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West Nile Disease luglio 2012 Ministero della Salute DIPARTIMENTO DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DEGLI ORGANI COLLEGIALI PER LA TUTELA DELLA SALUTE DIREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ ANIMALE E DEI FARMACI VETERINARI Ufficio III - CENTRO NAZIONALE DI LOTTA ED EMERGENZA CONTRO LE MALATTIE DEGLI ANIMALI UNITÀ CENTRALE DI CRISI

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Aggiornamento West Nile Disease - Luglio 2012 2012 - 15 pp.; 12 x 10,5 cm

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Page 1: West Nile Disease

West Nile Disease luglio 2012

Ministero della SaluteDIPARTIMENTO DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA, DELLA SICUREZZA ALIMENTARE E DEGLI ORGANI COLLEGIALI PER LA TUTELA DELLA SALUTEDIREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ ANIMALE E DEI FARMACI VETERINARIUfficio III - CENTRO NAZIONALE DI LOTTA ED EMERGENZA CONTRO LE MALATTIE DEGLI ANIMALI UNITÀ CENTRALE DI CRISI

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Cos’è la West Nile Disease?

La West Nile Disease (WND) è una malattia ad eziologia virale, trasmessa da zanzare, responsabile di forme di meningo-encefalite negli uccelli, sia selvatici che

domestici, negli equidi e nell’uomo. Il virus della West Nile (WNV), appartenente alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda (distretto di West Nile) dal sangue di una donna con sintomatologia febbrile.

In Italia la malattia è stata diagnosticata per la prima volta in Toscana (Padule di Fucecchio) nella tarda estate del 1998. Il focolaio interessò 8 allevamenti ed 1 ippodromo, dove alcuni cavalli presentarono sintomatologia clinica di tipo neurologico.

A distanza di 10 anni dalla prima notifica, nell’agosto 2008 la WND è ricomparsa in Italia nell’area del delta del Po. Il focolaio ha interessato 8 province in 3 differenti Regioni (Emilia Romagna, Veneto e Lombardia), coinvolgendo equidi, uccelli stanziali e selvatici. Casi neurologici di malattia sono stati osservati negli equidi e, a differenza di quanto avvenuto in Toscana nel 1998, anche nell’uomo. Nel 2009 l’infezione è tornata a manifestarsi coinvolgendo in parte le stesse aree geografiche del 2008 ed estendendosi a nuovi territori dell’Italia centrale, interessando complessivamente aree comprese in 6 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Toscana e Lazio). I risultati delle analisi filogenetiche effettuate sui ceppi isolati in Italia nel 1998, 2008 e 2009 hanno consentito di stabilirne l’appartenenza al Lineage I, evidenziando, grazie alla comparazione dei genomi, un’elevata similitudine con alcuni ceppi isolati in Paesi del Bacino del Mediterraneo. Tale elemento ha avvalorato l’ipotesi secondo la quale l’origine dei focolai italiani sia da attribuire all’introduzione del WNV dall’Africa sub-sahariana o da altre aree endemiche mediante le migrazioni di uccelli. Il notevole grado di conservazione dell’intero genoma virale dei ceppi responsabili dei focolai del 2008 e del 2009, inoltre, fa ritenere che il virus sia stato capace di sopravvivere nel corso del periodo inter-epidemico, superando l’inverno e dando vita ad un nuovo ciclo di trasmissione nel 2009 nelle aree infette del Nord Italia. Nel 2010 la WND in Italia ha interessato anche territori in precedenza non coinvolti dalla circolazione virale, quali la Sicilia, il Molise e la Puglia. Casi clinici di malattia sono stati nuovamente osservati negli equidi in Sicilia e in Veneto e nell’uomo in Veneto.

Nel 2011 la WND è ricomparsa in Italia per il quarto anno consecutivo. Le Regioni interessate sono state: Sardegna, Calabria, Basilicata, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. I focolai verificatisi in Sardegna, Basilicata e Calabria rappresentano la prima evidenza di circolazione virale in queste Regioni. Sintomi clinici di meningo-encefalite sono stati osservati negli equidi (Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Veneto) e nell’uomo (Sardegna, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia). Le analisi filogenetiche, condotte sui ceppi virali isolati nel 2011, hanno consentito di evidenziare non solo la presenza del Lineage I, come negli anni precedenti, ma anche di ceppi appartenenti al Lineage II limitatamente al Friuli Venezia Giulia e al Veneto.

La situazione epidemiologica della WND è sintetizzata e costantemente aggiornata in Bollettini Epidemiologici pubblicati a cura del Centro di Referenza Nazionale per lo Studio e l’accertamento delle Malattie Esotiche degli animali (CESME) sul sito:

http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west_nile/emergenze.htm

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Ciclo della malattia

La WND è caratterizzata da un ciclo di trasmissione zanzara-uccello-zanzara:

le zanzare (vettori) trasmettono il virus agli uccelli domestici e selvatici (ospiti), che a loro volta possono fungere da serbatoi/amplificatori virali. Questo ciclo è considerato come ciclo endemico di trasmissione.

L’uomo e il cavallo, entrando incidentalmente nel ciclo di trasmissione del virus e manifestando la sintomatologia clinica, svelano la presenza della malattia.

L’uomo e il cavallo però, non sono in grado di infettare il vettore e, pertanto, sono considerati ospiti a fondo cieco.

Ciclo di trasmissione del virus della West Nile

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Sintomatologia e definizione di caso

In Italia l’infezione negli uccelli è accompagnata assai di rado da sintomi clinici evidenti. Infatti ad oggi non sono stati registrati fenomeni di mortalità

significativa legati all’infezione da WNV. Qualora compaiano sintomi clinici, essi sono tipici della forma neurologica. Sebbene gli equidi siano sensibili all’infezione da WNV, la maggior parte dei casi decorre in modo asintomaticoo con sintomatologia simil-influenzale. Negli equidi il periodo di incubazione è di 3-15 gg. Circa il 10% degli equidi infetti manifesta sintomatologia nervosa. I segni clinici possono risolversi con guarigione in 5-15gg oppure progredire rapidamente con morte dei soggetti. In alcuni casi si preferisce sottoporli a eutanasia. La definizione di caso sospetto e confermato di WND negli equidi e la relativa sintomatologia nervosa è stabilita dall’Ordinanza del 4 agosto 2011: deve essere considerato sospetto di WND “un equide che, nel periodo di attività dei vettori, presenta atassia locomotoria o morte improvvisa, oppure un equide che, nel periodo di attività dei vettori, presenta almeno uno dei seguenti sintomi: • movimenti in circolo• incapacità a mantenere la stazione

quadrupedale• paralisi/paresi agli arti• fascicolazioni muscolari• deficit propriocettivi. Tali sintomi possono essere accompagnati da:• debolezza degli arti posteriori• cecità• ptosi del labbro inferiore, o paresi dei muscoli

labiali o facciali• digrignamento dei denti. Deve essere considerato come sospetto di encefalo-mielite di tipo West Nile anche un risultato sierologico positivo in assenza di sintomatologia clinica. La conferma del sospetto diagnostico avviene quando i campioni prelevati dall’equide sospetto risultano positivi ad un esame di laboratorio di conferma effettuato dal CESME.”

Il Piano di sorveglianza

Dopo il focolaio del 1998 il Ministero della Salute ha deciso di istituire un Piano di sorveglianza nazionale volto ad individuare

precocemente la possibile circolazione del WNV in aree a rischio. La Normativa di riferimento negli ultimi anni è consultabile al sito web:

Il Piano di sorveglianza 2012

Le aree geografiche interessate dal Piano di sorveglianza 2012 sono le seguenti:• Area con circolazione virale (ACV):

il territorio che è stato interessato dalla circolazione del WNV nel corso dei due anni precedenti

• Aree di sorveglianza esterna all’ACV (AE): il territorio dei Comuni compresi in un raggio di 20 km intorno ai casi verificatisi nelle zone più esterne dell’ACV. Per le Regioni Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Umbria e Toscana (limitatamente all’area in Provincia di Arezzo) è stato incluso nell’AE anche il territorio dei comuni precedentemente inclusi in ACV e non interessati dalla circolazione virale nel corso dei due anni precedenti. Nelle Regioni Sardegna e Friuli Venezia Giulia l’AE comprende tutto il territorio regionale non incluso nell’ACV

• Aree a rischio (AR): aree umide che per le caratteristiche ecologico-ambientali sono considerate a rischio di introduzione della malattia:• Abruzzo: Foce del fiume Vomano• Campania: Serre Persano • Marche: Sentina • Piemonte: Garzaia di Marengo• Sicilia: Oasi del Sineto• Toscana: Padule di Fucecchio

http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west_nile/peroperatori_legislazione.html

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Titolo

Piano di sorveglianza 2012- Aree con Circolazione Virale (ACV)- Area di Sorveglianza Esterna (AE)- Aree a Rischio (AR)

1998

1998-2008

1998-2008-2009

1998-2008-2009-2010-2011

1998-2008-2009-2010

Progressione della circolazione virale in Italia dal 1998 al 2011

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TitoloSorveglianza della WND

1. Sorveglianza ornitologica

3. Sorveglianza entomologica

4. Sorveglianza dell’avifauna

5. Sorveglianza sulla mortalità

selvatica di specie migratorie

negli uccelli selvatici

2. Sorveglianza negli equidi

Il Piano di sorveglianza per la West Nile ha i seguenti obiettivi:

• individuare il più precocemente possibile la circolazione del virus sia nelle aree già interessate dall’infezione nel corso degli anni precedenti, sia nelle restanti parti del territorio nazionale,

• verificare la circolazione virale nelle popolazioni di equidi presenti sul territorio per individuare precocemente il passaggio del virus dagli uccelli ai mammiferi,

• identificare il periodo a rischio per la trasmissione vettoriale.

La sorveglianza ornitologica può essere effettuata su uccelli stanziali oppure in caso di mancato raggiungimento del 50% delle attività previste,

è possibile, in alternativa, attuare la sorveglianza su allevamenti avicoli rurali o all’aperto o tramite il posizionamento di gruppi di polli sentinella.Tali attività sono obbligatorie nelle AE e nelle AR.La sorveglianza su uccelli stanziali è facoltativa nelle ACV dove può essere effettuata qualora si intenda verificare la possibile assenza di circolazione virale nell’area. Laddove sia dimostrata tale assenza per due anni consecutivi, l’area potrà essere rimossa da quelle comprese nelle ACV e sottoposta a sorveglianza secondo quanto previsto per le AE.

La sorveglianza entomologica ha i seguenti obiettivi:• identificare le specie di zanzare responsabili della trasmissione virale nel ciclo enzootico,

• identificare le specie di zanzare responsabili della tra-smissione virale ai cavalli e all’uomo,

• valutare la possibilità di sopravvivenza del virus nelle zanzare durante il periodo invernale,

• rilevare precocemente la circolazione del virus,• definire il periodo a rischio per la trasmissione

vettoriale, mediante lo studio della dinamica dell’abbondanza dei vettori.

La sorveglianza è effettuata tramite il posizionamento di trappole per la cattura delle zanzare in un numero predefinito di allevamenti di equidi o in altre strutture zootecniche localizzate nelle aree soggette a sorveglianza.

Durante il periodo delle migrazioni, uccelli migratori viremici possono essere responsabili dell’introduzione del virus nelle aree di sosta o

in quelle di nidificazione. Le aree dove si vengono a concentrare maggiormente questi animali sono le zone umide situate lungo le rotte migratorie. Per poter mettere in evidenza l’arrivo di uccelli viremici e l’eventuale instaurarsi del ciclo silvestre, è indispensabile predisporre un sistema di controllo in grado di individuare precocemente l’introduzione del virus. Il programma di monitoraggio sull’avifauna selvatica prevede tre campionamenti annuali da effettuare:• il primo durante il passo primaverile (marzo-aprile),• il secondo alla fine di agosto,• il terzo fra la metà e la fine di settembre.

La sorveglianza passiva sull’avifauna selvatica si effettua su tutto il territorio nazionale e dovrà essere intensificata durante il periodo di attività degli insetti

vettori.

La sorveglianza negli equidi è effettuata tramite l’esame periodico di equidi sentinella e la verifica di casi sospetti di WND.

Nelle ACV e nelle AE la sorveglianza sierologica sugli equidi sentinella non è prevista per la presenza di numerosi capi già sierologicamente positivi. Nelle AE le Regioni, di concerto con il Ministero della Salute e il CESME, possono attivare un piano di controlli a campione su sieri di equidi prelevati per altri motivi (Anemia Infettiva equina, Morbo coitale maligno) volti ad evidenziare fenomeni di infezione precoce. Nelle AR è effettuata la sorveglianza sierologica su equidi sentinella. Le attività di campionamento iniziano ad aprile e terminano a settembre; nel corso di tale periodo gli equidi sono sottoposti 3 volte a prelievo ematico. La sorveglianza clinica sugli equidi si attua su tutto il territorio nazionale. Tutti i casi di sintomatologia nervosa compatibile a quella determinata da infezione da WNV

devono essere immediatamente notificati al Servizio Veterinario dell’Azienda USL competente e sottoposti ad indagini approfondite per escludere o confermare la WND indipendentemente dall’area geografica in cui si manifestano.

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Vaccinazione degli equidi Come si previene la WND?

Lotta alle zanzare

In attuazione all’art. 6 dell’O.M. del 5 novembre 2008, all’art 6 dell’O.M. del 4 agosto 2011 e successive modifiche, dal mese di luglio 2009 è

possibile vaccinare gli equidi facoltativamente e a carico del proprietario.In Italia sono autorizzati al commercio:• un vaccino inattivato• un vaccino ricombinante.Nelle aree in cui è stata dimostrata circolazione virale, l’uso della vaccinazione permette di proteggere dalla malattia i soggetti a rischio. Laddove si sia sviluppata un’immunità naturale a seguito dell’infezione, poiché tale condizione può permanere per periodi variabili, è consigliabile comunque che tale immunità sia ristabilita e stimolata annualmente tramite la vaccinazione. L’impiego del vaccino deve essere effettuato da un veterinario o sotto la sua diretta responsabilità. La registrazione dell’avvenuta vaccinazione nel documento di identità (passaporto) dell’equide, può essere effettuata dal:• veterinario prescrittore che ai sensi dell’art. 65 del Regolamento di

Polizia Veterinaria, è tenuto a darne immediata comunicazione al servizio veterinario competente per territorio trasmettendo entro tre giorni i dati relativi ai trattamenti da lui stesso eseguiti, utilizzando il modello n. 12 dello stesso Regolamento

• servizio veterinario competenteL’avvenuta vaccinazione deve essere comunicata entro tre giorni dal veterinario prescrittore al servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale competente per territorio specificando le seguenti indicazioni:• ubicazione dell’azienda• detentore degli animali• numero identificativo degli animali da sottoporre a

trattamento• data della prescrizione.

Per ridurre il rischio di infezione devono essere adottate le seguenti misure:• ridurre la possibilità di essere punti dalle

zanzare• ridurre la popolazione di zanzare adulte nelle case

e nei luoghi ricreativi e lavorativi.

Molte delle zanzare che possono essere vettori del WNV pungono nelle ore notturne tra il tramonto e l’alba. Alcune di queste specie

di zanzare, tuttavia, sono in grado di pungere anche durante il giorno. Tutte le misure di prevenzione basate sull’utilizzo di insetticidi e repellenti devono essere valutate sulla base dell’effettivo rischio di infezione, dell’abbondanza delle zanzare e del conseguente livello di esposizione a possibili punture. Se ci si trova all’esterno nelle ore di massima attività delle zanzare, può essere preferibile indossare indumenti con le maniche lunghe, pantaloni lunghi e calzini ed applicare dei repellenti sulla cute esposta. Poiché le zanzare possono pungere anche attraverso vestiti sottili, può essere utile spruzzare anche gli abiti con repellenti. Le zanzare depongono le loro uova nell’acqua stagnante. Bisogna perciò limitare il numero di luoghi intorno alla casa dove le zanzare possono riprodursi:• almeno una volta o due alla settimana, svuotare

l’acqua dai sotto vasi, ciotole dianimali da compagnia, coperture per piscine, secchi, botti e lattine

• controllare periodicamente le grondaie, le condutture e i tombini, per assicurarsi che non si siano otturati causando ristagniumidi

• rimuovere pneumatici fuori uso e altri oggetti che potrebbero raccogliere l’acqua

• assicurasi di verificare la presenza di contenitori o rifiuti in luoghi che possono essere difficili da vedere, come sotto i cespugli.

Alcune specie di zanzare entrano abitualmente nelle case. L’applicazione di zanzariere alle finestre è utile a ridurre il loro ingresso nelle case.

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Piano di sorveglianzaaree urbane

Nel 2011, è stato attivato un piano nazionale di sorveglianza per la WND in aree urbane, normalmente non ricadenti all’interno dei

territori interessati dal Piano di sorveglianza nazionale. Sono state selezionate 7 aree urbane: Roma, Torino, Napoli, Foggia, Cagliari e Palermo, dove è stato effettuato un primo monitoraggio sierologico su campioni prelevati da bovini, o in alternativa, da cavalli non vaccinati per WND o cani residenti in tali aree. Infatti, pur non ammalandosi, animali come bovini e cani possono essere punti da zanzare infette, sviluppare anticorpi e, quindi, fungere da “sentinelle” per il rilievo dell’infezione sul territorio.

Sono stati sottoposti ad analisi campioni prelevati da:• bovini nelle aree urbane di Napoli e Foggia• cani nell’area urbana di Cagliari• cavalli nell’area urbana di Roma• più di una specie nelle aree di Torino e Palermo.

Per quanto riguarda gli equidi, in nessuno dei soggetti esaminati nell’ambito del piano è stata rilevata evidenza di circolazione virale recente. Positività pregresse nei cavalli sono state riscontrate a Palermo e a Torino. Quest’ultimo rilievo è risultato di notevole importanza considerando che mai prima erano stati segnalati casi di malattia o di infezione a Torino o nelle aree circostanti.

La positività sierologica riscontrata in 2 dei 430 cani esaminati nell’area urbana di Cagliari, area interessata dalla circolazione virale nel 2011, ha confermato l’utilità che può avere il monitoraggio sierologico su questa specie là dove non siano presenti equidi in numero sufficiente.

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