a la trasformata di laplace
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Capitolo
1
Trasformata di Laplace 1.1 Segnali per lo studio dei sistemi
1.2 Trasformata di Laplace
1.3 Antitrasformata di Laplace
1.4 Antitrasformata di Laplace: metodo delle frazioni parziali
T r a s f o r ma t a e A n t i t r a s f o r ma t a d i L a p l a c e
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1.1 SEGNALI PER LO STUDIO DEI SISTEMI Vengono presi in esame i principali segnali ut i l izzati nell’ambito dello studio dei sistemi:
GRADINO
Il Gradino unitario è definito nel seguente modo
u(t) = 00
10
><
⎩⎨⎧
tt
perper
Se il gradino è di ampiezza E
u(t)= 000
><
⎩⎨⎧
tt
perper
E
IMPULSO UNITARIO
L’impulso unitario δ(t) o delta di Dirac è definito come:
⎪⎩
⎪⎨
⎧
>=∞+<
=00000
)(tpertpertper
tδ
L’impulso unitario può essere considerato come limite per 0→ε dell’impulso rettangolare di area unitaria, di ampiezza ε
ed altezza 1/ε
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RAMPA UNITARIA
La rampa unitaria r(t) è ottenibile dall’integrazione del gradino unitario ed è definita come:
r(t) = 000
≥<
⎩⎨⎧
tt
perper
t
PARABOLA UNITARIA
La parabola unitaria p(t) è ottenibile dall’integrazione della rampa unitaria ed è definita come:
p(t) = 0t0t
perper
t
02 ≥
<
⎪⎩
⎪⎨⎧
SEGNALE ESPONENZIALE Questo segnale è definito come:
p(t) = 0t0t
perper
e
0at ≥
<
⎪⎩
⎪⎨⎧
con a>0 il segnale esponenziale è crescente, con a<0 decrescente.
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SEGNALE SINUSOIDALE
Il segnale sinusoidale è cosi definito:
00
ωt0
M ≥<
⎩⎨⎧
ϕ+=
tt
perper
)(senE)t(e
dove:
EM è l’ampiezza della sinusoide,
ω è la pulsazione in rad/sec, T è il periodo in sec.
ϕ è la fase iniziale
o La pulsazione ω è legata alla frequenza dalla relazione T2π2πω == f
o Il valore efficace è Ee f f = 2
EM ;
o il valore medio è nullo Em = 0.
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1.2 Trasformata di Laplace
Trasformata di Laplace: generalità Si constata che data una rete elettrica, noto il segnale d’ingresso e(t), per ottenere l’uscita u(t), bisogna risolvere una equazione differenziale che è in genere di non facile soluzione.
La trasformata di Laplace è un operatore matematico che consente di semplificare lo studio di un sistema.
Questo studio avviene nel dominio complesso; successivamente si torna nel dominio del tempo attraverso l’operatore inverso:antitrasformata di Laplace.
f i g . 1
In fig.1 è illustrato il procedimento per lo studio dei sistemi utilizzando la trasformata di Laplace. I principali vantaggi che si ottengono con l’introduzione della T.d.L. sono: o Le equazioni differenziali sono tramutate in equazioni algebriche; o Nota l’uscita nel dominio di s U(s) antitrasformando si può risalire alla u(t); o il sistema può essere rappresentato mediante la sua funzione di trasferimento f.d.t.
(f.d.t.=U(s)/E(s) rapporto tra la trasformata di Laplace del segnale d’uscita e quello d’ingresso). Dalla f.d.t. si traggono informazioni sulla risposta in frequenza del sistema, sulla stabilità, ecc.;
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Trasformata di Laplace: definizione
La T.d.L è un operatore matematico che permette di convertire una funzione del tempo f(t) in una funzione di variabile complessa F(s).
F(s) = L [f(t)] dove s è la nuova variabile indipendente complessa (s = a + jb)
o p e r a t o r e d i L a p l a c e
Definizione della T.d.L.
F(s)= dt)t(fe0
st ⋅∫∞
− La T.d.L è detta unilaterale perché la f(t) è definita solo per t ≥ 0
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Esempio di calcolo: T.d.L del gradino di tensione unitario
u(t) = 00
10
><
⎩⎨⎧
tt
perper
La L-trasformata del gradino unitario è
L [ ]s
tu 1)( =
Dimostrazione:
L [u(t)] = = dtedte stst ∫∫∞
−∞
− =⋅00
1
∞−
⎥⎦⎤
⎢⎣⎡−=
0
1 stes
=
=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛−−−= −∞− 0ss e
s1e
s1
= ss110 =⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛−−
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Le proprietà della T.d.L.
• Teorema della moltiplicazione per una costante
L [k⋅f(t)] = k⋅L[f(t)] La trasformata del prodotto di una costante per una funzione è uguale al prodotto della costante per la trasformata della funzione
• Teorema della somma
L[f1(t) ± f2(t)] = L[f1(t)] ± L[f2(t)] La somma di due funzioni nel dominio del tempo corrisponde alla somma delle trasformate nel dominio complesso
• Teorema della derivata
L )s(Fsdt
)t(df⋅=⎥⎦
⎤⎢⎣⎡
La T.d.L della derivata di una funzione f(t) è uguale al prodotto della T.d.L. della funzione per la variabile complessa
Da notare:
Se le condizioni iniziali non sono nulle, cioè la f(t=0) ≠ 0, allora: L f(0)F(s)sdt
df(t)−⋅=⎥⎦
⎤⎢⎣⎡
Per estensione la derivata seconda è la seguente L ( )0f'f(0)sF(s)sdt
(t)df 22
2−⋅−⋅=
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
• Teorema dell’integrale
L [ ]ssFdttf )()( =∫ La T.d.L. dell’integrale di una funzione f(t) è uguale alla
T.d.L della funzione divisa per la variabile s
Teorema del valore iniziale F(s)slimf(t)limf(0)
s0t⋅==
∞→→
Questo teorema consente di determinare il valore assunto dalla f(t) all’istante t=0, conoscendo la T.d.L. di f(t) cioè la F(s), senza ricorrere all’operazione di antitrasformazione.
• Teorema del valore finale
F(s)slimf(t)lim)f( ⋅0st
==∞→∞→
Questo teorema consente di determinare il valore assunto dalla f(t) a regime (cioè per t tendente ad infinito), conoscendo la T.d.L. di f(t) cioè la F(s), senza ricorrere all’operazione di antitrasformazione.
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Antitrasformata di Laplace
Antitrasformata di Laplace: generalità
Operatore matematico che permette di convertire una funzione di variabile complessa F(s) in una funzione del tempo f(t)
Simbolicamente si scrive
f(t) = L–1 [F(s)] (operazione inversa della T.d.L)
Nella teoria dei sistemi viene usata per determinare l’uscita u(t) di un sistema, quando è nota la sua U(s).
Il calcolo diretto della antitrasformata di Laplace non è di facile soluzione, in quanto bisogna risolvere in campo complesso un integrale, pertanto si fa uso delle tabelle delle T.d.L. al contrario.
TdL di alcune funzioni ricorrenti rigo f(t) F(s) = L f(t)
7 ate− as1+
9 ( )ate1a1 −−
a)s(s1+
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Antitrasformata di Laplace: uso delle tabelle Se la F(s) non è uguale a quella tabulata, si cerca di renderla simile operando qualche modifica (raccogliendo a fattor comune, moltiplicando numeratore e denominatore per una stessa costante, ecc.). • Esempio 1
35)(+
=s
sF
la funzione è direttamente antitrasformabile
f(t) = L–1 ⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
+ 35
s = 5 L- 1
⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
+ 31
s = 5 te 3−
• Esempio 2
ssF
2110)(+
=
dividendo numeratore e denominatore per 2 si riporta la F(s) nella forma simile a quella tabulata
21
5
22
21
210
)(+
=+
=ss
sF
consegue:
te)t(f 2
1
5−
=
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1.4 Antitrasformata di Laplace: metodo delle frazioni parziali Nel caso che la F(s) in esame non compaia nella tabella e non sia possibile trasformarla in una forma simile tabulata, se la F(s) è espressa come rapporto di polinomi si ricorre al metodo delle frazioni parziali.
011
1
011
1
bsbsbsbasasasa
)s(D)s(N)s(F n
nn
n
mm
mm
++⋅⋅⋅++
++⋅⋅⋅++==
−−
−− [17]
1° caso: antitrasformata di una funzione con poli reali e distinti Se i poli della F(s) sono p1, p2 , …, pn ( reali e distinti) la [17] possiamo scriverla nel seguente nodo:
F(s) = 1
1ps
c−
+ 2
2ps
c−
+ …… +n
nps
c−
[18]
Antitrasformando facendo uso della tabella delle TdL si ha:
rigo f(t) F(s)
7 ate− as1+
f(t) = + + ……. + [19] tp
ec 11
tpec 2
2tnp
nec
I residui c1 , c2, ……., cn si possono calcolare:
a) uguagliando i due numeratori della [18]
b) mediante la formula )s(F)ps(limc kkps
k ⋅−=→
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Esercizi: - Antitrasformata di una funzione con poli reali e distinti
Esercizio 1 - Antitrasformare la seguente funzione
)86(101)( 2 ++
=sss
sF i poli sono p1 = 0 ; p2 = - 2 ; p3 = - 4
pertanto: )4)(2(
10)(++
=sss
sF
• Scrivendo F(s) in frazioni parziali si ha:
4sC
2sB
sA
++
++=)s(F
• I residui A, B, C si possono calcolare nel seguente modo:
45
4)2)(0(010
4)2)(ss(s10s
0s=
++=⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡++
==
A
25
4)22)((10
4)2)(ss(s102)(s
2s−=
+−−=⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡++
+=−=
B
45
2)44)((10
4)2)(ss(s104)(s
4s=
+−−=⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡++
+=−=
B
quindi:
44/5
22/54/5)(
++
+−=
ssssF
• Antitrasformando si ottiene:
f(t) = L–1 [F(s)] = L–1⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
s4/5
+ L–1 ⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
+−
22/5
s + L –1 ⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
+ 44/5
s
f(t) = 4t2t e45e
25
45 −− +−
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2° caso: antitrasformata di una funzione con poli complessi coniugati Supponiamo di avere una F(s) con due poli complessi coniugati p1 e p2
)p)(sp(s 21 −−=
N(s)F(s) p1= -a + jb : p2 = -a - jb
F(s) = )jbas(
B)jbas(
A++
+−+
• Si calcolano i residui A e B utilizzando le relazioni già viste.
][1
ps)F(sp1)(sA =⋅−=
il calcolo di B può essere evitato in quanto è il complesso coniugato di A
• Si mette la F(s) nella seguente forma
F(s) = )jbas(
BB)jbas(
AA++∠
+−+∠
Si antitrasforma facendo uso della tabella delle TdL f(t) F(s)
)btcos(ke2 at θ+− jbas
kjbas
k−+
θ−∠+
++θ∠
dove BAk == ; A∠=θ
)tcos(be2kf(t) t-a θ+⋅= La f(t) a volte può essere semplificata facendo uso delle seguenti relazioni cos(α + 90°)= -senα ; cos( α - 90°) = senα
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Esercizi - Antitrasformata di una funzione con poli complessi coniugati Esercizio 2 - Antitrasformare la seguente funzione (pag 172 Analisi dei Sistemi vol 1 Ed. Thecna G.Licata) Facendo uso della tabella delle TdL
f(t) F(s)
)btcos(ke2 at θ+− jbas
kjbas
k++
θ−∠+
−+θ∠
)24,0t2cos(e06,2)t(f t −= −
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Esercizio 3 - Antitrasformare la seguente funzione
F(s) = )18s6s(s
1802 ++
Soluzione
• Troviamo i poli
s(s2+6s+18)=0 ⇒ p1=0 ; p2 = -3 + j3 p3 = -3 - j3
F(s)= )3ps)(2ps)(1ps(
180−−−
=)3j3s)(3j3s(s
180++−+
=3j3s
C3j3s
BsA
+++
−++
• Troviamo i residui A, B e C
][1
ps)F(sp1)(sA =⋅−= = 10)18s6s(s
180s0s
2=
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
++ =
][2ps)F(sp2)(sB =⋅−= =
3j3sj3)3j3)(s-3s(s180)3j3s(
+−=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡+++
−+ =
= 3j3s3j)3s(s
801
+−=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡++
=)j33j33)(j33(
180+++−+−
=j6)j33(
180⋅+−
= j1818
180−−
=
= j1
10−−
=)j1)(j1(
)j1(10+−−−
+−=
2j1010 +−
= -5 + j5
B = 25 ; ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
−=∠
55arctgB = +135° = 3π/4
C = -5 - J5 (complesso coniugato di B)
BC = = 25 ; =⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
−−
=∠55arctgC -135° = -3π/4
• Mettiamo la funzione nella seguente forma
F(s)= 3j3s
4/3253j3s
4/325s
10−+
π−∠+
++π∠
+
• Antitrasformiamo la F(s) facendo uso della tabella delle TdL
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f(t) = ⎥⎦⎤
⎢⎣⎡⋅ −s1L10 1 + ⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡
−+π−∠
+++
π∠−3j3s
4/3253j3s
4/325L 1
f(t) F(s)
1 s1
)btcos(ke2 at θ+− jbas
kjbas
k++
θ−∠+
−+θ∠
♥ )4/3t3cos(e21010)t(f t3 π+⋅+= − )4/t3(sene1,1410 t3 π+⋅− −
)785,0t3(sene1,14 t3 +⋅− −
= ⇒
f(t) = 10
La funzione ha un andamento oscillatorio smorzato; presenta un massimo (overshoot).
Calcolo del valore finale ==∞∞→
f(t)lim)f(t ∞→t
lim )785,0t3(sene1,1410 t3 +⋅− − =10
Il valore finale poteva essere trovato con il teorema del valore finale in quanto i poli della F(s) hanno parte reale negativa.
F(s)slim)f(0s
⋅=∞→
= ⋅→
slim0s )18s6s(s
1802 ++
=10
♥ S i r icorda che cos(α + 90°)= -senα
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3° caso: poli multipli Supponiamo di avere una funzione che presenti un polo doppio p1 e un polo semplice p2
)p(s)p(sN(s)F(s)
22
1 −−=
• La F(s) scomposta in frazioni parziali la possiamo scrivere come:
)p(sB
)p(sA
)p(sA
21
12
1 −+
−+
−=)s(F [1]
• Antitrasformando usando le tabelle si ha:
t2pt1p1
t1p BeeAAtef(t) ++= I residui A e B si possono calcolare nel modo già visto
e )([ ]1
ps2
1 )F(spsA =−= )([ ]2ps
22 )F(spsB =−=
mentre Il residuo A1 si può calcolare - con il metodo del confronto (uguagliando i due numeratori della [1] )
- oppure ( )[ ] p1s2
1 sFp1)(sdsd
=−=A
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Esercizi - Antitrasformata di una funzione con poli multipli
Es1. Antitrasformare la seguente funzione )1()3(
2)( 2 +++
=ss
ssF
I poli sono: p1 = -3 (doppio); p2 = -1 (semplice) • La F(s) scomposta in frazioni parziali la possiamo scrivere come:
1)(sB
3)(sA
3)(sAF(s) 1
2 ++
++
+=
• Antitrasformando si ha: t 3t1
3t BeeAAtef(t) −−− ++= • Calcolo dei residui A, B
21
1323
1)(s3)(s2s3)(sF(s)3)(sA
3s2
22 =+−+−
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
++
++=+=
−=
( ) 41
3121
1)(s3)(s2s1)(sF(s)1)(sB 2
1s2 =
+−
+−=
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
++
++=+=
−=
• Calcolo del residuo A1
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
++
++=
−= 3s2
21
1)(s3)(s2)(s3)(s
dsdA =⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡++
−= 3s1)(s2)(s
dsd
=( ) ( )
( ) 3s21s
2s1s
−=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
+
+−+=
( )( ) 4
113
23132 −=
+−+−−+−
oppure con il metodo del confronto uguagliando i numeratori
)1s()3s(2s
2 ++
+1)(s
1/43)(s
A
3)(s1/2 1
2 ++
++
+=
( ) ( )( ) ( )21 3s
411s3sA1s
212s ++++++=+
per s=0
49A3
212 1 ++= ⇒
49
212A3 1 −−= ⇒
49
212A3 1 −−= ⇒
43A3 1 −=
⇒ 41A1 −=
Sosti tuendo i valori t rovati s i ha: t3t3t e41e
41te
21f(t) −−− +−=
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