uomo guida allo stile

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7 6 Premessa | | Premessa Premessa Sono trascorsi dieci anni da quando ho pubblicato il mio primo libro sulla moda maschile. Alcuni diranno che in questo arco di tempo il mondo si è trasformato, altri che non è cambiato molto o che è tale e quale a prima: dipende dall’esperienza e dal modo di ve- dere di ciascuno. Il mondo della moda ha visto molte trasformazioni. Gli uomini sono diventati più avventurosi nell’uso dei colori. Il casual ha preso piede e d’estate si vedono tanti uomini in pantaloni corti, T-shirt e infradito. Pur se non del tutto tramontata, la cravatta si usa meno che in passato. L ’abito ha conservato un ruolo impor- tante, mentre la giacca sportiva sta vivendo un revival. La stragrande maggioranza della popolazione maschile continua a disinteressarsi del proprio aspetto. Il suo requisito di base è la comodità: i vestiti devono essere pratici, poco male se dal punto di vista estetico lasciano a desiderare. Tra le nuove generazioni, invece, si registra un nuovo interesse verso la moda e lo stile. Ed è un interesse ricambiato: anche le grandi griffe cominciano a riconoscere nei giovani i potenziali futuri acquirenti di vesti- ti, camicie e scarpe eleganti. In barba alla moda imperante delle sneakers, le scarpe di cuoio stanno tornando alla ribalta. In questi dieci anni ho imparato molto sull’abbigliamento, gli stili, la moda e le regole del vestire. Sono temi che continuano ad appassionarmi come prima, ma mai come ora mi ero reso conto che non si possono imporre agli altri i propri gusti: sono troppo personali e vari. Per tale motivo, mi limiterò a offrire solo delle suggestioni e alcune precisazioni sui temi più ricorrenti. So che, a parte poche eccezioni, gli uomini non si interessano molto di vestiti. L ’espe- rienza mi ha insegnato che i più appassionati sono i giovani e i giovanissimi, molti dei quali studiano ancora alle superiori o si sono da poco iscritti all’università. Rispetto alle generazioni precedenti, questi intenditori in erba ci tengono molto di più a presentarsi bene e vestire con stile, anche nel tempo libero: eleganza non vuol dire solo abbigliamento classico. Il piacere che procurano i bei vestiti è una delle gioie della vita, perché la moda e gli accessori fanno parte della nostra quotidianità. Senza dubbio esistono tante altre cose in- teressanti, ma i vestiti contano molto di più perché abbiamo con essi un rapporto di gran lunga più intimo. Le automobili, i televisori, i lettori di DVD, gli orologi e le case hanno un fascino innegabile, ma solo i vestiti si indossano sulla pelle. Un buon motivo per non prendere quest’argomento alla leggera. Bernhard Roetzel

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Page 1: Uomo guida allo stile

76 Premessa || Premessa

Premessa

Sono trascorsi dieci anni da quando ho pubblicato il mio primo libro sulla moda maschile. Alcuni diranno che in questo arco di tempo il mondo si è trasformato, altri che non è cambiato molto o che è tale e quale a prima: dipende dall’esperienza e dal modo di ve-dere di ciascuno. Il mondo della moda ha visto molte trasformazioni.

Gli uomini sono diventati più avventurosi nell’uso dei colori. Il casual ha preso piede e d’estate si vedono tanti uomini in pantaloni corti, T-shirt e infradito. Pur se non del tutto tramontata, la cravatta si usa meno che in passato. L’abito ha conservato un ruolo impor-tante, mentre la giacca sportiva sta vivendo un revival.

La stragrande maggioranza della popolazione maschile continua a disinteressarsi del proprio aspetto. Il suo requisito di base è la comodità: i vestiti devono essere pratici, poco male se dal punto di vista estetico lasciano a desiderare. Tra le nuove generazioni, invece, si registra un nuovo interesse verso la moda e lo stile. Ed è un interesse ricambiato: anche le grandi griffe cominciano a riconoscere nei giovani i potenziali futuri acquirenti di vesti-ti, camicie e scarpe eleganti. In barba alla moda imperante delle sneakers, le scarpe di cuoio stanno tornando alla ribalta.

In questi dieci anni ho imparato molto sull’abbigliamento, gli stili, la moda e le regole del vestire. Sono temi che continuano ad appassionarmi come prima, ma mai come ora mi ero reso conto che non si possono imporre agli altri i propri gusti: sono troppo personali e vari. Per tale motivo, mi limiterò a offrire solo delle suggestioni e alcune precisazioni sui temi più ricorrenti.

So che, a parte poche eccezioni, gli uomini non si interessano molto di vestiti. L’espe-rienza mi ha insegnato che i più appassionati sono i giovani e i giovanissimi, molti dei quali studiano ancora alle superiori o si sono da poco iscritti all’università. Rispetto alle generazioni precedenti, questi intenditori in erba ci tengono molto di più a presentarsi bene e vestire con stile, anche nel tempo libero: eleganza non vuol dire solo abbigliamento classico.

Il piacere che procurano i bei vestiti è una delle gioie della vita, perché la moda e gli accessori fanno parte della nostra quotidianità. Senza dubbio esistono tante altre cose in-teressanti, ma i vestiti contano molto di più perché abbiamo con essi un rapporto di gran lunga più intimo. Le automobili, i televisori, i lettori di DVD, gli orologi e le case hanno un fascino innegabile, ma solo i vestiti si indossano sulla pelle. Un buon motivo per non prendere quest’argomento alla leggera.

Bernhard Roetzel

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Il meglio dei colletti

29«Business»: istruzioni per l’uso || «Business»: istruzioni per l’uso28

Il classico colletto alla francese. (Tutte le immagini contenute in questa sezione sono offerte da Emanuel Berg).

Un colletto alla francese leggermente più contenuto e una più discreta apertura delle punte è ottimo per nodi di cravatta più voluminosi.

Grande e morbido: un colletto button-down all’italiana.

Un colletto alla francese più ampio dà maggior risalto al nodo della cravatta.

Quello in assoluto più elegante è il colletto alla francese con le punte molto aperte ma non eccessivamente alto.

Il tab collar con punte ad angolo forma una perfetta cornice per il nodo della cravatta.

Negli anni ’40 le punte del colletto si indossava-no molto ravvicinate. Ottime con il farfallino.

Un ampio colletto alla francese di dimensioni piuttosto importanti snellisce un viso largo.

Il tab collar con le punte arrotondate e la spilla non passa inosservato.

Gli uomini con il collo lungo dovrebbero indossare un colletto più alto, a due bottoni.

Il colletto con le punte arrotondate fa sempre molto dandy.

Il colletto alto a coda di rondine oggi si indossa solo con l’abito da sera.

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«Business»: istruzioni per l’uso | 43| «Business»: istruzioni per l’uso42

Il doppio nodo semplice

Spesso gli uomini di bassa statura hanno qualche problema a gestire la lunghezza della cravatta. In tal caso può essere utile avvolgere la pala attorno al codino una seconda volta, ottenendo il cosiddetto doppio nodo semplice. Per chi preferisce un nodo decisamente vo-luminoso ma anche piuttosto lungo (piace molto in Italia), vale assolutamente la pena

di imparare questo nodo. Il metodo è pressoché identico a quello del four-in-hand.

Sistemate la cravatta attorno al collo con la pala a destra, notevolmente più in basso rispetto al codino. Con la mano destra, spostate la pala verso sinistra sovrapponendola al codino. Avvolgete la pala attorno al codino facendo un giro completo, in modo che la pala si trovi sul

lato sinistro. Nel doppio nodo semplice quest’o-perazione viene effettuata due volte, avvolgendo la pala attorno al codino una seconda volta, con la pala che termina sul lato sinistro. La differenza rispetto al nodo semplice è proprio il doppio avvolgimento. Volendo un nodo particolarmente voluminoso si può ripetere quest’ultima operazione una terza volta. Fate passare la pala sotto il nodo, tenendolo legger-mente sollevato. Con la mano sinistra estraete la pala da sotto per tutta la sua lunghezza, riportandola sul davanti.

Con la mano destra, infilate la pala nello spazio tra la parte superiore e la parte inferiore del nodo, sfilandola da sotto. Può darsi che la prima volta abbiate qualche difficoltà a sfilare la pala lasciando intatti gli strati sovrapposti. Se necessario, riprendete dall’inizio. Infine, tenendo fermo il codino, stringete piano il nodo.

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L’abito è l’elemento base del guardaroba maschile. Non si conosce il nome del sarto o dell’inventore che escogitò questa com-binazione: si sa solo che è nata alla fine del Seicento, evolvendosi in modo molto gra-duale fino agli anni Trenta del Novecento, per poi rimanere sostanzialmente immuta-ta. Da allora le poche innovazioni hanno riguardato nuovi metodi di produzione industriale o cambiamenti nell’uso dei materiali. Quelli odierni sono molto più leggeri che in passato, mentre non sono più considerati utilizzabili tanti che un tempo lo erano: nel business wear le stoffe delicate business wear le stoffe delicate business wearsono off-limits e i tessuti di media pesan-tezza rimangono la scelta migliore.

I due tipi di abito più comuni sono il monopetto a due o tre bottoni e il doppio-petto. In passato erano sempre accompa-gnati dal gilet, che oggi costituisce un’ec-cezione piuttosto che la regola. Gli uomini tra i 25 e i 45 anni portano soprattutto abiti, mentre quelli più in su con gli anni preferiscono abbinamenti come blazer o

giacca e pantaloni a contrasto, per esempio in lana grigia o cotone leggero. Questa combinazione non sostituisce l’abito clas-sico, ma in molte imprese di medie dimen-sioni, soprattutto in provincia, è più o meno sdoganata sul posto di lavoro; questo però non la rende meno provinciale di quanto sia. I canoni del business wear sono quasi tutti di derivazione britannica, poiché il Regno Unito è considerato la capitale della moda maschile. Dall’Inghilterra pro-viene infatti la regola del «no brown in town», che per l’abito maschile imponeva solo il grigio scuro o il blu. I motivi erano squi-sitamente pratici: questi colori poco spor-chevoli dissimulavano più facilmente il sudiciume e la polvere della città, mentre i marroni e i verdi erano più consoni al contesto rurale e ai colori della natura.

Oggi gli stilisti si sono affrancati da quelle costrizioni e in terra d’Albione l’abito marrone è sempre più apprezzato nell’am-bito del business, mentre oltreconfine resta un tabù.

L’abito deve sempre essere indossato con una camicia a maniche lunghe. Ci sono milioni di uomini che non la pensa-no così, ma è un assioma dell’abbigliamen-to maschile. Molti fanno fatica a digerirlo.

Tolti i manager e i dirigenti, sembra che gli uomini d’estate facciano apposta a mettersi in maniche corte: non esiste nulla di più alieno dal principio stesso dell’abito classico.

In passato, i segni distintivi dell’impie-gato di concetto erano il colletto immaco-lato (da cui l’espressione «colletti bianchi»), e un paio di candidi gemelli che spuntava-no dalle maniche.

L’abito innanzitutto

1L’abito scuro di lana fine è alla base del business look. Meglio se blu o grigio scuro. Marrone e nero sono tabù.

2L’abito va indossato con la camicia a L’abito va indossato con la camicia a Lmaniche lunghe e i polsini abbottonati nei giorni normali e con i doppi polsini

nelle occasioni speciali (oppure tutti i giorni, se lo si preferisce). La camicia con il collo morbido e i bottoncini (button-down) è da sempre un classico, poco importa se sentite gli esperti di moda o i commessi dei negozi affer-esperti di moda o i commessi dei negozi affer-esperti di moda o i commessi dei negozi affermare il contrario. In alcune parti d’Europa questo tipo di camicia può facilmente dare un’impressione troppo casual. E, per finire, lasciatemi aggiungere due parole sulla camicia a maniche corte tanto amata dagli impiegati di tutto il mondo: le maniche corte vanno bene se guidate mezzi pubblici o fate i poliziotti, ma in ufficio no!

3Una giacca con un pantalone non è ammissibile come business wear, tranne di venerdì, quando è concesso un abbi-

gliamento più casual perché sta per cominciare il weekend. La regola è meno rigida per il per-il weekend. La regola è meno rigida per il per-il weekend. La regola è meno rigida per il personale delle piccole e medie imprese, i liberi professionisti o i dipendenti che non lavorano a contatto diretto con il pubblico. Anche il blazer blu scuro è inadatto come abbigliamen-to da business, e sempre lo sarà.

4La cravatta è un must. Forse un giorno le cose cambieranno, ma per il momen-to la cravatta sta al completo del busi-

nessman come il tovagliolo a una cena elegan-te. Nei contesti lavorativi in cui si veste casual non è sempre così, ma in questo caso non si ammettono deroghe.

5Le scarpe devono essere nere. Le più formali hanno l’allacciatura chiusa e il minor numero possibile di decorazioni a

fori, ad esempio le Oxford. Le brogue con la doppia suola di cuoio non sono considerate abbastanza raffinate. I puristi della moda con-siderano i mocassini troppo casual e le scarpe con la fibbia troppo da damerini. In ogni caso, conta più il colore dello stile.

Le regole fondamentali

Le regole fondamentali

Le regole

del business lookformale

La maggior parte degli uomini indossa l’abito solo per andare al lavoro o nelle occasioni formali. È un peccato, perché dona moltissimo alla figura maschile.

13«Business»: istruzioni per l’uso |

Page 5: Uomo guida allo stile

«Business»: istruzioni per l’uso | 51| «Business»: istruzioni per l’uso50

I look di base

Il monopetto blu scuro (nella foto un modello eseguito su misura da Cove & Co.) è imprescindibile nel guardaroba del perfetto gentleman, indispensabile per le occasioni sia professionali sia private. Gli stili classici sono i più intramontabili.

L’abito grigio scuro con gilet (Cove & Co.) è la scelta più formale per

l’ufficio. A seconda della posizione occupata e dell’ambito professionale,

si può indossare tutti i giorni o solo per gli incontri importanti o le

occasioni ufficiali.

Gli abiti doppiopetto hanno sempre un aspetto più formale e «impostato» rispetto ai monopetto. Contrariamente a quanto si creda, questo modello (Cove & Co.) sta bene su qualsiasi figura ed è persino adatto all’uomo più giovane.

Chiunque trovi affascinante l’idea del doppiopetto deve

provare anche un modello con abbottonatura doppia (Cove &

Co.). Il bavero più lungo snellisce la parte superiore del

corpo e lascia scoperta una porzione maggiore della

cravatta e dello sparato della camicia.

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Accessori | 203| Accessori202

I gemelli

I gemelli sono accessori che hanno perso la loro funzione originale e vengono oggi uti-lizzati soprattutto per motivi estetici. Furo-no inventati verso la fine dell’Ottocento per essere utilizzati con i polsini inamidati. Questi ultimi erano talmente rigidi che era impossibile chiuderli con dei bottoni. I moderni polsini in genere sono così morbi-di che non sono per nulla difficili da abbot-tonare. Tuttavia, i veri appassionati di questo tipo di monile, sempre venduto in una coppia di esemplari identici, lo considere-

rebbero irrilevante. Secondo loro una cami-cia priva di un ornamento sul polsino sareb-be semplicemente noiosa.

I gemelli sono obbligatori solo con un abbigliamento da sera, sebbene siano consi-gliati anche per il giorno se si indossa un abito scuro. Anche chi predilige un look più casual può acquistare fascino con una coppia di gemelli. Dopotutto non c’è nulla di male a indossarli come un accessorio anche con un look smart casual, per esempio con dei pan-taloni chino, in velluto a coste e una felpa.

Eppure molti uomini troverebbero i gemelli troppo complicati, o addirittura eccessivi. La regola empirica è che i gemel-li sono sempre adatti a un completo che comprenda una giacca sportiva o un blazer, ma non necessariamente una cravatta. In generale, quasi tutte le coppie di oggetti identici abbastanza piccoli da poter essere infilati attraverso un’asola si possono tra-sformare in gemelli. I gemelli che formano delle piccole sfere oppure un ovale piatto o a forma di fagiolo hanno molto successo, al pari dei cubi o delle riproduzioni minu-scole di oggetti significativi come palline da golf, rubinetti (a sinistra quello dell’ac-qua calda e a destra quello dell’acqua

fredda), automobili, animali o attrezzi di qualsiasi genere. E se si eredita un paio di orecchini li si può far trasformare in ge-melli. Il tipo meno costoso è la pallina intrecciata che si può acquistare in svaria-ti colori. È un’ottima sostituta di gemelli più costosi ed è ideale per riprendere co-lori presenti in altri capi del completo che si indossa. Chi ama le calze rosse, ad esempio, potrebbe abbinarle a un paio di gemelli intrecciati rossi a forma di nodo.

I motivi ispirati all’arte venatoria sono un classico per i gemelli, come in questo paio.

Esistono molte forme diverse di gemelli a staffa, che si allacciano a cavallo dei bordi esterni del polsino.

I nodi colorati e intrecciati sono più di un semplice surrogato dei gemelli più costosi.

Il motivo araldico del giglio, in argento, dona un tocco di eleganza anche a dei cittadini qualsiasi, privi di un titolo nobiliare.

Dopo l’oro, il lucente argento marchiato è ancora il metallo prezioso più in voga.