*us13166 edizione straordinaria: lettere dal fronte

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CONCORSO NAZIONALE 2013-2014 ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali …: cittadinanza attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra. IISS De Ruggieri per Aticolo9 1 Indice Indice

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Percorso formativo realizzato per il concorso Articolo 9 della Costituzione 2013-14, a cura dell'IISS "D. De Ruggieri" di Massafra - TA

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CONCORSO NAZIONALE 2013-2014

ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE

Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali …: cittadinanza attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra.

IISS De Ruggieri per Aticolo9 1

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I.I.S.S. “Domenico DE RUGGIERI” Massafra (TA)

Liceo Socio-Psico-Pedagogico - Classe 5^G

Le alunne hanno seguito un percorso formativo sotto la guida della prof.ssa Barbara GISONNA relativamente ai contenuti storici e della prof.ssa Maria Rita BORGIA relativamente a quelli musicali

IISS De Ruggieri per Aticolo9 2

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 3

PremessaLa partecipazione al progetto “Articolo 9 della Costituzione” è stata concordata dalle docenti Barbara Gisonna (Storia e Filosofia) e Maria Rita Borgia (Musica) con il comune intento innanzitutto di far giocare alle alunne un ruolo attivo nella costruzione del proprio percorso formativo e, relativamente alla Musica, di aiutarle a comprendere quanto il patrimonio musicale - con i suoi segni immateriali, come recita appunto il titolo dell’edizione di quest’anno - costituisca una fonte imprescindibile per la conoscenza di quel retroterra culturale, sociale, affettivo che i manuali di storia non sempre sono in grado di diffondere.

Alla luce di tali finalità, le docenti hanno orientato il lavoro delle alunne proponendo loro un punto di partenza (la ricerca di testimonianze sul proprio territorio) e invitandole, man mano che i documenti in loro possesso aumentavano, ad una riflessione condivisa, con l’obiettivo di far scaturire da loro stesse gli step successivi, fornendo di volta in volta gli strumenti (in termini di conoscenze) necessari per poter affrontare il passo seguente.

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La prima fase del lavoro è consistita nella ricerca di materiale informativo sulla Prima Guerra Mondiale.Si è partiti dal contesto della storia locale di Palagiano e Palagianello,in provincia di Taranto, da cui provengono alcune alunne del nostro istituto.

Inizialmente sono state raccolte testimonianzeattraverso la lettura di due testi di storia locale

scritti dal maestro palagianese di scuola elementare Michele Orsini

(Michele Orsini, Memoria storica del nostro ‘900, Stampa Sud, Mottola –TA, 2004;

AA.VV., Tasselli di storia palagianese, Tiemme, Manduria – TA, 1991).

Successivamente è stata realizzata un’intervista dall’alunna Giulia Pansini alla signora Antonia TINCO, anziana donna di 97 anni, residente a Palagianello, sorella minore di Giovanni TINCO che partecipò alla Grande Guerra nel regio esercito italiano e cadde in battaglia.IISS De Ruggieri per Aticolo9 4

La nostra ricerca“Voglia di pace”

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Durante il lavoro di condivisione dell’intervista svolto in classe,alcune affermazioni della signora Tinco hanno subito destato l’attenzione delle alunne e delle docenti, suscitando non poca perplessità.La signora infatti ad un certo punto aveva accennato a furtivi incontriche si verificavano tra i nostri soldati ed i nemici austro-tedeschi, addirittura per giocare a carte.

Dobbiamo ammettere che in un primo momento abbiamo, con una certa superficialità, diffidato della lucidità della signora.Tuttavia appena qualche giorno più tardi, in circostanze del tutto fortuite, alcune delle alunne hanno assistito alla visione di un film in TV: Joyeux Noel di Christian Carion.

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Le immagini dei nemici che nella notte di Natale del 1914 tacitamente interrompono le ostilità per vivere qualche ora in pace e fraternità,hanno subito riportato alla mente delle alunne la “bizzarra” testimonianza della signora Tinco, facendo sorgere spontanea la domanda:

“ E se quello che ci ha raccontato fosse successo davvero?Se davvero i soldati, in barba alle più elementari leggi della guerra,ogni tanto vivevano qualche ardito momento di fraternità?”

E così, un po’ per caso, un po’ per curiosità, abbiamo stabilito lo step successivo del nostro lavoro.Abbiamo cominciato a reperire materiale su quella che, anche se solo in tempi recenti, è passata alla storia come la Tregua di Natale del 1914.

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Nelle consuete riflessioni condivise abbiamo poi notato quale ruolo significativo assumesse la musica tanto nella versione cinematografica quanto nella vita reale, come si evince dalle testimonianze storiche – soprattutto lettere – di chi ha vissuto in prima persona la Tregua di Natale.

Ecco perché abbiamo successivamente approfondito la conoscenza dell’argomento, assistendo alla lezione online “Suoni e musica dalla Grande Guerra” tenuta qualche settimana prima dal musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna.

Da qui ancora una volta nuove conoscenze e risposte inaspettate ad alcuni dei nostri quesiti iniziali. Da un lato, abbiamo infatti capito cos’è l’etnomusicologia, anche attraverso il reperimento di fonti ulteriori; dall’altro, abbiamo trovato risposta a quella domanda che ci eravamo poste fin dall’inizio, con la condivisione dell’intervista.

La signora Tinco infatti raccontava di questi uomini che nella notte furtivamente si incontravano e “parlavano” … ma in quale lingua?

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Grazie al prezioso contributo del maestro Sparagna abbiamo riflettuto sul fatto che il problema della comunicazione doveva essere ben più grave di quanto avessimo immaginato, dal momento che interessava non solo quella fra i nostri soldati e i nemici, ma anche quella fra gli stessi soldati “italiani” che una lingua comune non l’avevano ancora.

I nostri soldati provenivano da diverse piccole realtà rurali sparse per la penisola; con la guerra per la prima volta ci si riunivano in grandi masse, eterogenee, che non avevano una lingua comune e che tuttavia avevano bisogno di comprendersi, non fosse altro che per recepire gli ordini impartiti dai superiori!

In tutto questo processo la musica popolare ha svolto un ruolo fondamentale grazie alla funzione sociale ed educativa che allora rivestiva. E con la conoscenza dell’esistenza di questo repertorio, che vorremmo continuare ad indagare con l’aiuto di gruppi di musica folclorica dei nostri paesi, si è concluso il nostro intenso percorso formativo.

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Il lavoro che le alunne hanno prodotto consiste in un servizio radiofonico che simula una trasmissione andata in onda da Radio Trieste dopo la liberazione della città dall’Austria.Il cronista presenta una lettera, redatta dall’alunna Helena Ancona, inviata da un soldato meridionale, caduto in guerra, alla sorella rimasta in quel di Palagianello, in provincia di Taranto. L’idea della lettera è scaturita dal reperimento di una missiva scritta da un soldato inglese alla sorella per raccontarle la straordinaria tregua di Natale del 1914. Questo documento, pur non potendosi considerare una fonte storica certa e attendibile, rappresenta una testimonianza verosimile, relativa ai fatti narrati dalla storia ufficiale, che si avvicina molto alla verità dell’esperienza vissuta dai nostri soldati al fronte. Nel tentativo di essere il più fedeli possibile alla testimonianza, la lettera è redatta con un registro linguistico che indulge all’uso di espressioni dialettali.

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Trasmissione radiofonicaEdizione straordinaria: Lettera

dal fronte

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La partecipazione al progetto in parola ha senza dubbio costituito un momento di significativo arricchimento per tutti i partecipanti.

Per ciò che riguarda le docenti, il Progetto-Concorso è stato l’occasione di uno scambio fruttuoso di conoscenze, competenze e abilità sia didattiche che culturali, nell’ottica di una collegialità autentica non sempre fruibile nel contesto degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, in cui spesso si lavora a compartimenti stagni, chiusi nei propri ambiti disciplinari.

Ancor più apprezzabili sono stati i risultati ottenuti da parte delle studentesse della classe V sez. G del Liceo Socio-Psico-Pedagogico. Cogliendo le opportunità offerte dallo studio della Musica, disciplina presente nel curriculum del vecchio ordinamento a cui appartiene questa classe del nostro Istituto, è stato svolto un lavoro di ricerca attiva ed inedita fra Storia e Musica.

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ConclusioneIndice

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Partendo da frammenti di storia locale, le alunne hanno imparato a “fare storia dal vivo”, acquisendo competenze che spesso non si raggiungono attraverso lo studio tradizionale dei manuali di storia: consultare un archivio, intervistare testimoni diretti, ricercare i segni immateriali della storia, attingere al linguaggio universale della musica e delle immagini, utilizzare nuove tecnologie informatiche per l’elaborazione di un prodotto multimediale, lavorare in gruppo all’interno della classe e relazionarsi a soggetti esterni alla scuola.

Al di là dell’esito della nostra partecipazione al Concorso, che ci auguriamo positivo, possiamo ritenere di aver raggiunto la finalità educativa che ci siamo prefisse sin dal momento della nostra adesione al Progetto: educarci ed educare i giovani alla valorizzazione della memoria storica, intesa come bene comune del vivere insieme nell’orizzonte della pace.

Le docentiprof.ssa Maria Rita BORGIAprof.ssa Barbara GISONNA

Massafra 31 marzo 2014

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Ringraziamenti

Si ringraziano per la gentile collaborazione:

Il Sindaco del Comune di Palagianello prof. Michele Labalestra

La dott.ssa Carmela Barbitta, responsabile dell’Ufficio Amministrativo del Comune di Palagianello

La sig.ra Grazia Schena, impiegata dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Palagianello

La famiglia Tinco

Lo studente di 5^B del nostro Istituto Paolo Frappietri che ha prestato la sua voce per la trasmissione radiofonica

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INDICEPresentazionePremessaLa nostra ricerca – “Voglia di pace”Trasmissione radiofonica – “Edizione straordinaria: Lettera dal fronte”ConclusioneBibliografia - Sitografia

Allegati“Dove sono Trento e Trieste?” - Intervista alla signora Antonia TincoIl personaggio: GIOVANNI TINCOJoyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storiaLa Tregua di Natale del 1914Aaron Shepard – The Christmas TruceLettera ad Antonia

Ringraziamenti

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Bibliografia

AA.VV., Tasselli di storia palagianese, Tiemme, Manduria – TA, 1991.ORSINI Michele, Memoria storica del nostro ‘900, Stampa Sud, Mottola –TA, 2004.Inventario dell’Archivio storico del Comune di Palagianello (1823-1977)

Sitografia

Per il film Joyeux Noelhttp://www.joyeuxnoel-lefilm.com/LIBERTI Matteo, La tregua di Natale 1914http://www.anticorpi.info/2010/12/la-tregua-di-natale.htmlSPARAGNA Ambrogio, Suoni e musica dalla Grande Guerrahttp://www.articolo9dellacostituzione.it/index.php?page=scheda13-7 Profilo storico dell’etnomusicologia in Italiahttp://www.updim.org/wp-content/uploads/2011/11/Profilo-storico-delletnomusicologia-in-Italia.pdf SHEPARD Aron, The Christmas Trucewww.aaronshep.com Per le basi musicali adoperate nella trasmissione radiofonica:Inno di Mamelihttp://www.youtube.com/watch?v=sbD8e-9hkFM Il povero soldatohttp://www.youtube.com/watch?v=KrtXjXUDFcg

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 15

Ricordi di Antonia Tinco, anziana donna di 97 anni, sorella minore di Giovanni Tinco, residente a Palagianello in provincia di Taranto. Intervista a cura di Giulia Pansini, alunna della classe V sez. G. Liceo Pedagogico I.I.S.S. “D. De Ruggieri” Massafra (TA).  “Dove sono Trento e Trieste?” si chiedeva il giovane “cafone” Giovanni Tinco, classe 1888, mentre con la morte nel cuore lasciava l’amata terra pugliese e i suoi cari. Si trovano forse all’estero? Oppure in Italia? In un’altra Italia, forse, sicuramente lontana dai luoghi in cui aveva vissuto sino ad allora. A Palagianello c’era poco da mangiare: ceci, fave e qualche volta un tozzo di pane nero. Le donne vivevano rinchiuse all’interno delle mura domestiche, per occuparsi esclusivamente dei figli, mentre gli uomini erano dediti al duro lavoro dei campi. Quando nel 1915 l’Italia entrò nella Grande Guerra, i maschi adulti e gli “uomini-bambini”, che potevano servire la patria sin dall’età di tredici anni, partirono al fronte. Scarse e frammentarie le notizie che giungevano a casa dopo molti mesi o anni di angosciante attesa. Oggi, a distanza di un secolo, queste poche notizie riaffiorano nella memoria storica di scarni resoconti di cronaca locale o nei ricordi affievoliti di qualche sorella, fratello e nipoti, ormai anziani. Sono ricordi dolorosi di morte, privazioni, mutilazioni e malattie rimasti indelebili nella loro memoria. I giovani che partirono per i fronti di guerra erano in prevalenza braccianti agricoli in buona parte analfabeti che si esprimevano solo in dialetto. Nelle caserme incontrarono giovani coetanei dell’Italia del centro e del nord con i quali, a malapena, si intendevano. La disciplina era ferrea e, dopo qualche mese di addestramento nelle caserme del napoletano, furono inviati nelle zone di combattimento sul confine nord-orientale di un’Italia di cui si ignorava l’esistenza. All’inizio del conflitto, le città pugliesi che si consideravano lontane dalla guerra, subirono al contrario i primi bombardamenti. Taranto, Brindisi, Bari e Varano dove erano stati allestiti i primi aerodromi, furono bombardate. Tali azioni di guerra ebbero un effetto devastante sulle popolazioni locali che considerarono il pericolo vicino e presente in ogni momento. A Taranto, inoltre, nella notte tra il 2 e il 3 agosto 1916, la poppa della corazzata Leonardo da Vinci fu sconquassata da una successione di spaventose esplosioni e, infine, lacerata da un impressionante scoppio avvertito perfino a Palagiano, comune della provincia Jonica distante una ventina di Km circa. Quando dai campi di guerra rientravano in licenza breve o in congedo i primi feriti, informavano la gente del paese sulla condizione dei soldati al fronte e sulle sorti del conflitto, riferendo di persona ciò che la maggioranza di essi, analfabeta, non era in grado di scrivere ai propri cari per mezzo delle lettere che venivano scritte al fronte dai graduati e lette da qualche maestro compaesano dei familiari dei soldati. 

Dove sono Trento e Trieste?

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 16

Antonia Tinco è un’anziana donna di 97 anni residente oggi a Palagianello in provincia di Taranto. Giovanni era suo fratello maggiore e partecipò alla Prima Guerra Mondiale al servizio del regio esercito di sua maestà Vittorio Emanuele III di Savoia. La signora Tinco ci ha riferito con grande commozione, resa ancor più profonda dalle difficoltà nel parlare, che suo fratello maggiore Giovanni fu mandato a combattere sul Carso da cui non fece più ritorno. Da una lettera andata perduta, raccontava ai suoi familiari i fatti tragici del conflitto: la ferrea disciplina militare imposta dal generale Cadorna, la vita nelle trincee, il rumore assordante delle mitragliatrici, lo schianto fatale contro il filo spinato, la sporcizia, i topi, la fame, il freddo, la febbre alta causata dalla spagnola, il delirio dei vivi e lo sguardo muto dei morti. Testimonianze a noi già note attraverso la memoria dei libri ufficiali di storia si mescolano, nel ricordo di questa anziana donna, ad inaspettate quanto straordinarie storie di vita militare. Di notte, all’insaputa dei graduati, molto spesso i soldati trascorrevano le veglie incontrandosi furtivamente con gli stessi nemici austro-tedeschi, per parlare (ma in quale lingua?) oppure per giocare a carte o scambiare qualcosa da mangiare ricevuta con i pacchi di viveri inviati dai familiari. Curiosa, e al tempo stesso incredibile, questa scena di umana amicizia fra soldati nemici che giocano a carte! Al termine della Prima Guerra Mondiale, molti combattenti ebbero il riconoscimento ufficiale di “Cavalieri di Vittorio Veneto” dalla Repubblica e non dalla Monarchia. A noi piace guardare, appesa alle pareti del salotto di nonna Antonia, quella foto mai scattata di un soldato dell’Italia del sud che gioca a carte con il suo nemico, nel buio della notte, per non mostrare alla storia il volto della pace nascosto nella guerra.  Giulia Pansini Il corsivo è tratto da due libri di uno storico di PalagianoMichele Orsini, Memoria storica del nostro ‘900, Stampasud Mottola, 2004Michele Orsini, Tasselli di storia palagianese, Tiemme Manduria, 1991  

Dove sono Trento e Trieste?

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 17

La nostra ricerca è stata costruita intorno al personaggio realmente esistito di Giovanni Tinco. Poche, frammentarie ed incerte sono le notizie che siamo riusciti a raccogliere, attingendo a due tipi di fonte storica: 1. Fonte diretta: la testimonianza orale della sorella novantasettenne ancora vivente, signora Antonia Tinco.2. Fonte indiretta: la consultazione dell’Archivio storico e dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Palagianello in provincia di

Taranto. Giovanni Tinco o forse Di Tinco (sull’esattezza del cognome non vi è chiarezza, poiché i registri anagrafici del passato riportavano spesso errori nella trascrizione manuale) è nato nel 1895 da una famiglia proveniente da Ginosa, paese in provincia di Taranto. Successivamente, durante la Grande Guerra, la famiglia Tinco si è trasferita a Palagianello, paese distante 31 Km da Ginosa. La permanenza della famiglia Tinco a Palagianello ha fatto sì che Giovanni risulti erroneamente iscritto nel registro delle nascite di questo Comune. Per tale motivo, nella nostra ricerca abbiamo utilizzato la fonte d’Archivio di Palagianello, che registra Giovanni Tinco come nato in questo paese. Dopo alcuni mesi di addestramento nelle caserme del napoletano, partì al fronte con il grado di soldato semplice arruolato nel 29° Reggimento di fanteria del regio esercito italiano. Il Tinco è deceduto all’età di 22 anni o durante la battaglia di Caporetto (24 ottobre 1917) oppure alcune settimane dopo, il 15 novembre 1917, a seguito delle ferite riportate sul campo. Tale data è desumibile da un documento, ritrovato nell’Archivio storico di Palagianello, che riporta i nomi dei soldati concittadini morti durante la Prima Guerra Mondiale. Non è chiaro, tuttavia, se la data del novembre 1917 si riferisca alla morte del milite o alla registrazione ufficiale della stessa, avvenuta successivamente sul Registro di guerra.

 

Il personaggio: GIOVANNI TINCO

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 18

Il personaggio: GIOVANNI TINCO

Archivio storico di Palagianello

Categoria VIII: Leva e truppaSottoserie 1874-1931Classe 4: Combattenti, mutilati, invalidiSott./fasc. 3: Caduti in guerran°13: Diplomi d’onore e Croci di Guerra da concedersi alla memoria dei militari caduti sul campo o periti in seguito a ferite riportate combattendo.

Nell’ultima pagina, all’ultimo rigo figura il nome di Giovanni Tinco

Grado: SoldatoCasato e Nome: Tinco GiovanniPaternità: di VitoComune di nascita: PalagianelloCorpo cui apparteneva quando cadde sul campo o riportò la ferita che causò la morte: 29° Reggimento fanteriaDeposito: NapoliDistretto: NapoliQuali documenti comprovano la morte sul campo, o causata da ferita: Ministero della Guerra 15-11-1917Persona di famiglia cui saranno consegnati: Tinco VitoGrado di parentela col defunto: Padre

 

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 19

Il personaggio: GIOVANNI TINCO

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 20

Il personaggio: GIOVANNI TINCO

A lato l’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto”, conferita a Favale Cosimo, un commilitone di Palagianello,simile a quella che dovrebbe aver ricevuto il soldato Giovanni Tinco e che non è stato possibile reperire. 

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E’ un film del 2005 scritto e diretto da Christian Carion. La trama della pellicola è incentrata sulla Tregua di Natale del 1914 fra soldati di trincea tedeschi, francesi e britannici.Ispirato a fatti veramente accaduti nelle trincee fra Belgio e il Nord della Francia durante la Prima Guerra Mondiale, lo scopo di questo film è il dimostrare l'assurdità della guerra. È stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2005 e nel 2006 è stato candidato sia al Premio Oscar che al Golden Globe come miglior film straniero.  

Per accedere al sito ufficiale del filmhttp://www.joyeuxnoel-lefilm.com/

Per accedere alla scheda del film http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35727

Joyeux Noël Una verità dimenticata dalla

storia

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 22

La Tregua di Natale

Il documento più interessante, a firma di Matteo Liberti, è rintracciabile all’indirizzohttp://www.anticorpi.info/2010/12/la-tregua-di-natale.html

Qui riportiamo invece quanto si legge nella sezione dedicata alla Storia, all’interno del sito ufficiale del film Joyeux Noël, nella quale si accenna alla possibilità che tali “fraternizzazioni” si verificassero più spesso di quanto si possa credere.

“Nel 1914, dopo mesi di marce e contro marce, i soldati si trovarono brutalmente immobilizzati nelle trincee. A quel punto il nemico diventò reale, ebbe un volto e talora anche un nome: basta rendersi conto di quanto fossero vicine fra loro le trincee, ad appena 6 metri di distanza l’una dall’altra, a volte anche 4. Il nemico era come te o come me; non appena capitasse l’occasione, lui cantava, beveva e rideva. In quei casi, cioccolato e sigarette venivano lanciate da una trincea all’altra. Sì, queste fraternizzazioni, a Natale del 1914 o a Pasqua del 1915, furono inizialmente semplici agitazioni. Un modo di esultare tra un combattimento e l’altro. Un grido soffocato di pace? Forse. Gli anni passano.. i cuori e i corpi si induriscono.. e quando queste fraternizzazioni si moltiplicano, soprattutto in Russia, dopo la caduta dello zar nel Febbraio 1917, questa volta non è più un grido di pace ma una vera e propria rivoluzione”

Marc Ferro

E’ possibile leggere alcune testimonianze nella sezione omonimahttp://www.joyeuxnoel-lefilm.com/

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 23

Aaron ShepardThe Christmas Truce

Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! Le prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe le parti si sono trincerate, in attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare. Ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo ogni momento che un obice d'artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per paura del cecchino. E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle.E con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede e più. S'appiccica e sporca tutto, e ci risucchia gli scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le mani quando ha cercato di liberarsi... Con tutto questo, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi. Tra noi c'è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci. Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri compagni. Ma altre volte scherziamo su di loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno gli stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha indurito il fango.Durante la giornata ci sono stati scambi di fucileria.Ma quando la sera è scesa sulla vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale da mesi! Speravamo che promettesse una festa tranquilla, ma non ci contavamo.

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 24

Aaron ShepardThe Christmas Truce

Di colpo un camerata mi scuote e mi grida: “Vieni a vedere! Vieni a vedere cosa fanno i tedeschi!”Ho preso il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia. Non ho mai creduto di poter vedere una cosa più strana e più commovente. Grappoli di piccole luci brillavano lungo tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita d'occhio.” Che cos'è?” ho chiesto al compagno, e John ha risposto: “alberi di Natale!”Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di Natale di fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini.E poi abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una canzone: ' stille nacht, heilige nacht…'. Il canto in Inghilterra non lo conosciamo, ma John lo conosce e l'ha tradotto: 'notte silente, notte santa'.Non ho mai sentito un canto più bello e più significativo in quella notte chiara e silenziosa. Quando il canto è finito, gli uomini nella nostra trincea hanno applaudito. Sì, soldati inglesi che applaudivano i tedeschi! Poi uno di noi ha cominciato a cantare, e ci siamo tutti uniti a lui: 'the first nowell the angel did say…'. Per la verità non eravamo bravi a cantare come i tedeschi, con le loro belle armonie. Ma hanno risposto con applausi entusiasti, e poi ne hanno attaccato un'altra: 'o tannenbaum, o tannenbaum…'. A cui noi abbiamo risposto: 'o come all ye faithful…'. E questa volta si sono uniti al nostro coro, cantando la stessa canzone, ma in latino: 'adeste fideles…’.Inglesi e tedeschi che s'intonano in coro attraverso la terra di nessuno! Non potevo pensare niente di più stupefacente, ma quello che è avvenuto dopo lo è stato di più. “Inglesi, uscite fuori!”, li abbiamo sentiti gridare, “voi non spara, noi non spara!”.Nella trincea ci siamo guardati non sapendo che fare. Poi uno ha gridato per scherzo: “venite fuori voi!”. Con nostro stupore, abbiamo visto due figure levarsi dalla trincea di fronte, scavalcare il filo spinato e avanzare allo scoperto. Uno di loro ha detto: “Manda ufficiale per parlamentare”. Ho visto uno dei nostri con il fucile puntato, e senza dubbio anche altri l'hanno fatto - ma il capitano ha gridato “non sparate!”. Poi s'è arrampicato fuori dalla trincea ed è andato incontro ai tedeschi a mezza strada. Li abbiamo sentiti parlare e pochi minuti dopo il capitano è tornato, con un sigaro tedesco in bocca!

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 25

Aaron ShepardThe Christmas Truce

Nel frattempo gruppi di due o tre uomini uscivano dalle trincee e venivano verso di noi.Alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti eravamo nella terra di nessuno, stringendo le mani a uomini che avevamo cercato di ammazzate poche ore prima. Abbiamo acceso un gran falò, e noi tutti attorno, inglesi in kaki e tedeschi in grigio. Devo dire che i tedeschi erano vestiti meglio, con le divise pulite per la festa. Solo un paio di noi parlano il tedesco, ma molti tedeschi sapevano l'inglese. Ad uno di loro ho chiesto come mai. “Molti di noi hanno lavorato in Inghilterra”, ha risposto. “Prima di questo sono stato cameriere all'Hotel Cecil. Forse ho servito alla tua tavola!”“Forse!”, ho risposto ridendo. Mi ha raccontato che aveva la ragazza a Londra e che la guerra ha interrotto il loro progetto di matrimonio. E io gli ho detto: “non ti preoccupare, prima di Pasqua vi avremo battuti e tu puoi tornare a sposarla”. Si è messo a ridere, poi mi ha chiesto se potevo mandare una cartolina alla ragazza, ed io ho promesso. Un altro tedesco è stato portabagagli alla Victoria Station.Mi ha fatto vedere le foto della sua famiglia che sta a Monaco. Anche quelli che non riuscivano a parlare si scambiavano doni, i loro sigari con le nostre sigarette, noi il tè e loro il caffè, noi la carne in scatola e loro le salsicce. Ci siamo scambiati mostrine e bottoni, e uno dei nostri se n'è uscito con il tremendo elmetto col chiodo! Anch'io ho cambiato un coltello pieghevole con un cinturame di cuoio, un bel ricordo che ti mostrerò quando torno a casa. Ci hanno dato per certo che la Francia è alle corde e la Russia quasi disfatta.Noi gli abbiamo ribattuto che non era vero, e loro. “Va bene, voi credete ai vostri giornali e noi ai nostri”.

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IISS De Ruggieri per Aticolo9 26

Aaron ShepardThe Christmas Truce

E' chiaro che gli raccontano delle balle, ma dopo averli incontrati anch'io mi chiedo fino a che punto i nostri giornali dicano la verità. Questi non sono i 'barbari selvaggi' di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con case e famiglie, paure e speranze e, sì, amor di patria. Insomma sono uomini come noi. Come hanno potuto indurci a credere altrimenti? Siccome si faceva tardi abbiamo cantato insieme qualche altra canzone attorno al falò, e abbiamo finito per intonare insieme - non ti dico una bugia - 'Auld Lang Syne'. Poi ci siamo separati con la promessa di rincontraci l'indomani, e magari organizzare una partita di calcio.E insomma, sorella mia, c'è mai stata una vigilia di Natale come questa nella storia? Per i combattimenti qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Questi soldati sono simpatici, ma eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. A parte che siamo qui per fermare il loro esercito e rimandarlo a casa, e non verremo meno a questo compito.Eppure non si può fare a meno di immaginare cosa accadrebbe se lo spirito che si è rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo. Ovviamente, conflitti devono sempre sorgere. Ma che succederebbe se i nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre?Il tuo caro fratello Tom.

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Page 27: *US13166  edizione straordinaria: lettere dal fronte

IISS De Ruggieri per Aticolo9 27

Lettera ad AntoniaCara Antonia, sorella miaMò è notte qua in trincea ed è l’unico momento che posso prendere un po’ di riggetto e scriverti tutti i pensieri che c’ho in testa.Qua dobbiamo faticare perché siamo sempre nel pericolo e nella muscitìa, come quando viene a piovere e raccogliamo l’acqua nelle tielle e nei cammellini che mangiamo, per non dormire nel fango. Poi teniamo fame, a mezzatì ci danno un po’ di ceci o fagioli fatti al fuoco.Tonino, il figlio di cumbà Fernando, gli venne in testa l’altro giorno di zapparsi un dito o tutto il piede per tornare a Palagianello ma noi l’abbiamo riuscito a fermare grazie a Dio.Stiamo tutto il giorno con la divisa a tinta verde a sparare ai tedeschi e ti devi sempre difendere sennò qualche cecchino ti frega.‘Nzomma sono pochi i momenti che ho per pensare alla famiglia che devo avere con Concetta, che mi ha scritto che abbiamo fatto danno, ma comunque mi mancate tutti assai.Penzo sempre che invece di rischiare le carni ogni giorno qua, potevo stare a Palagianello a sbariare con gli amici miei; anche se ti devo raccontare una cosa segreta Antoniè: una notte quando i generali si erano andati a coricare, noi stavamo intorno al tavolo a giocare alle carte e Nino, un amico di Napoli, gridò “Scopa!” e ad un certo punto alla trincea di rimpetto a noi, quella dei tedeschi, uscì uno di loro, ‘n trimdì nu picc e venne da noi.Noi mischiammo le carte e vevvì com jè, ci mettemmo a giocare a scopa. Lui vinceva e l’amico mio Mario di Udine, che teneva i genitori tedeschi, gli diceva qualche chiacchiera o qualcosa che gli volevamo domandare noi. Rimanemmo poi d’accordo che ogni notte al fischio di Mario, Friedric e nu picc d’amisc su’ venivano. Così abbiamo fatto per mesi e io mi ero imparato pure qualche parola tedesca. Ma pochi notti fa un infamone che sta nella nostra trincea si svegliò e iniziò a fare la minaccia: gli dovevamo dare tutte le sigarette nostre che tenevamo da parte sennò gli diceva tutto al generale e sia noi che i tedeschi svuotammo le tasche. Fatto sta che la dì dopo se la cantò lo stesso e mò ci hanno ordinato di essere ancora più maligni e violenti contro i tedeschi ma a me mi dispiace.Quant vuless Antoniè anzicchè buttare spari, buttargli fischi per vederli ritornare sul tavolino e giocare a carte con loro, che mi facevano pure ridere.Stammi bene Antoniè e salutami a Concetta mia.Tuo fratello Giovanni

Helena Ancona

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