ripete sia nel manifesto che nel video. La sfocatura rappresenta infatti un nesso con la messa a fuoco del messaggio, focalizzazione che viene richiesta sia per la comprensione che proprio per la visione più chiara del prodotto, sia esso video, immagine.

concept.MA CHE ROBA E’?

MA CHE ROBA E’?GIALLO:

ComunicazioneDefinizione del tema.

BLOG MANIFESTI VARIEIl blog nasce come prima forma comunicativa per la campagna pubblicitaria, un luogo di raccolta d’informazione ed interventi dove si propongono tutte le varie forme di Unità, evidenziando la problematica sull’abuso e la svalorizzazione di questo termine.

Il manifesto ha il compito di pubblicizzare il blog e non è la primaria forma comunicativa per la sensibilizzazione sul tema.

edit: Successivamente è stato creato anche un manifesto per il messaggio che richiama lo stile delle cartoline

Una pubblicazione cartacea che invece si propone di sensibilizzare sul tema dell’unità sono le cartoline.

metti a fuoco quelle giuste, metti a fuoco quelle giuste,

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La campagna sarà composta dà:

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metti a fuoco quelle giuste

LogotipoCostruzione del logo.

Creare il logotipo di un qualcosa che non esiste può essere facile oppure maledettamente difficile. Se si parla di un’azienda che non ha storia e vuole inventarsi in quel momento è facile ideare un logo che rispecchi le caratteristiche future, ma se si deve creare un simbolo che sublimi in se un tema vasto e inflazionato come l’Unità ( senza riferimenti ad un determinato paese ) cominciano a sorgere alcuni problemi.

logo000.jpeg

Nella prima proposta si mantiene l’elemento cerchio ma si perde la sfocatura esplicità cercando di guadagnarla con un tratto disinvolto.

logo001.jpeg

Nella seconda proposta la sfocatura è più evidente e si mantiene l’elemento cerchio.

logo002.jpeg

La proposta definita sposa gli elementi precedentemente individuati per la creazione del logo:Cerchio, Sfocatura e Pixel.

UNITA SFOCATEmetti a fuoco quelle giuste

UNITA SFOCATEmetti a fuoco quelle giuste

UNITA SFOCATEmetti a fuoco quelle giuste

UNITA SFOCATEmetti a fuoco quelle giuste

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CERCHIO VIVAVCITA’ CONTINUITA’ FRESCHEZZA GIOVANILE MOVIMENTO

SFOCATURA DOPPIOSENSO INFORMATICO AMBIGUITA’ ECQUIVOCO PIXEL DIVERTENTE

KeywordsLogo

MA CHE ROBA E’?LOGO:

1 2 3st nd rd

and the winner is....

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UNITA SFOCATEmetti a fuoco quelle giuste

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Layout del BlogCostruzione del Layout.

Il Blog si allaccia alla piattaforma Splinder, di seguito eventuale proposta di header e center nonchè due anteprime sul layout montato e sul blog.

header

center

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metti a fuoco quelle giuste

graphic. overview

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metti a fuoco quelle giuste

HOMEAboutSpotblogLINK

messe a fuoco...

messo a fuoco da tizio caio sempronio

messo a fuoco da tizio caio sempronio

C’è modo e modo di essere uniti

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link categorie

link post

esempio di post

graphic.overview

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ManifestoCostruzione del manifesto.

297 mm

A3

297 mm

A3graphic.

La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo, nell'ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Lo stesso rapporto esiste anche tra la lunghezza minore e la loro differenza

Il manifesto porta tre consigli allo spettatore:

- Seguici su ( link blog )- Metti a Fuoco- Condividi.

Luoghi d’affissione comuni oppure in versione digitale sul web.

INFORMARE SULL’ESISTENZA DEL BLOG.

MA CHE ROBA E’?SEZIONE AUREA:

?How? Where?

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SCHEMA AUREO E APPLICAZIONE DEL MA-1 2 3 4

1

23

4

Linee dello schema aureo Titolo + payoff Logo Zona Informativa

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MANIFESTO NERO RGB: 53, 53, 53

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MANIFESTO ROSSORGB: 227,100,95

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24 unitasfocate

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MANIFESTO VERDERGB: 147, 192, 32

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MANIFESTO BLURGB: 54,169, 225

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CartolineCartoline di sensibilizzazione

Mentre i manifesti hanno il compito di pubblicizzare il blog, queste cartoline sono state create con lo scopo di sensibilizzazione e al tempo stesso pubblicizzare la piattaforma su internet. La scelta grafica per comunicare il messaggio può sembrare fin troppo provocatoria ma rispecchia perfettamente le scelte decise all’inizio del percorso. In analisi una possibile cartolina: l’immagine forte di Hitler è associata ad una citazione rivisitata di Martin Luther King.

DOPPIOSENSO AMBIGUITA’ ECQUIVOCO PROVOCAZIONE IRRIVERENZAKeywords

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CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUL TEMA DELL’UNITA’

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CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUL TEMA DELL’UNITA’

30 unitasfocate

metti a fuoco quelle giuste

©mattiabianchi

[email protected]@gmail.com

ISIAdesignFirenzeCorso di Composizione Grafica

Prof. M.Lovergine

Credits.

MA CHE ROBA E’?LUI:

fin.

mi serviva una pagina bianca.