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Alcool etilico o etanolo CH 3 -CH 2 -OH ola organica composta da un singolo gruppo idrossilico (OH) e da una catena alifatica con 2 atomi di carbonio: CH 3 CH 2 OH mponenti idrossilica ed etilica conferiscono alla molecola proprietà sia ile che lipofile: l’etanolo è pertanto un “AMFOFILO”, proprietà importante a sua attività farmacologica nolo si forma naturalmente come prodotto dell’ossidazione dello zucchero ermentazione ggior parte delle bevande alcooliche sono bevande fermentate (vino – birra) nno concentrazioni alcoliche fino al 12% de con più alto contenuto di etanolo sono prodotte per distillazione dei tti fermentati

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Page 1: Alcool etilico o etanolo CH 3 -CH 2 -OH Molecola organica composta da un singolo gruppo idrossilico (OH) e da una corta catena alifatica con 2 atomi di

Alcool etilico o etanolo

CH3-CH2-OH

Molecola organica composta da un singolo gruppo idrossilico (OH) e da unacorta catena alifatica con 2 atomi di carbonio: CH3 CH2 OH

Le componenti idrossilica ed etilica conferiscono alla molecola proprietà siaidrofile che lipofile: l’etanolo è pertanto un “AMFOFILO”, proprietà importante per la sua attività farmacologica

L’etanolo si forma naturalmente come prodotto dell’ossidazione dello zucchero per fermentazione

La maggior parte delle bevande alcooliche sono bevande fermentate (vino – birra)ed hanno concentrazioni alcoliche fino al 12%

Bevande con più alto contenuto di etanolo sono prodotte per distillazione dei prodotti fermentati

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Farmacocinetica dell’etanolo

Assorbimento: tratto gastro-intestinaleLa velocità di assorbimento è determinata:a) Dalla quantità di etanolo consumatab) Dalla concentrazione di etanolo nella bevandac) Dalla velocità di consumod) Dalla composizione del contenuto gastricoe) Poiché l’etanolo è volatile, l’assorbimento può avvenire anche per inalazione

Distribuzione: è proporzionale al contenuto di H2O nei vari tessuti

La velocità di distribuzione dipende dal grado di vascolarizzazioneIn organi con alto flusso sanguigno, l’equilibrio avviene rapidamente:a) Cervellob) Fegatoc) Polmonid) ReniIn organi con basso flusso sanguigno, l’equilibrio avviene lentamente:a) MuscoloL’etanolo passa la barriera placentare

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Etanolo: farmacocinetica

Metabolismo

A livello gastrico esistono importanti differenze uomo-donna: nella mucosa gastrica dell’uomo è presente una quantità maggiore di enzima alcol-deidrogenasi. Tale differenza è responsabile dei maggiori livelli ematici e della maggiore sensibilità della donna agli effetti dell’etanolo

Due sono i sistemi enzimatici presenti nel fegato e responsabili della prima fasedel metabolismo:a) l’enzima citosolico “alcol deidrogenasi” NAD+ dipendente responsabile dell’80-85% della conversione dell’alcol ad acetaldeide

b) il sistema di ossidazione microsomiale dell’etanolo (MEOS) è il sistema inducibile cioè quello le cui concentrazioni aumentano nel bevitore cronico. Il MEOS è presente nel reticolo endoplasmatico liscio del fegato

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EliminazioneNormalmente il 90-98% di una dose di etanolo viene metabolizzata dal fegatoIl 2-10% viene escreto immodificato nellea) Urineb) Polmonec) Sudored) Lacrimee) Saliva

NB Tutte le situazioni che alterano la circolazione ematica del fegato o la sua funzionalità (malattie – invecchiamento) sono associate a modificazioni delmetabolismo dell’etanolo.

Etanolo: farmacocinetica

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Neurobiologia dell’alcolismo

La neurobiologia dell’alcolismo è una condizione complessa e multifattoriale a cui concorrono:

1) Gli effetti della sostanza sul cervello, sia immediati che a lungo termine

2) Le “ferite” geneticamente trasmesse che predispongono il S.N.C. a specifiche e strette relazioni con la sostanza

3) Gli elementi ambientali e relazionali che possono intervenire sulla vulnerabilità del soggetto all’alcool

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Neurobiologia dell’alcolismo

L’alcool ha un effetto bifasico:

a) A basse dosi: risposte euforizzanti che corrispondono ad una messa in gioco del sistema monoaminergico.

b) A dosi più elevate: risposte ansiolitiche e sedative che corrispondono all’inibizione degli aminoacidi eccitatori e ad un incremento dell’attività gabaergica.

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Meccanismo d’azione dell’etanolo

L’etanolo deprime profondamente il S.N.C.

L’apparente stimolazione è dovuta al fatto che l’etanolo deprime i meccanismi dicontrollo inibitorio:

a) Deprime il sistema reticolare attivante b) Deprime certi siti corticali per cui la corteccia viene liberata dal suo controllo

integrante

Gli effetti dell’etanolo sono proporzionali alla sua concentrazione ematica:a) Piccole quantità effetto eccitatorio b) Grandi quantità effetto deprimente con

atassia

perdita della coscienza

anestesia

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Etanolo: meccanismo d’azione

Teoria di Goldstein: gli effetti centrali dell’etanolo sono dovuti alla sua capacità di aumentare la fluidità della membrane neuronali

L’etanolo è in grado di modificare l’assetto della “porzione lipidica” delle membranecellulari e a sua volta questa alterazione provoca un disturbo funzionale a carico delle“proteine di membrana” coinvolte nella modulazione dell’attività nervosa

etanolo

disordine porzione lipidica

modificazioni delle funzioni cellulari

Studi elettro fisiologici hanno infatti dimostrato che l’etanolo è in grado di alterare in modo selettivo la struttura di determinate proteine di membrana, come ad esempio alcuni canali ionici associati a proteine recettore, che sono modulate dai neurotrasmettitori

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Sistemi di neurotrasmissione nella mediazione degli effetti specifici dell’etanolo

1) GLUTAMMATO: è il più importante neurotrasmettitore eccitatorio del S.N.C. sintetizzato dal glucosio e dalla glutammina. Il recettore NMDA (N-Metil-D-Aspartato) su cui agisce l’etanolo è costi- tuito da un complesso macromolecolare composto da: a) Un sito di riconoscimento per l’agonista b) Un canale permeabile agli ioni Ca2+, Na+, K+

c) Siti modulatori (glicina)

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Etanolo: neurotrasmissione

Questo recettore presenta un canale ionico permeabile al Ca2+ e al Na+. Quando la membrana neuronale non è depolarizzata, questo recettore viene bloccato in modovoltaggio dipendente dal Mg2+ e solo la depolarizzazione può rimuovere il blocco

Il recettore NMDA si trova quindi inibito in condizioni fisiologiche. Ciò spiega perché esso entri in funzione solo in determinate condizioni, quali quelleche sottintendono ai “processi di plasticità neuronale”

La simultanea attivazione di altri recettori neuronali con conseguente depolarizzazioneneuronale, insieme con meccanismi ancora in fase di studio, rimuove il blocco da Mg2+

rendendo funzionale il recettore

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Etanolo: neurotrasmissione

E’ stato ipotizzato che l’etanolo interferisca nella regolazione allosterica operatadalla glicina sul recettore NMDA.

E’ stato visto che alte concentrazioni di glicina antagonizzano l’effetto dell’etanolo sul flusso di ioni Ca2+.

Acutamente l’etanolo è un inibitore del flusso di ioni Ca2+ stimolato dal glutammato, ostacolando la trasmissione dell’impulso

Cronicamente l’etanolo up-regulation dei recettori NMDA che è responsabiledelle convulsioni durante la crisi d’astinenza

L’up-regulation è inoltre responsabile della neurotossicità del glutammato che è dovu-ta ad un eccessivo ingresso di Ca2+ nella cellula morte cellulare

Quindi ripetute crisi d’astinenza possono portare a degenerazione cellulare

Il recettore NMDA svolge un ruolo importante:a) Nei deficit cognitivi provocati dall’etanolob) Nei disturbi psichici correlati alla sindrome fetale alcolica (F.A.S)c) Nell’insorgenza delle convulsioni durante la sindrome d’astinenza

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Etanolo: neurotrasmissione

2) NORADRENALINA: l’assunzione cronica di etanolo iperattività dei neuroni noradrenergici cerebrali, probabilmente dovuta ad una ridotta funzio- nalità dei recettori presinaptici 2.

La somministrazione dell’2 agonista clonidina, riduce la liberazione di noradre- nalina e la severità della crisi d’astinenza da etanolo.

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Etanolo: neurotrasmissione

3) DOPAMINA: la somministrazione acuta di etanolo iperattività dei neuroni dopaminergici mesolimbici con conseguente rilascio di dopamina

Durante la crisi d’astinenza si osserva una diminuita liberazione di dopamina nel nucleus accumbens

Tale fenomeno potrebbe essere alla base della disforia spesso associata alla crisi d’astinenza da etanolo

Il recettore D2 è coinvolto negli effetti gratificanti indotti dall’alcool

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Etanolo: neurotrasmissione

4) SEROTONINA: la somministrazione di etanolo aumenta il flusso ionico attraverso il canale associato al recettore 5-HT3

Il recettore 5-HT3 è coinvolto negli effetti comportamentali dell’etanolo (effetti discriminabili)

Nel meccanismo di rinforzo positivo che innesca e mantiene l’ “alchol seeking behaviour”, è stato suggerito che la stimolazione diretta da parte dell’etanolo sui recettori 5-HT3, possa aumentare le concentrazioni di dopamina in aree impor- tanti nei meccanismi di rinforzo e di ricompensa.

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Etanolo: neurotrasmissione

5) GABA: l’acido gamma amino butirrico (GABA) è il principale neurotrasmettitore inibitorio del S.N.C. e media gli effetti ansiolitici, sedativi ed anestetici dell’etanolo

L’etanolo facilita l’ingresso di ioni Cl- attraverso il canale associato al recettore GABA A

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Etanolo: neurotrasmissione

Il recettore GABA A è una glicoproteina eteropentamerica alla cui formazione parteci- pano 5 famiglie di subunità: ,

Per ogni famiglia esistono dei sottotipi: a) 1 6

b) 1 4

c) 13

d) e) 1 2

Esistono 2 forme per la subunità 2, una delle quali è la 2Lche contiene un residuo di serina che può essere fosforilato dalla protein chinasi C.

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Etanolo: neurotrasmissione

Gli effetti sulle protein chinasi potrebbero essere responsabili dei cambiamenti della funzione di alcuni canali ionici incluso il canale al Cl- associato al GABA A

La subunità 2L contiene una specifica sequenza di 8 AA indispensabile perché l’etanolo possa potenziare la corrente di Cl- indotta da l GABA

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Etanolo: neurotrasmissione

L’etanolo, somministrato acutamente, potenzia la trasmissione gabaergica favorendo il meccanismo che facilita l’ingresso di Cl-

L’etanolo, somministrato cronicamente, riduce la trasmissione gabaergica diminuendo il numero dei recettori GABA A (down regulation)

Tale risposta adattativa delle strutture neuronali è alla base dello sviluppo della tolle- ranza e dipendenza

Nella crisi d’astinenza infatti, sono efficaci le benzodiazepine (modulatori positivi del GABA A) e gli agonisti gabaergici (progabide)

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Etanolo e oppioidi

1) L’etanolo non ha specifici recettori a livello cerebrale

2) I suoi effetti sulle aree della gratificazione e sui fenomeni di rinforzo sono mediati da vari sistemi neurotrasemttitoriali fra cui anche il sistema degli oppioidi

3) Antagonisti degli oppioidi come naloxone e naltrexone riducono il consumo di alcool

4) Agonisti dei recettori aumentano il consumo di alcool

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Dati biochimici a supporto della interazione tra oppioidi e alcool

L’alcool stimola l’attività del sistema -endorfinergico a livello ipofisario e cerebrale

I portatori di una predisposizione genetica al consumo eccessivo di alcool hanno una aumentata sensibilità endogena delle -endorfine all’alcool

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Sistema dopaminergico mesolimbico e sistema oppioidergico

Studi di microdialisi nel ratto hanno evidenziato che:

1) La somministrazione di -endorfina a dosi che inducono effetti di rinforzo positivo aumenta il release di dopamina nel nucleus accumbens

2) Gli agonisti e selettivi aumentano il release di dopamina nel nucleus accumbens

3) Gli agonisti producono effetti avversivanti riducendo il release di dopamina nel nucleus accumbens

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Oppioidi endogeni e dopamina nel controllo dei consumi di alcool

Dopamina gratificazione rinforzo positivo

Alcool aumento del release di dopamina nel nucleus accumbens che viene bloccato dal naltrexone

L’aumentato release di dopamina alcool correlato nel nucleus accumbens potrebbe essere:

a) Un effetto diretto dell’alcool

b) Un effetto mediato dalla facilitazione indotta dall’alcool nella attività del sistema oppioidergico

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Un modello ipotetico di interazione tra oppioidi endogeni e dopamina potrebbe essere sintetizzato come segue:

L’alcool aumentato release di peptidi oppioidi

Inibizione dei neuroni gabaergici effetto inibitorio tonico suineuroni dopaminergici del

TVA i cui assoni terminano

nel nucleus accumbens

La ridotta attività gabaergica potrebbe pertanto disinibire i neuroni dopaminergici aumento di dopamina nel nucleus accumbens

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Da quanto detto si potrebbe ipotizzare:

1) L’attivazione dei recettori e/o aumento del release di dopamina con inizio del processo di rinforzo aumento del consumo di alcool

2) L’attivazione dei recettori riduzione del release di dopamina

riduzione dei consumi dell’alcool

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Quindi:

1) Un’ elevata concentrazione di recettori nel VTA e di recettori nel nucleus accumbens potrebbe essere un fattore predisponente in grado di favorire un aumento dei consumi di alcool

2) Un’elevata concentrazione di recettori nel nucleus accumnbens potrebbe parzialmente essere responsabile dei bassi livelli di consumo di alcool

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Alcaloidi di neosintesi

1) Alcaloidi isochinolinici2) Beta carboline3) Salsolinolo4) Tetraidropapaverolina

Adrenalina Acetaldeide + Alcaloidi isochinolinici Noradrenalina

Acetaldeide + Serotonina -carboline

Acetaldeide + Dopamina Salsolinolo

Dopaldeide + Dopamina Tetraidropapaverolina

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Formazione dei prodotti di condensazione delle aldeidi biogeniche attraverso l’azione dell’alcol nel cervello

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Proprietà biologiche degli alcaloidi di neosintesi

Nell’animale da esperimento:

1) Gli alcaloidi di neosintesi si accumulano nei granuli contenenti i neurotrasmettitori del sistema adrenergico, sia nel S.N.C. che nei terminali del simpatico e nella midol- lare surrenale

2) Essi competono con i meccanismi di recupero attivi delle catecolamine, a livello delle membrane pre e post-sinaptiche.

3) Essi possono essere liberati dalle sedi di accumulo dagli stessi stimoli fisiologici atti a liberare le catecolamine

4) Una volta liberati, possono funzionare come deboli agonisti dei recettori adrenergici (falsi neurotrasmettitori) o come agonisti delle catecolamine in dipendenza della spe- cifica area recettoriale o dello specifico alcaloide

5) Possono essere ricaptati dai terminali e sequestrati e, poiché non sono metabolizzati dalle MAO, rappresentano un residuo persistente di intossicazione alcolica, capace di alterare il sistema della trasmissione adrenergica

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Tolleranza

1) Tolleranza metabolica La tolleranza metabolica all’etanolo è da attribuirsi soprattutto all’incremento del sisterma MEOS (Microsomal Ethanol Oxidizing System), unico fra i tre gruppi enzimatici (ADH, acetaldeide-deidrogenasi, MEOS) a reagire nel senso della “induzione enzimatica”

2) Tolleranza farmacodinamica L’esposizione cronica all’etanolo induce la sintesi di membrane lipidiche più rigide che costituisce un adattamento per le cellule del S.N.C.

3) La tolleranza neurocellulare sembra coinvolgere il sistema dei nucleotidi ciclici che mostra variazioni adattative all’esposizione cronica di etanolo. L’uso cronico di etanolo diminuzione della deplezione di cGMP cerebellare significativamente inferiore a quella indotta da una singola dose, per concentrazioni ema- tiche equivalenti di etanolo

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Tolleranza

4) Gli alcaloidi di neosintesi sono considerati fra le sostanze capaci di indurre tolleranza

Sperimentalmente: in un ceppo di ratti non bevitori, la somministrazione intracerebrale di tetraidro papaverolina (THP) induce, dopo 3-6 giorni, un consumo volontario di etanolo fino all’atassia.

Sapendo che l’uso cronico di etanolo inibisce l’aldeide-deidrogenasi nei mitocondri, è possibile che si produca più acetaldeide e quindi più THP, in una quantità tale da mantenere una tolleranza neurocellulare

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Acetaldeide

L’acetaldeide è una micromolecola altamente diffusibile e raggiunge rapidamente l’equilibrio tra sangue e tessuti.

E’ molto più reattiva dell’etanolo così da suggerire che alcune reazioni tossiche dell’etanolo siano mediate dall’acetaldeide

Azioni dell’acetaldeide

1) Azione simpaticomimetica2) Ipertensione3) Tachicardia4) Effetto inotropo positivo5) Liberazione di catecolamine dal surrene

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Le due tappe iniziali del metabolismo dell’etanolo nel fegato

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Epatopatie alcool correlate

1) Steatosi epatica2) Epatite alcolica3) Cirrosi

1) Steatosi epatica: a) Assorbimento dei chilomicroni dall’intestinob) Aumento del metabolismo degli acidi grassi liberi (FFA)c) Aumento della liberazione di FFAd) Il NADH:

1) Aumento del lattato iperuricemia2) Aumento del glicerolo aumento dei trigliceridi

e) Diminuzione sintesi e liberazione di lipoproteine dal fegato

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Destino dell’acetato derivante dal metabolismo dell’etanolo

Una parte dell’acetato acetil-CoA nel fegato e ossidata e convertita in aminoacidi, acidi grassi o glicogeno

Una parte dell’acetato circolazione sistemica e viene captata da altri tessuti, con- vertita in acetil-CoA e ossidata a CO2 e H2O attraverso il cliclo di Krebs in questi tessuti

Il passaggio limitante nel processo metabolico che porta all’acetato è rappresentato dall’alcol-deidrogenasi (ADH)

Infatti, la velocità della reazione etanolo acetaldeide è determinata per il 70% dalla concentrazione dell’ADH e per il 30% dalla concentrazione di NAD

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Alcune conseguenze della metabolizzazione dell’alcool sul metabolismo intermedio di altri substrati

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Epatopatie alcool correlate

2) Epatite alcolica: Non si sa ancora con certezza se l’epatite alcolica vada considerata un’evoluzione obbligata della steatosi epatica

a) Evento reattivo alla morte di un certo numero di cellule epatiche. La morte è dovuta a: Alterazioni dei mitocondri per accumulo di lipidi Alterazioni del reticolo endoplasmatico ruvido per il danno dei lipidi polari che formano lo scheletro di queste membrane Alla necrosi dell’epatocita a cui segue un processo infiammatorio reattivo con distribuzione centrolobulare di leucociti polimorfonucleati

b) Fattori genetici o ambientali

c) Meccanismo immunologico Etanolo alterazione delle membrane dell’epatocita che vengono riconosciute come “antigeni” dal sistema immunocompetente

3) Cirrosi: può essere un’evoluzione della epatite

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Definizione di alcolismo

L’alcolismo è un “disturbo comportamentale cronico che si manifesta dopo l’ingestioneripetuta di bevande alcoliche in misura eccedente gli usi dietetici e sociali della comu-nità e tale da interferire con la salute del bevitore e con le sue funzioni sociali ed eco-nomiche” (definizione secondo l’OMS)

Caratteristiche della tossicodipendenza da etanolo

1) Tolleranza2) Dipendenza fisica (sindrome d’astinenza)3) Dipendenza psichica4) Psicosi tossica

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Fattori di rischio per l’alcolismo

1) Fattori genetici: i figli di alcolisti hanno una più alta incidenza di dipendenza da etanolo

2) Fattori di personalità:a) La dipendenza alcolica è di frequente associata con la depressioneb) Nei disturbi bipolari il consumo di etanolo aumenta più spesso durante gli episodi maniacali che durante la de- pressionec) I disturbi d’ansia

3) Fattori sociali: possono influenzare la sviluppo dell’alcolismo

4) Gruppi ad alto rischio: sono i membri delle forze armate. Omosessuali

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Stadi dell’alcolismo

Sono stati delineati 4 stadi principali dello sviluppo della dipendenza da etanolo

1) La fase pretossicomanica caratterizzata dall’aumento della tolleranza

2) La fase prodromica in cui compaiono le prime amnesie da etanolo

3) La fase cruciale con perdita del controllo sul comportamento potatorio e sulla adattabilità sociale

4) La fase cronica detta anche stadio finale o delle complicanze mediche

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Patologie alcool correlate

Questa definizione sintetica vuole significare la complessità dei fenomeniconseguenza di tale abuso.

Possiamo distinguere:

1) Alcolismo acuto

2) Sindrome d’astinenza

3) Alcolismo cronico

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L’alcolismo e l’abuso di sostanze sono stati associati al polimorfismo del gene che codifica per il recettore della dopamina D2

L’allele A1 del gene DRD2 è considerato un marker della vulnerabilità per l’alcolismo e il tratto antisociale

Le varianti del gene per il recettore dopaminergico D2 sarebbero predisponenti al comportamento compulsivo in generale e spiegano la relazione additiva delle sostanze d’abuso

Gli effetti dell’alcool sul cervello sono mediati sia da alterazioni genetiche predisponenenti, ma anche da un polimorfismo genetico che codifica per l’alcool-deidrogenasi e l’acetaldeide-deidrogenasi

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1) Alcolismo acuto

a) Alcolismo occasionaleb) Episodi di alcolismo acuto in etilismo cronicoc) La dipsomaniad) Etilismo idiosincrasico: imponente sintomatologia di tipo eccitatorio indipendente dalla dose.

La sintomatologia dell’intossicazione acuta ha una grandissima variabilità individuale in rapporto anche al tasso di alcolemia

L’intossicazione acuta da etanolo comporta un peggioramento delle pato- logie alcool correlate preesistenti:

Epilessia Stati emorragici del tratto gastro-intestinale DiabeteCardiopatia

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Fattori che influenzano l’insorgenza della intossicazione acuta

a) Il cibo nello stomaco riduce l’assorbimento e l’alcolemia si normalizza più rapidamente

b) Assunzione contemporanea di farmaci attivi sul S.N.C.: vi è sinergismo tra etanolo e psicofarmaci

c) Suscettibilità individuale: le donne hanno una maggiore suscettibilità biologica

d) Tipo di bevanda: il superalcolico è assorbito più rapidamente

e) Le droghe potenziano l’effetto dell’etanolo

f) In alcune popolazioni asiatiche e del medio-oriente, esiste una variante difettosa dell’aldeide-deidrogenasi accumulo di acetaldeide dopo assunzione di etanolo

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Intossicazione acuta da etanolo “Overdose”

Il grado di intossicazione è direttamente correlato alla concentrazione di etanolo nell’organismo.

L’intossicato può raggiungere il coma etilico con:a) Ipotermiab) Midriasic) Tachicardiad) Arresto respiratorio

Una diagnosi di intossicazione coinvolge considerazioni sia mediche che legali

Negli U.S.A. una concentrazione ematica di etanolo di 100mg/dl è considerata una prova legale di intossicazione

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Trattamento dell’intossicazione acuta

1) Lavanda gastrica (nelle prime ore)2) Assistenza respiratoria3) Diuretico osmotico4) Benzodiazepine5) Terapia infusionale con glucosata e/o fisiologica per correggere l’ipoglicemia da etanolo6) Emodialisi per rimuovere l’etanolo dall’organismo

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Sindrome d’astinenza

L’etanolo induce dipendenza fisica ed è quindi ovvio che insorga lasindrome d’astinenza alla sospensione del potusPossiamo distinguere:

1) Sindrome d’astinenza alcolica minore2) Allucinosi alcolica3) Convulsioni epilettiformi (12-48 ore dopo la sospensione dell’etanolo)4) Delirium tremens

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Insorge dopo un periodo di parziale o totale astensione dall’etanolo

Sintomatologia a) Tremito: è il sintomo che compare per primo. Si tratta di un tremore

generalizzato, irregolare, grossolano b) Nausea c) Vomito d) Sudorazione e) Ansia f) Insonnia

Trattamento a) Riposo completo b) Adeguata nutrizione c) Controllo dell’idratazione: 2l. di cloruro di sodio allo 0,45% con destrosio

al 5% in acqua e con 20 meq di cloruro di potassio per litroDopo la reidratazione, può essere necessaria una reintegrazione con calcio,magnesio, fosforo, vitamine, proteine.

1) Sindrome d’astinenza alcolica

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Sindrome d’astinenza alcolica

d) La mancanza di vitamine è presente in quasi tutti gli alcolisti cronici, quindi si somministra: - Tiamina 100 mg i.m. anche per prevenire la encefalopatia di Wernicke - Complesso vitaminico B - Vitamina K 5-10 mg i.v. e) Benzodiazepine: diazepam 10 mg per os ogni 2 ore per la sedazione per il tempo necessario. Poi si riduce gradualmente il dosaggio nel giro di 1-2 settimane f) Beta-bloccanti: atenolo 100 mg per os al dì per trattare l’iperattività del sistema nervoso autonomo

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2) Allucinosi alcolica

Si tratta di allucinazioni uditive spesso a contenuto persecutorio

a) Benzodiazepine: diazepam 5-10 mg per os b) Neuroloettici: aloperidolo 2-10 mg per os Le benzodiazepine usate per la sedazione hanno un effetto anticonvulsivante

3) Convulsioni

I pazienti che nell’anamnesi presentano manifestazioni convulsive hanno un rischio maggiore di sviluppare convulsioni da astinenza e devono essere trattati con: Fenitoina: dose di attacco 15 mg/kg i.v. dose di mantenimento 300-400 mg per os die

Generalmente le crisi compaiono 12-48 ore dopo la sospensione dell’etanolo

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4) Delirium tremens E’ la più grave sindrome d’astinenza alcolica che richiede ospedalizzazione Colpisce circa il 3% degli etilisti cronici (fra i 30-50 anni) dopo 5-15 anni di abuso Insorge 2-3 giorni dopo la cessazione del bere La crisi è preceduta da una breve fase prodromica con i soliti sintomi da carenza: a) Agitazione b) Confusione Segni obiettivi: c) Tremori d) Nistagmo e) Ipertermia maligna f) Convulsioni g) Tachicardia h) Sudorazione parossistica i) Allucinazioni a contenuto percettivo: “microzoopzie” l) Alterazioni elettrolitiche

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Alcolismo cronico

Stati patologici indotti dall’etanolo:

a) Per danno tossico diretto:Epatopatie alcoliche:

SteatosiEpatite alcolicaCirrosiEpatocarcinoma

Encefalopatie:Sindrome di Wernicke-KorsakoffDemenza alcolica

Neuropatia perifericaCardiopatia alcolicaMiopatia alcolicaAnemiaPiastrinopenia

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Alcolismo cronico

b) Per danno mediato:Facilità alle infezioni delle vie aereeFacilità ai tumori dell’esofago e delle vie aereeUlcera peptica

c) Malattie psicosomatiche: sindrome ansioso depressiva

d) F.A.S.: sindrome alcolica fetale o fetopatia alcolica

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Encefalopatia di Wernicke

E’ caratterizzata da:a) Oftalmoplegiab) Nistagmoc) Atassia nella locomozione e nel mantenimento della stazione erettad) Confusione mentalee) Apatiaf) Vertiginig) Disorientamento spazio temporale

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Sindrome di Korsakoff

E’ caratterizzata da:a) Amnesia anterograda (incapacità di apprendere nuove informazioni)b) Amnesia retrogradac) Disturbi visuo spazialid) Deficit nel ragionamentoLa maggior parte dei pazienti presenta un esordio acuto della sindrome di Korsakoff insieme ai segni neurologici della encefalopatia di Wernicke (paralisi del VI paio dinervi cranici e atassia)

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Sindrome di Wernicke-Korsakoff

Nell’alcolista con disturbi carenziali, l’encefalopatia di Wernicke e la psicosi di Korsakoff non sono mai separate: la sindrome di Korsakoff è la componente psichica della sindrome neurolo-gica di Wernicke

Etiologia La carenza di tiamina (vit. B1) è il fattore specifico responsabile della maggior parte dei sintomi della sindrome di Wernicke-Korsakoff Negli alcolisti si verifica carenza di tiamina a causa dell’interazione tra una dieta povera e l’inibizione del meccanismo di captazione della tiamina ad opera dell’etanolo Il meccanismo attraverso il quale il deficit di tiamina causa le lesioni cerebrali “non” è noto.

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Sindrome fetale alcolica F.A.S.

La fetopatia alcolica è stata descritta per la prima volta nel 1968, è caratterizzata da:

a) Microencefaliab) Anomalie facciali: piccole fessurazioni palpebralic) Ritardo di crescita prenataled) Ritardo di crescita postnatalee) Disfunzione dei movimenti finif) Difetti cardiacig) Anomalie dei genitali esternih) Anomalie dell’orecchio interno i) Ritardo mentale collegato a malformazioni dell’ippocampo

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F.A.S.

L’etanolo può indure anomalie nella progenie in diversi modi:

1) Effetti indiretti: a) Malnutrizione materna b) Danno epatico materno (alta frequenza di mortalità per cirrosi in madri di bambini con F.A.S.) c) Tossicità placentare con alterazione del trasporto di nutrimenti essenziali d) Bassi livelli plasmatici di zinco

2) Effetti diretti Possono essere prevenuti evitando l’esposizione all’etanolo in gravidanza Fattori di rischio a) 200 mg/dl di etanolo: abortività spontanea b) >70 mg/dl di etanolo: riduzione del peso alla nascita c) > 80-90 g/die di etanolo: fetopatia alcolica

In ogni caso è sempre difficile poter stabilire una relazione dose-tempo-effetto

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Farmaci nell’alcolismo

1) Farmaci anti craving

a) Neurolettici: bloccano i recettori della dopamina b) Acido gamma idrossi butirrico: GHB Il GHB è un fisiologico costituente del cervello (corteccia – ippocampo – striato) dove svolge il ruolo di neurotrasmettitore o di neuromodulatore Sperimentalmente si è visto che il GHB sopprime: Il craving Il consumo di etanolo Le ricadute nell’alcolista Riproduce gli stessi effetti dell’etanolo: Effetto euforizzante Effetto ansiolitico Effetto antidepressivo

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Farmaci nell’alcolismo

c) SSRI: specific serotonin reuptake inhibitors (fluoxetina, paroxetina, fluvoxamina) aumentano la concentrazine di serotonina nella sinapsi

Diminuiscono il consumo di etanolo e le ricadute

d) Naltrexone: riduce il craving, il consumo di etanolo e le ricadute. Ciò conferma come gli effetti gratificanti dell’etanolo siano in parte mediati dall’azione degli oppioidi endogeni in certe aree del sistema limbico

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e) Topiramato

1) Farmaco anticonvulsivante impiegato nell’epilessia

2) Farmaco di possibile impiego nell’alcolismo come anti-craving per le sue proprietà farmacologiche: - l’esposizione cronica all’etanolo diminuita attività dei recettori Gaba nel VTA con riduzione dell’attività tonica inibitoria Gaba-mediata sui neuroni dopaminergici del VTA e conseguente aumento del release di dopamina nel n.accumbens ( craving )

- il Topiramato compensa la diminuita attività del recettore GabaA nell’alcolista con conseguente diminuzione del release di dopamina nel n.accumbens

Farmaci nell’alcolismo

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Farmaci nell’alcolismo

2) Disulfiram: inibisce l’acetaldeide deidrogenasi provocando accumulo di acetaldeide e la conseguente “sindrome da acetaldeide” a) Vasodilatazione cutanea b) Cefalea pulsatoria c) Nausea d) Vomito3) Apomorfina4) Carbonato di litio5) Clozapina6) Beta bloccanti7) Piracetam

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Farmaci che bloccano l’alcool-deidrogenasi (ADH)

1) Acido etacrinico2) Clorpromazina3) Metronidazolo

Farmaci che hanno tolleranza crociata con l’etanolo

Si tratta di molecole attive sul comportamento e che, insieme all’etanolo, costituiscono un substrato comune per i MEOS e che hanno forse recettori comuni con l’etanolo nel S.N.C. Il razionale di questa terapia consiste nel sostituire un’epatotossina con molecole non epatotossiche e capaci di bloccare sia l’astinenza per l’etanolo, sia gli elementi della dipendenza psichica (ansia, depressione, craving)

1) Diazepam2) Clordiazepossido