adeste38 domenica 20 settembre 2015c

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In sinergia con Fondazione. Migrantes

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Page 1: Adeste38 domenica 20 settembre 2015c

In sinergia con Fondazione. Migrantes

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ADESTE n°38/ ANNO 4°-20.09.2015

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Sabato 19 Settembre inizia il

viaggio del Papa a Cuba e negli

Usa: vediamo dunque il pro‐

gramma del decimo viaggio apo‐

stolico del Santo Padre, questa

volta nel Nord America, che avrà luogo

dal 19 settembre 2015 al 28 settembre

2015.

Saranno nove giorni ricchi di incontri e

appuntamenti, nel corso dei quali il Ve‐

scovo di Roma pronuncerà ben 24 tra

omelie, discorsi e saluti. Le città che Fran‐

cesco visiterà saranno l’Avana e Santiago,

a Cuba, e Filadelfia, Washington e New

York negli Stati Uniti. Tra gli interventi più

importanti, senza ombra di dubbio quelli

davanti al Congresso e alla Assemblea

Generale dell’Onu.

Il primo paese che il Pontefice visiterà

sarà Cuba, dove giungerà il 19 settem‐

bre 2015, alle ore 16 ora di Cuba, nella

capitale La Habana. Il giorno successivo la

visita di cortesia al presidente Raúl Castro

e la Santa Messa nella Piazza della Rivoluzione.

Nel corso del lunedì successivo il Papa si recherà a

Holguín, dove celebrerà l’Eucarestia, e successiva‐

mente a Santiago di Cuba, ove sono in programma

l’incontro coi vescovi cubani e la visita al Santuario de

“Nuestra Señora de la Caridad del Cobre”. Sarà sem‐

pre nel medesimo santuario che il Papa celebrerà la

Santa Messa e incontrerà le famiglie cubane.

Questo sarà anche l’ultimo momento pubblico a Cu‐

ba: farà seguito la partenza alla volta di Washington,

dove arriverà alle 18 ora di Washington locale (in Ita‐

lia le 24) all’Andrews Air Force Base.

Il giorno successivo, mercoledì 23 settembre 2015, il

Vescovo di Roma verrà accolto nella Casa Bianca, do‐

ve incontrerà il Presidente Barak Obama e successi‐

vamente si re‐

cherà in visita

nella Cattedra‐

le di San Mat‐

teo, dove avrà

luogo l’incontro con i vescovi

statunitensi.

Nel promeriggio, alle ore

16.15 ora locale avverrà la

Santa Messa di canonizzazio‐

ne di Junípero Serra, apostolo

degli immigrati.

Giovedì 24 settembre 2015

sono in programma la visita

alla sede del Congresso

degli Stati Uniti e successiva‐

mente in Papa incontrerà un

gruppo di senza tetto presso il

Centro Caritativo della parro‐

chia di St. Patrick.

Sarà sempre il giovedì 24 che

il Vescovo di Roma si recherà,

nel secondo pomeriggio, a New York dove presiederà

i Vespri assieme ai religiosi, religiose e clero locale

presso la Cattedrale di San Patrizio.

Venerdì 25 settembre 2015 il Papa parlerà davanti

all’Assemblea generale dell’ONU e poi si recherà in

visita al Memoriale di Ground Zero, cui seguirà un

Incontro con bambini e famiglie immigrate presso

“Nostra signora, Regina degli Angeli”. La giornata

terminerà con la celebrazione della Santa Messa

presso lo Square Garden.

Sabato 26 settembre 2015, infine, il Pontefice si

recherà a Filadelfia, dove celebrerà la Santa Messa

con Vescovi, Clero, Religiosi e Religiose della Penn‐

sylvania nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a

Philadelphia.

Durante il pomeriggio del medesimo giorno si

terrà l’Incontro per la libertà religiosa con la co‐

munità Ispanica e altri immigrati presso l’Inde‐

pendence Mall a Philadelphia. La giornata si con‐

cluderà con la Veglia di Preghiera della Festa del‐

le Famiglie.

L’ultimo giorno di viaggio apostolico, domenica

27 settembre 2015, il Papa, dopo aver incon‐

trato i vescovi statunitensi, si recherà alla prigio‐

ne Curran‐Fromhold e, infine, alle ore 16 ora lo‐

cale, presiederà la chiusura dell’Incontro Mondia‐

le delle Famiglie, celebrando la Santa Messa nel

Benjamin Franklin Parkway.

Dal 19 al 28 Settembre Viaggio di Papa Francesco

A Cuba e Stati Uniti D’America

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Uno studio sociologico del Pew Research Institute mostra una realtà in continuo movimento con gra-nadi diversità a seconda degli Stati. E tra i fedeli di Roma crescono gli ispanici MARCO TOSATTI 14.09.2015

C he cattolici troverà papa Fran-cesco nella sua ormai immi-

nente prima volta negli Stati Uniti? Un panorama certamente molto più variegato e complesso di quello di una volta, quando irlan-desi e italiani – insieme a polacchi e a una mino-ranza di ispanici – formava il mondo dei fedeli a Ro-ma. Uno studio sociologico del Pew Research Institu-te ha cercato di fotografare una realtà in continuo mu-tamento, e che anche al suo interno presenta elementi di grande diversità. Oggi il volto del cattolicesimo USA sta cambiando. Gli immigrati ne formano una larga parte, e molti di loro – e dei cattolici – sono ispanici. Ma c’è stato an-che una cambiamento di localizzazione geografica: se una volta le roccaforti tradizionali dei cattolici erano poste nelle regioni a Nord Est, e nel Midwest, adesso sono gli Stati occidentali e il Sud degli Stati Uniti le zone in cui si trovano più fedeli a Roma. Lo studio del Pew Research Center rivela anche che il cattolicesimo è la religione dichiarata di un americano su cinque (più o meno); e questo dimostra l’esistenza di un de-clino. I cattolici, più del resto della popolazione, hanno la probabilità di essere immigranti essi stessi, o figli di immigranti. Più di un quarto (il 27 per cento) dei cat-tolici degli Stati Uniti sono nati fuori del Paese; la percentuale riferita alla popolazione Usa in generale è del 15 per cento. La maggior parte di questi immigrati cat-tolici proviene da luoghi diversi delle Americhe, e costituiscono il 22 per cento del mondo cattolico locale. E comunque i legami con l’oltre frontiera sono forti. Circa il 15 per cento dei cattolici americani hanno almeno uno dei due genitori che è na-to all’estero; che sommati al 27 per cento di cui sopra, fa sì che solo il 57 per cento dei cattolici Usa abbia due genitori nati nel Paese; mentre il 74 per cento degli americani adulti può dire di trovarsi nella stessa situazione. La storia e la cronaca ci dicono che le radici ispani-che sono prevalenti. La percentuale di ispanici cattoli-ci è cresciuta di cinque punti percentuali dal 2007 (dal 29 al 34 per cento). Nello stesso periodo però la per-centuale generale di popolazione ispanica adulta è cre-sciuta del 3 per cento (dal 12 al 15 per cento). Una tendenza che verrà probabilmente confermata nell’im-

mediato futuro: fra i “Millennials” cattolici il 46 per cento sono ispanici, e il 43 per cento bianchi. Dicevamo prima delle diversità interne del mondo cattolico; un elemento d’altronde ben presente nella

società americana in ge-nerale. Ma rispetto alla generalità, ci sono meno bianchi non ispanici (59 per cento, contro il 66 per cento) e neri (il 3 per

cento, contro il 12 per cento)

che ispanici: il 34 per cen-

to contro il 15 per cento nella popolazione globale. Da parecchi anni è in atto uno spostamento geografi-co; e d’altronde basta pensare a quello che era la po-lacca Detroit per rendersene conto. Lo spostamento è avvenuto dalla costa dell’Atlantico, e dal Midwest verso l’Ovest e il Sud. Questo non vuol dire che i cat-tolici siano più densamente presenti nel Nord Est della media generale della popolazione (26 per cento contro 18 per cento). Ma fra il 2007 e il 2014 la popolazione cattolica del Nord Est e del Midwest è calata di tre punti percentuali (dal 29 al 26 per cento, e dal 24 al 21 per cento rispettivamente). Parallelamente è cre-sciuto di tre punti lo share di cattolici che sono andati a vivere nel Sud e all’Ovest (dal 24 al 27 per cento, e dal 23 al 26 per cento rispettivamente). In generale i cattolici sono distribuiti in maniera uni-forme nel Paese. Le tre città che papa Francesco visi-terà (Wahington D.C, New York e Philadelphia) va-riano quanto a numero e percentuale di fedeli. A New York si calcola che circa un terzo (il 33 per cento) de-

gli abitanti dell’area metropolitana si dichiari cattolico; a Philadelphia sono il 26 per cento, e a Washing-ton il 19 per cento. Considerando l’appartenenza etni-ca, si vede che sei cattolici su dieci (non ispanici) vivono nel Nord Est o nel Midwest, mentre circa i tre quarti degli ispano cattolici abitano nel Sud o all’Ovest. A Ovest il 57 per cento dei cattolici sono ispanici, il 31 per cento bianchi non ispanici e l’8 per cento asiatici. I cattolici stanno invecchiando. In-

fatti l’età media degli adulti cattolici negli Usa è di quarantanove anni; nel 2007 era di quarantacin-que. L’età media in generale è di 46 anni. I cattolici sono significativamente più vecchi dei membri delle religioni non cristiane (40 anni di età media) o di quelli che si dichiarano estranei a ogni religione (36 anni). Solo il 17 per cento dei cattolici adulti hanno meno di trenta anni, contro il 35 per cento di atei e agnostici, e il 44 dei musulmani.

I cattolici U.S.A. un popolo di migranti

o figli di immigrati

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Emigrazione e lavoro minorile negli Stati Uniti durante

la grande emigrazione

Il “sogno americano” aveva contagiato anche gli adolescenti e li ha condotti

all’emigrazione, molto spesso anche da soli. Fino al 1907, quando gli Stati Uniti hanno previsto alcune limitazioni all’ingresso dei bambini, era facile per i bambini immigrare negli Usa e ne faceva-no uso massicciamen-te. Se erano in buone condizioni di salute, i ragazzi non venivano respinti all’ingresso così facilmente come gli adulti. Molto alto era anche il numero degli ado-lescenti immigrati clande-stinamente. Questi ragazzi spesso esercitavano i lavo-ri di strada di strillone, lu-strascarpe e fattorino, ma lavoravano anche nelle ve-trerie, nelle miniere, nelle fabbriche produttrici di scatole e sacchetti e di chincaglierie. Il lavoro e l’emigrazione di bambini e di ragazzi ha origini antiche. Il lavoro mi-grante è sempre esistito presso la società ita-liana e i bambini in secoli precedenti erano spesso costretti a lavorare con gli adulti per migliorare il reddito della famiglia. I ragazzi che accompagnavano gli adulti non facevano soltanto le mansioni ausiliarie, ma anche le più faticose e pericolose. I ragazzi facevano di tutto ma erano preferiti per alcuni lavori come per fare l’imbiancatura e la lavatura dell’esterno delle case, per fare gli spazzaca-mini, venditori ambulanti ecc. .

I piccoli suonatori ambulanti dall’Italia

L’attività che di più ha provocato sdegno e commozione nell’opinione pubblica è stata quella dei piccoli suonatori ambulanti, cantori e ammaestratori di animali che dall’Italia sono emigrati nelle grandi città d’Europa e poi an-che in America. Anche questo mestiere aveva una lunga tradizione in Italia ma dopo l’Unità d’Italia il numero dei piccoli suonatori ambu-lanti è cresciuto rapidamente. È molto difficile valutare il numero dei suonatori fanciulli che

sono emigrati dall’Italia in tutto il mondo, ma sembra che alla fine degli anni 60 dell’800 il loro numero si aggirava attorno alle 6000 per-sone. I bambini erano spesso accompagnati da un adulto. Se originariamente emigravano in prevalenza suonatori d’arpa o di zampogna, con la crisi dopo l’Unità anche semplici conta-dini hanno cominciato a praticare questo me-stiere. Privi di conoscenze musicali contava-no, per il loro guadagno, solamente su quanto potevano raccogliere i bambini con la questua. Questo sviluppo e le loro attività, che erano

molto vicine all’accat-tonaggio, hanno solle-vato delle preoccupa-zioni presso i consoli italiani nelle grandi città. Questi fanciulli sono protagonisti di

molti racconti di quel tempo, il loro stato può essere paragonato a quello della schiavitù. Dalla legislazione italiana i suonatori ambulanti erano visti come una vergogna e un peri-colo per l’onore del nuovo Stato ita-liano. A partire dal 1867 la presenza dei piccoli italiani si è intensificata per le strade di New York, Philadelphia, San Francisco e altre città. Un con-sole italiano negli Stati Uniti scrive per sollecitare il governo italiano a

prendere provvedimenti: “Tutti gli italiani vecchi residenti di New York assicurano di non aver mai visto per la città tanta moltitudi-ne di piccoli musicanti quanto ora (…). Per tale affluenza ecces-siva è stato loro ini-bito l’adito in molti siti ove prima racco-glievano la più larga messe di largizioni, come nei carri delle strade ferrate a ca-vallo e nei ferry boats che trafficano di continuo tra New York e le contrade attigue.” Negli Stati Uniti nel 1876 è sta-ta approvata una legge che provvedeva che ognuno che si servisse di minori di 16 anni nel mestiere di suonatore ambulante e altri spetta-coli di strada poteva essere perseguito. Di con-seguenza il numero dei suonatori ambulanti è diminuito drasticamente.

COME VIVEVANO I FIGLI

DEGLI IMMIGRATI ITALIANI

NEGLI STATI UNITI AI TEMPI

DELLA GRANDE EMIGRAZIONE.

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Il lavoro di strada dei fanciulli I fanciulli italiani hanno cominciato a fare al-tri lavori di strada. A cavallo del ventesimo secolo la vendita dei giornali per le vie in tut-te le maggiori città statuni-tensi era appannaggio dei fanciulli e dei ragazzi ita-liani. Bambini dall’età di sette anni si trovavano per le strade la mattina presto e la sera tardi a vendere i giornali. Questi ragazzi erano esposti a molti peri-coli della strada. Molti di loro contraevano presto l’abitudine alle bevande alcoliche e al fumo e a loro si attribuiva la maggior parte degli atti di piccola criminalità. I figli degli immigrati italiani per un lungo periodo hanno fatto anche il lavoro da lustra-scarpe ed altri lavori come raccattare stracci, bottiglie, legna o facendo altri piccoli servizi. Siccome i costi del mantenimento dei figli nel nuovo mondo erano molto elevati mentre nello stesso tempo le leggi severe rendevano l’inserimento nel mondo lavorativo molto difficile, l’unica possibilità di contribuire al bilancio familiare in tenera età era la strada o il lavoro a domicilio. Nonostante tutte le dif-

ficoltà il loro lavoro sulla strada dai ragazzi veniva visto come un sollievo in confronto all’esperienza fatta lavorando sui campi in Italia. A questi ragazzi si attribuiva la mag-

gior parte degli atti di piccola criminalità come ubriachezza, vagabon-daggio e piccoli furti. Se-condo un`indagine del 1904 tra i reclusi mino-renni nati all`estero i ra-gazzi italiani rappresen-tavano oltre il 28 %. Questa esperienza di strada li rendeva svelti e astuti, i ragazzi impara-vano a contare solo su sé stessi. Questa vita espo-

neva i bambini anche ad abusi e violenze. Anche a casa i bambini erano spesso esposti a scatti violenti e altri maltrattamenti. Un altro mestiere che i ragazzi italiani spesso svolge-vano per le strade delle grandi città era quello del fattorino postale e del commesso di azien-de commerciali. Siccome i ragazzi si accon-tentavano di compensi modesti, riuscivano a conservare questo lavoro a lungo. La maggior parte di loro erano figli di immigrati perché per svolgere questo lavoro bisognava cono-scere bene le strade della città.

AAAA Cuba l'emigrazione italiana è sempre stata un fatto del tutto sporadico e insigni-ficante, in nulla paragonabile ai grandi alvei dei flussi migratori dalla Penisola mediterranea, come furono l'Argentina o il Brasile. Anche le relazioni economi-

che e commerciali furono sempre marginali e poco significative, debolissima la presenza di una comunità italiana in loco, conseguentemente deboli, discontinui e poco incisivi i nostri rapporti culturali. Tutto ciò non significa che nello svolgersi della storia cubana non si incontri qualche italiano che assunse anche ruoli di rilievo sul piano culturale, dall'architetto militare Antonelli, al letterato e poeta Bernardino Veglia, dallo stesso Antonio Meucci che proprio

all'Avana fece i primi esperimenti di trasmissione elettrica della voce umana, fino agli agronomi Ma-rio Calvino e Giovanni Silvestri. D'altra parte non mancarono cubani anche illustri che soggiornaro-no in Italia e ne ricevettero un forte influsso cultu-rale: in questo caso valga per tutti l'esempio dell'antropologo ed etnologo Fernando Ortiz che visse a Genova e ebbe come maestro lo stesso Lombroso. Nello stesso modo si potrebbe ricorda-re l'impatto della grande musica operistica italiana, la presenza di artigiani marmisti italiani nella co-struzione di palazzi privati come anche di impor-tanti edifici pubblici.

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IL PIU’ LEGGENDARIO COW-BOY

N el vecchio West il cattolicesimo conquistò anche William Frederick Cody (1846-1917), notissimo come Buffalo Bill. Corriere, da gio-

vane, per il “leggendario” servizio postale Pony Ex-press, volontario nel “mitico” Settimo Cavalleggeri, soldato “nordista” nella Guerra Civile (1861-1865), decorato dal Congresso americano, nella maturità fece la guida per l’esercito nelle praterie dell’Ovest “infestate” dagli indiani. Quando vinse una gara di caccia al bisonte, si guadagnò il famoso soprannome, e tra il 1868 e il 1872 polverizzò ogni record abbatten-do da solo più di 4mila bisonti, un po’ per sfamare gli operai della Kansas Pacific Railroad che costruivano la ferrovia del West, un po’ per sgomberare il campo ai lavori. Per più di un motivo acerrimo nemico degli indiani, nel 1876 si vantò di avere tolto Io scalpo a un Cheyenne per vendicare il generale George Arm-strong Custer (1839-1876), caduto nel famoso scontro con i pellirosse a Little Bighorn. Da ultimo, nel 1883, creò il “Buffalo Bill Wild West Show”, un circo con cui girò il mondo recitando se stesso e scritturando le star del vecchio West: il capo

Sioux Sitting Bull-Toro Sedu-to (1831-1890), la maliarda Ca-lamity Jane (Martha Jane Canary-Burke, 1852-1903) e anche il nostro

Alce Nero. In Italia, sfidò persino i butteri dell’Agro pontino. Cody era massone, iniziato nella Platte Valley Lodge No. 32 di North Platte, in Nebraska, il 5 marzo 1870, e giunto fino al 32° grado del rito scozzese nel 1894. Questo spiega il suo funerale celebrato con rito mas-sonico. Ma appena il giorno prima della sua morte, don Christopher Walsh, della cattedrale dell’Im-macolata Concezione di Denver, in Colorado, lo aveva conquistato a Cristo, battezzandolo nella Chiesa Cattolica. E non fu affatto una conversione spuria e tardiva, dovuta magari alla terribile malattia ai reni che lo consumava. Nel 1890, in Italia con il suo circo, Cody aveva ricevuto una benedizione spe-ciale da Papa Leone XIII (1810-1903), restandone affascinato, e al suo fianco era stata a lungo un fior di cattolica come la moglie Louisa Frederici (1843-1921) – ma il nome viene riportato con numerose va-rianti -, sposata dal cow-boy nel 1866 e madre dei suoi quattro figli. Louisa era nata in una fattoria del Midwest, ma era di origine italiana; la sua famiglia è tutt’oggi ricordata per la costruzione della prima par-rocchia cattolica di tutta la contea di Jefferson, nel Missouri. A coronamento, è bello ricordare che il 5 aprile 1906, al tempo della terza venuta in Italia del “Wild West Show”, La Stampa di Torino scrisse in prima pagina che «per chi nol sapesse, buona parte degli indiani che seguono la tournée di Buffalo Bill sono cattolici». Tanto che l’istituto delle Missioni Cattoliche di Roma aveva provveduto a fornire loro

un confessore, il padre maltese Joseph Strickland (1864-1917), dei gesuiti di Fie-sole, già missionario fra i pellirosse.

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La Chiesa non può che accogliere

Il Vangelo riferisce uno dei momenti di crisi tra Gesù e i discepoli. Per paura non lo interrogano, per vergogna non gli rispondono, si isolano da lui: meglio il buio che la luce. Nei Do-dici si esprime la mentalità che si dirama ovunque in tutte le vene del mondo: competere, primeggiare, imporsi, «chi è il più grande?».

A questa voglia di potere, che è principio di distruzione della convivenza umana, Gesù contrappone il suo mondo nuo-vo: «Se uno vuol essere il primo sia il servitore di tutti». Servo non per rinuncia, ma per prodigio di coraggio.

Servire: verbo dolce e pauroso insieme, perché il nostro piacere è prendere, accumulare, comandare, non certo essere servi. Invece servizio è il nome nuovo della storia, il nome segreto della civiltà. Ma questo non basta, c'è un secondo passaggio: «Servitore di tutti» dice Gesù, senza limiti di gruppo, di famiglia, di etnìa, di chi lo meriti o non lo meriti, senza porre condizioni.

Ma non basta ancora, c'è un terzo gradino: «prese un bambino e lo mise in mezzo» il più inerme e disarmato, il più indifeso e senza diritti, il più debole tra gli ultimi! Se non sarete così...Parole mai dette prima, mai pen-sate prima, scandalo per i giudei, follia per i greci, ma parole finalmente liberate come uccelli, come angeli, a raggiungere i confini del cuore. Diventate come bambini che vivono solo perché sono amati.

Gesù abbraccia il più piccolo perché nessuno sia perduto, non una briciola di pane, non un agnello del gregge, non due spiccioli di un tesoro. «Neppure un capello del vostro capo andrà perduto, neppure un passero cade a terra» e come potrebbe andare perduto un bambino? Da lì parte il Signore Gesù, dall'infinitamente piccolo inizia la sua cura perché nessuno si senta escluso. Dio e l'uomo hanno oggi nomi inusuali: servitore, bambino,

ultimo! Il servitore di tutti, il bambino per cui il solo fatto di esistere è estasi, l'ultimo. Sono quelle parole abissali: o ti conquistano o le cancelli per paura che siano loro ad abbattere il tuo sistema di vita.

Il mondo nuovo, il mondo «altro»nasce da un verbo ripetuto quattro volte nell'ultima riga del Vangelo: «Chi accoglie uno solo di questi bambini, accoglie me; chi accoglie me non accoglie me ma Colui che mi ha mandato». «La vulnerabilità della vita nella sua fragilità è il luogo da cui prende le mosse l'etica condivisa» (Ricoeur).

La Chiesa o è accogliente o non è. Accogliere un bambino è accogliere Dio. Il volto di Dio inizia dal volto dell'altro (Levinass)

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UNAUNAUNAUNA MERAVIGLIAMERAVIGLIAMERAVIGLIAMERAVIGLIA DELLADELLADELLADELLA NATURANATURANATURANATURA

S ito nella parte centro-occidentale della Romania, Retezat, che fa parte della cate-na dei Carpazi Meridionali, è il più antico

parco nazionale del Paese (1935). Il parco na-zionale ha una superficie di 38.047 ettari di cui 1.800 sono stati dichiarati (dal 1955) area strettamente protetta nella zona chiamata "Gemenele". Il parco nazionale Retezat dispone di una grande diversità di forme che si riflette in un paesag-gio spettacolare formato da cime che sembrano sor-reggere il cielo che si alternano con valli e laghi gla-ciali. Sono in tutto 58 i laghi di origine glaciale per-manenti di cui il più profondo è Zanoaga (29 m) e il più grande è Bucura (8,86 ettari). Rinomato per la sua diversità floristica, Retezat ser-ba 1.190 specie di piante superiori, un terzo di tutte le piante superiori conosciute in Romania. A queste si aggiungono un numero quasi uguale di specie di piante inferiori. Nelle passeggiate tra le valli del par-co Retezat è facile incontrare specie rare tra cui la scarpetta di venere, diversi tipi di genziana, lo spar-viere, il fiordaliso o la regina delle piante alpine, la stella alpina. Il parco nazionale Retezat, grazie ai suoi habitat naturali, custodisce una fauna particolarmente ricca sia per il numero di specie che per il numero di esemplari di queste specie. I laghi pullu-lano di trote e altre 11 specie di pesci, di cui alcune si trovano solo in questa zona. Sempre qui hanno trovato il loro habitat 185 specie di uccelli tra cui l'aquila reale, il falco pellegrino, l'a-quila anatraia, il biancone, il gallo cedrone, il gufo reale, la civetta nana e la cicogna nera. I mammiferi del Parco sono raggruppati in 55 specie che rappresentano 23% dei mammiferi ter-restri dell'Europa. Troviamo qui lupi, l'orso bruno, la lince, il gatto selvatico, ma anche il ca-moscio, il cervo, il capriolo, la lontra e la marmotta. Le grotte sono il regno di 13 specie di pi-pistrelli tra cui il rinolfo maggiore (rhinolophus ferrumequinum), il serotino bicolore (vespertilio murinus) e il pipistrello comune.

Sono tanti gli itinerari che portano alla sco-perta del parco nazionale Retezat e delle sue cime montuose. Tutti gli itinerari sono marcati (potete consultare i si-ti www.retezat.ro oppure www.alpinet.org) ed è consigliato rispettare le regole della montagna. Il parco nazionale Retezat è stato proposto per essere inserito tra "Le nuove sette me-raviglie del mondo" alla sezione parchi na-turali, ma anche se non riuscirà entrare nel top 7 del mondo Retezat resta un oasi natu-ralistica di cui t'innamorerai.

Il Parco Nazionale Il Parco Nazionale Il Parco Nazionale Il Parco Nazionale

RETEZATRETEZATRETEZATRETEZAT

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EEEE cco 30 cose che devi

iniziare a fare per te stesso, che abbracciano una serie di atteggia-menti umani sa-

lutari. Che ne di-ci di metterli in

pratica?

18. INIZIA A PERDONARE TE STESSO E GLI ALTRI Tutti noi siamo stati feriti dalle nostre decisioni e dagli altri. Se il dolore di queste esperienze è nor-male, a volte dura per molto tempo. Riviviamo il dolore ripetutamente e abbiamo difficoltà a lasciar-lo andare. Il perdono è il rimedio. Ciò non vuol dire che stiamo spegnendo o dimenticando ciò che è avvenuto in passato. Significa che stiamo mettendo da parte il risentimento e il dolore e stiamo sce-gliendo di imparare da quell'incidente e di andare avanti con la nostra vita.

19. INIZIA AD AIUTARE CHI TI CIRCONDA Preoccupati degli altri. Orientali se conosci una via migliore. Più aiuterai gli altri, più questi vorran-no aiutarti. Amore e bontà generano amore e bontà.

20. INIZIA AD ASCOLTARE LA TUA VOCE INTERIORE Se aiuta, discuti le tue idee con le persone più vicine a te, ma dai loro lo stesso spazio sufficiente a seguire la propria intuizione. Sii fedele a te stesso. Dì ciò che hai bisogno di dire. Fai ciò che il tuo cuore dice che è giusto.

21. INIZIA A FARE ATTENZIONE AL TUO LIVELLO DI STRESS E FAI DELLE BREVI PAUSE Vai più lentamente. Respira. Datti il permesso di fare una pausa, di raccogliere le idee e di avanzare con chiarezza e proposito. Quando sei molto occupato, un breve passo indietro può rinfrescarti la mente e aumentare la tua produttività. Queste piccole pause ti aiuteranno a recuperare la tua sanità e a riflettere sulle tue azioni recenti, e così potrai avere la certezza che sono allineate con i tuoi obiet-tivi.

22. INIZIA A PERCEPIRE LA BELLEZZA DEI PICCOLI MOMENTI Anziché aspettare che le cose avvengano – matrimonio, figli, grande promozione, vincere alla lotte-ria –, trova la felicità nelle piccole cose che avvengono tutti i giorni. Piccole cose, come prendere tranquillamente una tazzina di caffè al mattino o il delizioso profumo e sapore di un pasto casalingo, o il piacere di condividere qualcosa che ti piace con un'altra persona o stare mano nella mano con il tuo partner. Percepire questi piccoli piaceri quotidianamente fa una grande differenza nella qualità della tua vita.

23. INIZIA AD ACCETTARE LE COSE QUANDO NON SONO PERFETTE Ricordati, “perfetto” è nemico di “bene”. Una delle più grandi sfide per le persone che vogliono mi-gliorare se stessi e migliorare il mondo è imparare ad accettare le cose per come sono. A volte è me-glio accettare e apprezzare il mondo per com'è, e le persone per come sono, anziché cercare di far sì che tutto e tutti siano conformi a un ideale impossibile. No, non devi accettare una vita mediocre, ma devi imparare ad amare e a valorizzare le cose anche quando non sono perfette.

24. INIZIA A LAVORARE IN DIREZIONE DEI TUOI OBIETTIVI TUTTI I GIORNI Ricordati che il viaggio di mille chilometri inizia con un passo. Qualunque sia il tuo sogno, ogni gior-no fai un passo piccolo ma coerente perché il tuo sogno si realizzi. Fai qualcosa! Quanto più lavori, più fortuna avrai. Anche se molti di noi, in qualche momento della nostra vita, dicono di voler segui-re la propria vocazione, sono poche le persone astute che lavorano davvero perché si realizzi. Dicen-do “lavorano davvero” intendo dedicarsi costantemente al risultato finale.

Terza parte

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continua

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ADESTE n°38/ ANNO 4°-20.09.2015

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore no-stro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spi-rito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-conosciamo i nostri peccati. Breve pausa di riflessione

C e A: Confesso a Dio onnipo-tente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, paro-le, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandis-sima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli an-geli, i santi e voi fratelli, di pre-gare per me il Signore Dio no-stro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen. C. Signore pietà. A. Signore pietà. C. Cristo pietà. A. Cristo pietà. C. Signore pietà. A. Signore pietà. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio, Padre di tutti gli uomi-ni, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misu-ra del tuo regno; donaci la sa-

pienza che viene dall'alto, perché accogliamo la parola del tuo Fi-glio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che ser-ve. Per il nostro Signore Gesù Cri-sto, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spi-rito Santo, per tutti i secoli dei se-coli. A. Amen B. LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro della Sapienza Dissero gli empi: «Tendiamo insi-die al giusto, che per noi è d’inco-modo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. Vediamo se le sue paro-le sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle ma-ni dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con violenze e tormen-ti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di soppor-tazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secon-do le sue parole, il soccorso gli verrà». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Il Signore sostiene la mia vita. Dio, per il tuo nome salvami, per la tua potenza rendimi giusti-zia. Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. R/. Poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insi-diano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi. R/. Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, per-ché è buono. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera di san Giacomo apostolo Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto an-zitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericor-dia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno ope-ra di pace viene seminato nella

pace un frutto di giustizia. Da do-ve vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengo-no forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre mem-bra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ot-tenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. R. Alleluia.

† Vangelo Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù e i suoi di-scepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideran-no; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fos-se più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose vi-sibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, uni-genito Figlio di Dio, nato dal

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE :Sap 2,12.17-20 Sal 53 Giac 3,16-4,3 Mc 9,30-37

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ADESTE n°38/ ANNO 4°-20.09.2015

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Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra sal-vezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergi-ne Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il ter-zo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signo-re e dà la vita, e procede dal Pa-dre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei pro-feti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdo-no dei peccati. Aspetto la risur-rezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI

C. Servire è la parola che, da so-la, può riassumere tutta la vita di Gesù. Egli si è messo a servizio di tutti gli uomini fino al dono della vita. Chiediamo nella preghiera la capacità di imitarlo in questo fondamentale stile di vita. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per la Chiesa: sia nel mondo serva e povera come Ge-sù, vicina a tutte le vittime dell'in-giustizia e accogliente verso i loro bisogni, preghiamo. 2. Per i perseguitati, i picco-li e gli oppressi: siano al centro delle politiche economiche, per-ché la priorità vada sempre data alla cura della persona, preghia-mo. 3. Per coloro che si arricchi-scono vendendo armi e alimen-tando guerra, vendetta e odio: Dio tocchi loro il cuore prima che procurino altro male all'umanità, preghiamo. 4. Per la nostra comunità cristiana: sia il luogo dell'ascolto reciproco e del servizio verso tut-ti, senza preferenze o distinzioni, e sappia educare e stimolare al servizio, preghiamo. C. O Padre, noi ti invochiamo con umiltà e fiducia: aiutaci a con-fidare non nella grandezza, o ne-gli onori o nella forza, ma nella gioia di servire i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. .

A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accogli, o Padre, l'offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il sangue del tuo Fi-glio e la potenza dello Spirito tu hai ricostituito l'unità della fami-glia umana disgregata dal pecca-to perché il tuo popolo, radunato nel vincolo di amore della Trinità a lode e gloria della tua multifor-me sapienza, formi la Chiesa, cor-po del Cristo e tempio vivo dello Spirito. Per questo mistero di sal-vezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo, Santo, Santo…... DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen B. A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-

ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacra-menti, perché la redenzione ope-rata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo no-stro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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ADESTE n°38/ ANNO 4°-20.09.2015

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6�7: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A69� I�6+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T+;+�<���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

San Pio da Pietrelcina (Francesco Forgione) 23 settembre Pietrelcina, Benevento, 25 maggio 1887 - San Giovanni Rotondo, Foggia, 23 settembre 1968 Francesco Forgione nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Nel 1916 i superiori pensa-no di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel con-vento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Il 20 settembre 1918 il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che reste-ranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Muore il 23 settembre 1968, a 81 anni. Dichiarato venerabile nel 1997 e beatificato nel 1999, è canonizzato nel 2002 “Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta. “Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. “Essa – diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà,la pazienza, il silen-zio,la purezza,la carità.“Vorrei avere una voce così forte – diceva - per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”. Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava in-cessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghie-ra – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”. Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la

Madonna e fatela ama-re. Recitate sempre il Rosario”

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.20DOM.20DOM.20DOM.20 S. CandidaS. CandidaS. CandidaS. Candida

LUN. 21LUN. 21LUN. 21LUN. 21 S. Matteo ApostoloS. Matteo ApostoloS. Matteo ApostoloS. Matteo Apostolo

MART.22MART.22MART.22MART.22 S.MaurizioS.MaurizioS.MaurizioS.Maurizio

MERC.23MERC.23MERC.23MERC.23 S. Pio da PietrelcinaS. Pio da PietrelcinaS. Pio da PietrelcinaS. Pio da Pietrelcina

GIOV.24GIOV.24GIOV.24GIOV.24 S. PacificoS. PacificoS. PacificoS. Pacifico

VEN.25 VEN.25 VEN.25 VEN.25 S. AureliaS. AureliaS. AureliaS. Aurelia

SAB. 26SAB. 26SAB. 26SAB. 26 S. Cosma e DamianoS. Cosma e DamianoS. Cosma e DamianoS. Cosma e Damiano