1984/85 - sebastiano a. patanè - l'icona nascosta
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Sebastiano A. Patanè
L’icona nascosta
Catania 2011
Proprietà letteraria di
Sebastiano A. Patanè
Catania 2011
in copertina
Maria Birrico
“Anima”
L’icona nascosta Catania 1984
Ho viaggiato…
Suoni d‟aquila e margini di colombe
sono la mia strada…
Ho percorso linfe d‟alberi e,
riconoscendo il male,
l‟ho intriso di gemme d‟amore.
Ho viaggiato per sogni e sogni
e sempre la luna ha sciolto
la sua luce per me.
Per vie d‟uomini sono andato
e spesso, smarrito tra leggenda e storia,
mi sono ritrovato tra le braccia del sole
sempre disposto ad inventarmi
nuovi itinerari.
Marte mi ha scosso con frecce di parole,
ma deliziosi veli mi hanno fatto intravvedere
nature sconosciute e sinfonie.
Da Cuma mi giungono misteri sepolti nella mente
e nebbia, mentre sbigottita, dall‟acquario,
una stella mi osserva
aprile 1984
Piange la marea bianca di spuma sulla sabbia
Già avanza la coscienza
ad incenerire sogni,
trasfigurando il volto di nostalgia.
Tiro le reti e tolgo all‟anima rimpianti.
Alate vibrazioni gemono sotto la pelle
e questo vento che spinge segreti sulla riva,
si avventura fra le dune della mente,
incoraggiando remote passioni.
Ah! eternità,
dov‟ero quando Ulisse passò da qui…
Piange la marea, bianca di spuma, sulla sabbia.
6 luglio 1984
Stato fetale
Scorza di miele, protettrice egoista,
dono contenzioso…
oppure primordiale salvezza
che non capisco?
A che mi serve l‟anima
se non posso spaziare
prigioniero del corpo.
Devo venire fuori ed accettare questa luce,
costruire un simbolo ed adorarlo.
Chiuso nella mia natura,
dove penetrano rifrazioni eterne
che mi mostrano mani, gambe, occhi…
Dinastie d‟uomini
hanno vissuto il mio pensiero,
trovando cloache, non sentieri di luce.
Aprirò questa crisalide,
romperò i filamenti vitali
finché io, embrione cosmico,
non strapperò questo cordone ombelicale…
e mi travolgerà, con immenso fragore,
cavallone di luce.
6 luglio 1984
Vento buono d’amore
Nascerà col giorno
il nuovo sentimento,
disseminato di spazi e moti.
Oasi stracceranno
lembi di deserto
e mostreranno
la pelle feconda
della terra,
riportando semi di tempo
all‟uomo frettoloso
che partorisce
figli ciechi senz‟anima.
Dalla sera china sul sole,
germoglieranno
ami di luce nuova
e vaste primavere d‟anime
risorgeranno col vento,
buono d‟amore.
11 luglio 1984
Facili germogli di pace
Ho spartito incenso a nazioni
e miscugli di sentimenti,
che hanno generato amore,
ho lasciato scorrere
su terre deturpate
da cicatrici meteoriche.
Colli di pietra nascondono divinità
ma attenderò, immobile,
che i miti crollino
trascinando generazioni d‟uomini
in canti tribali. Da nebbie molecolari
sorge sole di rame,
mostrando, in alto, vittoriose spade
e scudo di sangue ripara la terra
per facili germogli di pace.
14 settembre 1984
Chi si difende è perduto
in memoria di F. Richichi
ucciso per difendere la propria libertà.
Colonne di lacrime m‟imprigionano
in una cecità di fede.
Ho consegnato un altro fratello alla terra…
Catramosi riguardi impregnano l‟anima
e lo sdegno copre penose sensazioni.
Si lacerano le vesti dell‟imperitura Atena,
mostrando agli uomini cicatrici morali.
La bilancia pesa menti di sasso ed anime
e figli di vetro piangono martiri
e mentre schiumose adunanze parlamentari
disegnano nuove umanità,
canne d‟odio muovono vendette
contro lavoratori sporchi di onestà.
Fratello, ho addosso il fetore della cattiveria
e l‟incenso dei popoli, ma rimarrò
ad incenerire ricordi e sogni di battaglie vinte
Messaggi d„amore rimangono appiccicati
al selciato sordo, mentre si muore
fra sorrisi e grida d‟indifferenza.
Chi si difende è perduto!
Augusta (SR) 26 settembre 1984
L’icona nascosta
Vento…
fragore di foglie (al vento)
sono i silenzi notturni
quando appestati disegnano cerchi
chiudendo, con linee immaginarie,
pensieri…
Chitoni di sangue allora,
vestono bambini rattrappiti
dal freddo umano, che vagando
per trazzere di speranza
elogiano scherno e malavoglia.
Semicrome laiche si associano
in frastuoni mentali
celando sempre più
cose sacre d‟uomini.
Dal presbiterio ho lanciato grida
ma l‟eco si è dispersa tra canne
abbattute dall‟ultima tempesta.
Voci dal cielo non mettono paura
Ma rimuginando menzogne
cumuli si accalcano
per prossime discordie.
Vento, marea, pioggia,
spingete nebbie d‟odio e riportate
limpide vastità agli occhi…
Vento
abbatti con furia
gli alberi del male e versa luce
sull‟icona nascosta.
Augusta (SR) 1 ottobre 1984
Cos’ha il bosco…
Cos‟ha il bosco questa sera?
Le visibili essenze a stento
giungono al cervello…
Ha rinnegato l‟alba, il gallo
e la gazza, onesta, è finita in prigione.
Bambini scrutano geometriche esistenze
e sulla loro carne, pian piano,
cresce una divisa da soldato
mentre il cuore diventa stella di libertà.
Paura, è coraggio primordiale
abbattuto a colpi di pesce;
è umiliazione cresciuta fra la folla
al posto dei capelli.
Che ne sarà aurore di dollari
scintilleranno sull‟universo,
sino a quando un volo di pernici
irromperà nel silenzio.
del mondo
quando non ci saranno più bambini?
L‟ascia piegherà il bosco
e fibrillanti
Augusta(SR) 8 ottobre 1984
Lentamente
Scorri lenta, luna,
lungo le linee antiche…
rinnova rimorsi
e pianti, canta
il flamenco triste
della mia passione.
Ora, tra le braccia
d‟alberi di pietra,
mostrami vagoni,
vuoti di sentimenti,
che viaggiano
sulle stesse linee,
lentamente, lentamente…
4 novembre 1984
Potere e non potere
Abbiamo afferrato il potere
con unghia d‟acciaio;
preso per la coda,
cerca con furia di divincolarsi
riuscendo, appena a stancarci.
Col nostro muso di cane noi mordiamo,
dilaniamo il non potere,
ponendo fra l‟uno e l‟altro
le nostre stesse vite come muro invalicabile.
Ma c‟è, fra noi,
qualcuno che sta oltre la muraglia
ed affonda i denti nel pane buono…
Io non tradirò l‟amore,
perché se potere è bosco, tramonto, fiume,
l‟afferro con unghia d‟acciaio
ma, se è denaro, guerra, vanagloria,
l‟azzanno come mi hanno insegnato
i miei padri.
14 novembre 1984
A me…
Ho divorato viali di margherite
nei giardini di Vienna
e rimestando gioie,
ho visto sfuggire speranze.
Per strade umide di musica,
ho vagato in cerca di note
ma, chiuse nei solai trafitti dal sole,
incubavano sogni di sinfonie incompiute.
A Parigi l‟ultimo bohemien
è morto fra rottami d‟arte
e mentre a Mosca
si combatte contro le parole, qui,
un funambolo bendato
rimane appeso alla sua poesia.
18 novembre 1984
Ho girovagato…
Ho girovagato per notti e notti
senza trovare stella per conversare,
per narrare sgomento e gioia.
Più volte ho arpionato sogni
ed illuminato cieli,
ma era luce al magnesio,
sole d‟artificio, intriso di fumo e falsità.
Dagli occhi serrati traspare
il dolore delle sconfitte
mentre ciarlatani dalle bocche spalancate
continuano ad infangare, con parole,
carmi d‟amore.
Seduto su briciole di tempo,
rievoco vecchie elegie vaganti nell‟aria
satura di vergogne,
dove lente spirali d‟amore volteggiano
con moltitudini di ali vibranti di passione.
Cos‟è rimasto di quei cieli
dissanguati nei tramonti?
Solo qualche volto scolpito
nella mia voce consumata.
19 novembre 1984
Un giorno a Praga
Trame si intrecciano
creando distorsioni genetiche
e fanciulli ignari.
La fede svolazza
attorno a campanili senza croci…
un frullo d‟ali segue di poco
un assordante frastuono
di cingoli armati.
E‟ l‟alba a Praga
quando idee e suppellettili
vengono spazzate via
da raffiche di presunzione.
E‟ l‟alba per mercanti di morte
è l‟ora dei predatori
dei miserabili
dei falsi guaritori
è il momento delle angosce sottili
delle paure
mentre fiori sull‟asfalto
vengono calpestati
da antiche tautologie
e trascinati via
da un fumo idolatra.
Non c‟è nell‟aria alito d‟amore
solo speranze e preghiere
forse taurgie e sofismi
confusi al pane scuro
ed incenso.
E‟ giorno a Praga
falsi bonzi impregnano l‟aria
di canti orientali
e scucendo vanità dal passato
convincono eroi
a purificare l‟anima col fuoco.
Nella piazza
devastata da rumori
rimangono
solo mucchi di cenere
ed una bandiera
calpestata
e fradicia.
20 novembre 1984
Il vento avrà ragione di me
Quel vento
che si è visto sconfiggere
da sorrisi e fasce d‟amore,
ora mi abbatterà
e mi trascinerà scaraventandomi
fra le parole più belle morte d‟ipocrisia.
Non sarò più fiero del mio amore
quando quel vento
avrà ragione di me.
26 dicembre 1984
Natale 1984
Fasce di tramonto
avvolgono il mondo
mentre senni si preparano
ad accogliere l‟evento.
E‟ fredda questa sera
ma luci di gioia
infondono tepore.
dove c‟è amore
tutto è meraviglia
e tu vivi, poeta.
29 dicembre 1984
Dov’era Dio quella sera
in memoria delle vittime del
treno NA-MI del dicembre 1984
Aria satura di fumo
annebbia ultimi sguardi…
Sono ciechi occhi di sgomento
innanzi al perché mentre invadono
stupore e sdegno, grida di orrore.
Abbiamo affondato i piedi nella neve
e ricucito in fretta fessure di gioia.
Dov‟era Dio quella sera
se fra rottami d‟anime
solo indifferenza aleggiava ghignando?
morte di niente, marciume d‟entità
vergognosa ingiuria.
Menzogne affluiscono fra pensiero e corpo
ma, precipitando, si schiantano
contro pareti di verità.
Quindici anime voleranno fra le rose
e nessuno starà ad aspettare…
Mi domando: Dov‟era Dio quella sera?
Augusta(SR) 9 gennaio 1985
L’ultima spiaggia
Vestita di stracci,
quest‟anima va in cerca di osterie,
ad ubriacarsi di dolore.
Trascino la mente consunta di fede
ed in are di pietra
sacrifico la carne all‟uomo.
Scrosci d‟acqua e voci di natura
vorrebbero diffondere in me
quintessenze di vita
ma l‟ultima spiaggia è li che aspetta.
eccomi pronto morte mia, sorella morte.
3 marzo 1985
Indice
L‟icone nascosta (1984-85)
Ho viaggiato…
Piange la marea…
Stato fetale
Vento buono d‟amore
Facili germogli di pace
Chi si difende è perduto
L‟icone nascosta
Cos‟ha il bosco…
Lentamente
Potere e non potere
A me…
Ho girovagato…
Un giorno a Praga
Il vento avrà ragione di me
Natale 1984
Dov‟era Dio quella sera
L‟ultima spiaggia
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