webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼...

89
Roberta Magnante Trecco Mito da favola Storie mitologiche per l’istruzione primaria LIVE

Upload: others

Post on 16-Feb-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

Roberta Magnante Trecco

Mito da favolaStorie mitologiche per l’istruzione primaria

LIVE

Page 2: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

Mito da favola

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 3: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Editing

Davide Bortoli

grafica

Giordano PacenzaLicia Zuppardi

impaginazionE

Camillo Conci

illustrazioni

Paola Leonardelli

© 2011 Edizioni EricksonVia del Pioppeto 2438121 TRENTOTel. 0461 950690Fax 0461 [email protected]

Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata,

se non previa autorizzazione dell’Editore.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 4: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

LIVE

ROBERTA MAGNANTE TRECCO

Mito da favolaStorie mitologiche per l’istruzione primaria

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 5: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Vivi. Scrivi. Pubblica. Condividi.La nuova linea editoriale di Erickson che dà voce alle tue esperienze

LIVE

È il progetto firmato Erickson che propone libri di narrativa, testi autobiografici, presentazioni di buone prassi, descrizioni di sperimentazioni, metodologie e stru-menti di lavoro, dando voce ai professionisti del mondo della scuola, dell’educa-zione e del settore socio-sanitario, ma anche a genitori, studenti, pazienti, utenti, volontari e cittadini attivi. Seleziona e pubblica le esperienze, le sperimentazioni e le idee che questi prota-gonisti hanno sviluppato e realizzato in ambito educativo, didattico, psicologico e socio-sanitario, per dare loro la possibilità di condividerle attraverso la stampa tradizionale, l’e-book e il web.

Sul sito www.ericksonlive.it è attiva una community dove autori e lettori posso-no incontrarsi per confrontarsi, dare e ricevere suggerimenti, scambiare le proprie esperienze, commentare le opere, trovare approfondimenti, scaricare materiali. Un’occasione unica per approfondire una serie di tematiche importanti per la propria crescita personale e professionale.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 6: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Indice

PREFAZIONE: Piano dell’opera 9

PRIMO MITO: Come sono nate le divinità? Una genealogia… 13

SECONDO MITO: Eridano e Fetonte 23

TERZO MITO: Il diluvio universale 27

QUARTO MITO: Le… sette fatiche di Eracle 31

QUINTO MITO: Bacco, dio del vino 39

SESTO MITO: Il dio di tutti gli dei: Zeus 45

SETTIMO MITO: La fondazione di Roma: Romolo e Remo 51

IL MIO DIZIONARIO MITOLOGICO 57

IL LINGUAGGIO DEI MITI 83

LE CORRISPONDENZE TRA LE DIVINITÀ 85

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 7: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 8: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

3.32

Boato di forze indicibili tutto di blu incandescente

sirene rosse urlate le grida di pianto

teneri fiori spezzati le loro Mamme abbracciate.

Frammenti d’anima ridotta a brandelli! Polvere travi cemento!

Cenere in... fine!

A tutti i Bambini della mia città e alle loro Madri perché non sia accaduto invano,

perché non si dimentichi, per dare voce a chi non c’ è più.

L’Aquila, 6 aprile 2009

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 9: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 10: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 9

Prefazione

Piano dell’opera

Questo libro ha l’intento di raccontare ai giovani studenti della scuola primaria alcune tra le più note storie mitologiche del mondo greco e latino attraverso un linguaggio semplice ed essenziale, rielaborato personalmente dall’autrice.

Esse trovano ispirazione dai testi in lingua originale presenti nelle varie antologie e grammatiche per il ginnasio: rispettano dunque la loro originalità e soprattutto la loro impostazione classica.

Non si tratta di favole, bensì di racconti giunti fino a noi dai tempi più antichi, quando ancora non esisteva la scrittura, grazie al girovagare di aedi, cantori che si spostavano da un pae-se all’altro della Grecia, da una reggia all’altra, per raccontare l’ira di Zeus, Giove per i Romani, oppure le storie di Afrodite. Successivamente, grandi poeti come Omero, Esiodo e Virgilio hanno raccolto e tramandato questi testi, perché non venissero dimenticati.

La mitologia nasce nell’antichità con l’intento di rispecchiare l’esigenza, innata nell’essere umano, di trovare risposte ai feno-meni naturali: da qui il bisogno di personificare questi ultimi unitamente ai sentimenti umani, di inventare eroine, eroi, dei, dee, personaggi belli e brutti, buoni e cattivi, strani o bizzarri, misteriosi o fantastici.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 11: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it10

La cosmogonia ci porta lontano nel tempo e ci presenta miti che spiegano la nascita del mondo oppure questo o quel particolare fenomeno naturale.

E la raccolta di miti, greci e latini, africani e cinesi, etruschi e indiani, è talmente ricca che sembra superare ogni limite pos-sibile della fantasia. Insomma, anche il più spettacolare film di fantascienza odierno fatica a reggere il confronto con le inven-zioni e le fantastiche narrazioni concepite nel passato dalla mente umana, pur di trovare spiegazioni e risposte ai fenomeni della natura oppure ai mille contraddittori comportamenti dell’uomo.

La mitologia greca può a buon diritto reclamare il primato di miglior produttrice di romanzi e sceneggiature che si siano mai avute in tutti i tempi, nell’ambito del genere fantasy, come viene chiamato oggi, e non solo. Le storie spaziano dal mito di Perseo a quello di Narciso, dalla metamorfosi di Dafne a quella di Aracne, dal mito di Demetra e Persefone a quello di Orfeo ed Euridice, dalla storia di Pan a quella di Arianna e Teseo, e cosi via… e il tutto intrecciato e aggrovigliato, oseremmo dire, in un filo lunghissimo, come quello dell’eroina del labirinto del Minotauro.

E non c’è limite alla fantasia! Draghi, serpenti, meduse, animali marini mostruosi, cavalli volanti o con testa umana, sirene, gocce di sangue che si tramutano in coralli, fanciulle che predicono il futuro, oracoli misteriosi, viscere da interpretare, e mille altre invenzioni e scenografie, tutte egregiamente dirette dall’alto, come solo un rispettabile deus ex machina sa fare, e tutte equamente soggette ad altrettanti colpi di scena inaspettati. E il lettore fatica a stare dietro a una tale quantità di personaggi, che cambiano luogo, nome, fisicità per questo o quello sgarbo

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 12: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 11

rivolto, nolenti o volenti, a una divinità o al grande Zeus, che tutto governa e dirige.

Gli dei dell’Olimpo, gli eroi greci e latini, le loro gesta hanno lasciato segni indelebili in tutti i campi della cultura e per molti secoli fino a noi; hanno arricchito, infatti, non solo la poesia, il teatro, la narrativa, ma anche l’arte e la musica. Compositori, pittori, poeti hanno realizzato opere ispirandosi alla mitologia classica.

Gli dei, cittadini dell’Olimpo, catena montuosa situata nel nord della Grecia, rappresentano anche gli elementi naturali: Apollo, dio della luce e della bellezza, rappresentava il sole; Po-seidone il mare; Artemide, dea della caccia, la luna. Oltre a ciò trovavano rappresentazione persino i difetti e le virtù degli esseri umani: discordia, bellezza, invidia, accidia, saggezza, ecc. Gli dei quindi erano da una parte vulnerabili, gelosi e capricciosi e dall’altra potenti e temibili.

Come rendere allora allegra e leggera, in una parola leggibile, una trama oppure un racconto a un bambino, così da stupirlo, senza annoiarlo e neppure impaurirlo?

Da qui la necessità, come già detto, di recuperare la trama più diffusa e conosciuta di alcune storie, sminuendo la drammaticità delle tragiche vite dei singoli eroi e delle singole eroine, in modo da rendere il racconto comprensibile, a volte spiritoso: dunque, personaggi buffi oppure goffi dalle sembianze e dall’aspetto fisico ridicolo o mostruoso, sminuito dalla loro stessa storia ovvero dagli stessi fatti che loro capitano. L’intento ultimo è quello di trasmettere questa materia così intrigante e misteriosa ai giovani del nostro tempo, abituati dalle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi di comunicazione a tenere a riposo la propria fantasia.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 13: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it12

I racconti qui presentati hanno, inoltre, il proposito di for-nire materiale da lavoro per quei docenti che prestano attività didattica speciale, limitatamente a una lettura semplice e fine a se stessa.

Ciascun insegnante potrà a suo piacimento arricchirne il contenuto, approfondendo le storie con altri documenti relativi alla mitologia, oppure riutilizzare i testi per dettati o trovare in essi spunti per una discussione.

Il volume ha in appendice un elenco dei nomi delle divinità più note e un breve vocabolario di termini tipici del linguaggio mitologico.

Come nei grandi dizionari mitologici, divinità e personaggi vengono nominati con il loro nome greco; nell’appendice viene indicata anche la corrispondenza con la divinità romana.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 14: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 13

Primo mito

Come sono nate le divinità? Una genealogia…

Ciao a tutti, cari studenti!Dove vi trovate in questo momento? E come state? Siete a scuola? Oppure a casa? Siete comodamente

seduti?Certamente se siete seduti su di una semplice sedia

di color legno, che oscilla tra l’avana e il marrone, magari con scritte scolorite sopra, quattro gambe d’ac-ciaio o di ferro – mi riferisco a quelle che troviamo nelle nostre scuole – non si può dire che siate comodi come su di una poltrona morbida… anche se bisogna riconoscere che esse sono essenziali e utili alla nostra schiena!

Allora, state bene? Sì, insomma, dovete essere pronti, perché quella che state per leggere è una lunga lista, che ha lo scopo di presentarvi la famiglia più bizzarra e fantasiosa mai vista nel corso dei secoli. Mi riferisco alla famiglia delle divinità dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Sicuramente avrete sentito parlare di Zeus, o Giove, oppure di Afrodite e di Apollo, o di

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 15: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it14

Diana, e forse anche dei Giganti. Tutti personaggi curiosi, strani ma affascinanti, dai poteri magici, che tra l’altro sembravano trascorrere il tempo a farsi dispetti di ogni genere!

Da quando l’uomo è apparso sulla terra, ha avvertito la necessità di rispondere ai mille perché della vita e si è sforzato in tutti i modi di trovare una spiegazione un po’ a tutto:

«Dove si va dopo la morte?», «Cosa c’è oltre la vita?», «Quante vite abbiamo?», «Quale l’origine dei fenomeni naturali? Chi e perché li provoca?», ecc.

Bisognava rispondere in qualche maniera a tutte queste domande piene di perché. L’innata e istintiva tendenza dell’uomo a trovare spiegazioni in esseri superiori poteva portare a soddisfare que-sta esigenza. Pensate un po’ come all’epoca poteva scatenarsi la fantasia della gente, soprattutto degli scrittori, visto che non esisteva la scienza, per come la intendiamo noi oggi, e che non si avevano spie-gazioni scientificamente dimostrabili. Quindi il fulmine era la manifestazione della divinità e così pure la pioggia. Tutto era voluto e gestito da questa o quella divinità.

Ma loro, gli dei, come erano nati? Da dove ve-nivano a loro volta?

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 16: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 15

E allora… via! A lanciare a briglie sciolte la fan-tasia!

Ed eccovi qui allora una genealogia delle divinità di un tempo.

Cosa significa genealogia? Ha a che fare con la «nascita», oppure, se vi piace di più, con l’«origine»: in questo caso nascita e origine degli dei e della loro discendenza.

Ci fu un signore, che visse tantissimo tempo fa, che si divertì, non sapendo cosa fare senza tv e computer, a comporre un’opera di mitografia, cioè un libro in cui vi fossero raccolti i miti, storie fantastiche, insomma. Il suo nome era Caio Giulio Igino e di lavoro faceva il bibliotecario del famoso imperatore Augusto a Roma.1 Che fatica scrivere a mano con un semplice pennino tutti quei fogli di pergamena!

I miti lo affascinavano e divertivano. Temeva però che col tempo andassero perduti o venissero dimenticati… Allora, allora… Igino scrisse una specie di elenco:1. All’inizio c’era il Caos. Che cosa vi viene in mente

sentendo questo termine? Il disordine, quello che

1 Igino, Miti, Milano, Adelphi, 2000.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 17: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it16

fate voi nelle vostre camerette, per intendersi, quando giocate con i vostri amici. Tutto sottoso-pra: scarpe di qua, abiti di là, quaderni, palloni, cuscini, libri chissà dove, e poi ancora carte e molliche di merenda non completamente finita sul tappeto buono di mamma in salotto. In realtà gli studiosi ci spiegano che per gli antichi Greci e gli antichi Romani Caos significava il vuoto, un vuoto che poi è stato riempito con la materia del mondo e dell’universo.

2. E questo Caos da dove proveniva? Dalla Caligine: dal buio e dall’oscurità. Ha una sua logica: quando si cammina al buio, si inciampa e naturalmente si fanno cadere gli oggetti e tutto ciò che si trova sul nostro percorso ed è per questo che si crea il Caos, per come lo intendiamo noi oggi! Altro che!

3. Dalla Notte nacquero il Fato, cioè il destino, la Vecchiaia, la Morte, la Discordia, la Povertà, il Sonno, la Giustizia divina, l’Amicizia, la Miseri-cordia, ovvero la Pietà per le sofferenze del nostro prossimo, e persino un fiume, lo Stige, un fiume lunghissimo che scorre nel mondo dell’aldilà e che ogni giorno – anzi ogni minuto – vede pas-sare sopra le sue acque centinaia e centinaia di persone che hanno lasciato la terra.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 18: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 17

4. Oltre a tutte queste Divinità, o pseudo (fin-te) divinità (la Vecchiaia, la Miseria, ecc.), si generarono anche tre terribili vecchie che i Romani chiamavano Parche e i Greci Moire e che di mestiere facevano le filatrici. Cose di altri tempi, sì, insomma tessevano con il filo… la vita di tutti noi poveri mortali e decidevano la durata del nostro tempo-vita. Una filava, l’altra tesseva e l’ultima tagliava il filo della vita. Si chiamavano: Cloto, Lachesi e Atropo. Il nome Atropo voleva dire inflessibile, inevi-tabile. Bastava solo il nome a far capire che era inflessibile, cioè che non si poteva sperare che

CLOTO LACHESI ATROPO

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 19: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it18

lei non tagliasse il filo della vita degli uomini. Insomma, avete capito cosa facevano? Le tre Parche decidevano quanto una persona dovesse vivere! Brutte vecchiacce prepotenti e presuntuo-se! E nessuno, dico nessuno, poteva azzardarsi a opporre loro resistenza. Vatti a fidare di certe nonnine…

5. Dalla Terra e dal Tartaro nacquero i famosi Giganti. E chi era Tartaro? Il luogo più cupo e desolato che potesse esistere. Viene in mente l’Inferno descritto da Dante Alighieri: all’in-gresso un essere spietato e crudele con gioia e felicità accoglieva tutti i «cattivi» dell’epoca. Dante lo chiamò Caronte: «Caron dimo-nio, con occhi di bragia» (occhi di fuoco). A cosa vi fa pensare, oggi, questa parola? Ma al tartaro no? Quello che si forma tra i denti, se non li lavate bene, oppure se non andate dal dentista almeno una volta l’anno a fare la vostra bella pulizia della vostra boccuccia! E il tartaro è di colore scuro, quasi nero. Dunque, il termine ha conservato il senso cupo di un luogo tetro. I Giganti, invece, erano uomini temerari, di grande statura, che avevano preso l’ardire di lottare contro Giove e contro tutti gli dei

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 20: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 19

dell’Olimpo per diventare i primi. Ma non bastò la loro grandezza fisica a permettere loro di diventare più forti di Zeus! Per que-sto atto di incredibile sfida, Zeus decise di scaraventarli ai piedi delle montagne e sep-pellirli dentro ai vulcani, dopo avere prima trasformato i loro piedi in code di serpenti. Questo tanto per dire… sapete. Scioc-chezze, bazzecole per il grande Iuppiter! E la fantasia degli antichi non si ferma qui: il grande Igino continua a raccontare.

6. Da Ponto e da Acqua marina nacquero invece tutte le specie possibili e immaginabili dei Pesci. Cos’è il Ponto? Una regione che si affaccia sul mar Nero e il mare chiaramente, come tutto il resto, era personificato. Sì, certo, dovete immaginare con la vostra fantasia che il Mare fosse un omone grandissimo, incontenibile, pieno di forza.

7. Dall’Oceano, figlio di Urano e di Gea (vero nome della Terra), e dalla ninfa Teti ebbero origine tutti i Fiumi: lo Strimone, il Nilo, il Tigri, l’Eufrate, il Simoenta, l’Aspropotamo e via dicendo.

8. Da Nereo, dio marino figlio di Ponto e di Gea, nacquero, pensate un po’, ben cinquanta figlie, dette Nereidi, Ninfe buonissime con gli uomini.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 21: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it20

Cinquanta donzelle tutte pacifiche e carine con i poveri sconsolati esseri umani: e finalmente, almeno una buona notizia!

9. Da Nettuno (Poseidone, per i Greci) e Amfitrite nacque Tritone…

10. Da Dione e Giove (Zeus) nacque Venere, dea della bellezza, chiamata Afrodite dai Greci…

11. Da Giove e Giunone (Era per gli antichi Greci), Marte (o Ares), il dio della guerra…

12. Dalla testa di Giove nacque Minerva (o Atena)…13. Da Giunone senza padre (che strano!) nacque

Vulcano (Efesto in Grecia), dio del fuoco (da cui i nostri vulcani)…

14. Da Giove e Climene, la dea della Memoria, Mnemosine…

15. Da Giove e da Maia, nacque Mercurio (o Er-mes)…

16. Da Giove e da…17. Da… da… da…

Uffa! Insomma, avete capito… basta con que-sto elenco! E poi mi domando: ma quante donne aveva questo birbone di Zeus?

Ex Caligine Chaos: ex Chao et Caligine Nox Dies […]Ex Iove et Iunone, Mars.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 22: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 21

Ex Iovis capite, Minerva […]Ex Iove et Clymene, Mnemosyne.Che fantasia, ragazzi! E quanto bisogno da parte

dell’uomo di spiegarsi il mondo!Quanta conoscenza in più abbiamo noi oggi

sulle spalle: quante scoperte, quanta tecnologia e soprattutto quante paure superate!

Procediamo con i nostri racconti, allora, dopo tale premessa!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 23: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 24: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 23

Secondo mito

Eridano e Fetonte

Tanti e tanti anni fa abitava tra le Alpi il fiume più lungo d’Italia.

Il suo nome era Eridanus.Eridanus si alzava tutte le mattine di buon’ora,

raccoglieva le sue limpidissime e freddissime acque, controllava che le ultime nevi della sera si fossero sciolte, verificava la propria portata e, felice felice per l’abbondanza di essa, chiudeva per bene la porta di casa e se ne andava.

Quante faccende doveva fare prima di uscire!E quanto duro era il suo lavoro!Doveva accontentare un po’ tutti: ogni giorno

doveva attraversare mille campagne, irrigare, innaf-fiare, ripulire, scavare, preparare solchi, aiutare in una parola la grande fatica dei contadini.

Il suo percorso era lunghissimo, poi finalmente la sera andava a riposare un po’ a casa del Mar Adria-tico, che lo aspettava per l’ora di cena.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 25: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it24

Quella volta Eridano non andò a cena da Adria-tico, perché si sentiva molto triste: aveva ricevuto una terribile notizia e non aveva voglia di vedere nessuno!

Tutto il cielo era sconvolto, mentre il mare era in burrasca.

Che era successo di tanto grave e sconvolgente?Povero Sole! Aveva perduto il suo unico figlio

maschio: Fetonte.Fetonte era un bellissimo ragazzino, alto e forte,

ma molto capriccioso, anzi diciamolo pure: viziato viziato.

Anche quel giorno, come sempre, il padre aveva cercato di accontentarlo. Com’era andata?

«Papà, papà… papaàààà! Oggi voglio uscire con il tuo nuovo carro!» aveva reclamato Fetonte. «Prestami il tuo carro. Ti prometto che sarò di ritorno presto e che te lo riporterò senza neppure un graffietto. Ti pregoooo!!»

Papà Sole cedette e lo accontentò, ma prima di lasciarlo andare si raccomandò:

«Mi raccomando, però, non ti avvicinare troppo alla madre Terra, perché con i tuoi raggi infuocati potresti bruciarla tutta!».

Fetonte disse ok, ma non ubbidì: salì sul carro e via a tutta velocità giù verso la Terra.

Voleva farsi vedere da tutti…

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 26: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 25

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 27: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it26

Sembra che papà Sole se ne accorgesse in tempo per evitare che tutto bruciasse, e deviasse il percorso del carro, senza però riuscire a ricondurlo in alto. In ogni caso non riuscì a salvare suo figlio Fetonte, che precipitò nelle gelide acque del fiume Eridano e lì, poco dopo, perse la vita.

Allora le sue sorelle si recarono in riva al fiume, vicino al punto in cui Fetonte era caduto, e piansero lacrime amare. Piansero così tanto, ma così tanto, che all’alba del giorno seguente gli dei ne ebbero pietà, e le trasformarono in frondosi pioppi.

Eridano si sentì molto in colpa per questa disgra-zia, ma esse lo consolarono.

Ancor oggi, infatti, lungo le vie del fiume PO, gli altissimi pioppi offrono un fresco riparo a tutti i passanti con le loro ombre e ricordano a tutti la triste storia del figlio del Sole.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 28: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 27

Terzo mito

Il diluvio universale

Allora, ragazzi, che ne dite di Fetonte?Visto quanti guai combinava?Una gran confusione, insomma, e infatti non

finì lì, perché, sì, è vero: precipitò e morì, ma prima di morire Zeus, ovvero Giove per gli antichi romani (chiamatelo pure come volete), decise di punirlo a modo suo, scagliandogli addosso un fulmine e in-cendiando ugualmente la Terra, anche se il padre si era dato tanto da fare per evitare la cosa. Ma Zeus può tutto e non deve rendere conto a nessuno.

Sole naturalmente non riuscì a capire bene il modo in cui suo figlio era morto e come lui anche il fiume Eridanus. Fatto sta che successivamente alla sua morte, malgrado tutto, la Terra prese fuoco.

Guai a disubbidire agli dei! Guai a disubbidire al padre di tutti gli dei! A Giove, insomma:

Giove pluvio, Giove… neve, Giove vento, Giove aquila, Giove stigio, Giove cielo, Giove aria, Giove freddo …per Giove! Giove per… giovedì.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 29: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it28

E chi più ne ha più ne metta!Dio supremo dell’Olimpo, padrone del fulmine,

Zeus fa parte come tutti gli altri dei della seconda generazione divina.

La madre Rea lo sottrasse al padre Crono, dio del tempo, prima che lo divorasse (vedete invece come noi siamo divorati dal tempo che passa ogni minuto!).

Fu allevato in una grotta situata sul monte Ditteo da una capra, ma da grande si vendicò del padre: lo buttò fuori dalla reggia con l’aiuto della dea Pazien-za, Meti.

E poi si sposò. Si sposò tantissime volte ed ebbe tantissimi figli. Come gli piacevano i bambini!

Guai, dunque, a chi osava disubbidirgli oppure a chi cercasse di copiarlo.

Un gesto simile, oltre a essere privo di rispetto, era veramente una sfida e come tale andava inesora-bilmente punita.

Per questo, Zeus, irritato da un ragazzino dispet-toso, viziato e disubbidiente, colse l’occasione per infliggere a tutta l’umanità un bel diluvio universale, un diluvio con i fiocchi, senza precedenti!

E, infatti, Zeus prima infuocò la madre Terra con uno di quei suoi tanto amati fulmini, preparati per l’occasione dal prediletto Efesto, e poi continuò il divertimento, anzi la vendetta, scatenando un

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 30: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 29

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 31: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it30

temporale che fu davvero la fine del mondo, con il quale spense il fuoco ma provocò un altro disastro. Ce ne parla anche il poeta latino Ovidio, nelle Me-tamorfosi.

Da ogni parte fece aggiungere acqua ai fiumi undique undique undique (da ogni parte), sì da far annegare tutto il genere umano, fatta eccezione per una donna, Pirra, e suo marito, Deucalione, consi-derati i migliori, i più virtuosi tra i viventi.

Qualcuno doveva pur restare, giacché fu a loro, che, dopo la vendetta, ordinò di ripopolare la Terra con volti nuovi.

E dopo qualche tempo, la madre Terra generò nuovi frutti: la genìa degli esseri umani, cioè la stirpe, la discendenza.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 32: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 31

Quarto mito

Le… sette fatiche di Eracle

Quel birbone di Zeus, come ormai abbiamo capito tutti, aveva tante e tante mogli e altrettante fidanzate, da non potersi contare.

Dai suoi incontri con loro nascevano dei e dee, ma quando, invece, si innamorava di qualche giova-ne ragazza della Terra, sì, insomma, di un’umana, promettendole (bugiardo!) amore eterno, ebbene, ecco che allora nascevano non più dei, bensì eroi ed eroine.

Gli eroi, infatti, erano i figli nati dall’unione di Zeus con una mortale.

Gli eroi erano forti, coraggiosi, di natura semi-divina, perché figli di un dio e di un mortale, ma non per questo immortali.

E fu così che da una relazione extraconiugale con una mortale, Alcmena, nacque Eracle (Ercole per gli antichi Romani), semidio ed eroe.

La dea Era, moglie di Zeus, chiamata Giunone dai Romani, si ingelosì così tanto da far ricadere la

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 33: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it32

sua rabbia non sul marito traditore, ma sul figlio Eracle, che perseguitò per tutta la vita.

Da qui le mitiche e famosissime Fatiche di Eracle. Ma chi era Eracle e quanti ostacoli dovette superare veramente?

A dirla tutta, Ercolino sin da quando era in culla, invece di dormire placidamente, aveva capito senza starci troppo a pensare che avrebbe dovuto patire molto.

Ben prima delle dodici fatiche, dovette affrontare quella di stringere al collo, con le sue tenere manine da neonato, i due serpentoni che quella strega di Era gli aveva fatto recapitare sul bordo della culletta.

Povero piccolo! Sai che spavento! Da morire.Ma non si scoraggiava affatto, Ercolino, neppure

da piccino!Una volta cresciuto e diventato un interessante

giovanotto, il nostro eroe dovette affrontare le Dodici fatiche che gli vennero imposte dal cugino Euristeo, re della città di Tirinto, di cui divenne schiavo ap-punto per ben 12 lunghi anni. Eracle infatti, spinto all’ira dalla malvagia dea Era, aveva ucciso i figli di Euristeo, che, imprigionatolo, volle fargli scontare la pena.

Ma Eracle non avrebbe mai voluto fare un gesto del genere, come uccidere i figli del cugino!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 34: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 33

Allora, vediamo più o meno quali fatiche dovette affrontare.

1. Uccisione del leone Nemeo Nella foresta Nemea, nell’Argolide (Grecia), si

aggirava un pauroso leone, che la dea Luna aveva nutrito in una caverna, perché punisse tutti gli uomini della zona che non rispettavano gli dei. Il leone Nemeo era invulnerabile, ma Eracle lo uccise strangolandolo. L’eroe ne indossò la pelle e da quel momento in poi si coprì con essa.

2. Uccisione dell’Idra di Lerna Trascorso un po’ di tempo dall’uccisione del

leone, Ercole dovette affrontare una fatica molto più dura, quella della soppressione del mostro detto Idra, una specie di serpente a nove teste, che uccideva a sua volta tutti gli uomini che l’avvicinavano: se qualcuno osava avvicinarsi all’Idra mentre dormiva, con il solo fiato era capace di alitare sulle orme del malcapitato e di procurargli la morte con un tormento atroce. Per Eracle fu una fatica da cani, anche perché quando riusciva a tagliarle una delle teste, ne ricrescevano due! Ma in fondo in fondo comin-ciava a divertirsi, anche questa prova alla fine fu superata.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 35: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it34

3. Uccisione del cinghiale di Erimanto Una volta, mentre si riposava un po’ dalle fatiche

nel bosco di Erimanto, in Arcadia, venne assalito da un temibile cinghiale, che devastava quella zona. E allora? E che vuoi riposare? «Forza, an-diamo a uccidere pure questo!» esclamò alquanto seccato a voce alta; anzi urlò proprio, sì da farsi sentire da tutti gli abitanti del luogo. E così fece.

4. Cattura della cerva dalle corna dorate In seguito, come se niente fosse, il caro cuginetto

Euristeo gli chiese di portare vivo al suo cospet-to nella sua reggia il terribile cervo dalle corna d’oro, che s’aggirava per i boschi dell’Arcadia. Ed Eracle ubbidì. Non poteva fare altro, perché era suo servo.

5. Uccisione degli uccelli della palude dello Stinfalo Sempre in Arcadia… Certo che aveva davvero dei

luoghi orribili questa zona! Sempre Euristeo… gli comandò di uccidere con le sue frecce i terribili uccelli della palude dello Stinfalo. Questi vola-tili avevano la caratteristica di colpire chiunque, scagliando le proprie penne come proiettili. Sì, avete letto bene: si staccavano le penne del loro piumaggio e le scagliavano contro chi sapevano loro!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 36: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 35

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 37: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it36

6. Uccisione del centauro Nesso Eracle non riusciva proprio a vivere in pace. Un

giorno il nostro eroe decise di sposarsi con la sua fidanzata Deianira, ma questa venne importu-nata da un centauro chiamato Nesso. Ormai avete capito che tipo era questo Ercole: affrontò di petto il mostro e dopo una dura e violenta lotta… fu costretto a ucciderlo.

7. Disinfestazione delle stalle dei buoi del re dell’Elide Sentite questa! Uh! Da non credere! E questa fu

davvero troppo… Euristeo, sempre lui, lo costrinse a ripulire in

un sol giorno lo sterco che si era accumulato in trent’anni nelle stalle dei buoi del re Au-gia! Bisogna dire che Euristeo aveva il senso dell’umorismo. Insomma, c’era un re nella re-gione dell’Elide, famoso per il gran numero di buoi che possedeva. Questi buoi si trovavano in grandi stalle, che mai e poi mai nessuno aveva pulito per ben trenta, diconsi trenta, lunghi anni. Pensate un po’ che tanfo! Ebbene, Eracle dovette disinfestare, diremo oggi, tutte quelle stalle e togliere in un solo giorno tutto quel letame ac-cumulato in anni e anni! In realtà non dovette neanche tanto sporcarsi le mani, perché riuscì a deviare il corso di un fiume e così lavò a fondo

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 38: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 37

le stalle. Però, insomma… non ho parole! Basta così. Non voglio più raccontarvi nulla del povero Eracle! Quando si dice «sudare le sette camicie»… E sia-

mo solo a sette: ne mancano ben cinque! Per quanto mi riguarda, ho tenuto duro fino alla settima. Ora basta! Mi fa pena questo povero eroe. Potreste cercare voi le ultime cinque fatiche!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 39: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 40: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 39

Quinto mito

Bacco, dio del vino

Per far sì, cari studenti, che la narrazione di queste storie mantenga alto il vostro interesse, abbiamo pensato di raccontarvi in modo diverso il mito del dio Bacco, che è conosciuto dai Greci come Dioniso.

Una favola vi porterà in una fattoria nella cam-pagna dell’antica Roma ad assistere al momento di festa della vendemmia.

Come forse già saprete, Bacco era il dio protet-tore del vino e infatti si chiamavano Baccanalia quei giorni di festa che i Romani dedicavano al dio nel periodo della vendemmia.

Bacco era un dio burlone, giocherellone, allegro e ubriachello. E allora, vediamo cosa ci racconta-no alcuni fanciulli dell’epoca. Forse, ci scapperà qualche paroletta in latino, che potrete anche me-morizzare.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 41: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it40

BACCO

Evviva, evviva!Danziamo, cantiamoinsieme ridiamo!E ancora scherziamo,allegri beviamo!Giorno di festaci gira la testa!L’uva più scuracogliamo matura!

«Marcus, Maria, presto venite! Orsù correte, for-za cantiamo, ora danziamo. Evviva, evviva andiamo alla vigna!»

Così allegramente il piccolo Lucius incitava i suoi amici, che correvano felici, in lungo e in largo, per i prati verdi e intiepiditi dal sole ancora cocente degli ultimi giorni di settembre.

Tutta la villa era in subbuglio! Vi era molto, ma molto lavoro da fare.

I contadini, i fattori e le fattoresse sapevano che non avrebbero potuto riposare un momento, perché era tempo di vendemmia.

Gli alberi da frutta, i meli e i peri, stavano per-dendo le loro foglie, ma dai filari delle vigne l’uva ormai pendeva matura. Tutti, perciò, si preparavano

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 42: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 41

a vendemmiare. Erano giorni di duro lavoro, ma anche di festa, perché ogni sera, al tramonto, ci si riuniva per mangiare e stare in allegria.

I piccoli non aspettavano altro. Per tutta l’estate erano in trepida attesa dell’arrivo dei giorni di Bacco.

Bacco era il dio protettore dell’uva e del vino e quella era la festa più bella dell’anno.

I contadini di buon’ora si riunivano nell’aia del casolare e ognuno di loro correva nei magazzini per andare a prendere gli arnesi da lavoro:

chi prendeva la forfex, cioè le cesoie, chi, invece le palae, ovvero le zappe, chi ancora i canistra, cioè i cesti dove riporre i grappoli d’uva. Infine, tutti salivano sui carretti, portando con sé anche delle piccole scale.

I plaustra, così chiamavano i carretti, scoppiava-no di gente e persino i muli facevano fatica a tirarli. I fanciulli non stavano nella pelle. Si sarebbero im-brattati tutti di rosso e avrebbero mangiato tanta di quell’uva da metterne ben poca dentro i propri cestelli.

Che gran confusione!I racemi erano carichi di grappoli che sapevano

di sole. Nell’aria profumo di risate!Tutti incominciavano a lavorare di lena.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 43: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it42

«Forza, Lucius, coraggio, prendi quel grappolo lassù, guarda, guarda come è bello!»

«Sì, è vero, quello voglio prenderlo io!» gridava la più piccina.

«Aspetta, vengo giù a prenderti» e così via di-cendo.

Era un vociare continuo, un allegro cicaleccio rendeva la fatica meno dura. Mentre lavoravano, cantavano:

Bene, bene!Canamus,dulce ridemus!Bacchanalia gaudemus!Nigerrimas uvascarpe maturas!

Al tramonto, tutti tornavano stanchi dalla ven-demmia e le mamme insieme avevano preparato un ricco banchetto. Si cenava all’aperto. La mensa era ricca di ogni bene e il vino era il vero padrone.

Sì, Bacchus, il dio del vino!Ed ecco all’improvviso giungere danzando le

ninfe del bosco. Erano tante ed erano tutte bellissime!Vestite di mille colori: una rossa, l’altra verde,

una rosa, l’altra azzurra, arancio, blu e viola, giallo e verde; corona in testa, fiori tra i capelli, danzavano

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 44: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 43

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 45: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it44

danzavano. «Bacchus! Bacchus!» dicevano. Beve-vano del rosso vino. Erano le ninfe, figlie del dio del bosco. E Bacco? Eccolo arrivare! Alto, biondo, possente, sempre ridente, teneva nella mano destra una brocca, nell’altra un boccale d’oro splendente. «Evviva, evviva! Ridemus! Evviva, evviva! Evviva l’uva, il vino, bene canamus!»

E così trascorreva tutta la notte!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 46: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 45

Sesto mito

Il dio di tutti gli dei: Zeus

Quella che sto per raccontarvi, cari ragazzi, è la storia di un papà molto severo e po’ fannullone.

Il suo nome di battesimo era Zeus, ma come tutte le divinità aveva anche altri nomi. I Romani lo chiamavano Giove, lo si poteva chiamare così quando era di buonumore. Invece quando era molto arrabbiato con i suoi figli serviva portargli ancora più rispetto, e andava chiamato con il suo nome latino, Iuppiter.

Accadeva spesso che qualcuno dei suoi figli ap-punto lo facesse irritare. Pensate, ne aveva ben cento, anzi forse più di cento: almeno cinquanta maschi e cinquanta femmine, tra quelli registrati all’anagrafe del comune olimpico. E sì perché Zeus, dovete sa-pere, era un gran birbone. Non si accontentava mai, sempre in giro per l’Olimpo e non solo!

Ah, a proposito, non vi ho ancora detto dove abitava. Non di certo in una casa normale o in una città come tutte le altre, e no, eh! Lui così speciale,

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 47: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it46

così diverso! Abitava su una montagna altissima, la più alta della Grecia, tutta per sé. Sì avete capito bene, proprio tutta per lui. Che privilegio! Comun-que, forse un po’ di diritto ce lo aveva ad abitare in un posto così bello e pieno di luce, visto che era il padrone di tutta la terra.

Zeus era considerato il padre di tutti gli dei e di tutti gli uomini. Era il re del creato e si manifestava ai poveri mortali come e quando voleva: certe volte con un bel fulmine, certe altre si trasformava in aquila, suo uccello preferito. E quando gli uomini vedevano apparire all’improvviso questi due feno-meni, capivano subito che Zeus quel giorno avrebbe detto e fatto qualcuna delle sue. Mamma mia! E se ne vedevano di tutti i colori, infatti! Ma che colori! Erano… fulmini e saette.

Efesto, il primogenito, che i Romani chiamavano Vulcano, era il figlio prediletto. Per forza: costrui-va i fulmini! Lo aveva nominato dio del fuoco, lo adorava quasi più di se stesso. E poi c’erano tutti gli altri. Che confusione!

Pensate un po’ cosa accadeva la mattina, quando facevano colazione tutti insieme e dovevano affret-tarsi per andare chi a scuola, chi al lavoro.

«Dovete sbrigarvi!» gridava Zeus. «Per Diana, dov’è la mia faretra?» E cose di questo genere.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 48: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 47

«Perdiana, ma si può sapere che fine ha fatto quella fannullona?»

Diana, o Artemide, era una delle sue cinquanta figlie, la chiamavano la dea della caccia, perché era sempre in giro per i boschi a cacciare. Eppure era una donna. Questo mandava suo padre su tutte le furie.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 49: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it48

Per fortuna, aveva anche una figlia molto saggia, Minerva, detta anche Atena: la sua sapienza, il suo modo di ragionare lo rassicuravano molto, perché lei cercava di guidare i suoi fratelli, soprattutto quando combinavano qualche guaio.

Pensate: una volta Efesto, mentre preparava la sua solita scorta di fulmini, se ne fece sfuggire uno, che andò a finire sulla terra incendiando tutte le Messi; sì, proprio così, avete capito bene: le Messi. I campi di grano, no? Insomma i cereali. Potete immaginare la reazione di Demetra, protettrice delle coltivazioni! Presero fuoco ben 5000 ettari di terreno in un colpo solo! Per fortuna, ci pensò Poseidone, dio del mare e delle acque, detto anche Nettuno, a spegnere l’incendio. Le coltivazioni, però, non furono recuperate e Saturno, per i Roma-ni dio delle seminagioni, dichiarò guerra a Efesto per due lunghissimi anni.

E la mamma? La madre di tutti questi discoli, chi era? Era Era, scusate il bisticcio di parole, altrimenti conosciuta dai Romani con il nome di Giunone o (Iuno, in latino), protettrice di tutte le spose e sposa di Zeus. Come dice il nome stesso era giunonica: un donnone alto e grosso con 45 di piede. Per forza, con tutti quei figli! Spesso faceva correre suo marito come un treno, altre volte invece si arrabbiava molto

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 50: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 49

con lui per i suoi ripetuti tradimenti; insomma era roba di altri tempi, ragazzi miei.

Per gli antichi anche i fiumi, le fonti, i boschi e i laghi erano sacri, e si riteneva che fossero popolati da ninfe e da fauni. E quindi il fuoco che si accen-deva in casa era protetto dalla dea Vesta (in Grecia Estia), e le Vestali erano le sacerdotesse che se ne occupavano. Anche la mamma di Romolo e Remo, Rea Silvia, era una vestale.

E poi, c’era ancora Giano (in latino Ianus), detto bifronte, perché apriva e chiudeva la giornata, ovvero dava inizio al giorno e alla notte, apriva e chiude-va l’anno e persino le guerre. Per fortuna, il buon Apollo, detto Febo, dio della luce, della poesia e della musica, rallegrava e animava le feste, rendendo così più dolce la vita!

E quando era tempo di baldoria, cari fanciulli, ormai lo sapete bene: ci pensava Bacco a versare litri e litri di buon vino dentro alle caraffe e a ballare assieme alle sue ninfe.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 51: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 52: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 51

Settimo mito

La fondazione di Roma: Romolo e Remo

Eccoci giunti, allora, alla nascita della grande Roma.

Quante storie, quanta fantasia e quante leggende sulla fondazione della capitale!

E quando venne fondata?C’è chi dice tra il 754 e il 753 a.C. (avanti Cristo,

prima della nascita di Gesù), ma questa datazione è sicuramente imprecisa.

Leggenda, verità storica e ipotesi di studiosi e ricercatori si integrano a vicenda, si sovrappongo-no e spesso si confondono. Ma a noi tutto ciò non interessa veramente, perché ci piace farci raccontare come capitò che Romolo stabilì la sua fissa dimora lì, dove ora troviamo la stupenda città di Roma caput mundi. Lo storico greco Plutarco è tra gli autori che meglio hanno spiegato quanto successe a Romolo e a suo fratello Remo.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 53: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it52

Il dio Marte (Ares per i Greci) e la sacerdotessa Rea Silvia un bel dì ebbero due bellissimi bambini, a cui diedero nome Romolo e Remo.

Dunque, Romolo, come il fratello, era un semi-dio, perché figlio di un dio e di una donna.

L’impero romano ha avuto perciò origini più che nobili e Romolo non perdeva mai l’occasione per ricordarlo a tutto il suo popolo: «Io sono un re! Il vostro re!».

Romolo era un po’ così, un po’ presuntuoso, e forse qualche motivo per essere così orgoglioso di sé lo aveva pure, visto che riuscì a organizzare in una città un gruppo di uomini, che diversamente avreb-bero continuato a fare i pastori e a girare di qua e di là. Infatti, senza un capo, sarebbero andati sperduti per le campagne o per i monti, oppure si sarebbero, quegli scansafatiche, dedicati al brigantaggio e alle rapine.

Romolo scelse un colle per fondare la sua città: il colle Palatino, ma prima di fare ciò, decise di liberarsi per sempre del caro fratellino onde porre fine a liti e rivalità. Ma vediamo come tutto ebbe inizio.

La leggenda narra che la madre Rea Silvia fu co-stretta dallo zio usurpatore a gettare nel Tevere i suoi due gemelli, per non avere adempiuto ai suoi doveri di sacerdotessa. Poverina! Ma come può una neo-

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 54: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 53

mamma gettare in acque gelide le proprie creature? Costretta a ubbidire, con le lacrime agli occhi, depose i suoi piccoli in una bella cesta, che lasciò andare nel fiume in una calda giornata d’estate. Una lupa che passava lungo le rive del Tevere li sentì piangere, si impietosì e li nutrì come fossero i suoi cuccioli, fin quando una coppia di contadini, Faustolo e Lauren-zia, li trovarono e si occuparono di loro.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 55: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it54

Una volta cresciuti, i due giovincelli dovettero provvedere a se stessi e fu così che decisero di dedi-carsi alla nascita di una città (pare facile!).

Plutarco ci spiega che «Romolo sembrava pos-sedere maggiore capacità di giudizio e un’innata perspicacia politica, mostrando nei rapporti con i confinanti per il diritto al pascolo e di caccia una naturale predisposizione al comando piuttosto che alla sottomissione».2

Chi dei due, però, avrebbe fondato la futura Roma? Vi lascio pensare al gran numero di litigi e di dispetti che ciascuno fece all’altro… quante risse tra di loro! Un po’ come accade ora. Come avviene in tutte le litigate che si rispettino, alla fine un giorno fecero un patto tra di loro. Poiché erano gemelli non poteva valere tra di loro il diritto del primogenito: chi avrebbe dato vita alla nuova città?

«Romolo, vieni qui e stammi a sentire!» disse un giorno Remo al fratello Romolo.

«Uffa, che vuoi ancora? Stavo giocando a dadi con i miei amici! Forza, parla!»

«Dobbiamo sceglierci un colle dove iniziare a costruire la città e leggere il volo degli uccelli. Chi tra noi due ne vedrà di più, questi fonderà la città,

2 Plutarco, Vite parallele. Teseo e Romolo.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 56: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 55

ne sceglierà il nome e ne diventerà il re!» disse nuo-vamente Remo.

«Va bene! Andiamo allora!» replicò Romolo.A quei tempi, poiché non esistevano i cartoman-

ti né l’oroscopo né tanto meno le fattucchiere, per prevedere il futuro si faceva ricorso alla lettura del volo degli uccelli oppure a quella delle viscere degli animali sacrificati agli dei. Che fantasia, Ragazzi! E che ribrezzo, però… le viscere, dico.

Allora, i due scelsero il colle: Remo il colle Aven-tino, mentre Romolo il Palatino. Incominciò così un’estenuante gara tra di loro e i loro amici, che li vide molto impegnati a contare il numero di avvoltoi che passavano di lì quella sera. Trascorsero così tutta la notte, ma non riuscirono, come avrete già capito, a mettersi d’accordo. Remo ne aveva avvistati per primo sei, e quindi pensava di aver vinto. Romolo era arrivato secondo, ma ne aveva visti di più, 12, e quindi anche lui pensava di aver legittimamente vinto. Alla luce della luna, il gioco ebbe fine, ma i due fratelli presero a darsele di santa ragione, finché Romolo esasperato colpì a morte il gemello e la lite finì nel sangue.

Che bella fondazione! Invece di collaborare tutti e due per un impegno del genere!

Insomma, Romolo pose la prima pietra di quella che sarebbe divenuta la città più importante al mondo

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 57: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it56

da quel giorno in poi: Roma ne vedrà di tutti i colori, con i suoi re prima e imperatori dopo.

Una volta fondata la città sul colle Palatino, biso-gnava trovarle un nome adeguato. Anche per questo ci sono diverse notizie a riguardo.

Il nome di Roma deriva molto probabilmente dal nome del suo fondatore Romolo, appunto. Ma c’è anche chi dice che forse deriva dal un vecchio modo di chiamare il fiume Tevere: Rumon.

Ma Ruma era un’importante famiglia etrusca e si sa che gli Etruschi erano i vicini di casa dei Romani e che da loro i Romani appresero molte cose. Anche sul nome quindi si affiancano varie ipotesi e la storia si confonde con il mito e con la leggenda.

Volete saper come è andata a finire la storia del-la nostra capitale? Cari ragazzi, occorre un po’ di pazienza: avrete modo di studiarlo sui vostri testi di storia; mica si possono raccontare in due parole i centinaia di anni di gloria della città caput mundi et… orbi!

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 58: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 57

Il mio dizionario mitologico

Con tutti questi nomi, parentele, storie, impicci e imbrogli è davvero impossibile ricordare chi fosse Atlante, chi Urano, chi avesse sposato Marte, oppure perché Arianna ebbe quella meravigliosa idea del filo per far sì che Teseo girasse a zonzo in un labirinto senza uscita.

Difficile veramente riuscire a capire qualcosa. Ecco, perciò per voi un breve dizionario mitologico che vi ricorderà i personaggi più importanti.

AACHILLEProtagonista della famosa opera di Omero, l’Iliade, Achil-le, figlio della ninfa del mare Teti, era stato immerso dalla madre nel fiume Stige, tenendolo per il tallone, affinché ottenesse l’invulnerabilità. Infatti Achille era invulnerabile, fatta eccezione per il tallone, punto in cui fu colpito da una freccia avvelenata di Paride, che in tal modo lo uccise. Da ciò la famosa espressione: «tallone d’Achille» per indicare il punto debole di una persona.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 59: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it58

AFRODITEEra la Venere dei Romani, la dea della bellezza. Secondo alcuni è figlia di Zeus, secondo altri è nata dalla spuma del mare. È stata rappresentata in molte opere di grandi artisti.

AGAMENNONEFratello di Menelao, comandante dei Greci nell’assedio di Troia.

ANCHISEMarito di Afrodite e padre di Enea, fuggì da Troia in fiam-me, portato sulle spalle dal figlio.

ANDROMACAMoglie di Ettore e madre di Astianatte.

APOLLODio della poesia e della musica, era il figlio di Latona e di Zeus.

ARACNEDiscepola di Atena, abile tessitrice, fu trasformata in ragno dalla stessa dea, perché gelosa delle sue capacità. Da qui il nome scientifico dato ai ragni: aracnidi.

ARIANNAFiglia del re di Creta, Minosse, si innamorò di Teseo, che venne aiutato da lei per uccidere il mostro rinchiuso nel Labirinto con l’aiuto di un gomitolo di lana.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 60: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 59

ATENADetta MINERVA dai Romani, era la dea della ragione ed era nata uscendo dalla testa del padre, Zeus.

BBACCODio del vino. Nell’Antica Grecia era chiamato Dioniso.

BELLEROFONTEEra un abile cavaliere, l’unico in grado di domare e cavalcare Pegaso il cavallo alato. Per superbia lo volle portare in alto fino a Giove, ma il suo gesto venne punito e gli dei lo fecero precipitare negli abissi.

CCARONTECaronte era un vecchio dalla barba lunga e assai sgradevole alla vista di chiunque. Aveva un compito ingrato: trasportare le anime dei defunti da una parte all’altra dell’Acheronte, il fiume che si trovava alle porte dell’inferno. Le anime erano costrette a pagare un obolo per ottenere questo favore, sicché ciascuna di loro aveva in bocca una moneta.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 61: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it60

CENTAURIMetà uomini e metà cavalli vivevano in montagna e nelle foreste, si nutrivano di carne cruda e presentavano atteg-giamenti e modi di vivere mostruosi.

CHIRONEUnico tra i Centauri che si salvava per saggezza e, diciamo così, educazione; insegnava medicina e persino musica. Tra i suoi tanti alunni ci furono persino Achille, detto piè veloce da Omero, e Giasone, famoso eroe del vello d’oro.

CHIMERAMostro dalla testa di leone e il corpo da cavallo, aveva la coda di un serpente. Fu uccisa da Bellerofonte.

CICLOPIGiganti con un solo occhio, producevano fulmini per conto di Zeus. Tra di essi famoso divenne Polifemo, che nel rac-conto di Omero venne accecato dal furbo Odisseo (Ulisse) all’interno della grotta in cui viveva con le sue capre.

CIRCEMaga, regina dell’isola di Eea, tramutò i compagni di Ulisse in porci.

CRONOSaturno per i Romani, era il dio del tempo ed era uno dei Titani, il più giovane. Aveva sconfitto suo padre Urano divenendo signore e padrone del mondo. Marito di Rea, ebbe da lei sei figli, che volle divorare appena nati per paura

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 62: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 61

di essere spodestato da loro, così come lui aveva fatto con il padre Urano. Rea ne riuscì a salvare solo uno prima che venisse divorato: Zeus, il quale infatti sconfisse il padre e lo obbligò a restituire gli altri fratelli.

DDAFNEEra una ninfa che, amata da Apollo, non ricambiava il sen-timento del dio; infatti fece di tutto per sfuggire a questo amore ossessivo. Invocò l’aiuto di Gea, la madre Terra, che la trasformò in alloro. Da allora Apollo la ebbe come pianta a lui cara.

DEDALOEra un artigiano della città di Atene, molto abile e capace. Dopo la morte del suo discepolo Talo (c’è chi dice che lo uccise per invidia), si rifugiò nell’isola di Creta, dove costruì un labirinto per il re Minosse, perché vi venisse rinchiuso il Minotauro.

DEMETRAPer i Romani Cerere, era la dea delle messi, cioè del rac-colto, della terra coltivata. Aveva una figlia, Persefone, che venne rapita dal dio dell’inferno, Ade, e portata giù nell’Erebo, il suo regno. Demetra fece di tutto (smise anche di far germogliare la terra) per riaverla, ma non vi riuscì.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 63: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it62

Dopo aver tanto supplicato Zeus, suo fratello, ottenne che la figlia trascorresse lontano da lei solo una parte dell’anno, i quattro mesi invernali, e che vivesse con lei in primavera e in estate.

EEFESTOVulcano per i Romani, era il dio del fuoco, figlio anche lui di Zeus e di Era. Era zoppo, ma aveva, come si suol dire, le mani d’oro nel forgiare armi pregiate e magiche per i suoi eroi e per i suoi dei.

EGEORe di Atene, durante un viaggio conobbe Etra, figlia del re di Trezene. Se ne innamorò e da lei ebbe un figlio, Teseo. Prima di tornare in patria dimenticò i sandali e la spada. Teseo, una volta cresciuto, decise di recarsi ad Atene, per andare a conoscere il padre e, per farsi rico-noscere, portò con sé gli oggetti dimenticati. Teseo, per dare prova del suo coraggio, promise a Egeo di uccidere il Minotauro. L’accordo prevedeva che, una volta sulla strada del ritorno, avrebbe dato al padre il segnale della sua vittoria sul mostro sostituendo le vele della nave da nere a bianche, così che il padre potesse già in lontananza godere dell’abilità del figlio e prepararsi ad accoglierlo con i festeggiamenti dovuti. Teseo uccise il mostro con

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 64: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 63

grande astuzia e coraggio, ma dimenticò di cambiare le vele, sicché quando Egeo vide le navi in lontananza con le vele nere in segno di lutto, credette che il figlio fosse morto e si gettò da una rupe. Il suo corpo finì nelle acque marine, che da allora portano il suo nome: ancora oggi Egeo è il mare che bagna la Grecia.

ELENAFiglia di Zeus e di Leda, era conosciuta come la donna più bella del mondo. Fu rapita dal troiano Paride al marito Me-nelao, re di Sparta, dando così origine alla famosa guerra di Troia.

ENEAFiglio del mortale Anchise e della dea Afrodite, partecipò alla guerra di Troia e si salvò grazie all’intervento della madre. È il protagonista della grande opera del famoso poeta Virgilio, l’Eneide, in cui si narra che l’eroe, dopo molte peripezie, riuscì ad approdare sulle coste del Lazio. Lì conobbe e sposò Lavinia, da cui ebbe numerosi figli che dettero origine alla nobile stirpe del popolo romano.

EOLOEra il dio dei venti: li teneva chiusi in una caverna e consen-tiva loro di uscirne soltanto per sua volontà. Abitava vicino alla Sicilia, nelle isole che ancora oggi si chiamano Eolie. Walt Disney trasse l’ispirazione da questa figura mitologi-ca, quando assegnò il nome di Eolo a uno dei sette nani di Biancaneve.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 65: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it64

ERAGiunone per i Romani, fu l’unica sposa legittima di Zeus, malgrado i suoi innumerevoli tradimenti. Protettrice del matrimonio e regina di tutti gli dei, fu ben felice di pro-teggere i Greci, piuttosto che i Troiani, durante la guerra di Troia, poiché Paride le aveva tolto il primato della bellezza, attribuendolo alla sua rivale Afrodite.

ERACLEErcole per i Romani; come raccontato nella storia a lui de-dicata, dovette superare ben dodici faticosissime prove per liberarsi dalla servitù di Euristeo.

ERMESErmete, ovvero Mercurio nell’antica Roma, era famoso per i suoi calzari alati, che gli consentivano, in quanto messag-gero degli dei, di volare velocissimamente a portare notizie di qua e di là per l’Olimpo. Inoltre, accompagnava i morti nell’Ade ed era il protettore dei viandanti, dei commercianti e dei ladri.

EROSCupido per i Romani, era il dio dell’amore. Bellissimo figlio di Afrodite, possedeva le ali ed era armato di frecce con le quali colpiva i cuori dei mortali, facendoli «cadere» in amore. Per questo i putti, ovvero gli amorini, presenti in molti quadri di artisti famosi, vengono rappresentati come angeli con le frecce e vengono denominati anche Cupidi.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 66: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 65

Da Cupido deriva anche il termine «cùpido», cioè bramoso, desideroso, appassionato, innamorato.

FFETONTEFiglio del dio Sole, Elio, e della ninfa Climene, volle provare a guidare il carro del padre, ma, come racconta la storia, disubbidì. Si accostò troppo alla terra, rischiando di farla bruciare, sicché Elio fu costretto a deviare il suo corso fa-cendolo precipitare nel fiume Eridano. Il resto lo sapete…

FORTUNADea romana del destino, era rappresentata quasi sempre cieca con in mano la cornucopia, ovvero il corno dell’abbondanza e con un timone, che stava a simboleggiare la sua capacità di pilotare le vite degli uomini.

GGANIMEDEEra un giovane bellissimo, il più bello tra gli uomini. Zeus lo fece rapire perché facesse da coppiere agli dei nell’Olimpo.

GEAÈ la Terra, madre di tutte le cose. Generò anche i Titani.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 67: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it66

GIANOAl dio Giano fu dedicato il primo mese dell’anno: Gennaio, perché apriva le porte all’anno nuovo. Infatti, rappresentato con due facce, perciò detto Bifronte, veniva posto sulle porte delle case per custodirne l’entrata e l’uscita.

GIASONEEroe famoso per la conquista del vello d’oro: grazie ai suoi compagni, gli Argonauti, e alla maga Medea, innamorata di lui, superò la prova necessaria per reimpossessarsi del trono del padre, principe di Iolco, detronizzato da Pelia, zio di Giasone.

GORGONISteno, Euriale e Medusa erano dei mostri alati orribili, con serpenti al posto dei capelli. Chiunque osasse fissare Medusa negli occhi restava pietrificato.

IICAROIl piccolo Icaro era figlio del famoso Dedalo, costruttore del Labirinto dove era imprigionato il Minotauro. Per cercare di fuggire da quel luogo, Dedalo costruì delle ali di piume, tenute assieme dalla cera. Una volta preso il volo, Dedalo riuscì a raggiungere la Sicilia, mentre il piccolo Icaro, av-

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 68: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 67

vicinatosi troppo al sole incautamente, precipitò nel mare, perché la cera si sciolse al calore.

IRISMessaggera degli dei, fanciulla delicata dai mille colori, personificava l’arcobaleno.

LLAIOEra il re di Tebe e fu ucciso dal figlio Edipo, che non sapeva appunto di essere suo figlio, non avendolo riconosciuto.

LARIErano i protettori del focolare ovvero della casa e degli incroci delle strade (crocicchi) nell’antica Roma. Venivano rappresentati con in mano il corno dell’abbondanza, la cornucopia, perché portassero prosperità e salute nelle abi-tazioni. Era cura delle matrone tenere sempre accesa una fiammella in casa in segno di rispetto.

MMAIANinfa che per i Romani simboleggiava la primavera, il ri-sveglio della natura. Era la madre di Ermes.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 69: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it68

MANIA Roma, le divinità delle anime dei morti.

MEDEAMaga, figlia del re della Colchide, assieme a Giasone con-quistò il vello d’oro con lo scopo di recuperare il trono di Iolco usurpato dallo zio di Giasone, Pelia.

MIDARe della Frigia, era talmente avido e attaccato al denaro che convinse Dioniso a dargli in dono il potere di trasformare in oro tutto quello che toccava. Ma si accorse troppo tardi che si trasformava in oro tutto ciò che mangiava: il pane diventava oro e quando volle accarezzare i figli per l’ultima volta, li trasformò per sempre in statue.

MINOSSERe di Creta, era anche lui figlio di Zeus. Ebbe dalla moglie Pasifae, per vendetta di Poseidone, un mostro al posto di un figlio normale: il Minotauro. Per la vergogna, decise di rinchiuderlo in un labirinto. Il mostro si cibava di carne umana e per mantenerlo Minosse impose ad Atene di in-viare ogni nove anni sette giovanetti e sette giovanette come sacrificio. Come sappiamo, Teseo con l’aiuto della figlia del re Arianna pose fine al crudele tributo. Minosse diventerà poi uno dei guardiani dell’inferno.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 70: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 69

MOIREConosciute dai Romani come le Parche, erano tre divinità che filavano e che decidevano la durata della vita di ogni mortale. Si chiamavano: Cloto, filatrice del filo della vita; Lachesi, che divideva il filo e distribuiva a ogni mortale la sua parte; Atropo, l’inevitabile, tagliava il filo della vita.

MORFEODio dei sogni, era uno dei mille figli del dio Sonno. Aveva il compito di apparire agli uomini quando questi si addor-mentavano e di apparire loro in mille e mille sembianze durante i loro sogni.

MUSEDivinità del canto e delle arti, erano figlie di Zeus e della dea della memoria Mnemosine.Sapevano danzare e cantare sotto la guida del dio Apollo. Erano nove: Clio: dea ispiratrice della storia; Calliope: musa dell’epica; Euterpe: musa della lirica; Talia: dea protettrice della commedia; Melpomene: dea che proteggeva la tragedia; Erato: musa della poesia d’amore; Urania: dea ispiratrice dell’astronomia; Polimnia: musa degli inni; Tersicore: musa della danza;

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 71: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it70

NNARCISOGiovane bellissimo, di lui si innamorò perdutamente la ninfa Eco che, non ricambiata, si consumò dal dolore. Le restò solo la voce, quella che udiamo, quando gridiamo a voce alta e la nostra voce torna indietro, perché ostacolata.Narciso si recò a una fonte per bere, si specchiò nell’acqua e, non riconoscendo la propria immagine riflessa, si in-namorò di se stesso; travolto da questo amore impossibile perché inafferrabile, si lasciò morire. Nel luogo della sua morte sbocciò un fiore, cui venne dato appunto il nome di narciso. Da questo mito nasce il termine narcisismo, che sta a indicare tutte le persone innamorate solo di se stesse.

NIKEEra la dea della Vittoria, rappresentata da una donna con le ali spiegate.

NINFEErano delle divinità, dall’aspetto di giovani donne, che vivevano nei boschi oppure in montagna o nel mare. Rap-presentavano le forze della natura:– le ninfe del mare si chiamavano Oceanine e Nereidi;– le ninfe della montagna si chiamavano Oreadi;– le ninfe delle acque di fiumi e fonti erano dette Naiadi;– le ninfe delle valli Napee;

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 72: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 71

– quelle dei boschi Alseidi;– le ninfe degli alberi Driadi e Amadriadi.

OOCEANOEra il figlio di Urano e di Gea; sappiamo che era un Tita-no e che originò i fiumi e le ninfe Oceanine. Personificava l’acqua e per questo era considerato il protettore e il dio di tutte le fonti e di tutti i fiumi.

ODISSEOUlisse per i Romani, era il figlio del re di Itaca e il protago-nista dell’opera più famosa del poeta greco Omero: l’Odissea (Omero fu autore anche dell’altro capolavoro classico, l’Ilia-de). Vagò a lungo prima di tornare nella sua dimora dalla quale era fuggito dopo l’incendio della città di Troia. Dal suo girovagare, che durò in tutto venti anni, deriva l’espres-sione «vivere un’odissea», a significare le fatiche che ciascuno di noi deve sostenere nell’arco della propria vita prima di arrivare a una condizione di pace e stabilità. Ulisse superò molti ostacoli e affrontò molti pericoli prima di riconoscere e ritrovare le sue origini e la sua patria: costanza, astuzia, temperanza e fiducia negli dei lo guidarono nel difficile cammino. Tramutato da Atena in vecchio mendicante, una volta tornato nella sua reggia nessuno lo riconobbe tranne

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 73: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it72

il cane Argo. Prima di cacciare fuori dal suo regno i Proci che volevano usurpare il suo trono, minando la stabilità del suo regno, dovette superare l’ultima prova che lo rese infine riconoscibile a tutti.

OLIMPOIn Grecia, monte situato tra la regione della Tessaglia e la Macedonia. Era considerato la casa di tutti gli dei.

OMEROFu il più grande poeta dell’età antica, probabilmente nato intorno all’850 a.C. in una città chiamata Smirne. Molti critici mettono in dubbio la sua esistenza e dunque anche la paternità delle due famose opere: Iliade e Odissea. Forse i due poemi sono solo il frutto della fantasia dei cantori girovaghi che passando di corte in corte raccontavano le storie di eroi e dei, ampliandole di volta in volta con nuovi miti e leggende. Omero potrebbe aver fatto solo una rie-laborazione di questi testi, armonizzandoli tra di loro, ma potrebbe anche darsi che fosse l’unico vero autore di essi.

ORFEOProtagonista del mito che da lui prende nome, era un poeta molto bravo. Riusciva accompagnato dal canto della sua lira a rendere mansueti persino gli animali più feroci, come farà molti secoli dopo S. Francesco di Assisi. Ottenne da Zeus la possibilità di scendere nell’Ade (aldilà), dove si trovava l’amata sposa Euridice appena morta, con lo scopo di ripor-tarla in vita. Gli fu concesso a una condizione: non avrebbe

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 74: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 73

dovuto voltarsi mai indietro a guardarla nel viaggio dall’Ade al mondo dei mortali. Orfeo non resistette e proprio poco prima di uscire alla luce dal mondo del buio, si voltò e lei scomparve per sempre.

ORIONECacciatore dal corpo gigantesco, dopo la sua morte fu tra-sformato dagli dei in una costellazione, quella che segue l’altra costellazione dello Scorpione.

PPANDio protettore delle greggi e di tutta la natura selvaggia. Abilissimo nel suonare la siringa, ovvero il flauto di Pan appunto, accompagnava con le sue musiche le ninfe. Era rappresentato da un uomo con corna e zampe di caprone.

PANDORAZeus le affidò un vaso entro cui aveva racchiuso tutti i mali del mondo, l’odio, le malattie e i vizi, raccomandandosi di non aprirlo per nessuna ragione. Pandora, spinta dalla curiosità, disubbidì: aprì il vaso e tutti i mali uscirono fuori e si diffusero per il mondo. Per fortuna in fondo al vaso restò la speranza (quella che è l’ultima a morire, come dice il proverbio).

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 75: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it74

PARIDEFiglio di Priamo, re di Troia, fu causa della guerra contro la sua città: chiamato a fare da giudice nella gara di bellezza tra Era, Atena e Afrodite, assegnò il primato a quest’ulti-ma; Afrodite per ricompensarlo gli promise l’amore della donna più bella del mondo, Elena, che era però già sposa di Menelao. Paride la rapì e la portò con sé a Troia. Menelao organizzò un esercito e mosse guerra alla città.

PATROCLOAmico intimo di Achille, protagonisti ed eroi dell’opera di Omero, l’Iliade. Venne ucciso in combattimento da Ettore; questi a sua volta venne ucciso da Achille per vendetta.

PENELOPEEra la moglie di Odisseo (Ulisse) e regina di Itaca. Riuscì con la costanza e la temperanza, così come fece il marito, a resistere per ben venti anni al tentativo dei Proci di usurpare il trono del marito, qualora si fosse lasciata sposare da uno di loro. Per ovviare a questa prepotenza e far sì che trascorresse più tempo possibile in attesa del ritorno del marito Odisseo, Penelope si dedicò a tessere una tela, dicendo loro che sarebbe convolata a nozze non appena l’avesse portata a termine. Per prender tempo, ogni notte disfaceva il lavoro che faceva di giorno. Da questa leggenda, deriva l’espressione: «tessere la tela di Penelope».

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 76: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 75

PLEIADIErano le sette figlie di Atlante, titano che sorreggeva il mon-do tenendolo sospeso con le sue forti braccia per punizione di Zeus, e di una ninfa. Vennero trasformate, come Orione, in costellazioni.

POLIFEMOEra uno dei ciclopi, giganti con un occhio solo al centro della fronte. Fu accecato da Odisseo nella enorme caverna dove viveva con le sue pecore e le sue capre e dove aveva rinchiuso Odisseo e i suoi compagni. Odisseo riuscì con una mossa di grande astuzia ad attirare il gigante, a distrarlo e, con l’aiuto dei compagni superstiti, a conficcargli dentro l’unico occhio un pesante palo appuntito e infuocato all’estremità. Il gigante rimase a terra urlante per il dolore e Odisseo riuscì a portare in salvo i compagni, dopo averli fatti nascondere sotto le pance degli armenti di proprietà del mostro.

PRIAMORe di Troia e sposo di Ecuba, ebbe da lei cinquanta figli, tra cui Paride.

PSICHEEra una bellissima giovane e fu protagonista di una triste storia d’amore con Eros: il dio veniva a trovarla ogni notte, ma lei non poteva guardarlo; una sera non resistette e disub-

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 77: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it76

bidì, così Eros scomparve. Psiche lo cercò ovunque invano, finché, grazie all’intervento di Zeus che si impietosì di lei, divenne immortale e poté rivedere Eros.

RREA SILVIAEra la madre dei due gemelli Romolo e Remo.

ROMOLO e REMOFigli di Rea Silvia e del dio Marte, dunque semidei. Il re Amulio li aveva fatti gettare nel fiume Tevere per gelosia e invidia, ma i piccoli, come narra la leggenda, furono dappri-ma trovati e allevati da una lupa e poi da un semplice pastore di nome Faustolo e da sua moglie. Romolo, dopo l’uccisione del fratello Remo, fondò la città di Roma sul colle Palatino e ne divenne il primo re. Per questo la lupa che allatta due bambini rappresenta il simbolo della città di Roma.

SSATIRIDemoni della natura a sevizio del dio Dioniso. Rappresen-tati da un corpo per metà umano e per metà caprino, come

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 78: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 77

Pan (avevano orecchie, coda, corna e zampe da caproni). Vivevano sui monti e nelle foreste.

SFINGEMostro con la testa di donna e il corpo di leone, aveva ali di uccello e si trovava alle porte della città di Tebe con il compito di porre domande ed enigmi a tutti i passanti, di-vorandoli quando non riuscivano a risolvere l’enigma posto loro. Edipo fu l’unico a risolvere l’enigma, indovinando chi fosse l’animale che all’alba ha quattro zampe, a mezzodì due e alla sera tre; Edipo spiegò che era l’uomo: da piccolo cam-mina carponi, dunque a quattro zampe, da adulto a due e poi da vecchio a tre, perché è costretto a servirsi del bastone.

SIBILLEQuella più famosa era la Sibilla Cumana, cioè di Cuma in Campania. Erano delle sacerdotesse che, interpretando gli oracoli e leggendo le viscere degli animali, prevedevano il futuro, come fecero con Enea. I romani avevano i cosid-detti «libri sibillini», una raccolta scritta di oracoli, segni e messaggi letti e interpretati da speciali magistrati prima di intraprendere una battaglia oppure prendere una decisione importante.

SIRENEOmero ce le descrive forse per la prima volta come uccelli dalla testa di donna. Esse cantavano così dolcemente da attirare tutti i naviganti che si imbattevano con loro in

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 79: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it78

prossimità degli scogli, dove si fermavano. Accadeva però che i marinai, distratti dal canto, si schiantassero contro gli scogli e lì naufragassero o si disperdessero nel mare.

TTHANATOSDio della Morte e figlio del dio della Notte. Era rappresen-tato con lunghe ali e il volto di un genio. Volava a prelevare i corpi delle persone appena defunte.

TANTALOPotente re della Lidia, era spesso ospite degli dei. Rubò il loro cibo preferito, l’ambrosia e il nettare, per farlo conoscere agli uomini. Gli dei lo punirono per aver tentato di rivela-re i loro segreti e lo condannarono a un supplizio eterno: soffrire la fame e la sete pur avendo sotto mano da bere e da mangiare. Infatti, non riusciva ad afferrare alcun cibo o alcuna bevanda, giacché tutto gli sfuggiva non appena tentava di afferrarlo.

TARTAROEra il mondo situato al di sotto degli inferi e rappresentato come un luogo chiuso tra mura altissime e porte di bronze. Lì vennero imprigionati i Titani che cercarono di ribellarsi a Zeus.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 80: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 79

TETIMadre di Achille, era una ninfa bellissima, la più bella delle Nereidi. Fu amata da Zeus e da molti altri dei, ma nessuno di loro desiderò sposarla, perché secondo una predizione il figlio nato da lei e da un dio sarebbe stato più potente di Zeus stesso. Teti sposò allora un mortale, il re Peleo, da cui ebbe appunto Achille, semidio, invulnerabile in tutto tranne che nel tallone, come sappiamo.

TIRESIAVecchio indovino tebano, fu fatto accecare da Era per ven-detta (in un litigio tra la dea e Zeus, l’indovino aveva dato ragione al secondo).

TITANIFigli di Urano e di Gea, aiutarono Crono a prendere il potere e governare il mondo prima dell’arrivo di Zeus e degli altri dei. La guerra tra Titani e divinità alleate di Zeus (Titanomachia) durò a lungo e terminò con la sconfitta dei Titani.

TRITONEDivinità marina, figlio di Poseidone, dio del mare. Era rappresentato con il corpo per metà uomo e per metà pesce. Riusciva a placare le acque agitate del mare, soffiando in una conchiglia. Si trova spesso raffigurato in storiche fontane.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 81: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it80

UURANORappresenta il cielo con tutte le stelle. Sposò Gea, la terra. Padre dei Titani, fu da questi spodestato dal regno dell’Uni-verso.

VVIRGILIOPoeta latino, famoso per il poema che narra la nascita di Roma: l’Eneide e per opere di eccelsa poesia: le Bucoliche e le Georgiche.

ZZEUSGiove per i Romani. Protagonista di tutte le storie e gli intrighi che accadevano nell’alto dell’Olimpo, come ab-biamo visto nel mito a lui dedicato, ne combinava di tutti i colori. Era il dio supremo del monte greco e signore del fulmine. Con lui ebbe inizio la seconda generazione degli

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 82: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 81

dei dell’Olimpo. La madre riuscì a sottrarlo al padre Cro-nos prima che lo divorasse e lo nascose in una grotta dove venne allevato da una capra. Una volta cresciuto, detronizzò il padre e prese il suo posto.Il resto lo conoscete già…

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 83: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 84: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 83

Il linguaggio dei miti

Ricordiamo ora un po’ di termini, tipici del linguaggio mitologico.

BACCANALIAFeste organizzate quasi sempre di notte in onore del dio Bacco (Dioniso per i Greci).

CALIGINENella lingua comune è la foschia, il fumo sollevato da incendi. Secondo lo scrittore Igino, Caligine è all’origine dell’universo, è il buio senza limiti.

CAOSPer noi è sinonimo di disordine, ma per gli antichi Greci e Romani (tra cui Esiodo e Igino) indicava piuttosto il vuoto, lo spazio buio in cui tutto ha poi avuto origine.

COSMOGONIATeorie, leggende e miti che spiegano la nascita dell’universo.

FARETRAAstuccio per conservare e portare dietro le spalle le frecce.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 85: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it84

GENEALOGIAStudio dell’origine e della discendenza di una famiglia.

MITOLeggenda, racconto di eroi ed eventi leggendari; fatto esem-plare che passa alla storia.

MITOGRAFIALetteratura che si occupa dei miti.

MITOGRAFOStudioso di mitografia

MITOLOGIAL’insieme dei miti; disciplina che studia i miti.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 86: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it 85

Le corrispondenze tra le divinità

Riassumiamo insieme:

Divinità Divinità Ruololatine greche

Apollo Apollo dio della poesia e della musicaBacco Dioniso dio del vino e dell’ebbrezzaCerere Demetra dea delle messiCupido Eros dio dell’amoreDiana Artemide dea della cacciaErcole Eracle eroe grecoGiano dio dell’anno solare(Ianus)Giove Zeus re e padre degli dei(Iuppiter)Giunone regina degli dei, Era(Iuno) protettrice del matrimonioMarte Ares dio della guerra

(continua)

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 87: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

© 2011, R. Magnante Trecco, Mito da favola, Erickson, www.ericksonlive.it86

Divinità latine

Divinità greche Ruolo

Mercurio Ermes dio dei mercanti e dei ladriMinerva Atena dea della ragioneNettuno Poseidone dio del mare

Parche Moire tre divinità della vita e del destino

Saturno Crono dio della seminaTerra Gea madre terraUlisse Odisseo eroe dell’OdisseaVenere Afrodite dea della bellezza

Vesta Estia protettrice del focolare domestico

Vulcano Efesto dio del fuoco

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 88: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

LIVE

GRAZIE PER AVER SCARICATO

Vivi. Scrivi. Pubblica. Condividi.La nuova linea editoriale di Erickson che dà voce alle tue esperienze

È il progetto firmato Erickson che propone libri di narrativa, testi autobiografici, presentazioni di buone prassi, descrizioni di sperimentazioni, metodologie e stru-menti di lavoro, dando voce ai professionisti del mondo della scuola, dell’educa-zione e del settore socio-sanitario, ma anche a genitori, studenti, pazienti, utenti, volontari e cittadini attivi. Seleziona e pubblica le esperienze, le sperimentazioni e le idee che questi prota-gonisti hanno sviluppato e realizzato in ambito educativo, didattico, psicologico e socio-sanitario, per dare loro la possibilità di condividerle attraverso la stampa tradizionale, l’e-book e il web.

Sul sito www.ericksonlive.it è attiva una community dove autori e lettori posso-no incontrarsi per confrontarsi, dare e ricevere suggerimenti, scambiare le proprie esperienze, commentare le opere, trovare approfondimenti, scaricare materiali. Un’occasione unica per approfondire una serie di tematiche importanti per la pro-pria crescita personale e professionale.

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013

Page 89: Webnode - ² ²files.maestradaniela-bis.webnode.it/200000098-5a4295b3d1/... · 2013-08-21 · ¼ ¬½ ¼ ¥© ¬½ ¼³£ ¢¢ ¬½ ¼³£ ¥ £ ¬ ¡ ¡¶ ¬½ ® ¸ ² ¢ ¤ ¸

Il libro ha l’intento di raccontare agli studenti della scuola primaria alcune tra le più note storie mitologiche del mondo greco e latino, attraverso un linguaggio semplice ed essenziale. I racconti trovano ispirazione dai testi in lingua originale presenti nelle varie antologie per il ginnasio: rispettano la loro originalità e soprattutto la loro impostazione classica. Non si tratta di favole, bensì di racconti giunti fino a noi sin dai tempi più antichi, quando ancora non esisteva la scrittura, grazie al girovagare di aedi e cantori. Oltre a trasmettere interesse per questa materia intrigante e misteriosa ai giovani del nostro tempo, abituati dalle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi di comunicazione a tenere a riposo la fantasia, il libro vuole fornire materiale da lavoro per quei docenti che prestano attività didattica speciale, limitata-mente a una lettura semplice e fine a se stessa. Ciascun insegnante potrà a suo piacimento arricchirne il contenuto, approfondendo le storie con altri documenti relativi alla mitologia, oppure riutilizzare i testi per dettati, o trovare in essi spunti per una discussione. Il volume ha in appendice un elenco dei nomi delle divinità più note e un breve vocabolario di termini tipici del linguaggio mitologico.

ROBERTA MAGNANTE TRECCOAl termine degli studi liceali (maturità classica e maturità magistrale) si è laureata in Lingue e letterature straniere. Ormai da molti anni svolge attività di docente per la didattica speciale presso gli istituti superiori della città di L’Aquila. Per coltivare la sua passione, ha conseguito un master in scrittura creativa e sceneggiatura presso l’università di Teramo e uno presso la facoltà di Lettere di L’Aquila a cura del Prof. Walter Siti ed è attualmente iscritta a un corso di laurea specialistica. Ha partecipato con successo a concorsi di poesia (nel 2004 è risultata vincitrice al terzo posto al concorso regionale «Donne d’Abruzzo» con il racconto storico «Amalia») ed è inserita nell’Almanacco degli scrittori d’Abruzzo. Tra le sue pubblicazioni si ricorda la traduzione libera del «Carpe diem» di Orazio (1995), inserita in varie antologie letterarie, e il libro «Flos latino da favola» (2006), breve guida all’apprendimento della lingua latina nella scuola primaria, adottato in diverse scuole in Italia e all’estero e presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino presso lo stand della casa editrice Raffaello nel maggio 2007.

www.ericksonlive.it Erickson dà voce alle tue esperienze

Copia concessa in licenza a daniela bianchi; scaricato il 02/01/2013