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Via Giuseppe Broggi, 17 20129 Milano (MI)
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Caro lettore,
nata da un team interamente under 30, con un forte radicamento sul territorio, Coin du Roi è la prima compagnia musicale ad offrire una experience storica totalizzante.
Attraverso la riproposizione accurata della realtà del diciassettesimo e diciottesimo secolo, i nostri artisti sapranno guidarvi in un viaggio nel passato, curato in ogni minimo dettaglio.
L’associazione Coin du Roi di Milano, la cui compagine è formata da artisti di grandissimo talento, è lieta di presentare le proposte artistiche per la stagione 2015/2016.
Christian Frattima Direttore Artistico
Alberto Luchetti Direttore Generale
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INDICE
La nostra proposta artistica ............................................................................... 6
L’Orchestra .......................................................................................................... 8
I componenti ....................................................................................................... 9
Recensioni e critiche ........................................................................................ 12
Proposte 2015/16 ................................................................................................ 14
Chi siamo ........................................................................................................... 27
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LA NOSTRA PROPOSTA ARTISTICA
Durante la metà del XVIII secolo in Francia, una disputa denominata Querelle des Bouffons contrapponeva il “Coin du Roi” (Angolo del Re), rappresentato dai sostenitori dell’opera di Lully, Rameau e Gluck, al “Coin de la Reine” (Angolo della Regina), composto dai sostenitori dell’opera buffa italiana di Orlandini e Pergolesi. I primi difendevano la solennità e grandiosità dell’opera francese, gli altri parteggiavano per l’intelligibilità e godibilità dell’intermezzo italiano. I nomi delle due fazioni scaturivano dai settori del teatro nei quali i disputanti erano soliti riunirsi.
L’associazione Coin du Roi nasce oggi a Milano, per recuperare il clima raffinato e appassionato di quell’epoca, valorizzando contemporaneamente il repertorio musicale preromantico ed i contesti teatrali di pregio ma di ridotte dimensioni. Un’offerta ricercata per un pubblico ricercato, fruita in spazi adeguati per dimensione ed estetica.
Nel riproporre l’estetica storica rispettando la volontà degli autori, scegliamo di non evitare il confronto con la realtà percettiva dello spettatore odierno. Le nostre produzioni sono quindi storicamente pertinenti ma mai “museali”: non rifuggiamo il progresso, cerchiamo invece una sintesi di grande levatura artistica tra passato e presente.
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L’ORCHESTRA
Nucleo vitale di Coin du Roi è la nostra orchestra filologica, specializzata nel repertorio barocco e classico. Gli orchestrali, professionisti di grande levatura musicale ed esperienza, suonano su strumenti storici e leggono direttamente dai manoscritti, garantendo l’autenticità interpretativa.
Alla base della visione artistica dell’orchestra vi è l’esegesi delle fonti musicali, ma la filologia non viene intesa come àncora ad un passato che mai potrà ritornare, bensì come base per un processo hegeliano di crescita ed evoluzione.
La compagine comprende fino a trentacinque musicisti specializzati nel repertorio del Settecento e spicca per internazionalità, annoverando tra le sue fila musicisti provenienti da Italia, Francia, Spagna, Messico, Russia, Lituania, Argentina e USA.
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I COMPONENTI
Flauti: Laura M. Ansante, Carolina G. Putica Ida Febbraio Marcello Lucifora Luca Ventimiglia
Oboi: Michele Favaro Rei Ishizaka
Chalumeau/Clarinetti: Lorenzo Dainelli Massimiliano Limonetti
Fagotti: Giacomo Cella
Corni: Stefano Fracchia Sebastian Mulè Stefano Rossi
Trombe: Riccardo Cerutti Alessio Coco
Timpani: Nadiah Bendjaballah
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Violini: Fiammetta Borgognoni Jeremie Chigioni Ilaria A. Daga Angelo Di Ianni Maria Grokhotova Yayoi Masuda Linda Pribiennow Joanna Piszcorowitz Germana Porcu Elisa Scaramozzino Andrea Vassalle Regina Yugovich
Viole: Maria Bocelli Leoluca Di Miceli Svetlana Fomina Carmen Munoz Hernandez Federico Stassi Francesco Tosco Katerina Zacharova
Violoncelli: Thomas Chigioni Marlise Goidanich Ruta Tamutyte Issei Watanabe
Contrabbassi: Angel Luis Martinez Perez Adrien Alix
Tiorbe: Domenico Cerasani Mauro Pinciaroli Paola Ventrella
Clavicembalo: Giorgio Dal Monte
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RECENSIONI e CRITICHE
“ La neonata associazione Coin du Roi, producendo e portando in scena Serse di G. F. Händel si è resa protagonista di un evento che, senza esagerazioni, definiremmo storico per la città di Milano ”
Danilo Boaretto (OperaClick)
“ Created by young artists and administrators, all under-30, the privately-funded “Société d'Opéra” polishes Baroque operas into HIP (historically informed performance) expositions. […] The audacious, Baroque juggernaut falls between courage, tenacity and luck (and a bit of madness) […] Small miracles abound – an opera company was born. Milan last heard Handel's rare stab into satire and irony in 1962 at Teatro alla Scala. ”
Courtney Smith (Bachtrack) “ Ho appena appreso di questa
nuova realtà: CoinduRoi. Finalmente! Ai bravi musicisti/imprenditori tutto il mio sostegno e In Bocca al lupo!! ”
Anna Bonitatibus
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Le nostre sedi: il Teatro Litta, unico teatro di corte a Milano e lo storico Teatro Goldoni di Venezia.
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PROPOSTE 2015/2016
Opera Coin du Roi è attualmente l’unica compagnia privata specializzata in opera preromantica in
Europa. I nostri allestimenti sono interamente scenici e filologici, nonché prodotti nella loro totalità in Italia. I nostri cast sono selezionati fra i migliori specialisti in questo repertorio da tutto il mondo. Punto cardine della nostra compagnia è la valorizzazione dei migliori talenti giovanili italiani ed esteri. Ciò ovviamente comporta un lavoro capillare di talent-scouting da parte nostra, che ci conduce nelle più rinomate accademie d'Europa, Asia e America, nei concorsi, nelle produzioni barocche di tutto il mondo, a scoprire le voci potenzialmente più valide. Questo aspetto, unito alla razionalizzazione dei costi variabili ed alla quasi totale abolizione di quelli fissi, rende le nostre produzioni operistiche assai competitive sotto il profilo dei costi, ed imbattibili in rapporto qualità/prezzo. Importante aspetto della nostra value proposition è la restituzione della convivialità settecentesca legata al teatro musicale. Il teatro nel barocco era punto d’incontro fondamentale, centro delle attività cittadine e luogo di interscambio culturale continuo. A questi principi si ispira Coin du Roi, che si pregia di offrire agli spettatori un’experience completa, dalla musica al banchetto storico, agli intermezzi musicali offerti durante gli intervalli.
Coin du Roi è aperta a co-produzioni, noleggio, circuitazione e vendita produzioni.
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La stagione 2015 Georg Friedrich Händel
SERSE (1738)
Un classico del repertorio barocco, una pietra miliare della tecnica canora settecentesca. Oltre che per l’altissima qualità compositiva e per la presenza della celeberrima pagina “Ombra mai fu”, l’opera semi-seria si ricorda per la particolare compresenza, di matrice pre-metastasiana, di personaggi buffi accanto a figure solenni. Lo humor è in effetti molto raffinato ed iconoclasta, deridendo l’autore infatti, come il binomio Mozart-Da Ponte farà in seguito, non solo i comprimari ma anche i personaggi aulici presenti. È inoltre possibile notare, in erba, un principio compositivo unitario lungo l’opera, a differenza della maggioranza della produzione coeva, a numeri strettamente chiusi e segregati.
Al Teatro Litta di Milano dal 28 al 29 maggio 2015.
Direzione di Christian Frattima, regia di Valentino Klose, scene e costumi di Alessandra Boffelli Serbolisca
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W. A. Mozart
APOLLO ET HYACINTHUS (1767)
Prima opera di un geniale Mozart undicenne, Apollo et Hyacinthus K 38 è un intermezzo in tre atti in lingua latina, commissionato al giovanissimo autore da padre Rufinus Widl per “intermezzare” il suo colossale dramma scolastico Clementia Croesi (La clemenza di Creso). Sebbene si tratti di uno stile ancora legato ai dettami dell’epoca galante e del tardo-barocco italiano, la partitura stupisce per originalità e per perizia nella gestione del materiale musicale. Di speciale interesse è la tecnica vocale particolarmente virtuosistica richiesta, che ricorda i compositori viennesi a cavallo tra barocco e classicismo quali Florian Leopold Gassman. L’opera verrà eseguita insieme alle due sinfonie mozartiane composte dalla nascita al 1767, ovvero la K 16 in mi bemolle maggiore e la K 19 in re maggiore.
Al Teatro Litta di Milano dal 16 al 18 ottobre 2015.
Direzione di Christian Frattima, regia di Alessio Pizzech, scene e costumi di Davide Amadei
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Giovanni Bat t i s ta Pergo l e s i
LA SERVA PADRONA (1733) LIVIETTA E TRACOLLO (1734)
Gli ultimi due, e forse i più rappresentativi intermezzi comici napoletani della storia della musica. L’intermezzo, antesignano dell’opera buffa, era un genere così denominato in quanto eseguito durante gli atti delle opere serie. Di grande impatto scenico, breve durata e contenuto musicale frizzante, il genere dell’intermezzo aveva tra i sostenitori gli enciclopedisti Diderot, d’Alembert e Rousseau. La serva padrona, celeberrima composizione ripresa da Paisiello anni dopo, è caratterizzata da un soggetto e da un’ambientazione prettamente borghesi, mentre Livietta e Tracollo tratta tematiche d’ispirazione popolare. Gli artifici letterari e musicali sono in entrambi gli intermezzi di notevole contenuto parossistico, con punte di moderno surrealismo.
Al Teatro Litta di Milano dall’11 al 13 dicembre 2015.
Direzione di Christian Frattima, regia, scenografie e costumi di Olivier Lexa.
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Proposte musicali
Coin du Roi svolge un’intensa attività concertistica in tutto il mondo in formazione orchestrale, proponendo concerti di altissima qualità musicale e sicuro impatto sul pubblico. I primi due decenni del ventunesimo secolo hanno registrato un fortissimo incremento di interesse degli ascoltatori verso le formazioni che suonano musica antica su strumenti originali, e Coin du Roi estende il concetto di filologia a tutti i contenuti esperienziali offerti, dalla musica al catering ai supporti figurativi alla stampa.
Oltre alla sua compagine più estesa che conta circa trentacinque musicisti, Coin du Roi comprende una serie di ensemble da camera il cui repertorio copre un arco repertoriale di tre secoli, dal rinascimento al classicismo.
Il nostro impegno artistico è dunque duplice: in primis valorizzare un repertorio in Italia poco eseguito, in secundis dare lustro e visibilità agli splendidi teatrini sociali e di corte dimenticati o scarsamente valorizzati. Le nostre proposte musicali sono innumerevoli e “sartoriali”, realizzate ad hoc per cogliere il genius loci e per restituire vitalità e significato a luoghi d’eccezione, accanto ad una programmazione principale di altissimo contenuto artistico.
Di seguito alcune nostre proposte-modello da cui partire.
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CONCERTI (in ordine di complessità):
Concerto solista L’essenza del barocco in un solo strumento chiave. Un concerto prestigioso e contenuto, ideale per ambienti raccolti (esempi: Tiorba sola / Clavicembalo solo).
Recital di canto La sintesi dell’opera barocca: le più belle pagine di virtuosismo ed espressione canora in un concerto mozzafiato (Voce accompagnata da Tiorba o Clavicembalo).
Trio barocco Basso, melodia ed armonia. Le tre basi compositive del barocco garantite da un ensemble versatile, intramontabile e sonoro (Violino, Violoncello e Tiorba o Clavicembalo).
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Ensemble flauti dolci Un suono tipico del rinascimento e del barocco, emozioni uniche, atmosfere rarefatte. Lasciatevi trasportare in un viaggio nelle corti nobiliari del passato (4 o più Flauti dolci).
Quartetto d’archi Una formazione di grande eleganza e versatilità. Secoli di storia contemplati dal vasto repertorio del nostro quartetto filologico (Violino primo, Violino secondo, Viola, Violoncello).
Ensemble barocco Una formazione versatile, che già dà un’idea di fasto e completezza, senza però comportare costi elevati. La forza commovente del barocco italiano e d’oltralpe (16 musicisti più il direttore d’orchestra, fra gli strumenti: Violini primi e secondi, Viole, Violoncelli, Oboi, Flauti, Tiorbe, Clavicembalo).
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Orchestra barocca completa I fasti della musica di un tempo. Una formazione adatta alle ricorrenze più importanti o le venue più selezionate. L’emozione autentica di una formazione barocca al completo, con strumenti quali tiorbe, arciliuti, oboi barocchi e fagotti barocchi, flauti dolci, clavicembalo ed archi… (30 musicisti più il direttore d’orchestra, fra gli strumenti: Violini primi e secondi, Viole, Viole da gamba, Violoncelli, Contrabbassi, Oboi, Flauti, Chalumeau, Corni, Trombe, Tiorbe, Clavicembalo, Timpani e Percussioni).
Orchestra classica completa con coro e voci soliste Requiem, oratori, sinfonie classiche, arie d’opera fino al primo ottocento, scene d’opera belcantistiche… tutte le più grandi creazioni monumentali del Classicismo e primo Romanticismo (40 strumentisti più il direttore, 20 coristi, 4 solisti; fra gli strumenti: Violini primi e secondi, Viole, Violoncelli, Contrabbassi, Oboi, Flauti, Clarinetti, Corni, Trombe, Timpani e Percussioni).
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CHI SIAMOCHRISTIAN FRATTIMA
Direttore artistico e direttore d’orchestra stabile
Christian Frattima inizia lo studio del violino all’età di quattro anni, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore nel 2003. Si perfeziona con il M° Pellegrino e nel 2005 inizia lo studio della direzione d’orchestra con D. Pavlov. Prosegue gli studi con il M° Nicotra e partecipa a masterclass internazionali con direttori del calibro di Gergiev e Panula. Nel 2007 inizia a studiare direzione d’orchestra sotto la guida di J. Domarkas. Si laurea in Scienze Economiche ed in Direzione d’orchestra sinfonica col massimo dei voti e la lode, si perfeziona con E. Klas ed inizia a lavorare come direttore d’orchestra al Teatro di Vilnius. Nel 2010 diventa direttore del teatro musicale di Klaipeda (LT), e principia una carriera direttoriale in Russia, USA, Inghilterra e
Francia. È uno dei più quotati interpreti ed esperti del Settecento mitteleuropeo e del sinfonismo russo di periodo sovietico. È attivo in qualità di critico musicale, compositore, revisore ed autore di oltre cento monografie ed articoli su riviste specializzate. La critica scrive di lui: « La sua bacchetta è vigorosa, tecnicamente ineccepibile e di rara chiarezza, un gesto molto professionale ed elegante ».
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ALBERTO LUCHETTI Direttore Generale
Che sia per eredità paterna o per gli anni trascorsi all’Università Bocconi fra Bachelor, Specialistica e Master, la strada di Alberto Luchetti è sempre stata legata a doppio filo con l’imprenditorialità. Doppio filo a tutti gli effetti, poiché in parallelo alla via del management corre la trama della passione per l’arte, perseguita prima da appassionato amatore (cineasta) e poi da critico (teatrale e musicale, attualmente per OperaClick). Inevitabile che dagli inizi strettamente aziendali (in imprenditoria e-commerce e in revisione contabile per la Deloitte & Touche), la sua strada si sia progressivamente piegata verso l’imprenditoria culturale. In questo campo si è distinto lavorando presso prestigiose istituzioni culturali internazionali quali in particolare il Teatro alla Scala di Milano (nell’ufficio Sovrintendenza e Relazioni Esterne) e la Staatsoper im Schiller Theater di Berlino (nell’ufficio di Drammaturgia). Ha inoltre collaborato con il canale Sky Classica alla realizzazione di documentari su istituzioni musicali ed è responsabile organizzativo della rivista culturale Tempo e Arte.
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BAROCCO e NEOBAROCCO
Volendo offrire una concisa definizione del termine “Barocco”, probabilmente non riusciremmo ad evitare la banalizzazione di una concettualità artistica radicata proprio sull’elusione di ogni rigido schematismo. La poliedricità stilistica in auge durante il periodo ha portato alcuni studiosi a negare l’esistenza di una poetica barocca unitaria, non riuscendo essi a cogliere nell’estrema ecletticità, i tratti salienti di uno stile cento cinquantenario.
I caratteri distintivi dell’arte barocca risultano ben definiti, soprattutto in musica, e rispondono fulgidamente all’esigenza di centralità che l’uomo seicentesco, galileiano, laico, cittadino dei grandi stati nazionali nascenti, avvertiva sempre più. Se le arti figurative dovettero attendere il secondo settecento per emanciparsi dall’egida del primato teologico, in musica già a partire dagli albori del ‘600, quando i primi drammi in musica videro la luce, la nuova poetica cominciò a rivelarsi in tutta la sua essenza squisitamente terrena. Il contrasto tra polifonia sacra rinascimentale e monodia barocca profana d’ispirazione greca, ben illustra la richiesta d’intelligibilità da parte di un homo novus che desiderava essere coinvolto, ammaliato, meravigliato, intrattenuto dalla musica.
Ed è proprio sullo stupore che l’arte barocca puntò. I contrasti tra luci ed ombre, fasto e sobrietà, gioia e languore risultano un elemento fortemente umano, massima espressione dello spirito dionisiaco. Ritenendo però che la visione centralistica della persona debba necessariamente portare
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alla formulazione di un’estetica del reale, ci si scontra con la primigenia antitesi del Barocco: la finzione fu elemento cardinale ed irrinunciabile. Basti pensare ai “castrati”, tanto di moda al secolo. La loro voce, non configurabile all’interno di parametri naturali, non femminile né maschile, si prestava perfettamente a rappresentare eroi e condottieri, personaggi al confine tra storia mito.
La prospettiva fortemente umanistica non annullava d’altro canto la ricerca di spiritualità da parte degli artisti barocchi. Al contrario, essi espressero una duale ricerca di trascendenza: da un lato, gli autori che come J.S. Bach protesero al Pantocreatore attraverso le più alte strutture compositive e matematiche, anelando a un ponte spirituale tra mens humana e mens divina; dall’altro i compositori che come Claudio Monteverdi, occupandosi esclusivamente di musica profana, ricercarono una trascendenza laica, compiendo una profonda indagine psicologica dei propri personaggi e ricercando il modo per suscitare nell’ascoltatore le emozioni più autentiche. E’ il tempo della retorica musicale e della teoria degli affetti.
Il Barocco fu di sicuro un periodo di democrazia creativa: gli operisti italiani, a partire dal 1637 (anno di istituzione del primo teatro impresariale), ebbero come unico giudice e referente il proprio pubblico, al gusto del quale indirizzarsi. È tuttavia altrettanto vero che oltralpe fu il tempo dei grandi sovrani illuminati. Il Re Sole, provetto ballerino ed amante della musica egli stesso, probabilmente influenzò più di ogni altro sovrano il corso della musica, direttamente ed indirettamente. Ci chiediamo: è forse la fede indubitabile nella struttura sociale di tipo piramidale a rafforzare così tanto l’idea di tonalità? Sono forse le leggi di Keplero sull’orbita ellittica che identificando un afelio, un
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perielio ed un fuoco di attrazione legittimano indirettamente la supremazia dei tre centri d’attrazione armonica: tonica, dominante, sottodominante? Qualunque sia la risposta, l’ellisse è figura geometrica fondamentale del Barocco, sia nelle arti figurative, sia in musica.
Se da un lato l’idea dell’auctoritas infondeva piena fiducia e positivismo, dall’altro, in un epoca ancora sferzata da pestilenze, guerre e carestie, l’alta società temeva più di ogni altra cosa la perdita del proprio status. Ciò portò alla volontà di affermare veementemente i privilegi sociali acquisiti. Il concetto trasmigrò in arte come ostentazione dello sfarzo e sovrabbondanza di ornamentazioni: in musica è l’epoca degli abbellimenti, del virtuosismo strumentale, del funambolismo dei castrati. La teoria aristotelica dell’Horror Vacui, ovvero della preponderanza dello spazio pieno rispetto a quello vuoto, sebbene confutata dalle leggi di Torricelli e Pascal, continuava a tradursi in un’attenzione ossessiva al dettaglio piuttosto che all’insieme.
Eugenio d’Ors intorno al 1950 propose una lettura metastorica del Barocco, assumendo che non si tratti di un periodo storicamente circoscritto, ma di una tendenza artistica reiterata nel tempo, un atteggiamento poetico traducibile nella fase hegeliana del fuori-di-sé, durante la quale l’arte, prima ingabbiata in canoni formali claustrofobici, prepotentemente elude le linee di fuga, estrinsecandosi in un primo momento nell’innovazione, e traducendosi secondariamente nei manierismi storici. L’ipotesi dell’autore spagnolo è senz’altro suggestiva, e ci permette di avanzare un parallelismo tra i giorni nostri ed i secoli XVII e XVIII.
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Oggi viviamo certamente in un periodo neo-barocco, e lo testimoniano tantissimi fattori. E’ un periodo di entusiasmo tecnologico-scientifico, un periodo nel quale internet ha abbattuto ogni distanza. E’ un periodo di predominio dei grandi monopolî e di rafforzamento delle entità statali dominanti. E’ un periodo di crisi delle ideologie filosofico-politiche e di rafforzamento dell’ideale estetico. L’apparire, mai come oggi, ha ricoperto un’importanza trasversale: i social network e la costante propensione alla comunicazione effimera hanno riportato in auge l’idea settecentesca della finzione legittimata. E’ un’età multistilistica e di contaminazione, è un’età dei contenuti shocking e del primato polisensoriale, attestato dalla diffusione del cinema 3D.
La musica del seicento e settecento ha il grande pregio di interpretare o meglio descrivere alla perfezione i contesti post-moderni nei quali è “immersa”. Sorprendente è l’eleganza eterea che caratterizza le note di Händel o Bach in relazione alle odierne vedute urbane decadenti, ciò a riprova dell’attualità e universalità della musica barocca. Affinché la magia del transfert spazio-temporale si verifichi, è però d’uopo che l’interpretazione restituisca la purezza cristallina di un suono astratto, quasi atavico, scevro da ogni cristallizzazione romantica, così come pensato dai compositori barocchi. Un suono senza tempo. In questo risiede il nostro interesse filologico: non nella pretesa di ricreare un’esperienza storicamente perfetta, impresa fallimentare in partenza, ma nella volontà di offrire agli ascoltatori quel caleidoscopio di “affetti” tanto cari all’estetica del tempo, attraverso i quali godere di una proposta musicale autentica ma attuale, in breve “neo-barocca”.
Christ ian Fratt ima
Credits
Il ritratto di G.F. Händel, riportato a pagina 7, attribuito a Balthasar Denner, 1726-1728, è custodito alla Nation Portrait Gallery di Londra.
Il successivo, a pagina 8, custodito al Mozarteum Salzburg e raffigurante W. A. Mozart, risale al 1762 ed è attributo a Pietro Lorenzoni.
Quello che ritrae G. B. Pergolesi, di pagina 9, è di Domenico Antonio Vaccaro, risale al XVIII secolo ed è custodito al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.
I diritti di riproduzione delle immagini delle pagine 13,14 e 15 sono dei soggetti ritratti.
Le immagini di pagina 4 e 10 sono di proprietà dei rispettivi teatri.