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A me stessa e a chi come me
vuole costruire un futuro dal nulla
e con le proprie forze.
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INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO UNO:
LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA
ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA
1.1 Definizione e concetti
1.2 Cenni storici
1.3 Parentesi normativa
1.4 Dati statistici sull’istruzione scolastica
CAPITOLO DUE:
IL CROSSCURRICULUM:UN’ESPERIENZA
INNOVATIVA NELLA SCUOLA DEL CAMBIAMENTO
2.1 Definizione di crosscurriculum
2.2 La progettazione a scuola
2.3 La Legge 107/2015, la Buona scuola
2.4 “Buona scuola”? Antitesi sulla legge
CAPITOLO TRE:
IL CROSSCURRICULUM NELL’ESPERIENZA DEI
LICEI “TOMMASO CAMPANELLA” BELVEDERE (CS)
3.1 Presentazione del progetto
3.2 Presentazione al senato del crosscurriculum
3.3 Elenco laboratori
3.4 Esperienza delle altre scuole che hanno aderito al
progetto
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
APPENDICE: Progetto “Crosscurriculum”nell’esperienza dei
Licei “Tommaso Campanella” Belvedere (CS)
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INTRODUZIONE
Il mio lavoro di tesi nasce dall’interesse nel riscatto del Meridione, tacciato
di improduttività e arretratezza. Dovrebbe servire a conoscere una realtà
filtrata attraverso un pregiudizio talvolta infondato. La Calabria è apparsa
e ancora oggi è, un luogo da cui prendere le distanze, dissociarsi, evitare,
di esplorare e conoscere. Un piccolo centro, crocevia di passioni, di
emozioni spesso solo fantastiche, propagate da una tv specchio, riflesso di
un mondo evolutosi lontano dal quotidiano di chi in quella città viveva.
Ritengo necessario partire e voler affermare il primato di questa
Regione partendo dall’istruzione, unica in grado di cambiare le menti.
Pochi sono a conoscenza di un’importante progetto, oggetto della mia tesi,
che nasce proprio in una scuola della suddetta Regione. Il progetto di cui
parlo è nato nell’Istituto Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola
capofila di ambito 2 regione Calabria provincia di Cosenza e prende il
nome di: “CROSSCURRICULUM, dalla scuola prêt a porter alla didattica
sartoriale”. Una didattica modulare, applicativa ed integrata, una vera
rivoluzione che riguarda alunni, insegnanti e genitori.
Il mondo della Pubblica Istruzione da diversi anni è in fermento. Sin
dagli anni ’90 l’Europa ha dovuto confrontarsi con nuove criticità dovute
all’inadeguata preparazione degli studenti ad inserirsi in un mondo del
lavoro in rapido cambiamento. Le grandi trasformazioni verificatesi nel
corso del XX secolo, ad esempio, in tutti i Paesi sviluppati, hanno prodotto
molteplici e significativi cambiamenti, sia nei modelli di vita individuali
che nella vita familiare e nell’organizzazione del lavoro. Inevitabili le
ripercussioni che coinvolgono gli assetti tradizionali del welfare
state,1creando nuovi interrogativi sul futuro e sulle strategie per una
1Trifiletti R., Nuovi rischi sociali, ridisegno del welfare e cittadinanza
delle donne, Italian Journal of Social Policy 2, 4, 2009, p. 19-142.
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ridefinizione. I cambiamenti sono stati tanti e riguardano molti campi, dall’
istruzione alla politica, all’educazione in sé, per non parlare dei pericoli.
Una Regione, apparentemente serena, bloccata, in realtà dal permanere di
una tradizione mischiata all’ignoranza, al pregiudizio, alla preclusione, alla
repressione, alla violenza. Ha sorbito il pericolo del “brigantaggio”, oggi
invece, prende il nome di “ndrangheta”, cambia il nome ma restano
sempre e comunque elementi che non portano altro che un allontanamento
delle persone dalle proprie aree, dalla propria terra. È come se ci fosse un
germe genetico criminale nel carattere del calabrese. Negli anni ’80, il
fenomeno della ndrangheta, che era stato, nell’età moderna, un retaggio
dell’assenza dello Stato nelle vicende della quotidianità del popolo,
divenne una piaga delinquenziale: l’entrata delle cosche nel grande
commercio della droga e delle armi, nell’enorme affare del riciclaggio del
denaro sporco, nella graduale e definitiva acquisizione delle imprese
calabresi. Ciò ha portato un grande inquinamento della classe dirigente e
della politica, hanno contribuito a deprimere la già fragile economia
regionale, creando persino problemi riguardo al reale controllo di parti del
territorio regionale da parte dell’amministrazione italiana.2
Certamente non c’è bisogno di affermare o fotografare questa regione
come una realtà ad hoc, ma è importante dire, che non è diversa o più
arretrata e lontana rispetto alle altre.
“La Calabria è una terra di uomini di pensiero e di penna, che ha dato
i natali a Cassiodoro e a Gioacchino da Fiore, a Bernardino, Telesio e a
Tommaso Campanella, a Corrado Alvaro e a Leonida Repaci”. Così
Roberto Ruonzi, Presidente del Touring Club Italia, nonché economista,
presenta la Regione. Importante è stato il suo lavoro di ricerca socio-
2Salazar C., Spadaro A., Lineamenti di diritto costituzionale della regione
Calabria, Torino, Giappichelli Editore, 2013, p.21.
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economico nel Mezzogiorno, in cui si promuove la tutela e una corretta
fruizione del patrimonio storico, artistico e ambientale italiano.
Il mezzogiorno viene ricordato anche per quel legame morboso che vi
è con le tradizioni, gli usi, i costumi ma soprattutto con la famiglia. Infatti
un importante punto interrogativo resta il rapporto tra la scuola e la
famiglia e di come questo sia cambiato nel tempo.
Ma che rilevanza ha la famiglia all’interno delle Istituzioni
scolastiche? Da sempre questa insieme alla scuola rappresenta la
principale agenzia educativa che opera nella nostra società. Dopo l’Unità
d’Italia, la famiglia ha mantenuto il primato sull’educazione affettiva e
sociale e la scuola ha sempre più rivendicato la sua autonomia rispetto
all’educazione cognitiva e intellettuale. 3 Di tutta l’innovazione che finora
ci siamo occupati, è necessario escludere la famiglia, in quanto bisogna
ricercare e recuperare quei modelli educativi del passato, cui siamo stati
soggetti noi adulti.
Il presente lavoro si articola in tre parti:
Nel primo capitolo viene presentata la realtà scolastica nonché
l’evoluzione di questa nel passato fino ai giorni nostri, con un
imponente cenno alle normative che la riguardano nonché dati
statistici propri dell’argomento.
Nel secondo capitolo mi sono occupata del “crosscurriculum”, per
far conoscere di cosa si tratta e il suo ruolo nella storia. Si da ampio
spazio alla legge che lo ha introdotto, la 107/2015, “Buona
scuola”, che non rappresenta alcun coinvolgimento politico ma
solo una pura conoscenza.
Infine nel terzo capitolo ho delineato il “Crosscurriculum”
attraverso le gesta dell’istituto magistrale “Tommaso Campanella”
3 Bartolomeo A., Le relazioni genitori-insegnanti. La scuola psicologia e
scuola, La scuola, 2004.
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e di come questo restituisce dati entusiasmanti sul piano sia
organizzativo che didattico.
Tutto ciò da un punto di vista assolutamente pratico e concreto, in
quanto vi sono allegati gli elenchi del laboratori con cui i ragazzi,
ogni mercoledì dell’anno, fanno i conti e si adoperano affinché il
programma stabilito riesca e venga portato a termine. Si vuole
mettere in luce il contributo della senatrice Enza Blundo, la quale
ha promosso questo evento, a fine legislatura, per segnare una
tappa in più, una tappa alquanto innovativa nella storia del sistema
scolastico, formativo della nazione.
Spero che delineare questo progetto abbia un buon riscontro, con l’augurio
che possano esserci ancora tante scuole che adottino il modello didattico
organizzativo denominato “Crosscurriculum”.
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CAPITOLO UNO
La scuola alla ricerca della perduta alleanza educativa con
la famiglia.
“Una buona testa e un buon cuore sono
una combinazione formidabile.
Ma quando ci aggiungi una lingua o una penna colta,
allora hai davvero qualcosa di speciale.”4
Così Nelson Mandela, politico e attivista sudafricano, presentava e
mostrava agli occhi di chi avrebbe un giorno letto, il valore, l’importanza
dell’istruzione, della scuola. Ha lottato per la libertà, la giustizia e la fine
delle discriminazioni. Una vita di lotta politica e di sacrificio, una passione
innata per la difesa della dignità umana, per il diritto all’uguaglianza.
Legata a ciò vi è certamente una delle strade che maggiormente porta
alla libertà dell’individuo, un essere pensante che solo attraverso la sua
cultura, istruzione può ritenersi davvero indipendente e autonomo.
La scuola è intesa come uno dei fondamentali strumenti per assicurare
a una società la continuità e il miglioramento della cultura che la
caratterizza.
Ha il dovere di creare le nuove generazioni di alunni capaci di
interpretare i simboli della cultura e quindi fornire loro gli strumenti per
fruire in maniera critica di quelle attività che occupano gran parte del loro
tempo. Ha un ruolo imprescindibile ed è uno dei settori sociali
fondamentali, centro propulsore di una formazione di lungo respiro non
4http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-06/una-buona-testa-ed-
buon-cuore-sono-sempre-formidabile-combinazione-
152731.shtml?uuid=ABDVaPi
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solo per i cittadini del Nord o del Sud, italiani o europei, ma per gli uomini
del mondo.
1.1 Definizione e concetti
La scuola è l’Istituzione sociale, pubblica o privata, preposta all’istruzione,
quale trasmissione del patrimonio di conoscenze proprio della cultura
d’appartenenza, o alla trasmissione di una formazione specifica in una
determinata disciplina, arte, tecnica, professione, mediante un’attività
didattica organizzativa secondo regole condivise. 5
Il servizio scolastico dà origine a un’organizzazione a rete, alla quale
concorrono in modo integrato il livello amministrativo statale, regionale e
locale, nonché, in base al principio di sussidiarietà orizzontale, istituzioni
private.6 Costituisce un compito costituzionalmente obbligatorio per lo
Stato che deve organizzarlo e gestirlo con proprie strutture.
Gli organi dell’istruzione scolastica pubblica sono il dirigente
scolastico, responsabile della gestione manageriale; il collegio dei docenti,
composto dai docenti della scuola e responsabile del funzionamento
didattico; il consiglio di istituto, presieduto dal dirigente scolastico e
aperto alla partecipazione di una rappresentanza di genitori e di studenti. 7
E’ un argomento ricco di attenzione e interesse da molti secoli ma
negli ultimi anni ha assunto caratteristiche diverse, a seguito di leggi o
proposte di leggi che ne hanno cambiato l’assetto.
5 Enciclopedia del 900, Parigi, 1977.
6Clarich M., Manuale di diritto amministrativo, Bologna, Il Mulino, 2015,
pag. 384.
7Ibidem, pag. 385.
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In tutte le culture e società di ogni tempo vi sono state relazioni fra
pari che svolgono una funzione nella socializzazione delle nuove
generazioni.
Genitori e insegnanti sono spesso preoccupati per la possibile
influenza negativa dei gruppi di pari: è però opportuno evitare un
atteggiamento generalizzato, in quanto si tratta di una necessità per la
socializzazione.
L’ambiente scolastico si apre a diversi livelli di collaborazione
all’interno del sistema stesso e nel rapporto con la comunità; le relazioni
possono riguardare:
- La cooperazione tra dirigenza ed insegnanti;
- La relazione tra insegnanti;
- La coordinazione di gruppi di studenti;
- I rapporti tra scuola e famiglia;
- La programmazione di progetti congiunti con enti e
organizzazioni del territorio.8
Ci soffermeremo proprio sul rapporto tra scuola e famiglia, che è
sempre più confuso. Genitori e insegnanti sono due ruoli distinti, che non
vanno confusi, ma che per la buona riuscita del minore sono fondamentali.
“Educare”significa, aiutare il bambino a diventare, a tirar fuori ciò che
è. Renderli uguali ai genitori è il fallimento di ogni progetto educativo.9
È necessario che certi principi, limiti, valori fondamentali, si
comunichino quando i figli sono ancora bambini. Bisogna far capire loro
quanto sia importante essere responsabili, che valore hanno le cose e che
comunque fino ad una certa età i genitori hanno la necessaria sicurezza e
8 Cardinali P., Migliorini L., Scuola e famiglia. Costruire alleanze,
Carocci, 2013.
9 Morelli R., I figli felici. Aiutiamoli a diventare se stessi, Edizioni Riza
S.r.l., Milano, 2004, pag.9.
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autonomia che connota ogni scelta educativa. Alcune di queste, devono
rimanere di competenza esclusiva dei genitori.
Quando diciamo che oggi è cambiato il rapporto tra genitori e scuola
ci riferiamo a tutte quelle pagine di cronaca a cui ogni giorno assistiamo e
che hanno come protagonista un genitore che ha denunciato, querelato un
insegnante per un brutto voto o per un rimprovero che ha il solo ed
esclusivo scopo di educare lo stesso.
È del 6 aprile 2018, il fatto di cronaca di un genitore di una ragazzina
di terza media che ha aggredito il professore, “colpevole” di aver
rimproverato la figlia. Il docente ha subito un’emorragia cerebrale e una
prognosi di 25 giorni. 10 Il 14 maggio 2018 un episodio simile si è
verificato a Eboli, dove un padre ha spintonato e schiaffeggiato il
professore di educazione tecnica. Alla base del gesto del papà un litigio tra
i due adolescenti, sedato dal professore stesso.11
Questi sono solo alcuni dei tanti, folli episodi di violenza legato alla
scuola. Una violenza che in maniera sempre più repentina fa scattare un
campanello d’allarme, che sta mobilitando il mondo della scuola.
Sul web è partita una petizione, indetta dal Presidente Mattarella, con
la richiesta di una legge specifica che tuteli i docenti.12 Si denota ed è
visibile a tutti il clima di tensione e di disagio che gli insegnanti sono
costretti a subire.
10 http://www.ilgiornale.it/news/cronache/prof-rimprovera-figlia-padre-
aggredisce-emorragia-cerebrale-1512963.html
11
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/05/14/news/eboli_padre_di_un_al
unno_aggredisce_il_prof-196412161/
12 https://www.tecnicadellascuola.it/violenze-contro-i-docenti-ci-sono-gia-
50mila-firme
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10
Non bisogna dimenticare però il vero ruolo dell’insegnante, quello sì
di istruire alla cultura ma anche quello di creare il cittadino, la persona che
dovrà affacciarsi alla società con lo spirito del “grande uomo”.
L’insegnate da sempre ha avuto il compito di produrre un clima di
classe favorevole anche finalizzato all’accettazione da parte degli studenti
dei valori accademici, ma per poter far questo occorre adottare un
atteggiamento positivo e costruttivo rispetto ai valori della subcultura
giovanile. Bambini ed adolescenti sono costretti ad andare a scuola, per cui
gli insegnanti dovrebbero essere in grado di rendere questa istruzione
meno subita e pesante dagli allievi. 13
La scuola rappresenta una realtà costante in ogni epoca dal Medioevo
o addirittura a Roma o nell’antica Grecia.
La scuola è da sempre il luogo di incontro/scontro di numerosi
bambini, ragazzi che lì trascorrono gran parte della giornata. È il luogo in
cui si affronta sin dall’inizio la complessità della vita sociale e ciò
consente di assumere consapevolezza dei contenuti di ruolo adulti,
preparando all’esercizio sostanziale della cittadinanza. Si acquisiscono
pratiche di comportamento adeguate alla costruzione del vivere sociale.
Gli anni che in quelle mura si trascorrono sono tanti, si pensi
all’infanzia o poi all’adolescenza, uscendo poi in età ormai adulta, si è
grandi e autonomi per decidere se continuare o finire gli studi. È proprio
dell’adolescenza che si vuole parlare, dell’inchiesta realizzata in Francia
sulla psicologia differenziale dell’adolescenza, in cui B. Zazzo ha studiato
quattro gruppi di adolescenti: studenti di scuola media, allievi della Scuola
Normale dei Maestri elementari, apprendisti e salariati. Questi gruppi si
differenziavano globalmente sulla base delle risposte a fronte di tre
variabili psicologiche: atteggiamenti di critica e di contestazione, relazioni
13Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,
2007, pag. 57-58.
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con la famiglia e con gli altri e rapporti con il mondo. 14Oggi, le differenze
culturali tra i giovani sono sempre meno legate a differenze di sesso, di
età, di provenienza geografica e ancor meno a differenze di classi sociali;
la gioventù sta diventando, da un punto di vista culturale e su base
mondiale, un gruppo già rimesso in causa nelle società tecnologicamente
più avanzate.
Proprio perché questo è il luogo di formazione per eccellenza
dovrebbe essere ed avere una somma organizzazione che permetta a tutti
indifferentemente dal sesso, razza e religione la stessa educazione e
opportunità scolastica.
Circa il concetto di scuola c’è da dire e tener presente che la realtà
scolastica non è semplice da definire per le profonde differenziazioni che
essa ha subìto nel corso di una evoluzione storica che ne hanno mutato
l’articolazione, i compiti sociali e le finalità.15
Essendo questa un elemento fondamentale insieme alla struttura
familiare per tutti gli alunni che ne fanno parte, è giusto spendere poche
parole per quelli che sono i nuovi rischi che ogni giorno è opportuno
affrontare. Sono rischi meno prevedibili e meno legati al ciclo della vita,
ma si addensano in corrispondenza di alcuni tipi di famiglie e in presenza
di alcune condizioni particolarmente vulnerabili, che crescono con
l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro e con il deficit caregiving
informali.16
14 Marcelli D., Braconnier A., Adolescenza e psicopatologia, Milano,
Masson S.p.A., 1995, p. 12.
15Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-
Bari, Laterza, 2010, pag.4.
16Ruggeri S., Solidarietà intergenerazionali e sistemi di welfare. Una
nuova geografia delle responsabilità familiari in Europa, Milano,
Ledizioni, 2014, p. 50.
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Sembra utile provare a fare un quadro della situazione e osservare più
da vicino i fenomeni che hanno generato questi cambiamenti, per
comprendere come in essi si siano avvicendate diverse dimensioni:
demografica, culturale e comportamentale che, dal generale ci riconducono
al particolare, con implicazioni multiple a livello micro, meso e macro.
17Cambiano, dunque, la qualità delle prestazioni e le necessità di chi se ne
fa carico. Le dimensioni del cambiamento sociale nelle società
contemporanee, hanno suscitato una crescente preoccupazione per la
continuità e la coesione delle reti di solidarietà intergenerazionali. Questi
sviluppi hanno migliorato la qualità della vita in generale, ma hanno anche
favorito la nascita di ideologie individualiste, il rafforzamento di alcuni
valori rispetto ad altri, ricostruendo una scala di doveri e di obblighi anche
rispetto alle relazioni di cura. Contro tutte le tendenze più pessimiste che
vedevano nelle attuali conformazioni familiari i segni di una disgregazione
della famiglia fino alla sua scomparsa, oggi possiamo, dunque, affermare
che, questa istituzione continua ad essere uno dei capisaldi del welfare o,
come uno dei tre pilastri, insieme allo Stato e al mercato, a sostegno del
benessere degli individui, lungo tutto il corso di vita.18
Questo processo di riorganizzazione, sensibile al cambiamento dei
tempi, garantisce la tenuta dei rapporti.
Una scuola funziona come tale solo se stimola e alimenta tutte le
potenzialità culturali di un territorio e se, a sua volta, ne è stimolata e
alimentata in un costante processo di interazione. La scuola nasce perché
17 Saraceno C., Naldini M., Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi
patti tra sesso e generazioni, Bologna,Il Mulino, 2011.
18Ruggeri S., Solidarietà intergenerazionali e sistemi di welfare. Una
nuova geografia delle responsabilità familiari in Europa, Milano,
Ledizioni, 2014, p. 95.
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le forze culturali del territorio esigono che nasca e diviene centrale nel
sistema formativo proprio perché esse le assegnano questo posto e questo
ruolo, controllando al contempo che li mantenga. Si tratta di un problema
politico che riguarda tutta la comunità. Senza questo, la scuola e con essa
il sistema formativo non esisterebbero.19
Questo è un settore della storia dell’educazione che, a sua volta,
rientra tra le scienze dell’educazione occupandosi dello studio del rapporto
educativo nel suo divenire. La storia della scuola ha per oggetto un aspetto
particolare del rapporto educativo: il suo esplicarsi ed evolversi in
istituzioni che, date certe caratteristiche, principi e finalità tesi alla
formazione delle nuove generazioni, prendono il nome di scuola. 20
1.2 Cenni storici
Quella che noi oggi conosciamo è molto diversa da quella del passato,
oggi molto più moderna, digitale e meno rigida di un tempo.
Si potrebbe quindi parlare della scuola nell’Antichità e nel Medioevo,
in Grecia e ad Atene, così come quella dell’età moderna che ha conosciuto
un processo di laicizzazione fino ad arrivare all’odierne struttura
scolastica.
Nel Seicento si affermò l’importanza della riflessione pedagogica, la
centralità delle tradizionali istituzioni educative (famiglia e scuola), la più
capillare presenza educativa e sociale della Chiesa.21 19Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-
Bari, Laterza, 2010, pag.6.
20Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-
Bari, Laterza, 2010, pag. 4.
21Serpe B., Potere Democrazia Educazione. Analisi storico-sociale e
pedagogia, Catanzaro, Rubbettino Editore, 2008, pag. 17.
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In Italia, alla metà del XVIII secolo i metodi didattici si ispirano alla
Ratio dei Gesuiti, successivamente a metà del ‘700 si manifesta
un’attenzione all’organizzazione della scuola pubblica, anche a livello
popolare, sia con i progetti propri del periodo illuminista che poi della
Rivoluzione francese e alle innovazioni scolastiche del periodo
napoleonico.
Nel 1773, vi è l’abolizione della Compagnia di Gesù, per la necessità
di reperire maestri laici in sostituzione di quelli religiosi cacciati. Si cercò
anche di impostare una politica scolastica a favore dell’istruzione
popolare, nella quale si distinse per prima la Lombardia di Maria Teresa,
cui fecero seguito altri Stati italiani. Con le riforme dei principi illuminati
si cerca di dare vita a un sistema scolastico popolare, senza la
partecipazione delle stesse classi popolari, anzi, spesso contro la loro
stessa volontà. La scuola, resterà per molto tempo un servizio raro e
pressoché inesistente per queste classi cui la scolarizzazione viene ad
essere imposta. Uno dei grandi meriti dell’Illuminismo è senz’altro quello
di aver dato il via alla fondazione di una scuola moderna, sia pure contro la
stessa volontà del popolo, anche se certamente non riuscì a superare le
enormi difficoltà sociali, culturali ed economiche e le remore insite nello
stesso immaginario collettivo della società in cui agiva. La Restaurazione
avrà buon gioco a riportare la situazione scolastica ai livelli
prerivoluzionari, almeno fino a quando non cominceranno a formarsi
anche in Italia gruppi di intellettuali, come i liberali dell’Antologia, sempre
più coscienti che affrontare il problema scolastico popolare non è solo una
battaglia ideale e filantropica, ma una lotta politica ed economica.
Il periodo delle Repubbliche e, in parte, anche del regno italico vede
una serie di cambiamenti nel settore dell’istruzione, che non sarebbero
stati neppure pensabili nel clima dell’ancien regime.
Le trasformazioni di maggior peso vanno ricercate a livello di
principio più che nell’attuazione di riforme scolastiche. Il concetto di
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scuola popolare prende consistenza proprio perché negli anni del
cosiddetto giacobinismo si fa strada l’idea di popolo come parte attiva per
la costruzione e il mantenimento della nazione.
Nel periodo giacobino si cercò di avviare una serie di interventi per
tutto il settore dell’istruzione pubblica con criteri che sono più illuministici
che rivoluzionari. L’obbligo e la gratuità scolastica, assumono motivazioni
diverse nella Repubblica, anche se non figurano esplicitamente né nella
prima né nella seconda Costituzione. Nasce un nuovo spirito, in cui la
scuola significa impulso alla realizzazione dell’uguaglianza delle
opportunità a prescindere dall’origine sociale, furono aperte scuole
elementari per maschi e femmine in ogni circondario. I maestri stessi,
erano sottoposti al controllo politico delle nuove autorità municipali. Il
principio è quello della più diffusa istruzione del popolo, ma attraverso
scuole considerate strumenti di consenso per lo Stato. La stessa
distribuzione delle discipline nel curriculum doveva ispirarsi a criteri
“Repubblicani”.
La Repubblica Italiana, nel 1802, per poi divenire Regno d’Italia nel
1805, istituì una Consulta di Stato per la pubblica istruzione e per il
controllo di tutte le scuole. L’istruzione fu suddivisa in: sublime
(università, accademie e scuole speciali), media (ginnasi e licei) ed
elementare. Con il ritorno del dominio austriaco nel 1814, la scuola è
riportata alla situazione “pre-francese” anche se sono approntati piani e
regolamenti per il rinnovamento degli studi, specie secondari, che si
imperniano su ginnasi e licei caratterizzati da un curriculum classicistico e
formalistico che troverà fortuna poi nell’Italia unitaria. Il Regolamento del
1818, suddivide le scuole elementari in minori, maggiori e tecniche, le
ultime mai istituite. L’ostacolo maggiore è quello di non disporre di una
classe magistrale idonea e soprattutto la mancanza di volontà di farvi
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fronte nella convinzione che il miglior corpo docente è quello costituito
dai parroci e dal corpo ecclesiastico in generale. 22
In regime di pieni poteri, ossia con decretazione governativa e senza
dibattito parlamentare sono state varate: la legge Boncompagni (1848), la
legge Casati (1859) ed infine la riforma Gentile (1923), unica legge quadro
che riordinava l’intero sistema scolastico nazionale.
La legge che porta il nome del conte Gabrio Casati, ministro della
Pubblica istruzione del regno sardo con il gabinetto Lamarmora, è il testo
su cui si impernia la scuola italiana fino alla riforma Gentile del 1923. Si
occupa dell’istruzione secondaria negli 84 articoli del Titolo III ed era
stata redatta nel giro di quattro mesi, grazie all’intensivo rodaggio
precedente.
Essa mantenne tutta la separazione tra educazione e istruzione.
L’istruzione popolare viene vista ancora con largo sospetto dalla
classe dominante e ciò è dimostrato dal fatto che vengono respinte varie
proposte di legge per rendere effettivo l’obbligo scolastico e vengono
respinte sul principio che l’istruzione del popolo avrebbe allargato il
malcontento delle proprie condizioni, l’odio fra le classi sociali e sottratto
braccia la lavoro con il conseguente accrescersi della miseria dei poveri. 23
La legge Coppino del 1877 costituisce, un passo avanti non
trascurabile nel travagliato settore dell’istruzione di base. Essa cerca di
rendere operante il principio dell’obbligatorietà della scuola elementare,
limitatamente al grado inferiore, fissando le sanzioni per gli inadempienti e
si instaura il controllo statale sulle nomine dei maestri. Anche i socialisti si
sono espressi sull’Istruzione ed è vista come la chiave di volta per dare
22 Sani R., Storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche nell’Italia
moderna, FrancoAngeli, 2015.
23 Serpe B., Potere Democrazia Educazione. Analisi storico-sociale e
pedagogia, Catanzaro, Rubbettino Editore, 2008, pag. 60.
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battaglia alle ingiustizie sociali ed economiche, giacché è essa che offre
all’individuo non solo maggiore coscienza critica ma anche maggiori
competenze lavorative, creando condizioni migliori di vita.
L’analfabetismo, che mette in una condizione così svantaggiosa le
stesse regioni dell’Italia superiore verso vari paesi stranieri, cresce a
dismisura scendendo dal Settentrione al Mezzogiorno d’Italia, in modo
che, solo qualche anno addietro, mentre Torino dava cinque analfabeti su
cento sposi e Milano ne dava tredici, Lecce, Bari, Potenza, Catanzaro,
Cosenza, Reggio ne davano sessantasei, sessantatre, sessantaquattro,
settantacinque, settantasei.
Le scuole pubbliche e private, inferiori e superiori, sono in media, nei
primi quarant’anni unitari, 14 per ogni 10.000 abitanti, ossia una classe per
ogni 100-110 bambini dai 6 ai 12 anni e una per 45-47 allievi
effettivamente iscritti. Anche la scuola secondaria, così come tutti gli altri
ordini, ha le sue basi strutturali nella legge Casati.
Il dibattito sulla riforma della scuola, che nasce nel periodo
dell’Unità, si incentra su temi importanti come: la libertà d’insegnamento e
la laicità della scuola, l’asse culturale che l’avrebbe dovuta caratterizzare
specie nel suo corso più qualificante del ginnasio-liceo.
Le cose cambiano quando il fascismo diviene regime e vuole una
propria scuola che formi il fascista perfetto, una scuola che possa formare
l’emblema del fascista. Si ascoltava la radio fascista, si vedevano film del
regime, il sabato fascista e i vari slogan che lo rappresentava. Questo ha
portato la scuola in una fase di letargo e profondo indebolimento.
Mussolini aveva chiamato la riforma Gentile “la più fascista delle
riforme”, dando così a vedere di essere lui stesso il primo a non averne
compreso lo spirito o, a desiderare che fosse frainteso. Gentile crede che la
scuola sia soprattutto uno sforzo intellettuale, a livello sia di quanto offre
sia di quanto richiede. Sono state mosse critiche alla riforma da parte
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fascista ed alcune di esse sono: l’eccessiva selettività; scarso controllo da
parte dello Stato; troppe concessioni alla religione.
Il mezzogiorno rappresentò una conquista tardiva del fascismo. In
intere regioni e province non se ne ritrovava quasi nulla. Vi era una
elevatissima resistenza al controllo fascista sull’opinione pubblica. Una
certa storiografia conservatrice sosteneva che fu un fatto essenzialmente
padano, una delle tante soverchierie che il Nord ha inflitto al vecchio e
buon Sud d’Italia. Resta comunque il fatto che nel Mezzogiorno il
fascismo, come organizzazione e come posizione politica, si diffuse
quando in sede nazionale esso aveva posto più che solide premesse alla
propria trasformazione in regime. Fu un fenomeno meno rapido nel
Mezzogiorno, perché la situazione sociale qui era più arretrata. 24
L’analisi della dinamica delle forze politiche e culturali
immediatamente dopo il 25 luglio 1943 ed in particolare dopo l’8
settembre 1943, risulta essenziale per la ricostruzione del dibattito sulla
scuola all’Assemblea Costituente. La crisi della pedagogia italiana concise
con gli anni di più intensa lotta politica ed il vuoto fu in parte coperto dalle
forze politiche o più interessate o più sensibili alle trasformazioni culturali
e scolastiche; le innovazioni proposte erano più apparenti che reali, perché
non si pervenne mai ad una critica radicale delle strutture scolastiche
esistenti e mancarono di fatto proposte alternative.
La scuola vi è considerata nel suo duplice aspetto di divulgatrice di
cultura e di formatrice di quadri dirigenti della nazione.
Alla fine degli anni ’50 si sviluppa tra gli economisti neoclassici la
teoria del capitale umano e attraverso questa si cercò di stimare il
contributo fornito da tale fattore alla crescita economica, e così venne
24 Masi G., Volpe F., Calabria contemporanea 1861-1961. Pagine di
critica storica, Catanzaro, Aiello Editore, 1983, pag.247-248.
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definendosi una teoria in base alla quale lo sviluppo economico dipendeva
dalle capacità e qualificazioni ricevute attraverso l’istruzione.
Tra gli anni ‘80 e ’90 si segnalano alcuni cambiamenti di importante
rilievo, infatti è in questi anni che uno dei principali esponenti inglese di
questo approccio affermava che, secondo la “nuova” economia
dell’istruzione, l’educazione contribuisce alla crescita economica, però
non come un input indispensabile ma come una infrastruttura che facilita il
processo di crescita. “Più l’individuo è istruito, più è produttivo” è un
assioma che entrò in crisi all’inizio degli anni settanta, tanto che negli Stati
Uniti uscirono libri che affermavano che il proseguimento degli studi si
rivelava una truffa, in quanto si assisteva ad un eccesso di istruzione.25
Sembra ragionevole affermare che la teoria del capitale umano risulta
esplicativa per i gruppi sociali con una maggiore libertà di scelta, ma non
può funzionare per quanti non risultano in tale condizione.
Questi sono gli anni in cui si era verificata una relativa crisi
dell’attenzione dei giovani per l’istruzione e sembrava importante trovare
un lavoro stabile e quindi i ragazzi erano propensi ad abbandonare la
scuola secondaria e cogliere tali occasioni. Però è giusto ricordare che ad
un livello di istruzione più elevato corrispondono redditi maggiori.
Nei primi due anni e otto mesi circa dall’ottobre 1998 al giugno 2001,
il ministero della Pubblica istruzione fu, in un primo tempo, ancora diretto
da Luigi Berlinguer con il governo di Massimo D’Alema e, poi, da Tullio
De Mauro con il governo di Giuliano Amato. 26
Il 12 settembre 2000, i nove gruppi costituenti, la commissione sul
riordino dei cicli, nominata dal ministro per la Pubblica Istruzione, hanno
25Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,
2007, pag. 33-34.
26Genovesi G., Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Roma-
Bari, Laterza, 2010, pag. 219.
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consegnato un primo documento di sintesi e con la legge n.30 varata dal
Parlamento il 10/02/2000 il governo ha approvato il Programma di
attuazione e la Relazione di fattibilità della riforma dei cicli scolastici.27
Nel 2003, legge Moratti, con la quale i gradi di istruzione cambiano il loro
nome in infanzia, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di
secondo grado ed introduce i Piani di Studio Personalizzati e le Unità di
Apprendimento.
Il 22/08/2007 viene emanato il Decreto n. 139 che porta l’obbligo
scolastico a 16 anni.
Nel 2008, la famosa Riforma Gelmini che ad esempio, introduce la
valutazione decimale nella scuola primaria e secondaria di primo grado,
introduce il maestro unico, il voto di condotta concorre alla valutazione
complessiva dello studente.
In questo nostro excursus storico non possiamo infine non parlare
della Legge 107, “la Buona Scuola”, approvata dal Consiglio dei Ministri
nella riunione del 7 aprile 2017, in vigore dal 31 maggio 2017.
Prevede elementi innovativi per studenti, insegnanti e chiunque sia
inserito in quella linea che ha a che fare con il passato sul tema del
precariato storico.
Oggi assistiamo sempre più ad una vertiginosa crescita delle
competenze fondamentali per orientarsi ed agire in una società complessa
come quella attuale.
Abbiamo esplicitato un’evoluzione storica della scuola, parlando dei
suoi alti e bassi, delle riforme che ne hanno cambiato l’assetto e di come è
cambiato l’approccio degli insegnanti e degli alunni che ogni giorno si
immettono nel mondo scolastico e dell’istruzione.
27 Rocca D. A., Indagine conoscitiva di interesse scolastico e sociologo,
Catanzaro, Calabria Letteraria Editrice, 2001.
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1.3 Parentesi normativa
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La
Repubblica
detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti
gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed
istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti
e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve
assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico
equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame
di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la
conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le
istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.”
“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per
almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se
privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La
repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle
famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per
concorso.”28
La Costituzione nella prima parte, dedicata ai diritti e doveri del
cittadino, in particolare tra i rapporti etico- sociali, all’art.33 e 34 si occupa
dell’istituzione scolastica. Prevede il diritto all’istruzione, affinché debba
essere una possibilità per chiunque, a prescindere dalla condizione
economica dello stesso.
28Edizioni giuridiche Simone, Codice Civile Esplicato con commento
essenziale articolo per articolo e schemi a lettura guidata, Napoli, Gruppo
Editoriale Simone, 2015, pag.28.
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22
Non è solo un diritto, in quanto è gratuita e non è soggetta a tasse e tributi,
ma è anche e soprattutto un dovere. Il mancato adempimento da parte del
minore dell’istruzione obbligatoria, è sanzionato dalla legge.
Anche la Carta dei diritti fondamentali UE menziona il diritto
all’istruzione, comporta in particolare, la facoltà di accedere gratuitamente
all’istruzione obbligatoria, così come afferma l’art.14.
Bambini e adolescenti sono titolari non solo dei diritti che gli adulti
hanno la responsabilità di garantire loro, come il diritto alla salute, il diritto
all’istruzione, ma sono titolari di diritti che prevedono la loro
“partecipazione attiva”. L’Italia ha ratificato la Convenzione
Internazionale ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza con la
legge n.176 del 27 maggio 1991. 29
L’istruzione è definita a livello legislativo sia come diritto soggettivo
riconosciuto a tutti, sia come dovere sociale ai sensi dell’art.4, comma 2,
Cost.
Con ciò si vuole affermare il grande lavoro e impegno che i nostri
padri costituzionali hanno messo in atto per far sì che il diritto
all’istruzione rimanesse impresso in un testo, come appunto quello della
Costituzione, che ha e avrà sempre priorità nel nostro ordinamento
giuridico. Bisogna far riferimento a questi articoli sia che si ricopra il ruolo
di alunno, che di insegnante, che di solo cittadino di questo Paese.
Prendersi cura delle proprie scuole, che sia primaria, secondaria o
università e dei loro problemi è interesse di ciascun cittadino che abbia a
cuore le sorti della nazione.
29Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Gruppo editoriale
s.r.l. Acireale- Roma, 2012, pag.81.
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23
1.4 Dati statistici sull’istruzione scolastica
La scuola così come tanti altri elementi della società vengono studiati
dall’Istituto di Statistica Italiana, un ente di ricerca pubblico, presente nel
Paese dal 1926, principale produttore di statistica ufficiale.
Si nota come le cose da anno in anno possono cambiare, possono
aumentare o diminuire le percentuali della preparazione degli alunni
iscritti agli Istituti scolastici. Si evince infatti, che nel 2004/05, nel
complesso della scuola secondaria superiore, meno della metà degli
studenti passava all’anno successivo senza “debiti”: erano il 61% nei licei,
ma appena il 32% negli istituti professionali.30
Oltre un terzo degli studenti ottiene la licenza media con la
valutazione minima di “sufficiente”, ma circa la metà era stata giudicata
“insufficiente” nello scrutinio precedente.
Questo è una piccola percentuale che rappresenta la situazione che
sembra esserci all’origine dei cattivi risultati che i giovani fra i 16 e i 25
anni di età hanno ottenuto in una indagine internazionale promossa in 21
paesi dell’Ocse.31 La medesima indagine indica che in Italia, sempre in
quella fascia di età, i tre quarti di coloro che possiedono soltanto una
licenza media presenta un livello di alfabetizzazione insufficiente.
Insomma in Italia, emerge il problema della mancata conquista di livelli
accettabili di apprendimento, nonostante il formale conseguimento di un
titolo di studio.
Nell’anno scolastico 2014/2015 il sistema scolastico in esame era
composto da 32.119 scuole, l’88,6% delle quali statali, con un bacino
30Fisher L., Lineamenti di sociologia della scuola, Bologna, Il Mulino,
2007, pag. 96.
31 Gallina V., La competenza alfabetica in Italia, Milano-Roma, Angeli,
2000.
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24
d’utenza di quasi 7 milioni di studenti. Nel dettaglio, le scuole statali sono
28.446 e contano 6,8 milioni di iscritti. Più della metà delle strutture è
dedicata all’offerta di formazione primaria, il 25,5% sono scuole
secondarie di primo grado e il restante 21,3 % sono scuole secondarie di
secondo grado.
Le scuole private paritarie sono invece 3.673, con un totale di 350
mila iscritti. A differenza di quanto osservato per le scuole statali, la
maggioranza degli istituti è dedicata all’offerta formativa secondaria di
secondo grado, il 39,4 % è dedicato all’offerta di formazione primaria e il
17,4 % all’istruzione secondaria di primo grado.
Il bilancio del triennio 2012/2015 si chiude in sofferenza per il settore
privato, sia in termini di scuole sia di alunni, mentre quello pubblico
mantiene una sostanziale stabilità. Il settore pubblico ha chiuso il triennio
con 27,6 mila iscritti in più, mentre il privato con una perdita di 28,2 mila
utenti.
Per gli alunni iscritti nell’anno scolastico 2013/2014 e 2014/2015 è
stata integrata anche l’informazione sugli esiti degli studenti. Al termine
del processo di integrazione risultano:
anno scolastico 2014/2015: 32.119 scuole e 7.151.139 alunni;
anno scolastico 2013/2014: 32.228 scuole e 7.127.143 alunni;
anno scolastico 2012/2013: 32.331 scuole e 7.151.733 alunni.
Risultano aver abbandonato la scuola, fra l’anno scolastico 2013/2014
e 2014/2015, 136.181 alunni.32
Nell’anno scolastico 2015/2016 continua a diminuire la popolazione
nelle scuole di diverso ordine e grado: 8.807.146 studenti, 62.273 in meno.
Il tasso di scolarità delle persone tra i 14 e i 18 anni, considerando
solo gli iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, è del 92,8%. Il
tasso di partecipazione al sistema formativo nel suo complesso, che
32http://www.istat.it/it/files/2017/04/Studenti-e-scuole.pdf.
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25
comprende anche gli iscritti alla filiera dell’istruzione e formazione
professionale, è invece pari al 98,5 % (0,3 punti percentuali in meno
rispetto all’anno precedente). Il 50,3 % dei giovani diplomati prosegue gli
studi all’università al termine degli studi secondari (1,2 punti percentuali
in più rispetto all’anno precedente). Il tasso di passaggio all’università è
più alto tra le donne (il 55,6 % a fronte del 45% dei maschi) e nelle regioni
del Nord-ovest 54,1%, mentre è più basso nel Sud (47,6) e nelle Isole
(43,6).
Nell’anno scolastico 2015/2016, la quota degli studenti ammessi a
sostenere l’esame di stato che consegue il diploma di istruzione secondaria
superiore raggiunge il 99,5 %.
Nel 2016 la quota di residenti (italiani e stranieri) in possesso di
qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore è del 35,7%, mentre
cresce la percentuale di chi possiede un titolo universitario, che raggiunge
il 13,3 %.33 Le immagini che seguono rappresentano le percentuali degli
studenti prima e delle scuole poi, presenti in Italia durante l’anno
scolastico 2016/17. Presentato dal Miur, riportano un risultato finale di
7.037.030, per gli studenti e 8.700 per quanto riguarda le scuole34.
33http://www.istat.it/it/files/2017/12/C07.pdf
34http://dati.istruzione.it/espscu/index.html?area=anagStu
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26
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27
CAPITOLO DUE
Il crosscurriculum: un’esperienza innovativa nella scuola
del cambiamento.
Definizione di crosscurriculum
L’insegnamento che si attua con il Crosscurriculum comporta uno sforzo
consapevole che permette di applicare conoscenze, principi e valori a più
di una disciplina accademica contemporaneamente. Jacobs affermava che
le discipline possono essere correlate attraverso un tema centrale, un
problema, un processo, un argomento o un’esperienza.35E’ una
metodologia didattica che punta a rimodulare l’offerta formativa,
favorendo il talento di ogni alunno, le sue attitudini, attraverso laboratori
disciplinari, classi aperte e gruppi di livello di competenza. Un
apprendimento che si sviluppa attraverso l’esperienza e la ricerca. 36Il
crosscurriculum è la risposta che la riforma “Buona scuola” stava appunto
cercando. È efficace e risolve contestualmente, tutte le criticità operative
che possano esserci in una didattica esclusivamente laboratoriale.
La struttura organizzativa dell’insegnamento
interdisciplinare/crosscurriculum è chiamata “tema”, unità tematica che
altro non è che un quadro con obiettivi e risultati che specificano ciò che
35Jacobs, H. H. Interdisciplinary Curriculum: Design and Implementation.
Alexandria, VA: Association for Supervision and Curriculum
Development, 1989.
36http://www.paese24.it/49511/alto-jonio/trebisacce-nuova-offerta-
formativa-istituto-aletti-inserita-nella-proposta-di-riforma-della-
scuola.html
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28
gli studenti si aspettano di apprendere come risultato delle esperienze e
lezioni che fanno parte dell’unità.
Sembrano esserci due livelli di integrazione che attraversano le
scuole: il primo è l’integrazione della lingua, delle arti; il secondo, invece,
riguarda un tipo di integrazione molto più ampio, in cui un tema inizia a
comprendere tutte le aree curriculari. 37
È spesso visto come un modo per affrontare alcuni problemi ricorrenti
nell’educazione, come l’istruzione ed è visto come un modo per sostenere
obiettivi di trasferimento dell’apprendimento, insegnare agli studenti a
pensare e ragionare. 38 L’insegnamento di cui si parla fornisce un modo
significativo con cui gli studenti possono usare conoscenza appresa in un
contesto dentro e fuori la scuola. Questo pensiero critico può essere
applicato in qualsiasi disciplina e ricordiamo che aumenta la motivazione
degli studenti all’apprendimento.
Resnick (1989) affermava che quando gli studenti partecipano in
modo interdisciplinare alle esperienze vedono il valore di ciò che stanno
imparando e diventano più attivamente coinvolti.
Thaiss (1986) affermava invece, come l’insegnamento attraverso il
crosscurriculum, possa rendere efficace l’apprendimento e di come gli
studenti di conseguenza, imparano di più. A questo possiamo aggiungere il
loro interagire con i loro compagni di classe, insegnanti e membri della
scuola.
Esistono diversi metodi attraverso cui gli insegnanti possono integrare
con successo la propria professione con altri soggetti.
Alcuni di questi approcci possono essere:
37 Fogarty, R. The Mindful School: How to Integrate the Curricula.
Palatine, IL: Skylight Publishing, Inc., 1991.
38Perkins, D. N. "Educating for Insight." Educational Leadership 49/2
(1991).
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29
- Integrazione fai da te
- Integrazione team- teach- it
- Integrazione multidisciplinare
Jonathan Savage, da una definizione di crosscurriculum definendolo un
approccio all’insegnamento caratterizzato da sensibilità verso le
conoscenze, abilità e comprensioni provenienti da varie aree tematiche. Si
tratta dello sviluppo di una pedagogia potenziata che un abile insegnante
adotta per gli scopi espliciti, per migliorare l’insegnamento e
l’apprendimento. Abbraccia ed esplora la sensibilità dell’insegnante verso
la sintesi delle diverse conoscenze, abilità e comprensioni all’interno delle
materie curriculari.
Gli scopi dell’insegnamento e dell’apprendimento cross-curriculare sono:
- Motivare e incoraggiare l’apprendimento degli alunni in modo
comprensivo in combinazione con le loro esperienze di vita più
ampie;
- Tracciare le similitudini tra i singoli soggetti e rendere espliciti
questi collegamenti in vari modi;
- Fornire un apprendimento attivo ed esperenziale per gli alunni;
- Contribuisce a una vasta gamma di opportunità di insegnamento e
apprendimento;
- Promuovere lo sviluppo cognitivo, personale e sociale degli alunni
in modo integrato;
- Consente agli insegnanti l’opportunità di valutare e riflettere sul
loro insegnamento e di essere fantasiosi e innovativi nella
pianificazione del loro curriculum;
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30
- Facilitare una visione condivisa tra insegnanti e manager attraverso
collaborazioni significative a tutti i livelli di progettazione del
curriculum.39
Ciò permette una nuova visione della scuola, non più struttura che
trasmette sole conoscenze e rigide nozioni, ma luogo in cui si organizza e
si gestisce la produzione di conoscenza in cui si partecipa al processo di
trasformazione delle idee, delle relazioni, del contesto in cui si vive. Le
iniziative proposte possono dare ai ragazzi l’opportunità di presentare
argomenti, problemi che li riguardano. Ci sarà quello a cui servono lezioni
di potenziamento di alcune materie, quello che vuole prepararsi per test
universitari o quello predisposto nell’imparare sport vari, a prescindere
bisogna progettare attività che aiutino ad acquisire le competenze
necessarie con un servizio di utilità sociale. Mette ogni alunno nella
condizione di stimare le proprie abilità e valutare gli esiti delle proprie
azioni.
Questo approccio interdisciplinare esamina i vantaggi e gli svantaggi
di tre strategie cross curriculari: fusione, multidisciplinarietà,
interdisciplinarietà. Tre approcci diversi ma paragonabili all’insegnamento
cross-curriculare.
Si vuole indurre gli studenti ad utilizzare più abilità per
l’apprendimento di più obiettivi.
Attraverso attività di laboratorio si favorisce l’apprendimento e la
ricerca di nuove conoscenze, nonché sostenere educatori, insegnanti,
genitori che desiderano impegnarsi non solo per promuovere i diritti dei
bambini e dei ragazzi, ma per riconoscerli quali reali soggetti di diritto.
39
http://www.liceibelvedere.gov.it/images/sito_documenti/CROSSCURRIC
ULUM/METODOLOGIA%20CROSScurriculum.pdf
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31
Quindi vi è un’interessante valorizzazione di una didattica incentrata sui
laboratori e della loro identificazione con officine produttive, funzionali
alle esigenze di impresa.
La scuola ha l’obbligo di formare buoni cittadini che abbiano i mezzi,
le conoscenze e le competenze per vivere da protagonisti il mondo del
lavoro. A questi problemi si propone la soluzione della Riforma 107/2015
che permette agli alunni Italiani di adeguarsi agli standard europei. Si
promuove equità, pari opportunità, innovazione, partecipazione ed
educazione alla cittadinanza attiva.
È proprio attraverso questa progettualità delle singole scuole che è
possibile autogestirsi in maniera innovativa e creativa.
La progettazione a scuola
Perché un paragrafo sulla progettazione? Il crosscurriculum è appunto un
progetto che nasce nell’ambito scolastico e vuole creare una certa
“rivoluzione” all’interno di questo. Dovrebbe essere qualcosa di
innovativo, nuovo che spezzi la routine di sempre e l’equilibrio raggiunto
sino a quel momento. S’immagina un futuro e ci si impegna affinché ci
possa essere.
Il progetto è infatti, un metodo complesso con il quale si cerca di
giungere al traguardo verso cui si dirige ogni forma di lavoro sociale,
ovvero l’eliminazione o almeno la limitazione dei bisogni presenti nella
società. Ogni progetto andrà ad agire su specifiche e circoscritte
manifestazioni di tali problematiche sociali e lo farà individuando
determinati obiettivi, strategie, azioni e risorse. 40 40Sicora A., Pignatti A., Progettare sociale. Progettazione e finanziamenti
europei per i servizi sociali ed educativi. Programmazione comunitaria
2014-2020, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2015, pag. 10.
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32
Il suddetto progetto è inerente a tutto un discorso sulla progettazione
partecipata che è lecito fare all’interno di istituti scolastici. Alunni e
alunne, sotto il coordinamento dei docenti, con l’aiuto di tecnici ed esperti
possono partecipare alla riqualificazione urbana del territorio per realizzare
spazi per attività e per eventi a loro destinati. Le esperienze di questo tipo
possono essere per la scuola un’ottima occasione per integrare il curricolo
scolastico con attività che danno modo agli alunni di acquisire competenze
nel campo delle discipline studiate. Partecipare ad un progetto, coinvolge
sia alunni che famiglie richiedendo quindi, la loro collaborazione nella
realizzazione della parte del progetto che spetta ad essi realizzare.
Attraverso la partecipazione, la scuola persegue uno degli obiettivi più
significativi, quello di far acquisire ai bambini, adolescenti delle
conoscenze sull’ autonomia e sui propri diritti, valorizzando le capacità e
le diversità di ognuno e favorendo allievi di ogni cultura ed etnia. Un
attivo coinvolgimento alla vita collettiva che li induce ad ampliare gli
orizzonti del proprio territorio e della propria cultura anche oltre il ristretto
ambito di interessi personali.41
Il termine “inclusione” deve essere ben chiaro nell’ambito scolastico,
ambito che crea le menti, i cittadini del futuro. Con questo termine
s’intende riconoscere a tutti, senza distinzione di sesso, razza, lingua,
religione, orientamento sessuale, opinione politica e condizioni personali e
sociali, pari diritti e pari responsabilità. Serve ad accogliere la diversità,
per valorizzare il contributo di idee innovative di cui i giovani spesso sono
portatori. Dal coinvolgimento dei giovani si ha modo di cogliere le istanze,
i bisogni autentici delle nuove generazioni.
Nella scuola, la progettazione partecipata crea un contesto educativo
in cui l’allievo apprende attraverso un processo di ricerca di soluzioni un
41Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Acireale- Roma,
Gruppo editoriale s.r.l., 2012, pag. 27-28.
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33
“problema di realtà”, elaborando e integrando molteplici informazioni,
differenti punti di vista, diverse proposte che nascono dal confronto e dalla
collaborazione con suoi pari, con docenti e con esperti. 42
L’idea di progetto rafforza il senso di appartenenza e la scuola diventa
luogo in cui gli alunni e le loro famiglie possono far sentire la propria voce
nelle scelte che li riguardano. Mette ogni alunno nella condizione di
stimare le proprie abilità. È compito della scuola e delle istituzioni
proporre esperienze che siano occasioni per l’educazione alla cittadinanza
di bambini e di adolescenti. Spetta ai genitori, insegnanti, educatori evitare
che il progetto si riduca a sola facciata o presenza decorativa o peggio
ancora serva a manipolare i bambini per pubblicizzare e propagandare le
idee degli adulti.
Bisogna tener presente che per quanto si possa essere d’accordo o
meno a questo progetto, alla conoscenza si perviene con metodi sempre
diversi in relazione alla cultura del mondo a cui allievi e docenti
appartengono. Compito del docente non è solo quello di trasmettere idee,
nozioni, concetti, ma di creare un contesto dove si determinano relazioni di
partecipazione che danno agli allievi occasioni, stimoli per intraprendere il
proprio cammino di conoscenza. La progettazione crea nell’apprendimento
del bambino, un contesto di relazioni che favoriscono il superamento della
distanza tra il livello effettivo di sviluppo determinato dalla possibilità che
l’alunno ha di giungere da solo alla soluzione del problema e il livello di
sviluppo potenziale, determinato dalla possibilità di giungere alla
soluzione del problema sotto la guida di un adulto o in collaborazione con
i propri pari più capaci. 43
42Farina F., Ricerca sociale e progettazione partecipata, Acireale- Roma,
Gruppo editoriale s.r.l., 2012, pag. 75.
43Vygotskji L. S., Pensiero e linguaggio, Firenze, Giunti Editore, 2007.
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34
Tutte queste attività possono essere utili ed essenziali per favorire la
motivazione degli allievi allo studio, alla ricerca e vuole costruire un
cammino verso nuove forme di certezza che si fondano sulla fiducia che si
accorda alle nuove generazioni, sull’affidamento che si dà anche ad
iniziative altrui.
Attraverso questi progetti, si tende a modificare il ruolo della scuola.
Non è più una struttura che trasmette sole conoscenze, ma luogo in cui si
organizza e si gestisce la produzione del sapere, luogo in cui tutti sono
protagonisti, partecipando al processo di trasformazione delle idee, delle
relazioni, del contesto in cui si vive.
Legge 107/2015, la buona scuola
Si sceglie di dedicare un intero paragrafo alla legge 107/2015 per cercare
di inserire questa iniziativa scolastica, il “crosscurriculum” in un quadro
normativo. Il progetto dà risposte puntuali a tutte le specifiche richieste
della riforma della scuola. Non vi è alcun tipo di orientamento politico in
ciò che si scrive, ma si vuole solo far conoscere quale legge, oggi giorno,
vige nell’ambito scolastico. La scuola, è un bene che appartiene alla
collettività, le decisioni che vengono prese su di essa dovrebbero essere
note a tutti i cittadini in modo che possano esprimere liberamente e con
cognizione di causa una loro valutazione.
Si parla su dati realmente esistenti, come quelli dell’anno scolastico
2017/2018 che constano di 58.348 persone stabilizzate, di cui 6.260 unità
di personale Ata, 259 dirigenti scolastici e 56 educatori nei convitti e negli
educandati. In precedenza, nel 2015, sono stati 90.000 i docenti assunti. 44
Prende il nome di, Riforma del sistema nazionale di istruzione e
formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. È 44 http://www.matteorenzi.it/la-buona-scuola/
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35
entrata in vigore il 16/07/2015, approvata dalla Camera dei deputati e dal
Senato della Repubblica. La stessa si compone di un unico articolo con
212 commi e si è concretizzata attraverso i decreti attuativi della legge
107, approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 7 aprile 2017,
in vigore dal 31 maggio 2017.
La Buona Scuola risulta essere un approccio nuovo al mondo
dell’istruzione, il rafforzamento dell’autonomia scolastica. Alcuni ne
parlano come una rivoluzione altri, quelli più conservatori, hanno visto
questa come uno stacco troppo repentino dal passato, dal vecchio concetto
di scuola. Vi è una maggiore libertà nella gestione degli edifici, della
didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola
scuola. Le istituzioni scolastiche avranno il compito di determinare
triennalmente la propria offerta formativa e a questa triennalità saranno
legati altri adempimenti dell’amministrazione, come gli organici, la
mobilità del personale e le assunzioni.
Tanti sono i punti che la Riforma vuole prendere in considerazione,
alcuni esempi possono essere:
- Agli studenti viene garantita un’offerta formativa alquanto ricca
che guarda alla tradizione ma anche al futuro, infatti, si parla di più
musica, arte, più lingue, competenze digitali, economia;
- Dà alle scuole gli strumenti finanziari e operativi per dare piena
attuazione al processo di realizzazione dell’autonomia e di
riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione;
- Assicura alle scuole la possibilità di realizzare i progetti previsti dal
piano triennale per migliorare l’offerta formativa;
- Garantisce anche più risorse umane, infatti ogni istituto ha in media
7 docenti in più per realizzare i propri progetti e per
l’arricchimento dell’offerta;
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36
- Ha previsto un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul
capitolo istruzione e un piano di assunzioni per la copertura delle
cattedre vacanti e il potenziamento della didattica;
- I concorsi per gli insegnanti tornano ad essere banditi
regolarmente;
- Le scuole potranno attivare materie opzionali per rispondere
meglio alle esigenze educative dei ragazzi;
- I dirigenti scolastici diventano leader educativi: meno burocrazia e
più attenzione all’organizzazione della vita scolastica.
Proprio questi ultimi dovranno essere i promotori del Piano dell’offerta
formativa e avranno la possibilità di mettere in campo i docenti che con i
loro curriculum saranno adatti a realizzare il progetto formativo del loro
istituto. Le scuole attiveranno materie opzionali in risposta alle esigenze
dei loro ragazzi infatti le competenze maturate in ambito extra scolastico
saranno raccolte in apposito curriculum digitale che conterrà informazioni
utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo lavorativo e ai fini
dell’esame di maturità.
Il principio dell’autonomia di cui si fa cenno, era già stato sancito
dalla legge 59/97, approvata nel quadro della riforma Bassanini-
Berlinguer, prodotto della convergenza tra riformismo di sinistra e
cattolicesimo democratico.45
Le obiezioni mosse sono tante, tra cui:
- La stabilizzazione dei precari che non è ritenuta sufficiente;
- Il troppo potere dato ai dirigenti scolastici;
- Il rinnovo dei contratti poiché gli stipendi non vengono aggiornati
dal 2008;
45 Pazzaglia L., La Buona Scuola. Una riforma incompiuta?,Brescia, La
Scuola, 2016, pag.51.
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37
- Gli sgravi per chi decide di iscrivere i figli alle scuole private
paritarie.
Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale è un pilastro della riforma della
Buona Scuola che guida le scuole in un percorso di innovazione e
digitalizzazione. Si vuole superare l’impostazione frontale della lezione
ma favorire una didattica meno trasmissiva e più operativa.
Il crosscurriculum integra grazie alla flessibilità con il quale è
strutturato, anche l’Alternanza scuola Lavoro in orario curriculare,
circostanza che rende agevole la frequenza per gli studenti (provenienti da
20 comuni del distretto con grandi difficoltà nella logistica e nel sistema di
trasporto provinciale).
Si è introdotto anche un percorso di orientamento nel mondo del
lavoro, che sarà utile agli studenti una volta che avranno terminato il ciclo
di studi obbligatori, quando si troveranno davanti a una scelta importante
per la propria vita. Si vuole accorpare all’esperienza scolastica quella
lavorativa con la cosiddetta, “alternanza scuola-lavoro”. Si tratta di un
metodo didattico in cui gli studenti affiancano un periodo di formazione
teorica in classe con uno di esperienza più pratica in un luogo di lavoro.
Gli studenti, alterneranno le ore di studio alle ore di formazione in
aula e a quelle all’interno di aziende, enti pubblici, musei, biblioteche,
associazioni e si potrà svolgere anche nei mesi estivi e all’estero.
Al sistema dell’istruzione viene affiancato quello della formazione e
quello del lavoro. Si vuole far fare esperienza sul campo così da essere già
preparati e più maturi a quello che è un ambito lavorativo, la serietà che
serve.
Se per i giovani, l’alternanza scuola-lavoro, potrebbe rappresentare
una interessante opportunità di crescita e di conquista di quegli elementi
propri dell’inserimento nel mercato del lavoro, per le aziende potrebbe
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38
essere un investimento nel capitale umano. 46Coloro che criticano l’intero
impianto della riforma temono che la scuola venga piegata eccessivamente
sul lavoro perdendo la dimensione educativa che ha avuto finora. Ma si sa,
che una sana correlazione tra la realtà scolastica ed esperienze lavorative
variegate, potrebbe giovare senz’altro al processo formativo dei ragazzi e
verosimilmente aiuterebbe a frenare l’enorme dispersione scolastica di cui
soffre il nostro Paese.
Non dobbiamo dimenticare le modifiche che anche i docenti hanno
subito, in quanto arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la
formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per
l’aggiornamento professionale, per l’acquisto di libri, strumenti digitali,
ingressi a mostre e tanto altro. Si giustifica ciò con l’obiettivo di
valorizzare la qualità dell’insegnamento, il contributo al miglioramento
della propria scuola, il successo formativo degli alunni, la capacità di
lavorare in team. La chiamata degli insegnanti sarà diretta, senza più
graduatorie, ma sulla base degli albi a cui si accede per concorso pubblico
oppure che sono rientrati nelle assunzioni straordinarie di settembre 2015.
Spetterà al dirigente gestire le supplenze fino a dieci giorni e potrà
assegnarle sulla base dell’organico a disposizione anche del personale con
abilitazione diversa da quella necessaria per la supplenza, ma con il titolo
di studio corrispondente. Gli incarichi avranno durata triennale, sulla base
del progetto educativo della scuola, e saranno rinnovabili da parte del
dirigente. I docenti e il personale scolastico non potranno lavorare per più
di 36 mesi, anche non continuativi, con contratti a tempo determinato.
Si impongono insegnamenti opzionali nel triennio che dovranno
essere inseriti nel curriculum personale di ogni singolo studente, che verrà
registrato sulla piattaforma ministeriale e costituirà l’identità digitale di
46 labuonascuola.gov.it
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39
ogni studente, aggiornata di anno in anno, che accompagnerà ogni ragazzo
negli studi.
La riforma della scuola ha aggiunto elementi ulteriori elementi di
flessibilità organizzativa e didattica che vanno ad implementare le
opportunità già offerte alle scuole dal DPR 275/99 e dal DPR 89/2010. Si
concretizza una più ampia possibilità di flessibilità organizzativo -
didattica per andare incontro ai bisogni formativi dell'utenza e soprattutto
per creare quel profilo formativo personalizzato dello studente sintetizzato
nel concetto di profilo digitale. Inoltre l'introduzione dell'alternanza scuola
lavoro in orario curriculare obbliga tutte le scuole secondarie di secondo
grado ad una organizzazione flessibile della didattica.
Quanto segue sono i commi dell’art.1 della legge 107/2015 che più
interessano all’argomento finora esplicitato:
3. La piena realizzazione del curricolo della scuola e il
raggiungimento degli obiettivi di cui ai commi da 5 a 26, la
valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento nonché
della comunità professionale scolastica con lo sviluppo del metodo
cooperativo, nel rispetto della libertà di insegnamento, la collaborazione e
la progettazione, l'interazione con le famiglie e il territorio sono
perseguiti mediante le forme di flessibilità dell'autonomia didattica e
organizzativa previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, e in particolare attraverso:
a) l'articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna
disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari;
b) il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri
orari, nei limiti della dotazione organica dell'autonomia di cui al comma 5,
tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;
c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario
complessivo del curricolo e di quello destinato alle singole
discipline, anche mediante l'articolazione del gruppo della classe.
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40
28. Le scuole secondarie di secondo grado introducono insegnamenti
opzionali nel secondo biennio e nell'ultimo anno anche utilizzando la quota
di autonomia e gli spazi di flessibilità. Tali insegnamenti, attivati
nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente
e dei posti di organico dell'autonomia assegnati sulla base dei piani
triennali dell'offerta formativa, sono parte del percorso dello studente e
sono inseriti nel curriculum dello studente, che ne individua il profilo
associandolo a un'identità digitale e raccoglie tutti i dati utili
anche ai fini dell'orientamento e dell'accesso al mondo del lavoro,
relativi al
percorso degli studi, alle competenze acquisite, alle eventuali scelte
degli insegnamenti opzionali, alle esperienze formative anche in
alternanza scuola-lavoro e alle attività culturali, artistiche, di pratiche
musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extrascolastico.
Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, da adottare, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23
agosto 1988, n. 400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, sentito
il Garante per la protezione dei dati personali, sono disciplinate le modalità
di individuazione del profilo dello studente da associare ad un'identità
digitale, le modalità di trattamento dei dati personali contenuti nel
curriculum dello studente da parte di ciascuna istituzione scolastica, le
modalità di trasmissione al Ministero dell'istruzione, dell'università e
della ricerca dei suddetti dati ai fini di renderli accessibili nel Portale
unico di cui al comma 136, nonché i criteri e le modalità per la
mappaturadel curriculum dello studente ai fini di una trasparente lettura
della progettazione e della valutazione per competenze.
29. Il dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può
individuare percorsi formativi e iniziative diretti all'orientamento e
a garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti nonché la
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41
valorizzazione del merito scolastico e dei talenti. A tale fine, nel rispetto
dell'autonomia delle scuole e di quanto previsto dal regolamento di cui al
decreto del Ministro della pubblica istruzione 1° febbraio 2001, n. 44,
possono essere utilizzati anche finanziamenti esterni.
35. L'alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione
delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di
verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell'impresa formativa
simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare
anche all'estero. 47
Questi sono alcuni dei tanti commi che interessano i temi riguardanti
il percorso finora compiuto.
Le norme contribuiscono più di qualsiasi altra cosa al soddisfacimento
nonché interesse della società, del singolo cittadino. È ciò che crea e che
garantisce la libertà, una vera e propria garanzia della stessa.
2.4“Buona scuola”? Antitesi sulla legge
La Riforma 107/2015 ha tanto fatto discutere. Oltre a mettere in chiaro
quelli che sono i punti e le direttive che la legge presenta e sui quali
appunto si basa, si vuole dare la parola e riportarla a volte, di coloro i quali
vedono del “marcio” in questa Riforma. Assolutamente lontani da
orientamenti politici si vuole soltanto far valere sia le tesi che le antitesi
relative alla stessa.
La legge si stacca dal passato ed intraprende una via nuova, moderna
e certamente più europea. Induce un’autentica “mutazione genetica”della
scuola italiana, trasformandola in senso aziendalistico e dirigistico, nel
segno di una confusa e pericolosa declinazione del paradigma del capitale
umano. Ciò porta ad un’adesione al paradigma dello sviluppo umano, con 47 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg
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42
cui si coniuga una scuola cooperativa e democratica. Bisogna riflettere sul
tipo di pressione che la norma sta esercitando, insieme alla propria cornice
ideologica, sui modi di concepire e di costruire quotidianamente la scuola.
Si potrebbe concepire come una “comunità di pensiero”o come una
“comunità creativa di ricerca”,48 che possa conquistare l’egemonia
mondiale che promuova la preparazione di futuri produttori capaci ed
efficienti. Si vuole promuovere le competenze professionali rivolte alle
imprese e alla cancellazione del precariato dei docenti mediante un nuovo
sistema di reclutamento e di formazione , in prospettiva meritocratica. Ne
risulta un “conglomerato, un insieme di elementi giustapposti, tenuti
insieme da un collante velatamente ideologico, ispirato all’economicismo
liberista.” 49
In primis occorre rilevare come l’intento di “aziendalizzare” la scuola
pubblica, attraverso l’autonomia delle istituzioni scolastiche e di una
migliore organizzazione del sistema formativo, caratterizzi l’intero
impianto della riforma. Gli incentivi economici preposti, generano un
sistema premiale gerarchico, fondato su una concezione della meritocrazia
che rischia di creare contrapposizioni tra gli insegnanti, rinvigorendo
pregiudizi ed ostilità.
Si vuol tenere alto il significato di meritocrazia ma, ci siamo chiesti,
se la nostra società sia più o meno meritocratica? se predilige il merito o
l’essere privilegiati?
Michael Young, sociologo e politico laburista britannico, nel 1958
scrisse una satira contro la società meritocratica, accusata di abolire
48 Michelini M.C., Fare comunità di pensiero. Insegnamento come pratica
riflessiva. Milano, FrancoAngeli, 2016.
49 Baldacci M., Brocca B., Frabboni F., Salatin A. La buona scuola.
Sguardi critici dal documento alla legge, Milano, FrancoAngeli, 2016,
pag. 19.
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privilegi e gerarchie per crearne di nuovi e peggiori, accusta di creare
nuove e sempre più intollerabili disparità tra presunti meritevoli e presunti
immeritevoli.50 C’è chi sostiene che merito e meritocrazia siano due cose
distinte, per niente sinonimi. La Costituzione italiana promuove il merito
all’articolo 34, tramite borse di studio, pubblica amministrazione e
magistratura, ma si preoccupa principalmente dei deboli, dei bisognosi,
degli esclusi, degli ultimi. Se per godere del diritto allo studio occorre
essere sia bisognosi che meritevoli, non è così per i diritti all’assistenza
sanitaria e sociale, per i quali basta essere malati. Dunque secondo questo
modo di pensare una cosa è la meritocrazia, un’altra è il merito.
Il vigente sistema meritocratico non sembra stia incentivando la
produttività quantitativa dei docenti, mentre appaiono evidenti, in
numerose comunità scolastiche, i danni in termini di inquinamento del
clima collaborativo e di sudditanza nei confronti del dirigente, con
inevitabili riflessi sulla produttività qualitativa e sul benessere collettivo.
Gli aspetti di questa legge, appaiono lesivi di principi costituzionali
fondamentali, quali il diritto allo studio, la libertà di insegnamento ed il
principio di uguaglianza.
Tra le critiche vi è quella che dal piano restano fuori gli idonei
all’ultimo concorso, in un primo momento assunti anche questi, e migliaia
precari d’istituto, che hanno prestato servizio per anni, cui verrebbe dato il
benservito. 51
La possibilità di trasferire il personale didattico decorsi tre anni
dall’ammissione del ruolo, la cancella incontrovertibilmente la titolarità
del ruolo, creando al contempo evidenti difficoltà per gli studenti, costretti
50http://www.leccenews24.it/politica/la-rottamazione-e-meritocrazia-e-la-
meritocrazia-non-e-di-sinistra-l-editoriale-di-enrico-mauro.htm
51http://www.repubblica.it/scuola/2015/04/28/news/buona_scuola_pro_e_c
ontro_la_riforma_del_governo-113027719/
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ad interrompere percorsi formativi in itinere ed a rapportarsi con
insegnanti sempre diversi. La legge 107/2015 ha previsto che non vi sia
più la mobilità da scuola a scuola su domanda dei docenti, bensì vi sia la
chiamata dall’ambito territoriale dei docenti da parte della scuola. Non è
più il docente a scegliere la scuola, ma è la scuola che sceglie il docente.
Questo meccanismo appare sensato nella prospettiva della scuola
dell’autonomia e del potenziamento dell’offerta formativa. Tende però, a
instaurare un forte rapporto fiduciario, se non di sudditanza psicologica, tra
il docente e il dirigente, oltre a comportare rischi di clientelismo. Si
percepisce un diffuso consenso, almeno tra i docenti, circa due criticità
applicative del suddetto sistema: alcuni insegnanti meritevoli quasi sempre
restano esclusi, per vari motivi tra cui il favoritismo, tendendo di
conseguenza a disimpegnarsi; si producono spesso problemi tra i docenti
premiati e non. I modelli merit-pay finora sperimentati per gli insegnanti,
nell’ambito anglosassone non hanno portato i risultati attesi anzi non
sembrano ben funzionare.
Alcuni affermano che così come la stragrande maggioranza dei
provvedimenti adottati negli ultimi vent’anni, anche il testo legislativo in
questione è stato redatto con una tecnica legislativa a dir poco scadente.
Manca nella definizione dei concetti essenziali ed è pieno di disposizioni
eterogenee e farraginose; contiene o, peggio, sottintende rinvii sistematici
a decreti attuativi che, inevitabilmente, finiscono per ingenerare
confusione ed appesantire la macchina burocratica. Sarebbero bastate
poche norme, chiare e realmente incisive, per poi lasciare le definizioni di
dettaglio alle Direttive ministeriali, più semplici ed immediate.
La riforma, anziché rivedere con accuratezza e capacità critica
l’attuale impostazione della scuola pubblica, non fa altro che incentivare la
trasformazione del sistema pedagogico - formativo nell’ennesimo,
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45
prodotto della società globalizzata ed ultra-capitalista in cui ci troviamo a
vivere. 52
Un altro punto da prendere in considerazione è l’introduzione
dell’alternanza scuola/lavoro, che prevede che gli studenti trascorrano
svariate ore presso imprese ed ordini professionali; tempo che secondo
alcuni, è sottratto a Dante, Kant, Pitagora, all’ odore che emana sfogliare
un vecchio libro. Giorni e giorni che gli studenti dovranno dedicare ad una
formazione professionale e manageriale. Concepisce il rapporto tra scuola
e mondo del lavoro in termini riduttivi, più meccanicistici e immediati.
Potrebbero sembrare scelte normative che rischiano di piegare i
giovani alle esigenze di una realtà sempre più precaria, ancor prima di
affacciarsi al mondo del lavoro per assicurare il profitto dell’azienda o di
qualche multinazionale di turno.
La creazione di spazi di interscambio tra realtà profondamente
diverse, è un obiettivo di non facile realizzazione che presupporrebbe
l’impegno fattivo e congiunto di larga parte del mondo istituzionale ed
imprenditoriale.
L’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro, l’inserimento delle
esperienze nei propri curricula e nonché le evidenti disparità tra le offerte
lavorative disponibili in una regione piuttosto che in un’altra, sono
elementi che sollevano non pochi dubbi circa la tenuta costituzionale.
L’aggiornamento dei curricula non potrà stare puntualmente al passo dei
mutamenti nella domanda di competenze.
La legge 107/2015 ha, da un lato, avuto il merito di riportare il tema
della scuola al centro del dibattito nazionale, dall’altro lato, rappresenta un
caso emblematico di come non dovrebbe essere gestito un confronto di
così grande portata. Ha aperto una ferita mai così profonda nell’animo
52Vivavocemagazine.it
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46
della scuola. 53Tende a minare l’inclusività, nonché gli stessi fondamenti
della relazione educativa, in un sistema basato sulla competizione e sulla
paura dell’impiegato - docente di perdere il posto, viene meno il senso di
integrità personale dell’educatore percepito dagli studenti, da cui
dipendono la loro fiducia e la loro disponibilità nel farsi guidare e
coinvolgere.
La costruzione di una scuola pubblica democratica, pluralista,
multiculturale ed aperta a tutti, deve rientrare tra gli obiettivi primari di
una forza politica che vuole rappresentare quanti, nonostante tutto,
continuano a credere che la formazione e l’educazione restino i più potenti
strumenti di lotta alle ingiustizie e all’emancipazione sociale. La comunità
scolastica è chiamata a rivedere, con memoria storica e pro attività, la
propria missione, raccogliendo preziosi spunti della Legge, come
l’innovativa formazione dei docenti e la valorizzazione dell’autonomia.
53 Tocci W., La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione
delle ossessioni normative, Roma, Donzelli, 2015, pag. 33.
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47
CAPITOLO TRE
Il crosscurriculum nell’esperienza dei licei “Tommaso
Campanella” Belvedere (CS)
3.1 Presentazione del progetto
L’istituto “Tommaso Campanella” sorge nel 1972, ubicata nel centro
storico di Belvedere Marittimo (CS). È una scuola superiore a più
indirizzi, frequentata da 694 allievi distribuiti in 34 classi e 11 corsi. Vi è
la presenza anche di 70 docenti e 18 unità del personale Ata. Ospita i
seguenti licei:
- Liceo scientifico
- Liceo classico
- Liceo musicale
- Liceo scienze umane
- Liceo linguistico54
Tutto ciò sotto l’attenta e vigile professionalità della dirigente
Maria Grazia Cianciulli, che insieme al suo team di docenti ha fatto sì che
questa scuola divenisse uno dei punti di più vanto della Comunità
Calabrese.
La stessa ha ideato nel 2015, questo modo rivoluzionario di istruire,
il “crosscurriculum”, che ha come punto positivo e a suo favore il fatto che
permette di rispondere alle esigenze di tutti, a costo zero per
l’amministrazione.
Quello che caratterizza questo Istituto è la grande tenacia nonché
innovazione utilizzata. Voglia di costruire e fare tanto per alunni, docenti e
54 http://www.liceibelvedere.gov.it/scuola.html
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48
genitori. Entrare nelle loro problematiche e nella loro quotidianità con
rispetto di quelli che sono gli impegni istituzionali coerenti con gli
obiettivi prefissati all’inizio dell’anno.
Questo progetto rappresenta un punto di forza dell’intera offerta
formativa, in virtù della quale la scuola è riuscita a perseguire risultati
eccellenti rinvenibili dai dati della “scuola in chiaro” che attestano
l’efficacia delle strategie didattico - organizzative e ha portato a
surclassare i risultati nazionali nelle prove invalsi sostenute dai ragazzi.
Si vuole dare spazio a nuove discipline, diverse rispetto a quelle
curriculari per andare incontro ai bisogni formativi dell’utenza e
soprattutto per cercare di creare un profilo personalizzato per ciascun
alunno.
Parlare dei risultati che ciò ha portato si ritiene fondamentale per
far capire come l’innovazione possa servire e come non sia necessario
restare inchiodati al vecchio, al tradizionale. Bisogna stare sempre al passo
con i tempi, con le nuove tecnologie, anche con il nuovo modo di ampliare
il sapere, la cultura.
L’idea del crosscurriculum rappresenta quell’innovazione di cui si
parlava, quel nuovo modo di insegnare, lontano dalle tradizionali
interrogazioni e compiti in classe. Si tratta di uscire dagli schemi, da ciò
che è considerato “normale” da chi non accetta questo tipo di progettualità.
È considerato un progetto di miglioramento con relative flessibilità di
orari, già negli anni 2015-16.
Essenzialmente quindi, programmazione flessibile e articolazione
del gruppo-classe.
E’ stato possibile ridurre il monte ore annuale fino al 20 per cento
per dare spazio a discipline diverse, del tutto nuove, rispetto a quelle
curriculari. Dunque con la riduzione dell’ora di lezione di 10 minuti e la
costituzione di aggiuntivi tre moduli di 60minuti per ogni docente.
Un’ampia flessibilità organizzativo - didattica per andare incontro ai
![Page 50: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/50.jpg)
49
bisogni formativi dell’utenza e soprattutto per creare quel profilo
formativo personalizzato dello studente sintetizzato nel concetto del
profilo digitale. Inoltre, non bisogna dimenticare, l’introduzione
dell’alternanza scuola lavoro, in orario curriculare che obbliga tutte le
scuole secondarie di secondo grado ad una organizzazione flessibile della
didattica.
Quindi la scuola presa in considerazione, ha attuato un programma
che prevede una riduzione temporale di 50 minuti e conseguente gestione
mirata del monte ore residuale. Ci si avvale anche del contributo di esperti
esterni, volontari, genitori disposti ad offrire un po’ del loro tempo ma
soprattutto la loro competenza per sviluppare percorsi formativi nell’ottica
della collaborazione scuola/famiglia/ extrascuola, a beneficio dei ragazzi.
L’introduzione del RAV(Rapporto di autovalutazione)e la
conseguente adozione del Piano di Miglioramento (PDM), in risposta ai
bisogni emergenti, rende tale innovazione ancor più indispensabile. Dal
RAV di questa scuola emerge un bisogno formativo nelle discipline
Matematica e Inglese e una carente partecipazione delle famiglie alla vita
scolastica.
Ogni studente potrà beneficiare ogni mercoledì di laboratori
didattici organizzati non più con lo schema “classe”, ma con lo schema
“gruppo di livello di competenza”o con il criterio “attitudine vocazionale”.
Il progetto crosscurriculum che si sviluppa nella scuola permette, in
primis, un supporto agli studenti più deboli con interventi gratuiti e in
orario curriculare, così da poter evitare eventuali lezioni private, poi
supporta gli studenti maturandi nella preparazione dell’esame di stato o i
più capaci nel potenziamento dei loro talenti e nella preparazione dei test
universitari ed infine valorizza la verticalizzazione degli apprendimenti, le
attività a classe aperta e la trasversalità degli obiettivi formativi. Gli
studenti che hanno bisogno di recupero esprimeranno in via prioritaria
l’opzione per il recupero disciplinare. Ogni attività o laboratorio viene
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50
svolta in una classe assegnata. Sono gli studenti stessi che si muovono
aggregandosi per gruppi di livello o bisogno formativo. I docenti hanno la
possibilità di utilizzare un’aula dedicata da poter arricchire con materiali
didattici utili.
Il crosscurriculum integra grazie alla flessibilità con il quale è strutturato,
anche l’Alternanza scuola lavoro in orario curriculare, circostanza che
rende agevole la frequenza per gli studenti. Tale pratica è considerata uno
degli strumenti a disposizione della scuola per rafforzare sia i rapporti tra il
sistema scolastico e il mondo del lavoro sia il legame dell’istituzione
scolastica con il territorio. Gli alunni a partire dal terzo anno, effettuano
200 ore di formazione, stage per acquisire competenze spendibili, sia
nell’immediato mondo del lavoro, che per proseguimento del progetto di
studio.
Le attività di alternanza scuola-lavoro possono essere svolte all’interno del
monte ore annuale delle lezioni o durante la sospensione delle attività
didattiche, secondo il progetto formativo elaborato dalla singola istituzione
scolastica, che avrà preliminarmente valutato la formula organizzativa più
adeguata per venire incontro alle esigenze del territorio, dei propri allievi e
della disponibilità delle strutture ospitanti ad accogliere gli studenti in
alternanza. Queste attività possono essere svolte sia all’interno del monte
ore annuale delle lezioni, sia in momenti diversi da quelli fissati dal
calendario, soprattutto nei casi in cui le strutture ospitanti sono
caratterizzate da attività stagionali.
Nei licei “Tommaso Campanella”si è pensato di fare, con il
Crosscurriculum, l’inserimento dell’alternanza scuola lavoro nell’orario
curriculare.
È un’attività che deve essere svolta con la massima serietà e responsabilità,
in quanto, dal prossimo anno le 200 ore obbligatorie saranno
imprescindibili per poter accedere all’esame di stato. Un Dirigente
scolastico responsabile non può lasciare allo sbando una popolazione
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51
scolastica proveniente da 20 comuni del territorio, spesso nell’entroterra
non raggiunti da mezzi pubblici in orario pomeridiano.
Gli studenti del triennio svolgono quindi, un’attività, in modalità di
Impresa Formativa Simulata, grazie alla quale sono le imprese e gli esperti
ad andare a scuola e non viceversa.
Si propone la seguente distribuzione del monte orario:
- Circa 80 ore durante il terzo anno per realizzare un preliminare
approccio indiretto al mondo sociale e del lavoro;
- Circa 60 ore durante il quarto anno per collegare il sapere acquisito
con il saper fare attraverso un approccio concreto con specifici
ambiti universitari o altri settori;
- Circa 40 ore durante il quinto anno per riflettere sui propri interessi
e inclinazioni in relazione alle scelte future: studi universitari o
inserimenti nel mondo del lavoro.
Il Liceo di cui stiamo parlando, ha scelto l’Impresa Formativa Simulata,
una delle modalità di realizzazione dell’alternanza scuola lavoro, attuata
mediante la costituzione di un’azienda virtuale animata dagli studenti, che
svolge un’attività di mercato in rete e fa riferimento ad un’azienda reale
che costituisce il modello di riferimento da emulare in ogni fase o ciclo di
vita aziendale.
Lo studente è guidato da un tutor esterno e da un tutor scolastico a cui fa
riferimento per tutto il periodo.
Tante sono le regole che gli alunni devono rispettare, quali ad esempio,
quella di svolgere le attività previste dal percorso formativo, rispettare le
norme in materia di igiene, sicurezza nei luoghi di lavoro, seguire le
direttive, le indicazioni.
La scuola per l’alternanza scuola-lavoro 2017/2018 ha progettato questi
percorsi:
- Progetto gestione documentale e valorizzazione dei beni culturali
- Coding
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52
- Assistenza alla persona
- Produzione/valorizzazione ecotipi locali
- Radio web
- Event management
- Marketing e valorizzazione del territorio
- Ludoschool
- Ceramicart
- Event management
- Agenzia di comunicazione web
- Agenzia di pubblicità
- Radio web
- Agenzia di tuor operator
- Sicurezza-formazione ed informazione studenti della scuola
- Sicurezza primo-soccorso
Ciascuno dei quali è ben organizzato e strutturato, visionato da esperti che
ne permettono la prosecuzione nel migliore dei modi.
La valutazione finale degli apprendimenti, a conclusione dell’anno
scolastico, viene attuata dai docenti del Consiglio di classe, tenuto conto
delle attività di valutazione in itinere svolte dal tutor esterno sulla base
degli strumenti predisposti. La valutazione del percorso in alternanza è
parte integrante della valutazione finale dello studente ed incide sul livello
dei risultati di apprendimento conseguiti nell’arco del secondo biennio e
dell’ultimo anno del corso di studi.
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53
3.2 Presentazione al senato del crosscurriculum
Il 16 gennaio 2018, nel Palazzo Giustiniani nella Sala Zuccari (Aquila),
alla presenza di imponenti esponenti del campo della ricerca scientifica
internazionale in campo pedagogico-didatico, si è presentato il
Crosscurriculum, messo in atto dai licei “Tommaso Campanella”.
La senatrice Enza Blundo ha promosso questo evento, a fine legislatura,
per segnare una tappa in più, una tappa alquanto innovativa nella storia del
sistema scolastico, formativo della nazione. La dirigente Maria Grazia
Cianciulli ha presentato il rivoluzionario progetto del Crosscurriculum, che
coinvolge da un po’ di tempo, tutto l’ambito scolastico. Grande interesse
mostrato dal Prof. Giuseppe Spadafora, docente ordinario dell’Università
della Calabria, nonché quello promosso in Rete dal Dirigente Scolastico
Marilena Viggiano del’Istituto “Aletti” di Trebisacce (CS). Anche la
senatrice Blundo della Commissione Istruzione ha recepito in maniera
assolutamente positiva questa iniziativa e l’ha trasformata in sua proposta
di riforma scolastica.
L’obiettivo della stessa senatrice è stato quello di “Presentare alcune tra le
migliori esperienze didattiche esistenti in Italia ed in particolare una
rivoluzionaria proposta di organizzazione scolastica”, così come lei
afferma. Dice anche, “Occorre dare risposte adeguate per colmare il ritardo
nei livelli e nella qualità di competenza degli studenti - si legge in una nota
a firma della senatrice penta stellata - Il sistema formativo e gli strumenti
per fornire i servizi adeguati ai bisogni del mercato del lavoro e alla
valorizzazione dello studente-persona”.55
I protagonisti di questo progetto, chi l’ha ideato e chi poi l’ha sostenuto
hanno come obiettivo quello di garantire a chiunque una scuola a misura di
55 http://www.abruzzoweb.it/contenuti/-superare-la-buona-scuola-
convegno-al-senato-voluto-da-enza-blundo/647245-268/
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54
persona, che permetta a tutti di sviluppare delle capacità critiche e delle
intelligenze al pari degli altri paese europei. Si vogliono stabilire forme di
cooperazione virtuosa tra le professionalità così da essere aperti alle nuove
esigenze di apprendimento e conoscenza.
Anche il periodico di cultura, attualità e informazione, “La voce del
Tirreno”, ha dedicato un prestigioso articolo all’esperienza del Dirigente
Scolastico Maria Grazia Cianciulli presso il Senato della Repubblica per il
convegno “Il futuro della scuola”, in cui presenta il progetto del
crosscurriculum.
Il disegno di legge che la senatrice Blundo ha presentato è così ripartito:
Art. 1.
(Definizioni e ruoli)
1. La scuola pubblica è una istituzione che, attuando i dettami della
Costituzione, mira a rimuovere ogni tipo di ostacolo sociale, culturale ed
economico, offrendo spazi, tempi e strategie didattiche per garantire a tutti
l’acquisizione di strumenti di base e la padronanza nell’uso dei diversi
linguaggi disciplinari, per conoscere, interpretare ed interagire con la
realtà ed il sociale. La scuola pubblica favorisce, in collaborazione con le
famiglie, lo sviluppo morale, emotivo e relazionale, per la formazione
integrale della persona. A tal fine, nel rispetto dei programmi ministeriali,
il corpo docente elabora collegialmente e singolarmente, nell’ambito
dell’autonomia organizzativa e della libertà didattica, gli opportuni
percorsi educativi e di apprendimento fondati sui principi di sussidiarietà,
leale collaborazione, cooperazione, corresponsabilità e reciprocità. La
scuola è il luogo fisico e la dimensione sociale entro la quale realizzare
un’unitarietà di intenti capace di dare anche un sostegno educativo alla
famiglia tramite una più stabile concertazione dell’opera svolta da docenti
e familiari degli studenti finalizzata a:
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55
a) valorizzare i fenomeni dell’apprendimento e dell’educazione come
funzionali al miglioramento della persona, individualmente e
collettivamente considerata;
b) potenziare ogni forma di relazione tra l’insegnante e lo studente, per
formare coscienze libere e responsabili, dotate di senso civico e di
pensiero critico per il perseguimento del bene comune;
c) promuovere e supportare ogni forma di condivisione esperienziale che
fornisca allo studente abilità nella cooperazione e consapevolezza
dell’importanza del pensiero autonomo, nel rispetto dell’altro e nella
condivisione di finalità comuni;
d) sviluppare la cura e l’attenzione per la tutela dell’ambiente;
e) educare al rispetto e alla cura del proprio e dell’altrui corpo per il
benessere e la salute di tutti;
f) limitare la formazione di preconcetti che determinano rigidità nelle
posizioni e favorire la scoperta e l’apprezzamento delle diversità come
ricchezza.
2. Lo studente è il soggetto principale a cui è rivolta l’intera attività
scolastica. L’attività scolastica deve essere appropriata per recepire le
istanze mutevoli di ogni studente, dovute al variare dell’età anagrafica, al
livello di consapevolezza ad essa collegata, nonché al grado di maturità
soggettivamente sviluppato. Lo studente è protagonista attivo e
corresponsabile del proprio processo di apprendimento educativo e
cognitivo, in costante cooperazione con gli insegnanti, considerati
singolarmente e nel loro insieme. Lo studente interviene attivamente nella
predisposizione del progetto educativo, singolarmente e all’interno della
comunità scolastica di appartenenza. È tenuto a rispettarne le regole e i
parametri organizzativi qualora risultino funzionali al buon funzionamento
della scuola ed alla progressione di tutti e di ciascuno. Lo studente, sulla
base dell’età, del grado di maturità e delle proprie possibilità, partecipa
![Page 57: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/57.jpg)
56
alle attività svolte, singolarmente o collettivamente, all’interno di gruppi
dinamici o di livello, organizzati su base cooperativa e finalizzati a
potenziare l’apprendimento individuale, nonché alla formazione di una
definita consapevolezza dell’esistente, del proprio valore e del potenziale
sviluppo che possa apportare nei futuri scenari possibili. Lo studente
scopre ed interiorizza i valori della civile convivenza ed utilizza
comportamenti, pensieri e linguaggi consoni a favorire il superamento
delle conflittualità ed il rispetto dell’altro, riconoscendo in esso la bellezza
e la ricchezza della diversità da sé.
3. Gli insegnanti curriculari sono individui caratterizzati dalla propria
soggettività e coscienti dell’importanza della propria esperienza
precedente, oltre che quella più generale acquisita in qualunque modo,
nello specifico ambito scolastico. Essi mettono a disposizione il sapere ed
esercitano la propria funzione, a partire dall'ascolto e dal dialogo costante
e partecipativo con ciascuno degli studenti e con ciascun membro delle
rispettive famiglie o figure tutoriali, con il dirigente e con le altre figure
docenti o non docenti. Principio cardine dell’attività di insegnamento è
quello che individua, nella relazione esistente tra l’attività di ricerca e la
conseguente attività d’insegnamento, il fondamento di tutte le altre,
servendosi delle esperienze personali e della comunità socio-politica ed
economica esistente. Priorità degli insegnanti deve essere la creazione di
un procedimento di apprendimento composto di relazioni biunivoche e
costanti, da concretizzarsi innanzitutto nel riconoscimento del principio
fondamentale dell’imparare scoprendo, facendo e sperimentando. Gli
insegnanti devono tendere, pur nella diversità dei ruoli e delle funzioni, a
realizzare una relazione di reciprocità con lo studente, basata sulla fiducia
e sul rispetto, disponendosi anch’essi a imparare. In collaborazione con i
dirigenti scolastici ed i genitori, essi sono attori responsabili della crescita
educativa, umana, materiale e morale degli studenti, nonché punti di
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riferimento, eventualmente anche al di fuori della vita scolastica. In
particolare, gli insegnanti:
a) costruiscono e gestiscono, sia singolarmente che collegialmente, il
processo educativo ed istruttivo d’intesa e in accordo con gli studenti,
considerati sia nella dimensione individuale che in quella d’insieme;
b) finalizzano il loro operato per potenziare le capacità e le attitudini
individuali proprie e degli studenti;
c) attenzionano con cura e rispetto situazioni di particolare disagio
familiare, affettivo, culturale, socio-economiche e situazioni patologiche
dello stesso studente, essendo parzialmente responsabili nel caso di
indifferenza o omissione quando si verifichino episodi di discriminazione,
emarginazione, sopraffazione, bullismo, esclusione, disinteresse, ritardi
nell'apprendimento, svogliatezza, negligenza, abulia;
d) partecipano in cooperazione alla definizione dell’orario scolastico
finalizzato a garantire un’equa distribuzione del carico di impegno per gli
studenti ed una rotazione annuale del proprio giorno libero settimanale;
e) svolgono aggiornamento in modo individuale o partecipano a corsi
organizzati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca o
dal dirigente scolastico, per conoscere, approfondire ed individuare le
migliori strategie didattiche.
4. Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) svolge una
funzione di supporto, distinta ma non separata da quella garantita dagli
altri attori più direttamente coinvolti nel processo di formazione cognitiva.
La missione del personale ATA è fortemente orientata all'attività di
apprendimento circolare, è parte integrante dell’istituto scolastico,
assicurando un fondamentale supporto all’intero svolgimento dell’attività
didattica e assumendo in capo a sé adempimenti e oneri in grado di
consentire il miglior svolgimento delle incombenze proprie di ognuno
degli attori partecipanti all’attività stessa, nonché garantendo una funzione
![Page 59: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/59.jpg)
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essenziale per il buon andamento del servizio dell’istruzione. In
particolare il personale ATA:
a) riveste un ruolo centrale tra le figure professionali dell’istituzione
scolastica contribuendo in modo determinante a fornire risposte concrete
ed efficaci ai bisogni basilari di funzionalità e sicurezza delle scuole, in
particolare svolgendo al meglio le funzioni amministrative, contabili,
gestionali, del personale docente e di sorveglianza, in collaborazione con
il dirigente scolastico e gli insegnanti;
b) cura con competenze specifiche le procedure di iscrizione,
trasferimento e predisposizione di atti e documenti per gli insegnanti, i
genitori e gli studenti;
c) in collaborazione con il dirigente scolastico predispone circolari e
documenti autorizzativi per uscite didattiche, progetti di potenziamento
dell’offerta formativa, acquisto di materiale, interventi di manutenzione di
impianti e arredo o interventi tecnici per i laboratori scolastici;
d) fornisce cooperazione, supporto, sostegno e ogni altro elemento
qualificante necessario agli insegnanti e agli studenti per la realizzazione
della consapevolezza del proprio io, connessa alla creazione e
trasmissione della conoscenza.
5. La funzione di dirigente scolastico ha una durata temporale pari a
quattro anni, ripetibili una sola volta, e può essere svolta in un solo istituto
scolastico o in un istituto comprensivo. Non è consentita la reggenza. Il
dirigente scolastico è esentato dall’attività didattica disciplinare per tutto il
tempo del mandato, ma deve proseguire nell’impegno all’autoformazione;
al termine del proprio mandato egli torna a svolgere le funzioni di
insegnante. Il dirigente scolastico dialoga con il Ministero dell’istruzione,
dell’università e della ricerca, in nome e per conto della comunità
scolastica che rappresenta come mediatore di informazioni e proposte tra
il Ministero e la comunità scolastica stessa. Il dirigente scolastico è il
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garante del buon esito del progetto educativo e del corretto funzionamento
dell’istituto che dirige direttamente, coordina l’intera organizzazione
scolastica e partecipa al lavoro cooperativo della formazione di classi e
gruppi di alunni per la realizzazione di progetti e l’attivazione di attività.
A tal fine, il dirigente scolastico:
a) propone il piano dell’offerta formativa ed il piano triennale dell’offerta
formativa e ne dà attuazione dopo la ratifica del collegio dei docenti;
b) garantisce un adeguato organico funzionale, in cooperazione con
l’Ufficio scolastico regionale ed il Ministero dell’istruzione,
dell’università e della ricerca;
c) attiva richieste e assunzioni del personale docente e ATA, nel pieno
rispetto delle graduatorie e delle normative vigenti;
d) supervisiona la gestione amministrativa dell’istituto scolastico e
conclude contratti di appalto e lavori per la messa in sicurezza, ratificati
dal collegio dei docenti;
e) promuove e favorisce la conoscenza del territorio, della sua storia, del
patrimonio culturale e paesaggistico e delle sue peculiarità identitarie,
sociali ed economiche;
f) nel caso in cui abbia segnalato una situazione di pericolo inerente la
struttura o le strutture ove si svolge l’attività didattica, di qualunque tipo
essa sia, non è responsabile di eventuali danni arrecati a beni e persone.
6. L’insegnante di sostegno deve attivare forme adeguate di supporto, ad
uno o più alunni afflitti da disabilità psicofisiche accertate, all’interno
della comunità scolastica. Ha compiti professionali e responsabilità per
contribuire, in collaborazione con tutte le figure docenti e non docenti, ad
una serena integrazione dello studente svantaggiato ed offrire il maggior
numero di occasioni per condividere con tutti gli altri coetanei le
esperienze dell'offerta formativo - educativa. A tal fine, l’insegnante di
sostegno:
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a) propone investimenti strutturali di adeguamento dell’ambiente
scolastico alle esigenze dovute alla presenza fisica di persone portatrici di
disabilità e avanza richieste di opportuni materiali, strutturati e non, per
facilitare l’apprendimento e lo sviluppo psicomotorio, nonché per
promuovere la graduale conquista di maggior autonomia;
b)possiede competenze e una formazione personale fondata sulle
dimensioni emotive, esistenziali e culturali più direttamente coinvolte
nell’incontro con l’altro, con la disabilità e con la sofferenza psicologica;
c) è in grado di tessere reti di relazioni significative a livello professionale
con gli altri insegnanti, con il personale assistenziale, con i familiari, con
gli operatori sociali e sanitari, con i rappresentanti degli enti locali e delle
pubbliche amministrazioni;
d) esercita la capacità di ascolto, di empatia professionale e personale, di
riconoscimento della dignità professionale dell’altro, di mediazione, di
sostegno, decisionale e di problem solving;
e) mette in campo strategie volte alla soluzione di conflitti e ad
un’adeguata comunicazione ed interazione relazionale;
f) in collaborazione con la famiglia, gli insegnanti curriculari e gli
specialisti, redige il piano educativo individualizzato, da attuare e
verificare periodicamente in team;
g) assicura che il piano educativo individualizzato sia completo, globale
ed equilibrato, integrato con le attività della classe, rispondente ai bisogni
evolutivi e alle caratteristiche individuali, nonché flessibile ed aperto alla
sperimentazione e alle integrazioni modulari;
h) definisce, in modo condiviso con i colleghi, obiettivi e percorsi possibili
e i criteri di verifica e valutazione degli obiettivi e dei percorsi intrapresi;
i) recepisce i bisogni dello studente e tutela gli interessi esistenziali
dell'alunno disabile;
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l) si pone come mediatore tra la famiglia e la scuola per promuovere
accettazione e consapevolezza dei limiti e delle potenzialità del bambino.
7. Il mediatore culturale si occupa di favorire la comprensione e la
comunicazione tra studenti appartenenti a culture diverse. A tal fine, il
mediatore culturale:
a) fornisce un adeguato supporto agli insegnanti italiani per l’accoglienza
e l’inserimento di studenti provenienti da Paesi e culture diverse;
b) ha il compito di spiegare agli insegnanti le difficoltà iniziali, i
comportamenti e le competenze precedentemente acquisite dagli studenti
immigrati, per agevolare e garantire loro il miglior inserimento,
l’apprendimento e il successo scolastico;
c) fornisce supporto linguistico, in particolare per la traduzione
dei curricula scolastici del Paese d’origine, la comprensione dei
programmi scolastici italiani, la comprensione della lingua italiana orale e
scritta e la spiegazione dei linguaggi disciplinari;
d) facilita il dialogo e i rapporti, sia dal punto di vista linguistico che
culturale, tra le famiglie degli studenti immigrati e gli insegnanti. In ogni
caso è tenuto a facilitare la comprensione delle esigenze diverse per darne
soluzione grazie all'azione collettiva della comunità scolastica, che deve
essere sempre coinvolta ed informata perché possa essere eventualmente
protagonista dell'individuazione migliore dei problemi e delle possibili
soluzioni ad esse collegate.
8. Il pedagogista specializzato nel processo educativo svolge funzioni di
progettazione e coordinamento con l’intera comunità scolastica e cura
personalmente la gestione degli eventuali interventi educativi necessari. È
un professionista che espleta la propria attività in modo esclusivo presso le
istituzioni scolastiche. In particolare deve garantire, in accordo con la
comunità scolastica e la famiglia, consulenze cognitive per fornire un
supporto mirato e specializzato in ambito educativo, formativo,
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pedagogico e per facilitare i processi di apprendimento, emotivi - affettivi
e comunicativo - relazionali. Il pedagogista specializzato nel processo
educativo promuove e contribuisce, con riferimento agli ambiti emotivo,
relazionale e comportamentale, all’approccio olistico a carattere
interdisciplinare mirato alla formazione integrale della persona. Elabora e
condivide con la comunità scolastica forme di protezione e prevenzione
primaria del disagio emergente all'interno della comunità stessa, con
particolare riguardo al disagio dell’infanzia e dell’adolescenza, nei
processi di insegnamento e apprendimento in ambito familiare, scolastico
e sociale. L'esercizio della professione è subordinato al conseguimento di
uno specifico titolo mediante formazione universitaria, di un corso di alta
formazione post laurea e di un tirocinio formativo. Ogni scuola è dotata di
un numero adeguato di pedagogisti, specializzati nel processo educativo,
proporzionale al numero degli studenti. In nessun caso il loro numero può
essere inferiore a due.
9. Lo psicologo scolastico entra a far parte, quando necessario,
dell’équipe della scuola per supportare uno sviluppo affettivo e sessuale
armonico e per analizzare culture e prevenire comportamenti omofobi. Lo
psicologo scolastico segue lo studente con disabilità, collabora con l’intero
corpo docente della classe e con l’insegnante di sostegno. Lo psicologo
scolastico, in particolare:
a) fornisce servizi di psicologia scolastica al fine di dare un sostegno
specializzato e settoriale al processo educativo, contribuendo
all’individuazione delle cause del disagio del singolo studente e dell’intera
comunità scolastica, partecipa al mantenimento e accrescimento del
benessere individuale e collettivo, contribuendo al miglioramento della
coesione sociale all’interno della comunità scolastica e favorendo
relazioni positive tra le persone;
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b) monitora i processi di gruppo e didattici, supportando gli studenti, gli
insegnanti, i genitori e tutti gli attori. Promuove la prevenzione finalizzata
allo star bene a scuola, con sé stessi, in famiglia e nella società.
10. Lo psicologo dell’azienda sanitaria locale interviene, all’interno della
comunità scolastica, su richiesta del pedagogista scolastico e su delibera
del consiglio di classe, sentita la famiglia dello studente interessato, per
fornire al singolo studente o al gruppo classe il proprio ulteriore supporto.
Art. 2.
(Continuità didattica in tutti gli ordini di scuola)
1. Nel pieno rispetto delle attività dedicate alle discipline scolastiche
curriculari, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, si costituiscono
gruppi di alunni per classe e gruppi di livello e di interesse.
2. Nelle scuole superiori, per garantire la continuità di tale modalità
didattica, è introdotto il progetto denominato crosscurriculum, in base al
quale ogni studente può beneficiare, in un giorno della settimana,
individuato all'inizio dell’anno scolastico, di laboratori didattici
organizzati in alternativa alle attività svolte all'interno dell’unità di base
attuale, la classe.
3. L’attività si svolge all’interno di un distinto aggregato, definito gruppo
di livello di competenza. In alternativa, l’aggregazione degli studenti può
essere realizzata in base al criterio dell’attitudine vocazionale o in base a
quello del bisogno formativo.
4. In ogni scuola deve essere prevista una giornata dedicata alla didattica
laboratoriale che possa svolgersi anche ricorrendo al contributo di esperti
esterni volontari, con particolare attenzione alle disponibilità offerte dai
genitori che offrono la propria competenza per sviluppare percorsi
formativi in collaborazione tra scuola, famiglia e società, al fine di
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incrementare il beneficio per lo studente derivante dall’appartenenza alla
comunità scolastica.
5. L’articolazione del monte ore è suddivisa in moduli unitari pari a
cinquanta minuti al fine di garantire un’offerta formativa opzionale e
obbligatoria.
6. Il monte ore accantonato viene erogato in un giorno predefinito della
settimana, durante il quale gli studenti, articolati in classe aperta in base ai
criteri sopra descritti, seguono diversi laboratori crosscurriculum, nei quali
si svolge attività didattica di recupero o potenziamento della conoscenza
assimilata nel corso dell'attività didattica ordinaria, senza esclusione di
materie o ambiti di apprendimento.
7. Tale modalità di apprendimento e conoscenza è adottata per garantire
un adeguato supporto agli studenti più deboli con interventi di recupero
gratuiti e in orario curriculare al fine di supportare gli studenti:
a) del biennio che vengono settimanalmente preparati ad affrontare le
prove ordinarie;
b) maturandi nella preparazione all'esame di Stato;
c) più capaci nel potenziamento dei loro talenti e nella preparazione alle
scelte universitarie;
d) nell’apprendimento delle conoscenze digitali e di lingue straniere;
e) nella valorizzazione della verticalizzazione degli apprendimenti, delle
attività a classe aperta e della trasversalità degli obiettivi formativi.
8. La didattica laboratoriale connessa consente agli studenti di essere
protagonisti del proprio sapere perché coinvolti nel processo complesso di
insegnamento-apprendimento, quindi responsabilizzati circa i risultati.
9. La funzione primaria del progetto crosscurriculum è quella di darsi
degli obiettivi comuni alternativi, formativi e trasversali, dandogli stabile
collocazione all’interno della comunità scolastica.
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65
10. La pratica didattica della ricercazione, ovvero quella proposta dai
docenti per il potenziamento del lavoro dipartimentale e di socializzazione
dei materiali, delle esperienze e dei prodotti finali, è quella privilegiata
nell’ambito del progetto crosscurriculum.
11. La dimensione flessibile e articolata dell’offerta formativa risponde ai
bisogni emergenti e alle scelte operate dagli studenti in merito alle
competenze che sono interessati ad acquisire.
12. Nell'ambito del progetto crosscurriculum, si possono ulteriormente
sperimentare forme di alternanza scuola-lavoro in orario curriculare.56
3.3 Elenco laboratori
Più volte si è parlato della ridefinizione dell’unità d’insegnamento che
appunto non coincide con l’unità oraria, questo significa che si è utilizzato
il tempo residuale per effettuare laboratori che rielaborano le discipline in
aggregati trasversali, verticali, interdisciplari, ecc. secondo i bisogni degli
alunni. L’integrazione tra il corpo docente, le competenze dei genitori e il
volontariato professionale, genera un’offerta didattica dinamica e
potenziata ed una effettiva sinergia con gli impianti educativi
extrascolastici delle numerose agenzie formative coinvolte.
Il monte ore annuale di una disciplina o più discipline, può essere
articolato in vari modi. Si può prevedere l’apprendimento delle discipline
curriculari attraverso appunto, laboratori specifici come ad esempio
“Laboratorio di esercitazione invalsi” all’interno del quale si svolgono
attività comunque di italiano e matematica.
56
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/1066534/index.html
?stampa=si&spart=si&toc=no
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66
Oppure, articolazioni delle classi per gruppi di livello, gruppi di alunni ai
quali vengono date risposte efficaci sia per le esigenze di recupero degli
allievi più deboli sia le attese di potenziamento delle eccellenze. Le classi,
quindi vengono scomposte in diversi gruppi che perseguono obiettivi
momentaneamente diversi come il recupero o l’approfondimento. Nei
Laboratori di recupero di Matematica si farà Matematica ma la
denominazione disciplinare è diversa.
Tutti i laboratori sono obbligatori nell’ambito dell’orario curriculare e di
questi solo alcuni sono opzionali in quanto vanno a rispondere alle
esigenze di ciascun alunno. Sono obbligatori necessariamente quelli in cui
vengono riscontrate carenze disciplinari.
Ogni attività o laboratorio viene svolta in una classe “vocazionale”e gli
studenti si aggregano per gruppi di livello/bisogno formativo, mentre i
docenti utilizzano aule diverse ove l’erogazione è arricciata da ICT,
software e materiali didattici aggiuntivi e specifici.
Nel periodo scolastico 2017/2018 i laboratori attivati sono stati:
- Alternanza scuola lavoro
- Approfondimenti di arte
- Approfondimenti di geostoria
- Approfondimenti di scienze
- Babel (giornalino scolastico)
- Buone pratiche sportive
- CAD
- Ed. alla lettura, quotidiano in classe
- Educazione alla Legalità
- ECDL
- Educazione alimentare
- Educazione alla salute
- Elementi di archeologia
- Elementi di costituzione italiana
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67
- Statistica
- Informatica
- Laboratorio di scrittura
- Lezione concerto
- Olimpiadi di matematica
- Orientamento
- Parlamento dei ragazzi
- Preparazione agli esami di stato
- Preparazione ai test universitari (biologia)
- Preparazione ai test universitari (chimica)
- Preparazione invalsi italiano
- Preparazione invalsi matematica
- Potenziamento di chimica
- Potenziamento di filosofia
- Potenziamento di fisica
- Potenziamento di italiano
- Potenziamento di matematica
- Recupero di fisica
- Potenziamento di italiano
- Potenziamento di matematica
- Recupero di fisica
- Recupero di francese
- Recupero di geostoria
- Recupero di greco
- Recupero di inglese
- Recupero di italiano
- Recupero di latino
- Recupero di matematica
- Recupero di scienze
- Recupero di solfeggio
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- Recupero di spagnolo
- Recupero di storia
- Recupero di TAC
- Recupero di TEC
- Sportello di Ascolto (con esperto)
- Storia della Musica
- Studio guidato
- Teatro sperimentale
Sono tante attività ben organizzate che permettono agli studenti di
migliorare o eccedere in materie ritenute necessarie.
Entrano nell’ambito universitario in maniera molto più facile o comunque
con più consapevolezza e con un metodo di studio che ti permette di essere
più motivato nel continuare a studiare. La scelta di ciascuno di questi
laboratori risponde ai bisogni formativi emersi dal RAV e soprattutto
risponde massicciamente alle esigenze di recupero di competenze in
matematica e inglese che sono le prime due priorità previste nel nostro
piano di miglioramento (PDM).
Ciò che bisogna tenere ben presente è che:
- Tutti gli studenti con votazione dal 5 in giù dovranno seguire
laboratori di recupero;
- Tutti gli studenti con votazione equivalente a 8 o superiore saranno
assegnati ai laboratori di potenziamento disciplinare per la cura
delle eccellenze;
- Ai laboratori di ECDL e di Certificazione linguistica possono
essere ammessi i soli studenti che riportano voto eccellente nelle
discipline rispettivamente di matematica e lingue;
- Tutti i docenti sono tenuti al recupero del monte ore di lezione
derivante dalla riduzione a 50 minuti dell’unità temporale ed
effettueranno i laboratori supplementari il mercoledì (60 minuti
![Page 70: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/70.jpg)
69
ogni laboratorio). I docenti con cattedra di 18 ore dovranno
effettuare 3 laboratori di 60 minuti nel crosscurriculum.
3.4 Esperienza delle altre scuole che hanno aderito al
progetto
Tale modalità organizzativa è stata adottata anche dal prestigioso liceo
“Parini”di Milano, che con analoga progettualità denominata “faber
quisque” è stata inserita negli onori della cronaca internazionale come
best pactice educativa, ma la progettualità del liceo non prevede
l’alternanza scuola lavoro come invece avviene nel “Tommaso
Campanelli”.
L’Istituto nel 1774 fu istituito da Maria Teresa d’Austria il Regio
Ginnasio presso il Palazzo di Brera. L’impianto umanistico ereditato dalle
scuole dei Gesuiti era filtrato attraverso i nuovi ideali illuministici. La
scuola fu inaugurata con la prolusione dell’Abate Parini incaricato di
tenere i corsi di Eloquenza. Dopo l’unificazione nazionale, il Liceo di
Porta Nuova venne ribattezzato nel 1865 col nome di Liceo Giuseppe
Parini.
Dall’anno scolastico 2016/2017, le lezioni hanno durata di 50 minuti e
sono affiancate da attività opzionali per classi aperte, progettate e
realizzate dai docenti del Parini.
L’orario è così organizzato:
Entrata dalle ore 7:45
I 8:00 – 8:50
II 8:50 – 9:40
9:40 – 9:55 primo intervallo
III 9:55 – 10:45
IV 10:45 – 11:35
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70
11:35 – 11:50 secondo intervallo
V 11:50 – 12:40
VI 12:40 – 13:30
Le attività opzionali devono svolgersi al di fuori dell’orario comune delle
lezioni.
Gli studenti, attraverso il registro elettronico, si iscrivono alle attività
di laboratorio, di approfondimento o di consolidamento in base a interessi,
talenti, desideri e bisogni, seguendo anche le indicazioni personalizzate dei
docenti.
Le attività previste nei corsi di Faber Quisque si svolgono per classi
aperte e sono di due tipi fondamentali:
consolidamento delle conoscenze e delle competenze di
base: per prevenire l’insuccesso scolastico, ogni studente che
presenti difficoltà o lacune in una o più discipline deve frequentare
appositi moduli per l’acquisizione delle conoscenze e delle
competenze indispensabili per il buon andamento scolastico, senza
dover attendere i corsi di recupero previsti dal Ministero al termine
degli scrutini intermedi o quelli estivi per gli alunni con
sospensione del giudizio;
approfondimenti nelle discipline obbligatorie: attività indirizzate
ad approfondire le conoscenze, a potenziare le competenze e a
valorizzare le eccellenze. Tra esse è di particolare rilievo
l’approfondimento della matematica (gli studenti che all’atto
dell’iscrizione esprimano tale preferenza sono assegnati alla stessa
classe e hanno un modulo settimanale aggiuntivo nell’ambito degli
spazi orari di Faber Quisque). Nella stessa tipologia rientrano
anche insegnamenti mirati per l’accesso a specifici corsi di laurea
(orientamento universitario), moduli di supporto per la
preparazione delle tesine in vista dell’Esame di Stato per gli
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studenti dell’ultimo anno, attività propedeutiche o conclusive di
percorsi di alternanza scuola lavoro. Alcune proposte hanno
carattere pluridisciplinare e trasversale, e possono prevedere la
compresenza di due o più docenti. Eventuali uscite didattiche (per
esempio spettacoli teatrali, conferenze, mostre) devono essere
inserite in un percorso didattico articolato. Gli studenti del secondo
biennio e dell’ultimo anno possono frequentare, compatibilmente
con la disponibilità dell’organico, moduli didattici di economia.
lo Studio con metodo in biblioteca, in linea con le Indicazioni
nazionali, organizzato per aree disciplinari ed eventualmente con la
compresenza di due docenti nella fascia oraria tra le 11:50 e le
13:30 e tra le 14:00 e le 16:30. Il docente o i docenti guidano lo
studio con indicazioni mirate di metodo.57
Si ritiene opportuno riportare anche le gesta dell’Istituto Aletti di
Trebisacce (CS), anch’esso promotore del progetto. L’Istituto nasce come
sezione distaccata dell’IPSIA di Cassano con i corsi di “Operatore
Meccanico” (1970), “Operatore Chimico” (1971), “Chimico-Biologico”
(1973), secondo in Italia. Nell'anno scolastico 1974/75 si attiva il corso
Elettrico ma l’Istituto continua a vivere difficoltà logistiche. Nel 1976
l’Istituto ottiene l'autonomia e, dagli anni ’80, si trasferisce gradualmente
nella sede attuale donata dalla famiglia di "Ezio Aletti”, di cui porta il
nome. L’istituto è guidato dalla Dirigente scolastica Marilena Viggiano
che sperimenta questo nuovo modo di “fare scuola”, in collaborazione
proprio con i Licei “Tommaso Campanella” di Belvedere Marittimo. Nel
2017, infatti, è stato stipulato un accordo di rete tra gli istituti secondari di
secondo grado che adottano il modello didattico organizzativo del
crosscurriculum. I licei “Tommaso Campanella, assume il ruolo di capofila
della rete e si impegna ad interagire con le scuole aderenti alla rete al fine
57 http://liceoparini.gov.it/offerta-formativa/faber-quisque-2/
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di ottimizzare e divulgare il modello crosscurriculum promuovendo ogni
utile iniziativa e sinergia. Questo non comporta spese, né oneri finanziari
per le scuole aderenti. Le scuole protagoniste della rete, potranno
incentivare l’attività dei docenti coinvolti con le risorse eventualmente
disponibili nel fondo dell’istituto. Il presente accordo ha validità dalla data
di sottoscrizione fino a diversa disposizione delle parti.
Nell’istituto “Aletti”, si effettuano stage in Italia e all’estero nell’ambito
dell’Alternanza Scuola Lavoro.Sono state stipulate numerose convenzioni
con aziende dei settori “chimicobiologico”, “elettrico - elettronico”,
“alberghiero - ristorativo”, “commerciale”, per realizzare percorsi
formativi in azienda per la durata di 400 ore nel triennio così come
previsto dai commi da 33 a 44dalla legge 107/2015. Le ore di alternanza,
pur facendo parte delle attività curriculari, si svolgeranno in orario
differente da quello normale di lezione.
Infatti, nell’Istituto si promuove l’attività del Progetto “Ad scribendum: la
disgrafia in età scolare”. La presentazione del progetto è stata curata
dall’esperta Maria Direnzo, grafologa dell’ età evolutiva e tutor degli
apprendimenti. Durante la lezione ha proposto agli alunni esercizi pratici,
intramezzati da momenti ludici, finalizzati alla prevenzione e alla
diagnosi delle difficoltà di scrittura nei bambini. Le classi coinvolte nel
progetto sono la III E, la IV E e la VE, dal 4 aprile al 30 maggio, durante
le ore scolastiche del cross Curriculum.
Si svolgono attività laboratoriali legate al Crosscurriculum, tra cui,
un’importante ed interessante lezione tenuta da un genitore nonché ex
alunno del corso Elettrico. È ora titolare di una città di impianti, il quale ha
illustrato agli studenti la personale esperienza lavorativa soffermandosi sul
concetto di professionalità sul lavoro, cosa che si matura e si rafforza sul
campo con l’impegno, la passione e la cultura del sacrificio, diventando in
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tal modo professionisti credibili e affidabili e creando così le premesse per
un rapporto leale e trasparente con il cliente. 58
Ha anche, preso il via presso l'IPSSC di Oriolo, all'interno delle attività
del crosscurriculum, il laboratorio cinematografico denominato “Ciak in
banco”. Condurrà gli studenti dell’Istituto Commerciale (sede staccata
dell’Ipsia Aletti di Trebisacce) in un affascinante viaggio alla scoperta di
macchina da presa, sceneggiature e quanto altro possa rientrare nel lavoro
propedeutico alla realizzazione di un prodotto audiovisivo.
Oppure, il primo concorso gastronomico “chef per un giorno”, riservato
agli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell'indirizzo Servizi per
l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera e ai genitori, chef non
professionisti.
Sono solo alcune delle attività che queste scuole hanno ritenuto opportuno
e necessario attivare per migliorare ed innovare la loro didattica. Hanno
riscontrato ottimi risultati negli studenti e ciò porterà gli istituti a
continuare su questa linea di pensiero ed attività.
58 http://www.istitutoaletti.gov.it/crosscurriculum
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Conclusioni
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di far conoscere il lavoro
intrapreso dall’Istituto Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola
capofila di ambito 2 regione Calabria provincia di Cosenza e l’importanza
che riveste il progetto Crosscurriculum per gli studenti, insegnanti, genitori
che lo mettono in atto. Si è voluto mettere in risalto l’innovazione che
questa scuola ha permesso di conoscere a me e a chi leggerà.
Per comprendere il perché dell’esigenza di attuare un lavoro di questo
tipo non si può prescindere dalla delicata fase che la scuola sta
attraversando e con essa i giovano che la frequentano.
Ci siamo chiesti, ad esempio, se il territorio (come appunto quello
calabrese) possa essere conosciuto non solo per ndrangheta o malavita ma
anche per le menti che ha creato e crea ogni giorno, per la formazione e
l’istruzione che è capace di offrire, se è possibile presentare gli sviluppi
educativi e intellettivi sviluppati attraverso laboratori, alternanza scuola-
lavoro e tanto altro.
Si vuole porre l’attenzione a quello che si fa ma anche a quello che
questo progetto rappresenti per chi lo vive giorno per giorno.
Nel primo capitolo ci siamo soffermati, appunto, sull’evoluzione e la storia
dell’Istruzione scolastica, dei suoi anni bui e di quelli rosei.
Frutto di numerose norme, articoli della Costituzione che hanno
legittimato ogni sua azione e ne hanno ancor più affermato l’importanza e
la necessità.
Riflettendo proprio sui risultati che l’istat ogni giorno ci presenta,
possiamo affermare come da anno in anno, siano cambiate le cose: oggi
più di prima serve ed è assolutamente necessario avere un titolo di studio,
sapere e conoscere.
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Si riportano dati statistici su quanti ragazzi negli ultimi anni hanno
frequentato gli Istituti scolastici e quanti sparsi tra nord e sud.
La bellezza di un luogo come quello della scuola sta proprio nel fatto che
tante persone così diverse caratterialmente, con educazioni ed obiettivi
diversi imparino a stare insieme e a confrontarsi. La scuola insieme alla
famiglia, è da sempre la principale agenzia educativa che opera nella
nostra società. È necessario che entrambe lavorino alla formazione
professionale e personale del ragazzo. Oggi risulta faticoso avere un
dialogo tra genitori e insegnanti. Si assiste a comportamenti pericolosi che
non determinano un quadro sereno ma anzi minacciano la professionalità
ed esperienza degli insegnanti.
Come evidenziato nel secondo capitolo, il crosscurriculum, comporta
uno sforzo consapevole che permette di applicare conoscenze, principi e
valori a più di una disciplina accademica contemporaneamente.
Si presenta come una nuova metodologia, la quale serve a rimodulare
l’offerta formativa e l’istruzione in genere.
È uno degli strumenti rappresentativi della rivoluzione scolastica di
cui si è parlato. Attraverso questo tipo di metodologia didattica si vuole
rimodulare l’offerta formativa e favorire il talento, le attitudini e le
competenze degli alunni.
Si è affrontato, nello specifico, l’importanza che riversa la
progettazione, in particolare quella “partecipata”, andando a porre
importanza sul fatto che alla conoscenza si perviene con metodi sempre
diversi in relazione alla cultura del mondo a cui allievi e docenti
appartengono.
Tale progetto rappresenta un punto di forza dell’offerta formativa
della scuola presa in considerazione, in virtù della quale lo stesso istituto è
riuscito a perseguire risultati eccellenti rinvenibili dai dati della “scuola in
chiaro”che li hanno portati a surclassare i risultati nazionali nelle prove
invalsi sostenute dagli studenti con indice zero cheating. Come affermato
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nel terzo capitolo, attraverso i vari laboratori, è stato possibile creare un
profilo formativo personalizzato dello studente, interventi di recupero sui
più deboli e potenziamento per gli altri, per le eccellenze. L’ideazione di
questa alternativa permette di rispondere alle esigenze di tutti, con costi
zero per l’amministrazione richiedendo solo un forte impegno da parte di
dirigenti, insegnanti, genitori ma soprattutto alunni, protagonisti della
scuola Italiana. Lo studio, la cultura è indispensabile per la conoscenza del
mondo, per relazionarsi con l’altro. Non è possibile relegarla al secondo
posto e pensare quindi, che basti vivere di amore, cibo e lavoro.
A mio avviso l’Istruzione e chi ne fa parte dovrebbero essere pronti al
cambiamento e al nuovo. Riuscire magari ad intersecare al tradizionale
insegnamento del latino e della filosofia di Kant e Marx ad un qualcosa di,
perché no, digitale e al passo con i tempi. Con ciò non si vuole denigrare il
classico metodo di studio ma si vuole affermare che la preparazione non è
solo quella. Oggi ci viene chiesto di conoscere le lingue, l’uso del
computer alla perfezione, di destreggiarci con disinvoltura nelle situazioni
molteplici. Uno degli obiettivi della scuola deve essere quello di
sviluppare le potenzialità dello studente ed accompagnare il suo percorso
formativo per meglio consentire l’affermazione dello stesso nella sua
personalità individuale e sociale.
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APPENDICE
Di seguito è riportato integralmente il progetto, “CROSSCURRICULUM,
dalla scuola prêt a porter alla didattica sartoriale”, dell’Istituto
Magistrale Licei “Tommaso Campanelli”, scuola capofila di ambito 2
regione Calabria provincia di Cosenza.
Come spiegato nel testo, le attività che si svolgono sono tante,
dall’alternanza scuola lavoro, alle attività laboratoriali in quanto vi è un
programma che prevede una riduzione temporale di 50 minuti e
conseguente gestione mirata del monte ore residuale. Ci si avvale anche
del contributo di esperti esterni, volontari, genitori disposti ad offrire un
po’ del loro tempo ma soprattutto la loro competenza per sviluppare
percorsi formativi nell’ottica della collaborazione scuola/famiglia/
extrascuola, a beneficio dei ragazzi.
Ogni studente potrà beneficiare ogni mercoledì di laboratori didattici
organizzati non più con lo schema “classe”, ma con lo schema “gruppo di
livello di competenza”o con il criterio “attitudine vocazionale”.
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CROSSCURRICULUM
Interdisciplinary/cross-curricular teaching involves a conscious effort to
apply knowledge, principles, and/or values to more than one academic
discipline simultaneously. The disciplines may be related through a central
theme, issue, problem, process, topic, or experience (Jacobs, 1989). The
organizational structure of interdisciplinary/cross-curricular teaching is
called a theme, thematic unit, or unit, which is a framework with
goals/outcomes that specify what students are ex-pected to learn as a result
of the experiences and lessons that are a part of the unit. There seem to be
two levels of integration that schools go through: The first is integration of
the language arts (listening, speaking, reading, writing, thinking) (Fogarty,
1991; Pappas, Kiefer, & Levstik, 1990); the second involves a much
broader kind of integration, one in which a theme begins to encompass all
curricular areas.
Interdisciplinary/cross-curricular teaching is often seen as a way to address
some of the recurring problems in education, such as fragmentation and
isolated skill instruction. It is seen as a way to support goals such as
transfer of learning, teaching students to think and reason, and providing a
curriculum more relevant to students (Marzano, 1991; Perkins, 1991).
Values and benefits of interdisciplinary/cross-curricular teaching applies,
integrates, and transfers knowledge. According to the current
methodologies issues, while students are learning the basic information in
core subject areas, they are not learning to apply their knowledge
effectively in thinking and reasoning (Applebee, Langer, & Mullis, 1989).
Interdisciplinary/cross-curricular teaching provides a meaningful way in
which students can use knowledge learned in one context as a knowledge
base in other contexts in and out of school (Collins, Brown, & Newman,
1989).
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Many of the important concepts, strategies, and skills taught in the
language arts are "portable" (Perkins, 1986). They transfer readily to other
content areas. The concept of perseverance, for example, may be found in
literature and science. Strategies for monitoring comprehension can be
directed to reading material in any content area. Cause-and-effect
relationships exist in literature, science, and social studies.
Interdisciplinary/cross-curricular teaching supports and promotes this
transfer. Critical thinking can be applied in any discipline.
Increases Motivation
Interdisciplinary/cross-curricular teaching can increase students'
motivation for learning and their level of engagement. In contrast to
learning skills in isolation, when students participate in interdisciplinary
experiences they see the value of what they are learning and become more
actively engaged (Resnick,1989).
Improves Learning
Interdisciplinary/cross-curricular teaching provides the conditions under
which effective learning occurs.
Students learn more when they use the language arts skills to explore what
they are learning, write about what they are learning, and interact with
their classmates, teachers, and members of the community (Thaiss, 1986).
A variety of methods exist for teachers to apply to successfully integrate
their curriculum with other subjects. Here are a few common approaches:
1. Do-it-yourself Integration: This method involves just one teacher, but
that teacher intentionally brings in other subject area components into their
instruction. For example, a class studying calculus might use physics-
based examples as their application for the principles. Or a class
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86
examining the history of the pilgrims might read poetry related to their
journey.
2. Team-Teach-It Integration: Instead of just incorporating various
subjects yourself, you can partner with another teacher to cover the same
theme or skills. Of course, to do this you would need to share the same
students with the partnering teacher. For example, while a history class
studies the Puritan Era in America, an English teacher might have students
read primary sources
related to that era.
3. Multidiscipline Integration: A whole team of experts from Italian,
English, history, math, science, world languages, even physical education
can work together to create a fully integrated curriculum plan. That plan
might span a single project for a pre-determined portion of the
curriculum, or it can span the entire duration of the year. Here, a closely
knit team of educators agrees upon the appropriate themes/content (like
historical eras, scientific principles,or mathematical formulas) and the
appropriate skills (like reading strategies, critical thinking, or small group
discussion). That team orchestrates their individual lessons to fit in close
step with the lessons of their colleagues.
Jonathan Savage
Jonathan Savage theory supports innovation in education through his
book:
“Cross-curricular teaching and learning 5:
Definitions” that has defined cross-curricular teaching and learning in the
following way: A cross-curricular approach to teaching is characterised by
![Page 88: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/88.jpg)
87
sensitivity towards, and a synthesis of, knowledge, skills and
understandings from various subject areas. These inform an enriched
pedagogy that promotes an approach to learning which embraces and
explores this wider sensitivity through various methods.
He justifies this definition by considering some of the key words with their
definition.
1. Sensitivity, Synthesis and Subjectivity
These are key words in the definition. They refer to the ways in which
teachers should approach the knowledge, skills and understanding inherent
within every curriculum subject. These are exemplified in curriculum
documents but also have a historical legacy that is underpinned in various
ways, not least in teachers’ and others’ conceptions about a particular
subject and how it should be taught. Understanding this is a vital step that
needs to be taken before moving into collaborative curriculum ventures.
These words also refer back to the act of teaching. In other words, they are
important, informing teaching principles that impact on learning. Cross-
curricular teaching is not about weakening and watering-down subjects in
any way. Rather, it is about the development of an enhanced pedagogy that
a skilful teacher adopts for the explicit purposes of enhancing teaching and
learning. This leads on to the second set of key words.
2. Enriching, Embracing and Exploring
The new, enriched pedagogy of cross-curricular teaching will embrace and
explore the teacher’s sensitivity towards, and synthesis of, the different
knowledge, skills and understanding within curriculum subjects. In order
for this to happen, there are at least two premises: firstly, teachers will
need to understand their own ‘intrinsic’, and their subject’s,
‘subjectivities’; secondly, teachers will need to ensure that their subject
knowledge is extended beyond their own subject areas. When this occurs,
teachers will be in a position to develop a cross-curricular approach to
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88
learning that utilises as range of methods ortechniques in line with the
following principles and purposes.
The Principles of Cross-Curricular Teaching and Learning
Cross-curricular teaching and learning is:
Based on individual subjects and their connections through
authentic links at the level of curriculum content, key concept or
learning process, or through an external theme/dimension;
Characterised and developed by individual teachers with excellent
subject knowledge, a deep understanding of their subject culture
and a capacity to reconceptualise this within a broader context of
learning beyond their subject, and with sensitivity towards other
subject cultures;
As much about as the development of a skilful pedagogy as
anything else;
Coherent in its maintaining of links with pupils’ prior learning and
experience;
Contextualised effectively, presenting opportunities for explicit
links with pupils’ learning outside the formal classroom;
Demanding in its use of curriculum time and resources, requiring
flexibilityand often needing the support of senior managers if
collaborative approaches are to be implemented effectively;
Underpinned by a meaningful assessment process that is explicitly
linked to, and informed by, the enriched pedagogical framework;
Normally collaborative in its nature, requiring meaningful and
sustained cooperation between subject teachers with support from
senior managers.
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89
The Purposes of Cross-Curricular Teaching and Learning
The purposes of cross-curricular teaching and learning flow from an
understanding of the definition and principles described above. As with the
principles, these purposes benefit teachers and pupils alike. The purposes
of cross-curricular teaching and learning are to;
Motivate and encourage pupils’ learning in a sympathetic way in
conjunction with their wider life experiences;
Draw on similarities in and between individual subjects (in terms
of subject content, pedagogical devices and learning processes) and
make these links explicit in various ways;
Provide active and experiential learning for pupils;
Develop meaningful co-operation and collaboration between staff
leading to the dual benefits of curriculum and professional
development;
Contribute towards a broad range of teaching and learning
opportunities located within individual subject teaching, across
subjects and in relationship to specific external curriculum themes
or dimensions;
Promote pupils’ cognitive, personal and social development in an
integrated way;
Allow teachers the opportunity to evaluate and reflect on their
teaching and be imaginative and innovative in their curriculum
planning;
Facilitate a shared vision amongst teachers and managers through
meaningful collaborations at all levels of curriculum design.
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90
What Are Cross-Curricular Teaching Methods?
When teachers use different strategies to teach a lesson, it is called cross-
curricular instruction. While there are different terms to describe the
varied methods of cross-curricular teaching, each promote the same goal:
prompting students to use multiple skills for learning multiple objectives.
Fusion, multidisciplinary, and interdisciplinary are three different, yet
comparable, approaches to crosscurricular teaching. Each of these three
methods has advantages and disadvantages for both teaching and learning.
Fusion
When institutions or teachers integrate traditional curricula with learning
tools from other subjects, it is fusion. Fusion promotes students to apply
knowledge and skills from one subject, such as math, to understand and
perform tasks for another subject, such as science. One example would be
an English teacher who naturally integrates writing, vocabulary, and
research into her traditional curriculum. Other examples of fusion would
be students who use the computer and teachers who routinely use smart
boards fuse technology with learning.
Still, fusion may be a disadvantage for students who have insufficient prior
learning to benefit from a fused lesson, which may result in them
struggling to complete an objective. A second disadvantage of fusion is
that one tool used to complement a lesson may be too distracting for the
students. For example, a social studies teacher used an interactive online
game for her eighth grade social studies class in preparation for them to
write a research report. Yet, the students spent so much time with the game
that they forgot the purpose of the lesson, so it had to be retaught.
![Page 92: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/92.jpg)
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Multidisciplinary Curriculum
Whereas in fusion, we use many subjects to teach one topic,
multidisciplinary teaches one topic through different subjects. For this
method, learning may happen in two ways: team teaching or subject
collaboration. Teachers share time and classrooms to link their subject to a
lesson idea, or a few teachers collaborate on a project that includes
students performing activities from multiple disciplines. This sharing
across subjects and disciplines is one advantage of multidisciplinary
instruction.
To illustrate, a geometry teacher invites a geography teacher and an
English teacher into her classroom to teach a lesson about angles, which
she considers to be a cross-curricular teaching opportunity. The geography
teacher plans to teach a lesson linking angles to measuring longitude and
latitude, while the English teacher prepares a lesson linking the term to
defining author's point of view.
When teachers identify ways to share curriculum, it aligns learning
through multiple disciplines and supports a teacher's creativity. At the
same time, students scaffold learning by building their knowledge of one
subject upon another.
The biggest disadvantage of multidisciplinary teaching is time
management and time consumption. Team teaching and collaborating
require more time to prepare since they include performance objectives
and assessments for all the curriculum lessons that are shared.
Multidisciplinary teaching is impossibile without a clear organizational
plan from all of the teachers who share the activities.
![Page 93: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/93.jpg)
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Interdisciplinary
In education, units of learning are written to teach specific skills. For
instance, a science unit may require that students understand a scientific
method, whereas a math skill may require students understand an
operation. When a teacher plans a project for one subject while identifying
the skills students need from another subject, it is interdisciplinary
teaching. When students transfer knowledge from subject to subject, it is
interdisciplinary learning. The benefit of the interdisciplinary method is
its student-centered, student-engaged, and student-shared approach. It is
also an effective strategy since it reinforces students' prior knowledge,
learning, and understanding learning objectives. For interdisciplinary
learning, the teacher designs a project, investigates the students' skills,
assigns groups, then those groups assign tasks to replicate the skills needed
for the project.
The Headteacher
Maria Grazia Cianciulli
![Page 94: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/94.jpg)
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PROGETTO CROSSCURRICULUM
La legge di riforma del sistema scolastico L.107/2015 “ La Buona Scuola”
invita le scuole a voler rimodulare il monte ore scolastico prevedendo
l’introduzione di discipline opzionali obbligatorie utili alla formazione del
profilo digitale dello studente. Tale innovazione risponde altresì
all’esigenza di modulare l’offerta
formativa ritagliandola sui bisogni formativi dell’utenza. L’introduzione
del RAV ( Rapporto di Autovalutazione) e la conseguente adozione del
Piano di Miglioramento ( PDM) , in risposta ai bisogni emergenti, rende
tale innovazione ancor più indispensabile, dando l’opportunità di effettuare
didattica di supporto a costo zero rientrando, tali attività, nel monte ore
curriculare. Infatti dalla ripartizione del monte ore in unità di 50 minuti è
stato possibile “accantonare” dei tempi di didattica utili all’attivazione di
laboratori disciplinari rispondenti alle esigenze formative dei nostri
studenti. Quindi, senza nulla togliere alle discipline scolastiche curriculari,
ogni studente potrà beneficiare il mercoledì di laboratori didattici
organizzati non più con lo schema “classe” ma con lo schema “ gruppo di
livello di competenza” ( es: ecdl /pet ecc.) o con il criterio “ attitudine
vocazionale” ( es: statitica/cad ecc) o con il criterio del “bisogno
formativo” ( es: recupero / potenziamento disciplinare) Dal RAV della
nostra scuola emerge un bisogno formativo nelle discipline
MATEMATICA e INGLESE e una carente partecipazione delle famiglie
alla vita scolastica.
La nostra risposta organizzativa a queste tre priorità emerse tra i punti di
debolezza, è stato l’impianto del CROSSCURRICULUM giornata
dedicata alla didattica laboratoriale ( il mercoledì) con il contributo di
esperti esterni/ volontari/ genitori che offrono la propria competenza per
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sviluppare percorsi formativi in collaborazione
scuola/famiglia/extrascuola, a beneficio dei nostri ragazzi.
Siamo partiti dal comma 3 della L.107/2015 che recita:
3. La piena realizzazione del curricolo della scuola e il raggiungimento
degli obiettivi di cui ai commi da 5 a 26, la valorizzazione delle
potenzialità e degli stili di apprendimento nonché della comunità
professionale scolastica con lo sviluppo del metodo cooperativo, nel
rispetto della libertà di insegnamento, la collaborazione e la progettazione,
l’interazione con le famiglie e il territorio sono perseguiti mediante le
forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa previste dal
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo
1999, n. 275, e in particolare attraverso:
a) l’articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna
disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari;
b) il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri
orari, nei limiti della dotazione organica dell’autonomia di cui al comma 5,
tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;
c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo
del curricolo e di quello destinato alle singole discipline, anche mediante
l’articolazione del gruppo della classe.
A seguito di un attenta riflessione e ad un costruttivo dibattito interno, sia
in sede dipartimentale che collegiale, si è pervenuti all’elaborazione di un
modello in via di sperimentazione che risponde alle esigenze della nostra
utenza.
Nella nostra scuola, Collegio dei docenti e Consiglio d’Istituto, hanno,
quindi,deliberato l’articolazione del monte ore in moduli di 50 minuti per
rispondere all’offerta formativaopzionale obbligatoria prevista dalla
riforma.
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Tale monte ore accantonato viene erogato ogni mercoledi, giornata in cui
gli studenti, articolati per classe aperta seguono diversi laboratori,
denominati CROSSCURRICULUM, tra i quali:
RECUPERO DI MATEMATICA
RECUPERO DI LINGUA INGLESE
RECUPERO DI LATINO
RECUPERO DI GRECO
POTENZIAMENTO DI LATINO e GRECO
POTENZIAMENTO DI MATEMATICA
ECDL
CERTIFICAZIONE LINGUISTICA
ESERCITAZIONI INVALSI
POTENZIAMENTO DI STORIA
LABORATORIO DI LETTO - SCRITTURA
STUDIO GUIDATO/METODOLOGIA
ORIENTAMENTO
EDUCAZIONE ALLA SALUTE
EDUCAZIONE STRADALE
EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ
LABORATORIO D’ARTE
ECOLAB LABORATORI SCIENTIFICI
STATISTICA
CAD
TEATRO
PARLAMENTO EUROPEO DEI RAGAZZI - CITTADINANZA
BABEL /GIORNALISMO
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
FOTOGRAFIA
PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI STATO
LABORATORI DI MUSICA
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Tale scelta risponde ai bisogni formativi emersi dal RAV e soprattutto
risponde massicciamente alle esigenze di recupero di competenze in
matematica e inglese che sono le prime due priorità previste nel nostro
piano di miglioramento (PDM).
L’approccio CROSSCURRICULARE:
supporta gli studenti più deboli con interventi di recupero gratuiti e in
orario curriculare, evitando così un aggravio sulle famiglie che solitamente
facevano ricorso a costose “lezioni private”; supporta gli studenti del
biennio che vengono settimanalmente preparati ad affrontare le prove
INVALSI; supporta gli studenti maturandi nella preparazione all’esame di
stato; supporta gli studenti più capaci nel potenziamento dei loro talenti e
nella preparazione alle scelte universitarie; prepara gli studenti ad
affrontare gli esami per il conseguimento dell’ECDL e delle
CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE; valorizza la verticalizzazione degli
apprendimenti, le attività a classe aperta e la trasversalità degli obiettivi
formativi. La DIDATTICA LABORATORIALE connessa, rende gli
studenti protagonisti del loro sapere attraverso la pratica didattica della
RICERCAZIONE. I docenti potenziano il lavoro dipartimentale e
socializzano materiali esperienze e prodotti finali.
Le famiglie vengono coinvolte negli interventi seminariali modulari
attraverso collaborazioni a titolo volontario e gratuito da parte di genitori
qualificati ed esperti in diversi settori professionali. Viene reso più agevole
l’incontro con esperti esterni e professionisti che incontrano i nostri
giovani nell’ambito di eventi e manifestazioni. Gli studenti si sentono
protagonisti dell’azione didattico-educativa, coinvolti nel processo di
TEARNING ( teaching/learning), coinvolti e responsabilizzati circa i
risultati. Si può dare spazio alle educazioni , agli obiettivi formativi
trasversali che difficilmente riescono a trovare una collocazione stabile. Si
acquisisce così una dimensione flessibile e articolata dell’offerta
![Page 98: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/98.jpg)
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formativa, pronta a rispondere ai bisogni emergenti e alle scelte operate
dagli studenti in merito alle competenze che sono interessati ad acquisire.
L’impianto del CROSSCURRICULUM offre, inoltre la possibilità di
effettuare L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO in orario curriculare,
così come auspicato dalla normativa di riferimento.
![Page 99: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/99.jpg)
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![Page 101: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/101.jpg)
100
ISTITUTO MAGISTRALE STATALE I LICEI “TOMMASO CAMPANELLA”
SCUOLA CAPOFILA DI AMBITO 2 REGIONE CALABRIA PROVINCIA DI COSENZA
Via Annunziata, 4 – 87021 Belvedere Marittimo (CS)
Tel/fax: 0985 82409 sito: www.liceobelvedere.gov.it
e-mail :[email protected]:[email protected]
ACCORDO DI RETE
“CROSSCURRICULUM”
ACCORDO DI RETE TRA ISTITUTI SECONDARI DI SECOONDO GRADO
CHE ADOTTANO IL MODELLO DIDATTICO ORGANIZZATIVO DENOMINATO
“CROSSCURRICULUM”
Vista la legge 13 luglio 2015, n 107, con particolare riferimento all'art. 1, comma 66 e seguenti;
Visto l'art. 1 comma 70 della legge 13 luglio2015, n 107 che dispone che gli Uffici scolastici regionali promuovono la costituzione di reti tra istituzioni scolastiche del medesimo
![Page 102: A me stessa e a chi come me vuole costruire un futuro dal ...€¦ · LA SCUOLA ALLA RICERCA DELLA PERDUTA ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA 1.1 Definizione e concetti 1.2 Cenni](https://reader033.vdocuments.pub/reader033/viewer/2022060223/5f07cd2d7e708231d41ed0e7/html5/thumbnails/102.jpg)
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ambito; Visto l'Accordo delle reti dell'Ambito della provincia di Cosenza
Considerato che la L.107/2015 prevede di facilitare la costituzione di reti (reti di scopo) per la valorizzazione e formazione delle risorse professionali, la gestione comune di funzioni e di attività amministrative, nonché la realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale;
Visto l'art. 7 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275 prevede la facoltà per le istituzioni scolastiche di promuovere accordi di rete per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali;
Visto l'art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 in base al quale le amministrazioni pubbliche possono concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune.
Considerato che le istituzioni scolastiche sopraddette hanno interesse a collaborare reciprocamente per l'attuazione di iniziative comuni;
Considerato altresì che tale collaborazione è finalizzata alla miglior realizzazione della funzione della scuola come centro di educazione ed istruzione, nonché come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio; al completamento e miglioramento dell'iter del percorso formativo degli alunni; a favorire una comunicazione più intensa e proficua fra le istituzioni scolastiche; a stimolare e a realizzare, anche attraverso studi e ricerche, l'accrescimento della qualità dei servizi offerti dalle istituzioni scolastiche;
i sopraddetti con il presente atto convengono quanto segue: Visto l'art. 15 della Legge n. 241/1990 che dispone : … “le
pubbliche amministrazioni possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”;
Visto l'art. 21 della Legge n.59/1997 relativo all'attribuzione di autonomia funzionale e personalità giuridica alle istituzioni Scolastiche;
Visto che l’art. 7, comma 2, del D.P.R. 275/ 99 consente espressamente l’adozione di accordi di rete tra diverse Istituzioni Scolastiche per la realizzazione di attività di comune interesse, ai sensi dell’art. 15 della legge 241/90;
Atteso che l’art. 33 del D.I. n. 44/2001 prevede che il Consiglio di Istituto deliberi in ordine all’adesione a reti di scuole e consorzi
Visto che i DD.PP.RR. NN 87/2010, 88/2010, 89/2010 dispongono il riordino dell’assetto ordina mentale, organizzativo e didattico dell’istruzione liceale, tecnica e professionale;
Considerato che le Istituzioni scolastiche indicate in calce al presente intendono collaborare per l’attuazione di iniziative comuni di progettazione didattica e di certificazione delle competenze in relazione alla riforma del secondo ciclo
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d’istruzione e di cui ai citati decreti;
Considerato che dal quadro normativo su richiamato emerge la necessità e possibilità per le scuole di stipulare accordi di rete di comune interesse, nella fattispecie di “formazione/aggiornamento, di ricerca,sperimentazione e sviluppo del personale”;
Visto che, in particolare, l’accordo di rete è finalizzato alla ricerca didattica e alla produzione di percorsi didattici multidisciplinari;
Atteso che l’attività di ricerca didatticao-organizzativa e di progettazione e sperimentazione dei percorsi dovrà svolgersi secondo il progetto elaborato dai Licei “ Tommaso Campanella” di Belvedere M.mo e condiviso dai Dirigenti Scolastici delle scuole collegate in rete adattando il modello CROSSCURRICULUM in relazione alle esigenze rilevate nelle diverse scuole aderenti alla Rete;
Atteso che il Liceo TOMMASO CAMPANELLA DI Belvedere M.mo è stato individuato, acquisitane la disponibilità, quale scuola capofila per la gestione della rete e della attività ad esso collegate;
i seguenti Istituti Scolastici, nelle persone dei rispettivi Dirigenti Scolastici:
IIS IPSIA-ITI “E. Aletti” – Trebisacce (CS) DS Marilena VIGGIANO
Licei “Tommaso Campanella” Belvedere M.mo (CS) DS Maria Grazia Cianciulli
VISTE le delibere dei rispettivi Consigli d’Istituto
SI CONVIENE
ART. 1 - PREMESSE
Le premesse e gli allegati costituiscono parte integrante e sostanziale
dell'accordo.
ART. 2 - DEFINIZIONE
Per “istituzioni scolastiche aderenti” si intendono le Istituzioni scolastiche
che sottoscrivono il presente accordo e citate in premessa.
ART. 3 - DENOMINAZIONE
E’ istituito il collegamento in rete fra le istituzioni scolastiche che
aderiscono al presente accordo, che prende il nome di “Rete
CROSSCURRICULUM”
ART. 4 - FINALITA’
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Il presente accordo ha lo scopo di soddisfare il comune interesse alla
progettazione di percorsi didattici e modelli organizzativi rispondenti alle
indicazioni della legge di riforma n. 107/2015
ART. 5 - OGGETTO
Il presente accordo ha per oggetto la collaborazione fra le Istituzioni
scolastiche, che vi aderiscono col proprio personale docente, per creare
sinergie e scambio di buone pratiche nell’ottica del miglioramento della
riorganizzazione e della didattica in relazione alla riforma della scuola
secondaria di secondo grado seguendo il modello CROSSCURRICULUM
dei Licei di Belvedere M.mo.
Art. 6 - DURATA
Il presente accordo ha validità dalla data di sottoscrizione fino a diversa
disposizione delle parti.
ART. 7 - SCUOLA CAPOFILA
Il Liceo TOMMASO CAMPANELLA assume il ruolo di capofila della rete.
ART. 8 - GESTIONE DELLE ATTIVITA’
La Scuola capofila si impegna ad interagire con le scuole aderenti alla rete
al fine di ottimizzare e divulgare il modello CROSSCURRICULUM promuovendo
ogni utile iniziativa e sinergia.
ART. 9 - RISORSE FINANZIARIE
Il modello CROSSCURRICULUM non comporta spese, nè diversi oneri finanziari
per le scuole aderenti. Le scuole aderenti alla rete potranno eventualmente
incentivare l’attività dei docenti coinvolti con le risorse eventualmente disponibili
nel fondo di istituto .
ART. 10 – NORME FINALI
L’accordo viene inviato alle scuole aderenti per la relativa pubblicazione
all’albo e per il deposito presso la segreteria della scuola, dove gli interessati
possono prenderne visione ed estrarne copia.
Per quanto non espressamente previsto, si rimanda all’ordinamento generale in
materia di istruzione e alle norme che regolano il rapporto di lavoro nel comparto
scuola.
Le istituzioni scolastiche aderenti alla rete dovranno altresì garantire, ai sensi e
per gli effetti del D.l.vo n. 196 del 30/6/2003 e del D.M. n. 305 Del 07/12/2006
(norme in materia di protezione dei dati personali), che i dati personali forniti o
acquisiti saranno oggetto di trattamento (nel rispetto della citata normativa)
esclusivamente per le finalità connesse agli adempimenti richiesti per
l’esecuzione degli obblighi di cui al presente accordo.
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Art.11: Allegati
Fanno parte integrante del presente accordo:
1) Le delibere degli Organi collegiali previste dall’art. 7 del DPR 8 Marzo 1999 N. 275
2) Il Progetto CROSSCURRICULUM
Luogo e data, Belvedere 18.10.2017
Letto, confermato e sottoscritto:
IIS IPSIA-ITI “E. Aletti” – Trebisacce (CS)
DS Marilena VIGGIANO
Licei “Tommaso Campanella” Belvedere M.mo (CS) DS Maria Grazia Cianciulli.
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RINGRAZIAMENTI
Eccomi giunta alla fine di questo lavoro di tesi, nonché alla fine del mio
percorso universitario. Non vedovo l’ora di finire, ma già mi sale un po' il
magone per questi anni che stanno sfuggendo, che passano troppo in fretta
e che mi fanno capire che sono ormai grande e che tanto ho alle spalle ma
tanto ancora arriverà.
Proverò a rendere un po' più animato questo freddo foglio, proverò ad
aprirmi a chiunque volesse leggere queste poche righe.
Il primo ringraziamento va all’Università del Salento che mi ha accolta e
mi ha fatto disperare in due soli fantastici anni. Ai meravigliosi docenti,
ma soprattutto al relatore di questa tesi, Prof.re Antonio Marsella che mi
ha permesso di fare un ottimo e dettagliato lavoro aprendomi le porte dei
Licei “Tommaso Campanella”, Belvedere Marittimo(CS). Questo ha un
profondo significato per me perchè mi ha fatto conoscere la mia terra
Calabrese e soprattutto la Dirigente Maria Grazia Cianciulli, per la quale
nutro immensa stima. Con il suo team di docenti ha messo la sua scuola a
mia diposizione, mi ha dato un ottimo ed innovativo tema da sviluppare.
Voglio ringraziare tutti per la disponibilità e la serietà con la quale mi
avete aiutata, anche a distanza.
Questi splendidi anni di Università sono stati gli anni delle mancanze più
profonde, delle convivenze alcune fantastiche altre meno, ma soprattutto
sono stati gli anni che mi hanno messo più alla prova e che mi hanno fatta
crescere.
Chi mi conosce un po' sa che non sono figlia di avvocati, medici o
ingegneri ma sono figlia del sacrificio e della passione di due genitori
fantastici che mi hanno sempre spronata ad avere il massimo dalla vita, a
sudare e a guadagnarmi una laurea anche a forza di sparecchiare tavoli e
portare bottiglie di vino.
Sono figlia di un padre che è stato un onesto lavoratore che ha sempre
creduto in me e sono certa che oggi avrebbe rivoluzionato Lecce ed il
mondo intero. Non c’è un giorno che mi svegli senza pensare a come
sarebbe tutto più facile se solo ci fossi e quanto mi sentirei tranquilla e
sicura ad averti con me. Dopo due anni dalla laurea triennale posso
rinnovarti il mio pensiero perché non cambierà mai, mi mancherai sempre,
in ogni istante della mia vita.
Affianco a me però, ci sei tu, Mamma. La donna che ha dedicato la sua
vita alla famiglia, che se mai sarò mamma vorrò essere come te. Devo
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chiederti scusa, però, per tutto il tempo che non ti ho dedicato in questi
mesi e per questi anni di sacrifici che spero un giorno ripagherò. Spero di
darti ancora mille soddisfazioni come questa.
Carmela e Valeria, siete la mia ancora di salvezza. Siamo da anni in posti
diversi ma quei pochi giorni che passiamo insieme hanno il potere di
cancellare tutto il tempo perso. Solo noi sappiamo quello che ci lega, che
voglia abbiamo di viverci e di realizzarci nella vita affettiva e lavorativa.
Un ringraziamento particolare va ai miei fantastici nonni, nonna Nunzia e
nonno Giuseppe, perché è da voi che ebbe inizio la nostra meravigliosa
famiglia. L’esempio di amore e fedeltà che in tutti questi anni ci avete dato
è stato fondamentale per noi nipoti. Avrei voluto tanto rifare il tirocinio lì
con voi, mi siete davvero mancati tanto.
Ringrazio tanto zio Pasquale, zio Stefano, zia Paola e zia MG, con
rispettivi cuginetti al seguito, siamo tutti pieni di impegni ma sempre uniti
e presenti nelle nostre vite.
È arrivato il momento degli amici, quelli di sempre e quelli che ho
conosciuto in questi anni.
Un ringraziamento particolare va a Frangus, Marya, cate, amici ormai
storici, compagni di vita fantastici. Grazie a voi ho capito che gli amici,
quelli veri, esistono e che non voglio perdervi per nessuna ragione. Sembra
fredda e riduttiva come frase, ma assolutamente vera, “voi sapete già
tutto”. Conoscete ogni mia espressione, ogni mio stato d’animo, siete la
mia ombra.
Grazie a Titino, Cristian, Ermelinda, Luca, Andrea, Jari, Antonia,
Alessandro, Benedetta, Fabio, Alberto, Maria Grazia, gli amici delle tante
serate e di quelle che arriveranno. Abbiamo un’estate da trascorrere
insieme.
Grazie a Stella, ci sono troppe cose che ormai ci legano, ci capiamo con un
solo sguardo. In questi anni video chiamate, messaggi ogni giorno, che
hanno permesso di sentirti sempre vicina e mi hanno convinta sempre più
del fatto che non voglio perderti.
Grazie va soprattutto alle mie meravigliose coinquiline, ormai amiche,
Arianna, Sara, Valentina e Federica. Con voi si è creata subito una
sintonia, un’amicizia particolare, un rapporto meraviglioso di
collaborazione, rispetto e aiuto reciproco. Avete condiviso con me gioie e
dolori, mi mancherà tutto di voi. Non sarò stata la coinquilina dai baci e
abbracci ma spero di avervi dato tanto altro, di essere stata la vostra spalla.
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Grazie a Lucio e Vito, le prime persone che ho incontrato a Lecce e con
cui sin da subito si è creato nella maniera più naturale possibile, un
rapporto di amicizia puro e sincero. Non smetterò mai di ringraziarvi per
tutti i caffè, i pranzi, le cene e le uscite insieme.
Grazie alle mie colleghe e soprattutto a te Francesca, una compagna di
studio eccezionale, un supporto sempre presente. Sei stata parte integrante
di questo mio percorso.
Grazie a Cosmery per il trucco, i capelli e i vestiti che hai sempre scelto.
Grazie a Giulia per le lunghe chiacchierate e le grasse risate insieme.
Avete fatto sì che il mio percorso potesse essere il più sereno e allegro
possibile.
Grazie alla famiglia di Ata, mi avete accolta e accettata sin da subito.
Grazie per aver, in questi due anni, supportato e sopportato “Trilly” per la
mia assenza. È merito vostro il suo essere speciale.
Adesso tocca a te, Ata. Grazie di non aver mai ostacolato i miei sogni, di
aver condiviso ogni mia decisione,di essere stato un punto di riferimento,
una presenza costante nella mia vita. Non riesco nemmeno ad immaginare
di festeggiare un mio traguardo senza di te, non riesco ad immaginare la
mia vita senza di te.
Grazie a chi mi conosce, a chi mi vuole bene, a chi ha vissuto momenti
con me, a chi ha creduto in me. Non smetterò mai di sognare e di credere
in un futuro migliore con tutti voi al mio fianco.