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Capitolo 38 L'estinzione 1.Introduzione L'estinzione del processo e il fenomeno per cui il rapporto processuale instaurato non si conclude con la sentenza di merito,ma con un provvedimento che chiude il processo senza pronunciare sulla domanda. Le cause dell estinzione del giudizio ordinario di cognizione di primo grado sono due:la rinuncia agli atti del giudizio(art 306)e la inattività delle parti(art 307). 2.La rinunzia agli atti L attore puo rinunciare agli atti del giudizio in corso con effetto estintivo dello stesso. Il processo si estingue se la rinuncia e accettata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione del processo.L art 306c. specifica che l accettazione non e efficace se contiene riserve o condizioni. La rinuncia e comunque un atto "puro",non legato causalmente alla propria ragione psicologica;essendo sufficiente che l atto sia formalmente idoneo a produrre il suo effetto. Questo effetto e appunto la estinzione del processo,cioè la chiusura del rapporto processuale in corso:in se considerata la rinuncia agli atti significa rinuncia al processo ma non all azione,non cioe al diritto tutelato dal processo e,quindi non alla possibilita di proporre daccapo la domanda giudiziale.In tal senso la rinuncia agli atti vviene distinta dalla rinuncia all azione,cioè al diritto azionato. La rinuncia all azione comporta la non riproponibilita della relativa domanda giudiziale. L art 306 impone che la rinuncia debba provenire dalla parte personalmente,ovvero dal procuratore speciale.Non si tratta quindi ddi un atto normalmente rientrante nei poteri del difensore. la dichiarazione di rnuncia può essere fatta verbalmente all udienza,ovvero "con atti sottoscritti e notificati alle altre parti". La rinuncia deve essere "accettata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione".Non vi e quindi la necessita dell accttazione delle parti contumaci.E necessaria invece l accettazione delle parti costituite,ma non di tutte bensì

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Capitolo 38L'estinzione

1.IntroduzioneL'estinzione del processo e il fenomeno per cui il rapporto processuale instaurato non si conclude con la sentenza di merito,ma con un provvedimento che chiude il processo senza pronunciare sulla domanda.Le cause dell estinzione del giudizio ordinario di cognizione di primo grado sono due:la rinuncia agli atti del giudizio(art 306)e la inattività delle parti(art 307).

2.La rinunzia agli attiL attore puo rinunciare agli atti del giudizio in corso con effetto estintivo dello stesso.Il processo si estingue se la rinuncia e accettata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione del processo.L art 306c. specifica che l accettazione non e efficace se contiene riserve o condizioni.La rinuncia e comunque un atto "puro",non  legato causalmente alla propria ragione psicologica;essendo sufficiente che l atto sia formalmente idoneo a produrre il suo effetto.Questo effetto e appunto la estinzione del processo,cioè la chiusura del rapporto processuale in corso:in se considerata la rinuncia agli atti significa rinuncia al processo ma non all azione,non cioe al diritto tutelato dal processo e,quindi non alla possibilita di proporre daccapo la domanda giudiziale.In tal senso la rinuncia agli atti vviene distinta dalla rinuncia all azione,cioè al diritto azionato.La rinuncia all azione comporta la non riproponibilita della relativa domanda giudiziale.L art 306 impone che la rinuncia debba provenire dalla parte personalmente,ovvero dal procuratore speciale.Non si tratta quindi ddi un atto normalmente rientrante nei poteri del difensore.la dichiarazione di rnuncia può essere fatta verbalmente all udienza,ovvero "con atti sottoscritti e notificati alle altre parti".La rinuncia deve essere "accettata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione".Non vi e quindi la necessita dell accttazione delle parti contumaci.E necessaria invece l accettazione delle parti costituite,ma non di tutte bensì solo di quelle che "potrebbero avere interesse alla prosecuzione".Ne consegue che,per la efficacia della rinuncia agli atti,non e necessaria alcuna accettazione del convenuto che si e limitato  a sollevare eccezioni processuali.Invece,la parte che si e difesa entrando nel merito della domanda rivela in tal modo di avere interesse alla prosecuzione del processo.Possiamo pertanto dire che vanno considerati interessati alla prosecuzione del giudizio", e debbono pertanto accettare la rinuncia a pena di inefficacia dell atto,le controparti dell attore che hanno esperito di merito nel processo.La parte che si sia contemporaneamente difeso in rito e merito si tende a dire che non sia interessato alla prosecuzione del processo.Quanto alle spese,l art 306 prevede che il rinunciante debba rimborsare le spese effettuate dalle altre parti.

3.L inattività delle parti

L altra fattispecie di estinzione e data dall inattività delle parti nei casi previsti dalla legge.Un primo gruppo di casi di inattività e descritto dal c.1 dell art 307.

Si tratta dei casi in cui un  processo in stato diquiescenza deve essere riassunto entro il termine perentorio di tre mesi dalla data in cui e entrato in quiescenza.E la quiescenza può dipendere da un intervenuta cancellazione dal ruolo,ovvero dal fatto che il processo,pur pendendo,non e mai stato iscritto a ruolo.Quest ultimo caso e qquello della ,mamncata costituzzione di ambedue le parti nei termini stabiliti dalla legge,mentre i casi in cui il giudice ordina la cancellazione dal ruolo sono:VEDERE LIBRO PAG 459Il processo deve essere riassunto davanti allo stesso giudice nel termine perebntorio di tre mesi,che decorre rispetivamente dalla scadenza del termine per la costituzione del convenuto a norma dell art 166,o dalla data del provvedimento di cancellazione.In mancanza di tempestiva riassunzione,il processo si estingue.In tutti questi casi,una volta riassunto,il processo si estingue "se nessuna delle parti siasi costituita".Il processo si estingue inoltre se "nei casi previsti dalla legge il giudice ordini la cancellazione della causa dal ruolo".In altri termini,se il processo e stato gia riassunto dopo un termine di quiescnza,una nuova,eventuale cancellazione della causa dal ruolo determinera sempre estinzione immediata.Un secondo gruppo di casi e contemplato all art 307 c.3 che richiama il comportamento inerte delle parti "alle quali spetta di rinnovare la citazione o di perseguire,riassumere o inegrare il giudizio":il processo,infatti,si estingue immediatametne ovequeste "non vi abbiano provveduto entro il termine perentorio stabilito dalla legge,o dal giudice che dalla legge sia autoizzato a fissarlo".CASI VEDERE LIBRO PAG 460Possiamo quindi fissare una duplice casistica di estinzioni per inattivita .Nella prima serie di casi l estinzione consegue ad una doppia inattivita:la primitiva inattivita considerata dalla legge e idonea a provocare solo un provvedimento di cancellazione della causa dal ruolo;occorrera poi che passi un trimestre senza una successiva attivita di riassunzione perche possa prodursi l estinzione.Nella seconda serie di casi,fattispecie dell estinzione e una singola inattivita:l estinzione e immediata e consegue alla cancellazione della causa dal ruolo.

4.Rivelazione e pronuncia di estinzione

L ultimo comma dell art 307 afferma che "l estinzione opera di diritto ed e dichiaratya anche d ufficio".L espressione "opera di diritto" sta ad indicare che l estinzione non e l effetto della rponuncia che la dichiara,pronuncia che assume il valore di mero provvedimento ricognitivo di una situazione gia avveratasi.L u.c. dell art 307 prescrive che l estinzione e dichiarata "con ordinanza del giudice istruttore ovvero con sentenza del collegio".Struttura collegiale:l accoglimento dell eccezione di estinzione sollevata nella fase istruttoria prende forma di ordinanza del giudice istruttore reclamabile al collegio:la parte interessata alla prosecuzione puo proporre reclamo al collegio contro declamatoria di estinzione "nei modi di cui all 178 commi 3,4,5.Il comma 2 dell art 308 aggiunge che il collegio provvede in camera  di consiglio con la sentenza se respinge il reclamo,e con ordinanza non imputabile se l accoglie.In altre parole,il rigetto del reclamo viene deciso con pronuncia impugnabile,mentre l accoglimento del reclamo viene deciso con un provvedimento definitivo.Cio consente di dire che la legge favorisce la prosecuzione del processo e la sua conseguente conclusione in merito.

Il rigetto della eccezione di estinzione viene pronnciato dal giudice istruttore sempre con ordinanza,ma tale ordinanza non e autonomamente reclamabile.

Struttura monocratica:nella forma dell ordinanza sara reso il solo provvedimento che nega che si sia verificata l estinzione emesso in fase istruttoria.Il provvedimento che dichiara l estinzione assumen invece sempre forma di sentenza.Se pero il giudice di fronte a cui e sollevata l eccezione di estinzione la rigetta,la forma di tale rigetto resta quella dell ordinanza non e autonomamente impugnabile.Se l eccezione e sollevata ad istruttoria conclusa,la pronuncia del giudice istruttore che decide in veste di giudice monocratico,rivestira sempre forma di sentenza,sia che l accolga e declini quindi la decisione nel merito:in ambedue i casi  la questione sara riproponibile con l appello.

5.Gli effetti dell estinzione 

Gli effetti dell estinzione sono stabiliti dall art 310.Ad estinguersi e il processo; l estinzione non estingue l azione.Non vengono travolte dall estinzione le sentenze di merito e le pronunce "che regolano la competenza":esse mantengono la loro efficacia tra le parti negli eventuali nuovi processi che dovessero aver luogo tra queste sulla medesima situazione litigiosa.L espressione "pronunce che regolano la competenza" indica i provvedimenti della corte di cassazione che decidono la questione di competenza sia pronuciando sullo specifico rimedio del regolamento di competenza,sia pronunciando sulla competenza all esito di ricorso ordinario.Le altre pronuncie che conservano la loro efficacia oltre il processo estinto sono le "sentenze di merito".Non sopravvivono all estinzione invece le ordinanze istruttorie e le sentenze meramente processuali.Vi sono pero delle eccezioni alla perdita di efficacia delle ordinanze:abbiamo gia visto infatti che le ordinanze di condanna anticipatorie emesse nel corso del giudizio conservano   la loro efficacia se il processo si estingue.E evidente che il legislatore,tenendo conto della loro sostanza,ha equiparato questi provvedimenti alle sentenze di merito.Secondo l art 310 c3 "le prove raccolte sono valutate dal giudice a norma dell art 116 2c"Questo significa innanzitutto che le prove provenienti dal processo estinto non scompaiono.Naturalmente di limitazioni probatorie potra parlarsi solo per le prove c.d."a valutazione libera",mentre non avrebbe senso per le prove legali.Infine e previsto che "le spese del processo estinto stanno a carico delle parti che le hanno anticipate"

QUESTA E L ESTINZIONE DEL PRIMO GRADO DA DISTINGUERLA CON APPELLO,REVOCAZIONE ORDINARIA,GIUDIZIO CONSEGUENTE AD OPP DI DECRETO INGI.

Capitolo 39LE IMPUTAZIONI IN GENERALE

1.Le imputazioni in generale

Il sistema delle imputazioni e l organizzazione dei rimedi contro gli eventuali errori;esso si articola in "mezzi" specifici di impugnazione.Nel passaggio da un grado all altro,si ha continuazione del processo originariamente sorto dalla domanda giudiziale;l impugnazione della sentenza e quindi un episodio del processo.Secondo la legge processuale i mezzi per impugnare le sentenze sono(art323):• il regolamento di competenza• l appello• il ricorso in cassazione• la revocazione • l opposizione di terzo

Non appartiene invece al novero delle impugnazioni in senso tecnico il rimedio della correzione degli errori materiali.

2.La soccombenza

Il meccanismo delle impugnazioni e retto dal principio della soccombenza in virtu del quale e legittimata ad impugnare la parte soccobente.La soccombenza puo essere totale o parziale.Per determinare la soccombenza si deve guardare solo all atto della precisazione delle conclusioni che precede il passaggio alla fase decisoria della controversia.

3.Forma del provvedimento e impugnazione:l impugnazione del provvedimento decisorio in forma erronea.

Oggetto precipuo dell impugnazione sono i provvedimenti in forma di sentenza.In linea di principio non costituiscono quindi oggetto di impugnazione i provvedimenti in forma diversa dalle sentenze.La regola della non assoggettabilita del decreto dell ordinanza ai mezzi di impugnazione in senso proprio,vige infatti nei casi in cui e la legge stessa a prevedere che il giudice pronunci ordinanza o decreto. Puo pero capitare che il giudice sbagli la forma del provvedimento.Ci si e posti il problema del rimedio espribile contro il provvedimento che doveva essere reso in forma di sentenza ma,per errore,ha preso un altra forma.Il rpoblema non trova una risposta diretta nel codice,e la soluzione proviene dalla giurisprudenza.Secondo quest utlima le forme di controllo proprie dell ordinanza o del decreto sono proponibili solo nel caso in cui la legge consente al giudice di decidere nella forma dell ordinanza e del decreto;quando invece la decisione,presa in tali forme,doveva

invece rivestire la forma della sentenza,il provvedimento resta comunque soggetto al tipo di impugnazione prescritta dalla legge per quest ultima.E questa la teoria della c.d. prevalenza della sostanza sulla forma deel provvedimento.

3.1. Forma del provv e impugnazione:l impugnazione del provv decisiorio prescritto dalla legge

Diverso problema e quello della impugnabilita con i mezzi specificatamente previsti per l impugnazione delle sentenze,dei provvedimenti che,per legge,non rivestono forma di sentenza.Nulla quaestio quando e la legge a prevedere un rimedio specifico;dove essa invece taccia e nulla preveda,soccorre la regola per cui il provvedimento in questione e comunque soggetto a ricorso in cassazione qualora esso presenti contestualmente i requisiti della decisorieta e della definitivita.

4. I termini per le impugnazioni e il giudicato

L art 324 qualifica come "passata in giudicato" la sentenza "che non e piu soggetta ne aregolamento di competenza,ne ad appello,ne a ricorso per cassazione,ne a revocazione,per i motivi di cui ai num 3 4 5 dell art 395"Il contenuto di una sentenza impugnabile e quindi,per definizione, instabile perchee potenzialmente surrogabile dal diverso contenuto della distinta sentenza pronunciata all esito del giudizio di impugnazione.Le sentenze sono impugnabili sicche mancano di definitivita.Il sistema delle impugnazioni si regge dunque su un meccanismo di termini perentori deputati a regolare l esperimento dei singoli mezzi.

4.1. Il termine breve

L art 325 stabilisce:un termine di 60 giorni per esperire il ricorso contro le sentenze di primo grado,nonche

per proporre la revocazione e l opposizione di terzo di cui all art 404 2c.un termine di 60 giorni per esperire il ricorso contro le sentenze ricorribili per

cassazione.

Art 326 "I termini stabiliti dall art precedente ....decorrono dalla notificazione della sentenza"

Si rammenti l eccezionalita del regolamento di competenza il cui termine non decorre dalla notificazione della ordinanza bensi dalla sua comunicazione.

Ai fini del decorso del termine breve,la notificazione della sentenza va fatta,al procuratore della parte costituita nel giudizio a quo.Il principio e quello della comunanza del termine ad entrambi le parti.

4.2 Il termine lungo

L art 326 pero,non puo essere letto separatamente dal successivo art 327,il quale si occupa del caso in cui non si abbia alcuna notificazione della sentenza,e mira ad evitare che,in assenza di notificazione,la sentenza resti perennemente impugnabile.

Lart 327c1 stabilisce infatti che,decrosi sei mesi dalla sua pubblicazione,la sentenza non e piu soggetta ad impugnazione.La sentenza una volta depositata in cancelleria,deve comunque essere impugnata entro 6 mesi,dopodiche essa assume la definitivita della cosa giudicata.Tuttavia,all interno di questo arco di tempo,se una parte vuole accellerare il pass in giudicato della sentenza,essa puo notificare la sentenza alla controparte.

4.3 Interruzione del termine breve e regime del termine lungo

Durante la decorrenza del termine brevev puo sopravvenire in capo al notificatario,uno degli eventi previsti dall art299:l evento produce l interruzione del termine per l impugnazione e un nuovo termine breve inizia a decorrere dal giorno in cui venga rinnovata la notificazione della sentenza.

4.4. L eccezione di termine semestrale

L art 327 stabilisce che la disposizione del primo comma "non si applica quando la parte contumace dimostra di non aver avuto conoscenza del processo per nullita della citazione o della notificazione di essa,e per nullita della notificazione degli atti di cui all art 292"Non si applica dunque nell ipotesi di contumacia involontaria del convenuto,quando cioe la contumacia di questi dipende dal fatto che nei suoi confronti era stata proposta una citazione nulla,ovvero era nulla la notificazione della citazione.Una sentita esigenza di tutela del contraddittorio e del diritto di difesa fa si che questi possa impugnare la sentenza anche dopo la scadenza dei 6 mesi,con l avvertenza che l ammissibilita della relativa impugnazione dipende dalla prova che la nullita dedotta afferente l atto introduttivo gli ha impedito la conoscenza effettiva.

5. Lacquiescenza 

L impugnazione puo diventare improponibile,oltre che per scadenza dei termini,anche per sopravvenuta acquiescenza.Facendo acquiescenza alla sentenza,la parte soccombente esprime la propria volonta di non impugnarla e,quindi,ne fa accettazione.Puo consistere in una dichiarazione di accettazione espressa della prnuncia giudiziale o di formale rinuncia a sottoporla a gravame(c.d.acquiescenza espressa),ovvero in un comportamento concludente(c.d.acquiescenza tacita).Questo comportamento deve consistere in "atti incompatibili con la volonta di avvalersi dell impugnazione".Decisamente rari sono pertanto i casi riconosciuti di acquiescenza tacita.

5.1. Acquiescenza parziale

Il secondo comma dell art 329 prevede a sua volta che la proposizione di una impugnazione parziale importi acquiescenza alle parti della sentenza non impugnate.Questa riduzione nell ambito dell impugnazione pero si produce purche le parti della sentenza non impugnate possano considerarsi autonome e non dipendenti dal capo impugnato.A complicare le cose sta infatti la disposizione dell art336c1 secondo cui "la riforma o la cassazione parziale ha effetto anche sulle parti della sentenza dipendenti dalla parte riformata o cassata"La norma sancisce il c.d."effetto espansivo interno" dell impugnazione per cui i capi di

sentenza non impugnati,ma dipendenti dal capo riformato o cassato,risentono comunque della riforma o dalla cassazione parziali della sentenza.

6.La notificazione dell impugnazioneVEDERE LIBRO PAG 481

7. Le impugnazioni incidentali

Non e possibile che un singolo soccombente frazioni la setenza ,impugnandone in un primo momento un capo di decisione e successivamente un altro:lo impedisce il principio dell acquiescenza parziale derivato dall art 329c2. Quanbdo invece la soccombenza e distribuita tra le parti,ognuna di esse e legittimata ad impugnare i capi della sentenza ad essa sfavorevoli,con la conseguente possibilita di piu impugnazioni contro la stessa sentenza.La disciplina delle impugnazioni incidentali ha come presupposto comune che la soccombenza sia "ripartita":non stia tutta quindi da una parte sola.In questi casi le piu impugnazioni che possono riguardare la sentenza inderogabile vanno inderogabilmente trattate e decise unitariamente,cioe nello stesso procedimento.In tal senso,proposta la impugnazione(c.d. imp principale),tutte le impugnazioni successive debbono assumere la forma dell impugnazione incidentale,cioe dell impugnazione successiva ed interna allo stesso procedimento di impugnazione derivante dall impugnazione principale,nelle forme prescritte dal mezzo di impugnazione considerato.Principio fondamentale e quello della cd unitarietà del processo di impugnazione,per cui una volta aperto un procedimento di impugnazione contro una data sentenza,esso deve fungere da contenitore di tutte le ulteriori,possibili impugnazioni di essa. Questo principio si ricava agevolemnte dall art 333:"le parti alle quali siano fatte le notificazioni previste dagli art precedenti debbono proporre a pena di decadenza le loro impugnazioni in via incidentale nello stesso processo"

L art 335 impone la riunione delle plurime impugnazioni principali.Rappresenta la norma di chiusura che ngarantisce il simultaneus processus altrimenti pregiudicato dalla pluralita di iniziative impugnatorie.La riunione delle impugnazioni separate e obbligatoria ed obbligo gravante ex officio sul giudice,il quale deve ordinare la riunione.

7.1. l impugnazione incidentale tardiva

L art 334 consente di proporre impugnazione incidentale tardiva anche quando siano scaduti i termini per impugnare,ovvero l parte legittimata ad impugnare abbia prestato acquiescenza,sicche la sentenza potrebbe considerarsi tecnicamente passata in giudicato.Le parti destinatarie dell impugnazione principale possono quindi a loro volta impugnare la sentenza in via incidentale anche quando per esse sarebbe scaduto il termine per impugnarla in via principale.La legge rende possibile proporre l impugnazione nella forma incidentale tardiva, cioe anche dopo l eventuale scadenza del termine.Senza la possibilita dell impugnazione tardiva,coloro che,trovandosi nella condizione della parte parzialmente vittoriosa,accetterebbero la situazione di soccombenza reciproca come il minor male ,sarebbero sempre e comunque indotti ad impugnare tempestivamente,per il timore che la controparte,non accettando a sua volta la situazione,impugni in un momento tale che essa non abbia piu il tempo per proporre la

propria impugnazione.Possono sempre proporre impugnazione incidentale tardiva nei confronti dell impugnante principale,le parti contro le quali e stata proposta l impugnazione.Se l impugnazione principale e stata dichiarata inammissibile,l impugnazione tardiva perde ogni efficacia.

8. Impugnazioni in senso stretto e gravami

Si suole distinguere tra due categorie generali di impugnazione con riguardo ai poteri del giudice chiamato a decidere l impugnazione.La prima categoria e quella del c.d."impugnazioni in senso stretto".In essa l ambito cognitivo del giudice dell impugnazione e limitato ai vizi della sentenza e,piu in generale,agli errori del giudice del grado precedente.Si tratta di impugnazioni che si risolvono sostanzialmente nel controllo della correttezza del giudizio operato nella sentenz impugnata,ovvero della legalità del procedimento anteriore alla sentenza.L'altra categoria di impugnazione e quella dei c.d."Gravami".Gravame e in particolare,l appello mezzo che e fisiologicamente utilizzato per ottenere una nuova decisione del merito della controversia.Qquesta differenza tra i due tipi fondamentali di impugnazione si riflette sul potere del giudice che e abbastanza differente in un caso e nell altro:il giudice d appello e chiamato a ri-decidere la controversia con poteri omogenei a quelli del giudice di primo grado.Il giudice d appello rinnova il giudizio sul merito,cosa che non accade nel giudizio in cassazione.

9. Conseguenze esterne dell accoglimento dell impugnazione

L art 336 c2 stabilisce che la riforma della sentenza o la sua cassazione "estende i suoi effetti ai provvedimenti e agli atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata"Una prima categoria di atti dipendenti e quella degli atti di esecuzione allorché la sentenza e usata come titolo esecutivo:se la sentenza e annullata o cassata gli atti esecutivi perdono la loro giustificazione giuridica.Un distinto campo di applicazione dell art336c2 e quello del rapporto tra sentenze non dfinitive e definitive,tutte le volte in cui la sentenza definitiva si presenta come logicamente e giuridicamente dipendente dal contenuto della non definitiva.Provvedimenti dipendenti possono darsi anche in processi diversi da quello in cui e stato pronunciata la sentenza cassata o riformata.Altro ambito di appliczione e quello relativo alla sorte dei provv per l ulteriore istruzione della causa assunti con l ordinanza accoppiata alla sentenza che non definisce il giudizio,qualora questi siano dipendenti dal contenuto della sentenza non definitva poi riformata in appello.

CAPITOLO 40Il Regime delle impugnazioni nei giudizi con

plur. di parti

1. Il litisconsorzio nelle impugnazioni

La pluralità di parti in primo grado si riflette sull'appello e,piu in generale,sui procedimenti

di impugnazione.Non ci sono problemi quando l impugnazione della sentenza che ha pronunciato nei confronti di piu di due parti viene proposta da una parte contro ognuna delle altre,ovvero da piu parti contro le rimanenti:il giudizio di impugnazione si svolgerà nei confronti di tutti,e la pluralità di soggetti verra mantenuta.I problemi sorgono quando invece l impugnazione non viene fin dall origine proposta da tutti o nei confronti di tutti.In linea di principio,l ambito del giudizio e rimesso alla volontà della parte soccombente,la quale puo pertanto scegliere ''cosa'' impugnare rispetto a quanto deciso,e nei confronti di ''chi'' impugnare.Talora pero la scissione non e possibile e l impugnazione deve necessariamente coinvolgere tutti i soggetti.Occorre quindi capire quando il giudizio di impugnazione deve svolgersi tra alcune di esse.A tal proposito,la prima distinzione da fare e quella tra:

a)sentenza che decide un processo unico con pluralità di parti e

b)sentenza che decide un processo cumulato non solo sogg. ma anche ogg. cioe sentenza che decide contestualmente piu cause distinte.

Nel primo caso e naturale che in appello la causa resti ''inscindibile'':l inscindibilità soggettiva e qui il riflesso della scindibilita oggettiva.Il problema si pone allora nelle ipotesi in cui il processo ha avuto ad oggetto,non un unica causa,ma piu cause tra loro cumulate.In tal caso la separazione e possibile se il cumulo delle cause decise e scindibile,mentre non e possibile se le cause cumulate risultano tra loro interdipendenti.

2.Criterio distintivo

Da quanto detto si ricava che il criterio distintivo tra cumulo scindibile e cumulo inscindibile e quello della compatibilità tra la possibile modifica del rapporto sostanziale oggetto dell impugnazione e la cristallizzazione del rapporto sotanziale che riguarda il soggetto che non partecipa al giudizio di impugnazione.Nel caso in cui la modifica del primo puo giuridicamente convivere con la conversazione del secondo,il giudizio di impugnazione puo correttamente svolgersi in assenza della parte di quest ultimo;laddove invece la modifica del primo e la conservazione del secondo entrano in contraddittorio,le parti dell impugnazione debbono coincidere con quelle contemplate dalla sentenza impugnata.

3.Regime processuale

L art 332 regola la seconda ipotesi.Se l impugnazione di una sentenza prinunciata in cause scindibili e stata proposta soltanto da una delle parti o nei confronti di alcune di esse,''il giudice ne ordina la notificazione alle altre,in confronto delle quali l impugnazione non e preclusa o esclusa,fissando il termine in cui la notificazione deve essere fatta''Mero invito a partecipare al giudizio di impugnazione in corso,la notificazione alle parti mancanti va fatta solo se ancora possibile,cioe se per esse l impugnazione non sia divenuta impossibile per acquiescenza o decadenza tenporale.L'ordine di notificazione non e dunque un ordine di integrazione del contraddittorio,se la notificazione ordinata non avviene,''il processo rimane sospeso fino a che non siano decorsi i termini previsti negli articoli 325 e 3271c''

Scaduti tali termini,il giudizio di impugnazione riprende regolarmente a procedere tra le sue parti,mentre il capo di sentenza che riguarda le parti estranee all impugnazione passa in giudicato.L art 331 regola,invece,la fattispecie della corrispondenza necessaria tra le parrti dei differenti gradi di giudizio.Se la sentenza pronunciata tra piu parti ''in causa inscindibile o in cause tra loro dipendenti non e stata impugnata nei confronti di tutte,il giudice ordina l integrazione del contraddittorio,fissando il termine nel quale la notificazione deve essere fatta''.L art331 prescrive infatti che l impugnazione ''e dichiarata inammiissibile se nessuna delle parti provvede all integrazione nel termine fissato''La declaratoria di inammissibilità implica il passaggio in giudicato della sentenza.

Capitolo 41L APPELLO

1.Il giudice dell'appello

Lart 341 individua il giudice competente a conoscere e decidere l'appello.Nei confronti dellle sentenze del giudice di pace,l appello si propone al tribunale nel cui territorio si situa l ufficio che ha pronunciato la sentenza.Nei confronti delle sentenze del tribunale,l appello si propone alla corte d appello nel cui distretto cade la circoscrizione del tribunale che ha pronuncaito la sentenza.Quando esercita la funzione di giudice di appello,la corte d appello giudica sempre in composizione collegiale.Rispettto alle decisioni del giud di pace,funge invece da giudice d appello l tribunale in funzione monocratica.

2.Le sentenze appellabili

Sono soggette ad appello ''le sentenze pronunciate in primo grado,purché l appello non sia escluso dalla legge ovvero dall accordo delle parti a norma dell art 360 2c''.L appello e escluso dalla legge nei provv che pronunciano solo sulla competenza.Non sono soggette ad appello le sentenze pronunciate in quei speciali procedimenti che vanno sotto il nome di opposizione agli atti esecutivi.La legge le definisce ''non impugnabili''.Non appartengono al novero delle sent.di primo grado e non sono dunque appellabili,le sentenze c.d.in unico grado.(vedere casi)L art 360 prevede l inappellabilità di una ''sentenza appellabile del tribunale'',se le parti sono d accordo per omettere l appello in favore del ricorso diretto in cassazione.L art 360 aggiunge che ''in tal caso l impugnazione puo proporsi soltanto a norma del primo comma ,n 3'',cioe per violazione o falsa applicazione di norme di diritto.

2.1. Appellabilita delle sentenze non definitive e riserva d appello

Oltre alle sentenze definitive,sono appellabili:

a)le sentenze parzialmente definitiveb)le sentenze non definitive in senso proprioc)le sentenze di condanna generica

Il caso B e C,soggiaciono ad una particolare disciplina.L art 340 consente infatti alla parte soccombente di non appellare tali sentenze,senza peraltro che ne consegua il loro passaggio in giudicato,attraverso il meccanismo della c.d.riserva di appello.La riserva va fatta ''a pena di decadenza,entro il termine per appellare e,in ogni caso non oltre la prima udienza dinanzi al giudice istruttore successiva alla comunicazione della sentenza stessa''La riserva peraltro no puo farsi,e se gia fatta rimane priva di effetto,quando contro la stessa sentenza da alcuna delle altre parti sia proposto immediatamente appello''Rispetto alle sentenze appellabili dell art 340,la parte soccombente ha 3 scelte:• appellare immediatamente la sentenza• restare inerte• fare riserva di appelloLa riserva e sotto condizione risolutiva e funziona a condizione che l altra parte non impugni a sua volta immediatamente la sentenza.

3. Effetto devolutivo ed effetto sostitutivo

L appello e caratterizzato da alcuni effetti peculiari che lo cartterizzano quale gravame: il c.d.effetto devolutivo e c.d.effetto sostitutivo.

Effetto devolutivo significa trasferimento della controversia in appello.

Effetto sotitutivo e l attitudine della sentenza d appello a sostituirsi integralmente alla sentenza impugnata,non solo nel caso in cui questa venga riformata,ma anche in caso in cui venga confermata.

4. L ambito dell appello

Tutte le volte in cui sia possibile suddividere la sentenza in piu parti,l appello di uno di questi capi fa si che automaticametne si debbano intendere rinunciati gli altri capi,che passano automaticamente in giudicato.Non sara possibile per il giudice d appello giudicare su di essi. art 329

Le eccezioni non accolte in primo grado,non possono essere trattate .dal giudice d appello se non sono espressamente riproposte in appello.

5. Forme e modalità dell appello

Nel giudizio di cognizione ordinaria,l appello si propone con atto di citazione ad udienza fissa.ART 163

Nei processi iniziati da ricorso,con ricorso.

L art 342 prescrive che l atto d appello deve contenere,oltre all esposizione sommaria dei fatti,''i motivi specifici dell impugnazione''.I motivi peraltro sono liberamente determinabili, differenza che nel ricorso per cassazione,in cui la tipologia dei motivi e prestabilita dalla legge.La necessita dei motivi e richiesta a pena di inammissibilità.Anche i modi della costituzione sono come quelli del rpimo grado: art347 ''la costituzione

in appello avviene secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale''(iscrizione a ruolo a cura dell appellante entro 10 giorni dalla notifica con appli degli art 165-166-167)L appelante deve inserire nel proprio fascicolo copia della sentenza appellata.

Effetto della mancata costituzione dell appellamnte nel termine prescritto e la sopravvenuta improcedibilità dell impugnazione(in primo grado si puo costituire il convenuto).La declaratoria di improcedibilità impedisce la riproposizione dell appello,anche se non e decorso il termine fissato dalla legge.

Altra fattispecie di improcedibilità e relativa alla eventualità in cui l appellante costituito non compaia alla prima udienza.In questo caso il giudice con ordinanza non impugnabile rinvia la causa ad una udienza successiva.In caso di mancata comparizione reiterata,l appello e dichiarato improcedibile anche d ufficio.

L appellato si costituisce con il deposito della comparsa di risposta art166. Puo essere depositato anche nella prima udienza.Nella comparsa di risposta l appellato inserirà le sue difese rispetto. all appello:inammissibilità,improcdibilita,infondatezza.

6. L appello incidentale

L appelllato che sia a sua volta soccombente puo a sua volta impugnare la sentenza proponendo il proprio appello incidentale.L appello incidentale si propone nella comparsa di risposta''all atto della costituzione in cancelleria ai sensi dell art 166'';il termine e dunque quello della comparsa di risp tempestiva ed e prentorio a pena di decadenza.

E una vera e propria impugnazione incidentale:• ha ad oggetto una decisione in senso proprio,vale a dire il rigetto di singole domande ovvero di capi specifici di domanda• puo essere tardivo,cioe proposto anche in un momento in cui sarebbe gia scaduto il termine per l appello in via principale.

L appello incidentale e tardivo quando il capo di sentenza appellato non potrebbe piu essre appellato in via principale per scadenza dei termini di impugnazione,ma non e concepibile una sua tardività al termine per il deposito della comparsa di risposta.

7. Trattazione e decisione

Nella prima udienza di trattazione il giudice verifica la regolare costituzione del giudizio,e se necessario,ordina l integrazione di esso o la notificazione precista dall art 332,ove occora dispone che si rinnovi la notificazione dell atto di appello.Nella stessa udienza dichiara l eventuale contumacia dell appellato,riunisce gli appelli contro la stessa sentenza,e proc al tentativo di concilazione.Il giudice di appello puo disporre l assunzione di nuove prove.dopo l applicazione degli art 350-351,il giudice invita le parti a precisare le conclusioni e dispone lo scmbio delle comparse conclusionali e delle memorie di replica a norma dell art 190.

In relazione alla querela di falsso il giudice d appello e incompetente.

Capitolo 42L APPELLO

1. I nova in appello:il divieto di nuove domande

Il nome di ''nova'' dessigna il tema delle possibili noovita della materia del contendere in appello rispetto al primo grado di giudizio.Nel giudizio di appello non sono proponibili domande nuove rispetto alle domande gia proposte in primo grado:questo divieto e considerato di ''ordine pubblico'',in appello sono dichiarate inammissibili anche d ufficio.Esse non sono rigettate nel merito esse non sono affato trattate,quindi sono domande che anche dopo la declaratoria di inammissibilità in appello,possono essere riproposte in primo grado al giudice competente.Al divieto fanno pero eccezione,le nuove domande c.d. ''conseuquenzialo'',cioe quelle che tutelano diritti direttamente discendenti dalla sentenza di primo grado:l art 345 lascia la possibilita di domandare ''gli interessi,ifrutti...ecc...''

1.1. I nova in appello:i limiti alle nuove eccezioni e alle nuove prove

Per l art 342c2 ''non possono proporsi nuove eccezioni che non siano rilevabili anche d'ufficio''.Veniamo alle nuove prove.la legge 353/1990 ha imposto una disciplina restrittiva:''non sono ammessi nuovi mezzi di prova e non possono essere prodotti nuovi documenti salvo che il collegio non li ritenga indispensabili ai fini della decisione della causa,ovvero che la parte dimostri di non aver potuto proporli o produrli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non impiutabile''

La fase di giudizio in appello e dunque priva di attività probatoria,salvo la indispensabilita del mezzo di prova.Il concetto di indispensabilità e qualcosa ''di piu rilevanza'' che deve caratterizzare ogni prova ma,in termini definitori,ha concluso ben poco.Quanto detto vale naturalmente per la prova oggetto effettivo di giudizio in primo grado.Quando invece in appello si apre per la prima volta il discorso su questioni che in primo grado non furono trattate,si impone il rispetto del contraddittorio sotto il profilo del''diritto alla prova''.Ne consegue che nei confronti di tali questioni la prova dovra considerarsi sempre indispensabile.

2. Inammissibilita dell appello per motivi di solo rito

L appello e inammissibile se limitato a motivi processuali,se cioe esso si limita a denunciare nullita del procedimento o della sentenza di primo grado senza prospettare una diversa decisione nel merito.Il giudice d appello deve infatti decidere nel merito,ma in tanto puo farlo,in quanto siano state debitamente dedotte questioni di merito,per cui l appello fondato esclusivamente sui

motivi di nullita,senza contestualmente gravame contro la ingiustizia della sentenza di primo grado,risulta inammissibile per non rispondenza legale o tipo di impugnazione.

2.1. La eccezioni alla regola:la rimessione della causa al primo giudice

Vi sono casi particolari in cui legittimamente l appello e limitato alla denuncia dei motivi di nullita.Si tratta di casi tassativamente specificati,in cui si e ritenuto che la nullita di giudizio di primo grado sia talmente grave da rendere inopportuno che l appello possa direttamente concludersi con decisione in merito.Casi:ART 353-Rimessione al primo giudice per ragioni di giurisdizione-Si tratta del caso in cui,proposta domanda al giudice ordinario,questi si era dichiarato sprovvisto di giurisdizione pronunciando una sentenza conclusiva del processo.L appello contro tale sentenza ha invece ribaltato la decisione accertando la sussistenza della giurisdizione odinaria:applicando la regola generale a uesto punto il giudice d appello avrebbe dovuto decidere nel merito,ma le parti avrebbero seccamente perduto un grado di giudizio,sicché il legislatore ha preferito riportare alla posizione originaria,affidando la pronuncia al giudice che si era spogliato della causa.La relativa sentenza e appellabile.

ART354-Rimessione al primo giudice per altri motivi-Il giudice riconsce che nel giudizio in primo grado doveva essre integrato il

contraddittorio.Ipotesi del litisconsorzio necessario.Se,appellata tale sentenza,il giudice del gravame riconosce che effettivamente e mancata una parte necessaria,egli non puo ordinare la chiamata in causa di questa,bensì deve annullare la sentenza e rimettere la causa al primo giudice affinché il processo di primo grado possa ricominciare da capo anche nei confronti della parte necessaria assente.L esigenza di integrità del contraddittorio e talmente forte che impone di ricominciare da capo.

Ipotesi speculare e quella della intervenuta estromissione in primo grado di una parte necessaria:anche in questo caso la sentenza appelllata non ha pronunciato nei confronti di tutti i legittimi contraddittori.

Altra rimessione si ha quando il giudice d appello dichiara nulla la notificazione della citazione introduttiva.Ritorna qui il caso del contumace involontario che la legge tutela in modo molto vigoroso.

Ulteriore caso di divieto di giudicare in merito,con obbligo di rimessione al primo giudice,e la declaratoria di nullita della sentenza di primo grado a norma dell art 161c2,cioe della sua nullita insanabile.

Ultima ipotesi e quella in cui li giudice riscontra la mancanza dei presupposti all estenzione pronunciata in primo grado.3.L estinzione del giudizio d appello

L art 338 regola gli effetti dell estinzione statuendo che la declaratoria di estinzione impedisce la pronuncia della sentenza d appello,ed impedisce dunque il verificarsi dell effetto sostitutivo rispetto alla sentenza appellata;ne consegue il passaggio in giudicato della sentenza in primo grado.Il passaggio in giudicato resta precluso nei casi in cui risultino ''modificati gli effetti'' di tale sentenza a ragione di provv pronunciati nel corso del procedimento sotitutivo.

4.L intervento di terzi in appello

L atto d appello puo provenir solo da parti del giudizio di primo grado ed essere diretto nei confronti di parti dello stesso giudizio.Eccezione e il potere di proporre appello atribuito al successore a titolo particolare nel diritto controverso.Resta il problema dell eventuale partecipazione di terzi alla fase d appello in via successiva,che e affrontato da due norme:t-Art 344,che ammette l intervento di coloro che sarbbero legittimati a proporre l opposizione di terzo ai sensi dell art 404.Pertanto puo intervenire in appello colui che potrebbe subire pregiudizio nei suoi diritti da un determinato esito del giudizio.

-Art 111c3,che prevedendo che ''in ogni caso'' il successore a titolo particolare possa intervenire nel giudizio,si applica evidentemente anche al grado di appello.

Capitolo 43IL GIUDIZIO DI CASSAZIONE

E LA FASE DI RINVIO

1.Il giudizio di casazione

L'altro grande mezzo generale do impugnazione delle sentenze e il ricorso per cassazione,ricorso che da vita al giudizio di fronte alla corte suprema di cassazione.

2. I provvedimenti impugnabili

Ricorribili per cassazione sono fondamentalmente le sentenze d'appello,una peculiare terza istanza.Sono quindi ricvorribili le sentenze della corte d appello che ha pronunciato come giudice d appello delle sentenze del tribunale,e le sentenze del tribunale che ha deciso in secondo grado nei confronti delle sentenze del giudice di pace.Sono poi ricorribili per cassazione le sentenze in unico gradoart 360.E ricorribile ancora per cassazione la sentenza pronunciata dal tribunale quando le parti abbiano concordemente rinunciato all appello.Sono infine rivorrbili per cassazione le sentenze del giudice del lavoro contenenti ''accertamento pregiudiziale sulla efficacia,validità ed interpretazione dei contratti ed accordi collettivi'':l art 420-bis prescrive che queste sentenze siano impugnabili ''soltanto con ricorso immediato per cassazione''.Ai sensi del c3 dell art 360 non sono passibili di ricorso immediato e diretto le sentenze non definìtive in senso proprio,cioe la sentenza che ''decidono di questioni insorte senza definire,neppure parzialmente il giudizio''

vedere art 111c7

3.I motivi di ricorso

Il ricorso per cassazione lo potremmo chiamare ''impugnazione a motivi obbligati''.L'appellante deve certamente ''motivare'' l'appello ma qualunque ragione di critica alla sentenza di primo grado,purché astrattamente idonea a dar luogo ad una differente decisione nel merito,puo fungere da motivo di appello.Nel giudizio di cassazione le cose stanno diversamente.Per essere ammissibile il ricorso deve ricondurre le censure mosse alla sentenza ad uno,o piu,dei motivi ammessi dall art 360.I motivi contemplati dall art 360 danno luogo a cinque distinte figure ,ma si possono ricondurre a tre tipi fondamentali:a)un primop gruppo attiene alla cd violazione di leggeb)relativo alla violazione di norme processualic)ruguarda la soluzione di questioni relative ai fatti di causa,sotto il profilo della correttezza del ragionamento seguito dal giudice.Più in particolare,il ricorso e ammesso:1.per motivi attinenti alla giurisdizione2.per violazione delle norme sulla competenza quando non e prescritto il regolamento di comptenza.3.per violazione o falsa apllicazione di norme di diritto4.per nullita della sentenza o del procedimento5.per omessa,insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio

3.1. Il controllo del giudizio di fatto

L esame del motivo contemplato dal n5 dell art 360 ci permette di chiarire che la corte di cassazione non e un ''giudice del fatto'' ma e ''giudice del solo diritto''.La corte di cassazione e chiamata a verificare se il fatto si sia effettivamente prodotto o no. E in questo senso che il giudice di Cassazione ''non e giudice del fatto'':egli puo sindacare il fatto solo sotto il profilo della ricostruzione che ne ha dato il giudice di merito.Sotto questo profilo,i poteri della corte suprema di cassazione sono piu ristretti rispetto al giudice d appello, che invece puo esprimere il suo giudizio sullle vicende fattuali sottostanti ai diritti fatti valere in giudizio.

3.2 L ammissibilita dei motivi del ricorso

L'art 360 bis,sanziona con l inammissibilita il ricorso proposto contro il provvedimento che ''ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della corte'',quando ''l esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l orientamento della stessa'',nonche ''quando e manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi regolatori del giusto processo''.

Il n1. conferiscie un crisma di ufficialita al c.d. precedente giudiziale,seppur non nel senso precipuo dei sistemi di common law.La norma in sostanza dice che,quando la corte ha gia in passato speso i proprio poteri decidendo in modo stabile,una certa questione di diritto e il provvedimento impugnato si e adeguato a tale soluzione,il ricorrente non puo limitarsi a censurare la soluzione ma deve impegnarsi a trovare ed esporre i motivi per i quali sarebbe opportuno un ripensamento della corte.

Il n2. introduce un requisito di ammissibilita di non immediata comprensione.

A fianco delle nullita vere e proprie,diviene motivo di cassazione anche la violazione delle regole del giuso processo che non abbiano comportato vere e proprie nullita.

oppure

Sono denunciabili solo le nullita che importano violazione del principio del giusto processo,mentre cessano di essere denunciabili con ricorso per cassazione le nullita che non incorrono in tale violazione.

4. La c.d. funzione nomofilattica

Nella disciplina positiva del giudizio di cassazione spiccano quattro norme in cui si riflette la funzione nomofilattica.

A) Art 384.la norma obbliga la corte ad enunciare sempre il principio di diritto quando decide il ricorso ai sensi dell art 360 n3;decidendo invece dei motivi di cui ai numeri 1-2-4,la pronuncia del principio e subordinata alla ''particolare'' importanza della questione di diritto.

B) Art 363(ricorso nell interesse della legge). Il procuratore gen presso la corte di cassazione, ''puo chiedere che la corte enunci nell interesse della legge il principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbe dovuto attenersi'',non solo ''quando le parti non hanno ricorsi nei termini di legge o vi hanno rinunciato'',ma anche ''quando il provvedimento non e ricorribile in cassazione e non e altrimenti impugnabile''

La richiesta e rivolta al primo presidente,il quale ''puo disporre che la corte si pronunci a sezioni unite se ritiene che la questione e di particolare importanza''

Il procuratore generale ha dunque un potere che supera sia la volonta delle parti che il limite della non impugnabilita.Oltre questo l art 363 stabilisce anche la possibilita di autonoma pronuncia della corte di principi di diritto in funzione nomofilattica quando il ricorso della parte ''e dichiarato inammissibile,se la corte ritiene che la questione decisa e di particolare importanza''.La cassazione della sentenza non puo giovare al ricorrente in quanto l accoglimento del ricorso avviene nel solo interesse dellla legge: le parti quindi resteranno soggette alla pronuncia cassata. E evidente qui la funzione strettamente nomofilattica dell istituto che non tutela il diritto del ricorrente,ma consente per il bene dell ordinamento la sostituzione di diritto errato con quello corretto.

C) Art 384. '' non sono soggette a cassazione le sentenze erroneamente motivate in diritto,quando il dispositivo sia conforme in diritto;in tal caso si limita a coreeggere la motivazione''.

D) altra disposizione che trova la sua giustificazione nella funzione nomofilattica e l art 374 c2: ''il primo presidnete puo disporre che la corte prinunci a sezioni unite sui ricorsi che presentano una questione di diritto gia decisa in senso difforme dalle sezioni semplici,e su quelli che presentano una questione di massima di particolare importanza''

5. Il procedimento: il ricorso

I termini per proporre ricorso sono sessanta giorni dalla notifica della sentenza(breve)ovvero sei mesi dalla pubblicazione previsto dal c1 dell art 327.A pena di inammissibilita il ricorso deve contenere l indicazione delle parti,l individuazione della decisione impugnata,l esposizione sommaria dei fatti della causa,i motivi per i quali si chiede la cassazione con l indicazione della procura se conferita con atto seprato,la specifica indicazione degli atti processuali e dei documenti sui quali esso si fonda.Il ricorso per cassazione deve essere previamente notificato alla controparte.Il ricorso viene notificato secondo le regole generali al procuratore costituito e ,quindi, a colui che e stato procuratore della controparte per il giudizio d appello.Una volta notificato,il ricorso deve essere depositato in cancelleria entro 20 giorni,a pena di improcedibilita,dall ultima notificazione alle parti.Il ricorso presuppone procura speciale che deve essere depositata assieme agli atti e documenti su cui il ricorso si fonda.Nel giudizio di cassazione non e ammesso il deposito di atti e documenti non prodootti nei precedenti gradi di giudizio.Fanno eccezione gli atti e i documenti riguardanti la nullita della sentenza impugnata e l ammissibilita del ricorso e del controricorso.

5.1. Controricorso e ricorso incidentale

L intimato puo replicare con controricorso,cioe con un atto di risposta da notificarsi al ricorrente nel domicilio da questi eletto per il giudizio di cassazione.Per notificare il controricorso,la legge concede un termine di 40 giorni,dallo scadere del quale decorre un successivo termine di 20 giorni per il deposito.Solo il resistente che,nel rispetto dei termini per la notifica ed il deposito,abbia proposto controricorso,potra poi presentare l apposita ''memoria illustrativa'' prevista dall art 378.Anche pero in mancanza di controricorso,egli potra partecipare alla discussione orale.Il procedimento di svolge senza necissita di atti di impulso di parte.A tempo debito verra fissata una udienza di discussione di cui verra dato avviso alle parti che potranno,fino a 5 giorni prima,depositare una apposita memoria esplicativa senza possibilita di aggiungere altri motivi.Il processo di cassazione e dominato dall impulso d ufficio,e da questo consegue che in esso trova spazio l estinzione per inattivita delle parti;rileva invece l estinzione per rinuncia al ricorso: art 390 e 391.Neppure trova applicazione l istituto dell interruzione del processo.L impugnazione incidentale nel giudizio di cassazione viene proposta nella forma del c.d. ricorso incidentale. Si tratta di una impugnazione incidentale materialmente contenuta nel controricorso.Con il semplice controricorso non possono impugnarsi capi della sentenza di appello:se intende far questo il resistente deve proporre ricorso incidentale. Il ricorso incidentale e dunque necessario non solo in caso di soccombenza effettiva sui capi di domanda,ma anche in caso di ''soccombenza su questione''. VEDERE RICORSO CONDIZIONATO

5.2. La sospensione dell esecuzione della sentenza

L esigenza di evitare l esecuzione immediata della sentenza nei cui confronti e stato proposto ricorso per cassazione,rende possibile la sospensione della sua esecutività o la sopensione dell esecuzione gia intrapresa.Prevede l art 373 che, in caso di grave ed irreparabile danno derivante dall esuzione,la parte condannata puo chiedere la sopensione della esecuzione ovvero della esecutorietà della sentenza,ovvero chiedere che sia prestata ''congrua cauzione''.A decidere della sospensione non e pero il giudice dell impugnazione,bensì lo stesso

giudice della sentenza impugnata.

6. Le decisioni della Corte di cassazione

La forma normale delle impugnazioni della Corte di cassazione e la sentenza. Se pero la corte riconosce di dover dichiarare l inammissibilità,ovvero la manifesta infondatezza del ricorso,essa pronuncia ordinanza all esito della procedura della camera di consiglio.L art 374 conferisce al primo presidente il compito di assegnare i ricorsi ad una apposita sezione che ''verifica se sussistono i presupposti per la pronuncia in camera di consiglio ai sensi dell art 375,primmo comma numeri 1 e 5 ''. Si tratta di un operazione di filtraggio.Ai sensi dell art 380,il relatore che avvisi la ricorrenza di una delle ipotesi dell art 375 e ritenga quindi che il ricorso vada deciso in camera di consiglio ''deposita in cancelleria una relazione con la concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei motivi in fatto e in diritto in base ai quali ritiene che il ricorso possa essere deciso in camera di consiglio''.Se la Corte riscontra l infondatezza del ricorso lo rigetta con sentenza. Il non accoglimento del ricorso rende definitiva la sentenza impugnata.Quando la corte riconosce invece la fondatezza del ricorso lo accoglie cassando la sentenza impugnata.Nell ipotesi che la corte accolga il ricorso essa cassa la snetenza impugnata.Alla cassazione della sentenza seguono varie possibilita.La prima possibilita e che l accoglimento del ricorso renda necessario un nuovo giudizio sulla controversia.Quando qqquesto avviene,si vede chiaramente la scissione del giudizio in due fasi distinte:una prima fase di cassazione della sentenza,e uanseconda a carattere ricostruttivo affidata ad un giudice diverso da quello che ha annullato la sentenza,il cd giudice del rinvio.L art 383 prescrive che '' La corte quando accoglie il ricorso per motivi diversi da quelli richiamati nell articolo precedente,rinvia la causa ad altro giudice di grado pari a quello che ha pronunciato la sentenza cassata.Quando cassa con rinvio la corte deve pronunciare il c.d. principio di diritto ''al quale il giudice di rinvio deve uniformarsi''.Il principio di diritto si risolve nella formulazione della corretta regola giuridica specificamente applicabile al caso da decidere:spetterà al giudice del rinvio curarne l applicazione.All esigenza di formulare un nuovo giudizio sulla controversia dopo la cassazione della sentenza puo pero talora sopperire la corte stessa.A norma dell art 384 c1, la Corte,quando accoglie il ricorso,''decide la causa nel merito qualora non siano necessari ulteriori accertamenti di fatto''.Si parla di cassazione sostitutiva . Resta degno di nota che nella cassazione sostitutiva la fase rescindente resta concettualmente separata dalla fase rescissoria,anorche tutto si svolga nell ambito del giudizio di cassazione:la corte prima cassa la sentenza e poi decide della controversia.La cassazione sostitutiva da luogo ad una forma di cassazione senza rinvio perche la fase rescissoria ha luogo presso la corte stessa. La corte cassa senza rinvio in presenza del c.d. difetto assoluto di iurisdizione. Questo si verifica quando sulla pretesa vantata dall attore non sussisteva alcuna potestà giurisdizionale del giudice italiano,perche la materia era riservata al giudice straniero.L altra ipotesi richiamata dalla legge e quella in cui la domanda '' non poteva essere proposta''. Si tratta della c.d. improponibilità oggettiva della domanda,configurabile quando l ordinamento non accorda neppure in astratto la tutela giurisdizionale richiesta.Tutte le ipotesi di cassazione senza rinvio possono dar luogo ad obblighi di restituzione o di riduzione in pristino.Le sentenze della corte di cassazione presentano la caratteristica di non essere normalmente sottoponibili a successive impugnazioni.Fanno pero eccezione alcuni

speciali mezzi di impugnazione.In particolare le decisioni della cassazione soggette:-da un lato,al procedimento volto alla correzione di errori maeriali o di calcolo,e alla revocazione per errore.-dall altro,alle impugnazioni c.d. straordinarie,cioe alla revocazione per i numeri 1-2-3-6 dll art 395,e all opposizione di terzo.

7. Il giudizio di rinvio

Quando all esaurimento della fase rescindente con la cassazione della sentenza deve seguire una attività rescissoria,questa avviene in sede di rinvio tutte le volte in cui occorre procedere all accertamento di fatti,siano essi fatti ''ulteriori'',cioe fatti in precedenza non accertati,ovvero elementi di fatto in precedenza gia istruiti ma su cui e necessario giudicare di nuovo sempre alla luce della sentenza di cassazione.Quando la corte cassa con rinvio,il processo va riassunto di fronte al giudice specificatamente designato a fungere da giudice del rinvio nella decisione di cassazione.Effetto della m,ancata o tempestiva riassunzione e la totale estinzione del processo.Prescrive infatti l art 393 che se la riassunzione non avviene nel termine trimestrale,ovvero,se dopo la riassunzione si verifica una causa di estinzione del giudizio di rinvio,''l intero processo si estingue''.Intal caso non sopravvive piu alcuna efficace decisione di merito. L art 393 assume dunque il ruolo di norma speciale rispetto all art 310 c2 che invece salva dall estinzione ''le sentenze di merito pronunciate nell corso del processo''.Dal naufragio dell intero procedimento conseguente all estinzione si salva pero la parte precettiva della sentenza di cassazione.Se l azione esercitata nel processo estinto e riproposta,il giudice deve dar seguito alle prescrizioni ed indicazioni della corte e,in particolare,applicare il principio di diritto,cioe la parte della entenza di cassazione che fissa la regola giuridica da applicare al caso di specie.Il giudizio di rinvio si svolge secondo le modalità del procedimento che la legge prescrive per la trattazione davanti al tipo dim organo investito del rinvio.Le parti non possono prendere conclusioni diverse da quelle prese nel giudizio nel quale fu pronuunciata la sentenza cassata.Il giudizio di rinvio e quindi un ngiudizio tendenzialmente chiuso,in cui le parti non possono normalmente introdurre nuovo materiale assertorio o probatorio.Lo stesso art 394 pero consente alle parti di mutare le conclusioni allorché ''la necessita delle nuove conclusioni sorga dalla sentenza di cassazione''.La sentenza del giudice di rinvio e impugnabile secondo le regole proprie del grado in cui essa e pronunciata.