317-korach...proibito dalla torà stessa, così come pregare al tzaddik stesso sarebbe un peccato di...

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Speciale Ghimel Tamuz Shabat Parashat Korach Shnat Hakhel 2 - 3 Tamuz 5776 8 - 9 Luglio 2016 ב״הPENSIERI DI TORA’ Orari Accensione delle Candele ORARI DI SHABAT Milano 20:55 22:09 Roma 20:29 21:37 Torino 20:59 22:12 Verona 20:48 22:01 Venezia 20:42 21:56 Lugano 20:58 22:13 Tel Aviv 19:28 20:32 Il valore di ogni ebreo DI Gheula Canarutto Nemni Egli sente ciò che ciascuno prova. Egli aiuta ognuno a realizzare l’irrealizzabile. In sua presenza ci si sente più ebrei, ebrei più autentici. In sua presenza, ci si lega al proprio fulcro ebraico interiore. (Eli Wiesel) 66 anni fa un uomo ebbe una visione. Immaginò ogni remoto angolo della terra colmo di conoscenza di D-o. Vide un’imponente e maestosa costruzione da cui provenivano, senza timore, parole di Torah, nel cuore della Russia sovietica, quando gli ebrei erano perseguitati perché praticavano la propria religione. Sognò un luogo che accogliesse ogni tipo di ebreo, a prescindere dal retaggio e dalla conoscenza della propria religione, nel cuore di New York, quando gli ebrei erano più concentrati ad affermare la propria integrazione che la propria identità. Desiderò un posto dove migliaia di studenti ebrei potessero festeggiare il seder di Pesach pur trovandosi sulle alte pendici del Nepal, a Katmandu. Credette fermamente fosse possibile vedere, un giorno, donne a Milano indecise sulla scelta del mikveh a cui andare, quando l’Italia ebraica stava riaffiorando dalle ceneri del dopo-guerra. Grazie alla sua fede ideò la possibilità di venire fermati da un giovane di diciassette anni, nel cuore del Sudafrica, e sentirsi domandare: “scusi, vorrebbe mettere i tfilin?”, quando molte autorità religiose definivano ‘blasfemo’ legare dei tfilin intorno a un braccio che dissacrava shabat. L’ideatore della visione ha un nome. Si chiama Menachem Mendel Schneerson, settimo Rebbe di Lubavitch. La sua non è rimasta una pura illusione, ma si è trasformata in incredibile (inteso come difficile da credere…) realtà, percepibile ovunque nel mondo ci si trovi. La rivoluzione messa in atto 58 anni fa da un giovane leader il cui quartier generale si trova a 770, Brooklyn, New York, ha dato una svolta epocale all’ebraismo mondiale, permettendo a milioni di persone di ritrovare la fierezza e il vero significato di essere ebrei, ovunque essi siano, fisicamente e spiritualmente. Il popolo di Israele si distingue per infinite doti positive, tra le quali c’è quella della gratitudine, della riconoscenza. E riconoscenza significa ammettere ciò che, chiunque, in qualsiasi parte del mondo, ha fatto per noi. Al Rebbe dobbiamo riconoscere di averci insegnato il valore intrinseco di ogni ebreo, a prescindere dal livello di osservanza e conoscenza a cui si trova. A lui dobbiamo riconoscere di avere trasmesso la forza, a un popolo stremato dalla seconda guerra mondiale, di non farsi abbattere dalle rovine della guerra ma di guardare avanti e avere fede nella propria ricostruzione. Gli dobbiamo la capacità di credere nei sogni e negli ideali e la lezione di non fermarci davanti a quelli che, apparentemente, sembrerebbero degli ostacoli. 66 anni fa un uomo ebbe una visione. Che oggi si è trasformata in una realtà universale. Grazie Rebbe. EDITORIALE In memoria di Reizi Rodal z”l Si prega di non trasportare questo opuscolo durante lo Shabat in un luogo pubblico 317 Leilui Nishmat Yosef Buaron ben Rachel ז״לda parte della moglie e dei 9igli מוקדש זה עלון ולרפואה לזכות של שלימה בן נורברט ר׳ ליטמאן לאופר ושנים ימים לאורך טובות

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Page 1: 317-Korach...proibito dalla Torà stessa, così come pregare al tzaddik stesso sarebbe un peccato di idolatria. Il senso è invece quello di chiede al defunto o al Tzaddik di andare

Speciale Ghimel Tamuz Shabat Parashat Korach Shnat Hakhel 2 - 3 Tamuz 5776 8 - 9 Luglio 2016 ב״ה

PENSIERI DI TORA’

OrariAccensionedelleCandele

ORARIDISHABAT

Milano20:5522:09

Roma20:2921:37

Torino20:5922:12

Verona20:4822:01

Venezia20:4221:56

Lugano20:5822:13

TelAviv19:2820:32

IlvalorediogniebreoDI Gheula Canarutto Nemni

Eglisente ciòche ciascunoprova. Egliaiutaognunoarealizzarel’irrealizzabile.Insuapresenzacisisentepiù ebrei, ebrei più autentici. In suapresenza, ci silegaalpropriofulcroebraicointeriore.

(EliWiesel)66 anni fa unuomoebbeuna visione. Immaginòogni remoto angolo della terra colmo diconoscenza di D-o. Vide un’imponente emaestosa costruzione da cuiprovenivano, senza timore,parole di Torah, nel cuoredella Russia sovietica, quandogli ebrei erano perseguitatiperchépraticavano la propriareligione.Sognòun luogocheaccogliesseognitipodiebreo,a prescindere dal retaggio edalla conoscenza dellapropriareligione, nel cuore di NewYork, quando gli ebrei eranopiù concentrati ad affermarela propria integrazione che lapropria identità. Desiderò unpos to dove m ig l i a i a d istudenti ebrei potesserofesteggiare il seder di Pesachpur trovandosi sulle altependici del Nepal, a Katmandu. Credettefermamente fosse possibile vedere, un giorno,donneaMilano indecisesulla sceltadelmikvehacui andare, quando l’Italia ebraica stavariaffiorando dalle ceneri del dopo-guerra. Graziealla sua fede ideò la possibilità di venirefermatida un giovane di diciassette anni, nel cuore delSudafrica,esentirsidomandare:“scusi, vorrebbemettere itfilin?”, quandomolteautorità religiosedefinivano‘blasfemo’legaredeitfilinintornoaunbraccio che dissacrava shabat. L’ideatore della

visionehaunnome.SichiamaMenachemMendelSchneerson, settimoRebbe di Lubavitch. La suanon è rimasta una pura illusione, ma si ètrasformatainincredibile(intesocomedifficiledacredere…) realtà, percepibile ovunque nelmondoci sitrovi. La rivoluzionemessa inatto58anni fa da un giovane leader il cui quartiergenerale si trova a 770, Brooklyn, NewYork, ha

dato una svolta epocalea l l ’ e b r a i smo mond i a l e ,permettendo a milioni dipersonediritrovarelafierezzae il vero significato di essereebrei, ovunque essi siano,fisicamente e spiritualmente.IlpopolodiIsraelesidistingueper infinitedotipositive,tra leq u a l i c ’ è q u e l l a d e l l ag r a t i t u d i n e , d e l l ariconoscenza. E riconoscenzasignifica ammettere ciò che,chiunque, in qualsiasi partedelmondo,ha fattopernoi.AlRebbe dobbiamo riconosceredi averci insegnato il valoreintrinseco di ogni ebreo, aprescindere dal livello di

osservanza e conoscenza a cui si trova. A luidobbiamo riconoscere di avere trasmesso laforza,a unpopolostrematodalla secondaguerramondiale,dinonfarsiabbatteredallerovinedellaguerrama diguardare avantie averefedenellapropria ricostruzione.Glidobbiamola capacità dicredereneisognienegliidealielalezionedinonfermarci davanti a quelli che, apparentemente,sembrerebberodegliostacoli.66annifaunuomoebbeunavisione.Cheoggisiètrasformata inunarealtàuniversale.GrazieRebbe.

EDITO

RIA

LE

In memoria di Reizi Rodal z”l

Si prega di non trasportare questo opuscolo durante lo Shabat

in un luogo pubblico

317LeiluiNishmatYosefBuaronbenRachelז״לdapartedellamoglieedei9igli

עלון זה מוקדש לזכות ולרפואה שלימה של

ר׳ נורברט בן

ליטמאן לאופר

לאורך ימים ושנים טובות

Page 2: 317-Korach...proibito dalla Torà stessa, così come pregare al tzaddik stesso sarebbe un peccato di idolatria. Il senso è invece quello di chiede al defunto o al Tzaddik di andare

Risposta:Si, in effetti le usanze ebraiche cilascianospessoperplessi.L’ebraismo è tutto basato sullegamedirettotral’uomoeD-o.L’intermediariotraD-oel’uomoèunaformad’idolatria.Eppureèsemprestataabitudine intuttelecomunità,diandaredaunTzadikper chiedere una benedizione operconsigliarsi.

Vediamo che il popolo ebraico hachiestoaMosèdiintercederemolte

volte edegli accettò la richiesta, se ciòfossestatoproblematico

D-onon avrebbemai accettato di avere un intermediario comeMosè,traLuieilpopolo.Anche per ciò che riguarda le preghiere sulle tombe dei giustivediamoche ades.Kalevquandoentròin terrad’Israeleandòapregare sulla tomba dei patriarchi, e sappiamochefinoadoggimoltospessosivasulletombedeivarigiustiapregare.Perché allora questo non è considerato “implorare ai defunti?”Perché andare a chiedere una benedizione adun Tzadik, vivo omortochesia,per intercedere innostrofavorenonèconsiderataidolatria?Questadomanda fuchiestadaunostudente delChatamSofer,ilMaharamshik.Eglispieganellaseguentemaniera:Siccometuttoilpopoloebraicosonoconsideraticomeunasolapersona,ildolorediunmembrodelpopoloèquindiildoloredi

tutti, se dunque un ebreo va daunaltroperchiedereaiutoècomeseun ditochiedesseaiutoalla testaperaiutarlo. Quando l’ebreochiede a D-oper un suo fratello è quindi come sechiedesseperse stesso,datochesente lasofferenzadell’altrocomesefosselasua.Andare a pregare su una tomba non significaimplorareildefunto,questosarebbeungrandepeccatoproibitodalla Toràstessa,così comepregareal tzaddikstessosarebbeunpeccatodiidolatria.IlsensoèinvecequellodichiedealdefuntooalTzaddikdiandaredinanzi aD-oachiederepernoi,avendolui unmeritopiùgrandedel nostro e aumentando quindi le probabilità che le richiestevenganoesaudite.QuandosivadalTzadikachiedereunaberachàècomequandoilkohenbenediceilpopolo,nonèilKohenstessochebenedicemaèD-oche benedice tramite lui, essendo lui di un livello spiritualesuperiore.Lo zohar spiega che essere legati ad un tzaddik è di vitaleimportanzaper l’anima di ogni singolo ebreo, poiché il tzadik è colui chemostralaviapiùdirettaperlegarsiaD-o,propriocomefacevailRebbeportando la luce della Torà agli ebrei più disparati,e mostrandolorolabellezzadellaToràel’importanzadellemitzvot,facendolicosìavvicinarealloroCreatore.

Domanda:Hosempreavuto

l’impressionechel’ebraismocredafermamentechenon

cisonointermediaritral’uomoeD-o,epregareaidefuntiè

blasfemaproibitodallaTorà.Seècosì,perchéèlecitochiedereuna

benedizionedalRebbe?

iseispintotroppoinlà!Tuttalacomunità è santa, ognuno diloro, e il Sign-re è con loro.Perché timetti aldi sopradella

congregazionediD-o?”

(trattodaNumeri16:3).

Kòrachera a capodiungruppodiribellichecontestavano l’autorità di Moshè. Kòrachvoleva ilpotereper sé,nonper ilpopolo,eisuoiseguacierano inmalafede,ciascunoconun suo proprio risentimento verso Mosè eAronne.Lasciandodaparteperunmomentoqueste considerazioni, dicevano il vero o ilfalso?

Uguaglianza

Avevano senz’altro ragione nel dire che“tuttala comunitàèsanta”(èquellocheD-ochiede a tutti gli ebrei di essere…) ed

avevano altrettantoragionenel dire che

“il Sign-reè conloro” (questoera lo scopod e l

Tabernacolo).

Eralaloroconclusioneadessereerrata:Mosènonsieraaffattomessoaldisopradiloro,epensarequestoeraunerrorefondamentale.L’ebraismoproponeunmodellodigerarchiacompletamentenuovo.Tuttigliesseriumanisonofattia immaginediD-oinegualmodo,enessuno ha diritto di supremazia sugli altri.C’èbisogno diqualcuno che tenga le fila ditutto e che faccia funzionare tutto inarmonia, una sorta di capitano di squadra.Senza un generale l’esercito sarebbe unamassa di personearmate; senza ungovernouna nazione cadrebbe nell’anarchia. Ladifferenzaconsistenelfattocheinunpopoloincui tuttihannougualedignità agliocchidiD-o, il capo non sta al di sopra ma serve ilpopolonellastessamisura incuiserveD-o. EinfatticivienedettonellaToràcheMosèerailpiùumiledellepersoneinterra(Numeri12:3),evienechiamato“servodiD-o”.

UmileServitore

C’èsolouna persona a cui la Torà comandaesplicitamente di essere umile: il re. Nelleparole di Maimonide: “Come la Torà gli haconcesso grande onore e obbliga tutti ariverirlo, così gli ha anche comandato diessere basso e di cuore umile. Deve averegrazia epietàneiconfrontidelpiccoloedelgrande,perseguendo illorobenessere.Deveproteggere l’onoreanche della persona più

umile. Quando si rivolge al popolo comecollettività deve parlare con garbo. Devesempre comportarsi con grande umiltà(HilchòtMelachìm 2:6). Maimonide elencaancheuna seriedipersonechenonavrannoparte nel mondo a venire, e tra questeinclude“coluichegovernalacomunitàconlaforza affinché le persone siano terrificate eabbiano paura di lui, facendo questoper lasua gloria e per i suoi interessipersonali” (Hilchòt Teshuvà 3:13). QuandoRabbàn Gamlièl agì in maniera consideratadai suoi colleghi come quasi dispotica, fudepostodallasuacaricafinoachericonobbela sua colpa esi scusò. A due persone cheavevano rifiutato posizioni di rilievo RabbànGamlièl rispose: “Pensate forse che vi stodandoonore?Vistooffrendol’opportunitàdiessere servitori” (Talmùd Horayòt 10 a-b).Kòrachera unuomoambizioso, evedeva lasua indole rispecchiata in Moshè eAharòn,affermandocheessisimettevanoaldisopradella congregazione del Sign-re. Non avevacapito che era esattamente l’opposto, chenell’ottica ebraica “guidare” significa“servire”,echiserveglialtrinonsialza luialdisopramaelevaloro.

UnostudioKabbalisticoDi Yanki Tauber, chabad.org

LA TAVOLA DI SHABAT

BOTTA E RISPOSTA

SipuòchiedereunabenedizionedalRebbe?

קרח

“IKorach

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STORIA

s t r a t t i d a u ndiscorso di ElieWiesel , premio

Nobel per la pace, 7Aprile1992 a una cena presso ilCongressodegliStatiUnitiaWashington, in occasionedel 90 ° anniversario delRebbe.

Alcuni di voi sanno dellamia ammirazione non soloperilRebbecomepersona,m a a n c h e p e rl’organizzazione mondialedalui ideata.Il fattoche luisapesse chi inviare edove,in luoghiabbandonati, soloper portare una parola diToràediconfortoaigiovaniche altrimenti sarebberoandati perduti, per me èprobabilmente uno deglielementi principali chehanno dato speranza allanostragenerazione.

Come Ch a s s i d P o s s oraccontarvi una storiachassidicastasera.Si trattadi un grande maestrochassidico chiamato RabbiNaftali Ropshitz. Era uneccellente oratore con unm e r a v i g l i o s o s e n s odell'umorismo. ShabbatH aGado l t o r nò d a l l asinagoga. E' consuetudineche il rabbino della cittàparli sulla necessità diaiutare i poveri che nonhannoabbastanzasoldipercelebrareilSeder.

Al suo ritorno, la mogliechiese:"Nu!com'èandata?”"Pensosiaandatabene."Seiriuscitoaconvincerelepersone?""Soloametà.""Checosavuoidire?"Sonoriuscitoaconvincereipoveriaricevereisoldi."

IlRebberiuscìaconvincerei r i cch i a dare , g l iinsegnanti ad insegnare egli studenti a studiare. Il

Rebbe riuscì afare delle coseche gli esseriumani normali,non avrebberoo s a t on e m m e n os o g n a r e d ifare...

Come si misurala grandezza?Vo g l i o d i r e ,q u a l i c r i t e r idevonoessereutilizzatiperl a v a l u t a z i o n e d e l l agrandezzaumana?Nelcasodel Rebbe di Lubavitch, lar i s p o s t a è f a c i l e d aottenere. Non conosconessunoche abbia lasciatoil Rebbe, anche dopo unmomento di ye'hidout( incont ro p r i va to co lRebbe) , senza essereprofondamente colpito, senon trasformato dal loroincontro.

Spero di ricordare semprequello che ho provatoquandosonoentratoperlaprima volta nel suo ufficio.Era trent'anni fa, e quelloche ci siamo detti l'unl'altro. Una volta in suapresenza, il tempo inizia ascorrereaunritmodiverso.Ci si sente ispirato, inintrospezione,esièportatiachiedersi che sensoabbiala nostra vita. In suap r e s e n z a , n u l l a èsuperficiale o artificiale. Insua presenza ci si avvicinaa l centro inter iore d igravità.

Ma ciò che è particolareriguardo al Rebbe, è chenon solo quelli che lohanno incontrato sonocolpiti dalla sua figura, maanche quelli che non lohannomaiincontrato.

E ' a t t r a v e r s o l a s u ainfluenza , con l a suapresenza che la coscienza

ebraica e l'educazioneebraica hanno raggiuntolivelli record in quasi tutti icontinenti.Ci sonoposti alsole dove gli emissari deiChabadnon portano la suap a r o l a d i t o l l e r a n z aradicata nell’amore per ilprossimo? Ahavat Yisrael,l’amore per Israele, inverità, per estensione,s i gn i fi ca l ' amore pe rl'umanità? Dovunque gliebrei vivono e lavorano,s o n o i n u n m o d o onell'altroespostialRebbe.

Grazie a lui, un Ebreo,sempre e ovunque, nonpuòfare amenodi sentireche lui o lei appartiene adun antico popolo la cuitradizione sottolinea lagrandezzadel suocompitooltre alle prerogative dellapropria persona. Grazie alRebbe, un Ebreo deved i v e n t a r e u n E b r e omigliore, quindi, un essereumano migliore, rendendogli esseriumani piùumani,più accoglienti, aperti aunm a g g i o r s e n s o d igenerosità.

Alcunidinoihannoavutolapossibilità di ascoltare lesue lezioni; Lo abbiamoaccompagnatonellostudioe nel canto. Lo abbiamovisto con i suoi discepoli,abbiamo assistito alle suerealizzazioni. Questo è ilmotivo per cui mi sento,con un profondo senso di

d e vo z i one , affe t t o eammirazione, dobbiamoalzare i bicchieri per dire" L e c h a ì m " , l ’ A dm u r(maestro,guidaerebbe)diquesta generazione la cuivitae lavorosonostatiunabenedizione per molti dinoi,senonpertuttoIsraeleedelmondo.

Per il Rebbe di Brooklyn,possiamo dire se non chesiamo i tuoi discepoli,s iamo i tuo i seguac i ,perché,comevoieconvoi,noi crediamo nello studio,crediamo nella preghiera.Crediamo nella preghieracome un rapporto tra unessere umano e un altro.Noi crediamo nello studiocome un collegamento traunagenerazionee l'altra.Enoicrediamoinunulteriorestrumento di solidarietàche deve essere semprepresenteintuttoquellochefacciamopernoistessi,peril nostro popolo e per glialtri...

ElieWieseleilRebbe

E

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Direttore responsabile:Rav Ronnie Canarutto

Hanno collaborato:Fabio Mieli, Myriam Bentolila, Chani Benjaminson,Sterna Canarutto, Gheula Nemni, Deborah Klagsbald, Biniamin Canarutto

www.pensieriditora.it [email protected] 329.80.44.073

IlTallitKatanLa mitzvà dei Tzitzit consiste nel legaredelle frangesugliangolidi ogniabitocheha minimo 4 angoli. Anche se non èobbligatorio indossare un abito di 4angoli per fare la mitzvà, i nostri saggidicono (Menachot 41a) che a volte unapersona può essere cons ideratacolpevole solo per non essersi messonelle condizioni di adempiere alla mitzvàdeiTzitzitindossandoquindiunabitodi4

angoli in modo da poter adempiere alprecettodurantetuttoil giorno.Perquestomotivoè importante fare attenzione ad indossare untalledkatan tuttoilgiorno,guadagnandocosìuna

mitzvà in ogni attimo dellagiornatae come scrittonellaTorà,ciòricordaallapersona inmodocostante le

mitzvòtdi D-o. Come un nodo al fazzoletto che si fa perricordarsi qualcosa, nei tzitzit ci sono 5 nodi che ci

rammentano i 5 libri della Torà e 4 frange rispettivi ai 4 punticardinali alludonoal fatto che in qualsiasi postoun ebreo si debbasemprericordaredelleMitzvòtdiHashem.

(ShulchanAruchpar.24)

SCINTILLE

IlRebbepianseintensamenteneldirequesteparole.L’esserediMoshèera totalmente impregnatodellaTorà che consegnò al suo popolo. Per lui non sitrattava soltanto di qualcosa da insegnare,rappresentava se stesso, era il suoD-o dentro sé.TuttaviaquandodovettesceglieretralaToràeilsuopopolo, scelse quest’ultimo. Disse: Se non liperdonerai,alloracancellamidallibrochehaiscritto.La Torà era la totalità del suo essere, ma inprofondità, nel nucleo,egli era tutt’uno con il suopopolo.

Qualcuno scrisse al Rebbe che nello svolgimento

delle sue funzioni amministrative aveva fatto

infuriare uno dei suoi soci e se lo era inimicato.Ecco la risposta del Rebbe. Fa’ penetrare nel tuo

cuoreunprofondoamoreperquest’uomoevedraichelasuarabbiascompariràspontaneamente.

Il Rebbe tratto da “Il Cielo in Terra” della Mamash

Miapiccolabimba,essere genitore significa incontrare losguardodiunfiglioperlaprimavoltadopomesidiinfinitafaticaedimenticaretutteledifficoltà del passato in un solo istante.L’amoreperun figlioèuncolpodifulminechedurapersempre.E s s e r e g e n i t o r e s i g n i fi c a d a r eun’importanzainfinitaaognidettaglio.Esevorraivederecresceretuofigliodritto,conun tronco solido e forte, dovrai curare enutrire le radici dal primo istante. Senzaalcuncompromesso.Essere madre opadre significatenere permano,senzastringeretroppo.Perché solocon la libertà che concedi a tuofiglio, lopotrai vedere un giorno incamminarsi nelmondo.Litigare,gridare,pensare ognunodi avereragione.Edopopochiminutiricominciarearidere insieme come se niente fosse.Perché tuofiglio lo ami a prescindere datutto.Chiuderegliocchidavantiallecandeledelloshabat e domandare a D-o che conceda

solo il bene, il bene assoluto, perognunodeifigli.Sentirsi inadeguati, non averesempre la risposta giusta alle lorodomande.Esaperechegrazieailorodubbi,anche tu crescerai insiemeaituoifigli.Daquandodiventigenitoreimparilaforzadivolontàdaunpiccoloesseredi pochi mesi che non si muove dalpropriopostofinchèlatorreconicubinonsiergealtaeperfetta.Un figlio ti insegna che l’aggettivopossessivo ‘mio’non èmai persempre.Aun certopuntoarriveràqualcunoe tidirà,daoggiè‘nostro’.E tu genitore dovrai farti da parte.Sperandonel tuocuorediessereriuscitoatrasmettereedaretuttoquellocheavrestipotutoedovuto, nel tempoche ti èstatoconcesso.EoracheRoshChodeshTamuzèdietroalleporte, lo stessomese in cui sei nata e cisiamo incontrate per la prima volta. Nelgiorno in cui la luna si fa piccola per poirinascere. La tua anima, quella a cui

abbiamodatovitaquasi vent’annifa,sifonderàconquelladeltuoamato, per formarne unanuova.E d o v r emo l a s c i a r t iandare. Perché amare unfiglio significa farsi da partequando un capitolo della vita sichiudeeunonuovosiapre.Behaz l achà amore m io , che H ’accompagni ogni vostropasso con gioia,salute,stimareciproca,successo. E infinitoamore.

Mammaepapà

InonoredelmatrimoniodiAvigailRachelDi Gheula Canarutto

.,

L’ANGOLO

DELL’ HALACHA’