· web viewquella di joy era una tragedia annunciata. all'arrivo dei sanitari del 118,...

41
Numero 36 – marzo 2009 IMMIGRAZIONE Ansa Cei, chi sbarca va accolto Unhcr Sciagura nel mar mediterraneo. il dolore di Guterres Aduc.it Maroni, dal 15 maggio via a pattugliamenti congiunti con Libia Interno Maroni: «La piccola criminalità si combatte con il controllo del territorio e con la prevenzione» Stranieri in Italia Studenti: più facile convertire il permesso Aduc.it Dopo il Governo, anche la Chiesa cattolica cerca di rassicurare Bucarest Aduc.it Istat: Concessi oltre due milioni di permessi di soggiorno Interno.it Immigrazione irregolare, effettuati 85 rimpatri nella settimana Metropoli Viaggi col cedolino, si può tornare in Italia da un’altra frontiera Interno.it Firmato il decreto per i lavoratori extracomunitari stagionali ammessi nel 2009 Aduc.it Cento deputati del Pdl a Berlusconi: inaccettabili norme su immigrati Interno.it Fondo europeo per rimpatri: pronti gli avvisi per i progetti a valenza territoriale Aduc.it Barrot: l'Ue non lasci sola l'Italia Aduc.it Studio: solo un immigrato su tre fa controlli medici La Repubblica ed. Bari Per i sanitari la donna straniera malata di tbc poteva essere salvata da una semplice visita Aduc.it Onu: l'Italia sara' il quinto Paese al mondo per immigrati accolti Redattore sociale Save the Children: '' a rischio identificazione dei minori che arrivano a Lampedusa '' La Repubblica Ecco perché i medici del Ssn avranno l'obbligo e non la facoltà di denunciare Asgi DDL Sicurezza - Tutelare la registrazione della nascita del minore Immigrazioneoggi.it ONU: critiche all’Italia per la detenzione degli stranieri in attesa di giudizio. Aduc.it Parte la campagna 'io curo, non denuncio' Redattore sociale All'Inmp +25% di pazienti immigrati dopo la norma sulla possibilità di denuncia Redattore sociale Cambiano le rotte nel Mediterraneo: ora si parte da Alessandria Aduc.it Indagine Anci: aumentano le segnalazioni di minori stranieri non accompagnati Aduc.it Maroni esulta: grazie a noi i clandestini tunisini vanno a Malta Immigrazioneoggi.it Sostegno allo sviluppo dall’Italia ai Paesi che favoriranno il rimpatrio volontario dei loro connazionali disoccupati. Aduc.it Linea dura del Governo e accordo con Libia non ferma gli sbarchi Interno.it Ricongiungimenti familiari. Una circolare del Dipartimento libertà civili e immigrazione consente ai prefetti di sottoscrivere protocolli d'intesa con i Comuni 1 NEWSLETTER IMMIGRAZIONE

Upload: others

Post on 26-Jan-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Numero 36 – marzo 2009

IMMIGRAZIONEAnsa Cei, chi sbarca va accoltoUnhcr Sciagura nel mar mediterraneo. il dolore di GuterresAduc.it Maroni, dal 15 maggio via a pattugliamenti congiunti con LibiaInterno Maroni: «La piccola criminalità si combatte con il controllo del

territorio e con la prevenzione»Stranieri in Italia Studenti: più facile convertire il permesso Aduc.it Dopo il Governo, anche la Chiesa cattolica cerca di rassicurare

BucarestAduc.it Istat: Concessi oltre due milioni di permessi di soggiornoInterno.it Immigrazione irregolare, effettuati 85 rimpatri nella settimanaMetropoli Viaggi col cedolino, si può tornare in Italia da un’altra frontieraInterno.it Firmato il decreto per i lavoratori extracomunitari stagionali ammessi

nel 2009Aduc.it Cento deputati del Pdl a Berlusconi: inaccettabili norme su immigratiInterno.it Fondo europeo per rimpatri: pronti gli avvisi per i progetti a valenza

territorialeAduc.it Barrot: l'Ue non lasci sola l'ItaliaAduc.it Studio: solo un immigrato su tre fa controlli mediciLa Repubblica ed. Bari

Per i sanitari la donna straniera malata di tbc poteva essere salvata da una semplice visita

Aduc.it Onu: l'Italia sara' il quinto Paese al mondo per immigrati accoltiRedattore sociale Save the Children: '' a rischio identificazione dei minori che arrivano a

Lampedusa ''La Repubblica Ecco perché i medici del Ssn avranno l'obbligo e non la facoltà di

denunciareAsgi DDL Sicurezza - Tutelare la registrazione della nascita del minoreImmigrazioneoggi.it ONU: critiche all’Italia per la detenzione degli stranieri in attesa di

giudizio.Aduc.it Parte la campagna 'io curo, non denuncio'Redattore sociale All'Inmp +25% di pazienti immigrati dopo la norma sulla

possibilità di denunciaRedattore sociale Cambiano le rotte nel Mediterraneo: ora si parte da AlessandriaAduc.it Indagine Anci: aumentano le segnalazioni di minori stranieri non

accompagnatiAduc.it Maroni esulta: grazie a noi i clandestini tunisini vanno a MaltaImmigrazioneoggi.it Sostegno allo sviluppo dall’Italia ai Paesi che favoriranno il rimpatrio

volontario dei loro connazionali disoccupati.Aduc.it Linea dura del Governo e accordo con Libia non ferma gli sbarchiInterno.it Ricongiungimenti familiari. Una circolare del Dipartimento libertà civili

e immigrazione consente ai prefetti di sottoscrivere protocolli d'intesa con i Comuni

1

NEWSLETTER IMMIGRAZIONE

Immigrazioneoggi.it In vigore il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione” con la Libia

Interno.it Mantovano: «Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione»

Redattore sociale I rom ''apolidi'' verso l'espulsioneImmigrazioneoggi.it Mons. Vegliò è il nuovo Presidente del Pontificio Consiglio dei MigrantiImmigrazioneoggi.it Islam: nasce l’organismo unitario che rappresenta i musulmani in

Italia.

INTERNAZIONALEAduc.it Ministro Ronchi “in Italia non vogliamo le scorie della società''Aduc.it Legge comunitaria: cittadini Ue scontino il carcere nel proprio PaeseMeltingpot.org 4.581 migranti nelle carceri della LibiaAduc.it Msf: condizioni disumane nei centri degli immigrati a MaltaAduc.it L'Ue si divide sulla conferenza Onu sul razzismo

ASILOInterno.it Fondo europeo per i rifugiati, Pubblicati 5 avvisi per la selezione di

progetti “a valenza territoriale”Unhcr I conflitti in Afghanistan e Somalia contribuiscono alla crescita delle

domande di asilo Asgi.it Guida alla procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato

TRATTARedattore sociale Prostituzione, Caritas ambrosiana: “L’approccio repressivo non paga''Aduc.it Corte d'Appello di Bari condanna 16 persone per schiavitu'Interno.it Traffico di migranti dall'Asia al Friuli, otto mandati di arresto

internazionaleInterno.it Sfruttamento e tratta: i Ros colpiscono un'organizzazione attiva in

LombardiaMeltingpot.org Arresti per la tratta di migranti in fuga dalla LibiaRedattore sociale Malate nel corpo e nell'anima: gli incubi delle africane vittime di tratta

INTEGRAZIONEImmigrazioneoggi.it Nasce “Extrabanca” il primo istituto di credito per immigrati.Aduc.it Rapporto Onu condanna l'Italia per xenofobia e razzismoImmigrazioneoggi.it Scuola: tetto del 30% agli alunni stranieri nelle classi

INFORMAZIONI GIURIDICHEImmigrazioneoggi.it Il TAR Lazio: il visto di reingresso non può essere rifiutato dal

consolato italiano solo perché manca il nulla osta della questura.Asgi La Corte europea dei diritti dell'Uomo boccia l'espulsione di otto

tunisiniInterno.it Donne e cittadinanza, la sentenza che riconosce la cittadinanza ai figli

delle coniugate con cittadini stranieri prima del 1° gennaio 1948Aduc.it Cassazione: no attenuanti a clandestini anche se incensuratiImmigrazione.it GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVAImmigrazione.it GIURISPRUDENZA CIVILE

2

NOTIZIE INAS-CISLINAS - CISL Assegno sociale e invalidità civile per rifugiati e persone con status di

protezione sussidiariaINAS - CISL Comunitari: requisiti per soggiornare senza reddito in un altro Stato

membro INAS - CISL Europarlamento: come arginare la fuga dei cervelli?

INFORMAZIONI CARITASStranieri in Italia Caritas Italiana: "Non negare diritto alla salute agli immigrati. Nessuna

persona sia esclusa dalle cure" Caritasitaliana.it Lanciata Campagna nazionale contro il razzismo, l'indifferenza e la paura

dell'Altro: "Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti" Meltingpot.org Immigrati: la Caritas scoppia. I responsabili del centro propongono di

utilizzare il vecchio ospedale per ospitarliSPECIALE “LAMPEDUSA: PORTA D’EUROPA”Caritasitaliana.it Completo reportage sull’ iniziativa promossa a Lampedusa da Caritas

Italiana

IMMIGRAZIONE

CITTA' DEL VATICANO – Cei, chi sbarca va accoltoI vescovi italiani seguono "con grande pena" le notizie sugli ultimi naufragi di clandestini e ribadiscono che "chi arriva sul territorio nazionale va accolto e accompagnato", trattato come una persona. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons.Mariano Crociata, a margine della conferenza stampa svolta per illustrare le conclusioni dell'ultima riunione del Consiglio permanente della Conferenza.Il segretario generale della Cei ha precisato che al Consiglio permanente "non si è parlato di immigrazione", ma ha ricordato che la Conferenza episcopale ha in atto in questo campo "diverse iniziative". Inoltre - ha evidenziato - ben tre vescovi hanno partecipato al recente coordinamento immigrazione della Caritas, riunito a Lampedusa, dal 25 al 27 marzo scorsi. Tra questi, l'arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, il quale ha lanciato un appello per il rispetto dei diritti dei migranti e si è detto contrario alla costruzione di altri centri per immigrati irregolari sull'isola. Mons.Crociata gli ha espresso solidarietà, precisando poi di seguire "con grande pena le cronache di questi giorni su arrivi e naufragi. Da parte nostra - ha concluso mons.Crociata - c'é da ribadire solo che chi è sul territorio nazionale va accolto e accompagnato, rispettato come persona".

(31 marzo 2009)

ROMA - Sciagura nel mar mediterraneo. il dolore di GuterresL’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime shock e profonda tristezza per le centinaia di persone disperse a largo delle coste libiche nel tentativo di raggiungere l’Europa. I dettagli sono ancora sommari, ma la cronaca riferisce di diversi barconi con a bordo centinaia di migranti che nei giorni scorsi avrebbero lasciato le coste libiche diretti verso l’Italia. Almeno uno dei barconi sarebbe affondato e centinaia di persone sarebbero disperse. Secondo le autorità egiziane la sciagura è avvenuta a circa 30 Km dalla costa libica, alcuni migranti di nazionalità egiziana sono stati tratti in salvo e sono stati recuperati anche dei corpi. Sempre secondo le autorità, i passeggeri dei barconi erano nord-africani o persone provenienti dall’Africa sub-sahariana. L’ufficio dell’UNHCR di Roma ha registrato due sbarchi in quest’ultima settimana - 244 persone sono giunte sulle coste della Sicilia, mentre altre 219 persone sono sbarcate a Lampedusa. Lo scorso anno 36.000 persone sono giunte dal nord-Africa sulle coste italiane. Di questi, il 75% circa ha presentato domanda d’asilo, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione alle persone arrivate via mare da parte delle autorità italiane è stato del 50% circa. Questo tragico incidente mette in luce, ancora una volta, i pericoli ai quali sono esposte le persone nei flussi irregolari di migranti e rifugiati nel Mediterraneo ed altrove e che ogni anno costano migliaia di vittime. L’Alto Commissario António Guterres ha espresso questa mattina il suo profondo dolore per la tragica perdita di

3

vite umane. Guterres ha definito la sciagura come l’ultimo tragico esempio di un fenomeno globale che vede gente disperata prendere decisioni disperate per sfuggire a conflitti, persecuzione e povertà alla ricerca di una vita migliore. E’ un fenomeno presente in tutto il mondo, ma, come Guterres ha fatto notare, la globalizzazione è stata asimmetrica. Il denaro si muove liberamente, le merci si muovono sempre più liberamente, ma gli ostacoli al movimento delle persone sono ancora presenti e in certi casi anche in aumento. Questo è un paradosso. Ci sono sempre più persone in movimento e sempre più barriere da superare, il risultato è che ci sono sempre più persone costrette ad attraversare i confini internazionali in maniera irregolare. E a fronte di movimenti irregolari della popolazione diventa sempre più difficile distinguere tra migranti economici e rifugiati o richiedenti asilo bisognosi di protezione. Secondo Guterres l’incidente sottolinea la necessità di migliorare la cooperazione internazionale per i salvataggi in mare. L’Assistente Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati con delega per la protezione, Erika Feller, sarà in visita in Grecia da oggi fino al 3 aprile per una serie di incontri con le autorità greche anche sull’attuale situazione dei richiedenti asilo nel Paese, inclusi i migranti che arrivano via mare. Domani la Feller si recherà nella città portuale di Patrasso dove sorge un campo improvvisato in cui vivono soprattutto migranti afghani, richiedenti asilo compresi, ed oltre 250 minori non accompagnati.

(31 marzo 2009)

ITALIA - Maroni, dal 15 maggio via a pattugliamenti congiunti con Libia Con il miglioramento delle condizioni meteo i barconi carichi di migranti tornano a solcare le rotte della speranza tra il Nordafrica e l'Europa. Oltre 400 extracomunitari sono approdati nelle ultime ore sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 giunti ieri a Lampedusa. Ma il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, assicura: 'Gli sbarchi termineranno il 15 maggio prossimo, quando entrera' in vigore l'accordo siglato dal governo italiano con quello libico sul pattugliamento congiunto delle coste'. Il primo barcone si e' arenato nella serata di ieri sulla spiaggia di Scoglitti, una frazione di Vittoria, in provincia di Ragusa. A bordo c'erano 153 immigrati, tra cui 29 donne, che dopo le procedure di identificazione sono stati portati nella palestra comunale di Pozzallo. Una carretta di circa 20 metri con a bordo 249 persone, tra le quali 31 donne - tre incinte - e otto minori, e' approdata invece all'alba a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano. Gli extracomunitari, in gran parte somali ed eritrei, sono stati scortati in porto dall'unita' navale delle Fiamme Gialle e da una motovedetta della Guardia Costiera. Un giovane somalo di 24 anni e' stato arrestato dalla Guardia di Finanza, con l'accusa di essere lo scafista che ha condotto l'imbarcazione, partita dalle spiagge libiche. Intanto a Lampedusa si registra una nuova fuga dal Centro di identificazione ed espulsione: una ventina di migranti sono riusciti ad allontanarsi dal Centro, prima di essere bloccati qualche ora dopo dai carabinieri. Due di loro, sorpresi a rubare all'interno di alcune villette disabitate, sono stati arrestati; altri cinque sono stati denunciati per violazione di domicilio. Episodi che fanno salire nuovamente la tensione sull'isola, dove in questi momenti si trovano complessivamente 720 extracomunitari distribuiti tra il Cie di contrada Imbriacola e l'ex base Loran di Capo Ponente. Ieri il sindaco, Dino De Rubeis, aveva lamentato la mancanza di assistenza medica adeguata per i 222 migranti sbarcati nel pomeriggio. Affermazioni seccamente smentite dal responsabile del Dipartimento immigrazione del Viminale, Mario Morcone: 'Il sindaco dice il falso. Sul molo, hanno operato quattro medici e un infermiere e l'ambulanza che il dipartimento liberta' civili ha acquistato e che e' costantemente a disposizione delle necessita' sull'isola'.

(31 marzo 2009)

MILANO - Maroni: «La piccola criminalità si combatte con il controllo del territorio e con la prevenzione»Il ministro a Milano per la presentazione di una ricerca dell'Università Cattolica su immigrazione e integrazione. Sarà operativo da maggio il pattugliamento delle coste libiche. Quali sono gli strumenti migliori per intervenire e prevenire i fenomeni legati alla piccola criminalità, come le risse o i reati predatori? È un aspetto delle politiche di sicurezza che il ministro dell'Interno Roberto Maroni vuole approfondire, come ha dichiarato oggi intervenendo a Milano alla presentazione della ricerca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore sul tema 'Processi migratori e integrazione nelle periferie urbane'. All'evento ha partecipato anche il capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno Mario Morcone. intervento e prevenzione per la sicurezza sono proprio gli argomenti del report realizzato dalla

4

Cattolica, ha osservato Maroni commentando il lavoro, dal quale emerge, secondo il ministro, che «non è questione di periferie ma di tutto il tessuto urbano di una grande metropoli. Bisogna capire come prevenire». La prevenzione, del resto, è un punto fermo nelle strategie del Viminale, stando a quello che Maroni ha ribadito al termine del convegno a proposito delle azioni di contrasto alla criminalità: «Qui non parliamo di grande criminalità organizzata, che si combatte con l'intelligence. La piccola criminalità si combatte con il controllo del territorio e con la prevenzione». Il ministro si è soffermato, in particolare, sugli interventi di prevenzione per contrastare l'immigrazione illegale. «Sulla prevenzione degli sbarchi abbiamo fatto tutto cio' che era possibile», ha affermato Maroni riferendosi all'accordo con la Libia per il pattugliamento delle coste, che entrerà in vigore  a maggio. «C'è l'impegno del Governo libico di far partire il pattugliamento delle coste con le sei motovedette  il 15 di maggio. Per quel giorno mi aspetto che ci sia la chiusura dell'ingresso del canale libico». Certo, per contrastare e prevenire le forme di criminalità occorrono risorse, che nel 2009 sono aumentate del 10% per le spese correnti: straordinari, benzina, auto. Lo ha sottolineato Maroni, definendo falsa l'affermazione secondo cui il Governo ha tagliato i fondi per la sicurezza. «Detto questo - ha proseguito il ministro - siccome i soldi non bastano mai, io sono disposto a discutere di risorse aggiuntive. Nel decreto legge cosiddetto 'antistupri' abbiamo messo 100 milioni in più rispetto a questo aumento, e nella prossima finanziaria c'è il mio impegno ad aggiungere risorse». Maroni ha anche colto l'occasione per precisare alcune affermazioni «non corrette» sui presunti contributi assegnati dal ministero dell'Interno al comune di Milano per i nomadi. «Non è così», ha dichiarato il ministro, precisando che è stata messa a disposizione del commissario di Governo per l'emergenza nomadi in Lombardia, il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, «una somma di 10 milioni di euro, perchè attraverso un protocollo di intesa fra il prefetto commissario ed il Comune oppure i Comuni interessati, si proceda allo smantellamento di tutti i campi nomadi abusivi e alla realizzazione di strutture attrezzate»

(30 marzo 2009)

ITALIA - Studenti: più facile convertire il permesso Con master, dottorati e specializzazioni, permesso per lavoro senza passare per i flussi. La circolare Roma –Anche un titolo post-laurea conseguito in Italia dà diritto agli studenti stranieri che hanno trovato occupazione di avere un permesso per lavoro indipendentemente dal decreto flussi. Potranno chiedere la conversione del loro permesso in ogni momento dell’anno, senza preoccuparsi di aggiudicarsi una quota. Finora solo gli studenti stranieri che conseguivano una laurea in Italia, insieme a quelli regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale al raggiungimento della maggiore età, potevano convertire il permesso di soggiorno da studio a lavoro al di fuori del decreto flussi. Gli altri dovevano presentare domanda dopo la pubblicazione del decreto (che ogni anno dedica alcune quote alle conversioni), armarsi di pazienza e incrociare le dita. Una recente circolare del ministero dell’Interno spiega però che è stata ampliato la lista dei titoli conseguiti presso università italiane che danno diritto alla conversione da studio a lavoro. Eccoli: -Laurea (3 anni, 180 crediti formativi universitari);-Laurea specialistica/magistrale (300 crediti, comprensivi dei 180 crediti universitari della Laurea o 180 CFU della Laurea oltre ai 120 CFU per la laurea magistrale);-Diploma di specializzazione (minimo due anni);-Dottorato di ricerca (minimo 3 anni);-Master universitario di I livello (durata minimo 1 anno -60 crediti), cui si accede con la laurea;-Master universitario di II livello (minimo 60 crediti universitari) cui si accede con il diploma di laurea, ex legge n. 341/90 o con laurea specialistica o con laurea magistrale.

Scarica la circolare(27 marzo 2009)

CITTA’ DEL VATICANO - Dopo il Governo, anche la Chiesa cattolica cerca di rassicurare BucarestDopo il Governo, che nei giorni passati aveva invitato il ministro Ronchi in missione, anche la Chiesa cattolica cerca di rassicurare Bucarest. 'La stima e la vicinanza delle Chiese italiane nei confronti delle Chiese di Romania' e' stata assicurata del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in una lettera indirizzata all'arcivescovo di Bucarest mons. Jan Robu 'nella consapevolezza del comune impegno a contrastare ogni forma di violenza e illegalita''. La

5

lettera e' stata inviata al presidente della Conferenza Episcopale Romena in risposta a un messaggio nel quale mons. Robu aveva condannato alcuni episodi criminosi perpetrati in Italia da cittadini romeni. 'Tanti italiani in un passato anche recente, sono stati migranti in terra straniera alla ricerca di un lavoro, per garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie'. Per questo, prosegue il presidente della Cei, 'apprezziamo coloro che giungono in Italia per portare il contributo delle proprie energie ed essere parte nell'edificazione di una societa' piu' giusta'. 'Posso altresi' confermarLe - conclude il card. Bagnasco - che non verra' meno il nostro impegno nella cura pastorale dei fedeli cattolici provenienti dalla Romania'. Il testo della lettera di Bagnasco e' stato diffuso questa sera dal Servizio Informazione Religiosa.

(27 marzo 2009)

ITALIA – Istat: Concessi oltre due milioni di permessi di soggiorno Sono 2.063.127 i permessi di soggiorno in Italia al 1* gennaio 2008. Lo rileva l'Istat ricordando che, nello stock dei permessi di soggiorno non sono piu' compresi i cittadini dell'Unione europea, esentati dal 27 marzo 2007 dal richiedere la carta di soggiorno anche per periodi di permanenza in Italia superiori a tre mesi. Con il Decreto Legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 e' stata infatti recepita anche in Italia la Direttiva 2004/38/CE che prevede per i cittadini dei 27 paesi il diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati membri. I permessi di soggiorno sono stati rilasciati a 1.064.673 uomini e 998.454 donne. Gli stranieri che vengono nel nostro Paese arrivano soprattutto da Albania (303.818) e Marocco (277.329), quindi dall'Ucraina (139.711), dalla Cina (137.91), dalle Filippine (83.589). L'anno precedente alla rilevazione la Romania figurava al secondo posto con oltre 278 mila permessi rilasciati.

(23 marzo 2009)

ITALIA - Immigrazione irregolare, effettuati 85 rimpatri nella settimanaNel corso di questa settimana sono stati rimpatriati 85 extracomunitari irregolari, soprattutto tunisini, egiziani e nigeriani, sbarcati a Lampedusa.

(21 marzo 2009)

ITALIA – Viaggi col cedolino, si può tornare in Italia da un’altra frontiera C’è una piccola novità positiva per chi attende il primo rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno e deve viaggiare. Con la ricevuta delle Poste non è infatti più obbligatorio passare, all’andata e al ritorno dall’Italia, dallo stesso valico di frontiera. Lo ha stabilito il ministero dell’Interno con un “telegramma urgentissimo” dell’11 marzo scorso, inviato a tutte le prefetture. Il Viminale ha deciso di intervenire dopo un nuovo caso segnalato dal consolato italiano di Spalato, in Croazia. L’ufficio aveva spiegato che molti cittadini croati, rientrati a casa attraverso la Slovenia, erano impossibilitati a rientrare in Italia dallo stesso valico dopo il 31 gennaio, giorno in cui è scaduta la circolare che consentiva il transito per i paesi Schengen anche a chi era in possesso della sola ricevuta di rinnovo. Molti erano quindi i croati bloccati in patria. La direzione immigrazione e polizia delle frontiere ha quindi diffuso la nota, immediatamente operativa, che si applica a tutti gli immigrati in attesa del rinnovo e del primo rilascio, non solo a quelli provenienti dalla Croazia: “Si dispone con effetto immediato che gli stranieri possano lasciare il territorio nazionale e rientrarvi anche attraverso una frontiera esterna italiana diversa da quella in uscita”. Sono confermate tutte le altre regole per chi viaggia col cedolino: non si può passare nei Paesi dell’area Schengen e bisogna portare con sé il passaporto e la ricevuta dell'ufficio postale, che dovranno essere timbrati dalla polizia. Chi è in attesa del rinnovo deve avere anche la fotocopia del permesso scaduto, mentre chi aspetta il primo rilascio per lavoro (subordinato o autonomo) o per motivi familiari deve esibire il visto rilasciato dal consolato con il motivo del soggiorno in Italia.

(20 marzo 2009)

ROMA - Firmato il decreto per i lavoratori extracomunitari stagionali ammessi nel 2009E' di 80.000 unità la quota massima di cittadini non comunitari residenti all'estero che potranno entrare in Italia. E' stato firmato oggi dal presidente del Consiglio dei ministri il decreto relativo

6

alla quota massima di lavoratori stagionali extracomunitari ammessa nel territorio nazionale per l'anno in corso. Il decreto, in via di registrazione, consente l'entrata in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale, di cittadini stranieri non comunitari residenti all'estero entro la quota massima di 80.000 unità, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. 

La quota riguarda:

a) I lavoratori subordinati stagionali non comunitari di Serbia, Montenegro, Bosnia- Herzegovina, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Croazia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina.

b) I lavoratori subordinati stagionali non comunitari dei seguenti Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria: Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia ed Egitto.

c) I cittadini stranieri non comunitari titolari di permesso di soggiorno per Lavoro subordinato stagionale negli anni 2006, 2007 o 2008.

(20 marzo 2009)

ROMA - Cento deputati del Pdl a Berlusconi: inaccettabili norme su immigratiUn centinaio di deputati del Pdl chiedono al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di non porre la fiducia alla Camera sul disegno di legge sulla sicurezza perché nel testo vi sono norme "inaccettabili" che vanno modificate, come quella che prevede la denuncia di immigrati clandestini da parte di medici o funzionari pubblici. La richiesta è contenuta in una lettera inviata al presidente del Consiglio da Alessandra Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia, a nome di un centinaio di deputati. "Ti chiediamo di non porre la fiducia sul disegno di legge 2180. In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni", si legge nella lettera a Berlusconi, vista da Reuters. "Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità". "Ti chiediamo di dare la possibilità a noi parlamentari di rimettere mano a queste norme offensive per i valori che tu professi". La parte sotto accusa del disegno di legge sulla sicurezza, approvato al Senato e ora all'esame della Camera, riguarda l'obbligo da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, inclusi medici e insegnanti, di denunciare immigrati irregolari. Un punto duramente criticato tra gli altri dagli ordini di medici e infermieri e da Medici senza frontiere. Alle polemiche sul ddl, Berlusconi ha risposto nelle scorse settimane, dicendo che i medici avranno la "facoltà" e non l'obbligo di segnalare chi si recherà da loro per ricevere cure senza permesso di soggiorno. Ma i deputati replicano: "Non è così. Anzi l'obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". La Mussolini, che nega che vi sia una spaccatura nella maggioranza, propone che a vigilare siano le forze dell'ordine e che l'iscrizione dei bambini all'anagrafe sia obbligatoria, anche per i figli di clandestini. "Anche su questo si deve porre la questione: l'iscrizione deve essere obbligatoria, altrimenti alcuni bambini risultano invisibili. Noi dobbiamo far emergere la clandestinità, non far tornare in clandestinità: sarebbe gravissimo", ha dichiarato il deputato all'agenzia radiofonica Econews. Un altro articolo finito sotto accusa da parte di numerose organizzazioni, tra le quali l'Unicef e Save the Children, introduce l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta i provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile, inclusi gli atti di nascita. Le associazioni firmatarie di un altro appello denunciano il rischio di avere tanti "bambini invisibili" separati dai loro genitori, e definiscono la norma incostituzionale perché violerebbe il dovere di proteggere la maternità e l'infanzia e sfavorirebbe il diritto-dovere costituzionale dei genitori di mantenere i figli. Il provvedimento sulla sicurezza, varato dal governo nel giugno scorso, ha incluso man mano i suggerimenti più diversi in materia di lotta alla criminalità e all'immigrazione clandestina, dalle norme più severe sul carcere duro per i mafiosi alle "ronde padane". Ultima ipotesi avanzata ieri è che vi confluisca un emendamento della Lega nord sulla castrazione chimica per gli stupratori.

(19 marzo 2009)

ITALIA - Fondo europeo per rimpatri: pronti gli avvisi per i progetti a valenza territorialeSaranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2009, Serie generale, n. 63, i decreti del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione con cui vengono ripartite per l’anno 2008

7

le risorse del 'Fondo europeo per i rimpatri 2008-2013 e adottati i tre avvisi pubblici per la presentazione di progetti 'a valenza territoriale'. Il Fondo europeo per i rimpatri, gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione-Direzione centrale per i Servizi Civili, l’Immigrazione e l'Asilo, rientra, insieme con il Fondo Europeo per i Rifugiati e il Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi terzi, nel 'Programma quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 2007-2013' dell'Unione europea ed è stato creato per sostenere gli sforzi compiuti dagli Stati membri per migliorare la gestione dei rimpatri dei cittadini di paesi terzi in tutte le sue dimensioni. I progetti dovranno essere presentati entro le ore 12,00 del 16 aprile 2009 e dovranno mirare alla realizzazione delle azioni previste nel Programma annuale 2008 approvato dalla Commissione europea con decisione n. 8445 il 19 dicembre 2008. Sono previste, quindi, le seguenti azioni:

1. a) Azione 1.1.1 - Rilevazione delle principali comunità di immigrati in Italia, al fine di individuare i principali luoghi di aggregazione degli immigrati potrebbero optare per il rimpatrio volontario;b) Azione 1.1.2 - Intensificare la capacità di informare i potenziali immigrati che potrebbero beneficiare del rimpatrio in merito alle opzioni offerte ai sensi del Rimpatrio volontario assistito e dello schema di reintegrazione; 2. Azione 1.2.1 - Programmi di Rimpatrio Volontario Assistito e di Reintegrazione nei Paesi di origine per specifici gruppi vulnerabili; 3. Azione 3.1.1 - Creazione di una rete di riferimento nazionale di operatori e autorità locali, nonché rafforzamento della collaborazione con le rappresentanze consolari dei Paesi di origine in Italia.

I fondi del Programma 2008 messi a disposizione per progetti 'a valenza territoriale' ammontano a 1.700.000 euro.

(16 marzo 2009)

LAMPEDUSA - Barrot: l'Ue non lasci sola l'ItaliaL'Europa non lasci sola l'Italia nel controllo della frontiera sud dell'Unione. Da Lampedusa lancia il suo appello, ai Paesi membri, Jacques Barrot, commissario Ue alla Giustizia e alle Liberta' civili, sull'isola siciliana per vigilare sul rispetto dei diritti dei migranti. Un invito, quello del vicepresidente della Commissione Europea, che fa eco ad anni di richieste di aiuto lanciate bipartisan da governi italiani di destra e sinistra. L'immigrazione e' un fardello che va condiviso, ripete, durante la serrata visita al Cie ed al centro di accoglienza. 'Anche se il nostro continente attraversa un momento di grossa crisi economica'. Dichiarazioni politiche, ma anche un imprevisto faccia a faccia con gli extracomunitari sbarcati negli ultimi mesi a Lampedusa. Scortato dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per l'Immigrazione del Viminale, Barrot non si limita al 'tour' ufficiale tra la cucina del Cie, tirata a lucido per l'occasione, e le camerate dei migranti. Fa domande sulle condizioni sanitarie degli ospiti della struttura, chiede se c'e' qualcuno che sta facendo lo sciopero della fame. Poi, in un fuori programma, chiede di parlare direttamente con gli immigrati, di ascoltare le loro voci, i loro racconti. In un francese stentato decine di tunisini - al momento nella struttura di contrada Imbriacola ci sono circa 690 persone, mentre nel Cpa sono ospitati in 21 - cercano di rispondere alle domande del commissario. 'Perche' venite qui - chiede Barrot - Cosa vi aspettate?'. In pochi rispondono di voler restare in Italia. La maggior parte ha parenti in altri Paesi europei e sogna di ritrovare la propria famiglia. Tutti chiedono lavoro. Tutti dicono di essere fuggiti da fame e miseria. Per Barrot, pero', l'unica chance per una 'vita diversa' resta quella dell'ingresso regolare. 'Perche' non provate a chiedere il visto?', domanda piu' volte e, davanti al racconto delle difficolta' a cui si va incontro nel seguire questa strada, il commissario auspica 'una politica dei visti piu' generosa'. Ma Barrot non si limita ad accertare le condizioni dei migranti, 'decenti, anche grazie agli sforzi delle autorita' italiane', e chiede rassicurazioni. Davanti ai container che costituiranno la struttura del nuovo Cie, in costruzione, nonostante il no dei lampedusani, nell'ex base Loran che ora ospita il Cpa, il commissario incalza Morcone. Vuole assicurazioni sulla capienza del centro che, a suo dire, non deve superare i 350 posti: 'non solo per motivi di sicurezza, ma anche per consentire agli ospiti di socializzare'. E il delegato del Viminale si impegna: 'Ci metto la mia faccia', risponde. Il commissario nei cui interventi ricorre spesso 'la preoccupazione per il futuro dei migranti' sorride quando Morcone gli annuncia che verranno organizzate attivita' di formazione professionale per chi restera' nel Cie in attesa di rimpatrio. Una prospettiva che

8

piace a Barrot, che promette aiuti economici dell'Ue. La visita lampo del commissario si conclude nei locali dell'Aeronautica, davanti all'amministrazione comunale. Alle critiche alla politica del Viminale sull'isola, risponde tirandosi fuori. 'Sono qui per controllare che l'Italia rispetti i principi europei sull'immigrazione, non per risolvere le vostre questioni politiche - dice - Mi sono informato sul trattamento riservato ai richiedenti asilo e sulle prospettive future del Cie. Ho ricevuto risposte e rassicurazioni'. Nel primo pomeriggio il commissario lascia Lampedusa per un'altra frontiera calda, Malta. 'Continueremo a vigilare e, se necessario, torneremo', promette prima di salire in aereo.

(14 marzo 2009)

MILANO - Studio: solo un immigrato su tre fa controlli mediciSolo il 29 per cento dei cittadini immigrati fa controlli sanitari regolari, l'80 per cento non usa anticoncezionali di alcun genere e solo il 3 per cento delle donne fa gli esami relativi alla gravidanza, con una crescita preoccupante degli aborti. Questi alcuni dei dati che sono emersi da 'Immigrazione sana', progetto del Comune di Milano grazie al quale sono stati visitati, nell'ultimo anno, circa 20mila migranti che vivono in citta'. I risultati sono stati evidenziati dall'Assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna, durante un incontro tenutosi ieri mattina a Palazzo Marino, in tema di donne immigrate. Degli stranieri visitati, 1862 presentavano infezioni acute delle vie respiratorie, 5595 malattie della pelle, mentre sono stati rilevati 2922 casi di malattie infiammatorie a carico dell'apparato genitale femminile. Circa 500 persone sono state avviate a profilassi anti-tubercolosi, mentre il 2,5 per cento si e' curato dopo averla contratta e il 3,5 per cento ha un parente ammalato o deceduto per Tbc.    'E' evidente una mancanza di conoscenza del sistema sanitario e delle modalita' di prevenzione da parte degli immigrati - ha detto Landi di Chiavenna -. E' necessario che una realta' multietnica come Milano favorisca l'integrazione anche per tutelare la salute dei cittadini'.L'attenzione degli stranieri alla salute e' tuttavia piu' forte quando arrivano in Italia, rispetto a quando vivevano nei paesi di origine: il 21 per cento degli esaminati fa attualmente le analisi del sangue, contro il 14 per cento che le faceva precedentemente, mentre il 54 per cento non si sottoponeva a controlli di alcun genere nei paesi di origine, percentuale che e' scesa, all'arrivo in Italia, al 47 per cento. L'assessore Landi di Chiavenna ha anche ricordato che a breve partira' a Milano il nuovo progetto rivolto a colf e badanti, grazie al quale 100 di loro potranno partecipare gratuitamente a un corso di formazione per assistere anziani o bambini, a cui si potra' accedere dopo uno screening medico e al termine del quale verra' rilasciato un attestato.

(13 marzo 2009)

BARI - Per i sanitari la donna straniera malata di tbc poteva essere salvata da una semplice visita BARI - Era clandestina da alcuni mesi, per vivere faceva la prostituta e per paura non è andata in ospedale: è morta per tubercolosi polmonare avanzata, e dunque altamente contagiosa. E ora scatta l'allarme sanitario: Joy Johnson, la giovane nigeriana di 24 anni, trovata agonizzante da un cliente venerdì seranelle campagne alle porte di Bari, potrebbe aver contagiato decine di personeche avevano avuto rapporti con lei, gli stessi soccorritori e i connazionali del centro d'accoglienza dove per un mese aveva vissuto. Per precauzione ieri è stato chiuso l'istituto di medicina legale del Policlinico. E medici e poliziotti invitano chi avesse avuto rapporti con la nigeriana a contattare il più vicino ospedale. Quella di Joy era una tragedia annunciata. All'arrivo dei sanitari del 118, JoyJohnson, da novembre in città, perdeva sangue dalla bocca. La ragazza era malata da diversi mesi, ma se si fosse sottoposta a un esame del sangue o a una radiografia, oggi sarebbe ancora viva. L'allarme, ora, e l'invito a farsi controllare è rivolto ai clienti e a tutti coloro che dal 14 novembre (data diarrivo al Cara di Bari) hanno avuto contatti ravvicinati con lei. Tra questi, quell'uomo che, usando il telefono cellulare di Joy Johnson, ha chiesto aiuto alla polizia. "La tubercolosi va curata subito - dichiara il primario di Pneumologia del Policlinico di Bari, Anna Maria Moretti - perché anche le forme inizialmente non contagiose, senza terapia adeguata, lo possono diventare". Basta un colpo di tosse per contrarla, visto che si diffonde per via aerea. "È consigliabile sottoporsi a un test, l'intradermo reazione alla turbercolina, da fare in ospedale - spiega la specialista - Si tratta dell'inoculazione sotto cute di una sostanza che produce una reazione, da monitorare a casa per tre giorni. Se fosse positiva, va fatta la radiografia al torace, ma questo lo deve decidere il medico". Si associa all'invito, ridimensionando l'allarme, il questore di Bari,G iorgio Manari: "E' idoneo e opportuno - dichiara -

9

rispettare ciò che un medico e le autorità sanitarie dicono in questo senso". Subito dopo aver ricevuto il referto dell'autopsia, effettuata dal medico legale Francesco Introna, il pm incaricato delle indagini, Francesco Bretone ne ha dato comunicazione alle Asl, come prevede la legge. Immediati è scattata la profilassi nel Cara e nei confronti dichiunque abbia avuto contatti con la giovane donna, anche dopo il decesso. In caso di contagio accertato, la terapia, di tipo farmacologico, è lunga (dai sei ai nove mesi) ma dà il controllo totale della malattia. Bisogna però, sostengono i medici, tenere più alta l'attenzione su una patologia che, considerata scomparsa, si sta nuovamente manifestando in Italia a causa di due fattori: scarsa prevenzione e l'arrivo di extracomunitari che si portano dietro malattie endemiche nei loro Paesi, come la tubercolosi e l'Aids.

(13 marzo 2009)

NEW YORK - Onu: l'Italia sara' il quinto Paese al mondo per immigrati accoltiNel periodo 2010-2050 l'Italia si piazzera' al quinto posto a livello mondiale per il numero di immigrati accolti nel Paese ogni anno. Lo prevedono le stime dell'Onu sulla popolazione del pianeta, annunciate oggi al Palazzo di Vetro. Tra il 2010 e il 2050, secondo i numeri dell'Onu, l'Italia avra' un saldo positivo di 159 mila immigrati ogni anno. I Paesi che accoglieranno piu' persone sono quattro: Usa (1,1 milioni, sempre ogni anno), Canada (214 mila), Gran Bretagna (174 mila) e Spagna (170 mila). I Paesi dai quali partira' il maggior numero di emigranti sono il Messico (334 mila all'anno), la Cina (309 mila), l'India (253 mila), le Filippine (175 mila) e il Pakistan (161 mila). Dal 2005 al 2010, inoltre, in otto Paesi il saldo migratorio contribuira' due volte di piu' dell'aumento naturale della popolazione alla crescita demografica: sono Belgio, Macao, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Qatar, Singapore, Slovenia, Spagna

(12 marzo 2009) ROMA - Save the Children: '' a rischio identificazione dei minori che arrivano a Lampedusa '' "Occorre ripristinare immediatamente il modello di gestione dei flussi migratori in arrivo via mare sperimentato in questi anni a Lampedusa, anche al fine di garantire l'adeguata identificazione e il supporto ai minori". E' quanto chiede l'organizzazione 'Save the Children', che oggi incontra il vice presidente dell'Unione Europea, Jacques Barrot, al ministero dell'Interno, sottolineando "che la gestione dei flussi migratori torni ad essere basata sul soccorso, l'accoglienza e la tutela dei diritti dei migranti". Il vice presidente e commissario per Giustizia, Liberta' e Sicurezza dell'Unione europea, insieme ad una delegazione dell'Ue, incontrera' oggi le organizzazioni umanitarie impegnate nella tutela dei diritti dei migranti e domani visitera' il centro di Lampedusa. Save the Children, inoltre, che da maggio 2008 svolge attivita' di "informazione legale e monitoraggio degli standard di accoglienza nel centro di Lampedusa nell'ambito del progetto europeo Praesidium", ribadisce "la propria contrarieta' all'istituzione del centro di identificazione ed espulsione (Cie) sull'isola e chiede che venga comunque garantito il soccorso, l'informazione e un'opportuna analisi dei casi individuali, con particolare riferimento all'identificazione di gruppi vulnerabili quali i minori, i richiedenti asilo e le vittime della tratta, prima del trasferimento dei migranti nei Cie e dell'adozione di provvedimenti di espulsione o respingimento". I migranti giunti sull'isola a seguito degli ultimi sbarchi, ricorda Save the Children -205 migranti tra il 3 e il 4 marzo e un ulteriore gruppo di 336 arrivato l'11 marzo, per un totale di 30 minori non accompagnati dichiarati- sono stati trasferiti nel Cie, attualmente funzionante nella struttura sita in contrada Imbriacola, unicamente sulla base della nazionalita' dichiarata (Tunisia, Algeria, Egitto e Marocco), senza avere il tempo di ricevere informazioni adeguate in merito al proprio status, mentre tutti gli altri migranti sono stati condotti presso la Base Loran". "Al cambiamento della natura del centro di Lampedusa, da centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) in Cie, avvenuto in tempi molto rapidi- afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children- non e' corrisposta l'adozione di procedure che garantiscano il pieno rispetto dei diritti dei migranti, tra cui anche i presunti minori". Inoltre, continua Neri, "tale mutamento non ha tenuto conto del fatto che la struttura e' stata realizzata per un'ospitalita' di breve periodo di gruppi di migranti in transito, comprese famiglie o ragazzi non accompagnati, mentre la normativa recentemente approvata introduce la possibilita' di trattenimento nei Cie fino a sei mesi, misura peraltro introdotta attraverso la decretazione d'urgenza con il cosiddetto provvedimento antistupri". Infine la Base Loran, conclude Save the children, "attualmente utilizzata come centro di accoglienza, non appare adeguata per tale destinazione, poiche' non dispone dei requisiti previsti dalle norme sulla sicurezza".

10

(12 marzo 2009)

ITALIA - Ecco perché i medici del Ssn avranno l'obbligo e non la facoltà di denunciareNon sarà una "possibilità" per i medici che lavorano nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale quella di denunciare l'immigrato clandestino che si rivolge a loro ma piuttosto un "obbligo". Così la pensano le principali sigle sindacali dei camici bianchi italiani che operano all'interno di strutture pubbliche e che a distanza di poche settimane tornano a fare muro intorno all'emendamento contenuto nel Ddl sulla sicurezza (passato al Senato, ora all'esame della Camera) che di fatto abroga il comma 5 dell'articolo 35 del decreto 25-7-1998 "secondo cui l'accesso alle strutture sanitarie da parte di uno straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità". "Se dovesse passare l'emendamento", spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil Medici, "di fatto noi medici che lavoriamo nel servizio pubblico saremmo obbligati a denunciare l'immigrato clandestino. I nostri uffici giuridici hanno studiato a fondo l'emendamento e anche il Ddl sulla sicurezza. I medici del Ssn, o che lavorano per enti convenzionati, rivestono la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, quindi se l'immigrazione clandestina è reato, ed è perseguibile d'ufficio, ogni funzionario è obbligato, se ne ha notizia, a denunciare il clandestino altrimenti sarebbe lui stesso perseguibile penalmente". Anaoo Assomed, Cimo Asmd, Aaroi, Fp Cgil medici, Fvm, Federazionee Cisl medici, Fassid, Fesmed e Federazione medici Uil Fpl, tornano all'attacco e chiedono chiedono quindi al Parlamento "di non approvare l'emendamento che creerà non pochi problemi anche di tipo pratico in tutti gli ospedali italiani". E, seppur non arriveranno a scioperare useranno tutti gli strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale", dicono all'unisono.

(12 marzo 2009)

ITALIA - DDL Sicurezza - Tutelare la registrazione della nascita del minore Sottoscritto da più di 200 associazioni l'appello ai deputati affinché venga bocciato l'art. 45, comma 1 lett. f) del ddl "sicurezza", che, se approvato, introdurrebbe l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti di stato civile, tra i quali sono inclusi anche gli atti di nascita. Nell' appello vengono richiamati i profili di incostituzionalità di tale norma e le conseguenze gravissime che una tale normativa avrebbe sui bambini che nascono in Italia da genitori irregolari. L'ASGI rivolge un appello ai Parlamentari affinchè respingano le disposizioni di cui all'art. 45, comma 1 lett. f) del ddl "Sicurezza" (C-2180) in quanto suscettibili, se approvate, di causare gravissime violazioni dei diritti fondamentali dei minori (oltrechè dei loro genitori). Le adesioni all'appello possono essere inviate all'indirizzo: [email protected] Il testo dell'appello L'ASGI inoltre sottolinea che la norma ora in discussione alla Camera impedirebbe, se approvata, l' effettuazione delle pubblicazioni matrimoniali e la registrazione del matrimonio, combinandosi con l'altra normativa contenuta nel ddl che richiede i documenti di soggiorno ai fini delle pubblicazioni matrimoniali da parte dello straniero. Al di là delle conseguenze di una simile norma al fine di impedire eventuali matrimoni fittizi (finalità che potrebbe eventualmente essere assicurata con altre norme), essa appare incostituzionale per violazione del limite previsto dall'art. 117, comma 1 Cost. che impone alla legge di rispettare gli obblighi internazionali, perché prevedendo un limite assoluto ed inderogabile alla celebrazione e registrazione di matrimoni nei quali anche uno solo dei nubendi sia sprovvisto di un valido titolo di soggiorno impedisce l'esercizio del diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, diritti garantiti dall'art. 12 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (ratificata e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848) e dall'art. 23, comma 2 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con legge 25 ottobre 1977, n. 881). Tale ragionamento è stato riconosciuto anche dal Tribunale costituzionale francese con il parere dd. 26.11.2003 (paragrafi 95 - 96) emesso in relazione ad un simile disegno di legge presentato dal governo francese e poi ritirato.

Il parere del Consiglio Costituzionale francese

(11 marzo 2009)

GINEVRA - ONU: critiche all’Italia per la detenzione degli stranieri in attesa di giudizio.

11

Nella relazione del gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria critiche all’Italia per le pene detentive per le infrazioni sulle leggi sull’immigrazione.In Italia gli immigrati sono “sovra-rappresentati” nella popolazione carceraria, di fatto non beneficiano della possibilità di pene sostitutive nella stessa misura degli altri condannati ed hanno probabilità molto più alte di essere incarcerati in attesa di un processo rispetto agli italiani. Non è tenero con l’Italia il rapporto del Gruppo di lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria, all'esame da ieri del Consiglio dei Diritti dell'uomo riunito in sessione a Ginevra.Nel documento, a proposito dell’Italia, si osserva che il 60% dei detenuti è ancora in attesa di una sentenza definitiva, una percentuale nettamente più alta rispetto ad altri Paesi dell'Europa occidentale. Gli esperti esortano quindi le autorità italiane ad adottare con urgenza misure legislative per ridurre la durata della procedura penale. Redatto in seguito a una visita compiuta in Italia da una delegazione del Gruppo di lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria dal 3 al 14 novembre scorsi, il rapporto contiene numerose raccomandazioni. Gli esperti si pronunciano tra l'altro per misure volte a ridurre la percentuale della popolazione carceraria in custodia cautelare e per una revisione della legge che punisce le infrazioni alle leggi sull'immigrazione con pene di detenzione.

(11 marzo 2009)

ITALIA - Parte la campagna 'io curo, non denuncio'Parte oggi la campagna della Cgil Funzione Pubblica contro il pacchetto sicurezza del governo, aderendo all'appello lanciato da Medici senza frontiere. In Piemonte saranno coinvolte 13 Aziende sanitarie locali, 8 aziende ospedaliere e le cliniche private convenzionate. Gli operatori sanitari, e in particolare gli iscritti alla Cgil (11.200 iscritti su circa 46.000 addetti), sono stati invitati ad apporre sui camici i cartellini con la scritta 'Io curo non denuncio'. Il disegno di legge 733 - afferma la Fp Cgil - distrugge il principio dell'universalita' del diritto alla salute, perche' sopprime il divieto, per i sanitari, di denunciare gli stranieri che si presentano al servizio sanitario per le cure e non hanno il permesso di soggiorno. E' bastato il solo annuncio del progetto, perche' tantissimi stranieri rinunciassero alle prestazioni del servizio sanitario e i primi a pagarne le gravi conseguenze saranno i bambini. Gli effetti di una norma cosi' iniqua sono facilmente immaginabili: si aprirebbe una grande falla nel sistema di prevenzione attuata dal sistema sanitario sul territorio. Queste misure non sono degne di un paese civile. La Cgil Funzione Pubblica ha aperto un ampio fronte di dissenso: l'obiezione di coscienza tra i lavoratori del settore.    

(10 marzo 2009)

ROMA - All'Inmp +25% di pazienti immigrati dopo la norma sulla possibilità di denunciaDa ottobre 2008, cioe' da quando si e' iniziato a discutere l'emendamento che riguarda la possibilita' di denuncia da parte dei medici degli immigrati irregolari, "c'e' stato un aumento del 25% di immigrati che si sono rivolti alla nostra struttura". A fornire il dato e' Aldo Morrone, direttore generale dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti per il contrasto delle malattie della poverta' (Inmp): Morrone, parlando a margine del convegno 'Salute globale per lo sviluppo e i diritti delle donne' organizzato a Roma dall'Istituto superiore di sanita', ha sottolineato che tale incremento e' dovuto essenzialmente al fatto che "gli immigrati sanno che da noi non ci sara' nessun pericolo di denuncia". Un messaggio che passa grazie al "lavoro dei nostri mediatori culturali che hanno subito fatto una campagna per "spiegare che da noi non ci sarebbe stata denuncia". Morrone, dunque, invita ad un "ripensamento" dell'emendamento e spiega che "il mancato accesso alle strutture sanitarie da parte degli immigrati irregolari rappresenta un pericolo per chi e' malato ma anche per noi italiani" che non possiamo piu' tenere sotto controllo il diffondersi di alcune malattie.(DIRE

(9 marzo 2009)

CAIRO - Cambiano le rotte nel Mediterraneo: ora si parte da AlessandriaCambiano le rotte delle migrazioni nel Mediterraneo. Da un paio di anni, sempre più barche partono dall'Egitto anziché dalla Libia. A bordo sono tutti egiziani. Dal marzo 2007 infatti la frontiera terrestre tra Libia e Egitto non è più aperta. Per andare a Tripoli serve un contratto di lavoro. Da allora molti egiziani salpano direttamente dalle coste tra il lago di Burullus e

12

Dumyat. E quando l'Italia ha chiesto a Hosni Mubarak di stringere la cinghia, la polizia egiziana si è limitata a pescare nel mucchio. Negli ultimi mesi, almeno 85 pescatori del piccolo porto di Burg Mghizil, sono stati arrestati in modo arbitrario. Alcuni presi a casa, di notte. Altri al porto, di ritorno dalle battute di pesca. Sì perché a differenza della Libia, qua il trasporto degli emigranti è affidato ai pescatori. Che però spesso sono ignari di tutto. A esserne informati sono solo gli armatori e i capitani. I pescherecci escono per il lavoro con tutto l'equipaggio a bordo, ma una volta in alto mare vengono raggiunti dai gommoni carichi di emigranti e ai pescatori viene ordinato di far rotta sulla Sicilia. Se le imbarcazioni riescono a tornare in porto dopo lo sbarco, tutti i marinai vengono arrestati. Ma gli arresti avvengono spesso senza uno straccio di prova. Al punto che molti hanno paura di uscire in mare. I rimpatri da Lampedusa, aumentati negli ultimi due anni, non hanno scoraggiato nessuno. Anzi hanno soltanto abbassato l'età di chi parte. Solo nel 2008 dall'Egitto a Lampedusa sono arrivati più di mille minorenni, che per legge non possono essere espulsi. Per questo Abdallah e Ahmed lasciarono la scuola, a 17 anni, lo scorso dicembre. I genitori erano d'accordo. I fratelli in Italia avevano mandato i soldi. Ma li arrestarono prima di partire, in Libia, per poi rimandarli in Egitto. Abdallah ci ha riprovato una seconda volta. E ci è riuscito. Arrivato a Lampedusa però l'hanno rimpatriato lo stesso. Adesso dice che non pensa più a partire, ma soltanto perché non ha i 3.000 euro per il biglietto. Altrimenti non ci penserebbe due volte. Un suo compagno di scuola, Mustafa, la pensa invece in modo opposto. Dice di aver paura. Paura di morire in mare. Non riesce a togliersi dalla mente l'immagine delle cinque salme rimpatriate dalla Libia sei mesi fa. Sono decine i ragazzi di questa città morti o dispersi in mare. Una volta rimpatriati, di norma si viene rilasciati dopo un giorno o due di custodia in aeroporto. Ma per gli emigranti originari di Burg Mghizil, spesso scatta l'arresto. Da quel porto salpano le navi degli emigranti e questo basta a fare di ogni suo abitante un potenziale intermediario. E se parte dei detenuti sono stati assolti dai giudici, rimangono ancora in carcere. Dal 1981 in Egitto vige lo stato di emergenza. E la detenzione amministrativa è la regola.

(9 marzo 2009)

ITALIA - Indagine Anci: aumentano le segnalazioni di minori stranieri non accompagnatiNegli ultimi sette anni i minori stranieri non accompagnati segnalati al Comitato minori stranieri sono stati, mediamente, circa 7.700 all'anno. Il dato e' confermato anche per il 2008, in cui i minori segnalati sono stati 7.797. Le Regioni da cui proviene il maggior numero di segnalazioni sono la Sicilia (41%), la Lombardia (13%), l'Emilia-Romagna (7%), il Piemonte (7%) e il Lazio (5%). Questi alcuni dati sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati messi in evidenza dallo studio 'L'accoglienza incompiuta- Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompagnati', presentato oggi a Roma presso la sede di Anci nazionale. Nel triennio 2004-2006, secondo la ricerca, vi e' stato un aumento del 19% della presenza di tali minori sul territorio dei Comuni rispetto al triennio precedente, quantificando in 7870 i minori con i quali i servizi sono entrati in contatto nel 2006. Per loro i Comuni hanno attivato interventi di presa in carico (collocamento in luogo sicuro, attivita' di orientamento, attivazione di reti locali di sostegno, ecc.), che proseguono anche fino alla maggiore eta' con interventi di seconda accoglienza.  A quato emerge dallo studio, si tratta perlopiu' di adolescenti e giovanissimi di sesso maschile (90%), tra i 15 e 17 anni (l'87% di cui: 11% di quindicenni, 26% sedicenni e 50% diciassettenni), provenienti da Marocco (15%), Egitto (14%), Albania (12%) e dal 2007, con valori in forte crescita, minori giunti dalla Palestina (9%), Afghanistan (8%), Eritrea (5%), Nigeria (4%) e Somalia (4%) che giungono soli in Italia, spesso con l'accordo delle famiglie di origine, spinti dalla speranza di trovare un lavoro ed un futuro migliore. Il loro obiettivo e' nella maggior parte dei casi un tentativo diretto di migliorare le proprie opportunita' di vita rispetto a quanto disponibile nei loro paesi d'origine ovvero, come esplicita chiaramente un minore intervistato, 'per vedere un futuro, quando li' non c'e' nessuna speranza'. Utilizzando una miriade di rotte, di mezzi e di strategie: via mare, via terra, a piedi, nascosti su traghetti, camion e autobus, in macchina accompagnati da 'passeur' che falsificano i documenti di viaggio. Dall'analisi delle loro esperienze, la prima distinzione che diviene evidente e' tra coloro che effettuano il 'viaggio in condizioni autogestite' (self-made traveler), che spesso non prevedono il pagamento di alcun servizio, e coloro che per attraversare i confini 'acquistano i servizi di organizzazioni specializzate'. Per alcuni, gia' nel corso del periodo di esplorazione si aprono prospettive di contatto e l'ingresso rapido nel sistema dei servizi offerti dall'amministrazione e dal volontariato locale. Per altri vi e' un percorso, spesso attraverso connazionali, che conduce il minore ad un inserimento rapido nelle reti (e nel sapere) dell'immigrazione irregolare. Al minore straniero che si presenta, solo o accompagnato

13

all'assistenza sociale territoriale, e che risulti privo di riferimenti familiari e parentali, viene offerta la pronta e provvisoria accoglienza. Dopo avere attivato l'intervento di accoglienza, l'ente locale attraverso i servizi sociali, segnala il minore accolto agli uffici competenti (Comitato minori stranieri, questura, tribunale per i minorenni, giudice tutelare) ed avvia le procedure per chiarire la posizione del minore accolto (status di non accompagnato, identificazione e accertamento dell'eta') e per rintracciare i familiari, sia sul territorio italiano che nel paese di origine. Trascorso il periodo di pronta accoglienza, se non vengono identificati i parenti, non viene disposto il rimpatrio assistito e nessuna possibilita' di convivenza con connazionali e' maturata, viene elaborato dai servizi sociali un progetto educativo a lungo termine ed individuata la struttura di seconda accoglienza piu' idonea in base alle necessita' del minore ed al progetto educativo per lui formulato, nella quale il minore possa rimanere sino al raggiungimento della maggiore eta'. Nell'ambito europeo, rileva la ricerca, esistono 'tre modelli di protezione'. Modello asilo: la protezione del minore discende dalla legislazione in materia di asilo derivante dalla Convenzione di Ginevra (questo e' il caso di Inghilterra, Svizzera, Portogallo, Belgio, Danimarca e Irlanda). Modello di protezione dei minori: la cura e protezione del minore discendono dal sistema di tutela del paese di destinazione, richiamando la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (Italia e Spagna). Modello misto: se il minore e' intercettato alla frontiera, essi devono richiedere asilo, ma se sono individuati all'interno del territorio del paese, vengono considerati minori da proteggere (questo e' il caso della Francia). In Italia da anni i governi locali, in qualita' di soggetti deputati all'accoglienza del minore e all'attivazione della rete dei servizi sociali, si sono trovati a gestire una realta' complessa, che ha richiesto cospicui investimenti in termini di risorse (dal punto di vista economico, sociale ed operativo), e al ripensamento del proprio sistema di welfare. I numeri dell'accoglienza evidenziano l'impegno dei Comuni nel sostenere ed affrontare questo fenomeno: un fenomeno in crescita (+19% dal 2004 al 2006), che riguarda circa 8000 minori all'anno, presi in carico dai servizi sociali degli enti locali, soprattutto nelle citta' metropolitane (60% nel 2006) e nelle citta' medie, le quali, hanno visto crescere nel tempo il loro ruolo di citta' interessate dall'arrivo e dalla presa in carico dei minori non accompagnati (dal 23% dei minori nel 2004 al 30% nel 2006). Oltre 6000 i minori stranieri non accompagnati accolti nel 2006 in pronta e provvisoria accoglienza, e 3515 quelli inseriti in strutture di seconda accoglienza, per i quali, oltre all'inserimento in struttura, i servizi sociali hanno fatto seguire attivita' volte all'inserimento socio-educativo del minore, interventi di formazione e avviamento al lavoro, nonche' progetti specifici di accompagnamento alla maggiore eta'. Secondo la ricerca dell'Anci, l'assenza di procedure standardizzate a livello nazionale, la mancanza di un adeguato raccordo interistituzionale e la mancanza di strumenti e risorse sufficienti per poter seguire adeguatamente la gestione dei singoli casi, hanno dato vita ad un sistema di tutela territorialmente eterogeneo. Ogni realta' ha difatti sviluppato prassi diversificate nella gestione diretta dei minori stranieri non accompagnati e concretizzato politiche sociali differenziate nell'ambito dell'accoglienza e dell'integrazione. Inoltre, in alcune realta' la difficolta' di governo del fenomeno ha comportato non solo 'aggiustamenti strutturali' al welfare locale, ma anche la 'revisione' in chiave culturale, di alcuni basilari principi a salvaguardia dell'interesse del minore. L'indagine evidenzia anche la necessita' di sostenere, rafforzare ed ampliare la prima accoglienza, dove solo il 34% rimane per piu' di un mese e per prevenire l'elevato numero di minori che fugge (62%) divenendo potenziali vittime di sfruttamento. Cosi' come risulta fondamentale per la buona riuscita del progetto di integrazione del minore in Italia, l'immediata identificazione e avvio di procedure piu' rapide atte a regolarizzarlo, dal momento in cui il 60% dei minori accolti in seconda accoglienza non e' provvisto di un titolo di soggiorno. L'analisi sul dato ha, inoltre, evidenziato la forte differenziazione territoriale che investe la gestione del rilascio del permesso di soggiorno, creando discrasie e «statuti» diversi a seconda del luogo nel quale il minore viene accolto, cosi' come anche nell'applicazione dell'istituto della tutela. In particolare, appare chiaro come sia necessario rafforzare il lavoro di 'aggancio' dei minori attraverso il potenziamento dei servizi di pronta accoglienza, rendere effettiva ed efficace la nomina di un tutore per ciascun minore, garantire una «protezione duratura» una volta raggiunta la maggiore eta' con un adeguato titolo di soggiorno. Inoltre e' necessario rafforzare e formalizzare i rapporti interistituzionali tra i soggetti deputati alla protezione e presa in carico del minore, cosi' come risulta prioritario garantire agli enti locali adeguate risorse economiche da destinare agli interventi e all'adeguamento delle strutture di accoglienza. Al problema si cerca in questi mesi di dare una prima risposta con l'avvio del 'Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati'. Promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali attraverso il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati 2007

14

ed attivato dall'Anci, il Programma sperimenta un sistema nazionale, decentrato e in rete, di presa in carico dei minori, con particolare riguardo alla fase di pronta accoglienza

(7 marzo 2009)

ROMA - Maroni esulta: grazie a noi i clandestini tunisini vanno a Malta'Da quando abbiamo stabilito che i migranti sbarcati a Lampedusa debbano rimanere sull'isola i trafficanti di uomini tunisini portano i clandestini verso Malta'. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a margine della VI Conferenza ministeriale sulla cooperazione nel settore della sicurezza delle frontiere nell'Europa sud-orientale. 'I migranti arrivati negli ultimi giorni a Lampedusa - ha spiegato Maroni - provengono da scenari di guerra, come ad esempio la Somalia: chiederanno asilo e noi glielo concederemo'. E dovrebbe essere vicino l'avvio del pattugliamento congiunto nelle acque libiche per fermare le partenze delle carrette del mare. 'Nei prossimi giorni - ha riferito il ministro - una delegazione libica verra' in Italia per vedere le sei motovedette che consegneremo loro'.   

(6 marzo 2009)

ROMA - Sostegno allo sviluppo dall’Italia ai Paesi che favoriranno il rimpatrio volontario dei loro connazionali disoccupati.Il Senato approva una norma per “premiare” i Paesi che svilupperanno progetti di ritorno volontario dei propri emigrati in Italia in difficoltà a causa della crisi economica.Ieri, con 147 voti a favore, 108 contrari e 7 astenuti il Senato ha approvato il ddl n. 1082, nel testo modificato dalle Commissioni riunite 1a e 2a e con ulteriori modificazioni approvate dall'Assemblea; il ddl, collegato alla manovra finanziaria, introduce norme per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività e il processo civile ed ora torna all'esame della Camera dei deputati per la terza lettura. Nel ddl è passata anche una disposizione fortemente voluta dalla Lega Nord per incentivare il rimpatrio volontario degli immigrati regolari colpiti dalla crisi economica. L’art. 10, relativo ai progetti di cooperazione allo sviluppo internazionale, prevede infatti che l’Italia concederà sostegno allo sviluppo in via prioritaria non solo ai Paesi collaborativi nel contrasto all’immigrazione clandestina (in particolare quelli che hanno sottoscritto accordi di riammissione, o diretti ad agevolare l'esecuzione delle pene detentive delle persone condannate in Italia presso gli istituti esistenti nei luoghi di origine) ma anche ai Paesi che si impegnino in progetti per favorire il rimpatrio volontario degli stranieri titolari di permesso di soggiorno che si trovino in stato di disoccupazione a causa della crisi economica.

(5 marzo 2009)

ITALIA - Linea dura del Governo e accordo con Libia non ferma gli sbarchiLa 'linea dura' decisa dal governo italiano e gli accordi stipulati tra Berlusconi e Gheddafi non sembrano arrestare gli sbarchi di migranti dalle coste libiche verso la Sicilia. E dopo una pausa di qualche giorno, Lampedusa torna ad essere la meta finale di questi 'viaggi della speranza'. Tra la notte scorsa e questa mattina altri due barconi, che trasportavano complessivamente 291 immigrati, hanno puntato la loro rotta sull'isola. La prima 'carretta' e' stata intercettata ieri sera, dal pattugliatore Sirio della Marina militare, 54 miglia a sud delle Pelagie. I 120 extracomunitari a bordo, comprese alcune donne incinte, sono stati prima trasferiti sull'unita' e poi suddivisi in due gruppi: 86 magrebini sono stati sbarcati in nottata a Lampedusa dalla nave, che ha proseguito poi fino a Porto Empedocle con gli altri 36. Mentre ancora a Lampedusa era in corso la sistemazione degli ultimi arrivati, trasferiti al Cie in vista del loro rimpatrio coatto, un secondo barcone e' entrato direttamente in porto intorno alle 7.30 del mattino, dopo essere riuscito a eludere tutti i controlli. A bordo altri 171 immigrati, tra i quali 26 donne e un neonato. Immediata la reazione del sindaco dell'isola Dino De Rubeis, protagonista nelle settimane scorse di una rovente polemica con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che aveva deciso di trasformare il Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola in Centro di identificazione ed espulsione. Una struttura in grado di consentire il rimpatrio immediato di tutti coloro che non hanno i requisiti per fare richiesta d'asilo. 'Quanto sta accadendo - spiega De Rubeis - e' la conferma di quello che avevamo previsto: i barconi continuano ad arrivare, la linea decisa dal governo non funziona'. Il sindaco invoca il ritorno al 'modello Lampedusa'. Una richiesta che intende ribadire anche al premier Silvio Berlusconi, nel corso di un incontro che dovrebbe svolgersi tra domani e dopodomani a Palazzo Chigi, sollecitando la trasformazione dell'ex base Loran di Capo Ponente in un Centro che il sindaco definisce 'Cittadella dell'accoglienza e della

15

speranza'. 'Una mega struttura con 2 mila posti letto - spiega De Rubeis - spazio per donne, bambini, famiglie e per i richiedenti asilo delle diverse etnie, oltre a una struttura sanitaria di pronto intervento. Insomma non un Cie, ma un Centro di soccorso e prima accoglienza in grado di garantire la permanenza sull'isola per alcuni giorni'. Il sindaco propone infine di trasformare la struttura di contrada Imbriacola, parzialmente distrutta da un incendio appiccato nelle settimane scorse da un gruppo di rivoltosi, in un 'Centro per attivita' ricreative e giovanili'. De Rubeis ha illustrato le sue proposte anche al vice capo della polizia Nicola Izzo, al capo del dipartimento immigrazione del Viminale, prefetto Mario Morcone, e alla vice responsabile dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, Erika Feller che hanno visitato ieri il Cie e l'ex base Loran. Strutture che vengono definite 'centri di detenzione' da un gruppo di parlamentari europei della sinistra, che dopo un sopralluogo compiuto nei giorni scorsi a Lampedusa hanno presentato stamani un'interrogazione a Bruxelles denunciando 'gravissime violazioni' dei diritti umani. Per Morcone e la Feller la visita a Lampedusa si e' conclusa con un fuoriprogramma: l'aereo P180 dei vigili del fuoco sul quale si trovavano, insieme ad alcuni loro collaboratori, ha infatti avuto un incidente in fase di decollo. Secondo una prima ricostruzione, il ruotino posteriore sinistro sarebbe scoppiato mentre l'aereo, in fase di decollo, aveva gia' percorso circa 200 metri di pista. L'incidente ha provocato la rottura del carrello, che si e' conficcato sull'asfalto. Nessuno dei passeggeri e' rimasto ferito. L'aeroporto di Lampedusa e' stato chiuso temporaneamente per motivi precauzionali.Fonte: ANSA

(5 marzo 2009)

ITALIA - Ricongiungimenti familiari. Una circolare del Dipartimento libertà civili e immigrazione consente ai prefetti di sottoscrivere protocolli d'intesa con i ComuniCon una circolare inviata a tutti i prefetti, la n. 1125 del 3 marzo 2009, il Dipartimento libertà civili e immigrazione ha introdotto alcune modifiche alla procedura di inoltro delle istanze di nulla osta al ricongiungimento familiare che prevedeva tra l'altro la sottoscrizione di protocolli d'intesa con i Comuni. L'incremento delle richieste di adesione pervenute al Ministero dell'Interno dalle amministrazioni comunali ha reso opportuno consentire ai Prefetti di sottoscrivere autonomamente i singoli protocolli d'intesa. Il protocollo, sottoscritto dal Sindaco e dal Prefetto, dovrà essere poi inviato alla Direzione Centrale per le politiche dell'Immigrazione e dell'Asilo.

(5 marzo 2009)

ITALIA - In vigore il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione” con la LibiaFinanziamenti italiani e dell’Ue di 5 miliardi di dollari per il controllo delle frontiere meridionali libiche.Con una cerimonia solenne lo scorso 2 marzo a Sirte, alla presenza del premier italiano Silvio Berlusconi e del leader libico Gheddafi, è ufficialmente entrato in vigore il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione” tra i due Paesi che mette la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica e apre un'epoca di cooperazione in campo economico - soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture - e di lotta all'immigrazione clandestina. L'accordo, firmato il 30 agosto 2008 a Bengasi, ha ricevuto il via libera definitivo del Parlamento italiano all'inizio di febbraio e il 1 marzo è stato approvato anche dal Congresso libico. L'Italia finanzierà la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico nell'arco di 20 anni. L'esecuzione delle opere, che saranno concordate da un comitato paritetico, sarà affidata a imprese italiane. Nell’ambito dell’immigrazione sono previsti investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio dell’impegno libico a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro già stabiliti in un accordo bilaterale del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, è inoltre previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà in parte cofinanziato dall’Unione europea.

(4 marzo 2009)

ROMA - Mantovano: «Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione»

16

Il sottosegretario all'Interno conferma al Senato che chi arriva nell'isola irregolarmente «non lo potrà più fare e che verrà rimpatriato direttamente«Il Governo conferma di voler mantenere il Centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa e di voler ricostruire il padiglione distrutto dall'incendio il 18 febbraio scorso nei tempi stabiliti». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano nel corso di una audizione alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio: chi vuole arrivare nell'isola per entrare irregolarmente in Europa non lo potrà più fare e verrà reimpatriato direttamente». Mantovano ha sottolineato che nel nostro Paese «sono state sempre tenute nella massima considerazione le esigenze dei migranti» e che «non è mai venuto meno il principio di accoglienza», come dimostrano i trasferimenti immediati di minori dall'isola verso altri centri o l'esame delle domande di richiedenti asilo che hanno raggiunto oltre il 40% di accoglimento. Il sottosegretario ha poi aggiunto che nel Cie di Lampedusa sono presenti 480 immigrati, 470 nel Cie e 10 nel Centro di prima accoglienza e soccorso mentre, per quanto riguarda i rimpatri, dal primo febbraio ad oggi hanno lasciato l'isola per far ritorno in patria: 50 egiziani, 34 nigeriani, 9 algerini e 194 tunisini.

(3 marzo 2009)

ROMA - I rom ''apolidi'' verso l'espulsione"Perché portare nei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Ponte Galeria ragazzi, padri e nonni che non sanno più nulla della Jugoslavia o che addirittura non vi hanno mai vissuto e non ne parlano neanche la lingua?” E' la domanda che l"Opera Nomadi rivolge alle istituzioni dopo che in queste ultime settimane sono aumentate le traduzioni verso il Cie alle porte di Roma di rom. Secondo Massimo Converso dell’Opera Nomadi, nel Cie ci sarebbero diversi giovani nati in Italia che non hanno mai messo piede al di fuori dei confini italiani, ma anche genitori che da anni non tornano nel proprio paese di origine, dove in alcuni casi hanno perso anche la cittadinanza. “Negli ultimi tempi sono aumentate le persone condotte nei Cie – ha spiegato Massimo Converso -. Nel mese di febbraio una cinquantina tra uomini e donne sono stati condotti a Ponte Galeria. Molti di loro sono genitori che hanno lasciato a casa i propri figli”. La denuncia dell’Opera Nomadi si accoda alla richiesta del consigliere regionale del Lazio, Augusto Battaglia, che nei giorni scorsi ha chiesto al Prefetto di bloccare il trasferimento dei giovani Rom nati e vissuti in Italia. Secondo Massimo Converso c’è una “oggettiva persecuzione che l’Ufficio Stranieri della Questura stanno svolgendo nei confronti di giovani nati e cresciuti in Italia e che vengono tradotti a Ponte Galeria”. Per Converso resta inspiegabile la presenza dei Cie, “se sono pericolosi, che stessero in un carcere. Invece sono persone che quasi sempre non hanno commesso alcun reato e sono costretti a passare un’inutile prigionia di 60 giorni.” Per il presidente di Opera Nomadi, la ragione dell’incremento del numero di persone condotte nei Cie è dovuto a “provvedimenti di immagine che servono soltanto ad accontentare l’opinione pubblica”.

(3 marzo 2009)

CITTA’ DEL VATICANO - Mons. Vegliò è il nuovo Presidente del Pontificio Consiglio dei MigrantiTorna il dicastero vaticano che dal 2006 era accorpato a quello di Giustizia e Pace. Segretario del dicastero rimane mons. Agostino Marchetto. Il Papa ha nominato come nuovo Presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli itineranti mons. Antonio Maria Vegliò, finora segretario della Congregazione per Chiese Orientali. Il Pontificio Consiglio per i migranti, accorpato sin dal 2006 a “Giustizia e Pace” e finora sotto la guida unificata del cardinale Renato Raffaele Martino, ritrova dunque la sua autonomia. Segretario del Dicastero per i Migranti rimane mons. Agostino Marchetto, protagonista di prese di posizione molto nette a difesa degli immigrati anche clandestini e contro il “pacchetto sicurezza” e le ronde.

(2 marzo 2009)

ROMA - Islam: nasce l’organismo unitario che rappresenta i musulmani in Italia.

17

Sabato, presso la Grande Moschea di Roma, i rappresentanti delle organizzazioni islamiche italiane hanno sottoscritto all’unanimità la relazione di Abdallah Redouane. I musulmani d’Italia avranno un unico organismo interlocutore con le istituzioni.Si è svolto sabato 28 febbraio presso la Grande Moschea di Roma l’Assemblea che riunisce i rappresentanti del mondo islamico in Italia.“L'assemblea generale riunita a Roma ha sancito la costituzione di una rappresentanza forte e unitaria dell' Islam italiano” ha dichiarato in una nota Ahmad Gianpiero Vincenzo, Presidente dell'Associazione Intellettuali Musulmani Italiani, consulente per l'immigrazione e i ghetti urbani della Commissione Affari Costituzionali del Senato e membro dell'Assemblea generale della Grande Moschea. “È la seconda volta - si legge - che si riunisce l'organismo che raccoglie i più autorevoli esponenti italiani del mondo islamico, ma per la prima volta vi è da parte di tutti la volontà di far confluire nella Grande Moschea tutte le anime dell'Islam italiano”. Un progetto, è spiegato nel comunicato, al quale i moderati musulmani stavano lavorando da diversi anni e che ora “si può finalmente riconoscere d'esserci riusciti, anche grazie alle ferma posizione di moderazione, conforme all'Islam autentico, che abbiamo sempre mantenuto". All’organismo unitario si è giunti per l’adesione unanime alla relazione del Segretario generale della Moschea, Abdallah Redouane. “Adesso - conclude Vincenzo - anche il nostro Governo potrà contare su di un interlocutore rappresentativo, capace di incidere sugli sviluppi futuri dell'Islam nel nostro Paese”.

(2 marzo 2009)

INTERNAZIONALE

BUCAREST: Ministro Ronchi “in Italia non vogliamo le scorie della società''Misure e controlli più severi da parte del governo di Bucarest per frenare il flusso verso l'Italia di criminali romeni. E una task force congiunta permanente per fronteggiare l'emergenza sicurezza, proposta lanciata dal presidente del Senato, Mircea Geoana. E' il 'bottino' riportato a casa dal ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, in missione lampo a Bucarest per affrontare il delicato tema della sicurezza dopo l'ultimo feroce episodio di violenza compiuto da cittadini romeni in Italia, lo stupro al parco della Caffarella di Roma."Anche Bucarest deve fare la sua parte e dare precise garanzie affinche' in Italia non arrivino delinquenti e scorie della societa'", ha esordito Ronchi nel primo incontro della giornata, quello con il suo omologo, Vasile Puscas, quando si e' rammaricato che da Bucarest "non e' arrivata nemmeno una parola di solidarieta' per la giovanissima vittima dell'efferato stupro". L'Italia "garantisce al popolo romeno che nei suoi confronti non esiste alcun sentimento di xenofobia e di razzismo", ha incalzato Ronchi "ma il governo di Bucarest deve assicurare che non arrivino cosi' tanti criminali in Italia" perche' "se vogliamo un'integrazione sociale ed economica dobbiamo essere durissimi con chi si macchia di piccoli e grandi reati". Non esiste "una Italia contro la Romania", ha insistito respingendo le accuse di xenofobia e discriminazione circolate negli ultimi mesi sulla stampa di Bucarest, "ma una Italia contro i criminali, che va ricordato non hanno ne' passaporto ne' etnia".

(26 marzo 2009)

ITALIA - Legge comunitaria: cittadini Ue scontino il carcere nel proprio PaeseOk dell'aula del Senato all'emendamento del governo alla legge comunitaria 2008 che prevede che i cittadini comunitari scontino il carcere nel loro Paese d'origine. "Meta' delle persone transitate per le nostre carceri nel 2007- spiega il senatore della Lega, Mario Pittoni- era straniera (per una spesa aggiuntiva di 7 miliardi di euro), un reato su tre e' commesso da clandestini, ma solo uno su nove fra quelli identificati viene realmente espulso. Grazie al nostro provvedimento inserito nella legge comunitaria e alle successive norme e accordi internazionali volte a dar seguito ad esso, si potra' far scontare la condanna di un cittadino di un altro Stato membro dell'Unione europea nel Paese d'origine, anche senza il consenso dell'interessato, attualmente obbligatorio per legge'. L'emendamento del governo, sottolinea Pittoni, "anticipa il conferimento della delega per l'attuazione della decisione quadro dell' Unione Europea di tre mesi fa. La nostra raccomandazione rafforza questo emendamento volto a garantire l'impegno del governo in questa direzione, che consentira l'adozione del decreto legislativo relativo all' applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle sentenze penali, senza dover attendere l'entrata in vigore della comunitaria 2009, che presumibilmente non avverra' prima dell' inizio del prossimo anno". Quindi aggiunge: "Si tratta di un provvedimento che puo'

18

costituire un ottimo deterrente per chi viene a delinquere nel nostro Paese contando su un sistema carcerario decisamente meno 'duro' rispetto a quello dei Paesi di provenienza".

(18 marzo 2009)

LIBIA - 4.581 migranti in carcereProvengono da Marocco, Tunisia, Egitto, India e Bangladesh. Sono 4581 gli immigrati illegali detenuti nelle carceri libiche: clandestini provenienti da Marocco, Tunisia, Egitto, India e Bangladesh. A fornire i dati e’ Abdulhamed Maraja, direttore del Dipartimento per l’investigazione sull’immigrazione. ’’Solo fra ieri sera e questa mattina sono 100 le persone trovate dalla polizia sulle spiagge di Tripoli, rientrate a nuoto perche’ le loro barche di fortuna sono affondate - spiega Maraja - e 48 quelle catturate a Zawia mentre provavano a partire’. Fonte: Ansa

(15 marzo 2009)

MALTA - Msf: condizioni disumane nei centri degli immigrati a MaltaDura denuncia di Medici Senza Frontiere contro il governo maltese per le condizioni degli immigrati nei centri di detenzione sull'isola, definite 'inaccettabili e disumane'. 'Non ci sono i presupposti perche' Msf prosegua la propria attivita' umanitaria nei centri di detenzione', ha detto Giuseppe De Mola, coordinatore di Medici senza frontiere Malta. L'organizzazione denuncia in particolare le condizioni di vita degli immigrati: 'Sono trattati peggio dei cani, quasi come nelle carceri dei paesi martoriati dalla guerra da dove provengono'

(14 marzo 2009 )

GINEVRA - L'Ue si divide sulla conferenza Onu sul razzismoLa Francia ha affermato oggi di voler partecipare alla preparazione della conferenza 'Durban II' dell'Onu sul razzismo di fine aprile a Ginevra, ed ha invocato una posizione comune europea sulla questione della partecipazione, dopo aver preso atto della decisione dell'Italia di non prendervi parte. 'Abbiamo preso nota dell'annuncio italiano - ha detto il portavoce del Quai d'Orsay, Eric Chevallier -, in questa fase pensiamo che sia importante far parte del processo di preparazione e vedremo come va'. 'Pensiamo che sia importante essere all'interno del processo di preparazione di Durban - ha sottolineato il portavoce - per far si' che non degeneri in tensioni invece di andare verso la difesa dei diritti umani'. Ai giornalisti che gli chiedevano se la Francia auspichi che i 27 dell'Ue prendano posizione sulle condizioni di una loro partecipazione, Chevallier ha risposto che e' proprio questo che Parigi vorrebbe: 'Vedremo se si potra' privilegiare una posizione europea'. Il primo ministro francese, Francois Fillon, aveva detto lunedi' che la Francia non avrebbe accettato 'una stigmatizzazione di Israele' e che era pronta a 'ritirarsi' dalla conferenza.

(7 marzo 2009)

ASILO

ITALIA - Fondo europeo per i rifugiati, Pubblicati 5 avvisi per la selezione di progetti “a valenza territoriale”Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 25 marzo 2009, n.70, cinque avvisi pubblici per la presentazione di progetti 'a valenza territoriale', da finanziare con le risorse del Fondo europeo per i rifugiati per il periodo 2008-2013, nell'ambito del programma generale «Solidarietà e gestione dei flussi migratori». I progetti dovranno essere presentati entro le ore 12,00 del 24 aprile 2009 e dovranno essere finalizzati alla realizzazione delle azioni individuate negli avvisi pubblici:

- Azione 3.1.a 'Organizzazione di 9 percorsi di formazione specifica nei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e nei Centri di Accoglienza, destinati al personale e ad altri operatori del settore, per l’individuazione delle vulnerabilità'.

- Azione 3.1.b 'Organizzazione di 7 percorsi di formazione destinati agli operatori dei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e dei servizi socio-sanitari territorialmente competenti, finalizzati all’acquisizione ed al rafforzamento della capacità di presa in carico di richiedenti maggiormente vulnerabili'.

19

- Azione 3.1.c 'Realizzazione presso i Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo o i Centri territoriali dello SPRAR di servizi per la riabilitazione di vittime di tortura e per il supporto di donne sia singole che in famiglia'.

- Azione 3.1.d 'Realizzazione di interventi personalizzati di sostegno ai percorsi di inserimento socio-economico di titolari di protezione internazionale vulnerabili, con particolare attenzione ai minori non accompagnati'.

- Azione 3.2.a 'Realizzazione di uno studio sull’applicazione dei Decreti di recepimento delle Direttive europee sull’accoglienza, sulle qualifiche e sulle procedure'.

(26 marzo 2009)

GINEVRA - I conflitti in Afghanistan e Somalia contribuiscono alla crescita delle domande di asilo Le statistiche preliminari dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il 2008 evidenziano una crescita, per il secondo anno consecutivo, del numero di richieste di asilo nei paesi industrializzati. L’incremento può essere in parte attribuito all’alto numero di richieste di asilo presentate da cittadini afghani, somali o provenienti da altre aree di conflitto. Sebbene il numero di richiedenti asilo iracheni sia calato del 10% nel 2008, essi rappresentano ancora la nazionalità più ricorrente fra le richieste di asilo nel mondo industrializzato. Nel 2008 sono state presentate 383.000 nuove domande di asilo in 51 paesi industrializzati, un incremento del 12% rispetto al 2007, quando le domande erano state 341.000. Per la seconda volta consecutiva dal 2006, anno durante il quale è stato registrato il numero più basso di domande in 20 anni (307.000), assistiamo ad una crescita annuale delle domande di asilo.I principali paesi di origine dei richiedenti asilo per il 2008 sono stati l’Iraq (40.500 domande di asilo, 10% in meno rispetto alle 45.100 domande presentate nel 2007), seguito da Somalia (21.800 domande), Federazione Russa (20.500), Afghanistan (18.500) e Cina (17.400). Alcune delle nazionalità dei richiedenti asilo rimangono stabili per il 2008 mentre altre risultano in significativa crescita. In particolare risulta in crescita il numero di domande di asilo presentate da persone provenienti da Afghanistan (+85%), Zimbabwe (+82%), Somalia (+77%), Nigeria (+71%) e Sri Lanka (+24%). Si tratta di paesi tutti caratterizzati, durante il 2008, da conflitti o instabilità politica. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, anche nel 2008, il principale paese di destinazione per i richiedenti asilo di qualsiasi nazionalità con circa 49.000 nuove richieste di asilo, il 13% di tutte le domande presentate nei paesi industrializzati. In rapporto alla popolazione totale, tuttavia, negli Stati Uniti nel 2008 vi era un solo richiedente asilo ogni mille abitanti, mentre la media nei paesi dell’Unione Europea è stata di 2,4 richiedenti asilo ogni mille abitanti. Dopo gli Stati Uniti, i principali paesi di destinazione dei richiedenti asilo nel 2008 sono stati Canada (36.900 domande), Francia (35.200), Italia (31.200) e Regno Unito (30.500). Più del 70% delle 31.200 domande d’asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del Paese. Il 75% circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d’asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50%. Nel 2008, il maggior numero di domande di asilo in Italia è stato presentato da cittadini provenienti dalla Nigeria, seguiti da persone in fuga dalla Somalia e dall’Eritrea, dall’Afghanistan, dalla Costa d’Avorio e dal Ghana. Insieme all’incremento del numero totale di domande di asilo negli ultimi due anni è anche aumentato il numero dei paesi presso i quali queste domande sono state presentate. Nel 2004, ad esempio, gli iracheni avevano fatto richiesta di asilo solo in sette paesi industrializzati (esclusi i paesi che hanno ricevuto meno di 500 domande), mentre nel 2008 hanno presentato domanda di asilo in 14 paesi. Se ne deduce che coloro che cercano protezione internazionale lo fanno in un numero di paesi più ampio, e questo potrebbe essere anche il risultato di politiche più restrittive nei paesi di asilo tradizionali. Un esempio a tal proposito è quello della Svezia, dove l’adozione di politiche sull’asilo più restrittive ha causato un calo del 67% delle domande di asilo degli iracheni fra il 2007 e il 2008. Nello stesso periodo, in base ai dati più recenti, il numero di richiedenti asilo nella vicina Norvegia è praticamente triplicato e quadruplicato in Finlandia.Il rapporto ‘Asylum levels and trends in industrialized countries, 2008’, prodotto dalla Sezione Field Information and Coordination Support dell’UNHCR, può essere scaricato dal sito dell’UNHCR all’indirizzo: www.unhcr.org/statistics

(24 marzo 2009)

20

ITALIA - Guida alla procedura per il riconoscimento dello status di rifugiatoDiffuso il Vademecum per i richiedenti la protezione internazionale in Italia curato dal Ministero dell’Interno, aggiornato con le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 159 dd. 3 ottobre 2008

Il vademecum si prefigge di facilitare l’orientamento, attraverso le procedure amministrative, dei richiedenti la protezione internazionale. Il documento è stato elaborato dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, dal Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, da Unhcr – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dall’Asgi – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, con la supervisione del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno. Il testo del vademecum, indirizzato principalmente agli stranieri, sarà disponibile nelle 10 lingue in cui è prevista la diffusione (italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, tigrigno, amarico, somalo, farsi, curdo).

Il vademecum in lingua italiana

(24 marzo 2009)

TRATTA

MILANO – Prostituzione, Caritas ambrosiana: “L’approccio repressivo non paga''A Milano le unità di strada di Caritas Ambrosiana, Ala, Padri Somaschi-Segnavia e Naga che si occupano di prostituzione si sono rifiutate di lavorare in strada insieme ai vigili urbani. Nel novembre dello scorso anno, il sindaco Letizia Moratti aveva emanato sei ordinanze sull'ordine pubblico, una delle quali riguardanti la prostituzione in strada. E aveva annunciato che la repressione sarebbe stata accompagnata da interventi sociali per il recupero delle persone coinvolte. I partner delle forze dell'ordine dovevano essere gli operatori delle unità di strada. "Non abbiamo accettato la proposta di uscire con i vigili urbani perché non siamo d'accordo con il metodo adottato dal Comune -spiega suor Claudia Biondi, responsabile dell'area tratta della Caritas Ambrosiana-. L'approccio repressivo non paga, tant'è vero che il 35% delle donne che entrano in comunità accompagnate dalle forze dell'ordine ritornano a prostituirsi, mentre tra quelle che ci arrivano con le unità di strada solo il 12% scappa". Il bilancio negativo delle ordinanze antiprostituzione dei comuni lombardi (fra i quali appunto Milano) è contenuto nell'VIII rapporto Ismu, presentato questa mattina (vedi lanci precedenti), nel capitolo curato dal "Coordinamento regionale tratta", formato dalle associazioni ed enti che in Lombardia cercano di strappare allo sfruttamento le donne immigrate. "Andare in giro con i vigili urbani avrebbe compromesso il nostro lavoro perché sarebbe cresciuta la diffidenza delle prostitute nei nostri confronti -spiega suor Claudia Biondi-. Non siamo contrari alla legalità e di solito le ragazze che accettano la nostra offerta di uscire dalla prostituzione finiscono per denunciare anche i loro sfruttatori". Nel primo semestre 2008, le unità di strada delle associazione del Coordinamento hanno contattato sulle strade lombarde circa 2mila prostitute.

(31 marzo 2009)

BARI - Corte d'Appello di Bari condanna 16 persone per schiavitu'Sono state confermate dalla terza sezione della Corte di Appello di Bari, presidente Tarantino, giudice a latere e relatrice La Malfa, 16 persone (una diciassettesima nel frattempo e' deceduta) accusate di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu' di centinai di braccianti stranieri, soprattutto polacchi, impiegati in provincia di Foggia, in particolare nel Tavoliere delle Puglie. Il 22 febbraio del 2008 il gup del Tribunale di Bari Antonio Lovecchio, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, condanno' 5 persone, 3 polacchi, 1 ucraino e 1 algerino, a 10 anni di reclusione ciascuno. Si tratta dei principali esponenti dell'organizzazione, alcuni dei quali sono rinchiusi in carcere. Gli altri 12 imputati furono condannati a pene piu' lievi, a partire da 4 anni in su. Alcuni di questi si trovano agli arresti domiciliari, qualcuno e' libero. Uno in particolare si trova in Polonia. Al processo si sono costituiti parte civile due vittime polacche il cui legale ha chiesto un risarcimento simbolico di un euro e la Cgil della Puglia. L'operazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Bari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese, risalente al luglio del 2006, fu denominata significativamente 'Terra

21

Promessa'. Furono eseguiti 16 arresti, tra i quali c'erano 15 cittadini polacchi e un italiano. Gia' l'estate precedente i carabinieri di Foggia fecero irruzione in un accampamento, denominato 'Paradise' dove furono scoperti un centinaio di braccianti tenuti in stato di schiavitu'. La sentenza di primo grado, confermata ieri dalla Corte d'Appello, ha riconosciuto per la prima volta in Italia e forse in Europa il reato di induzione in schiavitu' per motivi di lavoro. Le indagini accertarono lo sfruttamento della manodopera costretta a compensi da fame: dalle 10 alle 15 ore di lavoro con una paga di 2 euro all'ora. Dall'inchiesta emerse che i casolari diroccati dove gli immigrati erano costretti a vivere erano controllati di notte, armi in pugno, dagli uomini dell'organizzazione fedeli ai 'caporali' per evitare fughe e ribellioni. E poi si verificavano maltrattamenti, punizioni, scarsa alimentazione e pessima igiene. Nell'inchiesta entrarono anche alcune morti e suicidi sospetti e decine di casi di immigrati polacchi, operai stagionali, scomparsi letteralmente nel nulla.

(27 marzo 2009)

ITALIA - Traffico di migranti dall'Asia al Friuli, otto mandati di arresto internazionale Utilizzava la rotta Pakistan-Russia-Ucraina-Slovacchia-Italia il traffico di immigrati irregolari dall'India, dal Pakistan e dall'Afghanistan sventato grazie all'operazione 'Goldfish2', condotta dalla Squadra mobile di Udine in collaborazione con Interpol, Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e polizie slovacca e ceca. Dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di presunti appartenenti all'organizzazione, due arresti e otto mandati di arresto internazionale eseguiti questa mattina di fatto 'decapitano' l'organizzazione criminale internazionale con basi a Mosca e Bratislava. Le indagini, partite nel 2007, hanno consentito grazie ad una fitta rete di intercettazioni di ricostruire le modalità operative dell'organizzazione. I migranti venivano trasferiti con visti regolari a Mosca e successivamente spostati in un campo per profughi in Ucraina. Da qui il viaggio proseguiva per l'Ungheria, la Romania e la Slovacchia. Dalla capitale Bratislava le persone venivano introdotte in Italia, spesso in condizioni di viaggio intollerabili, attraverso il Friuli Venezia Giulia, in particolare dalla provincia di Udine. L'odissea proseguiva con lo smistamento verso altre regioni italiane o altri Paesi europei come Spagna, Francia, Belgio e Inghilterra.

(18 marzo 2009)

MILANO - Sfruttamento e tratta: i Ros colpiscono un'organizzazione attiva in LombardiaI carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale), sezione anticrimine di Milano, hanno arrestato questa mattina in Lombardia 10 persone, 9 di nazionalità egiziana ed 1 marocchina, per favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, tratta di esseri umani e falsificazione di documenti. L'operazione è stata condotta in collaborazione con la polizia belga. Si tratta di un'organizzazione transnazionale dedita al traffico di esseri umani a fini di sfruttamento lavorativo. La rotta dello sfruttamento, per lo più di africani e mediorientali, partiva dalle coste libiche per raggiungere quelle italiane. L'organizzazione, composta anche da cittadini libici, aveva il suo nucleo centrale nella regione del Nord Italia. Sono state, in totale, 17 le ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta del pubblico ministero. «In un momento di particolare attenzione agli sbarchi di clandestini che giungono in Italia dalle coste libiche - ha dichiarato il ministro Maroni congratulandosi con il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Gianfrancesco Siazzu - l’operazione assume un grande rilievo e dimostra l’efficacia dell’azione di contrasto alla tratta messa in atto dal governo». L'operazione 'Caronte', che ha portato alla disfatta dell'organizzazione, è nata nel 2006 per contrastare il terrorismo transnazionale e si è poi spostata sul traffico di esseri umani. I migranti dovevano pagare tra i quattro e cinquemila euro per il 'viaggio' che, partendo dalla Libia, poteva durare fino a due mesi, in condizioni di totale degrado e con la frequente prospettiva di essere abbandonati dagli scafisti nelle imbarcazioni alla deriva in prossimità delle acque di Lampedusa. L'organizzazione, sul territorio italiano, pensava a facilitare la fuga dai Centri di prima accoglienza verso il Nord Italia e altri Paesi europei, forniva documenti falsi e procurava matrimoni fittizi per la regolarizzazione, nonchè lavoro in nero nella zona di Milano. I migranti giunti con questo canale in Italia dal 2006 ai primi mesi del 2008 sono stati varie centinaia, secondo i dati in possesso del Ros relativi agli sbarchi accertati.

(12 marzo 2009)

22

BARI - Arresti per la tratta di migranti in fuga dalla LibiaAssociazione per delinquere finalizzata al sequestro di persona a scopo di estorsione, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti di identità e di soggiorno. Sono le accuse contestate ai tredici destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, ordinanza che i carabinieri hanno eseguito in città di Sicilia, Calabria, Lombardia ed Emilia Romagna. Al centro delle indagini dei carabinieri del Ros [Reparti operativi speciali], c’è un’organizzazione «transnazionale specializzata nel trasferimento dalla Libia alle coste dell’Italia meridionale di clandestini – hanno spiegato gli investigatori -, sottoposti a sfruttamento in varie località del territorio nazionale, dopo essere stati fatti fuggire dai Centri d’accoglienza in cui erano stati ricoverati». I Ros hanno documentato numerosi sequestri dei migranti, che venivano rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto da parte di familiari. L’operazione è stata denominata «Addhi’b».I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata dai Ros nel 2005. Le investigazioni hanno individuato una vasta rete criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dalle coste libiche a quelle italiane e al successivo sfruttamento delle vittime. È stato accertato che l’organizzazione era strutturata in cellule collegate, con referenti nei paesi di origine, in Libia e nel territorio nazionale. Ciascun gruppo assicurava il reclutamento di connazionali in Marocco, Egitto, Tunisia, Algeria e Sudan, provvedendo quindi al loro trasferimento via terra presso il porto libico di Zouara. Qui, i referenti libici reperivano le imbarcazioni per il trasporto dei migranti sulle coste dell’Italia meridionale, prevalentemente Lampedusa, mantenendo i contatti con la componente presente in Italia, che segnalava le rotte da percorrere in relazione alle zone di sbarco ritenute più propizie. In particolare, un trafficante sudanese dirigeva una cellula preposta alla gestione degli immigrati, dopo l’arrivo nel nostro paese ed il loro trasferimento nei centri di accoglienza o di permanenza temporanea di Crotone, Agrigento e Caltanissetta.L’indagine ha anche accertato che l’organizzazione metteva in atto dei veri sequestri di persona a scopo di estorsione. Una volta fatti fuggire dai centri, gli stranieri venivano infatti segregati in ricoveri di fortuna, sino al pagamento di un riscatto da parte dei familiari direttamente nelle mani di referenti dell’organizzazione, oppure attraverso rimesse effettuate presso agenzie private. I pagamenti, ammontanti complessivamente a centinaia di migliaia di euro, avrebbero dovuto essere investiti nell’acquisto di ristoranti «etnici» nell’Italia del Nord. La testimonianza delle vittime individuate e liberate, ha fornito ulteriori conferme al quadro investigativo, documentando intimidazioni e violenze, inflitte anche con l’utilizzo di armi da fuoco.Intanto, dei migranti in fuga dalla Libia di Gheddafi si parlerà il 13 marzo anche a Lampedusa, dove è previsto l’arrivo di Jacques Barrot, commissario Ue per giustizia e immigrazione, nonchè uno dei destinatari della petizione che alcune migliaia di cittadini hanno firmato su proposta degli autori del film «Come un uomo sulla terra» [dedicato ai profughi della Libia vittime di violenze]. Per quest’occasione, hanno fanno sapere gli autori dello straordinario documentario [regalato a chi si abbona a Carta], si sta cercando di organizzare una proiezione speciale del film a Lampedusa, tornando con i protagonisti del documentario nel luogo del loro primo approdo in Italia. Prima o dopo la proiezione si cercherà anche di consegnare le firme della petizione al commissario Barrot. È possibile sostenere economicamente l’organizzazione di questo iniziativa di protesta facendo una donazione attraverso il blog http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/2008/09/sostieni-la-distribuzione-di-come-un.htmlFonte: Carta del 5 marzo

(6 marzo 2009)

TORINO – Malate nel corpo e nell'anima: gli incubi delle africane vittime di trattaNegli incubi delle donne vittime di tratta ricorre spesso l’acqua. Le profondità del mare che hanno attraversato, le divinità non sempre benevole che hanno lasciato a casa. è un’acqua che appare nei sogni o che scorre loro sotto la pelle, nel corpo. Le donne nigeriane arrivate da noi con i loro fantasmi hanno spesso dai 25 ai 30 anni e soffrono nel corpo e nella psiche: di tremori, mal di testa, senso di superiorità accompagnata ad aggressività (verso gli altri e verso se stesse), deliri, ansia, panico, ossessioni, allucinazioni; sensazioni di calore, di oggetti che si muovono nel corpo, che non sanno definire, ma che a volte sono mostri orribili. Se ne è parlato questa mattina al convengo “Il disagio psichico delle vittime di tratta Africa/Nigeria: riti di

23

possessione, percorso migratorio e difficoltà di integrazione”, presentato dalla regione Piemonte, Sportello giuridico Inti, Gruppo Abele. Hope è una giovane nigeriana: perde la famiglia durante una guerriglia interna. Attraverso il Niger e la Libia e 4 giorni su un barcone, arriva a Lampedusa. Il viaggio le provoca un trauma: nell’acqua vede le divinità del suo paese e cani rabbiosi che cercano di morderla. A Lampedusa viene inserita in una comunità per minori per un percorso di autonomia, e subito iniziano i suoi disturbi: confusione, mal di testa, “occhi che girano”, attacchi d’ansia. È il “problema africano” dice Hope; nel sonno vede la madame e ha incubi terribili. La giovane, racconta Lisa Giustacchini dell’associazione “Lotta contro l’emarginazione”, che ha raccolto questa testimonianza, verrà curata con la psicoterapia, un paio d’occhiali e degli amuleti, talismani da portare con sé e accompagnarla, anche nel sonno. Mary invece è del 1980, i suoi genitori muoiono di Aids. Arriva in Italia e si prostituisce. Tenta un percorso di recupero, ma spesso fugge, perseguitata dal fantasma della Madame. Soffre di ossessioni, come visite notturne di persone del suo passato, disorientamento e paure (rispetto ai luoghi e alle sue connazionali), di ansia, confusione, panico, allucinazioni. Anche lei sogna l’acqua. Mary, dopo diversi ricoveri ospedalieri in psichiatria, viene rimpatriata. In Nigeria sta meglio. “Depauperamento culturale” – ha sottolineato Francesco Remotti, docente di Antropologia all’Università di Torino - . Culture estirpate da secoli di dominazioni, dalla schiavitù, dal colonialismo. Culture che rispondevano a obiettivi ed esigenze che non si potevano calpestare, cioè costruire una vita, formare degli individui, produrre consapevolezza”. Un’Africa privata delle sue specificità: ad esempio i riti, talvolta dolorosi, di iniziazione, dove il giovane veniva allontanato dal villaggio, affinchè prendesse coscienza della società, e si formasse uno spirito critico. “Missionari e antropologi non hanno colto questa profondità. In Africa, arrivano invece religioni che vogliono essere universali, come l’islam o il cristianesimo”, che uniformano, livellano. E poi il capitalismo, a distruggere, per la sua stessa struttura, qualsiasi altro stile di vita” e allora la ricchezza non è più la relazione, la rete sociale, come nella tradizione, ma un’aspirazione, un miraggio, per cui i giovani diventano disposti a tutto. Non solo: ricchezza economica e stregoneria diventano un binomio: “La proliferazione della stregoneria è connessa alla modernità. La stregoneria si manifesta con il rancore, l’invidia di chi emerge economicamente e avrà potere malefico. Le ricchezze prodotte in modo occulto suscitano nella collettività l’idea che ci sia qualcosa di incontrollabile, di diabolico”. E coniugando l’idea cristiana del male con il diavolo, il cerchio si chiude. (rf)  

(3 marzo 2009)

INTEGRAZIONE

ITALIA - Nasce “Extrabanca” il primo istituto di credito per immigrati.23,6 milioni di euro di capitale sociale. 44 soci tra cui Cariplo e Generali. L’imprenditore camerunense Otto Bitjoka sarà vicepresidente.La Banca d’Italia ha dato il via libera a “Extrabanca”, il primo istituto di credito per immigrati. La notizia è stata data in esclusiva dal settimanale Panorama in edicola da oggi.La banca, che inizierà ad operare in Lombardia, avrà come presidente Andrea Orlandini e vicepresidente l'imprenditore camerunense Otto Bitjoka, che diventa così il primo banchiere extracomunitario in Italia. Nel consiglio di amministrazione siedono Paolo Morerio e Corrado Giammattei, in rappresentanza, rispettivamente, dei due soci istituzionali: fondazione Cariplo e Assicurazioni Generali, principali azioniste del neonato Istituto di credito. I 44 soci della banca degli immigrati, il cui capitale sociale è di 23,6 milioni di euro, sono gran parte industriali del Centro-Nord, con attività che vanno dalla meccanica al tessile, dall'alimentazione alle costruzioni.

(27 marzo 2009)

ITALIA - Rapporto Onu condanna l'Italia per xenofobia e razzismoL'Onu, attraverso un rapporto dell'Ilo - la sua agenzia per il lavoro - accusa l'Italia di xenofobia e razzismo nei confronti degli immigrati, soprattutto i rom. Ed il governo scende in campo 'respingendo al mittente' affermazioni che sono 'false', spiega il ministro degli Esteri, Franco Frattini, annunciando di aver espresso gia' al quartie generale dell'Ilo a Ginevra l''indignazione' dell'esecutivo.Il ministro del welfare, Maurizio Sacconi, rimarca intanto la correttezza dell'Italia nell'applicare

24

le convenzioni per i Diritti Umani e del lavoro e spiega che quello dell'Ilo non e' un 'atto ufficiale'.A scatenare la bagarre le tre pagine, contenute in un rapporto del Comitato di Esperti dell'Ilo - l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro dell' Onu - che puntano il dito sulla penisola, accusandola di discriminare gli immigrati e chiedono al Governo di Roma interventi a stretto giro per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela agli immigrati. Rapporto che non lesina accuse anche ai 'leader politici' italiani rei - si legge nel testo - di usare una 'retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalita', creando cosi' un sentimento di ostilita' e antagonismo nell'opinione pubblica'. Il documento del Comitato - pubblicato il sei marzo scorso - spiega che il clima di intolleranza ha un impatto sugli standard minimi di protezione 'dei diritti umani e del lavoro' nonche' sui livelli di vita, ponendosi in contrasto con la convenzione 143, sulla 'Promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori migranti', ratificata dall'Italia nel 1981. Tutte affermazioni 'false, non dimostrare con elementi concreti, da respingere al mittente', replica la Farnesina spiegando che Frattini, giudica 'gravemente inaccettabili' parole 'come 'intolleranza' o 'discriminazione' nei confronti degli immigrati' riferite 'all'Italia e alle autorita' italiane'. Una posizione cui fa eco Sacconi: 'il documento non e' un atto ufficiale dell'Ilo ma molto piu' modestamente il recepimento da parte degli esperti di ipotesi tutte da dimostrare'. E avanza il dubbio che le 'sollecitazioni siano pervenute dall'interno del Paese'.'Il quadro non e' quello rappresentato nel rapporto', ribadisce la Farnesina sottolineando che l'Italia 'rispetta e rispettera' le regole europee ed internazionali come sempre e' stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorita' responsabili'. 'Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare', aggiunge il ministero degli Esteri. Gli autori del documento 'non considerano, e cio' dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del documento, che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita' italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanita''. 'Da anni esprimiamo preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, e in modo particolare nel mondo del lavoro, commenta invece da parte sua la Caritas per voce del responsabile immigrazione, Oliviero Forti.

(20 marzo 2009 )

ITALIA - Scuola: tetto del 30% agli alunni stranieri nelle classiIl provvedimento verrebbe introdotto a partire dal 2010.Il Ministero dell'Istruzione “sta ragionando per introdurre un tetto intorno al 30%” della presenza degli alunni nelle classi. Lo ha annunciato ieri il Ministro Gelmini, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Non credo - ha aggiunto - che ciò sia possibile dal prossimo anno, ma dal successivo. Sto comunque chiedendo ai dirigenti uno sforzo per risolvere i casi-limite già dal prossimo anno”. Gelmini a questo proposito ha citato la vicenda della scuola Pisacane di Roma, dove a fronte di una presenza straniera che supera il 70% i genitori italiani minacciano di ritirare i propri figli. “È una vicenda - ha detto - che deve far riflettere. Si devono impegnare risorse per accompagnare i bambini immigrati nella conoscenza della lingua italiana”. (20 marzo 2009)

 INFORMAZIONI GIURIDICHE

ROMA – Il TAR Lazio: il visto di reingresso non può essere rifiutato dal consolato italiano solo perché manca il nulla osta della questura.Il Tar Lazio accoglie il ricorso di una cittadina egiziana rimasta priva del permesso di soggiorno, in quanto annullato dalla questura per mancato ritiro, e condanna la Farnesina alle spese di giudizio in quanto il Consolato non avrebbe dovuto negare il visto di reingresso. Il caso. Una cittadina egiziana, già titolare di permesso di soggiorno per lavoro, rinnovato ma non ritirato poiché la straniera si era assentata dall’Italia, aveva chiesto al Consolato generale in Alessandria d’Egitto un visto di reingresso, rifiutato dalla Rappresentanza in conformità di parere negativo espresso dalla Questura di Roma che aveva annullato il permesso di soggiorno già rinnovato ma “successivamente annullato non essendo stato ritirato dall’interessata.” Secondo il Tar di Roma, il mancato ritiro del rinnovo del permesso di soggiorno da parte

25

dell’interessata non può giustificare l’automatico annullamento dello stesso avendo l’amministrazione l’onere di valutare le ragioni per cui tale evento si è verificato anche alla luce di eventuali “gravi e comprovati motivi” che, ai sensi dell’art. 13 comma 4° D.P.R. n. 394/99, potrebbero essere invocati dalla ricorrente quale ragione giustificatrice della sua assenza dall’Italia.Peraltro, mentre l’allontanamento dal territorio nazionale costituisce esercizio di una facoltà espressamente riconosciuta allo straniero dagli artt. 8 e 14 comma 4° D.P.R. n. 394/99 che ne disciplinano limiti e modalità, nel caso in esame è stato comprovato che la straniera aveva prolungato il suo soggiorno in Egitto per motivi di salute, circostanza non valutata né dalla Questura né dal Consolato Generale. Per questi motivi, oltre ad accogliere il ricorso ed annullare il diniego del visto di reingresso, il Tar ha condannato il Ministero degli Affari esteri, unico costituitosi nella causa, a sostenere le spese, liquidate in complessivi euro 2.486,00.

(25 marzo 2009)

STRASBURGO - La Corte europea dei diritti dell'Uomo boccia l'espulsione di otto tunisini La Corte europea dei diritti dell'Uomo ha accolto il ricorso di otto cittadini tunisini raggiunti da decreto di espulsione per motivi di sicurezza nazionale emanato dal Ministro degli Interni italiano nel corso del 2006. Secondo la Corte di Strasburgo, sussiste un serio rischio che gli interessati, se rimpatriati in Tunisia, possano essere sottoposti a tortura o a trattamenti inumani o degradanti, in quanto indagati o accusati per reati di terrorismo.Il 24 marzo 2009, la CEDU ha emanato le proprie decisioni in otto casi contro l’Italia, accogliendo le richieste dei ricorrenti, tutti cittadini tunisini colpiti da decreto di espulsione. La CEDU ha accertato che se i ricorrenti venissero rinviati in Tunisia, ci sarebbe il rischio concreto che gli stessi possano essere sottoposti a tortura, in violazione dell’art. 3 della Convenzione. Si tratta dei ricorsi Abdelhedi c. Italie (n° 2638/07), Ben Salah c. Italia (n° 38128/06), Bouyahia c. Italia (n° 46792/06), C.B.Z. c. Italia (n° 44006/06), Darraji c. Italia (n° 11549/05), Hamraoui c. Italia (n° 16201/07), O. c. Italia (n° 37257/06), Soltana c. Italia (n° 37336/06). Nei casi Ben Salah, Darraji e Hamraoui, i ricorrenti invocano anche l’articolo 2 della Convenzione (diritto alla vita) e nei casi C.B.Z., O. e Soltana, i ricorrenti invocano l’articolo 8 della Convenzione (diritto al rispetto della vita privata e familiare) nei casi Bouyahia e Darraji, i ricorrenti invocano anche l’articolo 6 della Convenzione (diritto ad un processo equo). In tema di espulsioni verso la Tunisia, si ricorda che l’Italia non aveva ottemperato alle indicazioni della CEDU nel caso Ben Khemais c. Italia (ricorso n° 246/07) dove l’Italia è stata condannata non solo per la violazione dell’articolo 3 (divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti), ma anche per la violazione dell’articolo 34 (diritto di presentare un ricorso davanti alla CEDU) della Convenzione. L’Italia infatti non aveva rispettato l’impegno di non ostacolare in nessun modo l’esercizio del diritto di presentare efficacemente ricorso davanti alla CEDU. Al caso ben Khemais, ne è seguito purtroppo un altro, quello del ex-imam tunisino, Mourad Trabelsi, condannato in Italia per terrorismo internazionale, espulso nel dicembre 2008 dalle autorità italiane verso la Tunisia, nonostante la CEDU avesse indicato all’Italia di non procedere. In tutti i casi menzionati, la CEDU si riporta al precedente giurisprudenziale Saadi c. Italia, [GC], n. 37201/06, sentenza del 28 febbraio 2008. Leggendo infatti questa pronuncia si comprendono quali siano le condizioni reali esistenti in Tunisia, perché i diritti fondamentali sono compressi a tal punto da far temere che un principio fondamentale come il divieto assoluto di tortura o di trattamenti e pene inumani o degradanti, garantito dall’art. 3 della Convenzione, possa essere violato in quel Paese. Il testo della sentenza della CEDU nel caso O. contro Italia (in lingua francese)

(25 marzo 2009)

ROMA - Donne e cittadinanza, la sentenza che riconosce la cittadinanza ai figli delle coniugate con cittadini stranieri prima del 1° gennaio 1948Il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione diramerà presto una nota esplicativa sulla recente sentenza n. 4466 del 25 febbraio 2009 con la quale la Corte Suprema di Cassazione, a sezioni unite, ha affermato che, per effetto delle sentenze della Corte Costituzionale n. 87 del 1975 e n. 30 del 1983, deve essere riconosciuto il diritto allo status di cittadino italiano ai figli di donne italiane coniugate con cittadini stranieri prima del 1° gennaio 1948. Finora infatti la completa applicazione del principio di parità tra uomo e donna, per quanto riguarda la trasmissibilità ai figli della cittadinanza italiana, era stato pienamente raggiunto solo con l’emanazione della Carta costituzionale nel 1948. Prima di tale data il principio dell’unitarietà

26

dello 'status civitatis' della famiglia era prioritario rispetto ai diritti della donna, che, solo nella legge di riforma del diritto di famiglia del 19 maggio 1975, avevano trovato parziale accoglimento. Con la sentenza, la Corte di Cassazione ha inoltre dato compiuta attuazione ai principi contenuti nella Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, adottata a New York il 18 dicembre 1979, secondo la quale alle donne spettano 'diritti uguali a quelli degli uomini in materia di acquisto, mutamento e conservazione della cittadinanza'.

(6 marzo 2009)

Cassazione: no attenuanti a clandestini anche se incensurati Le nuove disposizioni in materia di sicurezza in vigore dallo scorso luglio escludono che un immigrato clandestino - rimasto in Italia nonostante l' ordine di espulsione - possa avere le attenuanti generiche perché non ha precedenti penali. Per questo motivo la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna a 5 anni e 10 giorni (sospesa con la condizionale) inflitta con rito abbreviato dal tribunale di Urbino a un nigeriano che non aveva rispettato l'ordine del questore del capoluogo a lasciare il paese. I giudici della prima sezione penale hanno accolto il ricorso del procuratore generale della Corte di Appello di Ancona contro la sentenza che aveva riconosciuto le attenuanti generiche all' imputato sulla base del fatto che era incensurato, e hanno rideterminato la pena in otto mesi di reclusione. I supremi giudici, nella sentenza n. 3635, spiegano che le nuove norme - diventate gia' legge quando il tribunale di Urbino ha emesso la condanna in questione - 'si pongono all' evidenza l' obiettivo di restituire effettivita' alla sanzione penale, impedendo l' uso indiscriminato di benefici che il legislatore ha inteso riservare a situazioni specifiche, piu' ristrette di quelle che precedentemente li autorizzavano'.

(1 marzo 2009)

GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA

Consiglio di Stato, Sez. VI, Decisione n. 1788 del 25 marzo 2009È legittimo il provvedimento di diniego della concessione della cittadinanza italiana motivato per relationem alla istruttoria effettuata dall’A., dalla quale è emerso che la richiedente è stata per lungo tempo in Italia in stato di clandestinità, ha dei precedenti penali e convive con un soggetto pluripregiudicato. Tali elementi fanno ritenere legittimo il non interesse dello Stato alla concessione dello status civitatis alla richiedente.

Tar Veneto, Sez. III, Sent. n. 745 del 23 marzo 2009 È illegittimo il provvedimento di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno affetto da insufficienza di istruttoria, di motivazione e di carenza di presupposti relativamente al giudizio di pericolosità sociale, e a causa dell’omessa considerazione delle attuali condizioni dello straniero al momento dell'adozione del provvedimento impugnato atte a comprovare la sussistenza di fonti lecite di sostentamento.

Consiglio di Stato, Sez. VI, Decisione n. 1569 del 17 marzo 2009È illegittimo il provvedimento con cui l’A. ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno al raggiungimento della maggiore età dello straniero sottoposto a tutela.Una interpretazione letterale dell’art. 32 del D.Lgs. 286/98, comportando una diversità di trattamento tra minori stranieri affidati e quelli sottoposti a tutela, si porrebbe in contrasto con i valori che informano la Carta costituzionale.

Tar Emilia Romagna, Sez. I, Sent. n. 260 del 13 marzo 2009È legittimo il provvedimento di diniego della conversione del permesso di soggiorno per lavoro stagionale in permesso per lavoro subordinato a tempo determinato. Tale conversione presuppone la necessaria richiesta al competente Ufficio del Lavoro della sussistenza di una quota flussi disponibile per l’ingresso dello straniero interessato. L’onere di tale richiesta ricade sull’interessato e non sulla P.A. che esamina l’istanza di conversione.

Consiglio di Stato, Sez. VI, Decisione n. 1402 del 10 marzo 2009È legittimo il riconoscimento dello status di rifugiato politico concesso al cittadino algerino che sia stato oggetto di gravi minacce da parte di integralisti, che intendevano dissuaderlo dall’ottemperare agli obblighi di leva, nella forma del servizio sostitutivo civile. Non rileva che

27

tale situazione di pericolo non sia riconducibile a persecuzione posta in essere dal Governo. Infatti, anche la sussistenza di gravi e conosciuti conflitti interni, non necessariamente implicanti vera e propria guerra civile, possono costituire presupposto per il riconoscimento dello status di rifugiato politico, quando la situazione socio-politica del Paese pur a regime democratico, renda plausibile il rappresentato pericolo per l’incolumità del singolo cittadino.

GIURISPRUDENZA CIVILE

Corte di Cassazione, Sez. I Civile, Sent. n. 6441 del 17 marzo 2009È rigettato il ricorso avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze che aveva negato il diritto al ricongiungimento familiare al cittadino neozelandese unito al cittadino italiano da un’unione omosessuale registrata dalle autorità del paese di origine.La nozione di “familiare”, risultante dal combinato disposto degli articoli 29 e 30 d.lgs. n. 286 del 1998, non può essere ampliata, al fine di ricomprendervi anche i soggetti legati da una stabile relazione affettiva, realizzata attraverso una convivenza di tipo non matrimoniale registrata o attestata, sia che si tratti di un’unione tra persone dello stesso sesso ovvero di sesso diverso.

Tribunale di Brescia, Sez. Lavoro, Ordinanza del 12 marzo 2009Costituisce comportamento antidiscriminatorio l’adozione della deliberazione con la quale il Comune di Brescia ha revocato la precedente deliberazione istitutiva del bonus bebè a favore dei soli nuclei familiari composti da almeno un cittadino italiano. L’ultima deliberazione è infatti stata adottata al solo fine di sottrarsi all’ottemperanza della precedente ordinanza del medesimo giudice che aveva dichiarato discriminatoria l’esclusione degli stranieri dal detto beneficio economico.Tutti coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti, siano essi italiani o stranieri, potranno presentare domanda per l’ottenimento del sostegno economico entro il 30 giugno 2009.

NOTIZIE INAS – CISL

Assegno sociale e invalidità civile per rifugiati e persone con status di protezione sussidiaria I cittadini stranieri in possesso del permesso triennale per protezione sussidiaria (rilasciato in virtù dell’impossibilità di ottenere la qualifica di rifugiato), al pari di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato, possono godere dello stesso trattamento riservato ai cittadini italiani in materia di assistenza sociale e sanitaria; e dunque possono accedere all’assegno sociale ed alle provvidenze di invalidità civile, pur non essendo titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, come previsto per tutti i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia che chiedono tali prestazioni. La possibilità di godere di tali benefici è estesa ai familiari (compresi coniuge e figli minori a carico) anche nel caso in cui queste persone componessero il nucleo familiare prima dell’arrivo del cittadino straniero in Italia.

Comunitari: requisiti per soggiornare senza reddito in un altro Stato membro Le modifiche dei parametrici economici per la richiesta di ricongiungimento familiare dei cittadini stranieri, entrate in vigore dal 5 novembre 2008, vanno ad incidere nel computo delle risorse economiche necessarie dei cittadini dell’Unione europea e dei loro familiari che non svolgono attività lavorativa. Lo specifica il Ministero dell’Interno, evidenziando che il Testo Unico sui comunitari (d.lgs n.30/2007) si richiama in merito alle norme contenute nel Testo Unico sull’immigrazione (d.lgs n.286/1998). Il dichiarante comunitario, in base alle nuove disposizioni, deve disporre per sé di una somma pari all’importo annuo dell’assegno sociale, mentre per ogni familiare a carico occorre aggiungere la metà dell’importo annuo di tale assegno. Nel caso in cui abbia due o più figli a carico di età inferiore ai 14 anni, l’importo minimo richiesto per soggiornarne in Italia è il doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale. È possibile cumulare con le risorse economiche del richiedente quelle di eventuali familiari conviventi.

Europarlamento: come arginare la fuga dei cervelli? Una tipologia moderna della ‘nuova emigrazione’ è quella legata alla ricerca. Un flusso che vede molti paesi europei, tra cui l’Italia, nel ruolo di ‘serbatoi’ di giovani talenti che, non

28

trovando spazi e risorse adeguati ai loro obiettivi, vanno a cercarli all’estero, trovando spesso in via permanente prospettive migliori che li inducono a non fare più ritorno. Scoraggiare la 'fuga di cervelli', promuovere il rientro dei ricercatori e creare un mercato unico della ricerca, migliorando le retribuzioni, le opportunità di carriera e la portabilità delle sovvenzioni, garantendo la flessibilità delle condizioni di lavoro e creando un fondo pensionistico europeo, ma anche rafforzando la collaborazione con il settore privato e agevolando gli scambi con ricercatori di paesi terzi, è quello che chiede il Parlamento europeo, che ha recentemente approvato una relazione in materia di Pia Locatelli (Pse). Gli eurodeputati rilevano che l'Europa ha bisogno di un maggior numero di scienziati, la cui attività è indispensabile per accrescere la produttività e la competitività europee nell’ottica di quella’economia basata sulla conoscenza’ delineata dagli obiettivi di Lisbona. Occorre quindi incoraggiare il rientro dei ricercatori europei che lavorano al di fuori dell'Unione e agevolare l'ingresso di quelli di paesi terzi che desiderano lavorare al suo interno. Per questo il Parlamento europeo appoggia l'iniziativa della Commissione relativa a una partnership europea per i ricercatori, ritenendo che le azioni proposte dovrebbero anche permettere di rimuovere i principali ostacoli che impediscono la realizzazione di uno Spazio europeo della ricerca. In particolare, i deputati suggeriscono agli Stati membri di rendere il ritorno agli istituti d'origine più allettante per gli studiosi, tramite l'aumento delle retribuzioni – eliminando tra l’altro il gap salariale di genere, che esiste in questo come in molti altri settori del mercato del lavoro - e l'offerta di vantaggi aggiuntivi, garantendo che le condizioni economiche siano paragonabili a quelle di cui hanno beneficiato durante il periodo di mobilità (a questo scopo il programma europeo 'Persone' offre opportunità di finanziamento); ma anche a migliorare le opportunità di carriera per i giovani ricercatori, ad esempio consentendo l'avanzamento professionale non sulla base dell'anzianità, bensì dei risultati acquisiti, come la capacità di innovazione e i tirocini nelle imprese. Opportuno è anche definire a livello europeo un modello unico di carriera nel campo della ricerca, e introdurre un sistema integrato di informazione sulle offerte di lavoro e di contratti di tirocinio, contribuendo alla creazione di un mercato unico del lavoro per i ricercatori. Gli Stati membri e la Commissione sono poi incoraggiati a rivedere le condizioni necessarie all'introduzione della portabilità delle sovvenzioni individuali di ricerca, qualora ciò permetta agli organismi di finanziamento di soddisfare in modo più efficace le loro esigenze, e agli scienziati di accedere a strutture di ricerca non disponibili negli istituti d'origine. Un ulteriore strumento utile potrebbe essere un sistema di ''buoni-ricerca'', in grado di rafforzare l'interesse e i vantaggi per gli istituti e le università che ospitano studiosi provenienti da altri Stati membri.Poiché nella valutazione dell’attrattiva di una possibile destinazione della migrazione per lavoro hanno un peso notevole, oltre alle condizioni di lavoro e alla retribuzione, anche tutti gli aspetti legati al benessere sociale, il Parlamento evidenzia anche la necessità di garantire ai ricercatori condizioni di lavoro flessibili, tali da consentire la conciliazione con la vita familiare. Inoltre, Commissione e Stati membri sono invitati a valutare la possibilità di creare un fondo pensionistico europeo per i ricercatori, indipendentemente dalla durata del contratto di ricerca. Infine, il Parlamento chiede di facilitare gli scambi con ricercatori di paesi terzi, attraverso l'introduzione di meccanismi quali i visti speciali, e fornendo loro i necessari servizi di supporto, fra cui l'accesso all'alloggio, alle scuole e alle strutture per l'infanzia.

INFORMAZIONI CARITAS

ROMA - " Caritas Italiana: "Non negare diritto alla salute agli immigrati . Nessuna persona sia esclusa dalle cure" "Ci sintonizziamo con il sentire di tante organizzazioni, ecclesiali e non, preoccupate che nessuna persona sia esclusa dal diritto alla cura e alla salute". Lo ha affermato mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, concludendo i lavori del Coordinamento immigrazione di Caritas italiana, che ha riunito a Lampedusa una settantina di partecipanti da 16 regioni ecclesiastiche. Mons. Nozza ha fatto presente la necessità di "non negare e creare disagio a chi ha diritto alla salute", riferendosi alla possibilità per i medici di segnalare gli immigrati irregolari, di cui si dibatterà alla Camera dei deputati la settimana prossima, nell'ambito del cosiddetto 'pacchetto sicurezza', e ha garantito l'impegno della Caritas italiana a fianco della comunità parrocchiale di Lampedusa e dell'arcidiocesi di Agrigento, "rafforzando la nostra presenza nei confronti di chi vive diversi disagi". Infine, mons. Nozza ha invitato le Chiese di Sicilia a "considerare il fenomeno immigrazione in Sicilia come un laboratorio-provocazione utile all'Italia e all'Europa".

29

(28 marzo 2009)

ROMA – Lanciata Campagna nazionale contro il razzismo, l'indifferenza e la paura dell'Altro: "Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti" Un fantasmino giallo disegnato da un bambino rom, lo "Spauracchio" da appuntarsi sul petto. Si aderisce così alla campagna "Non avere paura. Apriti agli altri, apri ai diritti". L'iniziativa è stata presentata mercoledì 18 marzo alle ore 10.30 presso il teatro Ambra Jovinelli di Roma. Leggi il comunicato stampa (pdf) Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della lotta ai pregiudizi contro gli immigrati, per riportare l'attenzione sulla tutela dei diritti, sull’uguaglianza e la pari dignità delle persone, per contribuire a rasserenare il dibattito culturale e politico attorno a questi temi. Una società che si chiude sempre più in se stessa, che cede alla paura degli stranieri e delle differenze è una società meno libera, meno democratica e senza futuro. Non si possono difendere i nostri diritti senza difendere i diritti di ciascuno, a cominciare da chi è straniero e spesso più debole»: il messaggio della campagna è contenuto in un manifesto (pdf), che si può sottoscrivere sul sito www.nonaverpaura.org. La campagna verrà replicata anche a livello territoriale, grazie agli strumenti di comunicazione da utilizzare per eventi di sensibilizzazione: uno spot televisivo e radiofonico, realizzato con il contributo del regista Mimmo Calopresti; poster (jpg), cartoline (pdf), spille raffiguranti lo Spauracchio

(18 marzo 2009)

GORIZIA – Immigrati: la Caritas scoppia. I responsabili del centro propongono di utilizzare il vecchio ospedale per ospitarliInvasione di immigrati a Gorizia e la Caritas, che li assiste, sta scoppiando. Di qui la clamorosa proposta: utilizzare un’ala del vecchio ospedale per ospitarli, visto che al centro San Giuseppe non ci stanno più. Girano per tutto il giorno in città. Senza soldi. Senza prospettive. Senza sapere dove andare. Sono i richiedenti asilo - un centinaio circa - che non passano certo inosservati lungo le vie goriziane. E la preoccupazione sale fra i cittadini. Tutte quelle persone rischiano di essere inghiottite dalla criminalità. Non hanno occupazioni, non hanno entrate e questa è la condizione perfetta per cadere nella tentazione di delinquere. Non avendo soldi in tasca, può sempre scattare la tentazione di... andarseli a trovare. E i cittadini di Gorizia sono preoccupati: questo è il prezzo da pagare - dicono in molti - a un atteggiamento che l’Italia ha sempre avuto e ha nei confronti degli immigrati: continua ad accoglierli anche se c’è una pesante crisi economica e non ci sono più spazi fisici per ospitarli. In una situazione del genere, la Caritas è sottoposta a un superlavoro. Tra settembre 2008 e marzo 2009 tale istituzione ha accolto quasi 600 immigrati dimessi dal Cara di Gradisca e, tuttora, è ospite delle strutture di accoglienza del capoluogo isontino oltre un centinaio di extracomunitari a fronte di una capienza massima non superiore a 42 posti. Nella stragrande maggioranza si tratta di extracomunitari richiedenti asilo. «Tutte queste persone le manteniamo a spese nostre. Abbiamo dovuto provvedere anche a potenziare il servizio mensa usufruendo in questo caso dell’appoggio dell’amministrazione comunale - spiega don Paolo Zuttion, direttore della Caritas diocesana -. Ma la situazione è d’emergenza: emergenza vera». Oltre cento immigrati africani in giro per Gorizia in queste condizioni rischiano davvero di far risuonare l’allarme-sicurezza. Che fare allora? La Caritas lancia una proposta. Clamorosa. Chiede di poter utilizzare l’ex ospedale civile di via Vittorio Veneto per ospitare i senzatetto che attualmente stanno facendo «scoppiare» le strutture di accoglienza della Caritas goriziana. «Non tutta la struttura, è chiaro, ma almeno una palazzina. Considerato che è appena stata dismessa, la struttura è perfettamente agibile». Una richiesta figlia della difficoltà di dover gestire tutte quelle persone e di dover fare i conti con tutte quelle situazioni di disagio e di difficoltà in strutture tutto sommato limitate come il centro San Giuseppe e il «Faidutti». L’ex Civile - da centro di alti studi o da cittadella transfrontaliera dedicata in qualche maniera alla sanità - rischia di trasformarsi in un nuovo centro immigrati. Una destinazione che in pochi, a Gorizia, vogliono avallare.FONTE: Il Piccolo di Trieste del 3 marzo 2009

(3 marzo 2009)

30

SPECIALE “LAMPEDUSA: PORTA D’EUROPA”

CARITAS ITALIANAA questo indirizzo: http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/V3_S2EW_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=1309, troverete un completo reportage sull’ iniziativa promossa a Lampedusa da Caritas Italiana, insieme alla Chiesa locale siciliana e alle Caritas diocesane, nei giorni 25-27 marzo 2009. Nell’isola, luogo simbolo dell'Europa delle migrazioni, si sono svolti i lavori del Coordinamento nazionale Immigrazione, oltre a una serie di iniziative collaterali, tra cui il momento di confronto pubblico "Lampedusa, frontiera d'Europa".

31