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130 YOURSELF MARZO 2004 Terapie a voce in sé, indipendentemente dal contenuto verbale, è uno strumento fondamentale di comunicazione ed espressione per ogni essere umano. Una persona si manifesta in tutta la com- plessità dei propri stati d’animo, delle emozioni, con il suono della voce: l’af- fetto, i timori, gli slanci, la gioia, l’ira, il pianto, il riso, ecc. si caratterizzano con timbri, volumi, intonazioni; tante possi- bili sfumature vocali danno suono ad altrettante sfumature del sentire e al vis- suto interiore di ogni singolo individuo. Nella comunicazione, nell’ascoltare le espressioni vocali dell’altro, si può resta- re colpiti e istintivamente lasciarsi “cat- turare” dalla fascinazione e dalla musi- calità di una voce particolarmente espressiva, ma si può anche essere infa- stiditi da inflessioni sonore sgradevoli, voce di Maria Cugurullo Fois * fin quasi a respingere un messaggio ver- bale, sia pure ricchissimo sul piano con- tenutistico, se carente di piacevolezza sonora. Questo coinvolgimento emozionale implicato nella comunicazione vocale può darci ragione del grande potere attribuito, nelle culture arcaiche, al suono e in particolare al canto, spesso identificato, nei miti e nelle tradizioni religiose, come ciò che avrebbe dato ini- zio alla vita e al mondo. L’etnomusico- logo tedesco Marius Schneider (1903- 1982), riferendo sul canto dei popoli Baulè della Costa D’Avorio, scrive: “Il Indipendentemente dal significato delle parole, la voce è uno strumento fondamentale di comunicazione ed espressione per ogni essere umano, che rivela un grande coinvolgimento emozionale. In musicoterapia, però, lo strumento più importante è la musica, intesa come “mondo sonoro” L * Presidente e direttore della Scuola del Centro di Musicoterapia di Milano Il potere della senza la parola

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130 YOURSELF MARZO 2004

Terapie

a voce in sé, indipendentemente dalcontenuto verbale, è uno strumentofondamentale di comunicazione ed

espressione per ogni essere umano. Unapersona si manifesta in tutta la com-plessità dei propri stati d’animo, delleemozioni, con il suono della voce: l’af-fetto, i timori, gli slanci, la gioia, l’ira, ilpianto, il riso, ecc. si caratterizzano contimbri, volumi, intonazioni; tante possi-bili sfumature vocali danno suono adaltrettante sfumature del sentire e al vis-suto interiore di ogni singolo individuo.Nella comunicazione, nell’ascoltare leespressioni vocali dell’altro, si può resta-re colpiti e istintivamente lasciarsi “cat-turare” dalla fascinazione e dalla musi-calità di una voce particolarmenteespressiva, ma si può anche essere infa-stiditi da inflessioni sonore sgradevoli,

vocedi Maria Cugurullo Fois *

fin quasi a respingere un messaggio ver-bale, sia pure ricchissimo sul piano con-tenutistico, se carente di piacevolezzasonora.Questo coinvolgimento emozionaleimplicato nella comunicazione vocalepuò darci ragione del grande potereattribuito, nelle culture arcaiche, alsuono e in particolare al canto, spessoidentificato, nei miti e nelle tradizionireligiose, come ciò che avrebbe dato ini-zio alla vita e al mondo. L’etnomusico-logo tedesco Marius Schneider (1903-1982), riferendo sul canto dei popoliBaulè della Costa D’Avorio, scrive: “Il

Indipendentemente dal significato delle parole, la voce èuno strumento fondamentale di comunicazione ed espressione per ogni essere umano, che rivela ungrande coinvolgimento emozionale. In musicoterapia, però, lo strumento più importante è lamusica, intesa come “mondo sonoro”

L

* Presidente e direttore dellaScuola del Centro diMusicoterapia di Milano

Il potere dellasenza la parola

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suono puro del canto ‘cultuale’ chedisdegna le parole costrette in concettiimmutabili, è il grande pontiere, ilsommo sacerdote che fa da mediatoretra cielo e terra perché dà forma allasostanza comune ai vivi e ai morti”.Oltre alle tradizioni mitiche, il “potere”della voce svincolata dalla parola è giànell’esperienza di ogni essere umano,vissuta innanzitutto a livello inconscio:nel periodo prenatale il bambino èimmerso in un mondo sonoro e percepi-sce gli stimoli auditivi oltre a quelli tat-tili, cogliendo già dal 4° mese, filtrati dalliquido amniotico, i suoni di media fre-

quenza che corrispondono alla vocedella madre e delle persone nell’ambien-te esterno, percepiti assieme ad altrisuoni fondamentali, come le scansioniritmiche del battito cardiaco materno.Questo “bagno di suoni” sarà rievocatonel periodo neonatale nella comunica-zione sonoro-vocale con la madre. Eancora, nei primi tempi dello sviluppo,le lallazioni e le vocalizzazioni, con lequali il bambino accompagna il gioco el’esplorazione del mondo esterno primadi aver appreso il linguaggio verbale,fondano l’esperienza vocale nella suaespressività e possibilità comunicati-

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Terapie

“Il risveglio della mia anima”

È il titolo di un capitolo della tesi in musicoterapia di Raffelina Brogna. Ne pubblichiamo una parte, assaisignificativa, a testimonianza diretta di quanto lamusicoterapia possa essere di aiuto al terapeuta, primaancora che al paziente.

“Arrivo alla mia prima lezione di musicoterapia come una bambinache si siede per la prima volta su un banco di scuola. In silenzioprendo posto e, sempre in silenzio, accade una strana cosa, chedefinirei semplicemente magica. Dopo più di vent’anni, come perincanto, quella bambina che aveva deciso volontariamente dimettere a dormire la sua anima, in quell’aula di musicoterapia si

sveglia. Sento subito di trovarmi in un luogo carico di amore e affetto. Sto bene e vorrei rimanere lì persempre. Sento mio quel mondo, sento mia quell’aula. Cominciano poi le scoperte attraverso le lezioni con imiei maestri. E con esse le risposte alle mie tante domande: impegnandomi con la scuola, sono stata forseprivata dalla mia voglia di esistere, dei miei pensieri, della mia libertà? Tutt’altro. Prendo coscienza dellamia posizione e comincio a trarre delle conclusioni piuttosto piacevoli. Inizio ad avere un contatto con mestessa, con il mio Io interiore ed inizio ad avere confidenza con la mia anima. Tutto ciò diventa possibilegrazie all’insegnamento che ricevo. I miei maestri mi hanno confortato quando mi dissero che non solo imusicisti possono diventare musicoterapisti. E questo mi piacque. Ora, è vero, io non sono una musicista,ma so di ‘essere musica’: essa è dentro di me e riesco a sentirla. Per troppo tempo è stata ostaggio dischemi mentali. Schemi dai quali piano piano voglio liberarmi e poter finalmente crescere nella giustamisura. Ho vissuto per troppo tempo con la convinzione di essere l’unica vittima di questo mondo. Ma nonè così. Come sostiene un professore della mia scuola, non sono le circostanze a formare l’uomo, è l’uomoche crea le circostaanze. Ora io decido della mia vita, non gli altri. Oggi lo so.”

va. Per tutte queste ragioni, il suono,prima della parola, è dunque il presup-posto fondamentale della musicoterapia.Per la musicoterapia il verbale non è lostrumento primario di comunicazione,come lo è invece per la psicoanalisi e lepsicoterapie. Peraltro, anche l’attenzionedello psicoanalista/psicoterapeuta è difrequente spostata sul non verbale, nelcogliere sfumature o alterazioni dell’elo-quio che possono sottendere sensi nonconsapevolmente esprimibili. Ancora dipiù in musicoterapia, dove il veicolo pri-mario per costruire la relazione terapeu-tica è la musica, intesa come “mondosonoro”, il musicoterapeuta, che è anchemusicista, presterà un’attenzione parti-colare alla vocalità, alle inflessioni, al

timbro, all’eloquio e al suo ritmo, allepause; cercherà di ascoltare “dove”, fisi-camente, risuona una voce, rendendoevidente la qualità della respirazione ozone di risonanza corporea nelle quali,probabilmente, se particolarmente riso-nanti o non-risonanti, la sensibilità pro-priocettiva del soggetto può essere foca-lizzata o bloccata. Altrettanta attenzionepotrà essere prestata ai possibili riferi-menti “fono-simbolici” che si rendonoevidenti nella pronuncia e nelle risonan-ze fono-articolatorie. Questa particolareattenzione alle indicazioni della vocalitàfarà parte di un momento iniziale diosservazione complessiva (che avverràcontestualmente alla considerazione deidati anamnestici del paziente), ma si

renderà anche necessaria in tutto ilperiodo di presa in carico del paziente,come fondamentale momento d’ascoltodelle problematiche del soggetto e anchedei suoi cambiamenti nel percorso musi-coterapico. Lo strumento-voce può gio-care sempre un ruolo importante sulpiano della comunicazione e della rela-zione terapeutica in musicoterapia, perla forza emozionale che può suscitare unrespiro che diventa suono, che accompa-gna una melodia espressa da un corpocapace forse, anche se sofferente, di pro-durre un canto che nasce dal profondo.Quando in una seduta di musicoterapiasi verifica l’evento della partecipazionemusicale e improvvisativa di un pazienteche si esprime cantando, perché ha

[ T E S T I M O N I A N Z A ]

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superato il timore del coinvolgimentoemotivo e proietta anche parte del suoSé più intimo in un momento di dialo-go-canto con il musicoterapeuta e con ilgruppo, si può considerare ciò come unmomento importante del percorsomusicoterapico, caratterizzato anchedall’espressione e dall’incontro dellediverse identità sonoro-musicali. Questepossono essere definite nella teoriadell’Identità Sonora del dottor RolandoBenenzon, psichiatra e musicoterapeutaargentino, secondo il quale ogni essereumano possiede una propria identitàsonora, cioè una speciale “carta d’iden-tità” sonora, che ha origine già primadella nascita, nel grembo materno.E la Parola può attendere...Come ancora racconta Schneider:“...nelle isole Salomone, se un giovaneintona un vocalizzo acuto e una ragazzariesce a cogliere il suono finale e a pro-seguire il motivo, ciò è segno d’intesamatrimoniale”. Anche in questo caso laparola ovvia e chiara non conta.Ciò che è difficilmente esprimibile conparole, è cantato.

Mauro Porta: L’uomo, la voce, lacomunicazione verbale” GueriniStudio Ed., 1998, pp. 155, 9 €.

Alfred Tomatis: L’orecchio e la voce, Baldini & Castoldi Ed., 2002, pp. 300,8.40 €.

Giovanni Ansaldi: La “lingua degliangeli”, Introduzione all’ascoltodella musica, Guerini Studio Ed.,1999, pp. 166, 12.50 €.

LIBRI

L’armonia di ogni giornodi Barbara Nicola-Giordano

Ognuno di noi, indipendentemente dagli impegni e dai doveri quotidiani, dovrebbepotersi ritagliare un piccolo spazio per il proprio benessere e concedersi l'ascolto dibuona musica. Ascoltare musica per la salute ed il benessere presuppone però untipo di disponibilità all'ascolto molto particolare. Si tratta di calarsi letteralmente nelflusso musicale e di mettersi in ascolto non soltanto dei ritmi e delle melodie, maanche delle reazioni che il nostro corpo manifesta. La musica, infatti, agisce su dinoi come un vero e proprio riequilibratore di energie fisiche ed emotive, legate allamemoria e all'affettività. Attraverso la risonanza, le forme vibrazionali generate dallamusica agiscono con risultati incredibili sulla struttura di tutto il corpo. Anche seagisce su di noi indipendentemente dalla nostra volontà, la musica ci coinvolge inmodo globale: il cervello, il sistema uditivo, il sistema nervoso, la pelle, il cuore, ilrespiro, l'inconscio e l'eros si abbandonano inconsapevolmente alle emozioni cheessa risveglia e ne assorbono i suoni con tutti i recettori. Se ascoltata con regola-rità, la musica ci consente di prevenire quelle forme d'ansia che spesso non sonoaltro che l'anticamera dello stress, il più grande nemico del sistema immunitario, econtemporaneamente di dare dinamicità alle energie vitali. Molti medici, musico-terapeuti e psicologi, soprattutto negli ultimi venti anni, si sono trovati d'accordo nel-l'affermare che se interrompessimo la nostra giornata lavorativa (anche solo un paiodi volte per una decina di minuti) per ascoltare musica e fare esercizi di respirazio-ne, saremmo in grado di accettare meglio noi stessi e il nostro prossimo vivendolivelli di stress decisamente più accettabili. Ogni tipo di musica provoca in ognuno di noi effetti reattivi diversi, valutabili in basealla postura, all'ambiente, all'alimentazione ed al personale stato di salute. In linea più generale:m la musica barocca (Bach, Vivaldi, Haendel) crea un'atmosfera stimolante per la

mente, adatta per lo studio o il lavoro, e trasmette un senso di ordine e sicurezza; m la musica country, western e pop assorbe le emozioni, crea un senso di benes-

sere e favorisce la scioltezza dei movimenti; m la musica classica (Mozart, Haydn) caratterizzata da eleganza, chiarezza e tra-

sparenza migliora la memoria e la concentrazione; m i canti gregoriani sono compagni eccellenti per la meditazione e lo studio, e per

creare una sensazione di tranquillità;m la musica heavy metal, hiphop, grunge, rap e punk stimola il sistema nervoso,

favorisce un atteggiamento dinamico e facilita l'espressione della propria perso-nalità;

m la musica impressionista (Ravel, Debussy) è l'ideale per gli esercizi di stretchinge per favorire la creatività;

m la musica jazz, blues, reggae, calypso è fonte di ispirazione creativa, migliora l'u-more e favorisce gli sfoghi emotivi;

m la musica latino-americana (salsa, rumba) favorisce l'accelerazione del battitocardiaco e della respirazione, tonificando il corpo;

m la musica new age conduce ad uno stato di rilassata vigilanza che consente diampliare il senso dello spazio e del tempo;

m la musica religiosa, i gospel e i tamburi sciamanici favoriscono le sensazioni per-cettive di carattere spirituale, inducono profonda pace e possono aiutare ad alle-viare il dolore;

m la musica rock (Elvis, Stones, Jackson) allenta le tensioni, suscita passioni efavorisce l'attività;

m la musica romantica (Chaikovsky, Liszt, Chopin, Schubert, Schumann) favoriscei sentimenti, l'amore e la compassione.