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Ringraziamenti Un ringraziamento speciale va all’Avv. Giuseppe Guzzetti che ha aperto le porte di quel “laboratorio” di conoscenza e creatività che è Cariplo Factory, splendida cornice del Forum delle Associazioni femminili. Sincera gratitudine va poi alle parlamentari europee Lara Comi, Alessia Mosca, Elly Schlein e Patrizia Toia intervenute durante la giornata. Loro stesse esempio dell’importanza che ricopre la parità di genere all’interno dell’ambito lavorativo e della vita privata, con le loro riflessioni e contributi hanno ricordato l’impegno del Parlamento e delle Istituzioni europee nel sostenere progetti per le donne, con un’attenzione particolare all’empowerment femminile. Impossibile non sottolineare l'eccellente lavoro svolto dalle facilitatrici e dal facilitatore dei tavoli tematici Mara Tanelli, Chiara Tintori, Gabriella Scaduto e Marcello D’Amico che con professionalità hanno condotto e disciplinato le tante (più di cento) voci che hanno partecipato con entusiasmo e passione alle discussioni dei tavoli tematici. Un sentito grazie infine a tutte le partecipanti e i partecipanti che hanno animato di proposte e contenuti il Forum e sostanzialmente contribuito all’ottimo risultato dei tavoli tematici, fornendo un ampio quadro di riferimento per futuri confronti e iniziative.

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Introduzione

Il Forum delle Associazioni Femminili del 23 marzo 2018 è stata la tappa conclusiva del percorso tematico sul futuro delle donne in Europa, quella road map al femminile che ha preso avvio il 6 ottobre 2017 con l’incontro delle associazioni femminili del territorio milanese e l’Ufficio di Collegamento del Parlamento europeo a Milano, a cui ha fatto seguito il seminario “La parità di genere. A che punto siamo? Politiche ed esperienze” (28 novembre 2017). L’appuntamento ha anche rappresentato il momento conclusivo del ciclo di incontri "L'Europa è per le donne", promosso dall'Ufficio del Parlamento europeo a Milano e realizzato a marzo, mese dedicato agli approfondimenti e all’analisi del ruolo dell’Unione europea nello sviluppo delle politiche di genere e nella valorizzazione della presenza femminile nella società. Il Forum ha offerto una straordinaria occasione di dialogo, confronto e scambio di idee tra soggetti diversi per provenienza, età, ambito professionale e opinioni: esponenti della società civile, cittadine e cittadini, rappresentanti del mondo accademico e della piccola-media impresa hanno discusso di parità di genere e si sono confrontati sul ruolo delle Istituzioni europee per lo sviluppo e la promozione di progetti e politiche per le donne. Il Forum ha voluto parlare il linguaggio delle donne, svincolandosi da burocrazia e incontri frontali, a vantaggio di una modalità di lavoro aperta e flessibile che possa arricchirsi di contributi specialistici su diversi temi e da una partecipazione diretta ed inclusiva. Proprio dalla schiettezza del confronto è emerso l’auspicio di un approccio gender neutral per il superamento degli stereotipi e per il ripensamento dei paradigmi culturali legati alle questioni di genere, in cui vi sia la piena partecipazione maschile e di tutta la cittadinanza al superamento degli ostacoli che ancora oggi impediscono la piena realizzazione femminile nella vita economica, politica e sociale. In tal senso continuerà l’impegno dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano a favore della parità di genere.

Il confronto si è sviluppato intorno a quattro tavoli tematici per discutere e condividere idee e progetti per il futuro delle donne europee. Ogni gruppo è stato coordinato da un moderatore:

o LAVORO E CONCILIAZIONE - Chiara Tintori (Aggiornamenti Sociali) o PROGETTI E RETI - Marcello D’Amico (Università Cattolica del Sacro Cuore) o DIGITALE E STEM (Science, Technology, Engineering and Maths) - Mara Tanelli (Politecnico di Milano) o VIOLENZA E PREVENZIONE - Gabriella Scaduto (Ordine degli Psicologi della Lombardia)

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Il Forum

9.00 Registrazione partecipanti 9.30 Saluti

Giuseppe Guzzetti – Presidente Fondazione Cariplo Bruno Marasà – Direttore Ufficio di Collegamento del Parlamento europeo a Milano Massimo Gaudina – Direttore Rappresentanza a Milano della Commissione europea

9.45 Parità di genere in Europa Diana De Marchi – Presidente Commissione Pari Opportunità, Comune di Milano Carolina Pellegrini – Consigliera di Parità Regione Lombardia Gabriella Merlo – Associazione IRENE

Intervengono le parlamentari europee Lara Comi, Alessia Mosca, Elly Schlein, Patrizia Toia 10.45 Tavoli Tematici

VIOLENZA E PREVENZIONE STEM E DIGITALE LAVORO E CONCILIAZIONE PROGETTI E RETI

12.30 Presentazione dei risultati della discussione e conclusione

13.30 Networking lunch

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Hanno detto al Forum

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“Noi lavoriamo affinché le conoscenze si trasformino in iniziativa. Le Istituzioni devono lavorare per il bene comune e noi siamo a fianco delle Istituzioni in maniera concreta.”

Giuseppe Guzzetti

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“Dobbiamo fare lobby. In Lombardia circa il 57% delle donne sono occupate nel terzo settore. Questo luogo diventi un incubatore di idee.”

Carolina Pellegrini

“La coesione sociale non è un obiettivo ma la base su cui costruire la società.”

Diana De Marchi

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I numeri del Forum

FORUM

ASSOCIAZIONI

FEMMINILI

Oltre 50 associazioni femminili Più di 100 partecipanti

Con la partecipazione di

4 parlamentari europee

4 tavoli tematici per approfondire,

discutere e condividere idee sul futuro europeo delle pari opportunità

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I TAVOLI TEMATICI

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LAVORO E CONCILIAZIONE – Chiara Tintori (Aggiornamenti Sociali)

Al tavolo hanno partecipato donne di età, formazione ed esperienza professionale eterogenea.

Premesso che l’accesso ai vertici per le donne è ancora un problema (specie nelle

piccole imprese, ad esempio perché non tutelate dalla legge sulle “quote rosa”),

esiste un limite culturale non indifferente: quando le donne raggiungono posizioni

di potere tendono a riproporre modelli di leadership maschilisti. Eppure, laddove

le donne riescano ad esprimere la propria originalità, cambiano sia le priorità sia il

metodo di lavoro. Inoltre le donne ai vertici hanno una responsabilità anche nei

confronti delle giovani, perché possono divenire modelli positivi di prassi e metodi

alternativi.

Le esigenze di conciliazione non si esauriscono con il congedo di maternità o

parentale, perché ci sono anche i figli adolescenti e/o i genitori anziani. Occorre un

cambio di paradigma in grado di valorizzare il lavoro di cura e aprire i luoghi di

lavoro – laddove possibile – anche ai familiari (come già avviene in alcuni Paesi

esteri).

I congedi parentali sono ancora poco richiesti per un problema culturale e per il

differenziale di retribuzione, visto che spesso i papà contribuiscono in modo

sostanziale al bilancio familiare. È necessario individuare azioni, per i padri e le

nuove generazioni, che promuovano una cultura dell’organizzazione lavorativa e

familiare in grado di tenere insieme le diverse sfere della vita. Si chiede all’Unione

Soffitto di cristallo. Le donne nei posti di potere cambiano la condizione delle donne?

Superare l’idea di congedo di maternità in favore di una logica di congedo parentale è una possibile soluzione alla conciliazione?

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europea di premiare quei Paesi e/o quelle aziende family friendly, cioè

concretamente attenti al benessere della persona nelle sue relazioni familiari. Non

dimentichiamo che il congedo di maternità è un costo per i piccoli imprenditori,

troppo spesso poco sostenibile.

Le opportunità del lavoro agile si orientano verso una maggiore conciliazione tra i

diversi ambiti della vita. Il rischio maggiore è che lo smart working divenga la

riproduzione in chiave post-moderna del lavoro a cottimo.

Certo che no! La prospettiva più promettente è quella di raggiungere la gender

neutrality, quindi un’assenza di differenze basate sul genere. I vantaggi più duraturi

nel mondo del lavoro e più in generale nella società si otterranno solo guardando

ad un’alleanza con gli uomini. Il benessere della società aumenterà solo

costruendo reti tra donne e uomini, tra imprese, tra associazioni, tra tutte quelle

realtà orientate a un cambio di paradigma.

Quali sono le opportunità e i pericoli del lavoro agile?

La parità di genere nel mercato del lavoro è un vantaggio solo delle donne?

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OUTLINE

I servizi di welfare dovrebbero tenere in considerazione le esigenze familiari lungo tutto l’arco di vita delle attività domestiche e di cura. Per raggiungere il vero benessere organizzativo, le aziende e i luoghi di lavoro dovrebbero aprirsi maggiormente alle famiglie, promuovendo congedi parentali che non si esauriscano al compimento del primo anno vita del bambino ma che siano estesi anche ai genitori con figli più grandi e incoraggiando dei congedi che riconoscano il valore del lavoro di cura e promuovano la condivisione dei carichi di cura uomo-donna.

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DIGITALE e STEM – Mara Tanelli (Politecnico di Milano)

Il tavolo DIGITALE e STEM ha lavorato con un gruppo di partecipanti molto eterogeneo per provenienza ed età. Da studentesse universitarie di materie STEM, ad imprenditrici in ambito digital, a docenti universitarie di materie scientifiche ed ingegneristiche, a professionisti in ambito ICT.

La discussione è partita analizzando dati oggettivi che mostrano come solo 29 donne con una

laurea di primo grado su 1000 abbiano un titolo in ambito ICT, a fronte di 95 uomini su 1000,

ovvero tre volte tanto. La situazione è simile in altri ambiti STEM. In generale, le donne sono il 59%

degli studenti universitari a livello europeo, ma di queste solo il 33% fa studi STEM, e il 9.6% di tipo

tecnologico (ICT). Dalla discussione emerge con forza come il punto fondamentale

dell’orientamento sia che le ragazze si possano riconoscere in role-model, che sono tanto più

efficaci quanto a loro prossimi (ambiente familiare o delle conoscenze dirette). Accanto ai role-

model deve poi esserci un contesto di supporto che, fin dalla più tenera età, non crei differenze

caratteriali o di competenze basate sul genere. Non dire, quindi, ad una bambina che è (solo)

educata, carina, elegante, e ad un bambino che è intraprendente, determinato, preparato. Da ciò

emerge come un tratto cruciale dell’orientamento sia il linguaggio, che deve essere appropriato e

gender-neutral fin dall’infanzia, e in tutti i contesti (famiglia, scuola, mezzi di comunicazione,

società in generale). Questa osservazione porta alla conclusione che tale percorso di orientamento

sarà pervasivo ed efficace solo se condiviso ed attuato in stretta sinergia tra uomini e donne.

Come orientare le giovani donne agli studi STEM o ICT?

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Anche nell’affrontare questo tema si è partiti da considerazioni oggettive: delle 29 donne su 1000

laureate in ICT menzionate sopra, solo 4 vi lavorano effettivamente, mentre lo fanno 20 dei 95

uomini. La forbice, già significativa a livello di studi, diventa drammatica quando si guarda al lavoro,

anche per via della maternità. Si parla infatti di leaky pipeline per indicare che un numero

percentuale più alto di donne si ferma ai gradini più bassi della carriera, quando non vi rinuncia del

tutto. Inoltre, come detto, l’orientamento può influire negativamente sulle ragazze, determinando

una mancanza di fiducia nelle loro capacità che si manifesta anche nella scelta del lavoro. Una

donna che avvia la sua carriera in contesti scientifici, dunque, difficilmente riesce ad individuare un

modello di riferimento. È auspicabile che le aziende favoriscano l’inserimento e lo sviluppo di

carriera delle donne, soprattutto in quei contesti dove sono tradizionalmente poco rappresentate.

Alcune rappresentanti dell’imprenditoria sottolineano come l’assenza di strumenti di agevolazione

fiscale e/o di incentivi alle aziende sia un ostacolo a politiche di supporto alla maternità, oltre che al

mantenimento e alla crescita di carriera delle donne. Per poter supportare le donne durante e dopo

la maternità, infatti, le aziende hanno bisogno di investire nella formazione di personale che possa

essere inserito in posizioni di supporto alla professionista nei periodi in cui il contesto familiare

richiede maggiori attenzioni, senza che queste siano motivo di arretramenti nella condizione

lavorativa o, peggio, di uscita dal mondo del lavoro.

Determinate tipologie di smart working possono essere di estremo aiuto nell’armonizzare carriera e

cura della famiglia. Il gruppo di lavoro però riconosce che tale soluzione è efficace nel momento in

cui venga adottata in un contesto sociale evoluto, in cui alla donna è riconosciuto uno status di

lavoratrice. In situazioni sociali critiche e in contesti familiari/sociali retrogradi, infatti, lo smart

working può rivelarsi addirittura dannoso per le donne: si sentono infatti socialmente obbligate a

dare priorità ai lavori domestici piuttosto che alle scadenze lavorative, le quali possono diventare

fonte di stress. In estrema sintesi, è necessaria una promozione e informazione riguardo alle

tecnologie esistenti per favorire condizioni di lavoro più flessibili.

Quali le barriere che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche?

Le tecnologie possono contribuire ad una diversa organizzazione del lavoro?

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Più donne in posizioni apicali significherebbe una maggiore probabilità di mettere al centro

dell’attenzione tematiche relative alla gender equality. Grazie alla velocità di diffusione dei mezzi di

comunicazione moderni, le donne potrebbero creare solide community e utilizzarle per diffondere

queste tematiche. Avere tante donne al vertice implicherebbe poi la definizione di migliori

strategie di interazione e coordinamento con gli uomini, e dunque la diffusione di parità effettiva,

con ripercussioni sui temi di orientamento di cui si è detto in precedenza. Un altro aspetto da

considerare riguarda il numero di donne a capo della ricerca in ambito medico, campo anche

questo a dominanza maschile. Più attenzione sarebbe rivolta ai temi della violenza fisica e psichica

e ai relativi impatti sulla salute.

Cosa cambierebbe se più donne occupassero posizioni di vertice nella ricerca e nelle ICT?

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OUTLINE Un orientamento alle STEM sarà vincente se si userà un linguaggio gender neutral fin dall’infanzia, si diffonderanno role-model in modo che siano accessibili alle bambine e alle ragazze, si porterà avanti tutto questo in un contesto sociale di sinergia tra uomini e donne. Per superare le barriere di accesso per le donne alle carriere scientifiche è senz’altro utile: offrire role-model interni all’azienda, con percorsi strutturati di interazione con le ragazze neo-assunte; evidenziare che non vi sono differenze di competenze e capacità dovute al genere; studiare strumenti legislativi/fiscali per aiutare le aziende che vogliano creare team di supporto per le donne al momento della maternità e della prima infanzia dei loro bambini; riconoscere formalmente e a livello legislativo che il supporto alle donne non si deve limitare al momento specifico della maternità, ma deve offrire strumenti per armonizzare le aspirazioni di carriera e le responsabilità di cura che in genere le donne hanno per seguire i figli prima e gli anziani poi.

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PROGETTI E RETI – Marcello D’Amico (Università Cattolica del Sacro

Cuore) Il tavolo Progetti e Reti ha visto la partecipazione di un gruppo molto eterogeneo sia per età che per provenienza ed esperienza rispetto al tema della parità di genere. Al dibattito hanno aderito professioniste e professionisti del terzo settore, rappresentanti del mondo accademico, studentesse e studenti di diverse facoltà umanistiche, scientifiche ed economiche ed esponenti della piccola-media impresa.

Il confronto è stato avviato dalla lettura della definizione di innovazione sociale proposta dal BEPA (Bureau of European Policy Advisers): “Innovazione sociale può essere definita come lo sviluppo e realizzazione di nuove idee per rispondere a bisogni sociali e creare nuove relazioni e collaborazioni”. Il confronto con i partecipanti al tavolo ha individuato come principale ambito di innovazione quello che riguarda i comportamenti, le prassi, che caratterizzano la società nei confronti della parità tra uomini e donne. A fronte dei progressi nell’evoluzione del quadro normativo e dell’affermazione dell’uguaglianza formale, la principale sfida rimane lo sviluppo nei fatti della parità tra donne e uomini. L’innovazione dei comportamenti chiama in particolare in causa il ruolo attivo degli uomini e più in generale di tutti i cittadini e le cittadine quale condizione per l’effettivo cambiamento e il superamento delle barriere, in particolare quelle culturali, che nei fatti limitano l’accesso delle donne alle opportunità di inserimento nella vita economica, politica e sociale. Anche nell’esperienza della Lombardia, che presenta performance positive rispetto alle altre regioni italiane, emerge inoltre come lo sviluppo della parità sia legato anche alle caratteristiche delle aree territoriali di riferimento (aree urbane e interne).

Quale innovazione per la

promozione della parità di

genere?

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In base all’esperienza dei partecipanti è stata richiamata la centralità dell’educazione per il superamento del gap culturale che alimenta atteggiamenti discriminatori e per il rafforzamento di una cultura di promozione dell’uguaglianza attraverso la valorizzazione della diversità. Occorre promuovere nelle scuole e più in generale nella società il valore della diversità quale fondamento per l’affermazione della parità di genere. Progettare il cambiamento significa superare gli stereotipi di genere, abbattere le barriere di accesso per le donne alla carriera ed educare lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine, in particolare le nuove generazioni, all’alleanza uomo-donna e al superamento delle logiche di genere, alla condivisione dei carichi di cura e dei ruoli sociali e familiari. Un aspetto che il gruppo ha affrontato è legato al valore della “dimensione dello scambio” tra le culture europee, quale luogo di reciproco apprendimento di conoscenze e pratiche attraverso le quali si pongono le basi per un ripensamento degli stereotipi di genere.

Partenariato e partecipazione della società civile sono leve fondamentali per lo sviluppo di iniziative per la promozione diffusa della cultura di uguaglianza e parità. In tal senso è stata richiamata l’importanza dell’accesso alle risorse finanziarie per la promozione di tali iniziative da parte delle organizzazioni della società civile. Infine, è stata ribadita con forza la necessità dello sviluppo di una coscienza collettiva che riguardi donne e uomini nella pratica quotidiana, condivisa in tutti gli ambiti e livelli della società grazie anche al sempre più diffuso uso delle tecnologie digitali.

Quali risorse attivare per sviluppare la parità di genere?

Come progettare il

cambiamento in Italia e in

Europa?

Come mobilitare reti e partenariati per la parità?

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OUTLINE Durante la discussione è stata portata all’attenzione del gruppo una proposta per l’introduzione dell’educazione di genere nelle attività didattiche. Nelle intenzioni della proponente, l’educazione di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado, a partire da quelle dell’infanzia, significa “educare alla consapevolezza di sé, ai sentimenti, alla sessualità e alla cittadinanza paritaria”. Per riportare nella vita quotidiana quella parità tanto rimarcata sul piano normativo, è necessario lo sviluppo e il supporto di tutte quelle reti che, a livello locale, lavorano per il coinvolgimento della società civile.

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VIOLENZA e PREVENZIONE – Gabriella Scaduto (Ordine degli

Psicologi della Lombardia) Al tavolo hanno partecipato rappresentanti del terzo settore, dell’associazionismo, nonché libere professioniste, di età, formazione ed esperienza professionale eterogenea,

Vi è molta differenza tra i diversi paesi dell’Unione europea, per tale motivo vi è la necessità di

tenere in conto tanto le differenze culturali, quanto quelle normative in ogni Stato membro.

Tuttavia vi è un problema culturale alla base e per tale motivo bisognerebbe avviare un

mutamento culturale generazionale.

L’Europa e la politica devono fare ancora molto per garantire l’applicabilità della Convenzione

di Istanbul. Fatta tale premessa, il tavolo concorda con il fatto che non vi sia una rete né

un’integrazione tra il terzo settore e la politica europea; bisognerebbe quindi attivare un

dialogo tra le realtà del territorio e l’Europa. Il mondo del terzo settore è un mondo autorevole,

ma non c’è rete tra le varie associazioni; bisognerebbe, inoltre, sfruttare il legame con le

parlamentari europee. L’Europa dovrebbe raccogliere le istanze del terzo settore e avvicinarle

alla politica.

L’Europa sta facendo abbastanza per proteggere i diritti fondamentali delle donne?

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Gli strumenti utili a coordinare gli interventi di contrasto e prevenzione sono: normativa europea; legislazione nazionale; possibilità di mettere insieme le competenze e le informazioni attraverso la strutturazione di una rete di protezione; capacità di rinnovarsi del terzo settore; attivazione di una co-progettazione degli interventi tra associazioni e politica; coordinamento più stretto tra politica e territorio; maggiore intercettazione delle vittime di violenza nei “luoghi caldi”, dove ci dovrebbero essere operatori formati ad hoc, che sappiano riconoscere i fattori di rischio e i segni/segnali di una possibile violenza.

Non tutti conoscono la Convenzione di Istanbul che è lo strumento principe dei centri

antiviolenza. Passando attraverso la diffusione della Convenzione, bisogna valutarne

l’applicabilità. Bisognerebbe insegnare e diffondere il rispetto dei diritti umani e rendere

coscienti le donne dei servizi a loro disposizione in caso di violenza. Altro punto fondamentale è

la promozione della cultura della denuncia non solo attraverso l’educazione, ma anche

attraverso una capillare attività di sensibilizzazione.

La condizione economica è uno dei fattori facilitanti ma non è l’unico; la donna diviene vittima

perché vi è una concatenazione di fattori di rischio: ad esempio problematiche culturali e

problematiche linguistiche. Bisognerebbe aumentare il contatto con la società, favorire lo

sviluppo di un ambiente protettivo e fare leva sull’ educazione; si necessita quindi di un

intervento sulla scuola.

Quale contributo può apportare la sensibilizzazione nella lotta alla violenza di genere?

Quali strumenti hanno a

disposizione gli enti e le

realtà della società civile per

coordinare gli interventi di

contrasto e prevenzione

sulla violenza di genere?

Quanto le condizioni economiche delle donne e la loro (in)dipendenza finanziaria incidono sulla possibilità di trovarsi in situazioni di violenza?

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OUTLINE

Le realtà del terzo settore impegnate nel contrasto alla violenza di genere non hanno la possibilità di fare rete

con la dimensione politica europea. Le realtà del territorio sono spesso interlocutori inascoltati delle Istituzioni

europee e per questa ragione bisognerebbe attivare canali di dialogo più efficaci e attivi. Il mondo del terzo

settore è un mondo autorevole, ma non c’è rete tra le varie associazioni; bisognerebbe, inoltre, sfruttare il

legame con le parlamentari europee. L’Europa dovrebbe raccogliere le istanze del terzo settore e avvicinarle

alla politica.

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Conclusioni

L’attiva partecipazione e la varietà dei contributi che hanno dato vita al dibattito del Forum delle Associazioni Femminili del 23 marzo sono la dimostrazione dell’interesse che i cittadini e le cittadine hanno verso l’operato delle Istituzioni europee e del desiderio di confrontarsi sul tema della parità di genere. L’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano dunque non può che esprimere la più grande soddisfazione per i risultati dei lavori della giornata e per l’alto livello delle riflessioni e dei suggerimenti espressi dalle e dai partecipanti. Il Forum è stato tappa conclusiva della road map al femminile iniziata il 6 ottobre 2017 con l’incontro delle associazioni femminili del territorio milanese e l’Ufficio del Parlamento europeo a Milano e proseguita con il seminario “La parità di genere. A che punto siamo? Politiche ed esperienze”. Molto è stato fatto ma la strada è ancora lunga. Raggiungere la parità di genere è una sfida che si combatte insieme: le Istituzioni da sole non possono vincere. Servono alleati: attori del terzo settore, rappresentanti del mondo dell’impresa, ma anche cittadine e cittadini. Il Parlamento europeo e la Commissione europea raccolgono proposte da parte della società civile per favorire il superamento di ogni forma di disuguaglianza tra donne e uomini negli Stati membri. L’impegno dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano è dunque quello di continuare ad essere quel luogo di scambio ed incontro che riduce le distanze tra cittadine, cittadini e Istituzioni e che promuove la riflessione per un futuro condiviso.

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Linkografia TAVOLO LAVORO E CONCILIAZIONE

Uguaglianza di genere negli accordi commerciali dell'UE (Risoluzione del PE 13/03/2018) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2018- 0066+0+DOC+PDF+V0//IT

Lotta contro le disuguaglianze come leva per stimolare crescita e occupazione (Risoluzione del PE 16/11/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017- 0451+0+DOC+PDF+V0//IT

L'emancipazione economica delle donne nel settore pubblico e privato nell'UE (Risoluzione del PE 03/10/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017- 0364+0+DOC+PDF+V0//IT

Necessità di una strategia dell'UE per eliminare e prevenire i divari pensionistici di genere (Risoluzione del PE 14/06/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017- 0260+0+DOC+PDF+V0//IT

Women's economic empowerment at international level (In-depth analysis for the FEMM Committee, 2017) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/IDAN/2017/583128/IPOL_IDA%282017%2958312 8_EN.pdf

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TAVOLO PROGETTI E RETI

Priorità dell'UE in vista della 62a sessione della commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (Raccomandazione del PE 01/03/2018) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2018-0060+0+DOC+PDF+V0//IT

La parità tra donne e uomini nell'Unione europea nel 2014/2015 (Risoluzione del PE 14/03/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017-0073+0+DOC+PDF+V0//IT

Fondi dell'UE per l'uguaglianza di genere (Risoluzione del PE 14/03/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017-0075+0+DOC+PDF+V0//IT

Gender Equality and Women's Empowerment: Transforming the Lives of Girls and Women through EU External Relations 2016-2020 (Joint Staff Working Document, 2015) https://ec.europa.eu/europeaid/sites/devco/files/staff-working-document-gender-2016-2020- 20150922_en.pdf

Pilastro Europeo dei Diritti Sociali (Booklet, 2017) https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/social-summit-european-pillar-social- rights-booklet_it.pdf

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TAVOLO DIGITALE E STEM

Uguaglianza di genere ed emancipazione delle donne nell'era digitale (Risoluzione del PE 28/04/2016) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52016IP0204&from=IT

Parità di genere nei media e nel settore digitale (In sintesi, Marzo 2018) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2018/614732/EPRS_ATA%282018%29614732_IT.pdf

The underlying causes of the digital gender gap (Study for the FEMM Committee, Marzo 2018) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2018/604940/IPOL_STU%282018%29604940_EN.pdf

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TAVOLO VIOLENZA E PREVENZIONE

Lotta alle molestie e agli abusi sessuali nell'UE (Risoluzione del PE 26/10/2017) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2017- 0417+0+DOC+PDF+V0//IT

The Istanbul Convention - A tool to tackle violence (At a glance, Novembre 2017) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2017/608814/EPRS_ATA%282017%29608814_EN.pdf

Violence against women in the EU (Briefing, Novembre 2017) http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2017/614583/EPRS_BRI%282017%29614583_EN.pdf