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Sommario Focus “customer satisfaction” Presentazione dei questionari di soddisfazione anno 2014 Pag 1 Paola Garbella Direzione Generale Ufficio Qualità e Comunicazione Rubrica “Lo sai che…”: Club Yoga della Risata Pag 5 La Terapia del viaggio Pag 6 Emanuela Petit, Responsabile AMB Residenza Maria Grazia Progetto “ORTIAMO” Pag 10 Istituto d’Istruzione Superiore “V. Rubens” e Opera Pia Cerino Zegna Onlus Marzo 2015: attività convegnistica Pag 11 CONVEGNO “Il valore della relazione uomo – animale oggi: le attività educative, assistenziali e terapeutiche in collaborazione con gli animali” CONVEGNO RSA SUMMIT Pag 12 CONVEGNO Pag 13 Best Practice e innovazione nelle RSA: esperienze a confronto 40° Anniversario fondazione CBA Pag 13 I Ricordi del cuore Pag 13 Studiamo l’anatomia dell’OSS Pag 15 Rubrica “Donazioni” Pag 16 Rifacimento rampa accesso piano seminterrato 1 Via Martiri Libertà 196 - 13897 Occhieppo Inferiore Biella - Direttore responsabile: Corradino Pretti Spedizione in A.P. - Art. 2 lettera C Legge 23/12/96 n. 662 - Filiale di Vercelli - Stampato in proprio - Registrazione Triunale di Biella n. 476/98 Quadrimestrale dell’Opera Pia A. E. Cerino Zegna - Aprile 2015 - Anno 18, numero 1 Focus “customer satisfaction” Presentazione dei questionari di soddisfazione anno 2014 Come ormai tradizione biennale a partire dall’anno 2000, ecco uno speciale numero del CERINOTIZIE de- dicato a restituire i risultati emersi dall’indagine sulla soddisfazione (questionari di soddisfazione) realizza- ta durante i mesi di novembre e dicembre nelle due Strutture di Occhieppo Inferiore e di Lessona, facen- ti parte dell’Opera Pia Cerino Zegna Onlus. Si tratta di un’indagine che negli anni ha visto cam- biare lo strumento (questionario), per cercare di ot- tenere sempre più un risultato di autenticità delle rilevazioni. Nelle pagine che seguiranno Daniela San- dri, referente per la qualità del Cerino Zegna, ha rias- sunto il percorso di questi 15 anni in merito alle inda- gini di soddisfazione eseguite. Relativamente all’ultima che andiamo qui a com- mentare, è doveroso prima di tutto iniziare dai rin- graziamenti per la partecipazione di tutti, soprattut- to ospiti e famigliari, ma anche dipendenti e volontari all’iniziativa. Il passo successivo è la lettura dei dati predisposti, cui aggiungo un personale commento introduttivo. Mi pare che la frase che meglio sintetizza la situazio- ne sia “NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE” a cui aggiungerei SE SI “IMPARA AD ASCOLTARE”. Infatti, nello scorrere i dati salienti evidenziati, si evince come, soprattutto nelle colonne intitolate “possiamo migliorare”, molti aspetti siano frutto di un più profondo ascolto e predispongano ad una riflessione per avviare nuove modalità, ad esempio comunicative, affinché tutti abbiano le stesse infor- mazioni. Certamente, per la Struttura di Occhieppo Inferiore è da migliorare la comunicazione con i dipendenti in modo che la loro partecipazione possa essere più attiva, certi di essere presi in considerazio- ne. Quello che posso assicurare è che tutti i punti evi- denziati come passibili di miglioramento, saranno

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SommarioFocus “customer satisfaction”Presentazione dei questionari di soddisfazione anno 2014 Pag 1Paola Garbella Direzione GeneraleUfficio Qualità e Comunicazione

Rubrica “Lo sai che…”:Club Yoga della Risata Pag 5

La Terapia del viaggio Pag 6Emanuela Petit, Responsabile AMBResidenza Maria Grazia

Progetto “ORTIAMO” Pag 10Istituto d’Istruzione Superiore “V. Rubens”e Opera Pia Cerino Zegna Onlus

Marzo 2015: attività convegnistica Pag 11CONVEGNO“Il valore della relazione uomo – animale oggi:le attività educative, assistenziali e terapeutichein collaborazione con gli animali”

CONVEGNORSA SUMMIT Pag 12

CONVEGNO Pag 13Best Practice e innovazione nelle RSA: esperienze a confronto

40° Anniversario fondazione CBA Pag 13

I Ricordi del cuore Pag 13

Studiamo l’anatomia dell’OSS Pag 15

Rubrica “Donazioni” Pag 16Rifacimento rampa accesso piano seminterrato

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Via Martiri Libertà 196 - 13897 Occhieppo Inferiore Biella - Direttore responsabile: Corradino PrettiSpedizione in A.P. - Art. 2 lettera C Legge 23/12/96 n. 662 - Filiale di Vercelli - Stampato in proprio - Registrazione Triunale di Biella n. 476/98

Quadrimestrale dell’Opera Pia A. E. Cerino Zegna - Aprile 2015 - Anno 18, numero 1

Focus“customersatisfaction”Presentazione dei questionaridi soddisfazione anno 2014

Come ormai tradizione biennale a partire dall’anno2000, ecco uno speciale numero del CERINOTIZIE de -dicato a restituire i risultati emersi dall’indagine sullasoddisfazione (questionari di soddisfazione) realizza-ta durante i mesi di novembre e dicembre nelle dueStrutture di Occhieppo Inferiore e di Les sona, facen-ti parte dell’Opera Pia Cerino Zegna Onlus.Si tratta di un’indagine che negli anni ha visto cam-biare lo strumento (questionario), per cercare di ot -te nere sempre più un risultato di autenticità dellerilevazioni. Nelle pagine che seguiranno Daniela San -dri, referente per la qualità del Cerino Zegna, ha rias-sunto il percorso di questi 15 anni in merito alle inda-gini di soddisfazione eseguite.Relativamente all’ultima che andiamo qui a com-mentare, è doveroso prima di tutto iniziare dai rin-graziamenti per la partecipazione di tutti, soprattut-to ospiti e famigliari, ma anche dipendenti evolontari all’iniziativa.Il passo successivo è la lettura dei dati predisposti, cuiaggiungo un personale commento introduttivo.Mi pare che la frase che meglio sintetizza la situazio-ne sia “NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE” a cuiaggiungerei SE SI “IMPARA AD ASCOLTARE”.Infatti, nello scorrere i dati salienti evidenziati, sievince come, soprattutto nelle colonne intitolate“pos siamo migliorare”, molti aspetti siano frutto diun più profondo ascolto e predispongano ad unariflessione per avviare nuove modalità, ad esempiocomunicative, affinché tutti abbiano le stesse infor-mazioni. Certamente, per la Struttura di OcchieppoInferiore è da migliorare la comunicazione con idipendenti in modo che la loro partecipazione possaessere più attiva, certi di essere presi in considerazio-ne. Quel lo che posso assicurare è che tutti i punti evi-denziati come passibili di miglioramento, saranno

nelle dovute sedi, analizzati e ove possibile si agiràper migliorare.Allo stesso modo sarà nostra cura mantenere quel-le situazioni evidenziate come punti di forza, nellospirito del Miglioramento Continuo della Qualitàche insegna come siano fondamentali analisi e ve -rifica per ripartire con nuovi obiettivi mirati a ren-dere la permanenza e la vita nelle nostre Strut turedegna di essere vita vissuta fino in fondo.Ora nell’accompagnarvi alla lettura dei risultati del - l’indagine 2014, voglio invitarvi a leggere te nendopresente le parole chiave: ASCOLTO – APPRENDI-MENTO – ANALISI e CAMBIAMENTO.Con questo spirito insieme continuiamo a miglio-rare la nostra realtà.Grazie a tutti e buona lettura

La Direzione Generale Paola Garbella

L’INDAGINE: il percorso

Triennio 2000-2002; la fase sperimentale delrilevamento della soddisfazione.I questionari sono 4: OSPITI, FAMIGLIARI,DIPENDENTI e VOLONTARI, composti dadomande analoghe per ogni categoria inte-ressata, in modo che la rielaborazione finalesi potesse avvalorare del raffronto di punti divista diversi per la stessa domanda. Già all’atto della somministrazione, risultòcome il questionario fosse complesso a causadelle numerose domande e della difficoltàper molti ospiti a prestare attenzione per unperiodo superiore ai 20’, tempo minimonecessario alla compilazione.Per molti questionari è stato necessario l’in-tervento di operatori/volontari altrimentil’anziano non sarebbe riuscito da solo a ri -spondere.Coloro che hanno aiutato nella somministra-zione hanno inoltre denunciato difficoltà afar comprendere il significato di alcune do -mande. Questa analisi unita alle molte “NONrisposte”, ci fece propendere per la modificadello strumento da proporre.

Anno 2003; i questionari, le loro modalità disomministrazione, raccolta ed elaborazioneda ti sono state ulteriormente studiate edapprofondite con la consulenza del Prof. Am -brosini del Dipartimento di Scienze Antro po -logiche del l’Università di Genova.

Anno 2004; la fase operativa e l’indagine sul -la soddisfazione diventa biennale, affinché,data la media di permanenza in Strut turadegli ospiti, il questionario non risulti ripetiti-vo per gli stessi.

Anno 2006; la scala di valutazione.Per questa fase operativa del progetto, si erautilizzata una scala di valutazione numericascolastica, con punti da 1 a 10 (+ l’alternativadi crociare la casella vuota, per chi non è ingrado di rispondere ad alcuni item, perchénon di sua pertinenza). Il limite di questa scala si evidenziò:- In fase di intervista agli ospiti. La Psicologa

che ha somministrato i questionari confer-mò una difficoltà per l’ospite a definire levariazioni tra un 8 ed un 10 o un 2 ed un 4ecc.; l’intervistato tende a rispondere “vabene”, “così così” o “male”.

- In fase di elaborazione dei dati. La com-plessità delle sfumature ottenute non erarealisticamente riportata nei grafici finalidal momento che per una consultazione eraffronto dei risultati era necessario rag-gruppare le risposte in 3 categorie: voti 1-4con valenza negativa, voti 5-6 sufficiente,voti 7-10 buona.

Si è deciso di mantenere comunque la conti-nuità dei questionari, così impostati, per treanni (2006–2008–2010), così da poter avereun riscontro tra i dati.

Anno 2012; l’elaborazione statistiche e inter-pretazione dei dati raccolti è stata affidataalla Psicologa Dr.ssa Luz Càrdenas e all’An tro -pologo Dr. Amedeo Rossi, in qualità di Con su -lenti professionali. La loro consulenza ha por - tato ad un’ulteriore rivisitazione dello stru-mento utilizzato, al fine di migliorarne la com-pilazione per le categorie di utenti, e la conse-guente chiarezza nella rielaborazione dei dati.

Anno 2013; studio fattibilità per una variazio-ne dello strumento con la supervisione delladr.ssa Luisa Lomazzi1, Esperta in valutazionedella Qualità dei servizi socio-sanitari.L’indagine ha riportato le seguenti modifiche:- Questionari ridotti nel numero di domande

per FAMIGLIARI, VOLONTARI.- Questionari variati per DIPENDENTI, che ri -

sponderanno a domande relative al lorovis suto e non saranno portavoce del perce-pito rispetto all’ospite (la qual cosa inficia-va molto la linearità di interpretazione alledomande rendendone le risposte tropposog gettive).

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

FASE

OPERATIVA

EVOLUZIONE

FASE

SPERIMENTALE

VALUTAZIONE

- Scala utilizzata da 1 a 5 (+ l’alternativa dicrociare la casella vuota, per chi non è ingrado di rispondere ad alcuni item, perchénon di sua pertinenza).

- L’indagine per gli OSPITI con l’utilizzo di fo -cus group gestiti da Psicologa e Anima zione.

1Professore SUPSI (Scuola Universitaria Profes sio -nale della Svizzera italiana), ricercatrice del Cen trocompetenze anziani del Dipartimento economiaaziendale, sanità e sociale (DEASS) della SUPSI ecollaboratrice scientifica dell’Istituto IdeP dell’Uni -versità Svizzera Italiana.

2014 LA NOSTRA INDAGINECICLO DEL RILEVAMENTO

IL CONTESTONei servizi alla persona ed in particolare alla “per-sona anziana”, per definire un concetto di qualitàè necessario confrontarsi con:• La coesistenza costante di aspetti soggettivi ed

oggettivi, non essendo la qualità una proprietàassoluta ed indipendente dalle percezioni dellepersone, ma piuttosto un fenomeno dinamico emultidimensionale;

• L’esistenza di diverse definizioni di qualità per lostesso servizio, variabile a seconda di preferenze,conoscenze, desideri, cultura, ecc., il tutto incontinua evoluzione;

• La coesistenza di diversi punti di vista poiché ivari attori implicati nell’erogazione dell’assisten-za (personale, utenti, personale, ecc.) leggono ilservizio da prospettive differenti;

• L’evoluzione continua delle conoscenze scientifi-che e tecnologiche unite alla variabile dellerisorse destinate e destinabili ai vari servizi.

In estrema sintesi, affrontare il tema della qualitàpercepita in una struttura residenziale per anzia-ni, significa ragionare sulla qualità della vita e nonsolo sulla qualità dell’assistenza e sulla rilevazionedella soddisfazione delle varie prestazioni eroga-te. Si entra dunque nella logica del miglioramen-to continuo della qualità, attraverso il coinvolgi-mento di tutte le persone che partecipano.

LO STRUMENTO oggiPer gli OspitiInterviste gestite in focus group interni al Con si -glio Azzurro e Voce del Padrone, incontri per laloro stessa natura di “riunione partecipata”.Per questo primo anno di sperimentazione, rispet-to all’utilizzo di focus in sostituzione del questio-nario per “monitoraggio della soddisfazione”, lapartecipazione degli ospiti è stata lasciata liberaVista l’affidabilità dei riscontri e la capacità dicoin volgimento dello strumento utilizzato, si ritie-ne di mantenerlo per la prossima indagine relati-va alla soddisfazione del cliente, rispetto alla cate-goria di utenza degli OSPITI.

Per i Parenti, Personale e VolontariNuovo Questionario specifico predisposto per au -to compilazione.

ANALISI DATI- L’elaborazione dei dati dell’indagine relativaall’anno 2014, è organizzata per macro-aree; inogni area si raggruppano le domande specifichedei questionari.- Si ricorda che gli ospiti hanno partecipato a focusgroup, non sono stati loro somministrati questio-nari, quindi la suddivisione è su micro-aree.

Famigliari Ospiti Volontari

Aree indagate N° micro N°domande aree domande

Informazionigenerali 6 5 5professionali 7 3

ServiziSanitario-assistenziali 11 12 7altri 6 6 6Vita nel NucleoRistorazione 5 5 5Rispetto/cura persona 9 6 5Rapporti interpersonali 9 7 5

Ambienti 10 8 9

Dipendenti

Aree indagate N° domande

LavoroSoddisfazione 2attrezzature 2

Relazioni 3/5

Formazione 4

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

EVOLUZIONE

PARTECIPAZIONE

Totale

Categoria Questionari Questionari %distribuiti ricevuti ricevuti

Famigliari 256 150 58,6%

Ospiti Gestione focus group

Operatori 150 70 46,6%

Volontari 55 39 70,9%

Sede Opera Pia Cerino Zegna

Categoria Questionari Questionari %distribuiti ricevuti ricevuti

Famigliari 174 89 51,1%

Ospiti Gestione focus group

Operatori 113 33 29,2%

Volontari 40 28 70,0%

Sede Residenza Maria Grazia

Categoria Questionari Questionari %distribuiti ricevuti ricevuti

Famigliari 82 61 68,5%

Ospiti Gestione focus group

Operatori 37 37 100%

Volontari 15 11 73,3%

REPORTISTICA

OSPITI (escluso Settore Alzheimer)

Cerino ZegnaPUNTI DI FORZA• Percezione di libertà, sicurezza ed orientamento

all’interno della struttura• Aspetti di cura ed assistenza diretta alla persona,

uniti all’attenzione del personale• Gradimento delle attività di animazione • Adeguatezza, igiene e pulizia degli ambienti,

comuni e personaliPOSSIAMO MIGLIORARE …A livello di comunicazione all’ospite:• La percezione della presenza del medico di

Medicina Generale in Struttura• La conoscenza del proprio PAI – Piano di Assi -

sten za Individuale• La consapevolezza della pianificazione delle atti-

vità di animazione e/o fisioterapia• La consapevolezza rispetto alla programmazio-

ne dei trattamenti fisioterapiciA livello di assistenza:• Il rispetto dei diversi tempi di vita presso il nu -

cleoA livello di socializzazione:• Le relazioni tra ospiti, a tavola

Residenza Maria GraziaPUNTI DI FORZA• Aspetti di cura ed assistenza diretta alla persona,

uniti all’attenzione del personale• Relazioni interpersonali• Gradimento delle attività di animazione • Adeguatezza, igiene e pulizia degli ambienti,

comuni e personaliPOSSIAMO MIGLIORARE …A livello di comunicazione all’ospite:• La percezione della presenza del medico di Me -

dicina Generale in Struttura• La conoscenza del proprio PAI – Piano di Assi -

sten za IndividualeA livello di assistenza:• Alcuni aspetti legati alla ristorazione

VOLONTARIQuesta categoria di intervistati dichiara una gene-

rale soddisfazione rispetto alle aree indagate.

Si segnalano margini di miglioramento:- circa il servizio ristorazione per la sede di Oc -

chiep po Inferiore- circa la fruibilità del parcheggio per la sede di

Lessona

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

FAMIGLIARICerino Zegna settore AMBPUNTI DI FORZA• Informazioni generali • Conoscenza dei professionisti operanti• Erogazione dei servizi sanitario-assistenziali• Attività di animazione e fisioterapia• Vita nel nucleo, dalle relazioni interpersonali, al -

la ristorazione, rispetto degli orari • All’ambiente, dalla sicurezza alla pulizia e possi-

bilità di movimentoPOSSIAMO MIGLIORARE …A livello di comunicazione al famigliare:• La comunicazione, sia generale che rispetto alle

professionalità operanti• La conoscenza della figura del TUTORA livello di servizi, specificamente per il ROSSO sud:• La conoscenza dei calendari di attività di anima-

zione e le modalità di intervento fisioterapicoA livello di assistenza:• Alcuni aspetti legati alla ristorazione- la scelta del cibo- l’adeguatezza del cibo- la durata dei pasti• Alcuni aspetti legati alla personalizzazione della

cura alla persona, in rapporto anche con la pro-blematicità di alcuni ospiti del reparto

Cerino Zegna settore ALZHEIMERPUNTI DI FORZAI famigliari del settore Alzheimer, attraverso i que-stionari, sottolineano un’ottima situazione del Set -to re, per tutti i punti analizzati.

Residenza Maria GraziaPUNTI DI FORZAI famigliari della sede di Lessona, attraverso i que-stionari, sottolineano un’ottima situazione del Set - tore, per quasi tutti i punti analizzati.POSSIAMO MIGLIORARE …A livello di comunicazione al famigliare:• La conoscenza della figura del TUTOR• La comunicazione, relativa ai calendari di attività di

a nimazione, alle modalità di intervento fisioterapico

DIPENDENTIIl questionario predisposto è stato completamenterinnovato rispetto ai precedenti.Si era, infatti, riscontrato un calo nella partecipa-zione per cui lo strumento si è connotato con ledue seguenti caratteristiche peculiari:- molto abbreviato, poco più di 10 domande- domande di interesse diretto per i dipendenti,

non richieste di una valutazione indiretta rispet-to al punto di vista degli ospiti

Il riscontro rispetto alle risposte raccolte è statodella totalità per la Struttura di Lessona, inferioreal 50% per la Struttura di Occhieppo Inferiore.In base alle segnalazioni, si possono riassumere idati come da tabella seguente:

PUNTI DI FORZALa Residenza Maria Grazia di Lessona per:- soddisfazione ed organizzazione nel lavoro- adeguatezza degli strumenti ed ambienti- collaborazione tra colleghi in generale- gli aspetti formativi

POSSIAMO MIGLIORARE …L’Opera Pia Cerino Zegna di Occhieppo Inferioreper:- adeguatezza degli strumenti ed ambienti- collaborazione con i colleghi- gli aspetti formativi relativi alle professionalità

Ufficio Qualità e Comunicazione

Rubrica “Lo sai che…”

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

LA TERAPIA DEL VIAGGIOChe cos’è il treno terapeutico?La Terapia del Viaggio rientra negli interventidenominati Terapie non Farmacologiche. Questesi prefiggono il benessere degli anziani stimolan-do ricordi, attenuando i disturbi del comporta-mento, dando al contempo sensazioni piacevoli egratificanti. Può, in alcuni casi, favorire anche ildialogo e la relazione fra persone.In questo percorso di cura bisogna accompagnare lapersona, e accompagnare significa divenire una pre-senza significativa in un contesto di condivisione.La terapia del viaggio inserita nella nostra RSA sipone come una nuova forma di assistenza alla per-sona anziana con deficit cognitivo e ha comeobiettivo il miglioramento della qualità di vita delsoggetto coinvolto.Lo studio è collegato ad una innovativa terapiaambientale strutturata: si tratta di uno spazio, unluogo di viaggio, dove le persone affette da de -menza viaggiano; e questo viaggio virtuale, pro-duce benessere e tranquillità per le persone che lointraprendono. La ritualità del viaggio diventa un’importantecura non farmacologica, utile a gestire le proble-

matiche comportamentali presenti nella malattiadi Alzheimer.

VIAGGIO TERAPIA: GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONEPer comprendere a fondo la funzione terapeuticadel viaggio bisogna chiarire un concetto di base:non è il viaggio a determinare l’effetto benefico,

la terapia consistenell’esercitare, du -rante il viaggio,quel le capa cità, po - tenzialità che lamalattia non haancora debilitato.I principi operatividi questa attivitàsono:

CORRETTO CONTESTOil viaggio costitui-sce il contesto e -sterno che è la ba -se per lo svolgi-mento di eserciziatti a far riemerge -re la facoltà crea -

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

Il viaggio comincia obliterando il biglietto

tiva della mente che attinge alle proprie esperien-ze, per riprodurre pen sieri ed immagini. CORRETTO ASCOLTOI percorsi del viaggio, i suoi tempi fatti di parteci-pazione, di riflessione, delle ripetute consultazio-ni con il gruppo, al fine di stimolare la rispostaCORRETTA SCELTALa capacità di proporre ed indirizzare i parteci-panti, attraverso le circostanze che emergono du -rante il viaggio. CORRETTA OSSERVAZIONELa capacità di rafforzare e guidare l’attenzionesugli elementi salienti per rafforzare la capacità dimemoria. CORRETTA GUIDALa capacità di utilizzare la “voce narrante – guida”per stimolare un linguaggio, tutt’altro che astru-so, ma rispondente ai criteri dell’esperienza.

Nel viaggio noi esprimiamo il nostro sentire, le e mo -zioni, le sensazioni, il guardare la vita che scorrenell’attimo.Nel momento del distacco dalla realtà del quoti-diano il viaggio diventa il percorso di vita unico enuovo.Un viaggio che non esiste, ma allo stessotempo è così forte e ricco di significati chediventa contenitore di emozioni di vita. Le parole chiave di questi percorsi non farmacolo-gici sono creatività, flessibilità, organizzazione,condivisione. Solo se esiste una stabile organizza-zione nei percorsi di cura possono esserci flessibili-tà e creatività nell’ottica di una condivisione glo-bale dei diversi gruppi di lavoro.In questo percorso virtuale è fondamentale consi-derare e validare la realtà che sta vivendo la per-

sona ed il suo vissuto, ci sono disturbi del compor-tamento difficilmente gestibili all’interno di unospazio, anzi, è spesso proprio lo spazio chiuso cheacutizza il disturbo comportamentale.

IL PERCORSO DELLA RESIDENZA MARIA GRAZIA DI LESSONA E COSSATO

La terapia del viaggio come alternativa sperimen-tale alle contenzioni fisiche e farmacologiche.Il treno è visto come possibilità di creare una rela-zione con l’altro “passeggero”, perciò si crea unospazio apposito, in base alla tipologia dell’ospite.Quando una persona affetta da malattia di Al zhei -mer chiede di andare a casa, la casa non è unastruttura fisica, ma è una meta affettiva, ilpercorso stesso è affettivo in quanto la perso-na si rilassa, comunica, si attiva.

Le sedute sono impostate con dei protocolli eduna metodologia, con schede/scale da compilare(NPI e MMSE), per poter elaborare i risultati conperiodicità trimestrale. Gli operatori dell’Ente saranno tutti formati allagestione del “treno terapeutico”, perché la tera-pia potrà essere usata anche “al bisogno” in casodi disturbi del comportamento in fase acuta.Destinatari sono, generalmente, ospiti ad uno sta -dio moderato-grave della malattia di Alzheimer.

Il “vagone”, con scompartimenti a due o più po -sti, è un ambiente terapeutico dove l’oggettoacquista un valore affettivo legato ad emozioni ericordi. È importante capire che la persona “abita”il treno, perché sul treno deve trovare uno spaziomodulato sulle sue necessità da cui trarre benes-sere. Occorre mettere la persona al centro enon la malattia, le persone con malattia di Al -zheimer sono molto sensibili, e, soprattutto, sia -mo noi ad dover entrare nella loro dimensio-ne e sensibilità, non viceversa.Punto focale del vagone è il “finestrino”, realizza-to da un monitor che trasmette immagini selezio-nate in base al viaggio scelto.

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CerinotizieAprile 2015 - Anno 18, n. 1

Opera realizzata da Federica Modolo: giovane artistabiellese che regala se stessa attraverso la sua arte inmodo del tutto gratuito realizzando sogni che fannostar bene e il treno è uno di quei sogni

Gli obiettivi:• Il viaggio come momento di aggregazione, co -

noscenza e confidenza, “racconto”. • Il viaggio come svago, rottura dalla routine, per-

corso di benessere per ritornare a vedere pae-saggi dal “finestrino”.

• Il viaggio come riattivazione dell’immaginazio-ne della memoria, tornare bambini.

• Il viaggio come stimolo al mangiare. • Il viaggio come rilassamento per il rumore e i

suoni che esso produce.I viaggi sono pensati in base alla storia di vita del-l’ospite, possono esserci:• viaggi con i parenti• viaggi di gruppo• viaggi in notturna, per chi soffre d’insonnia• viaggi per persone inappetenti, con spuntini È importante a seguito del viaggio, tenere un dia-rio così da evidenziare cambiamenti, reazioni im -me diate dell’ospite.

La terapia del viaggio è un’opportunità an -che per gli operatori, infatti a coloro che se -guono il viaggio, vengono somministrati deiquestionari per capire il loro vissuto rispettoall’attività.Riportiamo alcune interviste ad operatoriche, all’interno della Residenza Maria Grazia,hanno gestito “dei viaggi”.

TAGLIORETTI ELISABETTA ha effettuato 3 viaggi.Quando ti abbiamo proposto il treno cosa haipensato? Che è una bella idea.Il primo viaggio come è andato? Molta emozione.All’inizio avevo paura di sbagliare, di fare qualco-sa che poteva compromettere il buon esito delpercorso. Poi mi sono calmata e ho capito che nonc’era motivo di tanta paura.Ritieni il viaggio terapeutico anche per te? Sì, timette in condizione di rilassamento, di svagare lamente. È come se effettivamente effettuassi unviaggio anche io, anche se so benissimo che il viag-gio non è reale. Le emozioni sono forti, ti metti ingioco in prima persona, si crea un rapporto di con-fidenza, complicità. In automatico ti viene sponta-neo raccontare particolari che nel mondo del lavo-ro quotidiano non farei mai. È un momento a tuper tu dove l’altro diventa il mio “terapeuta”, iruoli sono sullo stesso piano e l’aiuto che ne deri-va è reciproco. È un dare e un avere. Cadono mol -te barriere e schemi mentali, non ti senti giudica-to, ti senti libero di esprimere te stesso. Uno dei viaggi con un ospite è stato favoloso inquanto mi ha coinvolta in pieno, siamo riuscite alegarci e raccontarci una all’altra come due ami-che intime che affrontano insieme il viaggio e siconoscono da una vita.

È una terapia che può aiutarti a star bene? Si,rilassando la mente in automatico si sta bene, ci sirigenera. Si affronta la giornata in modo diverso.Si vede l’insieme delle cose in modo diverso.Consiglieresti questa terapia a altri operatori? Si,molte persone sono sotto stress e andare sul trenopotrebbe portare loro del benessere, sempre chesia ritenuto come un laboratorio di svago e non dilavoro, non deve essere un peso.Ti dà più possibilità di ascoltare l’ospite, ti mette inuna condizione particolare di ascolto, che nonsempre in reparto si riesce a trovare.Con il viaggiatore si entra in intimità? Si, perchéraccontano la loro vita, la loro infanzia, i lororicordi.Tu racconti di te? Si, perché il rapporto che si creapermette uno scambio di ricordi e di intimità reci-proca.Cambia il rapporto in reparto con gli ospiti che viag -giano? Non sempre puoi avere lo stesso rapporto,ma si instaura con l’ospite che ha viaggiato con teuna confidenza diversa e maggiore perché si cono-scono certi aspetti che prima non si sapevano.

DILUCIANO PATRIZIA ha effettuato una decinadi viaggi.L’idea del viaggio virtuale come ti è sembrata? Miè piaciuta, anche perché da viaggiatrice (mi piaceil treno) l’ho trovato subito una bella idea, dà lapossibilità di socializzare con un rapporto uno auno, non si finisce mai un viaggio senza socializ-zare con qualcuno ed entrare in sintonia con lapersona che hai davanti. Anche quando la perso-na è agitata, seduta sulla sedia del treno è come sesi trasformasse e si tranquillizza e segue quello chele si dice.A tratti segue anche il viaggio e riconosce gliambienti della nostra zona.Durante la conversazione che rapporto si crea? Sicrea un rapporto complice, non da operatore,sembra quasi familiare, un rapporto paritario.Come ti senti in quei momenti? Bene, chiacchie-rando mi rilasso anche io, lo faccio a fine turno. Mipiace prendermi questo spazio con l’ospite. L’o spi -te ha dei benefici, e anche io. Mi porta buonumo-re e mi tranquillizza. Vivo molto il viaggio, comeviaggio. È un momento dove mi lascio andare, undistacco dalla realtà lavorativa. Potresti dire che è terapeutico anche per te? Sicu -ra mente si.Parli anche di te? Qualche aneddoto personale, sì.

CORLADE BIBIANA partecipa al laboratorio dellaterapia del Viaggio da Ottobre 2014 regolarmen-te circa una volta a settimana. Come è stata la prima volta? Avevo paura che luipotesse riconoscere il fatto che non era un treno

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vero. Invece era contento e per lui è stato un viag-gio reale, era riconoscente e commosso che io l’a-vessi portato a Milano.Come sei uscita dal primo viaggio? Sono entrataemozionata e sono uscita emozionata.Su di te fare questi viaggi ha un effetto positivo?Sì sono molto più tranquilla e rilassata nello svol-gere il lavoro dopo il laboratorio. Sono anche sod-disfatta vedendo che posso essere utile all’ospite. Come ti senti durante il viaggio? Mi immedesimoanche io ad essere un viaggiatore per poter con-versare proprio come se fosse un viaggio vero. En -tro con l’idea di salire su un treno con un amico emi godo i benefici del viaggio. Riesco a staccarmidalla realtà e quando termino il percorso mi sem-bra di essere arrivata a destinazione.Come è il rapporto tra te e il viaggiatore? Si riescea conoscere di più la persona perché racconta cosepersonali che non si ha mai occasione di appro-fondire.Tu racconti di te? PocoPerché? Mi invento alcune storie per stimolare aparlare di più, non racconto molto di me perchénon ho mai pensato di lasciarmi andare fino aquesto punto.Tu ti emozioni durante il viaggio? Ti commuovi?Sì, forse per questo mi trattengo dal parlare di me,nel momento in cui loro raccontano, qualcosa miimpedisce di lasciarmi andare.Con le persone che tu accompagni in viaggio si ècreato un altro tipo di rapporto durante il lavoro?Decisamente sì, alcune volte mi chiedono di anda-re in viaggio, mi riconoscono e mi associano altreno. Sono soddisfatta e contenta di questo. Inme non vedono solo l’operatore che li alza, li lava,dà da mangiare, ma vedono in me un’amica che liaccompagna in un tragitto piacevole per loro eper me, una cosa positiva.

RELAZIONE INIZIALE ANNO 2015progetto sperimentale TERAPIA DEL VIAGGIOLa terapia del Viaggio ha inizio nell’ottobre del2014. Fa parte del gruppo di terapie non farmaco-logiche somministrabile agli ospiti della strutturae aperta al territorio. Ad oggi contiamo 47 viaggieffettuati su 5 persone scelte. Gli ospiti coinvoltihanno problemi di agitazione, alimentazione osemplicemente voglia di raccontarsi:Luigi. Ha effettuato 7 viaggi. Signore a tratti agita-to con il bisogno di raccontarsi. Luigi ha portato atermine tutti i viaggi ed ogni viaggio ha avuto esitopositivo. Quando termina il viaggio chiede già lapossibilità di effettuarne un altro, i viaggi per luisono veri e ad ogni ingresso sul treno è sempre emo-zionato. Spesso fa richieste di viaggio, vuole andarea Milano, a Novara, in giro a prendere il caffè. Anchein caso di agitazione Luigi sul treno si rilassa e dialo-ga tranquillamene, anche dopo il viaggio apparetranquillo e più sereno. Il treno a volte suscita in luibrutti ricordi, soprattutto i problemi che ha con lafiglia. Ma con il proseguire del viaggio l’umore cam-bia e anche i suoi discorsi e il viaggio si trasforma inun evento positivo.Antonia. Ha effettuato 16 viaggi. 2 hanno avutoesito negativo e non ha terminato il percorso. Unoha avuto esito positivo ma non ha terminato il per-corso mentre gli altri 13 hanno avuto esito positivocon percorso arrivato alla fine. Signora agitata e conla ricerca continua di casa e con tentativi di fuga,soprattutto verso sera. Dalle schede di Antonia sipuò notare come il viaggio per lei sia un beneficiosul suo bisogno di “andare a casa”. Entra nel vagonecercando la figlia, il marito, la famiglia, e durante ilviaggio trova ciò di cui ha bisogno, il senso di casacome “emozione e stato di benessere” e non casacome luogo fisico. I viaggi non terminati e con esitonegativo durante la giornata però hanno avuto peròrisvolto positivo in quanto in reparto Antonia eratranquilla. Nelle prime sedute la figlia di Antonia hanotato la mamma più tranquilla, senza sapere cheaveva viaggiato. Si pensa in futuro di provare a fareviaggiare Antonia con sua figlia. Nelle giornate diviaggio Antonia in reparto risulta tranquilla, socie-vole, piacevole, e soprattutto contenta. Solo in unviaggio ha riconosciuto il finestrino come un televi-sore. Ma nei viaggi successivi non ha più fat to cenno.Antonia è sorridente sia quando viene a prendere ilbiglietto che quando viene a raccontarci come èandata. È molto felice di viaggiare. In un viaggio hafatto notare all’operatrice che non si “Viaggia vesti-ti in quel modo (con la divisa) ma bisogna cambiar-si”. È necessario quindi quando si viaggia con leivestirsi in modo adeguato.Alma. Ha effettuato 16 viaggi tutti portati a terminee con esito positivo. Signora con problemi nell’ali-mentarsi, mangia poco e per lei il mangiare è uno

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sforzo, spesso piange davanti al piatto, a volte per ali-mentarla viene imboccata. È a volte agitata. Per lei iviaggi sono reali, è molto felice e soprattutto si ali-menta in continuazione sembrando un’altra per sona.Mangia sia durante il viaggio che nella giornata chesegue, chiedendo più volte da mangiare. Prima del-l’ingresso nel vagone è sorridente e felice. Durante ilviaggio parla delle sue amiche, della scuola, dei tempipassati. In un paio di viaggi è entrata nel treno noncontenta e imbronciata, situazione che è poi cambia-ta durante il viaggio uscendo allegra e contenta.Dilva. Ha effettuato 2 viaggi terminati, uno con esi -to positivo e l’altro con esito negativo. Signora spes-so piangente ed agitata. Alla fine di uno dei dueviaggi la signora è rimasta tranquilla.Aldo. Ha effettuato 6 viaggi, tutti riusciti e con esitopositivo. Il signor Aldo ha difficoltà nel relazionarsied è spesso agitato e poco trattabile. Nel la sua vitaha sempre fatto il camionista e per questo abbiamopensato di inserirlo nel treno. Anche i viaggi iniziaticon lui agitato e poco socievole si sono poi rivelatialla fine un successo in quanto mangiava per tutto ilviaggio e chiacchierava tranquillizzandosi anchenelle ore successive al viaggio.Ida. La Signora arriva da casa, seguita dalle opera-trici della casa di riposo come servizio territoriale tra-mite Servizi Sociali. Non ha problemi particolari, senon la voglia e la necessità di un rapporto 1/1 perpoter parlare. La signora vede poco ma nei suoi viag-gi ha riconosciuto delle case e dei posti. Il treno èstato per lei un momento dove ha potuto raccontar-si e sfogarsi anche in riferimento alla sua situazionefamigliare poco facile.

Per il 2015 pensiamo di potenziare le sedute di Te -rapia del Viaggio incrementando gli ospiti e gli ope-ratori che lo seguono.

Responsabile AMB Residenza Maria Grazia Emanuela Petit

PROGETTO “ORTIAMO”PROTAGONISTI GLI ALLIEVI DIVERSAMENTE ABILIDELL’ISTITUTO AGRARIO E GLI OSPITI DELLA RESI-DENZA DI OCCHIEPPO INFERIORE

L’istituto agrario I.I.S. VAGLIO di Biella, guidatodal preside Cesare Molinari, si è impegnato nel-l’inserimento educativo e lavorativo degli allievidiversamente abili, in collaborazione con la resi-denza OPERA PIA A.E. CERINO ZEGNA O.N.L.U.S.di Occhieppo Inferiore (BI).L’iniziativa, coadiuvata dall’animatore Enrico Ma -ron Pot del Cerino Zegna e dalla coordinatrice delsostegno Paola Botta del V. Rubens, consiste in unprogetto di ortoterapia rivolto agli alunni diversa-mente abili e agli ospiti del Cerino Zegna.

Per la scuola agraria biellese, il 21 novembre, datad’inizio del progetto e della collaborazione, nonrappresenta, dunque, soltanto una data simbolica,ma anche un evento significativo per la celebra-zione di abilità molto più speciali. Il progetto di durata annuale, è iniziato all’internodella struttura impegnando i ragazzi in attività disocializzazione anche con gli ospiti della struttura.Con il miglioramento del tempo abbiamo esteso ilnostro lavoro nel giardino della struttura.La terapia orti-colturale è un’ulteriore tassello diun’offerta formativa volta ad agevolare l’integra-zione e la socializzazione degli alunni con disagi odisabilità: coltivare fiori ed ortaggi, all’aperto e ingruppo, può essere l’occasione per sollecitare l’at-tività motoria e la socializzazione tra soggetti condifferenti abilità ed età.Il nostro progetto è stato coordinato dai docentidi sostegno Paola Botta e Marina Puma, con la col-laborazione della tecnica agraria Lucia Bellin e l’e-ducatore della Cooperativa “Anteo”, Stefano Cri -vel li. “Il lavoro di gruppo – ha commentato il diri-gente scolastico Cesare Molinari - e la responsabi-lità delle colture rappresentano il vero valore ag -giunto di questo progetto didattico, uno strumen-to per rafforzarne l’autostima e favorire la pienaintegrazione”.Il lavoro nello specifico si è articolato nelle se -guenti fasi:- sopralluogo nella struttura con i ragazzi coinvolti;- misurazione della porzione di terreno assegnatoci;- lavorazione del terreno;- posa delle piantine/bulbi;- manutenzione delle bordure fiori.

All’interno del parco già esistente si è rimessa infunzione la serra per agevolare le attività di orto-terapia e attorno ad essa si sta creando un piccologiardino della memoria con il pollaio, i fili per sten -dere, il lavatoio e, in fase di ultimazione, l’aiuolacon i frutti di bosco.

Questo progetto si inserisce in un progetto di or to -terapia già avviato al Cerino Zegna rivolto ad ungruppo di Anziani affetti da demenza di Al zhei mer.

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L’ORTOTERAPIA è usata in vari ambiti come com-plemento alla cura, prevenzione e sollievo dellostress sia del malato che di chi cura.Studi hanno dimostrato che gruppi di anzianicompresi fra i 69 e 90 anni di età che praticanoalmeno tre ore di giardinaggio alla settimanabeneficiano di una diminuzione della frequenzacardiaca e di un aumento del colesterolo protetti-vo, inoltre l’ortoterapia agisce positivamentesulla sick building sindrome (disturbo da ambien-te chiu so).Autori quali Kaplan mettono in evidenza il risana-mento dell’attenzione e nello stesso tempo l’ef-fetto distrazione (prendere cioè distanza dal pro-blema e dal malessere) di chi frequenta giardini oambienti naturali.Sicuramente possiamo affermare che l’attività al -l’aria aperta migliora la qualità di vita di ciascunodi noi e in particolare degli anziani istituzionaliz-zati.È importante distinguere quelli che sono i giardinidel benessere, che sono a disposizione di tutti chehanno caratteristiche preventive e allentano lostress dai giardini terapeutici dove lo spazio verdeè vissuto come luogo di stimolazione dei sensi, daosservare, come elemento esterno che ci pone inuna condizione di benessere, come spazio da frui-re in maniera attiva in cui operare ed è quindi ilcaso dell’ortoterapia.Nel caso specifico del malato di Alzheimer entram-be le situazioni sono favorevoli per creare mo men -ti di benessere e migliorare la qualità della vita.

Istituto d’Istruzione Superiore “V. Rubens”e “Opera Pia Cerino Zegna Onlus”

MARZO 2015 ATTIVITÀ CONVEGNISTICA L’Opera Pia A. E. Cerino Zegna Onlus riporta nellasua missione l’importanza della diffusione e dellasensibilizzazione alla cultura dell’anzianità e del-l’invecchiamento. A tal fine a marzo di quest’anno si sono promossele seguenti iniziative iniziative rivolte a migliorarele risposte sulle problematiche di tale utenza, incollaborazione con altri Enti, Associazioni.

CONVEGNO“Il valore della relazione uomo – animale og -gi: le attività educative, assistenziali e tera-peutiche in collaborazione con gli animali”

Venerdì 27 marzo, presso la sala conferenze di Bi -ver banca a Biella, si è svolto il convegno.

L’iniziativa è stata realizzata, in collaborazione, daOpera Pia Cerino Zegna Onlus e Agenzia FOR-COOP, con il Patrocinio dell’ASL BI, dell’Ordine deiMedici Veterinari delle Provincie di Vercelli e Biellae della Regione Piemonte.La partecipazione al Convegno, più di 180 persone,ha dimostrato il grande interesse per il tema trat-tato: l’animale domestico, come coadiutore in per-corsi finalizzati a migliorare le condizioni fisiche opsicologiche delle persone, è ormai riconosciutodalla medicina, dalla fisiatria e dalla psicologia.L’interazione con l’animale domestico ci costringead una fisicità quasi dimenticata e a percezioniche crediamo non più necessarie nei rapporti traumani. L’animale insegna ad ignorare le distanze,non compete con l’uomo, offre uno stimolo all’in-teressamento e al movimento rispettando i ritmidel partner con pazienza, curiosità e dolcezza.Le attività ausiliate dagli animali si possonoconsiderare strumenti di salute, come dalladefinizione dell’OMS: “uno stato di completobenessere fisico, psichico e sociale” e nonsemplice assenza di malattia.

I campi di azione della zooterapia sono svariati:disturbi psicologici, comunicativi, sofferenze esi-stenziali, demenza e malattia di Alzheimer, solip-sia dell’anziano, disturbi della personalità, depres -sione, ansia. È efficace anche nella convalescenzadi patologie legate a disturbi cardiovascolari, iper-tensione, malattie neuro muscolari e riabilitative:si è dimostrato che la presenza dell’animale, ridu-cendo lo stato d’ansia legato alla terapia, migliorai trattamenti prescritti.

I relatori: psicoterapeuti, medici veterinari, terapi-sti della neuro e psicomotricità, operatori speciali-stici di attività assistita con gli animali. Ciascuno diessi ha portato il proprio contributo esperienzialein ambiti diversi e con il supporto di animali diversi.Dopo i saluti istituzionali del Dr. Luca Sala, Di -rettore Dipartimento di Prevenzione e Servizio Ve -terinario S.O.C. sanità animale - area a e di Pao laGarbella, Direttore Generale dell’Opera Pia CerinoZegna onlus, la Dr.ssa Cristina Cellerino, MedicoVeterinario Regione Piemonte, ha introdotto le re -lazioni presentando il panorama attuale e le pro-spettive normative degli interventi assistiti con ani - mali in Piemonte.

Gli interventi: moderatore Antonio Grillo, Re -spon sabile S.O.S. Servizio Veterinario area C.Debra Buttram, una breve presentazione di 21anni di Interventi Assistiti con gli Animali con per-sone affette da disabilità psicofisico grave.Marilena Gilardi, Progetto Alpacamica, progettopilota di attività assistita con gli animali con la pre-senza delle alpaca.

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Paolo Roncati, “Attività e terapie assistite conanimali nell’ambito degli interventi non farmaco-logici rivolti ai Malati di Alzheimer”.Silvia Aimone, “Un’esperienza di Pet-therapy conautismo”.Caterina Pidello, “L’asino che cura: approccio edesperienze”.Barbara Barrera, “Il cavallo come aiuto nel rinfor -zo del legame tra i membri della famiglia adottiva”.

La mattinata si è conclusa con un partecipato di -battito a cura del Dr. Gian Andrea Rivadossi, Neu -rologo Direttore Sanitario dell’Opera Pia Ce rinoZe gna Onlus.Si coglie l’occasione per ringraziare ZOOMARKBiella, via Candelo 60 e FARM COMPANY Srl diCossato, che con il loro contributo hanno permes-so di realizzare gratuitamente il Convegno.

CONVEGNOCome migliorare il Be nes -sere e la Cura del Resi -dente attraverso l’inno-vazione tecnica e organiz -zativa dei Servizi Alber -ghieri.

Organizzata dall’Istituto Internazionale di Ricerca,quella del 2015 è la quarta edizione di RSA SUM-MIT: la giornata vede analizzati ed approfonditi ipiù interessanti progetti e le criticità più impor-tanti relative alla gestione e al controllo dei Servizialberghieri nelle Residenze Sanitarie Assistenziali.

La modalità scelta, per presentare i lavori e gliapprofondimenti è quella della “tavola rotonda”,un confronto tra esperienze reali, non teorichecon le seguenti macro-aree:• RISTORAZIONE• IGIENE-PULIZIA• COMFORT dell’OSPITE • INFORMATIZZAZIONE e LOGISTICA

Il Cerino Zegna, con relatrice la Direzione Gene -rale Paola Garbella, ha partecipato alla Tavola Ro -tonda relativa alla ristorazione, portando, a con-tributo, le ultime innovazioni/sperimentazioni pertale servizio:- la giornata Alimentare Alzheimer - il FingerFood, progetto che abbiamo presentato

in uno specifico in un Convegno organizzato incollaborazione con ASL BI, a Biella a dicembre2014

- giornate alimentari studiate in modo personaliz-zato per prevenire la malnutrizione e la disidra-tazione

- progetti alimentari personalizzati per ospiti dis-fagici

Il Summit ha rappresentato un momento di con-fronto su argomenti fondamentali nell’attivitàquotidiana in ambiente sanitario e ha fornito inte-ressanti spunti su cui ragionare per migliorare la“qualità dell’assistenza”.

CONVEGNOBest Practice e innovazio-ne nelle RSA: esperienzea confronto 3° Edizione

Il Progetto “PROGETTO AFA: attività fisica adatta-ta sul territorio per malati di Parkinson” dell’O -pera Pia Cerino Zegna Onlus, è stato selezionatoper essere presentato al workshop, organizzatodall’Osservatorio settoriale sulle RSA dell’universi-tà LIUC di Castellanza, che costituisce un’impor-tante occasione per permettere alle RSA di pre-sentare esperienze assistenziali o manageriali dicarattere innovativo o sperimentale.L’attività fisica adattata A.F.A. è un tipo di atti-vità motoria in grado di assicurare effetti positivi,in termini di benessere psico-fisico in soggetti conridotta capacità motoria legata all’età, sindromi diipomobilità, o in presenza di artrosi con disturbo

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algofunzionale, o in condizioni cliniche stabilizza-te negli esiti.Il Progetto nasce a seguito delle indicazioni sani-tarie della Regione Piemonte che promuovonol’attività fisica come percorso che rientra nelcampo della educazione alla salute e della promo-zione di stili di vita corretti, igiene motoria eposturale – fitness adattato. L’Attività Fisica Adattata diventa un impegno co -stante attraverso il quale l’utente ritrova effettipositivi nella capacità fisica, ma soprattutto nell’equilibrio psico-fisico.Il Progetto A.F.A. per malati di Parkinson, si deter-mina, nello specifico, dall’esigenza di dare unarisposta ad una tipologia di malati cronici chenecessitano di una presa in carico costante neltempoove, la terapia farmacologica si dimostra poco effi-cace nell’ottimizzare alcuni aspetti della malattiacome rigidità, tremore, instabilità posturale e bra-dicinesia, e pertanto è nata la necessità di inter-venti aggiuntivi atti a migliorare la deambulazio-ne e la qualità di vita del paziente.A partire dal 2009 in via sperimentale presso l’O -pera Pia Cerino Zegna Onlus è stato attivato unprogramma di rieducazione neuromotoria digrup po che nell’anno 2011, si consolida in unProtocollo d’Intesa tra Medicina Riabilitativa ASLBI, Opera Pia Cerino Zegna Onlus e AssociazioneAPB Amici Parkinsoniani Biellesi Onlus., per orga-nizzare interventi sistematici su chi vive la Malat -tia di Parkinson.

A partire dal 2015, l’ASL BI, l’Ass. APB e l’Opera PiaCerino Zegna Onlus, hanno firmato un Protocollodi Intesa che coinvolge anche i cittadini del terri-torio del Biellese Orientale.

40° anniversario fondazione CBACba Group, aziendalea der di mercato nelletecnologie in for ma ti -che per la gestione del -le strut ture per an zianiè, dagli albori del l’in -formatizzazione, pre-cursore di innovazione e cambiamenti in que-st’ambito. Il Gruppo ha festeggiato nel 2014 a Lazise, pressola Dogana Veneta, il proprio 40° Anniversario. Focus dell’evento sono stati alcuni aspetti ritenutistrategici per l’innovazione del settore: - nuove tecnologie, - competenza e conoscenza del mercato, - esigenze economiche gestionali legate all’invec-chiamento della società. Presenti Nicola De Pisapia, co-fondatore di diversesocietà che operano nel settore neurotecnologico,il comico di Zelig Paolo Migone, oltre che la presi-dente Valentina Andreatta, coadiuvata dal teamdirettivo, che ha raccolto le redini aziendali delpadre fondatore, Corrado Andreatta. Una giornata dedicata a clienti storici e collaborato-ri e di CBA, tra cui il Cerino Zegna che utilizza i suoisistemi informatici, primo in Pie mon te, dal 1990.

I RICORDI DEL CUOREQuando per la prima volta sono entrata alla casadi riposo Cerino Zegna non sapevo che avrei tro-vato una famiglia. Ero intimorita da questa eccel-lenza biellese, decantata dalle tante persone cheavevano qui ricoverato i propri cari. Sono stataaccolta alla reception dalla cordialità e cortesia diFlaviana, Sandro, Virginia ed altri di cui non ricor-

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do il nome. La Dr.ssa Sonia Osella e la Sig.ra Bar -bara Villagrossi hanno poi confermato quella sen-sazione di calda famigliarità.Altrettanto posso dire del personale infermieristi-co e degli operatori socio-sanitari.Ero contenta di aver trovato una buona strutturaper la mia mamma. Separarmi da mamma Laura,dopo la caduta e la conseguente rottura del femo-re, era stato un trauma. La precaria condizionepsico-fisica e la sua impossibilità di tornare a casami avevano costretta a questa dolorosa decisione.Pian piano, ho cominciato a prendere famigliaritàcon questa nuova realtà. Ogni volta che mi recavoa trovare mamma la trovavo sempre in perfettoordine. La professionalità ma anche allegria delleinfermiere e delle OSS contagiava un po’ tutto ilreparto Rosso.A quante feste ha partecipato mamma! La primaè stata la bella grigliata del 2013 organizzata,come ogni anno dagli Alpini, un vero successo! Poii pomeriggi in giardino con mamma golosa che sigustava il gelato, … le feste organizzate per levarie ricorrenze come il Natale, la Pasqua e tantealtre, con i reparti sempre addobbati a tema.Che bello vedere sorridere gli anziani, che per unpaio d’ore dimenticavano gli acciacchi, anche se iloro occhi erano lucidi nei vaghi ricordi del passato.Che tenerezza vedere mamma che mangiava digusto alla festa dei Dolci e sorridere alle battutedei tanti che calamitava con la sua simpatia, bur-bera a volte, come sa essere la saggezza vissuta.Quante belle cose esposte al mercatino internodel Cerino, curato dalla simpatiche volontarie,delle quali ovviamente non ricordo i nomi (… lamemoria fa proprio cilecca!).Quando mamma non stava bene è stata premuro-samente curata ed assistita. Mamma Lau ra è riu-scita subito a conquistare con i suoi modi di fare:chiacchierona e con tanta voglia di coccole attira-va sempre un po’ tutti. Ricordo Cri stina, la Tutordel reparto Rosso che non poteva fare a meno diviziarla, come tutto il personale. Le professionali ebrave infermiere Valentina, Tiziana e Paola aveva-no sempre parole di conforto per lei e per me.Nel febbraio del 2014 veniva spostata nel repartoMucrone. La nuova Tutor, Alessandra, è stata unachioccia con mamma e quel suo modo di fare miha sempre intenerito molto. Quando andavo atrovarla ho avuto modo di verificare quanto la suaforte personalità fosse appena scalfita dal tempo,impietoso per il fisico ma ancora generoso per laforza del carattere e l’indipendenza. Forse ancheper questo motivo, molte persone si fermavano asalutarla, compresi i parenti degli altri ospiti concui si era creata nel frattempo una certa confiden-za. Ho conosciuto persone con un famigliare alCerino Zegna da tanti anni.

Le loro storie e la dedizione con cui si occupanodel loro congiunto sono ammirevoli.Quante parole di conforto e attenzione da partedegli infermieri/e e degli OSS per tutti questianziani malati e, a volte, soli. È una pena vedere inostri cari affrontare la parte finale della vita. Solol’educazione, la gentilezza e la discrezione cheregnano nei vari reparti, riescono a mitigare e ren-dere meno penosa questa situazione.Quando mamma era all’ospedale non vedevo l’orache tornasse a casa. Ma la sua casa, per lei e perme, era il Cerino … perché lì sapevo che sarebbestata ben assistita, curata e coccolata. Dopo unperiodo di stabilità mamma si è improvvisamenteaggravata. Si stava consumando come una cande-la. Le cure e l’assistenza a lei, il sostegno morale ame, sono state impagabili. Lo strazio degli ultimigiorni mi è stato alleviato da tutti, ma propriotutti. Da Paolo a Myriam, che piangeva abbrac-ciandomi. Alessandra è stata accanto alla mammafino alla fine, come tutto il personale, a renderemeno doloroso l’ultimo tragitto.Ringrazio l’insostituibile, professionale e frizzanteBarbara Villagrossi; il Direttore Sanitario che hacondiviso ed approvato le mie scelte e la gentile edisponibile Sig.ra Bonino. E ancora, per me mitica,la dr.ssa Osella che ha chiamato la sua piccinaCeleste … un nome che rispecchia tutta la dolcezzadi Sonia. Un grazie anche ai parenti degli altri ospi-ti che mi hanno espresso affetto e solidarietà.Il dono più bello che porterò nel cuore è stato vede-re le infermiere e le OSS dare l’ultimo saluto amamma Laura, anzi Lauretta, come la chiamavanoloro … il friciulin, la mascotte. La commozione ed isorrisi nei loro ricordi mi hanno regalato mille emo-zioni. E Lauretta, ne sono certa, gongolava felicenel vederle tutte lì, per l’ultima volta accanto a lei…E poi il mio saluto a tutti voi, anche se il mio nonè un addio ma un ciao. Siete diventati un po’ lamia famiglia e verrò a trovarvi, … anche semamma non c’è più, perché in ognuno di voi ritro-verò tanto di lei. Ciao

Barbara Piantino

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Dedicato dagli OSS agli OSS

Studiamo l’anatomia dell’OSSda rivista ANOSS Magazine n. 7 - settembre 2014

Pensieri veri, profondi e semiseriBen ritrovati a tutti! Volevo trattare l’argomento daun punto di vista vagamente scientifico. Vi vogliospiegare com’è fatto un OSS! Leggendo il titolo sem-brerebbe una presa in giro, giacché la risposta par-rebbe ovvia: un OSS possiede due braccia, due gam -be, un volto, sul quale sono appiccicati un naso, dueorecchie, la bocca, due occhi, sul capo i capelli oppu-re una bella e scintillante Piazza Maggiore. In breve,uno qualunque dei sette miliardi di abitanti in que-sto sistema solare! E questa è solamente la coperti-na, l’apparenza, ciò che il mondo vede e ancora sem-brerebbe che chiunque sia in grado di poterlo fare,perché, tranne i casi particolari, tutti hanno duebraccia e due gam be, ecc. ma noi non ci fermiamo aquesto, andiamo oltre, andiamo al centro del discor-so dell’anatomia di un OSS.Allacciate le cinture! Cranio: al suo interno si trova ilcervello. Da qui parte tutto il sistema che va poi acomporre l’anatomia dell’OSS.Il cervello dell’OSS deve essere, rispetto agli altri, piùresistente più forte, in grado di comprendere e sapergestire molte situazioni. Allo stesso tempo, sapertrovare una risposta ad ogni evenienza prima che ilmago Silvan abbia finito di dire Sim Sala Bim!.La sua formazione è complessa, e la ragione per laquale nessun luminare della medicina moderna e diquella che verrà abbia accettato di analizzarlo, è pernon rischiare di perdere la cattedra.Il cervello dell’OSS ha una capacità ricettiva che va daun minimo di cinque ore (un M3 al matti no, oppureun P3 al pomeriggio),ad un massimo di otto (sette ore il fuori turno mat-tutino, sei ore il pomeridiano, otto il turnista), allafine delle quali viene dichiarato ufficialmente fuoriuso, fuso!Gli restano capacità ricettive sufficienti per timbrarel’uscita, salire in macchina e guidare verso casa! Illivello di stress psicologico è tale che eminenze dellapsicoanalisi hanno dichiarato: “Ucciderebbe un dino-sauro!” Ancora nessuno li ha smentiti.Busto: quella dell’OSS è la migliore delle palestrepossibili, e il busto di un OSS deve presentarsi possi-bilmente, perfettamente sano. Sarà poi il cosiddettocarico di lavoro e i giorni passati a prestare assisten-za ai residenti a letto, tempo in cui vengono esegui-te l’igiene personale e poi la vestizione, e quindi, l’al-zata, a far emergere i primi, evidenti cambiamenti.Il fatto che ci siano mezzi meccanici a dare una manoper queste operazioni non significa che l’OSS, duran-te uno spostamento letto carrozzina, possa iniziareun cruciverba!La manovra fisica dell’operatore resta sempre prima-ria e centrale. Per chi non ha mai avuto un fisico da

Rambo, e non lo ha mai desiderato, dopo otto ore diqueste operazioni potrete già notare dei “migliora-menti”.E siete solo al primo giorno di lavoro!Braccia e Mani: l’OSS è l’evoluzione tecnologica delleggendario ma rinaio con la pipa, il quale, se vedes-se ciò che un OSS deve fare con le braccia, avrebbequalche dubbio sulla sua reale forza!Gli arti inferiori dell’OSS non sono di ferro, ma lodiventano col tempo. Le decine di prese e di stira-menti a cui sono sottoposti durante le manovre diassistenza, richiedono una presa sicura, decisa, senzase e senza ma, pena il rischio di sedere male un resi-dente in carrozzina, o di non posturarlo corretta-mente nel letto. Otto ore di sollevamento pesi all’en-nesima potenza!Basso Ventre: un OSS lavora anche con il basso ven-tre? Certamente, è un OSS non un impiegato dibanca! Le mansioni di assistenza dell’OSS richiedonolo sforzo integrale del fisico, nessuna parte esclusa;ogni singolo nervo, tendine, muscolo o fibra, vienecoinvolto nell’azione che si sta effettuando!Arti Inferiori: Usain Bolt èil corridore più veloce delpianeta terra, ha vintotutto e tutti e dichiara chevuole superare il muro delsuono alle prossime Olim -piadi, poi si ritirerà nellagloria e nei dollari! Luinon lo sa, ma la fortunadella sua carriera è statanon avere mai incontratoun OSS! Le gambe del -l’OSS, sono, la parte delcorpo tra le più sottopo-ste a una continua, pazze-sca, sfrenata corsa controil tempo! Se fossero un’au tomobile,non sarebbe un diesel, maun benzina super carbura-ta! Come già scritto, se unOSS fosse pagato non secondo il Contratto Nazio -nale, ma a passi, Zio Paperone, a confronto, sarebbeun mendicante!Cinque ore di servizio, per le gambe, equivalgono afare la Piacenza Firenze, a piedi, ovviamente.E se Firenze può essere un esempio esagerato, met-tiamoci Bologna, ma comunque sia, tutto è tranneche una passeggiata! Alla fine del servizio gli artiinferiori e tutto quello che c’è sopra, accettano sola-mente passaggi in ascensore!Da questa panoramica si evince molto chiaramentecome, da qualunque parte o an golazione la si guar-di, quella dell’OSS è una delle figure professionalimaggiormente sottoposte ad alti livelli di stress psicofisico. Ne parleremo ancora.

Gianluigi Rossetti

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RIFACIMENTO RAMPAACCESSO PIANO SEMINTERRATOUn intervento finalizzato a migliorare l’accessibili-tà dell’edificio, all’interno del Progetto “IN VETTAAL TOVO”, per permettere un agevole e celere ac -cesso delle ambulanze al montalettighe, piano se -minterrato, ed al contempo rendere accessibili aimezzi su ruote, alla stessa quota, anche la cameramortuaria ed il deposito della biancheria sporca.

L’intervento dunque ha migliorato:- L’accesso alla camera mortuaria.- L’accesso alla lavanderia, con possibilità di diffe-

renziazione dei percorsi “sporco” e “pulito”. - L’accesso al magazzino, implementando ed otti-

mizzando le potenzialità dei percorsi di carico-scarico merci.

- Il cancello sarà automatizzato.- L’ingresso dotato di citofono e telecamera colle-

gati con la portineria.

Un’organizzazione degli spazi di questo tipo in -flui sce sulla vita dell’intera struttura e dei suoi o -spiti perché consente una maggiore prontezzad’in tervento in caso di emergenza medica, un’ele-vata comodità per i fornitori, una più rapida rispo-sta alle esigenze di biancheria pulita degli ospiti eun accesso più riservato alla camera mortuaria.Consente inoltre di adibire ed attrezzare i 10 postiletto del Nucleo Tovo Nord per accogliere ospiticon particolari patologie.

La realizzazione della nuova rampa di accesso si èconclusa a settembre 2014.

Ringraziamo per il contributo dato alla realizzazione dei lavori FONDAZIONE CASSA RISPARMIO DI TORINO

FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI BIELLA

RubricaDonazioni

(primo trimestre 2015)Oblatori Euro Utilizzo

Ass. Arma Aereonautica sez. Biella 700,00 per progetti “interventi non farmacologici”

Gianinetto Adriana 137,00 a ricordo del fratello

Ass. Amici del Cerino Zegna 1.320,00 a sostegno progetti ed attività di animazione

Vilma Bisacco 100,00 a ricordo della mamma Teresa Volpe

Renzo Turinetti 200,00 a ricordo di Dimma Di Simone

Milva Lacopo 2 bambole Doll Therapy a ricordo del papà