"vicini" pdf dicembre 2014

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ANNO 1 - Numero 9 WWW.VICINI.TO.IT DICEMBRE 2014 Concorso Fotografico: “Il cibo vicino a noi” Pag. 1 Oggi le Feste , Natale, Capodanno, Carnevale, sono diventa- te un turbinio di impegni ed acquisti: ognuno di noi ha i suoi e fa i suoi, ma il ritrovarsi a tavola con i propri cari o i propri amici esprime ancora il gusto della convivialità, della famiglia, della tradizione culturale. Per questo il nostro Giornale cittadino in collaborazione con la Fondazione Cascina Roccafranca, la Rete delle Case del quartiere, e di vari gruppi ed associazioni di appassionati di fotografia che operano in Torino, lancia un concorso fotografico dal titolo “Il cibo vicino a noi”. Quali sono le sezioni? Sono TRE: il cibo e la mia tavola (cosa consumiamo nella nostra vita quotidiana? ) il cibo nella mia tradizione culturale e famigliare (il cibo è la nostra storia?) il cibo nel mio Quartiere (dal barachin al kebab) Quello che consumiamo sulle nostre tavole deriva dal lavoro secolare dell’uomo nelle nostre campagne. Una sapienza fat- ta selezionando le varietà colturali, i tipi di lavorazione, i tempi e i terreni di produzione in una relazione con l’ambiente che ha portato alla nascita di paesaggi antropici che favoriscono spesso anche elevati gradi di biodiversità del territorio. Inoltre Torino è la sede del Salone del Gusto, nato dalle iniziative di Carlin Petrini in difesa del cibo, e della sua derivazione Terra Madre. Inoltre Expo 2015 si presenta come un’opportunità per approfondire il tema dell’alimentazione e delle tradizioni ga- stronomiche anche nel nostro territorio, ma anche di quelle di coloro che non sono nati qui , ma che vi si sono insediati da altre regioni d’Italia e del mondo. Il concorso è quindi aperto a tutte le persone che abitano nella Provincia di Torino, italiani o stranieri, e si snoderà dall’ 8 dicem- bre per tutte le Feste fino a chiudersi il 28 Febbraio 2015. Le opere si potranno consegnare solo a mano presso la Ca- scina Roccafranca dal 1 al 28 febbraio 2015 (orari sul Regola- mento). Seguirà la premiazione nel mese di Marzo presso la Cascina Roccafranca dove verrà allestita la prima mostra delle ope- re vincitrici. Successivamente la mostra diventerà itinerante in alcune Case del Quartiere e presso la Casa di Contrada San Paolo in Via Luserna. Grazie ai nostri partner, non ostante il Giornale Vicini sia un gior- nale fatto esclusivamente da volontari, è stato possibile reperire dei premi all’altezza del Concorso, infatti ve ne saranno ben cinque nell’ambito delle tre sezioni: 1° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 500 non vincolato; 2° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 300 non vincolato messo a disposizione dalla Carrozzeria Marello di Torino; 3° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 100 presso EUROPHOTO; 4° Premio: un corso a scelta tra quelli di SportIdea non a numero chiuso (valore circa 150 euro); 5° Premio: due corsi Fotografici presso Torino Attiva usabili anche in modo disgiunto (valore circa 90 euro cadau- no). Coraggio! Vi aspettiamo. franco [email protected] Scaricate il Regolamento e la scheda di Iscrizione da www. vicini.to.it Riconoscerci oggi nell’attualità di ieri-Q12 all’Ecomuseo. Il 15 Gennaio inaugurazione della mostra sulle vignette del giornale Q12 a cura dell' Associazione A.Me.Va Articolo completo a pag. 8

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Numero PDF di Dicembre del giornale cittadino on line "Vicini" sulla città di Torino.

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ANNO 1 - Numero 9 WWW.VICINI.TO.IT DICEMBRE 2014

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TOVia Rubino 45 10137, Torino,presso Cascina Roccafranca, Bottega ComunicazioneContatti: Email : [email protected] web: www.vicini.to.itSe volete collaborare, scriveteci.

Concorso Fotografico: “Il cibo vicino a noi”

N° 9 in versione pdf, DICEMBRE 2014

Pag. 1Pag. 8

Oggi le Feste , Natale, Capodanno, Carnevale, sono diventa-te un turbinio di impegni ed acquisti: ognuno di noi ha i suoi e fa i suoi, ma il ritrovarsi a tavola con i propri cari o i propri amici esprime ancora il gusto della convivialità, della famiglia, della tradizione culturale. Per questo il nostro Giornale cittadino in collaborazione con la Fondazione Cascina Roccafranca, la Rete delle Case del quartiere, e di vari gruppi ed associazioni di appassionati di fotografia che operano in Torino, lancia un concorso fotografico dal titolo “Il cibo vicino a noi”.Quali sono le sezioni? Sono TRE:

• il cibo e la mia tavola (cosa consumiamo nella nostra vita quotidiana? )

• il cibo nella mia tradizione culturale e famigliare (il cibo è la nostra storia?)

• il cibo nel mio Quartiere (dal barachin al kebab)

Quello che consumiamo sulle nostre tavole deriva dal lavoro secolare dell’uomo nelle nostre campagne. Una sapienza fat-ta selezionando le varietà colturali, i tipi di lavorazione, i tempi e i terreni di produzione in una relazione con l’ambiente che ha portato alla nascita di paesaggi antropici che favoriscono spesso anche elevati gradi di biodiversità del territorio. Inoltre Torino è la sede del Salone del Gusto, nato dalle iniziative di Carlin Petrini in difesa del cibo, e della sua derivazione Terra Madre. Inoltre Expo 2015 si presenta come un’opportunità per approfondire il tema dell’alimentazione e delle tradizioni ga-stronomiche anche nel nostro territorio, ma anche di quelle di coloro che non sono nati qui , ma che vi si sono insediati da altre regioni d’Italia e del mondo.Il concorso è quindi aperto a tutte le persone che abitano nella Provincia di Torino, italiani o stranieri, e si snoderà dall’ 8 dicem-bre per tutte le Feste fino a chiudersi il 28 Febbraio 2015.

Le opere si potranno consegnare solo a mano presso la Ca-scina Roccafranca dal 1 al 28 febbraio 2015 (orari sul Regola-mento).Seguirà la premiazione nel mese di Marzo presso la Cascina Roccafranca dove verrà allestita la prima mostra delle ope-re vincitrici. Successivamente la mostra diventerà itinerante in alcune Case del Quartiere e presso la Casa di Contrada San Paolo in Via Luserna.Grazie ai nostri partner, non ostante il Giornale Vicini sia un gior-nale fatto esclusivamente da volontari, è stato possibile reperire dei premi all’altezza del Concorso, infatti ve ne saranno ben cinque nell’ambito delle tre sezioni:

• 1° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 500 non vincolato;

• 2° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 300 non vincolato messo a disposizione dalla Carrozzeria Marello di Torino;

• 3° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 100 presso EUROPHOTO;

• 4° Premio: un corso a scelta tra quelli di SportIdea non a numero chiuso (valore circa 150 euro);

• 5° Premio: due corsi Fotografici presso Torino Attiva usabili anche in modo disgiunto (valore circa 90 euro cadau-no).

Coraggio! Vi aspettiamo.

[email protected]

Scaricate il Regolamento e la scheda di Iscrizione da www.vicini.to.it

Riconoscerci oggi nell’attualità di ieri-Q12 all’Ecomuseo. Il 15 Gennaio inaugurazione della mostra sulle vignette del giornale Q12 a cura dell' Associazione A.Me.Va

Articolo completo a pag. 8

Riconoscerci oggi nell’attualità di ieri-Q12 all’Ecomuseo

Q12 il “Giornale dei comitati spontanei di quartiere Mirafiori Nord-O-vest, Città Giardino e Santa Rita”, è nato nel marzo 1977: da allora fino al 2012, ha rappresentato un’importante realtà del territorio in-formando i lettori sulle problematiche della zona, sugli eventi in pro-gramma e sui servizi a disposizione, ed è stato anche un efficace strumento informativo delle iniziative istituzionali e socio-culturali pro-mosse dalla Circoscrizione 2.

Nel primo semestre 2013 è stata completata la disponibilità di con-

sultazione nell’Ecomuseo del “Fondo Q12” grazie alla consegna da parte dell’ ”Associazione Amici del Q12” di una copia di ogni nume-ro del periodico.

L’aps A.Me.Va (Associazione Memoria Valorizzata), in collaborazio-ne con l’associazione culturale FormEduca, ha avviato un progetto di valorizzazione di quest’importante raccolta con lo scopo di far emergere il suo profondo valore culturale, la sua specificità di “radi-ce o deposito” comune.

Un primo intervento è stata essenzialmente l’attività archivistica con la catalogazione di tutti i numeri suddivisi per annate; successiva-mente si è proceduto con una lunga, ma fondamentale classifica-zione e indicizzazione dei contenuti presenti nelle pubblicazioni del fondo per renderli facilmente accessibili per qualsiasi tipo di utilizzo.

Ora è arrivato il momento della “restituzione” alla cittadinanza, del quartiere e non, di questo piccolo patrimonio: giovedì 15 Genna-io, presso la Cascina Roccafranca dalle 17.30 si terrà un incontro con gli artefici del giornale e alcuni vignettisti, che ci racconteranno come e perché nasce un Giornale dei comitati spontanei di quartie-re, le difficoltà e le soddisfazioni di una produzione quasi a costo “0”. L’incontro si concluderà intorno alle 19 con una merenda. In occa-sione vi sarà l’inaugurazione della mostra “Riconoscerci oggi nell’at-tualità di ieri”: una selezione di vignette pubblicate in anni diversi sul Q12 e che ci faranno riscontrare un forte richiamo col presente. La mostra, allestita presso la sede dell’Ecomuseo (primo piano, Cascina Roccafranca), sarà visitabile dal 15/01 al 22/01/2015 negli orari di apertura dell’EUT2.

Il prossimo impegno dell’EUT2, e delle associazioni A.Me.Va. e FormE-duca, concentrerà l’attenzione sulla digitalizzazione dei documenti archivistici del “Fondo Q12”, per consentire di disporre agevolmen-te del complesso di informazioni affrontate dal periodico nel corso degli anni di pubblicazione sfruttando le potenzialità dei documenti digitalizzati.

A.Me.Va (Associazione Memoria Valorizzata),

Nel tentativo di raccontare l’ambiente in cui viviamo, Q12 non si è sottratto all’analisi della realtà economica, sociale, politica della Città e del Paese nel suo insieme.

In questo sforzo, un contributo significativo è stato dato, accanto ad altri, da Leonardo Scannavacca e Fulvio Colangelo, vignettisti origi-nali ed intensi. Molto della mostra in via di allestimento si deve a loro.

Gianpaolo Nardi

[email protected]

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“Torino città religiosa”: il melting pot del quartiere San SalvarioUn rinnovato mercatino “della qualità” in Via Baltimora

Fare di necessità virtù.Sembra questa la logica che ha motivato i titolari dei banchetti del mercato di Via Baltimora per ridare un nuovo volto ed un nuovo impulso all’area mercatale.

Giovedì 4 dicembre è stata inaugurata, con la partecipazione dell’assessore al commercio (citiamo solo questa delega per brevità) Domenico Mangone, il Mercato della Qualità di Via Baltimora. Più che una cerimonia, una chiacchierata tra gente che in fondo fa lo stesso mestiere.L’assessore ha passeggiato tra i banchi, salutando i proprietari, senza sottrarsi all’isolata frecciatina “cosa è successo, ci sono elezioni in giro?”

“Assessore, di cosa si lamentano i commercianti?” Nessuna esitazione “Eh, le tasse”.

Non solo: la mancanza di parcheggi, in una zona in cui i clienti sono sempre più le persone anziane; o la possibilità che hanno gli ambulanti senza posto fisso di disertare il mercato, se piove o se si prevede maggiore afflusso altrove, lasciando così degli sco-raggianti spazi vuoti.

“Secondo lei, assessore, cosa ha causato questo declino a cui ci si sforza di porre rimedio? Qual è la situazione degli altri mercati? Si dice che in genere i mercatini sopravvivono meglio degli altri esercizi du-rante le crisi”.

“E’ certamente un problema di dimensione, i mercati più grandi se la cavano meglio”. Ecco un terzo mo-tivo contingente: è anche questione di organizza-zione.Certo non si possono negare gli effetti della crisi.

La più grossa difficoltà però rimane la concorrenza dei supermercati: in termini appunto di organizzazio-ne, parcheggi, offerta complessiva.

Il mercato rionale può solo opporre la qualità: chi porta al mercato i propri prodotti ne conosce i pregi, la storia, il territorio; mentre è forte il sospetto di manipolazioni per i prodotti provenienti da Paesi esteri, anche comunitari. Ma non solo: le fami-glie tendono a fare la spesa prima di rientrare in casa, il pomeriggio, mentre il mercatino alle 13 chiude i battenti.

Per questo motivo in Via Baltimora si sta cercando di sperimentare un’apertura pomeridiana, un giorno alla settimana: quando? “Mah, a metà settimana in genere la gente ha esaurito le scorte del fresco. Allora noi cer-chiamo di offrire loro i nostri prodotti nel momento in cui gli servono”.

E’ comunque una lotta dura. I commercianti, ad ogni buon conto, si sono rimboccati le maniche e ci provano: scritta luminosa accesa già dal mattino, almeno per ora; grembiule verde scuro stile ortolano d’antan; borse di tes-suto naturale per sostituire, una volta per tutte, le invasive sportine di plastica.

Come dire: invece di piangerci addosso, lavoriamo per migliorarci.

Gianpaolo [email protected]

Sabato 29 Novembre, dalle 10 alle 11.30, presso il Centro In-terculturale di C.so Taranto 160 si è tenuta la terzultima lezio-ne del corso “Nutrire l’anima” dedicata questa volta a “Tori-no città religiosa”.

Quando pensiamo al pluralismo religioso torinese, pensiamo necessariamente al quartiere San Salvario. Nel 1848 lo Sta-tuto Albertino concede diritti civili e religiosi alla comunità valdese ed ebraica. Entrambe le confessioni optano per San Salvario come sede urbana dei rispettivi luoghi di culto.

La Congregazione Evangelica di Torino inizia ad interrogarsi sulla necessità, visibilità e localizzazione del tempio valdese. Quest’ultimo, nel 1853, viene eretto in C.so Vittorio Emanuele II 23, cioè in un’arteria cittadina che per percorrenza e presti-gio avrebbe garantito visibilità all’edificio religioso.

Ben presto, accanto al tempio valdese, vengono edificati locali scolastici e un polo ospedaliero: cioè si crea un vero e proprio isolato confessionale. A pochi metri dal tempio val-dese, al numero civico 13, viene costruita per volere di San Giovanni Bosco la Chiesa di San Giovanni Evangelista.

A partire dal 1998 questa chiesa ospita la comunità filippina cattolica di Torino; cioè dall’oratorio del cattolicesimo socia-le di San Giovanni Bosco si è passati alla chiesa etnica di Manila . . .

Ben più travagliata, rispetto al tempio valdese, è stata la sto-ria della sinagoga. Per decenni la comunità ebraica torinese si è interrogata sulla necessità di edificare un luogo di culto riconosciuto che, secondo alcuni, avrebbe intaccato la di-mensione privata della preghiera e lettura domestica della Torah.

Nel 1859 viene deciso di costruire la sinagoga di Torino nella zona centrale attualmente occupata dalla Mole Antonellia-na. La sinagoga avrebbe dovuto ispirarsi al modello architet-tonico di quella di Lipsia e il progetto di edificazione venne affidato all’architetto Alessandro Antonelli grazie al finanzia-mento dell’Università Israelitica.

Grazie ad un decreto regio, nel 1860 viene approvato il pro-getto (il tempio valdese era già operativo e funzionale da almeno dieci anni). A causa delle lungaggini burocratiche, i prezzi iniziano a lievitare diventando semplicemente inso-stenibili. Così, anche a causa della morte del rabbino capo della comunità ebraica di Torino, il terreno viene acquistato dal municipio di Torino per £ 150.000 (gli ebrei lo ebbero pa-gato £ 33.000).

La comunità ebraica di Torino individua, nell’ex ghetto del-la città, il luogo definitivo di costruzione della sinagoga. Nel 1880 viene posta, dopo essere stata fatta arrivare diretta-

mente da Gerusalemme, la prima pietra della sinagoga in Piazzetta Primo Levi, nel quartiere San Salvario. Ben presto, accanto alla sinagoga sorgono una scuola elementare e media ebraica: anche in questo caso, come con i valdesi, si innesca un processo di occupazione strategica del territorio.

In San Salvario sono presenti anche quattro sale del regno dei Testimoni di Geova. Gli adepti della religione Baha’i (ori-ginaria della Persia) non necessitano di un luogo di culto: pur essendo relativamente pochi, per essi l’importante è essere presenti ovunque.

Torino, come ben si sa, è anche una città esoterica. Il capo-luogo regionale piemontese è compreso come vertice sia nel triangolo della magia bianca (Torino, Praga, Lione) che in quello della magia nera (Torino, Londra, San Francisco). Questo mito alimenta a Torino l’afflusso di maghi, santoni, in-dovini, Damanhûr e della Chiesa di Satana.

La Chiesa di Satana non ha nulla a che vedere con le sette sataniche: essa si richiama al demonio per controllarlo e ri-durne gli influssi negativi sull’uomo.

L’alone di mistero che avvolge Torino ne alimenta la leggen-da di città sulfurea, dell’occultismo . . .

In chiusura, bisogna menzionare la presenza in San Salvario delle innumerevoli sale di preghiera islamiche.

Esse sono invisibili e localizzate perlopiù lungo Via Berthollet. Invece innumerevoli centri yoga e scuole di meditazione sono ubicate in Via Massena. Questi centri si richiamano al buddhismo giapponese che, a Torino, è il più diffuso.

Interessante notare, come esempio dell’intricato ginepraio del pluralismo religioso torinese, il fatto che il 9% dei cinesi residenti a Torino siano Testimoni di Geova.

Lorenzo [email protected]

Frammenti di cultura occitana e franco provenzale:teatro e musica

Tavolo di Cantiere per i lavori della metro

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Nell’ambito delle iniziative culturali dell’Associazione Pie-monte e Cultura vi sarà un nuovo evento in collaborazione con Chambra d’Oc

Venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 21.00

“CHANTAR L’HUVERN” – FRAMMENTI DI CULTURA OCCITANA E FRANCOPROVENZALE: TEATRO E MUSICA

OFFO®, Via Luserna di Rorà, 8 Torino

Ingresso gratuito, prenotazione consigliata

Poiché sono stati molto apprezzati, vengono riproposti due spettacoli “Chantar l’uvèrn” e “Balà an chantant”, così da dare a tutti la possibilità di vederli. ideati e messi in scena dal gruppo “Blu l’azard”, per Chambra d’Oc.

Parlando degli spettacoli, le danze che il gruppo esegue sono tradizionali dell’area di parlata francoprovenzale: molti canti e musiche sono tratti direttamente dalla tradizione (al-cuni conosciuti e in uso sul territorio, altri appresi dall’impor-tante lavoro di ricerca sul campo di vari studiosi, altri ancora conosciuti nelle ricerche individuali, appresi nei viaggi o in occasioni di incontri musicali), molti invece sono stati com-posti dal gruppo stesso.

I quattro componenti del gruppo - Peyre Anghilante, Flavio Giacchero, Marzia Rey, Pierluigi Ubaudi - provengono tutti da località di lingua minoritaria storica e partecipano atti-vamente alle specifiche tradizioni culturali di appartenenza (Bahio della Val Varaita, danza delle spade e priorato di Gia-glione, canti spontanei, danze e musiche nelle Valli di Lanzo), oltre che svolgere attività di musicisti e cantanti in ambiti sva-riati, collaborando con molte realtà e attraversando nume-rosi generi musicali.

Per chi avesse voglia di imparare o riscoprire aspetti poco noti del francoprovenzale è possibile mettersi alla prova durante i laboratori linguistici “Geù sènsa counfin”: una rivi-sitazione linguistica dei famosi “giochi senza frontiere”, con prove linguistiche e fisiche adatte a tutti, dai più piccini ai più grandi, dai patoisant a chi non conosce la lingua. Gli at-leti saranno guidati tra le prove da Teresa Geninatti, da anni responsabile dello sportello linguistico regionale delle Valli di Lanzo.

Ma non è finita qui. Gli appassionati di passeggiate in monta-gna potranno scoprire antichi paesaggi e contemporanea-mente divertirsi imparando il francoprovenzale cantando le canzoni della tradizione culturale, grazie all’insegnamento di Gigi Ubaudi e Flavio Giacchero.

Scopo delle manifestazioni è l’apprendimento, il riappren-dimento, la rielaborazione della lingua francoprovenzale, in un ambiente informale e ludico, ma non per questo meno efficace.

Le attività di sportello permettono di creare una rete cultu-rale tra i territori così da valorizzare la peculiarità di ciascuno nell’ambito comune dell’essere minoranze linguistiche sto-riche; permettono di farsi conoscere dal grande pubblico, creando al contempo consapevolezza tra chi abita questi territori; permettono di unire e mettere in relazione persone eterogenee così che possano lavorare, crescere e vivere esperienze, contribuendo, anche in questo modo, a creare comunità.

Iniziativa culturale promossa dalla Provincia di Torino, nell’am-bito del Progetto Lingue Madri L. 482/99 “Norme a tutela delle minoranze linguistiche storiche” a cura della Chambra d’Òc in partenariato con Piemonte Cultura

info e prenotazione gratuita: http://www.piemontecultura.it/

franca guiot

[email protected]

Nel pomeriggio di lunedì 10 Novembre, all’Assessorato alle Infrastrut-ture e Trasporti della Città sono ripartiti i lavori del Tavolo di Cantiere per i lavori di realizzazione del prolungamento della metropolitana a piazza Bengasi.

Erano presenti le imprese che realizzano l’opera, la stazione appal-tante InfraTo, vari rappresentanti delle associazioni dei commercian-ti e Presidente e Coordinatore della Circoscrizione Nove.L’obiettivo del tavolo è coinvolgere tutti i soggetti del territorio in

maniera attiva nella fase della cantierizzazione, oltre che informare tempestivamente sull’avanzamento dei lavori.

Vista la concomitanza di due cantieri sullo stesso territorio (metro e palazzo della Regione), si é deciso di ampliare il Tavolo coinvolgen-do anche il Direttore Lavori ed il RUP del cantiere del Grattacielo della Regione Piemonte.

Riprende parallelamente l’informazione ai cittadini attraverso l’ela-borazione di un bollettino mensile sulle evoluzioni di cantiere, oltre che sul sito internet www.infrato.it.Il Tavolo di Cantiere, preso atto della richiesta della Circoscrizione sulla costituzione di un fondo a sostegno del commercio, ha chiesto agli assessorati competenti di fare i dovuti approfondimenti sulla fat-tibilità della proposta.Oltre alla normale gestione della viabilità in fase di cantiere, verrà studiato nei prossimi mesi un piano per gestire una nuova viabilità a seguito dell’apertura del palazzo della Regione Piemonte.

Verranno inoltre studiate le modalità di accesso e gestione del nodo di interscambio della stazione terminale di piazza Bengasi con la rea-lizzazione del parcheggio interrato; per questo sarà coinvolto anche il settore Urbanistica della Città.Il Tavolo di Cantiere verrà riconvocato il 15 dicembre 2014.

Angelo Tacconi

[email protected]

La banconota scomparsa. Thriller familiareStava riponendo i pantaloni in guardaroba dopo essere rientrato a casa. Alcune banconote stropicciate avevano bisogno di essere messe in ordine. Fatto.Oddio: manca un 50 €.Preoccupazione.Cerca meglio, tutte le tasche. Niente. Magari nel giubbotto, lo sai che sei distratto.Cresce la preoccupazione. La dannata banconota non c’è. Dai si sarà infilata da qualche parte, una cucitura sdrucita, una tasca che manco sapevi che ci fosse…Maledetta.

Persa? Ipotesi inaccettabile. Cinquanta euro: 2 serate in pizzeria, 3 pieni di GPL, svariati chili di zucchine al mercato di S. Rita. Chi glielo dice alla moglie?Ansia.La serata passa cercando di nascondere un deleterio malumore a

rischio esondazione.

Notte agitata, tentativo penoso al mattino: “potrei averla persa nella macchina”. Niente; illuso, sembra dire il tappetino dell’auto, come potevi sperarci?

A questo punto è ufficiale, persa irrimediabilmente: deve dirlo alla

moglie. Cresce l’angoscia mentre anticipa mentalmente le mille domande e rimbrotti: “ma perché non tieni le cose in ordine, ma-gari hai comprato qualcosa e non te ne ricordi, con la testa che hai, perché vai in giro con tanti (!) soldi”. Aleggia anche un sospet-to non espresso: “chissà dove li ha spesi…”

E la domanda cruciale a cui non potrà sottrarsi: “dove li hai persi?”E’ solo a causa dell’ineluttabilità del quesito che si decide a pro-vare al supermercato. Poche centinaia di metri, da casa a cor-so Sebastopoli, di crescente apprensione. “Con che faccia vai a chiedere se hanno trovato 50 €? Ti toccherà magari litigare perché si mettono a ridacchiare?”

Si prepara la domanda mentre sale le scale. All’assistenza clienti la richiesta è al limite dell’umiliazione: “mi scusi, capisco che sem-bri assurdo ma mi corre l’obbligo di provare a chiedere: per caso qualcuno ha trovato una banconota da 50 €?”

“Ah, sì, l’ho trovata io”. La ragazza è carina, ha l’aria serena e sim-patica, ma per lui è ben di più: è la salvezza, la fine dell’angoscia. Sembra la Madonna. La guarda, lei si accorge della sua increduli-tà. “Sì era a quella cassa laggiù no?”

La collega nel frattempo ha tirato fuori da un cassetto la subdola, scivolosa banconota a cui è incollato un post it con una nota stila-ta con calligrafia tondeggiante e fitta.

Ritira i 50€ e le offre una banconota da 5: “no grazie, ci manche-rebbe”. “Li prenda, non è una mancia, se ricordo bene le spetta”.

“No, grazie, come l’avessi presa”. “Come l’avessi presa”, la risposta che dai quando ti offrono un caffè, ma non ti senti di accettare, e non vuoi che il tuo interlocutore si offenda.

Me ne vado con un certo imbarazzo e un grammo di fiducia in più nella gente.

Gianpaolo [email protected]

Detenuti e studenti si confrontano sulla giustizia

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“Ognuno ha la sua legge uguale per tutti” è l’evento che sarà portato in scena dal regista Claudio Montagna e dalla Compagnia Teatro e Società, il 25, 26, 27, 28 novembre 2014 alle ore 21 presso il teatro della Casa Circondariale di Torino, con l’obiettivo di affrontare i pregiudizi e gli stereotipi che riguardano la giustizia, in un faccia a faccia tra detenuti e giovani studenti.

Quattro serate nate dalla riflessione sul ruolo del carcere, sui confini tra lecito e non lecito.

L’evento nasce nell’ambito del progetto Varianti dell’Esilio realizzato da Teatro Società grazie al sostegno della Compa-gnia di San Paolo e con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino. E’ condiviso operativamen-te dalla Direzione, dagli educatori e dagli agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e dal Dipartimento di Giuri-sprudenza dell’Università di Torino nell’ambito della Cattedra di Sociologia Giuridica. E’ seguito dall’Ordine degli avvocati; dal Comune di Torino nella figura della Garante dei diritti del-le persone private della libertà; dall’Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Torino.

Alle serate parteciperà un pubblico di oltre 500 persone, già prenotate. Si alterneranno momenti teatrali, in cui un gruppo di detenuti del Padiglione A e un gruppo di studenti univer-sitari della Facoltà di Giurisprudenza e degli Istituti di scuola Media Superiore di Torino porteranno al centro della scena le ragioni di chi condanna e quelle di chi assolve, mettendo-le a confronto con le leggi dello Stato e con il punto di vista del pubblico. Mentre un gruppo improvviserà brevi storie di illeciti, l’altro gruppo, senza averle conosciute prima e diviso in due fazioni contrapposte, dovrà condannare o assolvere.

Saranno proposti casi reali, tratti dalla vita quotidiana ine-renti le cosiddette furberie o le situazioni che offrono giustifi-cazioni “umane” ma anche occasioni di trasgressione dalle norme che, secondo la legge, prevedono la detenzione.

A un esperto di diritto il compito di chiarire di volta in volta ciò che la Legge dispone, fornendo uno strumento in più per comprendere la forza della norma giuridica e il suo, a volte complesso, rapporto con i valori e il sentire comune.

Il progetto prosegue la riflessione avviata da tempo presso la Casa Circondariale di Torino da Claudio Montagna e dalla compagnia teatrale Teatro e Società. L’Assessorato alla cul-tura della Città di Torino e la direzione del “Lo Russo e Cutu-gno” (ex “Le Vallette”) collaborano dal 1993 a un progetto permanente di laboratorio teatrale, condotto con i detenuti delle Sezioni presenti nel Padiglione A.

Il laboratorio teatrale, diretto da Claudio Montagna e con-

dotto da lui e dai collaboratori di TS Teatro e Società, si svol-ge con incontri mirati con i protagonisti e culmina con gli eventi teatrali aperti al pubblico e finalizzati all’incontro tra detenuti e società civile.

Il tema è stato sviluppato attraverso incontri mirati con gli studenti, svolti presso l’Università degli Studi, e alla luce degli inattesi risultati di un questionario elaborato nell’ambito di una ricerca condotta dalla Cattedra di Sociologia Giuridica con il coinvolgimento di giovani e detenuti.

«E’ diffusa – spiega Claudio Montagna – una propensione proprio da parte dei più giovani a giudicare pesantemente i comportamenti devianti. Ma chi giudica poi sa accettare fino in fondo le regole? Su questo interrogativo e per appro-fondire il significato di alcune risposte al questionario, abbia-mo costruito il confronto. L’obiettivo è quello di far emergere e cogliere dal vivo, com’è nostra consuetudine, abiti mentali e atteggiamenti che spesso destano stupore non per fornire risposte ma per stimolare piuttosto una conoscenza critica e la maturazione del senso civico».

TEATRO e SOCIETA’ è un’associazione i cui componenti pra-ticano il teatro in modo molto articolato e vario. Realizzano spettacoli, conferenze spettacolo, rassegne, performances celebrative, didattiche e ricreative, laboratori per la scuo-la dell’obbligo e superiore, attività riabilitative e sociali, visite guidate, feste e allestimenti per scopi turistici o promozionali, in forme ogni volta diverse e nuove, esclusivamente proget-tate sulla base delle richieste dei committenti e delle carat-teristiche dei destinatari.

Ogni spettacolo di TEATRO e SOCIETA’ è unico: dopo la mes-sa in scena per la comunità, il gruppo o il territorio per i quali è stato ideato, non viene replicato altrove perché il teatro di TS è un teatro “su misura”.

Riferimenti

[email protected]

www.teatrosocieta.it

Pagina FB: teatrosocieta

Rossella Lajolo

[email protected]

I Bagni di Via Agliè si rinnovano e hanno bisogno di “una mano”

Le docce pubbliche occuparono un ruolo importante nel passato per i tanti abitanti e operai delle “case di ringhiera”. Oggi, insieme al servizio docce è attivo un centro socioculturale che costruisce legami tra vecchi e nuovi abitanti di Barrie-ra, in una zona ricca di diversità e rappresentative delle nostre realtà urbane contemporanee. Per perseguire gli obiettivi sociali che la struttura si è data e allargare la loro proposta culturale stanno ristrutturandosi…come?

Nuove docce, nuovo salone, nuovi spazi per i laboratori e per la sartoria, un’officina per l’auto-produzione artistica e anche un piccolo bistrot. E nuove possibilità di incontri, iniziative ed attività!

La riapertura ufficiale delle docce è prevista per il 1 dicembre e la riapertura del centro culturale sarà a Gennaio 2015, ma i costi non sono ancora coperti e quindi hanno lanciato una sottoscrizione: una campagna di crowdfunding e le modalità di raccolta sono di quattro tipi:

1. On line attraverso la piattaforma IL MIO DONO (https://www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=3399)2. Passando di persona dai Bagni per lasciare un contributo oppure del materiale utile (elettrodomestici e altro)3. Una festa di raccolta fondi ai Bagni a breve.4. Infine una Lotteria con biglietti a 10 euro

INFO : pagina FACEBOOK dei Bagni di Via Agliè (https://www.facebook.com/bagnipubblici.viaaglie?ref=hl)

I Bagni Pubblici di via Agliè, in Barriera di Milano, zona storica di Torino, sono una Casa del Quartiere

Detenuti e studenti si confrontano sulla giustizia

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“Ognuno ha la sua legge uguale per tutti” è l’evento che sarà portato in scena dal regista Claudio Montagna e dalla Compagnia Teatro e Società, il 25, 26, 27, 28 novembre 2014 alle ore 21 presso il teatro della Casa Circondariale di Torino, con l’obiettivo di affrontare i pregiudizi e gli stereotipi che riguardano la giustizia, in un faccia a faccia tra detenuti e giovani studenti.

Quattro serate nate dalla riflessione sul ruolo del carcere, sui confini tra lecito e non lecito.

L’evento nasce nell’ambito del progetto Varianti dell’Esilio realizzato da Teatro Società grazie al sostegno della Compa-gnia di San Paolo e con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino. E’ condiviso operativamen-te dalla Direzione, dagli educatori e dagli agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e dal Dipartimento di Giuri-sprudenza dell’Università di Torino nell’ambito della Cattedra di Sociologia Giuridica. E’ seguito dall’Ordine degli avvocati; dal Comune di Torino nella figura della Garante dei diritti del-le persone private della libertà; dall’Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Torino.

Alle serate parteciperà un pubblico di oltre 500 persone, già prenotate. Si alterneranno momenti teatrali, in cui un gruppo di detenuti del Padiglione A e un gruppo di studenti univer-sitari della Facoltà di Giurisprudenza e degli Istituti di scuola Media Superiore di Torino porteranno al centro della scena le ragioni di chi condanna e quelle di chi assolve, mettendo-le a confronto con le leggi dello Stato e con il punto di vista del pubblico. Mentre un gruppo improvviserà brevi storie di illeciti, l’altro gruppo, senza averle conosciute prima e diviso in due fazioni contrapposte, dovrà condannare o assolvere.

Saranno proposti casi reali, tratti dalla vita quotidiana ine-renti le cosiddette furberie o le situazioni che offrono giustifi-cazioni “umane” ma anche occasioni di trasgressione dalle norme che, secondo la legge, prevedono la detenzione.

A un esperto di diritto il compito di chiarire di volta in volta ciò che la Legge dispone, fornendo uno strumento in più per comprendere la forza della norma giuridica e il suo, a volte complesso, rapporto con i valori e il sentire comune.

Il progetto prosegue la riflessione avviata da tempo presso la Casa Circondariale di Torino da Claudio Montagna e dalla compagnia teatrale Teatro e Società. L’Assessorato alla cul-tura della Città di Torino e la direzione del “Lo Russo e Cutu-gno” (ex “Le Vallette”) collaborano dal 1993 a un progetto permanente di laboratorio teatrale, condotto con i detenuti delle Sezioni presenti nel Padiglione A.

Il laboratorio teatrale, diretto da Claudio Montagna e con-

dotto da lui e dai collaboratori di TS Teatro e Società, si svol-ge con incontri mirati con i protagonisti e culmina con gli eventi teatrali aperti al pubblico e finalizzati all’incontro tra detenuti e società civile.

Il tema è stato sviluppato attraverso incontri mirati con gli studenti, svolti presso l’Università degli Studi, e alla luce degli inattesi risultati di un questionario elaborato nell’ambito di una ricerca condotta dalla Cattedra di Sociologia Giuridica con il coinvolgimento di giovani e detenuti.

«E’ diffusa – spiega Claudio Montagna – una propensione proprio da parte dei più giovani a giudicare pesantemente i comportamenti devianti. Ma chi giudica poi sa accettare fino in fondo le regole? Su questo interrogativo e per appro-fondire il significato di alcune risposte al questionario, abbia-mo costruito il confronto. L’obiettivo è quello di far emergere e cogliere dal vivo, com’è nostra consuetudine, abiti mentali e atteggiamenti che spesso destano stupore non per fornire risposte ma per stimolare piuttosto una conoscenza critica e la maturazione del senso civico».

TEATRO e SOCIETA’ è un’associazione i cui componenti pra-ticano il teatro in modo molto articolato e vario. Realizzano spettacoli, conferenze spettacolo, rassegne, performances celebrative, didattiche e ricreative, laboratori per la scuo-la dell’obbligo e superiore, attività riabilitative e sociali, visite guidate, feste e allestimenti per scopi turistici o promozionali, in forme ogni volta diverse e nuove, esclusivamente proget-tate sulla base delle richieste dei committenti e delle carat-teristiche dei destinatari.

Ogni spettacolo di TEATRO e SOCIETA’ è unico: dopo la mes-sa in scena per la comunità, il gruppo o il territorio per i quali è stato ideato, non viene replicato altrove perché il teatro di TS è un teatro “su misura”.

Riferimenti

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www.teatrosocieta.it

Pagina FB: teatrosocieta

Rossella Lajolo

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I Bagni di Via Agliè si rinnovano e hanno bisogno di “una mano”

Le docce pubbliche occuparono un ruolo importante nel passato per i tanti abitanti e operai delle “case di ringhiera”. Oggi, insieme al servizio docce è attivo un centro socioculturale che costruisce legami tra vecchi e nuovi abitanti di Barrie-ra, in una zona ricca di diversità e rappresentative delle nostre realtà urbane contemporanee. Per perseguire gli obiettivi sociali che la struttura si è data e allargare la loro proposta culturale stanno ristrutturandosi…come?

Nuove docce, nuovo salone, nuovi spazi per i laboratori e per la sartoria, un’officina per l’auto-produzione artistica e anche un piccolo bistrot. E nuove possibilità di incontri, iniziative ed attività!

La riapertura ufficiale delle docce è prevista per il 1 dicembre e la riapertura del centro culturale sarà a Gennaio 2015, ma i costi non sono ancora coperti e quindi hanno lanciato una sottoscrizione: una campagna di crowdfunding e le modalità di raccolta sono di quattro tipi:

1. On line attraverso la piattaforma IL MIO DONO (https://www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=3399)2. Passando di persona dai Bagni per lasciare un contributo oppure del materiale utile (elettrodomestici e altro)3. Una festa di raccolta fondi ai Bagni a breve.4. Infine una Lotteria con biglietti a 10 euro

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I Bagni Pubblici di via Agliè, in Barriera di Milano, zona storica di Torino, sono una Casa del Quartiere

Frammenti di cultura occitana e franco provenzale:teatro e musica

Tavolo di Cantiere per i lavori della metro

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Nell’ambito delle iniziative culturali dell’Associazione Pie-monte e Cultura vi sarà un nuovo evento in collaborazione con Chambra d’Oc

Venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 21.00

“CHANTAR L’HUVERN” – FRAMMENTI DI CULTURA OCCITANA E FRANCOPROVENZALE: TEATRO E MUSICA

OFFO®, Via Luserna di Rorà, 8 Torino

Ingresso gratuito, prenotazione consigliata

Poiché sono stati molto apprezzati, vengono riproposti due spettacoli “Chantar l’uvèrn” e “Balà an chantant”, così da dare a tutti la possibilità di vederli. ideati e messi in scena dal gruppo “Blu l’azard”, per Chambra d’Oc.

Parlando degli spettacoli, le danze che il gruppo esegue sono tradizionali dell’area di parlata francoprovenzale: molti canti e musiche sono tratti direttamente dalla tradizione (al-cuni conosciuti e in uso sul territorio, altri appresi dall’impor-tante lavoro di ricerca sul campo di vari studiosi, altri ancora conosciuti nelle ricerche individuali, appresi nei viaggi o in occasioni di incontri musicali), molti invece sono stati com-posti dal gruppo stesso.

I quattro componenti del gruppo - Peyre Anghilante, Flavio Giacchero, Marzia Rey, Pierluigi Ubaudi - provengono tutti da località di lingua minoritaria storica e partecipano atti-vamente alle specifiche tradizioni culturali di appartenenza (Bahio della Val Varaita, danza delle spade e priorato di Gia-glione, canti spontanei, danze e musiche nelle Valli di Lanzo), oltre che svolgere attività di musicisti e cantanti in ambiti sva-riati, collaborando con molte realtà e attraversando nume-rosi generi musicali.

Per chi avesse voglia di imparare o riscoprire aspetti poco noti del francoprovenzale è possibile mettersi alla prova durante i laboratori linguistici “Geù sènsa counfin”: una rivi-sitazione linguistica dei famosi “giochi senza frontiere”, con prove linguistiche e fisiche adatte a tutti, dai più piccini ai più grandi, dai patoisant a chi non conosce la lingua. Gli at-leti saranno guidati tra le prove da Teresa Geninatti, da anni responsabile dello sportello linguistico regionale delle Valli di Lanzo.

Ma non è finita qui. Gli appassionati di passeggiate in monta-gna potranno scoprire antichi paesaggi e contemporanea-mente divertirsi imparando il francoprovenzale cantando le canzoni della tradizione culturale, grazie all’insegnamento di Gigi Ubaudi e Flavio Giacchero.

Scopo delle manifestazioni è l’apprendimento, il riappren-dimento, la rielaborazione della lingua francoprovenzale, in un ambiente informale e ludico, ma non per questo meno efficace.

Le attività di sportello permettono di creare una rete cultu-rale tra i territori così da valorizzare la peculiarità di ciascuno nell’ambito comune dell’essere minoranze linguistiche sto-riche; permettono di farsi conoscere dal grande pubblico, creando al contempo consapevolezza tra chi abita questi territori; permettono di unire e mettere in relazione persone eterogenee così che possano lavorare, crescere e vivere esperienze, contribuendo, anche in questo modo, a creare comunità.

Iniziativa culturale promossa dalla Provincia di Torino, nell’am-bito del Progetto Lingue Madri L. 482/99 “Norme a tutela delle minoranze linguistiche storiche” a cura della Chambra d’Òc in partenariato con Piemonte Cultura

info e prenotazione gratuita: http://www.piemontecultura.it/

franca guiot

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Nel pomeriggio di lunedì 10 Novembre, all’Assessorato alle Infrastrut-ture e Trasporti della Città sono ripartiti i lavori del Tavolo di Cantiere per i lavori di realizzazione del prolungamento della metropolitana a piazza Bengasi.

Erano presenti le imprese che realizzano l’opera, la stazione appal-tante InfraTo, vari rappresentanti delle associazioni dei commercian-ti e Presidente e Coordinatore della Circoscrizione Nove.L’obiettivo del tavolo è coinvolgere tutti i soggetti del territorio in

maniera attiva nella fase della cantierizzazione, oltre che informare tempestivamente sull’avanzamento dei lavori.

Vista la concomitanza di due cantieri sullo stesso territorio (metro e palazzo della Regione), si é deciso di ampliare il Tavolo coinvolgen-do anche il Direttore Lavori ed il RUP del cantiere del Grattacielo della Regione Piemonte.

Riprende parallelamente l’informazione ai cittadini attraverso l’ela-borazione di un bollettino mensile sulle evoluzioni di cantiere, oltre che sul sito internet www.infrato.it.Il Tavolo di Cantiere, preso atto della richiesta della Circoscrizione sulla costituzione di un fondo a sostegno del commercio, ha chiesto agli assessorati competenti di fare i dovuti approfondimenti sulla fat-tibilità della proposta.Oltre alla normale gestione della viabilità in fase di cantiere, verrà studiato nei prossimi mesi un piano per gestire una nuova viabilità a seguito dell’apertura del palazzo della Regione Piemonte.

Verranno inoltre studiate le modalità di accesso e gestione del nodo di interscambio della stazione terminale di piazza Bengasi con la rea-lizzazione del parcheggio interrato; per questo sarà coinvolto anche il settore Urbanistica della Città.Il Tavolo di Cantiere verrà riconvocato il 15 dicembre 2014.

Angelo Tacconi

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La banconota scomparsa. Thriller familiareStava riponendo i pantaloni in guardaroba dopo essere rientrato a casa. Alcune banconote stropicciate avevano bisogno di essere messe in ordine. Fatto.Oddio: manca un 50 €.Preoccupazione.Cerca meglio, tutte le tasche. Niente. Magari nel giubbotto, lo sai che sei distratto.Cresce la preoccupazione. La dannata banconota non c’è. Dai si sarà infilata da qualche parte, una cucitura sdrucita, una tasca che manco sapevi che ci fosse…Maledetta.

Persa? Ipotesi inaccettabile. Cinquanta euro: 2 serate in pizzeria, 3 pieni di GPL, svariati chili di zucchine al mercato di S. Rita. Chi glielo dice alla moglie?Ansia.La serata passa cercando di nascondere un deleterio malumore a

rischio esondazione.

Notte agitata, tentativo penoso al mattino: “potrei averla persa nella macchina”. Niente; illuso, sembra dire il tappetino dell’auto, come potevi sperarci?

A questo punto è ufficiale, persa irrimediabilmente: deve dirlo alla

moglie. Cresce l’angoscia mentre anticipa mentalmente le mille domande e rimbrotti: “ma perché non tieni le cose in ordine, ma-gari hai comprato qualcosa e non te ne ricordi, con la testa che hai, perché vai in giro con tanti (!) soldi”. Aleggia anche un sospet-to non espresso: “chissà dove li ha spesi…”

E la domanda cruciale a cui non potrà sottrarsi: “dove li hai persi?”E’ solo a causa dell’ineluttabilità del quesito che si decide a pro-vare al supermercato. Poche centinaia di metri, da casa a cor-so Sebastopoli, di crescente apprensione. “Con che faccia vai a chiedere se hanno trovato 50 €? Ti toccherà magari litigare perché si mettono a ridacchiare?”

Si prepara la domanda mentre sale le scale. All’assistenza clienti la richiesta è al limite dell’umiliazione: “mi scusi, capisco che sem-bri assurdo ma mi corre l’obbligo di provare a chiedere: per caso qualcuno ha trovato una banconota da 50 €?”

“Ah, sì, l’ho trovata io”. La ragazza è carina, ha l’aria serena e sim-patica, ma per lui è ben di più: è la salvezza, la fine dell’angoscia. Sembra la Madonna. La guarda, lei si accorge della sua increduli-tà. “Sì era a quella cassa laggiù no?”

La collega nel frattempo ha tirato fuori da un cassetto la subdola, scivolosa banconota a cui è incollato un post it con una nota stila-ta con calligrafia tondeggiante e fitta.

Ritira i 50€ e le offre una banconota da 5: “no grazie, ci manche-rebbe”. “Li prenda, non è una mancia, se ricordo bene le spetta”.

“No, grazie, come l’avessi presa”. “Come l’avessi presa”, la risposta che dai quando ti offrono un caffè, ma non ti senti di accettare, e non vuoi che il tuo interlocutore si offenda.

Me ne vado con un certo imbarazzo e un grammo di fiducia in più nella gente.

Gianpaolo [email protected]

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“Torino città religiosa”: il melting pot del quartiere San SalvarioUn rinnovato mercatino “della qualità” in Via Baltimora

Fare di necessità virtù.Sembra questa la logica che ha motivato i titolari dei banchetti del mercato di Via Baltimora per ridare un nuovo volto ed un nuovo impulso all’area mercatale.

Giovedì 4 dicembre è stata inaugurata, con la partecipazione dell’assessore al commercio (citiamo solo questa delega per brevità) Domenico Mangone, il Mercato della Qualità di Via Baltimora. Più che una cerimonia, una chiacchierata tra gente che in fondo fa lo stesso mestiere.L’assessore ha passeggiato tra i banchi, salutando i proprietari, senza sottrarsi all’isolata frecciatina “cosa è successo, ci sono elezioni in giro?”

“Assessore, di cosa si lamentano i commercianti?” Nessuna esitazione “Eh, le tasse”.

Non solo: la mancanza di parcheggi, in una zona in cui i clienti sono sempre più le persone anziane; o la possibilità che hanno gli ambulanti senza posto fisso di disertare il mercato, se piove o se si prevede maggiore afflusso altrove, lasciando così degli sco-raggianti spazi vuoti.

“Secondo lei, assessore, cosa ha causato questo declino a cui ci si sforza di porre rimedio? Qual è la situazione degli altri mercati? Si dice che in genere i mercatini sopravvivono meglio degli altri esercizi du-rante le crisi”.

“E’ certamente un problema di dimensione, i mercati più grandi se la cavano meglio”. Ecco un terzo mo-tivo contingente: è anche questione di organizza-zione.Certo non si possono negare gli effetti della crisi.

La più grossa difficoltà però rimane la concorrenza dei supermercati: in termini appunto di organizzazio-ne, parcheggi, offerta complessiva.

Il mercato rionale può solo opporre la qualità: chi porta al mercato i propri prodotti ne conosce i pregi, la storia, il territorio; mentre è forte il sospetto di manipolazioni per i prodotti provenienti da Paesi esteri, anche comunitari. Ma non solo: le fami-glie tendono a fare la spesa prima di rientrare in casa, il pomeriggio, mentre il mercatino alle 13 chiude i battenti.

Per questo motivo in Via Baltimora si sta cercando di sperimentare un’apertura pomeridiana, un giorno alla settimana: quando? “Mah, a metà settimana in genere la gente ha esaurito le scorte del fresco. Allora noi cer-chiamo di offrire loro i nostri prodotti nel momento in cui gli servono”.

E’ comunque una lotta dura. I commercianti, ad ogni buon conto, si sono rimboccati le maniche e ci provano: scritta luminosa accesa già dal mattino, almeno per ora; grembiule verde scuro stile ortolano d’antan; borse di tes-suto naturale per sostituire, una volta per tutte, le invasive sportine di plastica.

Come dire: invece di piangerci addosso, lavoriamo per migliorarci.

Gianpaolo [email protected]

Sabato 29 Novembre, dalle 10 alle 11.30, presso il Centro In-terculturale di C.so Taranto 160 si è tenuta la terzultima lezio-ne del corso “Nutrire l’anima” dedicata questa volta a “Tori-no città religiosa”.

Quando pensiamo al pluralismo religioso torinese, pensiamo necessariamente al quartiere San Salvario. Nel 1848 lo Sta-tuto Albertino concede diritti civili e religiosi alla comunità valdese ed ebraica. Entrambe le confessioni optano per San Salvario come sede urbana dei rispettivi luoghi di culto.

La Congregazione Evangelica di Torino inizia ad interrogarsi sulla necessità, visibilità e localizzazione del tempio valdese. Quest’ultimo, nel 1853, viene eretto in C.so Vittorio Emanuele II 23, cioè in un’arteria cittadina che per percorrenza e presti-gio avrebbe garantito visibilità all’edificio religioso.

Ben presto, accanto al tempio valdese, vengono edificati locali scolastici e un polo ospedaliero: cioè si crea un vero e proprio isolato confessionale. A pochi metri dal tempio val-dese, al numero civico 13, viene costruita per volere di San Giovanni Bosco la Chiesa di San Giovanni Evangelista.

A partire dal 1998 questa chiesa ospita la comunità filippina cattolica di Torino; cioè dall’oratorio del cattolicesimo socia-le di San Giovanni Bosco si è passati alla chiesa etnica di Manila . . .

Ben più travagliata, rispetto al tempio valdese, è stata la sto-ria della sinagoga. Per decenni la comunità ebraica torinese si è interrogata sulla necessità di edificare un luogo di culto riconosciuto che, secondo alcuni, avrebbe intaccato la di-mensione privata della preghiera e lettura domestica della Torah.

Nel 1859 viene deciso di costruire la sinagoga di Torino nella zona centrale attualmente occupata dalla Mole Antonellia-na. La sinagoga avrebbe dovuto ispirarsi al modello architet-tonico di quella di Lipsia e il progetto di edificazione venne affidato all’architetto Alessandro Antonelli grazie al finanzia-mento dell’Università Israelitica.

Grazie ad un decreto regio, nel 1860 viene approvato il pro-getto (il tempio valdese era già operativo e funzionale da almeno dieci anni). A causa delle lungaggini burocratiche, i prezzi iniziano a lievitare diventando semplicemente inso-stenibili. Così, anche a causa della morte del rabbino capo della comunità ebraica di Torino, il terreno viene acquistato dal municipio di Torino per £ 150.000 (gli ebrei lo ebbero pa-gato £ 33.000).

La comunità ebraica di Torino individua, nell’ex ghetto del-la città, il luogo definitivo di costruzione della sinagoga. Nel 1880 viene posta, dopo essere stata fatta arrivare diretta-

mente da Gerusalemme, la prima pietra della sinagoga in Piazzetta Primo Levi, nel quartiere San Salvario. Ben presto, accanto alla sinagoga sorgono una scuola elementare e media ebraica: anche in questo caso, come con i valdesi, si innesca un processo di occupazione strategica del territorio.

In San Salvario sono presenti anche quattro sale del regno dei Testimoni di Geova. Gli adepti della religione Baha’i (ori-ginaria della Persia) non necessitano di un luogo di culto: pur essendo relativamente pochi, per essi l’importante è essere presenti ovunque.

Torino, come ben si sa, è anche una città esoterica. Il capo-luogo regionale piemontese è compreso come vertice sia nel triangolo della magia bianca (Torino, Praga, Lione) che in quello della magia nera (Torino, Londra, San Francisco). Questo mito alimenta a Torino l’afflusso di maghi, santoni, in-dovini, Damanhûr e della Chiesa di Satana.

La Chiesa di Satana non ha nulla a che vedere con le sette sataniche: essa si richiama al demonio per controllarlo e ri-durne gli influssi negativi sull’uomo.

L’alone di mistero che avvolge Torino ne alimenta la leggen-da di città sulfurea, dell’occultismo . . .

In chiusura, bisogna menzionare la presenza in San Salvario delle innumerevoli sale di preghiera islamiche.

Esse sono invisibili e localizzate perlopiù lungo Via Berthollet. Invece innumerevoli centri yoga e scuole di meditazione sono ubicate in Via Massena. Questi centri si richiamano al buddhismo giapponese che, a Torino, è il più diffuso.

Interessante notare, come esempio dell’intricato ginepraio del pluralismo religioso torinese, il fatto che il 9% dei cinesi residenti a Torino siano Testimoni di Geova.

Lorenzo [email protected]

ANNO 1 - Numero 9 WWW.VICINI.TO.IT DICEMBRE 2014

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TOVia Rubino 45 10137, Torino,presso Cascina Roccafranca, Bottega ComunicazioneContatti: Email : [email protected] web: www.vicini.to.itSe volete collaborare, scriveteci.

Concorso Fotografico: “Il cibo vicino a noi”

N° 9 in versione pdf, DICEMBRE 2014

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Oggi le Feste , Natale, Capodanno, Carnevale, sono diventa-te un turbinio di impegni ed acquisti: ognuno di noi ha i suoi e fa i suoi, ma il ritrovarsi a tavola con i propri cari o i propri amici esprime ancora il gusto della convivialità, della famiglia, della tradizione culturale. Per questo il nostro Giornale cittadino in collaborazione con la Fondazione Cascina Roccafranca, la Rete delle Case del quartiere, e di vari gruppi ed associazioni di appassionati di fotografia che operano in Torino, lancia un concorso fotografico dal titolo “Il cibo vicino a noi”.Quali sono le sezioni? Sono TRE:

• il cibo e la mia tavola (cosa consumiamo nella nostra vita quotidiana? )

• il cibo nella mia tradizione culturale e famigliare (il cibo è la nostra storia?)

• il cibo nel mio Quartiere (dal barachin al kebab)

Quello che consumiamo sulle nostre tavole deriva dal lavoro secolare dell’uomo nelle nostre campagne. Una sapienza fat-ta selezionando le varietà colturali, i tipi di lavorazione, i tempi e i terreni di produzione in una relazione con l’ambiente che ha portato alla nascita di paesaggi antropici che favoriscono spesso anche elevati gradi di biodiversità del territorio. Inoltre Torino è la sede del Salone del Gusto, nato dalle iniziative di Carlin Petrini in difesa del cibo, e della sua derivazione Terra Madre. Inoltre Expo 2015 si presenta come un’opportunità per approfondire il tema dell’alimentazione e delle tradizioni ga-stronomiche anche nel nostro territorio, ma anche di quelle di coloro che non sono nati qui , ma che vi si sono insediati da altre regioni d’Italia e del mondo.Il concorso è quindi aperto a tutte le persone che abitano nella Provincia di Torino, italiani o stranieri, e si snoderà dall’ 8 dicem-bre per tutte le Feste fino a chiudersi il 28 Febbraio 2015.

Le opere si potranno consegnare solo a mano presso la Ca-scina Roccafranca dal 1 al 28 febbraio 2015 (orari sul Regola-mento).Seguirà la premiazione nel mese di Marzo presso la Cascina Roccafranca dove verrà allestita la prima mostra delle ope-re vincitrici. Successivamente la mostra diventerà itinerante in alcune Case del Quartiere e presso la Casa di Contrada San Paolo in Via Luserna.Grazie ai nostri partner, non ostante il Giornale Vicini sia un gior-nale fatto esclusivamente da volontari, è stato possibile reperire dei premi all’altezza del Concorso, infatti ve ne saranno ben cinque nell’ambito delle tre sezioni:

• 1° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 500 non vincolato;

• 2° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 300 non vincolato messo a disposizione dalla Carrozzeria Marello di Torino;

• 3° Premio: buono Acquisto per un valore di Euro 100 presso EUROPHOTO;

• 4° Premio: un corso a scelta tra quelli di SportIdea non a numero chiuso (valore circa 150 euro);

• 5° Premio: due corsi Fotografici presso Torino Attiva usabili anche in modo disgiunto (valore circa 90 euro cadau-no).

Coraggio! Vi aspettiamo.

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Scaricate il Regolamento e la scheda di Iscrizione da www.vicini.to.it

Riconoscerci oggi nell’attualità di ieri-Q12 all’Ecomuseo. Il 15 Gennaio inaugurazione della mostra sulle vignette del giornale Q12 a cura dell' Associazione A.Me.Va

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Riconoscerci oggi nell’attualità di ieri-Q12 all’Ecomuseo

Q12 il “Giornale dei comitati spontanei di quartiere Mirafiori Nord-O-vest, Città Giardino e Santa Rita”, è nato nel marzo 1977: da allora fino al 2012, ha rappresentato un’importante realtà del territorio in-formando i lettori sulle problematiche della zona, sugli eventi in pro-gramma e sui servizi a disposizione, ed è stato anche un efficace strumento informativo delle iniziative istituzionali e socio-culturali pro-mosse dalla Circoscrizione 2.

Nel primo semestre 2013 è stata completata la disponibilità di con-

sultazione nell’Ecomuseo del “Fondo Q12” grazie alla consegna da parte dell’ ”Associazione Amici del Q12” di una copia di ogni nume-ro del periodico.

L’aps A.Me.Va (Associazione Memoria Valorizzata), in collaborazio-ne con l’associazione culturale FormEduca, ha avviato un progetto di valorizzazione di quest’importante raccolta con lo scopo di far emergere il suo profondo valore culturale, la sua specificità di “radi-ce o deposito” comune.

Un primo intervento è stata essenzialmente l’attività archivistica con la catalogazione di tutti i numeri suddivisi per annate; successiva-mente si è proceduto con una lunga, ma fondamentale classifica-zione e indicizzazione dei contenuti presenti nelle pubblicazioni del fondo per renderli facilmente accessibili per qualsiasi tipo di utilizzo.

Ora è arrivato il momento della “restituzione” alla cittadinanza, del quartiere e non, di questo piccolo patrimonio: giovedì 15 Genna-io, presso la Cascina Roccafranca dalle 17.30 si terrà un incontro con gli artefici del giornale e alcuni vignettisti, che ci racconteranno come e perché nasce un Giornale dei comitati spontanei di quartie-re, le difficoltà e le soddisfazioni di una produzione quasi a costo “0”. L’incontro si concluderà intorno alle 19 con una merenda. In occa-sione vi sarà l’inaugurazione della mostra “Riconoscerci oggi nell’at-tualità di ieri”: una selezione di vignette pubblicate in anni diversi sul Q12 e che ci faranno riscontrare un forte richiamo col presente. La mostra, allestita presso la sede dell’Ecomuseo (primo piano, Cascina Roccafranca), sarà visitabile dal 15/01 al 22/01/2015 negli orari di apertura dell’EUT2.

Il prossimo impegno dell’EUT2, e delle associazioni A.Me.Va. e FormE-duca, concentrerà l’attenzione sulla digitalizzazione dei documenti archivistici del “Fondo Q12”, per consentire di disporre agevolmen-te del complesso di informazioni affrontate dal periodico nel corso degli anni di pubblicazione sfruttando le potenzialità dei documenti digitalizzati.

A.Me.Va (Associazione Memoria Valorizzata),

Nel tentativo di raccontare l’ambiente in cui viviamo, Q12 non si è sottratto all’analisi della realtà economica, sociale, politica della Città e del Paese nel suo insieme.

In questo sforzo, un contributo significativo è stato dato, accanto ad altri, da Leonardo Scannavacca e Fulvio Colangelo, vignettisti origi-nali ed intensi. Molto della mostra in via di allestimento si deve a loro.

Gianpaolo Nardi

[email protected]