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A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal nulla e con le proprie forze.

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A me stessa e a chi come me

vuole costruire un futuro dal nulla

e con le proprie forze.

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INDICE

INTRODUZIONE

CAPITOLO UNO:

LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA

ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA

1.1 Definizione e concetti

1.2 Cenni storici

1.3 Parentesi normativa

1.4 Dati statistici sull’istruzione scolastica

CAPITOLO DUE:

IL CROSSCURRICULUM:UN’ESPERIENZA

INNOVATIVA NELLA SCUOLA DEL CAMBIAMENTO

2.1 Definizione di crosscurriculum

2.2 La progettazione a scuola

2.3 La Legge 107/2015, la Buona scuola

2.4 “Buona scuola”? Antitesi sulla legge

CAPITOLO TRE:

IL CROSSCURRICULUM NELL’ESPERIENZA DEI

LICEI “TOMMASO CAMPANELLA” BELVEDERE (CS)

3.1 Presentazione del progetto

3.2 Presentazione al senato del crosscurriculum

3.3 Elenco laboratori

3.4 Esperienza delle altre scuole che hanno aderito al

progetto

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

SITOGRAFIA

APPENDICE: Progetto “Crosscurriculum”nell’esperienza dei

Licei “Tommaso Campanella” Belvedere (CS)

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INTRODUZIONE

Il mio lavoro di tesi nasce dall’interesse nel riscatto del Meridione, tacciato

di improduttività e arretratezza. Dovrebbe servire a conoscere una realtà

filtrata attraverso un pregiudizio talvolta infondato. La Calabria è apparsa

e ancora oggi è, un luogo da cui prendere le distanze, dissociarsi, evitare,

di esplorare e conoscere. Un piccolo centro, crocevia di passioni, di

emozioni spesso solo fantastiche, propagate da una tv specchio, riflesso di

un mondo evolutosi lontano dal quotidiano di chi in quella città viveva.

Ritengo necessario partire e voler affermare il primato di questa

Regione partendo dall’istruzione, unica in grado di cambiare le menti.

Pochi sono a conoscenza di un’importante progetto, oggetto della mia tesi,

che nasce proprio in una scuola della suddetta Regione. Il progetto di cui

parlo è nato nell’Istituto Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola

capofila di ambito 2 regione Calabria provincia di Cosenza e prende il

nome di: “CROSSCURRICULUM, dalla scuola prêt a porter alla didattica

sartoriale”. Una didattica modulare, applicativa ed integrata, una vera

rivoluzione che riguarda alunni, insegnanti e genitori.

Il mondo della Pubblica Istruzione da diversi anni è in fermento. Sin

dagli anni ’90 l’Europa ha dovuto confrontarsi con nuove criticità dovute

all’inadeguata preparazione degli studenti ad inserirsi in un mondo del

lavoro in rapido cambiamento. Le grandi trasformazioni verificatesi nel

corso del XX secolo, ad esempio, in tutti i Paesi sviluppati, hanno prodotto

molteplici e significativi cambiamenti, sia nei modelli di vita individuali

che nella vita familiare e nell’organizzazione del lavoro. Inevitabili le

ripercussioni che coinvolgono gli assetti tradizionali del welfare

state,1creando nuovi interrogativi sul futuro e sulle strategie per una

1Trifiletti R., Nuovi rischi sociali, ridisegno del welfare e cittadinanza

delle donne, Italian Journal of Social Policy 2, 4, 2009, p. 19-142.

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ridefinizione. I cambiamenti sono stati tanti e riguardano molti campi, dall’

istruzione alla politica, all’educazione in sé, per non parlare dei pericoli.

Una Regione, apparentemente serena, bloccata, in realtà dal permanere di

una tradizione mischiata all’ignoranza, al pregiudizio, alla preclusione, alla

repressione, alla violenza. Ha sorbito il pericolo del “brigantaggio”, oggi

invece, prende il nome di “ndrangheta”, cambia il nome ma restano

sempre e comunque elementi che non portano altro che un allontanamento

delle persone dalle proprie aree, dalla propria terra. È come se ci fosse un

germe genetico criminale nel carattere del calabrese. Negli anni ’80, il

fenomeno della ndrangheta, che era stato, nell’età moderna, un retaggio

dell’assenza dello Stato nelle vicende della quotidianità del popolo,

divenne una piaga delinquenziale: l’entrata delle cosche nel grande

commercio della droga e delle armi, nell’enorme affare del riciclaggio del

denaro sporco, nella graduale e definitiva acquisizione delle imprese

calabresi. Ciò ha portato un grande inquinamento della classe dirigente e

della politica, hanno contribuito a deprimere la già fragile economia

regionale, creando persino problemi riguardo al reale controllo di parti del

territorio regionale da parte dell’amministrazione italiana.2

Certamente non c’è bisogno di affermare o fotografare questa regione

come una realtà ad hoc, ma è importante dire, che non è diversa o più

arretrata e lontana rispetto alle altre.

“La Calabria è una terra di uomini di pensiero e di penna, che ha dato

i natali a Cassiodoro e a Gioacchino da Fiore, a Bernardino, Telesio e a

Tommaso Campanella, a Corrado Alvaro e a Leonida Repaci”. Così

Roberto Ruonzi, Presidente del Touring Club Italia, nonché economista,

presenta la Regione. Importante è stato il suo lavoro di ricerca socio-

2Salazar C., Spadaro A., Lineamenti di diritto costituzionale della regione

Calabria, Torino, Giappichelli Editore, 2013, p.21.

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economico nel Mezzogiorno, in cui si promuove la tutela e una corretta

fruizione del patrimonio storico, artistico e ambientale italiano.

Il mezzogiorno viene ricordato anche per quel legame morboso che vi

è con le tradizioni, gli usi, i costumi ma soprattutto con la famiglia. Infatti

un importante punto interrogativo resta il rapporto tra la scuola e la

famiglia e di come questo sia cambiato nel tempo.

Ma che rilevanza ha la famiglia all’interno delle Istituzioni

scolastiche? Da sempre questa insieme alla scuola rappresenta la

principale agenzia educativa che opera nella nostra società. Dopo l’Unità

d’Italia, la famiglia ha mantenuto il primato sull’educazione affettiva e

sociale e la scuola ha sempre più rivendicato la sua autonomia rispetto

all’educazione cognitiva e intellettuale. 3 Di tutta l’innovazione che finora

ci siamo occupati, è necessario escludere la famiglia, in quanto bisogna

ricercare e recuperare quei modelli educativi del passato, cui siamo stati

soggetti noi adulti.

Il presente lavoro si articola in tre parti:

Nel primo capitolo viene presentata la realtà scolastica nonché

l’evoluzione di questa nel passato fino ai giorni nostri, con un

imponente cenno alle normative che la riguardano nonché dati

statistici propri dell’argomento.

Nel secondo capitolo mi sono occupata del “crosscurriculum”, per

far conoscere di cosa si tratta e il suo ruolo nella storia. Si da ampio

spazio alla legge che lo ha introdotto, la 107/2015, “Buona

scuola”, che non rappresenta alcun coinvolgimento politico ma

solo una pura conoscenza.

Infine nel terzo capitolo ho delineato il “Crosscurriculum”

attraverso le gesta dell’istituto magistrale “Tommaso Campanella”

3 Bartolomeo A., Le relazioni genitori-insegnanti. La scuola psicologia e

scuola, La scuola, 2004.

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e di come questo restituisce dati entusiasmanti sul piano sia

organizzativo che didattico.

Tutto ciò da un punto di vista assolutamente pratico e concreto, in

quanto vi sono allegati gli elenchi del laboratori con cui i ragazzi,

ogni mercoledì dell’anno, fanno i conti e si adoperano affinché il

programma stabilito riesca e venga portato a termine. Si vuole

mettere in luce il contributo della senatrice Enza Blundo, la quale

ha promosso questo evento, a fine legislatura, per segnare una

tappa in più, una tappa alquanto innovativa nella storia del sistema

scolastico, formativo della nazione.

Spero che delineare questo progetto abbia un buon riscontro, con l’augurio

che possano esserci ancora tante scuole che adottino il modello didattico

organizzativo denominato “Crosscurriculum”.

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CAPITOLO UNO

La scuola alla ricerca della perduta alleanza educativa con

la famiglia.

“Una buona testa e un buon cuore sono

una combinazione formidabile.

Ma quando ci aggiungi una lingua o una penna colta,

allora hai davvero qualcosa di speciale.”4

Così Nelson Mandela, politico e attivista sudafricano, presentava e

mostrava agli occhi di chi avrebbe un giorno letto, il valore, l’importanza

dell’istruzione, della scuola. Ha lottato per la libertà, la giustizia e la fine

delle discriminazioni. Una vita di lotta politica e di sacrificio, una passione

innata per la difesa della dignità umana, per il diritto all’uguaglianza.

Legata a ciò vi è certamente una delle strade che maggiormente porta

alla libertà dell’individuo, un essere pensante che solo attraverso la sua

cultura, istruzione può ritenersi davvero indipendente e autonomo.

La scuola è intesa come uno dei fondamentali strumenti per assicurare

a una società la continuità e il miglioramento della cultura che la

caratterizza.

Ha il dovere di creare le nuove generazioni di alunni capaci di

interpretare i simboli della cultura e quindi fornire loro gli strumenti per

fruire in maniera critica di quelle attività che occupano gran parte del loro

tempo. Ha un ruolo imprescindibile ed è uno dei settori sociali

fondamentali, centro propulsore di una formazione di lungo respiro non

4http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-06/una-buona-testa-ed-

buon-cuore-sono-sempre-formidabile-combinazione-

152731.shtml?uuid=ABDVaPi

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solo per i cittadini del Nord o del Sud, italiani o europei, ma per gli uomini

del mondo.

1.1 Definizione e concetti

La scuola è l’Istituzione sociale, pubblica o privata, preposta all’istruzione,

quale trasmissione del patrimonio di conoscenze proprio della cultura

d’appartenenza, o alla trasmissione di una formazione specifica in una

determinata disciplina, arte, tecnica, professione, mediante un’attività

didattica organizzativa secondo regole condivise. 5

Il servizio scolastico dà origine a un’organizzazione a rete, alla quale

concorrono in modo integrato il livello amministrativo statale, regionale e

locale, nonché, in base al principio di sussidiarietà orizzontale, istituzioni

private.6 Costituisce un compito costituzionalmente obbligatorio per lo

Stato che deve organizzarlo e gestirlo con proprie strutture.

Gli organi dell’istruzione scolastica pubblica sono il dirigente

scolastico, responsabile della gestione manageriale; il collegio dei docenti,

composto dai docenti della scuola e responsabile del funzionamento

didattico; il consiglio di istituto, presieduto dal dirigente scolastico e

aperto alla partecipazione di una rappresentanza di genitori e di studenti. 7

E’ un argomento ricco di attenzione e interesse da molti secoli ma

negli ultimi anni ha assunto caratteristiche diverse, a seguito di leggi o

proposte di leggi che ne hanno cambiato l’assetto.

5 Enciclopedia del 900, Parigi, 1977.

6Clarich M., Manuale di diritto amministrativo, Bologna, Il Mulino, 2015,

pag. 384.

7Ibidem, pag. 385.

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In tutte le culture e società di ogni tempo vi sono state relazioni fra

pari che svolgono una funzione nella socializzazione delle nuove

generazioni.

Genitori e insegnanti sono spesso preoccupati per la possibile

influenza negativa dei gruppi di pari: è però opportuno evitare un

atteggiamento generalizzato, in quanto si tratta di una necessità per la

socializzazione.

L’ambiente scolastico si apre a diversi livelli di collaborazione

all’interno del sistema stesso e nel rapporto con la comunità; le relazioni

possono riguardare:

- La cooperazione tra dirigenza ed insegnanti;

- La relazione tra insegnanti;

- La coordinazione di gruppi di studenti;

- I rapporti tra scuola e famiglia;

- La programmazione di progetti congiunti con enti e

organizzazioni del territorio.8

Ci soffermeremo proprio sul rapporto tra scuola e famiglia, che è

sempre più confuso. Genitori e insegnanti sono due ruoli distinti, che non

vanno confusi, ma che per la buona riuscita del minore sono fondamentali.

“Educare”significa, aiutare il bambino a diventare, a tirar fuori ciò che

è. Renderli uguali ai genitori è il fallimento di ogni progetto educativo.9

È necessario che certi principi, limiti, valori fondamentali, si

comunichino quando i figli sono ancora bambini. Bisogna far capire loro

quanto sia importante essere responsabili, che valore hanno le cose e che

comunque fino ad una certa età i genitori hanno la necessaria sicurezza e

8 Cardinali P., Migliorini L., Scuola e famiglia. Costruire alleanze,

Carocci, 2013.

9 Morelli R., I figli felici. Aiutiamoli a diventare se stessi, Edizioni Riza

S.r.l., Milano, 2004, pag.9.

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autonomia che connota ogni scelta educativa. Alcune di queste, devono

rimanere di competenza esclusiva dei genitori.

Quando diciamo che oggi è cambiato il rapporto tra genitori e scuola

ci riferiamo a tutte quelle pagine di cronaca a cui ogni giorno assistiamo e

che hanno come protagonista un genitore che ha denunciato, querelato un

insegnante per un brutto voto o per un rimprovero che ha il solo ed

esclusivo scopo di educare lo stesso.

È del 6 aprile 2018, il fatto di cronaca di un genitore di una ragazzina

di terza media che ha aggredito il professore, “colpevole” di aver

rimproverato la figlia. Il docente ha subito un’emorragia cerebrale e una

prognosi di 25 giorni. 10 Il 14 maggio 2018 un episodio simile si è

verificato a Eboli, dove un padre ha spintonato e schiaffeggiato il

professore di educazione tecnica. Alla base del gesto del papà un litigio tra

i due adolescenti, sedato dal professore stesso.11

Questi sono solo alcuni dei tanti, folli episodi di violenza legato alla

scuola. Una violenza che in maniera sempre più repentina fa scattare un

campanello d’allarme, che sta mobilitando il mondo della scuola.

Sul web è partita una petizione, indetta dal Presidente Mattarella, con

la richiesta di una legge specifica che tuteli i docenti.12 Si denota ed è

visibile a tutti il clima di tensione e di disagio che gli insegnanti sono

costretti a subire.

10 http://www.ilgiornale.it/news/cronache/prof-rimprovera-figlia-padre-

aggredisce-emorragia-cerebrale-1512963.html

11

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/05/14/news/eboli_padre_di_un_al

unno_aggredisce_il_prof-196412161/

12 https://www.tecnicadellascuola.it/violenze-contro-i-docenti-ci-sono-gia-

50mila-firme

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Non bisogna dimenticare però il vero ruolo dell’insegnante, quello sì

di istruire alla cultura ma anche quello di creare il cittadino, la persona che

dovrà affacciarsi alla società con lo spirito del “grande uomo”.

L’insegnate da sempre ha avuto il compito di produrre un clima di

classe favorevole anche finalizzato all’accettazione da parte degli studenti

dei valori accademici, ma per poter far questo occorre adottare un

atteggiamento positivo e costruttivo rispetto ai valori della subcultura

giovanile. Bambini ed adolescenti sono costretti ad andare a scuola, per cui

gli insegnanti dovrebbero essere in grado di rendere questa istruzione

meno subita e pesante dagli allievi. 13

La scuola rappresenta una realtà costante in ogni epoca dal Medioevo

o addirittura a Roma o nell’antica Grecia.

La scuola è da sempre il luogo di incontro/scontro di numerosi

bambini, ragazzi che lì trascorrono gran parte della giornata. È il luogo in

cui si affronta sin dall’inizio la complessità della vita sociale e ciò

consente di assumere consapevolezza dei contenuti di ruolo adulti,

preparando all’esercizio sostanziale della cittadinanza. Si acquisiscono

pratiche di comportamento adeguate alla costruzione del vivere sociale.

Gli anni che in quelle mura si trascorrono sono tanti, si pensi

all’infanzia o poi all’adolescenza, uscendo poi in età ormai adulta, si è

grandi e autonomi per decidere se continuare o finire gli studi. È proprio

dell’adolescenza che si vuole parlare, dell’inchiesta realizzata in Francia

sulla psicologia differenziale dell’adolescenza, in cui B. Zazzo ha studiato

quattro gruppi di adolescenti: studenti di scuola media, allievi della Scuola

Normale dei Maestri elementari, apprendisti e salariati. Questi gruppi si

differenziavano globalmente sulla base delle risposte a fronte di tre

variabili psicologiche: atteggiamenti di critica e di contestazione, relazioni

13Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,

2007, pag. 57-58.

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con la famiglia e con gli altri e rapporti con il mondo. 14Oggi, le differenze

culturali tra i giovani sono sempre meno legate a differenze di sesso, di

età, di provenienza geografica e ancor meno a differenze di classi sociali;

la gioventù sta diventando, da un punto di vista culturale e su base

mondiale, un gruppo già rimesso in causa nelle società tecnologicamente

più avanzate.

Proprio perché questo è il luogo di formazione per eccellenza

dovrebbe essere ed avere una somma organizzazione che permetta a tutti

indifferentemente dal sesso, razza e religione la stessa educazione e

opportunità scolastica.

Circa il concetto di scuola c’è da dire e tener presente che la realtà

scolastica non è semplice da definire per le profonde differenziazioni che

essa ha subìto nel corso di una evoluzione storica che ne hanno mutato

l’articolazione, i compiti sociali e le finalità.15

Essendo questa un elemento fondamentale insieme alla struttura

familiare per tutti gli alunni che ne fanno parte, è giusto spendere poche

parole per quelli che sono i nuovi rischi che ogni giorno è opportuno

affrontare. Sono rischi meno prevedibili e meno legati al ciclo della vita,

ma si addensano in corrispondenza di alcuni tipi di famiglie e in presenza

di alcune condizioni particolarmente vulnerabili, che crescono con

l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro e con il deficit caregiving

informali.16

14 Marcelli D., Braconnier A., Adolescenza e psicopatologia, Milano,

Masson S.p.A., 1995, p. 12.

15Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-

Bari, Laterza, 2010, pag.4.

16Ruggeri S., Solidarietà intergenerazionali e sistemi di welfare. Una

nuova geografia delle responsabilità familiari in Europa, Milano,

Ledizioni, 2014, p. 50.

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Sembra utile provare a fare un quadro della situazione e osservare più

da vicino i fenomeni che hanno generato questi cambiamenti, per

comprendere come in essi si siano avvicendate diverse dimensioni:

demografica, culturale e comportamentale che, dal generale ci riconducono

al particolare, con implicazioni multiple a livello micro, meso e macro.

17Cambiano, dunque, la qualità delle prestazioni e le necessità di chi se ne

fa carico. Le dimensioni del cambiamento sociale nelle società

contemporanee, hanno suscitato una crescente preoccupazione per la

continuità e la coesione delle reti di solidarietà intergenerazionali. Questi

sviluppi hanno migliorato la qualità della vita in generale, ma hanno anche

favorito la nascita di ideologie individualiste, il rafforzamento di alcuni

valori rispetto ad altri, ricostruendo una scala di doveri e di obblighi anche

rispetto alle relazioni di cura. Contro tutte le tendenze più pessimiste che

vedevano nelle attuali conformazioni familiari i segni di una disgregazione

della famiglia fino alla sua scomparsa, oggi possiamo, dunque, affermare

che, questa istituzione continua ad essere uno dei capisaldi del welfare o,

come uno dei tre pilastri, insieme allo Stato e al mercato, a sostegno del

benessere degli individui, lungo tutto il corso di vita.18

Questo processo di riorganizzazione, sensibile al cambiamento dei

tempi, garantisce la tenuta dei rapporti.

Una scuola funziona come tale solo se stimola e alimenta tutte le

potenzialità culturali di un territorio e se, a sua volta, ne è stimolata e

alimentata in un costante processo di interazione. La scuola nasce perché

17 Saraceno C., Naldini M., Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi

patti tra sesso e generazioni, Bologna,Il Mulino, 2011.

18Ruggeri S., Solidarietà intergenerazionali e sistemi di welfare. Una

nuova geografia delle responsabilità familiari in Europa, Milano,

Ledizioni, 2014, p. 95.

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le forze culturali del territorio esigono che nasca e diviene centrale nel

sistema formativo proprio perché esse le assegnano questo posto e questo

ruolo, controllando al contempo che li mantenga. Si tratta di un problema

politico che riguarda tutta la comunità. Senza questo, la scuola e con essa

il sistema formativo non esisterebbero.19

Questo è un settore della storia dell’educazione che, a sua volta,

rientra tra le scienze dell’educazione occupandosi dello studio del rapporto

educativo nel suo divenire. La storia della scuola ha per oggetto un aspetto

particolare del rapporto educativo: il suo esplicarsi ed evolversi in

istituzioni che, date certe caratteristiche, principi e finalità tesi alla

formazione delle nuove generazioni, prendono il nome di scuola. 20

1.2 Cenni storici

Quella che noi oggi conosciamo è molto diversa da quella del passato,

oggi molto più moderna, digitale e meno rigida di un tempo.

Si potrebbe quindi parlare della scuola nell’Antichità e nel Medioevo,

in Grecia e ad Atene, così come quella dell’età moderna che ha conosciuto

un processo di laicizzazione fino ad arrivare all’odierne struttura

scolastica.

Nel Seicento si affermò l’importanza della riflessione pedagogica, la

centralità delle tradizionali istituzioni educative (famiglia e scuola), la più

capillare presenza educativa e sociale della Chiesa.21 19Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-

Bari, Laterza, 2010, pag.6.

20Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-

Bari, Laterza, 2010, pag. 4.

21Serpe B., Potere Democrazia Educazione. Analisi storico-sociale e

pedagogia, Catanzaro, Rubbettino Editore, 2008, pag. 17.

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In Italia, alla metà del XVIII secolo i metodi didattici si ispirano alla

Ratio dei Gesuiti, successivamente a metà del ‘700 si manifesta

un’attenzione all’organizzazione della scuola pubblica, anche a livello

popolare, sia con i progetti propri del periodo illuminista che poi della

Rivoluzione francese e alle innovazioni scolastiche del periodo

napoleonico.

Nel 1773, vi è l’abolizione della Compagnia di Gesù, per la necessità

di reperire maestri laici in sostituzione di quelli religiosi cacciati. Si cercò

anche di impostare una politica scolastica a favore dell’istruzione

popolare, nella quale si distinse per prima la Lombardia di Maria Teresa,

cui fecero seguito altri Stati italiani. Con le riforme dei principi illuminati

si cerca di dare vita a un sistema scolastico popolare, senza la

partecipazione delle stesse classi popolari, anzi, spesso contro la loro

stessa volontà. La scuola, resterà per molto tempo un servizio raro e

pressoché inesistente per queste classi cui la scolarizzazione viene ad

essere imposta. Uno dei grandi meriti dell’Illuminismo è senz’altro quello

di aver dato il via alla fondazione di una scuola moderna, sia pure contro la

stessa volontà del popolo, anche se certamente non riuscì a superare le

enormi difficoltà sociali, culturali ed economiche e le remore insite nello

stesso immaginario collettivo della società in cui agiva. La Restaurazione

avrà buon gioco a riportare la situazione scolastica ai livelli

prerivoluzionari, almeno fino a quando non cominceranno a formarsi

anche in Italia gruppi di intellettuali, come i liberali dell’Antologia, sempre

più coscienti che affrontare il problema scolastico popolare non è solo una

battaglia ideale e filantropica, ma una lotta politica ed economica.

Il periodo delle Repubbliche e, in parte, anche del regno italico vede

una serie di cambiamenti nel settore dell’istruzione, che non sarebbero

stati neppure pensabili nel clima dell’ancien regime.

Le trasformazioni di maggior peso vanno ricercate a livello di

principio più che nell’attuazione di riforme scolastiche. Il concetto di

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scuola popolare prende consistenza proprio perché negli anni del

cosiddetto giacobinismo si fa strada l’idea di popolo come parte attiva per

la costruzione e il mantenimento della nazione.

Nel periodo giacobino si cercò di avviare una serie di interventi per

tutto il settore dell’istruzione pubblica con criteri che sono più illuministici

che rivoluzionari. L’obbligo e la gratuità scolastica, assumono motivazioni

diverse nella Repubblica, anche se non figurano esplicitamente né nella

prima né nella seconda Costituzione. Nasce un nuovo spirito, in cui la

scuola significa impulso alla realizzazione dell’uguaglianza delle

opportunità a prescindere dall’origine sociale, furono aperte scuole

elementari per maschi e femmine in ogni circondario. I maestri stessi,

erano sottoposti al controllo politico delle nuove autorità municipali. Il

principio è quello della più diffusa istruzione del popolo, ma attraverso

scuole considerate strumenti di consenso per lo Stato. La stessa

distribuzione delle discipline nel curriculum doveva ispirarsi a criteri

“Repubblicani”.

La Repubblica Italiana, nel 1802, per poi divenire Regno d’Italia nel

1805, istituì una Consulta di Stato per la pubblica istruzione e per il

controllo di tutte le scuole. L’istruzione fu suddivisa in: sublime

(università, accademie e scuole speciali), media (ginnasi e licei) ed

elementare. Con il ritorno del dominio austriaco nel 1814, la scuola è

riportata alla situazione “pre-francese” anche se sono approntati piani e

regolamenti per il rinnovamento degli studi, specie secondari, che si

imperniano su ginnasi e licei caratterizzati da un curriculum classicistico e

formalistico che troverà fortuna poi nell’Italia unitaria. Il Regolamento del

1818, suddivide le scuole elementari in minori, maggiori e tecniche, le

ultime mai istituite. L’ostacolo maggiore è quello di non disporre di una

classe magistrale idonea e soprattutto la mancanza di volontà di farvi

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fronte nella convinzione che il miglior corpo docente è quello costituito

dai parroci e dal corpo ecclesiastico in generale. 22

In regime di pieni poteri, ossia con decretazione governativa e senza

dibattito parlamentare sono state varate: la legge Boncompagni (1848), la

legge Casati (1859) ed infine la riforma Gentile (1923), unica legge quadro

che riordinava l’intero sistema scolastico nazionale.

La legge che porta il nome del conte Gabrio Casati, ministro della

Pubblica istruzione del regno sardo con il gabinetto Lamarmora, è il testo

su cui si impernia la scuola italiana fino alla riforma Gentile del 1923. Si

occupa dell’istruzione secondaria negli 84 articoli del Titolo III ed era

stata redatta nel giro di quattro mesi, grazie all’intensivo rodaggio

precedente.

Essa mantenne tutta la separazione tra educazione e istruzione.

L’istruzione popolare viene vista ancora con largo sospetto dalla

classe dominante e ciò è dimostrato dal fatto che vengono respinte varie

proposte di legge per rendere effettivo l’obbligo scolastico e vengono

respinte sul principio che l’istruzione del popolo avrebbe allargato il

malcontento delle proprie condizioni, l’odio fra le classi sociali e sottratto

braccia la lavoro con il conseguente accrescersi della miseria dei poveri. 23

La legge Coppino del 1877 costituisce, un passo avanti non

trascurabile nel travagliato settore dell’istruzione di base. Essa cerca di

rendere operante il principio dell’obbligatorietà della scuola elementare,

limitatamente al grado inferiore, fissando le sanzioni per gli inadempienti e

si instaura il controllo statale sulle nomine dei maestri. Anche i socialisti si

sono espressi sull’Istruzione ed è vista come la chiave di volta per dare

22 Sani R., Storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche nell’Italia

moderna, FrancoAngeli, 2015.

23 Serpe B., Potere Democrazia Educazione. Analisi storico-sociale e

pedagogia, Catanzaro, Rubbettino Editore, 2008, pag. 60.

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battaglia alle ingiustizie sociali ed economiche, giacché è essa che offre

all’individuo non solo maggiore coscienza critica ma anche maggiori

competenze lavorative, creando condizioni migliori di vita.

L’analfabetismo, che mette in una condizione così svantaggiosa le

stesse regioni dell’Italia superiore verso vari paesi stranieri, cresce a

dismisura scendendo dal Settentrione al Mezzogiorno d’Italia, in modo

che, solo qualche anno addietro, mentre Torino dava cinque analfabeti su

cento sposi e Milano ne dava tredici, Lecce, Bari, Potenza, Catanzaro,

Cosenza, Reggio ne davano sessantasei, sessantatre, sessantaquattro,

settantacinque, settantasei.

Le scuole pubbliche e private, inferiori e superiori, sono in media, nei

primi quarant’anni unitari, 14 per ogni 10.000 abitanti, ossia una classe per

ogni 100-110 bambini dai 6 ai 12 anni e una per 45-47 allievi

effettivamente iscritti. Anche la scuola secondaria, così come tutti gli altri

ordini, ha le sue basi strutturali nella legge Casati.

Il dibattito sulla riforma della scuola, che nasce nel periodo

dell’Unità, si incentra su temi importanti come: la libertà d’insegnamento e

la laicità della scuola, l’asse culturale che l’avrebbe dovuta caratterizzare

specie nel suo corso più qualificante del ginnasio-liceo.

Le cose cambiano quando il fascismo diviene regime e vuole una

propria scuola che formi il fascista perfetto, una scuola che possa formare

l’emblema del fascista. Si ascoltava la radio fascista, si vedevano film del

regime, il sabato fascista e i vari slogan che lo rappresentava. Questo ha

portato la scuola in una fase di letargo e profondo indebolimento.

Mussolini aveva chiamato la riforma Gentile “la più fascista delle

riforme”, dando così a vedere di essere lui stesso il primo a non averne

compreso lo spirito o, a desiderare che fosse frainteso. Gentile crede che la

scuola sia soprattutto uno sforzo intellettuale, a livello sia di quanto offre

sia di quanto richiede. Sono state mosse critiche alla riforma da parte

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fascista ed alcune di esse sono: l’eccessiva selettività; scarso controllo da

parte dello Stato; troppe concessioni alla religione.

Il mezzogiorno rappresentò una conquista tardiva del fascismo. In

intere regioni e province non se ne ritrovava quasi nulla. Vi era una

elevatissima resistenza al controllo fascista sull’opinione pubblica. Una

certa storiografia conservatrice sosteneva che fu un fatto essenzialmente

padano, una delle tante soverchierie che il Nord ha inflitto al vecchio e

buon Sud d’Italia. Resta comunque il fatto che nel Mezzogiorno il

fascismo, come organizzazione e come posizione politica, si diffuse

quando in sede nazionale esso aveva posto più che solide premesse alla

propria trasformazione in regime. Fu un fenomeno meno rapido nel

Mezzogiorno, perché la situazione sociale qui era più arretrata. 24

L’analisi della dinamica delle forze politiche e culturali

immediatamente dopo il 25 luglio 1943 ed in particolare dopo l’8

settembre 1943, risulta essenziale per la ricostruzione del dibattito sulla

scuola all’Assemblea Costituente. La crisi della pedagogia italiana concise

con gli anni di più intensa lotta politica ed il vuoto fu in parte coperto dalle

forze politiche o più interessate o più sensibili alle trasformazioni culturali

e scolastiche; le innovazioni proposte erano più apparenti che reali, perché

non si pervenne mai ad una critica radicale delle strutture scolastiche

esistenti e mancarono di fatto proposte alternative.

La scuola vi è considerata nel suo duplice aspetto di divulgatrice di

cultura e di formatrice di quadri dirigenti della nazione.

Alla fine degli anni ’50 si sviluppa tra gli economisti neoclassici la

teoria del capitale umano e attraverso questa si cercò di stimare il

contributo fornito da tale fattore alla crescita economica, e così venne

24 Masi G., Volpe F., Calabria contemporanea 1861-1961. Pagine di

critica storica, Catanzaro, Aiello Editore, 1983, pag.247-248.

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definendosi una teoria in base alla quale lo sviluppo economico dipendeva

dalle capacità e qualificazioni ricevute attraverso l’istruzione.

Tra gli anni ‘80 e ’90 si segnalano alcuni cambiamenti di importante

rilievo, infatti è in questi anni che uno dei principali esponenti inglese di

questo approccio affermava che, secondo la “nuova” economia

dell’istruzione, l’educazione contribuisce alla crescita economica, però

non come un input indispensabile ma come una infrastruttura che facilita il

processo di crescita. “Più l’individuo è istruito, più è produttivo” è un

assioma che entrò in crisi all’inizio degli anni settanta, tanto che negli Stati

Uniti uscirono libri che affermavano che il proseguimento degli studi si

rivelava una truffa, in quanto si assisteva ad un eccesso di istruzione.25

Sembra ragionevole affermare che la teoria del capitale umano risulta

esplicativa per i gruppi sociali con una maggiore libertà di scelta, ma non

può funzionare per quanti non risultano in tale condizione.

Questi sono gli anni in cui si era verificata una relativa crisi

dell’attenzione dei giovani per l’istruzione e sembrava importante trovare

un lavoro stabile e quindi i ragazzi erano propensi ad abbandonare la

scuola secondaria e cogliere tali occasioni. Però è giusto ricordare che ad

un livello di istruzione più elevato corrispondono redditi maggiori.

Nei primi due anni e otto mesi circa dall’ottobre 1998 al giugno 2001,

il ministero della Pubblica istruzione fu, in un primo tempo, ancora diretto

da Luigi Berlinguer con il governo di Massimo D’Alema e, poi, da Tullio

De Mauro con il governo di Giuliano Amato. 26

Il 12 settembre 2000, i nove gruppi costituenti, la commissione sul

riordino dei cicli, nominata dal ministro per la Pubblica Istruzione, hanno

25Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,

2007, pag. 33-34.

26Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-

Bari, Laterza, 2010, pag. 219.

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consegnato un primo documento di sintesi e con la legge n.30 varata dal

Parlamento il 10/02/2000 il governo ha approvato il Programma di

attuazione e la Relazione di fattibilità della riforma dei cicli scolastici.27

Nel 2003, legge Moratti, con la quale i gradi di istruzione cambiano il loro

nome in infanzia, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di

secondo grado ed introduce i Piani di Studio Personalizzati e le Unità di

Apprendimento.

Il 22/08/2007 viene emanato il Decreto n. 139 che porta l’obbligo

scolastico a 16 anni.

Nel 2008, la famosa Riforma Gelmini che ad esempio, introduce la

valutazione decimale nella scuola primaria e secondaria di primo grado,

introduce il maestro unico, il voto di condotta concorre alla valutazione

complessiva dello studente.

In questo nostro excursus storico non possiamo infine non parlare

della Legge 107, “la Buona Scuola”, approvata dal Consiglio dei Ministri

nella riunione del 7 aprile 2017, in vigore dal 31 maggio 2017.

Prevede elementi innovativi per studenti, insegnanti e chiunque sia

inserito in quella linea che ha a che fare con il passato sul tema del

precariato storico.

Oggi assistiamo sempre più ad una vertiginosa crescita delle

competenze fondamentali per orientarsi ed agire in una società complessa

come quella attuale.

Abbiamo esplicitato un’evoluzione storica della scuola, parlando dei

suoi alti e bassi, delle riforme che ne hanno cambiato l’assetto e di come è

cambiato l’approccio degli insegnanti e degli alunni che ogni giorno si

immettono nel mondo scolastico e dell’istruzione.

27 Rocca D. A., Indagine conoscitiva di interesse scolastico e sociologo,

Catanzaro, Calabria Letteraria Editrice, 2001.

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1.3 Parentesi normativa

“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La

Repubblica

detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti

gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed

istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti

e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve

assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico

equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame

di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la

conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le

istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi

ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.”

“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per

almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se

privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La

repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle

famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per

concorso.”28

La Costituzione nella prima parte, dedicata ai diritti e doveri del

cittadino, in particolare tra i rapporti etico- sociali, all’art.33 e 34 si occupa

dell’istituzione scolastica. Prevede il diritto all’istruzione, affinché debba

essere una possibilità per chiunque, a prescindere dalla condizione

economica dello stesso.

28Edizioni giuridiche Simone, Codice Civile Esplicato con commento

essenziale articolo per articolo e schemi a lettura guidata, Napoli, Gruppo

Editoriale Simone, 2015, pag.28.

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Non è solo un diritto, in quanto è gratuita e non è soggetta a tasse e tributi,

ma è anche e soprattutto un dovere. Il mancato adempimento da parte del

minore dell’istruzione obbligatoria, è sanzionato dalla legge.

Anche la Carta dei diritti fondamentali UE menziona il diritto

all’istruzione, comporta in particolare, la facoltà di accedere gratuitamente

all’istruzione obbligatoria, così come afferma l’art.14.

Bambini e adolescenti sono titolari non solo dei diritti che gli adulti

hanno la responsabilità di garantire loro, come il diritto alla salute, il diritto

all’istruzione, ma sono titolari di diritti che prevedono la loro

“partecipazione attiva”. L’Italia ha ratificato la Convenzione

Internazionale ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza con la

legge n.176 del 27 maggio 1991. 29

L’istruzione è definita a livello legislativo sia come diritto soggettivo

riconosciuto a tutti, sia come dovere sociale ai sensi dell’art.4, comma 2,

Cost.

Con ciò si vuole affermare il grande lavoro e impegno che i nostri

padri costituzionali hanno messo in atto per far sì che il diritto

all’istruzione rimanesse impresso in un testo, come appunto quello della

Costituzione, che ha e avrà sempre priorità nel nostro ordinamento

giuridico. Bisogna far riferimento a questi articoli sia che si ricopra il ruolo

di alunno, che di insegnante, che di solo cittadino di questo Paese.

Prendersi cura delle proprie scuole, che sia primaria, secondaria o

università e dei loro problemi è interesse di ciascun cittadino che abbia a

cuore le sorti della nazione.

29Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Gruppo editoriale

s.r.l. Acireale- Roma, 2012, pag.81.

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1.4 Dati statistici sull’istruzione scolastica

La scuola così come tanti altri elementi della società vengono studiati

dall’Istituto di Statistica Italiana, un ente di ricerca pubblico, presente nel

Paese dal 1926, principale produttore di statistica ufficiale.

Si nota come le cose da anno in anno possono cambiare, possono

aumentare o diminuire le percentuali della preparazione degli alunni

iscritti agli Istituti scolastici. Si evince infatti, che nel 2004/05, nel

complesso della scuola secondaria superiore, meno della metà degli

studenti passava all’anno successivo senza “debiti”: erano il 61% nei licei,

ma appena il 32% negli istituti professionali.30

Oltre un terzo degli studenti ottiene la licenza media con la

valutazione minima di “sufficiente”, ma circa la metà era stata giudicata

“insufficiente” nello scrutinio precedente.

Questo è una piccola percentuale che rappresenta la situazione che

sembra esserci all’origine dei cattivi risultati che i giovani fra i 16 e i 25

anni di età hanno ottenuto in una indagine internazionale promossa in 21

paesi dell’Ocse.31 La medesima indagine indica che in Italia, sempre in

quella fascia di età, i tre quarti di coloro che possiedono soltanto una

licenza media presenta un livello di alfabetizzazione insufficiente.

Insomma in Italia, emerge il problema della mancata conquista di livelli

accettabili di apprendimento, nonostante il formale conseguimento di un

titolo di studio.

Nell’anno scolastico 2014/2015 il sistema scolastico in esame era

composto da 32.119 scuole, l’88,6% delle quali statali, con un bacino

30Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,

2007, pag. 96.

31 Gallina V., La competenza alfabetica in Italia, Milano-Roma, Angeli,

2000.

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d’utenza di quasi 7 milioni di studenti. Nel dettaglio, le scuole statali sono

28.446 e contano 6,8 milioni di iscritti. Più della metà delle strutture è

dedicata all’offerta di formazione primaria, il 25,5% sono scuole

secondarie di primo grado e il restante 21,3 % sono scuole secondarie di

secondo grado.

Le scuole private paritarie sono invece 3.673, con un totale di 350

mila iscritti. A differenza di quanto osservato per le scuole statali, la

maggioranza degli istituti è dedicata all’offerta formativa secondaria di

secondo grado, il 39,4 % è dedicato all’offerta di formazione primaria e il

17,4 % all’istruzione secondaria di primo grado.

Il bilancio del triennio 2012/2015 si chiude in sofferenza per il settore

privato, sia in termini di scuole sia di alunni, mentre quello pubblico

mantiene una sostanziale stabilità. Il settore pubblico ha chiuso il triennio

con 27,6 mila iscritti in più, mentre il privato con una perdita di 28,2 mila

utenti.

Per gli alunni iscritti nell’anno scolastico 2013/2014 e 2014/2015 è

stata integrata anche l’informazione sugli esiti degli studenti. Al termine

del processo di integrazione risultano:

anno scolastico 2014/2015: 32.119 scuole e 7.151.139 alunni;

anno scolastico 2013/2014: 32.228 scuole e 7.127.143 alunni;

anno scolastico 2012/2013: 32.331 scuole e 7.151.733 alunni.

Risultano aver abbandonato la scuola, fra l’anno scolastico 2013/2014

e 2014/2015, 136.181 alunni.32

Nell’anno scolastico 2015/2016 continua a diminuire la popolazione

nelle scuole di diverso ordine e grado: 8.807.146 studenti, 62.273 in meno.

Il tasso di scolarità delle persone tra i 14 e i 18 anni, considerando

solo gli iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, è del 92,8%. Il

tasso di partecipazione al sistema formativo nel suo complesso, che

32http://www.istat.it/it/files/2017/04/Studenti-e-scuole.pdf.

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25

comprende anche gli iscritti alla filiera dell’istruzione e formazione

professionale, è invece pari al 98,5 % (0,3 punti percentuali in meno

rispetto all’anno precedente). Il 50,3 % dei giovani diplomati prosegue gli

studi all’università al termine degli studi secondari (1,2 punti percentuali

in più rispetto all’anno precedente). Il tasso di passaggio all’università è

più alto tra le donne (il 55,6 % a fronte del 45% dei maschi) e nelle regioni

del Nord-ovest 54,1%, mentre è più basso nel Sud (47,6) e nelle Isole

(43,6).

Nell’anno scolastico 2015/2016, la quota degli studenti ammessi a

sostenere l’esame di stato che consegue il diploma di istruzione secondaria

superiore raggiunge il 99,5 %.

Nel 2016 la quota di residenti (italiani e stranieri) in possesso di

qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore è del 35,7%, mentre

cresce la percentuale di chi possiede un titolo universitario, che raggiunge

il 13,3 %.33 Le immagini che seguono rappresentano le percentuali degli

studenti prima e delle scuole poi, presenti in Italia durante l’anno

scolastico 2016/17. Presentato dal Miur, riportano un risultato finale di

7.037.030, per gli studenti e 8.700 per quanto riguarda le scuole34.

33http://www.istat.it/it/files/2017/12/C07.pdf

34http://dati.istruzione.it/espscu/index.html?area=anagStu

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27

CAPITOLO DUE

Il crosscurriculum: un’esperienza innovativa nella scuola

del cambiamento.

Definizione di crosscurriculum

L’insegnamento che si attua con il Crosscurriculum comporta uno sforzo

consapevole che permette di applicare conoscenze, principi e valori a più

di una disciplina accademica contemporaneamente. Jacobs affermava che

le discipline possono essere correlate attraverso un tema centrale, un

problema, un processo, un argomento o un’esperienza.35E’ una

metodologia didattica che punta a rimodulare l’offerta formativa,

favorendo il talento di ogni alunno, le sue attitudini, attraverso laboratori

disciplinari, classi aperte e gruppi di livello di competenza. Un

apprendimento che si sviluppa attraverso l’esperienza e la ricerca. 36Il

crosscurriculum è la risposta che la riforma “Buona scuola” stava appunto

cercando. È efficace e risolve contestualmente, tutte le criticità operative

che possano esserci in una didattica esclusivamente laboratoriale.

La struttura organizzativa dell’insegnamento

interdisciplinare/crosscurriculum è chiamata “tema”, unità tematica che

altro non è che un quadro con obiettivi e risultati che specificano ciò che

35Jacobs, H. H. Interdisciplinary Curriculum: Design and Implementation.

Alexandria, VA: Association for Supervision and Curriculum

Development, 1989.

36http://www.paese24.it/49511/alto-jonio/trebisacce-nuova-offerta-

formativa-istituto-aletti-inserita-nella-proposta-di-riforma-della-

scuola.html

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gli studenti si aspettano di apprendere come risultato delle esperienze e

lezioni che fanno parte dell’unità.

Sembrano esserci due livelli di integrazione che attraversano le

scuole: il primo è l’integrazione della lingua, delle arti; il secondo, invece,

riguarda un tipo di integrazione molto più ampio, in cui un tema inizia a

comprendere tutte le aree curriculari. 37

È spesso visto come un modo per affrontare alcuni problemi ricorrenti

nell’educazione, come l’istruzione ed è visto come un modo per sostenere

obiettivi di trasferimento dell’apprendimento, insegnare agli studenti a

pensare e ragionare. 38 L’insegnamento di cui si parla fornisce un modo

significativo con cui gli studenti possono usare conoscenza appresa in un

contesto dentro e fuori la scuola. Questo pensiero critico può essere

applicato in qualsiasi disciplina e ricordiamo che aumenta la motivazione

degli studenti all’apprendimento.

Resnick (1989) affermava che quando gli studenti partecipano in

modo interdisciplinare alle esperienze vedono il valore di ciò che stanno

imparando e diventano più attivamente coinvolti.

Thaiss (1986) affermava invece, come l’insegnamento attraverso il

crosscurriculum, possa rendere efficace l’apprendimento e di come gli

studenti di conseguenza, imparano di più. A questo possiamo aggiungere il

loro interagire con i loro compagni di classe, insegnanti e membri della

scuola.

Esistono diversi metodi attraverso cui gli insegnanti possono integrare

con successo la propria professione con altri soggetti.

Alcuni di questi approcci possono essere:

37 Fogarty, R. The Mindful School: How to Integrate the Curricula.

Palatine, IL: Skylight Publishing, Inc., 1991.

38Perkins, D. N. "Educating for Insight." Educational Leadership 49/2

(1991).

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- Integrazione fai da te

- Integrazione team- teach- it

- Integrazione multidisciplinare

Jonathan Savage, da una definizione di crosscurriculum definendolo un

approccio all’insegnamento caratterizzato da sensibilità verso le

conoscenze, abilità e comprensioni provenienti da varie aree tematiche. Si

tratta dello sviluppo di una pedagogia potenziata che un abile insegnante

adotta per gli scopi espliciti, per migliorare l’insegnamento e

l’apprendimento. Abbraccia ed esplora la sensibilità dell’insegnante verso

la sintesi delle diverse conoscenze, abilità e comprensioni all’interno delle

materie curriculari.

Gli scopi dell’insegnamento e dell’apprendimento cross-curriculare sono:

- Motivare e incoraggiare l’apprendimento degli alunni in modo

comprensivo in combinazione con le loro esperienze di vita più

ampie;

- Tracciare le similitudini tra i singoli soggetti e rendere espliciti

questi collegamenti in vari modi;

- Fornire un apprendimento attivo ed esperenziale per gli alunni;

- Contribuisce a una vasta gamma di opportunità di insegnamento e

apprendimento;

- Promuovere lo sviluppo cognitivo, personale e sociale degli alunni

in modo integrato;

- Consente agli insegnanti l’opportunità di valutare e riflettere sul

loro insegnamento e di essere fantasiosi e innovativi nella

pianificazione del loro curriculum;

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30

- Facilitare una visione condivisa tra insegnanti e manager attraverso

collaborazioni significative a tutti i livelli di progettazione del

curriculum.39

Ciò permette una nuova visione della scuola, non più struttura che

trasmette sole conoscenze e rigide nozioni, ma luogo in cui si organizza e

si gestisce la produzione di conoscenza in cui si partecipa al processo di

trasformazione delle idee, delle relazioni, del contesto in cui si vive. Le

iniziative proposte possono dare ai ragazzi l’opportunità di presentare

argomenti, problemi che li riguardano. Ci sarà quello a cui servono lezioni

di potenziamento di alcune materie, quello che vuole prepararsi per test

universitari o quello predisposto nell’imparare sport vari, a prescindere

bisogna progettare attività che aiutino ad acquisire le competenze

necessarie con un servizio di utilità sociale. Mette ogni alunno nella

condizione di stimare le proprie abilità e valutare gli esiti delle proprie

azioni.

Questo approccio interdisciplinare esamina i vantaggi e gli svantaggi

di tre strategie cross curriculari: fusione, multidisciplinarietà,

interdisciplinarietà. Tre approcci diversi ma paragonabili all’insegnamento

cross-curriculare.

Si vuole indurre gli studenti ad utilizzare più abilità per

l’apprendimento di più obiettivi.

Attraverso attività di laboratorio si favorisce l’apprendimento e la

ricerca di nuove conoscenze, nonché sostenere educatori, insegnanti,

genitori che desiderano impegnarsi non solo per promuovere i diritti dei

bambini e dei ragazzi, ma per riconoscerli quali reali soggetti di diritto.

39

http://www.liceibelvedere.gov.it/images/sito_documenti/CROSSCURRIC

ULUM/METODOLOGIA%20CROSScurriculum.pdf

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31

Quindi vi è un’interessante valorizzazione di una didattica incentrata sui

laboratori e della loro identificazione con officine produttive, funzionali

alle esigenze di impresa.

La scuola ha l’obbligo di formare buoni cittadini che abbiano i mezzi,

le conoscenze e le competenze per vivere da protagonisti il mondo del

lavoro. A questi problemi si propone la soluzione della Riforma 107/2015

che permette agli alunni Italiani di adeguarsi agli standard europei. Si

promuove equità, pari opportunità, innovazione, partecipazione ed

educazione alla cittadinanza attiva.

È proprio attraverso questa progettualità delle singole scuole che è

possibile autogestirsi in maniera innovativa e creativa.

La progettazione a scuola

Perché un paragrafo sulla progettazione? Il crosscurriculum è appunto un

progetto che nasce nell’ambito scolastico e vuole creare una certa

“rivoluzione” all’interno di questo. Dovrebbe essere qualcosa di

innovativo, nuovo che spezzi la routine di sempre e l’equilibrio raggiunto

sino a quel momento. S’immagina un futuro e ci si impegna affinché ci

possa essere.

Il progetto è infatti, un metodo complesso con il quale si cerca di

giungere al traguardo verso cui si dirige ogni forma di lavoro sociale,

ovvero l’eliminazione o almeno la limitazione dei bisogni presenti nella

società. Ogni progetto andrà ad agire su specifiche e circoscritte

manifestazioni di tali problematiche sociali e lo farà individuando

determinati obiettivi, strategie, azioni e risorse. 40 40Sicora A., Pignatti A., Progettare sociale. Progettazione e finanziamenti

europei per i servizi sociali ed educativi. Programmazione comunitaria

2014-2020, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2015, pag. 10.

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32

Il suddetto progetto è inerente a tutto un discorso sulla progettazione

partecipata che è lecito fare all’interno di istituti scolastici. Alunni e

alunne, sotto il coordinamento dei docenti, con l’aiuto di tecnici ed esperti

possono partecipare alla riqualificazione urbana del territorio per realizzare

spazi per attività e per eventi a loro destinati. Le esperienze di questo tipo

possono essere per la scuola un’ottima occasione per integrare il curricolo

scolastico con attività che danno modo agli alunni di acquisire competenze

nel campo delle discipline studiate. Partecipare ad un progetto, coinvolge

sia alunni che famiglie richiedendo quindi, la loro collaborazione nella

realizzazione della parte del progetto che spetta ad essi realizzare.

Attraverso la partecipazione, la scuola persegue uno degli obiettivi più

significativi, quello di far acquisire ai bambini, adolescenti delle

conoscenze sull’ autonomia e sui propri diritti, valorizzando le capacità e

le diversità di ognuno e favorendo allievi di ogni cultura ed etnia. Un

attivo coinvolgimento alla vita collettiva che li induce ad ampliare gli

orizzonti del proprio territorio e della propria cultura anche oltre il ristretto

ambito di interessi personali.41

Il termine “inclusione” deve essere ben chiaro nell’ambito scolastico,

ambito che crea le menti, i cittadini del futuro. Con questo termine

s’intende riconoscere a tutti, senza distinzione di sesso, razza, lingua,

religione, orientamento sessuale, opinione politica e condizioni personali e

sociali, pari diritti e pari responsabilità. Serve ad accogliere la diversità,

per valorizzare il contributo di idee innovative di cui i giovani spesso sono

portatori. Dal coinvolgimento dei giovani si ha modo di cogliere le istanze,

i bisogni autentici delle nuove generazioni.

Nella scuola, la progettazione partecipata crea un contesto educativo

in cui l’allievo apprende attraverso un processo di ricerca di soluzioni un

41Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Acireale- Roma,

Gruppo editoriale s.r.l., 2012, pag. 27-28.

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33

“problema di realtà”, elaborando e integrando molteplici informazioni,

differenti punti di vista, diverse proposte che nascono dal confronto e dalla

collaborazione con suoi pari, con docenti e con esperti. 42

L’idea di progetto rafforza il senso di appartenenza e la scuola diventa

luogo in cui gli alunni e le loro famiglie possono far sentire la propria voce

nelle scelte che li riguardano. Mette ogni alunno nella condizione di

stimare le proprie abilità. È compito della scuola e delle istituzioni

proporre esperienze che siano occasioni per l’educazione alla cittadinanza

di bambini e di adolescenti. Spetta ai genitori, insegnanti, educatori evitare

che il progetto si riduca a sola facciata o presenza decorativa o peggio

ancora serva a manipolare i bambini per pubblicizzare e propagandare le

idee degli adulti.

Bisogna tener presente che per quanto si possa essere d’accordo o

meno a questo progetto, alla conoscenza si perviene con metodi sempre

diversi in relazione alla cultura del mondo a cui allievi e docenti

appartengono. Compito del docente non è solo quello di trasmettere idee,

nozioni, concetti, ma di creare un contesto dove si determinano relazioni di

partecipazione che danno agli allievi occasioni, stimoli per intraprendere il

proprio cammino di conoscenza. La progettazione crea nell’apprendimento

del bambino, un contesto di relazioni che favoriscono il superamento della

distanza tra il livello effettivo di sviluppo determinato dalla possibilità che

l’alunno ha di giungere da solo alla soluzione del problema e il livello di

sviluppo potenziale, determinato dalla possibilità di giungere alla

soluzione del problema sotto la guida di un adulto o in collaborazione con

i propri pari più capaci. 43

42Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Acireale- Roma,

Gruppo editoriale s.r.l., 2012, pag. 75.

43Vygotskji L. S., Pensiero e linguaggio, Firenze, Giunti Editore, 2007.

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Tutte queste attività possono essere utili ed essenziali per favorire la

motivazione degli allievi allo studio, alla ricerca e vuole costruire un

cammino verso nuove forme di certezza che si fondano sulla fiducia che si

accorda alle nuove generazioni, sull’affidamento che si dà anche ad

iniziative altrui.

Attraverso questi progetti, si tende a modificare il ruolo della scuola.

Non è più una struttura che trasmette sole conoscenze, ma luogo in cui si

organizza e si gestisce la produzione del sapere, luogo in cui tutti sono

protagonisti, partecipando al processo di trasformazione delle idee, delle

relazioni, del contesto in cui si vive.

Legge 107/2015, la buona scuola

Si sceglie di dedicare un intero paragrafo alla legge 107/2015 per cercare

di inserire questa iniziativa scolastica, il “crosscurriculum” in un quadro

normativo. Il progetto dà risposte puntuali a tutte le specifiche richieste

della riforma della scuola. Non vi è alcun tipo di orientamento politico in

ciò che si scrive, ma si vuole solo far conoscere quale legge, oggi giorno,

vige nell’ambito scolastico. La scuola, è un bene che appartiene alla

collettività, le decisioni che vengono prese su di essa dovrebbero essere

note a tutti i cittadini in modo che possano esprimere liberamente e con

cognizione di causa una loro valutazione.

Si parla su dati realmente esistenti, come quelli dell’anno scolastico

2017/2018 che constano di 58.348 persone stabilizzate, di cui 6.260 unità

di personale Ata, 259 dirigenti scolastici e 56 educatori nei convitti e negli

educandati. In precedenza, nel 2015, sono stati 90.000 i docenti assunti. 44

Prende il nome di, Riforma del sistema nazionale di istruzione e

formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. È 44 http://www.matteorenzi.it/la-buona-scuola/

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entrata in vigore il 16/07/2015, approvata dalla Camera dei deputati e dal

Senato della Repubblica. La stessa si compone di un unico articolo con

212 commi e si è concretizzata attraverso i decreti attuativi della legge

107, approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 7 aprile 2017,

in vigore dal 31 maggio 2017.

La Buona Scuola risulta essere un approccio nuovo al mondo

dell’istruzione, il rafforzamento dell’autonomia scolastica. Alcuni ne

parlano come una rivoluzione altri, quelli più conservatori, hanno visto

questa come uno stacco troppo repentino dal passato, dal vecchio concetto

di scuola. Vi è una maggiore libertà nella gestione degli edifici, della

didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola

scuola. Le istituzioni scolastiche avranno il compito di determinare

triennalmente la propria offerta formativa e a questa triennalità saranno

legati altri adempimenti dell’amministrazione, come gli organici, la

mobilità del personale e le assunzioni.

Tanti sono i punti che la Riforma vuole prendere in considerazione,

alcuni esempi possono essere:

- Agli studenti viene garantita un’offerta formativa alquanto ricca

che guarda alla tradizione ma anche al futuro, infatti, si parla di più

musica, arte, più lingue, competenze digitali, economia;

- Dà alle scuole gli strumenti finanziari e operativi per dare piena

attuazione al processo di realizzazione dell’autonomia e di

riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione;

- Assicura alle scuole la possibilità di realizzare i progetti previsti dal

piano triennale per migliorare l’offerta formativa;

- Garantisce anche più risorse umane, infatti ogni istituto ha in media

7 docenti in più per realizzare i propri progetti e per

l’arricchimento dell’offerta;

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- Ha previsto un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul

capitolo istruzione e un piano di assunzioni per la copertura delle

cattedre vacanti e il potenziamento della didattica;

- I concorsi per gli insegnanti tornano ad essere banditi

regolarmente;

- Le scuole potranno attivare materie opzionali per rispondere

meglio alle esigenze educative dei ragazzi;

- I dirigenti scolastici diventano leader educativi: meno burocrazia e

più attenzione all’organizzazione della vita scolastica.

Proprio questi ultimi dovranno essere i promotori del Piano dell’offerta

formativa e avranno la possibilità di mettere in campo i docenti che con i

loro curriculum saranno adatti a realizzare il progetto formativo del loro

istituto. Le scuole attiveranno materie opzionali in risposta alle esigenze

dei loro ragazzi infatti le competenze maturate in ambito extra scolastico

saranno raccolte in apposito curriculum digitale che conterrà informazioni

utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo lavorativo e ai fini

dell’esame di maturità.

Il principio dell’autonomia di cui si fa cenno, era già stato sancito

dalla legge 59/97, approvata nel quadro della riforma Bassanini-

Berlinguer, prodotto della convergenza tra riformismo di sinistra e

cattolicesimo democratico.45

Le obiezioni mosse sono tante, tra cui:

- La stabilizzazione dei precari che non è ritenuta sufficiente;

- Il troppo potere dato ai dirigenti scolastici;

- Il rinnovo dei contratti poiché gli stipendi non vengono aggiornati

dal 2008;

45 Pazzaglia L., La Buona Scuola. Una riforma incompiuta?,Brescia, La

Scuola, 2016, pag.51.

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- Gli sgravi per chi decide di iscrivere i figli alle scuole private

paritarie.

Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale è un pilastro della riforma della

Buona Scuola che guida le scuole in un percorso di innovazione e

digitalizzazione. Si vuole superare l’impostazione frontale della lezione

ma favorire una didattica meno trasmissiva e più operativa.

Il crosscurriculum integra grazie alla flessibilità con il quale è

strutturato, anche l’Alternanza scuola Lavoro in orario curriculare,

circostanza che rende agevole la frequenza per gli studenti (provenienti da

20 comuni del distretto con grandi difficoltà nella logistica e nel sistema di

trasporto provinciale).

Si è introdotto anche un percorso di orientamento nel mondo del

lavoro, che sarà utile agli studenti una volta che avranno terminato il ciclo

di studi obbligatori, quando si troveranno davanti a una scelta importante

per la propria vita. Si vuole accorpare all’esperienza scolastica quella

lavorativa con la cosiddetta, “alternanza scuola-lavoro”. Si tratta di un

metodo didattico in cui gli studenti affiancano un periodo di formazione

teorica in classe con uno di esperienza più pratica in un luogo di lavoro.

Gli studenti, alterneranno le ore di studio alle ore di formazione in

aula e a quelle all’interno di aziende, enti pubblici, musei, biblioteche,

associazioni e si potrà svolgere anche nei mesi estivi e all’estero.

Al sistema dell’istruzione viene affiancato quello della formazione e

quello del lavoro. Si vuole far fare esperienza sul campo così da essere già

preparati e più maturi a quello che è un ambito lavorativo, la serietà che

serve.

Se per i giovani, l’alternanza scuola-lavoro, potrebbe rappresentare

una interessante opportunità di crescita e di conquista di quegli elementi

propri dell’inserimento nel mercato del lavoro, per le aziende potrebbe

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essere un investimento nel capitale umano. 46Coloro che criticano l’intero

impianto della riforma temono che la scuola venga piegata eccessivamente

sul lavoro perdendo la dimensione educativa che ha avuto finora. Ma si sa,

che una sana correlazione tra la realtà scolastica ed esperienze lavorative

variegate, potrebbe giovare senz’altro al processo formativo dei ragazzi e

verosimilmente aiuterebbe a frenare l’enorme dispersione scolastica di cui

soffre il nostro Paese.

Non dobbiamo dimenticare le modifiche che anche i docenti hanno

subito, in quanto arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la

formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per

l’aggiornamento professionale, per l’acquisto di libri, strumenti digitali,

ingressi a mostre e tanto altro. Si giustifica ciò con l’obiettivo di

valorizzare la qualità dell’insegnamento, il contributo al miglioramento

della propria scuola, il successo formativo degli alunni, la capacità di

lavorare in team. La chiamata degli insegnanti sarà diretta, senza più

graduatorie, ma sulla base degli albi a cui si accede per concorso pubblico

oppure che sono rientrati nelle assunzioni straordinarie di settembre 2015.

Spetterà al dirigente gestire le supplenze fino a dieci giorni e potrà

assegnarle sulla base dell’organico a disposizione anche del personale con

abilitazione diversa da quella necessaria per la supplenza, ma con il titolo

di studio corrispondente. Gli incarichi avranno durata triennale, sulla base

del progetto educativo della scuola, e saranno rinnovabili da parte del

dirigente. I docenti e il personale scolastico non potranno lavorare per più

di 36 mesi, anche non continuativi, con contratti a tempo determinato.

Si impongono insegnamenti opzionali nel triennio che dovranno

essere inseriti nel curriculum personale di ogni singolo studente, che verrà

registrato sulla piattaforma ministeriale e costituirà l’identità digitale di

46 labuonascuola.gov.it

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ogni studente, aggiornata di anno in anno, che accompagnerà ogni ragazzo

negli studi.

La riforma della scuola ha aggiunto elementi ulteriori elementi di

flessibilità organizzativa e didattica che vanno ad implementare le

opportunità già offerte alle scuole dal DPR 275/99 e dal DPR 89/2010. Si

concretizza una più ampia possibilità di flessibilità organizzativo -

didattica per andare incontro ai bisogni formativi dell'utenza e soprattutto

per creare quel profilo formativo personalizzato dello studente sintetizzato

nel concetto di profilo digitale. Inoltre l'introduzione dell'alternanza scuola

lavoro in orario curriculare obbliga tutte le scuole secondarie di secondo

grado ad una organizzazione flessibile della didattica.

Quanto segue sono i commi dell’art.1 della legge 107/2015 che più

interessano all’argomento finora esplicitato:

3. La piena realizzazione del curricolo della scuola e il

raggiungimento degli obiettivi di cui ai commi da 5 a 26, la

valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento nonché

della comunità professionale scolastica con lo sviluppo del metodo

cooperativo, nel rispetto della libertà di insegnamento, la collaborazione e

la progettazione, l'interazione con le famiglie e il territorio sono

perseguiti mediante le forme di flessibilità dell'autonomia didattica e

organizzativa previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente

della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, e in particolare attraverso:

a) l'articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna

disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari;

b) il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri

orari, nei limiti della dotazione organica dell'autonomia di cui al comma 5,

tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;

c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario

complessivo del curricolo e di quello destinato alle singole

discipline, anche mediante l'articolazione del gruppo della classe.

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28. Le scuole secondarie di secondo grado introducono insegnamenti

opzionali nel secondo biennio e nell'ultimo anno anche utilizzando la quota

di autonomia e gli spazi di flessibilità. Tali insegnamenti, attivati

nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente

e dei posti di organico dell'autonomia assegnati sulla base dei piani

triennali dell'offerta formativa, sono parte del percorso dello studente e

sono inseriti nel curriculum dello studente, che ne individua il profilo

associandolo a un'identità digitale e raccoglie tutti i dati utili

anche ai fini dell'orientamento e dell'accesso al mondo del lavoro,

relativi al

percorso degli studi, alle competenze acquisite, alle eventuali scelte

degli insegnamenti opzionali, alle esperienze formative anche in

alternanza scuola-lavoro e alle attività culturali, artistiche, di pratiche

musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extrascolastico.

Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della

ricerca, da adottare, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23

agosto 1988, n. 400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in

vigore della presente legge, sentito

il Garante per la protezione dei dati personali, sono disciplinate le modalità

di individuazione del profilo dello studente da associare ad un'identità

digitale, le modalità di trattamento dei dati personali contenuti nel

curriculum dello studente da parte di ciascuna istituzione scolastica, le

modalità di trasmissione al Ministero dell'istruzione, dell'università e

della ricerca dei suddetti dati ai fini di renderli accessibili nel Portale

unico di cui al comma 136, nonché i criteri e le modalità per la

mappaturadel curriculum dello studente ai fini di una trasparente lettura

della progettazione e della valutazione per competenze.

29. Il dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può

individuare percorsi formativi e iniziative diretti all'orientamento e

a garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti nonché la

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valorizzazione del merito scolastico e dei talenti. A tale fine, nel rispetto

dell'autonomia delle scuole e di quanto previsto dal regolamento di cui al

decreto del Ministro della pubblica istruzione 1° febbraio 2001, n. 44,

possono essere utilizzati anche finanziamenti esterni.

35. L'alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione

delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di

verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell'impresa formativa

simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare

anche all'estero. 47

Questi sono alcuni dei tanti commi che interessano i temi riguardanti

il percorso finora compiuto.

Le norme contribuiscono più di qualsiasi altra cosa al soddisfacimento

nonché interesse della società, del singolo cittadino. È ciò che crea e che

garantisce la libertà, una vera e propria garanzia della stessa.

2.4“Buona scuola”? Antitesi sulla legge

La Riforma 107/2015 ha tanto fatto discutere. Oltre a mettere in chiaro

quelli che sono i punti e le direttive che la legge presenta e sui quali

appunto si basa, si vuole dare la parola e riportarla a volte, di coloro i quali

vedono del “marcio” in questa Riforma. Assolutamente lontani da

orientamenti politici si vuole soltanto far valere sia le tesi che le antitesi

relative alla stessa.

La legge si stacca dal passato ed intraprende una via nuova, moderna

e certamente più europea. Induce un’autentica “mutazione genetica”della

scuola italiana, trasformandola in senso aziendalistico e dirigistico, nel

segno di una confusa e pericolosa declinazione del paradigma del capitale

umano. Ciò porta ad un’adesione al paradigma dello sviluppo umano, con 47 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg

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cui si coniuga una scuola cooperativa e democratica. Bisogna riflettere sul

tipo di pressione che la norma sta esercitando, insieme alla propria cornice

ideologica, sui modi di concepire e di costruire quotidianamente la scuola.

Si potrebbe concepire come una “comunità di pensiero”o come una

“comunità creativa di ricerca”,48 che possa conquistare l’egemonia

mondiale che promuova la preparazione di futuri produttori capaci ed

efficienti. Si vuole promuovere le competenze professionali rivolte alle

imprese e alla cancellazione del precariato dei docenti mediante un nuovo

sistema di reclutamento e di formazione , in prospettiva meritocratica. Ne

risulta un “conglomerato, un insieme di elementi giustapposti, tenuti

insieme da un collante velatamente ideologico, ispirato all’economicismo

liberista.” 49

In primis occorre rilevare come l’intento di “aziendalizzare” la scuola

pubblica, attraverso l’autonomia delle istituzioni scolastiche e di una

migliore organizzazione del sistema formativo, caratterizzi l’intero

impianto della riforma. Gli incentivi economici preposti, generano un

sistema premiale gerarchico, fondato su una concezione della meritocrazia

che rischia di creare contrapposizioni tra gli insegnanti, rinvigorendo

pregiudizi ed ostilità.

Si vuol tenere alto il significato di meritocrazia ma, ci siamo chiesti,

se la nostra società sia più o meno meritocratica? se predilige il merito o

l’essere privilegiati?

Michael Young, sociologo e politico laburista britannico, nel 1958

scrisse una satira contro la società meritocratica, accusata di abolire

48 Michelini M.C., Fare comunità di pensiero. Insegnamento come pratica

riflessiva. Milano, FrancoAngeli, 2016.

49 Baldacci M., Brocca B., Frabboni F., Salatin A. La buona scuola.

Sguardi critici dal documento alla legge, Milano, FrancoAngeli, 2016,

pag. 19.

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43

privilegi e gerarchie per crearne di nuovi e peggiori, accusta di creare

nuove e sempre più intollerabili disparità tra presunti meritevoli e presunti

immeritevoli.50 C’è chi sostiene che merito e meritocrazia siano due cose

distinte, per niente sinonimi. La Costituzione italiana promuove il merito

all’articolo 34, tramite borse di studio, pubblica amministrazione e

magistratura, ma si preoccupa principalmente dei deboli, dei bisognosi,

degli esclusi, degli ultimi. Se per godere del diritto allo studio occorre

essere sia bisognosi che meritevoli, non è così per i diritti all’assistenza

sanitaria e sociale, per i quali basta essere malati. Dunque secondo questo

modo di pensare una cosa è la meritocrazia, un’altra è il merito.

Il vigente sistema meritocratico non sembra stia incentivando la

produttività quantitativa dei docenti, mentre appaiono evidenti, in

numerose comunità scolastiche, i danni in termini di inquinamento del

clima collaborativo e di sudditanza nei confronti del dirigente, con

inevitabili riflessi sulla produttività qualitativa e sul benessere collettivo.

Gli aspetti di questa legge, appaiono lesivi di principi costituzionali

fondamentali, quali il diritto allo studio, la libertà di insegnamento ed il

principio di uguaglianza.

Tra le critiche vi è quella che dal piano restano fuori gli idonei

all’ultimo concorso, in un primo momento assunti anche questi, e migliaia

precari d’istituto, che hanno prestato servizio per anni, cui verrebbe dato il

benservito. 51

La possibilità di trasferire il personale didattico decorsi tre anni

dall’ammissione del ruolo, la cancella incontrovertibilmente la titolarità

del ruolo, creando al contempo evidenti difficoltà per gli studenti, costretti

50http://www.leccenews24.it/politica/la-rottamazione-e-meritocrazia-e-la-

meritocrazia-non-e-di-sinistra-l-editoriale-di-enrico-mauro.htm

51http://www.repubblica.it/scuola/2015/04/28/news/buona_scuola_pro_e_c

ontro_la_riforma_del_governo-113027719/

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ad interrompere percorsi formativi in itinere ed a rapportarsi con

insegnanti sempre diversi. La legge 107/2015 ha previsto che non vi sia

più la mobilità da scuola a scuola su domanda dei docenti, bensì vi sia la

chiamata dall’ambito territoriale dei docenti da parte della scuola. Non è

più il docente a scegliere la scuola, ma è la scuola che sceglie il docente.

Questo meccanismo appare sensato nella prospettiva della scuola

dell’autonomia e del potenziamento dell’offerta formativa. Tende però, a

instaurare un forte rapporto fiduciario, se non di sudditanza psicologica, tra

il docente e il dirigente, oltre a comportare rischi di clientelismo. Si

percepisce un diffuso consenso, almeno tra i docenti, circa due criticità

applicative del suddetto sistema: alcuni insegnanti meritevoli quasi sempre

restano esclusi, per vari motivi tra cui il favoritismo, tendendo di

conseguenza a disimpegnarsi; si producono spesso problemi tra i docenti

premiati e non. I modelli merit-pay finora sperimentati per gli insegnanti,

nell’ambito anglosassone non hanno portato i risultati attesi anzi non

sembrano ben funzionare.

Alcuni affermano che così come la stragrande maggioranza dei

provvedimenti adottati negli ultimi vent’anni, anche il testo legislativo in

questione è stato redatto con una tecnica legislativa a dir poco scadente.

Manca nella definizione dei concetti essenziali ed è pieno di disposizioni

eterogenee e farraginose; contiene o, peggio, sottintende rinvii sistematici

a decreti attuativi che, inevitabilmente, finiscono per ingenerare

confusione ed appesantire la macchina burocratica. Sarebbero bastate

poche norme, chiare e realmente incisive, per poi lasciare le definizioni di

dettaglio alle Direttive ministeriali, più semplici ed immediate.

La riforma, anziché rivedere con accuratezza e capacità critica

l’attuale impostazione della scuola pubblica, non fa altro che incentivare la

trasformazione del sistema pedagogico - formativo nell’ennesimo,

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prodotto della società globalizzata ed ultra-capitalista in cui ci troviamo a

vivere. 52

Un altro punto da prendere in considerazione è l’introduzione

dell’alternanza scuola/lavoro, che prevede che gli studenti trascorrano

svariate ore presso imprese ed ordini professionali; tempo che secondo

alcuni, è sottratto a Dante, Kant, Pitagora, all’ odore che emana sfogliare

un vecchio libro. Giorni e giorni che gli studenti dovranno dedicare ad una

formazione professionale e manageriale. Concepisce il rapporto tra scuola

e mondo del lavoro in termini riduttivi, più meccanicistici e immediati.

Potrebbero sembrare scelte normative che rischiano di piegare i

giovani alle esigenze di una realtà sempre più precaria, ancor prima di

affacciarsi al mondo del lavoro per assicurare il profitto dell’azienda o di

qualche multinazionale di turno.

La creazione di spazi di interscambio tra realtà profondamente

diverse, è un obiettivo di non facile realizzazione che presupporrebbe

l’impegno fattivo e congiunto di larga parte del mondo istituzionale ed

imprenditoriale.

L’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro, l’inserimento delle

esperienze nei propri curricula e nonché le evidenti disparità tra le offerte

lavorative disponibili in una regione piuttosto che in un’altra, sono

elementi che sollevano non pochi dubbi circa la tenuta costituzionale.

L’aggiornamento dei curricula non potrà stare puntualmente al passo dei

mutamenti nella domanda di competenze.

La legge 107/2015 ha, da un lato, avuto il merito di riportare il tema

della scuola al centro del dibattito nazionale, dall’altro lato, rappresenta un

caso emblematico di come non dovrebbe essere gestito un confronto di

così grande portata. Ha aperto una ferita mai così profonda nell’animo

52Vivavocemagazine.it

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46

della scuola. 53Tende a minare l’inclusività, nonché gli stessi fondamenti

della relazione educativa, in un sistema basato sulla competizione e sulla

paura dell’impiegato - docente di perdere il posto, viene meno il senso di

integrità personale dell’educatore percepito dagli studenti, da cui

dipendono la loro fiducia e la loro disponibilità nel farsi guidare e

coinvolgere.

La costruzione di una scuola pubblica democratica, pluralista,

multiculturale ed aperta a tutti, deve rientrare tra gli obiettivi primari di

una forza politica che vuole rappresentare quanti, nonostante tutto,

continuano a credere che la formazione e l’educazione restino i più potenti

strumenti di lotta alle ingiustizie e all’emancipazione sociale. La comunità

scolastica è chiamata a rivedere, con memoria storica e pro attività, la

propria missione, raccogliendo preziosi spunti della Legge, come

l’innovativa formazione dei docenti e la valorizzazione dell’autonomia.

53 Tocci W., La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione

delle ossessioni normative, Roma, Donzelli, 2015, pag. 33.

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CAPITOLO TRE

Il crosscurriculum nell’esperienza dei licei “Tommaso

Campanella” Belvedere (CS)

3.1 Presentazione del progetto

L’istituto “Tommaso Campanella” sorge nel 1972, ubicata nel centro

storico di Belvedere Marittimo (CS). È una scuola superiore a più

indirizzi, frequentata da 694 allievi distribuiti in 34 classi e 11 corsi. Vi è

la presenza anche di 70 docenti e 18 unità del personale Ata. Ospita i

seguenti licei:

- Liceo scientifico

- Liceo classico

- Liceo musicale

- Liceo scienze umane

- Liceo linguistico54

Tutto ciò sotto l’attenta e vigile professionalità della dirigente

Maria Grazia Cianciulli, che insieme al suo team di docenti ha fatto sì che

questa scuola divenisse uno dei punti di più vanto della Comunità

Calabrese.

La stessa ha ideato nel 2015, questo modo rivoluzionario di istruire,

il “crosscurriculum”, che ha come punto positivo e a suo favore il fatto che

permette di rispondere alle esigenze di tutti, a costo zero per

l’amministrazione.

Quello che caratterizza questo Istituto è la grande tenacia nonché

innovazione utilizzata. Voglia di costruire e fare tanto per alunni, docenti e

54 http://www.liceibelvedere.gov.it/scuola.html

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genitori. Entrare nelle loro problematiche e nella loro quotidianità con

rispetto di quelli che sono gli impegni istituzionali coerenti con gli

obiettivi prefissati all’inizio dell’anno.

Questo progetto rappresenta un punto di forza dell’intera offerta

formativa, in virtù della quale la scuola è riuscita a perseguire risultati

eccellenti rinvenibili dai dati della “scuola in chiaro” che attestano

l’efficacia delle strategie didattico - organizzative e ha portato a

surclassare i risultati nazionali nelle prove invalsi sostenute dai ragazzi.

Si vuole dare spazio a nuove discipline, diverse rispetto a quelle

curriculari per andare incontro ai bisogni formativi dell’utenza e

soprattutto per cercare di creare un profilo personalizzato per ciascun

alunno.

Parlare dei risultati che ciò ha portato si ritiene fondamentale per

far capire come l’innovazione possa servire e come non sia necessario

restare inchiodati al vecchio, al tradizionale. Bisogna stare sempre al passo

con i tempi, con le nuove tecnologie, anche con il nuovo modo di ampliare

il sapere, la cultura.

L’idea del crosscurriculum rappresenta quell’innovazione di cui si

parlava, quel nuovo modo di insegnare, lontano dalle tradizionali

interrogazioni e compiti in classe. Si tratta di uscire dagli schemi, da ciò

che è considerato “normale” da chi non accetta questo tipo di progettualità.

È considerato un progetto di miglioramento con relative flessibilità di

orari, già negli anni 2015-16.

Essenzialmente quindi, programmazione flessibile e articolazione

del gruppo-classe.

E’ stato possibile ridurre il monte ore annuale fino al 20 per cento

per dare spazio a discipline diverse, del tutto nuove, rispetto a quelle

curriculari. Dunque con la riduzione dell’ora di lezione di 10 minuti e la

costituzione di aggiuntivi tre moduli di 60minuti per ogni docente.

Un’ampia flessibilità organizzativo - didattica per andare incontro ai

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bisogni formativi dell’utenza e soprattutto per creare quel profilo

formativo personalizzato dello studente sintetizzato nel concetto del

profilo digitale. Inoltre, non bisogna dimenticare, l’introduzione

dell’alternanza scuola lavoro, in orario curriculare che obbliga tutte le

scuole secondarie di secondo grado ad una organizzazione flessibile della

didattica.

Quindi la scuola presa in considerazione, ha attuato un programma

che prevede una riduzione temporale di 50 minuti e conseguente gestione

mirata del monte ore residuale. Ci si avvale anche del contributo di esperti

esterni, volontari, genitori disposti ad offrire un po’ del loro tempo ma

soprattutto la loro competenza per sviluppare percorsi formativi nell’ottica

della collaborazione scuola/famiglia/ extrascuola, a beneficio dei ragazzi.

L’introduzione del RAV(Rapporto di autovalutazione)e la

conseguente adozione del Piano di Miglioramento (PDM), in risposta ai

bisogni emergenti, rende tale innovazione ancor più indispensabile. Dal

RAV di questa scuola emerge un bisogno formativo nelle discipline

Matematica e Inglese e una carente partecipazione delle famiglie alla vita

scolastica.

Ogni studente potrà beneficiare ogni mercoledì di laboratori

didattici organizzati non più con lo schema “classe”, ma con lo schema

“gruppo di livello di competenza”o con il criterio “attitudine vocazionale”.

Il progetto crosscurriculum che si sviluppa nella scuola permette, in

primis, un supporto agli studenti più deboli con interventi gratuiti e in

orario curriculare, così da poter evitare eventuali lezioni private, poi

supporta gli studenti maturandi nella preparazione dell’esame di stato o i

più capaci nel potenziamento dei loro talenti e nella preparazione dei test

universitari ed infine valorizza la verticalizzazione degli apprendimenti, le

attività a classe aperta e la trasversalità degli obiettivi formativi. Gli

studenti che hanno bisogno di recupero esprimeranno in via prioritaria

l’opzione per il recupero disciplinare. Ogni attività o laboratorio viene

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svolta in una classe assegnata. Sono gli studenti stessi che si muovono

aggregandosi per gruppi di livello o bisogno formativo. I docenti hanno la

possibilità di utilizzare un’aula dedicata da poter arricchire con materiali

didattici utili.

Il crosscurriculum integra grazie alla flessibilità con il quale è strutturato,

anche l’Alternanza scuola lavoro in orario curriculare, circostanza che

rende agevole la frequenza per gli studenti. Tale pratica è considerata uno

degli strumenti a disposizione della scuola per rafforzare sia i rapporti tra il

sistema scolastico e il mondo del lavoro sia il legame dell’istituzione

scolastica con il territorio. Gli alunni a partire dal terzo anno, effettuano

200 ore di formazione, stage per acquisire competenze spendibili, sia

nell’immediato mondo del lavoro, che per proseguimento del progetto di

studio.

Le attività di alternanza scuola-lavoro possono essere svolte all’interno del

monte ore annuale delle lezioni o durante la sospensione delle attività

didattiche, secondo il progetto formativo elaborato dalla singola istituzione

scolastica, che avrà preliminarmente valutato la formula organizzativa più

adeguata per venire incontro alle esigenze del territorio, dei propri allievi e

della disponibilità delle strutture ospitanti ad accogliere gli studenti in

alternanza. Queste attività possono essere svolte sia all’interno del monte

ore annuale delle lezioni, sia in momenti diversi da quelli fissati dal

calendario, soprattutto nei casi in cui le strutture ospitanti sono

caratterizzate da attività stagionali.

Nei licei “Tommaso Campanella”si è pensato di fare, con il

Crosscurriculum, l’inserimento dell’alternanza scuola lavoro nell’orario

curriculare.

È un’attività che deve essere svolta con la massima serietà e responsabilità,

in quanto, dal prossimo anno le 200 ore obbligatorie saranno

imprescindibili per poter accedere all’esame di stato. Un Dirigente

scolastico responsabile non può lasciare allo sbando una popolazione

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scolastica proveniente da 20 comuni del territorio, spesso nell’entroterra

non raggiunti da mezzi pubblici in orario pomeridiano.

Gli studenti del triennio svolgono quindi, un’attività, in modalità di

Impresa Formativa Simulata, grazie alla quale sono le imprese e gli esperti

ad andare a scuola e non viceversa.

Si propone la seguente distribuzione del monte orario:

- Circa 80 ore durante il terzo anno per realizzare un preliminare

approccio indiretto al mondo sociale e del lavoro;

- Circa 60 ore durante il quarto anno per collegare il sapere acquisito

con il saper fare attraverso un approccio concreto con specifici

ambiti universitari o altri settori;

- Circa 40 ore durante il quinto anno per riflettere sui propri interessi

e inclinazioni in relazione alle scelte future: studi universitari o

inserimenti nel mondo del lavoro.

Il Liceo di cui stiamo parlando, ha scelto l’Impresa Formativa Simulata,

una delle modalità di realizzazione dell’alternanza scuola lavoro, attuata

mediante la costituzione di un’azienda virtuale animata dagli studenti, che

svolge un’attività di mercato in rete e fa riferimento ad un’azienda reale

che costituisce il modello di riferimento da emulare in ogni fase o ciclo di

vita aziendale.

Lo studente è guidato da un tutor esterno e da un tutor scolastico a cui fa

riferimento per tutto il periodo.

Tante sono le regole che gli alunni devono rispettare, quali ad esempio,

quella di svolgere le attività previste dal percorso formativo, rispettare le

norme in materia di igiene, sicurezza nei luoghi di lavoro, seguire le

direttive, le indicazioni.

La scuola per l’alternanza scuola-lavoro 2017/2018 ha progettato questi

percorsi:

- Progetto gestione documentale e valorizzazione dei beni culturali

- Coding

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- Assistenza alla persona

- Produzione/valorizzazione ecotipi locali

- Radio web

- Event management

- Marketing e valorizzazione del territorio

- Ludoschool

- Ceramicart

- Event management

- Agenzia di comunicazione web

- Agenzia di pubblicità

- Radio web

- Agenzia di tuor operator

- Sicurezza-formazione ed informazione studenti della scuola

- Sicurezza primo-soccorso

Ciascuno dei quali è ben organizzato e strutturato, visionato da esperti che

ne permettono la prosecuzione nel migliore dei modi.

La valutazione finale degli apprendimenti, a conclusione dell’anno

scolastico, viene attuata dai docenti del Consiglio di classe, tenuto conto

delle attività di valutazione in itinere svolte dal tutor esterno sulla base

degli strumenti predisposti. La valutazione del percorso in alternanza è

parte integrante della valutazione finale dello studente ed incide sul livello

dei risultati di apprendimento conseguiti nell’arco del secondo biennio e

dell’ultimo anno del corso di studi.

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3.2 Presentazione al senato del crosscurriculum

Il 16 gennaio 2018, nel Palazzo Giustiniani nella Sala Zuccari (Aquila),

alla presenza di imponenti esponenti del campo della ricerca scientifica

internazionale in campo pedagogico-didatico, si è presentato il

Crosscurriculum, messo in atto dai licei “Tommaso Campanella”.

La senatrice Enza Blundo ha promosso questo evento, a fine legislatura,

per segnare una tappa in più, una tappa alquanto innovativa nella storia del

sistema scolastico, formativo della nazione. La dirigente Maria Grazia

Cianciulli ha presentato il rivoluzionario progetto del Crosscurriculum, che

coinvolge da un po’ di tempo, tutto l’ambito scolastico. Grande interesse

mostrato dal Prof. Giuseppe Spadafora, docente ordinario dell’Università

della Calabria, nonché quello promosso in Rete dal Dirigente Scolastico

Marilena Viggiano del’Istituto “Aletti” di Trebisacce (CS). Anche la

senatrice Blundo della Commissione Istruzione ha recepito in maniera

assolutamente positiva questa iniziativa e l’ha trasformata in sua proposta

di riforma scolastica.

L’obiettivo della stessa senatrice è stato quello di “Presentare alcune tra le

migliori esperienze didattiche esistenti in Italia ed in particolare una

rivoluzionaria proposta di organizzazione scolastica”, così come lei

afferma. Dice anche, “Occorre dare risposte adeguate per colmare il ritardo

nei livelli e nella qualità di competenza degli studenti - si legge in una nota

a firma della senatrice penta stellata - Il sistema formativo e gli strumenti

per fornire i servizi adeguati ai bisogni del mercato del lavoro e alla

valorizzazione dello studente-persona”.55

I protagonisti di questo progetto, chi l’ha ideato e chi poi l’ha sostenuto

hanno come obiettivo quello di garantire a chiunque una scuola a misura di

55 http://www.abruzzoweb.it/contenuti/-superare-la-buona-scuola-

convegno-al-senato-voluto-da-enza-blundo/647245-268/

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persona, che permetta a tutti di sviluppare delle capacità critiche e delle

intelligenze al pari degli altri paese europei. Si vogliono stabilire forme di

cooperazione virtuosa tra le professionalità così da essere aperti alle nuove

esigenze di apprendimento e conoscenza.

Anche il periodico di cultura, attualità e informazione, “La voce del

Tirreno”, ha dedicato un prestigioso articolo all’esperienza del Dirigente

Scolastico Maria Grazia Cianciulli presso il Senato della Repubblica per il

convegno “Il futuro della scuola”, in cui presenta il progetto del

crosscurriculum.

Il disegno di legge che la senatrice Blundo ha presentato è così ripartito:

Art. 1.

(Definizioni e ruoli)

1. La scuola pubblica è una istituzione che, attuando i dettami della

Costituzione, mira a rimuovere ogni tipo di ostacolo sociale, culturale ed

economico, offrendo spazi, tempi e strategie didattiche per garantire a tutti

l’acquisizione di strumenti di base e la padronanza nell’uso dei diversi

linguaggi disciplinari, per conoscere, interpretare ed interagire con la

realtà ed il sociale. La scuola pubblica favorisce, in collaborazione con le

famiglie, lo sviluppo morale, emotivo e relazionale, per la formazione

integrale della persona. A tal fine, nel rispetto dei programmi ministeriali,

il corpo docente elabora collegialmente e singolarmente, nell’ambito

dell’autonomia organizzativa e della libertà didattica, gli opportuni

percorsi educativi e di apprendimento fondati sui principi di sussidiarietà,

leale collaborazione, cooperazione, corresponsabilità e reciprocità. La

scuola è il luogo fisico e la dimensione sociale entro la quale realizzare

un’unitarietà di intenti capace di dare anche un sostegno educativo alla

famiglia tramite una più stabile concertazione dell’opera svolta da docenti

e familiari degli studenti finalizzata a:

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a) valorizzare i fenomeni dell’apprendimento e dell’educazione come

funzionali al miglioramento della persona, individualmente e

collettivamente considerata;

b) potenziare ogni forma di relazione tra l’insegnante e lo studente, per

formare coscienze libere e responsabili, dotate di senso civico e di

pensiero critico per il perseguimento del bene comune;

c) promuovere e supportare ogni forma di condivisione esperienziale che

fornisca allo studente abilità nella cooperazione e consapevolezza

dell’importanza del pensiero autonomo, nel rispetto dell’altro e nella

condivisione di finalità comuni;

d) sviluppare la cura e l’attenzione per la tutela dell’ambiente;

e) educare al rispetto e alla cura del proprio e dell’altrui corpo per il

benessere e la salute di tutti;

f) limitare la formazione di preconcetti che determinano rigidità nelle

posizioni e favorire la scoperta e l’apprezzamento delle diversità come

ricchezza.

2. Lo studente è il soggetto principale a cui è rivolta l’intera attività

scolastica. L’attività scolastica deve essere appropriata per recepire le

istanze mutevoli di ogni studente, dovute al variare dell’età anagrafica, al

livello di consapevolezza ad essa collegata, nonché al grado di maturità

soggettivamente sviluppato. Lo studente è protagonista attivo e

corresponsabile del proprio processo di apprendimento educativo e

cognitivo, in costante cooperazione con gli insegnanti, considerati

singolarmente e nel loro insieme. Lo studente interviene attivamente nella

predisposizione del progetto educativo, singolarmente e all’interno della

comunità scolastica di appartenenza. È tenuto a rispettarne le regole e i

parametri organizzativi qualora risultino funzionali al buon funzionamento

della scuola ed alla progressione di tutti e di ciascuno. Lo studente, sulla

base dell’età, del grado di maturità e delle proprie possibilità, partecipa

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alle attività svolte, singolarmente o collettivamente, all’interno di gruppi

dinamici o di livello, organizzati su base cooperativa e finalizzati a

potenziare l’apprendimento individuale, nonché alla formazione di una

definita consapevolezza dell’esistente, del proprio valore e del potenziale

sviluppo che possa apportare nei futuri scenari possibili. Lo studente

scopre ed interiorizza i valori della civile convivenza ed utilizza

comportamenti, pensieri e linguaggi consoni a favorire il superamento

delle conflittualità ed il rispetto dell’altro, riconoscendo in esso la bellezza

e la ricchezza della diversità da sé.

3. Gli insegnanti curriculari sono individui caratterizzati dalla propria

soggettività e coscienti dell’importanza della propria esperienza

precedente, oltre che quella più generale acquisita in qualunque modo,

nello specifico ambito scolastico. Essi mettono a disposizione il sapere ed

esercitano la propria funzione, a partire dall'ascolto e dal dialogo costante

e partecipativo con ciascuno degli studenti e con ciascun membro delle

rispettive famiglie o figure tutoriali, con il dirigente e con le altre figure

docenti o non docenti. Principio cardine dell’attività di insegnamento è

quello che individua, nella relazione esistente tra l’attività di ricerca e la

conseguente attività d’insegnamento, il fondamento di tutte le altre,

servendosi delle esperienze personali e della comunità socio-politica ed

economica esistente. Priorità degli insegnanti deve essere la creazione di

un procedimento di apprendimento composto di relazioni biunivoche e

costanti, da concretizzarsi innanzitutto nel riconoscimento del principio

fondamentale dell’imparare scoprendo, facendo e sperimentando. Gli

insegnanti devono tendere, pur nella diversità dei ruoli e delle funzioni, a

realizzare una relazione di reciprocità con lo studente, basata sulla fiducia

e sul rispetto, disponendosi anch’essi a imparare. In collaborazione con i

dirigenti scolastici ed i genitori, essi sono attori responsabili della crescita

educativa, umana, materiale e morale degli studenti, nonché punti di

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riferimento, eventualmente anche al di fuori della vita scolastica. In

particolare, gli insegnanti:

a) costruiscono e gestiscono, sia singolarmente che collegialmente, il

processo educativo ed istruttivo d’intesa e in accordo con gli studenti,

considerati sia nella dimensione individuale che in quella d’insieme;

b) finalizzano il loro operato per potenziare le capacità e le attitudini

individuali proprie e degli studenti;

c) attenzionano con cura e rispetto situazioni di particolare disagio

familiare, affettivo, culturale, socio-economiche e situazioni patologiche

dello stesso studente, essendo parzialmente responsabili nel caso di

indifferenza o omissione quando si verifichino episodi di discriminazione,

emarginazione, sopraffazione, bullismo, esclusione, disinteresse, ritardi

nell'apprendimento, svogliatezza, negligenza, abulia;

d) partecipano in cooperazione alla definizione dell’orario scolastico

finalizzato a garantire un’equa distribuzione del carico di impegno per gli

studenti ed una rotazione annuale del proprio giorno libero settimanale;

e) svolgono aggiornamento in modo individuale o partecipano a corsi

organizzati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca o

dal dirigente scolastico, per conoscere, approfondire ed individuare le

migliori strategie didattiche.

4. Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) svolge una

funzione di supporto, distinta ma non separata da quella garantita dagli

altri attori più direttamente coinvolti nel processo di formazione cognitiva.

La missione del personale ATA è fortemente orientata all'attività di

apprendimento circolare, è parte integrante dell’istituto scolastico,

assicurando un fondamentale supporto all’intero svolgimento dell’attività

didattica e assumendo in capo a sé adempimenti e oneri in grado di

consentire il miglior svolgimento delle incombenze proprie di ognuno

degli attori partecipanti all’attività stessa, nonché garantendo una funzione

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essenziale per il buon andamento del servizio dell’istruzione. In

particolare il personale ATA:

a) riveste un ruolo centrale tra le figure professionali dell’istituzione

scolastica contribuendo in modo determinante a fornire risposte concrete

ed efficaci ai bisogni basilari di funzionalità e sicurezza delle scuole, in

particolare svolgendo al meglio le funzioni amministrative, contabili,

gestionali, del personale docente e di sorveglianza, in collaborazione con

il dirigente scolastico e gli insegnanti;

b) cura con competenze specifiche le procedure di iscrizione,

trasferimento e predisposizione di atti e documenti per gli insegnanti, i

genitori e gli studenti;

c) in collaborazione con il dirigente scolastico predispone circolari e

documenti autorizzativi per uscite didattiche, progetti di potenziamento

dell’offerta formativa, acquisto di materiale, interventi di manutenzione di

impianti e arredo o interventi tecnici per i laboratori scolastici;

d) fornisce cooperazione, supporto, sostegno e ogni altro elemento

qualificante necessario agli insegnanti e agli studenti per la realizzazione

della consapevolezza del proprio io, connessa alla creazione e

trasmissione della conoscenza.

5. La funzione di dirigente scolastico ha una durata temporale pari a

quattro anni, ripetibili una sola volta, e può essere svolta in un solo istituto

scolastico o in un istituto comprensivo. Non è consentita la reggenza. Il

dirigente scolastico è esentato dall’attività didattica disciplinare per tutto il

tempo del mandato, ma deve proseguire nell’impegno all’autoformazione;

al termine del proprio mandato egli torna a svolgere le funzioni di

insegnante. Il dirigente scolastico dialoga con il Ministero dell’istruzione,

dell’università e della ricerca, in nome e per conto della comunità

scolastica che rappresenta come mediatore di informazioni e proposte tra

il Ministero e la comunità scolastica stessa. Il dirigente scolastico è il

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garante del buon esito del progetto educativo e del corretto funzionamento

dell’istituto che dirige direttamente, coordina l’intera organizzazione

scolastica e partecipa al lavoro cooperativo della formazione di classi e

gruppi di alunni per la realizzazione di progetti e l’attivazione di attività.

A tal fine, il dirigente scolastico:

a) propone il piano dell’offerta formativa ed il piano triennale dell’offerta

formativa e ne dà attuazione dopo la ratifica del collegio dei docenti;

b) garantisce un adeguato organico funzionale, in cooperazione con

l’Ufficio scolastico regionale ed il Ministero dell’istruzione,

dell’università e della ricerca;

c) attiva richieste e assunzioni del personale docente e ATA, nel pieno

rispetto delle graduatorie e delle normative vigenti;

d) supervisiona la gestione amministrativa dell’istituto scolastico e

conclude contratti di appalto e lavori per la messa in sicurezza, ratificati

dal collegio dei docenti;

e) promuove e favorisce la conoscenza del territorio, della sua storia, del

patrimonio culturale e paesaggistico e delle sue peculiarità identitarie,

sociali ed economiche;

f) nel caso in cui abbia segnalato una situazione di pericolo inerente la

struttura o le strutture ove si svolge l’attività didattica, di qualunque tipo

essa sia, non è responsabile di eventuali danni arrecati a beni e persone.

6. L’insegnante di sostegno deve attivare forme adeguate di supporto, ad

uno o più alunni afflitti da disabilità psicofisiche accertate, all’interno

della comunità scolastica. Ha compiti professionali e responsabilità per

contribuire, in collaborazione con tutte le figure docenti e non docenti, ad

una serena integrazione dello studente svantaggiato ed offrire il maggior

numero di occasioni per condividere con tutti gli altri coetanei le

esperienze dell'offerta formativo - educativa. A tal fine, l’insegnante di

sostegno:

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a) propone investimenti strutturali di adeguamento dell’ambiente

scolastico alle esigenze dovute alla presenza fisica di persone portatrici di

disabilità e avanza richieste di opportuni materiali, strutturati e non, per

facilitare l’apprendimento e lo sviluppo psicomotorio, nonché per

promuovere la graduale conquista di maggior autonomia;

b)possiede competenze e una formazione personale fondata sulle

dimensioni emotive, esistenziali e culturali più direttamente coinvolte

nell’incontro con l’altro, con la disabilità e con la sofferenza psicologica;

c) è in grado di tessere reti di relazioni significative a livello professionale

con gli altri insegnanti, con il personale assistenziale, con i familiari, con

gli operatori sociali e sanitari, con i rappresentanti degli enti locali e delle

pubbliche amministrazioni;

d) esercita la capacità di ascolto, di empatia professionale e personale, di

riconoscimento della dignità professionale dell’altro, di mediazione, di

sostegno, decisionale e di problem solving;

e) mette in campo strategie volte alla soluzione di conflitti e ad

un’adeguata comunicazione ed interazione relazionale;

f) in collaborazione con la famiglia, gli insegnanti curriculari e gli

specialisti, redige il piano educativo individualizzato, da attuare e

verificare periodicamente in team;

g) assicura che il piano educativo individualizzato sia completo, globale

ed equilibrato, integrato con le attività della classe, rispondente ai bisogni

evolutivi e alle caratteristiche individuali, nonché flessibile ed aperto alla

sperimentazione e alle integrazioni modulari;

h) definisce, in modo condiviso con i colleghi, obiettivi e percorsi possibili

e i criteri di verifica e valutazione degli obiettivi e dei percorsi intrapresi;

i) recepisce i bisogni dello studente e tutela gli interessi esistenziali

dell'alunno disabile;

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l) si pone come mediatore tra la famiglia e la scuola per promuovere

accettazione e consapevolezza dei limiti e delle potenzialità del bambino.

7. Il mediatore culturale si occupa di favorire la comprensione e la

comunicazione tra studenti appartenenti a culture diverse. A tal fine, il

mediatore culturale:

a) fornisce un adeguato supporto agli insegnanti italiani per l’accoglienza

e l’inserimento di studenti provenienti da Paesi e culture diverse;

b) ha il compito di spiegare agli insegnanti le difficoltà iniziali, i

comportamenti e le competenze precedentemente acquisite dagli studenti

immigrati, per agevolare e garantire loro il miglior inserimento,

l’apprendimento e il successo scolastico;

c) fornisce supporto linguistico, in particolare per la traduzione

dei curricula scolastici del Paese d’origine, la comprensione dei

programmi scolastici italiani, la comprensione della lingua italiana orale e

scritta e la spiegazione dei linguaggi disciplinari;

d) facilita il dialogo e i rapporti, sia dal punto di vista linguistico che

culturale, tra le famiglie degli studenti immigrati e gli insegnanti. In ogni

caso è tenuto a facilitare la comprensione delle esigenze diverse per darne

soluzione grazie all'azione collettiva della comunità scolastica, che deve

essere sempre coinvolta ed informata perché possa essere eventualmente

protagonista dell'individuazione migliore dei problemi e delle possibili

soluzioni ad esse collegate.

8. Il pedagogista specializzato nel processo educativo svolge funzioni di

progettazione e coordinamento con l’intera comunità scolastica e cura

personalmente la gestione degli eventuali interventi educativi necessari. È

un professionista che espleta la propria attività in modo esclusivo presso le

istituzioni scolastiche. In particolare deve garantire, in accordo con la

comunità scolastica e la famiglia, consulenze cognitive per fornire un

supporto mirato e specializzato in ambito educativo, formativo,

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pedagogico e per facilitare i processi di apprendimento, emotivi - affettivi

e comunicativo - relazionali. Il pedagogista specializzato nel processo

educativo promuove e contribuisce, con riferimento agli ambiti emotivo,

relazionale e comportamentale, all’approccio olistico a carattere

interdisciplinare mirato alla formazione integrale della persona. Elabora e

condivide con la comunità scolastica forme di protezione e prevenzione

primaria del disagio emergente all'interno della comunità stessa, con

particolare riguardo al disagio dell’infanzia e dell’adolescenza, nei

processi di insegnamento e apprendimento in ambito familiare, scolastico

e sociale. L'esercizio della professione è subordinato al conseguimento di

uno specifico titolo mediante formazione universitaria, di un corso di alta

formazione post laurea e di un tirocinio formativo. Ogni scuola è dotata di

un numero adeguato di pedagogisti, specializzati nel processo educativo,

proporzionale al numero degli studenti. In nessun caso il loro numero può

essere inferiore a due.

9. Lo psicologo scolastico entra a far parte, quando necessario,

dell’équipe della scuola per supportare uno sviluppo affettivo e sessuale

armonico e per analizzare culture e prevenire comportamenti omofobi. Lo

psicologo scolastico segue lo studente con disabilità, collabora con l’intero

corpo docente della classe e con l’insegnante di sostegno. Lo psicologo

scolastico, in particolare:

a) fornisce servizi di psicologia scolastica al fine di dare un sostegno

specializzato e settoriale al processo educativo, contribuendo

all’individuazione delle cause del disagio del singolo studente e dell’intera

comunità scolastica, partecipa al mantenimento e accrescimento del

benessere individuale e collettivo, contribuendo al miglioramento della

coesione sociale all’interno della comunità scolastica e favorendo

relazioni positive tra le persone;

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b) monitora i processi di gruppo e didattici, supportando gli studenti, gli

insegnanti, i genitori e tutti gli attori. Promuove la prevenzione finalizzata

allo star bene a scuola, con sé stessi, in famiglia e nella società.

10. Lo psicologo dell’azienda sanitaria locale interviene, all’interno della

comunità scolastica, su richiesta del pedagogista scolastico e su delibera

del consiglio di classe, sentita la famiglia dello studente interessato, per

fornire al singolo studente o al gruppo classe il proprio ulteriore supporto.

Art. 2.

(Continuità didattica in tutti gli ordini di scuola)

1. Nel pieno rispetto delle attività dedicate alle discipline scolastiche

curriculari, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, si costituiscono

gruppi di alunni per classe e gruppi di livello e di interesse.

2. Nelle scuole superiori, per garantire la continuità di tale modalità

didattica, è introdotto il progetto denominato crosscurriculum, in base al

quale ogni studente può beneficiare, in un giorno della settimana,

individuato all'inizio dell’anno scolastico, di laboratori didattici

organizzati in alternativa alle attività svolte all'interno dell’unità di base

attuale, la classe.

3. L’attività si svolge all’interno di un distinto aggregato, definito gruppo

di livello di competenza. In alternativa, l’aggregazione degli studenti può

essere realizzata in base al criterio dell’attitudine vocazionale o in base a

quello del bisogno formativo.

4. In ogni scuola deve essere prevista una giornata dedicata alla didattica

laboratoriale che possa svolgersi anche ricorrendo al contributo di esperti

esterni volontari, con particolare attenzione alle disponibilità offerte dai

genitori che offrono la propria competenza per sviluppare percorsi

formativi in collaborazione tra scuola, famiglia e società, al fine di

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incrementare il beneficio per lo studente derivante dall’appartenenza alla

comunità scolastica.

5. L’articolazione del monte ore è suddivisa in moduli unitari pari a

cinquanta minuti al fine di garantire un’offerta formativa opzionale e

obbligatoria.

6. Il monte ore accantonato viene erogato in un giorno predefinito della

settimana, durante il quale gli studenti, articolati in classe aperta in base ai

criteri sopra descritti, seguono diversi laboratori crosscurriculum, nei quali

si svolge attività didattica di recupero o potenziamento della conoscenza

assimilata nel corso dell'attività didattica ordinaria, senza esclusione di

materie o ambiti di apprendimento.

7. Tale modalità di apprendimento e conoscenza è adottata per garantire

un adeguato supporto agli studenti più deboli con interventi di recupero

gratuiti e in orario curriculare al fine di supportare gli studenti:

a) del biennio che vengono settimanalmente preparati ad affrontare le

prove ordinarie;

b) maturandi nella preparazione all'esame di Stato;

c) più capaci nel potenziamento dei loro talenti e nella preparazione alle

scelte universitarie;

d) nell’apprendimento delle conoscenze digitali e di lingue straniere;

e) nella valorizzazione della verticalizzazione degli apprendimenti, delle

attività a classe aperta e della trasversalità degli obiettivi formativi.

8. La didattica laboratoriale connessa consente agli studenti di essere

protagonisti del proprio sapere perché coinvolti nel processo complesso di

insegnamento-apprendimento, quindi responsabilizzati circa i risultati.

9. La funzione primaria del progetto crosscurriculum è quella di darsi

degli obiettivi comuni alternativi, formativi e trasversali, dandogli stabile

collocazione all’interno della comunità scolastica.

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10. La pratica didattica della ricercazione, ovvero quella proposta dai

docenti per il potenziamento del lavoro dipartimentale e di socializzazione

dei materiali, delle esperienze e dei prodotti finali, è quella privilegiata

nell’ambito del progetto crosscurriculum.

11. La dimensione flessibile e articolata dell’offerta formativa risponde ai

bisogni emergenti e alle scelte operate dagli studenti in merito alle

competenze che sono interessati ad acquisire.

12. Nell'ambito del progetto crosscurriculum, si possono ulteriormente

sperimentare forme di alternanza scuola-lavoro in orario curriculare.56

3.3 Elenco laboratori

Più volte si è parlato della ridefinizione dell’unità d’insegnamento che

appunto non coincide con l’unità oraria, questo significa che si è utilizzato

il tempo residuale per effettuare laboratori che rielaborano le discipline in

aggregati trasversali, verticali, interdisciplari, ecc. secondo i bisogni degli

alunni. L’integrazione tra il corpo docente, le competenze dei genitori e il

volontariato professionale, genera un’offerta didattica dinamica e

potenziata ed una effettiva sinergia con gli impianti educativi

extrascolastici delle numerose agenzie formative coinvolte.

Il monte ore annuale di una disciplina o più discipline, può essere

articolato in vari modi. Si può prevedere l’apprendimento delle discipline

curriculari attraverso appunto, laboratori specifici come ad esempio

“Laboratorio di esercitazione invalsi” all’interno del quale si svolgono

attività comunque di italiano e matematica.

56

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/1066534/index.html

?stampa=si&spart=si&toc=no

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Oppure, articolazioni delle classi per gruppi di livello, gruppi di alunni ai

quali vengono date risposte efficaci sia per le esigenze di recupero degli

allievi più deboli sia le attese di potenziamento delle eccellenze. Le classi,

quindi vengono scomposte in diversi gruppi che perseguono obiettivi

momentaneamente diversi come il recupero o l’approfondimento. Nei

Laboratori di recupero di Matematica si farà Matematica ma la

denominazione disciplinare è diversa.

Tutti i laboratori sono obbligatori nell’ambito dell’orario curriculare e di

questi solo alcuni sono opzionali in quanto vanno a rispondere alle

esigenze di ciascun alunno. Sono obbligatori necessariamente quelli in cui

vengono riscontrate carenze disciplinari.

Ogni attività o laboratorio viene svolta in una classe “vocazionale”e gli

studenti si aggregano per gruppi di livello/bisogno formativo, mentre i

docenti utilizzano aule diverse ove l’erogazione è arricciata da ICT,

software e materiali didattici aggiuntivi e specifici.

Nel periodo scolastico 2017/2018 i laboratori attivati sono stati:

- Alternanza scuola lavoro

- Approfondimenti di arte

- Approfondimenti di geostoria

- Approfondimenti di scienze

- Babel (giornalino scolastico)

- Buone pratiche sportive

- CAD

- Ed. alla lettura, quotidiano in classe

- Educazione alla Legalità

- ECDL

- Educazione alimentare

- Educazione alla salute

- Elementi di archeologia

- Elementi di costituzione italiana

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- Statistica

- Informatica

- Laboratorio di scrittura

- Lezione concerto

- Olimpiadi di matematica

- Orientamento

- Parlamento dei ragazzi

- Preparazione agli esami di stato

- Preparazione ai test universitari (biologia)

- Preparazione ai test universitari (chimica)

- Preparazione invalsi italiano

- Preparazione invalsi matematica

- Potenziamento di chimica

- Potenziamento di filosofia

- Potenziamento di fisica

- Potenziamento di italiano

- Potenziamento di matematica

- Recupero di fisica

- Potenziamento di italiano

- Potenziamento di matematica

- Recupero di fisica

- Recupero di francese

- Recupero di geostoria

- Recupero di greco

- Recupero di inglese

- Recupero di italiano

- Recupero di latino

- Recupero di matematica

- Recupero di scienze

- Recupero di solfeggio

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- Recupero di spagnolo

- Recupero di storia

- Recupero di TAC

- Recupero di TEC

- Sportello di Ascolto (con esperto)

- Storia della Musica

- Studio guidato

- Teatro sperimentale

Sono tante attività ben organizzate che permettono agli studenti di

migliorare o eccedere in materie ritenute necessarie.

Entrano nell’ambito universitario in maniera molto più facile o comunque

con più consapevolezza e con un metodo di studio che ti permette di essere

più motivato nel continuare a studiare. La scelta di ciascuno di questi

laboratori risponde ai bisogni formativi emersi dal RAV e soprattutto

risponde massicciamente alle esigenze di recupero di competenze in

matematica e inglese che sono le prime due priorità previste nel nostro

piano di miglioramento (PDM).

Ciò che bisogna tenere ben presente è che:

- Tutti gli studenti con votazione dal 5 in giù dovranno seguire

laboratori di recupero;

- Tutti gli studenti con votazione equivalente a 8 o superiore saranno

assegnati ai laboratori di potenziamento disciplinare per la cura

delle eccellenze;

- Ai laboratori di ECDL e di Certificazione linguistica possono

essere ammessi i soli studenti che riportano voto eccellente nelle

discipline rispettivamente di matematica e lingue;

- Tutti i docenti sono tenuti al recupero del monte ore di lezione

derivante dalla riduzione a 50 minuti dell’unità temporale ed

effettueranno i laboratori supplementari il mercoledì (60 minuti

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ogni laboratorio). I docenti con cattedra di 18 ore dovranno

effettuare 3 laboratori di 60 minuti nel crosscurriculum.

3.4 Esperienza delle altre scuole che hanno aderito al

progetto

Tale modalità organizzativa è stata adottata anche dal prestigioso liceo

“Parini”di Milano, che con analoga progettualità denominata “faber

quisque” è stata inserita negli onori della cronaca internazionale come

best pactice educativa, ma la progettualità del liceo non prevede

l’alternanza scuola lavoro come invece avviene nel “Tommaso

Campanelli”.

L’Istituto nel 1774 fu istituito da Maria Teresa d’Austria il Regio

Ginnasio presso il Palazzo di Brera. L’impianto umanistico ereditato dalle

scuole dei Gesuiti era filtrato attraverso i nuovi ideali illuministici. La

scuola fu inaugurata con la prolusione dell’Abate Parini incaricato di

tenere i corsi di Eloquenza. Dopo l’unificazione nazionale, il Liceo di

Porta Nuova venne ribattezzato nel 1865 col nome di Liceo Giuseppe

Parini.

Dall’anno scolastico 2016/2017, le lezioni hanno durata di 50 minuti e

sono affiancate da attività opzionali per classi aperte, progettate e

realizzate dai docenti del Parini.

L’orario è così organizzato:

Entrata dalle ore 7:45

I 8:00 – 8:50

II 8:50 – 9:40

9:40 – 9:55 primo intervallo

III 9:55 – 10:45

IV 10:45 – 11:35

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11:35 – 11:50 secondo intervallo

V 11:50 – 12:40

VI 12:40 – 13:30

Le attività opzionali devono svolgersi al di fuori dell’orario comune delle

lezioni.

Gli studenti, attraverso il registro elettronico, si iscrivono alle attività

di laboratorio, di approfondimento o di consolidamento in base a interessi,

talenti, desideri e bisogni, seguendo anche le indicazioni personalizzate dei

docenti.

Le attività previste nei corsi di Faber Quisque si svolgono per classi

aperte e sono di due tipi fondamentali:

consolidamento delle conoscenze e delle competenze di

base: per prevenire l’insuccesso scolastico, ogni studente che

presenti difficoltà o lacune in una o più discipline deve frequentare

appositi moduli per l’acquisizione delle conoscenze e delle

competenze indispensabili per il buon andamento scolastico, senza

dover attendere i corsi di recupero previsti dal Ministero al termine

degli scrutini intermedi o quelli estivi per gli alunni con

sospensione del giudizio;

approfondimenti nelle discipline obbligatorie: attività indirizzate

ad approfondire le conoscenze, a potenziare le competenze e a

valorizzare le eccellenze. Tra esse è di particolare rilievo

l’approfondimento della matematica (gli studenti che all’atto

dell’iscrizione esprimano tale preferenza sono assegnati alla stessa

classe e hanno un modulo settimanale aggiuntivo nell’ambito degli

spazi orari di Faber Quisque). Nella stessa tipologia rientrano

anche insegnamenti mirati per l’accesso a specifici corsi di laurea

(orientamento universitario), moduli di supporto per la

preparazione delle tesine in vista dell’Esame di Stato per gli

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studenti dell’ultimo anno, attività propedeutiche o conclusive di

percorsi di alternanza scuola lavoro. Alcune proposte hanno

carattere pluridisciplinare e trasversale, e possono prevedere la

compresenza di due o più docenti. Eventuali uscite didattiche (per

esempio spettacoli teatrali, conferenze, mostre) devono essere

inserite in un percorso didattico articolato. Gli studenti del secondo

biennio e dell’ultimo anno possono frequentare, compatibilmente

con la disponibilità dell’organico, moduli didattici di economia.

lo Studio con metodo in biblioteca, in linea con le Indicazioni

nazionali, organizzato per aree disciplinari ed eventualmente con la

compresenza di due docenti nella fascia oraria tra le 11:50 e le

13:30 e tra le 14:00 e le 16:30. Il docente o i docenti guidano lo

studio con indicazioni mirate di metodo.57

Si ritiene opportuno riportare anche le gesta dell’Istituto Aletti di

Trebisacce (CS), anch’esso promotore del progetto. L’Istituto nasce come

sezione distaccata dell’IPSIA di Cassano con i corsi di “Operatore

Meccanico” (1970), “Operatore Chimico” (1971), “Chimico-Biologico”

(1973), secondo in Italia. Nell'anno scolastico 1974/75 si attiva il corso

Elettrico ma l’Istituto continua a vivere difficoltà logistiche. Nel 1976

l’Istituto ottiene l'autonomia e, dagli anni ’80, si trasferisce gradualmente

nella sede attuale donata dalla famiglia di "Ezio Aletti”, di cui porta il

nome. L’istituto è guidato dalla Dirigente scolastica Marilena Viggiano

che sperimenta questo nuovo modo di “fare scuola”, in collaborazione

proprio con i Licei “Tommaso Campanella” di Belvedere Marittimo. Nel

2017, infatti, è stato stipulato un accordo di rete tra gli istituti secondari di

secondo grado che adottano il modello didattico organizzativo del

crosscurriculum. I licei “Tommaso Campanella, assume il ruolo di capofila

della rete e si impegna ad interagire con le scuole aderenti alla rete al fine

57 http://liceoparini.gov.it/offerta-formativa/faber-quisque-2/

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di ottimizzare e divulgare il modello crosscurriculum promuovendo ogni

utile iniziativa e sinergia. Questo non comporta spese, né oneri finanziari

per le scuole aderenti. Le scuole protagoniste della rete, potranno

incentivare l’attività dei docenti coinvolti con le risorse eventualmente

disponibili nel fondo dell’istituto. Il presente accordo ha validità dalla data

di sottoscrizione fino a diversa disposizione delle parti.

Nell’istituto “Aletti”, si effettuano stage in Italia e all’estero nell’ambito

dell’Alternanza Scuola Lavoro.Sono state stipulate numerose convenzioni

con aziende dei settori “chimicobiologico”, “elettrico - elettronico”,

“alberghiero - ristorativo”, “commerciale”, per realizzare percorsi

formativi in azienda per la durata di 400 ore nel triennio così come

previsto dai commi da 33 a 44dalla legge 107/2015. Le ore di alternanza,

pur facendo parte delle attività curriculari, si svolgeranno in orario

differente da quello normale di lezione.

Infatti, nell’Istituto si promuove l’attività del Progetto “Ad scribendum: la

disgrafia in età scolare”. La presentazione del progetto è stata curata

dall’esperta Maria Direnzo, grafologa dell’ età evolutiva e tutor degli

apprendimenti. Durante la lezione ha proposto agli alunni esercizi pratici,

intramezzati da momenti ludici, finalizzati alla prevenzione e alla

diagnosi delle difficoltà di scrittura nei bambini. Le classi coinvolte nel

progetto sono la III E, la IV E e la VE, dal 4 aprile al 30 maggio, durante

le ore scolastiche del cross Curriculum.

Si svolgono attività laboratoriali legate al Crosscurriculum, tra cui,

un’importante ed interessante lezione tenuta da un genitore nonché ex

alunno del corso Elettrico. È ora titolare di una città di impianti, il quale ha

illustrato agli studenti la personale esperienza lavorativa soffermandosi sul

concetto di professionalità sul lavoro, cosa che si matura e si rafforza sul

campo con l’impegno, la passione e la cultura del sacrificio, diventando in

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tal modo professionisti credibili e affidabili e creando così le premesse per

un rapporto leale e trasparente con il cliente. 58

Ha anche, preso il via presso l'IPSSC di Oriolo, all'interno delle attività

del crosscurriculum, il laboratorio cinematografico denominato “Ciak in

banco”. Condurrà gli studenti dell’Istituto Commerciale (sede staccata

dell’Ipsia Aletti di Trebisacce) in un affascinante viaggio alla scoperta di

macchina da presa, sceneggiature e quanto altro possa rientrare nel lavoro

propedeutico alla realizzazione di un prodotto audiovisivo.

Oppure, il primo concorso gastronomico “chef per un giorno”, riservato

agli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell'indirizzo Servizi per

l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera e ai genitori, chef non

professionisti.

Sono solo alcune delle attività che queste scuole hanno ritenuto opportuno

e necessario attivare per migliorare ed innovare la loro didattica. Hanno

riscontrato ottimi risultati negli studenti e ciò porterà gli istituti a

continuare su questa linea di pensiero ed attività.

58 http://www.istitutoaletti.gov.it/crosscurriculum

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Conclusioni

L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di far conoscere il lavoro

intrapreso dall’Istituto Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola

capofila di ambito 2 regione Calabria provincia di Cosenza e l’importanza

che riveste il progetto Crosscurriculum per gli studenti, insegnanti, genitori

che lo mettono in atto. Si è voluto mettere in risalto l’innovazione che

questa scuola ha permesso di conoscere a me e a chi leggerà.

Per comprendere il perché dell’esigenza di attuare un lavoro di questo

tipo non si può prescindere dalla delicata fase che la scuola sta

attraversando e con essa i giovano che la frequentano.

Ci siamo chiesti, ad esempio, se il territorio (come appunto quello

calabrese) possa essere conosciuto non solo per ndrangheta o malavita ma

anche per le menti che ha creato e crea ogni giorno, per la formazione e

l’istruzione che è capace di offrire, se è possibile presentare gli sviluppi

educativi e intellettivi sviluppati attraverso laboratori, alternanza scuola-

lavoro e tanto altro.

Si vuole porre l’attenzione a quello che si fa ma anche a quello che

questo progetto rappresenti per chi lo vive giorno per giorno.

Nel primo capitolo ci siamo soffermati, appunto, sull’evoluzione e la storia

dell’Istruzione scolastica, dei suoi anni bui e di quelli rosei.

Frutto di numerose norme, articoli della Costituzione che hanno

legittimato ogni sua azione e ne hanno ancor più affermato l’importanza e

la necessità.

Riflettendo proprio sui risultati che l’istat ogni giorno ci presenta,

possiamo affermare come da anno in anno, siano cambiate le cose: oggi

più di prima serve ed è assolutamente necessario avere un titolo di studio,

sapere e conoscere.

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Si riportano dati statistici su quanti ragazzi negli ultimi anni hanno

frequentato gli Istituti scolastici e quanti sparsi tra nord e sud.

La bellezza di un luogo come quello della scuola sta proprio nel fatto che

tante persone così diverse caratterialmente, con educazioni ed obiettivi

diversi imparino a stare insieme e a confrontarsi. La scuola insieme alla

famiglia, è da sempre la principale agenzia educativa che opera nella

nostra società. È necessario che entrambe lavorino alla formazione

professionale e personale del ragazzo. Oggi risulta faticoso avere un

dialogo tra genitori e insegnanti. Si assiste a comportamenti pericolosi che

non determinano un quadro sereno ma anzi minacciano la professionalità

ed esperienza degli insegnanti.

Come evidenziato nel secondo capitolo, il crosscurriculum, comporta

uno sforzo consapevole che permette di applicare conoscenze, principi e

valori a più di una disciplina accademica contemporaneamente.

Si presenta come una nuova metodologia, la quale serve a rimodulare

l’offerta formativa e l’istruzione in genere.

È uno degli strumenti rappresentativi della rivoluzione scolastica di

cui si è parlato. Attraverso questo tipo di metodologia didattica si vuole

rimodulare l’offerta formativa e favorire il talento, le attitudini e le

competenze degli alunni.

Si è affrontato, nello specifico, l’importanza che riversa la

progettazione, in particolare quella “partecipata”, andando a porre

importanza sul fatto che alla conoscenza si perviene con metodi sempre

diversi in relazione alla cultura del mondo a cui allievi e docenti

appartengono.

Tale progetto rappresenta un punto di forza dell’offerta formativa

della scuola presa in considerazione, in virtù della quale lo stesso istituto è

riuscito a perseguire risultati eccellenti rinvenibili dai dati della “scuola in

chiaro”che li hanno portati a surclassare i risultati nazionali nelle prove

invalsi sostenute dagli studenti con indice zero cheating. Come affermato

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nel terzo capitolo, attraverso i vari laboratori, è stato possibile creare un

profilo formativo personalizzato dello studente, interventi di recupero sui

più deboli e potenziamento per gli altri, per le eccellenze. L’ideazione di

questa alternativa permette di rispondere alle esigenze di tutti, con costi

zero per l’amministrazione richiedendo solo un forte impegno da parte di

dirigenti, insegnanti, genitori ma soprattutto alunni, protagonisti della

scuola Italiana. Lo studio, la cultura è indispensabile per la conoscenza del

mondo, per relazionarsi con l’altro. Non è possibile relegarla al secondo

posto e pensare quindi, che basti vivere di amore, cibo e lavoro.

A mio avviso l’Istruzione e chi ne fa parte dovrebbero essere pronti al

cambiamento e al nuovo. Riuscire magari ad intersecare al tradizionale

insegnamento del latino e della filosofia di Kant e Marx ad un qualcosa di,

perché no, digitale e al passo con i tempi. Con ciò non si vuole denigrare il

classico metodo di studio ma si vuole affermare che la preparazione non è

solo quella. Oggi ci viene chiesto di conoscere le lingue, l’uso del

computer alla perfezione, di destreggiarci con disinvoltura nelle situazioni

molteplici. Uno degli obiettivi della scuola deve essere quello di

sviluppare le potenzialità dello studente ed accompagnare il suo percorso

formativo per meglio consentire l’affermazione dello stesso nella sua

personalità individuale e sociale.

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Sicora A., Pignatti A., Progettare sociale. Progettazione e

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www.ilsole24ore.it

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www.labuonascuola.gov.it

www.leccenews24.it

www.liceibelvedere.gov.it

www.matteorenzi.it

www.miur.gov.it

www.paese24.it

www.repubblica.it

www.tecnicadellascuola.it

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APPENDICE

Di seguito è riportato integralmente il progetto, “CROSSCURRICULUM,

dalla scuola prêt a porter alla didattica sartoriale”, dell’Istituto

Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola capofila di ambito 2

regione Calabria provincia di Cosenza.

Come spiegato nel testo, le attività che si svolgono sono tante,

dall’alternanza scuola lavoro, alle attività laboratoriali in quanto vi è un

programma che prevede una riduzione temporale di 50 minuti e

conseguente gestione mirata del monte ore residuale. Ci si avvale anche

del contributo di esperti esterni, volontari, genitori disposti ad offrire un

po’ del loro tempo ma soprattutto la loro competenza per sviluppare

percorsi formativi nell’ottica della collaborazione scuola/famiglia/

extrascuola, a beneficio dei ragazzi.

Ogni studente potrà beneficiare ogni mercoledì di laboratori didattici

organizzati non più con lo schema “classe”, ma con lo schema “gruppo di

livello di competenza”o con il criterio “attitudine vocazionale”.

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CROSSCURRICULUM

Interdisciplinary/cross-curricular teaching involves a conscious effort to

apply knowledge, principles, and/or values to more than one academic

discipline simultaneously. The disciplines may be related through a central

theme, issue, problem, process, topic, or experience (Jacobs, 1989). The

organizational structure of interdisciplinary/cross-curricular teaching is

called a theme, thematic unit, or unit, which is a framework with

goals/outcomes that specify what students are ex-pected to learn as a result

of the experiences and lessons that are a part of the unit. There seem to be

two levels of integration that schools go through: The first is integration of

the language arts (listening, speaking, reading, writing, thinking) (Fogarty,

1991; Pappas, Kiefer, & Levstik, 1990); the second involves a much

broader kind of integration, one in which a theme begins to encompass all

curricular areas.

Interdisciplinary/cross-curricular teaching is often seen as a way to address

some of the recurring problems in education, such as fragmentation and

isolated skill instruction. It is seen as a way to support goals such as

transfer of learning, teaching students to think and reason, and providing a

curriculum more relevant to students (Marzano, 1991; Perkins, 1991).

Values and benefits of interdisciplinary/cross-curricular teaching applies,

integrates, and transfers knowledge. According to the current

methodologies issues, while students are learning the basic information in

core subject areas, they are not learning to apply their knowledge

effectively in thinking and reasoning (Applebee, Langer, & Mullis, 1989).

Interdisciplinary/cross-curricular teaching provides a meaningful way in

which students can use knowledge learned in one context as a knowledge

base in other contexts in and out of school (Collins, Brown, & Newman,

1989).

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Many of the important concepts, strategies, and skills taught in the

language arts are "portable" (Perkins, 1986). They transfer readily to other

content areas. The concept of perseverance, for example, may be found in

literature and science. Strategies for monitoring comprehension can be

directed to reading material in any content area. Cause-and-effect

relationships exist in literature, science, and social studies.

Interdisciplinary/cross-curricular teaching supports and promotes this

transfer. Critical thinking can be applied in any discipline.

Increases Motivation

Interdisciplinary/cross-curricular teaching can increase students'

motivation for learning and their level of engagement. In contrast to

learning skills in isolation, when students participate in interdisciplinary

experiences they see the value of what they are learning and become more

actively engaged (Resnick,1989).

Improves Learning

Interdisciplinary/cross-curricular teaching provides the conditions under

which effective learning occurs.

Students learn more when they use the language arts skills to explore what

they are learning, write about what they are learning, and interact with

their classmates, teachers, and members of the community (Thaiss, 1986).

A variety of methods exist for teachers to apply to successfully integrate

their curriculum with other subjects. Here are a few common approaches:

1. Do-it-yourself Integration: This method involves just one teacher, but

that teacher intentionally brings in other subject area components into their

instruction. For example, a class studying calculus might use physics-

based examples as their application for the principles. Or a class

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examining the history of the pilgrims might read poetry related to their

journey.

2. Team-Teach-It Integration: Instead of just incorporating various

subjects yourself, you can partner with another teacher to cover the same

theme or skills. Of course, to do this you would need to share the same

students with the partnering teacher. For example, while a history class

studies the Puritan Era in America, an English teacher might have students

read primary sources

related to that era.

3. Multidiscipline Integration: A whole team of experts from Italian,

English, history, math, science, world languages, even physical education

can work together to create a fully integrated curriculum plan. That plan

might span a single project for a pre-determined portion of the

curriculum, or it can span the entire duration of the year. Here, a closely

knit team of educators agrees upon the appropriate themes/content (like

historical eras, scientific principles,or mathematical formulas) and the

appropriate skills (like reading strategies, critical thinking, or small group

discussion). That team orchestrates their individual lessons to fit in close

step with the lessons of their colleagues.

Jonathan Savage

Jonathan Savage theory supports innovation in education through his

book:

“Cross-curricular teaching and learning 5:

Definitions” that has defined cross-curricular teaching and learning in the

following way: A cross-curricular approach to teaching is characterised by

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sensitivity towards, and a synthesis of, knowledge, skills and

understandings from various subject areas. These inform an enriched

pedagogy that promotes an approach to learning which embraces and

explores this wider sensitivity through various methods.

He justifies this definition by considering some of the key words with their

definition.

1. Sensitivity, Synthesis and Subjectivity

These are key words in the definition. They refer to the ways in which

teachers should approach the knowledge, skills and understanding inherent

within every curriculum subject. These are exemplified in curriculum

documents but also have a historical legacy that is underpinned in various

ways, not least in teachers’ and others’ conceptions about a particular

subject and how it should be taught. Understanding this is a vital step that

needs to be taken before moving into collaborative curriculum ventures.

These words also refer back to the act of teaching. In other words, they are

important, informing teaching principles that impact on learning. Cross-

curricular teaching is not about weakening and watering-down subjects in

any way. Rather, it is about the development of an enhanced pedagogy that

a skilful teacher adopts for the explicit purposes of enhancing teaching and

learning. This leads on to the second set of key words.

2. Enriching, Embracing and Exploring

The new, enriched pedagogy of cross-curricular teaching will embrace and

explore the teacher’s sensitivity towards, and synthesis of, the different

knowledge, skills and understanding within curriculum subjects. In order

for this to happen, there are at least two premises: firstly, teachers will

need to understand their own ‘intrinsic’, and their subject’s,

‘subjectivities’; secondly, teachers will need to ensure that their subject

knowledge is extended beyond their own subject areas. When this occurs,

teachers will be in a position to develop a cross-curricular approach to

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learning that utilises as range of methods ortechniques in line with the

following principles and purposes.

The Principles of Cross-Curricular Teaching and Learning

Cross-curricular teaching and learning is:

Based on individual subjects and their connections through

authentic links at the level of curriculum content, key concept or

learning process, or through an external theme/dimension;

Characterised and developed by individual teachers with excellent

subject knowledge, a deep understanding of their subject culture

and a capacity to reconceptualise this within a broader context of

learning beyond their subject, and with sensitivity towards other

subject cultures;

As much about as the development of a skilful pedagogy as

anything else;

Coherent in its maintaining of links with pupils’ prior learning and

experience;

Contextualised effectively, presenting opportunities for explicit

links with pupils’ learning outside the formal classroom;

Demanding in its use of curriculum time and resources, requiring

flexibilityand often needing the support of senior managers if

collaborative approaches are to be implemented effectively;

Underpinned by a meaningful assessment process that is explicitly

linked to, and informed by, the enriched pedagogical framework;

Normally collaborative in its nature, requiring meaningful and

sustained cooperation between subject teachers with support from

senior managers.

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The Purposes of Cross-Curricular Teaching and Learning

The purposes of cross-curricular teaching and learning flow from an

understanding of the definition and principles described above. As with the

principles, these purposes benefit teachers and pupils alike. The purposes

of cross-curricular teaching and learning are to;

Motivate and encourage pupils’ learning in a sympathetic way in

conjunction with their wider life experiences;

Draw on similarities in and between individual subjects (in terms

of subject content, pedagogical devices and learning processes) and

make these links explicit in various ways;

Provide active and experiential learning for pupils;

Develop meaningful co-operation and collaboration between staff

leading to the dual benefits of curriculum and professional

development;

Contribute towards a broad range of teaching and learning

opportunities located within individual subject teaching, across

subjects and in relationship to specific external curriculum themes

or dimensions;

Promote pupils’ cognitive, personal and social development in an

integrated way;

Allow teachers the opportunity to evaluate and reflect on their

teaching and be imaginative and innovative in their curriculum

planning;

Facilitate a shared vision amongst teachers and managers through

meaningful collaborations at all levels of curriculum design.

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What Are Cross-Curricular Teaching Methods?

When teachers use different strategies to teach a lesson, it is called cross-

curricular instruction. While there are different terms to describe the

varied methods of cross-curricular teaching, each promote the same goal:

prompting students to use multiple skills for learning multiple objectives.

Fusion, multidisciplinary, and interdisciplinary are three different, yet

comparable, approaches to crosscurricular teaching. Each of these three

methods has advantages and disadvantages for both teaching and learning.

Fusion

When institutions or teachers integrate traditional curricula with learning

tools from other subjects, it is fusion. Fusion promotes students to apply

knowledge and skills from one subject, such as math, to understand and

perform tasks for another subject, such as science. One example would be

an English teacher who naturally integrates writing, vocabulary, and

research into her traditional curriculum. Other examples of fusion would

be students who use the computer and teachers who routinely use smart

boards fuse technology with learning.

Still, fusion may be a disadvantage for students who have insufficient prior

learning to benefit from a fused lesson, which may result in them

struggling to complete an objective. A second disadvantage of fusion is

that one tool used to complement a lesson may be too distracting for the

students. For example, a social studies teacher used an interactive online

game for her eighth grade social studies class in preparation for them to

write a research report. Yet, the students spent so much time with the game

that they forgot the purpose of the lesson, so it had to be retaught.

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Multidisciplinary Curriculum

Whereas in fusion, we use many subjects to teach one topic,

multidisciplinary teaches one topic through different subjects. For this

method, learning may happen in two ways: team teaching or subject

collaboration. Teachers share time and classrooms to link their subject to a

lesson idea, or a few teachers collaborate on a project that includes

students performing activities from multiple disciplines. This sharing

across subjects and disciplines is one advantage of multidisciplinary

instruction.

To illustrate, a geometry teacher invites a geography teacher and an

English teacher into her classroom to teach a lesson about angles, which

she considers to be a cross-curricular teaching opportunity. The geography

teacher plans to teach a lesson linking angles to measuring longitude and

latitude, while the English teacher prepares a lesson linking the term to

defining author's point of view.

When teachers identify ways to share curriculum, it aligns learning

through multiple disciplines and supports a teacher's creativity. At the

same time, students scaffold learning by building their knowledge of one

subject upon another.

The biggest disadvantage of multidisciplinary teaching is time

management and time consumption. Team teaching and collaborating

require more time to prepare since they include performance objectives

and assessments for all the curriculum lessons that are shared.

Multidisciplinary teaching is impossibile without a clear organizational

plan from all of the teachers who share the activities.

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Interdisciplinary

In education, units of learning are written to teach specific skills. For

instance, a science unit may require that students understand a scientific

method, whereas a math skill may require students understand an

operation. When a teacher plans a project for one subject while identifying

the skills students need from another subject, it is interdisciplinary

teaching. When students transfer knowledge from subject to subject, it is

interdisciplinary learning. The benefit of the interdisciplinary method is

its student-centered, student-engaged, and student-shared approach. It is

also an effective strategy since it reinforces students' prior knowledge,

learning, and understanding learning objectives. For interdisciplinary

learning, the teacher designs a project, investigates the students' skills,

assigns groups, then those groups assign tasks to replicate the skills needed

for the project.

The Headteacher

Maria Grazia Cianciulli

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PROGETTO CROSSCURRICULUM

La legge di riforma del sistema scolastico L.107/2015 “ La Buona Scuola”

invita le scuole a voler rimodulare il monte ore scolastico prevedendo

l’introduzione di discipline opzionali obbligatorie utili alla formazione del

profilo digitale dello studente. Tale innovazione risponde altresì

all’esigenza di modulare l’offerta

formativa ritagliandola sui bisogni formativi dell’utenza. L’introduzione

del RAV ( Rapporto di Autovalutazione) e la conseguente adozione del

Piano di Miglioramento ( PDM) , in risposta ai bisogni emergenti, rende

tale innovazione ancor più indispensabile, dando l’opportunità di effettuare

didattica di supporto a costo zero rientrando, tali attività, nel monte ore

curriculare. Infatti dalla ripartizione del monte ore in unità di 50 minuti è

stato possibile “accantonare” dei tempi di didattica utili all’attivazione di

laboratori disciplinari rispondenti alle esigenze formative dei nostri

studenti. Quindi, senza nulla togliere alle discipline scolastiche curriculari,

ogni studente potrà beneficiare il mercoledì di laboratori didattici

organizzati non più con lo schema “classe” ma con lo schema “ gruppo di

livello di competenza” ( es: ecdl /pet ecc.) o con il criterio “ attitudine

vocazionale” ( es: statitica/cad ecc) o con il criterio del “bisogno

formativo” ( es: recupero / potenziamento disciplinare) Dal RAV della

nostra scuola emerge un bisogno formativo nelle discipline

MATEMATICA e INGLESE e una carente partecipazione delle famiglie

alla vita scolastica.

La nostra risposta organizzativa a queste tre priorità emerse tra i punti di

debolezza, è stato l’impianto del CROSSCURRICULUM giornata

dedicata alla didattica laboratoriale ( il mercoledì) con il contributo di

esperti esterni/ volontari/ genitori che offrono la propria competenza per

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sviluppare percorsi formativi in collaborazione

scuola/famiglia/extrascuola, a beneficio dei nostri ragazzi.

Siamo partiti dal comma 3 della L.107/2015 che recita:

3. La piena realizzazione del curricolo della scuola e il raggiungimento

degli obiettivi di cui ai commi da 5 a 26, la valorizzazione delle

potenzialità e degli stili di apprendimento nonché della comunità

professionale scolastica con lo sviluppo del metodo cooperativo, nel

rispetto della libertà di insegnamento, la collaborazione e la progettazione,

l’interazione con le famiglie e il territorio sono perseguiti mediante le

forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa previste dal

regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo

1999, n. 275, e in particolare attraverso:

a) l’articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna

disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari;

b) il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri

orari, nei limiti della dotazione organica dell’autonomia di cui al comma 5,

tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;

c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo

del curricolo e di quello destinato alle singole discipline, anche mediante

l’articolazione del gruppo della classe.

A seguito di un attenta riflessione e ad un costruttivo dibattito interno, sia

in sede dipartimentale che collegiale, si è pervenuti all’elaborazione di un

modello in via di sperimentazione che risponde alle esigenze della nostra

utenza.

Nella nostra scuola, Collegio dei docenti e Consiglio d’Istituto, hanno,

quindi,deliberato l’articolazione del monte ore in moduli di 50 minuti per

rispondere all’offerta formativaopzionale obbligatoria prevista dalla

riforma.

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Tale monte ore accantonato viene erogato ogni mercoledi, giornata in cui

gli studenti, articolati per classe aperta seguono diversi laboratori,

denominati CROSSCURRICULUM, tra i quali:

RECUPERO DI MATEMATICA

RECUPERO DI LINGUA INGLESE

RECUPERO DI LATINO

RECUPERO DI GRECO

POTENZIAMENTO DI LATINO e GRECO

POTENZIAMENTO DI MATEMATICA

ECDL

CERTIFICAZIONE LINGUISTICA

ESERCITAZIONI INVALSI

POTENZIAMENTO DI STORIA

LABORATORIO DI LETTO - SCRITTURA

STUDIO GUIDATO/METODOLOGIA

ORIENTAMENTO

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

EDUCAZIONE STRADALE

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ

LABORATORIO D’ARTE

ECOLAB LABORATORI SCIENTIFICI

STATISTICA

CAD

TEATRO

PARLAMENTO EUROPEO DEI RAGAZZI - CITTADINANZA

BABEL /GIORNALISMO

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

FOTOGRAFIA

PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI STATO

LABORATORI DI MUSICA

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Tale scelta risponde ai bisogni formativi emersi dal RAV e soprattutto

risponde massicciamente alle esigenze di recupero di competenze in

matematica e inglese che sono le prime due priorità previste nel nostro

piano di miglioramento (PDM).

L’approccio CROSSCURRICULARE:

supporta gli studenti più deboli con interventi di recupero gratuiti e in

orario curriculare, evitando così un aggravio sulle famiglie che solitamente

facevano ricorso a costose “lezioni private”; supporta gli studenti del

biennio che vengono settimanalmente preparati ad affrontare le prove

INVALSI; supporta gli studenti maturandi nella preparazione all’esame di

stato; supporta gli studenti più capaci nel potenziamento dei loro talenti e

nella preparazione alle scelte universitarie; prepara gli studenti ad

affrontare gli esami per il conseguimento dell’ECDL e delle

CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE; valorizza la verticalizzazione degli

apprendimenti, le attività a classe aperta e la trasversalità degli obiettivi

formativi. La DIDATTICA LABORATORIALE connessa, rende gli

studenti protagonisti del loro sapere attraverso la pratica didattica della

RICERCAZIONE. I docenti potenziano il lavoro dipartimentale e

socializzano materiali esperienze e prodotti finali.

Le famiglie vengono coinvolte negli interventi seminariali modulari

attraverso collaborazioni a titolo volontario e gratuito da parte di genitori

qualificati ed esperti in diversi settori professionali. Viene reso più agevole

l’incontro con esperti esterni e professionisti che incontrano i nostri

giovani nell’ambito di eventi e manifestazioni. Gli studenti si sentono

protagonisti dell’azione didattico-educativa, coinvolti nel processo di

TEARNING ( teaching/learning), coinvolti e responsabilizzati circa i

risultati. Si può dare spazio alle educazioni , agli obiettivi formativi

trasversali che difficilmente riescono a trovare una collocazione stabile. Si

acquisisce così una dimensione flessibile e articolata dell’offerta

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formativa, pronta a rispondere ai bisogni emergenti e alle scelte operate

dagli studenti in merito alle competenze che sono interessati ad acquisire.

L’impianto del CROSSCURRICULUM offre, inoltre la possibilità di

effettuare L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO in orario curriculare,

così come auspicato dalla normativa di riferimento.

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ISTITUTO MAGISTRALE STATALE I LICEI “TOMMASO CAMPANELLA”

SCUOLA CAPOFILA DI AMBITO 2 REGIONE CALABRIA PROVINCIA DI COSENZA

Via Annunziata, 4 – 87021 Belvedere Marittimo (CS)

Tel/fax: 0985 82409 sito: www.liceobelvedere.gov.it

e-mail :[email protected]:[email protected]

ACCORDO DI RETE

“CROSSCURRICULUM”

ACCORDO DI RETE TRA ISTITUTI SECONDARI DI SECOONDO GRADO

CHE ADOTTANO IL MODELLO DIDATTICO ORGANIZZATIVO DENOMINATO

“CROSSCURRICULUM”

Vista la legge 13 luglio 2015, n 107, con particolare riferimento all'art. 1, comma 66 e seguenti;

Visto l'art. 1 comma 70 della legge 13 luglio2015, n 107 che dispone che gli Uffici scolastici regionali promuovono la costituzione di reti tra istituzioni scolastiche del medesimo

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ambito; Visto l'Accordo delle reti dell'Ambito della provincia di Cosenza

Considerato che la L.107/2015 prevede di facilitare la costituzione di reti (reti di scopo) per la valorizzazione e formazione delle risorse professionali, la gestione comune di funzioni e di attività amministrative, nonché la realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale;

Visto l'art. 7 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275 prevede la facoltà per le istituzioni scolastiche di promuovere accordi di rete per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali;

Visto l'art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 in base al quale le amministrazioni pubbliche possono concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune.

Considerato che le istituzioni scolastiche sopraddette hanno interesse a collaborare reciprocamente per l'attuazione di iniziative comuni;

Considerato altresì che tale collaborazione è finalizzata alla miglior realizzazione della funzione della scuola come centro di educazione ed istruzione, nonché come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio; al completamento e miglioramento dell'iter del percorso formativo degli alunni; a favorire una comunicazione più intensa e proficua fra le istituzioni scolastiche; a stimolare e a realizzare, anche attraverso studi e ricerche, l'accrescimento della qualità dei servizi offerti dalle istituzioni scolastiche;

i sopraddetti con il presente atto convengono quanto segue: Visto l'art. 15 della Legge n. 241/1990 che dispone : … “le

pubbliche amministrazioni possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”;

Visto l'art. 21 della Legge n.59/1997 relativo all'attribuzione di autonomia funzionale e personalità giuridica alle istituzioni Scolastiche;

Visto che l’art. 7, comma 2, del D.P.R. 275/ 99 consente espressamente l’adozione di accordi di rete tra diverse Istituzioni Scolastiche per la realizzazione di attività di comune interesse, ai sensi dell’art. 15 della legge 241/90;

Atteso che l’art. 33 del D.I. n. 44/2001 prevede che il Consiglio di Istituto deliberi in ordine all’adesione a reti di scuole e consorzi

Visto che i DD.PP.RR. NN 87/2010, 88/2010, 89/2010 dispongono il riordino dell’assetto ordina mentale, organizzativo e didattico dell’istruzione liceale, tecnica e professionale;

Considerato che le Istituzioni scolastiche indicate in calce al presente intendono collaborare per l’attuazione di iniziative comuni di progettazione didattica e di certificazione delle competenze in relazione alla riforma del secondo ciclo

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d’istruzione e di cui ai citati decreti;

Considerato che dal quadro normativo su richiamato emerge la necessità e possibilità per le scuole di stipulare accordi di rete di comune interesse, nella fattispecie di “formazione/aggiornamento, di ricerca,sperimentazione e sviluppo del personale”;

Visto che, in particolare, l’accordo di rete è finalizzato alla ricerca didattica e alla produzione di percorsi didattici multidisciplinari;

Atteso che l’attività di ricerca didatticao-organizzativa e di progettazione e sperimentazione dei percorsi dovrà svolgersi secondo il progetto elaborato dai Licei “ Tommaso Campanella” di Belvedere M.mo e condiviso dai Dirigenti Scolastici delle scuole collegate in rete adattando il modello CROSSCURRICULUM in relazione alle esigenze rilevate nelle diverse scuole aderenti alla Rete;

Atteso che il Liceo TOMMASO CAMPANELLA DI Belvedere M.mo è stato individuato, acquisitane la disponibilità, quale scuola capofila per la gestione della rete e della attività ad esso collegate;

i seguenti Istituti Scolastici, nelle persone dei rispettivi Dirigenti Scolastici:

IIS IPSIA-ITI “E. Aletti” – Trebisacce (CS) DS Marilena VIGGIANO

Licei “Tommaso Campanella” Belvedere M.mo (CS) DS Maria Grazia Cianciulli

VISTE le delibere dei rispettivi Consigli d’Istituto

SI CONVIENE

ART. 1 - PREMESSE

Le premesse e gli allegati costituiscono parte integrante e sostanziale

dell'accordo.

ART. 2 - DEFINIZIONE

Per “istituzioni scolastiche aderenti” si intendono le Istituzioni scolastiche

che sottoscrivono il presente accordo e citate in premessa.

ART. 3 - DENOMINAZIONE

E’ istituito il collegamento in rete fra le istituzioni scolastiche che

aderiscono al presente accordo, che prende il nome di “Rete

CROSSCURRICULUM”

ART. 4 - FINALITA’

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Il presente accordo ha lo scopo di soddisfare il comune interesse alla

progettazione di percorsi didattici e modelli organizzativi rispondenti alle

indicazioni della legge di riforma n. 107/2015

ART. 5 - OGGETTO

Il presente accordo ha per oggetto la collaborazione fra le Istituzioni

scolastiche, che vi aderiscono col proprio personale docente, per creare

sinergie e scambio di buone pratiche nell’ottica del miglioramento della

riorganizzazione e della didattica in relazione alla riforma della scuola

secondaria di secondo grado seguendo il modello CROSSCURRICULUM

dei Licei di Belvedere M.mo.

Art. 6 - DURATA

Il presente accordo ha validità dalla data di sottoscrizione fino a diversa

disposizione delle parti.

ART. 7 - SCUOLA CAPOFILA

Il Liceo TOMMASO CAMPANELLA assume il ruolo di capofila della rete.

ART. 8 - GESTIONE DELLE ATTIVITA’

La Scuola capofila si impegna ad interagire con le scuole aderenti alla rete

al fine di ottimizzare e divulgare il modello CROSSCURRICULUM promuovendo

ogni utile iniziativa e sinergia.

ART. 9 - RISORSE FINANZIARIE

Il modello CROSSCURRICULUM non comporta spese, nè diversi oneri finanziari

per le scuole aderenti. Le scuole aderenti alla rete potranno eventualmente

incentivare l’attività dei docenti coinvolti con le risorse eventualmente disponibili

nel fondo di istituto .

ART. 10 – NORME FINALI

L’accordo viene inviato alle scuole aderenti per la relativa pubblicazione

all’albo e per il deposito presso la segreteria della scuola, dove gli interessati

possono prenderne visione ed estrarne copia.

Per quanto non espressamente previsto, si rimanda all’ordinamento generale in

materia di istruzione e alle norme che regolano il rapporto di lavoro nel comparto

scuola.

Le istituzioni scolastiche aderenti alla rete dovranno altresì garantire, ai sensi e

per gli effetti del D.l.vo n. 196 del 30/6/2003 e del D.M. n. 305 Del 07/12/2006

(norme in materia di protezione dei dati personali), che i dati personali forniti o

acquisiti saranno oggetto di trattamento (nel rispetto della citata normativa)

esclusivamente per le finalità connesse agli adempimenti richiesti per

l’esecuzione degli obblighi di cui al presente accordo.

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Art.11: Allegati

Fanno parte integrante del presente accordo:

1) Le delibere degli Organi collegiali previste dall’art. 7 del DPR 8 Marzo 1999 N. 275

2) Il Progetto CROSSCURRICULUM

Luogo e data, Belvedere 18.10.2017

Letto, confermato e sottoscritto:

IIS IPSIA-ITI “E. Aletti” – Trebisacce (CS)

DS Marilena VIGGIANO

Licei “Tommaso Campanella” Belvedere M.mo (CS) DS Maria Grazia Cianciulli.

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RINGRAZIAMENTI

Eccomi giunta alla fine di questo lavoro di tesi, nonché alla fine del mio

percorso universitario. Non vedovo l’ora di finire, ma già mi sale un po' il

magone per questi anni che stanno sfuggendo, che passano troppo in fretta

e che mi fanno capire che sono ormai grande e che tanto ho alle spalle ma

tanto ancora arriverà.

Proverò a rendere un po' più animato questo freddo foglio, proverò ad

aprirmi a chiunque volesse leggere queste poche righe.

Il primo ringraziamento va all’Università del Salento che mi ha accolta e

mi ha fatto disperare in due soli fantastici anni. Ai meravigliosi docenti,

ma soprattutto al relatore di questa tesi, Prof.re Antonio Marsella che mi

ha permesso di fare un ottimo e dettagliato lavoro aprendomi le porte dei

Licei “Tommaso Campanella”, Belvedere Marittimo(CS). Questo ha un

profondo significato per me perchè mi ha fatto conoscere la mia terra

Calabrese e soprattutto la Dirigente Maria Grazia Cianciulli, per la quale

nutro immensa stima. Con il suo team di docenti ha messo la sua scuola a

mia diposizione, mi ha dato un ottimo ed innovativo tema da sviluppare.

Voglio ringraziare tutti per la disponibilità e la serietà con la quale mi

avete aiutata, anche a distanza.

Questi splendidi anni di Università sono stati gli anni delle mancanze più

profonde, delle convivenze alcune fantastiche altre meno, ma soprattutto

sono stati gli anni che mi hanno messo più alla prova e che mi hanno fatta

crescere.

Chi mi conosce un po' sa che non sono figlia di avvocati, medici o

ingegneri ma sono figlia del sacrificio e della passione di due genitori

fantastici che mi hanno sempre spronata ad avere il massimo dalla vita, a

sudare e a guadagnarmi una laurea anche a forza di sparecchiare tavoli e

portare bottiglie di vino.

Sono figlia di un padre che è stato un onesto lavoratore che ha sempre

creduto in me e sono certa che oggi avrebbe rivoluzionato Lecce ed il

mondo intero. Non c’è un giorno che mi svegli senza pensare a come

sarebbe tutto più facile se solo ci fossi e quanto mi sentirei tranquilla e

sicura ad averti con me. Dopo due anni dalla laurea triennale posso

rinnovarti il mio pensiero perché non cambierà mai, mi mancherai sempre,

in ogni istante della mia vita.

Affianco a me però, ci sei tu, Mamma. La donna che ha dedicato la sua

vita alla famiglia, che se mai sarò mamma vorrò essere come te. Devo

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chiederti scusa, però, per tutto il tempo che non ti ho dedicato in questi

mesi e per questi anni di sacrifici che spero un giorno ripagherò. Spero di

darti ancora mille soddisfazioni come questa.

Carmela e Valeria, siete la mia ancora di salvezza. Siamo da anni in posti

diversi ma quei pochi giorni che passiamo insieme hanno il potere di

cancellare tutto il tempo perso. Solo noi sappiamo quello che ci lega, che

voglia abbiamo di viverci e di realizzarci nella vita affettiva e lavorativa.

Un ringraziamento particolare va ai miei fantastici nonni, nonna Nunzia e

nonno Giuseppe, perché è da voi che ebbe inizio la nostra meravigliosa

famiglia. L’esempio di amore e fedeltà che in tutti questi anni ci avete dato

è stato fondamentale per noi nipoti. Avrei voluto tanto rifare il tirocinio lì

con voi, mi siete davvero mancati tanto.

Ringrazio tanto zio Pasquale, zio Stefano, zia Paola e zia MG, con

rispettivi cuginetti al seguito, siamo tutti pieni di impegni ma sempre uniti

e presenti nelle nostre vite.

È arrivato il momento degli amici, quelli di sempre e quelli che ho

conosciuto in questi anni.

Un ringraziamento particolare va a Frangus, Marya, cate, amici ormai

storici, compagni di vita fantastici. Grazie a voi ho capito che gli amici,

quelli veri, esistono e che non voglio perdervi per nessuna ragione. Sembra

fredda e riduttiva come frase, ma assolutamente vera, “voi sapete già

tutto”. Conoscete ogni mia espressione, ogni mio stato d’animo, siete la

mia ombra.

Grazie a Titino, Cristian, Ermelinda, Luca, Andrea, Jari, Antonia,

Alessandro, Benedetta, Fabio, Alberto, Maria Grazia, gli amici delle tante

serate e di quelle che arriveranno. Abbiamo un’estate da trascorrere

insieme.

Grazie a Stella, ci sono troppe cose che ormai ci legano, ci capiamo con un

solo sguardo. In questi anni video chiamate, messaggi ogni giorno, che

hanno permesso di sentirti sempre vicina e mi hanno convinta sempre più

del fatto che non voglio perderti.

Grazie va soprattutto alle mie meravigliose coinquiline, ormai amiche,

Arianna, Sara, Valentina e Federica. Con voi si è creata subito una

sintonia, un’amicizia particolare, un rapporto meraviglioso di

collaborazione, rispetto e aiuto reciproco. Avete condiviso con me gioie e

dolori, mi mancherà tutto di voi. Non sarò stata la coinquilina dai baci e

abbracci ma spero di avervi dato tanto altro, di essere stata la vostra spalla.

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Grazie a Lucio e Vito, le prime persone che ho incontrato a Lecce e con

cui sin da subito si è creato nella maniera più naturale possibile, un

rapporto di amicizia puro e sincero. Non smetterò mai di ringraziarvi per

tutti i caffè, i pranzi, le cene e le uscite insieme.

Grazie alle mie colleghe e soprattutto a te Francesca, una compagna di

studio eccezionale, un supporto sempre presente. Sei stata parte integrante

di questo mio percorso.

Grazie a Cosmery per il trucco, i capelli e i vestiti che hai sempre scelto.

Grazie a Giulia per le lunghe chiacchierate e le grasse risate insieme.

Avete fatto sì che il mio percorso potesse essere il più sereno e allegro

possibile.

Grazie alla famiglia di Ata, mi avete accolta e accettata sin da subito.

Grazie per aver, in questi due anni, supportato e sopportato “Trilly” per la

mia assenza. È merito vostro il suo essere speciale.

Adesso tocca a te, Ata. Grazie di non aver mai ostacolato i miei sogni, di

aver condiviso ogni mia decisione,di essere stato un punto di riferimento,

una presenza costante nella mia vita. Non riesco nemmeno ad immaginare

di festeggiare un mio traguardo senza di te, non riesco ad immaginare la

mia vita senza di te.

Grazie a chi mi conosce, a chi mi vuole bene, a chi ha vissuto momenti

con me, a chi ha creduto in me. Non smetterò mai di sognare e di credere

in un futuro migliore con tutti voi al mio fianco.