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Weldon Kees SETTE POESIE Traduzione di Ottavio Fatica Adelphiana www.adelphiana.it 5 novembre 2003

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Page 1: Weldon Kees Poesie

Weldon Kees

SETTE POESIE

Traduzione di Ottavio Fatica

Adelphianawww.adelphiana.it5 novembre 2003

Page 2: Weldon Kees Poesie

SOTTOTITOLO

Stasera noi vi offriamo un $lmDi morte: osservate le scene cheRivela la sottile celluloideSenza pubblicità, esentasse.

Chiediamo solo questo:Le gomme vanno appiccicate sottoLe poltrone o inghiottite in fretta, i sacchettiDi popcorn lasciati all’ingresso.Durante lo spettacolo le porteResteranno chiuse. ConsultandoIl programma notereteChe non ci sono uscite.Una precauzione necessaria.

Non vi aspettate dialoghi né il suonoDi voci umane: abbiamo preferitoSincronizzare il $lm con lo stridioDei porci, il suono $accoDelle pistole, il clic smorzato delDistributore di barrette vuoto.

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Page 3: Weldon Kees Poesie

Ripetiamo: qui non ci sonoUscite, né guardiani da corrompere,Né $nestrelle alla toilette.

Il $lm non ha un $nale a meno cheNon siate voi a scriverlo. Spegnete Le luci, al proiezionista Rammentate la tessera del sindacato. Sedetevi davanti, lasciate che lo schermo Vi riveli la vostra eredità, La logica che ha il vostro destino.

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Page 4: Weldon Kees Poesie

PER MIA FIGLIA

Negli occhi di mia $glia l’innocenzaDella carne al mattino cela tracceFuneste, che lei ignora, e che io leggo.Capelli esposti ai venti più ghiacciati,Un reticolo di alghe sulle sueMani minuscole, e il lento velenoDella notte che ha messo in moto il sangue.Anni aridi che forse lei avrà in sorteOra si affacciano: una morte in guerra,Le magre gambe verdi. O lei che godePer odio dei tormenti inflitti; o moglie Crudele di un luetico o uno sciocco.Congetture, che il sole in peggio muta.Non ho una $glia. Non l’ho mai voluta.

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Page 5: Weldon Kees Poesie

LA VITA NUOVA

L’estate scorsa, in quel caldo azzurro,Sulla spiaggia, nell’aria arroventata, un accattoneSenza gambe ballonzolava sui pugni callosiDove aspettavo con gli uccelli abbacinati al sole.«L’estate» disse «evapora. La mia Vita a un’altra è unita; questa pelle riarsa secca,Muore e si sfalda in lamine, diventaIl tuo costume quando le foglie volano estirpate».

– Così, nell’autunno scon$tto, per la stradaAdesso io ballonzolo al tuo $ancoSenza gambe e ti chiamo sotto Un cielo grigio lacerato Dal tuono e dal vento mutevole.

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Page 6: Weldon Kees Poesie

COLLOQUIO

Nell’aria franta, in un clima aggu$to,Ragnatele sul prato dove terminano le foglie,Mi feci scudo della luna esile e del cieloPer carpire un consiglio al gatto e scendere un

pendioPieno d’erbacce. L’ho trovato pronoNel chiosco, un grumo in ombra,Impellicciato, sonnolento. «Porto»Dissi «oltre a un piatto di fegato, e a una puntaDi formaggio, i tormenti consueti,E il solito quesito sul perchéViviamo, e perché il mondo si assottiglia e muoreCome ha fatto per me, che vado incontroAl vaglio dei silenzi. DoveSiamo ora| Sappiamo qualche cosa|».– Ora, altra la notte, il suo sguardo permane.«Passami il piatto» disse. QuestaLa sua risposta, buona quanto un’altra.

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Page 7: Weldon Kees Poesie

PREGHIERINA

Cambia, avanza, morto orologio, e il nuovo giornoPotrà abbagliare questi occhi dolenti.Sfavilla, avvampa, vecchio sole, ormai da tanto

assente,E il tempo potrà ritrovare il suonoE tergere quel che ricorda una feritaDopo la guarigione.

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Page 8: Weldon Kees Poesie

«SE QUESTA STANZA È IL NOSTRO MONDO»

Se questa stanza è il nostro mondo, cheQuesto mondo vada in malora. ScoperchiamoIl tetto a un’ultima mostruosa pienaChe spazzi questo pavimento, queste sedie,Questo letto che non m’induce al sonno. SottoIl cielo nero della nostra sorte,Cianciando di barometri bagnati,Fisso la polvere urbana che imbratta il vetro mentreIl tuono muore. Muoiono gli eroiIn lontananza. Il loro sangue impregna l’erba,Dolce, inquieto, grumoso, nauseabondo, correAi $umi e ai mari, quei mari che sonoFonte di quella piena che mi aspetto,Di quella morte che dovrò morire.

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Page 9: Weldon Kees Poesie

IN UN CLIMA DI PERICOLO

Al centro è dove fare presaSe c’è un punto stabile, Sicuro, in quella terra offesa.Due le scuole: non c’è regionePer l’una senza rischio né paura;L’altra cita pianure

CintePer quanti

Vogliono più della rosa fragrante.

Da un lato, uccelli e babbuiniLustrano l’atmosfera con paroleD’ardesia, aspre e grigie. Hanno luneSterili come i loro occhi, biglie opache,Umide, prese nella cavità. E sereDiffuse in giorni di facile pena:

Il crolloDi tutto quello

Che c’è ghigna da un zoppo piedistallo.

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Page 10: Weldon Kees Poesie

Dall’altro, assoluti,Quasi dèi dietro una maschera di stampa,Punzecchiano fra i ruderi e discutonoL’avvento dell’ora estinta,Morta e sepolta, che attendono con fareIsterico per penetrare,

E guidanoPer s$da

A un inatteso suicidio.

Sotto i tuoi occhi estranei eccole fuseDosando le benedizioni degli stoltiAmmaliati! Né amore elusoNé odio calcolato ostacola la voltaCeleste. Come si sono attratteSi scioglieranno. Due scene che la notte

Scinde,Presenti

Ma inosservate, due fra tante.

© weldon kees

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