upsidetown japan anno 2 n°3 aprile 2010

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SUMMARY Il Governo dona al Cile 3 miliardi di dollari > pag. 2 Un foodex sempre più bio > pag. 4 • Interviste ad Andrea Pompilio > pag. 5 Cactus made in Japan > pag. 7 Riduzioni gas serra > pag. 7 POLITICA ECONOMIA AMBIENTE UPSIDETOWN PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI: Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy [email protected] Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661 Tutti pazzi per il bio. An- che quest’anno l’Italia ha puntato sul mercato biologico alla 35esima edizione del Foodex Ja- pan, la più grande espo- sizione internazionale dei prodotti alimentari in Asia. Mercato in contro- tendenza rispetto agli al- tri, l’industria biologica ha registrato segnali positivi nonostante la crisi, ed ha ancora tanto da offrire in un Paese, come il Giap- pone, che insieme all’alta qualità sta sempre più puntando sulla sicurezza e sull’af dabilità dei pro- dotti alimentari. In Giappone la scelta se stendere o meno il bucato avviene ascoltando le news della mattina presto. Verso le 7, puntuali dopo l’ampio spazio dedicato alla politica e ai fatti di società e costume, in TV arrivano le previsioni del tempo inte- grate dalle utilissime “pre- visioni del bucato”. Dopo la presentazione presso il Fukuyama Mu- seum of Art (Hiroshima) nell’ambito di “Italia in Giappone 2009”, rassegna promossa dall’Ambasciata d’Italia, la mostra ha riscos- so nella capitale giapponese un importante successo di pubblico e critica. Il 24 febbraio scorso il quo- tidiano giapponese Nikkei ha riportato, senza citare fonti, l’offerta avanzata da Tokyo a Teheran nel di- cembre 2009 per arricchire l’uranio iraniano e fornire barre di combustibile per il suo reattore. Il governo giapponese non ha confer- mato, né smentito. L’intensificarsi nelle ultime settimane del braccio di ferro sulla caccia alle balene sta alzando notevolmente la temperatura delle relazioni tra Giappone ed Australia. > PAG.4 > PAG.7 > PAG.8 > PAG.2 > PAG.3 TENDENZE UPSIDETOWN POLITICA ECONOMIA ECONOMIA Tra i principali pro- clami durante la scorsa campagna elettorale, il Premier Yukio Hatoyama aveva promesso lo smantellamento del sistema di potere burocratico tipica- mente giapponese, nel quale i quadri dirigenziali assumo- no un’importanza sproporzionata. Si tratta di un siste- ma di intrecci tra politica, burocrazia e grandi industrie istituito dal Partito Liberal Democratico, permettendogli di presiedere l’Esecuti- vo per oltre 55 anni. Tra i membri del Kantei, il Vice Mini- stro dell’Economia, Commercio e Indu- stria Yosuke Kondo sembra il più inten- zionato a voler di- minuire il potere de- tenuto dai burocrati. Ex cronista econo- mico, autore di un libro sui burocrati, Kondo ha dimostrato di passare dalla pa- rola ai fatti quando ha preso di mira un esempio eccellente di burocrate, Kazuhiko Takeshima, ex di- rettore dell’agenzia delle entrate e dal 2002 al vertice della Japan’s Fair Trade Commission (JFTC) e reo di aver impe- dito alle imprese di poter far ricorso in tribunale contro le decisioni prese dalla JFTC. Kondo è riu- scito a far approvare un disegno di legge che modichi la legge antitrust, togliendo potere a Takeshima. Qualora la Dieta vo- tasse la proposta di Kondo, saremmo di fronte ad un primo, concreto cambio di rotta. POLITICA “I Macchiaioli, maestri italiani del realismo” UPSIDETOWN ha incon- trato Girolamo Panzetta (1962), una celebrità per il pubblico giapponese che lo conosce da oltre vent’anni. È considerato un leader d’opinione in programmi TV e fashion magazine. “Gli italiani si sono fermati al sushi, senza considerare > PAG.5 che i punti in comune con la cucina giapponese po- trebbero essere tantissimi. Un esempio tra gli altri è la pasta, che in Giappone si ri- trova sottoforma di “soba” o di “ramen” e che spesso i giapponesi chiedono di mangiare al dente. Sugge- risco ai produttori italiani di studiare a fondo il mer- cato prima di arrivare in Giappone. Il passo succes- sivo è mettere in piedi una campagna di promozione e marketing.” Speciale FOODEX Intervista a Girolamo Panzetta Speciale FOODEX - sempre più bio Il Giappone si propone all’Iran come fornitore di uranio arricchito Previsioni del bucato e dei ciliegi! Sulla caccia alle balene si alza la tensione tra Tokyo e Canberra L’editoriale Yosuke Kondo contro la burocrazia 3 Aprile

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A new magazine about nippon politics, culture, economy, lifestyle.

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Page 1: UpsideTown Japan Anno 2 N°3 Aprile 2010

SUMMARY

• Il Governo dona al Cile 3 miliardi di dollari > pag. 2

• Un foodex sempre più bio> pag. 4

• Interviste ad Andrea Pompilio > pag. 5

• Cactus made in Japan> pag. 7

• Riduzioni gas serra> pag. 7

POLITICA

ECONOMIA

AMBIENTE

UPSIDETOWN

PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI:

Via Vigevano, 3920144 Milano - [email protected]: +39 028360642Fax: +39 0258109661

Tutti pazzi per il bio. An-che quest’anno l’Italia ha puntato sul mercato biologico alla 35esima edizione del Foodex Ja-pan, la più grande espo-sizione internazionale dei prodotti alimentari in Asia. Mercato in contro-tendenza rispetto agli al-tri, l’industria biologica ha registrato segnali positivi nonostante la crisi, ed ha ancora tanto da offrire in un Paese, come il Giap-pone, che insieme all’alta qualità sta sempre più puntando sulla sicurezza e sull’affi dabilità dei pro-dotti alimentari.

In Giappone la scelta se stendere o meno il bucato avviene ascoltando le news della mattina presto.Verso le 7, puntuali dopo l’ampio spazio dedicato alla politica e ai fatti di società e costume, in TV arrivano le previsioni del tempo inte-grate dalle utilissime “pre-visioni del bucato”.

Dopo la presentazione presso il Fukuyama Mu-seum of Art (Hiroshima) nell’ambito di “Italia in Giappone 2009”, rassegna promossa dall’Ambasciata d’Italia, la mostra ha riscos-so nella capitale giapponese un importante successo di pubblico e critica.

Il 24 febbraio scorso il quo-tidiano giapponese Nikkei ha riportato, senza citare fonti, l’offerta avanzata da Tokyo a Teheran nel di-cembre 2009 per arricchire l’uranio iraniano e fornire barre di combustibile per il suo reattore. Il governo giapponese non ha confer-mato, né smentito.

L’intensificarsi nelle ultime settimane del braccio di ferro sulla caccia alle balene sta alzando notevolmente la temperatura delle relazioni tra Giappone ed Australia.

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TENDENZE

UPSIDETOWN

POLITICA

ECONOMIA

ECONOMIA

Tra i principali pro-clami durante la scorsa campagna elettorale, il Premier Yukio Hatoyama aveva promesso lo smantellamento del sistema di potere burocratico tipica-mente giapponese, nel quale i quadri dirigenziali assumo-no un’importanza sproporzionata. Si tratta di un siste-ma di intrecci tra politica, burocrazia e grandi industrie istituito dal Partito Liberal Democratico, permettendogli di presiedere l’Esecuti-vo per oltre 55 anni. Tra i membri del Kantei, il Vice Mini-stro dell’Economia, Commercio e Indu-stria Yosuke Kondo sembra il più inten-zionato a voler di-minuire il potere de-tenuto dai burocrati. Ex cronista econo-mico, autore di un libro sui burocrati, Kondo ha dimostrato di passare dalla pa-rola ai fatti quando ha preso di mira un esempio eccellente di burocrate, Kazuhiko Takeshima, ex di-rettore dell’agenzia delle entrate e dal 2002 al vertice della Japan’s Fair Trade Commission (JFTC) e reo di aver impe-dito alle imprese di poter far ricorso in tribunale contro le decisioni prese dalla JFTC. Kondo è riu-scito a far approvare un disegno di legge che modifi chi la legge antitrust, togliendo potere a Takeshima. Qualora la Dieta vo-tasse la proposta di Kondo, saremmo di fronte ad un primo, concreto cambio di rotta.

POLITICA

“I Macchiaioli, maestri italiani del realismo”

UPSIDETOWN ha incon-trato Girolamo Panzetta (1962), una celebrità per il pubblico giapponese che lo conosce da oltre vent’anni. È considerato un leader d’opinione in programmi TV e fashion magazine. “Gli italiani si sono fermati al sushi, senza considerare

> PAG.5

che i punti in comune con la cucina giapponese po-trebbero essere tantissimi.Un esempio tra gli altri è la pasta, che in Giappone si ri-trova sottoforma di “soba” o di “ramen” e che spesso i giapponesi chiedono di mangiare al dente. Sugge-risco ai produttori italiani di studiare a fondo il mer-cato prima di arrivare in Giappone. Il passo succes-sivo è mettere in piedi una campagna di promozione e marketing.”

Speciale FOODEXIntervista a Girolamo Panzetta

Speciale FOODEX - sempre più bio

Il Giappone si propone all’Iran come fornitore di uranio arricchito

Previsioni del bucato e dei ciliegi!

Sulla caccia alle balene si alza la tensione tra

Tokyo e Canberra

L’editorialeYosuke Kondo

contro la burocrazia

3Aprile

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UPSIDETOWN

Aprile 2010JAPAN

rientrata l’emergenza Tsu-nami che ha interessato le sue coste volte all’oceano pacifico (l’onda più alta re-gistrata non ha superato il metro e cinquanta), il Giap-pone ha messo in moto la macchina dei soccorsi rispondendo alla richiesta ufficiale del Presidente ci-leno Michelle Bachelet e dimostrando, ancora una volta, una naturale predi-sposizione ad assumere un ruolo di responsabilità nella regione.

Come era già successo in gennaio nei confronti di Haiti, dove il Giappone era intervenuto in soccorso del-la popolazione con uomini e mezzi, anche nel caso del terremoto che ha colpito duramente il Cile il Giap-pone ha offerto il proprio aiuto. Tokyo ha promesso un sussidio alla ricostruzio-ne pari a 3 milioni di dollari ed inoltre fornirà 330.000 dollari sotto forma di tende per la prima emergenza, acqua potabile e generatori d’energia. Infatti, una volta Stefano Alberzoni

Il Governo giapponese dona 3 milioni di dollari in favore del Cile

POLITICA

Il 24 febbraio scorso il quotidiano giapponese Nikkei ha riportato, sen-za citare fonti, l’offerta avanzata da Tokyo a Teheran nel dicembre 2009 per arricchire l’uranio iraniano e for-nire barre di combusti-bile per il suo reattore. Il governo giapponese non ha confermato, né smentito. La notizia gi-unge in un momento decisivo del confronto sul nucleare iraniano

dato che, non avendo ancora raggiunto un accordo sullo scambio tra uranio iraniano ar-ricchito al 3,5% e uranio al 20%, Ahmadinejad lo scorso 11 febbraio ha annunciato il com-pletamento del primo ’pacchetto’ di uranio ar-ricchito al 20%. I collo-qui terminati il 1 ottobre 2009 a Ginevra tra la Repubblica Islamica e i Paesi del 5+1 (i cinque Stati membri perma-nenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania) avevano portato alla proposta di trasferire il 75% delle riserve iraniane di ura-nio prima in Russia per essere arricchito fi no al 19,75% ( percentuale che esclude l’utilizzo a fi nalità militari) e poi in Francia dove dovreb-bero essere state tras-formate in combustibile idoneo ai reattori per la ricerca medica iraniana (i radionuclidi sono uti-lizzati a fi ni diagnostici

e contro le cellule tu-morali). Ma dopo aver preso tempo, il 18 feb-braio Teheran ha invi-ato una lettera al Diret-tore Generale dell’AIEA (Agenzia Internazio-nale Energia Atomica), Yukiya Amano, con la richiesta di forniture di uranio arricchito poiché le scorte del Paese sono in via d’esaurimento. In alternativa alla for-nitura diretta da parte dell’Agenzia, il Governo iraniano ha proposto lo scambio simulta-neo con i vari Paesi sul proprio territorio. Al momento tale contro-proposta si trova ancora sul tavolo di Amano, ma l’Ambasciatore iraniano presso l’AIEA, Ali As-ghar Soltanieh, ha mi-nacciato il ritiro della stessa. Infatti non av-endo ancora trovato un accordo, Ahmadinejad ha ordinato all’AEOI (Atomic Energy Organi-zation of Iran) di proce-dere all’arricchimento

al 20%. Pesano sulle dichiarazioni di Soltani-eh le minacce di ulterio-ri sanzioni verso l’Iran: già ad inizio febbraio il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva parlato di nuove sanzioni nei confronti della Repubblica Isla-mica da parte degli USA e dei propri alleati. La proposta giapponese, accettata dagli USA, si confi gura dunque come un ulteriore tentativo di risolvere diplomati-camente la questione: dal 24 febbraio al 1° marzo il Presidente del Majlis (il Parlamento iraniano), Ali Larijani ed il Ministro degli Es-teri nipponico, Katsuya Okada, hanno discusso a Tokyo i dettagli della proposta. La reazione dei negoziatori iraniani sembra essere stata po-sitiva (sono stati invitati funzionari giapponesi a visitare le centrali nu-cleari iraniane) e Tehe-ran appare propensa a

continuare i negoziati. Le forti diffi coltà nella collaborazione con l’Iran, dovute al prol-ungarsi ormai dal 2003 dei negoziati, ai sospetti cresciuti conseguen-temente alla scoperta dell’impianto nucleare di Qom ed alla disil-lusione del giapponese Yukiya Amano, sono incrementate dalla scel-ta cinese di porre il veto qualora in Consiglio di Sicurezza vengano pro-poste nuove sanzioni. L’offerta del Giappone potrebbe essere letta, quindi, come un ten-tativo in extremis di bloccare pacifi camente l’arricchimento da parte dell’AEOI considerando che il Sol Levante rap-presenta il 14,2% delle esportazioni iraniane per un valore di 14 mili-ardi di dollari nel 2008.

Gabriele Giovannini

Il Giappone si propone all’Iran come fornitore di uranio arricchito

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UPSIDETOWN

L’intensificarsi nelle ultime settimane del braccio di ferro sulla caccia alle balene sta alzando notevolmente la temperatura delle rela-zioni tra Giappone ed Au-stralia: il 20 febbraio scorso il Primo Ministro australia-no Kevin Rudd ha infatti minacciato di rivolgere un’azione legale alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja se il Giappone, en-tro il prossimo novembre, non avrà fermato la caccia alle balene nell’Oceano An-tartico.

Il 25 febbraio scorso gli esperti legali del Comitato delle Na-zioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razzia-le, sostenuti da ONG giapponesi, si sono scontrati a Gine-vra contro una schiera di funzionari pubblici del governo di

L’ultimatum, lanciato all’indomani della visita a Canberra del Ministro degli Esteri giapponese Katsuya Okada, segue un’escalation di tensione politica che ha caratterizzato i mesi da di-cembre a febbraio (quelli estivi in cui si concentra l’attività di caccia) e che è stata innescata dal reiterar-si degli scontri, nelle acque territoriali australiane, tra le baleniere nipponiche e le imbarcazioni degli am-bientalisti che cercano di ostacolarne l’attività. L’epi-

sodio che ha suscitato le più vibranti proteste è sta-to lo speronamento di un trimarano neozelandese della Sea Shepherd Ady Gil, avvenuto lo scorso 6 genna-io e sul quale è stata aperta un’inchiesta incaricata di stabilire le responsabilità. L’eventualità di un’azione legale internazionale sa-rebbe “estremamente spia-cevole”: questo, in estrema sintesi, il monito con cui dal Ministero degli Affari Esteri nipponico è stata ri-badita tanto la convinzione del governo di Tokyo nel-le proprie ragioni quanto l’auspicio che la questione possa trovare una soluzio-ne diplomatica. La diatriba tra Giappone ed Australia continua da al-meno vent’anni, da quando nel 1986 la “Commissione internazionale per la caccia alle balene” (International Whaling Commission - IWC) ha siglato una mora-toria internazionale, firma-

ta anche da Tokyo, che vieta la caccia dei cetacei per fini alimentari o commerciali, ma ne autorizza l’attività per scopi scientifici. Esat-tamente il punto intorno al quale si articola il confronto tra le due posizioni: da una parte il governo di Canberra denuncia che, con il prete-sto della ricerca scientifica, le baleniere giapponesi uc-cidono indisturbatamente ogni anno almeno un mi-gliaio di cetacei, dall’altra il governo di Tokyo ritiene che la propria azione sia legittima e che non debba essere fermata in quanto non viola alcun intesa inter-nazionale. Su entrambi i piatti della bi-lancia, accanto alle ragioni legate alla protezione di una specie a rischio d’estinzio-ne, pesano rilevanti ragioni politiche ed economiche: la necessità giapponese di preservare l’ingente giro di affari legato al consumo della carne di balena, uno

dei piatti tipici della cucina nipponica, e l’esigenza del governo di Canberra tanto di salvaguardare l’industria del whale-watching, che muove ogni anno almeno 180 milioni di euro, quanto di conservare il favore degli ambientalisti e l’appoggio del partito verde australia-no. Rimane comunque l’im-pressione che l’ultimatum lanciato dal Premier Kevin Rudd serva proprio a dare la spinta necessaria per l’avvio di una soluzione diplomatica che possa su-perare l’attuale impasse: se si considera infatti che tra i due Paesi esiste una forte intesa strategico-militare, e che il Giappone è il prin-cipale partner economico dell’Australia, risulta dif-ficilmente prevedibile che sulla caccia alle balene si consumi uno strappo tale da compromettere grave-mente le relazioni bilaterali tra Tokyo e Canberra.

Andrea Nasti

Stefano Alberzoni

Tokyo (14 per l’esattezza). Gli esperti delle Nazioni Unite hanno portato alla luce diversi casi di discri-minazione nei confronti delle minoranze cinesi e coreane, della popolazio-ne indigena di Okinawa e delle comunità “Buraku” presenti sul suolo giappo-nese. Dal canto suo la dele-gazione del Sol Levante ha obiettato che i cittadini del-le suddette comunità sono da considerarsi in tutto e per tutto giapponesi, men-tre le discriminazioni nei confronti della minoranza coreana altro non sono che

una reazione alle continue provocazioni di Pyongyang. In-fine gli ufficiali governativi di Tokyo hanno concluso esclu-dendo la necessità di una legge contro la discriminazione razziale; conclusioni raccolte però con perplessità da parte del Comitato.

Aprile 2010JAPAN

Sulla caccia alle balene si alza la tensione tra Tokyo e Canberra

Tokyo: non modificheremo la legislazione in materia di discriminazione razziale

POLITICA

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UPSIDETOWN

Bio, bio, bio, tutti pazzi per il bio: anche quest’anno l’Italia ha puntato sul mer-cato biologico alla 35esima edizione del Foodex Japan. Mercato in contro-tenden-za rispetto agli altri, che ha registrato segnali positivi nonostante la crisi, e che ha ancora tanto da offrire in un Paese, come il Giap-pone, che insieme all’alta qualità sta sempre più puntando sulla sicurezza e sull’affidabilità dei prodotti alimentari.“L’organico è stato protago-nista di una performance straordinaria negli ultimi anni e rappresenta una grande opportunità” - ha dichiarato Natale Marco-mini, vice-presidente di Prober (l’associazione dei produttori biologici e biodi-namici dell’Emilia Roma-gna) durante la conferenza stampa di apertura del Pa-diglione Italia al Foodex. “A livello mondiale il fatturato del bio è duplicato negli ultimi cinque anni, mentre in Italia ha registrato un aumento del 7,4%. Il Giap-pone non potrà sottrarsi da questa crescita”.

Uno dei fattori che incide notevolmente sulla scelta di acquisto, nonostante la voglia di “sicurezza” dei giapponesi, rimane il prez-zo. “I consumatori giappo-nesi preferiscono ancora il prodotto meno costoso” - è l’analisi di Taka Yamagu-chi, giornalista esperto del settore biologico - “anche se da qualche anno il trend, soprattutto tra i giovani, è quello di scegliere un pro-dotto buono, sicuro e che rispetti l’ambiente”. Sul versante italiano, anche Marcomini è d’accordo sul

discorso prezzo: “La distri-buzione tradizionale incide troppo sul prezzo, che deve essere “giusto”. Il prodotto biologico deve essere un diritto, non un prodotto di élite. Il Giappone è un mer-cato in costante crescita, e con potenzialità enormi: sta a noi decidere come far-lo crescere, attraverso una corretta informazione”. Si punterà dunque, ancora di più, ad una cooperazione bilaterale tra Italia e Giap-pone per lo sviluppo dell’in-dustria biologica. E che tra il Sol Levante e il Bel Paese

testo e foto di Paolo Soldano

Oggi siamo con Andrea Rasca, amministratore del gruppo BTG, attivo sui mercati internazionali da più di 25 anni: quanto è diffi cile per un’impresa italiana entrare nel canale distributivo giappone-se?

Il giapponese adora il prodotto straniero, ma ado-ra anche avere a che fare con giapponesi; individua negli stranieri delle persone che non capiscono la cultura, e quindi ne hanno timore, timore reveren-ziale. Il modo per entrare nel canale distributivo è quello di capirne le logiche e sapere che per certo devi affi darti a dei grossisti, attraverso dei multila-yer systems, tipicamente giapponesi, che ti porte-ranno nelle varie catene distributive. Tuttavia, per poter interagire con questi grossisti devi conoscer-ne le logiche.

ci siano delle somiglianze che sarebbe bene appro-fondire, lo ha sottolineato anche Kenji Matsumoto, presidente della JONA (Ja-pan Organic and Natural Association) nel corso del suo intervento alla confe-renza stampa - “Ricono-sciamo che da parte nostra non sono stati fatti sforzi sufficienti per promuovere il bio in Giappone. Dob-biamo guardare al futuro, facendo tesoro dell’espe-rienza italiana”.

Come è strutturato il mercato del retail in Giappone?

Il mercato del retail in Giappone prevede una di-stinzione in quattro, cinque grosse categorie di ca-nali distributivi. Il primo sono i department store: Takashimaya, Isetan, Mitsukoshi, delle nostre Ri-nascenti o dei nostri Coin, molto più grandi e molto più sviluppati. Prevede poi degli ipermercati, dei supermercati e dei convenience store (questa è la grossa differenza che c’è con il mercato italiano). E prevede poi una serie di ancora piccolissimi punti vendita gestiti da famiglie.

Guarda il video dell’intervista attraverso il QR code oppure vai sul sito www.upsidetown.it

Aprile 2010JAPANECONOMIA

Lo sviluppo dell’industria biologica al centro della più grande esposizione internazionale dei prodotti alimentari in Asia

UN FOODEX SEMPRE PIU’ BIO

L’Esposizione Internazio-nale dell’Alimentazione e delle Bevande è la più gran-de esposizione annuale del settore alimentare in Asia. Giunto quest’anno alla sua 35esima edizione, il Foo-dex ha proposto i prodotti di 2.393 espositori prove-nienti da 59 Paesi e regio-ni. Nel corso dei quattro giorni dell’ultima edizione (dal 2 al 5 marzo 2010) sono stati quasi 74.000 tra buyers, ristoratori, importatori, distributori, sommelier ed esperti del settore, ad aver visitato la fi era. Il Padiglione Italia, con 200 espositori e 3.000 mq di superfi cie, si è ricon-fermato anche quest’anno il più grande padiglione straniero, e secondo solo a quello del Giappone.

Prodotti espostialimentari: (prodotti agri-coli, cerealicoli, biologici, zootecnici, ittici, lavorati a base di carne, alimen-tari pronti, latticini, cibi precotti, pietanze, ga-stronomia, cibi organici, condimenti e spezie, paste alimentari varie, prodot-ti da forno, dolci, cibi per l’infanzia e la terza età).bevande (alcoliche, anal-coliche, salutistiche, caffè, tè, acque minerali)Per maggiori informazioni www.jma.or.jp/Foodex

Cos’é il foodex

“Il mercato del retail in Giappone” intervista ad Andrea Rasca, amministratore unico di BTG Group

SPECIALE FOODEX

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Page 5: UpsideTown Japan Anno 2 N°3 Aprile 2010

UPSIDETOWN

Girolamo Panzetta (1962) è una celebrità per il pubblico giapponese che lo conosce da oltre vent’anni. È considerato un leader d’opinione in programmi TV e fashion magazi-ne. 1) Cosa pensi dell’evoluzione che ha subito la cucina italia-na in Giappone negli ultimi decenni? Il boom della cucina italiana è scoppiato circa venti anni fa; ricordo come fosse di moda acquistare prodotti italiani e i grandi magazzini si erano adattati vendendo olio, pasta, vino e alcuni formaggi senza avere tuttavia una vera cultura del cibo italiano. Tokyo ha aperto la strada e a seguire, la cu-cina italiana si è diffusa anche fuori dalle grandi città, tanto che non è inusuale andare a casa di qualcuno in campagna e trovare in dispensa l’olio extra-vergine d’oliva italiano. Nella diffusione e nell’evoluzione della cucina italiana ha avuto un ruolo importante la TV con numerosi programmi dedicati all’Italia. Il giapponese medio viaggia e si informa; non è esagerato dire che “studia” prima di andare al risto-rante! Per questo ora si può affermare che nella maggior parte dei giapponesi ci sia una solida consapevolezza ri-guardo all’Italia e alla sua cucina. 2) Dal punto di vista alimentare, secondo te, cosa gli ita-liani non hanno ancora capito dei giapponesi e vicever-sa? Gli italiani si sono fermati al sushi, senza considerare che i punti in comune con la cucina giapponese potrebbero

Nato e cresciuto a Tokyo da padre italiano e madre giappo-nese, Andrea Pompilio (1969) ha lavorato in passato come giornalista freelance e come fotografo. È ora autore e con-duttore del programma “Modista” su radio J-Wave.

1) Da italo-giapponese cresciuto a Tokyo in un ambiente internazionale cosa ne pensi dell’evoluzione che ha subito la cucina italiana in Giappone? Senza dubbio ho visto una grande evoluzione in questi 20 anni nella cucina italiana in Giappone. Dai famosi “spaghetti alla napolitana” oppure dai classici “spaghetti miito-sosu” a base di ketchup, serviti nei vari “coffe-shop” di Tokyo, si è passati gradualmente, ma abba-stanza velocemente, a ristoranti capaci di offrire cibi auten-tici italiani.Ciò senz’altro grazie all’aumentato afflusso turistico dal Giappone verso l’Italia e, nello stesso tempo, un grande boom di giovani cuochi e allievi di cucina giapponesi partiti per l’Italia per imparare l’essenza della cucina italiana, cioè le sue cucine regionali.La ricerca da parte dei cuochi giapponesi delle specialità regionali ha portato, contemporaneamente, alla ricerca dell’originalità. Ovvero, i cuochi, sfruttando la loro identi-tà “nipponica”, sono in grado di creare piatti originali pur mantenendo la tradizione italiana. A dire il vero a volte la qualità e il livello della cucina italiana qui a Tokyo, supera quella che si può trovare in Italia.

Andrea Pompilio

essere tantissimi. Un esempio tra gli altri è la pasta, che in Giappone si ritrova sottoforma di “soba” o di “ramen” e che spesso i giapponesi chiedono di mangiare al dente. Ci sono anche altri piatti che piacerebbero molto agli italiani, ad esempio la cucina “teppanyaki” o gli “yakitori”. Il motivo principale di questa scarsa conoscenza è dato da una intro-duzione sbagliata della cucina giapponese in Italia e poi dal fatto che gli italiani sono tradizionalisti e difficilmente scel-gono di non mangiare italiano. I giapponesi, invece, non hanno capito che alla base della cucina italiana c’è molta creatività. 3) Ha ancora senso cercare di portare in Giappone un prodotto di qualità?

Ha ancora senso portare un prodotto di qualità, ma la condizione essenziale è che la qualità sia ben presentata. I giapponesi non sentono l’esigenza di più qualità, sentono piuttosto l’esigenza di saperne di più, scoprire le storie e le tradizioni che sono dietro i prodotti.Per questo io suggerisco ai produttori italiani di studiare a fondo il mercato prima di arrivare in Giappone. Il passo successivo è mettere in piedi una campagna di promozione e marketing, magari guidata, se il budget lo permette, da un’agenzia seria di pubbliche relazioni e pubblicità. L’errore che fanno spesso i produttori italiani è quello di essere con-vinti di vendere i loro prodotti perché “sono i migliori del mondo”, ma non è così che funziona. A questo proposito ci sarebbe bisogno di più collaborazione tra le imprese e le istituzioni come fanno i francesi ad esempio.

2) Dal punto di vista alimentare, secondo te, cosa gli italia-ni non hanno ancora capito dei giapponesi e viceversa? Penso che i giapponesi siano più aperti verso la cultura, an-che alimentare, degli italiani di quanto lo siano gli italiani verso i giapponesi.Naturalmente grazie all’avanzamento delle tecnologie e i continui interscambi culturali, la situazione è notevolmen-te migliorata negli ultimi 20 anni. Vedo però che ancora esiste un’enorme differenza fra i due Paesi nella quantità di informazione nella stampa.Quando ero ragazzino per la maggior parte degli italiani, la cucina giapponese si risolveva in “pesce crudo”, divorato appena pescato dal mare. Il termine “sushi” era quasi sconosciuto.Mi ricordo che tutto ciò mi faceva quasi paura.Ora la situazione è notevolmente cambiata. Molti adesso conoscono e apprezzano il “sushi”, e sanno che i giapponesi non mangiano soltanto “pesce crudo”, così come conosco-no e apprezzano le bistecche di manzo di altissima qualità - quelle provenienti da animali che in vita vengono massag-giati e bevono birra!Un altro esempio è la tempura (il fritto misto giapponese), non molto diverso dalle specialità regionali di alcune regio-ni italianeAllo stesso tempo, grazie agli scambi turistici e ai molti ri-storanti italiani, i giapponesi hanno capito che la cucina italiana non è limitata agli “spaghetti alla napolitana” o agli “spaghetti miito-sosu”.

Aprile 2010JAPAN ECONOMIA

Interviste Girolamo Panzetta

SPECIALE FOODEX

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Page 6: UpsideTown Japan Anno 2 N°3 Aprile 2010

UPSIDETOWN

Dott. Geol. Simone Barani

Gabriele Giovannini

Aprile 2010JAPANAMBIENTE

Il 7 settembre scorso, nove giorni prima di diventa-re Primo Ministro, Yukio Hatoyama in un appassio-nato discorso tenuto in occasione dell’Asahi World Environment Forum a Tokyo ha delineato gli am-biziosi obiettivi del futuro esecutivo in materia am-bientale. Il leader del Partito Democratico fresco di vittoria elettorale ha marcato una frattura decisa rispetto al passato puntando a ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 25% rispetto al livello del 1990. Il Giappone, che nell’anno fi scale conclu-sosi nel marzo del 2009 ha emesso 1,29 miliardi

Una delle tendenze made in Japan degli ultimi decenni è la con-tinua e vivace ricerca di varietà di cactus che si distinguano dal ge-nere e dalla specie di cui fanno parte anche solo per piccole differ-enze quali altezza, di-mensione, colorazione

ed eventuali “mostru-osità”. In realtà questi cactus non hanno nulla di innaturale o mostru-oso, ma semplicemente la genetica si evolve e si modifi ca col tempo; Darwin defi nirebbe tutto ciò evoluzione! Ecco, dunque, che una piccola macchia gialla

sul corpo di un cactus, oppure una spinagione più corta del normale, diventa una rarità per i collezionisti del ge-nere che fanno di tutto per potersi accaparrare l’esemplare che pre-senta tale unicità. Come dice la parola stessa, unico signifi ca raro ed in termini economici costoso. Considerando la scarsa probabilità di ritrovare nel mezzo di una semina esemplari così pregiati, i giap-ponesi sono ai vertici mondiali per l’ingegno e le astuzie che utiliz-zano per riprodurre queste rare modifi cazi-oni. L’arte si è sviluppa-ta a tal punto che sono state coniate nuove

Riduzioni dei gas serra. Le promesse di Hatoyama non convincono

Cactus made in Japanspecie, come il Gymno-calicium Mihanowichii Hibotan, pianta ormai comune in tutti i super-mercati europei e che si ottiene dalla pianta madre (Gymnocaly-cium Mihanovichii var. Filadelfi ens) a seguito della completa elimi-nazione della clorofi lla. Tale pianta ha però un grande problema, è impossibilitata a vivere su proprie radici! Ecco che per permettere al genere di sopravvivere, si è pensato agli innesti: la rarità così colorata viene appoggiata sopra ad un altro tipo di cac-tacea (in questo caso una varietà di Hyloce-reus) particolarmente resistente che permette

al Gymnocalycium di poter sopravvivere; ma non solo, di poter cresce anche con maggior vig-ore e velocità grazie alle caratteristiche della pi-anta che lo ha ospitato: il portainnesto.

di tonnellate di CO2, classifi candosi al quinto posto nel mondo, non ha una legislazione a li-vello nazionale e fi no ad oggi si è basato sull’im-pegno volontario delle imprese. Hatoyama, però, ha sin da subito dovuto confrontarsi con le critiche e le preoccu-pazioni provenienti dal mondo industriale, più che mai delicate e non trascurabili in un perio-do post-crisi caratteriz-zato da una perdurante defl azione. La legge ap-provata dal Gabinetto giapponese l’11 marzo, però, ha provocato un senso di disillusione in larga parte dell’opinione pubblica. Al termine di un mese di dibattiti tra i vari Ministri in seno al Gabinetto, è stato vara-to un testo che pur fi s-sando un tetto massimo

per ogni impresa lascia al governo la libertà di passare in futuro ad un sistema basato su un limite di gas emes-si non per azienda, ma per unità prodotta. Ciò implica che le emissioni totali potranno aumen-tare conseguentemen-te ad un incremento dell’output. Il Ministro dell’Ambiente, Sakihi-to Ozawa, ha dovuto cedere alle pressioni del Ministro dell’Eco-nomia, del Commercio e dell’Industria volte a garantire alle impre-se un sistema di “cap and trade” sul modello Europeo. L’Emission Trading Scheme (ETS) introdotto dall’Unio-ne Europea ad inizio 2005 ha infatti istituito un sistema di compra-vendita di “crediti di emissioni” per incenti-

vare economicamente le industrie a ridurre le emissioni e nello stesso tempo garantendo alle imprese in diffi coltà la possibilità di “sforare” acquistando tali credi-ti. Nel prossimo anno il Governo di Tokyo il governo giapponese procederà quindi disci-plinando gli schemi di scambio e opererà sulla base della legge appe-na inoltrata alla Dieta. C’è da aggiungere, infi -ne, che all’interno della nel testo della legge è contenuta una clausola che dà il via libera alla produzione di energia nucleare nonostante le proteste del Partito So-cialdemocratico, che fa parte della coalizione di governo.

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UPSIDETOWN

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Upside Town è un prodotto editoriale di Equilibri, società dedita all’analisi degli eventi e delle dinamiche internazionali. La divisione Eq Consulting fornisce ai clienti servizi legati all’internazionalizzazione d’impresa: analisi di mercato, ricerca di partner in loco, gestione day-by-day e problem solving.

Aprile 2010JAPAN TENDENZE

In occasione dello scor-so San Valentino, presso il reparto di cioccolatini di un grande magazzino di Yokohama, è stata in-stallata una postazione per consentire di pre-gare “virtualmente” le divinità dell’amore e del matrimonio del santua-rio Jishu Jinja nel tem-pio Kiyomizu di Kyoto. La postazione per la

Preghiere d’amore virtuali a

San Valentino L’ultimo videogioco “made in Japan”: bisogna camminare su una peda-na mobile mentre si tie-ne al guinzaglio un cane bianco: se si cammina troppo veloce, il cane si stancherà; se si cammina troppo lentamente si an-noierà. A complicare ul-teriormente le cose sono il cane cattivo del vicino o un’automobile che sfrec-cia a velocità elevata: il primo può sbranarlo, la seconda investirlo.

Dog life videogame

visita virtuale misurava circa tre metri per due e consentiva, collegati “in diretta” con il tem-pio, di dar luogo al rito dell’amore a distanza. Secondo la tradizione, recandosi (di persona o “virtualmente”) al san-tuario ed effettuando correttamente il rito, alla fi ne si trova il “vero amore”.

In Giappone la scelta se stendere o meno il bu-cato avviene ascoltando le news della mattina presto.Verso le 7, puntuali dopo l’ampio spazio dedicato alla politica e ai fatti di società e co-stume, in TV arrivano le previsioni del tempo in-tegrate dalle utilissime “previsioni del bucato”. Si tratta di una breve rubrica che, in una man-ciata di secondi, guida al quotidiano lavaggio dei panni, consigliando se è meglio stendere il

bucato di mattina op-pure di pomeriggio, in base alle temperature e al tasso di umidità pre-senti nell’aria.In controtendenza ri-spetto a questo curioso rito, è arrivata la notizia che l’Agenzia Meteoro-logica Giapponese ha deciso che non si occu-perà più delle previsioni sulla fi oritura dei ciliegi. Nel suo piccolo, rappre-senta una svolta epoca-le per il Giappone, visto che il servizio andava avanti ininterrottamen-te dal 1955, nei mesi di

Previsioni del bucato e dei ciliegi!

marzo e aprile.La decisione arriva dopo che l’Agenzia aveva già interrotto il servizio di osser-vazione del cambiamento di colore delle foglie durante la stagione autunnale. Ma per i giapponesi “assetati” di informazioni relative all’arboricoltura c’è una buona notizia: tali servizi continueranno ad essere offerti da agenzie private.

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Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Stefano Alberzoni, Letizia De Antoniis, Valentino Dindelli, Elisa Elena Franzoso,

Gabriele Giovannini, Andrea Nasti, Paolo Soldano

Si è conclusa domeni-ca 14 marzo al Tokyo Metropolitan Teien Art Museum la mostra I Macchiaioli, maestri italiani del realismo, inaugurata il 15 gen-naio scorso da S.E. l’Ambasciatore d’Italia Vincenzo Petrone, dal-la Sovrintendente al Polo Museale fi orentino Prof.ssa Cristina Acidini e dal Cons. del Ministro per le relazioni culturali Giovanni Francesco Ac-colla.Dopo la presentazio-ne presso il Fukuyama Museum of Art (Hi-roshima) nell’ambito di “Italia in Giappone 2009”, rassegna pro-mossa dall’Ambasciata d’Italia, l’evento espo-sitivo ha riscosso nella capitale giapponese un importante successo di pubblico e soprattutto di critica. Tale successo è tanto più signifi cati-vo se si considera che, mentre è nota la grande passione dei giapponesi per l’arte classica e rina-scimentale, più proble-matica risulta, invece, la presentazione della modernità e della con-temporaneità italiana. Nella giornata conclusi-va si sono registrati ben

45.000 visitatori per la mostra “I Macchiaioli, maestri italiani del realismo” al Tokyo Metropolitan

Teien Art Museum (16 gennaio – 14 marzo 2010)

2700 visitatori, record di ingressi in un solo giorno per il Teien Mu-seum. In queste 8 set-timane sono stati circa 45000 i giapponesi che hanno ammirato i 63 capolavori di Giovanni Fattori, Telemaco Si-gnorini, Silvestro Lega e di altri importanti ma-estri toscani. Altro dato interessante è il tutto esaurito al bookshop del Museo Teien delle copie del catalogo realizzato ad hoc in giapponese e in inglese per questa esposizione.Particolarmente signi-fi cativi sono i risultati in termini di riscontro sui media: oltre ad al-cuni programmi televisi sull’emittente nazionale NHK, numerosissimi sono gli articoli usciti sui maggiori quotidiani sia in lingua giapponese che inglese che raggiun-gono tirature di milioni di copie (Yomiuri Shim-bun, Asahi Shimbun, Nikkei Shimbun, The Japan Times, The Daily Yomiuri.“Shhh...the Macchiaioli prefer quiet scenes” è l’accattivante titolo con cui viene presentata la mostra nell’articolo del 5 febbraio uscito sul

Daily Yomiuri. Il Prof. Shuji Takashina, noto critico e Direttore del Museo Ohara, nel sag-gio del 17 febbraio u.s. pubblicato sul quoti-diano Asahi (con una tiratura di 3.500.000 copie) descrive così i maestri Macchiaioli: “Le loro numerose e ric-che realizzazioni, tra cui si annoverano i dipinti di Telemaco Signorini, ispirati ad usi e costu-mi, e quelli di Silvestro Lega, che ritraggono tranquille scene fami-liari, ancora oggi non hanno perduto il sereno fulgore che si ripercuote sull’animo di chi le am-mira”.I traguardi raggiunti sono il risultato di una strategia promozionale integrata che, attraver-so una serie articolata di eventi collaterali or-ganizzati da Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cultura, ICE, Enit e Camera di Commercio di Livorno, ha consen-tito al pubblico giap-ponese di conoscere le eccellenze turistiche ed enogastronomiche del-le terre dei Macchiaioli. Parte di questo calen-dario di iniziative sono state, oltre alle visite guidate, le presenta-zioni di speciali menù toscani presso rinomati ristoranti italiani della capitale e il workshop dedicato ai vini di que-ste zone tenutosi presso l’Istituto di Cultura il 13 gennaio scorso.Per quanto riguarda le iniziative da presenta-re nei prossimi anni in Giappone, gli ottimi ri-sultati raggiunti convin-cono dell’importanza di proseguire in quest’otti-

ca per appronfondire la presentazione dei movi-menti culturali italiani di fi ne ‘800. In futuro potrebbe, quindi, esse-re opportuno realizzare un evento espositivo di carattere monografi co e dedicato, ad esempio, ad un singolo artista del periodo come Telema-co Signorini o Silvestro Lega.Si ricorda che la mostra I Macchiaioli, maestri italiani del Realismo, realizzata sotto l’Alto Patronato del Presiden-te della Repubblica Ita-liana, è stata possibile grazie a:MAE (Ministero degli Affari Esteri) – Direzio-ne Generale per la Pro-mozione e la Coopera-zione culturale, MiBAC (Ministero per il Beni e le Attività Culturali), Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cul-tura, Soprintendenza Speciale per il Patrimo-nio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale del-la Città di Firenze, Mu-seo Civico “G. Fattori” di Livorno, Fondazione Italia Giappone, Regio-ne Toscana, Ente Cassa di Risparmio di Firen-

ze, Camera di Commer-cio di Firenze, Provincia e Comune di Livorno, Camera di Commercio di Livorno, Opera Labo-ratori Fiorentini, Ghe-rardini, Gabriele Poli Group, Tokyo Metropo-litan Teien Art Museum, Fukuyama Museum of Art, Yomiuri Shimbun, Japan Association of Art Museums, Lion Corpo-ration, Shimizu Corpo-ration, Dai Nippon Co., Ltd.

Elisa Elena Franzoso

Aprile 2010JAPANUSPIDETOWN

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Foto di Valentino Dindelli

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