vulture magazine, 14 luglio 2011

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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 14 Luglio 2011 Federconsumatori. Bonus Idrocarburi.…………………...…….…………PAG. 2 Quando c’era Monticchio……………………………………………....…...PAG. 2 Vincenzo Buccino,Un Rionerese Illustre…………………………………..PAG. 3 Venosa Eventi Estate 2011.................................................................…PAG. 6 Montemilone. Il Sindaco Gennaro Mennuti Risponde……………..…….PAG. 7 Montemilone. Iniziati I Lavori Di Restauro Della Torre Dell’orologio…...PAG. 8 Presentazione Del Lbro: “Ci Volevano Con La Terza Media”……….… PAG. 9

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VULTURE MAGAZINE 1

Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 14 Luglio 2011

Federconsumatori. Bonus Idrocarburi.…………………...…….…………PAG. 2 Quando c’era Monticchio……………………………………………....…...PAG. 2 Vincenzo Buccino,Un Rionerese Illustre…………………………………..PAG. 3 Venosa Eventi Estate 2011.................................................................…PAG. 6 Montemilone. Il Sindaco Gennaro Mennuti Risponde……………..…….PAG. 7 Montemilone. Iniziati I Lavori Di Restauro Della Torre Dell’orologio…...PAG. 8 Presentazione Del Lbro: “Ci Volevano Con La Terza Media”……….… PAG. 9

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Federazione Provinciale – Via del Gallitello, 163 – 85100 Potenza

Tel.0971/301410 – 320 9391813 e-mail [email protected] [email protected] www.federconsumatoripotenza.it

Alle tante segnalazioni che prevengono alla nostra associazione in ordine al BONUS IDROCARBURI potremmo rispondere era tutto previsto e le nostre richieste sono rimaste inevase come pure quelle formulate dallo stesso Presidente della Regione Basilicata. Così torna l’incubo delle lunghe file agli sportelli delle Poste, con il gran caldo di questi giorni e con gli operatori nel mirino dei cittadini quali fossero loro i veri responsabili del disservizio. Responsabilità che va interamente addebitata al Governo e a tutti coloro che non si sono prodigati in tempo utile per prevenire il caos. In questa situazione chiediamo alla Poste di acquisire le istanze anche con deleghe e di lavorare le stesse in back office così come fanno le altre amministrazioni pubbliche quali l’Agenzia delle Entrate e l’INPS. Così facendo le istanze potrebbero essere lavorate anche in ufficio con meno carichi di lavoro ed evitare il rischio di una rinuncia di fatto al diritto di riceve il bonus idrocarburi che comprometterebbe il diritto per gli anni successivi. Alle Poste si chiede di dare informazioni circa la possibilità di effettuare tale operazione anche presso gli uffici di altre regioni nella considerazione dei tanti giovani e non che per motivi di studio o lavoro risultano assenti. Il Presidente Rocco Ligrani

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Quando c’era Monticchio

Quando Monticchio era la località turistica della Basilicata, forse l’unica, non c’era il Pollino, non c’era Pietrapertosa e le Dolomiti lucane, non c’era molto altro in questa regione. Ovvero, non si sapeva del valore potenziale che potessero esprimere, negli anni Sessanta. Allora Maratea era nota solo ad un certo turismo elitario grazie a Santa Venere, quella elegante residenza liberty sospesa sul mare, ma era solo per i milionari dell’epoca, con serate modello “una rotonda sul mare” di Fred Buongusto e vip (come si direbbe oggi), ma di quelli veri. Matera era stata invece scoperta da Pasolini per il set del suo mistico-popolare “Vangelo secondo Matteo”, ma incombeva ancora quel secolare problema di ordine urbanistico, lungi quindi da possibili valorizzazioni turistiche e culturali. La costa jonica lucana era ancora alle prese con situazioni di bonifica da post-riforma agraria, con paesi in via di ripopolamento e meno che mai da vocazione turistica. Il Pantano di Pignola era un pantano (appunto). Quelle cittadine storiche come Venosa e Melfi non ricevevano che sporadiche visite da gita scolastica. Tutto molto in ombra, sulla via di una emancipazione di la da

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venire. Un panorama alquanto conciso, in una regione ricca di verde e di cui certamente il monte Vulture e la sua “perla” sui due Laghi vulcanici rappresentava una rarità. Al punto che degli imprenditori illuminati si inventarono una funivia che conduceva dai Laghi fino alla sommità del monte Vulture: un viaggio sospeso nel vuoto di una ventina di minuti. Uno sguardo lontano, e non solo geograficamente quanto soprattutto imprenditorialmente, mentre siamo solo nei primi anni Sessanta. Oltre mezzo secolo fa dunque Monticchio è stato visto dal basso in alto, e la funivia non rappresenta solo una metafora. Oggi ci si ricorda di questo luogo solo per quel “turismo di massa” (turismo?) e dei residui immondi del dopo-Pasquetta e dopo-Ferragosto. “Quel che resta del giorno” (mutuando il titolo di un film d’autore) sono solo gli avanzi (se non le macerie) di decennali incapacità amministrative quanto imprenditoriali, in una parola di suppellettili di politiche di sviluppo o presunte tali, a partire dalla Regione: abusivismo senza controlli preventivi, i lasciapassare superficiali di chi la politica (mediocre) la faceva solo per l’orticello di casa e di casta. Un luogo, Monticchio, che sarebbe bastata una soltanto delle sue innumerevoli potenzialità che altrove avrebbe creato le condizioni di una ben più visibile consacrazione. Sarà il caso di elencarle? No, non serve a nulla, non ne vale la pena, lo abbiamo fatto troppe volte in questi anni: chi vuole se le cerchi sulle enciclopedie o (più modernamente) sui siti web. Armando Lostaglio

VINCENZO BUCCINO,UN RIONERESE ILLUSTRE

Nato a Rionero in Vulture il 3 gennaio 1920 è morto a Forlì il 12 luglio 2005.

di Michele Traficante Spesso oggi noi lucani ci lamentiamo, e a buone ragioni, che i migliori nostri cervelli sono costretti ad emigrare per vedersi riconosciuti ed apprezzati gli innati talenti nei vari campi del sapere e dell’arte. Ma in verità questo è un fenomeno che affonda le sue radici nel passato prossimo e remoto, essendo tante le nostre migliori intelligenze affermatesi “altrove”. Ad incominciare dal Quinto Orazio Flacco ( Venosa,65 a.C.- Roma 8 a. C.) che “emigrato” a Roma divenne il sommo poeta latino, e poi, tanto per citare i più vicini a noi, Leonardo Sinisgalli ( Montemurro 1908 - Roma 1981), Beniamino Placido ( Rionero 1929-2010) e tanti altri lucani che hanno dato lustro alla loro terra d’origine. Vogliamo, a tal riguardo, soffermarci sullo scrittore rionerese Vincenzo Buccino, affermato romanziere, nel 6° anniversario della sua scomparsa. Anche lui, purtroppo ignorato dai suoi immemori

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concittadini, sia da vivo sia da morto, e l’Amministrazione comunale di Rionero in Vulture, pur avendo negli ultimi anni intitolato numerose strade cittadine a tanti personaggi, di cui i rioneresi conoscono appena il nome e cognome, non ha ancora pensato a Vincenzo Buccino, che pure ha tutti i titoli per meritare tale riconoscimento. Nato a Rionero in Vulture il 3 gennaio 1920 da Francesco e da Caterina Chieppa, Vincenzo Buccino ha vissuto l’infanzia e la giovinezza nella città vulturina fra una larga schiera di amici e compagni di gioco e di studi. La sua era la classica famiglia di un paese meridionale, numerosa, cattolica, liberale. Laureatosi in materie letterarie ha insegnato per molti anni quale docente di Lettere Italiane e Storia. Scrittore forbito, incline alla parodia, pronto ad indagare, spesso pungente ed ironico, ma sempre con bonomia, l’animo umano mettendo a nudo pregi e difetti. Ha vissuto, anche per ragioni professionali, lontano dal suo paese natio, ma ciò non gli ha impedito di conservare gelosamente nel cuore gli angoli caratteristici, i paesaggi suggestivi e le tradizioni più radicate della sua Rionero in Vulture.

Si sa, il tempo e la lontananza imprimono con maggior forza nella memoria i fatti della fanciullezza e della gioventù, le immagini più care di amici, di parenti e dei luoghi familiari. Tanto che, con un po’

d’immaginazione, si riescono a rievocarli e a “ricamarci” intorno racconti interessanti ed avvincenti. E’ il caso dello scrittore - romanziere Vincendo Buccino che ne ha tratto romanzi e racconti di rara suggestione e bellezza, sia per lo stile elegante e forbito e sia per l’alto valore letterario. Nel 1963 ha pubblicato il suo primo romanzo: ”La malasorte” (Ed.Rebellato, Padova, 1963) ambientato nella sua Rionero e che tanti apprezzamenti di critica e di pubblico ha ottenuto. “La strada difficile”(Ed. Longo, Ravenna, 1966) è stato il suo romanzo molto lodato dai critici letterari di chiara fama. Nel 1969 è uscito “Il sanamalati” (Ed.Longo, Ravenna, 1969), un altro romanzo ancora ambientato a Rionero in Vulture nel quale mette in evidenza usi e costumi della comunità rionerese.Ha scritto ancora l’introduzione al 2° volume “Puglia e Basilicata” dell’Enciclopedia “Tuttitalia”(Ed. Sodea-Sanzoni, Firenze) e, nel 1971, la corposa introduzione storico-letteraria al volume “Il libro della sventura” autobiografia del brigante Michele Di Gè (Ed. Lacaita, Mandria, 1971).Per l’anno santo 1975 ha scritto “Roma nel mondo-il mondo a Roma”. Storia degli anni santi (Ed. Giubileo Roma - Lugano-Parigi, 1975) che ebbe vasta eco nel mondo cattolico. Un periodo di pausa e poi pubblica “Lembi di vita-di meglio e meglio”(ed. TNV, Rionero in Vulture, 1989), una raccolta di undici lunghi racconti. Nel 1999 è uscito l’ultimo, in ordine di tempo, romanzo.”L’amore esclusivo di Nunziata Spera”(Ed.Soglia, Ravenna, 1999), ancora ambientato a Rionero in Vulture, in cui si mettono alla berlina gli aspetti più appariscenti della stupidità umana che, il più delle volte, cade nel ridicolo. Non ancora del tutto risolta la pubblicazione del suo ultimo romanzo: ”Il miraggio dei guerci”. Nel 1971 Vincenzo Buccino è accademico Tiberino.

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L’ultima sua presenza a Rionero risale all’agosto del 1999 quando nell’atrio del Palazzo Fortunato, alla presenza di un folto ed attento pubblico, è stato presentato il suo libro”L’Amore esclusivo di Nunziata Spera”.

Purtroppo Vincenzo Buccino, bisogna riconoscerlo, non ha trovato nel suo paese adeguata “corrispondenza d’affetti” e la giusta considerazione. Di ciò, forse, rimase fortemente deluso. Aveva comunque un ristretto numero di affezionati e sinceri amici fra alcuni vecchi compagni di gioventù. Noi abbiamo avuto il privilegio di essere da lui ritenuto fra questi suoi eletti ed affettuosi amici. C’eravamo stretti da profondi sentimenti di sincera amicizia. Ci sentivamo spesso telefonicamente, ci scrivevamo, ci scambiavano gli auguri nelle festività maggiori, nei compleanni e negli onomastici. La sua scomparsa, avvenuta a Forlì il 12 luglio 2005 ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama culturale rionerese e non solo. Vincenzo Buccino è stato personalità dalla forte tempra di scrittore e romanziere di grande prestigio che ha ottenuto numerosi riconoscimenti “fuori patria”, ma, almeno negli ultimi anni, pressoché ignorato nel suo paese. Si sa

“Patria dat vitam, raro largitur honoris” ( la patria dà la vita, raramente conferisce onori), almeno fino a quando non si passa a miglior vita. Il 26 agosto del 2007, in verità, l’Amministrazione comunale di Rionero in Vulture lo ha ricordato con una semplice ma significativa cerimonia-convegno nel corso della quale il prof. Pasquale Tucciariello, con la brillante relazione: ”Rionero e il Mezzogiorno nella letteratura di Vincenzo Buccino”, ha illustrato la nobile figura dello scrittore e la sua incidenza culturale nella comunità rionerese e non solo. Il suo paese natale, secondo l’espressione di Giacomo Leopardi “Virtù sprezziam in vita, lodiamo estinta”, fa sempre in tempo a tributare ad uno dei suoi figli migliori, i dovuti e adeguati riconoscimenti, non fosse altro che per additarlo degnamente alle future generazioni. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: VENOSA 8 LUGLIO 2011.EVENTI ESTATE 2011. UN SUCCESSO IL

CONCERTO DI MUSICA CLASSICA LIOYNTRIO DI

VIOLINO, VIOLONCELLO E PIANOFORTE

Venosa. Nell'ambito degli eventi estivi organizzati dall'Amministrazione Comunale (presente il vice Sindaco Pietro Visaggio) in collaborazione con la

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pro-loco (presente il presidente Michele Duino), notevole successo ha riscosso il concerto di Musica Classica Lioyntrio, tenuto dal prof.Pino Lioy, direttore d’orchestra, ed i figli Vincenzo (10° anno di Violoncello) e Roberta (8° anno di Violino). Un'ora di musica di Rossini, Paganini,Hendel e Piazzolla per solo archi ha entusiasmato il numeroso pubblico presente. Palcoscenico il loggiato del Castello Pirro del Balzo. Il prof. Pino Lioy è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce e in direzione e musica corale presso il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Si è laureato in direzione d’orchestra presso l’Università degli Studi di Basilicata “E.Duni” di Matera. Compositore di musica da camera, per teatro, sinfonica e bandistica. Trascrittore di musiche per diversi complessi strumentali. E’ direttore della Corale “Carlo Gesualdo da Venosa” e dell’orchestra “Luigi Tansillo”,due veri laboratori musicali, che anno dato vita a Venosa ad un gruppo strumentale e vocale. Presentando il concerto, il prof. Lioy ha detto: “Venosa merita un auditorium con tutti i gruppi strumentali e vocali esistenti, riconosciamo gli sforzi degli amministratori comunali, ma fino ad oggi, gli artisti si esercitano in locali di fortuna. Il concerto di questa sera tratterà brani eseguiti da violinisti e violoncellisti.

E’ un concerto che parte dal ‘700 fino ai giorni nostri. Ringrazio l’amministrazione comunale e la pro-loco per aver dato

spazio anche alla musica classica nel cartellone degli eventi estivi. Gli altri componenti li conoscete tutti, sono i miei figli Vincenzo di 21 anni che il prossimo febbraio si diploma in Violoncello, dopo 10 anni di studio e Roberta di 16 anni, iscritta all’8° anno di Violino al conservatorio di Matera, vincitrice di concorsi nazionali. Ha raggiunto questi brillanti risultati grazie ai maestri Michele Rigillo e Francesco Sacco”.Un’ora di musica ha entusiasmato l’attento pubblico presente. Sono stati eseguiti brani di Mozart, concerto in Re maggiore, il Mosè di Rossini e Paganini (variazione), la caratteristica di questo brano, che aveva come tema, la preghiera, è quella di eseguirla su una sola corda. Di Pugnani, “Kreisler”, preludio un allegro. E seguito un altro brano virtuosistico del grande violoncellista spagnolo, Gàspar Cassadoro, “Requiebros”, un brano romantico del 900 che esprime la voce graffiante del violoncello. Di Hendel-Harvonsen è stato eseguito il brano “Passacaglia” , un vivace dialogo tra violino-violoncello. Arrivando ai giorni nostri, il concerto si è concluso con il brano “Primavera” di Astor Piazzolla, un tango argentino eseguito dal trio Lioy al pianoforte-violino-violoncello. Non poteva mancare il bis fuori programma, “Reginella” di Gaetano Lanza che Vincenzo Lioy ha dedicato al nonno Vincenzo di 84 anni ed alla mamma Antonella, presenti al concerto. Lorenzo Zolfo Le foto riprendono un momento del concerto ed il pubblico presente. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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MONTEMILONE. 12 LUGLIO 2011. IL SINDACO GENNARO MENNUTI

RISPONDE A CHI VUOLE DENIGRAREE CREARE DIVISIONI NEL PAESE

Montemilone. Il Sindaco di Montemilone, Gennaro Mennuto ha inviato una nota di chiarimento sulla penosa questione della panchina spostata a Montemilone,elevato agli onori delle cronache giornalistiche per lo spostamento di una panchina. “E’ vero che ci sono state città e regioni-riferisce il Sindaco Mennuti- che sono diventate famose per una torre, una campana e finanche per una giara ma, credo mai per una panchina, ma tant’è vero che un cittadino del posto, autoproclamatosi difensore dei poveri e degli oppressi, non perde occasione per farci ridere dietro pur di colpire a destra e a manca la tanto detestata Amministrazione Comunale ed il Sindaco in particolare. Lo spostamento di una panchina in Viale Matteotti rispondeva al solo bisogno di installarla in un posto meno assolato e riparato dagli alberi, nient’altro. Infatti una signora che abita nelle vicinanze, mi ha accolto sorridendo e dicendomi che aveva capito che la mia intenzione era buona. E’ ovvio che sto parlando di una persona che ragiona in perfetta buona fede. Subito dopo lo spostamento della panchina e dopo aver ascoltato le osservazioni di alcuni cittadini che

abitano nelle vicinanze ho assicurato loro che installeremo, al più presto, una nuova panchina, senza l’aiuto del “difensore dei popoli”. Fino ad oggi, nonostante i molteplici e strumentali attacchi, anche di carattere personale, da parte del “difensore” ho evitato di rispondere sia perché non ne ho il tempo materiale sia per evitare nuove inutili polemiche, ma in questo caso vi sono almeno due perfette cattiverie che vanno evidenziate: primo non ho mai ricevuto da parte sua alcuna comunicazione in merito allo spostamento della panchina, secondo la panchina con la mia abitazione non ha niente a che vedere, né io sono d’uso utilizzare le panchine, e in qualunque parte del paese. A me dispiace,che si dia credito a queste cose senza aver avuto la possibilità di controbattere, prima di dare in pasto all’opinione pubblica notizie ed informazioni distorte, costringendo a replicare sottraendo, come sto facendo in questo momento io, quel poco di tempo che dedico alla mia famiglia nei momenti liberi. Chi pensa di autoproclamarsi difensore del popolo dovrebbe farlo anche e soprattutto quando ci sono cose positive da raccontare ed invece questo non avviene mai. Montemilone non è tutta così come viene descritta dai suoi detrattori. Io sono ancora convinto che cambiare è possibile, anche se alcuni fanno di tutto perché nel nostro paese torni la divisione e l’acredine. Quando si è attaccati continuamente, sui giornali e su internet per qualsiasi cosa succeda sulla terra, si ha l’impressione che per il soggetto che ti colpisce tu sei diventato una specie di ossessione e questo non può passare inosservato”. Lorenzo Zolfo ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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MONTEMILONE. 11 LUGLIO 2011.

SONO INIZIATI I LAVORI DI RESTAURO DELLA TORRE DELL’OROLOGIO. UNO DEI

MONUMENTI PIU’ PREZIOSI DEL PAESE. PREZIOSO QUANTO

RARO MECCANISMO….

Montemilone. Finalmente, dopo richieste e “riprese televisive” si mette mano alla torre dell’orologio di Montemilone. Tutto è partito lo scorso mese di Aprile, quando una giovane coppia di coniugi montemilonese con una lettera a firma di tanti altri cittadini chiedeva al sindaco Mennuti di porre rimedio a quella carenza igienico sanitaria che percorre da molti anni il centro storico di Montemilone in particolare quelle vie che appunto circondano la Torre dell’orologio. “Parliamo di uno dei monumenti più preziosi del nostro paese, riprendendo le parole della giovane coppia, anche perché lo stesso orologio conserva un meccanismo rarissimo, ormai divenuto alloggio gratuito di migliaia di colombi e a detta dei residenti di tanti, grossi topi, animali entrambi portatori di sporcizie e malattie”. Fautore di questa raccolta di firme è stato anche Antonio Ferrente, sensibile alle problematiche che attanagliano il centro del Vulture. Avvicinato ed abbastanza felice degli interventi sulla torre, anche se ha ancora alcuni dubbi da scioglere, ha riferito: “ Anche il sottoscritto è stato firmatario di quella petizione in quanto anche nella via

dove risiedo si avverte questo problema considerando inoltre che gli escrementi dei colombi riducono la produzione del mio impianto fotovoltaico. Dopo aver protocollato la lettera, inviandola anche ad altri uffici competenti, usciva anche un articolo con un intervento del sottoscritto su quotidiani locali. Lo stesso articolo ha suscitato la curiosità di un noto programma di Rai 3 “buongiorno regione” la quale conduttrice, leggendo l’articolo sul giornale, si è rivolta al sottoscritto quale unico referente per incontrarsi e rilasciare un’ intervista. Premesso che dopo una ventina di giorni è arrivata la risposta del Sindaco, che mi ha meravigliato per la celerità, annunciando che a breve sarebbero cominciati i lavori anche se alla seconda parte della risposta, discutibile, ci vorrebbe qualche idea che allontanerebbe i volatili, e il sottoscritto ha già suggerito una. Oggi la torre dell’orologio si presenta con una impalcatura che segna l’inizio dei lavori di ristrutturazione. Credo di non aver ricevuto risposta a due implicite domande: una tecnica, alla quale chiedo l’aiuto del geometra comunale, Falcone, l’altra politica/finanziaria di competenza, credo, del primo cittadino: Corrono voci che con la ristrutturazione il prezioso quanto raro meccanismo dell’orologio situato sulla Torre sarà rimosso e sostituito da uno digitale. È vero? La seconda, quella di carattere politico/finanziario, nell’articolo del giornale e nell’intervista avevo parlato di una imprecisata somma di denaro offerta da un cittadino Montemilonese proprio per sistemare questo orologio. La donazione è stata fatta? Quanti euro sono stati donati? E per quali interventi? Visto che l’orologio non funziona ancora oggi?”. Lorenzo Zolfo La foto ritrae la Torre dell’orologio di Montemilone tutta incerottata per i lavori di pulizia e miglioramento.

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RIONERO IN VULTURE. 13 LUGLIO 2011. ATRIO PALAZZO

GIUSTINO FORTUNATO. PRESENTAZIONE DEL LBRO: “CI

VOLEVANO CON LA TERZA MEDIA” , STORIA DELL’OPERAIO

CHE HA SCONFITTO MARCHIONNE, GIOVANNI

BAROZZINO. ALLA PRESENZA DEL SEGRETARIO NAZIONALE DELLA FIOM-CGIL, MAURIZIO

LANDINI

Rionero in Vulture. L’atrio del palazzo Giustino Fortunato è stato il luogo dove è stato presentato il libro “Ci volevano con la terza media” di Giovanni Barozzino, l’operaio della Fiat, balzato agli onori della cronaca nazionale per aver, secondo la Fiat, sabotato il regolare lavoro allo stabilimento di San Nicola di Melfi. Proprio domani 14 luglio il giudice del tribunale di Melfi deciderà su questa vicenda, è prevista la presenza di tanti operai Fiat. Il libro di Barozzino è stato pubblicato dalla casa editrice Editori Internazionali Riuniti, presente il presidente Alessio Aringoli e la direttrice Cristina Guarnieri. Le conclusioni sono state affidate a Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom-Cgil. Pubblico dalle grandi occasioni. A portare i saluti il segretario regionale della Fiom-Cgil,Emanuele De Nicola: “il diritto al lavoro, alla democrazia e alla giustizia sono temi di scottante attualità. A Melfi il

14 ed a Torino il prossimo 16 luglio, sono due date importanti per il futuro dei lavoratori, anche se Marchionne nel suo progetto vuole l’eliminazione della Fiom, che meglio rappresenta i lavoratori. La nostra è una battaglia di civiltà. La Fiat ha deciso nel suo piano industriale di investire in America, sottovalutando gli stabilimenti italiani. Se la Fiom ha tanti sostenitori è perché si impegna per il ripristino della democrazia nei posti di lavoro”. Il Sindaco di Rionero, Antonio Placido ha aggiunto: “i passaggi della storia e della cultura del nostro territorio si tengono in questo palazzo. Questa non è una manifestazione di partito. Il libro di Giovanni è scorrevole e godibile, è il tentativo di fornire una esperienza lavorativa in un determinato luogo. E’ un documento interessante dal punto di vista antropologico. Le istituzioni locali faticano a stare dietro ai tanti processi industriali. Al di là delle opinioni politiche e sindacali, i lavoratori non sono dei comprimari, ma i protagonisti del lavoro”. Giovanni Barozzino ha spiegato il motivo di questo libro: “ ho scritto questo libro spinto dal cuore e dal desiderio di raccontare la mia esperienza lavorativa con parole mie. Ha un’ambiziosa pretesa, quella di dire solamente la verità. Ciò che spero è di riuscire a far capire quello che ho vissuto in prima persona ed è quello che la maggior parte dei lavoratori subisce a Melfi. Perché faccio questo? Perché credo che far conoscere questa nostra situazione possa essere un modo per parlare della condizione di tutto il mondo del lavoro. La Sata è stata ed è a mio parere un vero e proprio laboratorio di esperimento sul limite di sopportazione per ognuno che vi è entrato per lavorare. Il compenso che mi spetterà per questo libro lo devolverò in beneficenza. Ringrazio il compagno Paolo Pesacane e la casa editrice che hanno creduto in me. Non mi vergogno nel dire che essere accusato di sabotaggio è stato una vera vigliaccata. Ho raccontato 15 anni del mio lavoro, a volte massacrante con turni di lavoro asfissianti. Il merito di questo libro

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va anche agli altri lavoratori ed ai loro racconti”. Il segretario regionale della Cgil, Antonio Pepe ha riferito: “le divisioni del sindacato non porta a risultati positivi per i lavoratori.

A peggiorare la situazione è la Finanziaria che non garantisce un futuro sicuro alla classe operaia. Quando si toccano i lavoratori, si colpisce la parte più debole della popolazione”. Cristina Guarnieri, direttrice e Alessio Aringoli, presidente della casa editrice,Editori Internazionali Riuniti hanno detto: “siamo felici di essere qui e di aver pubblicato un libro sulle condizioni di lavoro. Il libro di Barozzino arriva diritto al cuore, tocca l’anima, la parola è quel mezzo che riesce a combattere i soprusi. La storia di questo operaio Sata doveva arrivare a tutti i lettori. Ci hanno insegnato che il lavoro, il sindacato, il diritto sono cose vecchie. Invece, dobbiamo avere il coraggio di parlare come ha fatto Barozzino, solo così si costruisce il futuro”. Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom-Cgil ha concluso gli interventi: “ Dio esiste e noi esistiamo da 107 anni. Barozzino racconta la storia del

nostro Paese. Leggendo il libro si capisce come si costruisce una coscienza, la capacità di stare assieme,dando voce alla centralità del lavoro, come vuole la Fiom, anche per chi ha solo la terza media. Le persone che lavorano hanno due strumenti, la democrazia ed il diritto di sciopero, se vengono meno queste due condizioni vengono calpestati i diritti dei lavoratori”. Lorenzo Zolfo :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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