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UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DELL�INSUBRIA
FACOLTÁ DI MEDICINA E CHIRURGIA
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE
A.A. 2008/2009
INTORNO AGLI 800
Relatore:
Prof. Giuseppe Balsamo
Tesi di:
Amos Bianchi
Matricola n° 704983
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INDICE
1. INTRODUZIONE
2. CENNI STORICI
3. BIOMECCANICA E GESTI TECNICI
DELLA CORSA
4. LA FISIOLOGIA DELL OTTOCENTISTA
5. L�EVOLUZIONE DELL�OTTOCENTISTA DALLE CATEGORIE GIOVANILI ALLE CATEGORIE DI VERTICE
6. L� ALLENAMENTO DELL�ATLETA DI
VERTICE - Vari modelli a confronto
7. RICERCA STATISTICA PER LA PROPENSIONE DELLE QUALITA� VELOCI (400m) O RESISTENTI (1500m) A LIVELLO MONDIALE E ITALIANO (CONFRONTO)
8. CONCLUSIONI
9. BIBLIOGRAFIA
10. RINGRAZIAMENTI
pag. 2 pag. 4 pag. 10 pag. 15 pag. 36 pag. 53 pag. 80 pag. 105 pag. 108 pag. 109
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INTRODUZIONE
Questa tesi nasce per rendere più chiare le acque del difficile e complicato mondo degli ottocento metri nell�atletica leggera. L�ispirazione di questo elaborato nasce da una passione per l�atletica nata e cresciuta in me da sempre e da una pratica sportiva per questa disciplina che è ormai pronta a spegnere la dodicesima candelina. La tesi analizza la specialità principe da me praticata dai primi anni delle categorie assolute fino ad ora, per via delle mie buone qualità lattacide, discrete capacità aerobiche e anche per via della mia conformazione fisica. La specialità degli ottocento è una vera ragnatela di rompicapi per gli allenatori, per via della mescolanza di capacità aerobiche e anaerobiche che si devono amalgamare alla perfezione in alternanza tra i vari allenamenti, senza escludere nessuna qualità organica, ma cercando di svilupparle insieme, in modo che i valori non siano troppo impari. Questa specialità è già stata studiata in lungo e in largo da molti, al fine di scoprire quale sia la qualità organica che prevale sull�altra e perciò quale sia la metodologia di allenamento più adatta e quale tipo di atleta sia il più predisposto a correre gli ottocento metri. In questo elaborato prenderò spunto da molti studi di fisiologia svolti negli ultimi anni, in merito a svariati metodi di allenamento e a diverse tipologie di atleti. In seguito andrò ad osservare il percorso evolutivo di un atleta di mezzofondo, analizzando, in primo luogo, come predisporre un giovane a questa disciplina e quali basi dargli per garantirgli una crescita in questo sport, per poi arrivare all�analisi di un atleta evoluto, che ha raggiunto le sue massime prestazioni. Poi analizzerò i diversi modelli di allenamento adottati dalle varie nazionali e il loro differente approccio alla distanza degli ottocento metri. Infine svolgerò un lavoro statistico per vedere quali atleti arrivano in finale nelle grandi competizioni (mondiali,europei, olimpiadi) in base ai
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loro personali nei quattrocento e millecinquecento metri ( o comunque distanze inferiori e superiori alla distanza degli ottocento metri). Questo lavoro ha l�obiettivo di scoprire se è favorito un atleta con caratteristiche veloci, che perciò utilizza con maggior predominanza il meccanismo lattacido, o un atleta con caratteristiche resistenti, che perciò utilizza maggiormente il meccanismo aerobico.
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CENNI STORICI La parola atletica deriva etimologicamente dal latino athlçtica (sottinteso artem 'tecnica') da athlçta che a sua volta deriva dal greco athletès da athlos 'lotta'. La tradizione atletica del mondo classico, oltre ad essere all�origine dello sport moderno, è per gli occidentali e per noi italiani in particolare, storia e tradizione, dunque parte integrante della nostra cultura millenaria. La pratica dell�Atletica e di tutte le altre attività fisiche era legata alla sfera religiosa, ovvero gli agoni erano parte integrante dell�aspetto sacro e della sua ritualità, e come tali erano intesi e vissuti in quanto i partecipanti erano alla ricerca dell�eccellenza, della vittoria, per primeggiare ed avere un rapporto privilegiato col dio. Infatti i vincitori, in particolare quelli dei giochi olimpici, erano considerati esseri divini. In questa parte introduttiva si farà un accenno alle discipline che si svolgevano negli agoni ellenici, per poi illustrare le discipline proprie dell�atletica, delineandone, ove possibile, l�origine, e illustrandone le caratteristiche tecniche e di svolgimento. Si accennerà anche ai principali agoni che si svolgevano nell�antica Grecia, di cui successivamente si delineerà una breve storia, dagli aspetti rituali a quelli organizzativi. Possiamo definire gli antichi Greci i padri dell�Atletica moderna, in quanto per primi stabilirono ed in un certo senso canonizzarono le regole delle diverse gare e tutto questo a partire dal 776 a.C., anno in cui si celebrarono le prime Olimpiadi. Accanto ai Giochi Olimpici, vi erano altre feste dove si svolgevano giochi panellenici, a sottolineare l�importanza degli agoni sportivi. I principali erano i Giochi Pitici, che si svolgevano a Delfi durante le feste pitiche, i Giochi Istmici, che si svolgevano presso il santuario di Poseidone vicino Corinto, i Giochi Nemei, che si svolgevano nella Valle Nemea nell�Argolide settentrionale e i Giochi Panatenaici, che si svolgevano ad Atene durante la festa delle Panatenee. Il bisogno di misurarsi è stato sempre insito nell�uomo e la corsa è stata sicuramente uno dei primi, se non addirittura il primo,
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modo di confrontarsi fra gli uomini. Nell�antica Grecia la pratica dell�atletica, come delle altre discipline, aveva un carattere sacrale, intimamente legato alla guerra in quanto imitazione di essa, fondamentale nell�educazione della mente e del corpo. Di questo aspetto ce ne dà testimonianza Omero nell�Iliade, quando descrive i Mirmidoni di Achille che �si dilettavano nel disco, nel giavellotto e nel lancio delle frecce� (Iliade, II, vv. 773-774). Inoltre va ricordato che lo stesso Omero definisce Achille, il principale eroe della guerra di Troia, nonché il guerriero più forte, �piè veloce� a volere indicare il suo primeggiare anche nella corsa. Le principali competizioni erano la Corsa, il Salto, i Lanci, il Péntathlon. Accanto a queste discipline vi erano il Pugilato, il Pancrazio ovvero la lotta, le gare ippiche e le gare di araldi, classiche discipline olimpiche. Vanno inoltre ricordate altre competizioni che si svolgevano negli altri giochi, come le gare poetiche, molto importanti alle Pitiche, oltre a concorsi letterari, musicali e gare di danza. Per quanto riguarda la corsa vi erano diverse gare, che prendevano il nome dalla distanza da coprire. Le principali gare di corsa erano lo Stàdion, il Dìaulos e il Dòlichos, che erano le classiche discipline olimpiche, visto che si svolgevano ad Olimpia. Insieme ad esse vanno ricordate l�Ippios dromos, l�Oplitodromìa e Lampadedromìa; infine lo Stàdion femminile, che si svolgeva solo alle Heraia, le feste in onore di Era che si svolgevano ad Olimpia. Lo Stàdion era una gara di velocità che si svolgeva sulla distanza dello stàdion, appunto, che differiva da agone ad agone (circa 200m). È dal nome di questa gara che prende il nome l�odierno stadio. Ad Olimpia lo stàdion misurava 192,27m; ai giochi Pitici misurava 177,50m; ad Epidauro misurava 181,30m, mentre a Pergamo 210m. La gara consisteva nel percorrere la lunghezza dello stadio, partendo solitamente da una linea tracciata sul terreno o da una lastra di pietra detta balbìs, ed era disputata da tre categorie, ragazzi, efebi, adulti. La partenza, da fare in piedi, veniva data con uno squillo di tromba, mentre la falsa partenza veniva punita con una bastonata. Lo stàdion rivestiva un importantissimo ruolo rituale, soprattutto perché gli atleti
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si contendevano il privilegio di accendere il fuoco dell�altare di Zeus Olimpio. Questa fu la prima gara olimpica e rimase l�unica fino alla XIV olimpiade (724 a.C.). Il Diaulos è il doppio stàdion, dunque corrisponde agli attuali 400m. Essa venne introdotta nella XIV olimpiade a fianco allo stàdion e la sua origine è legata alla cerimonia iniziale, in cui gli araldi percorrevano lo stadio una volta per invitare il pubblico al rito, poi ritornavano indietro per annunciare l�inizio della festa e degli agoni. Infatti la gara si svolgeva partendo nelle stesse modalità dello stàdion, poi si girava intorno al traguardo della gara più breve per poi arrivare alla linea di partenza. Il Dòlichos è una gara di corsa prolungata, dunque una gara di resistenza, o meglio di mezzofondo, di cui non si conosce la distanza precisa, in quanto le fonti ne citano diverse, dai 7 ai 24 stàdia, ovvero da 1,35km a 4,6km. Doveva svolgersi nelle stesse modalità del diaulos. Al giorno d�oggi definiremmo l�Ippios dromos una gara di mezzofondo veloce, in quanto si svolgeva sulla distanza di 4 stàdia, circa 800m. L�Oplitodromìa, invece, era la corsa in armi, in cui gli atleti correvano con scudo, elmo e schinieri, sulla distanza del diaulos. La Lampadedromìa era una staffetta che si svolgeva alle Panatenee partendo dall�ara di Prometeo, vicino l�Accademia, fino all�Acropoli: il cosiddetto testimone era una fiaccola accesa al fuoco dell�ara. Infine lo Stàdion femminile si svolgeva su una distanza corrispondente a circa 160m, 5/6 di uno stàdion.
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L'atletica moderna diciamo fu una "scoperta" anglosassone, infatti tutte le distanze e l�altezza degli ostacoli derivano dal sistema metrico anglosassone, se no non staremo qui a parlare di 800 m ma del chilometro, dei 1.000 m! I due giri di pista sono infatti diretti discendenti delle 880 yards (per la precisione 804,67 m) cioè del mezzo miglio, una delle specialità più praticate dagli anglosassoni agli inizi del 1800 dopo il miglio e lo sprint (100 yards). In quel periodo le gare di atletica erano paragonabili alle gare ippiche: ghiotte occasioni per gli scommettitori! Per questo gran parte degli specialisti erano veri e propri professionisti. Bisognerà aspettare la seconda metà dell'800 per vedere emergere il mondo "dilettantistico", composto di gente che non poteva allenarsi a tempo pieno a causa di altri impellenti impegni, in primis il lavoro e la famiglia. Ma raccontiamo la storia del doppio giro di pista. Il primo risultato storicamente accertato risale al 1830 quando un certo Wood (del quale non si sa niente) percorse 880 yards in 2'06". Fu un record che resistette per ben 13 anni finchè non venne abbattuto da Harold Reed per un secondo. Lo stesso Reed fece meglio l'anno successivo (siamo nel 1854) diventando il primo nella storia a scendere sotto i due minuti, chiudendo la sua prova in 1'58". Reed era un ottimo quattrocentista, cosiccome specialisti della velocità era anche James Nuttal che nel 1867 chiuse in 1'53"75. Questo atleta, che passò gradatamente dalle 300 yards alle 600 alle 880 rivoluzionò la mentalità del periodo: oggi siamo abituati a intendere gli 800 m come una gara di velocità prolungata, ma allora non era cosi. Le 880 yards erano considerate come una gara di fondo, ma da quel momento si iniziarono a registrare gli ottimi tempi degli sprinter (o degli ex-sprinter) e si modificarono approcci e tecniche di allenamento per questa specialità. Dopo Nuttal bisognerà aspettare 17 anni per vedere un miglioramento. Il suo tempo venne abbattuto dall'irlandese Thomas Malone (1'53"00) dopodiché calò il sipario nel mondo del professionismo. Per più di un lustro non si registrarono tempi apprezzabili sulle 880 yards (o 800 m) tant'è vero che in occasione dei primi giochi olimpici di Atene l'australiano Falck chiudette con un modesto 2'12. Bisognerà aspettare Montreal per vedere un
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buon risultato: 1'52"40 ad opera dell'italiano Emilio Lunghi. Come accennato, il mondo dilettantistico iniziò ad esprimersi nella seconda metà dell'800. Il primo dilettante fu l'irlandese George Farrow che chiuse le 880 yards in 2'12. Fu un inglese, un certo Charles Mason, a scendere per primo sotto i 2 minuti. E' curiosa la rilevazione dell'approccio dei dilettanti alle 880 yards: pare che percorressero le prime 440 yards a ritmi proibitivi per poi cercare di cedere il meno possibile nella seconda metà della gara! Era il lontano 1800... cambieranno le distanza, i tempi, gli allenamenti, ma la mentalità rimane sempre la stessa! Il 1900 è il secolo della "caccia all'1'50" sugli 800. Dal 1912 con la nascita della IAAF per parlare di risultati ufficiali e di primato del mondo. I tempi che si registravano sulle 880 yards venivano considerati valevoli anche sulla distanza degli 800 m, sottraendo un differenziale medio di 7 decimi di secondo. L'atletica si stava espandendo e non dovevano essere le diverse unità di misura a rendere incomparabili i risultati! Il primo nome sull'albo d'oro della IAAF sugli 800 m lo scrisse James Meredith che chiuse in 1'51"90 mentre il primo a scendere sotto il minuto e cinquanta fu Benjamin B. EASTMAN (USA) 1934 Princeton 1:49.8 min. Successivamente si ebbe un altro periodo di stasi fino a Marcello Fiasconaro e Alberto Juantorena, due grandissimi ottocentisti che nella seconda metà degli anni �70 se le diedero di santa ragione. Pare che la spuntò il cubano (discepolo di Fidel Castro), considerato uno dei più grandi ottocentisti di tutti i tempi. In un�intervista rilasciata in quel periodo dichiarò che la sua grande ambizione era quella di chiudere gli 800 m in 1�42�. Non ce la fece. Non riuscì a limare un secondo di troppo. Ci riuscì dopo di lui Sebastian Coe, un inglese, che scese addirittura a 1�41�73 a Firenze nel 1981. Il resto è storia più o meno recente con il grande Wilson Kipketer che migliorò tale prestazione per una questione di centesimi di secondo.
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800 METRI Progressione del record del mondo TEMPI MANUALI: Benjamin B. EASTMAN (USA) 1934 Princeton 1:49.8 min Glenn V.CUNNINGHAM (USA) 1936 Stockholm 1:49.7 min Elroy ROBINSON (USA ) 1937 New York 1:49.6 min Sydney WOODERSON (GBR) 1938 London 1:48.4 min Rudolf HARBIG (GER) 1939 Milano 1:46.6 min Roger MOENS (BEL) 1955 Oslo 1:45.7 min Peter G. SNELL (NZL) 1962 Christchurch 1:44.3 min David J. WOTTLE (USA) 1972 Eugene 1:44.3 min Marcello FIASCONARO (ITA) 1973 Milano 1:43.7 min TEMPI ELETTRICI: Peter G.SNELL (NZL) 1960 Roma 1:46.48 min ( 52.5 s , 54.1 s) Wilson KIPRUGUT (KEN) 1968 Mexico - H 1:46.17 min ( 51.1 s , 55.0 s) Ralph DOUBELL (AUS) 1968 Mexico - SF 1:45.78 min ( 52.5 s , 53.2 s) Ralph DOUBELL (AUS) 1968 Mexico - F 1:44.40 min Alberto JUANTORENA ( 1976 Montreal 1:43.50 min ( 50.85 s 52.65 s) Alberto JUANTORENA (1977 Sofia 1:43.44 min ( 51.44 s 52.0 s) Sebastian N. COE (GBR) 1979 Oslo 1:42.33 min 24.6 s 26.0 s (50.6 s) Sebastian N. COE (GBR) 1981 Firenze 1:41.73 min 24.4 s 25.3 s (49.7 s) Wilson KIPKETER (KEN) 1997 Stockholm 1:41.73 min Wilson KIPKETER (KEN) 1997 Zurich 1:41.24 min Wilson KIPKETER (KEN) 1997 Köln 1:41.11 min
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BIOMECCANICA E GESTI TECNICI FONDAMENTALI BIOMECCCANICA DELLA CORSA Discutiamo solo della biomeccanica della parte inferiore del gesto della corsa, cioè solo della parte che dà una vera e propria spinta per la locomozione. Partendo da una posizione eretta del corpo, il movimento inizia con una fase di volo dell�arto, cioè con la flessione della coscia sul bacino, che non dipende soltanto dalla forza di contrazione dei flessori: m. retto femorale, m. ileo psoas, m. tensore della fascia lata, m. sartorio, e in modo meno efficace m. piccolo gluteo (parte anteriore) e m. pettineo, ma in misura notevole anche dalla posizione del ginocchio e dall�allungamento dei muschi ischio crurali che essa comporta. L�inclinazione massima della coscia, riferita rispetto alla perpendicolare al terreno, sarà di circa 75/80°. Dopo la flessione della coscia sul bacino, avviene l�estensione della gamba propriamente detta, che è svolta unicamente dal m. quadricipite femorale, il quale con una grandissima forza di contrazione estende la gamba fino a 160/170° di apertura. Durante la fase di volo vi è una fase di precarico del piede (flessione dorsale), ad opera del m. tibiale anteriore, del m. estensore lungo delle dita, del m. peroniero terzo e del muscolo estensore dell�alluce. Poco prima di prendere contatto con il suolo avviene la flessione plantare, ad opera della contrazione soprattutto del m. gastrocnemio e del m. soleo, mentre i m. flessori lunghi delle dita e dell� alluce, il m. tibiale posteriore e i m. peronieri breve e lungo servono più che altro a stabilizzare il piede. Grazie alla flessione plantare avviene, finita la fase di volo, la fase di ammortizzamento, con la gamba in appoggio che avrà un angolo con la coscia di circa 140°. A questo punto, tutta la spinta della fase di locomozione ad opera del tricipite della sura fa scorrere la gamba sotto la perpendicolare del corpo, mentre i muscoli ischio crurali estendono l�articolazione dell� anca. Questa si chiama fase di sostegno.
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Dopo di che vi è l�estensione della coscia, che dà inizio alla fase di spinta, che avviene con la contrazione del m. grande gluteo e del m. grande adduttore (che è la colonna portante del movimento e funge come base d� appoggio), mentre sono sinergici a questi due muscoli il m. semimembranoso, il m. semitendinoso, il m. medio gluteo (parte posteriore), il m. bicipite femorale (capo lungo) e il m. quadrato del femore. Importante è non arrivare mai a un� iperestensione dell� arto, cioè nel momento del distacco del piede da terra dopo il rimbalzo, il ginocchio deve essere leggermente piegato (intorno ai 168° gradi circa). Iperestendere è un doppio errore: in primo luogo perchè completando l�estensione, si compie un movimento volontario più lento di un movimento reattivo e in secondo luogo perchè si provocherebbe l�anteroversione del bacino e la discesa del ginocchio dell�altro arto. Infine avviene la flessione della gamba sulla coscia, grazie alla contrazione del m. semimebranoso, del m. semitendinoso, del m. bicipite femorale, del m. gracile e del m. sartorio. Dopo di che il ciclo della corsa ricomincia.
ARTICOLAZIONI COINVOLTE Le articolazioni in gioco nella corsa sono l�articolazione dell� anca, dove è molto importante una grande mobilità, per garantire una migliore fluidità del gesto e permettere alle ginocchia di salire più facilmente. L�altra articolazione è quella del ginocchio, che, grazie alla linearità della corsa, è in gioco solo nella fase di estensione della gamba e non compie perciò grandi torsioni; è sollecitato leggermente solo nella fase della corsa in curva. Un�altra articolazione dove invece la mobilita è fondamentale, perchè deve essere capace di rispondere efficacemente sia alla fase di ammortizzamento, che alla fase elastica di spinta, è l� articolazione talocrurale e subtalare. Infine, ma non meno importanti, sono le articolazione delle falangi del piede, soprattutto quella dell� alluce, dove si conclude la spinta da parte del piede, dopo aver compiuto su di esso una sorta di rullata.
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LA TECNICA DI CORSA DELL�OTTOCENTISTA La tecnica di corsa in generale è un�azione ciclica coordinata di gambe e braccia e un gesto tecnico globale, che prevede l�utilizzo di tutto il corpo, in modo fluido e decontratto. Più nello specifico gli ottocento metri prevedono, dopo un breve tratto di accelerazione, un corsa che tende ad essere il più costante possibile, per ottenere il miglior risultato e per ritardare più possibile la crisi lattacida, che comprometterebbe così la prestazione; in realtà si è potuto notare che nella maggior parte delle competizioni i primi 200/300 m sono più sostenuti mentre nei restanti 500/600 m si ha un continuo lieve decremento fino all� arrivo. Questo serve per avere subito una miglior brillantezza di corsa e non appesantirsi su ritmi lenti, per cercare fin dall�inizio un ritmo veloce e soprattutto per un fattore mentale. Il gesto tecnico dell� ottocentista è un tipo di corsa dove c�è una buona componente di forza; questo si può notare dall�analisi del movimento delle anche in corsa. Se si immagina un atleta in posizione eretta e dalle anche si fa partire una retta parallela al terreno, si può vedere che il bacino si troverà, in modo alternato alle spinte in corsa dell�atleta, molto al di sotto o molto al di sopra della retta, a differenza di una corsa di un maratoneta dove le anche dovranno essere il più possibile su questa retta immaginaria, per evitare dispersioni di forza. Questo fatto è dovuto soprattutto alla spinta dei piedi, cioè alla forza della gamba, più precisamente del tricipite della sura, di flettere il piede e del tibiale anteriore di precaricare il piede (flessione dorsale). Inoltre, in questi anni sono stati compiuti degli studi sulla conformazione del piede stesso, ricavando che gli atleti aventi un cavismo del piede e un calcagno leggermente più sporgente, hanno dei risultati migliori di elasticità di spinta del piede stesso, siccome il legamento plantare lungo, funzionando come una corda d� arco, al contatto con il suolo ha un maggior precaricamento, perciò una miglior spinta. Negli ottocentisti è importante avere piedi forti e buoni, perché sia la gara che i ritmi gara e i lavori fatti in allenamento, sono svolti con la spinta dell�avampiede. Infatti, sarebbe meglio che il tallone non avesse
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contatto con il suolo, perché questo vorrebbe dire che la spinta sarebbe poco reattiva e elastica, perché inizialmente frenata e smorzata dall� appoggio del tallone. Non meno importante è, poi, una corsa effettuata con le ginocchia che salgono in fase di flessione della coscia sul bacino di circa a 75/80° rispetto alla perpendicolare al terreno. Con l� arto oscillante, invece, è importante che l�estensione della gamba non venga effettuata in modo così esponenziale come dai velocisti; negli ottocentisti il piede va in presa sul terreno non facendo estendere completamente il ginocchio, ma lasciandolo leggermente flesso, in modo da evitare un grande dispendio energetico. Un altro aspetto da considerare è che il piede, finita la spinta, quando si stacca da terra, non deve essere disperso troppo per dietro-alto, perché costerebbe molte energie il suo richiamo. Esso dovrebbe quasi essere calciato sotto i glutei, per poi essere quanto prima richiamato. Un altro particolare importante che deve essere curato nel gesto tecnico della corsa è la coordinazione braccia-gambe. Le braccia nel gesto della corsa non sono da sottovalutare soprattutto se la corsa è intensa. Lo slancio delle braccia, infatti, è fondamentale per non creare sbilanciamenti nella parte inferiore. Grazie al loro slancio verso l�alto facilitano la salita degli arti inferiori perché il nostro corpo è come se fosse una catena con tanti anelli comunicanti tra loro e proiettando la nostra parte superiore, slanciata e inclinata verso l� alto/avanti, aiutiamo anche la nostra parte inferiore a salire e essere più brillante. Un ultimo appunto sulla tecnica è che sia il gesto della parte inferiore che quello della parte superiore devono essere svolti nel modo più lineare possibile. La parte inferiore non deve avere troppe dispersioni laterali e nella parte superiore le braccia non devono incrociare verso l�interno o verso l�esterno, perché la corsa è uno sport che tende alla maggior linearità. Bisogna portare, quindi, tutto il nostro corpo in avanti, nel modo più lineare possibile. Un�altra esercitazione importante, che viene svolta più che altro durante lavori impegnativi di potenza aerobica e lattacida, è quella di cercare di correggere i gesti di braccia, frequenza, ampiezza e altezza
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delle ginocchia (in poche parole l� assetto di corsa), ma soprattutto la postura delle spalle, che tendono ad arretrare quando si è più stanchi, perdendo cosi la spinta sui piedi. Questo succede nelle ultime esercitazioni, quando il corpo entra in �crisi lattacida�, cioè il limite di sopportazione di acido lattico del muscolo. È proprio questo, infatti, il momento in cui l� atleta si scopone, non correndo più con una tecnica corretta, compiendo movimenti dispersivi. Queste correzioni dovranno in seguito essere comprese dall�atleta e memorizzate nello schema corporeo conscio, in modo che sui finali di gara corra nel modo più corretto possibile. Ovviamente per queste esercitazioni è importantissimo l� aiuto esterno del proprio allenatore.
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LA FISOLOGIA DELL� OTTOCENTISTA
Partendo dal presupposto che, se l�adattamento di due atleti diversi allo stesso stimolo è differente, anche a parità di efficienza esterna, si può affermare che occorre ricercare il più possibile la soggettività dell�allenamento e la personalizzazione dei mezzi. Detto questo si capisce fin da subito che esistono ben due categorie di ottocentisti: quelli con qualità veloci, che perciò arrivano dalla distanza inferiore (i 400 m) e quelli con qualità resistenti provenienti da distanze superiori (come i 1500 m). Questi atleti, perciò, anche praticando la stessa specialità, hanno caratteristiche organiche completamente diverse e, perciò, al contrario di quello che potrebbe pensare un normale osservatore, essi sviluppano e allenano le loro qualità con metodi e carichi di diverso tipo.
Prima di indirizzare un atleta a questa specialità bisognerà, perciò, valutare i seguenti punti:
il rapporto meccanica/qualità organiche della corsa;
l�interazione e la differenza di intervento dei sistemi energetici alle varie velocità di corsa;
il potenziale delle componenti centrali della resistenza e la loro effettiva utilizzazione periferica;
gli ambiti personali di efficienza di corsa alle diverse velocità;
i punti forti e le carenze personali;
la valutazione prestativa accostando tempi e gare a parametri fisiologici.
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Meccanismo aerobico
E� il meccanismo energetico che necessita la presenza di ossigeno nel muscolo e che utilizza come substrati metabolici gli zuccheri (glucosio/glicogeno), i grassi (acidi grassi liberi) ed in piccola parte aminoacidi. Queste molecole, attraverso una lunga serie di reazioni biochimiche (ciclo di Krebs), vengono demolite totalmente fino ad arrivare ad anidride carbonica ed acqua, producendo l�energia necessaria alla resintesi dell�ATP.
GLUCOSIO + OSSIGENO ANIDRIDE CARBONICA + ACQUA +
ENERGIA
ACIDI GRASSI + OSSIGENO ANIDRIDE CARBONICA + ACQUA
+ ENERGIA
Componenti aerobiche centrali e periferiche
L�efficienza del sistema aerobico dipende dalle sue due componenti:
COMPONENTI AEROBICHE CENTRALI: legate agli organi ed apparati dell�organismo grazie ai quali l�ossigeno viene portato ai muscoli. I fattori limitanti dipendono dal sangue (emoglobina) e dalla gettata cardiaca (gett.sistolica x freq.cardiaca).
COMPONENTI AEROBICHE PERIFERICHE: tipiche del muscolo. (capillari, tipo di fibre, mioglobina, mitocondri, enzimi).
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Meccanismo anaerobico
METABOLISMO ANAEROBICO ALATTACIDO
Nel muscolo, come in altre cellule, esiste una riserva importante di gruppi fosforici attivi chiamata fosfocreatina o creatina fosfato (CP) o fosfageno. La creatina fosfato si forma nel muscolo a riposo associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico. Quando il corpo necessità immediatamente di grandi quantità di energia la fosfocreatina dona il suo gruppo fosfato alla ADP secondo la seguente reazione:
PC + ADP = C + ATP dove: PC = CREATINA FOSFATO sintetizzata a riposo nel muscolo scheletrico associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico. L'enzima che catalizza la reazione è la creatinchinasi. Nel meccanismo anaerobico alattacido l'ossigeno non interviene e proprio a questa caratteristica si deve l'aggettivo "anaerobico". Anche la produzione di acido lattico è assente ed è per questo che il termine anaerobico viene affiancato dall'aggettivo "alattacido" Il sistema anaerobico alattacido ha una latenza molto breve, una potenza elevata ed una capacità estremamente ridotta. Le riserve di fosfocreatina, infatti, si esauriscono rapidamente (circa 4-5 secondi). Tali riserve variano comunque da soggetto a soggetto ed aumentano con l'allenamento. Durante l'attività muscolare intensa e di breve durata, il decremento della forza sviluppata è direttamente collegato al depauperamento delle riserve muscolari di fosfocreatina. Lo sanno bene i centometristi che negli ultimi metri vedono inesorabilmente calare la propria velocità di punta .
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ATP e fosfocreatina stivate nei muscoli vengono usate contemporaneamente nel corso di sforzi brevi ed intensi. Nel complesso danno una autonomia energetica di 4-8 secondi.
METABOLISMO ANAEROBICO LATTACIDO
Questo sistema energetico non utilizza ossigeno. Nel citoplasma delle cellule il glucosio muscolare viene trasformato in acido lattico attraverso una serie di 10 reazioni catalizzate da enzimi. Il risultato finale è la liberazione di energia che viene utilizzata per la resintesi di ATP.
ADP + P + Glucosio = ATP + Lattato Dal momento che il piruvato in presenza di O2 partecipa alla produzione di ATP la glicolisi è anche la prima fase della degradazione aerobica dei carboidrati. La disponibilità di O2 nella cellula determina l'entità dei processi metabolici aerobici ed anaerobici. La glicolisi diviene anaerobica se: scarseggia nei mitocondri l'ossigeno per accettare gli idrogenioni prodotti dal ciclo di Krebs. Se il flusso glicolitico è troppo rapido, ovvero se il flusso di idrogeno è maggiore della possibilità di trasporto dal citoplasma in sede intramitocondriale per la fosforilazione (eccessiva intensità di esercizio e dunque richiesta di ATP). Se sono presenti nei muscoli isoforme di LDH che favoriscono la conversione di piruvato in lattato tipico delle fibre veloci.
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PERCENTUALE DI LAVORO AEROBICO NELLE PROVE DI
MEZZOFONDO E FONDO
Distanza
m
LAVORO AEROBICO %
min max
800 36,3 � 61,4%
1500 53,5 � 78,9%
5000 85,6 � 94,5%
10000 93,8 � 97,7%
MARATONA > 98,6%
Arcelli E. (1976)
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Distanza
m
LAVORO AEROBICO %
800 57%
1500 76%
5000 93%
10000 97%
MARATONA 99%
After Martin, D.E. & Coe,P.N. 1991
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CONTRIBUTO ENERGETICO DEI SISTEMI
ANAEROBICO/AEROBICO DURANTE ESERCIZIO FISICO
MASSIMALE
TEMPO (SEC) % ANAEROBICO % AEROBICO
0 � 10 94 6
0 � 15 88 12
0 � 20 82 18
0 � 30 73 27
0 � 45 63 37
0 � 60 55 45
0 � 75 49 51
0 � 90 44 56
0 � 120 37 63
0 � 180 27 73
0 � 240 21 79
Gastin e Spencer (2001)
In queste tabelle, prodotte da diversi fisiologi, bisogna considerare che ttra un atleta e l�altro il contributo aerobico della spesa energetica può variare di qualche punto percentuale. Le differenze potranno essere tanto maggiori quanto meno validi sono i tempi ottenuti.
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VELOCITA� SOGLIA AEROBICA E� la massima velocità sostenibile senza riscontrare un significativo aumento del lattato ematico basale (1,8/3,2 mmol/l). E� fissata convenzionalmente a 2 mmol/l. Questa velocità è inferiore del 5% circa rispetto a quella di soglia anaerobica (Arcelli-Canova). E� la velocità teorica alla quale un atleta ben preparato può correre l�intera maratona. I substrati metabolici utilizzati a questa velocità dal meccanismo aerobico sono una miscela di acidi grassi (25%) e glicogeno (75%).
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VELOCITA� SOGLIA ANAEROBICA E� la velocità massima alla quale esiste ancora un equilibrio tra il lattato prodotto e quello smaltito. Convenzionalmente è fissata a 4 mmol/l (Mader) , ma mezzofondisti veloci ben preparati possono arrivare anche a valori di 6/7 mmol/l (Arcelli Dotti 2001). E� possibile mantenere la velocità di S.A. per un tempo che varia da circa 30� fino ad un ora per specialisti del fondo ben preparati. A questa velocità il meccanismo aerobico utilizza quasi esclusivamente glicogeno come substrato metabolico.
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VELOCITA� AEROBICA MASSIMA E� la velocità che corrisponde al massimo consumo di ossigeno. Convenzionalmente è fissata a 8mmol/l. E� possibile mantenere la velocità aerobica massima per circa 7�/8� ed è quindi altamente correlata con la velocità dei 3000m. A questa velocità è rilevante anche l�impegno del meccanismo anaerobico lattacido. Viene utilizzato esclusivamente glicogeno come substrato metabolico.
FORMULA
Vamax = VO2 Max-VO2 Riposo (ml.kg ¯ ¹ s¯ ¹) Costo energetico della corsa (ml.kg ¯ ¹ s¯ ¹) VO2 RIPOSO = 0,083 ml.kg ¯ ¹ s¯ ¹ (5,0 ml.kg ¯ ¹ min¯ ¹) C� = VO2-VO2 riposo (ml.kg ¯ ¹ s¯ ¹) = Costo energetico della corsa V (m s¯ ¹) ESEMPIO
A 20 km/h (5.56 m s¯ ¹), VO2 = 68 ml. kg ¯ ¹ min¯ ¹ VO2 Max = 1,133 ml kg ¯ ¹ s¯ ¹ C = 1,133-0,083 = 0,189 ml. kg ¯ ¹ min ¯ ¹ 5,56
VO2max = 78,9 ml. kg ¯ ¹ min ¯ ¹ = 1,315 ml kg ¯ ¹ s¯ ¹
Vamax = 1.315 ml kg ¯ ¹ s¯ ¹ - 0,083 ml.kg ¯ ¹ s¯ ¹ = 6.52 m s¯ ¹
0,189 ml. kg ¯ ¹ min ¯ ¹
In questo esempio si considera quindi un atleta che presumibilmente dovrebbe correre un 3000 m in 7�42�.
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RAPPORTO TRA VA Max E VELOCITÀ DI GARA
800m 120%
1500m 108% Mezzofondo veloce
3000m 100%
5000m 95% Mezzofondo prolungato
10000m 90%
Ora 85%
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INTERVENTO DELLE FIBRE MUSCOLARI ALLE VARIE VELOCITÀ
VELOCITA� < SOGLIA AEROBICA ESCLUSIVAMENTE STF
VELOCITA� SOGLIA AEROBICA STF, poche FTO
VELOCITA� SOGLIA ANEROBICA STF, alcune FTO, poche FTG
VELOCITA� 5000m STF, FTO, anche FTG
VELOCITA� 800m STF, FTO, molte FTG
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Test fisiologici
I test fisiologici possono contribuire a: Identificare i talenti; Identificare le caratteristiche fisiometaboliche personali; Monitorare lo stato di forma.
Inoltre possono anche aiutare a: Supportare l�allenatore nella metodologia dell�allenamento; Controllare l�allenamento (carico interno); Motivare l�atleta.
Come tutte le cose, però, anche i test fisiologici hanno il loro lato negativo che colpisce soprattutto l�aspetto psicologico dell�atleta. Infatti, potrebbe capitare che l�atleta, vedendo i risultati dei test, si convinca che quello è il suo massimo, il suo limite e perciò non sia motivato ad andare oltre per cercare di raggiungere uno step successivo. Un approccio scientifico alla metodologia dell�allenamento permette, attraverso l�analisi delle relazioni esistenti tra prestazione e fattori fisio-metabolici, l�individualizzazione e l�ottimizzazione del carico allenante. Nei test fisiologici si può notare che, a bassa intensità, gli atleti non mostrano grandi e significative differenze, mentre ad alte intensità la risposta è decisamente più personale e soggettiva a seconda della caratteristiche fisiologiche, tecniche e meccaniche. Se è differente l�adattamento allo stesso stimolo, anche a parità di efficienza esterna, significa che occorre ricercare il più possibile la soggettività dell�allenamento e la personalizzazione dei mezzi.
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VARI TEST DI VALUTAZIONE
TEST DEL LATTATO
� Distanza da percorrere1200-2000m per almeno 5 step (pausa 60�);
� Variazione di velocità x step: 2-10 sec/km (velocità regolata da markers e �lepre� sonora);
� Prelievo capillare x Lattato e registrazione continua FC; � Elaborazione dati e discussione con atleta e allenatore dei dati.
1,2 mml/l
1,9 mml/l
2,7 mml/l
4,8 mml/l
7,1 mml/l
164
176
182
187
192
0
2
4
6
8
10
14,5 15,0 15,5 16,0 16,5 17,0 17,5 18,0 18,5 19,0 19,5155
160
165
170
175
180
185
190
195
lattato
Fc
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PER DETERMINARE LA VELOCITÀ AEROBICA MASSIMA
TEST F. BRUE
Corsa in progressione ad esaurimento aumentando la velocità di 0,3
Km/h ogni 30��. La velocità tenuta nell�ultimo step di 30� portato a
termine può essere considerata la Vamax teorica.
TEST GACON
Si alternano 45� di corsa a 15� di sosta. Ad ogni step si aumenta la
velocità di 0,5 km/h. Il test si interrompe quando l�atleta, per due
frazioni successive, non riesce a seguire la velocità stabilita. La velocità
dell�ultima frazione portata a termine regolarmente rappresenta la
Vamax teorica.
TEST CONCONI
Parametri rilevati
Nel protocollo del Test Conconi si mettono in relazione due variabili,
FC\V:
- FC = Frequenza Cardiaca
- V = Velocità di Corsa
Il Test Conconi è un Test Incrementale Massimale. I soggetti partono da una velocità iniziale relativamente contenuta e, a intervalli regolari, aumentano costantemente il ritmo di corsa, sino ad effettuare nelle fasi finali della prova, uno sprint massimale. Anche la velocità di partenza è valutata secondo parametri individuali e in ogni caso, è molto contenuta per permettere una corretta ed adeguata progressione dello sforzo. Per corridori di medie e lunghe distanze 8-12 km/h, e aumentando la velocità ogni 200mt di 0,5km/h.
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Osservando il grafico notiamo che l'insieme dei punti ha inizialmente un
andamento rettilineo, ciò significa che la frequenza cardiaca cresce
proporzionalmente all'aumento della velocità.
Scorrendo il grafico verso destra, ci accorgiamo della presenza di un
punto in cui il grafico passa dall'andamento rettilineo a quello
curvilineo, è ciò che si chiama deflessione.
Da questo momento, se aumentiamo la velocità di corsa, la frequenza
cardiaca non cresce in modo proporzionale ma in maniera più ridotta di
quanto fatto precedentemente.
Il punto in cui la relazione FC/V perde la sua linearità viene definito
punto di deflessione (o velocità di deflessione Vd) e rappresenta il
momento in cui si assiste nell�organismo ad un crescente accumulo di
lattato nel sangue.
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VEDIAMO DEI TEST ESPLICATIVI DI QUESTI CONCETTI.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
69.621 70.51367.078
63.043
75.822
uominisedentari
atleti livellointernazionale(Kenyani c.c.)
22.2 km/h 21.4 km/h22.0 km/h
21.6 km/h
21.4 km/h
VO2
peak
(ml/m
ink
g)
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Atleta VIOLA
VO2max elevato
Molto alto il consumo energetico a parità di velocità
72 contro 58 = +14 (25%)
La meccanica di corsa frena il potenziale organico. Occorre una maggior
attenzione della tecnica e della fluidità di corsa.
Atleta BIANCO
Elevata capacità periferica di estrazione di O2
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Buona produzione di lattato
Guardando i grafici precedenti si può notare che nonostante abbia un
VO2max basso, ha una tecnica di corsa efficace.
Cinetica del consumo di 02 molto veloce
p cin VO2 vmax
Bona Cugusi Lalli Salami Scaini
10
20
30
40
50
60
70
adulti <35 aasedentari
atleti
14.52 50.220 43.900 16.19 19.610
sec
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Conclusioni finali sull� atleta bianco
Buona produzione di lattato
Grande capacità di estrazione periferica
Buono consumo di VO2 nella corsa
Cinetica del consumo di O2 molto veloce.
Da migliorare la PA
Più portato per il mezzofondo veloce.
Comparazione della cinetica del consumo di O2.
Atleta ROSSO (più in alto)
CL praticamente nulla (meno debito O2)
Inclinazione lunga
Aerobico molto buono, Anaerobico da migliorare
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Atleta VERDE (più in basso)
CL notevole (+20%)
Inclinazione buona
Difficoltà di mantenere nel tempo le intensità elevate perché richiede
più O2 e grande intervento delle FV.
TEST DA CAMPO
Prima di entrare in gara, per vedere lo stato fisico di un atleta, è importante svolgere anche dei test di valutazione sul campo in allenamento, per comprendere il suo stato di forma e se vale la pena o meno effettuare una competizione.
Due test indiretti per un ottocentista che io ritengo molto validi sono i seguenti:
dopo un buon riscaldamento effettuare un 600 metri a ritmo superiore a quello di gara, effettuandolo quasi al massimo delle proprie potenzialità; subito dopo 12 minuti di recupero effettuare un 400 metri ad esaurimento, cioè al massimo di quello che possiamo dare in quel momento.
I tempi che ne risulteranno ci daranno la proporzione del possibile risultato in gara.
Un altro test indiretto è questo:
l'atleta sempre dopo un buon riscaldamento, può utilizzare per la verifica delle sue capacità di gara il "Kosmini test", di derivazione sovietica. Si tratta di percorrere al massimo 2 volte 60 secondi, con tre minuti di recupero. Si registra la distanza percorsa in queste due prove e si fa la somma. Per esempio, un atleta percorre in queste due prove da 60 secondi 885 metri complessivi. Questo atleta "vale" circa 1.52.1.Per un atleta da 1.51.5 i metri sarebbero 890, per un atleta da 1.50.9 i metri sarebbero 895, e così via.
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L�EVOLUZIONE DELL�OTTOCENTISTA DALLE CATEGORIE GIOVANILI ALLE CATEGORIE DI
VERTICE
Vediamo, quindi, quali sono i punti distintivi che caratterizzano l�attività di allenamento del giovane.
1) Il primo riguarda la strategia complessiva degli interventi che debbono informare e tendere ad una azione educativa (che tragga fuori) tramite lo stimolo delle più efficaci motivazioni per una partecipazione attiva e consapevole del giovane, per aiutarlo a �partorire� il meglio delle sue potenzialità, acuendo il suo senso di responsabilità verso se stesso, la voglia di apprendere, stimolando il piacere di avere appreso, la curiosità di conoscere se stesso, il livello delle sue capacità ed i suoi umori caratteriali e temperamentali, affinché si convinca della necessità di tutto ciò e della utilità di una simile azione, per la costruzione del suo futuro.
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2) Il carico di lavoro di allenamento. Risolvere il complesso problema dell�attività fisico-educativa di un giovane nell�età dello sviluppo, pensando che una semplice riduzione delle intensità e dei volumi di lavoro (semplici da modificare poiché sono parametri numerici) rispetto a quelle di un campione adulto, mettendo così al riparo la struttura in crescita, possa essere sufficiente, è una distorsione impropria e pericolosa, che purtroppo non è infrequente. Non ci si può contentare di non aver provocato danni fisici, senza chiedersi mai se la inadeguatezza degli stimoli allenanti e delle relative prestazioni, non abbiano provocato frustrazioni alle aspettative del giovane e danni alle sue motivazioni, affievolendo e prosciugando le sue risorse psichiche che irreparabilmente fanno scadere l�efficienza fisica, conducendo all�abbandono.
3) Ne consegue che tutta l�attività, per essere efficacemente educativa, deve avere gli ampi confini di una pratica multiforme e multidisciplinare, con specialità che abbiano una affinità ritmico-dinamica. Queste, mentre consentono più ampie ed abbondanti esperienze motorie, con un ricco ventaglio di gestualità che lo rendono più abile e destro, ne stimolano l�applicazione ed i tempi dell�impegno e del lavoro di training, aiutando inoltre il giovane ad operare una scelta della specialità su basi più obiettive e concrete di conoscenza e di più marcata congenialità. L�eventuale limitatezza dei contenuti, per una scelta troppo prematura della specialità, la povertà dei mezzi e la loro ripetitività, porta inesorabilmente al ristagno delle capacità di prestazione, prima, ed alla loro decadenza poi, giacché vengono a mancare il piacere della gratificazione ed il conseguente entusiasmo che fungono da moltiplicatori dell�impegno e dell�attenzione. Sta nella capacità dell�educatore soddisfare queste esigenze primarie ancor prima di prodigarsi all�elaborazione di sofisticati ed articolati interventi metodologici. È presupposto fondamentale assicurarsi di aver suscitato interesse ed entusiasmo per pretendere la indispensabile partecipazione completa ed attiva del giovane all�azione educativa,
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facendogli percepire per gradi la coscienza di diventare educatore di se stesso, e per se stesso.
4) L�iniziazione. L�obiettivo principale delle lunghe fasi dell�approccio deve essere quello della conoscenza profonda delle disponibilità del giovane a predisporsi, senza freni e remore, ad impegnarsi per una attività che gli piace, giacché i frutti dei suoi miglioramenti verranno soltanto se la sua scelta avrà questi presupposti. Tale atteggiamento sarà indispensabile perché quanto verrà proposto non venga considerato un peso, ma al contrario accolto e percepito come corollario indispensabile per apprezzare, ai limiti dell�amore, la scelta fatta. Il giovane deve amare ciò che ha scelto, perché questo non pesi come un gravame che lo appesantisce, ma come uno stimolo che lo sollecita a misurarsi con se stesso.
5) Lo sviluppo fisico. I suoi effetti sono il valore aggiunto a quelli del training soltanto se la sua organizzazione strategica risponde ai principi già esposti di una pratica e conoscenza ampia di tecniche di specialità contigue ed affini, per una stimolazione più ricca possibile di idoneità similari, da stimolare contestualmente alla costruzione fisica muscolare, che delle precedenti fungono da supporto essenziale. Le spinte della crescita e gli effetti del training debbono sommarsi nel più efficace accumulo, per migliorare le capacità prestative. Soltanto più tardi, verso i 17/18 anni, quando le spinte delle crescite si stanno affievolendo, ed a misura che ciò accade è necessario pervenire a scelte di interventi più specifici e mirati, indispensabili per colmare la riduzione degli effetti positivi dello sviluppo. La sofisticazione dei mezzi, gli artifici metodologici, ed il progressivo cambiamento della organizzazione del lavoro, in altre parole la ricerca del più, del meglio e del nuovo con originali espedienti didattici, come condizione sostanziale di supporto alla efficacia del training, attengono all�attività sportiva dell�atleta maturo e di elevata qualificazione. Qualora si pensasse di attuare una simile strategia con i giovani, nella convinzione di ottenere di più, andremmo incontro ad una cocente delusione, accorgendoci che ciò non è accaduto per la mancata conoscenza della inadeguatezza e
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limitata funzionalità ormonale dell�organismo giovanile in fase di sviluppo, per rispondere in maniera efficacemente proporzionale alla qualità degli stimoli. Ma ancor più avvilito si sentirebbe il tecnico accorgendosi, negli anni successivi, che quegli stessi mezzi e metodi, su un organismo cresciuto, non danno nemmeno quegli scarsi effetti evidenziatisi in precedenza, anzi comportano un ristagno ed un peggioramento di questi presupposti. La ricerca di mezzi sempre più specifici, mirati e sofisticati da applicare con i campioni, si fa sempre più difficile e ristretta, costringendo i tecnici ad un uso parsimonioso di quelle soluzioni che si conoscono. Di contro si ripresenterebbe lo spauracchio della standardizzazione di comportamenti uguali e dell�azione educativa, in precedenza evocata. Il più grave pericolo per la continuità del progresso dei miglioramenti del giovane è l�anticipazione dei contenuti educativi del training, nella convinzione che, se il necessario ed il sufficiente bastano a far bene, il più� fa sicuramente meglio. Questo, invece, rappresenta l�attitudine indispensabile che l�educatore deve acquisire per programmare nuove e più efficaci soluzioni metodologiche che permettano un continuo rinnovamento degli interventi di allenamento. Lo sviluppo fisico del giovane si giova, inoltre, di una disponibilità dell�intero organismo ad estendere gli effetti ottenuti allenando una ben individuata capacità, anche ad altre affini ad essa per continuità ed esigenza fisiologica; ad esempio: un allenamento di una generica espressione di forza veloce comporta miglioramenti anche, ma in misura diversa, su tutte le altre espressioni ad essa contigue. Questa prerogativa, sfruttabile fino ai 17/18 anni, verosimilmente si affievolisce a misura che lo sviluppo ormonale riduce la sua crescita per consolidarsi, intorno ai 20 anni, richiedendo, da qui in poi, interventi sempre più particolareggiati, specifici e mirati.
6) L�apprendimento. È conseguente alla scelta di una attività molto ricca di esperienze motorie, allo scopo di influenzare �l�intelligenza motoria� del giovane, da mettere poi a servizio di un più sicuro e rapido perfezionamento ed affinamento delle tecniche delle specialità scelte per elezione. Capacità fondamentale per favorire nel giovane una
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sempre più solida e vasta autonomia per gestire i suoi comportamenti e tutte le implicazioni tecnico-ritmiche dei passaggi più delicati, negli importanti momenti di competizione, quando i forti stati di tensione possono creare disturbo, se male amministrati. È indispensabile ricorrere a tutti gli �espedienti didattici� per stimolare nel giovane l�attenzione per percepire le sensazioni suscitate dalla successione dei movimenti, le sole che gli consentono un rapporto proficuo con la sua motricità, cioè con ciò che sta facendo nel momento stesso in cui lo realizza. Queste sono le vie degli stimoli che deve conoscere, ovvero quelle interne �endogene� per migliorare la sua �cinestesi� (sensazione del movimento), vie assolutamente diverse da quelle degli stimoli visivi e uditivi, di tipo �esogeno�, che si usano abitualmente per apprendere nozioni intellettive verbali. Eventualmente spiegando che vedersi adoperando mezzi visivi (come cinematografia e similari) non aiuta assolutamente l�apprendimento, giacché si attribuisce ad un organo esterno di sostituirsi alla funzione di un organo interno, quello propriocettivo che invia al S.N.C. la sensazione di quanto sta facendo. È determinante che l�atleta si senta piuttosto che si veda, poiché questa circostanza non si realizzerà mai. L�apprendimento deve snodarsi sugli stessi tragitti seguiti per l�attività educativa dell�intelletto con il passaggio dal facile al difficile, dal semplice al complesso, dal generico allo specifico, dalla sintesi all�analisi, e dal generale al particolare. La difficoltà sta nell�instaurare nel giovane la convinzione che in nessun momento dedicato all�apprendere, soprattutto nei momenti difficili della competizione, deve venire meno la sua attenzione a percepire sia la giustezza dell�assieme ritmico, sia dei passaggi tecnici più delicati ed importanti ai fini prestativi. Seguire se stesso acuendo la capacità di captare le sensazioni che avverte ai limiti dei dinamismi, delle tensioni muscolari e degli impegni nervosi, di una esecuzione ottimale, oltre i quali i comportamenti si guastano e le prestazioni scadono. Significa usufruire delle vie alte del S.N.C., quelle corticali, giacché è indispensabile che detto Sistema rimanga sempre il solo e vero controllore della motricità consapevole e redditizia, poiché ci offrirà sempre le sensazioni più realistiche dei limiti fisici di tutte le capacità
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impegnate e del loro superamento. Non si tratta quindi di mandare a memoria creando, come purtroppo si usa dire ancora, �automatismi� sempre più perfetti, in quanto nel loro meccanismo sarebbe perentoriamente escluso l�intervento del S.N.C. come organo di vigilanza e controllo tramite la percezione di quanto si sta realizzando. L�acquisizione e il dominio di questo autocontrollo prevedono un cammino lungo, da iniziare perciò il più presto possibile, per sfruttare al meglio le età più sensibili all�apprendere.
7) L�organizzazione dell�allenamento. Altro elemento che distingue l�attività organizzativa delle fasce giovanili, per la scelta degli elementi che la compongono e la loro distribuzione nel tempo, con le originali variazioni che ne compongono il carico complessivo (ore e giorni di allenamento), giacché debbono svolgere contestualmente due compiti: quello di accumulare molteplici esperienze motorie, cimentandosi in un ricco ventaglio di gestualità tecniche, per favorire lo sviluppo progressivo e continuo di una sempre più incisiva sicurezza e padronanza motoria, nonché più vasta conoscenza per una base non stereotipa di comportamenti, e quello di integrazione allenante le diverse capacità ed idoneità muscolari che debbono sostenere e consentire i dinamismi sempre più qualificati ed efficaci delle diverse tecniche, che si stanno, nel frattempo, apprendendo. Strategia dell�allenamento muscolare delle espressioni di forza che deve partire, per i giovani, da un substrato di elementi e di esercizi miranti ad uno sviluppo integrale della componente fisica muscolare, per passare progressivamente, dopo i primi anni dell�approccio, alla scelta di interveti più particolareggiati sulle diverse espressioni della forza, ma con metodologie semplici. Proseguendo nella evoluzione del giovane, negli anni successivi, all� ulteriore scelta di nuove e più efficaci combinazioni di esercizi, debbono variare anche i metodi della loro applicazione per rendere sempre efficaci gli interventi, facendoli uscire dal pericolo della uniformità gestuale.
In realtà quella del giovane delle fasce di età 12/13/14/15 anni non si può definire una vera e propria organizzazione che risponde a crismi di
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una rigorosa �ciclizzazione� a misura di quella prevista per un campione adulto che parte dalla ricerca di nuovi più specifici mezzi e dalla scelta di metodologie diversamente elaborate e prosegue in rinnovate loro distribuzioni e modulazioni nell�ambito dei cicli e dei microcicli, da un gioco sempre diverso e più originale della intensità e del volume dei carichi, nonché da una inedita alternanza di lavoro e di rigenerazione. Tutte soluzioni strategiche essenziali, soltanto per ritornare sulle passate prestazioni.
Si comprende facilmente che il giovane non ha bisogno di tutte queste variazioni sofisticate, giacché può contare, come già detto, sulle determinanti spinte della crescita fisiopsichica. L�organizzazione dell�attività del giovane , da un lato è più semplice perché non può essere programmata preventivamente in quanto tutto deve essere ancora scoperto, lasciando quindi libera la fantasia dell�educatore di sfrenarsi verso la ricerca più ricca possibile di esercitazioni connesse alle tante specialità che il giovane dovrebbe praticare. Qualora poi, procedendo nel tempo, si scoprissero o si venisse a conoscenza di alcune prerogative del giovane, bisognerebbe considerarle sempre parziali e temporanee, quindi mutabili. C�è da considerare, inoltre, che il favorevole rapporto nell�ambito settimanale tra giorni di lavoro (3/4) e giorni di riposo (4/3) (non si dimentichi che il giovane va a scuola e studia), non esige quella alternanza, indispensabile per il campione, tra giorni di carico e giorni di �rigenerazione�. Del resto, la crescita delle capacità fisiche del giovane è assicurata (se non viene disturbata da interventi sconsiderati) dalle spinte dello sviluppo, e non ha quindi bisogno di artifici di metodo, che soltanto dopo, per il necessario rispetto di una progressività evolutiva dell�organizzazione, è ritenuta essenziale. Dall�altro canto necessita invece, da parte dell�educatore allenatore, un�attenzione particolare continua a tutti i comportamenti del giovane, per conoscere le tante sfaccettature del complesso delle sue capacità fisiche, psichiche, caratteriali e temperamentali, per intervenire più appropriatamente con interventi efficaci, ed ove occorra regolarne e controllarne i toni degli umori ed i livelli della loro
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disponibilità, per ottenere la migliore rispondenza di comportamenti. Per le suddette fasce di età è sufficiente prevedere ed organizzare tre periodi di attività di preparazione, alternati da altrettanti periodi di verifica competitiva �intraclub�. I tanti momenti competitivi sono, come fatto educativo, di grande importanza, poiché consentono di verificare gli umori che si scatenano nel giovane e la loro natura, permettono di sdrammatizzare ma soprattutto di puntualizzare il significato di verifica individuale che il giovane deve desiderare per valutare i miglioramenti che sono scaturiti dai suoi impegni. E per ultimo, ma non perché meno importante, le tante verifiche sono indispensabili per correggere e modificare il piano del programma sulla scorta di miglioramenti conseguenti alla spinta della crescita fisica, che si succedono, a quella età, con una elevata rapidità e che debbono costringere il tecnico a riadeguare i parametri del carico e la qualità degli interventi. Soltanto più tardi, con i 16/17enni, l�organizzazione dell�allenamento può iniziare il cammino verso una vera e propria �ciclizzazione�, anche se non ancora rigorosamente regolata in cicli di carico e cicli di riduzione del lavoro. Questi possono essere previsti dall�allenatore ogni qual volta si rende conto della difficoltà del giovane a proseguire con una efficace partecipazione, dovuta a sbalzi di umore o da scompensi dovuti alla crescita o anche soltanto ad un super impegno scolastico. Sono ancora queste esperienze che consentiranno al tecnico di programmare un futuro più obiettivamente, poiché rispondente ad effettive capacità ed esigenze del giovane, della sua fisiologia, e della sua componente psichica.
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Andiamo a visionare quando si sviluppano i vari meccanismi, e quando
sono sfruttabili, da notare bene che il massimo sfruttabile del
meccanismo anaerobico lattacido da parte dell�organismo avviene
anche verso i 20 anni.
Risposta alla stimolazione dei vari meccanismi in base all'età
Età 6-8 anni 8-10 anni 10-12 anni 12-15 anni 15-18 anni
Meccanismo aerobico mediocre mediocre discreta buona eccellente Meccanismo anaerobico
alattacido mediocre discreta buona ottima eccellente
Meccanismo anaerobico lattacido nulla nulla scarsa scarsa mediocre
Avviamento alla costruzione della forma sportiva nel mezzofondista veloce
Riprendiamo quello che si diceva sulla preparazione del giovane mezzofondista. Periodizzazione significa non solo la divisione in cicli settimanali, mensili o stagionali dell�utilizzo e dello sviluppo dei mezzi, ma anche la loro modulazione in carichi di lavoro progressivamente più vari ed evoluti in quantità ( metri o minuti percorsi ) e intensità (velocità o energia espressa nelle singole esercitazioni) tali da produrre nel tempo miglioramenti e adattamenti significativi. Ogni periodizzazione prevede dei periodi di incremento della varietà, dell�intensità o della quantità nell� utilizzo dei vari mezzi, alternati a periodi di diminuzione o anche diversificazione dei mezzi, per consentire all�organismo di adattarsi agli stimoli, secondo il principio efficacemente sperimentato della �supercompensazione�. Ognuno dei differenti momenti prevede l�utilizzo di mezzi appropriati per conseguire gli obiettivi.
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Per esempio: si sa che una oculata evoluzione fisiologica nel giovane corridore è fondamentale, per un miglioramento dell�apparato cardio/circolatorio e respiratorio, per una più estesa capillarizzazione a livello muscolare, perciò tutte le esercitazioni che agiscono positivamente sui processi aerobici sono da prevedere nella sua preparazione. Si utilizzeranno quindi tutti quei mezzi che favoriscono nel breve nel medio e lungo periodo tali funzioni. Analogamente per le caratteristiche di forza , di coordinazione e di velocità. La programmazione dell�allenamento deve essere soggettiva, cioè va pensata ed attuata per quell�atleta, con quelle caratteristiche e con quegli obiettivi intermedi e finali che di volta in voltaci si propone.
Per il conseguimento degli obiettivi bisogna:
- organizzare le esercitazioni in modo razionale - formulare una programmazione, che si sviluppa in ognuna delle varie stagioni sportive, secondo una periodizzazione mirata. Se negli anni precedenti, e nei mesi precedenti abbiamo curato lo sviluppo graduale dei vari aspetti che riguardano: la preparazione mentale al training e alle gare,la forza, la rapidità, la coordinazione, e in genere l�endurance, nel periodo preagonistico ci troviamo di fronte a quale strada seguire per ottenere i risultati ipotizzati per il nostro atleta. La strada più efficace è quella di focalizzare le gare cruciali della stagione, e da quel periodo risalire a ritroso per le costruzione dei mezzi adeguati.
Assegnando ad un ottocentista 4 mezzi fondamentali per lo sviluppo della forma sportiva si ipotizzano i loro sviluppi coordinati.
Ovviamente vanno mantenute e sviluppate tutte le esercitazioni collaterali quali: la rapidità, la forza speciale, la coordinazione, la ritmica della corsa e l�aerobia in tutte le forme di sostegno.
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A- Dalla velocità max alla resistenza alla velocità: dagli sprints di 30 m (in salita, in piano) ai 40>50>60>80>100>120>150 per un totale x l�evoluto di 900/1200 m.
B- Dalle prove frazionate brevi (e pausa breve) di Potenza Aerobica massima alle prove miste con intensità crescente:
da 10 x 400 pausa 1�30 sec. (4.000 m) 3x(300+200+300+200) pausa 2� e 4� tra le serie (3000 m) 4x(300+200+200 ) pausa 2�e 4� (2800 m) 5x(300+200) pausa 2� e 4� (2500 m) 2x(6x200) pausa 2�e 5� (2400 m) 3x(4x200) p. 2�e 6� (2400 m) 3x(300+200) p. 2�e 8� (1500 m) 3x(300+200) a velocità crescente p. 4� e 8� (1000 m)
C- Dalle prove frazionate medio/lunghe e medie di potenza aerobica
massima alle prove di resistenza specifica a velocità crescente: da 2x800---2x700---3x600---3x500 p. 3�e 5�tra coppie e triple (6300 m)
2x600---500+600+500---3x500 p. 3� e 5� ( 4.300 m) 700+600+700---500+600+500 p. 3� e 5� (3600 m) 500+600+500---3x500 p. 3� e 5�(3100 m) 700+600---3x500 p. 3� e 6� (2800 m) 700+600---700+500 p. 4� e 7� (2500 m) 600+400---600+400 p. 4� e 8� (2000 m) 600+500+400+300 p. 8� (1800 m)
D- Dalle prove lunghe di potenza aerobica > a quelle alla velocità di Vo2 max > infine alle prove corse al ritmo gara: da 2 x 3000 a velocità un po� + lenta della soglia e pausa: 4� a 150 battiti
2x(2000+1000+2x500) a velocità di soglia e pausa: 4� a 150 battiti
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Le prove che cresceranno di velocità dal primo all�ultimo ciclo saranno svolte verso il ritmo gara ipotetico di una gara dei 1500.
1° > 1500+2x1000+2x500 a velocità crescente tra le prove - - pausa di 4�e 3� tra i 500
2° > 2x(1000+800+600) a velocità crescente tra le prove - - pausa 4� e 6� tra le serie
3° > 2x(1000+600+400) a velocità crescente tra le prove - - pausa 4� e 6� tra le serie
4° > 1200+2x500+2x400 a velocità crescente tra le prove - - pausa 4�+3�tra i 500 e i 400
5° > 2x(1000+600) a velocità crescente tra le prove - - pausa 3�e 8� tra le serie
L� ideale sarebbe arrivare al top delle rispettive esercitazioni una ventina di giorni prima della competizione principale dell�anno.
Queste sono da considerare ripetute di qualità molto elevata:
A = 6/8x 150mt x m 900/1200 totali
B = 2x(2x300+200) x m 1600 totali
C = 600+500+400+300 x m 1.800 totali
D = 2x (1000+600) x m 3.200 totali
In tal modo si sono affinate tutte le principali componenti organiche che costituiscono la gara degli 800 per un atleta evoluto.
Per i giovani il percorso sarà più breve nel tempo, meno intenso e di minor quantità: per dare opportunità di lavorare anche sull�aspetto formativo.
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Ora andrò a visionare quella che è praticamente l�evoluzione in termini pratici di un�atleta dal livello giovanile, ad atleta di altissimo livello, dapprima con la sua storia poi con alcune tabelle di allenamento giovanili, e poi con quelle prima dell� olimpiade.
BIOGRAFIA
Wilfred è nato il 24 Luglio dell�80 nel villaggio di Kibirirsang vicino a Kapsabet (45 km da Eldoret) in una casa sulle Nandi Hills (2.200 m di altitudine), e ha vissuto lì per buona parte della sua vita.
Ha fatto le scuole elementari e medie, ha giocato e corso molto come molti suoi amici. Ha sofferto fin da giovane di una certa gracilità bronchiale.
Ha frequentato e preso il diploma (98) delle scuole superiori (high schools).
Nel �97 ha cominciato ad allenarsi per 4/5 giorni settimanali con uno schema di lavoro che prevedeva molto lavoro aerobico, ripetute in salita e breve lavoro intervallato (vedi schema del lavoro giovanile).
Da giovane correva soprattutto i m. 400 in 53�.. a 15 anni. 51�.. a 16 anni. 49�.. a 17 anni. La carriera internazionale è cominciata con la partecipazione ai mondiali juniores del �98 ad Annecy (France), dove è arrivato secondo, con 1�47�52, ha finito la stagione con un personale di 47�80 nei 400mt. Aveva 18 anni. Ha partecipato nel mese di settembre a 3 meetings minori in Italia.
Dopo un inverno vissuto in Kenia nella primavera del �99 si è trasferito in Italia (Bussolengo-Verona) assieme a Yiampoy, per gareggiare ed allenarsi.
1999 Chiudeva la stagione con più tempi di 1�46�e con il P.B. di 1�45�10.
2000 Vinceva alcuni meetings e portava il suo personale a 1�44�23.
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2001 Si qualificava 2° dietro Yiampoy ai trials e arrivava 2° ai mondiali di Edmonton dietro a Bucker e terzo a Zurigo con il P.B. di 1�42�96 e primo al Bislett di Oslo.
2002 Arrivava terzo ai mondiali indoor di Birmingam in estate vinceva qualche meeting (Zurigo (serie B) Berlino,Yokohama) e portava il suo P.B. a 1�42�34. cioè la 5° prestazione all times di sempre.
2008 anno olimpico
Dopo lunghe terapie autunnali per il piede infortunato, faceva
una discreta stagione indoor, con vittorie e buoni piazzamenti
(1�46�38).
Dopo una bronchite (Aprile) ed un�infezione orale (operazione
con estrazione di 2 denti del Giudizio e lunga terapia antibiotica e
antidolorifica da metà a fine maggio), gareggiava a Torino il 6
Giugno (1�48�96).
Riprendeva il training e vinceva i trias il 3 luglio.
Arrivava 2° con 1�45�06 al meeting di Barcellona il 20 luglio.
Riprendeva il training e si presentava in buonissime condizioni
alle Olimpiadi di Pechino:
vinceva batteria = 1�44�90
semifinale=1�46�56
la finale con 1�44�65.
PROGRESSIONE DELL�ALLENAMENTO
All�età di 16 anni nel periodo invernale svolgeva lavori di lento fino ad
un�ora di corsa, variazioni in salita di 80 x 10, fartlek con variazioni al
massimo di un minuto e trenta secondi, e diagonali e tutti i giorni
stretching e mobilità per un totale di 5 allenamenti settimanali.
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Mentre nel periodo estivo svolgeva 6 allenamenti di cui due di corsa
lunga facile fino ad un ora, una di corsa media in salita, un allenamento
tranquillo di diagonali in allungo e due allenamenti di ripetute in cui
svolgeva il seguente lavoro in pista:
Mercoledì
2 x 600 tempo 1�30� rec. 5�
2 x 400 tempo 54� rec. 5�
2 x 200 tempo 25� rec. 4�
Venerdì
2 x 300 tempo 43� rec. 4�
2 x 200tempo 25� rec. 3�
2 x 100 tempo 13� rec. 3�
Arrivando infine a svolgere nel 2008 prima dell�olimpiade all�età di 28 anni la seguente settimana di lavoro:
Lunedì mattina
Esercizi di forza:
� Step up (40)
� Piedi(40)
� Bicipiti (30)
� glutei (30)
� Addominali dorsali (30)
� 80 t. Specialskeeps
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Lunedì pomeriggio
20� corsa facile +
� 15 diagonali (14�2 at 100m)
Rec 50� jogging + 3� facile
� 1x2000m = 5�48�
Martedì
Riscaldamento poi ripetute in pista
distanza tempo rec
1 x 600 m 1�13�91 10�30�
1 x 500 m 1�01�42 9�20�
1 x 400 m 48�78
Mercoledì mattina
Riscaldamento 30�-12 diagonali
Mercoledì sera:
Riscaldamento 30�-12 diagonali
Giovedì mattina:
Esercizi di forza:
� Step up (40)
� Piedi(40)
� Bicipiti (30)
� glutei (30)
� Addominali dorsali (30)
� 80 t. Specialskeeps
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Giovedì pomeriggio
20� corsa facile + 10 diagonali + 8� at 3�15�/3�20�
Venerdi mattina
Corsa facile per 30� + stretching
Venerdì pomeriggio
8 x 80 m: 1 in ampiezza e 1 in frequenza
ripetute: 8�83 � 9�06 Recupero: 4�- 5�
Sabato pomeriggio
Riscaldamento +2x(150 + 200 +250)
rec: 4� e 8� tra le serie.
Tempi: 16�60- 22�40 � 28�8-16�90;�22�70 �30�1
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L� ALLENAMENTO DELL�ATLETA DI VERTICE
Ora andrò ad illustrare quali sono le varie metodiche di allenamento di atleti di vertice, visionando la programmazione e la gestione degli allenamenti della nazionale olandese e italiana. Andrò ad evidenziare proprio la differenza di predisposizione di partenza della struttura di allenamento di queste nazionali, vedendo come alcune di queste creano le basi dell�ottocentista impostando un lavoro di quantità e qualità aerobiche, mentre altre sviluppano le qualità dei loro atleti incrementando le loro capacità anaerobiche lattacide e analattacide, con un maggior spicco a prove di velocità. NAZIONALE OLANDESE Vediamo ora il lavoro svolto dalla nazionale olandese. Questa nazionale fonda le sue basi prima di tutto sull�ambiente intorno agli atleti, cercando di creare un gruppo unito, che si allena insieme la maggior parte dell�anno, finanziandoli con circa 12000 �, che non è un budget che vuole garantirgli un sostentamento, ma una sorta di facilitazione per aiutarli in alcuni problemi, che nel corso di un anno un atleta può avere.
In questo centro gli atleti olandesi si allenano assistiti da allenatori, fisioterapisti, dottori, fisiologi e psicologi.
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Questi sono gli atleti su cui la nazionale olandese ha puntato in questi ultimi anni:
Bram Som 800m 1.43.45 46.50/21.54 Eur. Champ 2006, 6th Campionati Mondiali 2009
Arnoud Okken 800m 1.45.64 Eur. Champ 2007(i)
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Gert Jan Liefers 1500m 3.32.89 1.45.67 8th Athens 2004
Najla Jaber 800m 2.01.76 52.7 R
Lotte Visschers 800m 2.00.91 53.5/11.89
Yvonne Hak 800m 1.59.97 54
Youssef el Rhalfioui 800m 46.43 10.68/21.45
Robert Lathouwers 800m 1.44.75 46.52 Olympic Games 2008
L� ambiente di lavoro è il seguente:
Pista in sporflex con �lepre� elettrica ogni 10 m
500m in erba/sterrato con �lepre� eletrica ogni 20m
Una salita di 130m con una pendenza di 1,5 %
Una collina di 60m al 6% di pendenza
Impianto indoor di 130m
Due sale pesi
Colline di 550m con il 4% di pendenza
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La giornata tipo degli atleti olandesi in questo centro è la seguente:
La mattina lavoro/studio
viaggi
vita sociale
Riposo
Il pomeriggio allenamento
Fisoterapia/massaggi
Yoga
Gli allenatori della nazionale olandese danno come riferimento i seguenti parametri se un atleta vuole correre un ottocento in 1.44:
Per un atleta con predisposizioni veloci tipo(400-800)
- Saper correre veloce, cioè avere i seguenti personali:
100: 10��.80
200: 21��.50
400: 46��.50
500: 1�.14
- Esplosività nel salto verticale di > 70cm - Deve essere molto muscolato sia sugli arti superiori che inferiori e
avere un peso intorno ai 76kg - Moderato VO2max > 65ml/kg - Avere un�agiatezza economica per potersi preoccupare solo di
correre veloce - Creare un maggior accumolo di lattato, ma con intervalli molto
lunghi tra le prove
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Per un atleta con predisposizioni resistenti (800-1500)
- Saper correre veloce, cioè avere i seguenti personali:
100: 11��.00
200: 22��.00
400: 47��.50
500: 1�.15
- Meno esplosività nel salto verticale di > 60cm - Meno muscolato, meno pesante soprattutto sulle cosce, peso
circa 72kg - Elevato VO2max > 72 ml/kg - Avere un�agiatezza economica per potersi preoccupare solo di
correre veloce - Creare un maggior accumolo di lattato, ma con intervalli veloci e
brevi tra le prove
Allenamenti tipici svolti dal tipo di ottocentista (400-800)
- Corsa lenta coninua per 30 minuti a 13 km/h - Corsa media in blocchi di 5-10 min con pause di 2 minuti - Ripetute aerobiche lunghe (5x1000 in progressione 3.30-3.20-
3.10 ecc�)pause 2 min - Ripetute aerobiche brevi (500-300-150 m) - Volume chilometrico in inverno 60-80 km / in estate 40-50 km - Potenziamento muscolare maggiormente attraverso circuit
training - Mai velocità massima (rischio infortuni) - Volumi elevati sulla velocità degli 800 m - Allenamento nei cambi di velocità - Allenare la velocità di gara alla fine dell�allenamento
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Allenamenti tipici svolti dal tipo di ottocentista (800-1500)
- Corsa lenta coninua per 90 minuti a 15 km/h - Ripetute aerobiche lunghe (8x1000 da 3.15 a 3.00) pause 2 min - Ripetute aerobiche brevi (500-300-150m) - Allenamento in salita 100-300 (10x) - Volume chilometrico in inverno 120-160 km / in estate 80-100 km - Potenziamento muscolare 2 volte la settimana - Allenamento alla velocita tenendosi sotto controllo - Volumi elevati sulla velocità degli 800 m - Allenare la velocità di gara alla fine dell�allenamento anche in
salita
Questa tabella va a visionare il chilometraggio settimanale che gli olandesi propongono in base all�età, andando a guardare i chilometri settimani totali di corsa e quanti di questi vanno svolti di corsa lenta e quanti di lavoro di qualità.
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Questi sono i diversi allenamenti aerobici e la massima produzione di acido lattico che questi devono produrre.
� 5 x 1000 m 3.30 � 3.20 in progrssione rec 2 Lactate: 11.2 � 5 x 400 m 75-72 rec 75 sec Lactate: 8.2 � 5 x 300/100 m 54-52 / rec 55 Lactate: 6.5 � 5 x (200/200 m) 34-32 rec 35 Lactate: 5.7
Queste invece sono le zone su cui lavorano a loro a livello aerobico; le zone sono fatte in base alle pulsazioni che l�atleta ha:
� Zona 1 140 � Zona 2 150 � Zona 3 160 � Zona 4 170 � Zona 5 180 � Zona 5+ >190
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Loro sviluppano il VO2max usando queste zone.
Corsa Aerobica
Zona 1-2 Z3: 3- 5 /10-30� Z4: 1-3� / 3-10� (AT) Z5: 20-90� / 1-3� 2-3 volte per settimana
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Poi loro propongono di lavorare in salita da ottobre a gennaio e da aprile a giugno, facendo i seguenti lavori una volta a settimana:
10x 60-150m rec. 1 min
10x 200-350m rec. 3-5 min
Invece, propongono il lavoro lattacido in pista da dicembre a marzo e da aprile ad agosto, svolgendolo una o due volte la settimana:
10 x 200m 26�� rec. 1 min oppure da 24�� rec. 2 min
Come sviluppano l�economia di corsa usando la velocità ottimale per gli 800 m
Solo in inverno in salita 5x80 e 5x20m
Velocità di crociera senza cioè produrre acido lattico: 10x200m rec. 2 min
Sviluppare l�economia di corsa con una produzione media di lattato: 2x(5x200m) rec. 1min e 5 min tra le serie
Lavoro sull�economia di corsa, sviluppando molto lattato: 3x200 rec. 2min/2x300 rec. 3min/400 rec. 3min/2x200 rec. 2min
Oppure: 3x(3x200m rec. 20-30sec) tra le serie 7-10min
Oppure 500-400-300m rec.10min (prestare molta attenzione in questo caso, perché questo tipo di lavoro è da svolgere solo in atleti con più di 19 anni)
È sempre meglio fare prima una fatica aerobica e finire con una fatica anaerobica
Per sviluppare la velocità tipica dei 400 m, invece, svolgono una o due volte la settimana, nel periodo da ottobre a febbraio e da aprile a luglio, le seguenti prove:
5 x 60 m oppure
10 x 80 m oppure
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8 x 150m Con recuperi tra 2-3min.
Come sviluppano l�economia di corsa usando la velocità ottimale per i 400 m
In inverno in salita 5 x 60 e 5 x 20 m
Velocità di crociera senza cioè produrre acido lattico: 2 x 5 x 60-80 m)
Sviluppare l�economia di corsa con una produzione media di lattato: 10 x 80 m rec. 2 min
Lavoro sull�economia di corsa, sviluppando molto lattato: 10 x 100 m rec. 2 min / 5 x 200 m rec. 4 min
Oppure 3 x (3 x 200 m rec. 20-30 sec) rec. 7-10 min
Oppure 500-400-300 m rec. 10 min
Mai far fare delle ripetute di velocità quando l�atleta perde il controllo della sua corsa
Inoltre, vengono svolti, alla fine degli allenamenti, degli allunghi come defaticamento:
Dopo l�allenamento aerobico: 4-5 x 80-100 m a ritmo degli 800 m
Dopo un moderato allenamento lattacido: 4-5 x 60-80 m a ritmo dei 400-800 m
Dopo un allenamento altamente lattacido: 4 x 60 m rec. 2 min a ritmo degli 800 m
Ora vediamo come svolgono la qualità aerobica, da dicembre a marzo e da aprile ad agosto una volta alla settimana, da svolgersi preferibilmente non in pista:
5 x 1000 m rimanendo nelle zone 4-5 (a livello cardiaco)
10 x 400 m Rec. 2 min
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Inoltre, svolgono 4 settimane di ritiro in altura in Kenia, per aumentare il proprio ematocrito.
Nel periodo invernale modificano poi la qualità aerobica, per preparare le competizioni indoor in questo modo:
I 5/6 x 1000 m a 3�.00�� svolti nel periodo di ottobre e dicembre vengono trasformati in 4 x 1000 m più 5 x 200 m in 26-24�rec. 2 min svolti in gennaio e febbraio.
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Riassunto del loro lavoro in tabella:
Ora andiamo a vedere praticamente quali sono gli allenamenti svolti dagli atleti della nazionale olandese.
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Settimana tipo di Robert Lathouwers in inverno:
lunedi: 6 x 1000 m 3.30-3.20-3.10 rec. 2 min
martedi mattina: corestability + bici 30 min + 5 x 80 m rec. 2 min
martedi pomeriggio 5 x 400 m 75� 5 x 300/100 55� 5 x 200/200 p35� pausa = al tempo di corsa
mercoledi : Bici 45� / 1 ora + 5 x 4� (15-17 km/h) + Potenziamento/corstability
giovedi: 5 x 20 + 4 x 600 m (1�.54��) + 6 x 400 m 72-68 sec.
venerdi: bici 45� / 1 ora + 5 x 4� (15-17 km/h) + Potenziamento/corstability
sabato: circuito di velocità in salita (5 x 70 m piano + salita + scale) + 5 x 800 m rec. 2 min 2�.32.��/2�.28� + 5 x 200/200 m pausa 35�
domenica: 60� bici
Settimana tipo di Robert Lathouwers in maggio:
lunedi: 10 x 100 m rec. 2 min
martedi: corestability +5 x 200 m rec. 2 min (26) rec. 7 min + 5 x 200 m rec 1 min (26)
mercoledi: 5 x 4� (15-17 km/h) + corstability
giovedi: 5 x 20 + 2 x 5 x 400 m(68-64 / 64-60) rec. 2 min e 5 min tra le serie
venerdi: Riposo / Corestability
sabato: 500-400-300 m (65/50/36) rec. 7-10 min + 5 x 60 m rec. 2 min
domenica: riposo oppure 60� bici/nuoto
Settimana tipo di Robert Lathouwers quando ha gara:
lunedi: 6 x 1000 m 3.20 � 3.00 rec. 2 min
martedi: 5 x 30 m pace 400-800-400 m 1 x (3 x 200 m rec.20�) (26) reupero 20 min + 1 x 400 m (47.8)
mercoledi: 5 x 4� (15km/h) + corstability
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giovedi: 3 x 80 m + 2 x 300 m recupero 5 min circa 39�
venerdi: riposo / Corestability
sabato: riposo + corestability
domenica: Hengelo 1th 1.45.80
Settimana tipo di Bram Som in maggio:
lunedi: 5 x 30 m 10 x 100 m 11.0 con partenza lanciata
martedi: corsa lenta Z1-2 45� + corstability
mercoledi: 5 x 60 m+10 x 200 m 26-24 rec. 2 min /5 x 300 rec. 2 min
giovedi: corsa lenta Z 1-2 + corstability
venerdi: salite: 3 x (300-250-200 m rec. 2 min) tra le serie 3 min
sabato: Z4 + Vo2 max: 6 x 850 m nel bosco rec. 2 min
domenica: 60� di corsa lenta
Settimana tipo di Bram Som quando ha gara:
lunedi: corsa lento 45�+ 10 x 30� con recupero attivo
martedi: 6 x 3� Z4-5 nel bosco oppure 6 x 800 m 2.16 rec. 2 min
mercoledi: corsa lenta 45�
giovedi: 5 x 60 m + 6 x 200 m 26-25� rec. 2 min
venerdi: riposo
sabato: 15 min jogging, jumps, 5 x corse in andature cordinativa
domenica: gara
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NAZIONALE ITALIANA
Ora invece andiamo a guardare come si allena Giordano Benedetti, un�atleta della nazionale italiana, nella stagione che l�ha visto campione italiano juniores negli 800/1500 sia indoor che outdoor e sesto ai campionati mondiali juniores fino a portare il suo personale negli 800 m a 1.47.52.
Il suo allenatore fonda la base delle sua prestazione su una forte base aerobica. Andiamo ora a vedere quali sono le basi del suo allenamento e quali sono le priorità allenanti per il suo allenatore.
COSA BISOGNA CONSIDERARE NEL DEFINIRE UNA PROGRAMMAZIONE
1. Definizione obiettivi agonistici 2. Definizione delle tappe intermedie e obiettivi a medio e breve termine 3. Determinazione dei contenuti dell�allenamento (esercitazioni e
mezzi) 4. Carico esterno (Km. percorsi, tempo impiegato, ecc) 5. Carico interno (stimolo, stress fisiologico indotto dall�allenamento) 6. Verifica strategie (gare di controllo, test di controllo) L�importanza dell�allenamento aerobico nel mezzofondo veloce
Per migliorare la potenza aerobica delle fibre lente si interviene con i lavori continui, intervallati o interrotti da pause che prenda in riferimento la soglia anaerobica. La potenza aerobica per migliorare le capacità ossidative delle fibre veloci si ricerca con intensità più elevate: si fa riferimento alla velocità aerobica massima (Vamax). La Vamax si riferisce all�intensità di lavoro che si sviluppa durante uno sforzo, in cui la spesa energetica corrisponde al massimo consumo di ossigeno (VO2max).
Vamax = VO2MAX - VO2 A RIPOSO COSTO ENERGETICO DELLA CORSA
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Una buona tecnica di corsa è fondamentale e può influire in maniera rilevante ai fini della prestazione nel mezzofondo e permette di sfruttare tutto il potenziale aerobico a disposizione dell�atleta. I parametri di riferimento per definire e pianificare il programma di allenamento
Velocità di soglia anaerobica (S.A.) Test Conconi Test lattato Forza (Test di Bosco) Parametri ematici Vamax ( N. Degortes 2003)
Come fa riferimento (N. Degortes 2003) la velocità di gara negli 800 è superiore del 35% della S.AN. Modalità applicativa sviluppo Potenza Aerobica per 800mt /1500/3000mt + 10/20 % della soglia (distanze frazionate dai 300-400-500-600 m)
+ 5/10 % della soglia ( distanze frazionate 800-1000-1200-1500 m)
= alla velocità S.An (3000-2000-Corto Veloce)
- 5 % / 10 % della soglia (Medio costante, Medio progressivo)
- 10 % // = S.An // -15-20 % ( Moduli: 1000 Medio
/500veloce/500lento )
Fin da giovani bisogna insistere sulla interscambiabilità fra le varie distanze e con le giuste proposte di mezzi allenanti.
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OBIETTIVI DELL�ALLENAMENTO Costruire un corridore forte muscolarmente, abile a gestire le varie situazioni tecnico-tattiche della gara, modulando e adeguando la tecnica di corsa.
OBBIETTIVI METODOLOGICI STAGIONALI
Crescita della resistenza aerobica Sviluppo della potenza aerobica Sviluppo V s.a. Sviluppo V a.max. Crescita della resistenza alla velocità Crescita muscolare Mantenimento tecnica Modulazione frequenza / ampiezza del passo
Il CROSS COME MEZZO DI FORMAZIONE Nella formazione del giovane mezzofondista si ritiene fondamentale la partecipazione ai cross. Pregi della disciplina:
Maturazione mentale e organica Affina le doti agonistiche Migliora e adatta naturalmente la tecnica di corsa Assenza di condizionamenti cronometrici Fa scoprire e gestire i propri limiti Migliora le componenti neuromuscolari e nervose Modulazione della falcata con continui aggiustamenti in
ampiezza/frequenza Intervento delle fibre veloci ed intermedie FT Intervento del meccanismo aerobico/anaerobico (caratteristiche
del percorso, avvio veloce, ritmo regolare, finale in progressione, salite)
70
Correre un cross significa adattarsi alle situazioni che cambiano continuamente, condizioni di terreno fangoso e ondulato che costringono il corridore a continui adattamenti della tecnica di corsa e fanno si che questa disciplina diventi una vera palestra di fatica. Inoltre costruisce una solidità mentale che ti permette di affrontare le peggiori situazioni agonistiche che si andranno ad incontrare nell�attività su pista.
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MEZZI DI SVILUPPO RESISTENZA e POTENZA AEROBICA
Lavori per la preparazione dei cross
TIPOLOGIA DI LAVORI
PROVE/QUANTITÀ RITMI PAUSE TOTALE KM
PROVE COLLINARI 50�-60� corsa lenta // 13-15
km VARIAZIONI
MEDIE/BREVI/ LUNGHE
(SU STERRATO)
1 km 3�18��/500 m 1�30��/500 m
1�45��
da -10%// s.an.//
-15% s.an. //
continuo
10-12
km
FARTLEK (SU STERRATO)
30��/60��/1�30��/2�/2�30��/3�/4�/ 3�/2�30��/2�/1�30��/60��/30��
da 2�50�� a 3�20��
corsa lenta
8-10 km
MEDIO CONTINUO (PERCORSO
CROSS)
8-10 km
a -10% s.an.
continuo
8-10 km
MEDIO A MODULI
(PERCORSO CROSS)
30�-40�
5� a -20% s.an.//
3� a -15% s.an.//
2� a -10% s.an.//
a moduli
8-10 km
PROVE RIPETUTE
MEDIO/LUNGHE
(PERCORSO CROSS)
2000-1500-1200-1000
da s.an. a + 10% s.an.
rec 2�-3�-
4� c.l
5,5-6 km
PROVE RIPETUTE
MEDIO/CORTE (PERCORSO
STRADA)
2(5 x 500) 2(5 x 400)
da +10 % a 15/ s.an.
rec 2�/4�
4-5 km
C.T. MODIFICATO
3-4 x 10 st
ogni stazione comprende 1 es. forza + 1 andatura tecnica
fra le stazioni 200 m in 36��
fra le serie 1000 m a
v.s.an. su sterrato
3� c.l. facile tra le serie
nel primo
mesociclo
7-8 km
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Progressione e Sviluppo Potenza aerobica Dalle prove lunghe di potenza aerobica > a quelle alla velocità di Vamax
PROGRESSIONE LAVORI
PROVE RITMI PAUSE TOTALE KM PROVE
1° LAVORO 1x3000-2x2000 vicino s.an. 4� c.l. facile
7 km
2° LAVORO 3x2000 da s.an. a + 3% s.an.
4� c.l. facile
6 km
3° LAVORO 1x1500-1x1200-3x1000
da s.an. a + 5% s.an.
3� 5.7 km
4° LAVORO 5x1200 da s.an. a + 5% s.an.
2�-3�-4�-5� 6 km
5° LAVORO 5x1000 da s.an. a + 10% s.an.
1�-2�-3�-4� 5 km
6° LAVORO 4x1000 da + 5% a 15% s.an.
2�-3�-4� 4 km
7° LAVORO 3x1000 da + 10% a 15% s.an.
5�-7� 3 km
Progressione e Sviluppo dalla Potenza Aerobica massima alle prove di resistenza specifica
Prove frazionate medio/corte PROGRESSIONE
LAVORI PROVE RITMI PAUSE TOTALE KM
PROVE 1° LAVORO 2x1000-2x800-
2x600-2x500 da s.an.
+ 20% s.an. 3� e 5� tra le coppie
5.8 km
2° LAVORO 2x800-2x600- 3x500-3x400
da + 5% a + 20% s.an.
3� e 5� tra le coppie
5.7 km
3° LAVORO
3(3x600)
da s.an. a vamax
2�-3�-4� e 5�
tra le triple a
vel. crescente
5.4 km
4° LAVORO
2(3x600)
da + 5% a
+ 5% vamax
3�-4� e 6� tra le
triple a vel.
crescente
3.6 km
5° LAVORO 2(2x600) a vel. specifica gara 1500
4� e 6� 2.4 km
6° LAVORO 300-400-500- 500-400-300
a vel. specifica gara 1500
2�-3�-4�- 5�-4�-3�
2.4 km
7° LAVORO 3x300-1x600 3x300
a vel. specifica gara 1500
6�-8� 2.4 km
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Progressione e Sviluppo forza veloce in salita fino alla resistenza alla velocità in piano
PROGRESSIONE LAVORI
PROVE RITMI PAUSE TOTALE KM PROVE
1° LAVORO 5x60+5x80 m in piano
al 90% v.max
3�/5� 700 m
2° LAVORO 2(5x60 m) in salita 10%
al 90% v.max
2� e 4� tra le serie
600 m
3° LAVORO 2(5x80 m) in salita 10%
al 90% v.max
3� e 5� tra le serie
800 m
4° LAVORO 2(5x100 m) in salita 10%
al 90% v.max
4� e 6� tra le serie
1000 m
5° LAVORO 6x60+6x80 m in piano
al 90% v.max
2�/4� 840 m
6° LAVORO 2(5x100 m) in piano
al 90% v.max
3�/5� 1000 m
7° LAVORO 2(5x150 m) in piano
al 90% v.max
4�/6� 1500 m
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Queste, invece, sono le esercitazioni proposte all�atleta durante la settimana. È ovvio che ogni mese gli esercizi del circuito modificato vengono variati, come anche il numero di ripetizioni, gli esercizi e la modalità di eseguirli e soprattutto i carichi del lavoro di forza in palestra.
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L�atleta poi è arrivato alla fine del lavoro fortemente quantitativo, per formare la base aerobica, ad eseguire il seguente test del lattato e a ottenere i seguenti risultati:
luogo: formia data: gio 20 mar 08
4 metri tempo al mille velocità lattato F.C.
1^ pr 1.200 4'10,0 3'28,3 17,28 2,1 100
2^ pr 1.200 4'00,0 3'20,0 18,00 1,7
3^ pr 1.200 3'47,0 3'09,2 19,03 3,1
4^ pr 1.200 3'36,0 3'00,0 20,00 4,4
5^ pr 800 2'18,0 2'52,5 20,87 5,8
6^ pr
rec.: 60" 4 mml: 19,70 3'02,7
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Ora andiamo a vedere l�evoluzione della soglia sua soglia anaerobica nelle stagioni 2007/2008.
Ora andiamo a vedere un altro caso della nazionale italiana, che diede il là alla formazione degli ottocentisti nazionali sempre più attraverso lo sviluppo delle capacita aerobiche. Professor Canova: sull'allenamento di alcuni 800isti italiani � Voglio scrivere di un�esperienza che noi abbiamo fatto in Italia nel 1990. A quel tempo avevamo un problema con i corridori degli 800 metri, non avendo nessuno in grado di correre al di sotto del 1:46. Vi era un buon gruppo di atleti molto giovani, nati nel '69-70 (Benvenuti, D'Urso, Giocondi, Bonamici, Chiavarini e alcuni altri meno giovani) che volevamo seguire per risolvere il problema. Nel dicembre 1989, testammo tutti gli atleti (utilizzando un
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semplicissimo test di Conconi) per scoprire la loro Soglia Anaerobica, dopo un mese di lunghe corse, non molto veloci. Ecco qui i dati : D'Urso 20,2 km/h (2'58" / km) Benvenuti 19,1 km/h (3'08" / km) Soffietto 18,8 km/h (3'11" / km) Giocondi 18,8 km/h (3'11" / km) Chiavarini 17,7 km/h (3'23" / km) Bonamici 17,5 km/h (3'26" / km) Gli atleti furono assemblati a Torino (dove avevamo una pista indoor sempre aperta) da dicembre per preparare la loro stagione indoor. Dopo un certo lavoro non ancora molto veloce (per esempio 10 x 200 m in 28", o 10 x 500 in 1'18" rec. 2'/3' a seconda dell�atleta), essi fecero la loro prima competizione (10 gennaio) con frazioni ogni 200 metri I risultati furono : 1) Benvenuti 1:51.2 (28.8 / 56.8 / 1:24.2 + 27.0) 2) Bonamici 1:51.6 (29.0 / 57.4 / 1:24.6 + 27.0) 3) Chiavarini 1:52.2 (28.5 / 56.2 / 1:23.7 + 28.5) 4) Soffietto 1:52.6 (28.7 / 56.6 / 1.24.0 + 28.6) D'Urso e Giocondi non gareggiarono. Gli atleti, durante il periodo successivo, si sottoposero a un allenamento basato su allenamenti di velocità e lattacidi, riducendo moltissimo la corsa lunga (anche per le cattive condizioni del tempo, spesso con neve e sotto 0 gradi). Particolarmente Andrea Bonamici fu in grado di migliorare moltissimo sulla velocità. Uno dei suoi allenamenti fu, per esempio, 3 serie di 4 x
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200 m recuperando 45" (5 min tra le serie) in circa 24"5/24", con gli ultimi 200 in 23"7. Essi gareggiarono alcune volte (2-3 volte) in gare nazionali, migliorando solo di poco, ma nessuno fu in grado di correre al di sotto del 1:51.0. Dopo 40 giorni (20 di febbraio) essi si presentarono ai campionati italiani, per qualificarsi per i campionati europei. La gara fu veloce, poiché avevamo una lepre che spingeva il ritmo in 25.8 / 52.4 / 1:18.8. Tutti gli atleti erano distrutti e Benvenuti fece 1:50.9 (ultimo 200 m in 31.2, perché egli era terzo dopo 600m !). Noi non eravamo capaci di capire subito che cosa potesse essere accaduto durante il periodo di allenamento. Pochi giorni dopo, andammo con tutto il gruppo a Tirrenia per iniziare la preparazione per la stagione all�aperto. Testammo un�altra volta gli atleti usando lo stesso sistema (Conconi-test), e scoprimmo i seguenti valori : D'Urso (non si allenava nel gruppo poiché egli non ha gareggiato in alcuna gara indoor) 20.6 km/h (2'55" / km) Giocondi (come D'Urso) 19.4 km/h (3'06" / km) Benvenuti 18.1 km/h (3'19" / km) Soffietto 17.7 km/h (3'23" / km) Chiavarini 16.8 km/h (3'34" / km) Bonamici 16.3 km/h (3'41" / km) I risultati che riguardano la soglia anaerobica degli atleti, dopo 3 mesi di allenamento, era la seguente : Gruppo A : Atleti che non usano moltissimo allenamento lattacido : D'Urso + 2 % (da 2:58 a 2:55) Giocondi + 3 % (da 3:11 a 3:06)
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Gruppo B : Atleti che usano principalmente allenamenti anaerobici : Benvenuti - 6 % (da 3:08 a 3:19) Soffietto - 6 % (da 3:11 a 3:23) Chiavarini - 5 % (da 3:23 a 3:34) Bonamici - 7 % (da 3:26 a 3:41) Più gli atleti usavano resistenza alla velocità ad alto livello, con brevi recuperi, senza avere alcuna base aerobica, più essi perdevano potenza aerobica, utilizzando il sistema anerobico anche per velocità modeste. Più gli atleti usavano allenamenti per incrementare la loro potenza aerobica, più erano in grado di essere veloci al termine di un lavoro molto duro. Secondo questa esperienza abbiamo cambiato i nostri sistemi, dando più importanza all�allenamento aerobico di base, non solo lunghe corse, ma lunghe corse intervallate in pista e corse intervallate brevi non molto veloci, riducendo i periodi di recupero. Grazie a questo sistema, in 3 anni abbiamo avuto Benvenuti quinto ai giochi olimpici del '92 capace di correre in 1:43.92 e poi di vincere i campionati europei del '94 ; D'Urso medaglia d�argento ai mondiali del '93, in grado di correre 1:43.95 ; Giocondi settimo ai campionati del mondo '95 e in grado di correre 1:44.85 ; anche Chiavarini corse 1:45.02, mentre Soffietto e Bonamici sparirono. La stessa metodologia fu usata con Longo. Così per noi l�importanza di avere un alto livello di soglia anaerobica (dovuta a situazioni mitocondriali) è un fatto adesso ben noto, e chi nel nostro gruppo all�epoca (come Gianni Ghidini, coach di Andrea Benvenuti) continua a usare questi sistemi anche con keniani come Bungei (1:42.34), Yiampoy (1:42.91), Kimwetich (1:43.03), Mutua (1:43.33) e molti altri, con differenti livelli di velocità."
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RICERCA STATISTICA PER LA PROPENSIONE DELLE QUALITA� VELOCI (400m) O RESISTENTI (1500m) A LIVELLO MONDIALE E ITALIANO (CONFRONTO)
Ora andrò a sviluppare una ricerca statistica, prendendo in considerazione gli atleti che negli ultimi 10 anni sono giunti nelle finali olimpiche e mondiali, considerando, in primis, il loro personale nell�ottocento e andando poi a considerare, ove è possibile, il personale nel 400 e nel 1500, prendendo in parte in considerazione quello dei 600 e quello dei 1000. Una volta inseriti i personali di ogni atleta, a fianco di questi metterò il corrispettivo valore in punteggio, estrapolato dalle tabelle IAAF (International Association of Athletics Federations ) vigenti. Sommando il punteggio della distanza inferiore a quello dell�ottocento e facendo lo stesso con la distanza superore, andrò ad analizzare i risultati. Guardando il punteggio più alto tra le due tipologie di ottocentista, capirò se l�atleta in questione è di tipo veloce, cioè con un personale migliore nei 400 rispetto alla distanza superiore, o viceversa, cioè è di tipo resistente, se il personale nei 1500 è migliore. In alcuni casi può accadere che l�atleta sia un ottocentista puro. Questo avviene quando l�atleta non ha particolari peculiarità per la distanza superiore o inferiore e perciò non ha mai svolto ne l�una ne l�altra gara. Prenderò in considerazione anche gli atleti che hanno qualità aerobiche e anaerobiche che si equivalgano. Una volta evidenziata la tipologia dell�atleta, andrò a vedere le percentuali di una e dell�altra tipologia presenti nella singola finale; infine farò una media delle percentuali negli ultimi 10 anni, per vedere qual è la caratteristiche di maggior spicco che permette di accedere ad una finale olimpica o mondiale. La ricerca statistica prende in considerazione sia gli uomini che le donne, per vedere se le differenze ormonali tra i due sessi influiscono.
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Inoltre vado a svolgere la stessa operazione per le prime 20 prestazioni all-time di sempre, per verificare se le percentuali cambiano in una gara secca (tirata spesso da lepri), rispetto a gare a titolo, con passaggio del turno. Infine confronterò il tutto con le liste delle prime 10 prestazioni all-time italiane, per vedere se i dati si modificano.
OLIMPIADI 2000
NOME ATLETA PERSONALE
400/600 PERSONALE
800 PERSONALE 1500/1000
Schumann Nils 46.65 P. 1078 1.44.22 P. 1195 3.38.51 (02) P. 1127
Kipketer Wilson 46.86 P. 1065 1.41.11 P. 1290 3.42.80 P. 1070
Saïd-Guerni Djabir 46.15 P. 1109 1.43.09 P. 1229 2.14.52 P. 1195
Sepeng Hezekiél 46.50 P. 1087 1.42.69 P. 1241 3.38.24 P. 1131
Borzakovskiy Yuriy 45.84 P. 1128 1.44.33 P. 1192 3.47.01 P. 1005
Dube Glody 1.15.00 P.1151 1.44.70 P. 1181 3.39.60 (01) P. 1112
Longo Andrea 46.65 P. 1078 1.43.74 P. 1210 3.39.49 (01) P. 1114
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.63 P. 1193
Graf Stephanie 52.69 P. 1111 1.56.64 P. 1214 4.13.54 P. 1099
Holmes Kelly 53.8 P. 1070 1.56.21 P. 1222 3.58.07 P. 1221
Langerholc Brigita 52.02 P. 1133 1.58.51 P. 1180 2.37.47 P. 1137
Dziurova Helena 50.21 P. 1195 1:58.56 P. 1179 4.34.05 P. 948
Calatayud Zulia 51.69 P. 1144 1.58.66 P. 1177 4.23 .84 (05) P. 1022
Clark Hazel 54.24 P. 1061 1.58.75 P. 1176 4.18.01 P. 1066
Benhassi Hasna
1.57.45 P. 1199 4.05.15 P. 1165
OLIMPIADI 2004
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1063
Mbulaeni Mulaudzi 1:42.89 P. 1235 3.38.55 P. 1127
Kipketer Wilson 46.86 1065 1.41.11 P. 1290 3.42.80 P. 1070
82
Mouhssin Chehibi
1:44.62 P. 1183 2.20.43 P. 1065
Wilfred Bungei 1.14.94 P. 1153 1:42.34 P. 1252 2.18.60 P. 1104
Sepeng Hezekiél 46.50 P. 1087 1.42.69 P. 1241 3.38.24 P. 1131
Saïd-Guerni Djabir 46.15 P. 1109 1.43.09 P. 1229 2.14.52 P. 1195
Ismail Ahmed Ismail
1:45.17 P. 1167 3.41.97 (05) P. 1081
Holmes Kelly 53.8 P. 1070 1.56.21 P.1222 3.57.90 P. 1223
Benhassi Hasna
1.56.43 P. 1218 4.02.54 P. 1186
Jolanda Ceplak 54.67 P. 1047 1.55.19 P. 1240 4.02.44 P. 1186
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Tatyana Andrianova
1.56.23 P. 1221 4.12.02 P. 1111
Jearl Miles Clark 49.60 P. 1216 1.56.40 P. 1218 4.34.25 P. 948
Maria Cioncan 1.59.44 P. 1163 3.58.39 P. 1219
Zulia Calatayud 50.87 P. 1172 1.56.09 P. 1224 4.23.84(05) P. 1022
OLIMPIADI 2008
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Wilfred Bungei 1.14.94 P. 1153 1:42.34 P. 1252 2.18.60 P. 1104
Ismail Ahmed Ismail
1:44.34 P. 1192 3.41.97 P. 1081
Alfred Kirwa Yego
1.43.89 P. 1205 3.33.69 P. 1193
Gary Reed 46.45 P. 1090 1.43.93 P. 1204 2.18.68 P. 1102
Yusuf Saad Kamel 1.16.01 P. 1109 1.42.79 P. 1238 3.32.83 P. 1205
Yeimer LópeZ 45.11 P. 1174 1.43.07 P. 1230 Nabil Madi 1.44.54 P. 1186 3.34.47 P. 1182
Nadjim Manseur
1.44.75 P. 1179 3.45.06 i P. 1073
Pamela Jelimo 52.78 P. 1108 1.54.01 P. 1262 Janeth Jepkosgei
1.56.04 P. 1225 4.08 48 P. 1139
Benhassi Hasna
1.56.43 P. 1218 4.02.54 P. 1186
Svetlana Klyuka 53.12 P. 1097 1.56.64 P. 1214 2.38.02 P. 1130
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Kenia Sinclair
1.57.88 P. 1191 4.05.56 P. 1162
83
Yuliya Krevsun 52.45 P. 1119 1.57.32 P. 1202 2.41.65 P. 1083
Tatyana Andrianova
1.56.00 P. 1226 4.12.02 P. 1111
MONDIALI 1999
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Kipketer Wilson 46.86 P. 1065 1.41.11 P. 1290 3.42.80 P. 1070
Sepeng Hezekiél 46.50 P. 1087 1.42.69 P. 1241 3.38.24 P. 1131
Saïd-Guerni Djabir 46.15 P. 1109 1.43.09 P. 1229 2.14.52 P. 1195
Téllez Norberto 45.27 P. 1164 1:42.85 P. 1236 Kimutai Japheth
1:42.69 P. 1241 3:35.64 P. 1166
Longo Andrea 46.65 P. 1078 1.43.74 P. 1210 3.39.49 (01) P. 1114
Kimwetich Kennedy
1:43.03 P. 1231 2:13.56 P. 1208
Schumann Nils 46.65 P. 1078 1.44.22 P. 1195 3.38.51 (02) P. 1127
Formanová Ludmila 51.84 P. 1139 1:56.56 P. 1215 2:35.06 P. 1169
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Masterkova Svetlana 53.12 P. 1097 1:55.87 P. 1228 3:56.77 P. 1232
Jearl Miles Clark 49.60 P. 1216 1.56.40 P. 1218 4.34.25 P. 948
Tsyganova Natalya 52.02 P. 1133 1:56.60 P. 1215 4:08.07 P. 1142
Gorelova Natalya
1:57.90 P. 1191 3:59.70 P. 1208
Graf Stephanie 52.69 P. 1111 1.56.64 P. 1214 4.13.54 P. 1100
Dukhnova Natalya 1:57.24 P. 1203 4:06.70 P. 1152
MONDIALI 2001
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Bucher André 46.32 P. 1098 1:42.55 P. 1246 3:38.44 P. 1128
Bungei Wilfred
1:42.96 P. 1233 Czapiewski Pawel
1:44.63 P. 1183 3:40.14 P. 1105
Yiampoy William
1:43.00 P. 1232 3:34.12 P. 1187
Schumann Nils 46.65 P. 1078 1.44.22 P. 1195 3.38.51 (02) 1127
Mulaudzi Mbulaeni
1:44.81 P. 1177 2:19.77 P. 1079
84
Tighazouine Khalid
1:45.38 P. 1161 Sepeng Hezekiél 46.50 P. 1087 1.42.69 P. 1241 3.38.24 1131
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Graf Stephanie 52.69 P. 1111 1.56.64 P. 1214 4.13.54 P. 1100
Vriesde Letitia 52.01 P. 1134 1:56.68 P. 1213 4:05.67 P. 1161
Macharia Faith
1:58.34 P. 1183 4:08.04 P. 1142
Cummins Diane
1:59.49 P. 1163 2:39.2 P. 1112
Holmes Kelly 53.8 P. 1070 1.56.21 P. 1222 3.58.07 P. 1222
Martínez Mayte 54.19 P. 1062 1:59.60 P. 1161 Teichmann Ivonne
1:59.20 P. 1168 4:11.15 P. 1118
MONDIALI 2003
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Saïd-Guerni Djabir 46.15 P. 1109 1.43.09 P. 1229 2.14.52 P. 1195
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1064
Mbulaeni Mulaudzi
1.42.89 P. 1235 3:39.70 P. 1111
Kipketer Wilson 46.86 P. 1065 1.41.11 P. 1290 3.42.80 P. 1070
Longo Andrea 46.65 P. 1078 1.43.74 P. 1210 3.39.49 (01) P. 1114
Justus Koech
1:44.16 P. 1197 2:18.70 P. 1102
Osmar Barbosa 46.35 P. 1096 1:44.87 P. 1176 2:20.39 P. 1066
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Holmes Kelly 53.8 P. 1070 1.56.21 P. 1222 3.57.90 P. 1223
Natalya Khrushcheleva 51.49 P. 1151 1:56.59 P. 1215 Mina Aït Hammou
1:57.82 P. 1193 2:39.61 i P. 1135
Claudia Gesell
1.58.34 P. 1183 2:36.84 P. 1145
Diane Cummins 54.41 P. 1055 1:58.39 P. 1182 4:05.02 P. 1166
Akosua Serwaa 53.55 P. 1083 1:59.60 P. 1161 Graf Stephanie 52.69 P. 1111 1.56.64 P. 1214 4.13.54 P. 1100
85
MONDIALI 2005
NOME ATLETA PERSONALE
400/600 PERSONALE
800 PERSONALE 1500/1000
Rashid Ramzi
1:44.05 P. 1200 3.30.00 P. 1245
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1064
Yiampoy William
1:42.91 P. 1235 3:34.12 P. 1187
Wilfred Bungei 1.14.94 P. 1153 1:42.34 P. 1252 2.18.60 P. 1104
Saïd-Guerni Djabir 46.15 P. 1109 1.43.09 P. 1229 2.14.52 P. 1195
Mehdi Baala
1:43.15 P. 1227 3:28.98 P. 1260
Belal Mansoor Ali
1.44.34 P. 1192 3.33.36 P. 1198
Gary Reed 46.72 P. 1074 1.44.33 P. 1192
Zulia Calatayud 50.87 P. 1172 1.56.09 P. 1224 4.23.84 P. 1022
Benhassi Hasna
1.56.43 P. 1218 4.02.54 P. 1186
Tatyana Andrianova
1.56.07 P. 1224 4.12.02 P. 1111
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P. 1240 4:01.50 P. 1194
Mayte Martínez 53.67 P. 1079 1:58.58 P. 1179 4:05.05 P. 1166
Larisa Chzhao 52.72 P. 1110 1:57.33 P. 1201 4:09.71 P. 1129
Svetlana Cherkasova 52.76 P. 1109 1:56.93 P. 1209 4:05.55 P. 1162
Clark Hazel 54.24 P. 1061 1.57.99 P. 1190 4.18.01 P. 1065
MONDIALI 2007
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Alfred Kirwa Yego
1.43.89 P. 1205 3.33.69 P. 1193
Gary Reed 46.45 P. 1090 1.43.93 P. 1204 2:18.68 P. 1102
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1064
Abraham Chepkirwok
1:44.78 P. 1178 Wilfred Bungei 1.14.94 P. 1153 1:42.34 P. 1252 2.18.60 P. 1104
Amine Laalou 47.57 P.1023 1:43.25 P. 1224 3:31.56 (09) P. 1223
Mbulaeni Mulaudzi
1.42.89 P. 1235 3:39.70 P. 1111
Mohammed Al Salhi 45.75 P. 1134 1:43.99 P. 1202
86
Janeth Jepkosgei
1.56.04 P. 1225 4.11 91 P. 1112
Benhassi Hasna
1.56.43 P. 1218 4.02.54 P. 1186
Mayte Martínez 53.67 P. 1067 1:57.62 P. 1196 4:05.05 P. 1166
Olga Kotlyarova 49.77 P. 1210 1:57.24 P. 1203 Brigita Langerholc 52.02 P. 1133 1:58.41 P. 1182 2:37.47 P. 1137
Sviatlana Usovich 50.79 P. 1175 1:58.11 P. 1187 Svetlana Klyuka 53.18 P. 1095 1:57.21 P. 1204 2:40.60 P. 1096
Mutola Maria 51.37 P. 1155 1.55.19 P.1240 4:01.50 P. 1194
MONDIALI 2009
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Mbulaeni Mulaudzi
1.42.89 P. 1235 3:39.70 P. 1111
Alfred Kirwa Yego
1.43.89 P. 1205 3.33.69 P. 1193
Yusuf Saad Kamel 1.16.01 P. 1109 1.42.79 P. 1238 3.31.56 P. 1223
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1064
Amine Laalou 47.57 P. 1023 1:43.25 P. 1224 3:31.56 P. 1111
Nick Symmonds 1:14.47 P. 1172 1:43.83 P. 1207 3:45.55 P. 1034
Bram Som 46.87 P. 1065 1:43.45 P. 1218 2:17.50 P. 1128
Marcin Lewandowski 10.64 P.991 1:43.84 P. 1207 3:43.37 P. 1062
Jackson Kivuva 48.38 P.975 1:44.86 P. 1176 3:42.6 P. 1070
Yeimer López 45.11 P. 1174 1:43.07 P. 1230
Caster Semenya
1.55.45 P. 1236 4.08.01 P. 1142
Janeth Jepkosgei
1.56.04 P. 1225 4.08.48 P. 1139
Jennifer Meadows 52.67 P. 1112 1:57.93 P.1191 4:19.36 P. 1055
Yuliya Krevsun 52.45 P. 1119 1:57.32 P. 1202 2:41.65 P. 1083
Mariya Savinova 53.76 i P. 1102 1:57.90 P. 1191 2:34.56 i P. 1203
Elisa Cusma Piccione
1:58.63 P. 1178 4:04.98 P. 1167
Mayte Martínez 53.67 P. 1070 1:57.62 P. 1196 4:05.05 P. 1166
Marilyn Okoro 52.00 P. 1134 1:58.45 P. 1181 4:11.85 P. 1113
87
ALLTIME 20
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Wilson Kipketer 46.86 P. 1065 1.41.11 P. 1290 3.42.80 P. 1070
Sebastian Coe 46.87 P. 1065 1.41.73 P. 1271 3:29.77 P. 1248
Joaquim Carvalho Cruz 1.41.77 P. 1270 3:34.63 P. 1180
Sammy Koskei 1.42.28 P. 1254 1:02:54 h marathon P.1132
Wilfred Bungei 1.14.94 P. 1153 1:42.34 P. 1252 2.18.60 P. 1104
Yuriy Borzakovskiy 45.84 P. 1128 1.42.47 P. 1248 3.43.24 P. 1064
André Bucher 46.32 P. 1098 1:42.55 P. 1246 3:38.44 P. 1128
Vebjørn Rodal 46.56 P. 1083 1.42.58 P. 1245 3:37.57 P. 1140
Johnny Gray 1.42.60 P. 1244 2:21.76 P. 1036
Patrick Ndururi 46.09 P. 1112 1.42.62 P. 1243 Hezekiél Sepeng 46.50 P. 1087 1.42.69 P. 1241 3.38.24 P. 1131
Japheth Kimutai 1:42.69 P. 1241 3:35.64 P. 1166
Abubaker Kaki Khamis 1.42.69 P. 1241 3:39.71 P. 1111
Frederick Onyancha 46.5 P. 1079 1.42.79 P. 1238 Youssef Saad Kamel 1.16.01 P. 1109 1.42.79 P. 1238 3.31.56 P. 1223
Patrick Nduwimana 46.32 P. 1098 1.42.81 P. 1238 Norberto Téllez 45.27 P. 1164 1:42.85 P. 1236 Steve Cram 1.42.88 P. 1235 3:29.67 P. 1250
Mbulaeni Mulaudzi 1.42.89 P. 1235 3:39.70 P. 1111
William Yiampoy 1:43.00 P. 1232 3:34.12 P. 1187
ALLTIME 20
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Jarmila Kratochvílová 47.99 P. 1272 1:53.28 P. 1276 Nadezhda Olizarenko 1:53.43 P.1273 3:56.8 P. 1231
Pamela Jelimo 52.78 P. 1108 1.54.01 P. 1262
88
Ana Fidelia Quirot 49.61 P. 1215 1:54.44 P. 1254 4:13.08 P. 1103
Olga Mineyeva 1:54.81 P. 1247 Tatyana Kazankina 1:54.94 P. 1245 3:52.47 P. 1267
Doina Melinte 1:55.05 P. 1243 3:56.7 P. 1231
Maria Mutola 51.37 P. 1155 1.55.19 P.1240 4:01.50 P. 1194
Jolanda Ceplak 54.67 P. 1047 1.55.19 P. 1240 4.02.44 P. 1186
Sigrun Wodars 1:55.26 P. 1239 2:31.77 P. 1213
Christine Wachtel 54.36 P. 1057 1:55.32 P. 1238 Nikolina Shtereva 1:55.42 P. 1236 4:14.67 P. 1091
Caster Semenya 1.55.45 P. 1236 4.08.01 P. 1142
Tatyana Providokhina 1:55.46 P. 1235 3:58.37 P. 1219
Ellen van Langen 1:55.54 P. 1234 4:06.97 P. 1151
Liu Dong
1:55.54 P. 1234 3:56.31 P. 1236
Lyubov Gurina 1:55.56 P. 1234 4:02.47 P. 1186
Elfi Zinn
1:55.60 P. 1233 Ella Kovacs
1:55.68 P. 1231 2:32.40 P. 1205
Irina Podyalovskaya 1:55.69 P. 1231
ALLTIME 10
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Marcello Fiasconaro 45.49 P.1150 1.43.7 P. 1206 Longo Andrea 46.65 P. 1078 1.43.74 P. 1210 3.39.49 (01) P. 1114
Donato Sabia 45.73 P. 1135 1.43.88 P. 1205 Andrea Benvenuti 1.43.92 P. 1204 Giuseppe D�Urso
1.43.95 P. 1203 3:35.78 P. 1164
Andrea Giocondi
1.44.78 P. 1178 3:38.90 P. 1122
Marco Chiavarini 47.02 P. 1055 1.45.05 P. 1170 Davide Cadoni
1.45.24 P. 1165 3:41.66 P. 1085
Giacomo Mazzoni 46.98 P. 1058 1.45.31 P. 1163 Tonino Viali
1.45.32 P. 1162 3:37.94 P. 1135
89
ALLTIME 10
NOME ATLETA
PERSONALE 400/600
PERSONALE 800
PERSONALE 1500/1000
Gabriella Dorio
1:57.66 P. 1195 3:58.65 P. 1217
Elisa Cusma
1:58.63 P. 1178 4:04.98 P. 1167
Fabia Trabaldo
1.59.51 P. 1162 4:03.82 P. 1175
Patrizia Spuri 51.74 P. 1143 1.59.96 P. 1154 Agnese Possamai
2.00.36 P. 1147 4:05.14 P. 1165
Nicoletta Tozzi
2.01.04 P. 1135 Elisabetta Artuso
2.01.04 P. 1135 4:15.63 P. 1083
Claudia Salvarani 54.18 P. 1063 2.01.23 P. 1132 4:19.79 P. 1052
Nadia Falvo
2.01.25 P. 1131 Daniela Reina 51.18 P. 1162 2.01.27 P. 1131
OLIMPIADI 2000
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Schumann Nils 2273 2332
Kipketer Wilson 2355 2360
Saïd-Guerni Djabir 2338
Sepeng Hezekiél 2328 2372
Borzakovskiy Yuriy 2320 2197
Dube Glody 2332 2293
Longo Andrea 2288 2324
50% 50%
90
Mutola Maria 2395 2437
Graf Stephanie 2325 2313
Holmes Kelly 2292 2443
Langerholc Brigita 2313
Dziurova Helena 2374 2127
Calatayud Zulia 2321 2199
Clark Hazel 2237 2242
Benhassi Hasna 2364
50% 50%
OLIMPIADI 2004
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Yuriy Borzakovskiy 2376 2311
Mbulaeni Mulaudzi 2362
Kipketer Wilson 2355 2360
Mouhssin Chehibi 2248 ?
Wilfred Bungei 2405 ? 2356 ?
Sepeng Hezekiél 2328 2372
Saïd-Guerni Djabir 2337 2424 ?
Ismail Ahmed Ismail 2248
33% 44%
91
Holmes Kelly 2290 2445
Benhassi Hasna 2404
Jolanda Ceplak 2287 2426
Mutola Maria 2395 2434
Tatyana Andrianova 2332
Jearl Miles Clark 2434 2166
Maria Cioncan 2382
Zulia Calatayud 2396 2246
25% 75%
OLIMPIADI 2008
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Wilfred Bungei 2405 ? 2356 ?
Ismail Ahmed Ismail 2273
Alfred Kirwa Yego 2398
Gary Reed 2294 2306
Yusuf Saad Kamel 2347 ? 2443
Yeimer LópeZ 2404
Nabil Madi 2368
Nadjim Manseur 2252
22% 66%
92
Pamela Jelimo 2370
Janeth Jepkosgei 2364
Benhassi Hasna 2404
Svetlana Klyuka 2313
Mutola Maria 2395 2434
Kenia Sinclair 2353
Yuliya Krevsun 2321
Tatyana Andrianova 2337
37.5% 62.5%
MONDIALI 1999
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Kipketer Wilson 2355 2360
Sepeng Hezekiél 2328 2372
Saïd-Guerni Djabir 2338
Téllez Norberto 2400
Kimutai Japheth 2407
Longo Andrea 2288 2324
Kimwetich Kennedy X X
Schumann Nils 2273 2322
33% 55.5%
93
Formanová Ludmila 2354 2384
Mutola Maria 2395 2434
Masterkova Svetlana 2325 2460
Jearl Miles Clark 2434 2166
Tsyganova Natalya 2348 2357
Gorelova Natalya 2399
Graf Stephanie 2325 2314
Dukhnova Natalya 2355
40% 60%
MONDIALI 2001
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Bucher André 2344 2374
Bungei Wilfred X X
Czapiewski Pawel 2288
Yiampoy William 2419
Schumann Nils 2273 2322
Mulaudzi Mbulaeni X X
Tighazouine Khalid X X
Sepeng Hezekiél 2328 2372
0% 62.5%
94
Mutola Maria 2395 2434
Graf Stephanie 2325 2314
Vriesde Letitia 2347 2374
Macharia Faith 2325
Cummins Diane x x
Holmes Kelly 2292 2444
Martínez Mayte 2223
Teichmann Ivonne 2282
30% 60%
MONDIALI 2003
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Saïd-Guerni Djabir 2338
Yuriy Borzakovskiy 2376 2312
Mbulaeni Mulaudzi 2346
Kipketer Wilson 2355 2360
Longo Andrea 2288 2324
Justus Koech X X
Osmar Barbosa 2272
50% 37.5%
95
Mutola Maria 2395 2434
Holmes Kelly 2292 2445
Natalya Khrushcheleva 2366
Mina Aït Hammou x x
Claudia Gesell x x
Diane Cummins 2237 2348
Akosua Serwaa 2244
Graf Stephanie 2325 2314
33% 44%
MONDIALI 2005
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Rashid Ramzi 2445
Yuriy Borzakovskiy 2376 2316
Yiampoy William 2422
Wilfred Bungei 2405 ? 2356 ?
Saïd-Guerni Djabir 2338
Mehdi Baala 2487
Belal Mansoor Ali 2390
Gary Reed 2266
37.5% 50%
96
Zulia Calatayud 2396 2246
Benhassi Hasna 2404
Tatyana Andrianova 2335
Mutola Maria 2395 2434
Mayte Martínez 2258 2345
Larisa Chzhao 2311 2330
Svetlana Cherkasova 2318 2371
Clark Hazel 2251 2255
30% 70%
MONDIALI 2007
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Alfred Kirwa Yego 2398
Gary Reed 2294
Yuriy Borzakovskiy 2376 2312
Abraham Chepkirwok X X
Wilfred Bungei 2405 ? 2356 ?
Amine Laalou 2247 2447
Mbulaeni Mulaudzi 2346
Mohammed Al Salhi 2336
37.5% 37.5%
97
Janeth Jepkosgei 2337
Benhassi Hasna 2404
Mayte Martínez 2263 2362
Olga Kotlyarova 2413
Brigita Langerholc 2315
Sviatlana Usovich 2362
Svetlana Klyuka 2299
Mutola Maria 2395 2434
50% 50%
MONDIALI 2009
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Mbulaeni Mulaudzi 2346
Alfred Kirwa Yego 2398
Yusuf Saad Kamel 2347? 2461
Yuriy Borzakovskiy 2376 2312
Amine Laalou 2247 2335
Nick Symmonds 2379? 2241
Bram Som 2283
Marcin Lewandowski 2269
Jackson Kivuva 2151 2246
98
Yeimer López 2404
40% 60%
Caster Semenya 2378
Janeth Jepkosgei 2364
Jennifer Meadows 2303 2246
Yuliya Krevsun 2321
Mariya Savinova 2293
Elisa Cusma Piccione 2345
Mayte Martínez 2266 2362
Marilyn Okoro 2315 2294
44% 66%
RISULTATI FINALI
37.75% 59.75% TOTALE donne %
TOTALE maschi % 33.6% 51.4%
OTTOCENTISTI PURI
CIRCA IL 15% uomini
CIRCA IL 7,5% donne
99
20 ALLTIME
NOME ATLETA
PUNTEGGIO TIPO 400/800
PUNTEGGIO TIPO1500/800
Wilson Kipketer 2355 2360
Sebastian Coe 2346 2519
Joaquim Carvalho Cruz 2450
Sammy Koskei 2386
Wilfred Bungei 2405 ? 2356 ?
Yuriy Borzakovskiy 2376 2312
André Bucher 2344 2374
Vebjørn Rodal 2328 2385
Johnny Gray 2280
Patrick Ndururi 2355
Hezekiél Sepeng 2328 2372
Japheth Kimutai 2407
Abubaker Kaki Khamis 2352
Frederick Onyancha 2317
Youssef Saad Kamel 2347? 2461
Patrick Nduwimana 2336
Norberto Téllez 2400
Steve Cram 2485
Mbulaeni Mulaudzi 2346
William Yiampoy 2419
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RISULTATI 28.5% 67.5%
CIRCA IL 5% OTTOCENTISTI PURI
20 ALLTIME
NOME ATLETA
PUNTEGGIO TIPO 400/800
PUNTEGGIO TIPO1500/800
Jarmila Kratochvílová 2547
Nadezhda Olizarenko 2504
Pamela Jelimo 2370
Ana Fidelia Quirot 2469 2357
Olga Mineyeva X X
Tatyana Kazankina 2512
Doina Melinte 2474
Maria Mutola 2395 2434
Jolanda Ceplak 2287 2426
Sigrun Wodars X X
Christine Wachtel 2295
Nikolina Shtereva 2327
Caster Semenya 2378
Tatyana Providokhina 2454
Ellen van Langen 2385
Liu Dong 2470
Lyubov Gurina 2420
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Elfi Zinn X X
Ella Kovacs X X
Irina Podyalovskaya X X
RISULTATI 20% 55%
25% OTTOCENTISTE PURE
ALLTIME 10
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Marcello Fiasconaro 2356
Longo Andrea 2288 2324
Donato Sabia 2340
Andrea Benvenuti X X
Giuseppe D�Urso 2367
Andrea Giocondi 2300
Marco Chiavarini 2225
Davide Cadoni 2250
Giacomo Mazzoni 2221
Tonino Viali 2297
RISULTATI 40% 50%
CIRCA IL 10% OTTOCENTISTI PURI
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ALLTIME 10
NOME ATLETA PUNTEGGIO TIPO
400/800 PUNTEGGIO
TIPO1500/800
Gabriella Dorio 2412
Elisa Cusma Piccione 2345
Fabia Trabaldo 2337
Patrizia Spuri 2297
Agnese Possamai 2312
Nicoletta Tozzi X X
Elisabetta Artuso 2218
Claudia Salvarani 2195 2185
Nadia Falvo X X
Daniela Reina 2293
RISULTATI 28% 55%
CIRCA IL 17% OTTOCENTISTE PURE
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CONCLUSIONI RICERCA STATISTICA
Dopo aver svolto la ricerca statistica si può concludere che, prima di tutto, non vi sono particolari differenze tra uomini e donne dal punto di vista tipologico di atleta, sia come tipologia negli ultimi 10 anni di finali mondiali e olimpiche, sia nelle liste all-time di sempre. L�unica piccola differenza che balza subito all�occhio è che mediamente in tutti i rapporti statistici gli ottocentisti puri sono più o meno il 10%, mentre nelle liste all-time di sempre differiscono un po� sia le donne (il 25%), che gli uomini (il 5%).
Ora andiamo invece ad osservare le altre due tipologie di ottocentisti, cioè quella veloce (400/800) e quella resistente (800/1500); la situazione che balza subito all�occhio, forse un caso oppure no, è che le percentuali, risultanti dalla mia ricerca, assomigliano molto alle percentuali delle ricerche fisiologiche sul contributo del meccanismo aerobico di After Martin, D.E. & Coe,P.N. 1991 (di pagina 19), Gastin e Spencer del 2001 (di pagina 20) e anche del dottor Arcelli del 1976 (di pagina 21).
Infatti nel mio caso le percentuali della tipologia più resistente sono del 59.75 per le donne e 51.4 per gli uomini, molto simili alle percentuali del contributo aerobico nella specialità degli ottocento che sono intorno al 55%/59%.
Mentre la tipologia più veloce (400/800), che è approdata alle finali negli ultimi 10 anni, è leggermente inferiore 33.75% per le donne e 33.6% per gli uomini.
Nelle liste all-time più o meno le cose non cambiano: diminuiscono leggermente le percentuali degli ottocentisti veloci, sotto il 30%, circa il 28.5% uomini e il 20% delle donne, e diminuiscono di poco le donne con caratteristiche resistenti fino al 55% e aumentano gli uomini fino al 67.5%.
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Le liste all-time italiane femminili sono simili a quelle internazionali, mentre quelle maschili sono differenti da quelle estere, perché prima degli anni novanta la nazionale italiana puntava più sullo sviluppo dell�ottocentista veloce, facendo risultare un buon 40% per la tipologia veloce e un 50% della tipologia resistente.
Da qui posso dedurre alcune affermazioni. Tramite i miei risultati posso dire che è soprattutto il sistema aerobico a supportare la prestazione, sia nelle competizioni col passaggio del turno, che nelle gare dei meeting; questo è dovuto al fatto che grazie alla potenza aerobica si migliora la capacità ossidativa delle fibre veloci, ma sapendo questo non si deve mai escludere il lavoro anaerobico, perché esso comunque corrisponde a circa un terzo se non di più della prestazione globale, anche perché ora mai i tempi internazionali si sono abbassati notevolmente negli ultimi 20 anni, fino a tempi che richiedono una buonissima velocità di base.
JUANTORENA
Primatista del mondo 800m
Campione Olimpico400m 800m
Montreal 1976
AOUITA�
Primatista del mondo
1500m , 5000m
Campione Olimpico
5000m Los Angeles
1984 Bronzo
Olimpico 800m Seoul
1988
COE
Primatista del mondo 800m, 1500m, miglio Campione Olimpico
1500m Mosca 1980 Los Angeles 1884 Argento Olimpico
800m Mosca 1980 Los Angeles 1884
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CONCLUSIONI
Alla fine di questo lungo viaggio alla scoperta del mondo degli ottocento, durato per me circa 12 anni di vita, in questo caso circa 18000 parole, posso trarre le seguenti conclusioni; l�ottocentista va definito come l atleta completo nel mondo della corsa, ma in generale l atleta completo come caratteristiche fisiche e organiche. Abbiamo potuto vedere come le propensioni veloci o resistenti possono essere appurate dalle svariate ore passate sul campo di allenamento e dalle gare effettuate, che ci aiutano a capire:
il rapporto meccanica/qualità organiche della corsa;
l�interazione e la differenza di intervento dei sistemi energetici alle varie velocità di corsa;
il potenziale delle componenti centrali della resistenza e la loro effettiva utilizzazione periferica;
gli ambiti personali di efficienza di corsa alle diverse velocità;
i punti forti e le carenze personali;
inoltre tramite la valutazione prestativa accostando tempi delle gare ai parametri fisiologici, sono capaci di indirizzarci verso l�individualizzazione e l�ottimizzazione del carico allenante.
Dopo aver spiegato la meccanica di corsa di un ottocento, quali sono le qualità organiche ecc� la preoccupazione di ogni allenatore è appunto creare l�individualizzazione e l�ottimizzazione del carico atleta per atleta, individuando così le caratteristiche di ognuno, se l�individuo è di tipologia 400/800, oppure 800/1500 oppure ancora un 800ista puro. Si andrà perciò ad allenare l�atleta verso la sua predisposizione, ma senza mai dimenticare tutti gli altri aspetti, perché avere un�unica direzione, con un solo stimolo allenante, può essere una arma a doppio taglio che si ritorcerà subito contro l�atleta, creando uno step negativo. Un allenatore, che decide perciò di crescere un ragazzo verso questa complessa disciplina, deve essere consapevole di impostare un lavoro il
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più ampio possibile, facendogli fare un ampia gamma di esperienze, dalle esecuzioni di velocità, per imparare a correre veloce, alle prove di resistenza, per fondare le basi del sistema aerobico e imparare il �mestiere� della fatica, per arrivare a impostarlo tecnicamente sull��arte� del saper correre: ampiezza, frequenza, uso dei piedi, altezza delle ginocchia, richiamo dei piedi, uso delle braccia ecc� L�obiettivo è quello di fargli eseguire, quando più esperto, corse ed esecuzioni a svariate velocità, impostate sulle proprie soglie (aerobica e anaerobica), svariate esercitazioni di forza: dal potenziamento muscolare vero e proprio in palestra al potenziamento costituito da esecuzioni di corsa in salita, sia in modo tecnico che nella pura e semplice esecuzione di corsa. Un allenatore, prima di tutto, deve quindi creare la sua cornice, con una purissima tela bianca e poi dipingerci su un bellissimo capolavoro, fatto da molteplici colori e pennellate costituite da esercitazioni di ogni tipo.
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Sono convinto che questa specialità non finirà mai di stupirci, visto le sue molteplici e svariate sfaccettature, continuerà ad evolversi e con lei ci proverò anche io, perciò il mio viaggio non finisce qui.
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BIBLIOGRAFIA
FONTI ORALI
Cadonà Alberto (allenatore CUS dei LAGHI Atletica Varese e docente di educazione fisica alle scuole medie inferiori)
Danzi Silvano (tecnico nazionale italiano del mezzofondo prolungato)
Hoedt Honoré (tecnico nazionale olandese del mezzofondo)
Benedetti Gianni (allenatore di Benedetti Giordano)
SITI INTERNET
www.atleticanet.it www.fidal.it www.alltime-athletics.com www.alltrainer.it www.my-personaltrainer.it
www.iaaf.com
www.toptraining.it
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RINGRAZIAMENTI
Ci sarebbe molto da dire dopo un titolo così � ringraziamenti � perché, ovviamente, dopo tre lunghi anni passati anche a studiare avrò di certo imparato qualcosa, ma di sicuro, e di questo ne sono certo, gli insegnamenti più importanti non li ho ricevuti dai libri, ma dalle persone che ogni giorno mi sono state accanto ed è a loro che dedico questo breve capitolo. Da dove iniziare � Ci sono tante, troppe persone da voler e dover ringraziare, per avermi condotto fin qui, ma iniziamo dal principio.
Vorrei innanzitutto ringraziare i miei genitori, ai quali devo tutto quello che sono, ma soprattutto di avermi consigliato e sostenuto in ogni mia scelta, facendosi sempre in quattro per me e a volte anche in otto, dandomi sempre tutto ciò che avevano senza risparmio; grazie mamma e papà. Perché non ringraziare anche la mia sorellona, capace, anche lei, di insegnarmi tanto su questa vita. Grazie Nica.
Ringrazierò ora colui a cui devo l�enorme passione per questo sport, la persona che per 12 anni, quasi ogni giorno e ogni sera, è stato un esempio per me, come persona e come allenatore, un uomo che ha saputo insegnarmi molto, ma soprattutto darmi molto nella mia formazione, dandomi il là per intraprendere la strada verso questa università. Grazie Alberto.
Vorrei ora ringraziare, senza fare troppi nomi, i miei compagni di avventura, per avermi sopportato per tre anni, avermi aiutato, avermi fatto ridere, avermi fatto passare giorni che ricorderò per sempre; spero sia stato anche per voi lo stesso. Grazie ragazzi.
Ringrazio anche i miei compagni di allenamento, compagni di sport e di vita, perché è anche grazie a loro che la passione per lo sport è nata, cresciuta e sbocciata in me. Grazie atletoni del campo di Malnate.
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Infine, ma non di certo per ultimo, il ringraziamento più grande, più speciale, va fatto al mio tesoro, grazie al quale, di sicuro, oggi non potrei essere qui a scrivere questa tesi. Ti devo ringraziare per avermi aiutato a studiare e avermi motivato, spronato, sopportato sempre. Alla fine questa tesi è anche un po� tua. Sei una ragazza unica, una ragazza capace di far apparire ogni giorno sui banchi più bello, il sorriso e la felicità grazie a te appaiono dei sentimenti quasi scontati, spero perciò continuino ad esserlo insieme a te. Ti amo Jenny.