voltana on line n.9-2012
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Voltana On Line 9
2012
Sentinella, quanto resta della notte? di Mario Paganini infatti, che quella che stiamo viven-
do non è la solita crisi. C’è qualche
cosa di ben più grave e profondo.
L’efficienza individuale è cresciu-
ta. La produttività individuale è cre-
sciuta. Non è, invece, cresciuto il
reddito percepito individualmente.
Eppure, con “artifizi” si è lasciato
crescere il debito dei singoli, dei
gruppi e degli Stati. Ora abbiamo,
da una parte tanti “debiti” e,
dall’altra, in poche mani, tanta ric-chezza.
Dunque, qualche cosa non va in
questo modello di sviluppo, di cre-
scita economica e di libero mercato!
È questo che ci “rode”: fare inusi-
tati sacrifici per … tornare al punto
di partenza. Anzi (chiamiamo le
cose con il loro nome!) ci trovere-
mo presto con meno servizi, diritti
e tutele.
Siamo nella “euro zona” e abbia-
mo la “globalizzazione”, non pos-
siamo prescinderne.
Con realismo non possiamo …
deviare eccessivamente dalla rotta
da altri tracciata per noi e per tutto
l’Occidente.
Però possiamo prenderne co-
scienza e ragionarci sopra.
Possiamo avanzare proposte, con-
frontare le nostre esperienze ed
idee con quelle di altri. Occorre
seguire, con attenzione, sia i movi-
menti (es. occupy wall street), sia
quanto avviene in: Islanda, Grecia o
Spagna.
Tempo fa, oltre Atlantico, lo slo-
gan “we can” (possiamo farlo) ali-
mentò tante speranze. Ora ci giun-
ge, di buon auspicio: “il futuro non
è ancora stato scritto”. Tra la rasse-
gnazione e l’illusione c’è il nostro
futuro. Con realismo, buona volontà
e rimboccandoci le maniche qual-
che cosa faremo! La medicina che ci è toccata in sorte è amara. Ma
forse, inaspettatamente, può esser-
ne trovata un’altra.
Sono passati pochi mesi e sono
tanti che, solamente ora, realizzano
quanto profondo fosse l’abisso nel
quale noi italiani eravamo precipita-
ti. Stiamo anche riscoprendo l’amor
proprio, il rispetto, la dignità che
ciascuno deve a se stesso e gli uni
riconoscere e chiedere agli altri.
L’urgenza di regole chiare, certe e
definite, che estirpino il malaffare e
la corruzione, è un altro segno che
si vuole cambiar pagina e, soprat-
tutto, si vuole cambiare il ritmo per
stare al passo con gli altri popoli e
con i tempi.
Dovremmo, dunque, essere soddi-
sfatti. No, non è così. Avvertiamo,
Basta pensare che a risolvere i
problemi del Paese siano sufficienti
gli aumenti delle tasse! Al primo
posto deve esserci la riduzione del-
la spesa pubblica! Come? Vendita
del patrimonio mobiliare ed immo-
biliare, riduzione dei costi della po-
litica e della burocrazia; meno del
deficit fiscale e spesa per pensioni e
privatizzazione del rapporto lavora-
tivo pubblico. E da subito.
Editoriale di Michele Boldrin pubblicato
nel sito www.linkiesta.it
Monti affonda l’Italia spesa pubblica Senza tagli alla
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della personalità
muni per installare sul territorio gli
speciali raccoglitori per le 'cicche'.
Nel riprendere l'esame del provve-
dimento, il presidente della com-
missione Ambiente, Angelo Ales-
sandri, lo ha abbinato ad un'altra
proposta presentata dal deputato
del Pdl Simeone Di Cagno Abbre-
scia, che invece punta alla raccolta
differenziata delle gomme da masti-
care e ad una campagna di informa-
zione sull'inquinamento ambientale
e sui danni economici derivanti dal-
la loro dispersione nel suolo. […]
E i sindaci non hanno appunto per-
so tempo, emettendo ordinanze
anti-mozziconi come a Trento, Vare-
se, Erba e Parma, dove la sanzione
pecuniaria per i fumatori incivili o
distratti si aggira sui 300 euro, men-
tre un solo Comune, quello di Polli-
ca Acciaroli nel salernitano, ha scel-
to il pugno di ferro fissando la pe-
“Non solo i sindaci impegnati in pri-
ma linea contro chi getta i mozziconi
di sigarette per strada. Anche il Par-
lamento si mobilita contro questa
abitudine così poco ecologica, con
una proposta di legge presentata
esattamente due anni fa, il 19 marzo
del 2010, e tornata d'attualità proprio
giovedì scorso, quando la commis-
sione Ambiente ne ha ripreso l'esa-
me.
Autrice dell'iniziativa la deputata del
Pdl Giulia Cosenza, che insieme ad
altri 34 colleghi del centrodestra e
del centrosinistra prevede la raccol-
ta differenziata in speciali contenitori
dei mozziconi, classificati come rifiuti
speciali, e la creazione presso il mi-
nistero dell'Ambiente di un Fondo
con una dotazione di 5 milioni di eu-
ro da finanziare attraverso l'aumento
del prezzo del pacchetto di 'bionde'.
Dal Fondo potranno attingere i Co-
nale anti-mozziconi proprio in mille
euro.
I pacchetti di sigarette, inoltre, po-
tranno essere venduti solo se con-
trassegnati ''in modo visibile, leggi-
bile e indelebile'' con un simbolo
che indichi chiaramente il divieto di
disperdere nell'ambiente i mozzico-
ni e l'obbligo di gettarli negli spe-
ciali raccoglitori per la raccolta dif-
ferenziata. Un avviso che dovrà es-
sere esposto in modo altrettanto
visibile anche dai rivenditori di arti-
coli per fumatori, accanto a quello
sugli effetti nocivi per l'ambiente e
la salute derivanti dalle sostanze
chimiche presenti nei mozziconi dei
prodotti da fumo. Le multinazionali
del tabacco, infine, dovranno colla-
borare con il ministero dell'Ambien-
te per realizzare campagne di infor-
mazione e di sensibilizzazione dei
fumatori sui danni prodotti dalle
'cicche' disperse sul suolo e in mare
e sull'obbligo della raccolta diffe-
renziata per i mozziconi.
Mille euro son proprio una cicca dal sito www.liberoquotidiano.it/
dell'emergenza freddo di febbraio,
sia in una visione prospettica.
Per il gas, l'aumento della materia
prima, i cui prezzi sono ancora lega-
ti alle quotazioni del petrolio e la
crescita degli oneri di distribuzione
avrebbero comportato un aumento
dei prezzi del 2,2%. Tuttavia,
l'autorità' ha potuto contenere l'in-
cremento all'1,8% per effetto del
nuovo metodo di aggiornamento
che tiene conto anche del decreto
'cresci-Italia', che include tra i para-
metri utilizzati per determinare i
corrispettivi a copertura dei costi
della materia prima, il riferimento a
una quota gradualmente crescente
ai prezzi che si formano sui mercati
europei.
Non solo: a partire dal prossimo
mese di maggio, la bolletta della
luce aumenterà di un ulteriore 4% a
causa dell'aggiornamento per gli
incentivi diretti alle fonti rinnovabi-
li. L'Autorità dell'Energia, spiega
che la decisione punta a dare un
segnale ai "decisori" delle politiche
energetiche impegnati a scrivere le
nuove norme in materia di rinnova-
bili.
Lancio di Agenzia
(AGI) - Roma, 30 mar. - Rincari in
vista a partire dal primo aprile per
le bollette della luce e del gas, con una stangata da 50 euro a famiglia.
Lo ha stabilito l'Autorita' dell'Ener-
gia nel consueto aggiornamento trimestrale delle tariffe.
Intanto dal Tesoro viene fotografa-
ta la situazione dei redditi: la me-dia per italiano e' di 19.250 euro,
mentre la meta' degli italiani e'
sotto i 15.000 euro e piu' di 10 mi-lioni non pagano l'Irpef.
Infine l'Istat annuncia che la forbi-
ce tra salari e prezzi e' ai massimi da
17 anni.
Sul fronte delle tariffe nel dettaglio
la luce aumenterà del 5,8% mentre
il gas dell'1,8%. Tali incrementi
comporteranno una maggiore spesa
annua, per una famiglia-tipo, di 27
euro per l'elettricità, e di 22 euro
per il gas. Per l'energia elettrica,
l'aumento del +5,8% in vigore da
aprile, deriva sostanzialmente dagli
incrementi del petrolio, dai maggio-
ri costi per il mantenimento in equi-
librio del sistema e dall'andamento
della Borsa elettrica sia per effetto
Irpef, metà italiani sotto 15mila euro. Da aprile aumentano luce e gas. News AGI
Dalle dichiarazioni dei redditi
2011 emerge che un terzo dei con-tribuenti (circa 14 milioni) non su-
pera un reddito complessivo lordo
di 10.000 euro e circa la metà (49%,
pari a 20,2 milioni) non supera i
15.000 euro. Il 30% dei contribuenti
dichiara redditi compresi tra i
15.000 ed i 26.000 euro, il 20% di-
chiara redditi compresi tra i 26.000
e i 100.000 euro. Solo l'1% dei con-
tribuenti dichiara redditi superiori
ai 100.000 euro. Il reddito medio
degli italiani e' di 19.250 euro. A
livello nazionale il reddito comples-
sivo totale dichiarato e' pari 792
miliardi di euro. Entrambi i valori
sono in aumento rispetto all'anno
precedente (+1,2 per cento). Inol-
tre circa 10,7 milioni di contribuenti
hanno un'imposta netta Irpef pari a
zero. Si tratta, spiega il ministero,
"prevalentemente di contribuenti
con livelli reddituali compresi nelle
soglie di esenzione, ovvero di con-
tribuenti la cui imposta lorda si az-
zera con le numerose detrazioni
riconosciute dal nostro ordinamen-
to". (AGI) .
dal sito www.agi.it/
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La vignetta di Giannelli sul Corriere
della Sera del 03 04 2012 .
Notizie di agenzia commentate da Chiara Lanotizia
* La notizia: Assunti diecimila
nuovi docenti!
Inesatto. Sono passati a ruolo, ossia
saranno pagati per tutti e dodici i
mesi dell’anno. Sono principalmente
maestri di scuola elementare, già con
incarichi temporanei e contratti rin-
novati anno per anno (ex-precari,
insomma). Domanda: dove hanno
ricavato le risorse per poterli ora pa-
gare? Da ritocchi, ovviamente al rial-
zo, sui tabacchi e sugli alcolici …
Verrebbe da dire: “Bambini se volete
studiare, mi raccomando: … dovete
fumate e bere !”
* La notizia: “Più vacanze per tut-
ti? No, grazie!”. Il 66,48% degli svizzeri ha bocciato la proposta che
puntava a portare da 4 a 6 le setti-
mane annue di ferie per i lavora-
tori. L’iniziativa, oggetto di referen-dum, era sostenuta da: sindacati,
partiti della sinistra e organizzazioni
giovanili, ma è stata respinta in tutti
i cantoni elvetici. In svizzera i citta-
dini hanno invece deciso di ascolta-
re il parere negativo espresso dal
Consiglio federale e dal Parlamento
(organi che si esprimono su ogni
iniziativa popolare), secondo cui
assenze più lunghe per vacanza a-
vrebbero dovuto essere compensa-
te in seno all’impresa: “O le aziende
assumono personale supplementare
oppure i dipendenti devono esegui-
re il loro lavoro in meno tempo”,
una considerazione che è stata con-
divisa dalla gran parte della popola-
zione, che ha concordato nel ritene-
re che l’iniziativa non avrebbe ga-
rantito uno sgravio dei lavoratori,
rischiando di comportare costi sala-
riali più elevati per il mercato sviz-
zero del lavoro. […] Il Consiglio
federale, invece, si è detto consape-
vole che “soltanto lavoratori sani
e riposati sono in grado di fornire buone prestazioni”, dicendosi favo-
revole a “normative che garantisca-
no il riposo e il benessere”, ritenen-
do però consolidata l’attuale regola-
mentazione in materia di vacanze, in
quanto “lascia alle parti contraenti e
ai partner sociali un sufficiente mar-
gine di manovra per determinare in
maniera flessibile le condizioni di
lavoro”. Condizioni che non riguar-
dano soltanto le vacanze ma anche
aumenti di stipendio, riduzioni
del tempo di lavoro o altri miglio-
ramenti come posti a tempo par-
ziale, tempo di lavoro flessibile o
contributi per la custodia dei fi-
gli. La proposta è stata bocciata anche nel più italiano dei cantoni
svizzeri, il Canton Ticino, dove a
votare No è stato il 54,14% dei vo-tanti.
Diamo merito al sito
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012
/03/12/vacanze-tutti-svizzeri-
bocciano-referendum/196671/
di avere dato la notizia. Ma contiene
alcune inesattezze. Come noto in
tutti i referendum votano i cittadini,
quindi i molti immigrati ed i fronta-
lieri italiani non hanno votato. Inoltre
la percentuale dei lavoratori dipen-
denti, sul totale della popolazione
(commercianti, professionisti, pen-
sionati, ecc.) non lasciava sperare un
risultato molto diverso da quello poi
conseguito.
Comunque almeno in Svizzera c’è
stato chi ha proposto di lavorare me-
no e di lavorare tutti e meglio …
Una curiosità sulle percentuali. In
Italia il 9 e 10 giugno del 1985 si
svolse il referendum abrogativo sulla
Scala Mobile. Con un'affluenza alle
urne del 77,9%, i SI’ all'abrogazione
della norma ottennero il 45,7% men-
tre i NO ottennero il 54,3% . Il taglio
dei punti di Scala Mobile rimase !
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essere alternativamente predomi-
nanti una sull'altra, in base all'anda-
mento del mercato dei capitali o,
meglio, in base all'interpretazione e
all'uso degli strumenti che le istitu-
zioni mettono in essere per regola-
re i mercati dei capitali e per con-
trastare la crisi economica che attra-
versa tutta l'economia.
Mentre in passato le aziende ave-
vano il problema di smaltire un ec-
cesso di produzione ed una sovra-
accumulazione di beni prodotti,
perché i clienti non avevano una
quantità di denaro sufficiente per
comprare tutti i beni prodotti (e
permettere quindi una completa
remunerazione della capacità pro-
duttiva espressa dalle imprese),
oggi questo problema viene affron-
tato in una maniera spettacolar-
mente diversa: non sono più sala-rio e risparmi che vengono utilizzati
per comprare, non è più la spesa
pubblica o l’indebitamento pubbli-
co che sostengono direttamente
l’economia.
Oggi esiste qualcosa di nuovo,
creato dal nulla : si sono creati degli
strumenti finanziari che permettono
ai cittadini di farsi carico di sostene-
re essi stessi l’economia.
Il cittadino è diventato un cliente
e, come insegnano le leggi del mar-
keting, nel cliente è stata insinuata
la necessità di comprare dei beni
illusori, di cui crede di aver bisogno
per accrescere la sua ricchezza. Si
sono creati dei bisogni fittizi per far
ripartire e crescere virtualmente
l’economia.
E quindi per far ripartire l'econo-
mia e stimolare i consumi, le Banche
hanno sovvenzionato i cittadini-
clienti con prestiti bancari concessi
senza troppo badare alla possibilità
di recuperare il debito. Questo è
ciò che è successo specificamente
in molti paesi del Sud e Nord Ame-
rica dove le banche, sulla base di
un valore degli immobili in continuo
aumento, finanziavano e rifinanzia-
vano mutui sulle abitazioni fino a
quando il valore del debito non
superava quello della garanzia.
Poi toglievano la proprietà al de-
bitore mentre il valore dell'immobi-
[…] Si era detto che nei prossimi
mesi il debito pubblico italiano su-
pererà i 2000 miliardi di euro e che
contemporaneamente il PIL si ridur-
rà per effetto della recessione e che
quindi la percentuale di incidenza
del debito pubblico sul PIL è desti-
nata a crescere e, comunque, a non
diminuire, pur contraendo ancora le
spese per servizi pubblici o aumen-
tando la pressione fiscale. Infatti
paradossalmente il debito pubblico
continua a crescere non per uno
sbilanciamento tra entrate e uscite,
ma per il progressivo aumento degli
interessi sul debito stesso che am-
montano a circa 70 miliardi l’anno,
cioè il 9% dell'intera spesa pubblica
italiana.
Per capirci meglio (parlando di
aritmetica e non di equità fiscale) se
dividiamo il debito pubblico per
tutti i cittadini italiani, ognuno vedrà
crescere ogni anno la propria quota
di debito (che oggi è di € 32mila) di
altri € 1.100 solo per gli interessi maturati.
Questa è una spirale da cui non si
può uscire se non cambieranno le
regole che governano il mercato e
le banche.
Per tentare di spiegare questi mec-
canismi e quali sono le relazioni esi-
stenti tra economia e finanza prove-
rò a sintetizzare alcuni dei concetti
esposti che ha espresso molto chia-
ramente l'economista Antonio Trica-
rico, durante la sua relazione del 24
marzo all'Università "La Sapienza” di
Roma.
L'analisi può iniziare osservando lo
stato dell'economia, in cui oggi si
contrappongono due teorie:
Bassi profitti generati dalle im-prese e debolezza del sistema
economico che provocano un
maggiore vantaggio nell’ inve-
stire denaro nei prodotti finan-
ziari.
Eccessiva espansione della fi-
nanza che ha reso più debole
una già debole economia.
Queste due affermazioni possono
Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.
le scendeva tanto da pretendere
oltre alle rate di mutuo, già incassa-
te, e alla proprietà dell'immobile
anche che il cliente pagasse una dif-
ferenza, perché il prezzo dell'immo-
bile era diventato inferiore al debi-
to residuo che si era accumulato.
Con questo sistema dei bisogni
fittizi è ripartito un processo finan-
ziario che richiede alle banche una
forte disponibilità di denaro di cui,
per l’insolvenza del mercato hanno
sempre meno disponibilità e, per
evitare un fallimento che potrebbe
trascinare con se anche i clienti-
creditori, gli Stati, con il pretesto di
sostenere l'economia, hanno sem-
pre più fatto ricorso a super-
banche, come il FMI o la BCE che
sono diventate prestatori di denaro
di ultima istanza.
Ma gli Stati, come dicevamo, anzi-
ché utilizzare i prestiti (ricevuti a
tassi di interesse ufficiale) per inve-
stire in infrastrutture, creare nuovi
posti di lavoro e quindi direttamen-
te nuova ricchezza, mettono in cir-
colazione il denaro tramite le ban-
che che li usano non per erogare
prestiti agevolati alle imprese, ma
per investire soprattutto nei merca-
ti finanziari che retribuiscono me-
glio il capitale (a interessi di mer-
cato) e permettono di incrementare
il loro accumulo di ricchezza.
Questo sistema neoliberista, quel-
lo che ci accompagna da quasi un
secolo, dimostrando che non c'è
nessun interesse a risolvere il pro-
blema del debito, anzi, qualsiasi
ostacolo che possa frapporre, chi
manovra il mercato, per creare
scarsità di un qualsiasi bene, ne
provoca un aumento del prezzo,
quindi serve a dare maggior vigore
al sistema di accumulo di ricchezza.
Stiamo assistendo ad una finanzia-
rizzazione dell’economia.
Cos’è la finanziarizzazione.
Se il lavoro e il benessere della
società non sono più il motivo per
cui deve crescere l’economia, si
può prendere atto che, oggi, com-
merciare la “merce denaro” e la
“merce rischio” procura un pro-
fitto maggiore che commerciare
altri beni, come co- (Segue a pag. 5 )
dall’articolo di Ernesto Celestini
nel sito www.peacelink.it
Pagina 5 www.voltanaonline.it
I dettagli dell’immagine li trovi nel sito
http://rivoltaildebito.globalist.it/
prezzo. La Finanza si astrae da qual-
siasi valorizzazione sociale e preve-
de che anche il costo di una pensio-
ne o di un bene naturale, debba di-
pendere dall’andamento del mercato
dei capitali, quindi - di fatto - si in-
nesta direttamente sulla base della
privatizzazione dei beni pubblici .
In questo modo si creano nuovi
Asset che quantificano in denaro il
valore dei beni o dei servizi e, con-
seguentemente, il valore dei beni
o dei servizi non deriva più dal
costo di produzione, ma dall’ an-
damento del mercato.
Il lavoro è diventato solo un fattore
della produzione, tanto che, grazie
al mercato globale, è più facile elu-
dere le regole o le leggi imposte da
un governo, per tutelare i propri
cittadini, e si può scegliere di porta-
re il lavoro in un altro Paese, se co-
sta meno.
Questa nuova situazione determi-
na tre effetti :
1. Imprese e multinazionali si rivol-
gono sempre meno al sistema del
credito Bancario, ma investono i
loro guadagni sul mercato dei capi-
tali, dove possono ricavare enormi
profitti finanziari, come risulta dalla
lettura dei bilanci delle maggiori
multinazionali (es.: la FIAT-Chrisler
pur non vendendo molte auto riesce
a mantenere buone quotazioni in
borsa).
2. Le banche, di fatto, sono sempre
meno interessate alle logiche tradi-
zionali del credito, sono sempre più
orientate ai mercati di capitali aper-
ti e guardano più che alle imprese
cui concedere prestiti, ai singoli
cittadini a cui offrono di collocare i
loro piccoli capitali nel mercato dei
derivati.
3. I singoli individui per vedere mi-
nimamente remunerati i propri ri-
sparmi, e non vederne scendere il
valore reale, si devono sempre più
adeguare ad investire nei mercati
di capitali.
Assistiamo quindi ad una lenta ma
progressiva finanziarizzazione di
noi stessi, delle imprese e delle banche che si adeguano sempre più
a questa gestione finanziaria. La
stessa esistenza delle Banche di-
struire grandi opere
o sviluppare la ricerca e creare oc-
cupazione, perché il profitto che
rendono queste imprese è inferiore
a quanto si ricava mettendo sempli-
cemente soldi in un fondo di investi-
menti.
È così che è cambiato l’approccio
al mondo del profitto, che non tende
più prevalentemente al lavoro, ma
solo ad un maggior guadagno.
Si sta instaurando una logica di-
versa nella quale tutto può avere un
pende ormai da questo nuovo mer-
cato dei capitali; tanto che le ban-
che stanno uscendo a questa crisi
con una nuova struttura, meno rigi-
da, che permette di navigare tran-
quillamente in questo nuovo merca-
to che finora sembra senza limiti,
per il progressivo ritiro degli Stati
da molti settori del welfare, dei ser-
vizi e dei beni pubblici che vengo-
no affidati al privato, per ridurre la
spesa pubblica.
Queste rinunce dello Stato, alla
gestione diretta di molte delle sue
prerogative politiche, possono fa-
cilmente indurre in confusione e far
ritenere questo riposizionamento
come una perdita di potere dello
Stato stesso. Ma così non è perché
queste situazioni neo-liberiste ri-
chiedono uno Stato forte che sia
pronto ad intervenire, a sostenere e
garantire, nei momenti di crisi, la
tenuta del mercato internazionale.
Il neo-liberismo, il potere della
finanza, vuole che gli Stati siano
forti e capaci di rispondere decisa-
mente alle sue sollecitazioni per
intervenire e prendere le decisioni
necessarie a garantire i loro utili,
anche se, di solito, risultano contra-
rie agli interessi della popolazione.
Ma questo stesso sistema può es-
sere replicato, creando mercati
finanziari paralleli in tutti i campi;
infatti oltre alla risposta alla crisi
del debito privato è stato avviato
anche un processo pubblico di fi-
nanziarizzazione della stessa fi-
nanza pubblica, trasformandola
per renderla subordinata all’ an-
damento dei mercati.
Si sono creati nuovi Asset finan-
ziari che offrono denaro agli Stati,
facendoli indebitare ulteriormente
emettendo nuovo debito pubblico
e quindi nuove obbligazioni, nor-
malmente per rinnovare obbligazio-
ni in scadenza con nuove obbligazio-
ni ad un tasso più remunerativo del-
le precedenti. Ciò purché il nuovo
debito sia emesso e gestito in un
mercato secondario che permetta
un maggior accumulo di denaro,
lucrando sul differenziale tra interes-
si attivi e passivi.
Il debitore è lo Stato,
(Segue da pag. 4 )
(Segue a pag. 6 )
Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.
Pagina 6 www.voltanaonline.it
ma chi paga sono i
cittadini.
Come abbiamo già detto nella ri-
cerca di nuovi Asset, cioè di nuovi
prodotti finanziari, si sta arrivando
alla “finanziarizzazione” dei beni
comuni, di quelle cose cioè che
nessuna economia non aveva mai
attribuito a qualcuno. Infatti lenta-mente si sta convincendo la popola-
zione che non c’è niente si male se si
ottiene maggior efficienza affidando
alcuni servizi pubblici al privato,
che già da decenni controlla tutti i
prodotti del sottosuolo, il legname
di molte foreste, l’energia idroelet-
trica, le comunicazioni, i trasporti e
poi si parla di speculazioni sulle ac-
que potabili, sulla distribuzione delle
merci e del cibo, sugli eco-sistemi e
sui brevetti farmaceutici: tutto può
essere sfruttato per diventare una
“commodity”(prodotto virtuale) del quale si può, artificiosamente,
creare penuria e manovrarne il
prezzo influenzando, con i media,
l’andamento del mercato. Non ha nessuna importanza se l’acqua,
l’aria o i beni della terra siano sem-
pre stati considerati beni comuni,
cioè di tutti gli uomini, o se uno Sta-
to civile deve garantire il benessere
dei suoi cittadini.
Basta averne il controllo per dare
un prezzo a ogni cosa.
Se non ci sarà una forte presa di
coscienza delle popolazioni, sui
danni sociali che producono le re-
gole di mercato che tutti i governi
stanno accettando e onorando, gli
Stati, o meglio i loro cittadini, saran-
no sempre più poveri e indebitati,
pur di garantire il rispetto di quelle
regole dei mercati dei capitali che
prevedono che il denaro debba
sempre essere usato solo per creare
altro denaro.
A questo punto vediamo che un
problema originalmente amministra-
tivo, provocato da un debito troppo
alto, si è trasformato in un problema
sociale e filosofico perché mette il
denaro al centro dell'economia, superando, per la prima volta nella
storia, il motivo per cui il denaro è
stato creato: dare un maggior be-
nessere all'uomo.
Un uomo che ha sempre lavorato
per vivere e dare dignità alla sua
famiglia e che nei tempi della storia
è stato padrone o servo, suddito o
sovrano, ma sempre parte di una
scala gerarchica umana, mai, fino
ad oggi, era stato dipendente e sog-
getto di uno strumento virtuale, la
finanza, che all'origine fu pensata
per rendere più facile la strada da
seguire per raggiungere un mag-
gior benessere dell'uomo stesso.
Ma prima di cominciare una dispu-
ta politica sull'opportunità di far
tornare il controllo dei servizi so-
ciali e dei beni naturali sotto il con-
trollo degli Stati, l'opinione pubbli-
ca tutta deve essere informata e
prendere coscienza che in passato
situazioni di eccessiva onerosità del debito pubblico sono già avve-
nute e sono sempre state superate
non pagando il debito.
Quindi la richiesta di congelare
una parte del debito, quella gene-
rata da formule finanziarie e accor-
di politici non trasparenti, è una
richiesta molto moderata e dovrà
essere presa in seria considerazio-
ne.
Poi si dovrà sdoganare il concetto
che un debito iniquo e provocato
da formule finanziarie ingiuste
non sarà pagato e solo questa pro-spettiva (minaccia di un minor ac-
cumulo di ricchezza o perdita del
capitale) potrà fermare una ulte-
riore spinta incontrollata verso la
privatizzazione e la monetizza-
zione di qualsiasi bene comune di cui il privato si potrà appropria-
re, con la complicità di governi
conniventi, per trasformarlo in be-
ne virtuale e poter mettere un car-
tellino con il prezzo.
Dall’articolo di Ernesto Celestini
pubblicato nel sito www.peacelink.it
C’ERA C’ERA C’ERA UNAUNAUNA VOLTAVOLTAVOLTA LALALA LEGA LEGA LEGA OOO CCC'''ÈÈÈ ANCORAANCORAANCORA???
(Segue da pag. 5 )
Ma che colpa abbiamo noi ? ll Debito Pubblico sta per raggiungere i duemila miliardi.
Pagina 7 www.voltanaonline.it
civile.
Io non ho la ricetta per salvare la ri-
cerca scientifica italiana, ma proprio
come “emigrato della ricerca” posso
dire che i modelli ci sono, anche vici-
no ai nostri confini.
Basterebbe iniziare a riflettere”
Saluti cari,
Serena Fagnocchi Responsabile Scuola, Università e ricerca
Pd provincia di Ravenna
Le e-mail ricevute. Integrale.
ricerca nel nostro Paese.
A questo link trovate un post su
Dulbecco, che vi invito a leggere,
commentare e nel caso, a diffonde-
re:
http://www.ravennaedintorni.it/blo
g-ravenna-e-dintorni/72/eppur-si-
muove/31403/renato-dulbecco-una-
vita-spesa-per-la-ricerca-e-l-
impegno-civile.html
Credo che sia utile ricordare que-
sto grande scienziato e grande ita-
liano, e farci carico delle sue preoc-
cupazioni e del suo impegno per la
ricerca ed i ricercatori nel nostro
Paese.
Come partito e come cittadini.
Queste le sue parole contenute in
una lettera inviata a Umberto Vero-
nesi nel 2008:
“Ciò che mi dispiace profonda-
mente è toccare con mano l'immobi-
lismo di un'Italia che sembra non
curarsi della ricerca scientifica, esat-
tamente come nel dopoguerra.
Oggi mi fa male vedere che, dopo
oltre 60 anni, la situazione di crisi
della ricerca scientifica in Italia non è
cambiata, anzi.
L'Italia rischia, molto di più che negli
anni '50, di rimanere esclusa definiti-
vamente dal gruppo di Paesi che
concorrono al progresso scientifico e
Carissimi,
vorrei approfittare di questa mail
per ricordare un grande scienziato
da poco scomparso e spronarci a
ricordare che la ricerca scientifica è
una risorsa fondamentale di un Pae-
se, anche e soprattutto in fase di cri-
si economica. Un settore strategico
per ogni paese avanzato che voglia
puntare su qualità ed eccellenza,
invece di rincorrere al ribasso mo-
delli di sviluppo di sfruttamento del
lavoro e della manodopera.
Il 20 febbraio 2012 moriva Rena-
to Dulbecco, scienziato italiano di fama mondiale, Premio Nobel per
la medicina nel 1975, che è sempre
rimasto molto legato all'Italia nono-
stante abbia trascorso gran parte
della sua vita negli USA.
Tanti lo conoscono come nome,
dopo il Nobel e soprattutto dopo il
Sanremo cui partecipò, ma pochi
sanno del suo lavoro immenso e
del suo impegno per l'Italia e la
Le e-mail ricevute. Commento.
L’allineamento Venere Giove del
mese scorso: 1 bellissimo ; 2 è un
segno ; 3 monito divino, poiché è lo
stesso evento astronomico della na-
scita di Cristo.
1 Concordo: nella seconda decade di marzo c’è stato uno spettacolo
naturale, facilmente visibile e molto bello;
2 propendo per la parola “evento astronomico”, molte riserve, inve-
ce, per l’uso del termine “un se-
gno”;
3 assolutamente contrario al “monito divino” , quanto alla nascita
di Cristo ed alla stella cometa
(rammenta: la “stella” è un punto
luminoso, piccolo e fisso, mentre la
“cometa” è un oggetto luminoso, di
grandi dimensioni e mobile): molto
probabilmente si trattò di un alline-
amento, ma di Giove con Saturno.
Fu visibile per ben quattro mesi (dai primi giorni di Settembre agli ultimi
di Dicembre) di 2009 anni or sono
(2008 per chi valorizza l’anno zero).
Quindi se la nascita di Gesù Cristo è
avvenuta il 30 settembre e la visita
dei Re Magi (partiti da quello che è
l’odierno Iraq) è avvenuta il 7 Di-
cembre, il testo dell’evangelista
Matteo ne risulterebbe rafforzato,
poiché - dal punto di vista scientifi-co ed astronomico - corretto e rigo-
roso.
Mario Paganini
Giove e Venere nella foto di Marek
Nikodem, la sera del 9 Marzo 2012
Le e-mail ricevute. In sintesi.
Mi sai spiegare perché a Voltana
pare ci sia tanta attenzione per
l’inquinamento prodotto dai ripeti-tori telefonici mentre l’attenzione
per la discarica pare sia molto mo-
desta ?
I ripetitori possono essere rimossi
con poca spesa, mentre una discari-
ca non si è mai visto abbia … traslo-cato !
E perché Hera “paga”, per il
“disagio” prodotto dalla discarica
Riminese, agli abitanti dei terreni
limitrofi, fornendo loro servizi, men-tre nulla dà ai Voltanesi ?
I Voltanesi vedono i camion transi-
tare, ecc. […]
Poi ci sono le micro particelle di-
sperse nell’aria da altri opifici […]
Condivido queste osservazioni. Quelle
non documentate, molto meno.
Mario Paganini
Pagina 8 www.voltanaonline.it
(AGI) - Roma, 4 apr. - "Durante la
fase acuta della recessione, nel
2008-09, la caduta dei redditi fa-
miliari ha raggiunto in Italia il 4%, a fronte di una riduzione del Pil del
6%". Non solo, ma 480 mila fami-
glie hanno dovuto sostenere un fi-
glio senza lavoro. È quanto afferma-
to dal vice direttore generale della
Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola
al convegno a Genova 'La famiglia
un pilastro per l'economia del Pae-
se', sottolineando che "nella mag-
gior parte degli altri Paesi avanzati,
il reddito disponibile lordo reale
delle famiglie è invece cresciuto,
nonostante la contrazione del pro-
dotto".
"Nella tarda primavera del 2009,
nel momento di massimo impatto
della crisi sul mercato del lavoro
italiano, circa 480 mila famiglie han-
no sostenuto almeno un figlio convi-
vente che aveva perso il lavoro nei
dodici mesi precedenti", spiega la
Tarantola. "Nel biennio 2008-10 la
quota di famiglie indebitate è dimi-
nuita dal 24 al 21%", ha aggiunto
Tarantola, secondo la quale "tale
andamento è dipeso non solo da
una minore domanda di prestiti, ma
anche da una maggiore selettività
nella concessione dei finanziamenti
da parte degli intermediari finanzia-
ri, che si è riflessa in un aumento
della quota di famiglie che non han-
Allarme di Bankitalia, "crollano i redditi delle famiglie"News AGI no ottenuto, in tutto o in parte, il cre-
dito richiesto (poco più di un quarto
nel 2010, oltre il doppio rispetto agli
anni precedenti la crisi)".
"La crisi ha ampliato il divario tra
la condizione economica e finanzia-
ria dei giovani e quella del resto
della popolazione", ha affermato il
vice direttore generale di Bankita-
lia, specificando che "tra il 2008 e il
2010 la quota di famiglie povere in
base al reddito e alla ricchezza è
cresciuta di di circa 1 punto percen-
tuale per il campione nel suo com-
plesso e di circa 5 punti per le fami-
glie dei giovani".
dal sito www.agi.it
Il paziente al dottore “Non ne posso
più ! Voglio andare in pensione !”
E lui: “Mi dispiace, ma non può
perché lei respira ancora ! ”
“È un ben strano sistema sociale il
nostro. Mancano i soldi per ospeda-
li, pensioni, ricerca, ecc. ma ci sono
per le spese militari !”
“La vita non è … aspettare che
passi la tempesta, ma è … imparare
a ballare sotto la pioggia !”
“Sii sempre come il mare che
infrangendosi contro le rocce trova
sempre la forza di riprovarci .”
Regala un libro alla Biblioteca.
Regala al Centro Sociale “Ca’ Vec-chia” di Voltana l’abbonamento, ad
un giornale o ad un periodico. Sono
...beni strumentali per un punto di
incontro di persone (e di idee) capaci
di dialogare e di lavorare insieme.
In Italia i 10 più ricchi posseg-
gono tanto quanto i 3 milioni di
poveri nostrani. I dati sono tratti da una ricerca di Banca d’Italia.
Milena
ci segnala questa immagine
trovata su Internet
La crisi pesa sui soliti noti che devono rinun-
ciare a pensioni, ammortizzatori sociali, diritti
sul lavoro. I soldi per "il militare" invece ci sono
e non c'è crisi economica che tenga. Un affare
per i privati e uno spreco per le casse pubbli-
che. Monti ha solo ridotto il numero dei caccia
da acquistare: da 131 a 90. Un bello sforzo. […]
Con il sostegno di uno schieramento bipartisan, il primo memorandum
d'intesa venne firmato al Pentagono nel 1998 dal governo D'Alema; il se-condo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo
Prodi. E nel 2009 è stato di nuovo un governo Berlusconi a deliberare
l'acquisto di 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal go-
verno Prodi. L'Italia partecipa al programma dell'F-35 come partner di
secondo livello, contribuendo allo sviluppo e alla costruzione del caccia.
dal sito www.ilmanifesto.it/
Via libera all’acquisto di 90 caccia F35 “Cristo è risorto ! ”
“Sì, Cristo è veramente risorto ! ”
Espressione di saluto diffusa in Oriente
nei giorni di Pasqua
costeranno 10 miliardi di euro