2 2018 spazi per la musica - supsi.ch · · alberto camenzind, augusto jäggli e rino tami · ivano...

3
2 2018 Spazi per la musica Bauten für die Musik TESTI TEXTE · Hubertus Adam · Vovka Ashkenazy · Andrea Bacchi Mellini e Andrea Roscetti · Silvia Berselli · Vincent Chritin · Roberto Favaro · Nicola Navone · Jürgen Reinhold · Etienne Reymond · Carmelo Rifici PROGETTI PROJEKTE · Shigeru Ban, Jean de Gastines · Alberto Camenzind, Augusto Jäggli e Rino Tami · Ivano Gianola · Jean Nouvel · Renzo Piano · Herzog & de Meuron A Mendrisio l’Assemblea dei delegati SIA Rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica Schweizerische Zeitschrift für Architektur, Ingenieurwesen und Stadtplanung

Upload: phungbao

Post on 15-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

2 2018Spazi per la musica Bauten für die Musik

T E S T I T E X T E · Hubertus Adam · Vovka Ashkenazy · Andrea Bacchi Mellini e Andrea Roscetti· Silvia Berselli · Vincent Chritin · Roberto Favaro · Nicola Navone · Jürgen Reinhold · Etienne Reymond · Carmelo Rifici P R O G E T T I P R OJ E K T E · Shigeru Ban, Jean de Gastines· Alberto Camenzind, Augusto Jäggli e Rino Tami · Ivano Gianola· Jean Nouvel · Renzo Piano · Herzog & de Meuron

A Mendrisio l’Assemblea dei delegati SIA

Rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica Schweizerische Zeitschrift für Architektur, Ingenieurwesen und Stadtplanung

17

SCUO

LA U

NIVE

RSIT

ARIA

PRO

FESS

IONA

LE S

UPSINuovo

Campus della Musica a Lugano

Federica BassoCollaboratrice Ufficio Comunicazione del Conservatorio della Svizzera italiana

Nell’anno accademico 2015-2016 gli studenti dell’Atelier di progettazione del prof. Antonio Citterio dell’Accademia di architettura dell’Università della Sviz-zera italiana (USI) a Mendrisio, con gli assistenti Manuel Bellagamba e Moni-que Bosco-von Allmen, hanno collabo-rato con il Conservatorio della Svizzera italiana (CSI) durante un semestre di-dattico nel progetto di un nuovo Cam-pus della Musica.

Lo studio si è incentrato sul sedime del Centro San Carlo di Lugano Besso, proprietà della Curia vescovile di Luga-no, attualmente sede anche del Conser-vatorio della Svizzera italiana.

L’idea di proporre agli studenti il tema concreto del riuso dell’edificio esistente, di ampliarlo con l’aggiunta della nuova costruzione dell’auditorium e di uno stu-dentato, ha suscitato un vivo interesse sia nell’Accademia che nel Conservato-rio, visto il tema particolarmente concre-to e affascinante.

Sono stati raccolti dati inerenti il Cen-tro San Carlo quali documenti storici, vecchie fotografie, informazioni relative al piano regolatore, norme, accordi, vin-coli formali, ma anche informazioni sul mondo della musica in Ticino e non solo. Prima della fase di progettazione, gli stu-denti di architettura hanno intervistato collaboratori, docenti e studenti del Con-servatorio, hanno incontrato specialisti del suono e hanno visitato vari auditori, oltre al Conservatorio di Amsterdam e gli spazi dedicati alla musica del Toni Areal a Zurigo (Campus der Zürcher Hochschule der Künste ZHdK). Per il progetto si è in seguito lasciata libertà a ogni studente di proporre dove interve-nire e tutto ciò relazionandosi con un «vero committente».

Nonostante il progetto sia stato con-cepito come lavoro didattico, il risultato è stato particolarmente stimolante per le novità, le potenzialità, la riqualificazio-ne anche visionaria dei futuri architetti per un’area di particolare valore storico e di grande pregio architettonico.

Data l’affiliazione della Scuola uni-versitaria di musica del Conservatorio della Svizzera italiana alla SUPSI, il pro-getto rappresenta inoltre un esempio di sinergia di interessi tra le due principali

realtà universitarie del Cantone Ticino, ossia USI e SUPSI. Per comprendere me-glio cosa ha significato per l’Accademia di architettura un progetto di tale natura, abbiamo posto alcune domande all’ar-chitetto Bosco-von Allmen.

Federica Basso: In che modo questo pro-getto si è distinto da altri sviluppati dall’Ac-cademia?

Monique Bosco-von Allmen: Proget-tare la nuova sede o un ampliamento di quella attuale per un committente come il Conservatorio della Svizzera italiana è un progetto complesso già per i profes-sionisti del settore. In questo caso, si è trattato di un progetto didattico e abbia-mo lavorato con gli studenti, affrontando con loro molte tematiche in contempora-nea, al fine di soddisfare tutti i requisiti ri-chiesti.

L’aspetto urbanistico è stato il punto di partenza; abbiamo iniziato dallo stu-dio del quartiere in cui è ubicato attual-mente il Conservatorio, cercando di capi-re come inserire nuovi volumi all’interno di un contesto perlopiù residenziale e in modo che questi diventino nuovi spazi fruibili anche per la comunità.

Di fondamentale importanza poi la questione della qualità dell’acustica, non solo per chi ascolta ma anche per chi suona.

Come vi siete trovati a collaborare con i musicisti?

C’è stata molta disponibilità a collabo-rare fin dalla fase iniziale quando abbia-mo effettuato un sopralluogo al Conserva-

torio per renderci conto delle dimensioni degli spazi. Gli studenti dell’Accademia hanno avuto la possibilità di entrare di-rettamente in contatto con i musicisti, ponendo loro domande specifiche.

Successivamente siamo andati anche ad Amsterdam a visitare il nuovo Con-servatorio: un’esperienza di grande uti-lità per capire meglio la complessità del progetto e le rispettive esigenze.

Tra i lavori proposti dagli studenti ce n’è qualcuno potenzialmente realizzabile?

È difficile dare una risposta perché normalmente per progetti di questa por-tata esiste un team di specialisti che col-labora, mentre noi abbiamo lavorato con studenti; li abbiamo fatti ragionare su molteplici aspetti, come i materiali di co-struzione, l’impatto ambientale dei vo-lumi e le ripercussioni delle loro scelte sull’area circostante.

Abbiamo posto quest’ultima doman-da anche a Christoph Brenner, direttore generale del Conservatorio della Svizze-ra italiana.

In funzione delle esigenze del Conser-vatorio, intravvede un potenziale in uno dei progetti proposti?

Innanzitutto i diversi progetti ci hanno dato un’idea di quello che potrebbe essere possibile realizzare sul sedime del Centro San Carlo. La diversità dei lavori proposti, con interventi sulla struttura esistente, ma anche sulle ipotetiche nuove costruzioni sono stati un elemento molto arricchen-te e, oserei dire, nella situazione odier-

1

SCUO

LA U

NIVE

RSIT

ARIA

PRO

FESS

IONA

LE S

UPSI

na, forse addirittura determinante nello sviluppo dell’ipotesi di trovare una sede definitiva per il Conservatorio.

L’alternativa alla progettazione della nuova sede o all’ampliamento di quella attuale è il trasferimento presso lo stabile RSI di Besso. Quali sono le concrete possi-bilità?

Diciamo che l’ipotesi di trasferimento nello stabile della RSI a Besso è sempre valida, ma i tempi sono molto lunghi e i

18

1 Veduta dell’esposizione presso il Conservatorio. Foto Assistenti atelier prof. Antonio Citterio 2 Planimetria. Progetto studente Gloria Mazzuchelli 3 Sezione trasversale. Progetto studente Gloria Mazzuchelli 4 Scorcio della corte. Progetto studente Giulio Carlon 5 Sezione trasversale. Progetto studente Giulio Carlon

punti interrogativi tanti, forse troppi. L’i-potesi, invece, di restare al Centro San Carlo sembra essere nettamente meno complessa e più pratica, essendo già si-tuati in questa sede.

Al momento stiamo approfondendo di-verse opzioni e siamo determinati a tro-vare una soluzione entro fine anno, ma l’ipotesi del Centro San Carlo, grazie an-che al progetto dell’Accademia di archi-tettura di Mendrisio, parte da una posi-zione forte.

spe

cch

io i

llu

min

ato

con

LED

Un

iqu

e

« I prodotti di Keller Spiegel-schränke AG mi convincono, perché sono fabbricati in Svizzera e la loro qualità è eccezionale. » Flavio Crainich, architettoAtlantis AG, Wallisellen

Armadietti da bagnowww.guten-morgen.ch

2 3

4 5