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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA
DIPARTIMENTO DI SALUTE DELLA DONNA E DEL BAMBINO
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN
MEDICINA DELLO SVILUPPO E SCIENZE DELLA PROGRAMMAZIONE
SANITARIA
INDIRIZZO
Emato-oncologia, genetica, malattie rare e medicina predittiva
VENTOTTESIMO CICLO
La Centralizzazione e l’informatizzazione delle terapie antiblastiche
come strumento di gestione del rischio clinico e di governo delle
risorse nell’UO di Onco-ematologia Pediatrica dell’Azienda
Ospedaliera di Padova
Direttore della scuola: Ch.mo Prof. G. Basso
Supervisore: Dott.ssa M.G. Petris
Dottoranda: Dott.ssa Francesca Temporin
4
Abstract
La Centralizzazione e l’informatizzazione delle terapie antiblastiche
come strumento di gestione del rischio clinico e di governo delle risorse
nell’UO di Onco-ematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di
Padova
Introduzione
La sicurezza dei pazienti e la riduzione degli errori in terapia farmacologica
rappresentano una priorità dell’assistenza sanitaria. Gli errori si
manifestano soprattutto durante i tre principali steps del processo
terapeutico: prescrizione, allestimento, somministrazione. La prevalenza
degli errori si verifica con i farmaci oncologici per il loro basso indice
terapeutico, per la difficoltà di gestione, per il tipo di pazienti a cui sono
destinati.
Alla luce di queste premesse riguardanti il Rischio Clinico, in oncologia, la
centralizzazione in Farmacia dell’allestimento delle terapie deve essere
considerata un importante strumento per la gestione del Rischio e la
Sicurezza del paziente. A questo proposito l’Oncoematologia Pediatrica
dell'Azienda Ospedaliera di Padova (AOP), è uno dei principali reparti
interessati data la quantità di attività clinico-assistenziale e l’eterogeneità dei
pazienti nei quali la precisione della preparazione oncologica e la
personalizzazione della terapia, diventano un requisito indispensabile.
Materiali e metodi
1. Rilevazione dell’attività del reparto (DEG) e del Day Hospital (DH)
mediante indicatori gestionali
2. Rilevazione delle prescrizioni informatizzate delle terapie
antiblastiche mediate il sistema informatico “Oncosys”
5
3. Rilevazione e classificazione dei farmaci in uso
Risultati Nei tre anni analizzati tra il 2013 e io 2015, il numero di pazienti trattati è
aumentato da 191 a 245 ne 2015. Dall’analisi delle patologie, risultano
essere predominanti le Leucemie (35%) e Sarcomi (16%). I farmaci
maggiormente prescritti sono risultati essere Citarabina, Metotressato e
Vincristina. Analizzando i farmaci divisi per dose, emerge l'alto dosaggio
prescritto di Ifosfamide e Metotressato. Analizzando la riduzione degli
sprechi di farmaco derivanti dalla centralizzazione delle terapie
antiblastiche, risulta che rispetto al 2012, si ha una riduzione del consumo di
farmaci nel 2015 di circa € 155.224. Analizzando le segnalazioni di Incident
Reporting inviate al servizio del Rischio Clinico dell'AOP, si può notare una
notevole riduzione: da 17 segnalazioni ne 2012 a 9 nel 2015
Conclusioni
Sempre di più emerge la richiesta di contribuire attivamente al processo di
cura, con il compito di coniugare le esigenze di salute a quelle della
sostenibilità dei costi.
La continua collaborazione tra Medico, Farmacista e Infermiere, è
determinante nella riduzione degli errori di terapia e i costi sanitari
conseguenti, intervenendo in ognuna delle fasi che caratterizzano il percorso
del farmaco in ospedale. La Centralizzazione delle terapie antiblastiche
diventa uno strumento essenziale non solo per la gestione del Rischio e la
Sicurezza del paziente ma anche nella razionalizzazione delle risorse.
6
Abstract
Centralisation and informatisation of antiblastic therapies as an
instrument for clinical risk management and governance of resources in
the Pediatric Hematology and Oncology Department of Padova
Hospital.
Introduction
Patient’s safety and reduction of medication errors are one of the
fundamental goals of the Healthcare system. Medication errors occur
especially during the 3 main steps of the patient care pathway: drugs
prescription, preparation and administration. A large number of this type of
errors involve antiblastic drugs because of their narrow therapeutic index,
their difficult management, the kind of patients they are addressed to.
Considering the premises about clinical risk management, centralisation of
antiblastic drugs preparation within the Hospital Pharmacy has to be
considered an important mean to improve patient’s safety while minimizing
clinical risk. Centralisation process is of particular interest for Padova
Hospital Department of Pediatric Hematology and Oncology because of the
high rate of clinical care activity and the heterogeneity of patients, as each
of them need high precision level in the drug preparation and
personalisation of the therapy.
Material and methods
• Collection of data concerning Day Hospital and Inpatient Clinic
through performance indicators
• Collection of electronic antiblastic drug prescriptions through the
Hospital management system called Oncosys
• Classification of the drugs used
7
Results
Over the considered period, from 2013 to 2015, the number of patients
treated increased from 191 to 245. The analysis of the pathologies highlited
the prevalence of Leukemia (35%) and Sarcoma (16%). Cytarabine,
Methotrexate and Vincristine have been the most prescribed drugs, while
Ifosfamide and Methotrexate showed the highest dosages. Thanks to the
centralisation process, waste of drugs during preparation steps was
considerably reduced, saving more than 155.224 €. Also the number of
warnings collected by the Hospital Clinical Risk Management Services
decreased from 17 in 2012 to 9 in 2015.
Conclusions
It is clear how important is becoming the active contribution to the entire
care process and how crucial is combining healthcare needs with cost
optimization. Active and incessant collaboration between physician,
pharmacist and nurse is therefore crucial in the reduction of medication
errors and optimisation of Healthcare resources, working together
throughout the whole process that involve drugs management inside the
Hospital. Centralisation of antiblastic drugs preparation thus become an
essential instrument not only for clinical risk and patient’s safety
management, but also for resources rationalisation.
8
INDICE
1. INTRODUZIONE 10
1.1 La cultura della sicurezza e la gestione del rischio clinico. ................10
1.2 Linee Guida e Raccomandazioni Ministeriali.....................................13
1.3 L’allestimento centralizzato delle Terapie Antiblastiche come strumento nella gestione del rischio clinico. ....................................14
1.4 Individuazione dell’UO di Oncoematologia Pediatrica come starter per l’avvio della gestione centralizzata delle terapie farmacologiche nell’Azienda Ospedaliera di Padova.................................................18
2. SCOPO DELLO STUDIO 22
3. MATERIALI E METODI 23
3.1 Attività di Reparto e di DH mediante indicatori gestionali. ...............23
3.2 Prescrizione informatizzata tramite Oncosys......................................25
3.3 Farmaci in uso nelle UO coinvolte da dati gestionali……………….27
3.4 Inquadramento dei principali protocolli in uso ..................................28
3.5 Farmaci utilizzati ................................................................................29
4. RISULTATI 30
4.1 Rilevare l’attività del reparto e del DH mediante indicatori gestionali (analisi dei ricoveri)..........................................................................30
4.2 Rilevazione e classificazione dei farmaci in uso nelle UO coinvolte da dati gestionali (15). ...........................................................................33
4.3 Centralizzazione delle terapie antiblastiche........................................34
4.3.1 Farmaci ......................................................................................36
4.3.2 Analisi della Centralizzazione delle terapie antiblastiche .........45
4.3.3 Farmaci chemioterapici prescritti……………………………...48
4.4 Analisi economica della Centralizzazione delle terapie antiblastiche 51
4.5 La Centralizzazione come strumento per la gestione del rischio........54
5. DISCUSSIONE 55
6. CONCLUSIONI 60
BIBLIOGRAFIA 62
10
1. INTRODUZIONE
1.1 La cultura della sicurezza e la gestione del rischio clinico.
La sicurezza dei pazienti e la riduzione degli errori in terapia farmacologica
rappresentano una priorità dell’assistenza sanitaria. L’importanza è tale che
il Ministero della Salute ha varato una serie di raccomandazioni a cui le
strutture sanitarie devono riferirsi. In virtù di tale principio l’Azienda
Ospedaliera di Padova ha assunto la Promozione della Sicurezza del
Paziente come dimensione fondamentale della qualità dei servizi offerti,
come dimostra l’avviamento del “Progetto Sicurezza del Paziente 2010-
2012”, con Delibera del direttore Generale n.952 del 09/09/2010, in
ottemperanza a quanto prevede la DGRV 1831 del 01/07/2008.(1)
Tale modello organizzativo coinvolge più attori all’interno dell’Azienda,
prevedendo la partecipazione anche del Servizio di Farmacia con un
Farmacista referente per l’area del Rischio Clinico relativamente alla
gestione delle terapie Farmacologiche.
In tale contesto è nata la necessità di rivedere il sistema di gestione della
terapia farmacologica in aree particolarmente delicate.
Infatti anche il Ministero della Salute, tramite AIFA, pone come obiettivo
quello di garantire l'accesso al farmaco e il suo impiego sicuro ed
appropriato come strumento di difesa della salute (2).
I Sistemi Sanitari moderni sono impegnati a governare l’alta complessità
derivante dai numerosi elementi umani e tecnologici che li compongono,
orientando le attività verso standard di qualità in risposta alle esigenze di
salute. I presupposti per il miglioramento della qualità sono la gestione della
Sicurezza dei pazienti e l’attuazione di misure di gestione del Rischio
Clinico.
La Sicurezza dei pazienti è una priorità che il nostro Servizio Sanitario si
pone a garanzia della qualità ed equità delle cure prestate su tutto il territorio
nazionale.
11
Le politiche di gestione del rischio, volte sia alla prevenzione degli errori
evitabili sia al contenimento dei loro possibili effetti dannosi, e quindi, in
ultima analisi, alla garanzia della Sicurezza dei pazienti, costituiscono il
sistema di gestione del Rischio Clinico (processo sistematico, comprendente
sia la dimensione clinica sia quella gestionale, che impiega un insieme di
metodi, strumenti e azioni che consentono di identificare, analizzare,
valutare e trattare i rischi al fine di migliorare la Sicurezza dei pazienti) (4).
La Gestione del Rischio Clinico: approccio sistemico e aspetti culturali
Nelle organizzazioni complesse, la maggior parte degli incidenti è generata
dall’interazione fra le diverse componenti del sistema: tecnologica, umana
ed organizzativa.
Charles Vincent, esperto internazionale del Rischio Clinico, ha identificato
le seguenti cinque classi di fattori che determinano il grado di rischiosità di
un sistema:
1. fattori organizzativi e gestionali;
2. ambiente operativo;
3. gruppo di lavoro;
4. fattori individuali dell’operatore;
5. caratteristiche del paziente.
La conoscenza dei fattori causali o contribuenti al verificarsi di possibili
errori è presupposto fondamentale per la costruzione di percorsi destinati a
migliorare la qualità dell’assistenza, delle strutture e degli aspetti
organizzativi. Per far questo è fondamentale che avvenga un cambiamento
culturale, che valorizzi le competenze professionali e nello stesso tempo
coinvolga gli operatori nella gestione della qualità aziendale. In
un’organizzazione in cui la sicurezza è posta tra le principali priorità, la
realizzazione di programmi relativi ad essa, sono importanti quanto la loro
stessa definizione: una “cultura positiva” è frutto della comunicazione tra
operatori, basata sulla reciproca stima e sulla condivisione dell’importanza
di attuare misure preventive.
12
Le caratteristiche della cultura della Sicurezza evidenziate da uno dei più
importanti studiosi, James Reason sono:
- competenza: i professionisti hanno precisa conoscenza dei fattori tecnici,
organizzativi, ambientali ed umani che concorrono a determinare gli errori;
- equità: vi è nell’organizzazione un clima di fiducia che favorisce la
segnalazione di rischi ed errori da parte degli operatori i quali sono
consapevoli di ciò che mette a rischio la sicurezza;
- considerazioni delle segnalazioni: sia il personale sia la direzione
strategica sono consapevoli dell’importanza dell’accuratezza dei dati e
premiano la segnalazione degli errori e dei quasi errori (near miss);
- flessibilità: la responsabilità di adottare soluzioni immediate per la
sicurezza viene attribuita a chi lavora sul campo.
La Farmacia e il Rischio clinico
Il ruolo della Farmacia nella gestione del Rischio Clinico emerge nel
documento, redatto da una Commissione tecnica ministeriale, “Risk
Managment in Sanità: il problema degli errori”(5). In questo documento,
che riprende le indicazioni inserite nell’ASHP (American Society of Health-
System Pharmacy), pone l’attenzione alla collaborazione diretta tra
Farmacista, Medici ed Infermieri in tutte le fasi della gestione della terapia
farmacologica (3).
In sintesi, nel testo le strategie adottate al fine di ridurre gli errori sono
essenzialmente:
• Adozione di sistemi computerizzati di registrazione della terapia
• Gestione e distribuzione dei farmaci in dose unitaria
• Partecipazione attiva del Farmacista Clinico nella gestione della
terapia.
Tra le numerose attività avviate dal Ministero della Salute in tal senso, va
evidenziato, nel contesto di questo studio, la stesura di una serie di
Raccomandazioni, con lo scopo di fornire strumenti efficaci in grado di
ridurre i rischi e promuovere l’assunzione di responsabilità da parte degli
operatori, ma soprattutto per sollecitare a livello aziendale risposte per un
13
cambiamento positivo di sistema. Le dodici Raccomandazioni finora
prodotte sono state condivise con Regioni e Province autonome (PA),
esperti internazionali e nazionali, Società scientifiche e rappresentanti delle
Associazioni dei cittadini. Le Direzioni Aziendali sono state invitate
all’implementazione delle Raccomandazioni oppure a predisporre e
monitorare l’adozione di una propria procedura per la corretta gestione dei
farmaci in Ospedale, tenendo conto delle risorse economiche disponibili,
delle prestazioni erogate, della organizzazione interna.
Sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it/qualita/qualita.jsp)
sono disponibili i documenti relativi alle iniziative avviate dalla Direzione
Generale della programmazione sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza
e dei principi etici di sistema, nell’ambito della Sicurezza dei pazienti.
1.2 Linee Guida e Raccomandazioni Ministeriali
I presupposti per questo studio sono stati la comprensione e la
contestualizzazione di Linee guida e Raccomandazioni di seguito
dettagliate.
• “Guidelines on Preventing Medication Errors in Hospitals”.
American Society of Hospital Pharmacy www.ahsp.org (Am J Hosp
Pharm 1993; 50: 30) (3, 17, 18, 19)
• “Recommendations from the National Coordinating Council for
Medication Error Reporting and Prevention”. National Coordinating
Council for Medication Error Reporting and Prevention 19.03.1999.
www.nccmerp.org
• “Raccomandazione N. 7 Prevenzione della morte, coma o grave
danno derivati da errori in terapia”- Ministero della Salute-
Settembre 2007: www.ministerosalute.it
• “Raccomandazione N. 14 Prevenzione degli errori in terapia con
farmaci antineoplastici: www.ministerosalute.it
14
In particolare le Raccomandazioni n.7 e 14 indicano i percorsi da seguire al
fine di limitare gli errori nel processo di gestione del Farmaco in ambito
ospedaliero.
Gli interventi da attuare per la prevenzione degli eventi avversi in corso di
terapia farmacologica in ambito ospedaliero riguardano vari aspetti.
Particolare attenzione va rivolta all’“uso off-label” dei farmaci e ai
“ farmaci ad alto livello di attenzione”, che devono essere impiegati con
particolare cura a causa della loro potenziale tossicità, del basso indice
terapeutico, dell’alto rischio di interazioni. (4)
Fra le iniziative prioritarie che un’Azienda Sanitaria deve attuare vanno
evidenziate:
- l’inserimento nei capitolati d’acquisto di criteri o elementi che
garantiscano requisiti di sicurezza dei farmaci;
- l’adozione di idonei strumenti e/o modalità prescrittive come il foglio
unico di terapia o scheda unica di terapia; la corretta conservazione dei
medicinali negli armadi della farmacia e di reparto;
- la centralizzazione dell’allestimento dei farmaci antiblastici e delle terapie
infusionali che necessitano di particolare cura nella preparazione;
- la necessaria collaborazione tra reparti e farmacia ospedaliera per
operazioni relative all’identificazione del fabbisogno di medicinali, all’invio
delle richieste, anche quelle urgenti giornaliere, al controllo delle scadenze e
al ritiro dei medicinali scaduti, inclusi gli stupefacenti, all’inventario
periodico, ad un appropriato stoccaggio e controllo della temperatura di
conservazione.
1.3 L’allestimento centralizzato delle Terapie Antiblastiche come
strumento nella gestione del rischio clinico.
Alla luce di queste premesse riguardanti il Rischio Clinico, in oncologia (il
cui complesso sistema è sinteticamente descritto nel diagramma di seguito
riportato) la centralizzazione in Farmacia dell’allestimento delle terapie
deve essere considerata un importante strumento per la gestione del Rischio
e la Sicurezza del paziente.
15
Il sistema virtuoso nella gestione delle terapie in oncologia
Selezione e reperimento
prescrizione
preparazione e dispensazione
somministrazione
monitoraggio
CliniciFarmacisti
Amministratori CliniciFarmacisti,Tecnici Infermieri
Clinici / InfermieriFarmacistiUtenti
In letteratura si riportano, infatti, numerosi errori di terapia in ambito
oncologico, causa di eventi avversi o addirittura morte nei pazienti. Gli
errori si manifestano soprattutto durante i tre dei principali steps del
processo terapeutico (medication process): prescrizione, allestimento e
somministrazione, ed includono (6):
• errata via di somministrazione
• errati tempi di somministrazione
• sotto o sovra dosaggio
• errato allestimento
• errata velocità di infusione
• omissione di somministrazione o di idratazione
• errato farmaco.
La prevalenza degli errori di terapia farmacologica si verifica con i farmaci
antineoplastici. Uno studio, basato su un self reporting, ha stimato che il
sovradosaggio di chemioterapico va da un range di 0.06% al 13%. (6)
L’allestimento centralizzato di farmaci antiblastici in farmacia ospedaliera è
molto diffuso in particolare nei paesi anglosassoni ed è confermato dalle
linee guida dell’American Society of Health-System Pharmacists (ASHP):
16
“Guidelines on preventing medication errors with antineoplastic agent nel
2002”.
Purtroppo in Italia la scelta di centralizzare l’allestimento di terapie
antiblastiche, è delegata alle singole Aziende Sanitarie che operano secondo
criteri di risk-management. In un documento redatto dal Ministero della
Salute con il contributo di FOFI e SIFO, si evidenzia che l’allestimento,
quando centralizzato, è sottoposto al controllo del farmacista ospedaliero, il
quale valuta, oltre ai parametri concernenti il paziente, il protocollo
terapeutico, il calcolo del dosaggio appropriato e la conformità della
prescrizione, anche le condizioni di stabilità e validità, e tutti quei parametri
necessari per garantire le Norme di Buona Preparazione e di sterilità del
prodotto allestito. Quando invece l’allestimento è demandato ai singoli
reparti, seppur condotto secondo le norme di buona pratica professionale,
non è garantita la Sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori sanitari
stessi. In entrambi i casi, comunque, è necessaria la standardizzazione dei
dosaggi e delle concentrazioni. (7)
E’ particolarmente interessante lo studio condotto dal Prof. Bonnabry,
Direttore della Farmacia Ospedaliera del Policlinico Universitario di
Ginevra (8), dove vengono analizzate le diverse possibili modalità di
gestione del processo di terapia relativamente alla somministrazione di
antiblastici (Figura 1), misurandone la sicurezza.
Figura 1: Matrice relativa all’identificazione delle diverse modalità di gestione della terapia farmacologica (8)
Allestimento Decentarto
Centralizzato Prescrizione elettronica
Produzione con CATO
Bedside scanning
Prescrizione Scritta a
mano Scritta a
mano Elettronica Elettronica Elettronica
Trasmissione A mano dall'IP
Fax alla Farmacia
Elettronica Elettronica Elettronica
Validazione Dall'I.P. Dal
Farmacista Dal
Farmacista Dal
Farmacista Dal
Farmacista
Schema di preparazione
Protocolli scritti in
alcuni casi
Calcolo con doppio
controllo
Calcolo elettronico
Calcolo elettronico
Calcolo elettronico
17
Etichetta Scritta a
mano
Scritta dal Farm. Con
doppio controllo
Stampata dalla
prescrizione
Stampata dalla
prescrizione
Stampata dalla
prescrizione
Preparazione dei materiali
dalle IP in base alla
prescrizione
Dal farmacista con doppio controllo
Elaborarta direttament
e dalla prescrizione
Elaborarta direttamen
te dalla prescrizion
e
Elaborarta direttament
e dalla prescrizione
Allestimento dalle IP in VLAC No-
GMP
In isolatori con GMP c/o
Farmacia
In isolatori con GMP
c/o Farmacia
In isolatori con GMP
c/o Farmacia
con controllo ponderale
In isolatori con GMP
c/o Farmacia
con controllo ponderale
Consegna nn Trasporto
interno Ospedale
Trasporto interno
Ospedale
Trasporto interno
Ospedale
Trasporto interno
Ospedale
Somministrazione
Controlli tradizionali Checklist Checklist Checklist
Controllo elettronico
CATO® program, interfaced to our prescription tool, see http://www.cato.at. GMP, good manufacturing practice; VLAC, vertical laminar airflow cabinet. IP: Infermiere Professionale.
A tal fine utilizza IPR (Indice di priorità del rischio) come indicatore,
calcolato tramite analisi FMECA.
FMECA (acronimo dell'inglese Failure Mode, Effects, and Criticality
Analysis, ovvero Analisi dei modi, degli effetti e della criticità dei guasti) è
una estensione della FMEA (Failure Mode and Effects Analysis), in
aggiunta alla quale include un'analisi di criticità usata per valutare, mediante
opportuni diagrammi, la gravità delle conseguenze di un guasto correlata
con la probabilità del suo verificarsi. E’ una tipologia di analisi del rischio
di errore (guasto) molto impiegata in ingegneria.
Il risultato dello studio, riportato in figura 2, mette in evidenza, quanto la
standardizzazione delle varie fasi del processo di terapia e il conseguente
livello di informatizzazione, riduca il rischio di errore.
18
Figura 2: Evoluzione del CI
E’evidente quanto l’allestimento centralizzato sia determinante nella
riduzione del rischio, e che quanto più il livello di informatizzazione è alto,
tanto più si riduce il rischio.
Tant’è vero che sono molte le realtà ospedaliere in Italia che hanno attivato
la centralizzazione dell’allestimento dei farmaci antiblastici, analogamente
ad altre attività di allestimento asettico, e per queste attività la competenza
del Farmacista è indiscussa se non imprescindibile.
1.4 L’UO di Oncoematologia Pediatrica come starter per l’avvio della
gestione centralizzata delle terapie farmacologiche nell’Azienda
Ospedaliera di Padova
L’Oncoematologia Pediatrica è uno dei principali reparti interessati sia per
la complessità che per la quantità di attività clinico-assistenziale. Al fine di
avviare una centralizzazione dell’allestimento delle terapie, è fondamentale
un’organizzazione rigorosa, come richiesto dalle Linee Guida nazionali.
Condizione imprescindibile quindi è comprendere l’attività dei singoli
reparti e la complessità dei protocolli terapeutici cercando poi di interagire
favorendo diverse necessità e priorità.
19
La complessità dei protocolli chemioterapici in Oncoematologia Pediatrica è
amplificata dall’eterogeneità dei pazienti (es: variabilità dell’età) per i quali
la precisione della preparazione oncologica diventa un requisito
fondamentale.
La chemioterapia antiblastica richiede una stretta personalizzazione del
dosaggio della terapia, dovuta alla diversità fra le varie patologie, regimi
con più farmaci (diverse priorità farmacologiche), senza dimenticare le
differenze individuali del paziente da trattare. Ogni singolo allestimento,
quindi, si configura come una preparazione galenica magistrale.
La preparazione della terapia, cioè il complesso degli atti tecnici
propedeutici alla formulazione del farmaco da somministrare al singolo
paziente - seguendo la prescrizione dell’oncologo -, a partire dal composto
fornito dall’industria, richiede personale altamente responsabile e
qualificato. L’osservanza rigorosa della dose calcolata per il singolo
paziente è fondamentale, sia che si consideri la chemioterapia classica,
basata su principi attivi caratterizzati da un modestissimo indice terapeutico,
quindi da una dose efficace molto prossima alla dose tossica, sia che si
impieghino i nuovi farmaci (es: anticorpi monoclonali) di elevatissimo
impatto economico.
Risulta pertanto evidente quanto la presenza diretta del Farmacista gioca un
ruolo basilare sia nell’organizzazione che nell’indicazione da fornire al
personale tecnico sulle corrette procedure da seguire.
Dovendo centralizzare l’allestimento, il Farmacista deve raccogliere le
esigenze del reparto e mediarle con il laboratorio dove avranno luogo le fasi
di preparazione.
Si vuole inoltre sottolineare che la Raccomandazione Ministeriale, pone
l’attenzione non solo alla fase di allestimento dei farmaci oncologici ma
anche all’appropriatezza prescrittiva e pure a questo proposito, le attuali
condizioni/ regolamentazioni di prescrizione di farmaci (in particolare ad
alto costo), risulta di particolare utilità la partecipazione attiva del
Farmacista.
20
La realizzazione di un servizio per l’allestimento centralizzato delle terapie
antiblastiche deve rispondere a specifiche disposizioni di legge (9).
Le “Linee Guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti ai
farmaci chemioterapici antitumorali (FA) in ambiente sanitario” (G.U. n.
236 del 7/10/99), al fine di contenere il rischio degli operatori
professionalmente esposti, hanno fissato l’esigenza di un controllo di tutte le
fasi della gestione del farmaco, (dalla manipolazione, alla somministrazione,
allo smaltimento) mediante il governo centralizzato attraverso l’attivazione
di un’Unità Farmaci Antiblastici (UFA).
Nella FU XI edizione emerge che l’attività di manipolazione dei farmaci
antiblastici deve essere assimilata a quella di galenica magistrale. Questo
concetto è stato ribadito nella FU XII Edizione, pubblicata con DM del 3
Dicembre 2008. Infatti, nel Glossario delle Norme di Buona Preparazione
delle Farmacopea si definisce Preparato magistrale o formula magistrale
“Medicinale preparato in farmacia in base ad una prescrizione medica
destinata ad un determinato paziente. Sono tecnicamente assimilabili ai
preparati magistrali anche tutte le miscelazioni, diluizioni, ripartizioni ecc.
eseguite per il singolo paziente su indicazione medica”.
Da questa definizione discende che le attività di allestimento dei farmaci
antiblastici sono assimilate alle Preparazioni galeniche magistrali e, perciò,
sotto la diretta responsabilità del Farmacista che ne garantisce la qualità e la
tracciabilità.
Il nuovo status di farmaco magistrale sancito dalla Farmacopea per le
terapie oncologiche iniettabili e le precise indicazioni contenute nel
provvedimento del 1999, hanno pertanto determinato lo sviluppo, anche
negli ospedali italiani, delle Unità Farmaci Antiblastici (UFA) poste sotto la
responsabilità dei Servizi di Farmacia. Le UFA rappresentano ormai un
importante esempio di struttura ad attività multidisciplinare e integrata, alla
quale si rivolgono tutti i reparti ospedalieri operanti in ambito oncologico
per l’allestimento personalizzato della terapia antitumorale.
Centralizzare l’allestimento dei chemioterapici antiblastici in un laboratorio
galenico antiblastico, con personale specializzato e controllo da parte di un
21
Farmacista, garantirebbe la qualità del prodotto finito, la qualificazione
degli operatori, e soddisferebbe gli obiettivi di:
• maggiore sicurezza per l’operatore e l’ambiente, in quanto le proprietà
citotossiche dei farmaci antineoplastici, possono essere causa di pericolo
(rischio di mutagenesi, teratogenesi, carcinogenesi, immunodepressione,
oltre a comuni reazioni allergiche e/o infiammatorie) dovute a
manipolazione e smaltimento senza adeguate misure di protezione;
• sicurezza per il paziente: giusto farmaco, dose adeguata, sterilità di
preparazioni destinate nella quasi totalità dei casi alla somministrazione
endovenosa;
• maggior tempo a disposizione degli infermieri di reparto per l’assistenza al
paziente;
• economicità di gestione e minori sprechi, grazie all’ottimizzazione
dell’impiego dei residui di preparazione, in funzione delle valutazioni
tecnico farmaceutiche (stabilità dei farmaci ricostituiti e diluiti).
22
2. SCOPO DELLO STUDIO
Nell’ottica di ottimizzare le risorse e la qualità dell’assistenza e migliorare
la sicurezza del paziente oncologico, i principali obiettivi di questo studio
sono stati:
• Analizzare l’impatto clinico ed economico della centralizzazione
delle terapie antiblastiche nell’UO di Onco-ematologia Pediatrica
dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
• Ridurre il rischio di errori di terapia nelle diverse fasi del processo
farmacologico,
• Garantire preparati che rispondano a criteri di stabilità e di sterilità
secondo le Norme di Buona Preparazione imposte dalla Farmacopea
Ufficiale (FU)
• Ridurre il tempo del personale infermieristico dedicato alla
preparazione delle terapie chemioterapiche, permettendogli di
concentrarsi sulle attività quotidiane di assistenza al paziente,
• Mantenere una traccia informatica della terapia chemioterapica
prescritta
• Ridurre il tempo dedicato all’approvvigionamento, controllo e
stoccaggio dei farmaci chemioterapici,
• Ridurre gli spazi dedicati allo stoccaggio del farmaco
chemioterapico e dei dispositivi necessari all’allestimento,
• Migliorare l’economicità di gestione e ridurre gli sprechi, grazie
all’ottimizzazione dell’impiego dei residui di preparazione in
funzione delle valutazioni tecnico farmaceutiche sulla stabilità dei
farmaci ricostituiti e diluiti
23
3. MATERIALI E METODI
3.1 Attività di Reparto e di DH mediante indicatori gestionali.
La conoscenza delle attività della struttura organizzativa e della metodologia
con la quale vengono gestite le quotidiane criticità del reparto, sono
elementi indispensabili per collaborare al fine di migliorare la qualità del
servizio, inteso come Sicurezza del paziente, ma anche degli operatori.
I dati di attività del reparto e del DH sono stati ricercati e quindi elaborati
consultando uno strumento informatico dell’AOP chiamato Qlik. Trattasi di
un software utilizzato e reso disponibile dal Controllo di Gestione Aziendale
che estrae dei report predefiniti permettendo l’analisi dei dati di attività
dell’azienda attraverso DRG e le SDO.
I DRG e le SDO rappresentano lo strumento che le Aziende Sanitarie
utilizzano per la gestione e la valorizzazione dell’attività sanitaria.
DRG: Diagnosis Related Group, è un sistema di classificazione isorisorse
dei ricoveri ospedalieri. I ricoveri ospedalieri sono, cioè, raggruppati in
modo che tutti i ricoveri afferenti ad un medesimo DRG presentino
approssimativamente un simile carico assistenziale e consumo medio di
risorse.
Questo sistema viene attualmente impiegato in Italia come strumento di
finanziamento delle strutture ospedaliere nel sistema sanitario nazionale;
infatti, ad ogni DRG è associata una tariffa che rispecchia una stima del
costo medio di ciascun ricovero, in base alla quale si remunera l’attività
ospedaliera erogata. Ogni DRG è inoltre caratterizzato da un peso relativo,
spesso utilizzato per calcolare indicatori di complessità ed efficienza quali:
il peso medio della casistica, l’indice di case-mix e l’indice comparativo di
performance.
Il sistema DRG è stato mutuato dagli USA, apportando solo lievi modifiche
per renderlo adatto al Sistema Sanitario Nazionale. Ogni anno l’Agenzia
governativa statunitense “Center for Medicare & Medicaid Services”
(CMS), precedentemente denominata “Health Care Financing
Administration” (HCFA), predispone una nuova versione del sistema.
24
SDO: Scheda di Dimissione Ospedaliera, istituita con Decreto Ministeriale
28/12/1991, costituisce una rappresentazione sintetica della cartella clinica,
finalizzata ad una raccolta corrente, economica e di qualità controllabile di
alcune informazioni della cartella necessarie e sufficienti per classificare
secondo il sistema DRG.
A tale riguardo si rammenta che, ai sensi del citato decreto, la SDO
costituisce parte integrante della cartella clinica, della quale assume la
medesima rilevanza medico-legale, e che, conseguentemente, è un atto
pubblico, dotato di rilevanza giuridica, la cui corretta compilazione obbliga
la responsabilità del medico.
La SDO corrisponde ad un singolo episodio di ricovero che comprende
l’intero periodo di degenza presso un istituto di cura. Ne segue che gli
eventuali trasferimenti interni del paziente da una divisione all’altra dello
stesso istituto di cura non comportano la sua dimissione e successiva
riammissione; il numero identificativo, caratteristico di ciascuna cartella
clinica e della relativa scheda di dimissione, deve essere il medesimo per
tutta la durata del ricovero, indipendentemente dai trasferimenti interni alla
stessa struttura (10).
Figura 3:Software
25
Figura 4: Estrazione dati ricoveri Qlik
3.2 Prescrizioni informatizzate tramite Oncosys
Oncosys è un sistema informatico in uso presso l’Istituto Oncologico
veneto, utilizzato per la prescrizione informatizzata delle terapie
oncologiche in uso presso l’UO di Onco-ematologia Pediatrica dell’Azienda
Ospedaliera di Padova.
Oncosys, consente di supportare il personale medico e paramedico nella
gestione del paziente oncologico, durante tutte le fasi in cui si articola il
ciclo dei suoi contatti con la struttura: dalle indagini finalizzate, alla
Diagnosi, fino alla cura e ai successivi follow-up.
Oncosys presenta diverse funzioni quali:
• Gestione elenchi: fornisce supporto nelle decisioni grazie a un
sinottico che riporta le informazioni relative al quadro clinico del
paziente disposte in ordine cronologico.
• Programma terapeutico: propone di volta in volta la singola fase
del programma terapeutico con farmaci, dosi; indispensabile quando
sono previsti cicli multipli con più farmaci e modalità terapeutiche
diverse.
26
• Prescrizione: predispone automaticamente il tipo e le modalità di
preparazione e somministrazione della terapia prevista per uno
specifico accesso sulla base del programma terapeutico.
• Comunicazione: consente la redazione automatica di lettera di
dimissione o relazioni mediche, attingendo ai dati inseriti a ogni
singolo accesso effettuato dal Paziente nella struttura.
• Messaggistica: possibilità di richiedere dal sistema consulenze o
seconde opinioni su casi clinici interaziendali.
• Gestione Flusso Chemioterapici: consente l’interazione tra il
reparto di Oncologia ed il servizio di Farmacia nelle fasi di
prescrizione ed allestimento dei preparati galenici. Durante la
preparazione il sistema dispone di funzioni che consentono
all’operatore di controllare l’attività dell’intera fase sia a livello di
Sicurezza del Paziente che di Ottimizzazione dei Farmaci utilizzati.
• Gestione Clinical Trial: possibilità di personalizzare gli schemi di
terapia associandoli a trial clinici specifici.
Figura 5: Sistema Informatico Oncosys
27
3.3 Farmaci in uso nelle UO coinvolte da dati gestionali
Oltre al Sistema Informatico Oncosys, gli strumenti di analisi attualmente
disponibili nell’Azienda Sanitaria di Padova, che tengono traccia di dati di
attività relativi all’uso di farmaci, sono da ricercare dai database gestionali
utilizzati per l’approvvigionamento degli stessi e la loro distribuzione nelle
UO. Il dettaglio si ferma all’UO. Non è possibile identificare il paziente a
cui viene somministrato il farmaco.
Il sistema informatico in uso è denominato Sistema Sanitario Integrato
(SSI), e consiste in un software applicativo dedicato alla gestione delle
problematiche della realtà sanitaria, che prevede aspetti medico-sanitari, ma
anche amministrativi e gestionali. Ogni area è composta da moduli
applicativi singolarmente indipendenti, ma integrati nativamente tra loro, in
modo da consentire la più completa condivisione delle informazioni
sanitarie dei pazienti, anche ai fini contabili.
Per una più semplice lettura dei dati ci si è avvalsi dei report di Qlik, area
logistica.
Figura 6: Farmaci in uso nell’UO
28
3.4 Inquadramento dei principali protocolli in uso
Un Protocollo: può identificare un principio attivo (PA), un processo, una
procedura. Nell’interpretazione giuridica, il contenuto di un protocollo è
vincolante (mandatory) per i professionisti; in altre parole, se le LG
forniscono raccomandazioni cliniche, flessibili per definizione, il termine
protocollo implica, senza precisarlo, che deve essere applicato a tutti i
pazienti, esponendo il professionista e l’organizzazione a potenziali rischi
medico-legali se questo non avviene. Pertanto, "protocollo" dovrebbe essere
utilizzato solo se viene condiviso l’obbligo di applicarne i contenuti a tutti i
pazienti (target 100%) (11).
Alla luce di questa premessa i protocolli in uso in Oncoematologia
Pediatrica sono riportati in fig. 8, come formalmente consegnati:
Figura 8: Documento dell’UO di oncoematologia Pediatrica relativo ai protocolli in uso
Tali protocolli sono stati inseriti all’interno del software Oncosys
individuato dall’Azienda Sanitaria di Padova assieme allo IOV, Istituto
Oncologico Veneto. Questo programma permette una migliore gestione
29
della terapia oncologica tramite una rigida standardizzazione dei protocolli e
la tracciabilità di tutto l’iter terapeutico.
3.5 Farmaci utilizzati
Per ridurre ulteriormente possibili errori terapeutici, è stato necessario porre
attenzione non solo all’adeguato impiego terapeutico di un farmaco, ma
anche alla valutazione delle sue proprietà chimico-fisiche relative alla
stabilità e compatibilità nelle soluzioni allestite. Tali informazioni sono state
estratte da:
• http://www.stabilis.org/
• Micromedex (http://www.thomsonhc.com/home/dispatch)
• Scheda tecnica
• Schede monografiche dei chemioterapici redatte da SIFO
30
4. RISULTATI
4.1 Rilevare l’attività del reparto e del DH mediante indicatori
gestionali (analisi dei ricoveri).
L’Oncoematologia Pediatrica risulta organizzata in 3 distinti centri analitici
che sono:
- Il Day Hospital (DH)
- Il reparto di degenza (DEG)
- Il reparto Trapianti Midollo Osseo (TMO)
Per comprendere l’attività dei singoli centri in tabella 4.1 sono riportati gli
ambiti di attività raggruppati per MDC (Major Diagnostic Category), la
quale evidenzia una maggiore attività nella cura delle “Malattie e disturbi
mieloproliferativi e neoplasie scarsamente differenziate”. Il dato
interessante è che non è esclusiva.
Tabella 4.1.3 N° di dimessi per MDC tra il 2013 e il 2015 per centro analitico
2013 2014 2015 MDC DH DEG TMO DH DEG TMO DH DEG TMO 17-Malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie scarsamente differenziate 605 533 9 578 552 14 482 601 35 16-Malattie e disturbi sangue ed organi ematopoietici e disturbi sist. immunitario 257 8 6 235 7 11 179 5 10 23-Fattori influenzanti lo stato di salute ed il ricorso ai servizi sanitari 93 6 6 73 4 10 59 4 4 1-Malattie e disturbi del sistema nervoso 67 8 1 55 6 1 48 6 - Non valorizzato - - - 6 - - 105 20 8 8-Malattie e disturbi apparato osteomuscolare e tessuto connettivo 19 14 - 15 16 1 34 19 1 18-Malattie infettive e parassitarie 24 55 11 12 80 21 16 87 17 2-Malattie e disturbi occhio 3 - - 12 3 - 18 2 - 11-Malattie e disturbi rene e vie urinarie 10 4 2 9 5 - 6 4 1 7-Malattie e disturbi epatobiliari e pancreas 5 4 - 10 7 1 1 5 - 10-Malattie e disturbi endocrini, metabolici e nutrizionali 4 3 - 4 4 - 5 7 1 6-Malattie e disturbi apparato digerente 7 2 - 2 4 1 - 1 - 4-Malattie e disturbi apparato respiratorio 1 - 2 2 - - 3 - 1 12-Malattie e disturbi apparato riproduttivo maschile 2 - - 1 - - 1 - - 3-Malattie e disturbi orecchio, naso e gola 3 1 1 - 2 2 1 2 -
31
9-Malattie e disturbi pelle, tessuto sottocutaneo e mammella 3 1 - - 3 - - 1 - 13-Malattie e disturbi apparato riproduttivo femminile 1 1 - - 1 - - - - 5-Malattie e disturbi sistema cardiocircolatorio 1 - - - - - - - - 15-Malattie e disturbi periodo perinatale - - - - - - 1 - - 21-Traumatismi, avvelenamenti ed effetti tossici dei farmaci - 2 1 1 2 1 - 1 - 99-MDC non riconducibile relativo a DRG 469 e 470 - 1 3 - 1 - - - - 98-Per DRG PRE 541 e 542 - - 8 - 1 42 - - 21 19-Malattie e disturbi mentali - 1 - - - - - - -
Tabella 4.1.2 17-Malattie e disturbi mieloproliferativi e neoplasie
scarsamente differenziate 2013 2014 2015 410-CHEMIOTERAPIA NON ASSOCIATA A DIAGNOSI SECONDARIA DI LEUCEMIA ACU 519 493 489 492-CHEMIOTERAPIA ASSOCIATA A DIAGNOSI SECONDARIA DI LEUCEMIA ACUTA O CON USO DI ALTE DOSI 311 386 400 405-LEUCEMIA ACUTA SENZA INTERVENTI CHIRURGICI MAGGIORI, ETA` < 18 207 175 153 404-LINFOMA E LEUCEMIA NON ACUTA SENZA CC 48 29 28 414-ALTRE ALTERAZIONI MIELOPROLIFERATIVE E NEOPLASIE POCO DIFFERENZIA SENZA CC 18 20 20 413-ALTRE ALTERAZIONI MIELOPROLIFERATIVE E NEOPLASIE POCO DIFFERENZIA CON CC 9 8 9 406-ALTERAZIONI MIELOPROLIF. O NEOPLASIE POCO DIFF. CON INTERVENTI MAGG. CON CC 9 2 2 402-LINFOMA E LEUCEMIA NON ACUTA CON ALTRI INTERVENTI CHIRURGICI SENZA CC 6 4 2 411-ANAMNESI DI NEOPLASIA MALIGNA SENZA ENDOSCOPIA 5 10 5 473-LEUCEMIA ACUTA SENZA INTERVENTI CHIRURGICI MAGGIORI, ETA` > 17 4 2 2 408-ALTERAZIONI MIELOPROLIFERATIVE O NEOPLASIE POCO DIFF. CON ALTRI I 3 1 1 409-RADIOTERAPIA 2 3 1 403-LINFOMA E LEUCEMIA NON ACUTA CON CC 2 9 5 539-LINFOMA E LEUCEMIA CON INTERVENTI CHIRURGICI MAGGIORI CON CC 2 1 2 401-LINFOMA E LEUCEMIA NON ACUTA CON ALTRI INTERVENTI CHIRURGICI CON CC 2 0 0
Dai dati della tabella 4.2, emerge che i ricoveri per chemioterapia sono
quelli indicati dai DRG 410 e 492, che complessivamente tra il 2013 e il
2015, sono aumentati da 830 a 889.
32
Per quanto riguarda la suddivisione per sesso ed età dei pazienti ivi
ricoverati le tabelle sottostanti sintetizzano i dati relativi.
Tabella: 4.1.3: Suddivisione per età dei pazienti
Tabella 4.1.4: Suddivisione per sesso ed età dei pazienti
33
Dalle tabelle si può vedere che c'è una prevalenza dei pazienti nelle fasce
d'età comprese tra 1-5 anni e 6-14 anni.
4.2 Rilevazione e classificazione dei farmaci in uso nelle UO coinvolte
da dati gestionali (12).
L’Azienda Ospedaliera di Padova negli anni tra il 2013 e il 2015 ha
consumato farmaci per un valore che va da € 87.314.811 e € 117.034.358.
La quota relativa all’Oncoematologia pediatrica come mostrato in tabella
4.2.1, corrisponde a circa il 2% della spesa complessiva.
I farmaci antineoplastici che assieme agli antimicrobici, costituiscono il
gruppo terapeutico a maggior costo per l’intera AOP, costituiscono circa il
28% della spesa relativa all’UO.
Tabella 4.2.1 Spesa complessiva per ATC 1 livello dei farmaci in uso c/o Oncoematologia Pediatrica ANN1 2013-2015 ANNO 2013 2014 2015 ATC valore valore valore J-ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO 938.331 1.049.851 917.967 L-FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOMODULATORI 544.536 699.780 682.429 XEST-FARMACI ESTERI 482.634 410.706 605.356 FEMOD-EMODERIVATI 110.552 186.761 140.669 B-SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI 52.877 56.384 45.769 N-SISTEMA NERVOSO 23.262 26.227 26.053 FV-VARI 21.358 20.917 16.706 A-APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO 13.009 29.168 12.804 R-SISTEMA RESPIRATORIO 6.053 6.952 5.558 H-PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI 5.615 6.061 4.782 C-SISTEMA CARDIOVASCOLARE 5.389 1.819 1.800 D-DERMATOLOGICI 754 1.024 561 S-ORGANI DI SENSO 704 829 918 FG-SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI 168 31 255 M-SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO 94 142 367 FOSS-OSSIGENO CON AIC 28 28 28 P-FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E REPELLENTI 4 2 52 TOTALE 2.205.368 2.496.681 2.462.074
34
4.3 Centralizzazione terapie antiblastiche
Il progetto della Centralizzazione delle terapie antiblastiche ha inizio a
gennaio del 2013 a seguito della delibera aziendale n. 1551 del 31/12/2012
“Convenzione per la centralizzazione delle preparazioni antiblastiche
dell’Azienda Ospedaliera di Padova presso i laboratori del Servizio di
Farmacia dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV)” con la quale si è stabilito
che l’allestimento di farmaci antiblastici non fosse più in carico al personale
infermieristico del reparto e del Day-Hospital di Oncoematologia, ma
dovesse essere trasferito sotto la responsabilità di personale adeguatamente
preparato della Farmacia in modo da garantire:
• economicità di gestione e minori sprechi, grazie all’ottimizzazione
dell’impiego dei residui di preparazione, in funzione delle
valutazioni tecnico farmaceutiche (stabilità dei farmaci ricostituiti e
diluiti),
• maggiore sicurezza per l’operatore e l’ambiente, utilizzando
adeguate misure di protezione sia per quanto riguarda la
manipolazione che lo smaltimento dei farmaci antiblastici,
• maggiore sicurezza per il paziente: giusto farmaco, dose adeguata,
corretti volumi di diluizione e sterilità delle preparazioni
(somministrazione endovenosa),
• maggior tempo a disposizione degli infermieri di reparto per
l’assistenza al paziente.
L’istituto Oncologico Veneto vanta una grossa esperienza in merito alla
gestione dell’allestimento dei preparati antiblastici, nuovi laboratori con
sistemi di sicurezza all’avanguardia, personale tecnico adeguatamente
formato e dedicato, e standard tecnici stabiliti dalla Normativa in vigore.
Un requisito fondamentale che lo IOV ha imposto, è stato la prescrizione
delle terapie per via informatica in modo da limitare eventuali errori legati
ad una non corretta scrittura, lettura o interpretazione. Per questo motivo è
stata necessaria l’acquisizione di un Sistema Informatico, Oncosys, già in
uso presso la Farmacia Ospedaliera dello IOV da implementare con i
35
protocolli terapeutici in uso presso la nostra UO di Onco-ematologia
Pediatrica.
Per l’inserimento degli schemi nel sistema informatico è stato necessario
individuare i medici referenti per le varie patologie raccoglierne i protocolli
terapeutici; assieme ai medici è stato stabilito come suddividere i vari
schemi per renderli semplici, facilmente prescrivibili e identificabili. Per
ogni protocollo sono state verificate le indicazioni d’uso approvate secondo
RCP (Riassunto delle caratteristiche del prodotto) o l’autorizzazione all’uso
off-label secondo quanto indicato alle regole di appropriatezza prescrittiva.
Il Sistema Informatico, concepito per trattare la popolazione adulta, è molto
rigido e quindi è stato necessario adattare quasi ogni schema alle principali
fasce di età (<1 anno, 1-2 anni, 2-3 anni, >3anni) e restrizioni di peso
(<10kg). Per quanto riguarda i farmaci, è stato necessario valutare il diluente
e il volume più adatto per la stabilità del preparato, tenendo anche conto dei
tempi che intercorrono tra la prescrizione, preparazione e termine della
somministrazione del farmaco al paziente.
36
4.3.1 FARMACI
Gli agenti chemioterapici sono tra i farmaci a più basso indice terapeutico,
potenzialmente in grado di causare effetti collaterali gravi che da una parte
ne limitano l’uso e dall’altra richiedono approfondite conoscenze di
farmacocinetica, farmacodinamica e interazioni tra farmaci per poter essere
usati con efficacia e sicurezza.
La scelta della via di somministrazione si basa sull’obiettivo della terapia e
sul tipo di farmaco disponibile. L’approccio può essere sistemico (orale,
sottocutaneo, intramuscolare, endovenoso) o regionale (13).
Somministrazione sistemica
Orale: nella somministrazione orale di un chemioterapico si deve prevedere
la stessa attenzione della formulazione endovenosa nel calcolo della dose e
nel monitoraggio degli effetti collaterali. I farmaci per via orale risultano
meglio tollerati dai pazienti, e offrono dei vantaggi organizzativi.
Intramuscolare e Sottocutanea: sono utilizzate poco per la
somministrazione della terapia antitumorale¸ sono utilizzate per sfruttare il
rilascio più lento di farmaco o per ridurre gli effetti immunogenici di alcuni
farmaci ad alto rischio di reazione anafilattica.
Endovenosa: è il metodo principale per la somministrazione di
chemioterapici antineoplastici, in quanto consente immediata distribuzione
del farmaco nel circolo ematico senza possibili interferenze dei processi di
assorbimento orale o sottocutaneo/intramuscolare. Gli antineoplastici
possono essere somministrati con diversa velocità: bolo, infusione breve o
lenta, infusione continua. Nell’infusione continua una volta raggiunto lo
stato stazionario (steady-state), la concentrazione del farmaco nel plasma
resta costante per tutta la durata della somministrazione.
La somministrazione endovenosa del farmaco può avvenire con accesso ai
seguenti distretti:
• Venoso periferico: sono gli accessi utilizzati per la somministrazione
di breve durata.
37
• Venoso centrale: è utilizzato quando si prevedono infusioni
prolungate nel tempo. L’accesso avviene inserendo un catetere
monolume o bilume attraverso la succlavia (o più raramente in
giugulare), per via percutanea, fino a raggiungere la vena cava
superiore, allo sbocco nell’atrio destro, oppure con risalita da una
vena periferica. Alla fine della chemioterapia, viene rimosso.
Somministrazione regionale
Intratecale: la barriera ematoencefalica impedisce alla maggior parte degli
antiblastici di raggiungere concentrazioni efficaci nel liquor, pertanto può
essere necessario somministrarli direttamente a livello del SNC. Il farmaco
viene iniettato nello spazio compreso fra l’aracnoide e la pia madre spinale
che contiene il liquido cefalorachidiano oppure nello spazio cellulare
adiposo tra la dura madre e la parte ossea.
La maggior parte dei farmaci antitumorali sono stati sviluppati e formulati
per la somministrazione endovenosa, sia essa bolo o infusione prolungata,
per vari motivi, i più importanti fra i quali sono l'immediata disponibilità del
farmaco con rapidi effetti farmacodinamici e la possibilità di controllare la
somministrazione -in ragione del basso indice terapeutico di questi farmaci-
modificando la dose o perfino interrompendo l’infusione, se richiesto.
I farmaci destinati alla somministrazione endovena devono soddisfare
alcune caratteristiche:
• Essere idrosolubili alla concentrazione attiva: se il farmaco è
solubile in acqua si usano soluzioni acquose isotoniche. La
concentrazione isotonica è solitamente riferita al sangue umano:
l’isotonia rispetto ai globuli rossi è prodotta da una soluzione allo
0,9% di NaCl in acqua (SOLUZIONE FISIOLOGICA)
• assenza di particelle estranee
• pressione osmotica: compatibile con i liquidi tissutali con cui verrà a
contatto
• concentrazione idrogenionica (pH) compresa tra 4 e 10
• sterilità e assenza di sostanze pirogene.
38
Elemento fondamentale nelle preparazioni endovenose chemioterapiche è la
scelta del diluente, ovvero il solvente utilizzato per preparare le soluzioni e
che deve tenere conto di diverse variabili:
1. via di somministrazione
2. natura del farmaco: il solvente dovrebbe essere inerte rispetto al
principio attivo
Nella formulazione di una terapia farmacologica, oltre all’aderenza ai
protocolli chemioterapici standardizzati, in termini di indicazioni
terapeutiche registrate a livello ministeriale ed indicazioni non registrate ma
supportate da letteratura, si deve tenere conto anche del veicolo in cui viene
disperso il principio attivo e la via di somministrazione, quali criticità del
processo clinico.
Molte informazioni generali relative alla stabilità e compatibilità del
preparato si possono reperire dalle schede tecniche dei farmaci utilizzati, ma
spesso tali informazioni risultano limitanti nella gestione quotidiana della
terapia, soprattutto per quanto concerne l’ambito pediatrico.
A questo proposito svolge un ruolo essenziale la presenza del Farmacista
che, grazie alle sue conoscenze, può aiutare il Clinico nell’ottimizzare la
gestione farmacologica della patologia, minimizzando i rischi di errori
connessi ad un’errata gestione del farmaco.
Con la centralizzazione delle terapie antiblastiche, per ogni farmaco è stata
valutata la via di somministrazione, il tipo di diluente per il principio attivo
prescritto e il tempo di stabilità.
Nella tabella 4.3.1 sono messe a confronto le informazioni di tipo chimico-
fisico e tecnologico che si possono reperire dalla scheda tecnica del prodotto
e in letteratura. Come si può notare le informazioni contenute in scheda
tecnica risultano del tutto insufficienti per un utilizzo adeguato del farmaco
in termini di sicurezza del paziente e degli operatori (14).
39
Tabella 4.3.1: Informazioni stabilità chimico fisiche FARMACO VIA SOM INFORMAZIONI SCHEDA TECNICA INFORMA ZIONI IN LETTERATURA NOTE
Metotressato EV, OS, IM, IT, SC
• Diluire in soluzione salina • Nella somministrazione intratecale si
consiglia di non superare la dose max i 15mg • Dosi alte (più di 100mg) devono essere infuse
ev per periodi non superiori le 24 ore • L'alcalinizzazione delle urine a pH 6,5 - 7 per
somministrazione orale o endovenosa di sodio bicarbonato od acetazolamide viene raccomandata come misura preventiva
• Conservare a temperatura ambiente e al riparo dalla luce
• Dopo diluizione conservare per 24 ore
• Diluire in NaCl 0,9% , Glucosata5%, Glucoso 5% in NaCl 0,9%
• Concentrazione max 2mg/ml. • Infusione ev di alte dosi devono avvenire in almeno
4 ore fino a 36 ore • Nella somministrazione intratecale il farmaco deve
avere un concentrazione max di 3mg/ml con un dosaggio max di 15mg.
• Utilizzare soluzioni prive di conservante • La somministrazione ad alte dosi deve essere
associata ad un’adeguata idratazione e alcalinizzazione con sodio bicarbonato
• Dopo ricostituzione la soluzione è stabile per 7 giorni a temperatura non superiore a 25°C ma si consiglia la conservazione a temperatura compresa tra 2°C e 8°C
• Fotosensibile: tenere al riparo dalla luce
Non viene indicata la velocità massima di infusione.
Etoposide EV • La dose prescritta d’etoposide concentrato deve essere diluita con destrosio al 5% o con soluzione fisiologica allo 0,9% in modo che la concentrazione finale del farmaco sia di 0,2 mg/ml.
• Somministrato per infusione endovenosa della durata non inferiore a 30 minuti e non superiore a due ore.
• Durata dopo diluizione: 8 ore. • E’ stato dimostrato che l’infusione è stabile da
un punto di vista chimico e fisico fino a 120 ore a 25°C. Tuttavia, tenendo conto delle valutazioni microbiologiche, si consiglia di
• Diluire con NaCl 0,9% , Glucosata 5% fino ad ottenere una concentrazione compresa tra 0,2 e 0,4mg/ml
• Infondere il falcamo per almeno 30-60 min • Controllare la soluzione prima e duante l’infusione
per verificare l’assenza di precipitati • Dopo diluizione conservare a temperatura ambiente
a seconda della concentrazione per 96 ore (0,2mg/ml) e 24 ore (0,4mg/ml)
• Prestare particolare attenzione alla ditta produttrice per la presenza di alcool benzilico il cui uso è sconsigliato in bambini al di sotto dei 3 anni.
• Non viene indicata la velocità massima di infusione
40
FARMACO VIA SOM INFORMAZIONI SCHEDA TECNICA INFORMA ZIONI IN LETTERATURA NOTE
preparare la soluzione nella farmacia ospedaliera e di usarla entro le otto ore successive.
• L’etoposide concentrato per infusione rimane stabile fino a 72 ore (3 giorni) a 25°C dopo la perforazione del tappo di gomma. Pertanto può essere utilizzato per dosi multiple
Ciclofosfamide IM, EV, • Il trattamento inizia in genere con iniezioni endovenose. In caso queste ultime non siano possibili, può essere iniettato per via intramuscolare. In casi particolari è possibile un’applicazione intrapleurica, intraperitoneale o in loco. Per un trattamento prolungato o per una terapia con dosi di mantenimento, dopo l’avvenuta regressione della sintomatologia, si consiglia la somministrazione per via orale.
• Prima di iniziare la terapia, sarà necessario eliminare o correggere le ostruzioni del tratto urinario efferente, cistiti, infezioni e squilibri elettrolitici
• Conservabilità della soluzione: da 2 a 3 ore
• Diluire con NaCl 0,9% , Glucosata 5%, Glucoso 5% in NaCl 0,9%, Ringer, Ringer lattato o Sodio Cloruro 0,45%
• In bolo iniettare il farmaco in 2-3 min tramite fleboclisi in corso di soluzione compatibile
• Infondere ev in un tempo compreso tra 1 e 12 ore • Dopo ricostituzione la soluzione è stabile a
temperatura ambiente per 24 ore, per 6 giorni a temperatura compresa tra 2°C e 8°C
• Per ridurre la tossicità vescicale idratare adeguatamente il paziente. A dosi superiori a 1500mg/m2 è indicata la somministrazione di una pre e post idratazione e di uroprotettori (mesna)
Non viene indicata la velocità massima di infusione
Citarabina EV, IT, SC, IM
• ARACYTIN può essere somministrato per iniezione endovenosa rapida o per infusione venosa lenta e per iniezione sottocutanea
• Previa ricostituzione della soluzione la stabilità microbiologica è di 6 ore a temperatura ambiente e di 12 ore in frigorifero
• Diluire in NaCl 0,9% e Glucosata 5% • Infondere ev il farmaco diluito in 500 ml di
soluzione compatibile in 15-30 min. Se la dose somministrata è maggiore o uguale a 1g/ m2 la soluzione dovrebbe essere infusa in 2 ore o più
• La polvere liofilizzata può essere ricostituita per la somministrazione sc con volumi di acqua ppi per ottenere concentrazioni comprese tra 20mg e
Non viene indicata la velocità massima di infusione
41
FARMACO VIA SOM INFORMAZIONI SCHEDA TECNICA INFORMA ZIONI IN LETTERATURA NOTE
100mg/ml • Per la somministrazione it non utilizzare soluzione a
concentrazione 100mg/ml • Dopo ricostituzione la soluzione è stabile per 48 ore
a temperatura non superiore a 25°C Ifosfamide EV • Utilizzare 50 ml o 100 ml di acqua per
preparazioni iniettabili (rispettivamente per la confezione da 1 g e da 2 g) per preparare una soluzione pronta per l'uso alla concentrazione del 2%. Nel caso si volesse ridurre la quantità di liquido da iniettare, è importante non superare la concentrazione del 4%.
• Per infusione endovenosa la soluzione di Holoxan deve essere diluita in 500 ml di soluzione Ringer o preparazioni simili.
• Tempo di infusione: da 30 minuti a 1-2 ore. • Prima di iniziare la terapia è necessario
escludere la presenza di eventuali ostacoli al deflusso urinario, eliminare possibili processi infettivi e correggere, se necessario, eventuali disturbi del metabolismo elettrolitico
• La soluzione deve essere iniettata non appena preparata
• Diluire in NaCl 0,9% E 0,45%, Glucosata 5%, Glucoso 5% in NaCl 0,9%,Glucosio 5% in Ringer, Ringer Lattato, fino ad ottenere una concentrazione compresa tra 0,6 e 20mg/ml
• In bolo somministrare in fleboclisi in corso di soluzione compatibile a concentrazione non superiore al 4% (40mg/ml)
• Infondere il farmaco in ev con un concentrazione consiglista non superiore a 25mg/ml in un tempo superiore a 30min fino a 24 ore in infusione continua
• Per ridurre la tossicità vescicale, idratare il paziente con almeno 2 litri di fluidi al giornio e somministrare mesna in bolo in quantità pari al 60% della dose di ifosfamide, diviso in 3 dosi, somministrato 15 min prima nonché dopo 4 e 8 ore
• Dopo ricostituzione il farmaco è stabile per 7 giorni a temperatura ambiente e 6 settimane a temperatura compresa tra 2°C e 8°C
Non viene indicata la velocità massima di infusione
42
Lo IOV ha richiesto anche una standardizzazione dei volumi di diluizione
dei farmaci, per cui dove possibile, sono stati costruiti gli schemi terapeutici
considerando:
• Dose del farmaco in funzione della superficie corporea del paziente,
• Volume di diluizione in base alla superficie corporea del paziente e
ai tempi di somministrazione
• Via di somministrazione del farmaco
• Tempo di stabilità del preparato
• Particolari casi di modalità di somministrazione (pompe o siringhe di
infusione)
In linea generale sono stati standardizzati quasi tutti i farmaci e volumi; per
alcuni, i cui intervalli di concentrazione sono limitati (es: Etoposide,
Carbolatino, Melphalan), si è concordato con lo IOV di utilizzare il minor
volume possibile. Per cercare di agevolare sia i medici che gli infermieri che
poi gestiscono lo stoccaggio del farmaco diluito, è stata creata una tabella in
cui sono indicate la modalità di somministrazione, la temperatura e il tempo
massimo in cui è stabile.
Nelle figure 4.3.1 e 4.3.2 si può vedere un dettaglio di uno schema
terapeutico inserito in Oncosys.
Fig. 4.3.1
43
Figura 4.3.2
All’atto dell’inserimento dello schema terapeutico in Onxcosys, si deve
riportare
• Il nome dello schema,
• La finalità: (terapeutica, adiuvante o neoadiuvante),
• La patologia per la quale è indicato,
• Il reparto a cui è associato,
• Il farmaco, di cui viene indicato:
o il principio attivo
o il dosaggio che può essere espresso in mq o kg,
o la via di somministrazione,
o il tipo di diluente e il volume da utilizzare
o i giorni in cui deve essere somministrato
Prescrizione dello schema terapeuti da parte del medico
Una volta inserito lo schema terapeutico nel sistema informatico, il medico
può procedere alla prescrizione informatica:
1. apre una cartella per il paziente a cui vuole prescrivere la terapia,
2. imposta la patologia
3. seleziona la terapia tra gli schemi terapeutici legati a quella determinata
patologia
44
4. indica il peso e l’altezza del paziente
5. seleziona il luogo in cui verrà portato il farmaco una volta preparato
(Degenze o DH)
6. prescrive la terapia controllando la dose di farmaco calcolata dal SI, il
volume di diluizione, e la sequenza dei giorni.
Nella figura sottostante si vede un esempio di terapia giornaliera informatizzata Figura 4.3.3
Negli anni tra il 2013 e il 2015, sono stati inseriti 702 schemi terapeutici:
- 246 per i tumori solidi
- 375 per le patologie ematologiche
- 81 per i condizionamenti pre-trapianto
45
4.3.2 Analisi della centralizzazione delle terapie antiblastiche
Il 15 aprile 2013 è iniziato l’allestimento dei farmaci antiblastici per il Day-
Hospital dell’Onco-ematologia pediatrica presso la farmacia dell’Istituto
Oncologico Veneto, seguita dal 1 luglio con l’implementazione delle terapie
delle Degenze.
Nei tre anni di attività sono stati trattati con farmaci antiblastici allestiti con
il sistema centralizzato un totale di 672 pazienti divisi in:
• 191 nel 2013
• 236 nel 2014
• 245 nel 2015
Fig. 4.3.4: Numero di pazienti per fascia d’età
Classificando i pazienti analizzati in fasce d’età, dai dati registrati risultano
numericamente maggiori i pazienti compresi tra i 6 e 14 anni, seguiti di
poco dai pazienti compresi nella fascia 1-5 anni.
46
Figura 4.3.5: Numero di pazienti maschi e femmine per fasce d’età
Dai dati raccolti si evidenzia una leggera predominanza nel totale dei
pazienti di sesso maschile rispetto quello femminile
Figura 4.3.6: Analisi della prevalenza delle patologie rilevate
Approfondendo l’analisi sul tipo di assistiti si può notare una predominanza
delle Leucemie, seguite da Sarcomi, Condizionamenti pretrapianto e
linfomi.
47
Tabella 4.3.1.1. Protocolli prescritti per patologia Patologia Neoplastica Protocollo 2013 2014 2015
LLA LLA2009 122 190 250 LLA REC2003 8 25 56 ESPHALL 19 12 14 CLOVE 0 1 2 INTREALL2010 0 0 1
CONDIZIONAMENTI PRE TRAPIANTO CONDIZIONAMENTO 41 81 53
SARCOMI ISG/OS2 10 15 28 ISG.EW1 2 15 16 RMS2005 30 50 38 NRST2005 1 3 2
RENE WILMS SIOP 2001 19 36 27
LNH EURO LB2002 4 12 10 LNH-97 14 15 21 INTERN-NHL 12 0 14
LH LH 2004 14 24 18 EURONET PHL-LP1 3 2 0
SURRENALE NB-AR01 10 11 28 NBL-REC 5 2 3 SIOPEN 0 4 4
LMA LMA2002 9 23 20 APL-GIMEMA 0 2 1
ENCEFALO EPENDIMOMI 1 0 0 INFANT SNC 3 4 2 PNET 2 4 6 SIOP-LGG2004 7 12 12 PNET4 3 2 2
FEGATO SIOPEL-HBL 7 8 4
ISTIOCITOSI LCH-III 3 3 2 HLH 1 2 3 LCH.IV 1 0 3
RETINOBLASTOMA RTB-AIEOP-012 5 5 5
La tabella 4.3.1.1 aiuta a comprendere la relazione tra patologia, protocollo
usato e pazienti.
48
Come si può vedere il protocollo terapeutico più prescritto è il LLA2009 per
il trattamento della leucemia linfatica acuta seguito dagli schemi terapeutici
per il condizionamento pretrapianto e dei sarcomi.
4.3.3 Farmaci Chemioterapici prescritti
In tabella 4.3.3.1, sono riportati i farmaci prescritti nel Sistema Informatico
Oncosys, descritti per numero di prescrizioni e n. di pazienti. Come si può
vedere i principi attivi maggiormente prescritti sono Citarabina,
Metothrexate e Vincristina.
49
Tab. 4.3.3.1
principio attivo
N. PAZ
2013
N
PRESC
R 2013
N. PAZ
2014
N
PRESC
R 2014
N.PAZ
2015
N
PRESCR
2015 CITARABINA 61 812 94 1076 101 1367 METHOTREXATE 94 641 123 1197 130 1197 VINCRISTINA 103 511 148 905 158 892 CICLOFOSFAMIDE 84 376 130 456 129 542 ETOPOSIDE 50 339 75 577 77 571 IFOSFAMIDE 35 243 57 580 58 448 DOXORUBICINA 55 224 86 465 106 441 TOPOTECAN 7 151 7 64 8 82 CARBOPLATINO 24 119 31 152 35 154 DAUNORUBICINA 32 109 46 143 53 172 VINBLASTINA 21 83 25 104 12 128 BLEOMICINA 11 82 17 52 15 49 METILPREDNISOLON
E 18 68 33 136 35 124 DACTINOMICINA 14 51 30 119 27 94 IRINOTECAN 5 51 14 290 16 375 CISPLATINO 13 45 22 147 27 140 RITUXIMAB 10 44 26 101 22 60 THIOTEPA 9 40 25 49 13 25 MIFAMURTIDE 2 37 2 39 3 70 FLUDARABINA 8 36 14 87 15 98 VINORELBINA 5 31 6 30 9 64 VINDESINA 13 26 13 23 20 37 AZACITIDINA 1 15 3 91 3 67 IDARUBICINA 5 15 10 50 6 29 MELFALAN 10 10 19 21 11 11 BRENTUXIMAB 2 9 1 2 2 10 BENDAMUSTINA 1 8 2 10 1 6 5-FLUOROURACILE 1 7 1 2 2 23 BEVACIZUMAB 2 6 1 1 2 27 OXALIPLATINO 1 6 1 2 1 8 DAUNORUBICINA
LIPOSOMIALE 1 5 6 18 9 31 GEMCITABINA 1 5 0 0 6 41 MITOXANTRONE 1 2 5 12 7 13 ALDESLEUKINA GAL 0 0 0 0 1 1 BORTEZOMIB 0 0 1 4 4 13 CLADRIBINA 0 0 0 0 1 20 CLOFARABINA 0 0 1 5 4 18 DACARBAZINA 0 0 0 0 1 4 DOCETAXEL 0 0 0 0 3 12 DOXORUBICINA
50
La tabella sottostante riporta i farmaci prescritti nel Sistema Informatico
Oncosys divisi per dose. Emerge l’alto dosaggio di Ifosfamide e
Metotressato con una dose max che arriva rispettivamente a 12,670g di
Ifosfamide e 24,240g di Methotrexate.
Tab 4.3.3.2
2014 2014 2015 PRINCIPIO ATTIVO
Dose tot MG
Media MG Min MG Max MG
Dose tot MG
Media MG Min MG Max MG
Dose tot MG
Media MG Min MG Max MG
IFOSFAMIDE 749.268,00
3.083,41
384,00 12.670,00
1.569.572,00
2.701,50
320,00
6.060,00
1.071.390,65
2.391,50
290,00
7.280,00
METHOTREXATE 481.083,33
750,52
2,48
18.480,00
762.459,96
652,79
3,00
24.240,00
1.339.595,30
1.119,13
4,24 23.760,00
CITARABINA 340.796,00
419,70
20,00
5.490,00
527.848,70
482,94
16,30
5.040,00
452.354,21
330,91
7,43 3.600,00
CICLOFOSFAMIDE 240.370,87
639,28
135,00
3.190,86 402.378,60
859,78
90,00
5.000,00
362.735,20
669,25
38,19
5.080,00
ETOPOSIDE 51.289,91
151,30
25,00
2.120,00
82.021,96
140,93
10,75
4.440,00
70.848,61
124,08
15,00
3.216,00
CARBOPLATINO 34.912,46
293,38
60,00
1.005,00
37.119,21
241,03
22,00
1.480,00
37.223,83
241,71
20,00
793,75
RITUXIMAB 24.878,75
565,43
292,50
720,00
32.674,78
323,51
6,25
500,00
19.110,41
318,51
17,50
500,00
5-FLUOROURACILE 14.432,00
2.061,71
704,00
4.224,00
9.984,00
4.992,00
4.992,00
4.992,00
61.114,00
2.657,13
1.510,00 4.832,00
DOXORUBICINA 9.647,53
39,54
6,20
138,60
13.589,02
29,04
1,10
69,00
13.238,72
30,02
0,75
125,60
GEMCITABINA 5.895,60
1.179,12
1.095,60
1.300,00
41.970,00
1.023,66
768,00
1.490,00
THIOTEPA 4.909,13
122,73
70,00
375,00
5.265,31
103,24
1,25
300,00
2.671,00
106,84
54,75
275,00
DAUNORUBICINA 3.169,90
29,08
14,00
48,00
4.313,00
29,95
12,00
56,00
4.844,64
28,17
2,97
59,70
IRINOTECAN 3.069,00
60,18
32,80
68,00
14.324,80
48,89
15,80
257,40
10.205,10
27,21
6,20
249,15
CISPLATINO 2.120,40
47,12
2,80
185,00
5.919,87
38,69
3,50
121,20
5.919,14
42,28
6,40
151,00
AZACITIDINA 1.604,00
106,93
100,00
126,00
9.404,75
103,35
35,25
171,00
32.000,00
32.000,00
32.000,00 32.000,00
MELFALAN 1.458,04
145,80
56,04
264,00
3.231,83
153,90
42,03
266,00
1.502,80
136,62
82,60
215,60
BENDAMUSTINA 1.444,40
180,55
150,00
199,20
1.462,40
146,24
100,00
198,00
529,20
88,20
88,20
88,20
BEVACIZUMAB 1.400,00
233,33
120,00
460,00
265,00
265,00
265,00
265,00
4.886,50
180,98
150,00
250,00
FLUDARABINA 1.176,68
32,69
4,66
51,30
3.276,10
34,85
14,10
50,00
3.237,84
33,04
11,18
64,40
BRENTUXIMAB 974,90
108,32
100,00
116,10
330,00
165,00
150,00
180,00
1.008,80
100,88
48,60
150,00
VINCRISTINA 709,55
1,39
-
2,58
1.309,87
1,43
0,23
2,50
1.178,71
1,32
0,14
2,50
OXALIPLATINO 677,60
112,93
105,60
149,60
265,20
132,60
132,60
132,60
1.021,70
127,71
127,50
128,35
BLEOMICINA 629,30
7,67
3,00
19,00
871,15
14,28
5,85
29,85
710,90
14,51
7,80
29,85
VINBLASTINA 626,98
7,55
1,80
11,04
730,66
6,89
2,00
10,00
656,05
5,13
1,45
10,92
VINORELBINA 605,88
19,54
14,50
30,00
582,50
18,79
13,25
42,00
1.458,04
22,78
10,07
34,00
METILPREDNISOLONE 507,00
7,46
3,00
8,00
1.070,00
7,64
4,00
12,00
838,16
6,76
3,00
20,92
DAUNORUBICINA LIP 315,00
63,00
63,00
63,00
951,60
67,97
43,20
94,80
2.296,20
29,54
13,07
54,92
IDARUBICINA 241,14
16,08
5,40
68,40
475,05
9,31
3,55
18,00
196,41
6,77
3,95
9,60
TOPOTECAN 93,98
0,62
0,41
1,17
69,88
1,04
0,05
3,28
65,98
0,80
0,30
1,74
VINDESINA 90,31
3,47
1,44
5,00
69,18
3,01
1,41
4,95
106,20
2,87
1,68
4,71
MIFAMURTIDE 81,52
2,20
1,40
4,00
85,70
2,20
1,40
2,88
162,56
2,32
1,78
3,60
DACTINOMICINA 60,95
2,71
1,25
3,98
157,35
1,32
0,27
2,00
117,43
1,25
0,20
2,01
MITOXANTRONE 28,00
14,00
14,00
14,00
130,60
10,88
7,10
16,80
90,10
6,93
4,30
8,80
BORTEZOMIB -
-
-
-
3,54
0,89
0,80
1,04
15,55
1,20
0,77
1,44
CLADRIBINA -
-
-
-
-
-
-
-
40,95
2,05
1,05
2,40
CLOFARABINA -
-
-
-
160,00
32,00
32,00
32,00
578,10
32,12
24,40
41,60
DACARBAZINA -
-
-
-
-
-
-
-
1.170,00
292,50
292,50
292,50
51
DOCETAXEL -
-
-
-
-
-
-
-
653,10
54,43
16,60
80,00
DOXORUBICINA LIPO PEG
-
-
-
-
-
-
-
-
97,80
16,30
14,70
22,35
4.4 Analisi economica della Centralizzazione delle terapie antiblastiche
Da un’analisi preliminare della gestione delle terapie antiblastiche dell’UO
di Onco-ematologia Pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, era
risultato che in un anno l’Onco-ematologia Pediatrica degenze e day-
hospital aveva allestito 6.408 preparazioni chemioterapiche. L’allestimento
delle preparazioni chemioterapiche richiedeva l’impegno di un infermiere in
degenze per 975 ore annuali e in day-hospital per 627 ore solo per la
preparazione del farmaco per un totale approssimativo di € 32.861,54.
A questi valori devono però essere aggiunti il tempo necessario
all’infermiere per la preparazione del piano di lavoro, valutazione delle
stabilità chimico-fisiche del farmaco da diluire in base alla prescrizione,
gestione dei farmaci (dall’ordine alla farmacia allo stoccaggio), valutazione
di conservazione del farmaco preparato in relazione ai tempi di stoccaggio),
valutazione di conservazione del farmaco preparato in relazione ai tempi di
infusione.
L’allestimento centralizzato delle terapie permette di ridestinare due
infermieri deputati alla preparazione dei farmaci antiblastici alle normali
attività di assistenza dei pazienti.
Uno dei vantaggi della centralizzazione delle terapie è la riduzione degli
sprechi di farmaco grazie all’ottimizzazione dei residui di preparazione.
Nella tabella 4.4.1 c’è il confronto tra la spesa dei farmaci diluiti dallo IOV
negli anni 2013-2014-2015 e il 2012 in cui i farmaci erano allestiti in
reparto eliminando eventuali scarti di produzione.
Tab 4.4.1
PRINCIPIO ATTIVO VAL 2012 VAL 2013 VAL 2014 VAL 2015
5-FLUOROURACILE
2,20 22,46 6,84 128,66
ALDESLEUKINA GAL
- 0,00 0,00 530,95
52
AZACITIDINA 15.088,23 5.764,05 33.051,29 24.360,43
BENDAMUSTINA
2.468,01 3.592,02 3.763,18 1.361,77
BEVACIZUMAB 22.533,71 11.798,46 888,69 15.900,11
BLEOMICINA 1.102,81 590,61 772,16 656,28
BORTEZOMIB 22.151,96 0,00 1.119,85 4.898,68
BRENTUXIMAB 288.978,21 84.324,90 22.997,70 73.971,27
CARBOPLATINO
1.182,46 2.060,01 959,45 1.129,89
CICLOFOSFAMIDE
3.038,89 3.083,02 6.630,62 7.020,94
CISPLATINO
2.134,49 1.904,28 1.044,51 1.237,42
CITARABINA
9.980,28 9.132,01 18.204,35 14.700,84
CITARABINA LIPOSOMIALE
5.211,95 0,00 0,00 0,00
CLADRIBINA - 0,00 0,00 3.630,21
CLOFARABINA 70.014,95 42.009,00 13.302,49 48.551,28
DACARBAZINA
- 0,00 0,00 59,90
DACTINOMICINA
873,44 789,76 839,46 646,71
DAUNORUBICINA
2.477,69 1.549,76 1.694,66 1.974,20
DAUNORUBICINA
LIPOSOMIALE
1.704,30 0,00 16.076,58 9.054,95
DOCETAXEL - 0,00 0,00 197,90
DOXORUBICINA
2.583,82 3.876,68 5.363,15 4.036,36
DOXORUBICINA LIPOSOMIALE PEG
3.141,51 0,00 0,00 1.540,08
DOXORUBICINA
LIPOSOMIALE PEG
2.516,79 0,00 0,00 0,00
ETOPOSIDE
4.359,23 3.966,41 3.508,17 3.343,28
FLUDARABINA
543,47 530,81 3.677,89 3.918,53
GEMCITABINA
98,49 223,76 0,00 386,02
IDARUBICINA
7.121,76 3.465,14 5.331,78 1.697,86
IFOSFAMIDE 33.171,50 22.573,12 47.880,29 35.239,01
IRINOTECAN
232,06 618,59 1.130,27 887,98
MELFALAN
- 910,70 6.746,63 3.296,16
METHOTREXATE 13.276,31 7.466,00 21.044,30 36.127,21
METILPREDNISOLONE
- 12,83 25,58 29,85
MIFAMURTIDE 57.220,33 155.780,12 68.114,01 129.199,73
MITOXANTRONE
114,45 173,36 356,30 289,22
OXALIPLATINO
- 53,45 20,95 81,08
RITUXIMAB 59.741,72 72.397,94 97.146,31 57.248,33
THIOTEPA 68.013,00 47.280,51 166.072,84 80.754,23
53
TOPOTECAN 19.755,59 4.493,47 2.086,82 170,66
VINBLASTINA
984,08 648,15 641,29 554,13
VINCRISTINA
5.139,75 5.781,86 4.694,84 4.507,22
VINDESINA
3.376,29 3.100,75 1.297,62 1.992,01
VINORELBINA
1.224,45 281,61 438,59 1.022,74
totale 731.558,18 499.908,89 556.929,46 576.334,08
E’ ben evidente come negli anni il costo dei farmaci sia notevolmente
diminuito: da € 731.558,18 nel 2012 a € 576.334,08 nel 2015.
54
4.5 La centralizzazione come strumento per la gestione del rischio
La centralizzazione in Farmacia dell’allestimento delle terapie deve essere
considerata un importante strumento per la gestione del rischio e della
sicurezza del paziente. Gli errori si manifestano soprattutto durante i tre
principali steps del processo terapeutico: prescrizione, allestimento e
somministrazione.
Nel 2012 l’UO di Onco-ematologia pediatrica ha segnalato ai responsabili
del Rischio Clinico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, 17 Incident
Reporting di errori manifestati soprattutto durante i tre principali steps del
processo terapeutico (prescrizione, allestimento e somministrazione).
La Centralizzazione delle terapie oncologiche in cui si ha la prescrizione
informatizzata e l’allestimento del farmaco da parte di un ente esterno e
qualificato, permette un maggiore monitoraggio del processo farmacologico
in ogni sua parte dalla prescrizione alla somministrazione al paziente.
Dall’inizio della Centralizzazione gli Incident reporting di errori
manifestatisi nella fase di prescrizione, allestimento e somministrazione
sono stati:
Tabella 4.5.1
2012 2013 2014 2015 prescrizione 3 6 0 3
allestimento 2 4 1 2 somministrazione 12 0 9 4 totale 17 10 10 9
55
5. DISCUSSIONE
Questo studio si è inserito in un progetto dell’Azienda Ospedaliera di
Padova finalizzato alla necessaria centralizzazione dell’allestimento delle
terapie antiblastiche in Oncoematologia Pediatrica.
I dati raccolti sottolineano la grande complessità terapeutica ed
organizzativa della Clinica di Oncoematologia Pediatrica (COP), che dal
punto di vista gestionale è classificata come Unità Funzionale con un suo
specifico Budget di spesa, strutturata in più unità operative (analitiche) tra
cui il Reparto, il Day Hospital e la sezione relativa al Trapianto di Midollo
Osseo.
I dati raccolti nelle tabelle 4.2.1 e 4.2.2 mettono in evidenza l’incremento di
attività in termini di ricoveri negli ultimi 3 anni. Le patologie seguite sono
molteplici, di cui la maggior parte riconducibile ai disturbi
mieloproliferativi e alle neoplasie scarsamente differenziate (MDC 17). I
dati gestionali hanno permesso di individuare le fasce d’età dei pazienti
ricoverati: prevale la fascia compresa tra i 6 e i 14 anni seguita dalla fascia
tra 1-5 anni. Questo dato ha permesso di porre particolare attenzione nella
strutturazione dei protocolli, che sono necessariamente suddivisi per fascia
d’età.
Lo studio dei dati gestionali dei DRG ha messo in evidenza quanto sia
difficile riconoscere gli ambiti di cura intesi come patologie e tipologie di
trattamento, perché i presupposti dei DRG sono di tipo amministrativo
gestionale e non epidemiologici.
Per questo studio è stato fondamentale il momento della raccolta dei dati
presso i reparti. In particolare per:
o Comprendere le patologie prevalenti, necessarie per focalizzare
lo studio e l’approfondimento delle medesime indispensabile per
valutazioni di appropriatezza prescrittiva.
o Comprendere il processo clinico terapeutico interno alle UO, al
fine di consentire la modifica necessaria per la centralizzazione
dell’allestimento, che ha visto coinvolto anche il Servizio di
56
Farmacia dello IOV, con il quale sono state definite delle
specifiche convenzioni trattandosi di un’altra azienda.
o Considerare il farmaco, grazie all’interazione diretta con i
medici, come oggetto di cura e non come soggetto,
considerazione che inevitabilmente ha luogo in una analisi di
tipo farmaceutico. L’ approccio multidisciplinare al farmaco
permette di intervenire efficacemente sull’appropriatezza
terapeutica, sulla sicurezza e sul contenimento dei costi.
o La raccolta dei risultati analizzata nel punto 4.3, da dove emerge
il numero di pazienti trattati per le leucemie. Questo dato è
fondamentale per l’organizzazione del progetto relativo
all’allestimento delle chemioterapie.
o La registrazione delle terapie di supporto si contestualizza con la
necessità di strutturare queste all’interno dei protocolli di terapia,
al fine di comprendere le corrette modalità di somministrazione e
la valutazione di eventuali incompatibilità.
Elaborazione di un modello di gestione della terapia farmacologica
secondo le vigenti linee guida
Uno dei requisiti fondamentali è l’informatizzazione del processo di terapia.
L’AOP ha adottato il sistema denominato OncoSys. E’ un sistema
informatizzato per la gestione totale ed integrata del paziente oncologico
che consente la gestione della cartella clinica e degli aspetti organizzativi
necessari nella gestione della terapia oncologica.
In questo sistema sono stati inseriti i protocolli e le prescrizioni delle
chemioterapie di tutta l’AOP.
Con la Centralizzazione delle terapie antiblastiche è stato necessario
elaborare un nuovo modello organizzativo che è riportato nella figura 5.3.
In questa flow-chart vengono delineati i diversi ruoli dei due servizi di
farmacia e l’interazione con il reparto.
57
Si può notare come soprattutto nella terapia oncologica sia fondamentale
non solo l’allestimento del farmaco, ma anche la convalida
dell’appropriatezza prescrittiva, intesa sia come validazione del protocollo a
monte, che successivamente delle singole prescrizioni. Fondamentale è
l’informatizzazione dell’intero processo, per la tracciatura di tutte le fasi che
ne consente il monitoraggio.
La particolarità e la complessità di questo reparto hanno messo ancora più in
evidenza come sia necessaria la presenza costante di un Farmacista nella
convalida delle terapie. Pertanto nella fase di raccolta ed inserimento dei
protocolli, sarà importante standardizzare la terapia, al fine di verificare
l’appropriatezza del diluente, la correttezza delle dosi, i volumi
somministrabili, la compatibilità chimico-fisica e la stabilità.
58
Tabella 5.3: Flow chart modello organizzativo
Considerazioni economiche
Analizzando i dai dati relativi ai consumi delle UO (vedi capitolo 4.2) il
peso economico della Clinica Oncoematologica Pediatrica impatta solo per
il 2% su tutta l’AOP.
All’interno del gruppo dei farmaci antineoplastici prevale il sottogruppo dei
citostatici. E’ interessante osservare quindi che i farmaci antineoplastici
maggiormente prescritti in AOP, sono farmaci di uso consolidato e non più
coperti da brevetto, che determinano una significativa riduzione della spesa
farmaceutica.
La Centralizzazione delle terapie antiblastiche porta ad una riduzione degli
sprechi di farmaco grazie all’ottimizzazione dei residui di preparazione,
59
infatti si è potuto notare che tra il 2012 e il 2015 si è avuta una riduzione del
costo dei farmaci di € 155.224.
Gestione del rischio
La centralizzazione e informatizzazione delle terapie oncologiche è uno
strumento per la gestione del rischio e la sicurezza del paziente. Tra il 2012
e il 2015, le segnalazioni ai responsabili del Rischio Clinico dell’Azienda
Ospedaliera di Padova, sono diminuite da 17 nel 2012 a 9 nel 2015.
60
6. CONCLUSIONI Sempre di più gli attuali Sistemi Sanitari si trovano impegnati nel governare
l’alta complessità derivante dai numerosi elementi umani e tecnologici che
li compongono, ponendo un’attenzione sempre maggiore verso standard di
qualità in risposta alle esigenze di salute. I presupposti per il miglioramento
della qualità sono la gestione della Sicurezza dei pazienti e la
razionalizzazione delle risorse.
La Centralizzazione delle terapie antiblastiche diventa uno strumento
essenziale non solo per la gestione del Rischio e la Sicurezza del paziente
ma anche nella razionalizzazione delle risorse. In particolare, pone
l’attenzione alla collaborazione diretta tra Farmacista, Medici ed Infermieri
in tutte le fasi della gestione della terapia farmacologica. Dovendo
centralizzare l’allestimento il Farmacista deve raccogliere le esigenze del
reparto e mediarle con il laboratorio dove avranno luogo le fasi di
preparazione.
Si vuole inoltre sottolineare che la Raccomandazione Ministeriale, pone
l’attenzione non solo alla fase di allestimento dei farmaci oncologici ma
anche all’appropriatezza prescrittiva.
Emerge quindi la richiesta di contribuire attivamente al processo di cura,
con il compito di coniugare le esigenze di salute a quelle della sostenibilità
dei costi. In particolare, tramite la centralizzazione delle terapie, i farmacisti
che si occupano dell’allestimento di farmaci chemioterapici antitumorali
sono responsabili della verifica della appropriatezza di solventi e diluenti,
della correttezza delle dosi, della compatibilità chimico-fisica, stabilità,
temperatura di conservazione di ciascuna preparazione (15, 16). E’ quindi
responsabilità del Farmacista che tutti i farmaci allestiti siano conformi ai
protocolli stabiliti prima che questi vengano dispensati alle diverse unità
oncologiche all’interno dell’ospedale. Pertanto il Farmacista sarà garante di
una costante revisione delle procedure e dell’aggiornamento di nuove
informazioni al fine di migliorare la qualità delle preparazioni e garantire la
massima sicurezza ai pazienti. La continua collaborazione tra Medico,
61
Farmacista e Infermiere, è determinante nella riduzione degli errori di
terapia e i costi sanitari conseguenti, intervenendo in ognuna delle fasi che
caratterizzano il percorso del farmaco in ospedale: prescrizione,
allestimento, distribuzione, somministrazione e monitoraggio.
Inoltre la centralizzazione delle terapie antiblastiche permette una maggiore
economicità di gestione e minori sprechi, grazie all’ottimizzazione
dell’impiego dei residui di preparazione, in funzione delle valutazioni
tecnico farmaceutiche (stabilità dei farmaci ricostituiti e diluiti). Il risparmio
che risulta da tali procedure, permette ai Sistemi Sanitari di ridestinare le
risorse guadagnate verso le nuove terapie sempre più innovative e sempre
più costose.
62
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64
RINGRAZIAMENTI
- Ringrazio il Prof. Giuseppe Basso, la Dott.ssa Maria Grazia Petris e tutto il
team Medico ed Infermieristico del U.O. di Oncoematologia Pediatrica
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, per aver reso possibile lo svolgimento
di questo studio, offrendo il loro prezioso supporto professionale ed umano.