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Documento di scoping
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
STRATEGICA DEL PIANO
PROVINCIALE DI GESTIONE DEI
RIFIUTI
DOCUMENTO DI SCOPING
Novembre 2008
ATI PROF. ING. G. M. BARUCHELLO - INGEGNERIA S.R.L. - 1
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INDICE
1 PREMESSA 4
1.1 Il Piano Provinciale di Gestione (PPGR) e la Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) 4
1.2 Cos’è il Documento di Scoping 5
1.3 Composizione del documento di Scoping 6
2 CAPITOLO I: IL PIANO PROVINCIALE GESTIONE RIFIUTI (PPGR)
7
2.1 Il D.lgs. 156/06 s.m.i. e il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti 7
2.2 I contenuti della Proposta di Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti 8
2.3 Gli obiettivi del Piano provinciale Rifiuti 9
3 CAPITOLO II: LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
18
3.1 Introduzione 18
3.2 I contenuti sintetici della direttiva 2001/42/CE 18
3.3 Normativa Nazionale 20
3.4 Fasi principali del Processo di VAS 21
4 CAPITOLO III: IL PROCESSO METODOLOGICO DI ELABORAZIONE
DEL PPGR 24
4.1 Introduzione 24
4.2 La Partecipazione e la fase di Consultazione 30
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5 CAPITOLO IV: LE FONTI INFORMATIVE 31
6 CAPITOLO V: IL RAPPORTO AMBIENTALE 34
6.1 Portata delle informazioni oggetto della consultazione 34
6.2 Analisi del Contesto Ambientale 35
6.3 Analisi di Coerenza Interna ed Esterna 36
6.4 Proposta di indice del Rapporto Ambientale 40
7 CAPITOLO VI : IL CONTRIBUTO ATTESO – COSA SI ASPETTA IL PPGR
DALLA VAS 45
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1 PREMESSA
1.1 Il Piano Provinciale di Gestione (PPGR) e la Valutazione Ambientale
Strategica (VAS)
La normativa europea, attraverso la Direttiva 2001/42/CE3 del 27 giugno 2001 e la
normativa italiana di cui al D.Lgs. 152/06, come modificato dal D.Lgs 16 gennaio
2008, n. 4, stabiliscono la necessità di effettuare un processo di Valutazione
Ambientale Strategica (di seguito VAS) per i piani che possono avere effetti
significativi sull’ambiente.
Tale necessità risulta già segnalata dalla normativa regionale di riferimento (L.R.
11/2001 s.m.i. ) che agli artt.22 e 23 indica che..” I disegni di legge e le proposte di
legge nonché i progetti di regolamento aventi a oggetto materie di rilievo ambientale e
comunque riguardanti il territorio, la flora, la fauna e altri beni ambientali o l'utilizzo
di risorse naturali devono essere accompagnanti da uno specifico studio in ordine ai
possibili effetti dell'applicazione di tali atti normativi sull'ambiente…… I piani e i
programmi di intervento perseguono l'obiettivo di realizzare uno sviluppo ambientale
sostenibile e la tutela e il miglioramento della salute e degli equilibri ecologici. A tal
fine i piani e i programmi di intervento regionali e provinciali nonché i relativi stralci e
varianti contengono come loro parte integrante una relazione sugli impatti ambientali
conseguenti alla propria attuazione.”
L’art. 6 della Parte Seconda del D.lgs. 152/06 e s.m.i. riporta esplicitamente,
nell’elenco dei piani soggetti a procedura di VAS, anche i piani e/o i programmi
riferiti alla gestione dei rifiuti.
Dalla necessità della procedura di VAS nell’ambito del Piano Provinciale di Gestione
dei Rifiuti (di seguito PPGR), discende la metodologia di elaborazione del Piano stesso,
composto da una serie di fasi strettamente correlate a momenti di valutazione e
condivisione del processo.
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La fase attuale, di cui questo documento riporta i contenuti, costituisce un primo
momento di definizione del quadro di riferimento per il Piano e la relativa VAS ,
con la finalità del coinvolgimento preliminare delle autorità aventi competenze
ambientali.
1.2 Cos’è il Documento di Scoping
Il documento di Scoping illustra le elaborazioni e i contenuti sviluppati nel processo
omonimo, che viene identificato come fase di Scoping. La fase di Scoping costituisce
un momento preliminare all’effettiva attuazione del processo di valutazione degli
impatti ambientali potenzialmente generati dal piano considerato.
Nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica, la fase di scoping si
colloca immediatamente a valle del processo di screening, in cui si valuta se, sulla base
di un esame delle caratteristiche e dell’ambito di interesse del piano in oggetto, ricorra
la necessità di effettuare una accurata valutazione degli effetti ambientali generati dal
piano stesso.
Queste due fasi, soprattutto per i piani per cui la necessità di VAS non sia in
discussione, come nel caso del Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, presentano
contenuti affini, tali per cui è possibile accorparli in un unico momento procedurale.
Nel documento di scoping si individua un primo quadro metodologico-procedurale
dell’iter di elaborazione del PPGR, contestualmente al processo di VAS.
Vengono inoltre formulate le proposte per l’ambito di influenza e la portata delle
informazioni che compariranno nel Piano. Queste ipotesi di lavoro vengono esplicitate
al fine di consentire da subito la partecipazione attiva da parte del pubblico e dei
soggetti competenti in materia ambientale.
Attraverso il Documento di Scoping si condividono, infatti, con le Autorità con
competenze in materia ambientale, i dati e le informazioni da trattare nel
Rapporto Ambientale; la direttiva comunitaria nonché quella nazionale
stabiliscono che siano consultate, al momento della decisione sulla portata delle
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informazioni da includere nel Rapporto Ambientale e sul loro livello di dettaglio, le
Autorità che “per le loro specifiche competenze ambientali possono esser interessata
agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione dei piani e dei programmi “.
Il contributo atteso è rappresentato dalle osservazioni, dai suggerimenti o dalle
proposte di integrazione alla fase preliminare di elaborazione, con particolare
riguardo ai dati ed agli indicatori utilizzati per descrivere lo stato del sistema
ambiente, dei piani e programmi considerati nella procedura di analisi di coerenza,
degli orientamenti e degli obiettivi generali indicati, delle metodologie di
valutazione proposte.
1.3 Composizione del Documento di Scoping
Il presente documento è strutturato nei seguenti capitoli:
- Capitolo I :definisce sinteticamente oggetto, contenuti ed effetti del Piano Provinciale
di Gestione dei Rifiuti, con riferimento alla normativa di settore;
- Capitolo II: introduce gli elementi fondamentali della procedura di Valutazione
Ambientale Strategica, contestualizzandola nei riferimenti normativi di carattere
comunitario, nazionale e regionale;
- Capitolo III: descrive la procedura metodologica mediante la quale verrà elaborato il
PPGR, correlandola ai relativi passaggi previsti dalla VAS e specificandone i momenti
di condivisione e partecipazione;
- Capitolo IV: illustra le fonti informative alla base del processo di analisi e valutazione
del PPGR e della VAS;
- Capitolo V: riporta la proposta di analisi del quadro ambientale di riferimento, che
sarà oggetto di approfondimento nel Rapporto Ambientale, per il quale si fornisce un
indice da valutare in sede di consultazione;
- Capitolo VI: indica quali sono nello specifico le informazioni ed i dati che ci si aspetta
vengano integrati e/o commentati e/o valutati dalle Autorità con competenze ambientali,
chiamate a partecipare al processo di VAS
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2 CAPITOLO I: IL PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI
(PPGR)
2.1 Il D.lgs. 156/06 e il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti
Il D.lgs. 152/06 e s.m.i. all’art. 197 indica che “ in attuazione dell'articolo 19 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, alle Province competono in linea generale le
funzioni amministrative concernenti la programmazione ed organizzazione del recupero
e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale ed in particolare:
a) il controllo e la verifica degli interventi di bonifica ed il monitoraggio ad essi
conseguenti;
b) il controllo periodico su tutte le attività di gestione, di intermediazione e di
commercio dei rifiuti, ivi compreso l'accertamento delle violazioni delle disposizioni di
cui alla parte quarta del presente decreto;
c) la verifica ed il controllo dei requisiti previsti per l'applicazione delle procedure
semplificate, con le modalità di cui agli articoli 214, 215, e 216;
d) l'individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento
di cui all'articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove già
adottato, e delle previsioni di cui all'articolo 199, comma 3, lettere d) e h), nonché
sentiti l’ Autorità d'Ambito ed i Comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli
impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di
impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti “.
Secondo la normativa nazionale, quindi, competono alla Provincia funzioni di
programmazione ed organizzazione tipici di un Ente di area vasta che nella Regione
Puglia dovrebbero trovare esplicazione, alla stregua di quanto avviene in altre Regioni,
in una Legge regionale che traduca in maniera organica quanto previsto dalla normativa
statale.
In proposito si auspica l’intervento legislativo regionale al fine di determinare un quadro
condiviso dei compiti spettanti alle Province in tema di programmazione ed
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organizzazione tale da rendere chiaro ed organico il recente trasferimento, attuato con
L.R. n. 17/ 2007, di compiti e funzioni amministrative in materia ambientale.
Ne consegue che con il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, la Provincia oltre
che tradurre in atti il dettato normativo statale, intende offrire all’autorità
regionale il proprio apporto, in ossequio all’art. 196 del D.lgs. 156/2006 s.m.i., al
fine della predisposizione, adozione ed aggiornamento del Piano Regionali di
Gestione dei Rifiuti.
2.2 I contenuti della Proposta di Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti
I contenuti della Proposta di PPGR sono stati sviluppati nel rispetto delle
indicazioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti n°187/05 e del Piano di
gestione dei rifiuti speciali n° 246 del 28.12.2006, nonché tenuto conto delle linee di
indirizzo politico-amministrative di cui alla Deliberazione di Giunta Provinciale n.
96 del 24.07.2007.
Nella Proposta di Piano sono esplicitati gli obiettivi e le azioni che la Provincia
intende attuare nel periodo 2008-2015, al fine di realizzare gli obiettivi indicati
dalle normative di riferimento.
In seguito alla formulazione degli scenari previsionali sull’andamento futuro della
produzione dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata, sono state inoltre verificate le
capacità impiantistiche delle diverse tipologie di impianti di trattamento e smaltimento
dei rifiuti urbani attivi e/o conseguentemente da attivare in Provincia, sulla base dei
contenuti del Piano regionale, quali:
Impianti di compostaggio
Impianti di selezione e biostabilizzazione
Impianti di valorizzazione della frazione secca da RD
Impianti di produzione di CDR
Impianti di discarica
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Infine, mediante l’utilizzo di una esaustiva cartografia relativa ai criteri penalizzanti ed
escludenti, sono individuate le aree non idonee alla localizzazione degli impianti per
i rifiuti urbani e sono state altresì indicate le aree idonee alla realizzazione dei
nuovi impianti da realizzare, quali risultati dal fabbisogno impiantistico a regime
per l’intera provincia.
Per gli impianti di smaltimento e/o recupero dei rifiuti speciali sono unicamente
riportati i criteri localizzativi già individuati nel Piano regionale di cui al Decreto
Commissariale n°246 del 28.12.2006.
Il Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR), definito al termine della
procedura di VAS, sarà articolato essenzialmente in un:
1. Programma provinciale per la gestione dei Rifiuti Urbani;
2. Programma provinciale dei Rifiuti Speciali
e comprenderà i seguenti documenti:
Documento preliminare (DP)
Relazione di Piano (RP)
Valutazione Ambientale Strategica e Studio di Valutazione d’Incidenza (VAS e
VI);
In allegato saranno inoltre inserite le Linee Guida per l’organizzazione della raccolta
differenziata in Provincia (LGRD) e la Normativa di Piano (NP)
2.3 Gli obiettivi del Piano Provinciale Rifiuti
La formulazione degli obiettivi del Piano provinciale di gestione dei rifiuti (PPGR) è
una delle attività di pianificazione più rilevanti dal punto di vista politico – istituzionale
che richiede un’ampia condivisione con gli Enti coinvolti. La rilevanza di questa fase
consiste nel fatto che gli obiettivi selezionati determinano l’approccio strategico,
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condizionano l‘intero impianto del piano ed orientano le politiche che la Provincia
intende perseguire.
A tal fine si rende necessario assicurare la massima visibilità al percorso decisionale, nel
rispetto dei principi di trasparenza, apertura e partecipazione.
L’individuazione degli obiettivi deve tener conto dei seguenti elementi:
- degli obiettivi definiti dalla normativa nazionale (in particolare: D.Lgs 152/06,
normativa di settore) e dalla pianificazione e normativa regionale;
- delle indicazioni della valutazione ambientale strategica;
- dello stato di fatto della gestione dei rifiuti urbani e speciali.
Di seguito sono esplicitati gli obiettivi contenuti nella normativa nazionale, di
riferimento ( D.Lgs. 152/06 s.m.i.) nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti
Urbani e Speciali e, da ultimo, quelli individuati dalla Provincia di Bari nella
Proposta di PPGR.
1. Obiettivi indicati dal D.Lgs. 152/06 s.m.i.:
a) assicurare un’efficace protezione della salute e dell’ambiente;
b) prevenire e ridurre la produzione e della pericolosità dei rifiuti mediante:
sviluppo di tecnologie pulite, che permettano un uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali;
messa a punto tecnica e l'immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro smaltimento, ad incrementare la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento;
sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero
la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sensibilizzazione dei consumatori, l'uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita del prodotto medesimo;
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la previsione di clausole di gare d'appalto che valorizzino le capacità e le competenze tecniche in materia di prevenzione della produzione di rifiuti;
la promozione di accordi e contratti di programma o protocolli d'intesa anche sperimentali finalizzati, con effetti migliorativi, alla prevenzione ed alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti;
l'attuazione del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, e degli altri decreti di recepimento della direttiva 96/61/CE in materia di prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento.
c) Ridurre lo smaltimento finale dei rifiuti attraverso:
il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio; le altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dai rifiuti;
l'adozione di misure economiche e la previsione di condizioni di appalto che prescrivano l'impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato di tali materiali;
l'utilizzazione dei rifiuti come mezzo per produrre energia.
d) effettuare lo smaltimento dei rifiuti ( quale fase residuale della gestione dei rifiuti)
in condizioni di sicurezza mediante:
l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali;
lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti;
l’utilizzo di metodi e tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica
lo sviluppo di tecnologie pulite, che permettano un uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali;
la messa a punto tecnica e l'immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro smaltimento, ad incrementare la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento;
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lo sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero
e) il raggiungimento dei seguenti obiettivi di intercettazione in ogni ambito territoriale
ottimale :
- almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;
- almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;
- almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.
2. Obiettivi indicati nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti di cui al D.C.
187/05 e 246/06:
riconoscimento della centralità dell’ATO, come modulo organizzativo per la gestione coordinata delle funzioni di spettanza comunale in materia di RSU, e come soggetto gestore, preferibilmente su base provinciale, che potrà articolarsi - nel rispetto dei principi dianzi affermati - in sottobacini;
articolazione della tariffa sulla base dell’effettiva produzione dei rifiuti, tenendo conto degli oneri dell’intero servizio e delle diverse condizioni economiche degli utenti;
premialità del sistema tariffario per tutti i casi di riduzione e/o di riciclaggio del rifiuto o recupero di materia dai rifiuti, nonché degli obiettivi di RD;
assicurazione di un alto livello di qualità del servizio; coinvolgimento dei consumatori; coinvolgimento del mondo imprenditoriale, anche mediante la sviluppo di atti
negoziali con le categorie interessate per la definizione di accordi quadro e modalità di validazione di processi di qualità;
gestione e trattamento dei rifiuti secondo le migliori prassi; protezione della salute e promozione del benessere dei cittadini; aumento della raccolta differenziata finalizzata al recupero di materia; valorizzazione della sostanza organica recuperata; riduzione del conferimento in discarica; messa in sicurezza degli impianti, consentendo, fra l’altro, solo modalità di
esercizio e di gestione che minimizzino gli effetti negativi per l’ambiente e impiegare tecnologie e metodologie all’avanguardia per i nuovi impianti o per la gestione dei rifiuti, in tutte le sue fasi;
sostegno alla ricerca di nuove forme di gestione e tecnologie mirate alla riduzione della produzione dei rifiuti, della loro pericolosità o del loro riciclo, riutilizzo o recupero di materia;
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previsione di campagne di informazione mirate a favorire lo scambio diretto di beni tra i consumatori e la definizione di appositi accordi e contratti di programma con i settori economici, per favorire la prevenzione;
promozione di accordi e contratti di programma, l’introduzione di incentivi e disincentivi, per promuovere la nascita e il consolidamento sul territorio regionale di attività economiche, che favoriscano e assicurino il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani;
promozione della cooperazione con le attività commerciali e imprenditoriali locali per incentivare ed implementare buone prassi aziendali o gestioni innovative finalizzate alla riduzione, riciclo, riutilizzo e recupero dei rifiuti;
raggiungimento al 2010 di una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno al 55% del rifiuto urbano prodotto;
realizzazione di un sistema impiantistico, che consenta di ottenere il recupero di materia dalla raccolta differenziata; per frazione umida è auspicata la trasformazione totale o parziale delle attività svolte negli impianti di biostabilizzazione in attività di compostaggio, laddove le caratteristiche impiantistiche ne garantiscano la piena fattibilità;
determinazione, tenendo conto del fabbisogno regionale, del fabbisogno impiantistico e la capacità operativa necessaria per la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati, al netto della quota percentuale di raccolta differenziata e dei sovvalli prodotti dalle relative operazioni di cernita, sulla base dell’offerta impiantistica del sistema produttivo;
determinazione, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria, di rigide prescrizioni e condizioni per limitare lo smaltimento in regione di rifiuti speciali originati dal trattamento di rifiuti urbani prodotti in altre regioni, al fine di pervenire alla “regionalizzazione” dello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi e di impedire trasferimenti di rifiuti urbani non pericolosi non conformi al PIANO;
individuazione di misure appropriate di gestione dei rifiuti speciali, che consentano lo smaltimento nelle discariche regionali prioritariamente ai rifiuti prodotti in regione, al fine di conseguire l’autosufficienza e favorire la chiusura dei cicli produttivi attivi sul medesimo territorio regionale, nel rispetto dei principi della vicinanza e della limitazione della movimentazione dei rifiuti in relazione all’esigenza di impianti specializzati per rifiuti di tipo particolare;
indicazione, in modo esplicito, dei parametri ai quali le pubbliche amministrazioni competenti si devono attenere nell’esercizio del proprio potere discrezionale in sede di procedimento di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di impianti di gestione dei rifiuti, al fine di garantire che le relative attività siano svolte in modo da non creare rischi per la salute e l’ambiente, ai sensi dell’art. 2 comma 2 del D.L. n.22 del 1997 secondo i requisiti fissati dal PIANO ed inoltre che le operazioni di smaltimento siano conformate ai principi ed agli obiettivi del PIANO;
programmazione di una rete adeguata di impianti di smaltimento al fine di limitare la circolazione dei rifiuti e favorire lo smaltimento degli stessi in impianti prossimi al luogo di produzione del rifiuto, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di
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rifiuti nonché al fine di conseguire l’autosufficienza dello smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi sul territorio regionale e a livello di singolo ATO;
ricorso, il più possibile, a modalità e sistemi di trasporto di minor impatto ambientale, di maggior sicurezza e affidabilità sulla certezza del conferimento del carico per evitare lo smaltimento incontrollato nel territorio;
individuazione dei criteri per la determinazione del tributo di conferimento dei rifiuti in discarica, che incentivino il recupero. A tal fine la riduzione del tributo per il conferimento in discarica previsto per i rifiuti risultanti da operazioni di selezione sarà applicato solo ove sia comprovato da parte del beneficiario che tutti i rifiuti selezionati, al netto dei sovvalli, siano stati effettivamente recuperati;
divieto di utilizzare il materiale proveniente dalla raccolta differenziata per la produzione del CDR, ad eccezione dei sovvalli non riutilizzabili rivenienti dalla loro selezione secondaria;
perseguimento dell’integrazione con le politiche per lo sviluppo sostenibile e per combattere il fenomeno dei cambiamenti climatici, mediante l’impegno a raggiungere un livello sostenibile di emissioni di gas serra.
3. Obiettivi di cui alla Proposta di PPGR
Gli obiettivi che la Provincia di Bari intende perseguire, in attuazione dei Piani
Regionali ed in conformità ai contenuti della normativa nazionale di riferimento, sono
contenuti nella Deliberazione di Giunta n. 96 del 24/07/2007, nella quale sono
riportate le linee di indirizzo politico-amministrative che il Piano Provinciale di
Gestione dei Rifiuti, con riferimento ai rifiuti urbani, dovrà seguire .
Gli obiettivi sono pertanto i seguenti:
- limitare la produzione e la pericolosità dei rifiuti
- favorire il reimpiego e il riciclaggio, favorendo l’impiantistica per la produzione
di compost di qualità e del CDR-Q
- minimizzare l’avvio allo smaltimento delle sole frazioni residue in condizioni di
sicurezza per l’ambiente e la salute;
- individuare all’interno degli ATO eventuali bacini di smaltimento e/o aree di
raccolta;
- accertare il fabbisogno, la tipologia e la localizzazione degli impianti da
realizzare nelle ATO puntando all’autosufficienza a livello provinciale;
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- individuare le aree non idonee alla localizzazione di impianti e le zone idonee
alla localizzazione degli impianti relativi ai rifiuti urbani, con indicazioni
plurime per ogni tipo di impianto, preferenzialmente in aree con presenza di
impianti di trattamento e/o smaltimento già esistenti;
- disciplinare l’organizzazione delle attività di raccolta differenziata dei rifiuti
urbani e assimilati nelle ATO e/o nelle aree di raccolta previste dal Piano
Provinciale.
Inoltre nella Proposta di Piano, con riferimento alla evoluzione delle Raccolte
differenziate, è stato stabilito il raggiungimento dell’obiettivo del 65% di RD a
regime cioè al 2015 .
Gli obiettivi relativi alla gestione dei Rifiuti speciali sono ricondotti al rispetto dei
seguenti criteri e/o principi :
a. Criterio di “Prossimità”: Ogni bacino deve gestire, riciclare, recuperare e smaltire
i rifiuti che ha prodotto presso impianti il più possibile vicini al luogo di produzione.
Solo per attività di recupero e riciclaggio si potrà fare eccezione a questo principio,
con il limite della verifica del “saldo” ambientale dell’operazione. Se l’impianto di
recupero è “distante” dal luogo di produzione dei rifiuti l’impatto ambientale ed i
costi del trasporto potrebbero superare i vantaggi ambientali del recupero stesso e
rendere irrazionale ed inefficiente il sistema.
b. Principio di “Autosufficienza gestionale”: La dotazione impiantistica deve tendere
alla completa autosufficienza dei bacini e ciò per riaffermare il principio di
responsabilità nella produzione dei rifiuti “ognuno gestisca i rifiuti che ha prodotto”
ed evitare gli impatti ambientali (inquinamento atmosferico, inquinamento delle
acque, rumore, pressione sulla rete stradale) relativi al trasporto.
c. Principio di “Responsabilità condivisa”: E’ ribadito il principio del “chi inquina
paga” ed in questa ottica i produttori di beni di largo consumo vengono identificati
come i principali responsabili unitamente ai distributori e fornitori di materie prime.
Obiettivo provinciale è la creazione di una rete impiantistica di impianti di
recupero e smaltimento dimensionata sulla stima dei rifiuti speciali prodotti
localmente, con la possibilità aggiuntiva, per i rifiuti speciali recuperabili, di essere
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recuperati presso gli stessi impianti industriali di produzione, una volta verificati i
presupposti di compatibilità ambientale.
Le localizzazioni degli impianti di rifiuti speciali, ad eccezione delle discariche,
saranno preferibili in aree con destinazione urbanistica a zone industriali, a servizi
tecnologici equivalenti
2.4 Gli Obiettivi e gli Indicatori
Nelle tabelle sottostanti sono indicati gli obiettivi per i Rifiuti Urbani che la Provincia
indente raggiungere, a fianco sono indicati i principali indicatori che saranno seguiti nel
sistema di monitoraggio.
Laddove non è indicato l’obiettivo provinciale, si fa riferimento alla normativa
nazionale ovvero alla programmazione regionale.
TABELLA RIEPILOGATIVA DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO (RU)
OBIETTIVI INDICATORI
PREVENZIONE D.Lgs. 152/2006 s.m.i., PRGR, PPGR
Minimizzare quantità
Minimizzare la pericolosità
RU
RUproc;
∆RUproc;
RUP
%RUP proc
RACCOLTA D.Lgs. 152/2006 s.m.i.:
aumento delle quantità di RD:
almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;
almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;
almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012
Obiettivo PRGR:
almeno il 55% al 2010
RD proc
% RD;
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Obiettivo PPGR:
il 65% al 2015
RECUPERO Obiettivo PPGR:
Aumento della qualità del CDR e del compost di qualità
SMALTIMENTO PRGR:
minimizzare le quantità di materiale smaltito:
smaltimento ad una quota non superiore al 35% dei rifiuti urbani.
PPGR:
minimizzare l’avvio allo smaltimento delle sole frazioni residue in condizioni di sicurezza per l’ambiente e la salute
PRGR:
Vincoli nel materiale accettato:
possono essere conferiti in discarica solo rifiuti non valorizzabili in termine di materia e di energia e non trattabili ulteriormente
divieto di utilizzare il materiale proveniente dalla raccolta differenziata per la produzione del CDR, ad eccezione dei sovvalli non riutilizzabili rivenienti dalla loro selezione secondaria;
RUs
∆RUs
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3 CAPITOLO II: LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)
3.1 Introduzione
L’attenzione verso lo sviluppo sostenibile dell’ambiente ha assunto, negli ultimi anni,
un ruolo sempre più importante nel panorama europeo, imponendo un’evoluzione in
questa direzione della normativa comunitaria, nazionale e locale.
L’introduzione di valutazioni ambientali obbligatorie, nei diversi livelli di
pianificazione e programmazione, rappresenta una svolta significativa in tal senso: non
solo sono valutati gli effetti a seguito di interventi antropici, ma vengono studiati i
potenziali effetti anche prima che gli stessi vengano realizzati, a livello pianificatorio e
programmatico, generando una più organica ed ordinata disciplina del governo
dell’ambiente, per la promozione di uno sviluppo sostenibile.
Nei paragrafi seguenti verrà presentata la Valutazione Ambientale Strategica, strumento
concreto per la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nella
pianificazione e programmazione, in particolare nella tematica dei rifiuti, oggetto del
presente documento
3.2 I Contenuti Sintetici della Direttiva 2001/42/CE.
Di seguito si illustrano i contenti della Direttiva 2001/42/CE, per chiarire quali siano gli
elementi a cui dover dare risposta per applicare la VAS al Piano Provinciale Gestione
Rifiuti della Provincia di Bari.
Principale obiettivo della Direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione
dell’ambiente, contribuendo sia all’integrazione delle considerazioni ambientali sia alla
promozione dello sviluppo sostenibile all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani
e programmi. Inoltre, essa definisce gli ambiti d’applicazione a piani e programmi
previsti da disposizioni legislative, regolamentari, amministrative quali quelli:
– elaborati e/o adottati da un’autorità a livello nazionale, regionale o locale;
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
– predisposti da un’autorità per essere approvati mediante una procedura legislativa dal
parlamento o dal governo.
Dagli articoli si evince che è obbligatoria l’applicazione della valutazione ai piani e
programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente e che definiscono il
quadro di riferimento per i progetti sottoposti a VIA (allegati I e II) o a valutazione di
incidenza (direttiva Habitat), elaborati per i settori:
– agricolo
– forestale
– della pesca
– energetico
– industriale
– dei trasporti
– della gestione dei rifiuti e delle acque
– delle telecomunicazioni
– turistico
– della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli.
L’integrazione della VAS nel piano o programma deve essere eseguita durante la
fase di preparazione del piano stesso e prima della sua adozione o dell’avvio della
relativa procedura legislativa. La Direttiva obbliga l’Amministrazione competente
della procedura legislativa di considerare in fase di adozione:
– il Rapporto ambientale
– i pareri espressi dalle autorità consultate e
– i pareri espressi dai vari settori del pubblico.
Il Rapporto Ambientale individua, descrive e valuta gli effetti significativi che il
piano o programma potrebbe generare sull’ambiente, nonché le ragionevoli
alternative costruite alla luce degli obiettivi e dalle caratteristiche peculiari dell’ambito
territoriale oggetto di pianificazione o programmazione.
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
La proposta di Piano o Programma ed il relativo Rapporto ambientale, con
modalità atte a garantire una effettiva opportunità di esprimere il proprio parere nel
processo di consultazione devono essere messi a disposizione:
– delle Autorità che ciascuno Stato membro individua come autorità che devono
essere consultate e che, in ragione delle loro specifiche competenze ambientali, possono
essere interessate agli effetti del piano o del programma;
– dei Settori del pubblico interessati all’iter decisionale e dagli effetti ambientali
generati, includendo in questi settori le organizzazioni non governative e quelle che
promuovono la protezione dell’ambiente.
In merito all’informazione al pubblico ed al monitoraggio, la Direttiva 2001/42/CE
prevede che ciascuno Stato membro assicuri, con modalità definite, l’informazione
presso le autorità consultate e il pubblico circa:
a) il piano o programma adottato;
b) una dichiarazione di sintesi su:
– come è stato integrato nel piano o programma il rapporto ambientale
– come si è tenuto conto dei pareri espressi durante la consultazione
– le ragioni per cui sono state scelte le alternative tra quelle possibili;
c) le misure di monitoraggio degli effetti ambientali al fine di individuare gli effetti
negativi imprevisti e di adottare opportune misure correttive.
3.3 Normativa Nazionale
La normativa italiana ha recepito la Direttiva Europea 2001/42/CE con il D.Lgs. n.152
del 3 aprile 2006 e s.m.i. che illustra le procedure da adottarsi per la valutazione
ambientale strategica.
Già la Legge n. 308 del 15 dicembre 2004 delegava al governo la legiferazione in
materia ambientale, prevedendo l’adozione di misure di diretta applicazione per
promuovere l'utilizzo della VAS nella stesura dei piani e dei programmi statali,
regionali e sovracomunali, in ottemperanza alla direttiva 2001/42/CE in materia di Vas.
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Documento di scoping
Nel Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i. attuazione della suddetta legge
n. 308/04, alla parte Seconda Titolo II si legge che la VAS costituisce parte integrante
del procedimento di adozione dei piani e dei programmi, in quanto preordinata a
garantire che gli effetti, derivanti dall’attuazione dei piani stessi, siano presi in
considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione .
Il Titolo II riporta, dall’art.11 all’art.18 i contenuti e le modalità di attuazione del
processo di VAS, mentre l’Allegato VI definisce i contenuti minimi che devono essere
presenti nel Rapporto Ambientale.
3.4 Fasi principali del Processo di VAS
La valutazione ambientale strategica deve essere effettuata durante la fase
preparatoria del piano, prima della sua approvazione; pertanto essa costituisce un
processo che segue ed accompagna tutta la redazione del piano.
SCHEMA DEL PROCESSO DECISIONALE DI VAS
FASE D.Lgs.152/06 .m.i. Tempistica
I FASE DI SCOPING E PRIME CONSULTAZIONI
30 giorni
II RAPPORTO AMBIENTALE Art. 13
III CONSULTAZIONI Art. 14 60 giorni
IV GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ ED APPROVAZIONE
Art. 15 90 giorni
V INFORMAZIONE SULLA DECISIONE Art. 17
VI MONITORAGGIO Art. 18
La fase I, avviata con questo documento, consiste appunto nella attivazione delle
consultazioni delle Autorità con specifiche competenze ambientali sul Documento
di Scoping, per stabilire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da
includere nel Rapporto Ambientale (RA).
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
Le consultazioni avranno la durata di 30 giorni, salvo quanto diversamente
concordato, a partire dall’invio del documento di scoping alle Autorità individuate.
La fase II consiste nella stesura del Rapporto Ambientale (RA), documento attorno
al quale si struttura tutto il processo valutativo; il RA costituisce parte integrante della
documentazione del piano da adottare. Per la redazione del RA è necessario aver
elaborato una Proposta di Piano, alcune sue Ragionevoli Alternative e una
descrizione e valutazione degli effetti ambientali derivanti dalla loro attuazione
(attuazione del Piano e delle sue alternative).
Durante la fase III, il piano ed il relativo rapporto ambientale, prima
dell’approvazione, sono messi a disposizione sia delle Autorità che esercitano
funzioni amministrative correlate agli effetti sull’ambiente del piano, sia del pubblico.
L’Autorità procedente cura la pubblicazione di un avviso nella Gazzetta ufficiale della
Repubblica italiana o nel Bollettino ufficiale della Regione o Provincia autonoma
interessata. L'avviso deve contenere: il titolo della proposta di piano o di programma, il
proponente, l'autorità procedente, l'indicazione delle sedi ove può essere presa visione
del piano o programma e del rapporto ambientale e delle sedi dove si può consultare la
sintesi non tecnica.
L'Autorità competente e l'Autorità procedente mettono, altresì, a disposizione del
pubblico la proposta di piano o programma ed il rapporto ambientale mediante il
deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web.
Entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione dell'avviso , chiunque può
prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale
e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi
e valutativi.
Fase IV - Una volta scaduti i termini, l’Autorità competente si pronuncia, entro 90
giorni, con un parere motivato, la cui acquisizione costituisce il presupposto per il
proseguo del procedimento di approvazione del piano.
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Documento di scoping
L'Autorità procedente, in collaborazione con l'Autorità competente, provvede, ove
necessario, alla revisione del piano o programma alla luce del parere motivato espresso
prima della presentazione del piano o programma per l'adozione o approvazione.
La Fase V consiste nella informazione circa la decisione finale che è pubblicata nella
Gazzetta ufficiale o nel Bollettino ufficiale della Regione con l'indicazione della sede
ove si possa prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la
documentazione oggetto dell'istruttoria. Sono inoltre rese pubbliche anche attraverso
la pubblicazione sui siti web della Autorità interessate:
a) il parere motivato espresso dall'Autorità competente;
b) una Dichiarazione di Sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni
ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del
rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è
stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che
erano state individuate;
c) le misure adottate in merito al monitoraggio
L’ultima fase (V) riguarda il controllo sugli effetti ambientali significativi derivanti
dall’attuazione del piano, e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di
sostenibilità prefissati. Tale monitoraggio viene effettuato dall’autorità competente
all’approvazione, avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali.
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Documento di scoping
4 CAPITOLO III: IL PROCESSO METODOLOGICO DI ELABORAZIONE
DEL PPGR
4.1 Introduzione
Il processo di elaborazione del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti è stato
organizzato conformemente a quanto previsto dalla normativa comunitaria e nazionale.
Il filo logico che unisce le scelte relative all’organizzazione delle fasi di sviluppo del
Piano e della VAS è costituito dalla volontà di conseguire un percorso connotato dalle
caratteristiche di trasparenza, partecipazione, confronto e valutazione. I primi tre
elementi sono propri di un approccio che tende a favorire ed incentivare la
partecipazione dei soggetti con competenze ambientali e, per estensione, del pubblico,
attraverso la creazione di un percorso partecipato.
A tal fine si è scelto di sottoporre a consultazione tutti i vari momenti di sviluppo degli
elaborati del Piano e della VAS, a partire dagli elementi preliminari che costituiscono
l’oggetto del Documento di Scoping.
L’elemento di valutazione degli impatti è stato introdotto, in ossequio alle disposizioni
comunitarie e coerentemente con i principi e gli obiettivi della Provincia di Bari,
mediante una stretta concatenazione e commistione dei passaggi singolarmente
ascrivibili al PPGR e alla VAS. La struttura globale che ne deriva consente lo
svilupparsi di un processo, di analisi e valutazione, senza soluzione di continuità .
La tabella seguente descrive l’integrazione temporale e procedurale dei processi di
elaborazione del PPGR e della VAS
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Documento di scoping
SCHEMA DEL PROCESSO DI ELABORAZIONE PPGR - VAS
FASE DI PIANO PROCESSO DI PIANO VALUTAZIONE
AMBIENTE/VAS
Fase 0
Preparazione
P0.1 Incarico per la stesura del Piano: Determinazione dirigenziale n. 61 del 18/4/2003 P0.2 Avvio del procedimento di PPGR
A.0.1 Deliberazione di Giunta provinciale n. 235 del 21.12.2007A0.2 Incarico per la redazione della procedura di VAS : Determinazione dirigenziale n. 275 del 17.10.2008.
Fase 1
Orientamento
P1.1 Orientamenti iniziali del piano P1.2 Ricerca ed analisi dei dati di produzione dei RU e RSP1.3 Analisi della pianificazione regionale vigenteP 1.3 Definizione della strategia e degli obiettivi generali di PianoP1.4 Definizione della Proposta di Piano
A1.1 Screening dei dati ambientaliA1.2 Bozza di analisi di coerenza internaA1.3 Bozza di analisi di coerenza esternaA1.4 Definizione del Documento di Scoping
CONSULTAZIONE
E
PARTECIPAZIONE
Condivisione della Proposta di Piano e del Documento di Scoping con le
Autorità consultate. Conferenza di Servizi.
Fase 2
Elaborazione e
Redazione
P2.1 determinazione obiettivi generaliP2.2 costruzione dello scenario di riferimento e di pianoP2.3 definizione degli obiettivi specifici e linee d’azione e costruzione delle alternativeP2.4 Documento di Piano
A2.1 definizione dell’ambito di influenza e definizione della portata delle informazionida includere nel rapporto ambientaleA2.2 analisi di coerenza esternaA2.3 stima degli effetti ambientalicostruzione e selezione degli indicatoriA2.4 confronto e selezione delle alternativeA2.5 analisi di coerenza internaA.2.6 progettazione del sistema dimonitoraggioA2.7 Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica
CONFERENZA DI
VALUTAZIONE
DEPOSITO DEL DOCUMENTO DI PIANO E DEL RAPPORTO AMBIENTALEVALUTAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO E DEL RAPPORTO AMBIENTALEPARERE MOTIVATO PREDISPOSTO DALL’AUTORITÀ COMPETENTE PER LA VAS, D’INTESA CON L’AUTORITÀ PROCEDENTE
Fase 3Adozione e
P3.1 adozione del piano P3.2 pubblicazione e raccolta osservazioni, risposte alle osservazioni
A3.1 Dichiarazione di sintesi A3.2 analisi di sostenibilità delleosservazioni pervenute
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Approvazione P3.3 approvazione finale A3.3 Dichiarazione di sintesi
finale
Fase 4
Attuazione
gestione
P4.1 monitoraggio attuazione e gestioneP4.2 azioni correttive ed eventuali retroazione
A4.1 rapporti di monitoraggio e valutazione periodica
Fase 0 _ Preparazione
La fase di preparazione prevede l’organizzazione delle procedure volte all’affidamento
degli incarichi funzionali allo sviluppo del Piano e del Rapporto Ambientale.
Nel caso specifico del PPGR della Provincia di Bari, si scelto di affidare l’incarico per
la redazione del PPGR ad un gruppo di lavoro esterno, costituito da un’ ATI con
capogruppo il Prof. Ing. G.M. Baruchello, al quale a proseguimento del primo incarico,
è stata affidata la redazione del Rapporto Ambientale.
La Provincia di Bari ha avviato il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica
del Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) con propria Deliberazione di
Giunta provinciale n. 235 del 21.12.2007, e successivo incarico, giusta Determinazione
dirigenziale n. 275 del 17.10.2008.
Sono inoltre stati definiti i seguenti aspetti relativamente al procedimento di VAS:
1. l’Autorità proponente è la Provincia di Bari.;
2. l’autorità competente della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano
Provinciale per la gestione dei Rifiuti Urbani e dei Rifiuti Speciali viene
individuata, in ossequio alla deliberazione di Giunta Regionale n. 981 del
13/06/2008 recante “Circolare n. 1/2008 – Norme applicative sulla procedura
di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) dopo l’entrata in vigore del
Decreto legislativo 16 gennaio 2008 n.4 correttivo della Parte Seconda del
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152”, nell’Ufficio Valutazione
Ambientale Strategico (VAS) incardinato nel Settore Ecologia dell’Assessorato
all’Ecologia della Regione Puglia;
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Documento di scoping
3. di individuare gli enti territorialmente interessati e i soggetti competenti in
materia ambientale da invitare alla conferenza di valutazione come riportato di
seguito, salvo successive integrazioni:
- Regione Puglia (Aree: Politiche per lo sviluppo rurale - Politiche per lo sviluppo economico, lavoro e innovazione - Politiche per l’ambiente, le reti e la qualità urbana - Politiche per la promozione della salute delle persone e delle pari opportunità):
- ARPA Puglia e Dipartimento provinciale di Bari;- ASL della Provincia di Bari;- Prefettura di Bari;- Vigili del Fuoco di Bari;- Direzione Marittima di Bari- Agenzia del Demanio- Agenzia del Territorio- Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Puglia – Basilicata- Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia- Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali;- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio- Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico- Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Puglia – Taranto- Autorità Territoriali Ottimali di Gestione Rifiuti della Provincia di Bari;- Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale AATO Puglia- Autorità di Bacino della Puglia;- Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata;- Autorità Portuale del Levante- Comuni della Provincia di Bari;- Province Pugliesi;- Università ed Enti di ricerca;- Consorzi di Bonifica;- Consorzio ASI;- Comunità Montane in provincia di Bari;- Camera di commercio;- Albo gestori Ambientali;- Enti Parco in provincia di Bari;- Enti Gestori delle Aree Protette in provincia di Bari;- ENAC, ENAV;
4. di individuare i soggetti seguenti quali settori del pubblico interessati all’iter decisionale:
- Associazioni delle categorie interessate (industria, agricoltura, artigianato, commercio, esercenti, consumatori, costruttori edili, cavatori, gestori e smaltitori di rifiuti, ecc);
- Associazioni riconosciute a livello nazionale;- Gestori erogatori servizi locali di interesse economico generale (rifiuti,
energia, utilizzo del sottosuolo, trasporti, risorse idriche);
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
- Consorzi irrigui, di bonifica e di depurazione;- Rappresentanze sindacali dei lavoratori;- Ordini e collegi professionali;- Associazioni di cittadini ed altre autorità che posano avere interesse ai
sensi dell’art. 9, comma 5 del D.Lgs. n. 152/06 s.m.i.;
5. di seguire i seguenti indirizzi nella applicazione del percorso metodologico
procedurale in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano
Rifiuti:
rendere pubblico l’avvio del procedimento della VAS ( fase di Scoping
come prima fase) tramite apposito avviso sul sito Web della Provincia di
Bari (www.provincia.ba.it);
indire la conferenza di valutazione, salvo quanto diversamente
concordato, articolata almeno in una seduta introduttiva e in una seduta
finale;
utilizzare i mezzi di comunicazione ritenuti più idonei a garantire la
massima partecipazione approntando un apposito spazio di consultazione
sul sito della Provincia ed istituendo una casella di posta elettronica
dedicata.
6. di indire la conferenza di servizi, al fine di definire la portata ed il livello di
dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale, per il giorno
27 novembre 2008, alle ore 10.00, presso la Sala Giunta della Provincia di Bari,
alla via Positano 4;
Fase 1 _ Orientamento
La fase di orientamento coincide con una serie di attività preliminari alla elaborazione
dei documenti di Piano e del Rapporto Ambientale di VAS. La sintesi di tali attività si
riassume nella Proposta di Piano e nel Documento di Scoping, attraverso il quale si
concretizza il momento di confronto con i soggetti competenti in materia ambientale ed
il pubblico.
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
E’utile a questo riguardo evidenziare che il confronto pubblico attuato investe, da
questo momento in poi, tutto il percorso di elaborazione del PPGR, così come tutti i
passaggi della procedura di VAS.
La fase di orientamento si conclude con un avvio concreto del confronto tra tutti i
soggetti coinvolti in modo più o meno esplicito nel procedimento di VAS: nella
Conferenza di Valutazione viene presentata la Proposta di Piano ed il Documento
di Scoping al fine sia di condividere lo schema operativo dell’elaborazione del
PPGR che di interagire in modo diretto e funzionale con i soggetti competenti in
materia ambientale ed il pubblico.
Fase 2 _ Elaborazione e Redazione
Questa fase rappresenta il momento più delicato nello sviluppo del piano, in quanto gli
elementi emersi nella fase di orientamento devono essere elaborati al fine di delineare lo
scenario di riferimento in cui inserire i PPGR, ossia la stima dell’evoluzione temporale
del contesto e delle variabili che lo descrivono.
Le variabili devono essere scelte sulla base di quanto emerso nella fase di orientamento,
tuttavia possono essere integrate a seguito delle osservazioni emerse nella prima
Conferenza di Valutazione, ad opera dei soggetti con competenza ambientale invitati a
parteciparvi. In questo contesto la VAS s’intreccia allo sviluppo vero e proprio del
PPGR, integrando gli obiettivi e le modalità operative per il loro raggiungimento,
con le valutazioni degli impatti sulle componenti ambientali, la valutazione delle
strategie e delle possibili alternative per la correzione degli impatti negativi.
Una prima azione da intraprendere è l’analisi dello stato di fatto e la valutazione del
cosiddetto scenario zero, ossia quello previsionale in virtù dei dati esistenti, senza che
azioni diverse da quelle già in atto siano intraprese per modificare il livello di pressione
antropica sull’ambiente. Successivamente si passa all’analisi della coerenza esterna
degli obiettivi del piano con gli obiettivi espressi a livello pianificatorio più generale
(analisi di coerenza verticale), e nello stesso livello di pianificazione territoriale
(coerenza orizzontale).
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
Una volta superato questo passo, quello successivo è l’individuazione delle
possibili/non possibili localizzazione degli interventi e la coerenza interna degli obiettivi
del piano e la determinazione degli impatti che l’applicazione dello stesso eserciterà
sulle componenti ambientali. In questa fase, individuata l’alternativa ottimale, viene
elaborato un piano di monitoraggio per seguire l’evoluzione temporale dell’applicazione
del piano, in modo da prevedere azioni programmate in grado di intervenire in caso di
impatti negativi inaspettati.
Si giunge in questo modo alla redazione dei Documenti di Piano, per quanto
riguarda l’elaborazione del PPGR, alla redazione del Rapporto Ambientale e della
Sintesi non Tecnica, per quanto riguarda il procedimento di VAS.
Fase 3 _ Adozione ed Approvazione
Una volta pronti, i Documenti di Piano, ed il Rapporto Ambientale sono messi a
disposizione delle Autorità competenti in materia ambientale e del pubblico e
vengono raccolte le loro osservazioni nella Conferenza di Valutazione, per
permettere la più ampia condivisione dei documenti realizzati. Il piano viene
adottato e la VAS procede con l’elaborazione della dichiarazione di sintesi, che tiene in
considerazione le eventuali osservazioni emerse e ne formula risposte organiche e
coerenti con le alternative scelte. Il piano viene infine approvato, una volta che la
Dichiarazione finale di Sintesi è approvata dall’autorità competente.
Fase 4 _ Attuazione e Gestione
Ultima ma non meno significativa delle precedenti, la fase di attuazione del PPGR e di
gestione del medesimo attraverso un monitoraggio degli impatti che la sua attuazione
provoca sulle matrici ritenute interessate dagli effetti dello stesso piano. Durante questa
fase, prevista anche nel Rapporto Ambientale della VAS e nel monitoraggio del Piano
stesso, sono pianificate operazioni periodiche di controllo dell’attuazione del PPGR, in
modo da intervenire in modo tempestivo con azioni correttive nel caso in cui si
manifestino effetti indesiderati. Eventualmente possono essere effettuate anche
retroazioni al fine di una tutela dell’ambiente e dell’effettiva sostenibilità del Piano,
obiettivo della VAS.
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
4.2 La Partecipazione e la fase di Consultazione
Parte essenziale nell’elaborazione del PPGR e del percorso di VAS, la partecipazione
attiva dei soggetti, che si articola con la Conferenza di Valutazione, tavoli istituzionali,
forum tematici ecc.
La Direttiva Europea 2001/42/CE22 prevede che la consultazione delle Autorità con
competenze ambientali vengano consultate almeno due volte:
_ in fase di scoping, al fine di contribuire all’individuazione dell’ambito di influenza del
Piano e della portata delle informazioni da inserire nel Rapporto Ambientale,
_ prima dell’adozione del Piano, sulla proposta dei Documenti di Piano e del Rapporto
Ambientale.
Oltre a queste consultazioni formali, possono essere istituiti incontri tematici con
diverse categorie di soggetti interessati, per approfondire aspetti prioritari o criticità
attinenti ai diversi sistemi territoriali: a questi incontri sono di volta in volta invitati i
soggetti definiti in funzione dell’interesse al tema in discussione.
Il processo di partecipazione sarà accompagnato da un piano di comunicazione per
informare tutti i soggetti, anche quelli non istituzionali, interessati alla decisione.
Per offrire un servizio efficace ed efficiente, sia per quanto riguarda l’informazione che
la raccolta delle osservazioni e dei pareri, è stata predisposta una pagina web dedicata,
accessibile dal sito www.provincia.ba.it, nell’ambito della quale è stata attivate la
seguente casella di posta elettronica:
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5 CAPITOLO IV: LE FONTI INFORMATIVE
Nel presente capitolo sono richiamate e descritte sinteticamente le principali fonti di dati
ed informazioni funzionali alle attività di pertinenza del Piano Provinciale di Gestione
dei Rifiuti (PPGR) e della VAS.
Le fonti considerate sono le seguenti:
- Banca dati a disposizione della Provincia, sulla base delle dichiarazioni dei Comuni,
utilizzata per l’analisi dello stato di fatto relativo alla produzione dei rifiuti urbani;
- Dati ISTAT sulla popolazione residente e le principali attività economiche operanti
nella Provincia di Bari;
- Cartografie e basi informative geografiche di interesse generale/tematiche, utilizzate
per l’individuazione delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di gestione
dei rifiuti;
- Banche dati o sistemi informativi relativi ad attività particolari, realizzati attraverso
specifici progetti di settore, utilizzate sia per l’individuazione delle aree idonee alla
localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti sia per le analisi ambientali e
l’individuazione degli indicatori di contesto ambientale della VAS;
- Piano Urbanistico Territoriale Tematico – Paesaggio approvato con Delibera di G.R.
n. 1748 del 15/12/2000 ( PUTT);
- Piano di Gestione dei Rifiuti e di Bonifica delle Aree Inquinate : Decreto
commissariale del 30 settembre 2002, n. 296, modificato ed integrato dal Piano di
cui al Decreto Commissariale n° 187 del 09/12/2005;
- Piano Regionale , Sezione Rifiuti Speciali e Pericolosi: D.C. 246/06;
- Piano Regionale dei Trasporti (D.G.R. n. 1719-1720/2003) (PRT);
- Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia. ( Deliberazione della
Giunta regionale, n. 883 del 19 giugno 2007) (PTA);
- Linee guida per la redazione dei piani d’ambito per la gestione dei rifiuti solidi
urbani ( Deliberazione di giunta regionale 27 maggio 2008, n. 862);
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PROVINCIA DI BARI
Documento di scoping
- Linee Guida della Provincia di Bari, approvate con Delibera di Giunta Provinciale
n° 96 del 24.07.2007;
- Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)
- Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)
- Piano di Risanamento Qualità dell’Aria (PRQA)
- Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR)
- Piani di Gestione delle Aree Protette e dei Siti Natura 2000 (ove presenti);
- Piano di Sviluppo Rurale ( PSR);
L’analisi si svolgerà tenendo in considerazione come Bacini di Utenza provinciali, i
quattro attuali ATO individuati dal Piano Regionale di cui al D.C. 296/02 e s.m.i..
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Documento di scoping
6 CAPITOLO V: IL RAPPORTO AMBIENTALE
6.1 Portata delle informazioni oggetto della consultazione
Il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che deve essere redatto, come stabilito
dall’art. 13 della parte seconda del D.Lgs. 152/02006 e s.m.i., ogni qualvolta si attui un
processo di valutazione ambientale strategica. Nel RA devono essere “individuati,
descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del Piano o del Programma
potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi
e dell’ambito territoriale”.
Nell’allegato VI della Parte seconda del D.Lgs. 152/06 sono elencate le informazioni da
includere nel RA, riportate nel quadro successivo, mentre la loro portata ed il loro
livello di dettaglio sono oggetto della presente consultazione.
CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE (ALLEGATO IV PARTE SECONDA DEL D.LGS. 152/06 e s.m.i.)
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano e del programma;
c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o al programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolari qualità tipicità di cui all’art. 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n°228
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;
f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i
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beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi,
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell’attuazione del Piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dalla attuazione del piano o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti e le misure correttive necessarie ;
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
6.2 Analisi del Contesto Ambientale
Il D.lgs. 152/06 richiede, come visto sopra, la descrizione del contesto ambientale e
della sua probabile evoluzione con e senza l’attuazione delle previsioni di Piano.
Per la descrizione del contesto si propone di prendere in considerazione in via prioritaria
la tematica Rifiuti, ed inoltre le seguenti componenti ambientali che potranno essere
direttamente interessate dalle azioni di piano:
- Aria
- Acqua
- Suolo e sottosuolo
- Natura e biodiversità
- Paesaggio
- Struttura territoriale
- Rischi antropici
e le seguenti tematiche di settore rilevanti per il territorio pugliese:
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- Energia
- Mobilità e Trasporti
- Rischi naturali e antropogenici.
La descrizione del contesto ambientale, oltre alla rilevazione dello stato attuale, deve
individuare le potenziali relazioni causa-effetto fra le dinamiche socio-economiche e le
componenti ambientali. Tali analisi costituiranno un riferimento per:
- l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità del PPGR;
- l’individuazione degli impatti ambientali potenziali diretti ed indiretti del PPGR.
L’analisi di contesto verrà sviluppata nel RA attraverso:
- l’individuazione dei macro-descrittori per componente ambientale;
- l’elencazione degli indicatori utilizzati per l’analisi del contesto, accompagnati dai
relativi dati;
Gli indicatori utilizzati per descrivere il contesto devono essere coerenti con i set di
indicatori proposti a livello internazionale (EEA, Eurostat, OCSE), nazionale (ISTAT,
APAT) e regionale (ARPA Puglia).
In particolare si farà riferimento alle ultime edizioni (2004 e 2005) del Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente di ARPA. Anche gli obiettivi del piano con rilevanza ambientale
saranno tradotti, ove possibile, attraverso indicatori ambientali quantitativi per verificare
nel tempo il raggiungimento dei target prefissati, gli eventuali scostamenti e le
conseguenti correzioni da apportare al piano.
6.3 Analisi di coerenza interna ed esterna
COERENZA INTERNA
L’analisi di coerenza interna è finalizzata a verificare se sono stati individuati
obiettivi di piano, se è stata definita una gerarchia tra gli obiettivi, se sono state
previste azioni coerenti con gli obiettivi individuati ed i tempi di realizzazione degli
specifici target assunti. In questa fase sarà possibile verificare se gli obiettivi del piano
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con rilevanza ambientale sono stati tradotti in azioni con adeguate risorse finanziarie.
COERENZA ESTERNA VERTICALE E ORIZZONTALE
L’analisi di coerenza esterna è lo strumento utilizzato per valutare la pertinenza e
la coerenza degli obiettivi del piano con gli obiettivi di settore stabiliti a livello
Comunitario, Statale e Regionale Essa è finalizzata a confrontare gli obiettivi e le
strategie generali del Piano con gli obiettivi di sostenibilità ambientale posti da accordi,
norme e direttive di carattere internazionale, comunitario, nazionale e regionale ed
evidenziarne eventuali sinergie o conflitti. In caso di mancata coerenza il pianificatore
dovrà apportare alla strategia del Piano gli opportuni correttivi per potenziare le sinergie
e mitigare o eliminare i conflitti individuati.
E’, altresì, finalizzata a valutare la coerenza tra gli obiettivi del piano con le
strategie di altri strumenti di pianificazione e programmazione vigenti sul
territorio regionale.
Si riporta di seguito un elenco dei principali atti di riferimento comunitario,
nazionale e regionale per la definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale
del piano
Contesto Comunitario:
- VI Programma d’Azione per l’Ambiente della Comunità Europea (2001-2010)
- Strategia tematica dell’Unione Europea sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti - COM(2005)666
- Dir. 2006/12/CE in materia di rifiuti
- Reg. (CE) 1013/2006 sulle spedizioni di rifiuti – Revisione del regolamento 259/93/Ce
- Dir. 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive
- Reg. (CE) 850/2004 sui POP
- Dir. 2002/95/CE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), modificata dalla Direttiva 2003/108/Ce
- Dir. 2000/76/CE sull'incenerimento dei rifiuti
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- Dir. 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso
- Dir. 99/31/CE relativa alle discariche di rifiuti successivamente aggiornata dalla Decisione 2003/33/CE
- Dir. 96/59/CE sui PCB
- Dir. 94/62/CE sugli Imballaggi e rifiuti di imballaggio, modificata dalla Dir.
2004/12/CE
- Dir. 91/156/CEE , Dir. 93/86/CEE relative alle Pile e accumulatori, e successiva COM(2000)723
- Dir. 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi, seguita dalla Decisione 94/904/CE (che ha istituito l’elenco europeo dei rifiuti pericolosi) e successivamente sostituita dalla Decisione 2000/532/CE
- Dir. 86/278/CEE sui fanghi di depurazione
Contesto Nazionale:
- DPCM 1 giugno 2006, Regione Puglia - Proroga emergenza rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi e bonifiche
- DM 5 maggio 2006 (Dlgs 29 dicembre 2003, n. 387), Individuazione dei rifiuti e dei combustibili derivati dai rifiuti ammessi a beneficiare del regime giuridico riservato alle fonti rinnovabili
- DM 5 aprile 2006, n. 186, Rifiuti non pericolosi sottoposti a procedure semplificate di recupero - Modifiche al Dm 5 febbraio 1998
- Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale e decreti attuativi
- DL n. 173/06 - Stralcio - Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ex Dlgs 151/2005 - Valutazione di impatto ambientale ex Dlgs 152/2006 - Codice degli appalti ex Dlgs 163/2006
- DM 3 agosto 2005, Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica
- Dlgs 25 luglio 2005, n. 151, Attuazione delle direttive 2002/95/Ce, 2002/96/Ce e 2003/108/Ce relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
- Dlgs 11 maggio 2005, n. 133, Attuazione della direttiva 2000/76/Ce, in materia di incenerimento dei rifiuti
- DPR 15 luglio 2003, n. 254, Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari
- Dlgs 24 giugno 2003, n. 209, Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso
- Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36, Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti
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- Dlgs 22 maggio 1999, n. 209, Attuazione della direttiva 96/59/CE relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili
- Dlgs 27 gennaio 1992, n. 95, Attuazione delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE relative alla eliminazione degli oli usati.
Contesto Regionale:
- LR 31 ottobre 2007 n. 29, Disciplina per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, prodotti al di fuori della Regione Puglia, che transitano nel territorio regionale e sono destinati a impianti di smaltimento siti nella Regione Puglia
- Regolamento 16 luglio 2007 n. 18, Garanzie finanziarie relative alle attività di smaltimento e di recupero di rifiuti (D.Lgs. n. 152/06). Criteri e modalità di presentazione e di utilizzo
- LR 14 giugno 2007 n. 17, Disposizioni in campo ambientale, anche in relazione al decentramento delle funzioni amministrative in materia ambientale
- LR 1 agosto 2006 n. 23, Norme regionali per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l'introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche
- Regolamento 12 giugno 2006 n. 6, Regolamento regionale per la gestione dei materiali edili
- Regolamento 7 giugno 2006, Regolamento d'applicazione per la gestione dei materiali inerti da scavo.
- LR 4 settembre 2001 n 26, Disposizioni tributarie in materia di rifiuti solidi;
- LR 22gennaio1997 n 5, Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi
- LR 18 luglio 1996 n 13, Nuove norme per l' accelerazione e lo snellimento delle procedure per l'attuazione del piano regionale e della organizzazione dei servizi di smaltimento di rifiuti urbani, modifiche e integrazioni alla legge regionale 13 agosto 1993, n. 17
- Regolamento 3 novembre 1989 n 2, Disciplina per lo smaltimento dei fanghi sul suolo e nel sottosuolo
Si fornisce di seguito un primo elenco dei Piani e Programmi pertinenti al Piano
Provinciale di Gestione dei Rifiuti, per i quali nel Rapporto Ambientale saranno
approfondite e specificate le relazioni e le eventuali interferenze con lo stesso
Piano.
PIANI E PROGRAMMI REGIONALI PERTINENTI
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- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani : D.C. 187/05;
- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali e Pericolosi: D.C. 246/06;
- Piano Urbanistico Territoriale Tematico – Paesaggio: Delibera di G.R. n. 1748 del
15/12/2000;
- Piano Regionale dei Trasporti : Delibera di .G.R. n. 1719-1720/2003;
- Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia: Deliberazione di G.R.
n. 883 del 19 giugno 2007);
- Le Linee Guida della Provincia di Bari: Delibera di G.P. n. 96 del 24.07.2007;
- Piano Triennale per la Tutela dell’Ambiente;
- Piano d’Ambito Territoriale Ottimale Risorse Idriche;
- Piano di Assetto Idrogeologico (PAI);
- Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE);
- Piano di Risanamento Qualità dell’Aria ( PRQA);
- Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR);
- Piani di Gestione delle Aree protette e dei Siti Natura 2000 ( ove presenti);
- Piano di Sviluppo Rurale ( PSR );
6.4 Proposta di Indice del Rapporto Ambientale
Di seguito si riporta la proposta di indice del Rapporto Ambientale, suscettibile di
modifiche in seguito alle risultanze della fase di consultazione.
1 PREMESSA
2 CONTENUTI DEL PPGR
2.1 Lo stato di fatto del sistema gestionale
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2.1.1 Evoluzione della produzione di rifiuti urbani e dei flussi dalle raccolte
2.1.2 L’attuale quadro della produzione di rifiuti urbani e dei flussi dalle raccolte
2.1.3 Il sistema impiantistico a servizio della provincia
2.1.5 Il destino dei rifiuti
2.1.7 Il quadro attuale della gestione dei rifiuti speciali
2.1.8 Le attività di recupero e smaltimento di rifiuti speciali
2.1.9 Considerazioni di sintesi derivanti dall’analisi del quadro attuale
2.2 Gli obiettivi della pianificazione
2.3 Gli scenari evolutivi e la loro comparazione
2.3.1 Tasso di crescita della produzione di rifiuti
2.3.2 Sviluppo delle raccolte differenziate
2.3.3 Articolazione degli scenari impiantistici
2.4 Valutazioni su fabbisogni di trattamento relativi a flussi di rifiuti speciali
2.4.1 I fabbisogni di trattamento per alcune categorie di rifiuti speciali
2.5 L’individuazione dello “Scenario di Piano”
2.6 La procedura per la localizzazione degli impianti
2.6.1 Gli orientamenti per l’individuazione dei siti
2.6.2 I criteri localizzativi individuati
2.6.3 Fase di Macrolocalizzazione – criteri escludenti
2.6.4 Fase di Macrolocalizzazione – criteri penalizzanti
2.6.5 Fase di Microlocalizzazione
3 RICOGNIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE FINALITÀ DEL PIANO
4 ANALISI DELLA COERENZA
4.1 Analisi della Coerenza Verticale
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4.1.1 I riferimenti normativi
4.1.1.1 Rifiuti
4.1.1.1.1 Normativa Europea
4.1.1.1.2 Indirizzi internazionali, comunitari e generali
4.1.1.1.3 Normativa Nazionale
4.1.1.1.4 Normativa Regionale
4.1.1.1.5 Sintesi degli elementi di coerenza
4.1.1.2 VAS
4.1.1.2.1 Normativa Europea
4.1.1.2.2 Normativa Nazionale
4.1.1.2.3 Normativa Regionale
4.1.1.2.4 Sintesi degli elementi di coerenza
4.1.2 Pianificazione dei rifiuti a livello regionale
4.1.2.1 Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR)
4.1.2.1.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2 Analisi della coerenza orizzontale
4.2.1 Piano di Tutela delle Acque (PTA)
4.2.1.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.2 Piano di Risanamento della Qualità dell’aria ( PRQA)
4.2.2.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.3 Piano Urbanistico Territoriale della Provincia di Bari ( PUTT)
4.2.3.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.4 Piano di Assetto Idrogeologico ( PAI)
4.2.4.1 Sintesi degli elementi di coerenza
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4.2.5 Pianificazione Energetica
4.2.5.1 Regione Puglia ( PEAR)
4.2.5.1.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.5.2 Provincia di Bari
4.2.6 Pianificazione Settore agricolo
4.2.6.2 Piano di sviluppo Rurale
4.2.6.3 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.7 Piano regionale delle attività estrattive (PRAE)
4.2.7.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.2.8 Piano Regionale dei trasporti
4.2.8.1 Sintesi degli elementi di coerenza
4.3 Analisi della coerenza intrinseca
5 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA TERRITORIALE AMBIENTALE
INTERESSATO DAL PPGR
5.1 Struttura Territoriale
5.2 Dinamiche demografiche
5.3 Suolo e sottosuolo
5.4 Aria
5.5 Risorse Idriche
5.6 Natura e Biodiversità
5.6.1 Parchi e aree protette
5.6.2 Fauna
5.6.3 Vegetazione
5.7 Paesaggio
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5.8 Rischi Antropici
5.9 Considerazioni Sintetiche
6 POSSIBILI RICADUTE AMBIENTALI DALLE OPERAZIONI DI
TRATTAMENTO RIFIUTI
7 VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO
7.1 Scelta degli indicatori
7.2 Valutazione degli obiettivi e degli scenari del PPGR
7.2.1 Confronto tra situazione attuale e scenario di Piano
8 STUDIO DI INCIDENZA DEL PIANO SUI SITI INTERESSATI DA SIC E
ZPS
9 INTEGRAZIONE DEI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE
10 METODOLOGIA E STRUMENTI DI MONITORAGGIO
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Documento di scoping
7 CAPITOLO VI : IL CONTRIBUTO ATTESO – COSA SI ASPETTA IL PPGR
DALLA VAS
Le Autorità con competenze ambientali sono chiamate a contribuire al processo di
redazione e valutazione ambientale del Piano:
- colmando le lacune informative e fornendo le informazioni di propria competenza,
- partecipando alla puntuale definizione delle misure previste dal piano per la
riduzione della produzione dei rifiuti e per la massimizzazione del recupero di
materia e di energia, e dei criteri localizzativi e di gestione degli impianti.
I dati su cui si richiede un contributo sono i seguenti:
1. aggiornamento dati di produzione di rifiuti urbani e raccolta differenziata
2. precisa ricognizione dell’attuale dotazione impiantistica degli impianti di
trattamento di rifiuti presenti sul territorio provinciale , con indicazione della
localizzazione, della tecnologia utilizzata, della potenzialità e delle tipologie di
rifiuti per i quali sono autorizzati
3. validazione delle volumetrie residue delle discariche presenti in Provincia di
Bari, suddivise per tipologie e per ATO
4. tipologia, quantità e origine dei rifiuti prodotti nella Provincia di Bari, che
vengono recuperati e smaltiti fuori provincia e/o regione, nonché modalità di
smaltimento o recupero degli stessi
5. tipologia, quantità e origine dei rifiuti sottoposti a trattamenti preliminari,
recuperati o smaltiti nella provincia di, provenienti da altre province e/o regioni,
nonché relative modalità di smaltimento o recupero
6. produzione dei rifiuti speciali per provincia e per attività economica
7. produzione dei fanghi biologici da impianti di depurazione reflui civili e
ricognizione impiantistica riguardo alla capacità di trattamento, recupero
e/smaltimento di tali fanghi
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Documento di scoping
8. produzione di particolari tipi di rifiuti che, in relazione alla quantità e qualità,
sono elementi significativi per la pianificazione.
Le scelte di Piano su cui si richiede un approfondimento al fine di una loro puntuale e
condivisa definizione sono:
- le misure utili a conseguire l’obiettivo della riduzione della produzione e la
massimizzazione del recupero di materia, nell’ottica di una politica integrata
- i criteri relativi alla localizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti urbani,
speciali pericolosi e non-pericolosi
- la localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani necessari a
soddisfare il fabbisogno provinciale.
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