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Valutazione di ammissibilità tematismo percettivo (L.R. 24/89)
Premesse e quadro di riferimento normativo
La verifica di Ammissibilità Percettiva viene effettuata attraverso la predisposizione di uno
studio specialistico che verifica la compatibilità della trasformazione ipotizzata rispetto
alla conservazione delle caratteristiche costitutive degli elementi oggetti di tutela e di
valorizzazione coinvolti nella trasformazione stessa, in relazione agli effetti percettivi che
ne possono derivare.
Tale verifica è stata redatta ai sensi dell'art. 32, delle Norme Tecniche in allegato al Piano
Territoriale Paesistico Ambientale di Area Vasta n° 1 della Regione Molise (L.R. 24/89) e
si articola nelle seguenti fasi:
1 - descrizione dello stato iniziale e morfologia generale del sito
2 - elaborazioni dei documenti da allegare alla descrizione:
- determinazione del bacino di visibilità e carta delle intervisibilità
- individuazione dei punti di osservazione -documentazione fotografica -
- analisi dei campi visivi
3 - Linee guida della pianificazione
4 - impatto visivo degli interventi
5 - Alternative alla localizzazione
6 - Misure per l'attenuazione degli impatti
7 - Conclusioni
Attraverso tale studio specialistico integrativo si vuole operare innanzitutto una
classificazione delle opere, ovvero rilevare la loro corrispondenza con le categorie di uso
antropico del Piano Territoriale Paesistico Ambientale di Area Vasta n° 1 in base ai
dettami della delibera di giunta regionale n° 1102 del 30/12/2010 e verificarne la
compatibilità e le modalità di trasformazione.
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Pertanto le tutte le opere sono classificabili come segue:
localizzazione aree categoria di uso antropico area modalità di trasformazione
(rispetto al centro abitato) interesse interesse pericolosità
produttivo percettivo geologica
Espansione NO b.2 nuovo insediamento urbano MG2 TC1 TC1 VA
Espansione NO b.2 nuovo insediamento urbano MP1 VA VA
Espansione E b.2 nuovo insediamento urbano MV1 VA VA
Espansione E b.2 nuovo insediamento urbano MP2 VA VA VA
Espansione E b.4 artigianale,.. MV2 VA VA
Espansione S b.2 nuovo insediamento urbano MV2 VA VA
L’intero territorio del Comune di Petacciato è incluso nel Piano Territoriale Paesaggistico
Ambientale di Area Vasta n. 1 (Legge R.M. n. 24/89 e s.m.i.).
Il grado di tutela del paesaggio è stato valutato utilizzando il rapporto tra la superficie con
vincolo paesistico e la superficie comunale.
Le aree con vincolo paesistico includono: le fasce litoranee fortemente caratterizzate per
elementi naturali, le balze fortemente caratterizzanti gli ambiti visivi per percezioni di
elementi naturalistici, il tratturo L’Aquila-Foggia, la pineta marina, le aree extra-perimetro,
le fasce di protezione dei corsi d’acqua torrenti Tecchio e Mergola, le aree in frana e
microzonazione sismica, l’area abitato centro antico.
Il valore così calcolato del grado di tutela del paesaggio risulta essere di 0,20746 (tabella
qui a seguito evidenziata).
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1 – Descrizione dello stato iniziale e morfologia generale del sito.
La Verifica di ammissibilità condotta nel presente documento analizza le previsioni del
nuovo strumento urbanistico.
Le aree interessate dalla pianificazione si trovano si trovano prevalentemente nord ovest,
a sud est e a sud ovest rispetto all'abitato di Petacciato, quest’ultima zona in adiacenza
all’abitato esistente e sua naturale prosecuzione, mentre le prime due zone menzionate si
costituiranno inevitabilmente come poli si sviluppo “satellite” a causa dell’interferenza del
vasto bacino franoso che si frappone tra le parti. Le zone sono caratterizzate da
un’orografia prevalentemente collinare, costituita da una serie di dossi di forma allungata,
con porzioni sommitali sub-pianeggianti o a debole pendenza e versanti dolcemente
modellati, con un’altitudine media di circa 100 m s.l.m. e caratterizzate da un’alternanza di
terreni coltivati (principalmente cereali) e aree sfruttate per il foraggio.
Tra gli elementi paesaggistici più rilevanti e di sicuro carattere identitario risultano le terre
arabili (principalmente seminativi di cereali e oleaginose), che si sviluppano
prevalentemente in aree di lieve collinari caratterizzate da terreni con giaciture
lievemente acclivi e pianure che interessano circa il 70% del territorio.
Tale elemento mostra il risultato dell’interazione pluriennale tra il territorio e l’attività
antropica (agricoltura). Di significativa rilevanza è anche la presenza di aree agricole con
coltivazione di oliveti, che si dispongono in modo disordinato nella trama a seminativo,
con impianto regolare a file (interessano oltre il 7% della zona).
Risulta significativa anche la presenza di boschi di latifoglie, presenti nel territorio con un
notevole grado di frammentazione: sono diffusi nel territorio in aree con estensione
spesso limitata a pochi ettari e dove le attività antropiche o altri elementi di degradazione
(incendio, ceduazione frequente) risultano più intensi, si degradano in boscaglia
discontinua o macchia alta (1,8%).
Altro elemento importante risultano i vigneti, che interessano oltre il 3% del territorio.
Rilevanti la presenza di vegetazione ripariale (circa 2%) accompagna l’evoluzione
armonica delle aree umide sul territorio e di vegetazione sparsa (0,2%) che interrompe in
modo armonico il monotono susseguirsi dei seminativi.
Le aree edificate e le zone industriali o commerciali interessano assieme circa il 2% del
territorio tale risultato evidenzia un importante carattere rurale ancora presente dell’area
interessata; In particolare le aree urbanizzate si sviluppano prevalentemente lungo la
fascia costiera interessata. Di significativo interesse paesaggistico sono anche le aree
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interessate da costruzioni uni o bifamiliari sparse (villette, casolari, residenze signorili
rurali), anche di nuova realizzazione che incidono significativamente sull’evoluzione
armonica delle terre arabili.
E’ inoltre interessante osservare che la distribuzione areale delle colture è in gran parte
correlata alla morfologia del territorio, alla natura dei suoli e al fattore irriguo. In generale,
man mano che si procede dalla costa verso l'interno diminuiscono le colture arboree a
vantaggio del seminativo e si accentuano i caratteri di estensività.
Volendo analizzare le relazioni tra paesaggio urbano e rurale, è evidente che una
cospicua presenza sul territorio di casolari e residenze rurali garantisce il loro rapporto di
interconnessione.
Una visione complessiva dei caratteri salienti che caratterizzano il quadro percettivo si
può ricevere consultando l’Elaborato ITP 2 di Piano (Quadro percettivo generale e
documentazione fotografica.
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02 - Elaborazioni dei documenti da allegare alla descrizione.
- Determinazione del bacino di visibilità.
Sulla scorta delle considerazioni già evidenziate ed in funzione della effettiva visibilità
da parte degli osservatori è stato individuato un bacino di visibilità definito da un percorso
puntualizzato da alcune postazioni fotografiche. Tale documentazione fotografica
riassume e sintetizza i valori percettivi di tutti gli elementi, naturali ed antropici, che
caratterizzano il quadro visivo preso in esame.
L’analisi dell’intervisibilità consente di studiare la distribuzione nello spazio dell’intrusione
visiva dei nuovi insediamenti, secondo le proprie diverse caratteristiche di intensità ed
estensione.
L’elaborazione è stata effettuata in base ai dati plano-altimetrici caratterizzanti l’area di
studio, prescindendo dall’effetto di occlusione visiva della vegetazione e di eventuali
strutture mobili esistenti, in modo da consentire una mappatura non legata a fattori
stagionali, soggettivi o contingenti.
Nello specifico è stata determinata l’Intervisibilità Proporzionale intesa come l’insieme dei
punti dell’area da cui i futuri insediamenti risulteranno visibili da determinati punti,
sempre in relazione alla morfologia del territorio. Le classi percentuali di intervisibilità
relative all’AIP, quindi sono state determinate 4 Classi di intervisibilità
Considerando:
- la presenza di ostacoli vegetali (alberi, arbusti, ecc.);
- la presenza di ostacoli artificiali (case, chiese, ponti, strade, ecc.);
- l’effetto filtro dell’atmosfera e la quantità e la distribuzione della luce (questi due fattori
- il limite delle proprietà percettive dell’occhio umano.
La percezione teorica risulta per certi versi estremamente conservativa.
Significato della Carta di intervisibilità
La carta definisce un “bacino di intervisibilità”, inteso come lo spazio fisico nell’ambito del
quale, ipotizzando l’inserimento delle future opere, l’occhio umano può percepire
visivamente, parzialmente o totalmente gli interventi, come unici effetti capaci di ridurre la
visibilità:
- la morfologia
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- la distanza dell’osservatore dall’opera.
Il bacino sarà così determinato dall’esclusione dall’area vasta di tutti quei territori
topograficamente in ombra o troppo distanti dal sito di progetto.
Data l’esemplificazione del modello di studio, non vengono presi in considerazione altri
importanti effetti che riducono la visibilità degli oggetti, quali:
- la presenza di ostacoli vegetali (alberi, arbusti, ecc.);
- la presenza di ostacoli artificiali (case, chiese, ponti, strade, ecc.);
- l’effetto filtro dell’atmosfera e la quantità e la distribuzione della luce (questi due fattori
possono essere inseriti come dati ma data la variabilità è sconveniente attribuire ad
essi una sola situazione possibile);
- il limite delle proprietà percettive dell’occhio umano.
Ciò fa si che la carta ottenuta sia per certi versi estremamente conservativa.
Nella carta dell’intervisibilità sarà definita una Zona d’Impatto Visuale (ZVI) dove ad ogni
fascia colorata, corrisponde un diverso “angolo verticale totale sotteso”. Quest’ultimo
corrisponde alla somma degli angoli verticali che, la parte visibile sottende all’angolo
verticale del campo visivo dell’osservatore che si trova in un punto interno ad una fascia
colorata. Per semplificare, l’angolo sotteso diminuisce quanto più l’osservatore si
allontana e quanto più lo stesso è nascosto dalla morfologia dei luoghi.
Le varie fasce a diverso angolo verticale totale sotteso sono state poi riunite in tre grandi
intervalli per avere una misura dell’intervisibilità distinta in bassa, medio-bassa e alta così
come riportato nell’elenco sottostante:
- intervisibilità bassa – zone comprese nell’intervallo denominato 3
- intervisibilità medio-bassa – zone comprese nell’intervallo denominato 2
- intervisibilità alta – zone comprese nell’intervallo denominato 1
Ovviamente le aree che risulteranno non campite corrispondono a zone in cui
l’intervisibilità dell’opera è trascurabile o nulla poiché l’angolo risulta sotto il grado.
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IMPATTO VISIVO. - Analisi dei fattori di impatto e determinazione dello spazio
visivo
Nel presente capitolo si valutano i potenziali effetti visivi originati dall’interazione dei futuri
insediamenti con l’ambito territoriale in cui esso si inserisce. L’analisi è effettuata
nell’ipotesi di sovrapposizione dell’impianto nell’ambiente allo stato attuale, cioè in
assenza di interventi correttivi o di mitigazione degli impatti.
Il paesaggio costituisce l'esperienza sensibile, percepibile della storia del territorio, storia
complessa in cui i diversi sistemi, quello naturale, quello antropico e quello culturale, si
sovrappongono, si integrano spesso si contraddicono, realizzando una sintesi variamente
coerente e riconoscibile nei suoi elementi strutturanti.
Il paesaggio è qui inteso in senso "percettivo" attribuendo cioè significato a ciò che in un
determinato contesto può essere fruito visivamente dall'osservatore.
Poiché l’impatto visivo è tra i più rilevanti dal punto di vista paesaggistico, vari sono gli
strumenti da adoperare al fine di stabilire e verificare gli effetti in dettaglio.
Il modo più semplice per rendersi conto della futura visibilità dell’impianto è stato quello di
realizzare un rilievo fotografico compiendo un giro d’orizzonte da alcuni punti notevoli
attorno alle aree di studio.
Si tratta di un sistema nel suo addivenire abbastanza semplice, stratificato e poco
dinamico in cui l'inserimento di nuovi elementi può produrre variazioni più o meno
consistenti in funzione delle loro specifiche caratteristiche (funzionali, dimensionali), delle
caratteristiche dell'osservatore.
Le aree individuate per le infrastrutturazioni seguono l’orografia dei luoghi attestandosi su
linee generatrici curvilinee spesso concentriche, contribuendo a dare l’impressione di
agglomerati ordinati ed organici, in armonia con il contesto in cui si inseriscono.
L'occhio umano attribuisce un maggior disturbo visivo se la disposizione di elementi
identici è stata fatta in modo disordinato o casuale, viceversa, attribuisce un minor
disturbo visivo se la disposizione è ordinata.
Un aspetto importante è costituito dalle variazioni cromatiche che si percepiranno, le
regole stabiliranno di attenersi ad una uniformità cromatica, ad esempio l’estensione
uniforme ed delle coperture dei futuri edifici, regolate da altezze massime di 6/7 mt e il
loro posizionamento che darà l’impressione quasi di avvolgere parte dei rilievi collinari,
con il degradare verso valle, permetterà dai punti di osservazione collocati a valle a
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distanza ragionevole, di percepire un insieme ordinato ed uniforme di sfumature
cromatiche generate dalle estensioni delle coperture.
Infatti, l'occhio umano è sensibile ai contrasti di luminanza legati ai colori che cerca di
mediare.
L'accostamento di due colori molto distanti nello spettro di scomposizione della luce
bianca hanno elevato contrasto ed il loro accostamento, se non è accuratamente
studiato, può risultare fastidioso.
Il paesaggio dei siti è dominato dalla presenza di quattro /cinque colori prevalenti:
azzurro cielo;
bianco nuvola;
rosso-marroncino terra;
verde erba e giallo oro in misura prevalente legata al ciclo del grano e delle piantagioni
di uliveto o altro seminato.
Si cercherà dunque durante le fasi progettuali dei piani particolareggiati, di vincolare le
scale cromatiche di fronti e coperture.
E' possibile affermare che edifici disposti in località prevalenti, quali i crinali o le sommità
delle alture o dei promontori, risultano visibili da un ambito territoriale di maggiore
estensione mentre quelli disposti in località sottoposte, quale il fondo delle vallate
risultano visibili da un ambito territoriale di minore estensione.
In tal caso, la orografia del terreno degradante verso valle, e le sommità collinari libere da
previsioni insediative, consentiranno di mitigare la visibilità delle stesse. Difatti la pianura
limita la visibilità fino alle altezze così definite antropiche (alberi da frutto, case, terreni
coltivati, radure, …), tutto ciò che la sovrasta è perfettamente percettibile da qualsiasi
punto di vista.
- Individuazione dei punti di osservazione
La valutazione delle relazioni che l’intervento instaura con l’ambiente in cui esso viene
inserito e le condizioni di percezione che genera nell’osservatore, sono basate su fattori
che prevedono una partecipazione attiva da parte di chi osserva, come soggetto capace
non solo di “introitare”, ma anche di “proiettare”. In tale processo cognitivo la leggibilità
dei luoghi, che determina il processo di identificazione, è reso possibile dalla “figurabilità”,
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come capacità di evocare sensazioni positive (colore, forma, dimensione, orientamento,
sequenza, ecc.).
La individuazione di tali fattori viene operata attraverso la lettura fotografica del
territorio da punti di osservazione strategici, considerando quelli importanti sotto il profilo
quantitativo perché posizionati in luoghi molto frequentati, individuati come “bacini di
visibilità.
L’indagine sui luoghi, condotta in base alle valenze intrinseche relative ai singoli punti di
vista prescindendo dalla loro capacità di coinvolgere un numero maggiore o minore di
osservatori, ha portato alla individuazione di postazioni fotografiche principali e
rappresentative Pertanto, ai fini della presente valutazione, sono stati focalizzati i
seguenti punti di osservazione tutti prevelentemente a carattere dinamico poiché trattasi
di punti di osservazione scaturiti da un percorso viario che ha permesso di inquadrare
l’area di intervento da tutti i lati possibili.
- Foto 1 (Carattere dimamico) è stata scelte in rappresentanza della fruizione
percettiva che avranno gli utenti definibili “esterni” all’intervento, ma che, in pratica,
è significativa nei confronti dell’intero territorio circostante; è la vista è la vista che
si avrà guardando lungo la strada provinciale che conduce ai fondi a valle, in
direzione Petacciato marina; altresì potrebbe essere considerata come una vista
statica poiché per poter fruire di una visuale così ampia, puntando le aree di
intervento localizzate a notevole distanza, è necessario soffermarsi e risultano
pochi gli scorci possibili a causa della tortuosità del tracciato in quei punti.
- Foto 2 – (Carattere dinamico) E’ la vista posizionata lungo la Strada SS16; con
l'approssimarsi all'area di intervento, questa risulta visibile a tratti temporali limitati
data la presenza di vegetazione Si percepisce come anche le leggere balze
collinari possano nascondere e limitare la percezione delle aree.
- Foto 3– (Carattere dinamico) è la vista che si ottiene percorrendo la strada
provinciale Termoli-Petacciato in direzione esterna all’abitato di Petacciato. L’asse
stradale in percorrenza dividerà le aree di intervento a destra e sinistra
mostrandole in primo piano
- Foto 4 – (Carattere dinamico) è la vista dal centro abitato verso Nord dunque
riassume il punto di osservazione dell’intera area di espansione collocata a
nordovest con le stesse considerazioni fatte per la foto n° 1 a causa della notevole
distanza, precisando che trattasi di una vista di notevole brevità temporale, poiché
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possibile solo da alcuni punti percorrendo la strada provinciale che si allontana dal
borgo vecchio.
- Altre visuali sono possibili solo attraversando i fondi e sono poco influenti in
relazione al progetto in esame, per la quantità limitata di osservatori, per la
mancanza o limitatezza di relazione visiva diretta con le opere previste nel
progetto e per il fatto di essere ininfluenti in rapporto alle caratteristiche delle viste
sopraesposte che risultano le predominanti e quella di maggiore frequentazione.
In particolare l’area di intervento in analizzata in foto 3 non risulterà visibile a valle,
in articolare percorrendo la strada statale adriatica SS16 a causa della
conformazione delle balze collinari che nell’area di intervento diventa quasi
pianeggiante.
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- Analisi dei campi visivi
L’analisi dei campi visivi ha condotto alla selezione di n° 4 postazioni fotografiche
ritenute più significative ai fini della valutazione degli effetti sul profilo percettivo, in
particolare la foto 1 riassume la percezione dall’ abitato di Petacciato.
Pertanto si può riassumere quanto segue
analisi dei campi su foto 1 – area di intervento su campo 2
analisi dei campi su foto 2 – area di intervento su campo 2
analisi dei campi su foto 3 – area di intervento su campo 1
analisi dei campi su foto 4 – area di intervento su campo 2
dall’analisi di foto n. 4 si percepisce un notevole grado di antropizzazione in prossimità
delle zone di pianificazione ove l’asse viario autostradale e la presenza di una cava di
argilla risultano i fattori di maggiore disturbo, tali da minimizzare le future interferenze
oggetto del presente studio.
L'area di intervento è quasi sempre percepita in Secondo piano (campo 2 ) data la
distanza dalla viabilità locale, per cui l'impatto visivo risulta di media affermazione
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03 – Descrizione delle opere di progetto
Tutti i caratteri descrittivi oggetto della pianificazione possono essere rilevati
nell’elaborato “Relazione Tecnica” del Piano”, in particolare, per quanto attiene alla
analisi storica, del presente e dell’organizzazione futura del territorio comunale.
In sintesi i caratteri salienti possono essere così riassunti: l’ipotesi progettuale in
argomento prevede, la regolarizzazione e la disciplina dell’esistente e delle residue
previsioni contenute nello Strumento Urbanistico in vigore, un’area di nuova espansione
attestata lungo la già citata direttrice di espansione Petacciato-Termoli; una zona di
espansione lungo la fascia costiera, che ingloba anche l’attuale centro abitato di
Petacciato marina e che, da qui, si estende fino al torrente “Mergola”, che segna il
confine con il Comune di Montenero di B.
In sostanza il piano propone uno schema urbano “a tenaglia”, imperniato sul fulcro
centrale, costituito dall’attuale centro urbano, dal quale promanano i due rami laterali,
circoscritti dal ciglio dell’area in frana, che si estendono fino al mare.
Concettualmente lo schema territoriale si riferisce ad un tipo di sviluppo lineare della
città, compatibile con le linee di forza, descritte in precedenza, ad andamento
prevalentemente longitudinale e che innervano il territorio inglobando fasce caratterizzate
da spessori relativamente ridotti. Tale schema è stato necessariamente adattato alle
esigenze di un centro a prevalente vocazione turistica, strettamente correlata e collegata
alla tutela ed alla salvaguardia delle notevoli emergenze ambientali che connotano il suo
territorio. A tale proposito va sottolineato che la presenza del vasto movimento franoso,
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insieme ad altri fattori accidentali, ha creato una insormontabile cesura territoriale,
impedendo, oggi come all’epoca della stesura della prima edizione del Piano, nel 1973,
di poter attuare un organico collegamento fra centro urbano e zona di espansione
turistica a Nord Ovest.
Sulla base di quanto descritto in precedenza e, in particolare, sulla scorta dei parametri
di impostazione adottati, il territorio dalla presente proposta viene articolato in tre
macrozone principali, già sopra sommariamente delineate. Premesso, quindi, che tutte le
zone saranno dotate di aree destinate alla creazione di spazi ed attrezzature pubbliche
dimensionate in quantità congrua rispetto alle esigenze ed alle caratteristiche d’uso
specifiche, la descrizione delle macrozone può essere così sintetizzata:
- nucleo urbano principale e direttrice di espansione verso Termoli, a carattere
prevalentemente residenziale e turistico-residenziale, ma contenente anche zone
commerciali e produttive, noché due aree di nuova espansione residenziale collegate alle
precedenti e che si estendono in direzione Sud verso l’area cimiteriale
- fascia costiera di Nord Est, è l’area che parte dal complesso residenziale di Petacciato
marina , che contiene insediamenti di tipo misto, residenziale e turistico.
E’ attraversata longitudinalmente dalle grandi arterie nazionali di comunicazione già più
volte citati ed all’interno della quale trova luogo, posta tra l’autostrada A14 e la Ferrovia
“Bologna-Taranto”, la Fornace dei laterizi di Petacciato.
Procedendo dal mare verso l’interno si prevede una puntuale tutela delle valenze
ambientali dell’intera fascia litoranea, che contiene l’arenile, le dune e la retrostante
pineta, fino alla Variante Litoranea alla S. S. 16.
Nelle aree libere da vegetazione si prevede la realizzazione di stabilimenti balneari, di
dimensioni plani volumetriche limitate e realizzati su palafitte di legno sollevate sul
terreno, con carattere di mobilità e costruiti con materiali ecocompatibili , per un numero
complessivo di 7. Tali manufatti saranno posti, relativamente al tratto compreso fra le foci
dei torrenti “Tecchio” e “Mergola”, a coppie ai lati delle fasce tagliafuoco in prossimità
dello sbocco sull’arenile e su aree prive di vegetazione e mai su aree dunali o retrodunali
in legno. Relativamente al piazzale di parcheggio a valle dello scalo ferroviario, si
prevede la realizzazione di due coppie di stabilimenti da ubicare ai lati del preesistente
stabilimento balneare, soggetti alle medesime modalità costruttive descritte in
precedenza.
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Procedendo verso monte lungo la fascia pedecollinare, è previsto l’insediamento di zone
di tipo prevalentemente turistico-ricettivo.
- Inoltre la maglia viaria e le rotatorie di svincolo e di raccordo hanno lo scopo
principale è di prediligere la facilità di collegamenti tra i tre nuclei di addensamento
urbano e di smistamento del traffico locale cercando di creare percorsi che non fossero
circoscritti ma servissero per creare viabilità alternative, in particolare alla Variante
Litoranea alla SS16, che non dovrà essere influenzata dal traffico locale con
conseguente snellimento degli svincoli;
Riferendoci ancora alla zona di espansione più prossima al mare, a netta vocazione
turistica, individuiamo a monte una viabilità tangenziale che seguirà pressappoco
l’andamento planimetrico determinato dalle curve di livello attraverso dei percorsi anulari
a curve di livello, e sfocerà sulla strada “Mare Collina”, in fase avanzata di progettazione
da parte del comune di Montenero di Bisaccia. Il collegamento a valle sarà assicurato da
bretelle viarie.
- IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO
Si riassumono qui a seguito i dati salienti riguardanti il dimensionamento generale:
- le zone perimetrate dal vigente P.R.G., comprese le zone agricole, attualmente
ospitano
3.737 insediati e sono suscettibili di un incremento residuale pari a 1.135 unità;
- le zone di nuova espansione prevedono l’insediamento di 3.024 nuovi insediati;
- nella zona non attuata del P.R.G. in vigore (Comparto 2) si prevede l’insediamento di
1.204 abitanti.
Pertanto, il numero complessivo di abitanti insediabile è pari a 9.100 abitanti.
Per le zone turistiche si prevede una capacità ricettiva complessiva pari a 6.872
fluttuanti.
Va sottolineto infine il notevole ridimensionamento introdotto nelle previsioni per effetto
della redazione della V. A. S. che, a titolo di esempio, ha ridotto il numero di abitanti da
10000 a 9.100 e le presenze turistiche dalle originarie 16.830 unità a 6.872.
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Il dati relativi al dimensionamento globale del Piano e della distribuzione planimetrica
degli interventi, articolata per comparti, sono rilevabili dall’Elaborato ITP 3 (Comparti e
dimensionamento del Piano).
04 - Impatto visivo degli interventi.
Il bacino di “intervisibilità” che definisce gli ambiti da cui l'opera risulta essere visibile, è
stato ottenuto considerando la “visibilità teorica” delle strutture ipotizzate dalla
trasformazione, in riferimento alle sole condizioni morfologiche del territorio e non
considerano sensibili ostacoli sia di origine vegetale, che edilizia.
Ne consegue che i siti interessati dalla pianificazione risultano essere teoricamente
visibili da alcune aree prossime alle strade interpoderali e dalla collina di Petacciato e
Collecalcioni che lo incorniciano, ma effettivamente e realmente visibili da alcuni punti di
osservazione limitati e di carattere dinamico, ove la limitatezza della documentazione
fotografica proposta in esame ne è prova esemplare.
05 - Alternative di localizzazione.
Nell’ambito del territorio comunale ed intercomunale non c’erano altri siti disponibili con
altrettante caratteristiche così vantaggiose per cui non è stato possibile ipotizzare
alternative di localizzazione valide.
L’intera fascia costiera, da Pesaro a Termoli, è stata nel corso del tempo soggetta a
frequenti ed importanti movimenti franosi, dei quali si possono ricordare solo i più
recenti;Ancona, Ortona, Fossacesia Vasto, registrati grazie alla sopravvenuta presenza
della linea di monitoraggio costituita dalla ferrovia Bologna-Taranto, cui recentemente si
sono aggiunte, nell’ordine, la Variante Litoranea alla S.S. 16 e l’Autostrada A14.
Le prime notizie certe dei movimenti franosi si hanno nel 1906, fornite dalle Ferrovie
dello Stato. Nel 1932, da una relazione comunale, si apprende che un movimento
franoso ha reso inabitabili molte abitazione del borgo vecchio di Petacciato e, a valle, ha
provocato lo spostamento di un tratto dei binari della ferrovia. Nel 1953 il Genio Civile di
Campobasso accerta l’attivazione di un movimento franoso, di estensione pari a circa
200 Ha, che ha interessato la periferia orientale dell’abitato, danneggiando gravemente
parecchie abitazioni, ed ha provocato la interruzione di molte arterie stradali lungo il
litorale.
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Ad intervalli regolari, fino al 1963, si sono ripetuti fenomeni analoghi nella stessa area
di territorio.
Nel 1963 parte dell’abitato antico è stato ammesso a parziale trasferimento ed è stato
inserito nei benefici economici della Legge n° 445/1905 con il D.P.R. n° 647/1963.
… Altro grave dissesto si è attivato nel 1979, interessando abitazioni, la rete idrica
comunale, la ferrovia e la Variante Litoranea alla S.S. 16, provocandone lo spostamento.
Nel 1991, infine si è verificato un ampio movimento franoso che ha provocato ingenti
danni all’interno dell’area di influenza ed ha interessato tutto il corpo di frana che, da
Petacciato, si sviluppa per una lunghezza maggiore di 2 Km, prima di immergersi nel
fondale marino, e per uno sviluppo dell’antico ciglio di circa 1 Km. In corrispondenza della
linea di costa è emersa una striscia di argilla dall’arenile sabbioso nonché alcuni piccoli
crateri di acqua e melma argillosa.
Sulla scorta dell’esperienza storica e degli studi compiuti di recente da parte dei proff.
Vincenzo Cotecchia e Gregorio Melidoro, il Piano di Assetto Idrogeologico in corso di
approvazione da parte della Regione Molise, prevede una area di rischio che viene
riportata in figura.
Altro fattore di evidente disagio territoriale è rappresentato dal sacrificio che l’intera
fascia costiera pedecollinare soffre a causa della presenza dei grandi assi di
comunicazione che la attraversano senza soluzione di continuità per l’intero tratto,
l’autostrada A14, la ferrovia Bologna-Taranto e, soprattutto la Variante Litoranea alla S.S.
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ambientale e turistico dell’intera fascia costiera Adriatica nazionale: conflitto che nel
territorio di Petacciato viene acuito dalla ristrettezza delle dimensioni della spiaggia.
Infine una serie di vincoli sovraordinati sul territorio del Comune restringono il campo
d’azione tra cui:
- Il Sito di Importanza Comunitaria, contraddistinto come IT7238221, relativamente alla
fascia costiera dalla carreggiata della Variante Litoranea alla S.S. 16 fino al mare;
- le limitazione imposte per la sede del tratturo “L’Aquila -Foggia”;
- la presenza della pineta attualmente sottoposta alla gestione ed al controllo da parte
dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura;
- il controllo da parte della Capitaneria di Porto e della Regione Molise relativamente alla
fascia di Demanio Marittimo (aree retrodunali, dunali ed arenili marini).
Dunque nell’ambito del territorio comunale ed intercomunale non c’erano altri siti
disponibili con altrettante caratteristiche così vantaggiose per cui non è stato possibile
ipotizzare alternative di localizzazione valide.
Si ritiene, nei limiti delle finalità che l’intervento si propone, che non esistano
valide alternative alla localizzazione proposta
06 - Misure per l’attenuazione degli impatti.
Verranno prese le seguenti misure per l’attenuazione dell’impatto:
1 – regolamentazione delle scale cromatiche
2 – previsioni di in edificazione in posizione sommitale alle colline
3 - zone F previste a contorno degli insediamenti nelle quali si individueranno aree verdi
e parchi, in particolare:
individuare i criteri di progettazione e i requisiti prestazionali delle aree per insediamenti
produttivi, secondo quanto prescritto nell’allegato tecnico di indirizzo del PTCP, che:
limitino l’impatto visivo, realizzino fasce verdi, mantengano la permeabilità dei suoli,
riutilizzino le acque meteoriche, prevedano sistemi di depurazione a basso impatto,
centri di raccolta
differenziata dei rifiuti, preveda le aree ecologicamente attrezzate; inoltre garantiscano la
conservazione e permanenza per usi agricoli nelle discontinuità esistenti delle
espansioni insediative a carattere lineare.
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Nel caso in esame la scelta morfologica della maglia viaria ed il suo adattamento alla
orografia dei luoghi tende a produrre una linea di confine dell’edificato il più possibile
adattato alla realtà preesistente e ciò consentirà di ottenere un passaggio non traumatico
fra città e campagna, ma, nello stesso tempo, una lettura netta e precisa del disegno
della città, percepibile da ogni punto del territorio e consentendo, così, di percepire la
sintonia fra gli elementi in giuoco, evitando la creazione di grandi muraglie, scarpate e
terrapieni.
Inoltre la previsione di creazione di aree destinate a spazi ed attrezzature pubbliche
distribuite in modo equilibrato e congruo rispetto al peso urbano, collocate e quantificate
in modo strategico, tali da assicurarne la necessaria effettiva fruibilità, lasciando alla fase
attuativa il completamento del corredo di tali aree, in modo tale da favorire un disegno
complessivo il più organico ed efficiente possibile, confidando in ciò nella capacità dei
professionisti che opereranno in fase esecutiva e, contemporaneamente in un efficace
controllo da parte dei preposti organi comunali di indirizzo controllo;
Infine la previsione di creazione di aree destinate a spazi ed attrezzature pubbliche
distribuite in modo equilibrato e congruo rispetto al peso urbano, collocate e quantificate
in modo strategico, tali da assicurarne la necessaria effettiva fruibilità, lasciando alla fase
attuativa il completamento del corredo di tali aree, in modo tale da favorire un disegno
complessivo il più organico ed efficiente possibile, confidando in ciò nella capacità dei
professionisti che opereranno in fase esecutiva e, contemporaneamente in un efficace
controllo da parte dei preposti organi comunali di indirizzo controllo;
07 – Conclusioni.
Valutata l’influenza sugli aspetti percettivi e paesaggistici del luogo, sulla base di quanto
descritto in precedenza, si ritiene che la variante generale al P.R.G. di Petacciato, per
quanto attiene al tematismo percettivo, sia compatibile con le norme contenute nel
P.T.P.A. di A.V. n° 1 e che, conseguentemente, sia ammissibile la sua attuazione.
Il redattore:
(dott. Arch. Cirino F. FERAUTO)