capone e trovi viali sereni, del 1893. letture giovanili...

Post on 18-Feb-2019

225 Views

Category:

Documents

0 Downloads

Preview:

Click to see full reader

TRANSCRIPT

“Ti aspetti la città di AlCapone e trovi viali sereni,tra gli edifìci neoclassicidell’Esposizione universaledel 1893. Letture giovanili tiparlano dei mattatoi diChicago; invece ti appaionofantasticigrattacieli.Ilcentrocittà ti si dispiega miracolod’architettura, che staall’urbanisticadelNovecentocome Venezia a quella delQuattrocento. Ti aspettaviuna città continentale, al

centrodelNordamericaetisiparaunacittàmarina.”Sullosconfinato Lago Michigan,Chicago è la più americanadelle città statunitensi (bastipensare che McDonald’s èuna sua multinazionale) e,diversamente da New York,SanFranciscooLosAngeles,a Chicago si ha il realitycheck,ovveroilpolsodiquelche pensa l’America vera,profonda.Comeundetective,Marco d’Eramo si addentra

nellacittàelainvestiga.Vivel’avventura dell’esplorazionediuneuropeotrapiantatocontutto il suo bagaglioconcettuale dal VecchioMondo nella sconosciutaChicago, conservando losguardo alieno e lo stuporeda straniero. Arriva così ariconoscereilfamiliarepuzzodimodernitàchecaratterizzaquesta città. Qui, si sonoverificati tanti episodicentrali della modernità: la

nascita dei grattacieli, lastandardizzazione dei sapori,il sorgere della sociologiaurbana, il primo reattoreatomico,lascuolaeconomicadei Chicago Boys. Qui, inquesta megalopolimultietnica, in questaBabeledei giorni nostri, si vede inatto la straordinaria potenzarivoluzionaria,sovversivadelcapitalismopiùpuro.

Marco d’Eramo, nato aRoma nel 1947, laureato inFisica, ha poi studiatoSociologia con PierreBourdieu all’École Pratiquedes Hautes Études di Parigi.Giornalista, ha collaboratocon “Paese Sera” e“Mondoperaio”, e collaboracon“ilmanifesto”.Tralesuepubblicazioni: Inuovi filosofi(Lerici 1978),L’immaginazione senzapotere, mito e realtà del ’68

(Mondoperaio 1978), la curadi La crisi del concetto dicrisi(Lerici1980),Gliordinidel caos (manifestolibri1991),Viadalvento.Viaggionel profondo sud degli StatiUniti (manifestolibri2004)e,con Feltrinelli, Lo sciamanoin elicottero. Per una storiadelpresente(1999).

Incopertina:©Photonica.

Scansione,Ocreconversioneacuradi

Natjus

LadridiBiblioteche

SaggiUniversaleEconomicaFeltrinelli

MARCOD’ERAMO

Ilmaialeeilgrattacielo

Chicago:unastoriadelnostrofuturo

Edizionerivedutaeampliata

PrefazionediMikeDavis

©GiangiacomoFeltrinelli

EditoreMilanoPrimaedizionein“Campi

delsapere”ottobre1995Prima edizione

nell''Universale Economica"novembre1999

Primaedizione(rivedutaeampliata) nell’"UnilversaleEconomica”

SAGGIgiugno2004

Terza edizione marzo2009

Stampa Grafica Sipiel

MilanoISBN978-88-07-81571-3La traduzione della

PrefazionediMikeDavis (©MikeDavis)èredazionale.

Prefazione

diMikeDavis

L’11 luglio 1995 il

servizio meteorologiconazionale avvertì gli abitantidiChicagocheMadreNatura

stava per alzare letemperature al “calor rosso”.Era previsto il rapido arrivodi un’ondata di caldopotenzialmente letale che sisarebbe abbattuta sulMidwest, con l’epicentro inprossimità di Chicago. Ilgiorno successivo, mentre itermometri puntualmenteesplodevano, i residenti inpreda al panicosaccheggiarono i negozi dielettrodomestici, portandosi

via fino all'ultimo ventilatoree condizionatore disponibilinella zona. Era un panicotutt’altro che immotivato,dalmomento che nella settimanasuccessivaladifferenzatralavitaelamortesarebbedipesafin troppo spesso dallapossibilità di godere di unraffreddamentoartificiale.

Chicago, si sa, è famosaper il suoclimaestremo:unaMosca d’inverno, unaCalcutta in estate. Come se

fra la metropoli posta alcentro del continentenordamericanoeilpoloNord,da una parte, e, dall’altra, iltropicocaraibicocorresseunadistanza non superioreall'altezza della SearsTower.Ingennaioariapiùchegelidaprecipitaversosud,mentreinluglio la vallata delMississippisitrasformainunvasto canale di raccoltadell’aria torrida che vienesospinta verso nord. A

Chicago si usa comunementedireche,senontiuccidonoirapaciartiglidelventopolare,sarà la calura estiva asoffocarti.

Nel 1995, però,l’amministrazione cittadinaesprimeva valutazioni moltodiverse sulle responsabilitàpolitiche nei riguardi diquellepunteestremedicaldoe freddo. Le bufere invernalirappresentano una minacciadiretta al commercio e al

profitto, isolando il Loop, ilquartiere degli affari, dallacintura suburbana abitata daipendolari e paralizzandol’aeroporto O’Hare, il piùimportante scalo aereo dellanazione. Gli elettori,notoriamente tolleranti neiconfronti della corruzionepolitica, diventano peròspietati quando si sentonotraditinelleloroaspettativedivalidi servizi comunali nelperiodo invernale. Di

conseguenza, a Chicago lavista degli spazzaneve infunzione in un classico testper saggiare le capacità degliamministratori locali.Quando,nel1984,annoincuila città fu colpita da unapesante bufera di neve, gliinterventi di pulizia dellestrade furono estremamentemaldestri, il sindacoBilandiclu prontamente destituito dalsuoincarico.

Ilsoffocantecaldoestivo,

invece, riesce di rado aostacolare le attivitàcommerciali o a incrinare ilcomfort delle classi medieche possono fare uso diimpiantidi aria condizionata.Sebbene a Chicago sia ilcaldo estremo, più che ilfreddo,a rappresentareper lasalute un rischio mortale, arestarne vittime sonotradizionalmente personeanziane, molto povere e, instragrande maggioranza, di

colore. Tali decessi, per dipiù, attirano l’attenzionegeneralesoloneicasiincuilamortalità raggiungaproporzioni da epidemia:comenella roventeestatedel1955, per citare l’ultimoesempio. A quarant’anni didistanza da quel disastrosoevento,lacittà,benchéormaifosse massicciamenteattrezzata per combattere lebufere di neve invernali, nondisponeva di alcun piano di

emergenzaper affrontareunaprotratta ondata di caldo. Sidava quasi per scontato chegli individui socialmente piùvulnerabili, privi di qualsiasiimpiantodiariacondizionata,si raffreddassero usandoeconomici ventagli obagnandosi con l’acqua degliidranti. Qualche "normale”decesso per il caldodifficilmente avrebbe potutomettereincrisiilsistema.Maciòcheavvenne tra il13e il

20lugliofuunacarneficinadidimensioni analoghe a quellediunoscontrofraduejumbo-jet su una pista dell'O’Hare.In base a uno studiopubblicato negli "Annals ofInternaiMedicine”,circa733cittadinidiChicagomorironoinquei fornicrematori incuisi erano trasformati i lorominuscoli alloggi e ifatiscenti edifici delSouthside. Benché ifunzionari municipali

cercassero di giustificarsitirando in ballo l’ira divina(che il13 luglioavevagiratoil termostato su 106 gradiFahrenheit, corrispondenti a41°C), nel 1996 unacommissione scientificadell’Amministrazionenazionale oceanica eatmosferica giunse allaconclusioneche,datiiprecisiavvertimenti forniticon largoanticipo dall'Ufficiometeorologico,"sarebbestato

possibile prevenire granparte, se non la totalità, deidecessi causati da quellaparticolareondatadicalore”.1

La prevenzione, però,avrebberichiestoche lostatodi massima urgenza venissericonosciuto prontamente.Invece, anche quando ilnumero di decessi daipertermiaraggiunseitrezeri,l’atteggiamento deifunzionari municipali fu

letargico, per non direinsensibile. Maria Antoniettasi sarebbe senza dubbioriconosciuta nel monarcaereditario di Chicago. “Facaldo,” si limitò infatti adireil sindacoRichardM.Daley,"fa molto caldo. Abbiamotutti inostripiccoliproblemi,ma non esageriamo... AChicago tutto èsproporzionato. Ed è perquesto che la nostra cittàpiace tanto.Perchéognicosa

arrivaallimiteestremo.”2I limiti estremi durante

quella lunga roventesettimana di luglio incluseroun parziale blackout (laridotta erogazione dielettricitàdapartedell’Edisonlasciò diverse zone cittadinesenzaariacondizionata)euna"guerra idrica” che costrinselapoliziaa scontrarsi congliabitanti del centro città perimpedirelorodifracassaregli

idrantiantincendiocon"torceall'acetilene, martelli dafabbro, trapani meccanici eseghe, per farne scaturirel’acqua”. Intanto, mentre leambulanze sfrecciavanovanamente da un ospedaleall'altro,levittimedeicolpidicalore morivano comemosche per mancanza dipersonaleneirepartidiprontosoccorso. A un certo puntometà dei nosocomi diChicago chiuse le porte,

rifiutandosi di accogliereulterioripazienti.

Ai margini del Loop, ilresponsabile dell'istituto dimedicina legale tentavafreneticamente di trovarecarri refrigerati per gestirel’enorme flusso di cadaveriprovenienti dall’obitoriocittadino,dove lesalmedellevittime dell’ipertermiaassommarono nel giorno disabato a 300 e, la domenicasuccessiva, a 240. "Nel

momento più devastantedell’ondata di calore,” scriveEric Klinenberg, “diecienormi camion, più unacaotica accozzaglia diambulanze, macchine dellapolizia e automezzi deipompieri adibiti al trasportodi cadaveri da ogni angolodella città, oltre a furgoni ditroupe televisive eradiofonicheeautoprivatedipersonale addetto alla sanità,ingombravano l’area

circostante l’obitorio,formandounaparatadimortecosì sconfinata e surreale dafar sembrare incredibile chetuttociòstesseavvenendonelcuoredellacittà.”

Nelsuostudiodiecologiapoliticasuldisastroprovocatodall’ondatadicaloredel1995(che potrebbe essere lettocomeunbrillanteepilogoaIImaiale e il grattacielo),Klinenberg dimostra come ilpiù largo tasso di mortalità

fosse stato riscontrato traafroamericanidiunacertaetàche vivevano soli neiquartieripiùpoverideighettidi South-side e Westside.Centinaia di vite avrebberopotuto essere salvate,sostiene,seildipartimentodipolizia avesse attivato lesquadre appositamenteaddette al “controllo dellacomunità” affinchémettessero in guardia e, senecessario, evacuassero

cittadinianzianiarischio.Mail più giovaneDaley e i suoisatrapi rimasero ancorati aldogma ufficiale, secondo cuiricadeva sulle spalle deglistessi poveri anziani laresponsabilità di procurarsiun qualsiasi rimediodisponibile per sfuggire alcalore.

L’incapacitàdeglianzianidi trovare tale rimedio e ilfallimentodell’amministrazione

cittadina nel soccorrerli,conclude Klinenberg, sono“segnoesintomodellenuovee pericolose forme diemarginazione e abbandonodivenute attualmenteendemiche nelle metropolistatunitensi e, in particolarmodo, a Chicago”. Comehanno riconosciuto l’Ufficiometeorologico e numerosericerche mediche, c’era benpoco di “naturale”, ammessochecifosse,neldestinodelle

733 vittime della peggioresciagura verificatasi aChicago.Quantoavvennenelluglio 1995 potrebbe esseremeglioetichettato,suggerisceKlinenberg(citandoFriedrichEngels), come "stragesociale”.

Nessuno, ovviamente, fuchiamato a risponderepenalmente di omicidio. Il“ChicagoTribune”,chesieraaccanito su Bilandic per nonaver usato tempestivamente

gli spazzaneve, preferì tirareun pietoso velo sulleresponsabilità di Daley inquel “piccolo problema” dicentinaia di anziani cittadinimorti di ipertermia. Né quelche era rimasto deimovimentiperidiritticiviliediPoterenero,untempocosìagguerriti,riuscìaimporreundibattito pubblico sulsottofondo razzista dellapolitica adottata in occasionedell’ondata di caldo. Alla

fine, molti dei morti furonosemplicemente sepolti in unafossacomuneeChicagoevitòimbarazzanti confronti sullapesante vulnerabilità socialeche aveva reso possibile unasimile ecatombe. L'ancienrégime,nelcuimalignocuoreHarold Washington avevatragicamente mancato diconficcare un puntaled'argento, tornò alla suaprioritaria (e più lucrativa)preoccupazione: dare lustro

all'immagine di un centrocittà rinato, di una Chicagoche riapriva le braccia aicongressistieagliabitantideidintorni.

Questa falsa Chicago -dovevecchiegloriedelblues,gangster e relitti industrialioffrono una romanticaambientazione turistica - èsolo l’ultima delle favolosefacciate dietro cui antichepolitiche di classe e razzialecontinuano a essere portate

avanti con avidità e brutalitàesemplari.Nonèuncasochetantimartiridellasinistra-daAlbert Parsons a FredHampton - siano sepoltiproprioinquestacittà.Seèlapiù confortevole metropolidel Nordamerica, Chicago èanchelapiùspietata.Nonperassolvere New York o LosAngeles, che hanno le lorobrave colpe, ma né l'una nél’altra di queste due città hamai impiccato i leader del

movimento operaio locale(comeèsuccessoaimartiridiHaymarket) o sparato su uncorteo di pacifici scioperanti(è il caso del sanguinosomassacro delMemorialDay)o sommariamente giustiziatoil capo delle Pantere nerelocali(FredHampton).

Marco d’Eramo descrive,con una visione fresca,esilarante e prettamenteitaliana, questi antichi campidi battaglia. Rifuggendo

dall’approccio monograficodella famosa scuola diChicago,haavutoilcoraggiodicercarediincludereiltuttoin una prospettiva storicaglobale. La sua Chicago è ilcapitalismo senza veli. Inquesta città, dove non moltotempo fa pascolavano ibisonti, la “strage sociale” èsempre stata una partedell’epicoconflittoconcuilamodernità capitalistica hadefinito se stessa. Come i

romanzi hard-boiled diNelson Algren, i lamentiblues diMuddyWaters o, sevogliamo, Santa Giovannadei macelli di Brecht, Ilmaiale e il grattacieloricostruisce la Windy Citysenza abbellimenti di sorta.L’effetto è tonicamentedialettico. Il Capitale,dopotutto, era solo unabbozzoteorico:lastorianonespurgata di Chicago è larealtà.

1 S. Changon et al.,

ImpactsandResponsestothe1995 Heat Wave: A Call toAction, in “Bulletin of theAmerican MeteorologicalSociety", 77, 7, pp. 1497-1506; Cnn, Chicago Bracesfor Another Scorcher, 29giugno 1995; e NationalWeather Service, Public

Affairs Office, Many HeatDeaths Pre-ventable, 1996(cita Disaster Survey ReportdelNoaa).

2 Citato in EricKlinenberg, DenaturalizingDisaster:ASocialAutopsyofthe1995ChicagoHeatWave,bozza del 1999. Anche tuttele citazioni seguenti vengonodallabozza.

Parteprima

1.ArrivoaChicagoland

Ti aspetti la città di Al

Capone e trovi viali sereni,tra gli edifici neoclassicidell’Esposizione universaledel 1893. Letture giovanili tiparlano dei mattatoi di

Chicago; invece ti appaionofantasticigrattacieli. Ilcentrocittà ti si dispiega miracolod'architettura, che staall’urbanistica delNovecentocome Venezia a quella delQuattrocento.

Ti aspettavi una cittàcontinentale, al centro delNordamerica,e ti siparaunacittàmarina. Per noi un lagogrande è come il Lago diGarda o il Lago di Zurigo.Più spesso, la parola lago

evoca le pozze alpine o legocce dei castelli romani, ilLago di Nemi. Qui il LagoMichigan è un mare che sistendedavantiatesconfinato,60.000kmqdisuperficie,150chilometri per 400, come ilMare Adriatico. Le tempestesi abbattono sui frangiflutti eavoltegli spruzzidelleondeinvadono l’autostrada urbanadel “Lakeshore drive”, unvero e proprio lungomare.D’altronde l’area

metropolitana di Chicagosembra disporsi lungo questomarecomeunastriscia lungaquasi200chilometri,dasudanord, dall’indiana alWisconsin, e se Gary inIndiana fa già parte di"Chicagoland”,MilwaukeeinWisconsin sta per essernefagocitata, in un unicoimmenso agglomeratolitoraneo.

D’inverno la morsa deighiacci stringe i grattacieli, i

parchi, isuburbisconfinatidivillette unifamiliari. Dove illitorale è più aperto, le ondemarine sono state paralizzatedal gelo mentre siabbattevano sulla riva erestano lì, sollevate a strati,lastre oblique di ardesiabianca bluastra, sovrappostel'una sull’altra, inclinate adangoloacuto sulla superficie.Nei porticcioli, i pescatorisiedono sul ghiaccio, su veree proprie sedie, davanti ai

buchi in cui immergono lelenze:leautoritàavvertonodimangiarenonpiùdiunavoltala settimana i pesci pescatinel lago vicino alle riveurbane, e di stare attenti aipesci più grandi, cioè piùvecchi, che hanno assorbitopiù inquinamento. Ma lagente se ne frega. D'altrondetutta l’acqua potabile dellacittà arriva dal lago, da unaconduttura che porta l’acquadall’altomare

(dall’"altolago”).Più di qualunque altra

città marina, Chicago èsquassata dal vento.Non pernulla il suo nomignolo èWindy City, la “cittàventosa”, come è scrittoanche sui pulmini scolastici,gliSchool buses. Le raffichepiegano i passanti, svellono ipali dei semafori. In tv, leprevisioni del tempo nonforniscono una solatemperatura,comedanoi.Ne

danno due: quella dell’aria equelladelvento(unpo’comedare la temperatura estivaall’ombra e al sole). L’ariapuòesserea10sottozero,mailchili (il"gelo")delventoèa30sottozero.Leventatepiùglaciali vengono da nord-ovest, quando dall’Artico edalla Siberia non trovanoostacoli nella loro discesalungo lapianacanadese.Conquesto vento, con questiinverni, le stazioni della

metropolitana sonosopraelevate all’aperto, senzanulla per riparare dalle folatedigelo.Chiprendeitrasportipubblici lo fa a suo rischio epericolo: non usare - o nonavere - l’automobile esigeunapunizione.

Ma già a primavera imarciapiedi delle strade sonoinvasi dai tavoli deiristorantini. Al minimotepore, costumi da bagno,canottiere, body. D’estate la

folla si accalca sulle spiagge,come nei grandi lidi urbani,Glifada ad Atene, o SanSebastian. Molti fanno ilbagno. Nel 1919 la primasommossa urbana razzialescoppiò sul lido: un giovanenero aveva traversato inacqua la linea invisibile cheseparava i bagnanti di coloredalle ragazze bianche, e fuucciso. D’estate i parchilungo il lago si animano:festival di blues, concerti

all’aperto, picnic e barbecue,pallaavolo,struscio,drague.Nei week-end la distesaazzurra si punteggia di unamiriadedivelebianche.

Questo mare rendeanomala la geografia socialedi Chicago. In altre cittàinternedegliUsaèdei ricchil’ovest dall’aria pura, poichéilventovisoffiaperprimo;èdei poveri l’est inquinato, incui arriva l’aria già lordatadalle industrieedagliumani.

CosìEastSt.Louis.(AncheaLondraeaParigilaborghesiaopulenta si è insediataall’ovest e ha lasciato l’estalla classe operaia.) QuiinveceilmareMichiganponeun limite invalicabile a est, ela distesa di terra si stendepiatta come un biliardo percentinaia di miglia asettentrione, a meridione, aponente.Ilquartierepiùriccodella città si adagia dunquelungo le sponde del lago e

l'asseovest-estèsostituitodaquello nord-sud: da sempresonostatisituatiasudifetori,le fabbriche, i mattatoi, leraffinerie di lardo, glistabilimenti puzzolenti daimiasmi acri: raffinerie dipetrolioeacciaierieaccalcanole loro ciminiere versoGary,al confine con l’indiana.Quasi solide nel lorospessore, dense volute difumo multicolore, a voltearancioni, a volte bluastre,

s’innalzano nel cielo. È nelprofondo suddiChicago chesi trovano i ghetti neri.Invece, subitoanordea suddal centrodegli affari, ecco iporticcioli con migliaia dibarchedadiporto.Eancheunaeroporto per velivoli privatieunidroportoperidrovolanti.Il quartiere chic, la GoldCoast (la “Costa d’oro”), èuna delle zone residenzialipiù ricche degli Stati Uniti.Sempre parallelo al lago si

stende il “corso” diChicago,laMichiganAvenue(dacuiilnomignolo “Boul Mich”, lostesso che i pariginiaffibbiano al loro BoulevardSaint-Michel). Nella parteappena a nord del ChicagoRiver, laMichiganAvenue èsoprannominata MagnificentMile (“Miglio magnifico”)per il lusso di boutique epalazzi.

***

Versol’interno,aovest,a

meno di un chilometro dalMagnificent Mile si ergeancora il complesso diedilizia popolare, dove ilreddito familiare è quarantavolte più basso, dove lapopolazioneènera,dovepuòcapitarecheunbimbodiottoanni sia ucciso da unapallottola vagante mentretraversa la strada da casa ascuola: così vicina al lusso,

Ca-brini-Green è una talevergogna che la ChicagoHousing Authority ha decisodibuttaregiùalmenoglihighrise. Non ci sono dueChicago, una fastosa e unamisera.C’èunasolaChicago,con i suoi innumerevoliteatrini di avanguardia, ideliziosi ristoranti vietnamiti,afghani, peruviani, i miticilocali di blues e di jazz, legangeicasermonipopolari.

Dal 1992 al 2000, otto

anni d’ininterrotta prosperitàhanno ridisegnato lageografìa urbana, demolitovecchi orrori, sostituiti dacivettuolivilliniurbani.Doveuna volta sorgeva ilmercatino delle pulci diMaxwell Street, oggil’University of Illinois stariqualificando l’area accantoal campus. Eppure anche oravedi bambini che giocanonella melma, pile dipneumatici, corpi scuri

coperti da strati di “sacchi apelo ambulanti”, immaginiche ti ricordano le strade diLucknow o di Kanpur inUttar Pradesh, India:bancarelle con fuochi dicarbone, pile di pneumatici,bambini che giocano nellamelma,corpiscuricopertidastrati di "sacchi a peloambulanti”. Qui, gli abitantidiquestametropolimoderna,del paese più potente e piùricco del mondo scavano fra

le immondizie, immergonotesta e torace nei bidoni: "Sivedono certi animali feroci,maschie femmine,sparsiperla campagna, neri, lividi,bruciatidalsole,attaccatiallaterra che frugano conun’ostinazione invincibile;hanno come una vocearticolatae,quandosi alzanosui loro piedi, mostrano unviso umano, e in effetti sonouomini. Di notte si ritiranonelle loro tane dove vivono

di...”. Così tre secoli fa Jeande La Bruyère descriveva icontadini del suo tempo.1Nonsapevaquantoicittadinidi questa metropoli gliavrebbero somigliato. E peròl'University of Illinois è solouna delle sette università diChicagoconlelorodecinedipremi Nobel e di premiPulitzer.

“A differenza di NewYork o San Francisco o Los

Angeles,” mi dice JamesWeinstein, uno deipersonaggi storici dellasinistra americana, fondatoredel quindicinale “In TheseTimes", "a Chicago tu hai ilrealitycheck,il‘testdirealtà',cioè vedi quel che pensal’America vera, sei immersonell'America profonda.” Piùche se fossi a Des Moines,Iowa, o a Omaha, Nebraska,dove c'è solo una parodia dicittà, perché qui a Chicago

haiancorauncentrocittadino(trovipersinoleedicoleconigiornali, un’istituzioneassente anche in grandi cittàcomeDenver,Colorado), quihailametro,cisonopersinoitrasporti pubblici, ma è giàl’Americadei suburbi, quelladi un centro relativamentepiccolo circondato dallasconfinata distesa di villetteunifamiliari dei suburbs (i"suburbi”, più che i"sobborghi”).

Parli con una femministadi un quartiere ricco, o conuna trotzkista della Societàstorica di Chicago, o con uneditorialista terzomondista (ipiù lontani apparentementedal conformismo del "sognoamericano”); ognuna eognuno a modo proprioesprimono un amoresconfinato per questa città.Scavi e nel fondo trovi imotivipiùdisparati,lavitalitàdei sindacati, della cultura

alternativa, della galassianera. Ma in realtà trasudaanche da questianticonformisti minoritariquell'idea così americana,così capitalista, per cuil’ideale dell’essere umano èvivere nella casettaunifamiliare di sua proprietà,separata da un prato dallecasette altrui, e insiemegoderedelleurbanamenities,e cioè concerti, teatri,ristoranti, cinema.L’ideache

Chicago sia insieme unaperiferia (piacevole daabitarci) e una metropolicentrale (in cui andare apassarelaserata).

Chicago aiuta arispondere a un’altradomanda che, mi dicevaWolfgang Schivelbusch, tuttici poniamo dopo un certoperiodo negli Stati Uniti:"Quand’è - e come - che glieuropei emigrati qui hannosmesso di essere europei e

sono diventati americani?Che cosa li ha resi cosìimpercettibilmente, ma cosìchiaramentediversinelmododi convivere, di abitare,persino di usare glistrumenti?”.Ovvero,perdirlaconWerner Sombart nel suolibrodalcuriosotitoloPerchénegli Stati Uniti non c’è ilsocialismo?2(1906):

Che cosa haNorimberga in comune

con Chicago? Null’altroche le caratteristicheesteriori [e ogginemmeno quelle], ilfatto che molti uominiabitano in strade, instretta vicinanza, e chedipendono per il lorosostentamento dalrifornimentoesterno.Perquanto riguarda Iospirito, nulla. MentreNorimberga è unaformazione simile al

villaggio, cresciutaorganicamente, Chicagoè una vera "città”,costruitaadartesecondoprincìpi “razionali”,nella quale (direbbeTönnies)sonocancellatetutte le tracce dicomunità ed è abbattutala società pura. E se,nella vecchia Europa, lacittà è (o, per megliodire,loerafinoadoggi)formata sull'immagine

del villaggio, portandoin sé il suo carattere,negli Stati Uniti, alcontrario, la piattacampagnaèindefinitivasolo un insediamentocittadino al qualemancanolecittà.

Chicagoesprime laveritàdell’America anche perun’altra ragione. InEuropa ilcapitalismo è mascherato,imbrigliato dall’eredità della

storia: in Francia dallatradizione dello statonazionale, in Italia dallachiesa,inGranBretagnadallanobiltà.Danoi il capitalismotrova un ostacolo nellatradizione già stratificata, neicostumi cristallizzati, neipregiudizi che affondanonellanotte.

Invece qui, negli StatiUniti, percepisci ilcapitalismo in tutta la suapotenza nuda, in tutta la sua

caricasovversivachetraslocavite intere dalla foce delMekong,daldeltadell’indoaclimi polari. Vedi il capitalenellasuacapacitàdiplasmaregli individui, persino nelmodo di muoversi, abitare,mangiare, nel palato, neltatto, nella sessualità. "Per ilcapitalismo gli Stati Unitid'America sono la terra diCanaan: la terra dellapromessa. Infatti solo quisono state soddisfatte tutte le

condizioni di cui essoabbisogna per lo sviluppopieno e totale della suanatura. Come in nessun altroluogo, paese e genti eranocreati per sollecitare la suaevoluzione alle formemassime”: non a caso conqueste parole WernerSombart iniziava il suo libronel1906.3

Anche in questo Chicagoè lapiù americanadelle città

statunitensi. In nessun altroluogo almondo la fede nellapotenza liberatoria delcapitale, la religionecapitalista è altrettantointegralista come qui. Se gliStati Uniti sono la terra diCanaan del capitalismo,Chicago è la loroGerusalemme.McDonald’s èuna multinazionale diChicago (per misurare laviolenzaelavelocitàconcuii costumi s’impongono, si

pensi che il primoMcDonald’s è stato apertonon più di 45 anni fa, nel1959: e sono bastati 36 anniperché la vita americana siaimpensabile senza iMcDonald’s). Solo un altroesempio: l’istituto di arte diChicagoèunodeipiùgrandiebeimuseidelmondo,graziea mecenati salumieri emacellai. Ma qui i mecenatinon si sono limitati asegnalare il loro nome sulle

piastrine vicino ai quadricome in tutti gli altri musei.Qui, se cerchi una precisaopera di un preciso pittore(Nighthawks,"Ilbardinotte”di EdwardHopper, per dirneuna), puoi pedalare: qui letele sono organizzate infunzione dei donatori, nondegliartisti.Inunasalatroviiquadridonatidalsignorx,tracui un Picasso, un Hopper eunUtrillo.Poi,dieci salepiùinlà,inununicolocale,ecco

iquadriregalatidalsignoryetrovi un Matisse, unLichtenstein e di nuovo unHopper: epoche lontane,generi diversi, pittoriincompatibili sono sussunti eriuniti sotto l’egida delmecenate. E così via: nelmuseo d’arte, soggetto non èl’artista,èildonatore.

Ultima annotazione: èinutilenegarechequestacittàsi fa volere bene, è comeaffettuosa. Insieme ai politici

più corrotti d’America, allegang più violente, aicapitalisti più spietati,fiorisconoquiimovimentidibase più generosi. Sotto glialberi del parco Lincoln,vicino al lago azzurro, gliscoiattoli ti guardanosfrontati, la testolinainclinata. Paffuti, si grattanola pelliccia bianca del pettoquasipregustandolanocciolache tendi, mentre la codariluce incorporeanei raggidi

sole.1Questocelebrepassodei

Caractères (sezione Del'homme, par. 128) è statostudiato anche da ErichAuerbach in Mimesis, A.Francke, Bern 1946, trad. it.Einaudi,Torino1956,vol.II,pp.124-125.

2 Werner Sombart,

Warum gibt es in denVereinigten Staaten keinenSozialismus?, trad. it. EtasKompas,Milano1975,p.10.

3Ivi,p.5.

2.Ibinarideldomani

C'è da restare esterrefatti

a studiare la breve storia diquesta città che, incentosettant’anni, è diventatauna delle megalopolimondiali e adesso conosce

una sua già rugosa maturità.Fin da ora è delineabileun’archeologia del suocapitalismo che, in meno dimezzosecolo,daunvillaggiodi duecento abitanti, la portòa fine Ottocento all’apogeodella potenza, quando fu lapiù grande "repubblica”commerciale del mondo:"repubblica ferroviaria",come nel Medioevo avevanodominato le repubblichemarinare. A scombussolare

però non è solo la storia diChicago,sonoiproblemicheessa pone. In nessun’altracittà ci si accorge di quantosia stato “ferroviario” ilcapitalismo e, per contro, diquantosia“ferroviaria”l’ideache per più di un secolo cisiamofattidelcomunismo.

"Ferroviario” è quelcomunismo che pensad’impostare la pianificazioneeconomica come si stabiliscel’orario ferroviario nazionale,

prototipo dellaprogrammazionecentralizzata(enonpuònonesserlo).Una“tabella di marcia” dellarivoluzionechepredispone lesingole“tappe”comel’orariodefinisce i movimenti(fermate, arrivi, partenze,scambi), con la stessaprecisione del minutospaccato e, quindi, con lostesso livello superiore dicomando e dispositivominuzioso di controllo. Il

governo comunista è pensatocome una sorta di "divinitàsociale”onniscientecheabbiasempre presente lecontemporanee posizioni ditutti isoggettisociali(di tuttiiconvogli,dituttiivagoni,ditutti i passeggeri, di ognimerce).Unpianoprestabilitoche disloca le risorse ai varisettori della società e allevarieareedelpaesesecondoipresunti bisogni, come leferrovie allocano x

locomotive e y vagoni allalinea Z nel mese K. UnGosplan che pensa i flussieconomici come fiumi dimerci e passeggeri lungo ibinari, in una sortad'idrodinamica umana; chepianifica le infrastrutturesociali come metafore diponti, cavalcavia e gallerie;che struttura la catena dicomando come la gerarchiadei capistazione, degliispettori dei biglietti, dei

macchinisti e dei casellanti.L’idea che l’uguaglianza siala folla mattutina, accalcata,di passeggeri resi simili dalviaggiare tutti in vagoni nonpiùdi prima, secondae terzaclasse, ma "nella stessaclasse", in un’umanitàindistinta, ancorchéassonnata; che vivere nellasocietà comunista governatadallostatosiacomeviaggiarein un trasporto comunegestito dalle ferrovie:

nell’uno e nell’altro caso tuneseisoloilpasseggero.

Viceversa, il capitalismoferroviario sterminava ibisonti,annerivadicarbonelecittà, sventrava le montagneper estrarre il ferro,desertificava foreste perbruciare il legno, speculavagiàsuunaterraancoraignota,deportava eserciti di indianiin Africa e di cinesi inNordamerica (ora i binarisono arrugginiti in Africa e

Nordamerica, ma indiani ecinesisonoqui,relitti lasciatidalla marea). L'idea che ilprogresso fosse un treno (la"locomotiva dell’economia”),che la civiltà arrivasse solofino a là dove era visibile losbuffo del vapore. Quelcapitalismo era ferroviarioperché i binari non hannosenso se non connettono traloro stazioni affollate, centriad alta densità dipopolazione. Il treno

stabilisce fra i centri urbaniuna gerarchia espressa dalnumerodilineediversecheinun centro s’incrociano: ilcentro più grande "è servito”da più linee. Una linea diperiferia può raccoglierepochiviaggiatoriallavoltainogni fermata nei suburbi,masoloapattodiscaricarliinunterminal centrale, dove essilavorano e dove la densità èalta perché ci sono grandifabbriche, grandi uffici,

centralizzazione del luogo dilavoro: le “economie discala”.Nel filmdiChariot lafolla mattutina che si riversasu, fuori dalla metro comegregge belante, definisce i"Tempi moderni” altrettantoquantolacatenadimontaggiodella fabbrica. Anche questoècapitalismoferroviario.

A lungo si è studiata labizzarria, l’assurdità delsistema distributivo nellapianificazione sovietica. Ma

non è stato lo stalinismo, èstato il "capitalismoferroviario” statunitense acostringere un allevatore delWyomingaspediresutrenoisuoi buoi vivi per 2000chilometri fino a Chicago,farli macellare lì, piuttostoche squartarli nella vicinaCheyenne. Questocapitalismo su ferro, ancorapresente in Europa, sembranegli Stati Uniti solo unricordo del passato. Come le

chiesediuncultodimenticatoe ormai abiurato, le stazionisono templi antichi che sivisitano, ma in cui non siprega più: al posto dellebiglietterie sorgono negozi eal posto dei binari corsiepedonali. La Central Stationdi St. Louis è un Mall, uncentro commerciale. E aMemphis, Tennessee, la seraalle nove è rischiosoavventurarsi vicino allastazione.

Dissolta questa forma,negli StatiUniti sembra averpresoilsopravventoquelchepuò essere chiamato“capitalismoautomobilistico": piùindividualistico e piùfamilista, come la macchinapersonale rispetto al vagonein un convoglio; più elasticonel controllo, perché liberodall’"orario ferroviario”, macon una struttura disorveglianza e una gerarchia

di comando più efficaciperché più flessibili, piùrazionali perché menoossificate; un centrodecisionale altrettantoimperioso perché menoformalista.

Il “capitalismoautomobilistico” decentra, escentra, nel comando,nell’organizzazione dellavoro, nella logistica, nellavita quotidiana degli umani,nell’idea che ci facciamo

della civiltà. Automobile ecamion collegano tra lorozoneadensitàcosìbassacheresterebbero isolate in unmondo ferroviario. Ilcapitalismo a quattro ruotestravolge la nostra secolareimmagine di città, consenteche le periferie sianocollegate tra loro, mentreprimaeranoconnessesolodalcentro, per il centro eattraverso il centro.Fa sìchesia possibile un’area

metropolitana senzametropoli, senza centro città,senza downtown. Che laperiferianonsiapiùperiferiadi nessun centro, ma siaautocentrata. L’ideale civilenon è più Inurbanità", ma la“suburbanità”: al contrarioche in Europa, negli StatiUnitiiltermine"suburbio”hauna valenza positiva. Inquestonuovo spazio chenonè più città e non è piùcampagna, la massima

aspirazione, il finedell’umano vivere èpossedere e abitare unavilletta unifamiliare congarage,circondatadaunpratoche ti separa più di unmurodaltuovicinougualeateconil suo prato e il suo garage.Ma sotto lagraziadi suburbialberati, sotto la diasporasocialeingiardinievialetti,il“capitalismo su ruota” dellecasette unifamiliari esasperala segregazione di razza e di

classeespingequestasocietàverso l’implosione, ladisintegrazioneinterna.

In nessuna città come aChicago il capitalismo suferro ha dispiegato la suapotenza, ha forgiato popoli,ha plasmato culture, haspostato e deportato milionidi vite uma-ne. In nessunposto come qui è possibilestudiare i monumenti diquesto capitalismo, scavareneifenomenichehasuscitato,

analizzare le ondate dimigrazione che le ferroviehannoabbandonato sulla rivadel Michigan, registrarel’ascesa e il declino dicommerci e di industrie.Poiché è ormai trascorsal’epoca del capitalismo suferro,lostudiodiChicago,diunacittàvecchiamenodiduesecoli, è già un’archeologia,un’archeologia dellamodernità. (Ti chiedi ancheperché non c'è mai stato un

"comunismo su ruote”.) Manello scavare più a fondo ledomande ti assillano, ti rodeun tarlo: e allora? E poi?Quale domani? Cerchi letraccedell’avvenire,gliindiziche ti traccino un percorso.Ecco perché un rapporto daChicago diventa qualcosa dipiù, è un’archeologia delfuturo.Quest'ansia del futuroassillava già Sombart chenovantanni fa si chiedevacome mai, se il movimento

socialista è un prodotto delcapitalismo, il paese piùcapitalista di tutti, la Meccadel capitalismo, non hagenerato un socialismo: 'Ilfuturo sociale dell’Europa edell’America si formerà inmodo uguale o diverso? Seuguale, sarà l’America ol’Europa il 'paese delfuturo’?”.1

Le ferrovie sono quasiscomparse,ma''Chicagoland”

resta una delle ''nazioni” piùpotenti: se una volta le suestazioni ferroviarie erano lepiùtrafficated’America,oggiquest'onore spetta a O’Hare,alsuoaeroporto.Nellarovinadi interi quartieri, nellabancarotta di potenti dinastiefinanziarie, nel contrasto fralusso e miseria, frasconvolgente bellezza esquallore disperato, Chicagoè la prova vivente che unpianodelcapitalenonc’è,né

c’è mai stato. Ha invecesempre agito la logica delcapitale, una logica tuttaparticolare, illogica alla fine,eppureferrea,potentissima.

***

Invano con lo sguardo

cercheresti la Grand CentralStation, quella che una voltafu la più affollata stazioneferroviaria della terra.Dall’alto dei 450 metri del

grattacielo Sears (dal 1976finoal1996ilgrattacielopiùalto del mondo), se con losguardo lasci a sinistra lasconfinatadistesaazzurradelLago Michigan e ti volgi aovest e a sud del centrocittadino, dove oggi giace laterra di nessuno dei quartierineri, tra gli edifici in rovinascorgi solo scali mercidesolati.Sonodesertiecomerugosi per una ragnatela dibinari arrugginiti, percorsi

ogni tanto da rare,interminabili tradotte (di 80,100 vagoni merci luna) chegiungonodallepiantagionidimais dello Iowa, dalleminiere dello Utah. Nelleregioni montuose, questilumacheschi convogli -ognuno lungo più di unmiglio-sonospintidaquattrolocomotiveadiesel(talvoltaavapore): negli Stati Unitiquasi nessuna linea èelettrificata. I nomi stessi

delle compagnie ferroviariesono ottocenteschi, letti sulloschermoininnumerevolifilmwestern: Northern Pacific,Chicago Burlington& Quincy, Northwestern,Illinois Central, come se leferrovie dovessero ancoraentrare nel xx secolo. Mafurono queste compagnie, icapitali che le possedevano,la logica del profitto che legovernava, a far sì che incinquantanni uno sperduto

villaggio di duecento abitantidivenisse una delle piùpotenti megalopoli delpianeta,ilpiùgrandemercatodel legno, il centrocerealicolodelNordamericaedella terra, il mattatoiodell’universo,perdirlacon ilromanziereUptonSinclair.

I capitali: per un europeonato dopo la Seconda guerramondiale, le ferrovie sonolegate allo stato, anzi allanazione: ci sono ferrovie

tedesche, francesi, italiane,ma non sono immaginabilidue diverse compagnieferroviarie nella stessanazione. Come lo statomoderno è definito daldetenere il monopoliolegittimo della violenza, cosìnell’Europa del secondodopoguerra, le strade ferratesonounmonopolionazionale.Sesipensaaunaconcorrenzaalle ferrovie pubbliche, la siimmagina da parte

dell’autotrasporto privato,non la si concepiscedapartedi altre compagnieferroviarie. Negli Stati Unitiinvecelestradeferratefuronoprivate,comeprivatepertuttala prima metà dell’Ottocentoerano le strade che infattiesigevano un balzello (illimite della città era segnatodal casello del pedaggio, ilTumike point): anzi, aiprimordi della ferrovia,quando le locomotive erano

lente, sulle strade a pedaggiopavimentateconassidilegno,i carri e le diligenzegarantivano una rapidità esicurezza superiori a quelledeitreni.

Negli Usa era ovvio chele ferrovie fossero private,come private erano lecompagniedibattellifluviali:l’unico settore europeo cheancora oggi somigli alcapitalismo americanodell’ottocento è proprio

quello delle compagnie dinavigazione con i loroarmatori,gliAristoteleOnas-sis, i Niarchos. Negli StatiUniti,c'èunageneaologia trabattello fluviale e treno. Ilvapore vi fece la suaapparizione prima sul ferry-boat di Robert Fulton e solopoi sulla locomotiva. Furonogli stessi capitali newyorkesie bostoniani a costruire edominare reti di canali estrade ferrate. Il rapporto col

battello influì persino nellaforma dei vagoni. Mentre inEuropa i vagoni ferroviarierano costruiti a mo’ di“carrozze” (e infatti così sichiamano), conscompartimenti chiusi eseparati, ognuno condue filedirimpetto di 3-4 posti luna,come nelle diligenze, negliStati Uniti i vagonisomigliavano ai ponti deibattelli con molte file disedili,unadietrol’altra inun

unico spazio aperto percorsoda una corsia centrale. Ilprototipo di vagone letto fuideatoecostruitonel1859daGeorge Mortimer Pullman -uno dei più famosi e piùviolentiindustrialidiChicago- imitando le cabine lettodeibattelli fluviali.2 E imiliardariamericanisi feceroun punto d’onore nelcomprarsi il treno piùlussuoso, proprio come oggi

possiedono uno yacht.Viaggiavano "in nave surotaie”, sul proprio panfiloterrestre.

Comelanave,iltrenoeraun mondo privato, con leggisue,suemisure.Ogniferroviaaveva il suo scartamento (ladistanza tra le rotaieequinditra le ruote dei vagoni): laErie Railroad adottava i 6piedi, mentre nel Sudprevalevano i 5; tra lecompagnie del New England

e del Nord era diffuso loscartamento inglese da 4piedie81/2pollici,cosìchevagonicostruitiperuna lineanon potessero viaggiaresull’altra.3Eraprivatopersinoil tempo. Quanto la ferroviaabbia modificato la nostrapercezione del tempo èmotivo d’incessante stupore.Non a caso è proverbialel’espressione “perdere iltreno”. Prima delle ferrovie,

sullaterrafermalanostravitaerascanditaconlaprecisionedelquartod’ora.Solo in altomare la misura dellaposizione dipendeva dallaprecisionedeicronometri.Main campagna o nelle cittànulla cambiava se arrivavicinque minuti prima o dopo:la diligenza ti aspettava, lanave non ti lasciava a terra.Invece con un ritardo di unsolominutoperdeviiltreno.Iviaggì ferroviari furono così

il più potente stimolo alladiffusione degli orologipersonali nell’Ottocento.Nella vita dell’individuocomunediventava importantericonoscere e distinguere ilminuto, persino il mezzominuto.4

Ma nella definizione deltempo vigeva il caos. Inquell’epoca ogni cittàscandiva lasuaora:mentreaChicago scoccava

mezzogiorno, erano le 11.27a Omaha, le 11.50 a St.Louis, le 12.17 a Toledo, le12.31aPittsburgh.Secondoil“Chicago Tribune”, c’erano27orelocaliinIllinoise38inWisconsin. La Union Pacificoperava su sei differenti oresolari.5 Non sembrava perciòaffatto balzano che ognicompagnia ferroviaria avesseil suo tempo privato,adottasse la propria ora

centrale. Poteva succedereche, nella stessa stazione, gliorologi scandissero oredifferenti per ogni diversalinea. Nella stazione diBuffalo vigevano tre orediverse, in quella diPittsburghbensei.Solomoltotardi, come effetto delleesigenze ferroviarie (percoordinare gli orari), sisarebbe giunti a unastandardizzazione del tempo.Solo nel 1883 le compagnie

ferroviarie avrebbero divisogli Usa in quattro zone, inquattro ore ferroviarie chediventarono pratica comune,ma che furono codificatelegalmente negli attualiquattro fusi orari (AtlanticTime, Central Time,Mountain Time, PacificTime)solonel1918,soloallafine della Prima guerramondiale.6

Che i viaggiatori

vivessero in tempi diversi asecondadellalineaferroviariasucuiviaggiavanoeraancorala più innocua tra leirrazionalità generate dallalotta selvaggia tra le lineeferroviarie. Per le stradeferrate infatti si scatenaronole più spietate guerrecommerciali dell'Ottocento,cheavoltefuronocombattutea colpi di arma da fuoco. Lacompetizione era tale chespesso uno speculatore

iniziava o minacciava dicostruire una seconda linea(una linea fantasma) sullostesso percorso di una lineagià esistente solo perricattarla: erano chiamate leblackmail lines, le linee delricatto.

Non si contano i ponticrollati perché costruiti infretta e con materialescadenteperabbassareicosti,gli incidenti causati da erroridi personale troppo stanco

perchétropposfruttato,itrenideragliati perché sirisparmiava sullamanutenzione dei binari edegli scambi (e questo nonsolo nell’Ottocento: il 23settembre 1993, l’espressoLosAngeles-Miamiprecipitòda un ponte in una lagunadell’Alabama, uccidendoduecento passeggeri: sidiffuse allora la voce che iviaggiatorifosserostatiuccisidai caimani e dai serpenti

della laguna, mentre piùprosaicamente erano mortiperl’incuriadell’Amtrak).7

Queste disgrazie sononulla rispetto alla strage verae propria che i treniprovocavano a cavallo delsecolo: nel biennio 1898-1900, i morti in incidentiferroviari furono 21.847,mentre nel solo anno 1903 imorti in disastri ferroviarinegli Stati Uniti furono

11.006, un eccidio: su ognimilionedipersonetrasportatenemorivanonegliStatiUniti19, mentre ne morivano inAustria, nello stesso periodo,0,99, cioè venti volte meno:queste cifre erano fomite giànel1906daWernerSombart8per dire che “al servizio diquesta corsa al guadagno sipone un razionalismoeconomicoditalepurezzachenessunacomunità europeane

conosce di uguale. El’interesse capitalistico siafferma senza riguardo:anchequandosi fa stradasuicadaveri. Le cifre sull’entitàdegliincidentiferroviarinegliStati Uniti possono soloservire da simbolo”. (Dopoun secolo di progresso,muoiono oggi negli Usa42.000 persone l’anno inincidentid’auto,quandoperòla popolazione statunitense èquasi il quadruplo di quella

delprimoNovecento;imezzidi trasporto cambiano, ma ilnumero di morti per abitanteche essi causano restapressochécostante.)

I padroni del vaporefurono tanto spregiudicati daessere chiamati robberbarons, “baroni ladri”, e inomi del commodoroCornelius Vanderbilt, di JimFiskeJayGouldsonofamosiper la loro crudele disonestà,perlelottesenzaesclusionidi

colpi, comprese sparatorie emorti con eserciti privati, tracui la celebre agenziaPinkerton.9

Colpisce però chemeccanismi pensati perassicurare il massimoprofitto, cioè la concorrenza,illiberomercatosenzaregole,la deregulation, causasserocosì spesso bancarotte epanico; che strumenti creatiper guadagnare soldi

passassero il tempo aperderne. Tanto che aregolamentare la concorrenzaselvaggia ci pensò ilbanchiere dei banchieri,Pierpoint Morgan, che nel1885misefineallaguerradeiprezzieconunaccordoposele reti ferroviarie Usa sottol'ala protettrice della suabanca(l’accordotraicapitalidetentori delle linee ècontemporaneo a quello tratempi e orari delle

ferrovie).10SeChicagofuresagrande

dalle ferrovie, la sua fortunafu finanziata dai privati, daigrandibanchieridell’Est ediLondra.Nel 1858 i due terzidegli azionisti della IllinoisCentral vivevano inInghilterra. Nel 1890, dellaChicago Burlington& Quincy (fondata daibanchieri bostoniani Forbes,nome oggi di una famosa

rivista) 113.198 azioni eranodetenute da newyorkesi,166.198 da bostoniani e solo3.104 da Chicagoans. Nelconsiglio della Northwesternsu17amministratori,9eranodella costa atlantica (8 diNewYork).11

Néc’èdastupirsiditantafinanza: aprire una lineaferroviaria era uninvestimento colossale perl’Ottocento. Ogni linea

significava ponti, gallerie,stazioni, materiale rotabile,serbatoi d’acqua, stoccaggiodel combustibile. Le risorseprivate, e persino dellebanche,eranoinadeguate.Perincitareiprivatiainvestire,ilgoverno federale prese aregalare alla compagnia laterra intorno alla linea (LandGrants): terra che avrebbeacquistato valore con laferrovia e che la compagniaavrebbe rivenduto a caro

prezzo. La politica dei LandGrants fu inaugurata proprioper la Illinois Central chepartiva da New Orleans. Supressione dei banchieridell'Est, nel 1850, il governoregalòallacompagniaseilottialternati di terreno per ognimiglio costruito, a patto chela linea arrivasse fino aChicago. Nel 1850 Chicagorappresentava l’avamposto aovest delle banche dell’Est:l’alleanza finanziaria tra

Chicago e New York duraancoroggi.

Ma nella logica delcapitale c’è una ragione piùprofonda che ha determinatola prodigiosa ascesa diChicago. È quella che,centocinquant’anni dopo,determina oggi la crisi dellelinee aeree.Questa ragione èla tirannia dei costi fissi.Proprio come per le lineeaeree oggi, i costi fissi eranoallora l’incubodelle ferrovie:

più di un quarto delle speseera costituito dal servizio deldebito (prestiti per gliinvestimenti iniziali). Inoltre,che corressero pochi o moltitreni, le massicciatesmottavano, i ponticrollavano, i binariarrugginivano lo stesso. Unalocomotiva usava un decimodella legna solo permantenere la pressione delvapore e un altro terzo solopermuoveresestessa,iltreno

richiedeva altrettantimacchinisti e meccanici aprescindere dal numero dipasseggeri. Così per ilpersonaledellestazioni.Circadue terzi delle spese totali diuna ferrovia erano perciòcostifissi.Unavoltacostruitala linea con le stazioni e leinfrastrutture, la compagnianon aveva altra scelta:riempireivagonialmassimo,anche in perdita. Se untrasporto costa 100, èmeglio

incassare 90 e perderne 10piuttosto che perdere i 60 dicostichegravanocomunque.

L’imperio dei costi fissiera particolarmente dispoticoneltrasportomerci.InEuropala ferrovia viene abbinata disolito con il “viaggio” deipasseggeri, più che con il“trasporto” delle merci, dellecose. InvecenegliStatiUnitiil settore passeggeri hasempre rappresentato unintroitosecondario:dei ricavi

delle ferrovie, nel 1870 ipasseggeri rappresentavanosolo un quarto, e nel 1916solounquintodeltotale.12

Eccoperché1)leferroviefacevanoprezzispecialiperlatratta più lunga possibilesenza trasbordi; 2)abbassavano i prezzi dovec’era più concorrenza; 3)facevano prezzi di favore aiclienti più grossi13; 4)tenevano alte le tariffe sulle

tratte in cui erano in regimedimonopolioedove i clientinon avevano alcuna forzacontrattuale. Il combinatocomposto di questi quattrofattoricausòunaserieinfinitadi malversazioni, abusi,truffe, accordi dimonopolio che provocaronola creazione di commissionid’inchiesta del Congresso,innescarono denunce,provocaronoleggidiriforma.Ma nel frattempo plasmò la

geografia urbana degli StatiUniti.

Chicago era ladestinazione più lontana perle ferrovie dell’Est che quifinivano, ed era il punto dipartenza per le ferroviedell’Ovest che da qui sidiramavano; a Chicagoconvergevano variecompagnie ferroviarie inferoceconcorrenzatraloro;aChicagoiltrasportoviaacquafacevaconcorrenzaallestrade

ferrate.Qui dunque la guerradelletariffeerapiùaspra.

Così per un farmerdell’IowaerapiùvantaggiosomandareilmaisnellalontanaChicagochenellavicinaDesMoines,comeaunallevatoredel Nebraska convenivaspedire i buoi nella WindyCity piuttosto che a Omaha.Con l’estendersi della rete,convenivamandareaChicagopersino il bestiame dalMontanaoibuoidallelunghe

corna (longhom) dal Texas.Man mano che il trafficocresceva,letariffecalavanoei mercanti di Chicago eranoin grado di comprare daifornitoridelWestaprezzipiùalti e vendere ai clientidell’Est a prezzi più bassi.Chicagoeraquindiilmercatopiùconvenienteperambedue.Conilvolumedelcommercioaumentava il trafficoferroviario, in una spirale dicrescita sempre più

accelerata.Se nel 1850 Chicago

dovette la sua fortunaall’esserela"portadelWest”,ai primidel secolo avevagiàconsolidato la sua ricchezzacome "centro degli StatiUniti”, centro delle vie dicomunicazione, baricentroumano. Il 21novembre1848era stata inaugurata la primaferroviadiChicago,laGalenaandChicagoUnion,lunga10miglia,ben16km.Nel1860,

la rete che si diramava daChicago ammontava a 7500km. Nel 1871, all’epoca delgrande incendio, la reteferroviariadiChicagocoprivapiùdi16.000km;enel1880la rete si era ancoraraddoppiata, fino a 37.000km.Aconfronto,l’interareteferroviaria francese contaoggi 34.000 km, quellaitaliana 19.000.Dalla città siirradiavano quaranta lineeferroviarieesiècalcolatoche

nel1914piùdellametàdellapopolazione degli Stati Uniti(allora 100 milioni diabitanti)abitavanelraggiodiuna notte di viaggio in trenodaChicago.

La logica dei costi fissifece così che Chicagodivenisse lo "sbocconaturale" di un mercato cheandava dalle MontagneRocciose a ovest agliAppalachiaest,dalCanadaanord ai Caraibi a sud. Nella

storia delle civiltà urbane, lelinee ferroviarie hannoallargato a dismisura il“retroterra”dellecittà,manelcaso di Chicago il bacinodivennesterminato.Lalogicadel capitale ha così cambiatola geografia del Midwest,geografia naturale e umana.Insieme al mais, al grano, aimaiali, alla legna, ai buoi, leferrovie avrebbero portatomilioni di immigrati, primatedeschi, irlandesi, poi

italiani, polacchi, poi ancoraneri, e poi messicani, cinesi,indiani. Come trasportopasseggeri,leferroviesonoindisuso (è invece ancorafiorente il trasporto merci surotaia); è venuta meno lacausa prima della grandezzadi questa città, ma non lalogicadelcapitalecheancoraoggi tiranna governa questamegalopoli di 8 milioni dipersone,distesasullerivedelMichigan.

***

È straordinario come la

logica del capitale nondipenda dall’oggetto a cui siapplica,masirealizzisempreuguale a se stessa, per terra,per mare, in cielo. Unalocomotivanonèun jet eunaeroportononèunastazione.Ma le dinamiche si ripetonocon minuziosa precisione. Èsempre la tirannia dei costi

fissiacrearequelcapolavorosurrealistachesonoi tariffariaerei, con la cabina divisa inventi diverse fasce di prezziper gli stessi sedili, o conl’assurdo di un biglietto disola andata che costa ildoppio dello stesso bigliettoandataeritorno.Indefinitiva,cosa eraChicago se non unohubferroviario?Quandooggidagli scali perifericideportano le mandrie umanee smistano le torme di

passeggerinei loro scalihub,le linee aeree ubbidisconoalle stesse leggi cheimponevano ai rancherostexani di caricare i longhornsuicarrimercidellaSantaFediretti a Chicago. E per lestesse ragioni scatenano leguerretariffariesullerottepiùcontese,dovesicombattonoacolpi di sconti, mentrepraticano prezzi esosi sulletratte più brevi e menofrequentate. Se comprato in

Europa,unNewYork-Londraandata e ritorno può costareinbassa stagione400dollari,meno del biglietto a tariffapiena Roma-Francoforte-Roma, quattro volte piùbreve.Propriocomeavvenivaperleferroviedell’Ottocento,quandoperunbue il viaggioBuffalo-New York costavasolo un dollaro. Mentre perunumano,nel1881unticketNew York-Chicago giunse acostare solo 5 dollari. Nel

1888, il trafficointercontinentale americanoera così pesante che ilbiglietto per la lunghissimatratta New York-Californiacostòsolo29,50dollari.14

Il fatto è che, come lecompagnie ferroviarienell’Ottocento, le linee aereesono governate, anzitiranneggiate dalla logica deicosti fissi. Per poter operare,una compagnia aerea deve

anzitutto comprare i velivoli;inoltre, almeno negli Usa,ogni compagnia devecostruire il proprio terminal;infine vanno costruiti e fattifunzionare hangar, centri diriparazione e manutenzione.Siamoacostifissidell’ordinedei miliardi di dollari che lacompagnia deve affrontareben prima che il primopasseggerosisieda inunsuoaereo: deve perciò chiedereprestiti, lanciare obbligazioni

darestituireindecenni.Dai costi fissi dipende in

buona partequell’irreversibilità che -osservava Claus Offe -caratterizza la modernità: tupuoi scegliere liberamente secostruire un’autostrada in unposto o non costruirla. Mauna volta che l’hai fatto, sirivela quasi impossibiledisfarla, revocarla.15 Questodestino irreversibile

conferisce alle scelte unagravità di cui non siamocoscienti.

1W. Sombart,op. cit, p.

26.2 Wolfgang

Schivelbusch,GeschichtederEisenbahnreise, Carl HanserVerlag,München-Wien1977,trad. it. Storia dei viaggi in

ferrovia, Einaudi, Torino1988,pp.109-117.

3 Da John F. Stover,AmericanRatlroads,ChicagoUniversity Press, Chicago1961, p. 24. Per quantosdraiato sulle posizioni dei"padroni del vapore”, il libroèpienodinotizie.

4 David S. Landes,Revolution in Time, Harvard1983, trad. it. Storia deltempo, Mondadori, Milano

1984,pp.233-234e289-290.5 J.F. Stover, op. cit.,

pp.157-158.6W. Schivelbusch, op.

cit.,p.46.7 Sull'incuria in cui

giacciono le infrastruttureamericane, sempre piùfatiscenti, vedi Kenneth F.Dunker, Basile G. Rabbat,Why America’s Bridges AreCrumbling, in “ScientificAmerican”, marzo 1993, pp.

66-72. Per l’inquadramentostorico, vedi il dossier suAmerica’s Infrastructure, in“The Wilson Quarterly”,inverno1993,pp.18-49.

8 W.Sombart,op. cit.,p.7.

9 The Robber Barons,the Great AmericanCapitalists, 1861-1901,Harcourt, New York 1934,trad. it. Longanesi, Milano1947,èil titolodiunfamoso

libroatintefortidiMatthiewJosephson, figlio di unbanchiere che aveva allorasimpatieperilcomunismo.

10 Ron Chernow, TheHouse of Morgan. AnAmerican Banking Dynastyand the Rise of ModernFinance, Simon & Schuster,New York 1990. Sul GreatRailroad Treaty del 1885(noto anche come CorsairCompact),cfr.pp.53-58.

11 William Cronon,Natures Metropolis. Chicagoand the Great West, Norton& Co., New York 1991, pp.82-83. Molte pagine cheseguonosono indebitoversoquestolibro.

12 J.F. Stover,op. cit., p.173.

13I migliori clientiricattavano le ferrovieminacciando di abbandonarlese avessero fatto viaggiare i

concorrenti allo stessoprezzo. Le tariffe ferroviariefurono quindi una delle armipiùmicidiali nello stabilire emantenere i monopoli,rendendo non competitivi iconcorrenti. Così fu per ilpetrolio: John Rockefeller ful’uomo che piùsistematicamente usò letariffeferroviarieperimporreil predominio della suaStandardOil.

14J.F.Stover,op.cit.,p.115.

15 Su “questastraordinaria resistenza allarevisione” da parte dellamodernità, vedi Claus Offe,L’utopiadell’opzionezero, inAA.VV, Ecologia politica,Feltrinelli, Milano 1987, pp.41-72.

3.Lamatematicaapplicataalmaiale

In Europa, quando la

pubblicità televisiva toccal'apparato digerente, gli spotcercano di vendere prodottilassativi - per lo più agli

anziani-,mostranoprimavisiinaciditi dalla stitichezza,dalla “pigrizia intestinale”, epoi sorrisi soddisfatti,rilassati, ormai rasserenatidallabelladefecazione,graziealla magica pillola. Nella tvstatunitense predominanoinvece le pubblicitàantidiarroiche - per lo piùrivolte ai giovani -, chefilmano coppie trentenni insituazioni imbarazzanti, unconcerto, un pranzo di gala,

unteatro, incui il luiolaleidi turno sono coltiimprovvisamente da unacontrazione dolorosa, visibilein volto, costretti a unaprecipitosafuganeicessi.Maquestaminacciainagguatoinogni intestino sarà ormaievitata dalla pasticcamiracolosa.

Ti chiedi perché, in checosa differisce il cibo sulledue sponde dell’Atlantico.Nelle metropoli americane

non cessa mai di stupirti ilrito del mangiare, la culturache esprime, la distorsionedei sapori che ingenera,l’obesità di classe cheproduce (sono più obesi ipoveri dei ricchi e, tra ibambini di dieci anni, più ineri e gli ispanici deibianchi). Addenti unhamburger da McDonald’s,con ketchup, senape, cipolla,cetrioli sott'aceto. Un gestocosì liso che non te ne

accorgi, non ci pensi. Tisembra naturale. Ti pareovvio che a Seattle come aNew York, in locali arredatiin modo uguale, offerto dainservienti con la stessadivisa, sempre allo stessoprezzo, sia sempre lo stessohamburger. È disponibileovunque, a tutte le ore,identico a se stesso,interscambiabile come unbigliettodaundollaro.Acasae nei 200.000 fast-food del

paese,1 gli statunitensimangiano 52 miliardi dihamburger l’anno, cioè 5,2miliardi di chili di carnemacinata.

Quest’illimitatadisponibilitàcorripondeaunasfrenata voracità. Ciboaccessibile a tutte le orechiede di essere addentato inogni occasione: per strada, ilsouvlaki sbocconcellatogocciola salsa sul

marciapiede; inmetropolitana,ilrecipienteinpoliesterepienodi chop-sueytraballa accanto al finestrino;nel pullman del Greyhound,un’aladipollo frittadiffondeil suo lezzo; nella riunioned’ateneo spunta un hot-dog;in auto una fetta di tortainganna l’attesadel semaforoverde.

Non è facile soddisfarequesta fame ininterrotta,que-st’inesauribile masticazione.

Ogni anno nei 9000 impiantidegli Stati Uniti vengonomacellati e trattati(processed) 7,3 miliardi dipolli(broilers,senzacontarei9,3 miliardi di gallineovaiole) e 141 milioni dianimali a carne rossa (33milioni di buoi, 101 milionidimaiali,unmilioneemezzodi vitelli, 5,8 di ovini).2 È ilmeat-packing, la "confezionedella carne”. Un’industria

colossale che plasma ilcontinente americano ed èalla base del suo mito piùleggendario, i cowboy;un’industria di cui glistatunitensi si accorgono, eper cui si allarmano, solo difronte a casi clamorosi diavvelenamento.

Negli Stati Uniti sicontano 76milioni di casi diavvelenamento da ciboall’anno (di cui 4 milioni dacarne),30.000ricoveril’anno

per salmonella ecampilobatterio (che sicontraggono dal pollameinfetto) e si registrano 6000infezioni di un virus chespesso uccide, il virus Ecoli0157:H7. Il primoavvelenamentoincuimisonoimbattutonellastampaUsasiverificò nel gennaio 1993 aTacoma, sulla costadell’Oceano Pacifico, nellostato di Washington, in unristorantedellacatenaJackin

the Box. Avvelenamentoesemplare: questa catenagestiva in tredici stati delWest 1170 ristoranti dahamburger, con un fatturatoannuo di 800 milioni didollari.

Nelgennaio1993,inquelfast-food di Tacoma, per ilvirus Ecoli 0157:H7 iricoverati furono 450; per 29di loro vi fu cedimento deireni; 21 ebbero bisogno didialisi; tre bambini

piccolissimi morirono:avevano rispettivamente 17mesi, 23 mesi, due anni. Lacolpa fu attribuita allamancalaosservanzadeinuovistandard di temperaturaimposti per cuocere glihamburger(almeno150gradiFahrenheit, 77 gradicentigradi). Ma la carne eragià infetta al macello.Proveniva da manzi delMichigan e del Colorado edera stata trattata dalle Vons

Companies (che possiedonola maggiore catena disupermercati dellaCalifornia). Sotto accusal’ispettoratosanitariochenonaveva scartato la partita dibovini ammalati. Ma neglianni diReagan, per i tagli albilancioeladeregulationdelmercato della carne, gliispettori erano scesi dagli8400 del 1978 a 7200. E diquesti 7200 posti, 550 eranovacanti. Nel corso del 2000

l’amministrazione Clintonridusse ulteriormente leispezioni federali sui capimacellati. El'amministrazioneBushJr.haancoraallentatoicontrolli.

Così l’avvelenamento diTacoma ebbe il beneficoeffetto di far assumere altri160 ispettori veterinari,comunque una goccia nelmare. Far analizzare unacarcassa su cinque dimammiferi e pollame

costerebbe 58 miliardi didollari l’anno. Oggi ilgoverno federale spende solounmiliardodi dollari l’anno,meno del 2% di questasomma (vuol dire che èanalizzata solo una carcassasu290).

In pochi mesi svanìl’emozione creata daibambini uccisi daglihamburger. Prima di esserecancellati dalla memoria,furono considerati una

fatalità, come i morti dellastrada. Un prezzo delprogresso,chesipagaperchéil cibo sia prodottoindustrialmente, sempredisponibile, a prezzomoderato,sempreugualeasestesso, ovunque. Un prezzocome l’assenza di sapore inbistecche così succulente aguardare, così tenere dasciogliersi in bocca, ma cosìsciape. Un prezzo come lastandardizzazione dei sapori,

degliodori.Non è vano orgoglio

quello di McDonald’s, lamultinazionale di Chicagoche si vanta di vendere lostesso hamburger in tutto ilpianeta, exploit che cercanod’imitare tutti iBurgerKing,i Jack in theBox della terra.La carne degli hamburger diTacoma aveva infattipascolato e muggito inMichigan. Da qui avevaviaggiato per 4000 km verso

sud-ovest, per essere trattatain California, poi era statacotta nello stato diWashington, a 2000 km anord. Oggi si ragiona con labisteccacomeconiltelefono,in cui il ramevienedalCile,lozincodalCanadae il tuttoèassemblatoaSingapore.

La rivoluzione industrialeèesplosa in Inghilterra,maènegli Stati Uniti, e piùprecisamente a Chicago, chesi è prodotto un altro

terremoto della modernità,che influisce sui sapori, suinostriritialimentari,cambiainostrisensi,l’olfatto,ilgusto:l’industrializzazionedell’allevamento.

***

La catena di montaggio

(l'assembly line) operaia si èimposta al mondo a partiredalla fabbrica dove dal 1908la Ford costruì il modello T,

la prima auto di serie.Nell'assembly line è ilprodotto (l’auto) che simuovementre l’operaio restafermo a compiere sempre lostesso gesto, fissare una vite,montare un pezzo.Ma pochisanno che la catena dimontaggio è stata pensata aimitazionedella“catenadis-montaggio”, la disassemblyline,inventataintornoal1830nella città di Cincinnati inOhio. All'inizio, nella sua

forma più rudimentale, lecarcasse dei maialipercorrevanolacatenaappesea un carrello ruotantementreogni operaio restava fermo adisossareuntaglio,semprelostesso, scarnificare un osso,semprequello.Cincinnatieracosì fiera della macellazionesuina che si fregiava delnomediPorkopolis.

L’industria del meat-packing (preparazione econfezione della carne) prese

il via dai maiali e non daimanzi perché 1) i maialierano difficili da“autotrasportarsi” almercato:avevano gambe corte ecattivo carattere; i manzierano più docili: i filmwestern ci mostrano cow-boys, non pig-boys: 2) ilrapporto "peso totale/pesoutile” era migliore per imaiali, di cui quasi nullaandava perso; 3) i metoditradizionali di conservazione

(salatura e fumigazione)funzionavano meglio per isuinicheperibovini.

Per un contadino dellontano West era piùconveniente spedire unmaiale nutrito col propriomais che mandare il maiscoltivato:“Ilporco,”scrivevaun giornalista inglese “èconsiderato la forma piùcompattaincuiilraccoltodelmais degli Stati Uniti puòessere trasportato almercato.

Perciòilmaisèdatoaimaialinella fattoria e quindi èspedito a Chicago in questaconfezione [package]provvista dalla natura per ilsuo uso”. Altri definivano ilmaiale come “due quintali dimaissuquattrozampe”.3

Fin dall’inizio quindi ilmaiale si rivelò l’animaleideale per poter essereindustrializzato. Ma, proprioperché i maiali dovevano

viaggiare,l’industriadeisuinidipendeva dai mezzi ditrasporto. Finché il trasportosu acqua (per fiumi e canali)fu più conveniente, piùdiffuso di quello ferroviario,Cincinnati mantenne ilpredominio, il “titolonazionale”diPorkopolis.

Ma quando la ferrovia siestese e divenne facile farviaggiare iporcipermigliaiadi chilometri, Chicago preseil sopravvento e fu fiera di

divenire essa stessa“Porkopolis”. Nel 1848Cincinnati aveva macellato350.000 maiali contro i20.000diChicago,magiànel1860 Chicago macellava250.000suini e si avvicinavaalla sua rivale. Il sorpassosarebbe avvenuto con laguerra di secessione, cheavrebbe tagliato fuori dallarete di approvvigionamentodei nordisti il bacino delMississippi e dei suoi canali,

e che avrebbe richiestotrasporti rapidi, per ferrovia,dienormiquantitàdiciboperle truppe (i famosi CrackerTrains, i “treni dellegallette”).Nell'inverno 1861-1862,con32.000suiniinpiùdella rivale, Chicago sarebbediventata ufficialmente laPorkopolis degli Stati Uniti."ChicagoèilpiùgrandePorkPacking Point degli StatiUnitiedelmondo”esultavail

“Tribune”nel1864.4

***Finita la guerra, nel

Natale 1865, nella zona suddi Chicago, poi chiamata“Packingtown”, furonoinaugurati quelli chesarebbero diventati imattatoipiù grandi del mondo, leStock Yards di Chicago(l’orgoglio di Chicago,

ChicagosPrideappunto).Nel1868 i mattatoi erano giàcapaci di trattaresimultaneamente 21.000manzi, 75.000 maiali e22.000 ovini. Nel 1910questo complesso(comprendente alberghi,banche,mattatoi, industrie diconservazione...) avrebbecoperto200ettari,con13.000recinti per gli animali, 480kmdirotaie,40kmdistrade,80 km di fogne, 150 km di

condutture e 10.000 idranti.5Al loro apogeo, dopo laPrima guerra mondiale, leStock Yards avrebberotrattato 19milioni di animali(più di sei bestie per ogniChicagoan allora residente) eimpiegato30.000dipendenti6mentre l’insiemedell’industria meat-packingnel 1919 impiegava aChicago46.000persone.

Le Yards, con le loro

grandi disassembly lines,rappresentano l’acme nonsolo della centralizzazione,ma anche dellarazionalizzazionecapitalistica. Per i mattatoiindustriali erano necessaricapitalisemprepiùgrandi.Aiprimi anni 1860l’investimento per unmattatoio era di 50.000dollari;allafinedeldecenniosarebbe stato di mezzomilione di dollari (di allora):

le Union Stock Yards diChicago furono volute efinanziate dalle grandi lineeferroviarie che caricavano escaricavano il bestiame, perpoter razionalizzare percorsi,tariffe, costi. Nel 1865, ilcapitale iniziale delle UnionStockYardseradiunmilionedidollari:il92,5%venivadanove grandi ferrovie(Burlington, Illinois Central,Alton ecc.), il 5% daimeat-packers di Chicago e il 2,5

dal pubblico. E le grandiferrovie erano in mano allebanche dell’Est. Le Yardsavrebbero ripagato questiinvestimenti: persino durantela grande depressione deglianni 1870 i dividendiavrebbero reso il 10% delcapitale investito, con unpiccodel15%nel1879.

Nelle Yards questialtissimi profitti furono resipossibili da metodi semprepiù "scientifici’’. Scientifico

era l’uso delmaiale fino allasua ultima setola (con cui sifabbricavanospazzole).Nullavenivasprecato(nonsoloneisuini, ma anche nei bovini enegli ovini). Nel 1920, sisarebbe giunti a produrre, daunmanzodi1000libbre(450kg), ben 41 sottoprodotti,oltre, naturalmente, a 41metri di budello da insacco.Con le viscere si facevanocorde di violino. Dopo il1879 fu trovato un metodo

per disseccare il sangue,estraendone l’albume, cosìche i packers potesserorivenderlo con un purpiccolissimoprofittoalledittedi fertilizzanti. Gli zoccolierano tritati per diventarecolla. Le corna dei manzidiventavanobottoni epettini.Le ossa più grandimanici dicoltelli, di spazzole, bocchinidi pipe. Le ossa più piccoleerano tritate per diventarepartedelmangimedeimaiali

prossimi venturi: a tutt’oggi,il 14% del manzo lavoratonegli Stati Uniti torna anutrire altri bovini, riferivaJoelBleifuss.7

Eranocioèstate inventatequelle farine animali che oraincombono, minacciaterribile, sulla salute degliesseri umani attraverso lasindrome dell’encefalitebovina spongiforme, quellamucca pazza che ai più pare

una vendetta della naturacontro l’industrializzazionedel ciclo vitale degli animalidomestici. Oggi, di fronte altremito inconsulto dellevacche folli, sembra unparadosso che allora l'uso ditutte le parti del bestiameavesse anche un movente“ecologico”, fosse resonecessario dalle ordinanzecomunali per rimuovere lemontagnedirifiuti.Cosìigase i fumi prodotti dagli

impiantidi raffinamento,unavolta mischiati a carbone,poterono essere usati comecombustibile perl’illuminazione.

Ma ad aprire nuoviorizzonti ai packers furonodue nuovi sottoprodotti. Ilprimo fu l’"oleomargarina”,succedaneo animale delburro, prodotta con il grassodi scarto della macellazione,lavorato e raffinato. Lamargarina fu inventata in

Francia durante la guerrafranco-prussiana del 1870, efu approvata dalle autoritàsanitarie francesi nel 1872.IntrodottanegliUsanel1873,vi ebbe grande successopoiché si vendeva a metàprezzorispettoalburro.

Il secondo sottoprodotto,di gran lunga il piùimportante, fu la carne inscatola. I primi tentativid’inscatolare il ciborisalivano al 1820, ma il

saporeeradisgustoso.Fusolocon l’introduzione delleautoclavi pressurizzate avapore, diffuse nel mercatonel 1872-1873, che la carnepotè essere cotta atemperature superiori, piùrapidamente, e mantenerequindi un sapore migliore.Nel1874,WilsondiChicagobrevettava il primo "OriginaiCorned Beef”. Lo scatolamefece la grandezza della dittaLibby,McNeilandLibby.

Scientifica fu laproduzione della carne anchein senso proprio: i chimicifurono consultati fin dal1870.All’inizio guardati consospetto, si rivelaronopreziosi nell’inventaresempre nuovi processi esemprenuovisottoprodotti.

Ancora piùimpressionante ful’organizzazione scientificadella catena di smontaggio,una razionalizzazione

produttiva senza uguali nelmondo. Nelle Yards ladisassembly line raggiunse lasua perfezione “geometrica”("il produrre suini attraversola matematica applicata”avrebbe scritto nel 1906 loscrittore Upton Sinclair nelromanzoTheJungle).

Nel 1863 un impianto diChicago sfruttò per la primavolta la forza di gravità nelmacello deimaiali: invece diporre i recinti all’esterno a

piano terra, in questomattatoio le bestie eranospinte lungo un pianoinclinato su fino al terrazzosovrastante i due pianidell’edificio. Qui i maialierano lasciati a riposare ungiorno, prima di scendere alrecintodimacelloalsecondopiano, dove erano uccisi conunamartellata in testa, e poierano scannati e dissanguatidalla gola. Ma qui, ecco lanovità, il sangue colava in

appositi serbatoi attraversocondutture inclinate. Su altriscivolilecarcassecalavanoalprimo piano dove eranolavorate,disossate,suddivise,confezionate. Al piano terrac’eranopoi"ettariedettaridiprosciutti” appesi. Rimanevail tempo perso dellamartellata in testa, poi dellosgozzamento, la necessità ditrasportareilmaiale,ilsangueche stagnava nel corpoorizzontale.

MaWindsorLelandtrovòlasoluzionenel1866quandoinventò la macellatrice (laslauthering machine)·, ungancio infilato nello stincodelmaialevivoeratrainatoinalto da una cremaglieramossa da un elevatore avapore così che il maialerestasse appeso per le gambeal nastro trasportatoresopraelevato lungo cui simuoveva ed era sgozzatoancora vivo (saltando la fase

dellamartellataintesta)epoierarasato,raschiato,scuoiato,sventrato, squartato,sezionato, suddiviso in tagli:ucciderelabestiaappesatestain giù facilitava ildissanguamento e miglioravalaqualitàdellacarne.

Non solo. Con questometodo, un macellaio potevasquartare e sezionare novemaiali in tre minuti. In dueminuti invece il maiale eraagganciato, montato, ucciso,

scottato, raschiato, sventrato.Nel 1869, "la ChicagoButchers Association[l’associazione degli operaimacellatori] sponsorizzò unagara per coronare il primocampione nazionale dimacello: due dei cinqueconcorrenti,CharlesLeydeneThomas Mulroney, eranoChicagoans,glialtrivenivanoda St. Louis, Buffalo,Toronto. Cinquecentospettatoripagaronoundollaro

ciascuno per vedere ilgiovane Leyden macellare epreparare il suo manzo in 4minuti e 45 secondi” ediventareilcampione.8

Nel1876fupoiinventatauna setolatrice automatica, lahog-scrapingmachineconunsistema di lame rotantiregolate su molle, capace dirimuoveretuttelesetoledallacarcassainmenodiunquartodiminuto(15secondi).

***

Più macchine, più

scientificità, piùrazionalizzazione. Se per“impaccare” un maiale civolevano ormai pochisecondi, per ottenere tantarapiditàeranoperònecessariecentinaia di specializzazioniassolte da centinaia diuomini. Al suo apice, ladisassembly line avrebbe

impegnato 126 persone nelmacellodiunsingolomaiale:laframmentazionedelsapere,la costituzione dellediscipline,ladivisionesocialedel lavoro. Problemi ardui,fondamentali,cheforsenonsiponeva la squadra di 157persone impegnata nelmacello di un solobue in unmattatoiodimediagrandezzadiChicago.

Ilmacelloelaconfezionedella carne erano quindi

condotti “secondo i princìpisistematici in accordo con ilprogresso illuminato dellanostra nazione [in keepingwith theenlightenmentof thepresent age and progress ofour country]”: con questeparole iniziava, nel 1875, larelazione annua della PorkPackers’ Association ofChicago, quasi riprendendoun reportagedi JamesPartonsull’“Atlantic MonthlyReview” del 1867

(letteralmente saccheggiatodaglistorici)9dovesidiceva:“Chicago ora sfida l’umanitàadammirareilmodosquisitoin cui queste centinaia dimigliaia di bovini l'anno,questo milione e mezzo dimaiali e ovini sono accolti,alloggiati, nutriti e spediti,”così che il commercio delbestiame, “un mestierebarbaro e repellente, è statoripulitodal fango, reso lindo,

facile, rispettabile epiacevole”.

La “scientifica”macellatrice aveva due altrecontroindicazioni sensoriali.Poiché il maiale venivasgozzato mentre era appesovivo, il sangue pompato dalcuore schizzava dappertuttospruzzato con una violenzainimmaginabile dall’animaleche dondolando penzolonicombatteva con la morte. Vierainfineilrumore.Imattatoi

antichi, in cui i maiali eranouccisi con una martellata intesta, eranosilenziosi.Qui, ilmaiale appeso con un gancioinfilatonellazampagrugniva,squittiva con un verso acuto.E questo gemito lancinanteproveniva simultaneamenteda migliaia e migliaia dimaiali.

“Non si potrebbe stare aguardare a lungo senzadiventare filosofici, senzamettersiapensareasimbolie

a cose simili, senzacominciareaudireilgrugnitodell’universo”scrivevaUptonSinclair. "Era davvero lecitocredere che non vi fosse innessun luogo sulla terra osoprala terraunparadisopermaiali dove si riposassero ditantesofferenze?”10Nellibro,Sinclair mostra come ilsistema dei mattatoi usassefino all'ultimo strato di pellesecca, fino all’ultimo osso in

polvere,finoall'ultimagocciadi sangue non solo i maiali,maancheglioperaidelmeat-packing, bestie umane che oentravanonelclubdelle fierecarnivore e diventavanocomplici della “giungla”, oeranodestinatesoloanutrireipadroni.La razionalizzazionein linea con il “progressoilluminato” spingeva ilavoratori a una produttivitàsempre più sfrenata: “Nel1884 cinque tenditori

[splitters] trattavano 800bovini in 10 ore, 16 perciascuno a ora, per 45 centall’ora. Nel 1894, quattrosplitters lavoravano 1200manzi in 10 ore, 30 all’ora apersona, con un aumentodella produttività di quasi il100% in dieci anni. Ma laloropagaera scesaa40centl’ora”.11 Nei reparti discatolame, le donne eranopagate 5 cent per ogni 100

scatole che dipingevano edetichettavano. Un’operaiariusciva a fame 2500 in ungiorno.Eilprocessoèandatoaccelerandosi nel nostrosecolo:seafineOttocentoinun mattatoio di Chicago unasquadra "processava” 120buoi all’ora, 25 anni fa negliStati Uniti una catena dismontaggio lavorava 175carcasse allora, e oggi nelavora 390 (in Europa illimiteèfissatotrai75ei100

corpieinAustraliaa115).Il librodiSinclairsuscitò

enorme scandalo, fu per seimesi in testa alle classifichedivenditanegliUsaeinGranBretagna, fu tradotto indiciassette lingue, provocòuna commissione d’inchiestadel Congresso.Paradossalmente,ilrisultatofu che la gente si preoccupòdi quel che mangiava, delleanalisi sanitarie e chiesecontrolli sul meat-packing,

nonsullecondizionidilavoroedisfruttamentodeglioperaisoggetti allora al metodo delcaporalato. Paradossalmentema non tanto. C’è qui unriflessoprofondocheriaffiorain altri campi della vitaamericana, puntiglioso,pignolo su alcuni particolari,quasi cieco sul quadrod’insieme. Già nel decennio1870-1880 la Società umanadell’Illinois per laprevenzione della crudeltà

sugli animali nulla avevapotuto contro la disassemblyline, contro il “grugnitodell’universo”, ma molto sieradatadafare,conproteste,lettereaigiornali,petizionialCongresso, per rendere piùumano il trasporto, e avevaottenuto che le bestie nonpotesseroviaggiareperpiùdiun giorno senza esserescaricate, nutrite, abbeveratealmeno una volta; che fosseproibito l'uso illegale di

pungoli, fruste, forche; che ipavimenti dei vagoni nonfossero più di assi di legnosconnesse. Tutto ciò infattiera interesse anche delmeat-packing, perché la carne nonfosse sciupata, arrivasseintatta, senza lividi e senzagrumi, sulle vetrine deimacellai.

***

La logica dei costi fissi

esercitavacosì lasuatiranniasullo sfruttamento dellacampagna, sulla geografiaurbana, sul lavoro e suglisvaghidegliumani,sullavitae sulla morte degli animali.Per esempio, questa logicaaccorciò la vita dei manzi apocopiùdidueanni:primadiquel tempo i vitellicontinuavano a crescere12;dopo quell’età, l’animaleavrebbe consumato erba (o

fieno), avrebbe sprecatopascolo senza crescereulteriormente: era quindiquello il momento ottimaleper trasportare i buoi inferrovia (oggi la vita bovinasi è ridotta ulteriormente:durasolo14mesi).

Ma c’era un altro ambitosucuiagivaildispotismodeicosti fissi. Ed era lambitodelle stagioni, del cicloannuale del caldo e delfreddo. Come altre attività

commercialidiChicago, finoatuttoildecennio1860-1870,la macellazione dei maialiaveva seguito un ritmostagionale. I maiali venivanomacellati all’iniziodell’invemo, quando eranopiù grassi, quando il freddopermetteva di conservarne lecarcasse e quando la manod’opera era più a buonmercato, poiché erano finiti ilavori dei campi. Poi però,con il freddo, le strade

diventavano impraticabili, icanali ghiacciavano e i suinimacellati aspettavano laprimavera nelle cantineghiacciate.AChicago, primadella guerra civile, a luglioera macellato un decimo deimaiali lavorati a dicembre.Ancoranel1870,tramarzoenovembre, i packerstrattarono solo il 6% delvolume annuale. Ma così leYards funzionavano a pienoregime solo per una stagione

e imilionidi dollari investitinegli impianti restavanoinattiviperilrestodell’anno.

Daquiilbisognoassolutodi far funzionare i mattatoiper dodici mesi e quindi diriprodurre l’inverno anche inestate. Un obiettivo che solole ferrovie resero attuabile.Nel1858,per laprimavolta,viene usato ghiaccioinvernale,presodailaghi,perimmagazzinare il maialeestivo. Impianti che lavorano

tutto l’anno rendono piùregolarel’offerta,stabilizzanoi prezzi, diminuiscono i costifissi,permettonodivendereaprezzo più basso econquistaremercatipiùvasti.Così d’inverno il ghiacciocomincia ad arrivare aChicago per ferrovia, susterminati convogliprovenienti da laghighiacciati posti sempre più anord. Questo ghiaccio vieneimmagazzinato in locali

sotterranei, isolatitermicamente, per essereusato d’estate. Intere tratteferroviarie e stazioni-magazzino sono costruiteappositamente, reggimenti dioperai immigrati vengonomandati a tagliare il ghiacciosunelWisconsin.

Ma, pure iniziata con imaiali, la rivoluzione delmeat-packing sarebbe restataincompleta se non si fosseapplicataallacarnedimanzo

su cui pesava l’ostinato"pregiudizio”chepreferivalabistecca fresca, appenamacellata.Perquesta ragionei buoi che arrivavano aChicago ne ripartivano viviverso i mercati orientali diNew York e della costaatlantica: per quanto siautoproclamasseconorgoglio“città bovina”, the bovinecity, Chicago era unmercatodimanzi,piùcheuncentrodilavorazione.Trovare ilmodo

dispedireilbuetrattato (beefdressed), e non più il buevivo, era essenziale perridurre i costi, vendere aprezziimbattibilieallargareilpropriomercato:ilmanzogiàtrattatopesasoloil45%dellabestiaviva;inoltreilbuevivoperdeva peso durante iquattro giorni del viaggioChicago-New York, e poi siferivaconglizoccolioconlecoma.Nel1866lo“ScientificAmerican”suggerivadiusare

le "scatole di ghiaccio suruote” per trasportare frescala carne. Suggerimento cheponeva parecchi problemipratici.

Una prima soluzionevenne da un mercante diDetroit, George H.Hammond, che nel 1868costruì il primo vagonefrigorifero riempiendo dighiaccio le pareti delloscomparto.Ma la rivoluzioneveraepropriapreseilviacon

Gustavus F. Swift, macellaiobostoniano emigrato a ovest,che nell’inverno del 1877rispedì a Boston due manzitrattati a Chicago lasciandoaperteleportedeivagoniperconservarli al freddo.L’esperimentoebbesuccesso.Ora si trattava di costruirevagoni frigoriferi in cui lacarne non toccasse il ghiac-cio e non marcisse, tutte leparti delle carcasseviaggiassero alla stessa

temperatura e nonoscillassero tropposbilanciando i vagoni, conventilatori per far circolarel’aria. Dopo vari tentativi,Swift risolse il problemaponendo le barre di ghiacciosul tettodelvagone,cosìchel’aria calda, salendo dalpavimento, alimentasse laventilazione. Da allora ivagoni frigoriferi dilagaronoe già nel 1884 le spedizionidaChicago dimanzo trattato

superarono quelle di bovinivivi.

Ancoraunavoltalalogicadel capitale (ripagare gliinvestimenti fissi) plasma lageografia dell’America, fa sìcheifarmerdellontanoWestcoltivino mais, allevinomaiali e buoi che sarannotrattati a migliaia dichilometri di distanza, aChicago, e poi mangiatiancora a migliaia dichilometri sulla costa

atlantica. Per questo sidovette costruire unagigantesca rete ferroviaria sututto il continente, immanimattatoi a Chicago, avviareun nuovo settore, l’industriadi raccolta eimmagazzinaggio delghiaccio naturale. PhilipArmour, il più grandemercante di tutti i tempi,principe dei grossisti diChicago (dicevadi sé: "Sonosolo un macellaio che vuole

andareinparadiso”),13costruìa Pewakee, Wisconsin, unastruttura lunga 360 metri,profonda 60 metri perimmagazzinare 175.000tonnellate di ghiaccio pervolta.

Non era finita qui: c’erada raffreddare non solomattatoi e vagoni allapartenza,madariraffreddare,dinuovoeincontinuazione,ivagoni durante il viaggio.

Così fu necessario costruirestazionidelghiacciolungolestrade ferrate, ognuna con ilsuo magazzino di ghiaccioche richiedeva unapprovvigionamentocostante.TraChicagoeNewYork,perun viaggio di quattro giorni,erano necessarie cinquestazioni.Ogni vagone di buerefrigerato richiedeva 400chili di ghiaccio a stazione e300 chili di sale. Persoddisfarequestarichiestaera

necessario spedire in pienoinvernomigliaiadispaccatorisui laghi ghiacciati, mandarealtre migliaia di braccia acostruire infrastrutture(strade, depositi, foresterieper queste persone), altreancora adibirle allamanutenzione. Un colossalespostamento di uomini, lacreazione di intere cittadine.E tuttoquestosarebbeduratomeno di vent’anni, spazzatovia dalla refrigerazione

artificiale. I frigoriferiavrebbero reso inutilispecializzazioni operaie,competenze tecniche,avrebberolasciatodietrodiséiruderidellevecchiestazionidi ghiaccio, i depositisotterranei; avrebberorestituito alle trote e ai pescibianchi i laghidelWisconsinche per un breve lasso ditempo avevano conosciutoun’attività rabbiosa, la ressadei lavoranti, lo strepito, le

grida,ifuochi.Nel 1872 uno scozzese

aveva brevettato in Americaun refrigeratore acompressione d’ammoniaca.Armour mise un frigoriferoartificialeinfabbricanel1883e Swift fece altrettanto nel1887.Nel 1889 un saloon diChicago ostentava fiero unIceless Refrigerator.14 IImacello dei bovini passò da400.000manzinel1880apiù

dì2milioninel1890.Dotatedi frigoriferi artificiali, lefabbriche erano ormaiilluminate dall’elettricità,collegate con i commerciantidituttoilmondoviatelegrafoe con i propri uffici cittadiniviatelefono.

Nel giro di trent’anni larivoluzione delmeat-packingera compiuta, l’apparato diproduzione della carneamericana era statocompletamente centralizzato,

con le bestie che arrivavanodalle lande più desolate delcontinente, venivano trattatein immensimattatoi inmodoindustriale e poi redistribuitedinuovointuttal’America.Ilmotto degli Armour era "Wefeed the World”, “noinutriamo il mondo”. Il tuttosotto la spinta dei costi fissi,della remunerazione degliinvestimenti iniziali. Propriocomeeragiàavvenutoper letariffe ferroviarie e per il

mercato dei cereali. Non acaso Philip Armour, oltre alsuo impero suino e bovino,commerciava per di più il30%delgranomondiale.Elostesso Armour avrebbeapplicato al trasporto dellafrutta californiana il metododei vagoni frigoriferi: erainiziata l’epoca del fruit-packing.

Poiché manteneva lacarne “fresca”, larefrigerazione modificò il

concetto stesso di bue.Lasciandoilmanzooriginarioa migliaia di chilometri dalcliente e dai suoi occhi, ilvagone frigorifero esigevache fossero definite precisequalità standard dellecarcasse, perché il clientefosse sicuro di ricevereesattamente lamercanzia chevoleva. La carne di qualitàChicago n. 1 venivadall’Illinois, Iowa,Kentucky,Indiana ed era per i palati

esigenti; la n. 2 veniva dalColorado e dal Montana,dovecerano imiglioribovinioccidentali;lan.3eradibuoitexani dalle lunghe coma.Una volta stabilite le qualitàideali di carne, era possibilecomprarle e venderleastrattamente in anticipo sulmercato dei futures, propriocome i cereali. Dopo esserestataindustrializzata,lacarneera finanziarizzata: larivoluzioneeracompleta.

Il “frigorifero-senza-ghiaccio” segnò quindi iltrionfodelmeat-packingedeimattatoi di Chicago, quellidescritti da Upton Sinclair,che stavano al macellotradizionale come la grandefabbrica sta alla bottegamedievale dell’artigiano:erano l’apoteosi dellacentralizzazione, il massimodelle economie di scala equindi del gigantismo, laperfetta integrazione

verticale, dalla bestia vivaallo scatolame al ristorante.Erano lapiùgrande industriadi Chicago. Ma proprio larefrigerazione artificialeinnescò un seppur lentodeclino: diventavainessenziale la posizioneclimatica di Chicago (cosìvicinaalghiaccionaturale).Ilsuoruolodisnodoferroviariosifacevamenoimportante:inun vagone frigorifero, se lecarcasse potevano viaggiare

per1000migliadaChicagoaNew York, potevano anchepercorrere 2000 miglia daKansas City all’Atlantico.Già nel 1890 l’aiutante diPhilip D. Armour, MichaelCudahy,aprivaunimpiantoaOmaha(Nebraska).LostessoArmour apriva una packing-houseaKansasCity.

Le Stock Yards diChicago avrebbero toccatol’apogeo appena dopo laPrima guerra mondiale. Ma

già l’automobile - e conessail camion frigorifero - eranoin agguato. Unito allarefrigerazione artificiale, iltrasporto su ruota liberò ilcommercio della carne dalla“schiavitù” dei costi fissi,dalla rigida centralizzazioneinerente alle ferrovie, resemeno appetibili le economiedi scala. Il declino cominciògià negli anni venti.Nonpiùgrandi mattatoi centralizzati,ma impianti decentralizzati

resi possibili dai camion chetrasportavano la merce finsull’usciodelnegozio.ConlaSeconda guerra mondiale ildestino delle Yards erasegnato. Nel 1971, dopocentosei anni, i mattatoi diChicago chiuserodefinitivamente, soppiantatidalle "filiali periferiche” diKansas City, di Omaha, diPeoria. Ma anche in questecittà imattatoisonodiventatiinvisibili.Invanolihocercati

a Kansas City, sulle rive delKansas.

OggileStockYardssonocinte interminabili di muragrigie e marroni chenascondono ormai il niente ela ruggine in un silenziospesso, angosciante quanto igrugniti di un tempo. Maabbandonati dalla risacca,sono rimasti qui i milioni diimmigrati che a ondate imattatoi avevano attirato. Imacelli sisonoallontanatida

Chicago, in una diasporasuina e bovina, ma qui hasede McDonald’s; da quidirigono altre grandimultinazionalidelcibo,comeQuaker Oats; qui, alMercantile Exchange c'èancora il più grandemercatomondiale di bestiame,mercato concreto di merceimmateriale,doves’ipotecanoboviniesuinifuturi.

Packingtown è una cittàmorta a Chicago, è

archeologia del capitalismoferroviario. Ma è più floridache mai l’industria cheChicagohadatoalmondo: ilmeat-packing, per cuimangiamo il beef dressed(letteralmente “vestito”,preparato).Nonsivedepiùla“giungla”diSinclair,maoggicomenel1906,sololalogicadelcapitale(laleggedeicostifissi, l’esigenza dellastandardizzazione, lanecessità della

conservazione) connette ilbuechepascolanelMichigane l'hamburger mangiato inCalifornia: è il muggitodell’universo.

1LacifraècitatadaEric

Schlosser, nel suodocumentatissimo FastFoodNation. The Dark Sideof the All-American Meal,

Harper Collins, New York2001, trad. it. Fast FoodNation,MarcoTropea,Roma2002,p.297.

2 Dati tratti dal sito webdel National AgricultureStatistical Service (Nass),www.nass.usda.gov.

3 Citazioni tratte da W.Cronon,op.cit., pp. 208-209e226.

4 Citato da LouiseCarroll Wade in Chicago's

Pride. The Stockyards,Packingtown, and Environsin the Nineteenth Century,Illinois University Press,Urbana-Chicago 1987, pp.32-33.

5 Robert A. Slayton,Back of the Yards. TheMaking of a LocaiCommunity, ChicagoUniversity Press, Chicago1986,p.20.

6 In Irving Cutler,

Chicago, Metropolis of theMid-Continent, TheGeographical Society ofChicago, Chicago 1973,Kendall/Hunt Co., Dubuque(Iowa)19823,pp.160-161.

7 Nella rivista “In TheseTimes”, 24 gennaio-6febbraio1994.

9Marzo 1867, n. 19, pp.332-333.

10 Upton Sinclair,TheJungle (1906), trad. it.

Mondadori,Milano1983,62.11R.A.Slayton,op.cit.,

p.88.12W.Cronon,op.cit.,pp.

222-224.13 Harper Leech, John

Charles Carroll, Armour andhis Times, D. Appleton-CenturyCo.,NewYork1938,p.236.

14L.C.Wade,op.cit.,pp.199-200.

4.Comprareilfuturo

Ecco una città che non

solo ha inventato ilcommerciodelfuturo,macheha cominciato a comprare evendere l'avvenire ancoraprimadiesistere.Erail1833,

soltanto centosettant’anni fa.Là dove il piccolo ChicagoRiver sfocia nel LagoMichigan, non c’era ancoranessuna metropoli, nessunagrande stazione ferroviaria,nessun mattatoio. In questovillaggioappenaproclamatosicomune autonomo, vivevanosoltanto 350 persone.1 Nonc’era una sola stradalastricata.Soloalcunefattorieintorno, indiani, cacciatori di

pellicce discendenti deifrancesi, soldati dellaguarnigione Usa. Especulatori.Lotti di terra chenel1829eranostaticompratia 33dollari l’uno, arrivaronoa 100.000 dollari (di allora)sette anni dopo, nel 1836,quando la città avevaraggiuntosoloi4000abitanti.A questo prezzo eranovenduti appezzamenti vuoti,prati lasciati incolti dagliindiani costretti ad andarsene

dopo la rivoltadiFalcoNero(1832), “terra selvaggia”come osservavano i rariviaggiatori. Il boom deiprezzi era basato su unaprevisione:l’enormeaumentodi valore dei terreni quandosarebbe stato costruito ilcanale che avrebbe collegatoil Lago Michigan al fiumeIllinois affluente delMississippi. Poiché il LagoMichigan era già collegato aNew York e all’Atlantico

attraverso prima il LagoEriee poi l’omonimo canale Erie(aperto otto anni prima, nel1825), questo canale Mi-chigan-Illinois avrebbecollegato l'Atlantico e NewYorkdaunlatoconlegrandipiane centrali, il bacino delMissouri-Mississippidall’altro e Chicago sarebbediventata il trait-d’union fraquestedueimmensearee.

Ironia della sorte, lesperanze dei Chicagoans si

fondavano allora sulle vied’acqua, non sapendo che leloro fortune si sarebberobasate sulle vie ferrate.Naturalmente, dopo il boomspeculativo, con ladepressionedel1837,quandoi lavori per il canale furonointerrotti per il lievitare deicosti, i prezzi crollarono. Ilcanale dovette aspettareancora più di un decennio efu aperto solo nel 1848:all’evento fu dato un risalto

molto maggiore cheall’inaugurazione della primalineaferroviariadellacittà,laGalenaandChicago.

Chi aveva comprato nel1833, aveva acquisito non lalanda desolata che vedevadavanti a sé ma la terrafutura,qualesarebbedivenutadopo il canale. Avevacomprato un “futuro”. Chepoi non si era realizzato.Quellascommessaavevaperòinnescato un altro destino:

quando infine il canale fuaperto, nel 1848, iChicagoans non giocavanopiù sul futuro immobiliaredellacittàmaspeculavanosulcommercio dei cereali. Ilcanale moltiplicò per diecil’afflusso di grano e di maisdalle fattorie intorno: icontadini non dovevano piùaffrontareisentierifradici, lepozze e i disagi del viaggioper terra. Proprio nel 1848,ottantadue mercanti crearono

il Chicago Board of Trade(Cbot), la Camera dicommerciodiChicago.

E dal commercio piùgrossolano e più arcaico, loscambio di derrate agricole edi bestiame, doveva nascerela forma più sofisticata dimercato, quella sui “futuri”.Perché il corso delle derrateagricole dipende dallameteorologia: buon temposignificaraccoltoabbondante,cioèprezzobasso.Viceversa,

condizioniclimaticheavversesignificano scarso raccolto,quindi prezzo alto. Per ilbestiame, dopo un’epidemia,il prezzo salirà. Dopo unoscarso raccolto di soja, ilprezzo scenderà perché gliallevatori dovranno abbatteremolto bestiame perché nonconverràpiùnutrirlo.

Se iosonounfabbricantedi spaghetti, ho bisogno chemi sia garantitol’approvvigionamento in

grano, devo comprarlo inanticipo sul prossimoraccolto.Solochefraunannoil raccolto potrà essereabbondantissimo, quindi ilprezzo sarà molto più bassodiquellochehopagatooggi,e allora avrò preso unafregatura. Viceversa, secoltivogranoevendooggi ilprossimo raccolto, e poil’anno prossimo ci saràsiccità, il prezzo saliràmoltissimo,avròpresoiouna

buggeratura. Ecco quindinascereicontrattiatermine,i"contratti inavanti”. Ilprimoforward contract sul mais èfirmatoaChicagoil13marzo1851 per 3000 bushels (3bushels fanno quasi unettolitro) da consegnarsi nelgiugno successivo. Certo, lastretta di mano del 1851 fracontadiniodorosidifienoediletame non ha niente incomunecon lospettacolocuisi assiste oggi nel

modernissimo grattacielo delMercantile Exchange aWacker Drive.Dall'osservatorio che siaffaccia a balconata sopra lasaladelletransazioni,vediunantro di 3600mq, un campodi calcio, con dentro 4000persone (il parterre dellaBorsa può contenerne 4300)chesiagitano,gridano:ivoltisi contraggono esaltati inadorazione delle cifreluminose che appaiono sui

muri; le mani si muovonofrenetiche; le dita parlanorapidissime in un linguaggioda sordomuti; le testeoscillano come a pregare leazioni. A non sapere nulla,assisti a unmistero antico, auna festa in un monasterotibetano, a un’allucinazionedelle percezioni, quasi aun’estasi. Neanche da WallStreet si sprigiona questareligiositàaliena.

L’esausta, febbrile trance

ipnotica dei commessi (floortraders) ricorda i cerimonialistudiati dagli antropologi. Epropriocomeunantropologo,ti rendi conto di starguardando riti destinati ascomparire: “che ciscompaiono proprio sotto inostri occhi’’.2 Già oggi ilChicago Board of Trade e ilMercantile Exchangeprogrammano di sostituire ipits materiali con una

transazione cibernetica: losbracciarsi, l’annaspare, losgolarsisarannotuttisostituitidal clic di un mouse chesancirà contratti su uncomputer in rete.3 Così giànel 2005 non esisterà forsepiùquelchenel1848ancoranon c’era, e sarannoscomparse le migliaia dicommessi, in giacchette dacamerieri del capitale che,stanchi, sciatti, svuotati

dall’amplesso del mercatoazionario, addentano unhamburger nella cafétéria alneon.

Nel1848tuttoquestononc’era, ma certo c’era già lafrenesia: il luccichio degliocchi nella speranza dellucro, il terrore acquattatonella prospettiva dellabancarotta. C’era già questaspintainavanti,quest'ansiadifuturo che sta a metà fra latensione a bruciare i tempi e

il timore per l’avvenire,l’incubo del fallimento. Conquesta frenesia, i 350Chicagoans del 1833 eranoaumentati, diciassette annidopo, di 80 volte (erano30.000nel1850)e,dopoaltriventun anni, si erano ancorapiù che decuplicati (erano334.000 nell’autunno del1871). Dal 1871 al 1900 lapopolazione quintuplicòancora fino a 1.698.000abitanti, e nei successivi

trentanni raddoppiò ancora,fino a contare 3,3 milioni diabitantinel1930. Inmenodiun secolo, dal 1833 al 1930un villaggio di 350 personeera diventato una città di 3,3milioni di abitanti. Il futuroera diventato un presente eoggi è un passato che forsenon tornerà più, per la"disurbanizzazione”, latendenza al declino dellecittà. Né si ferma qui ilprocesso di distillazione del

commercio. Lo stessoscambio dei futures, già cosìincorporeo rispetto ai buoi ealla soja, sarà esso stessosmaterializzato, instradato sucircuiti integrati,immagazzinato nei chips,gestitodaiprocessori.

Oggi a Chicago non cisono più i mattatoi, nonarrivano più convogli dilegnameedicereali,lacittàèin declino come centro dicommercio materiale, di

merce tangibile. Deve la suagrandezza al permanere delleistituzioni astratte, dellaquintessenza spiritualizzatadelcommercio.Unpo’comeLondra che da tempo hacessato di essere capitale diun impero coloniale, politicoe militare, ma è restatacapitale dell'impero,immateriale ma quantoconcreto, della finanza, dellabanca: la City. Così aChicago non transitano più

manzi, ma futures sui buoi,non bushels di mais, mafuturesdisoja.

***

Il commerciodeiprodotti

agricoli e dei loro futures hafattolagrandezzadiChicago,l’ha plasmata. Nel frattempoha modificato i prodottiagricolistessi,ha“ridefinito”i buoi, i manzi, il grano, illegname. Uno dei problemi

conicontrattiinavantièchebisogna avere ben chiari glistandard della merce futuradavendereecomprare.Qualequalità di grano, qualepercentuale di umidità, qualedeviazione dalla media èconsentita. Per poterlavendere come se fossedenaro,bisognache lamercestessa sia scambiabile edequivalente. Lo stessoproblema si pose nel tardoOttocento nelle merci per

corrispondenza, nei cataloghipostali (altra invenzionechicagoan).Èilproblemacheci si ripresenta oggi quandocompriamo per e-mail. Senon c’è uniformità, nonpossiamofidarcidellaqualitàdi ciò che compriamo. E ilcommercio dei futures è unaforma di acquisto percorrispondenza, solo neltempo,nonnellospazio.

Se non c’èstandardizzazione non c’è

mercato dei futures e, a suavolta, il mercato dei futurespuò vendere e comprare solobeni standardizzati. È ilmercato dei futuresrappresenta solo la formafinanziaria per cui nellesocietà opulente la merce-cibo è disponibile sempre,ovunque, nei supermercati,con qualità controllabili, concaratteristiche paragonabili.Non ci si stanca mai diriflettere sulla potenza

dispiegata dallastandardizzazione, suimeccanismi che essa è ingradodigenerare,dallepresedei telefoni che funzionanosolosesonotutteuguali,alleviti e ai bulloni checompriamo indifferentementedaunferramentaodaunaltrosolo perché sappiamo chepasso e calibri sonostandardizzati,intercambiabili. In tuttol’immenso territorio degli

StatiUniti, campere roulottepossono attingere acqua intutti i campeggi solo perchéprese e bocchettoni sonouniformi.NathanRosenberg4ha mostrato comenell’Ottocento lastandardizzazione sia stata ilfulcro dell’innovazionetecnologica creandol’industria delle macchineutensili.Acontrario,chioggiusa il computer saquali guai

crei la mancanza di unostandard comune nelsoftware.

Perché sia possibile unmercatodeifuturesagricoli,ilsingolo contratto deve essereil più determinato possibile:va stabilito quando si puòcontrattare, quali sono iminimi limiti di oscillazione,quando la data di consegna,quale l’esposizione massima,qual è l’unità da scambiare.Nel caso di beni già

immateriali, come lemonete,è facile determinare lecaratteristiche della "partita”:unasterlinaingleseèugualeaun’altra sterlina. Ma quandosi comprano manzi o maiali,come si fa a essere sicuridella quantità e qualità dellamerce che si compra? Ci sipremunisce esigendo criteriuniformi di qualità, quantità,peso, volume..., anche se nelmondodellemacchineedegliutensili e delle monete la

standardizzazione sembrapiùnaturale, più intrinseca, inquanto questi strumenti sonoartificiali, pensati per esserestandard. Molto di piùcolpisce la standardizzazioneinunagallina, inunuovo, inun vitello, in un porcellino oinunaqualitàdigrano.

Niente è lasciato al caso.A questo scopo, si devestabilire che il bovino vivo(Live cattle, unità di 40.000libbre, circa 18 tonnellate)

deve essere composto daanimaliognunodi1050-1200libbre(480-540chili)dipesomedio, con un massimo dideviazioneindividualedi100libbre. Nei futures sullegname si stabilisce perl’unità (4400 metri cubi) unmassimodiumiditàdel19%,il legno deve essere tagliatoinassirettangolari,legatoconnastri di acciaio, avvolto incarta, in pacchi di assi dilunghezza omogenea non

minoredi2,4enonpiùlungadi 6 metri, soddisfacente icriterifederaliperillegnodacostruzione, proveniente solodai seguenti stati Usa eprovince canadesi -California, Idaho, Montana,Nevada, Oregon,Washington, Wyoming,British Columbia e Alberta -e così via con altredefinizioni.

Ma il primo passo inassoluto è creare una

discontinuità, stabilire uncriterio discontinuo diclassificazione che istituiscaunnumero limitatodiqualitàper ogni prodotto, mettiamocinque e solo cinque qualitàdiverse di carote, ordinate inmodo che la qualità 1 sia lapiù a buon mercato e laqualità 5 sia la più cara.Creare queste qualità,nominarequestitipidiversidicarota, è un’operazionecommerciale ma è anche -

senzascherzi-un’operazioneepistemologica.

In natura infatti noncresconocarotetutteugualidiqualità1operetutteugualidiqualità 2, ma carote, pere efrutti di sapori, qualità emisure diversi, anche sesimili, che l’uomo raggruppaarbitrariamentesottoununiconome. Per esempio, nelgrano, le diverse specie sidifferenziano in modo quasicontinuo, con scarti

lievissimi,perdimensionideichicchi, tenore di umidità,consistenza, colore e poterenutritivodellafarinaprodotta.A questa scala continua dibeni che la natura ci porge,perché essi diventino mercescambiabile in astratto, sucarta, il mercante di futuresdeve sostituire unagraduatoria discontinua dilimitate qualità diverse:qualità1,2,3...

Queste qualità

definisconounazona,un’areain cui sono raggruppati granidiversi che poi vengono tutticatalogaticonlostessonome.Due grani molti similipossono trovarsi in qualitàdiverseperchéviciniallimitetra le qualità, come paesicontigui in nazioni diverseperché sulla frontiera. Ora,nonconvienecoltivarespeciedella qualità bassa vicino allimite con la qualità alta;meglio coltivare specie

situate verso il basso dellaqualitàalta,cherendedipiù.Ladefinizioneintervienecosìnella selezione delle specie,favorendo sempre le speciesituate verso il basso dellequalitàsuperioriesfavorendole specie situate verso l'altodelle qualità inferiori. Interevarietà situate in queste zonesfavorite scompariranno, acausa di una definizioneoriginariamentearbitraria.

Definire per esempio

cinque e solo cinque tipi dimele farà sì che le meleprodotte saranno tutte dicinque e non più di cinquetipi.Senzasaperlo,ilmercatodeifuturesaffrontaerisolveamodo suo la discussionemedievale sugli universali, ildibattito tra nominalisti erealisti, quando gli scolasticicercarono di risolvere ildilemmaseinomidellecosesono pura convenzione, alitodi voce, o se le idee

corrispondono alla realtàoggettiva di ciò di cui essesono idea, o se ancora essehanno una realtà propriaindipendente da noi che lepensiamo e dagli oggetti chevediamo. Per vendere ecomprare un bue-futuro, ilmercatodevedefinire“ilbueideale”, “l’idea di bue”. Unavolta definita quest’idea,fissato lo standard, la realtàdel bue allevato deveadeguarvisi, altrimenti non

trova mercato. Negli StatiUniti ogni anno migliaia ditonnellate di mele sonobuttate perché di dimensioniinferiori di qualchemillimetro a quelle fissatedagli standard ufficiali. Qui,perquantoall’inizioderividauna pura convenzionearbitraria, il nome della cosaproduce la sua cosa. Nonsolo. Esso ne definiscel’essenza, la quidditas, eperciò esclude dalla sua

sostanza tutto ciò che nonrientra nella definizione. Nelmercatodei futuresdimanzonon è definito il sapore dellabistecca, come nei futuresdelle mele non è definito ilsapore,ma solo la varietà, ladimensione, il colore.Quindila quidditas della mela, la“melità”èdefinitadalcolore,dalla consistenza, dalladimensione, più in generaledalla forma, ma non dalsapore.Eseilsaporeètroppo

“definito”,essosiscostadallanorma.Megliounnonsaporecheunsaporetroppopreciso.Quella stessa definizione chesi disinteressa del saporedella cosa tende a produrrecosesenzasapore.

Ecco perché neisupermercati le galline sonotutte uguali, le mele hannoidentiche dimensioni, learance hanno indistinguibilicolori.Enullahasapore.Perpoter essere sottomesse al

mercato dei futures. Perché isignori di Chicago (e NewYork, e Hong Kong, eLondra,eSingapore)possanoscommetterci, puntarci, nonnelle bische clandestine,come i comuni mortali, manei grandi templi del denaro,nei "culpii”, come li chiamaOipaz, il protagonista delbellissimo romanzo dellostorico inglese EdwardThompson.5

***

I future contracts furono

inaugurati nel 1865, appenaalla fine della guerra civileamericana. Oggi, meno dicentoquarant’anni dopo,Chicago è la capitaleplanetaria del mercato deifutures:circaunterzodi tuttigli scambi mondiali passanoper le rive del LagoMichigan, anche se il suo

predominioèmessoarischiodalla concorrenza semprepiùspietatadellealtrepiazzechel’hannocostrettaaunaretedialleanze. Il MercantileExchange ha stretto un pattocon le piazze di Parigi,Singapore, Toronto, SaoPaulo, Montréal, mentre ilChicago Board of Trade si èalleato con il sistema franco-svizzero Eurex. Dal 1865 ilcommercio dei futures si èandato sofisticando. Si

comprano e vendono futuressulle derrate agricole, sulbestiame (vivo e congelato),sulla legna, sui fertilizzanti.Non solo. Un future sulmaiale a un anno è uncontrattochecompraoggiuncontratto per maiali tra unanno. Questo è un concettogenerale che vale per unaquantità di altri contratti.Tutte le altre materie primesono passibili di futures.Pensate al petrolio e alle sue

fluttuazioni per ragionipolitiche (guerra del Kippur,invasione del Kuwait). Nonsolo. Se io sono unimportatoreamericanodiautotedesche, so che tra un annoavrò bisogno di marchitedeschi. Ecco quindi ifutures sulle monete(introdottinel1972,dopochenel1971Nixonavevadecisodifarfluttuareildollaro)cheebbero un boom spaventoso.Ma poiché i futures hanno

sensoper tuttociòchesubiràvariazioni in futuro, ecco ifutures sui tassi d’interesse,sugli eurodollari, sul Libor.Eccopoiifuturessugli indiciazionari,einfattiaChicagositrattanofuturessulloStandard& Poor s 500 Index,6 esull’indice Nikkei. Ma bastaguardarsi attorno ed eccoallargarsi il campo di attivitàdei futures: perché nontrattare futures sui buoni di

stato, sull’indice dei prestitilanciatidaicomuniamericani,suitassideimutuiedilizi?

Poi, nel 1982 Videageniale:poichéifutures sonoessi stessi variabili, sipossono trattare futures suifutures, futures al quadrato,edeccoapparire le“opzioni”(sui futures). Nel 1999(ultimo anno prima dellarecessione del 2000-2003), ilvolume di futures e optionsera stato di 254 milioni di

contrattialChicagoBoardofTrade (ma l’anno prima, il1998, era stato record, con281milionidicontratti), edi201 milioni di contratti alMercantile Exchange (Cme,anche lì il record è però del1989, con 226 milioni). Ilvalore nominale dei contrattidel Cme era di 19.000miliardi di dollari nel 1986,50.000 miliardi nel 1991 e183.000 miliardi nel 1999.7

Contando l'indotto,scommettere sul futuro dàlavoro a circa 200.000persone nell’areametropolitanadiChicago.8

Queste cifre sono cosìenormi da sembrare irreali.Materialmente vedi tantagente in giacchette dai coloridiversi, verdoline, celestine,gialle, rosse, a seconda dellefunzioni di questi camerieri(commessi, clerks),

inservienti affannati deldenaro. Ma è l’immaterialitàche ti colpisce. Qui siscambianoopzioni su futuressu contratti a termine.Contratti alla terza potenza.Ma niente esclude contrattiallaquarta,quintapotenza,inungiocochesiautoalimenta.Un’immaterialità garantita dauna rete telematicacon 165.000 connessioni in118paesi.

Con questa tecnologia

ultramoderna,quisigiocasulgioco. È quindi un giocodoppiamente pericoloso. Unprimoavvertimentocifuil19ottobre del 1987 quando laBorsa di New York perse il21% in un giorno solo: ilmercato dei futures perse il29%efuaccusatodiesserelacausa che amplifica iguadagni speculativi quandoci sono, ma amplifica anchele perdite: e infatti le perditefuronoancorapiùpesanticon

ilcrolloazionariodel2001.Etu ti immagini questi milionidi tonnellate di cotolette diporco congelate cheviaggiano immateriali viacomputer da Hong Kong aLondra via Chicago. E tichiedi cosa capiterà allescrofe, ai buoi, ai vagoni dimais, quando, un giorno ol’altro,questeretiandrannoincortocircuito.

Giocare sul futuro è unconcetto ambiguo. Nel

mercato del bestiame siacquistaildirittoacomprarsiunamandria traunanno.Maquanti altri diritti si possonocomprare? Un cacciatorepotrebbe comprare il dirittoperl'annoprossimodisparareinuna riserva a cento anatre.Un automobilista potrebbecomprarsiildirittoauntotdiincidentiassicuratiperl’annoprossimo. Ci sarebbe unmercato dei futures sugliincidenti stradali con titoli

emessi dalle assicurazioni.Nel 2003 il Pentagono avevapersino proposto di istituireun mercato dei futures sugliattentati terroristici: laproposta suscitò un putiferioefuritirata.9Anche questo èun future.Piùconcretamente,dal marzo 1993 al ChicagoBoard of Trade sono statimessi all’asta i futures suidiritti d’inquinare, diappestarel’ariaconl'anidride

solforica.I diritti d’inquinamento

sono i pollution rights, dettianche clean air (aria pulita,dal nome della legge del1990, Clean Air Act, che haintrodotto il mercatoborsisticodell’inquinamento).Secondoquestalegge-primache l’amministrazioneGeorge W. Bush di fatto lasvuotasse -, alle piùinquinanti centrali a carbonedegliStatiUnitieraassegnato

un numero prefissato dipermessi d’inquinamento.Ognuno autorizzava aemettere una tonnellata dianidridesolforica(SO2)inuncerto anno. Se l’impiantoemetteva più tonnellate,doveva comprare icorrispondenti dirittid'inquinamento; se neemetteva di meno, potevavendereadaltri ipermessidiinquinare che "aveva

risparmiato”,o“depositarliinbanca”,tenendolidaparteperusarli in futuro.L’ideaeradirendere conveniente per iproduttori ridurrel’inquinamento e incitarli adadottare macchinari cherisparminoSO2.

Vadaséche,dopoidirittid'inquinamento, dopo ifutures d’inquinamento, cisaranno anche le "opzioni”d’inquinamento. E anzi, gli

Stati Uniti hanno cercato direndere globale il mercatodell’inquinamento.Dopoaverfirmato (ma mai ratificato einfine, con l’amministrazioneBush Jr. denunciato) iltrattato di Kyoto nel 1997sulla riduzione delleemissioni di anidridecarbonica, gli Stati Uniticontinuarono per anni acondizionare la propriaratifica alla possibilità dicomprare diritti

d'inquinamentodaaltripaesi.In questo modo, con ilmeccanismo dei futures ilpaese più inquinante delmondononriducevaaffattoilsuo potenziale diavvelenamento, macontinuava ad accrescerloconfidando sui risanamentiambientali altrui. Gli Usa sirivolgevanoinparticolareallaRussia che, dopo aver persola Guerra fredda, ha subitouna drammatica

deindustrializzazioneequindidisponeva di un abbondantesurplus di “crediti”d’inquinamento. La Russiasconfitta che, con i propricrediti, permette agli Usavittoriosi di non tagliare leloro emissioni ci introduce auna forma inedita dirisarcimenti di guerra,risarcimentiambientali.

Ma già si è visto chequesta soluzione di mercatoall'inquinamento, e cioè la

creazione di un mercatodell'inquinamento, è inficiataproprio nel suo presupposto:la scambiabilità, laconvertibilità di un’unitàstandard d’inquinamento, inquesto caso una tonnellata dianidride carbonica CO2 osolforosa SO2. Fin dallaprima asta, a venderepollution rights sono state leindustrie situate in zone abassoinquinamento,mentrea

comprarlisonostateindustrieinzoneadaltoinquinamento,colrisultatocontrarioaquelloche i legislatori siprefiggevano, cioè diaggravareilproblemalàdoveè già grave e di alleggerirlodovenonèancoraurgente.Èevidente: a un vecchioimpianto converrà comprarediritti d’inquinamentopiuttostochedotarsidinuovimacchinari.Egliimpiantipiùvecchi sono concentrati nelle

zone industriali storiche,focolaidell’inquinamento.

Sotto quest’apparenteeterogenesi dei fini (lavolontàdelbenecheproduceil male), soggiace unaconvinzione profonda, e cioèche i guasti (ambientali)prodotti dai meccanismi delmercato possano essereguariti solo dal mercatostesso e che l’opera diriparazione dei disastricausati dal desiderio di

guadagno possa essa stessadiventare fonte di guadagno.C’è qui una simmetria tra ilfunzionamentodelmercatoingenerale e quello dei futuresin particolare. Come ci puòessere il futuredel future delfuture, così si puòintraprendere un secondobusinesscheripariidannidelprimobusinessepoiunterzoche rattoppi i danni causatidal secondo, e così via,moltiplicando all’infinito

speculazionieprofitti.Anchese certo non se loimmaginavano centoses-sant’anni fa i pellerossa e icacciatori francesi sulle rivedel fiume Chicago (parolacheinlinguaindigenavolevadire “aglio”, o “cipolla”,almenocosìpare).

1 Cifra fornita da Irving

Cutler, Chicago, Metropolisof theMid-Continent, cit., p.19.

2"Thesedieawayunderour very eyes": BronislavMalinowski,ArgonautsoftheWestern Pacific (1922),Waveland Press, ProspectHeightsIll.1984,p.xv.

3 AnUncertainFuturefor Chicagos Pits, in“FinancialTimes”,24agosto2000.

4 Nel volumePerspectives on Technology,Cambridge University Press,Cambridge (Mass.) 1976.Unaselezionediquestisaggiè stata tradotta in italiano daRosenberg & Sellier, Torino1987,coniltitoloLeviedellatecnologia.

5EdwardP.Thompson,The Sykaos Papers,Bloomsbury, London 1988,trad.it.Oipaz,EditoriRiuniti,

Roma1991.6LoStandard&Poors

è un indice basato su 500compagnie - 400 industriali,40 finanziarie, 40 di servizi,20 di trasporto - che insiemerappresentano l’80% deivalori delle azioni quotate aWallStreetaNewYork.

7 Datireperibilineisitiweb rispettivamentewww.cbot.com ewww.cme.com.

8 AnUncertainFutureforChicagosPits,cit.

9“TheNewYorkTimes”del 29 luglio, editoriale delprimo agosto 2003. Lapropostaerabasatasullafedenella razionalità del mercato,per cui le quotazioni deifutures sul terrorefornirebbero previsioni piùattendibili sullaprobabilitàdiattentatifuturi.

5.Unaraschiatinaalcielo

Chicago è la città che ha

inventato i grattacieli, e sivede.Leformebalzanofelineverso le nuvole, si curvanonell’azzurro, i profili si

stagliano inusitati, audaci,sempre leggeri. Una levitàche solo la massiccia,concreta infusionedimiliardidi dollari ha potuto sollevarenell’aria. Una levitàfinanziata dai più grandimacellai e salsicciai delmondo:ancoraunavoltanonpuoi non interrogarti sulrapporto tra bottegai edestetica (di nuovo Venezia,con i suoi droghieri, imercantidispezie).

Solo un secolo fa, tra il1880 e il 1890 la scuola diChicago pose le basidell’architetturamoderna.Trai suoi esponenti spiccanoDankman Adler, Daniel H.Burnham e John W. Root,William Le Baron Jenney eLouis Sullivan, Frank LloydWright, William Holabird eHenry Hobson Richard-son.Attenti alle costruzioni inferrodellestazioniferroviarieeuropee, inventarono i

grattacieli come strutture incui il peso dell’edificio erasopportato non più dallepareti, dai muri portanti,bensì da un telaio interno inferro.

Se gli edifici fosseroesseri viventi, la rivoluzioneattuata dalla scuolaarchitettonica di Chicagoequivarrebbe a quel che èstato per gli animali ilpassaggio dall’esoscheletro(case tradizionali il cui

"scheletro” portante è laparete esterna, il muromaestro) ai vertebrati, conl’“endoscheletro”, la cuisuperficie esterna (pelle,grasso)èun"rivestimento”.Ilparagone con i vertebrati sispingeoltre:ilgrattacielononesiste senza un sistemacircolatorio elaborato, senzaun cuore (un motore, unapotenza installata) chepompielettricità, acqua,riscaldamento, esseri umani

(cosa sarebbe un grattacielosenza ascensori?). Ilgrattacielo è inconcepibilesenza le innovazioni tecnichedifineOttocentochefannodiunedificiononun"oggetto”,ma un meccanismotecnologico complesso, chefunziona, e il cuifunzionamento dipende damoltifattori:unsecoloprimasarebbestatobalzanodireche“un edificio funziona”. Lametaforadelgrattacielocome

organismo ci ricorda ilparagone insistente tramacchine e corpi: in quelperiodoanchelacittàdivenneun organismo e le sue viedivenneroarterie.

Nel 1883 William LeBaron Jenney ricevette dallaHome Insurance Companyl’incarico di costruire aChicago un palazzo a diecipiani per uffici, a prova difuoco: la città era rimastatraumatizzata dal grande

incendio del 1871. Perpermettere una maggioreluminosità, Le Baron Jenneyusò per la prima volta inarchitettura uno scheletro ditravidiacciaioBessemer.Giànel 1890 i palazzi aChicagoeranodisedicipiani,struttureaudaci e imponenti, ordinateda salumai, grossisti delmacello e delle granaglie, lecui signore compravano aman bassa le tele di pittorisnobbati in Francia, gli

impressionisti. Solo sedicipiani, ed era considerato unasfida al cielo quel che ora cipare appena un palazzone. Ilfabbricato più alto aquell’epoca fu il TempioMassonico di ventun piani,completato nel 1892,1progettato da Bumham eRoot. Non a caso Burnhamera diventato noto ampliandoi mattatoi di Chicago: fral’altro ilgiovanearchitetto si

era sposato con la figlia diJohnB. Sherman che diresseper lunghi anni le StockYards.

È interessante che gliarchitetti di Chicago abbianorivoluzionato la tecnicaedilizia ai due estremi delledimensioni degli edifici: neigrandigrattacieli,coniltelaiometallico, e nelle casetteunifamiliari,conl’invenzionedel leggerissimo telaio inlegno balloon frame (a

"struttura dimongolfiera”, fuchiamata così ironicamenteper la sua leggerezza).Ambedue le innovazionihanno agito sulla struttura,l’hanno alleggerita,sostituendo l’ossaturametallica ai pesanti muriesterniinuncaso,unleggeroreticolato ligneo alle granditravi nell’altro. L’idea diLouis Sullivan, "la formasegue la funzione”, ci dicequanto sia radicato il

funzionalismo americano sucui,dopoil1945,imporràquia Chicago la sua improntaLudwig Mies van der Rohe,giàdirettoredellaBauhausinGermania. “Più è meno" e“Dio sta nei dettagli” eranodue tra le massime preferitediMies van der Rohe.Dagliedifici di Le Baron di fineOttocento, al grattacieloneogotico,alto141metri,del"ChicagoTribune”deglianniventi (1925), costruito di

frontealWrigleyBuilding instile rinascimento francese,eretto nel 1924 dal colossodel chewing-gum, fino allestrutture severe, annisessanta, di Mies van derRohe, ai nuovi profilipostmoderni di un altrooriundotedesco,HelmutJahn(che nel 1980 introdusse lamoda dei vetri riflettenticolorati di vari colori chedanno all’orizzonte diChicago il tono variopinto di

un arcobaleno per uffici), ilcentro di questa metropoli èuno straordinario museovivente di architetturamoderna.

Perché i grattacieli nonsono solo un’innovazionetecnica, sonouna rivoluzioneurbanistica, cambiano ilmodoincuièpensatalacittà.Anzi, per quanto i grattacielisiano il simbolo dellemetropoli americane, essimettono in crisi e infine

negano l’idea stessa di città,se per città s’intende quelluogo dove ci si mischia, sientra a contatto con gli altri,dove si fondononon solo gliindividui ma le loro culture,le loro attività e le funzionidel vivere sociale. Ilgrattacielo introduce ecodificaquelladivisionedellefunzioniurbanechelascuolasociologica di Chicagoconsidererà il criteriodell’evoluzione di una città:

selacittàèun"vivente”,essasi evolve, essa si specializza,proprio come gli organismiche diversificano le funzionidi cellule e propri tessuti.Lacittà sarebbe dunquecostituita da zone divise perfunzioni, una per il business,una per il divertimento, unaresidenziale. Il grattacielo èquesta specializzazionerealizzata nello spazio inmodo così esasperato chenegliUsatra igrattacielie le

casette a un solo piano nonc’èquasi nulla, oun estremoo l’altro (viene darimpiangere persino ipalazzoni a sei-otto piani),che le case sono lontane dallavoroelàdovecisonoufficinon ci sono case (la notte,downtown è deserta e igrattacieli giacciono comedinosauri fossilizzati). Come(rara)abitazione,ilgrattacielonega la città - i contatti -perchéèessostessounacittà

chiusa e isolata all’internodella città, è organizzatocome un’astronave lanciatanel cosmo, autonoma per lasopravvivenza, dallalavanderiaallapalestra,con isuoi meccanici e i suoiidraulici, poliziotti einservienti: l’utopiaautarchica realizzata in pienocentro.

Madinormailgrattacieloè pensato per la grandecorporation (e di solito è

costruito da essa). Esso èconcepito per riprodurrel'organizzazione verticale diun’impresa gigantesca,grande quanto l'edificio, lacui altezza è metaforamateriale del suo fatturato,con iverticidell’impresachehanno gli uffici al verticedell’edificio.Facendodituttopermettersi neipannidiDioche ci guarda dal cielo, ilpadrone ci guarda dall’atticoe volge lo sguardo in giù, là

dove gli umani camminanosui marciapiedi cento pianipiù in basso e somiglianoinfine alle anonimeformichine operose che ipadroni bramano poterdirigere.

Per quanto alti siano isuoi costi, il grattacieloassolveperfettamenteallasuafunzione simbolica. In essocontasolochistasopradi te,i “superiori”, mentre gli"inferiori” diventano

trascurabili. Se dalla finestrail tuo sguardo scivola giù, letue aspirazioni vanno su (lascalatasociale).C’èunalottaverso l'alto, tanto più aspradove molti grattacieli siergono in competizione traloro: un edificio di trentapiani risulterà minuscolo secircondato (soffocato?) daaltri di settanta e più. Comesa chi ha soggiornato amidtown Manhattan, anchechi sta al ventesimo piano si

trovaalbuio,privatodelsoledai grattacieli attorno. Quelche solo cento anni fa eraaltezza vertiginosa,raggiungibile solo inmongolfiera, ora è ridotto aseminterrato,nelpozzocreatodai vicini più alti. Più igrattacielisalgono,piùsottilediventa la porzione di essiappetibile, perché luminosa,mentresemprepiùpianisonorelegati a sottosuolo. Ungrattacielo deve essere non

alto e basta, ma più alto (daquilacorsaal"grattacielopiùaltodelmondo”).

È in atto una guerra tragrattacieli per conquistarsiletteralmente “un posto alsole”:c’èunescalation(dovel’arma è l’altezza). “Perchénelle foreste gli alberi sonocosì alti?” si chiede RichardDawkins.

La rispostasbrigativa è che tutti gli

alberi sono alti, cosìnessun albero puòpermettersi di nonesserlo: sarebbetotalmente oscurato. Ègrosso modo la verità,ma offendel’economicità dellamente umana. Sembraun tale spreco, una taleinutilità [...] se solofosserotuttipiùbassi,sesolocipotesseessereunqualche compromesso

sindacale per abbassareil limite di altezza dellavolta di fogliame.Sarebbero incompetizionetraloroperla stessa identica lucesolare, ma avrebbero“pagato"costidicrescitamolto inferiori perarrivare alla volta.L’economia globaledella foresta ne avrebbeguadagnato, e così ognisingolo albero.

Sfortunatamente laselezionenaturalenonsipreoccupa di economieglobali, non ha spazioper gli accordi [...]. Ètipico delle corse agliarmamenti, compresequelleumane,cheanchese sarebbe stato meglioche nessuno avesseiniziato l'escalation, unavolta avviata, nessunopossa non tenerle

dietro.2

Alberi della foresta egrattacieli sono frutto di unacompetizione estrema,dilapidano risorse: per esserecostruitoe funzionarea tantaaltezza, il grattacielo bruciauna quantità spropositata dienergia e di lavoro. Se lacompetizione è il motore delmercato, si capisce perché igrattacielisonostati inventati“nella terra promessa del

capitalismo”.Non è in discussione qui

il razionalismo, è indiscussione un certorazionalismo, quellobottegaio appunto, chedimentica le esternalità, icosti esterni e che a volte fabancarotta. Costruire ungrattacieloèconvenienteseilvalore del terreno nel centrocittadino è talmente alto chevale la pena di moltiplicarnel’area del piano terra

(“l’orma”) per cento pianinonostante le spese dellacostruzione e dellamanutenzione. Ma appena ilvalore del metro quadro incentro scende, il grattacielodiventa antieconomico: è piùredditizio costruire uffici inperiferiainedificipiùbassiepiùlarghi,vistocheilterrenocosta meno. Ecco quindi aChicago grattacieli stupendi,colonne di vetro riflettente,strutture postmoderne di

centinaiadipianiconincimafrontoni di templi greci,obelischiaccecantidisolenelgiorno, galassie di luce lanotte.

Una sorta di maledizionepesa però sulle compagnieche costruiscono i grandigrattacieli. Nel Trecento, ilnuovoduomodiSienarimaseinterrotto dopo il fallimentodei banchieri Buonsignori;oggi le corporationsfalliscono spesso dopo aver

completato le loro cattedrali.A New York, non c'è più laPanAm che aveva eretto unbellissimo edificio, sonodecaduti i Rockefeiler delmiticoEmpireStateBuilding,sta vendendo la sua torreanche l’orgogliosa Ibm; aChicagohadovutotrasferirsi,licenziare 50.000 deisuoi 300.000 dipendenti,chiudere il proprio catalogoper corrispondenza la Sears,Roebuck & Co. che aveva

costruitoilgrattacielo(allora)più alto del mondo (435metri), prima di esseresoppiantato nel 1996 dallePetronas Towers di KualaLumpurinMalaysia.

Queste immani strutture,che sembrano destinate asfidare l’eternità, si rivelanoinvece cagionevoli,sensibilissime al minimorefolo di recessioneeconomica:appenalacrescitarallenta,leprimespesechele

corporations tagliano sonoquelle di rappresentanzaimmobiliare. E allora questivertiginosiedifìcicomincianoasvuotarsi,esuilussuosiatridi marmo si moltiplicano icartelli “AFFITTASI”. Equando i grattacieli sonolasciati a se stessi, ildegradoèfulmineo:eccoperchéinteriquartieri statunitensisembrano essere usciti dalbombardamentodiDresda.

Non ci sono solo i costi

economici, c'è anche lafragilità funzionale di questiedifici destinati a durare persempre nelle intenzioni deiloro architetti. Un modestoassaggiocenefuoffertodallabomba posta all’inizio del1993 sotto il World TradeCenter di New York, ilcomplesso dei due grattacieligemelli,leTwinTowers,alte411 metri: bastò un ordignomesso insieme da un gruppodibombaroliperfarchiudere

una struttura che ospitava50.000 impiegati, incrinare lebasi del secondo grattacielodel mondo. E la provadefinitiva della fragilitàstrutturale di questa “sfida alcielo” è venuta naturalmentel’11settembre2001,quandodue aerei di linea dirottati siabbatterono contro questiedifici che sembravanoindistruttibili, e li facerocrollarecomecastellidicarta,seppellendo sotto le loro

macerie 2800 esseri umani ericoprendoManhattan di unostrato di diossinacancerogena.

Nonsoloigrattacielisonodi per sé gli edifìci chemeglio simbolizzano ilcapitalismo, ma le TwinTowers erano il centro dicomando del capitalismomondiale, l’equivalentecapitalista di quel che SanPietroaRomaèperlachiesacattolica.

Eppure i progettipresentati per ricostruireGround viro (così fuchiamatadopoilcrollol’areasu cui una volta si ergevanoleTwinTowers)prevedevanotuttigrattacieliancorapiùaltidiquellispazzativia.Sarebbeincomprensibile (errarehumanum, perseverare...), sequelle Towers non avesseroavuto un valore religioso:rinunciarvi sarebbe apparsoun’apostasia.

Viene il sospetto che igrattacieli stiano allamodernitàindustrialecomelepiramidi stanno all’anticoEgitto: costosi monumentialla megalomania dei lorotitolari. Dietro l’apparenterazionalità, i grattacieliesprimono una folliaprometeica,losfidareleleggidella gravità, la violenza deiventi. È questa follia checommuove, al tramonto,quandolenuvolesiriflettono

nellevetratesospeselassù, inalto,nelcielo.

1 AA.VV, A History of

Technology,ClarendonPress,Oxford 1958, trad. it.Boringhieri, Torino 1982,vol. v, L'età dell'acciaio,1850-1900,pp.488-489.

2 Richard Dawkins, TheBlind Watchmaker. Why the

Evidence of EvolutionReveals a Universe WithoutDesign(1988),Norton&Co.,New York 1993, trad. it.L'orologiaio cieco, Rizzoli,Milano1988,pp.270-271.

6.Lavillettavolante

Nella stanza ingombra di

ninnoli, l’aitante protagonistasferra un diretto al suocorpulento avversario che èproiettato all’indietro controla parete, la sfonda, rotola

sull’erba del verde pratoesterno dove finisce colgiacere intontito. Quantevoltehaivistoquestascenainun film americano e l’haiattribuita all’inverosimilemuscolosità degli eroi dicelluloide? E invece questascena è realistica e chiunquepotrebbesfondarelaparetediuna casa americana, proprioperché i "muri” sono sottilistratidilegno.

Non ci si stanca mai di

stupirsi di quanto siarealistico il cinemaamericano, realistico nelsenso in cui Erich Auerbachparlava della letteraturamedievale europea, della suafìguralità. Quando percorrigli Stati Uniti, ti sembra dicamminare sempre dentro ungrande schermo, di nonriuscire mai a destartene,tanto ogni insegna di motelsull’autostrada,ogniestintoresul marciapiede, ogni

bancone di bar ti si presentagià visto, ti pare già(falsamente) noto da millefilm. Falsamente, perché c’èsempre un impercettibilescartotraquelchevediequelche invece è ricordo di unfotogramma. Discrepanzasottile ma radicale.Attribuisci lo sfondamentodellapareteallaforzaerculeadell’eroe perché ti pareimpossibile che unatecnologia cinematografica

tanto sofisticata, con lacomputerizzata ingegnositàdei suoi effetti speciali,descriva una civiltà di“casettedilegno”,cioèrurale,primitiva.Èl’integrazionetracelluloideelegnoasembrartiun ibrido contronatura: illegno "figura” la natura,l’autenticità, mentre lacelluloide “figura”l’inautentico, la plastica.L’uno la terra deglispaccalegna,l’altral’universo

deisupermercati.Eppure oggi, per quanto

assurdoappaia,nellanazionepiùavanzatadellaterra,nellapotenza dotata di portaereiatomiche, supercomputer estazionispaziali,lastragrandemaggioranza delle case èlignea: su 100 nuoveabitazioni iniziate nel 2001,79,6 erano unifamiliari, laquasi totalità in struttura dilegno. Anzi, gli Stati Uniticostruiscono sempre più in

legno: trent’anniprima(tra il1970 e il 1973) le caseunifamiliari costituivano soloil57%deltotale.1

Il rapporto tra legno eabitazione è tanto stretto chebasta un movimentoecologicomobilitatoasalvareuna foresta sulla costadell’Oceano Pacifico per farschizzare in alto il prezzodelle case in tutta l'America:quando un gruppo di

pressionechiedechesipongafine alla distruzione di unaforesta, al MercantileExchange di Chicago nerisenteilcorsodeifutures sullegno.

Negli Stati Uniti dunquechipensa“casa”pensalegno,come nell'Europa di qualchesecolo fa. Con la differenzache,conl’industrializzazione,con l’acciaio, il cementoarmato, i mattoni forati,nell’industriaediliziaeuropea

il legno è scomparso, serveormai quasi solo comemateriale per le impalcature,per gli infissi, per i parquet.Quando pensiamo “casa”, inEuropa pensiamo pietra,mattone, muri. Assistiamocome a un’inversionetemporale: dove nel Vecchiocontinente il progressotecnologicoharidottol’usodiunmateriale "vecchio” comeil legname, nel Nuovocontinentelohacentuplicato.

***

Perquanto sembri strano,

è stato infatti il progresso arenderecosìpratico l’usodellegno negli Stati Uniti, equestoprogressofurealizzatoa Chicago nel 1833, quanderaunborgo.Finoadalloralecaseinlegnoamericaneeranocostruite secondo la tecnicaeuropea, in cui tetto e pianisuperiori erano sorretti da

pesanti travi, poggiate sugrandi pilastri e fissate l’unaall’altra con mortase, tenoni,incastri di precisione e rareinchiavardature. All’inizioquestometodofudovutoallascarsità di viti e chiodi, cheerano fabbricati a mano ederano carissimi. Poi divennetecnica edilizia trasmessa daunagenerazioneall’altradallecorporazioni dei carpentierifinchéfuconsiderataquasiundogma architettonico. Ma

negli Stati Uniti, soprattuttoquando si scatenò la corsaall’Ovest nell’ottocento,eranopochissimiicarpentieriqualificati. Non solo, ma nel1830entraronoincommerciochiodi fabbricati a macchinache costavano un settimo deichiodifabbricatiamano.

La prima dimostrazione

che con i nuovi chiodi erapossibile supplire allamancanza di carpentierispecializzati venne dallacostruzione della chiesacattolica di Santa Maria aChicago. Qui fu provato cheunastrutturadileggereassidilegno, se numerose econnesse tra loro da tavolatitrasversalifissaticonichiodi,

era ingradodi sostenerenonsolo un tetto, ma anche unsecondo piano. Per lacostruzione di edifici, sitrattavadiunaveraepropriarivoluzione concettuale.Snelli travetti di legno sidimostravanoingradodifarequellavorochefinoadalloraera stato appannaggio dellepesanti,spessetravidi legno.Si verificava che un fittotelaio di assi agili aveva unaresistenza al vento e al peso

per sino maggiore dellecostruzionitradizionali.

Questastrutturasembravacosì assurdamente leggera eimmateriale che i suoi criticila definirono ironicamenteballoon frame, “telaio amongolfiera”.2 Nel balloonframe, sottili travicelli dallospessore standardizzato (2x4pollici,cioè5x10cm)postiadistanzastandarddi16pollici(41 cm), inchiodati l'uno

all’altro, scaricavano sulpavimento tutto il peso e sidimostravano stabilissimi sialateralmente siaverticalmente. È interessantenotare che il balloon framerivoluzionò il rapporto framuri e pareti da un lato etelaiodall’altro,propriocomel’altra rivoluzione ediliziarealizzata a Chicago (mezzosecolo più tardi), e cioè igrattacielichefeceroevolveregliedificidagliesoscheletriai

vertebrati. In ambedue i casisi trattava di agiresull’ossatura, sullo scheletro,d’invertire le funzioni, discaricare,dirottarel’oneredelsostegno dal muro al telaio.Suquestotelaiodilegnosonopoiapplicabilitettidiardesia,di tegole, pareti nei più varimateriali, in gesso, inmattone, in plastica, in legnostesso (negli Usa una casacon l’esterno in mattoni ècomunqueastrutturalignea).

I vantaggi del balloonframe furono enormi. Inprimo luogo consentì disfruttare a scopo ediliziotronchi molto più sottili deiprecedenti: fino ad allora sipotevano usare solomegatronchi chemantenessero un diametrosufficiente permetri emetri.Pini sottili diventavanoappetibiliperl’ediliziaquantoimmani querce. (Nel nostrosecolo sono state apportate

migliorie al balloon frame:oggiperunacasaaduepianinon sono più necessari assiportanti alte due piani, mabastano travetti alti un pianoche si appoggiano e sireggono su quello inferiore:ciò permette l'uso di tronchiancora più esili e più corti.)Inoltre, la leggerezzadell’intelaiatura ne facilitò iltrasporto su lunghe distanze,permise cioè di prefabbricaregli elementi in serie, in una

segheria dove le assi eranotagliate amisura, numerate aseconda della posizione chedovevano prendere nel telaiodi casa e poi spedite adestinazione.

Poichébastavanosolounascalaapioli,chiodi,martellieseghe, queste case potevanoessere costruite da unqualunque operaio e nonrichiedevano costosicarpentieri specializzati.C’era di più: ora a tirare su

una casa balloon frante, dueuomini ci mettevano menotempo di quanto primaimpiegassero venti uomini acostruireunacasacolmetodoantico. Nel 1855 SolonRobinson diceva: “Se nonfosse stata per la conoscenzadeiballoonframes,ChicagoeSan Francisco non avrebberomai potuto crescere, comefecero, da piccoli villaggi agrandicittàinunsoloanno”.3

Questa facilità dicostruirsi la casada soli (do-it-yourself-home)produsseuneffettoaddiritturaparadossaleecioècheacavallotraOttoeNovecento, inmoltecittà, trai lavoratori immigrati cifosseroalmenoaltrettanti(eaDetroit più) proprietari dicase che tra i benestantiamericani di nascita eanglosassoni di origine. Ilfatto è che gli immigratipoveri si costruivano da soli

le loro case balloon frame,mentregliagiatianglosassoninati in America si facevanocostruire dimore con latecnica europea, molto piùdispendiose.4

Ancor più decisivo fu ilballoon frame nellacolonizzazione del West.Senza queste casette aelementi pretagliati amisura,chechiedevanosolodiesseremontati e inchiodati, casette

però capaci di resistere alletempestedinevedelMontanae alle ventate violente dellegrandi piane, è probabile chelavitanelWestsarebbestatamolto più difficile, lapenetrazione più lenta.Checché ne dica il mito delrudepionierechesicostruivala casa a colpi d’ascia contronchi d’albero, in realtàfattorie e ranch del Westfurono tutti balloon framestirati su amartellate con assi

2x4 pollici, spedite dallegrandi segherie di Chicago.5Già dal 1846 furono posti invendita progetti di casestandardizzate, complete diistruzioni. Dopo il 1860furono venduti vaniprefabbricati, completi diporteefinestre.

Nelsuofamosoreportage- Chicago - sull"'AtlanticMonthly Review” del 1867,6James Parton scriveva: “Per

economizzare il trasporto [imercanti] stannocominciando a spedirelegname nella forma dì casegià pronte. C'è una ditta diChicago che è felice difornire cottage, ville, scuole,negozi, taverne, chiese,tribunali, o intere città,all'ingrosso o al dettaglio, ed’inoltrarle ben confezionatein ogni angolo del paese”. Epoiironizzava:

Nessun dubbio cheavremoprestolagioiadileggere annuncipubblicitari in cui ifabbricanti di cittàdichiareranno che sonolieti di accettare leordinazioni per i piùpiccoli villaggi, chepossonoessereprenotatecittadine di contea, chemetropoli possonoessere fomite e spedite;che ogni città sul nostro

listino può essereconsegnata contrassegnotrasportogiàpagato; filedi cottage semprepronte, chiese in ognistile, n.b. Prelati e altripregansi contattarciprima di comprarealtrove.7

Il contadino dello Iowapoteva scegliere in uncatalogo la casa dei suoisogni, farsi spedire le assi

standardizzateda2x4pollici,le porte e finestreprefabbricate e costruirsi lasuafarmdasolo.Nel1895 il“Ladies’ Home Journal"cominciò a pubblicareprogetti di casa e offrival’insieme delle specifiche eistruzioni di costruzione perappena 5 dollari. Nel 1919questa rivista raggiunse unadiffusione di 2 milioni dicopie (su 106 milioni di

abitanti).8L'ultimo, decisivo

vantaggio è che, per almenoun secolo e fino agli annisessanta, il balloon frame haridotto in modo strepitoso ilcosto di costruzione di unacasa. Insieme ad altri fattorimeno neutri politicamente(vedi il capitolo 10), ilballoon frame ha davveromesso alla portata dellamaggioranza dei cittadini

americani una casa singola,staccata,diproprietà.

***

A fronte degli incredibili

vantaggi, il balloon framepresentava alcunecontroindicazioni.Laprimaèche, fra la parete esterna equellainterna,lasuastrutturacon spazi d’aria verticali frauntravettoel’altro,dalleassidel pavimento a quelle del

soffitto, funzionava megliodella canna di un camino,meglio di unmantice per fartirare le fiamme. Il suo telaioera una vera e propriamacchina incendiaria.Ben seneaccorseroiChicagoansnel1871 quando il grandeincendio distrusse buonapartedellacittà(fud’altrondedopo quell’immane rogo chelaborghesiadellaWindyCitys’appassionò tanto ai telai inacciaio dei futuri grattacieli).

A questo problema fumessounrimedioparzialeprimacondelle tavole fermafuoco, chebloccavano l'aria a diversealtezzenellospaziotraleassiverticali. Poi, nel xx secolo,unulteriorefrenoagliincendièvenutodallanuovaversione- detta western -del balloonframe, che non richiede piùassiverticilliportantialteduepiani. Ma il pericolo resta.Nonostantegliincendidicasesiano diminuiti del 52% in

ventanni, nel 2000 sonobruciate 284.000 villetteunifamiliaricondanniper4,6miliardi di dollari, 12.575feriti e 2920 morti.9 NegliStati Uniti gli incendi hannosospintolacampagnalanciatacontro il fumo negli anniottanta, proprio come nellaRussia zarista, già nel 1634,per prevenire i pericolid’incendio, era comminata lapena di morte a chi fumava

tabacco.Il secondo difetto è che

queste strutture leggere eisolate consumano unaquantità enorme di energiaper la regolazione termica(riscaldamento d’inverno,condizionatore d’estate). Maquesta voracità energetica èconsiderata un inconvenienteminore in un paese dove labenzina costa ancora 1,8dollari a gallone (3,8 litri),mentre in Europa costa un

dollaro al litro. Anzi, lacostruzione di caseunifamiliari è esplosa negliUsa dopo la guerra nelKippur (ottobre 1973), dopoche è scoppiata la crisi delpetrolio, quando l’ediliziaavrebbe dovuto risparmiareenergia.

A questecontroindicazioni si èaggiunto l’invecchiamentotecnologico. Il balloon frameè tipicamente statunitense: è

quasi sconosciuto inMessicoe assai poco diffuso inCanada. Negli altri paesi econtinenti che nell’Ottocentononadottaronoquestatecnicarivoluzionaria, sono statisviluppati in questo secolometodi di costruzioneprefabbricata infinitamentepiù resistenti e più a buonmercato, per cui oggi ilvantaggio propriamenteeconomicodelballoon framesièridottoquasianulla.Èil

processoinversoaquelcheèavvenuto - per esempio nelsettore delle macchineutensili - a fineOttocento traGran Bretagna e Stati Uniti:proprio perché l’Inghilterraaveva sviluppato unatecnologia avanzatissimaall’inizio del secolo, essapersistette nel suo uso, fuprigioniera del suo passato efu superata dalle nuovetecnichesviluppatenegliStatiUniti. A fine Ottocento - mi

raccontava WolfgangSchivelbusch - unacommissione d’inchiestainglese in viaggio negli Usaper analizzarvi il progressotecnologicoconclusecheunodei motivi del sorpassotecnicostatunitenseeracheinGran Bretagna i macchinariduravano troppo a lungo epassava troppo tempo primache fossero sostituiti da unagenerazione di macchine piùprogredite,mentre negliUsa,

dove le macchine sirompevanoprimaeandavanocambiate più spesso, ilricambio tecnologico eraaccelerato. La fragilità, ilrompersi facilmente, il nondurare come fattore diprogresso.

La casa balloon frame èsolida nello spazio e nelleintemperie, ma non neltempo, è deperibile, non ècerto costruita per duraresecoli. Per un europeo può

essere un difetto, però a unocchio statunitense anchequesta friabilità si rivela unvantaggio, un fattore diprogresso. Infatti, la fragilitàè il prezzo per la, e lacondizione della, leggendariamobilità residenziale degliamericani. Gli ultimi datidicono che ogni abitantestatunitense cambia casa inmediaognicinqueoseianni.Più precisamente, negli ottoanni dal 1992 al 2000, ogni

anno ha cambiato casa tra il15 e il 16% degli americani.Cioè, hanno traslocatoannualmentepiùdi42milionidipersone,piùdiuna su sei.Tra costoro, si sono spostatigeograficamente, hannocambiato contea (cioèprovincia), il 6% distatunitensi, quindi circa 17milioni di persone. E ben il3%degli americanimigra dastato a stato ogni anno, unospostamentocheequivalealla

migrazione da un paeseeuropeo all’altro. Poiché lasperanza di vita è di 76,9anni, nel corso della suaesistenza, cambia casa inmedia più di dodici volte(12,3), contea quasi cinquevolte(4,6),edemigradastatoa stato due volte (2,3) nellavita (naturalmente si tratta divalorimedi).10

É un viavai ininterrotto,impressionante. Un su e giù

ditraslochiemasserizie.Cheperaltro la gente cerca diridurrealminimoconastuzie:ecco perché le abitazioninegli Usa sono affittate tuttegiàcorredatedigrandiarmadia muro, di cucine, di grandifrigoriferi, di lavatrici easciugatrici condominialinello scantinato (altrimenti aogni trasloco l’inquilinodovrebbe o ricomprarsi tuttoo trasportarlo da un capoall’altrodelcontinente).Ecco

perché si possono firmarecontratti d’affitto persino persoli tre-quattro mesi (ancheperché chi affitta - in unquartiere non popolare - è disolito benestante). Giriamosempre intorno allosfaccettato concetto dipraticità.

La mobilità geografica eresidenziale è un valore,qualcosapercuivale lapenasacrificare altre comodità,pagare altri costi perché “la

libertà ha un prezzo” e lamobilità è l’espressione piùimmediata, più tangibile diquesta libertà.Uomo liberoèchi può stabilirsi dovevuole,cambiare casa, cambiarelavoro. (Nell'organizzazionesociale statunitense, questadefinizione della libertà èritagliata su misuradell’umano maschile, nondell’umanafemminile.)

E il cambiamento devecostituire non solo una

remota possibilità, confinataallo stato virtuale, ma vacomprovato, ripetuto, adimostrare a se stessi diesseredavvero liberiquando,di tanto in tanto, rode ildubbio di essere prigionieri:seèverochelatiranniainiziasempre con limitazioni allospostamento (permessi dipolizia,passaporti interni), secioè non c’è libertà senzalibertà di movimento, nonbasta però la mobilità ad

assicurare la libertà: se tufossiliberosolodimuoverti?ManegliStatiUnitilalibertàd’insediamento ha un valoreemotivopiù fortechealtrovepoiché questa nazione è natada un muoversi, da unmigrare. Per questa ragionel’Esodo, la fuga degli ebreidall’Egitto dell’AnticoTestamento, fa risuonarecorde così profonde oltreAtlantico:perché l’esodoè ilgesto fondativo degli Stati

Uniti d'America e, persinonella singola sceltaquotidiana, ha una valenzatestardamentepolitica.

Quandodiscuteleopzionicheognunodinoihadavantia sé per esprimere ilmalcontento nei confronti diuna merce (l'automobile), diun’istituzione (la scuola), diuna forza politica (un partitoo un sindacato), AlbertHirschman osserva che lareazione prevista

dall’economia classica,dall’economia di mercato, èl'uscita(Exit),la"defezione”:quella marca di automobilenon mi soddisfa,l’abbandono, cambiomacchina, “traslocod’automobile"; così, nelmercatoscolasticoabbandonoquellascuolaelacambio;nelmercatopolitico,escodaquelpartitoodaquel sindacato,o-più semplicemente - smettodi votarlo. Il caso estremo è

quando “i capitali fuggono”da un paese perché"inospitale” nei loroconfronti. Hirschman notache in realtà c’è un altromodoefficacediesprimereilproprio malcontento e dimigliorare la qualità(dell’automobile, dellascuola, di quel partito) equesto modo è la protesta,l’uso della voce (Voice): inalcuni casi anzi, l’uscita sirivela controproducente

perché non ci sarà piùnessunoaprotestarecontrolucattiva qualità di una certamarca (così la concorrenzaprivata spesso peggiora laqualità dei servizi pubblici:potendo scegliere fra treno ecorriera, ho meno interessealla velocità e alla puntualitàdeltreno,smettodiprotestareperritardie lentezze,ecosì itreni arriveranno sempre piùtardi). Ma Hirschman notache la scelta Voice non ha

mairiscossoungrandefavorenegli Usa proprio perché"l’esistenza e lo sviluppostessi degli Stati Uniti sonodovuti a milioni di decisioniche alla voce preferironol'uscita”: "inunanazionechesi era fondata sulla fugaprosperandovi, la fiducianell’uscita comemeccanismosociale profondamentebeneficoèstataindiscussa”.11GliUsasonocioènatidauna

scelta Exit e persino imovimenti più contestatori,quando rinnegano il sistemaesistente, di norma scelgonola defezione, le comunità neldeserto, come fecero i "Figlidei fiori”negli anni sessanta.Traslocare, cambiare casa,muoversiènonsolousareundiritto costituzionale, ma unriaffermare laCostituzione, ètestimoniarla nella propriavita.

Il problema è che questa

perpetua transitorietà, questostato d’animo con le valigiepronteconviveconunamoredivoranteper lapropriacasa.La provvisorietà sistematicasi coniuga con l'adorazionedelfocolareimmutabile,delladomesticità.Èunpo'quelcheavviene per la famiglia. Lafamiglia è il valore centraledella società americanama èla sua realtà più fuggevolepoiché, appena i figli sonocresciuti, essa si disperde

disseminandosi su tutto uncontinente in una diasporairreversibile (facilitata ecausata dalla mobilità).Qualcosapercuisièprontiauccidere, ma che è cosìfugace.

La legge americanaconsentedisparareeucciderechiunque penetri in casa tuacontro la tua volontà.Kenneth Jackson12 citaGaston Bachelard per cui lo

spazioèdivisoneiduegrandiinsiemi “Casa/Non Casa”,proprio come il mondo èdivisoin“Io/NonIo”:laCasaquindi come simbolo del Sé.Ma in quanto simbolo di sé,una casa povera emalandataindica un Io sciatto, ozioso.La dimora diroccata puòessere abitata solo da unresidente bacato, vizioso(povero?).

Quest’attaccamentogeloso nei confronti della

casa in quanto valore (la“casità”), idea di focolare, èsolo formalmentecontraddetto dalla facilità ditraslocare. Mentre ci abiti,curiiltuogiardinettofinoallospasimo, mettendo tutto ilsenso di te nella tonsura delprato, ma poi è senzarimpianti che l'abbandoni perun nuovo, uguale praticello.L’idolatria nei confronti delvalore casa, della casità, èparisoloalladisinvolturacon

cuilacasamateriale,inlegnoechiodi,ècomprata,venduta,abbandonata. La costruzionefisicainballoon frameèsolounostrumento,unutensiledelvalore-casa.

Inquestosenso,purmeno“casalinghi",glieuropeisonopiù feticisti nei confrontidella dimora familiare: bastipensare alla retorica sullacasadegliavi.Lacasafisica,materiale, è un valore in sé,nonèarnese,essarappresenta

la "solidità” (negli Usa essarappresenta invece la“realtà”): non a caso inEuropa si dice “investire nelbene immobile (si notil’immobile), nel mattone(Italia), nella pietra(Francia)”,mentreinAmericasi parla di real estate,“proprietà reale". La stessadifferenza che c’è tral’orologio che ti regalavanoda ragazzo (per la primacomunione, nei paesi

cattolici), un orologiocostoso, destinato a duraretutta la vita, che toccavi conpiacere, come una bellastilografica, e invece loSwatch, preciso, a buonmercato, di cui possiedi tuttauna collezione, che cambi eindossi in accordo col coloredel vestito, e che compri egetti con facilità (come unabiro). Il paragone conl’orologiorisaleadAlexisdeTocqueville quando

descriveva la natura deiprodotti manufatti “presso ipopolidemocratici”:

[L’operaio] si sforzad’inventare processi chegli permettano dilavorare non solomeglio, ma anche piùrapidamente e a minorcosto e, se non puòriuscirci, di diminuire lequalità intrinsechedell’oggetto che

produce, senza renderlodel tutto improprioall'uso cui è destinato.Quando solo i ricchiavevano orologi, questierano quasi tuttieccellenti. Oggi se nefanno solo di mediocri,ma tutti ne hanno uno.Così, la democrazia nontende solo a dirigere lospirito umano verso learti utili, ma porta gliartigianiaprodurreassai

rapidamente oggettiimperfetti e ilconsumatore adaccontentarsi di questioggetti.13

Questa relazione usa egetta, strumentale, conl’ambiente che ti circonda èun modo diverso dirapportarsi col mondo (equindidiesseresestessi)chesièimpostoesièestesonellamodernità.Nonèunrapporto

causato solo dalla tecnica odalle leggi del mercato, odalla logica del dominio odello sfruttamento: nel casodella villetta balloon frame,cosa vorrebbe infatti dire“sfruttare una casa”?Piuttosto, qui il rapportostrumentale si rivela l’unicomodo per far convivere duemiticontraddittori:daunlatoil mito del focolaredomestico, simbolo del tuoradicamento, che ti raffigura

come quercia inamovibile,dall’altro l’aspirazione allalibertà, il perseguire lamobilità geografica, fisica,che spazza via le radici. Perottenere l’uno (il focolare) el’altra (la mobilità), per farcrescere un’improbabile“quercia mobile”, bisognaallora smaterializzarle questeradici, far sì che esse sianoindipendenti dal luogo fisicoincui tuabiti,cheessesianopresentiovunque,anchenella

mobilità, letteralmente“astratte” dal sito in cui siradicano.Nelmondolatinolagens risiedeva là dove sìergeva l'altare con gli dèiprotettori della famiglia, iLari; nell’America di ogginessunosiportapiùappressoil “fuoco domestico”, ma lacontinuitàdelfocolarealdilàdello spazio e del tempo ègarantita dallastandardizzazione dellevillette e delle case. La

standardizzazione,ancoraunavolta. Il fatto che le casettesiano costruite tutteesattamente nello stessomodo, stessa logica, stessiaccessori, con assi dellastessa sezione 2x4 pollici, tifa vivere sempre nella stessaabitazione, che ti trovi inTexas o nel Maine, ti fasentiresempreacasatua.

L’impersonalità,l’anonimato delle caseamericaneèunacaratteristica

ricercata,enonunamancanzadi gusto o la spiacevoleconseguenza del costruire alrisparmio. Già ai suoi inizinell’Ottocento, osserva JohnB. Jackson, la casa balloonframe

erarapidaesempliceda costruire, eraindifferente alletradizioniarchitettonichelocali o popolari, ed eravista come temporanea;

non perché sarebbecrollata, ma perchésarebbe stata vendutapresto e presto ceduta anuovi venuti. SolonRobinsone altri scrittorisulla conquistadelWestesortavano le famiglie acostruire le loro caseballoon frame il piùimpersonalipossibileperpoterrenderleaccettabilia ogni eventuale

acquirente.14

Il “più impersonalepossibile” come qualitàpositiva,comeciòchefacilitalo scambio. Lastandardizzazione, la dimoracome strumento seriale, ticonsente di ritrovare amigliaia di chilometri didistanza sempre lo stessomodellodicasa,stessoprato,stesso cortile, identicosuburbio. Come puoi

attraversare il mondomangiando sempre lo stessohamburger McDonald’s, cosìpuoi traslocare per tuttal’America, dall’Atlantico alPacifico, abitando semprenella stessa villettaunifamiliareintelaioballoon.Che importa quindi se lavilletta è fragile, se dopoqualche anno crolla? Quellavillettarivivenellesuecopie,èduraturanoninsé,manellasuareplicabilità.

È "la casa nell'era dellariproducibilità tecnica”, perusare le categorie introdotteda Walter Benjamin perl’arte. In quest’era, dicevaBenjamin, si fa problematicoil concetto di autenticità:sapevamoche“l’originale”diunquadroeraautenticoechelesuecopieerano“false”,main che senso un capolavorofotografico è autentico e lasua riproduzione è un"falso”?L’operad’arteperde

lasua"aura",dovel’auraèlalontananza della suairripetibilità: riproducendola,la tecnicaavvicina l’opera. Ilrapporto tra riproducibilitàtecnica del balloon frameoltreAtlantico e “aura” dellamagione avita nel Vecchiocontinentericalcalarelazionetra riproduzione e quadroorginale: “L’unità e la duratas’intreccianostrettissimamente inquest’ultimo [nel quadro],

quanto la labilità e laripetibilità nella prima [lariproduzione]”. La dimorasecolare è unica e duraturaquanto il balloon frame èlabile e ripetibile. Con lariproduzione, l’opera “siavvicina” a tutti, con ilballoonframelacasadiventaallaportataditutti.

La differenza non è innegativo. Come “l’operad’artediventaunaformazionecon funzioni completamente

nuove, delle quali quella dicui siamo consapevoli, cioèquella artistica, si profilacome quella che in futuropotrà venir riconosciutamarginale”, e come “l’operad’arte riprodotta diventa inmisura sempre maggiore lariproduzione di un’operad’arte predisposta allariproducibilità”,15 così nellaformazione “casa” lafunzione che le era

riconosciuta può diventaremarginale e, nell’epoca dellacasa seriale, avremo lariproduzione di un focolarepredisposto allamoltiplicazione. È informazione una nuova ideadell’abitare, una nuovaestetica, in un diversorapporto con l’esterno. Quelcheaunocchioestraneopuòapparire ripetitivitàantiestetica è invece lasoluzione creativa che la

standardizzazione industrialefornisce per renderecompatibili due pulsionicontraddittorie, per permettere all’uomo di viveredue sentimenti incompatibili,radicamento domestico enomadismoesistenziale.

***

Solo in un’autostrada

degliStatiUnitipuòcapitartidi essere superato da una

villetta con le tendinesvolazzanti dietro le finestre,con il comignolo, il tettospiovente e, a volte, ancheuna loggia davantiall’ingresso. Il villino èfissato sull’immensorimorchio di uno di queicamioncromati,lucenti,conidue fumaioli alti accanto almuso minaccioso, che su egiù per le Interstates titallonano ruggenti, come nelfilm Duel di Steven

Spielberg: si pensi che ledimensioni standard dellemobilehomes, "casemobili”,sono di 12x36 piedi, cioèsono larghe 3,60 metri elungheben11metri.Secondol’annuario statistico, negliStati Uniti, su 119,1 milionidi unità abitative, il 7,4%,cioè 8,8 milioni sonocostituite damobile homes edatrailers.16

Sezioneassonometricadiunamobilehome

Di fronte al metodo piùraffinatodellacasareplicante,riprodottaserialmentesempreuguale a se stessa, lamobilehome rappresenta la formaarcaica, primitiva, perconciliare perpetuità delfocolare e mobilitàresidenziale. Mentre nelprimo caso traslocando siabbandona la vecchia dimoraper trovarne una nuova maidentica alla prima, qui lacasarestasestessa,simuove

fisicamente, funziona comeunachiocciola,ungusciocheci si porta appresso. Questoguscio ti permette diviaggiare e insieme ti dà lasensazione di essere protetto.Rispetto alla casa, c’è lostesso balzo tecnologico chesi verificò nel tardoMedioevo tra il far viaggiarele monete d’oro e invecespedire un ordine dipagamento (l’invenzionedegliassegni):nelprimocaso

l’oro si muove fisicamente,nel secondo caso esso restafermo, si muove il suoconcetto, perché lo ritroviuguale a sé a migliaia dichilometri di distanza. Macome avviene spesso, lamobile home, in quantosoluzione tecnologicaconcettualmente arretrata, èperò cronologicamenteposteriore alla serialità delballoon frame, si avvale deiprogressi produttivi

novecenteschi e si presentacome più progredita: essaassimila l’industriaautomobilistica in quellaedilizia. Non per nulla, illibro più completosull’argomento,conimmaginibelle e foto a voltecommoventi, quello di AllanD. Wallis, s’intitola WheelEstate, dove wheel (“ruota”)estate allude a Real Estate("proprietà immobiliare”):wheel estate è una

contraddizione in terminipoiché è “proprietàimmobiliare mobile”: dinuovo la conciliazione degliopposti, ma qui in sensomateriale. La mobile homeassimila i progressiautomobilistici non solo enon tanto perché viaggia suruote, quanto perché èprodotta industrialmente inunacatenadimontaggio.

Il suo status ibrido tracasa e auto è emerso nella

difficoltà di definire le suefondamenta, il suo “telaio”.Secondo l’annuario statisticoUsa,unamobilehome "èunaresidenza mobile largaalmeno 10 piedi e lungaalmeno 35 piedi, disegnataper essere rimorchiata sulproprio chassis e senzabisogno di fondazionipermanenti”. Non si era maisentito parlare dello chassisdiunacasa!

Ma questa definizione

crea ulteriori problemi: lochassis assimila la mobilehomea un veicolo, non a unedificio, impedendole quindil’insediamento nelle areedefiniteresidenzialidalpianoregolatore. Non solo, manelle auto lo chassis è inmetallo,mentreinquestecaseèdilegno,conilrisultatochel’ufficio federale (U.S.Department) dell’Housingand Urban Development(Hud) ha provato a imporre

uno chassis metallico allemobilehomes.17

Mezza casa, mezzoveicolo, lamobile home nonhaperòné lamobilitàdiunamacchina né la comodità diuna casa: troppo immane perspostarsi facilmente,è troppopiccolaperabitarviconagio:lunga11metrie larga3,60èenorme sulla strada, ma nonfanemmeno40mq.Poichéinmediaviabitano2,4persone,

ci si sta proprio stretti (16,6mq a testa sono meno deglistandard abitativi - teorici -dell’ex Unione Sovietica cheeranodi19mqapersona).Lasoluzione più spaziosa,double wide, congiunge ledueunitàunaaccantoall’altrain modo che ora la casa sialargaildoppio,7metrie20,eil tutto abbia un’area di ben79 mq che resta comunquequella di un minuscoloappartamentino urbano. C’è

qui una secondacontraddizione: la mobilehomeè basata sull’idea deglispaziinfiniti,dellasterminataprateria: ma in questaprodigale disponibilità dispazio, gli umani siarrangianoperstarcistrettini,per pigiarsi in locali angusti.Salta agli occhi la relativapiccolezza degli alloggi nellesconfinate distese dellacampagnaamericana.

Costruita inserie (oggi le

industriedelsettorechiedonochesiparlinonpiùdimobilehomes, ma di manufacturedhomes, di “case fabbricate”,visto il significato deterioreche ha acquisito la primalocuzione), la casa mobilerappresenta il massimo dellastandardizzazione.Enonsoloperchélesuedimensionisonostandard, perché i suoicomponenti sonointercambiabili,maperchéhabisogno di un ambiente

standardizzato: per poterviaggiare è necessario che icalibri e i passi delle presed’acqua, i bocchettoni dellefogne (il dumping), le preseelettriche siano dovunqueuguali.

La mobile home hadunque bisogno di specificiterreni attrezzati, dappertuttouguali a se stessi, cherichiamano irresistibilmentele corsie d’ospedale, dove lecase (o i trailers) in fila una

accanto all’altra sono idegenti (in fila uno accantoall’altro)mantenutivividalletubature esterne: fleboclisi,cateteri,inalatoriperimalati;tubature d’acqua e fognarie,cavi elettrici, prese per lacable-tv per le case. Ancheper le mobile homes ilmovimento è solo apparentepoiché trasferisce da un sitoattrezzatoaunaltro, identicosito attrezzato. Di diverso,rispetto alle case fisse, c’è il

rapportoconlospazioesternoal caravanserraglio, desertointornoaun’oasicarovaniera,terreno di tappa (anche se latappa può prolungarsi perdecenni). La mobile homemantiene così quel caratterecheleerastatoinstillatonellasuaepocad’oro,conigrandilavori del New Dealrooseveltiano e poi conl’industria bellica quando ilgoverno dovette provvedereall’alloggio - insieme

transitorio e semipermanente- di centinaia di migliaia dilavoratori: nel 1945 nellaboratorio atomico di OakRidge (Tennessee) 5000trailers si aggiungevano a9600 case prefabbricate e16.000 baracche. Questomodello ha avuto successo ehatrovatomoltiimitatori.Nelsettore minerario, la Exxoncostruì un villaggioresidenziale per 2000minatori a Battlement Mesa

(Colorado) vicino a ungiacimento di scistibituminose: quando i lavorifurono terminati, questemobile homes divennerovillaggio residenziale perpensionati.18

Battlement Mesa è unbuon esempio di quanto siapuro mito la mobilità dellemobilehomes(pericamperildiscorso è diverso): in realtàil 95% delle case mobili va

direttamente dalla fabbrica aunsitopermanenteepoinonvede mai più una strada.Statisticamente, la mobilehome non si sposta più diquanto si sposti un cottage.La sua “mobilità” designaallora solo una maggioreeconomicità,unaserialitàpiùspinta,unacategoriaabitativapiù dozzinale. Nel 2001 ilprezzo medio di una mobilehome era di 48.800 dollaricontro i 170.000 dollari di

una nuova casa unifamiliarecostruita sul posto. Certo, cisono anche case mobili da190mqcontrestanzedalettoe due bagni, da 100.000dollari, ma in genere lamobile home è la soluzioned’alloggio dimesso percittadinipoveri.Peraffrontareil mutuo di una casa da170.000 dollari è necessariounredditodi59.000dollari(èquesto un criterio generalenelmercatoimmobiliareUsa:

vengono concessi mutui sucasechevalgonononpiùdeltriplo del tuo reddito annuolordo), mentre per comprareuna mobile home da 48.800dollari basta un reddito di35.000.19 Il rapporto travalore della casa e livello diredditoècomunquemoltopiùsfavorevole per le mobilehomes:peresse imutui sonomolto più cari, perché ipoveri "sono meno

affidabili”,ilcontrollosuunacasa mobile più difficile, lerate inevase e lemoremoltopiù frequenti. Ancora unavolta il proverbio: “Si prestasoloairicchi”.

Da qui la cattiva nomeadelle mobile homes comerifugio per poveracci: il 37%delle famiglie che vivono inunacasamobilehaunredditomedio annuo inferiore a20.000 dollari (poco al disopra della soglia di

povertà).20 Popolati dapoveri, i campi di mobilehomes sono percepiti comecomunità chiuse, aliene,paragonabiliinEuropasoloaicampi di zingari. Anche qui,come tra igitanidelVecchiocontinente, alladiscriminazione altruirisponde uno spirito diaccampamento, il sentimentodi formare un gruppo chiusorispettoalfuori:iresidentiin

case mobili o in camperfiniscono sempre perrincontrarsi, per frequentaregli stessi camp grounds. Lastessa(pursemitica)mobilitàseparalacomunitàinternadaquellaesterna.Sigeneracosìuna subcultura delle casemobili e dei trailers,direbbero i sociologi. Anchediquestaghettizzazionesihatraccia nei film americanidove la polizia va sempre acercare imalviventi incampi

dimobilehomesediroulotte.Ma nel decennio

reaganiano, nell’eraclintoniana e ancor più conBush Jr., una parte dellaclasse media è statadeclassata nel purgatoriodellemobilehomes.Ilredditomediano21 delle famiglieresidenti in questo tipo dialloggi è infatti sceso indollari costanti (cioè taratidell'inflazione), da 14.500

dollari nel 1981 a 13.400dollari nel 1996, proprioperché in questi ventanni lafascia medio-bassa ha persoquote di reddito: nel 1980 al60% meno agiato degliamericaniandava il35,1%ditutto il reddito disponibile,mentrenel2000 la loroparteera solo del 29,8 %, cioèavevanopersounsettimodelproprio reddito (al contrariogli introiti del 5% diamericani più ricchi era

passatodal14,6al20,8%).22All’inizio degli anni

ottanta, per rivitalizzare levendite e attirare clientela difasce più alte, l’industria delsettorecercòdiotteneredalloHud (U.S. Department ofHousing and UrbanDevelopment) unacategorizzazione in classidelle mobile homes checopiasseladivisioneinclassidi alloggi varata negli anni

trentaperrilanciarel’acquistodi case private. In questatassonomia discontinua, vidovrebbero essere perciò unaclasse a, di lusso (dilarghezza doppia, doublewide, posta su fondamentapermanenti, con garageattaccato),classiBec,medie,einfineclassidedecostruiteprima che lo Hud fissasse isuoi standard nazionali (nel1976).23

Malgrado però tutti glisforzi promozionali,l’immaginepredominante deiresidenti nellemobile homesrimane quella non solo dipovera gente, ma soprattuttodi persone vecchie, dipensionati che si vendono lavecchiacasapermanente,chevale molto di più, sicomprano una casa mobile abasso prezzo, e con ladifferenza ci vivono. Se nel1981 i capofamiglia delle

mobilehomesavevano un'etàmedia di 46 anni, nel 1990avevano51(50,8)anni,enel1996quasi53(52,8).

Ancor più significativo:nel 1980, un capofamiglia suquattro aveva meno ditrentanni, dieci anni dopo iventennieranoappenaunosudieci,enel1996eranounosudodici (l’8%).Ancor più chelemobile homes, i vecchi sicomprano i camper, lemotorhomes con cui viaggiare e

spostarsi e averel’impressione di vivereun’eternavacanza,dimareinmare. Una vacanza a prezzomodico, risicata, e finché lasalute ti assiste. Molti usanolemotor homes per sfuggireai rigori dell’inverno nelNord degli Stati Uniti. Lichiamano snow birds(fringuelli bianchi,letteralmente “uccelli dellaneve”), perché in autunnopercorrono in lunghe file le

autostrade che scendonodall’Illinois, Michigan,Minnesota, Wisconsin, Ohioper sfuggire al ventoghiacciato, alle tempeste dineve, e si dirigono verso iltepore di Florida, Texas,Arizona, California. In aprilevedi interminabili cortei dicamper ripercorrere leautostrade in senso inverso,direzione nord, guidati da"pantere grigie”. I più ricchitorneranno alla loro casa

settentrionale. I più poveriandranno in uncamp groundinrivaaunodeigrandilaghi,nel Nord delMichigan, oltreTraverse City, o sul LakeSuperioraIsleRoyale.

Inquesticampiedentroitrailers la vita è ancora piùgrama, ristretta, che in unamobile home: quest’ultima èuna casa che cerca di farsitrasportaresuruote,ilcamperè invece un camioncino chepretende di diventare una

casa.Nell’ibridotraveicoloeabitazione, la prima è piùvicina all’abitazione, ilsecondo al veicolo: ilpassaggio damobile amotornell’aggettivare home. Unagrossamotorhomeha14mqdi superficiecompresi ipostidi guida, il cucinino e ilbagnetto: pensate di vivercimesi e mesi, gomito controgomito con il vostro vecchiopartner. (Ci sono poi moltespeciebastardedi abitazione:

case fisse che hannol’aggiuntadiunacasamobile.O case mobili attaccate a uncamper che fa da stanza inpiù, o due camper attaccatil’unoall’altro.)

Ultimo paradosso dellamobilità: rispetto alnomadismo, assistiamoaduecapovolgimenti del luogocomune. I vecchi si rivelanomoltopiùnomadideigiovanie degli adulti. E la fascia direddito medio-bassa si rivela

più nomade di quellamedio-alta. Le frasi fatte "gioventùetà inquieta”e“vecchiaiaetàstabile e sedentaria” fannoposto a un’irrequietezzasenile, o a una senilitàmobile.SullacollinadiSantaBarbara (California) vivonoin ville stupende ì pensionatipiù ricchi del mondo.Anziane signore molto informa pedalano energicheverso il fornaio chic dovecompreranno pane francese.

In basso, vicino alla riva delPacifico e ai supermercatiVons, il camp ground ospitamigliaia di pensionatimiddleclass assiepati, un camperaccanto all'altro con i loroanimali domestici (èincredibile quanti canipossano vivere in unamotorhome). Sembrano approdatiqui come uccelli che siaffollano sulla spiaggiadell’oceano, pronti amigrareinprimaveraconi lorotesori

racchiusi nello scrigno delpropriocamper.

1 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002,Government Printing Office,Washington D.C. 2002, taw.920e921.

2 AA.VV, A History ofTechnology,cit.,vol.v,L’età

dell'acciaio, 1850-1900, ilcapitoloMateriali e tecnicheper l’edilizia, di S.B.Hamilton,pp.477-478.

3 Citato da Kenneth T.JacksonnelsuofondamentaleCrabgrass Frontier, TheSuburbanizationoftheUnitedStates, Oxford UniversityPress, New York 1985, p.128.

4Ivi,pp.118,126.5 Oltre al librodiK.T.

Jackson,sulruolodelballoonframe,vediancheW.Cronon,Natures Metropolis, cit., pp.178-180.

6"TheAtlanticMonthlyReview”, n. 19, 1867, pp.325-345.

7Ivi,pp.333-334.8K.T.Jackson,op.cit.,

p.186.9 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States cit.. taw.

333e334.10Ivi,tavv.25e91.11AlbertO.Hirschman,

Exit, Voice and Loyalty,Harvard University Press,Cambridge (Mass.) 1970,trad. it. Lealtà, defezione,protesta, Bompiani, Milano1982,pp.86-90.

12Inop.cit.,p.52.13 Alexis de Tocqueville,

De la démocratie enAmérique (1835), trad. it.

Rizzoli, Milano 1982, libroIII,cap.xi,p.465.

14 Citato da Allan D.Wallis, Wheel Estate. TheRise and Decline of MobileHomes, Oxford UniversityPress, New York 1991, p.161: nella stessa pagina èdisegnato lo schema di unacasa balloon frame in cuisonospecificatelefunzionidiognitrave,asse,tavolato.

15 Walter Benjamin,Das

KunstwerkimZeitalterseinertechnischenReproduzierbarkeit (1936),originariamentepubblicato inZeischrift fürSozialforschung, ora inSchriften, Suhrkamp,Frankfurt am Main 1955. Initalianonellabellatraduzionedi Enrico Filippini, Einaudi,Torino 1966. Le frasi citatesonoallepp.23-28.

16 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States, 2002, cit.,tav.936.

17A.D.Wallis,op.cit.,p.225.

18SuitrailersdurantelaSeconda guerra mondiale,vedi K.T. Jackson, op. cit.,pp. 261-262 e A.D. Wallis,op. cit., pp. 83-93. SuBattlement Mesa, A.D.Wallis,op.cit.,pp.192-193.

19 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002, cit.,tavv. 919 e 925 e l’inchiestadel “Chicago Tribune" del 5maggio1993.

20 Dati riferiti al 1996tratti dal sito di ForemostInsurance:www.foremost.com/market_facts.

21 IIredditomedioè lamedia dei redditi, mentre ilreddito mediano è quelreddito per cui metà delle

famiglie ha un redditosuperiore e metà dellefamiglie ha un redditoinferiore, è cioè quel redditoche divide la popolazione ametà ed è quindi piùsignificativo.

22 U.S. Bureau of theCensus,StatisticalAbstractofthe United States 2002, cit.,tav.659.

23 A.D. Wallis, op. cit.,pp.242-245.

7.Minieredilegname

“Madovesisonocacciati

gli sterminati boschi deiGrandi Laghi?” La domandati si ripropone sempre piùpressante, man mano chet’inoltri nei campi e nei

frutteti - meli, peri, ciliegi -della penisola del Michigan,daFlintsufinoaCharlevoix,o che ti allontanidaChicagoverso nordovest, nelWisconsin centrale e poiancora nelle sterminatepiattezze coltivate a cerealinel Sud del Minnesota.Ricordi il raccontoLassù nelMichigan di ErnestHemingway con il giovaneNick; ti sfilano le immaginidei rudi spaccalegna, i

lumberjacks.Ma nulla ormaidifferenzia queste regionidalle grandi piane centrali,dal Sud dell’Illinois, dalMissouri.

Ti coglie una delusione,come se ti avesserodefraudato dei boschi.Proprio come a Chicago tihanno scippato i grandimattatoi (oggi diroccati) o laGrandCentralStation(rasaalsuolo nel 1971). Ancora unavolta, ti accorgi che la

grandezza di Chicago è stataplasmata da quel che èscomparsoechelasuagloriaèdovutaaquelchenonvedi:le Stock Yards da tempoabbandonate, le ferrovie daibinari ora arrugginiti, e lesconfinate foreste dei GrandiLaghi ormai disboscate. Perdecenni, nella seconda metàdell’Ottocento, grazie aglialberi, Chicago divenne piùricca man mano che laregione dei Grandi Laghi si

disboscava. Capitalemondiale del legno, Chicagoerailpuritanesimofattacittà:la selva, tenebrosa come ilpeccato, selvaggia, pagana eabitata da selvaggi pagani, èper la civiltà un ostacolo daabbattere, un freno allacoltura dei campi e, perconverso, la legna - fruttodell’abbattimento di questeforeste - è uno dei migliorimezziperlacolonizzazione.

E gli statunitensi si

dedicarono con tantacoscienziosa alacrità adistruggere la coperturabiotica della crosta terrestreche entro l’inizio del xxsecolo avevano disboscato,secondo la stima piùprudente,300milionidiacri,1,2 milioni di chilometriquadrati,unasuperfìciecheèil quadruplo dell’Italia, duevolteemezzolaFrancia.1Sein Europa la rivoluzione

industriale era stata stimolatadalla crescente scarsità dilegno e proprio questapenuria aveva determinato iltrionfo del binomiocarbone/vapore, negli StatiUnitiavvenne ilcontrario: fula prodigale abbondanza dilegno ad accelerarel’industrializzazione delpaese. Proprio come per lavillettaballoonframe:mentrein Europa il progressotecnologico riduceva l’uso

edilizio del legname, negliStati Uniti un progressoarchitettonico facevaesplodereilconsumodilegnaper le abitazioni (le case dilegno sono uno dei grandiresponsabili delladeforestazione delNordamerica).

Per industrializzare ilpaeseecolonizzareilWest,illegno serviva a tutto e tuttorichiedevalegna.Conilfuocodilegnasiscaldavanoicorpi,

si cuocevano i cibi, simuovevanolelocomotivecheviaggiavano su traversine dilegno, trainando vagoni dilegno,versostazionicostruitein legno che servivanofattorie di legno, circondateda recinti lignei. Ecco cosascriveva nel 1880 il“Northwestern Lumbermen",bollettino - stampato aChicago - della corporazionedei Lumbermen, “i mercantidilegname”:

Ogni nuovo colononelle fertili prateriesignifica un nuovoarruolato nel vastoesercito di consumatoridi legname, una nuovacasa da costruire, unnuovo granaio, altri 40acri di terra dastaccionare,unanuovaoforseun’altradozzinadimangiatoie; significaun’estensionedelle lineeferroviarie con il loro

conseguente massiccioconsumo di legname;significa un incentivoaddizionale per altripotenziali coloni perinstallare fattorie vicinoa quella del primoarrivato;significachiese,scuole, negozi,marciapiedi di legno,strade lastricate [inlegno].2

L’uso del legno spingeva

l’industrializzazione el’industrializzazione divoravala legna. Questa spiralesempre più accelerata preseun ritmo vorticoso a partiredal 1840-1850. Proprio atempo perché, grazieall’apertura del canaleMichigan-Illinois (1848),Chicago potesse partecipareallo sfruttamento del pinobianco,l’alberochecostituival’orgogliodeiGrandiLaghi.3

Il pino bianco era alto inmedia 50 piedi (15 metri),cresceva uniformemente perduesecoliepiùe,pienamentesviluppato, raggiungeva i 60metridialtezza(unpalazzodiventi piani). Nei grandiesemplari il tronco aveva undiametro di 6 piedi (1,80metri): per cingere la suacirconferenzadiquasi6metridovevano tenersi per manoquattro uomini. Addirittura,fino al 1880, i legnaioli non

consideravanodegnidiesseretagliati alberi il cui troncoavesseundiametrominoredi3 piedi (90 cm). Il pinobianco era perciò il frutto diuna secolare accumulazionedi capitale naturale, era“lavoro morto” lasciato suterra da innumerevoli ciclisolari: era la “mannapetrolifera" di Chicago. Persua sfortuna, il pino biancopossedeva qualitàstraordinarie per lo

sfruttamento umano. Poichéperdeva i rami inferiori viavia che s’innalzava, il suotroncoeraliscioesenzanodiper almeno dieci metri. Lasua grana era fortissima,adatta a sopportare carichi etensionienormi,perònoneracoriacea ma abbastanzatenera da essere lavorata amano. Ultimo, decisivovantaggio: a differenza deglialtri legnami duri, il pinobianco galleggiava, cioè si

facevatrasportaredall’acqua.Già, perché la resistenza

alluso intensivo, industrialedel legname, si era sempreannidata nella difficoltà ditrasportarlo: le regioniboscose sono umide epiovose e i sentieri vi sisnodano fangosi, impregnatid’acqua, e la melma rendeproibitivoiltiroaicavalliperpiù di brevi distanze. Nelleregioni attorno ai GrandiLaghi, il terreno era

letteralmente imbevutod’acquaamo’dispugnaodipantano (il Wisconsin peresempiovantadiecimilalaghie laghetti, primato che gli èconteso dal Minnesota).Invece il pino bianco eratrasportabile sotto forma dilunghe, chilometriche zattere(il rafting). Esso risolveva ilproblema del trasporto, maavevabisognodigrandicorsid’acqua. Ancora oggi sulfiume Hudson o sul San

Lorenzo si vedono gliinterminabili convogli dilegname scendere pigridall'alto Canada versol’Atlantico. Le vie d’acquaerano indispensabili per lospostamentodellegno:daquil’importanza dei GrandiLaghi,daquilafuriaconcuigli americani costruironounafaraonica rete di canali nellaprima metà dell’Ottocento.Da qui l’ostinazione deiChicagoans nel costruire il

canale Michigan-Illinois chepermettevaaipinibianchideiGrandi Laghi di penetrarenella valle del Mississippifino a New Orleans, e di lìalle Indie occidentali,all’Europa.

Chicago fu ricompensata.Senel1847eranogiuntinellaWindyCity76.000metricubi(mc)dilegname,nel1851,treanni dopo l’apertura delcanale, la quantità si eraquadruplicata, a 295.000mc;

nel 1869 arrivarono aChicago2,3milionidimc-epersessantanni, finoal1930,ilvolumedilegnamesbarcatosuisuoimolinonsarebbemaisceso sotto questa soglia. Ilmassimofutoccatonel1892,quando nel suo portoattraccarono 6 milioni di mcdi legno.DanotarechenegliarriviaChicagoillegnameful’unico settore in cui iltrasporto via acqua riuscì amantenere una superiorità

sulle ferrovie sino alla finedell’Ottocento (il legnameripartiva invece su rotaia al95% per le grandi cittàdell’Est e i nuovi centri delWest).Nonsoloeranolegnoitre quarti dei carichi entratinelsuoporto,mafinoal1880la ferrovia faceva giungere aChicago meno del 10% dellegname; percentuale chesarebbe rimasta inferiore al40% fino al 1898. L’epopeadellegnameèquindiunasaga

chesisvolgesull’acqua.

***Era in autunno avanzato,

dopo i lavori agricoli, che ilumbermen venivano aChicago ad arruolare le"ciurme”(crews)diboscaioli.È vero che in città i salarieranopiùaltichealtrove(trai100 e 200 dollari perstagione, oltre a vitto e -misero - alloggio nelle

baracche), ma la manod’operaerapiùabbondanteesi potevano scegliere glispaccalegna migliori. E poi,qui i lumbermen potevanoapprovvigionarsi di asce,seghe, mozzi per i carri, ditonnellate di fagioli, porco,burro, sale, grano, biada,avena per uomini e cavalli.Soprattutto, qui trovavanocredito,incambiodellalegnacheviavrebberosmerciatolaprimavera successiva.

Credito,cioèdenarofrescoinun settore sempre a corto diliquidità, con drammatichestrozzature nel flusso dicassa: si sborsava a fineautunno e (forse) s’incassavaseimesidopo.Il“credito”,ladisponibilità di capitali, fu laleva con cui il legno fecegrandeChicago.

Appena ilclimasi facevapiù rigido, gli equipaggiviaggiavano a nord verso le"miniere di legname”, dove

gli alberi andavano falciati.Neiprimiannisiabbattevanosolo i tronchi checosteggiavano i corsid’acqua,mapoi i taglialegnadovettero allontanarsenesempredipiù.Nelfrattempo,leciurme,cheall’inizioeranodi circa quindici uomini,diventavano più numerose,finoasuperareilcentinaiodimembri. I boscaioli siaddentravano sempre più nelregno del ghiaccio: solo il

gelo poteva indurire il fondodei sentieri tanto dapermettereai tiridicavalliditrainare-suslittaosuruota-i pesantissimi tronchi fino albordo dei pantani. I nomidelle più famose “cave” dilegna dell'Ottocento hannoinfatti il nome di pantani: il"Pantano del Bue”,The BeefSlough, in Wisconsin, peresempio, o il West NewtonSloughinMinnesota.

Le immani cataste

giacevano così per tuttol’inverno, in attesa deldisgelo. Le sorti del“raccolto” dipendevano daquantaneveeracaduta.Selenevicateeranostate scarse, ildisgelo non avrebbeliquefatto acqua sufficiente afar galleggiare le immensepiledi legnacheattendevanosul bordo dei pantani. Solotantissima neve, nel suorapido sciogliersi, una solavolta l’anno consentiva per

un brevissimo periodo aicortei di tronchi di defluireverso i corsi d’acquaprincipali e da lì, lungo ifiumi, le imponentiprocessioni si avviavanoverso i Grandi Laghi e icanaliartificiali.

Nessuno storico è mairiuscito a trattenersi dalraccontare l’epopea deimaxiingorghi di alberi che siformavano sui fiumi quandoun tronco s’incuneava nella

riva o nel fondo, faceva daostacolo,bloccavadietrodisécentinaia di migliaia ditronchi che si ammassavanofinoaformareunamegadiga.Alcuni di questi ingorghisonorimastifamosi,comenel1869, a Chippewa Falls, inWisconsin, dove il legnamerimase intasato su unalunghezzadi24km,tantochein alcuni punti la diga ditronchieraaltapiùdi9metri,unapalazzinaditrepiani.Nel

1889 sul fiume Menomineerimaseincastrataunaquantitàdi tronchi tripla rispetto aquella di Chippewa Falls,quasi un milione e mezzo dimetri cubi. Disincastrare ladiga era compitopericolosissimo, leggendarionella confraternita deitagliaboschi: bisognavaestrarre con i ganci i tronchiche facevano da zeppa, colrischio che tutta la catasta ticrollasse addosso. Fanno

impressione, a tutt’oggi, lefoto in cui vedi i boscaioliottocenteschi passeggiare“sotto”ungigantesco,caoticoammasso di tronchi percercare di disincagliarli.Anche per questo ilumberjackseranopagaticosìbene.

Ma la loro epopea nonriuscì mai a rivaleggiare conla risonanza dei cowboys.Forseperlanaturadistruttivadel loro lavoro che impediva

di ricamare sudi essi ilmitodell’eroe positivo (anche icowboysportavanoivitellialmattatoio, ma non limacellavano essi stessi). Oforse perché il mondo dellegname fu subito preda deilumberbarons(assonanteconi robber barons, i "baroniladri”, i briganti delcapitalismo ottocentescoUsa). Certo è che unFrederick Weyerhaeuser nonavevanientedainvidiareaun

Daniel Gug-genheim, a unAndrew Carnegie, a un JohnRockefeiler.

La spietatezza di questosettore era insita nella suabasemateriale,nella capacitàcioè di accaparrarsi immensedistese di foreste al prezzopiù basso possibile. Peresempio,attornoal1860EzraCornell comprò mezzomilionediacri(2000kmq)diforeste di pino bianco nellavalledelChippewaRiverper

esercitare, secondo le sueparole, “un temibile etremendo [fearful andterrible] monopolio”4: avedere oggi l’arcadicadolcezza dell’Università diCornellaIthaca(statodiNewYork),nontiverrebbemaiinmentecheessaèstatafondatagrazie al terrore suscitato daun monopolio.Nell’accaparrarsi i terreni, lapotenza del capitale si

coniugava con la connivenzadei politici nell’alie-nare ilpubblico demanio, nelvendere a prezzi di favorelotti di foreste nazionali agliamici. Le linee ferroviariepossedevanoimmensedistesedi terra grazie ai LandGrants.Edietrolecompagnies’intravedeva l’ombra dellebanche, in particolare dellaMorgan.

Quando all’inizio delNovecento, sotto la

presidenza di TheodoreRoosevelt, fu lanciataun’offensiva contro i granditrust, fu aperta un’inchiestaanche sulla concentrazionenell’industria del legno.Iniziatanel1906,essafuresapubblica solo nel 1913 (adimostrazionedelleresistenzeche aveva incontrato).Secondoilrapporto,neiLakeStates (Minnesota,Wisconsin,Michigan)iprimi4 proprietari possedevano il

12% di tutto il legname, iprimi 17 ne avevano il 22%;aiprimi44ne apparteneva il37%, e un totale di 215proprietari ne deteneva il65%.5Nel 1913, sulPacificola concentrazione era ancorapiù pesante che sui GrandiLaghi. Sulla costaoccidentale, FrederickWeyerhaeuser possedevalegna per 227 milioni di mcsu 8000 kmq (una regione

grande come l’Umbria). LaNorthern Pacific Railwaypossedeva 84 milioni di mesu12.000kmq,elaSouthernPacific Railroad 246 milionidimcsu18.000kmq.

Queste tre società, i BigThree, controllavano 40.000kmq di boschi. Ma laconcentrazione era ancoramaggiore. Weyerhaeuserpossedeva sì 227 milioni dimc, però attraverso pacchettiazionari, partecipazioni

incrociate, societàprestanome, controllava 690milionidimc,cioèunjsestodi tuttoil legnamedegliStatiUnitieunquartodellegnamecommerciale.6 Si noti chequestimilionidimetricubidilegna erano conteggiatimentre erano ancora piantatiper terra, avevano rami,foglie verdi, pigne.Ci risultadifficile valutare alberi vivicome volumi. Ma non c'è

nulla di illogico: li sicalcolava come oggi si stimala capacità di un giacimentopetrolifero.

Il processo diconcentrazione richiedevasegherie più grandi che peròsi giustificavano solo setrattavano quantità di legnoancora più imponenti chedeforestavanoareeviaviapiùvaste e che per il trasportorichiedevano un sistema dibacini di raccolta e di chiuse

(booms, da cui il termineboomingCompanies).Ancoranel 1850 bastava qualchemigliaio di dollari perlanciarsi nel business dellegname. Ma per lanciare labooming company di BeefSlough, Weyerhaeuser e isuoisociinvestirononel1870ben un milione di dollari diallora.

Per poter lavorare nonsolod’inverno,ma in tutte lestagioni dell’anno, i grandi

lumbermen cominciarono acostruire lineeferroviarieches’inoltravano fra le solitudinidei boschi al solo scopo diriportarneviaitronchitagliati(compito agevole poichéspesso queste landeappartenevano già allecompagnie ferroviarie, grazieaiLandGrants).

Le carte geografiche dialcune zone del Wisconsinpresero la fisionomia diricamialtombolo,tantoerano

percorse da fitte trameferroviarie. Curiosamente -l’unicocasoincuiChicagofudanneggiata da quelleferrovie che l’avevano resaprospera - i convogliridussero l’importanza dellacittà,permiseroailumbermendi essiccare il legname alterminal della ferrovia, dispedirlo già tagliato,cortocircuitandoigrossistieimercantidiChicago.Lacittàaveva fondato la sua fortuna

di “capitale mondiale dellegname”edireginadelWestsul fatto che la legna viarrivava via acqua e neripartiva su rotaia. Quandoperò la legna cominciò nonsolo a ripartire,ma anche adarrivare su rotaia, non sifermò più a Chicago, vitransitòsoltanto.

***

Ma l’industria del

legname sui Grandi Laghisopravvissesolodipochiannial declino del suo centro piùimportante. Oggi atterrisce ilpensiero della fulminea,brutale velocità con cui ilumbermen arrivarono,distrussero intere regioni escomparvero.IlprimograndeboomingdellazonasiebbeaMuskegon(nellapenisoladelMichigan)nel1864.Nel1870fu inaugurato il boom delPantano del Bue in

Wisconsin. Tra il 1875 e il1883 sul Saginaw River(Michigan) furono trattatiognianno1,3milionidime.7Madopoappenaundecennio,già nel 1890 FrederickWeyerhaeuser spostava labase delle sue operazioninell’Idaho e nello stato diWashingtonperché suiLaghiil legno stava finendo, le"miniere di legname” siesaurivano. Per millenni,

nelle distese d'Eurasia, ipopoli nomadi migravanodopo che le loro greggiavevano desertificato interepianure. Nell’Americadell’Ottocento i lumbermenfurono i nomadi del capitalechesostituironoipastori.

La produzione di legnadei Grandi Laghi toccò ilmassimo nel 1890 con 24milioni di me; cominciò daallora a declinare, fino astabilizzarsi intorno a un

decimo di quel valore neglianniventi edopo laSecondaguerra mondiale, quandol’assalto si sarebbe spostatonell’Ovest e nel Sud.(D’altronde le successive,micidiali offensive deglieserciti dei lumbermen nellevarie regioni hannodeterminato nella geografiaboschiva americana unoslittamentochespaesa.Nontiaspetti, per esempio, che leregioni del Sud, Mississippi

orientale, Louisiana,Alabama,GeorgiasianotralepiùboscosedegliStatiUniti.)

Così, tra fineOttocento einizio Novecento, sconfinatedistese del Wisconsin, delMichigan e del Minnesotaapparivano come desertisconvolti, cosparsi dispezzonidi alberi,mozziconidi tronchi,ramidivelticheleautoritàcercavanodiriciclareinimprobabilicampicoltivatiper nuove fattorie. Tentativo

prestoabbandonatoperché inqueste lande settentrionali ladeforestazione lasciava solounaterrasabbiosainunclimainclemente. Nel frattempoperòicontadiniincendiavanoi campi per prepararliall’aratura, e allora lemontagne di segatura,schiappe e trucioli, lasciatedai boscaioli, scatenavanoroghi immani come nel 1881nel Michigan, nel 1894 aHinckley, Minnesota.

Nell’incendio di Peshtigo(Wisconsin) nel 1871,morironocirca1500persone,più di quante perissero nelBigFireche in quello stessoannodistrusseChicago.8

La regione era costellatadi città fantasma, borghiabbandonati dove per brevidecenni aveva pulsatofrenetica la vita dellesegherie. (Allora scomparveancheilraccoltoinvernaledel

ghiaccioper la refrigerazioneestiva e per il trasporto dellacarneneivagonifrigoriferi:ilghiaccionaturalefusostituitodalfreddoartificialeedecinedimigliaia di spaccaghiaccioabbandonarono la regione.)Così, con la Prima guerramondiale, il grandecommercio e la grandeindustriadellegnoeranosoloun ricordo a Chicago. Doveprima si ergevano sconfinatiboschidialtissimialberiinun

deserto umano di pochiindiani, c’era ora unadisalberata distesa coltivata,senza più indiani. Al postodegli alberi i grattacieli;invece dei boschi, i ghettiurbani. Come dalla faunanordamericana furonospazzate via le mandrie dibisonti, così, in pochidecenni, dalla sua florascomparvero le foreste diquei pini bianchi che intornoal1850HenryDavidThoreau

descrivevacome“grandiarpesu cui il vento fa musica”."Anche gli alberi hanno uncuore,” diceva Thoreau, esottolineava: "Nulla nelmondo si erge più innocente[freeofblame]diunpino”.9

Compare qui il tema dell'innocenzadella natura, deglianimali e dei bambini, cheirrompe nel secolo delprogresso, nell’Ottocento,quando per Dostoevskij il

piantodiunbambinodiventainsostenibile e IvanKaramazovdicechelamortedi un bambino gli fa venirevogliadirestituireilbigliettoall’universo. Ecco il vecchioronzino inastato dalcarrettiere che, secondo unatradizioneorale assaidiffusa,Friedrich Nietzsche sull’orlodella follia abbracciascoppiando in lacrime in unaviadiTorinonelgennaiodel

1889.10NelSeicentonessunoavrebbe mai detto che glialberi erano innocenti;nessunosisarebbecommossoper le frustateaffibbiateauncavallo; il piagnisteo di unbambino avrebbe suscitatosolo la spazientita tolleranzaperun’assordante seccatura ela mortalità infantile sarebbestatavissutacomeundestino,senza suscitare emozionidiverse da quelle provocate

dalla morte di un adulto. Lasofferenza del cavallo destacommozione, empatia,quando dietro le frustates'intravede lo sbuffo dellalocomotiva, e quindil’inutilità cosmica del suosoffrire, quando come“animale da traino” sta perandare inpensionee si avviaverso l’estinzione(nell’Ottocento nascono leassociazioni contro lacrudeltàversoglianimali,per

la protezione della natura equelladeibambini).

Comeilselvaggiodiventa“buono” quandol'Occidente lostermina(nellatradizione che da fra’BartolomédeLasCasasportaa Jean-Jacques Rousseau epropaganda sino nel nostrosecolo l’idea - così diffusanegliStatiUniti-che“inerisono come bambini”), cosìl’amoreperiboschicompareproprio quando divampa la

distruzione delle foreste:Thoreau si ritira nello stagnodiWalden nel 1845. Fino adalloraiboschieranostaticosìabbondanti da apparire“ovvi”, da restare invisibiliperché troppo presentiovunque. Solo vent’anniprima che Thoreau sicommovesse sull'innocenzadei pini bianchi, Alexis deTocquevilleosservavanelsuoviaggiodel1830:

In Europa ci sioccupa molto dellesolitudini dell’America.Ma loro, gli americani,non ci pensano perniente. Le meravigliedella natura inanimata litrovanoinsensibilie,percosì dire, nonvedono leammirevoli foreste dacui sono circondati cheal momento in cui essecadonosottoilorocolpi.Illoroocchiosipascedi

un altro spettacolo. Ilpopolo americano vedese stesso marciareattraverso i deserti,bonificando paludi,raddrizzando fiumi,popolandolasolitudineedomandolanatura.11

In America, la correntetrascendentalista rappresental'altra faccia dellosfruttamento capitalistico dellegno. Mentre i lumbermen,

quando guardano un bosco,vedono una cava di legnameda misurare in metri cubi, itrascendentalisti vi scorgonouna sorgente di spiritualità:“Nei boschi torniamo allaragione e alla fede” scrivevaRalph Waldo Emerson. Icapitalisti trovano nei boschiuna fonte di ricchezzamonetaria, i letterati vicercano una fonte diricchezza spirituale: “Alcontrariodeipionieripuritani

chepensavanochelamoralitàfinisse al bordo del terrenodisboscato, i trascendentalistipensavano che la moralitàcominciasse qui, al limitaredel bosco, perché l'uomo eraintrinsecamente buono e noncattivo, e la perfezioneavrebbe potuto esseremassimizzata entrando nellaforesta,” commenta MichaelWilliams.12

Facce di una stessa

medaglia, quasi mai questedue sensibilità entrano inconflitto tra loro. Di rado lareverenza per il bosco come“cattedrale della natura” sioppone all’eccidio selvaggiocompiutodallemotoseghedeiboscaio-li.Piùspessol’amoreper i boschi convive con losterminio degli alberi, comel’affetto per gli animali nonvieta di assaporare unabistecca. Lo stesso Emerson,dopo aver trovato nei boschi

fede e ragione, delineava unfuturo in cui "le selvaggepraterie saranno cariche dimessi, le paludi di riso, lecolline nutriranno greggi emandrie” e, soprattutto, “leinterminabili forestediventeranno parchi graziosiperusarliesvagarsi".

Se perciò gli Stati Unitiiniziarono a preoccuparsi perla scomparsa delle foreste eper la conseguente erosionedel suolo proprio quando

cominciarono a sterminarleindustrialmente (le primegrida di allarme sono del1847, contemporanee aThoreau),ilcompromessotraforsennato uso del legno epassionaleamoreperilboscofu realizzato razionalizzandol’usodiquestamateriaprimaepianificandonela“coltura”.

L’impiego massiccio ditruciolare e compensato alposto del legno massellopermisedi ridurregli sprechi

(nella sola fase del taglio, il10%dellegnoandavapersoacausa dello spessore delleseghe circolari). L’uso dellapolpa e il riciclaggiodi cartae cartone compresseroulteriormente i consumi. Unenorme risparmio fu ottenutocon la sostituzioneprogressiva del legno con ilcarbone, il petrolio, il gasepoi l’uranio comecombustibili (per lelocomotive, per lu cottura e

per il riscaldamento degliambienti). Così il consumoannuo pro capite di legnamediminuìdidueterzi,dai4mcdel Novecento al minimostorico di 1,5 mc nel 1975.Nello stesso modo, letecniche di "coltivazione”hanno permesso di frenare ladeforestazione e, in alcunezone, persino di rigenerarearee boschive, cosicché dal1952 l’area forestale degliStatiUniti(Alaskacompresa)

è aumentata di 400.000 kmq(una superficie pari allaSvezia), passando da 2,6 a 3milionidikmqnel1992.

Razionalizzazione epianificazione incontravanoperò limiti invalicabili. Se ilconsumo pro capite siriduceva di due terzi, intantolapopolazione triplicava.Perdi più, dal 1975 il consumoprocapitedi legnanegliUsaè di nuovo aumentatodell’11%. L’effetto

combinato del riaumentatoconsumo pro capite e,insieme, della crescitademografica fa sì che nel1999, con 279 milioni diabitanti, gli Stati Uniticonsumassero 493 milioni dimc di legna contro i 320 del1900, ovvero il 54% in più.Da esportatori che eranonell’Ottocento, oggi gli StatiUnitisonoimportatorinettidilegname (in particolare dal

Canada).13I nuovi boschi coltivati

stanno alle antiche forestecomeicampidipatatestannoalle praterie selvagge. Comel’allevamentoscientificofissòperiboviniapocopiùdidueanni il tempo da vivereperché rapidamentecrescessero e proficuamentemorissero, così, peraccelerare il ciclo, lasilvicoltura ha selezionato

varietà di pini che svettanofulminei. La loro vita è piùbreveeuniforme.Lesementivengono selezionate, i campiseminati, le piante irrorate dipesticidi,ilraccoltomietutoeimmagazzinato. Dell’anticohabitat forestale resta poco onulla; molte specie sonovicine all’estinzione, le erbeoriginarie sono sempre piùrare, la foresta si è più chedimezzata e le sue specie sisono impoverite, rendendola

geneticamente più fragile,richiedendo così l’uso disempre più potenti pesticidi.Ilsuoloesauritoesigesemprepiù concimi. E la spirale siavvita su se stessa. Trannealcuneriservenaturali,doveè"un grazioso parco persvagarsi’’, la forestaamericana è “area coltivata alegna”. E non può esserealtrimenti:illegnocostituisceil 30% di tutte le materieprime lavorate negli Usa. La

sua industria occupa 1,1milioni di addetti (2000) efattura 94 miliardi di dollaril’anno.14Èinevitabile:ilmitodel pioniere coabita con lacoltura degli alberi, l’amoreper la natura con l’industriadel legno.Vive nella propria“innocente” casetta lignea aballoon frame l’ecologo cheper la deforestazionedell’Amazzonia s’indignacontro "i governi

irresponsabilicheasfissianoilpolmonedellaterra".

NelparcodiYellowstone(Wyoming) i campeggiatorivogliono rivivere i campfires, i fuochi notturni deipionieri del West e, nelbagliore delle fiamme,riassaporare la naturaprimigenia. I rangervoglionoevitare che il bosco siarazziato dagli spigolatoli dilegna da ardere. Icampeggiatori vogliono

disporre di legna facilmenteaccendibile. La soluzionepratica è un distributoreautomaticodiciocchidilegnagià tagliati e impacchettatinellaplastica,aduedollarilaconfezione.

1 Michael Williams,

Americans&TheirForests.AHistorical Geography,

Cambridge University Press,Cambridge (Mass.)1989,pp.489-490. Questo libro è unaminiera di dati, mappe,grafici.

2Numerodel22marzo1880, p. 1, citato da W.Cronon,Nature’sMetropolis,cit., p. 153: su Chicagocapitale mondiale delcommercio di legname, veditutto il suo capitolo TheWealth of Nature, pp. 148-

206.3 II termine pine indica

non i pini (quasi assenti inAmerica nella versionemediterranea), ma moltespecie di coniferesempreverdi: così i pinibianchi dei Grandi Laghisono diversi da quelli rossidelWest e dai gialli del Suddegli Stati Uniti, e ancoradiversidagliabetiedailarici.

4 M.Williams,op.cit.,

p.217.5Ivi,p.218.6Ivi,pp.426-428.7Ivi,pp.204-205.8W.Cronon,op.cit.,p.

202.9FrasitrattedalDiario,

rispettivamente del 16settembre 1857 e del 20dicembre 1851, citate in W.Cronon,op.cit.,pp.151e425(nota11).

10 La discussione su

quest’episodio in Curt PaulJantz, Friedrich Nietzsche.Biographie, Carl HauserVerlag,München-Wien1978-1979, trad. it. La vita diNietzsche,Laterza,Bari1982,vol.III,p.30.

11 A. de Tocqueville,De la démocratie enAmérique,parte I,cap.XVII,Alcune fontidipoesiapressoi paesi democratici, trad. it.,cit.,pp.489-490.

12M.Williams,op.cit.,p.17. Le citazioni di Emersonsono tratte dalla paginaprecedente,p.16.

13 Cifre tratte da U.S.Bureau of the Census,Statistical Abstract of theUnited States 2002,Government Printing Office,Washington D.C. 2002, tav.838, eStatistical Abstract ofthe United States 1993, cit.,tav. 1153, e daM.Williams,

op.cit.,pp.8e487-488.14 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002, cit.,taw.832e837.

8.Iltramdelprogresso

NeidintornidiChicago,i

comuni hanno nomi arcadici.Almenocinquantanomisonoattinentiadalberi,aboschi,agiardini. Sedici comuni sichiamano “Parco...”: Parco

delCalumet,ParcodelCervo,Parco Sempreverde... Novesuburbi hanno per nome"Bosco...”: Bosco di Casa(Homewood), Boschi delFiume (Riverwoods). Poi cisono dieci "Boschetto...”(Grave): Boschetto diPrimavera, Boschetto dellaPrateria,BoschettodegliAlci,Boschetto del Fiume dellaVolpe, Boschetto del Bufalo.Poi ci sono i comuni“Foresta”:ForestadelFiume,

Vista della Foresta, Lagodella Foresta (ma c'è ancheForesta del Lago). C’èVailetta del Bosco e poi cisono le combinazioni. C’èForesta del Parco, ma ancheParco della Foresta e Parcodel Bosco di Olmi, oltre aColli del Noce americano(Hickory Hills). Chicagosegue con disciplina quellaregola che impone aicostruttori americani dibattezzare le cittadine che

mettonoinvenditaconinomidegli alberi che hannoabbattutopercostruirle.

Inomidesignanoquinontanto la realtà, quantol’aspirazione dei pendolarialla propria "casetta nelbosco”, “al focolare rifugio”.Dal nome boschivo delsuburbio, l’innocenza deglialberi (di cui parlavaThoreau) s’irradia fino aimpregnarechiunqueviabiti.Le foreste dei Grandi Laghi

sono rase al suolo perprocurare legna per le villeballoon frame, ma questialberi non saranno statiabbattutiinvano.

Il loro sacrificio saràservito a plasmare comunitàumane immerse in “parchi”,"boschetti”, vicine allametropoli per il lavoro, idivertimenti, gli acquisti(centri commerciali, Malls),malontanedallesuebrutture,dall’inquinamento, dalla

criminalità,daltraffico.

In città i poverifacevano dimostrazioni,i mendicanti tendevanole mani per strada, e lemalattie si diffondevanorapidamentedaiquartieripiù miserabili alledimore dei benestantiattraverso i fattorini, lelavandaie, leguardarobiere e altroindispensabile personale

di servizio; l’occhio, senon si cercavascientementedi volgerloaltrove, poteva in unapasseggiata di cinqueminuti rivolta inqualsiasi direzioneposarsi su uno slum oalmeno su un bimbodegli slum [...]. Nelsobborgo invece sipoteva vivere e moriresenza che nulladeturpasse l’immagine

diunmondoinnocente,amenocheunatracciadelsuomale inciampasse inuna colonna di giornale.Esso era pertanto unasilo per laconservazione delleillusioni. Qui ladomesticità potevafiorire senzapreoccuparsi dellosfruttamentosucuitantoera basata. Quil’individualità poteva

prosperare, dimenticadell’irreggimentazioneche pure la permeava.Non era solo unambienteinfunzionedeibambini;eraunavisioneinfantile del mondo, incui il principio di realtàera sacrificato alprincipiodipiacere.

Così scriveva LewisMumfordnelsuoclassicoLacittà nella storia. Due volte

“innocente” - verso la naturae verso gli umani - è ilsuburbio americano:innocente del bosco(abbattuto) di cui scimmiottala radura, innocentedell’inner city (devastata)dallacuiviolenzarifugge.Maanche Mumford ricade nelvezzo di pensare unprima eun dopo della metropoli. Unprima, quando la cittàcrescevacaotica,violentamavitale, dove era impossibile

non vedere la miseriacircostante, un ambiente incui perciò gli “spiritiintelligenti non potevanovivere a lungo senzaassociarsi per porvi inqualche modo rimedio:protestavano, s’agitavano,tenevano comizi,organizzavano cortei,presentavano petizioni,pungolavano i legislatori,attingevanodenarodairicchi,distribuivano aiuto ai poveri,

fondavano mense popolari ecasamenti modello, facevanoapprovareleggi,acquistavanoterreni da adibire a parchi,creavano ospedali e centrisanitari, biblioteche euniversità, a beneficio dellacomunitàintera”.

Undopo in cui la città sidissemina e si frammenta insuburbi, in cui le persone siallontanano “non solo dalleattività urbane più intense,più sudicie e più produttive,

ma anche da quelle piùcreative. La vita cessa diessere un dramma pieno diprovocazioni,di tensioniedidilemmiinattesi,ediventaunquieto rituale di gente che faagaraachispendedipiù”.1

Ci sarebbe quindi unprima, quando(nell’Ottocento) la città si èfatta metropoli innervata dauna rete di trasporti incomune(tram,omnibus).Eci

sarebbe un dopo (ilNovecento)incuicomincialafuga dalla città, prende il viala diaspora nei suburbi e iltrasporto pubblico vienebattuto da quello privato,l’automobile. Sembra logico:non si può fuggire daqualcosa che non c’è. Ma -mostra Kenneth Jackson - laverità è meno consolatoria,meno ordinabile in unoschema logico pacificato,quello che ci dipinge un

passato intriso di valoriurbani, filantropici, chesarebbero andati persi neldisumanoNovecento.

Si ripresenta, per le città,quelmeccanismo cheMichelFoucault descriveva per leprigioni:nonc’èunprima incui sono state istituite lecarceri, e un dopo in cui èstata proposta la riforma deipenitenziari. La riformacarceraria, dimostra FoucaultinSorvegliareepunire,nasce

insieme alla prigionemoderna. I due eventi sonosimultanei.Così,lafugadallametropolicominciainsiemeaessa, appena la città anticasmette di essere la walkingcity,lacittàpedonale,appenacessa di essere prodottoartigiano e diventa invecemanufatto tecnologicocomposto da moltissimi“pezzi", circuiti, meccanismi(rete fognaria, conduttured’acqua e di gas, sistemadei

trasporti, rete elettrica, reted’illuminazione notturna,sistema di raccolta edepurazione dei rifiuti e didisinfezione dell'acqua), conle sue pannes e i suoi“guasti”, proprio come glialtri prodotti tecnologici.Un’astronave è composta damilioni di "pezzi”, eppure èpensata come un unicoprodotto (più o menoprogredito, funzionale,comodo).Anche lacittàèun

insieme il cui funzionamentodipende damilioni di diversielementi,mararamenteessaèpensata come un unicotecnologico, il prodotto-città,rispetto a cui chiedersi se è“pratico”, “comodo”,“avanzato o obsoleto”tecnologicamente, se èconsumer friendly. Soloquando si viaggia in paesiculturalmente distanti ci siaccorge di non sapere usarealcunecittà.Ecivuoletempo

per imparare a usarle. Conunpo’ d’esercizio, si capiscesubito quali città sono "piùfacilidausare”.

Soltanto lo spaesamentoci fa cogliere l’aspetto“utensile”, “arnese”, dellacittà, eppure è inconcepibileuna metropoli di milioni diabitanti senza arterie chefannocircolareumani,acqua,corrente, gas, rifiuti (anchenell’età classica, una cittàcome Roma potè varcare il

milionediabitantigrazieagliacquedotti, al sistemafognario, a una purrudimentale illuminazionenotturna e agli edifici altiparecchipiani).

La città moderna nasceperciòcomeprodottoecomecentro industriale. Funzionasì come snodo ferroviario,serve cioè alle ferrovie, masono le ferrovie che laservono poiché senza di esseèimpensabileunagglomerato

di milioni di umani. "Lelocomotive in corsaapportarono frastuono, fumo,pulviscolo nel cuore stessodellacittà.[...]Elefabbricheche sorsero lungo il suopercorso rispecchiaronol'ambiente sudicio e sciattodellaferroviastessa.”2Già,lefabbriche. La cittàdell’Ottocento nasce daquella che Friedrich Engelschiamava “la tendenza

accentratricedell'industria”:

Anche lapopolazione vieneaccentrata, come ilcapitale[...].

Il grandestabilimento industrialerichiedemoltioperaichelavoranoinsiemeeinunsoloedificio; essiperciòdevono abitare insiemee, là dove sorge unafabbrica di una certa

grandezza, formano giàun villaggio.Essi hannodei bisogni, persoddisfare i quali sononecessarie altre persone;vi accorrono artigiani,sarti, calzolai, fornai,muratori, falegnami [...]nascono nuovifabbricanti. Così dalvillaggio nasce unapiccola città, dallapiccolaunagrandecittà.Quanto più grande è la

città, tanto più grandisono i vantaggi perstabilirvisi. Si hannoferrovie, canali e strade,lepossibilitàdisceltatraoperai esperti diventanosempre maggiori; acausa della concorrenzatraicostruttoriedilietraifabbricantidimacchineche sono a disposizionelì sul posto, si possonoerigere nuovistabilimenti più a buon

mercatocheinunazonadistante [...] si ha unmercato,unaBorsadovesiaffollanoicompratori;si è direttamentecollegati con i mercatiche forniscono lematerie prime eacquistano i prodottifiniti. Di quil’accrescersistraordinariamenterapido delle grandi città

industriali.3

Quel che Engels scrivevanel 1845 per città comeManchester sembra pari parila descrizione dello sviluppodi Chicago tra il 1850 e il1900: i canali (il Michigan-Illinois), le ferrovie, laBorsa(Chicago Board of Trade), ilmercatoperilgrano,illegno,la carne, i mattatoi, lesegherie, le fabhriche dimietitrici, le fabbriche di

vagoni Pullman e quindi leacciaierie.

Ovunque, a ManchestercomeaChicago, le fabbriches’installavano vicino allestazioni, e gli operaiandavano ad abitare vicinoalle fabbriche in slumsovraffollati, malventilati,senzacessinéacquacorrente,ammassati nel tanfo e nellereiume della povertà. Ilcentro città veniva squartatodagli sfondamenti ferroviari,

le sue vie ricoperte da unafuliggine scura e grassadispersa dalle locomotive edalle ciminiere. Il fondostradale era ricoperto dallefecideicavallicheacentinaiadi migliaia trasportavano subrevi distanze merci emacchinari,oltrecheumani.Icanali erano inquinati dafogne e residui industrialiscaricati nei corsi d’acqua.Sono identiche le parole concui il rapporto dell’Ufficio

sanitario di Chicago definivalaSouthFork,unbracciodelfiume cittadino: “una piscinastagnante di abominii”, "unfluido putrido e nerastro [...]su cui volano milioni diinsetti”, e quelle con cuiEngelsdescrivevailfiumeIrka Manchester: "un corsod’acqua stretto, nerastro,puzzolente, pieno diimmondizie e rifiuti [...] dalcui fondo salgonocontinuamente alla superficie

bolle di gas mefitici chediffondono un puzzointollerabile”,4 proprio come,secondo gli stranieri in visitanella Windy City, "Chicagos’impuzza fino a morirne[stinksherselftodeath]”.5

I trasporti a vapore,marittimi e terrestri, checonvergevanoverso legrandicittà, agevolavano ladiffusione non solo dellemerci e degli uomini, ma

anche dei morbi. Gli storicisono concordi nell’attribuireallenaviavaporeeaitrenilafulminea diffusioneottocentesca del colera (dicolera morì il filosofo checantavailtrionfodellospiritoassoluto, Hegel).Sovraffollamento e sporciziafacevano poi il resto. Così aChicagoilcolerascoppiavaaripetizione: dopo l’epidemiadel 1851-1852, quella del1854 uccise più di 1400

persone.Ilcontagiosidiffusedinuovoallafinedellaguerradi secessione con 990 mortinel18666erimaseendemico,soprattutto tra gli immigrati,finoall’iniziodelNovecento.Nell’estatedel1885,il“Sun”segnalò casi di colera tra ibambini polacchi di cui sidichiarava “incapace diriportare i cognomi”.7 Nel1882lamortalitàinfantileeratanto alta che più della metà

dei bambini di Chicagomoriva prima di arrivare aicinque anni (e nelle areemeno agiate la mortalità eratripla che in quelleresidenziali).8

Coketown, "Carbonia” -cosìsichiamavalametropolimetafora diDickens inHardTimes, e così Mumfordchiama la città basata sullatriade “ferrovia, fabbrica eslum” -, era infatti

inevitabilmente popolata diimmigrati attratti dal lavoroche le fabbriche offrivano.Anzi, Coketown eraidentificata con l’umanitàpovera e sporcadell’immigrazione. Come lavulgata del Novecentoattribuiscelafugadalle innercitiesamericaneallapresenzadei neri, e la fa cominciarecon gli anni sessanta, con lerivolte dei ghetti neri, così illuogo comune dell’Ottocento

attribuiva la ripulsa per lecittà alla presenza dei whiteethnics, irlandesi, tedeschi,polacchi, italiani. Già nel1845 Engels parlava degliirlandesi di Manchester. Manegli Stati Uniti il fenomenoeraesasperato:nel1890,nellecittà viveva solo un terzodegli americani, ma virisiedevano ben due terzidegli immigrati. Nel 1910viveva in città il 72% dei"nati all’estero” (foreign

borrì). Appena potevano, ibenestanti fuggivano daimiasmi, dalle epidemie,dall’inquinamento, dalrumore.Persinouncomunistacome Engels provavaribrezzo a Londra: “Già iltraffico delle strade haqualcosa di repellente,qualcosa contro cui la naturaumana si ribella”.9 La stessaferrovia che faceva grande emostruosa la metropoli

costituiva però, per i piùagiati, un mezzo perevaderne. La rivoluzione deitrasporticreavalagrandecittàe insieme innescava la fugadaessa.ANewYork,giànel1832 una ferrovia portavafino alla 125a strada dove siadagiavano residenze dicampagna (oggi è il cuore diHarlem).Gliabbonamentideipendolarieranocari (tra35e150 dollari l’anno quando,

abbiamo visto, unospaccalegna ben pagatoricevevatra100e200dollariannui) e selezionavano unaclientela agiata. Man manoperò che la rete dei trasportisidiversificavae s’integrava,la possibilità di sfuggire allamaledizione del centrocittadino si allargava a stratisempre più ampi, e menoabbienti. Dopo ferrovia etraghetti, le tre grandi tappedei trasporti urbani sono

costituite dall'omnibus acavalli, dal tram edall’automobile.

***

Levecchietecnologienon

si lasciano soppiantare senzacombattere. NathanRosenberg ha mostrato chenell’Ottocento"icostruttoridinavi a vela risposero allaconcorrenza del ferro e delvaporeconmolteimmaginose

modifichenellaprogettazionedello scafo che includevanol’impiegodelferro”,inmodotale che il veliero del 1870-1880era"piùveloce,conunospazio di carico doppio inrapporto al tonnellaggio, econ un equipaggio ridotto acirca un terzo”, tanto che "lanave a vela divenne ilprincipale approvvigionatoredelle stazioni di rifornimentodi carbone d’oltremare”.10

Piùvicinianoi,alloroinizioi computer hanno provocatola nascita di una nuovagenerazione di macchine dascrivere elettronichenettamentepiùavanzatedelleprecedenti.

Così, quando apparve latrazione meccanica, sicercarono miglioramenti perla trazione animale. Verso il1830 si cercò d’introdurreanche sulle strade il binarioperfarcorreresurotaiaicarri

tirati dai cavalli (sul binariol’attritodellaruotaeraminoreeilcavallopotevatrainareuncarico prima impensabile).Ma il binario sporgente dalpiano stradale intralciava iltrafficodeglialtriveicoli.Nel1852fuinventatoilbinarioapelosullastrada,rientratonelsuoloinvecechesporgentedaterra come nella ferrovia.Questo binario noninterferisce con gli altritrasporti e una coppia di

cavalli può trainare (grazie auna migliore tecnologia deifreni) un vagone con 30-40passeggeri, a una velocitàmaggiore,di circa6-8miglial’ora (10-13 kmh). Le tariffecrollano e spostarsi diventaper la prima volta a buonmercato.ANewYork,giàdal1853laretedeitramacavallitrasporta 7 milioni dipasseggeri. Negli annisessanta il tram a cavalli siafferma a Chicago,

Cincinnati,Boston,Filadelfia,Pittsburgh.Ametàdeglianniottanta, nel decenniod’oro per questo tipo ditrasporto,cisonoin300cittàUsa525compagnieditramacavalliche,su6000migliadibinari, impiegano più di100.000 cavalli11 pertrasportare 188 milioni dipasseggeri l’anno, ovvero 12viaggi l’anno per ogniresidente (neonati compresi)

in un centro di più di 2500abitanti. Il tram a cavalli è ilprimoverotrasportopubblicodimassa.Egli inconvenientiche crediamo propri delNovecento appaiono già ametà dell’Ottocento: "Lagente è inscatolata comesardine," riferiva un giornaledell’epoca,“conilsudorechefadaolio.Poichéisedilisonostrapieni, i passeggeri stannoastrati,nelmezzo,dovesonoappesi alle maniglie come

prosciutti nella drogheriaall’angolo” (tutta lametaforaè da industria alimentareanche se le sardine sbattonodisaporeconiprosciutti).12

Ma il tram a cavalliconsente per la prima voltaalla gran massa di abitarelontano dal luogo di lavoro;permetted’ingrandirelacittà,di aumentare la distanza tralavoro e casa oltre la portatadelle gambe, di far straripare

lawalking city. Fa compiereun primo passo verso lademocratizzazione deisuburbi e delinea un sistemadi trasporti integratoferrovia+tram a cavalli. Iltram a cavalli non soloestende i suburbi,ma allargale dimensioni del centrocittadino: diventa “centro”tutto quel che è a pochestazioni di horsecar. Nel1888lapopolazionetotaledeisuburbi di Chicago superava

le 300.000 persone e ipendolari erano più di70.000.13

***

Malaspintapiùpossente

verso i suburbi la diede iltram elettrico (in inglesetrolleycar).Èimpressionantela rapidità con cui gli StatiUniti adottarono questatecnica di trasporto. Il primo

prototipo è del 1880, e giàdieciannidopoèdiffusissimo(a confronto, l’automobile cimisealmenoventicinqueanniprimad’imporsi).Latrazioneelettrica non si ammala, nondefeca, non scivola sulghiaccio,nonvafrustata,nonrichiedecavallisupplementariche aspettino all’inizio dellesalite per integrare il traino,viaggia più velocedell’omnibus a cavalli, va a10-15 miglia l’ora (16-24

kmh), trasporta molti piùpasseggeri (fino a 100persone nelle ore di punta).Così le tariffe scendonoancora e il prezzo medio diun viaggio scende, a fineOttocento, da un dime (diecicent) a un nickel (uncentesimo di dollaro). Nel1890 le "linee ferroviariestradali”,comesichiamavanoallora (Street railways),trasportavano 2 miliardi dipasseggeri l’anno, il doppio

di tutto il resto del mondo.Nellecittàamericaneconpiùdi 100.000 abitanti, ognipersona-bambinicompresi-compiva172viaggil’anno.Aconfronto, Berlino, chedisponevadelmigliorsistemadi tram d’Europa, negli StatiUniti avrebbe occupatoappenala22aposizione.14

Anche nei tramproliferarono migliaia dipiccole imprese private a

competere luna con l’altrasulle stesse linee. Già tra il1890 e il 1893 si ebberofusionidi250società.

È a Chicago che ilprogresso del tram fu piùrapido e più capitalistico equesto progresso porta ilnome di Yerkes. CharlesTysonYerkes, speculatore diBorsa già finito in prigionenel 1871, arrivò a Chicagonel1881,sibuttònelmercatodicerealiedivennebrokerdi

grano; con soldi in prestitoacquistò un’opzione sullaNorthChicagoStreetRailwaye,pocoapoco,sualtrelinee.Yerkes realizzò un sistematecnico superbo per i suoitempi, aggiunse 500 miglia(800 km) di linee disuperficie, ne elettrificò 240,costruì il Loop (l’Anello)soprelevato che tutt’oggicorreintornoalmezzomiglioquadrato del centro città (daallora il centro diChicago si

chiama il Loop). Chicago ècosì caratterizzata dalla suasopraelevata che la metro sichiama la "L”, “el",abbreviazione di elevated.Nel 1895 Chicago aveva piùmiglia di tram, più linee e iviaggipiùlunghidiognialtracittàsullaterra.

Yerkes era il prototipodell’affarista avido, checorrompeva i politici e se nefregavadeidisagidegliutenti(“È la gente appesa alle

maniglie che vi paga idividendi” diceva ai suoiazionisti).E così lo descrisseTheodore Dreiser nei dueromanzi II finanziere e IItitano. Nonostante nel 1892avesse donato all’Universitàdi Chicago 250.000 dollariper l’osservatorioastronomico - lo YerkesObservatorydotatodell’allorapiù grande telescopio delmondo15 -, la sua

impopolaritàfavorìlaspintaamunicipalizzare i trasporti(rivendicazione presente intutte le piattaforme sindacalidell’epoca).Nel1897Yerkestentò di farsi rinnovarel’appalto per cinquant’anni, i“suoi” assessori (aldermen)stavano per votarlo, ma unafolla furibonda circondò ilmunicipio. Il rinnovo nonpassòenel1899gliassessoridiYerkesnon furono rieletti.AlloraYerkesvendettelesue

linee e nel 1901 si spostò aLondra dove, con 15milionidi dollari (di allora), compròla metropolitana londinese eildirittodielettrificarla.

(Mentre gli Usa eranomolto più avanzati nei tram,l’Europa era più progreditanellesotterranee:nel1866fucostruito il primo tube aLondra e nel 1898 il primomètro a Parigi; mentre oltreAtlantico la prima subwayapparveaBostonnel1897;la

grande New York avrebbeatteso il 1904, e Chicagoaddiritturail1943.)

Il tram dilatò a dismisurail processo disuburbanizzazione innescatodagli omnibus a cavallo. Iltram rese possibile“esplorare” la città. Lecompagnie tranviariepubblicavano orari e guideper permettere di variare ilpercorso e cambiare linea.Costruivano,afinetragitto,al

terminal periferico, grandiparchi di divertimenti conbirrerie e luna park (ConeyIslandaNewYork,Riversidea Chicago). Tanto che ladomenica, e d’estate, ipasseggeri aumentavano eintere famiglie partivano ingita per visitare quartieri,monumenti e giardini dellametropoli fino ad allorainavvicinabili.Cirimarrràpersempre ignoto il palpitantesentimento di attesa, la fame

di novità inesplorata,l’apprensiva curiosità cheassaliva quegli intrepidiviaggiatoriditram.

Il tram permise amilionidi persone di fuggire il caosurbano, di entrare e usciregiornalmente dalla città. Itram estendevano la città aun’"area metropolitana”definitacomel’areadeitram.Nel 1910 i trasporti pubbliciportavano nel Loop diChicago un milione di

pendolari (una cifra chesarebbe rimastastraordinariamente stabile nelcorso del secolo: i pendolariavrebbero oscillato tra gli800.000 e il milione; solo ilmezzo di trasporto sarebbecambiato).Aguardarelefotodi quegli anni, non ci vuolemolto per capire perché lagente volesse fuggire. Èinimmaginabile la ressa dellestrade. In un’atmosferaavvolta nella scura fuliggine

diCoketown(diunacittàchefunziona a carbone per tutto,pertreni,cibo,riscaldamento,fabbriche,ancheperprodurreelettricità), al suono delleproprie campane lelocomotive a vaporeincrocianoleviedellacittàinben duemila passaggi alivello-raramenterispettati-provocando incidenti erallentamentimostruosi.Sottouna rete di fitti cavi aerei,stracarichi tram elettrici si

aprono un lento varco fratorrenti umani di pedoni,s’incuneano tra i facchinipiegati sotto enormi sacchi,avanzano a singhiozzo tra leprime automobili, i calessisignorili, gli omnibus acavalli, in mezzo a ingorghidi carriami oberati da pile ditronchiomontagnetraballantidi barili, con i cavalli che siostacolano l’un l’altro,frustati dai carrettieri(teamsters:nellelinguelatine

ilcamionistamodernononhamantenuto lo stesso terminedelcarrettiereantico).

Moltopiùdellametropoliattuale, la città d’inizioNovecento è multimediale:pedoni, treni a vapore, tramelettrici, veicoli a cavallo,vetture. Molto più chenell’odierna città occidentale,regna la folla. È la pressionefisica, mentale di milioni diepidermidi umane e animali,di odori, sporcizie, sudori. Il

tanfo dei motori, i rumori.L’unico paragone possibileconlaChicagodialloranonèlaChicagodioggi,maèunacittà indiana, metti Calcutta,con la sua cappa di carboneche ti annerisce ilvestitoe ilcorpo in una mattina, con ilsuo ponte di Howrath,percorso da milioni dicamion, risciò a pedale, acavallo o a uomo, carritrainati da lenti buoi,automobili, biciclette, pedoni

con le persone che quasi sipassano una sopra all’altrasenza farci caso. E poi glistorpi, i mutilati, i deformiche oggi tanto colpiscononella città del Terzo mondo.“Innessunacittàalmondohovisto tanti frammentimutilatidi umanità quanti se netrovanoaChicago,”scriveunpolemico giornalista inglese,attivo membro della societàteosofica, William Stead,venuto nellaWindy City per

assistere alle maestosecelebrazioni colombiane del1893 con i loro monumentineoclassici, e rimasto perdescrivereisuoimendicanti,ibordelli, i politici corrotti, ledame benefattrici e ipocrite.(La Chicago bene di allorarimase scandalizzata dalreportage di Stead. Solodiciott’anni dopo, nell’apriledel 1912, quando WilliamStead s’inabissò insieme alTitanic mentre veniva in

Americaperpartecipareaunaconferenza per la pace, soloallora il “Chicago Tribune”gli avrebbe consacrato dueintere pagine con il titolo:“William Thomas Stead,studioso, sognatore eumanitario.Storiadiunavitanotevole, con un ancor piùnotevolefinale”.)16

Nel 1894, Stead èdisgustato dai paralitici, daideformi, lasciati là sulla

strada dagli incidenti sullavoro nei mattatoi, nellesegherie,acciaierie,fabbricheMcCormickePullman.Storpimutilatidaltrafficostesso:gliincroci tra ferrovie e strade,senza cavalcavia, fannostrage, feriscono decine dimigliaia di persone l’anno ene uccidono centinaia (294nel 1890; 323 nel 1891; 394nel 1892; 431 nel 1893).17Ma non morivano solo i

bipedi.Si pensi che ancora nel

1910icavalliurbanieranounesercito adibito non solo aitram, ma alle carrozzeprivate, ai taxi a cavallo, altrasporto di merci aldettaglio: più di 68.000 aChicago, erano 128.000 aNewYork,12.000persino inuna cittadina comeMilwaukee. E anche nel1920 - quando circolavanosulle strade già milioni di

automodello T della Ford -,pur se più che dimezzati, icavalli sarebbero stati ancora56.000aNewYork,30.000aChicago. Oltre a urinare edefecare, i cavalli siammalavano, attiravanomilionidi insetti.Soprattutto,sottolefrustatedeicarrettieri,stremati dai carichi immanicui erano sottoposti,malnutriti, mal curati, malalloggiati, i cavalli da tiromorivano a migliaia nelle

metropoli di fine Ottocento-inizio Novecento. Intorno al1880 ogni anno morivano15.000 cavalli nelle stradedellasolaNewYork.Ancoranel 1912 Chicago ebbe12.000 cavallimorti, cioè 32al giorno.18 Vedere in pienogiorno un cavallo moriresotto i colpi di bastone erauno spettacolo così frequenteche non stupisce più lacommozione sull’innocenza

deicavalli,sembramenofolleNietzsche che abbraccia ilvecchio ronzino torinese enon pare più così onirico ilpasso diDelitto e castigo diDostoevskij in cuiRaskolnikov sogna di esserebambino e di vedere uncavallo picchiato fino amorire da contadini ubriachi:insogno,“gridandosiapreunvarco tra la folla verso ilcavallino, cinge con lebraccia il suo muso inerte,

insanguinato, e lo bacia, glibaciagliocchi,lelabbra...”.19

I tram s’imposero cosìprestoancheperchéaiutaronoa eliminare i cavalli comemezzi da trasporto e perchédemocratizzarono ancora dipiùlacorsaversolaperiferia,permisero a milioni diChicagoansdiabitarelontanodal centro, consentirono cioèche si costituissero suburbi areddito moderato, se non

modesto. In una città simile,tutti invidiavano chi potevaandarsene. Oggi gli urbanisti- e gli umanisti - americanifanno presto a deprecare lafuga verso i suburbi, ma chinon voleva scappare? Non acaso William T. Stead haapposto al suo (curioso)resocontoun titolo,SeCristovenisseaChicago,che lasciaintravedere le ignominie cheCristo vi troverebbe, e cheriecheggia un altro motivo

ricorrentedifineOttocento,ilritorno di Cristo sulla terraper vedere i risultati del suoVangelo, per esempio nelsogno del "GrandeInquisitore” di IvanKaramazov; un motivo chesarebbe penetrato nelNovecento fino aCristo si èfermato a Eboli di CarloLevi. Ancora: RudyardKipling, visitata Chicago,scriveva in quegli anni:“Dopo averla vista, desidero

seriamente non rivederlamaipiù”.20 Se scappava Kipling,immaginarsi gli operai, gliartigiani che, appenapotevano, investivano i loromagri risparmi in una casalontana da quell’abominio,unospaziosenzaressa,ormairaggiungibilegraziealtrolley(affollato).

Glioperaipotevanoormaiabitare lontano dallefabbricheelontanidalcentro

città. Le fabbriche stessecominciarono perciò adallontanarsidalcentroedallestazioni centrali. I grandiimpianti si dislocarono inperiferia. A Chicago, leacciaierie eranooriginariamentepostesubitoanord di downtown, sulChicago River. Ma a fineOttocentosispostaronoversol’area del Calumet River,quasi al confine conl’Indiana, e poi si espansero

ancora più a sud-est oltre ilconfinestatale.Lontanodallacittà, a sud, furono situateall’inizio del Novecentoquelle che sono ancora oggidue tra le più grandiacciaierie di tutti gli StatiUniti:nel1901laInlandSteelsul lato orientale dell’indianaHarborCanalaEastChicago,enel1906 laGaryWorksofU.S. a Gary (Indiana).21(AncheinEuropasicominciò

a parlare di "periferieoperaie”,dibanlieues rouges: per esempio la nuovafabbrica della Fiat, ilLingotto, fu costruitanell’alloraperiferiadiTorinotra il1915e il1918.)Questadislocazione periferica delleindustrie fu accelerata dallarivoluzioneelettricachenellefabbriche sostituì il vaporecome forza motrice congeneratori a turbina. È del1915 il primo libro - di

GrahamR.Taylor-chetrattala deindustrializzazione deicentri cittadini ("lospostamento delle fabbriche,unaauna,versoibordidellacittà”) e la formazione disuburbi industriali negliUsa.Il centro città non fu più ilnucleo industriale dellaregionecircostante,mailsuopolo terziario, di servizi ecommerci. Le ciminierefurono espulse dai centri.Anche per questo i tram

incontraronotantofavore.Infine i tram

modificarono la disposizionespaziale dei suburbi.Quandoi collegamenti dipendevanodalla locomotiva a vapore,lentissima ad accelerare eancor più a frenare, le variestazioni dovevano distare traloroalmeno3-4km.Quindiisuburbi giacevano discosti,ognunoappallottolato intornoalla sua stazione. E ilpersonale di servizio -

pubblico e privato - abitavanello stesso suburbio, laservitù stava vicino allamagione padronale. Anzi,ogni suburbio riproduceva inpiccololastrutturadellacittà,poiché anche qui i poveri siammucchiavano intorno allastazioneferroviaria.

Il tram permise fermatemoltopiùfrequentiequindiinuclei residenziali sisfilacciarono, si distribuironoin modo continuo, senza

intervalli di campagna, lungola linea tranviaria. Poiché letariffeeranomoltopiùbasse,divenne conveniente aservitù, commercianti,commessi e artigiani deisuburbi ricchi andare adabitare nei propri quartieri,meno dispendiosi, e venire alavorare in tram. Anche ipadroni trovavano unvantaggio nel pagare itrasportiperallontanaredagliocchi l’immagine e dalle

narici l’odore delle classisubalterne. È questo unospartiacque decisivo nellaciviltà moderna, il momentoin cui i padroni perdonocontatto con la propriaservitù, il momento in cuidiventa impossibile undialogo intimo come quellotra Jacques e il suo padronenel romanzo di Diderot. Èl’istante in cui i suburbidiventano segregatisocialmente, c’è un suburbio

per ogni classe e per ognisottoclasse, e la definizionespaziale implicaautomaticamente ladefinizionesociale.

I trammantennero invecela struttura metropolitanaradiale. Tra i diversi suburbiladensitàdiabitantiè troppobassa perché abbiano sensotrasporti in comune che liconnettonotraloro.Itrasportiin comune hanno senso solose congiungono una periferia

con un centro a forte densitàlungo una linea su cui siadagiano più suburbi.Incontriamo quiquell’ambiguo rapporto ches’instaura tra innocenzasuburbanaedensitàabitativa,che ritroveremo ancora. Iltram dilata dunque i suburbima sempre in una relazionetributaria, subalterna rispettoalcentrocittà,adowntown.

Si capisce come il tramcostituisca una curiosità

archeologicaaDallas,doveilcentro non c’è proprio, dovela sua immagine spettrale ècostituita da nuovissimi,luccicantigrattacieliperufficidisperatamente vuoti,riecheg-gianti dei "suoni delsilenzio”. La linea tranviariaottocentesca di Dallas è cosìuna curiosità per allocchi,come le carrozzelle di NewYork,diRoma,diChicagoocome i risciò a pedale chescompaiono dalle città

asiatiche ma che fannocapolino a Los Angeles,VancouvereNewYork,dovesonobaldigiovanottibiondiaspingere sulla bicicletta-calessino su cui siedonograssicinesi.

1 Lewis Mumford, The

City in History, Harcourt,New York 1961, trad. it.

Bompiani, Milano 1967, pp.614-615.

2 L.Mumford,op.cit.,p.562.

3 Friedrich Engels,Lasituazione della classeoperaia in Inghilterra (1845), trad. it. inKarlMarx-Friedrich Engels, Operecomplete, Editori Riuniti,Roma1972,vol. iv,pp.261-262.LequestioniurbanesonotrattatenelcapitoloLegrandi

città,pp.262-309.4Ivi,pp.286-287.5 LouiseCarrollWade,

Chicagos Pride. TheStockyards, Packing-town,und Environs in theNineteenthCentury, pp. 131-132.

6 William K. Beatty,When Cholera ScouredChicago, in "ChicagoHistory” (The Magazine ofChicago Historical Society),

primavera1982,vol.xi,n.1,pp.1-13.

7L.C.Wade,op.cit.,p.298, cita il "Sun” del 27agosto1885.

8 Dati fornitidaBessieLouisePierce(vol.III,p.54)della sua monumentale AHistory of Chicago -considerata il testo base sultema - pubblicata da AlfredA. Knopf, New York su unarcodi tempodivent’anni: il

volumeièdel1937, il IIdel1940,ilIIIdel1957.

9 F.Engels,op. cit., p.263.

10 N. Rosenberg, Le viedellatecnologia,cit.,pp.233-234.

11 Frank Rowsome,Trolley Car Treasury. ACentury of American StreetCars, McGraw & Hill BookCo.,NewYork1956,p.17etuttoilcapitolo2:TheAnimal

Railway, pp. 17-34. Altrefonti parlano di 415compagnieinvecedi525.

12 K.T. Jackson,Crabgrass Frontier, cit., p.41.

13Ivi,p.93.14 Molti dei dati qui

riprodotti sono tratti dalcapitolo The time of theTrolley del libro di K.T.Jackson,op.cit.,pp.103-115e dal cap. 7,Transportation,

diI.Cutler,Chicago,cit.,pp.201-231.

15 WilliamT.Stead, IfChrist come to Chicago!,Laird & LeePublishers, Chicago 1894, p.110 [in un’altra edizione,Book Review, New Haven1894, il titolo diventa IfChristcametoChicago(whatwouldHedo?)].Della primaedizione americana sivendetteroben100.000copie.

Lepagine 110-15 descrivonoenfaticamente la corruzionedel comune di Chicago checoncesse quasi gratisl’appaltotranviarioaYerkes.

16 “The ChicagoTribune",21aprile1912.

17 W.Stead,op.cit.,p.194.

18K.T.Jackson,op.cit.,p.106.

19 Fëdor MichajlovicDostoevskij, Delitto e

castigo, trad. it. Einaudi,Torino1981,parteI,capitolov,p.73.

20CitatodaK.T.Jackson,op.cit.,p.93.

21I.Cutler,op.cit.,p.175.

9.Paradisidiperiferia

Per fortuna ci è preclusa

l’esperienza di un viaggio inun tram di Chicago a fineOttocento su una lineaYerkes. Ma chiunque siarimasto appeso a un autobus

africanooindiano,perquantoecologo,diventacomprensivoversogliamericanieversolapassioneche subitonutrironoper l’automobile, per iltrasporto individuale. Perchél’Ottocento industriale ecapitalista idolatrava sìl’individuo, ma solo nelleclassi superiori, dove eraconcepibile l’individuolibero.

“La mia libertà finiscedove comincia la tua,”

recitava il dogma delliberalismo dell’epoca. Ma,per un benestante, la mialibertàfinivacolrecintodoveterminava il mio giardino einiziavailtuo,elatualibertàcominciava nel tuo calesseisolato dal mio. Per le classisubalterne invece la mialibertàfinivanelmiostomacoin cui era conficcato il tuogomito, nel mio nasoimpigliato nella tua ascella:dovecomincialamialibertàe

dove finisce la tua in unastanza in cui dormiamo incinque, in un tram in cuisiamo appesi in cento?L’individuo, l'"io”, era unamoneta che aveva corsolegalesoloneicetiagiati,neigruppi dirigenti, lì doveprendeva la maiuscola ediventava l’Io hegeliano, ilSoggetto della Storia, ilPadrone del Conto in Banca.Aquestosoggettol’Ottocentoriservava il diritto alla

privacy, cioè al "privato”.Mentreimponevalacomunitàforzata (il comunismo?) alleclassisubalterne.

Non a caso larazionalizzazione industrialee amministrativa consiste nelrendere intercambiabilel’elemento umano, nel far sìche un operaio siaequivalente all’altro, unimpiegato sostituibiledall’altro, anonimizzato edesingolarizzato come il

soldatonellatruppa.Findaglialbori delle società moderneciòcheerapubblico(gratuitoo troppo a buon mercato) fudiscreditato a favore di ciòcheeraprivatoecostoso:solola riuscita ti permetteva ditirarti fuori dal disagio, dallapuzza,dallapromiscuitàdellacomunanza:daquiilfascino,usato e abusato dallapubblicità, del verbo"personalizzare” e del suoparticipio “personalizzata/o"

affibbiato a prodotti anonimidestinati a milioni di clienti.È la forma comica in cui èdrappeggiato un sentimentovero, tragico: l’aspirazionedimassaanonesserepiùmassa,maadiventare"persona”.Nel1906 il futuro presidenteWoodrow Wilson predicevache l’automobile avrebbeportato al socialismo perchéalimentava l’invidia verso iricchi. Wilson non tenevaconto di quella forma

specifica che, secondo PierreBourdieu, ha assunto la lottasocialeinOccidenteecheèlarincorsatraclassi:primasolola classe dominante abitanelle ville nei suburbi; dopounsecolovivrannoinsuburbiancheiproletari;primasoloibenestanti si permettonol’auto, poi, dopo mezzosecolo, possiederà lamacchina anche chi ha unredditomodesto;primasoloiborghesi vanno in

“villeggiatura”, poi le"vacanze” diverranno dimassa.Ladistanzatemporale,il décalage, nella rincorsa,esprimeladistanzasociale.El’ultimo secolo può essereletto come una gigantescarincorsaadiventareindividui.

L’automobiledimassa, ilmodello T lanciato daHenryFordnel1908fuquindimoltopiù di una rivoluzioneindustriale: ti concedeva diaccedere all’individualità pur

senza essere diventato ricco.Conl'automobile,cisipotevapermetterediessere individuianche da operai, dacommessi, da spazzini: “Ilrapidoconsensopopolareperil nuovo veicolo è dovuto ingranpartealfattocheessohadato al suo proprietario uncontrollo sui proprimovimenti che gli era negatodai mezzi precedenti. Aportata dimano e pronto perun uso istantaneo, esso porta

il suo proprietario dall'usciodi casa a destinazionesecondo itinerari che eglistesso ha scelto e su tempi eprogrammicheeglistessohastabilito,” diceva un rapportopresentato nel 1933 alpresidenteHerbertHoover.1

Questa rivoluzioneconcettuale avvenne assaipresto negli Stati Uniti, anzinel primo quarto di secolofece progressi mai più

ripetuti. Nel 1920 c’eraun’autoogni13abitantinegliStatiUniti, ogni 228 inGranBretagna, 247 inFrancia, 1017 in Germania,1206inItalia.Leproporzionieuropeediallorasonosimiliaquelle asiatiche di oggi: unamacchinaogni436abitantiinCina, 238 in India, 81 inIndonesia (dati del 1997).Allora, la densitàautomobile/abitante era negliStati Uniti cento volte

superiore che in Italia,diciannove volte che inFrancia. Nel 1999 il divariotraAmerica edEuropa si eracolmato e addirittura Italia eGermania avevano superatogli Usa quanto a densità diautomobili per abitante:infatti c’era un’automobileogni 2,69 abitanti nel RegnoUnito, 2,54 abitanti inGiappone, 2,1 in Francia,2,11negliStatiUniti,1,96inGermania e 1,85 in Italia:

questo dato sembraincredibileeinfattiloè,vistoche è dovuto solo alleperversioni tassonomiche delBureauoftheCensuschedal1986 conteggia furgoncini(pickups), monovolumi(personal passenger vans),minibus (passengersminivans) e trazioni integrali(portutilityvehicles,Suv)nonpiù fra le automobili, bensìfra i trucks, e perciò i datieuropei e quelli statunitensi

non sono comparabili.2 Maneanche la malignitàclassificatoria degli statisticiUsa può occultare ilsostanzialeallineamentosuglistandard americani di densitàautomobilisticaintuttiipaesiricchi. Oggi gli occidentalipossiedono molte piùautomobili, ma vi dedicanouna porzione maggiore delproprio reddito. Innovant’anni, l'accessibilità

delle auto è prima cresciuta,poiperòèscemata.Nel1909negli Stati Uniti eranonecessari 25 mesi di pagamedia (lorda) di un operaioper comprare una modello Tdella Ford. Nel 1925, perchéleautocostavanomoltomenoe perché i salari eranoproporzionalmente più alti,per una modello T eranonecessari solo tre mesi dipaga.3OgginénegliUsa, né

inEuropabastanotremesidisalario operaio per comprarela macchina (servono tracinqueeseimesi,unregressorispettoaottant’annifa).

Così,quandoil5gennaio1914HenryFordraddoppiòilsalario operaio da 2,3 a 5dollarigiornalierinonlofecesolo per allargare il mercato(pagare agli operai chefabbricanoun’autoun salarioabbastanza alto dapermettergli di comprarsi

quella stessa auto). Questosalario è il tassello di unavisione sociale più ampia, incui i dipendenti sono esortatia fare ogni sforzo peraccedere allo statuto diindividui, a guadagnarselo e,aquestoscopo,èoffertoloroun salario tale chel'individualità diventi allaloro portata: non si èindividui in teoria, ma nellapratica, nell’abitare, nelmuoversi, nell’"avere il

controllo sui proprimovimenti". Metterel’individualità alla portata ditutti significa rendereaccessibileatutteletascheunveicolo personale,l’automobile, un’abitazioneunifamiliarecomeloèlacasaballoon frame. Henry Fordspingeva gli operai a‘‘conquistarsi la propriaindividualità” proprio mentreintroduceva in fabbrica lacatena di montaggio, un

processo che segmentava laloro personalità lavorativa efiniva per renderli anomini,intercambiabili.Ma quella diessere una persona è forsel'unica illusione cui non sipuòabdicare.

Sulle automobili (e suicamion) degli Stati Uniti sene sono viste, dette è scrittetroppe. Giusto alcuni puntipocointuitivi.Autoecamionsconvolgono la strutturaradiale della città, lasciata

intatta persino dal tram cherichiedeva una densitàsufficientementealtadiutentidaessere-senonredditizio-almeno utile. L’auto richiedeinvece una densitàsufficientemente bassa darestarescorrevole.Mentrecoltram ci si sposta dallaperiferia verso il centro eviceversa (con l’eccezione diuna o due linee “circolari”),con l'auto è possibilespostarsi da suburbio a

suburbio. Già negli annitrenta prendeva piede negliStati Uniti il pendolarismointrasuburbi: il pendolareandava a lavorare non più incentromainun’altraperiferia

Se la popolazione diChicagocittàhatoccatoilsuoculminenel1940conquasi4milioni (3,97 milioni) diabitanti,perpoideclinarefinoai 2,784 milioni del 1990 epoi risalire di un pizzico neldecennio successivo fino a

2,896milioninel2000,l’areametropolitana di Chicago hainvece continuato aingigantirsi:nel1940contava4.570.000 abitanti;sessant’anni dopo, nel 2000eraquasiraddoppiataeaveva9,2milionidiabitanti.Mentrenel 1940 otto Chicagoans sunove vivevano in città, orasonopiùdiduesutreaviverefuori città. E se due terzi deiChicagoans abitano neisuburbi, due terzi di questi

suburbani lavorano in altrisuburbi. Anzi, è raddoppiatoil numero di persone cheabitano in città e vanno alavorare nei suburbi: sonocirca 250.000 le automobiliche ogni giorno emigrano daChicago città per andare alavorareinperiferia,controle100.000 nel 1960. Questarivoluzione ha sconvolto glistili di vita, il rapporto tralavoro, piaceri, famiglia,riposo,didecinedimilionidi

persone. Oggi abitano neisuburbipiùdi120milionidiamericani, il 40% dellapopolazionedegliStatiUniti.E oltre 60 milioni tra lorovivono in località noncollegate da nessun trasportopubblico.

Poiché sostituisce unamobilità orizzontale (otrasversale) a una mobilitàverticale (o radiale),l’automobile modifica irapportinonsolodelcittadino

conlasuacittà,madellacittàconipropridintornieconsestessa. Intanto, la città deveessere cosparsa di parcheggi.Nessunopotràmaidescriverequanto i posteggiimbruttiscono le metropoliUsa. Proprio accanto acivettuoleboutiqueeccospazisgraziati, voragini nere diparcheggi-multipiani costruitial risparmio in cementogrezzo. Davanti all’Hilton diChicago (che fu un tempo il

più grande albergo di lussodelmondo),portierigallonatisi sbracciano su guide divelluto rosso. Appena dietrol'Hilton, si stendono aree inmalora cintate da retimetalliche cigolanti al vento,superfici ricavate da edificidemoliti. Il parcheggiointerrompe il tessuto urbano,crea un terrain vague chescardina la rete sociale. Dinotte i suoi spazi sono antribui, fauci che minacciano

scippo, percosse, stupro(l’assaltonelparcheggioèunpilastro dell'immaginariometropolitano).

Proprio accanto alMagnificent Mile, ilparcheggio interposto tralocalino grazioso, negozioalla moda e ristorante pergourmet allena le persone aquella particolare arte, cosìsviluppata nelle cittàstatunitensi, di guardaresenza vedere, d’ignorare

ancheapalpebresollevate,diusare gli occhi come siamoabituati a impiegare gliorecchiche,dopomillennidirumorisubiti,sannoascoltaresenza sentire, distinguonocioèisuonicheciinteressanodal rumore di fondo. Così,nelle metropoli Usa, questiparticolari sgradevoli,“inevitabili costi delprogresso”,comelabruttezzainenarrabile dei parcheggi,sono considerati un rumore

visivodifondo.Per arrivare in città in

auto,sononecessariestradeascorrimentoveloce.Laprimaarteria costruita per lemacchine e solo a essedestinata fu la Long IslandMotorParkwaydiWilliamK.Vanderbilt (1906-1911). Perfacilitare il pendolarismo, leautostrade devono penetrarenella città il più all’internopossibile. Meglio ancora, ladevono traversare da parte a

parte.Sirivelano“inevitabili”squarciurbanidifron-teacuisono bricolage dilettantescogli sfondamenti del baroneHaussmann chenell’Ottocento crearono iGrands Boulevards parigini.OgnimetropoliamericanadelNovecento ha avuto i suoiHaussmann. Robert Moses aNewYork,ilsindacoRichardJ. Daley a Chicago, coloroche, secondo MarshallBerman, vedono se stessi

come i demiurghi di unamodernità finanziata con ifondi statali. Robert Mosesche, nella descrizione diBerman, ha costruito ponti,litoranee,autostrade,eperciòha distrutto case, strade,quartieri. Moses che amavaNewYork e che, per amore,haresoBronxilBronx,nehafattounagiungla,quandol'hasventrato per farvi passareuna expressway che hadeportato 60.000 abitanti del

quartiere, ha distruttomigliaia di edifici e ne hareso inabitabilialtremigliaia,con i miasmi del carburante,il rumore dei veicoli.L’autostrada urbana degradae distrugge i quartieri chesquarciapropriocomefacevala ferrovia nell’Ottocento. Achi gli chiedeva se leautostrade urbane creasseroproblemi umani diversi daquelle di campagna Mosesrispondeva: "Si tratta di

qualchedisagio,maanchesuquesto si esagera”. Ladifferenza era che “ci sonopiù case nelle strade [...] piùgenteperlastrada,equestoètutto. [...] Quando si operaall’interno di una metropolicon troppi edifici, ci si deveaprireunvarcoconunascuredicarne”.4

Con la stessa “scure dicarne” e con gli stessi fondifederali, si apriva un varco

Daley per costruirel’autostrada Dan Ryan, laKennedy, e ancora la AdlaiStevenson. Persinonell’aggraziata Boston,un’autostrada scorre - feritanon rimarginata - nel centro,passa vicino alle case delSettecento, domina locandeottocentesche. Ancora unallenamentoperlacapacitàdinon vedere. L’autostrada ètanto familiare che non la sinota più. Uno dei migliori

ristoranti di pesce di Dallas,ricavato sopra una cisterna,stapropriosottoilcavalcaviadiun'autostrada.All’uscitadafratti di mare ti accoglie ilrimbombo dei Tir. Lungol’autostrada urbana diChicago,ilLakeShoreDrive,sulla corsia d’emergenzafanno jogging in tanti,incurantideigasdiscarico.

***

Nel Novecentol'autostrada porta acompimento il progressivosvuotarsi della strada come"pezzo della sfera pubblica”che nell’Ottocento aveva giàfatto passare dalla via dipaese al viale urbano. "Lastrada del villaggio,” scriveFranco Moretti, “era certomille volte più povera distimoli della strada di città.Ma in compenso la quasitotalità della vita si svolgeva

appunto per strada.” La cittàinvece ha sì “valorizzato lastrada come elemento dicomunicazione, ma la hadrasticamente eirreparabilmente svuotatacome luogo di esperienzasociale[...].Lagrandenovitàdella vita urbana, infatti, nonconsiste nell’aver gettato lagente per strada, manell'averla rastrellata eracchiusa negli uffici e nellecase. Non consiste nell’aver

intensificato la dimensionepubblica, ma nell’averinventatoquellaprivata”.5Lavia paesana era doves’incontrano i "compaesani”,spazio di frequentazionidunque; il viale urbano è unfondale di scena dovepassanoglisconosciuti:nascela categoria del passante.Fiorisce il lirismo dellapassante, la sconosciuta chenon ameremo mai, gli occhi

che s’incrociano una solavolta nella vita, lamano chenon abbiamo sfiorata, lafelicità intravista e subitopersa: "Un lampo, poi lanotte!-Fuggitivabellezza/ilcui sguardo mi ha fattoall’improvviso rinascere. / Tivedròforsesolonell’eternità?/ Altrove, lontanissimo daqui!troppotardi!mai forse! /Perché ignoro dove tu fuggi,tu non sai dove vado, / o tuche avrei amato, o tu che lo

sapevi!”.6 La strada comeluogo della solitudine cheimmagina incontri, lifantastica.

Il viale urbano diventa illuogo dell’intimità solitaria,in cui ognuno segue il filodella propria esperienza. Lavia è solo eccezionalmentepubblica: scendere in piazza,scendere in stradadiventaun“manifestare”, un attosovversivo;èprotestaproprio

in quanto gesto pubblico,perché nella quotidianità lavia si è fatta luogo privato.Questa tendenza - aconsideraregli spazipubblicisolo come fondali diesperienzeprivate-sicompienei walkmen e nei telefoninicellulari. Qui la capacità dinonsentire i rumoridi fondodiventavolontàdi abolirli,di“pulirli”. L’individuo nonsentepiùisuonidellastrada,purofastidiodaeliminare,ma

traversa la via immerso nelproprio mondo sonoro sceltoaproprioarbitrio,chesiaunamelodia risuonante nellacuffiaounavocelontanachecigiungesuonderadio.

L’involucro di metallo eplasticadell’automobileèunacuffia walkman all’ennesimapotenza. Isola dai suoni, dalcontatto. In auto l’Altro(macchina, pedone) diventapuroostacolochesifrapponetra te e la tuameta.L’auto è

privata non solo comeproprietà, ma perché rendeesperienza privata quel cheper secoli era stato tempopubblico, comunicativo: ilcammino del viandante neiCanterbury Tales, ladiligenza di Tom Jones, iltreno in cui incontriamoMyskin,l’idiota.

L’auto espelleconcettualmente,primacheinpratica, il passante dallastrada: egli non è più un

passante,èunveicoloumano,un bipede semovente. L’autoesige arterie apropriaimmagine. Ecco quindi intutte le città le vie normalisvuotarsitrannecheincentro(esolonelleorediaperturadinegozi e uffici). Ecco grandistradoni desolati con rariassembramenti di modestaanimazione in qualcheincrocio. Per misurare laportata della rivoluzioneintercorsa in meno di un

secolo, basta paragonarel’indescrivibileressadellevied’inizioNovecentoeilvuotosilenziosodioggi.Lastradaèdiventataun'astrazione.

Certo è che nelle cittàamericane, inquest’astrazione, le auto civivono proprio comode. C’èda dire che hanno trovatoanche un habitat familiare,come la struttura a graticola(gridiron) delle stradeamericane, reticolati di vie

perpendicolari che disegnanoisolati regolari (circa dieciogni miglio in città). Lastruttura a graticola fuadottataaNewYorknel1811esidiffuseintuttelecittà.Lelinee rette diminuivano ledispute di confine,semplificavano i problemi dilottizzazione, “facilitavano lavendita e l’acquisto dellaproprietà immobiliare”. Unmedico dell’epoca, DanielDrake, diceva: “Le linee

curve, sai, simbolizzano lacampagna, le linee rette lacittà”.7 Il processo digraticolizzazione degli StatiUniti culminò nel 1862, conl’Homestead Act che a osniaspirante fattore offriva terradel West a unprezzo nominale, e chedividevailpaeseinlottidaunquarto di miglio quadro, 64ettari, ognuno bordato dastrade: l’intera nazione

diventava un immensoreticolato.

Nel Novecento le ragionidel mercato sono statesostituite da quelle deltraffico:lecurveostacolanoilflussodiauto,impedisconolavisuale, creano incroci“irrazionali”, mentre lagraticola costituisce unperfetto sistema di semafori.Ma per le auto le comoditànon finiscono qui.Prediligono grandi stradoni?

eccole accontentate conarterie larghe come pisted’atterraggio. È vietato che iparcheggi si sviluppino inpendenza?eccospianatetuttelealtureperprodurrecomodibiliardid’asfalto.

Unacertaantipatialeautola nutrono anche per glialberi, e infatti negli StatiUniti sono rare le arteriecittadine dotate di alberi,Commonwealth Avenue aBoston, Broadway a New

Yorkperunbrevetrattosoprala 60a e poche altre. Però lasera, ormai stanche, anche lemacchine cercano requie inun ambiente più aggraziato eallora migrano nei lorosuburbi dove le attendonogarage accoglienti, tutti perloroche,nelleregionifredde,d’invernosonoriscaldati.Quifinalmentepermettonoailoroservitori bipedi di ristorarsiper essere pronti, l’indomani

mattina, col corpo acceso, ilpieno di comflakes, lacarrozzeria profumata didopobarba.

***

Eccoci nel suburbio dal

nome boschivo, lontani dalLoop. Qui è possibile, anziricercato tutto quel che incittà è precluso o osteggiato.Quilestradenonsichiamanopiù con numeri, ma

possiedono nomi (per lo piùalberati). Anche in città, neiquartierichesivoglionodareun tono, le strade sononominate e non numerate :così nel Near North Side diChicago, abitavo in una viache si chiama Oakdale,"Vailetta della Quercia” inuna zona ovviamente senzavallinéquerce.

Le curve poi sono ilmassimo dell’eleganza. Senelsuburbiolestradegirano,

il prezzo delle case sale,proprio perché le “curvesimbolizzano la campagna"elanatura,comedicevaDrake.Ancora più care le aree chehanno mantenuto colline eavvallamenti,chenascondonoi paesaggi alla vista, e liscoprono dietro una cresta.Un colle, un tornante: il nonplus ultra dello chic, creatoapposta, se necessario, daipaesaggisti urbani al soldodelle immobiliari. Qui gli

umani cercano di ricreare acaro prezzo, con grandispiego di macchinari, quelche la natura elargiva senzatanto pensarci, quel che ciregalava ogni valloneabbandonato:curveedeclivi,

Qui, nel suburbio, aibambini è consentito giocareper strada, quell’attivitàdivenuta così pericolosa incittà, e non solo nelle cittàamericane. Negli annicinquanta, nella mia infanzia

a Roma, in un quartieremedio di una media capitalediunmediostatoeuropeo,trai cinque e i dieci anni,giocavo ancora suimarciapiedi con i ragazzinidel rione e insiemescorrazzavamo in bandeinnocueche si colpivanoconcartoccetti di carta tirati dacerbottane di plastica. Inquest’inizio di xxi secolo, lasocialitàdistradafrabambinidiquartiereèinvecepreclusa

all’infanziamiddle class che,per giocare all’aperto, deverecarsi in un luogo adibito aquesta specifica funzione(parco, giardino pubblico),ma solo se accompagnata dagrandi, senza poter quindimai sperimentare quelnevralgico rito di formazionee di passaggio che è la vitafuoridalcontrolloadulto,dailuoghi da loro sorvegliati(casa,scuola),cheèquindilacomplicità infantile,

congiurante, intessuta disegretiindicibiliaigrandi.

La socialità di strada èoggi riservata ai bambinidelle classi subalterne (untempo erano chiamate leclassi pericolose) neiquartieri poveri, dove le lorobande sonochiamategangdi“ragazzi di strada”. Quelprocessodicriminalizzazione(“un bambino perbene nongioca per strada”) per cui,arrivati in una città

americana, si chiedeall’albergatore: “È sicuraquesta via?”. La via ècriminalizzataquandol’unicoscambio sociale residuo,l’unico “pezzo di sferapubblica”vissutonellastradaè lo scambio illegale, dispaccio - dove ci si scambiala droga -, di prostituzione -dovesicommercianocorpi(iltermine “donna damarciapiede").

Conl’elettricità,lasocietà

umana sembrava aversconfitto la notte.L’illuminazione (più chel’illuminismo filosofico)pareva aver vinto la nostramillenaria guerra con letenebre: a fine Ottocento ivisitatorinonsistancavanodiammirare lo spettacolonotturno delle vie cittadinecosìpienedivita,ditrafficoedi confusione, tanto che, fanotare WolfgangSchivelbusch, fu inventato il

buio artificiale (quello dellesale cinematografiche, dellegallerie degli orrori nei lunapark).8 La sconfitta dellanotteèstatadibrevedurata.

Ancheseilverobuiocièormai ignoto (il cielo stellatoci è invisibile) e l’orizzontesulle città è sempre immersoinunaloneluminoso,lanotteha riconquistato i suoi diritti,hareimpostoisuoiincubi,"lepaure notturne”. Nelle ore

piccole, la strada toma aconfigurarsi come al tempode La ronda di notte diRembrandt. Un sentimentonuovo, l’odio per la strada, l’odofobia, s’inserisce in unsentimento preistorico: ilterroredellanotte.

Nel suburbio il bambinopuò giocare per strada,l’adulto può persinopasseggiarvi, addiritturapercorrerla in bici perché lastrada è privata, perché

l’intrusoènotato,seguitoconlo sguardo (l’idea che in unavia ci siano intrusi). Segnalistradali incoraggiano icittadini a vigilare, asegnalare alla poliziaqualunque incontro insolito:su questi pannelli è tracciatal’immagine nera, in ombracinese, del viso di uomo conun feltro dalla tesaminacciosa.

Quel che sarebbesconveniente in città,

rivolgere la parola a unpassante, diventa qui atto dicortesia poiché il passante èun vicino. Mentre la villettaeuropea è circondata da unrecinto e il suo giardino èsituato davanti, la casaunifamiliare americana sipresenta inerme, con il pratodavanti senza recinto; peròdove la famiglia viveall’aperto e picnicca abarbecueè ilcortiledietro lacasa,nascostoallavista.

Negli Stati Uniti, ognibambino europeo rimaneperciò estasiato dal binomiosuburbio/casetta unifamiliare,colsuocorollariodipratibencurati e giochi all’aperto. Lavita vi è davvero innocente,come diceva Mumford; ladomesticità vi prospera,l’individualità vi fiorisce. Lemetropoli sventrate dalleautostrade, butterate diparcheggi, ridotte a ghetti,intrisediviolenzasonosoloil

prezzo che si paga perdiventareindividui,peressere“persone”.

Non basta. Ogni casettatra alberi e prati deve avereaccesso alla strada. Quindiper ogni due villetteunifamiliari,videveessereuntrattodistradasuicuiduelatiqueste case si affacciano. Seuna casa col suo prato siaffaccia per venti metri, acento famiglie occorrerà unchilometro di strada, di

doppia corsia centrale e diduemarciapiedi.A diecimilafamiglie, cento chilometrisenzacontareletrasversali,learterie principali, le stradeveloci, le vie in cui sonosituatiiserviziurbani,icentricommerciali. L’esigenza diviverenellanatura,diabitaretra alberi e prati produce piùasfalto per abitante diqualunque cementificata,artificiale metropoli. Emoltiplica la rete fognaria,

quella telefonica, elettrica,dell’acquedotto.

Ilnumerodiinfrastruttureper abitante cresceall’infinito. Per costruirle efarle funzionare serve unaquantitàmostruosadienergia(senza contare che ogni casaha il suo riscaldamento eraffreddamento). Per lavareogni suo abitante bipede,quadrupede, o quadriruote,per innaffiare il suopraticello,ognicasabeveuna

dose d’acqua letteralmenteinsensata. Niente fa capirefinoachepuntoèirrazionaleedistruttivaladisuguaglianzaquanto le casette nel desertocaliforniano, ognuna con unpraticello verde brillantecircondato da un’infinitadesolazionedipietreesabbia:un verde conquistato conmigliaia di galloni d’acquaversati-ascopoestetico-suun fazzoletto, mentre tuttointornolaterraèletteralmente

morta di sete. Dietro la suaapparenzainnocente,dietrolasua levità, il suburbio con lacasetta balloon framenasconde una voracitàsconfinata, voracità di legna,di asfalto, di energia, diacqua.

Il suburbio risucchiarisorse anche umane. La suapopolazione è talmentediradata che proteggerlarichiede un costosissimodispiegamento di polizia (per

secoli la gente si èammucchiata nei paesettimedievali, nelle città, perproteggersi, per stare alsicuro). Néquest’ostentazione di forzabasterebbe a garantire lasicurezza dei cittadini se trapoliziachecontrollaisuburbiegangchegovernanoleinnerciliés non vigesse unaspartizione dei territori:ognuna evita di entrare nelterritorio altrui e, se proprio

deve, vi penetra come forzad’invasione in terra straniera.Durante la sommossa di LosAngeles nel 1992, non unsolo vetro del ricco suburbiodi Beverly Hills andò infrantumi. In compenso lapolizia lasciò incendiare esaccheggiare tutto il CentralDistrict e attese l’interventodella guardia nazionale,esplicito “corpo dispedizione” esterno e quindipiù “neutrale” dei poliziotti

cittadini. Sempre nel 1992,molti statunitensiprotestarono perché ilgoverno mandò i marines inSomalia invece di spedirli aSouthCentralLosAngeles.

Questa spartizione delleareed’influenzaspiegaancheun altro pilastrodell'immaginariocontemporaneo, il terrore perlo psicopatico, come coluiche sfugge al controllo siadellegang,siadellapolizia,e

che quindi può colpireovunque e - più delle gang -mettere a repentagliol’incolumità suburbana. Lopsicopatico può nascondersi(conlasuasilhouetteneraeilfeltro dalla tesa minacciosa)anche dietro la fisionomiabonariadelvicinodicasa.Daqui la sospettosità pignola, ilvigile pavore che questastruttura urbana genera ealimenta: la solitudine èmolto più minacciosa della

folla.Il timore costituisce un

incentivo potente alconformismo.Lapaura cercapace in un vicinatosocialmente simile a sé, conlavori simili, culture simili,similecoloredellapelle,oltrea redditi simili, imposti dalvalore immobiliare in quelsuburbio. Altro incentivo, lamobilità geografica: se devotraslocare a migliaia dimiglia,pernonaveresorprese

cercherò casa in un suburbioche mi somigli, in cui siaminimo lo spaesamentosociale, i figli non sianotraviati da “cattivecompagnie”, né le donneimportunate da "tipacci”.Proprio perché diradato efragile, il suburbio si difendecon l’uniformità, conl’uguaglianza a sé, conl’autosegregazione. Ilsuburbioèdiasporaurbanainsenso proprio, è separazione

della società in segmentisociali distinti,incomunicanti.

***

L’automobile ha reso

possibile questa forma diesistenza umana, ma a suavolta il suburbio escludequalunque sistema ditrasporto che non sial’automobile. La densitàabitativaètalmentebassache

qualunque forma di trasportoin comune perde senso. Isuburbisonostatifinanziatiecostruitigrazieaunapoliticache ha smantellato i pubblicitrasporti;maunavoltacreatoil suburbio, diventaimpossibile reintrodurviautobus o tram, la nuovaorganizzazione non liconsentepiù.

Corollario di questo datoèchebambinieadolescenti,iteens - che ancora non

guidano -, vannoaccompagnati ovunque, dagliamici, in piscina, al cinema.Lemammesonochauffeuses.Il suburbio è costruito epensatoperunacasalingachequi dovrebbe, mamma emoglie, vivere felice, lontanadalle ansie del lavoro, dellacittà, della folla, deglisconosciuti.PerBettyFriedanil suburbio è il campo diconcentramento in cui èracchiusaladonnaamericana,

quella particolare specieumana che è la “casalingasuburbana” (assonante con“subumana”). L’esperienzadei lager “sembraterribilmente lontana dallafacile vita della casalingasuburbana americana. Ma lasuacasanonè forse in realtàun comodo campo diconcentramento? Le donneche vivono secondo l’idealedella mistica dellafemminilitànonsisonoforse

imprigionate da sole entro leangustemuradellelorocase?esse hanno appreso adadattarsi al loro ‘ruolobiologico’. Sono diventatedipendenti, passive,infantili...”. Certo, nonbisogna esagerare con lametafora:“Lacasasuburbananon è un campo diconcentramento, e lecasalinghe americane nonsono in procinto di entrarenellacameraagas.Peròsono

in trappola e, per evadere,debbono esercitare la lorolibertàericonquistareilsensodelproprioio”.9

Auto e casetta ci eranoapparsi (eperunversosono)strumenti per conquistarsil’individualità, divenirepersone. Anche all’esserepersona si applica la formulaliberale, ma in una nuovaversione: “La miaindividualità (di maschio)

comincia dove finisce la tua(di femmina), la miapersonalità si costruisce sultuo anonimato”, il "mioessere libero si basa sul tuoessereintrappola”o,meglio,sulconfinartia"starealpostotuo”.Uninnocomunesilevaalla mistica del suburbio e aquella della femminilità. Emai il suburbio è statoosannatocomenelperiodoincuiledonnehannocercatodievadere da questa trappola

fiorita. È un meccanismoclassico: l’ideologia delsuburbio autosegregato,rinchiuso nello sconfinatoorizzontedellapropriaaiuola,ha celebrato il suo trionfopolitico alla fine degli annisettanta, con il reaganismo,quandoilsuoparadisoèstatomesso in pericolo, quando ledonne sposate, le madri configli piccoli, le casalinghesuburbane sono entrate adecinedimilioninelmercato

del lavoro. Nel 1970 solo31,5 milioni di donne (il43,3% della popolazionefemminile Usa) facevanoparte della forza lavoro. Nel2000 erano 66,1 milioni, il59,8%: in trent’anni eranoentratinelmercatodellavoropiù di 33 milioni di donne.Ancora più impressionante ilconfronto con il 1960. Nel1960 facevapartedella forzalavoro solo il 28,8% delledonne sposate tra i 25 e i 34

anni: nel 2000 erano il70,5%: prima due mogligiovani su tre nonlavoravano, ora due su trelavorano. Altrettanto vistosoil boom del lavoro tra lemamme: nel 1960 facevapartedellaforzalavorosoloil18,6% delle donne con figlisottoiseianni;èil65%oggi:la percentuale è più chetriplicata.10

È una rivoluzione del

costume americano passatainosservatainEuropa,macherischiavadifarsaltaretuttoilsistemadeisuburbi.Laprimarispostaèstatamoltiplicareleauto, così che potesseroguidarenonsologliUlissediperiferia, ma anche le loroPenelopistanchedi tesserelatela: il 44% di auto nuove èacquistato da donne. Laseconda è stata di spostaremolti uffici verso i suburbi.Laterzaèstatadioffrirealle

casalinghe lavori part-time,dato che comunquecontinuavano a lavorare acasa. La quarta è stata dilanciareunagrandeoffensivaa favore dei “valorifamiliari”, i family values,una crociata per rilanciare lamistica della femminilitàmaterna e mogliesca. Non sisa però se le donnetorneranno al focolare, se ilsuburbio entrerà in crisi, seun nuovo aggiustamento sarà

trovato. Certo è che, ancoraoggi,confinoeinfelicitàsonospessoilprezzocheledonneelasocietàamericanapaganoper vivere nel mondoinnocentedeisuburbi.

È uno dei molti,esorbitanti costi del sognoamericano. Perché, di fatto,questosognoconsistein“unacasetta suburbana, con unpratorecintato,dueautoeunperiodo di ferie all’anno”,11

nient’altro, niente di piùpoetico o profondo.A chi loguarda dall’esterno, i prezzidi questo sogno sembranoinsostenibili,rovinosi.Eppureesso ha mosso centinaia dimilioni di persone, le haconvinte ad abbandonare lapatria, la famiglia, adaffrontare l’ignoto, sfidareuna società ostile, razzista.Bastaguardarelafierezzaconcui una donna immigrata"possiede” la propria lignea

casetta unifamiliare in unafoto di fine Ottocento percapire la potenza di questomiraggio, la sua capacità difar sopportare privazioni,superare stenti, ingoiareumiliazioni.Per70milionidifamiglie americane questosogno si è avverato nellaforma della proprietà: essepossiedono la loro casa. Maanche la categoria delpossedere si rivelaenigmatica, dalle

conseguenze imprevedibili,indesiderate.

1 Presidente Commission

on Recent Social Trends inthe United Stales, RecentSocial Trends in the UnitedStates, Government PrintingOffice, Washington D. C.1933,cit.inK.T.Jackson,op.cit.,p.173(ilcorsivoèmio).

2 Contando anche itrucks e i bus, la graduatoriadidensitàdiveicoliamotorediventa:unveicoloogni1,26abitanti negli Usa, 1,51 inItalia, 1,77 in Germania eGiappone, 1,78 in Francia,2,36 in Gran Bretagna. Datitratti dalle tavv.1355e1308diU.S.BureauoftheCensus,Statistical Abstract of theUnited States 2002,Government Printing Office,

WashingtonD.C.2002,edalCalendarioDeAgostini.

3Ivi,p.161.4 Marshall Berman, All

That is Solid Melts into Air.TheExperienceofModernity,Simon&Schuster,NewYork1982, trad. it. L'esperienza,della modernità, il Mulino,Bologna 1985, p. 363 (ilcorsivo è mio). A Moses èdedicata tutta la prima partedel quinto e ultimo capitolo

(Nella foresta dei simboli:note sul modernismo a NewYork) di questo libro cheincrocia molti temi quitrattati.

5 FrancoMoretti,Segnie stili del moderno, Einaudi,Torino 1987, soprattutto ilcapitolo Homo palpitans.Comeilromanzohaplasmatola personalità urbana, pp.160-161.

6 “Un éclair... puis la

nuit!-Fugitivebeauté/Dontle regard m’a faitsoudainement renaître! / Nete verrai-je plus que dansl'éternité?/Ailleurs,bienloind’ici!Troptard!Jamaispeut-être!/Carj’ignoreoùtufuis,tu ne sais où je vais. / Ô toiquej’eusseaimée,ôtoiquilesavait!": Charles Baudelaire,Àunepassante, inLes fleursdu mal (1857), LibrairieGénérale Française (Leslivres de Poche) 1972, nella

sezione Tableaux Parisiens,p.223.

7 Sul gridiron system,vedi K.T. Jackson, op. cit.,pp.73-76.

8WolfgangSchivelbusch,Lichtblicke. Zur geschicktederKünstlichenHelligkeit im19.Jahrhundert,CarlHanserVerlag, München 1983, trad.it. Luce. Storiadell’illuminazione artificialenel secolo xix, Pratiche

Editrice, Parma 1994, ilcapitolosuLastrada,pp.87-157, e le pagine suL'oscuramentodellasala,pp.201-210.

9 Betty Friedan, TheFemmine Mystique, BantamDoubleday Dell, New York1963,trad.it.Lamisticadellafemminilità,Ed.diComunità,Milano 1964, cap. 12, Ilcomodo campo diconcentramento,pp.273-302.

Le citazioni sono tratte dallepp.300e302.

10 Dati del Bureau ofthe Census. Considero inparticolare le donne sposateperché il matrimonio è lacondizione specifica delladonna suburbana middleclass,mentre -peresempio -traleneredelleinnereitiesèmaggioritarialacondizionedimadrecapofamiglia.

11 JulietB. Schor, The

Overspent American (1998),HarperCollins, New York1999,p.11.

10.Lafedesmuoveanchelebanche

Ti guarisce più della

penicillina. Ti rafforza piùdellosport.Tinutrepiùdellacultura.Nonèunamore.Nonèlozen.Èlaproprietàprivata

dicasapropria.Solopossederecasatuati

rende davvero umano,scrivevaWaltWhitman: “Unuomo non è pienamente ecompletamente uomo [awhole and complete man] senon possiede una casa e ilterreno su cui essa sta”.1Possederecasaòunapanaceamorale, affermavaRussellH.Conwell nella sua celebreconferenza Acres of

Diamonds: “Un uomo non èunverouomosenonpossiedela suacasa, e chipossiede lapropria casa è reso piùonorevole e onesto e puro, evero e parsimonioso[economica!] e prudente, dalfatto stesso di possederecasa”.2 La casa di proprietàrende grandi gli Stati Uniti,diceva il presidente CalvinCoolidge:“Nessuncontributopiù grande può essere dato

alla stabilità della Nazione eal progresso dei suoi ideali,quanto di farne una nazionedi famiglie proprietarie dicasa”. La proprietà privatadella casa rende persino piùcoraggiosi, eroici: "Unanazionediproprietaridicasa,di gente che si è guadagnataunaporzionerealedelpropriopaese,èinvincibile,”asserivail presidente FranklinDelanoRoosevelt. La proprietà dellacasa unifamiliare genera

poesia, canti e lirismo chemai e poi mai potrebberoscaturire da case in affitto omultifamiliari, declamava ilpresidente Herbert Hoover:“Possedere la propria casa èla speranza e l’ambizione diquasi tutti nel nostro paese,cheessivivanoinunalbergo,un appartamento o in uncaseggiato. [...] Questeimmortali ballate Home,sweet Home, My OldKentucky Home e The Little

Gray Home in the West nonsono state scritte a propositodi caseggiati o appartamenti[...] nessuno ha mai cantatocanzoni su una pila diricevuted’affitto”.3

Siamodifronteaunaverafede. Come un angelocustode, la proprietà privatadella casa famiracoli. Comeildiod’Israele,essa risollevale nazioni. Come la giustiziaceleste, ritempra i caratteri.

Siamo giusti: non era soloKarl Marx a considerare laproprietà privata il fulcrodelle nostre società. Nellacomune preghiera a questadivinità si trovano riunitiWhitman, il poeta di "coglil’attimo”edella sensualità, eConwell, ilpastorebattista(eprimo presidente dellaTemple University) checoncilia capitalismo ecristianesimo. Insiemeinneggiano al possesso della

propria dimora presidentipoliticamente antitetici, peruna volta uniti: Hoover,l’uomodellacrisidel1929,eRoosevelt, fautore del NewDeal.

È letteralmente salvificalaproprietàprivatadellacasa,e compito dello stato èfavorire il cammino diognunoversolasuasalvezza.Le leggi devono quindirendere più convenientecomprare la casa che

affittarla. Perciò il sistemafiscale americano costituisceun unico immenso incentivoall’acquisto della casa:l’affitto non è deducibiledalle tassementre imutui sì.Perpagareunaffittodi 2000dollari al mese, devoguadagnarne almeno 2500(sopra ci devo guadagnare letasse), mentre pagando glistessi 2000 dollari mensilicomeratadimutuo,miverràdedotta dalle tasse tutta la

parte di interessi e quindi indefinitivaallemietaschesaràcostatamenodi1500dollari:in sgravi fiscali sui mutui,Washington perde più diquanto spenda per tutti ifinanziamenti direttiall’edilizia.

I finanziamenti allaproprietàprivatasonoavoltepiù indiretti. Il governofederale paga le autostradeche connettono suburbi eluoghi di lavoro. I poteri

pubblici pagano parte delleinfrastrutture e la quasitotalità delle manutenzioniper i beni privati. Gliaffittuari cittadini vengonotassati per favorire isuburbani proprietari. Così,negli anni trenta, servizimunicipali, manutenzionedelle strade, costi sanitari,fondiper le scuolepubblicheneisuburbibianchidiAtlanta(Georgia) erano tuttifinanziati dalle tasse pagate

daineridiAtlantacittà.4Perfaraccedereicittadini

alla beatitudine del possessocasalingo, le forze privateavevanogiàfattolaloropartecon terreni fabbricabili abasso prezzo e case balloonframe, a buon mercato. AChicago, una pubblicità del1875 offriva per 600 dollariunlottodi25x125piedi(280mq) e una casa piccola, conun tinello da 3x3,6 m, due

camerette da letto, cucina edispensa.5Agliimmigratichesicostruivanodasolilacasa,i costruttori vendevano ilnudo terreno in lotti. Cosìtantiimmigratirealizzavanoil“sogno americano" e sicompravano la casetta. Nel1920, nella zonadeimattatoidi Chicago, in Back of theYards, il 57% dei residentidel quartiere possedeva lacasa in cui abitava (e il 90%

dei residenti era natoall’estero).6 Una casetta insenso proprio: dopo laSeconda guerra mondiale, ilsognodituttiglisposimiddleclass fu la villetta deicostruttori Leviti: un tinelloda 3,6x4,8 metri, duestanzettedaletto,cucinaeunbagnoperuntotaledi69mq.

***

Per quanto la casa fossepiccola, economica, suterreno a buon mercato,troppo spesso si rivelavaeffimera questa felicitàimmobiliare. Troppo spessogli americani erano cacciatidall'Eden della proprietàprivataperchénonriuscivanoa pagare le rate del mutuo,perché le famiglie eranocostrette a ricorrere agliusurai per procurarsi ilcontante(paricircaametàdel

prezzo della casa), e poi nonpotevano fare a meno diaccollarsi non uno ma duemutui (e il secondo erasempre a un tasso d'interessepiùalto).Semprepiùspessoimutuiandavano inprotestoegli aspiranti alla proprietàperdevano la loro casa. Inperiodi di recessione lesofferenze dei mutui simoltiplicavano. Nel 1932,sottoicolpidellagrandecrisidel 1929, ogni mese erano

cancellati 250.000 mutui(oltrequelliperlefattorie):inquell’anno tre milioni difamiglie persero la casa percuiavevanopagatodecinedirate.

La presidenza Rooseveltintrodusse due agenziefederali che,piùdiognialtramisura,avrebberocontribuitoa fare dell’America una“nazione invincibile” diproprietari di case. Questeagenzie furono la Home

Owners Loan Corporation(Holc), approvata dalCongressoil13giugno1933,e la Federal HousingAdministration (Fha),approvata l'anno dopo, il 27giugno 1934, cui, dieci annidopo, nel 1944, il Congressoaggiunse la Veterans’Administration.7

Per quel che riguarda illoroscopo immediato,questeagenzie sono una meraviglia

di semplicità ed efficienza.Non si può fare a meno diammirare la rapidità con cuiassolsero il loro compito efecero sì che comprare unacasa diventasse molto piùfacile ed economico cheaffittarla.Nel1933negliStatiUniti era iniziata lacostruzione di solo 93.000case. Nel 1937 erano già332.000; 458.000 nel 1939;619.000 nel 1941. Nel 1972la Fha aveva aiutato 11

milioni di famiglie acomprarsi la casa e altri 22milioniafarvideilavori.Nelfrattempo, la percentualedegli americani proprietari dicasa era passata dal 44%del1933 al 63% del 1972 (al68% attuale). Nel 2001stavanopagandounmutuo45milioni di famiglie (il 43%deltotale).

La Fha ebbe inoltre ilmerito - straordinario agliocchi americani - di non

costare un centesimo aicontribuenti. E però, per iloro stessi meriti questeagenzie hanno lasciato dietrodi sé una società devastata:semprecitroviamodavantiladoppia valenza, la sempliceleggerezzadelballoon frame,la straordinaria docilitàdell’automobile, l’efficienzadella Fha, e nello stessotempo le loro implicazionidistruttive.

La Holc servì a

rifinanziare i mutui inpericolo. In due anni, dal1933al1935,sborsòpiùdi3miliardi di dollari per più diun milione di mutui, undecimo di tutti i mutuiamericani. La Fha - che sullungo termine influìmoltodipiù -invece non prestavadenaro né costruiva case,maassicurava i mutui accesi dabancheecostruttori(anzi,perquest’assicurazionepercepivauna commissione che

accantonava in un fondorischi, tanto che il suobilancio presentava unleggerissimo utile) e, in casod’inadempienza del debitore,risarciva il creditore. Questedue agenzie ebbero il meritodi calmierare e regolare ilfunzionamento deimutui negli Stati Uniti. Inprimo luogo allungarono laduratadel rimborso, finoagliattuali periodi standard diventietrentaanni.Poi,itassi

fissi d’interesse divennero lanorma, e quelli variabilil’eccezione.Nonsolo.Poichéagarantireognimutuoera laFha,edietrodiessailTesorodegli Stati Uniti con tutto ilsuo peso, i tassi d'interesseper i mutui trentennalisceseroaprecipizio:nel2001erano, secondo il Bureau ofthe Census, solo del 6,9%annuo, e poi sono crollatiancora a causa dellarecessione(imutuisonotanto

importanti che, diversamentedall’Europa, l’annuariostatistico americano riporta idatisuinteressi,commissionibancarie, durata media -ventisei anni -,percentualidiprotesti).

Infine, e punto decisivo,lagaranziadellaFhapermisedi accendere un mutuoversando in contanti solo il7% del valore della casacontroun50-57%colregimeprecedente.Percomprareuna

casa da 200.000 euro,basterebbe cioè versare solo14.000 euro in contanti. Èquesta, insieme ai bassissimitassi d’interesse, larivoluzione copernicana delmercato immobiliare che hamessolacasadiproprietàallaportata di (quasi) tutti gliamericani.Oggi ildebitochegrava sulle famiglieamericane a causa delmutuoper la casa unifamiliareammonta a 6,2 miliardi di

dollari.8Ma proprio perché basta

unanticipoirrisorio,èfissatoin modo rigido il prezzomassimo della casa che puòpermettersi una persona conun dato introito. Negli Usa,banche e istituti finanziaririfiutano di accendere mutuise il valore della casa è piùdel triplo del reddito annuolordo dell’acquirente. Se ilreddito di una famiglia è di

50.000 euro l’anno, puòcomprareunacasachevalealmassimo 150.000. Ogni datoèunanellodiunacatena:nonavrebbe senso concederemutuiconanticipibassise lecase non costassero pocorispettoaglistandardeuropei.Negli Stati Uniti il prezzomedio di una casaunifamiliare si aggirava nel2001 intorno ai 217.000dollari.Così,conlaHolcelaFha, gli Usa si lanciarono

nella corsa alla casa diproprietà. (Però, con altrimetodieperaltrevie,dopolaSecondaguerramondialeelavittoria americana, anche ipaesi europei sono diventatitutti "nazioni invincibili diproprietaridicasa”.)

***

Le agenzie federali non

potevano però prestare (ogarantire) a vanvera, non

potevano esporsi per case ilcui valore sarebbe poicrollato. Dovevano seguirecriteri che le tutelassero, eadottare accorgimenti cheproteggessero i loroinvestimenti. Risvoltopositivo, furono fissatistandard di costruzione elivelli abitativi validi in tuttala nazione: non c'è infattispecie di squali più ferocedegli agenti immobiliaristatunitensi,capacidivendere

ai pensionati bicocche dicartapesta a prezzid’antiquariato.Ma il bisognodi tutelarsi ebbe altreconseguenze. Holc e Fhafinanziavano e garantivanomutui per valori i più vicinipossibili ai corsi delmercatoimmobiliare,perciòdovevanotrovarecriteriper classificarelevarieareeedilizie, istituireun grading, una tassonomiadiscontinua, proprio come ilChicago Board of Trade

avevafattoper ilgranoeperil legnopervarare ilmercatodei futures: anche i mutuiipotecari rappresentano unascommessa sul futuro valoredell'immobile.

Opera sempre la stessalogica che, a una varietàcontinua di differenzeminime, sostituisce unatassonomia discontinua inpoche categorie. Ora, perqualicriteriiterrenielecasevalgono più in un quartiere

che in un altro? La Holcdivise le zone in quattrocategorie associate a quattrocolori: zona a verde; zona Bblu; C gialla, D rossa. Lezoneeranocosìdefinite:

- a, verde: area nuovaomogenea, sempre richiesta,nellefasisiadicrescitasiadirecessione. Omogenea stavaper "Uomini di affari eprofessionisti americani[American business andprofessional men]”: per

esempio, le aree ebraiche, oanche quelle conun’“infiltrazione di ebrei”,non potevano essereconsiderate ottimali e tantomeno“americane".

- B, blu: area “ancoraappetibile”, che ha raggiuntoilsuoapice,maresteràstabilepermoltianni.

- c, gialla: un’area"decisamenteindeclino".

-d,rossa:un’areaincui“le cose che stanno

succedendo in c sono giàsuccesse”. Le aree abitate daneri erano invariabilmenterosse, d. Ma gialle eranoanche le aree in cui il livellodei prezzi “poteva attrarreelementi indesiderabili” cioèelementiwhiteethnics.

Dalla sovvenzioneall’acquisto della prima casasiamopassatiallavalutazionedell’immobile; dai corsi dimercato alla classificazionedei quartieri; e dalla

graduatoria delle zone allacomposizione razziale edetnica. La Fha introdusse unsistema classificatorio ancorapiù accurato, basato su ottocriteri ognuno con un suopesorelativo.Eccoquilalistadeicriteri con traparentesi ilpesopercentuale:

1. Stabilità economica

relativa(40%).2. Protezione da

influenzeavverse(20%).

3. Libertà dainconvenienti fortuiti (specialhazards)(5%).

4.Adeguatezzadicentrisociali, commerciali e civili(5%).

5.Adeguatezzatrasporti(10%).

6.Sufficienzadiservizieinfrastrutture(5%).

7. Livello di tasse eparticolariassetti(5%).

8.Appeal(10%).

Benché la Fha insistessesugliottocriteri,lasuaricettaassomigliava troppo alfamoso pàté di allodola fattoin parti uguali di allodola ecavallo: un'allodola e uncavallo. Infatti i primi duecriteripesavanodasoliper il60%, più della metà e piùdegli altri sei criteri messiinsieme. Ma cosa sono le“influenze avverse” o cosadetermina la "stabilità” di unquartiere?IlManuale per gli

impiegati9 del 1939 spiegache l'affollamento riducel’appetibilità (e quindi iquartieriacasetteunifamiliarisonopiùappetibilidiquelliacondomini);chefumoeodorisono"influenzeavverse”,che"se un quartiere deverimanerestabile,ènecessarioche le proprietà continuino aessere occupate dalle stesseclassi sociali e razziali”. LaFhatemevamoltissimoche"i

gruppi non armoniosi dinazionalità o di razze"facessero crollare il valoredelleproprietà.Questotimorelaspingevaainserireclausolerestrittive (covenants)per cuigli acquirenti di case in unazonabiancasiimpegnavanoanonvenderle aneri.Solonel1948laCortesupremastabilìl'incostituzionalità di talicovenants.Lafedenellevirtùsalvifiche della proprietàfinisce inmoduloburocratico

e diventa segregazionerazziale.

***

LaFhafuunodeipilastri

del New Deal e in EuropaFranklin D. Roosevelt èconsiderato il presidente piùprogressista della storiaamericana. In questo caso lasuaazionefecesìchegliStatiUniti diventassero unanazionediproprietaridicase,

non solo, ma di proprietarisegregati razzialmente, dicittadini che avevano uninteresse economico vero amantenereledistanzerazziali.Ma è possibile attribuirequesti esiti solo a quella cheAlbert Hirschman chiama la"perversità”? La perversità èun classico argomentoconservatore per cui ogni“tentativo di spingere lasocietà inunacertadirezioneavrà per effetto sì un

movimento della società, manella direzione opposta”.10Quest’argomento è statoformulato per la Rivoluzionefrancese che avrebbe cercatola libertà e prodotto latirannia. Joseph de Maistre,citato da Hirschman, vivedeva addirittura"un'affettazione dellaProvvidenza, nel senso chegli sforzi del popolo perraggiungereuncertoobiettivo

sono precisamente lostrumento che essa impiegaperallontanarlodaesso”.11

La tesi della perversionesi rivela suggestiva non soloperladestra,maancheperlasinistra.E va dimoda tra gliecologi. L’automobile servead agevolare gli spostamenti,maconisuoiingorghifinisceperparalizzareiltraffico,cosìoggilavelocitàmediaincittàèinferioreaquelladeltrama

cavalli. Ma la tesi dellaperversione finisce perdifendere l’esistente, poichéogni cambiamento lopeggiora. È l’equivalentemoderno del leibniziano"migliore dei mondipossibili”incuitantocredevaCandide, nel romanzo diVoltaire.Sequelloesistenteèil migliore dei mondipossibili, ogni tentativo dicambiarlolopeggiorerà.

Un’alternativa alla tesi

della perversione è quelladella malafede: è proprio inbuona fede che legislatori epotenti del mercato hannotradottol’ansiaproprietariainsegregazione razziale? Èl’ipotesi del cinismo, che avolte si rivela, più cheattraente, irresistibile. Èprobabile che sia sincera lafededipresidentiepoetinellevirtù taumaturgiche dellaproprietà privata della casa,ma come dimenticare la

sicumera con cuinell’Ottocento laPennsylvania Railroadaffermava di non temerescioperi perché i suoidipendenti “vivono aFiladelfia e sono proprietaridelle loro case, e quindi nonpossono permettersi [afford]di scioperare”? E come nonrestare ammirati e disgustatidalla sfrontatezza con cui ilprimo presidente dellaProvident Institution for

Savings di Boston diceva:“Dagli una speranza, dagliunachancediprovvedereperla famiglia, di mettere daparte una riserva per lavecchiaia, di disporre diqualche comodità o lusso abuon mercato a cui legare ilproprio cuore, e sisottometteranno di propriavolontà, e con allegria, alleprivazionieaglistenti"?12

Mal’ipotesidelcinismoè

respingenteperchérinviaallatesi del “complotto”, del"piano del capitale”, indefinitiva a una "Storiasegreta”, in cui i destinidell’umanitàsonodeterminatidagli intrighi, dalle congiure,dalle tramesotterranee,comenel Pendolo di Foucault diUmberto Eco. Il risultatocomunqueèsemprelostesso.Se ingenui accettiamo labuona fede - e i suoi effettiperversi -, siamo impotenti.

Sepiù"scafati”ipotizziamoilcinismo, dobbiamosopportaredirimanereignari,di non conoscere mai iburattinai, e siamo di nuovoimpotenti. In ogni caso, citroviamo manipolati da due“maniinvisibili”(perusareilconcetto di Adam Smith),l'una divina (la perversione),l'altraumana(ilcinismo).

Più probabile è ungroviglio inestricabile dibuonaemalafede,dicinismo

e sincerità, un intreccio chenasce dall’ambiguità insitanell’ideastessadiproprietà,enella sua praticabilità dimassa.Nonsiamoingradodimisurarefinoinfondoquantoc’è di distruttivo nelladistinzione primordiale tra Ioe non-Io. Né sappiamodavvero fino a che punto sideformalarelazionetraMeeAltro-da-Me quando sitraduce in opposizione traMio e Tuo. Più vicini alla

quotidianità, gli speculatoriimmobiliari che con nomi diparchi, giardinetti e laghettibattezzanodistesedicementospianate a bulldozer,partecipano in realtà allastessa estetica "arcadica” deigonzi a cui le propinano.Certo è che la logicaimmobiliare pesa come unamaledizione originaria sullasocietàamericana.Enonsolosugli esclusi, sui segregati,magiàsuchi,secondotuttele

apparenze, dovrebbeassaporarneledelizie.

Il possesso della propriacasa dovrebbe produrre"parsimonia”, sicurezza,stabilità. Ma, proprio perchétutto è comprato a credito,quasi senza anticipo,l’atteggiamento comune è ilcontrario del risparmio, è la"spendacciosità” (inprestito).Ognuno è oberato da debiti,ha impegnato in rate tutti iprossimi decenni, anche le

vite future, se possibile. Setutto è a credito, tutto ti puòessere tolto appena smetti diessere puntuale nelle rate.Nullaèpiùeffimerodiquestaproprietà.Dietrol’angolo,c’èsemprel’esproprio.L’ansiadipossederediventaangosciadiperdere.

Vive in un perpetuotimore questa nazione diinvincibiliproprietaridicasa.È costretta a essere ottimistaperché la sua condizione

normale è l’insicurezza: quisei licenziabile dall’oggi aldomani,iltuopostodilavoroè alla mercé del piùimpercettibilesbalzod’umoredel padrone, della minimaventatadirecessione.Inmoltimestieri non puoi nemmenoammalarti se non vuoirimanere disoccupato. Ti seiimpegnatoapagareunmutuoper i prossimi trent'anni epuoi ritrovarti sul lastricodomattina. Hai ipotecato la

vita tua e della tua famiglia,in senso proprio. L’agognataserenità della "casa, dolcecasa” ti fa restare sveglio lanotteperl’ansia.Nédormonosonni più tranquilli lefamiglie agiate.Poiché tu seiquel che possiedi, piùguadagnipiùdevipossedereepiù ti devi indebitare.L’americano è overspent("sovraspeso”), secondo labella espressione coniata daJuliet Schor, e l’America è

una nazione che viveletteralmente a credito. Acredito compra non solo lacasa e la(e)macchina(e), magli elettrodomestici,l’università per i figli, levacanzeinMessicoeilpontedentistico.Nel2001 ildebitototale delle famiglie Usaammontava alla fantasticacifra di 7724 miliardi didollarieilserviziodeldebitorisucchia il 14% del redditolordo e il 18% del reddito

disponibile delle famiglie.13Questa montagna di bufficondiziona tutti icomportamenti, persino lacurva delle labbra e leespressioni del viso: più seiindebitato fino al collo e piùdevi mostrarti fiducioso nelfuturo.Provaachiedereauneuropeolaritualedomandadicortesia: “Come va?”, e tirisponderà bofonchiando:“Così così”, “Non c’èmale",

"Si tira avanti", "Potrebbeandar meglio (peggio)”.Formula la stessa domanda aun americano, e la rispostasarà un immancabile, grandesorriso accompagnato da"Great”, “Wonderful”,“Fine”, “Very good”: vieneda sospettarechedietro tantastereotipata soddisfazione disé e del proprio presente siceli un modo per ubbidireall’ingiunzione di BenjaminFranklin che prescrive al

debitore di tranquillizzare ilcreditore, perché “le azionipiù irrilevanti influenzano iltuo credito”.14 Maquest’ostentazione di fiducianell’ogginascondel’ansiaperildomani.

La proprietà si rivelaquindi un obiettivoperpetuamente rinviato, unfine sempre da perseguire.Mentrelanormalitàdellavitaè perenne ricerca di questa

proprietà che sfugge come lalepre meccanica delcinodromoinseguitadaicani,sempre imprendibile perchéacceleraquandostaperessereraggiunta. Se ti va bene, lavitatrascorrenelrimborsodelmutuo.E,dopo i trentannidirimborso, se hai avuto lafortunadipagaretuttelerate,sei già vecchio, sei già inpensione,ituoifiglisonogiàemigrati in altre città, la tuacasa è troppo grande. Ti

convienevenderlaeandareavagabondare con una motorhome: hai passato la vita apagare una casa che, nellamigliore delle ipotesi, saràvendutaperpermettereaituoiposteri di accendere altrimutui.

***

Leisure World è un

complesso privato di 5000residenti, vicino a Phoenix,

Arizona,conregolesueesueistituzioni. Non è la piùgrande città privata peranziani dell’Arizona. Peresempio,SunCityha46.000residenti e dieci centricommerciali,gestiscelibrerie,parcheggi, piscine, unmuseod’arte, una linead’emergenza,undipartimentodi pompieri, un’orchestrasinfonica,uncorpodipoliziaarmata e un centro di daycare. Ma a Leisure World

sono sorti due problemicuriosi, raccontati da JoelGarreau.15 Il primo: unimmigrato clandestino. Unmedico di 42 anni avevaavutounacrisinervosaederadivenuto temporaneamenteincapace di prendersi cura disé; allora era stato ospitatodaisuoigenitoriproprietaridiuna casa a LeisureWorld. Ilproblema è che ilregolamentodiLeisureWorld

vieta aiminori di 45 anni divivervi. Se volevanocontinuareaospitareilfiglio,dovevanoandarsene, fudettoloro. E loro lasciarono lacasa. Secondo problema: ilbollettino locale divennesgradito al governo privatodellacomunitàcheneimpedìla circolazione. Il direttoreprotestò, ma il primoemendamento dellaCostituzione, sulla libertà diparola, non si applica a una

proprietàprivata.Ancora: Evan McKenzie

racconta16 che a Santa Ana,California, una nonna di 51anni ricevette unacomunicazione giudiziariaper aver violato le regoledella sua associazione, per“aver baciato e fatto bruttecose [doing bad things]”mentre era in un'autoparcheggiata. Lei riconobbedi averbaciatoun suoamico

per dargli la buonanotte, maintentò causa. Il fatto è chequeste sono tutte comunitàprivate, basate sull’idea chel'associazione dei proprietarinon solo possegga case eterreno, ma sia anchesovrana. Il nome ufficiale diqueste enclaves private èCommon Interest HousingDevelopments (Cid). Ce nesono più di 150.000 negliStatiUnitieviabitano trenta

milionidiamericani.17In questi Cid rientrano le

gated communities, le cittàfortificatevereeproprieche,secondo Blakeley e Snyder,ammontavano a 25.000 nel1997 e comprendevano circatre milioni di unitàimmobiliari, non più solocome club di vacanze ocittadelle per anziani, masempre più alternativeresidenziali al limitare delle

metropoli, inparticolareNewYork, Miami, Chicago,Houston, Phoenix e LosAngeles.18 Adesso sicostruiscono città chiusepersinodentro le città: con isuoi cancelli invalicabili, asepararladal restodellacittà,ne sorge una anche aChicago, là doveprima c’erala fabbrica Stewart Warner,enclavediricchiasserragliataa difendersi dalla

disperazione delle vicineLatrhop Homes dove vivonosolo neri e quelli che lepersone agiate chiamano concortesia i white trash(“spazzaturabianca”).

Assistiamoquialla formaestrema di fiducia nellaproprietà le cui virtùtaumaturgiche sono trasferiteed estese dalla casa diproprietà alla città diproprietà. Proprio come icostruttori americani non si

limitano più a offrirti case, ograttacieli, ma ormai tivendono città complete dimunicipio, commissariato,chiesa e scuole, così gliacquirentibramanoacquistarela proprietà non più di unacasa (sempre soggetta alpotere politico), ma di unacittà,intendendoconessaunacomunità, una società con lesue leggi, la sua polizia, lesue tasse, insomma la sua"cosa pubblica”, la

repubblica.Alla casa-tempio (delle

divinità familiari) erasucceduta la casa-merce. Poianche la città diventa unamerce: c’è una merce-cittàche si scambia, si compra, sivende,èquotata.E,attraversoil tramite della proprietà, ilmondo delle merci si rivelacontiguo a quello dellapolitica, perché il possessodelproprietarioèlaformapiùalta di sovranità in una

società che sulla proprietà sifonda.Eccoquindiapparireilgoverno privato, che sembraunacontraddizioneintermini,perché si governa la cosapubblica. Ma qui è ladimensione pubblica a esseresussunta in quella privata. Inquesta città privata, ilproprietario spera di sfuggirea tutti i mali della cittàpubblica, alla delinquenza,allasporcizia,allemalattie.Espera di conservare tutti gli

agicittadini.Lacittàprivataèla forma estrema, compiutadelsuburbio.Quil’egoismoècodificato, la segregazionesancita, l’intrusione presa afucilate. Non ci sonosconosciuti da temere, solofilispinatidaevitare.

Quilafedenellaproprietàdiventaintegralista,siamonelmondo del fondamentalismoproprietario. Un esperimentonon nuovo. Nelle cittàdell’India, dal tempo

dell’impero inglese vi sonoistituzioni che si chiamanoappunto colonies. Così, aNew Dehli ci sono DefenseColony, Friends Colony...Sono complessi residenzialirecintati (di solito immersinegli alberi e nei prati),controllati da una poliziaprivata, governati da proprieregole, muniti di propriservizi, vere e proprieenclavesdi agio inuncasinocosmico. Senza saperlo,

prefiguravano già l’utopiad’inglobare nel privato tuttala sfera pubblica. Come èutopiaunfortinoassediato.

1 K.T. Jackson,

Crabgrass Frontier, cit., p.50.

2 Russell HermanConwell,AcresofDiamonds,Harpers & Brothers

Publishers, New York 1915,p.19.

3K.T.Jackson,op.cit.:lefrasideitrepresidentisonoriportate alle pp. 362 n. 14,190e173.

4Ivi,p.132.5L.C.Wade,Chicago's

Pride,cit.,p.67.6R.A.Slayton,Backof

theYards,cit.,p.31.7Suquestedueagenziee

sullaloropolitica,idatisono

tratti da tutto il capitolo 11dellibrodiK.T.Jackson,op.cit.:FederaiSubsidyandtheSuburban Dream: HowWashington Changed theAmerican Housing Market,pp.190-218.

8 U.S. Bureau of theCensus,StatisticalAbstractofthe United States 2002,Government Printing Office,Washington D.C. 2002, tav.1159,datidel2001.

9 K.T. Jackson, op. cit.,pp.207-208.

10AlbertO.Hirschman,The Rhetoric of Reaction.Perversity,Futility,Jeopardy,The Bellknap Press ofHarvard University Press,Cambridge (Mass.) 1991,trad. it. Retorichedell’intransigenza, ilMulino,Bologna1991,cap.II,p.19.

11Ivi,p.25.12CitatoinK.T.Jackson,

op.cit.,p.51.13 U.S Bureau of the

Census,StatisticalAbstractoftheUnited States 2002, tavv.1142 e 1145, e Juliet B.Schor, The OverspentAmerican (1988),HarperCollins, New York1999,p.72.

14“Ilcolpodelmartelloche il tuocreditore sentealle5delmattinooalle8diseralo tranquillizza per sei

mesi..." Questo passodell’Advice to a YoungTradesman (1748) è statoreso celeberrimo da MaxWeberinDieProtestantischeEthik und der Geist desKapitalismus (1920), trad. it.L'eticaprotestanteelospiritodelcapitalismo,inSociologiadelle religioni, Utet, Torino1988,vol. I, pp. 117-334.Lalunga citazione di Franklin ènel cap. i, par. 2, Lo spiritodelcapitalismo,allepp.133-

135.15 Joel Garreau, Edge

City. Life on the NewFrontier, Doubleday, NewYork1988,pp.184-192.

16 In Trouble inPrivatopia, in "TheProgressive”, ottobre 1993,pp.30-34.

17 Evan McKenzie,Privatopia. HomeownerAssociations and the Rise ofResidential Private

Government, YaleUniversityPress,Yale1994.

18 Edward J.Blakeley,Mary Gail Snyder, FortressAmerica.GatedCommunitiesin theUnitedStates,BrokingInstitution Press,WashingtonD.C. 1997. La cartina e ilgrafico con la crescita dellecittàfortezzasonoallepp.5-6.

Lametacittà(1):metropoliimperiali

C'èunmodoincuilecittà

statunitensi chiedono diessere percepite e studiate,unosguardoinapplicabileallemetropolieuropee,amenodi

non relegarlo al passatoremoto, alle póleis greche, oai comuni medievali. Tuttospinge a osservare le cittàstatunitensi come fosseroindividui, ovveroindividualmente soggettidella storia, cioè soggettiindipendenti l’uno dall’altro,autonomicomenelDuecentofurono i Comuni. Nessunopotrebbe scrivere la storia diParigi dall’Ottocento a oggicomesoggettoindipendentee

separatodalsoggettoFrancia.Tanto meno si potrebbeparlaredelsoggetto“Londra”astratto dai soggetti“Manchester", “Edimburgo”,“Glasgow”, e avulso dalsoggetto “Regno Unito". Maancora oggi si può scrivereunastoriadiLosAngeles,peresempio nel libro City ofQuartz diMike Davis, comeGiovanni Villani raccontavanella Cronica le vicende diFirenze. E comunque, le

metropoli statunitensirivolgono una parossisticaattenzione a se stesse. Èpossibile scrivere un libro suChicago e l’immaginarioletterario americano (1880-1920)1incuisianalizzano leopere ambientate qui. È piùimprobabile un libro suFrancoforte e l’immaginarioletterario tedesco.Naturalmentequest’autocompiacimento

sfiora e spesso sconfina nelprovincialismo.

Le guide turisticheamericane hanno l’abitudinedi informarci dei figli celebridelle varie città. LaFrommer’s ci dice che“ChicagoèilluogodinascitadiWaltDisney,KimNovak,Johnny Weissmüller [illeggendario Tarzan], JohnDos Passos, Edgar RiceBurroughs [il creatore diTarzan] ed Ernest

Hemingway”.2 Piùmodestamente, sempre per laFrommer’s, a Kansas Citysono nati i jazzisti CharlieParker e Ben Webster, ilregista Robert Altman el’attore Ed Asner, mentreDenver (Colorado) si devecontentare dell’attoreDouglas Fairbanks e deldirettore di band PaulWhiteman.3 Anche in questocamposicostruisceunascala

gerarchicadellecittà.Nella geografia

architettonica degli StatiUniti, al 99% costituita dacase a piano terra o almassimo di due piani, igrattacieli rappresentano lararaeccezione,nonlaregola,elaloropresenzaservesoloadimostrare la potenza dellacittà che li ospita, propriocome il fasto delle cattedralimedievali dimostrava laprosperità della borghesia

cittadina. I grattacieli diChicago,ipiùaltid’America,esprimono la sua borghesiacome il duomo di Milanol’opulenza dei suoimercanti.Eccoperchésiaccanisconoacostruire grattacieli anchemetropolidovenonhanessunsenso economico perché ladensità abitativa è così bassache il prezzo del terreno nongiustifica la scelta verticale,comeaLosAngelesdove,suuna sconfinata distesa di

villette,unpugnodiinsensatigrattacieli sorge proprio adowntown, cioè in pienoquartieredegradato.Inbaseaigrattacielisipuòstabilireunagraduatoria urbana, con latrentina di grattacieli diDenver, la ventina diKansasCity, la decina di DesMoines. Già dall'autostrada,ancora a miglia di distanza,puoi valutare l’importanza diunacittàpesandol’altezzaeilnumero dei suoi grattacieli

che spiccano nella distesadellegrandipiane.

Ogni città ha con lapropria(leproprie)universitàlostessorapportodifierezza,lo stesso intreccio di affari edottrina,denaroecultura,chec’era nel Medioevo traBologna e il suo ateneo, traPisa e la sua università. Unrapportoche inEuropaesisteancoraneicentridiprovincia(Camerino, Montpellier,Heidelberg, che agli atenei

devono una bella fetta dientrate), mentre non si puòdire che Roma o Amburgosiano molto fiere per leproprie università. InveceNew York nutre un tacitocomplessoperladebolezzadiColumbia University rispettoalle università di Boston,Harvard e il MassachusettsInstituteofTechnology(Mit).Al contrario, San Francisco,Chicago, Minneapolise Boston ostentano un

orgogliopersino smodatoperipropriatenei.

S’incontrano spesso frasidel tipo: "L’area di LosAngeles costituisce, comeProdotto interno lordo, ladodicesimanazionealmondopiù ricca”. Cutler scrive:“Solo undici nazioni almondo hanno un Prodottonazionalelordopiùgrandediquellodell’areametropolitanadi Chicago”.4 Si ragiona

come se la città avesse contiseparati con l’estero e unapropriabilanciacommerciale.Oppure si leggono dati sulla"capitalizzazione delle primecento imprese con sede aChicago”. La natura stessadella stampa Usa, il suoregime di monopolioregionale, fa sì che ognimetropoli abbia da leggeresolo il suo giornale la cuidiffusione rispecchia lapropria zona d’influenza,

cosicché la graduatoria deiquotidiani rispecchia quellatra le aree metropolitane:prima New York (con "TheNew York Times”), secondaLos Angeles (con “The LosAngeles Times”), terzaChicago (con “The ChicagoTribune").

Questa percezione dellecittà, come fossero entitàstatali separate, ha avuto ilsuo culmine nella storiadell’Ottocento, quando il

potere di Washington eraallentato. Non c’era unapoliziafederale:l’Fbirisaleal1924. Non c’era una bancacentrale: la Federal Reservesarebbe stata varata solo nel1913.5Nonc’eraneancheunavalutaunica,(lacartamonetaera scarsa e ogni banca sistampava la sua). In cittàdiverse avevano corsodifferenti banconote, creandoai viaggiatori problemi di

cambio, aumentando conquesto l’effetto di estraneità,di andare all’estero. Lerivalità dell’Ottocento traBoston e New York sonoraccontate come quelle tra lerepubbliche marinare diGenova e Pisa, con vereguerrecommerciali.

Così la natura, il ruolo ela percezione dellemetropolicontribuiscono a quelgenerale senso dianacronismo che fa sembrare

sfasate le linee temporalidella storia europea eamericana. Ognuno dei duecontinenti sembra per certiaspetti progredito rispettoall’altro e per altri piùbarbaro: gli Stati Unitidell’Ottocentosonoanni luceavanti all’Europa nellarapiditàconcuiilcapitalismoindustriale vi si espande enella politica generale: giàallora sono uno statorepubblicano, democratico, a

dimensione continentale,mentre in Europa SantaAlleanza e Carboneria siaffrontanoinstaterellicomeilducato di Parma e Piacenza;ma nelle dinamiche internegli Usa si trovano ancoraall’epoca delle repubblichemarinare,deiComuni.

Questo sfasamentotemporale, quest’impressionedi vivere in un altroquando(Elsewhen,diceiltitolodiunromanzodifantascienzadiH.

Beam Piper) viene rafforzataquando si guardano alcunedate precise. In Europa il1848 fu l’anno dellerivoluzioni, delle barricate aParigi, della Repubblicaromana. A Chicago fu unanno altrettanto importante.Ma perché fu inaugurato ilcanale Michigan-Illinois,perché fu installato il primocollegamento telegrafico, fuaperta la prima lineaferroviaria, la Galena and

Chicago,perchéfuinauguratala prima strada pavimentatain legno, larga 8 piedi (2,40m)chepermettevaaicarridiviaggiarea10miglia l’ora(apedaggio).

Nel 1848, in Europa fupubblicato il Manifesto delpartitocomunistadiMarxedEngels, aChicago fu fondatoil Chicago Board of Tradecheavrebbedatovitaallapiùlucrosa attività cittadina, ilcommerciodelfuturo.

***

Esemplare fu, all’inizio

dell’Ottocento, lacompetizione tra città percostruire canali navigabili egarantirsi così il monopoliodelle vie di comunicazionecon l’interno del continente.Se la città di New Yorkcostruiva ilgigantescocanaleEriechein570kmcollegavaiGrandi Laghi con l’Oceano

Atlantico, subito Filadelfiarispondeva con un canaleancora più titanico, la MainLine verso il fiume Ohio, di650 km, con centinaia dichiuse. Boston, eclusa daicanali, cercava di rifarsilanciandosi nelle ferrovie.Proprio come Chicago checonibinaricercavadibattereibattelli fluvialidiSt.Louis.Asuavolta,St.Louisavrebbecercato d’impedire con ognimezzo la costruzione dei

ponti ferroviari sulMississippi, ponti cheavrebbero fatto il gioco diChicago. Una visione dellastoriaincuiilsoggettononè“la borghesia”, ma sono le“borghesie cittadine” in lottaeincompetizionetraloro.

Proprio a Chicago questavisione "città-centrica”raggiunge il suo culmine.“Nei tempi antichi tutte lestradeconducevanoaRoma,”scriveva un giornalista nel

1884, “nei tempi modernitutte le ferrovie conducono aChicago.” Qui compare unparagone frequente lungotutto l’Ottocento, sui destiniimperialidellecittà.“Èsicuroche sarà sede d’impero persempreChicago, l’inevitabilemetropoli del Nord-Ovest,”scriveva Parton nel 1867.6 Isette colli di San Franciscocome i sette colli fatali diRoma: ancora oggi Mike

Davis scrive che nel 1880“Los Angeles era unacittadina rurale, tributariadell’imperiale SanFrancisco”.7 Questorapportarsi all'antichità è unusocontinuogiànellanascitadegli Stati Uniti. Nei verbalitenuti da JamesMadison deilavori della convenzione diFiladelfia del 1787, moltisono i riferimenti storici.Ecco Madison chiedersi:

"Potremmo forse trovarenegli Stati Uniti gliordinamenti introdotti daSolone? Potremmoparagonareicostumiegliusidi Sparta con i nostri? Sonoforse note fra di noi ledistinzioni tra patrizi eplebei?”.8

Nell’Ottocento, ilparagone con l’antichitàclassicasiassociaall’ideachele città imperiali si spostino

verso ovest, dalla Persia allaGrecia, aRoma,allaSpagna,allaGranBretagna,alNuovoMondo così che di questopassato gli Stati Unitipossono sentirsi gli unicieredilegittimi.UngiornalediAlbany, parlando di NewYork, diceva: “Una città conun simile commercio nonpotrà mai languire e sarà digran lunga più grande diAlessandriaoTebe”.

È quasi incredibile

l’ossessione che tarlaval'America, nell’Ottocento, ditrasporrenelpropriofuturoilpassato della classicità, difantasticare leproprie rovine,di là da venire. Propriomentre Goethe scriveva:“America, questo hai dimeglio rispetto al nostrocontinente, quello vecchio,non hai ruderi di castelli eniente marmo, ”9 gliamericani forgiavanounodei

sentimenti più caratteristicidella modernità, e cioè lanostalgiadel futuro.Uno deiprofeti della crescita di St.Louis rispetto alle cittàatlantiche, Logan Reavis,prediceva che “dallefrenetiche città del Pacifico,pellegrini sentimentaligiungerannolàdoveorasonoBoston, Filadelfia e NewYork e contemplerannolunari, con malinconia, letracce delle Atene, delle

Cartagine, e delle Babeledell'emisfero occidentale”.10Nel 1857 il “ChicagoMagazine” stimava che"700.000 miglia quadrate diterritori occidentali” fossero"parzialmente tributarie diChicago”, dove la parola"tributario” esprime bene lametafora imperiale che c’èsotto: all’impero militare èsostituito il predominiocommerciale: "Il commercio

è un conquistatore potente,più di un esercito conbandiere,” scriveva nel 1846un costruttore di Cincinnati(altra città "sconfitta” daChicago).Quando l'8 ottobre1871 scoppiò il grandeincendiodiChicago, ilGreatChicagoFire,cheuccise250persone, distrusse 17.000edifici, lasciò 100.000abitanti senza tetto, ungiornale di New Orleansscrisse con malcelata

soddisfazione: “Chicago nonsarà mai come la Cartaginedell'antichità. La sua gloriaapparterrà al passato, non alpresente, mentre le suesperanze, una volta cosìbrillanti e serene, sarannoinfine rovinate e annerite dalfumo del suo destinocrudele”.11 Ma già il 23dicembre 1875, il “ChicagoTribune" poteva dire aproposito delle Union Stock

Yards, i grandiosi mattatoicittadini: “Gli stranieri chevisiteranno la città senzaaverli visitati si sentirannoprestocomeilviaggiatorechevisitasse l’Egitto e non lepiramidi, Roma e non ilColosseo,PisaenonlaTorrependente”. Un europeo nonparagonerebbe un mattatoiocon il Colosseo. E nessunacittà s’inorgoglirebbe delnome “Porkopolis” comeCincinnati, né si fregerebbe

del titolo di "Bovine City”come Chicago. Ancora oggilostatodelWisconsinèfierodidefinirsi, sulle targhedelleauto, Dairyland of America,“caseificio d’America”, titoloche noi non troveremmoproprioelogiativo.

Appare qui unosfasamentodellegerarchietraiduecontinenti.Astudiareilpassato americano diventanoimportantieventidifformidaifatti che studiamo nei nostri

manuali (congressiinternazionali, vertici di capidi stato, elezioni, battaglie etrattati di pace); risaltanopersonaggiditipodiversodainostri generali, politici,pensatori, artisti. Altre datesegnano le epoche, o nesottolineano altri aspetti,come abbiamo visto per il1848.Nuove pietremiliari sistagliano: il 1842, quando aBuffalo Joseph Dart,proprietario di un negozio di

ferramenta, introdussel’elevatoredigranoavapore.Il 1873, quando a DeKalb, a50migliaaovestdiChicago,JosephGliddeninventòilfilospinato.O il 1866, quando aChicago Windsor Lelandinventò la macellatricemeccanica, la slaughteringmachine. Risaltano in questastoria non musicisti o poeti,ma nomi più prosaici, cheperò hanno contribuito aplasmare il futuro: è fiorita

addirittura una leggenda sulfabbricante di moschetti EliWhitney che introdusse partiintercambiabili nelle armi. Èsterminata la letteratura suCyrus Hall McCormick,inventore della mietitrice,fondatore della McCormickHarvestingMachineCo. e diuna delle più potenti dinastiedi Chicago: durantel’Esposizione universale diLondra del 1851, la reginaVittoriascrissenelsuodiario:

“La macchina mietitrice delsignor McCormick [...] èchiaro che sarà tantoimportante per l'agricolturaquanto lagiannettae il telaiomeccanico lo furono perl’industria”.12

Un riflesso di questosfasamento è visibile nellatoponomastica degli edifici edelleviediChicagodedicatea macellati, birrai, dentisti,mercantidigrano:c'èpersino

un libro dedicato alla storiadei nomi delle vie diChicago.13 Un’Avenue portailnomedelmercantedigraniElliB.Beach.Bentreluoghi,unAvenue,unaParkway,unapiazza evocano il birraioMichaelDiversey.LaHalstedStreet evoca un banchiere diFiladelfia. Palmer Boulevardimmortala uno dei principimercantidiChicago,sociodiMarshall Field e mecenate

dell’istituto d’arte. Un'altragrande Avenue ricordaArchibald Clybourne giuntoquinel1823,diecianniprimache Chicago diventasse uncomune, il suo primomacellaio commerciale.Oliver Newberry aprì nel1832 una ditta di spedizionidimaiali ebovini.Suo figlioWalter aprì una grandebiblioteca, la NewberryLibrary eoggi c’è aChicagounaNewberryAvenue, come

c’è una McCormick Place euna Hutchinson Street, dallafamiglia di packers “Hutch”(il macellaio CharlesHutchinson fondò l'ArtInstitute of Chicago).Un’Avenue, la John D.Parker,eunastrada,laJosephThroop, sono dedicate amercantidi legnami.Unaviaè dedicata al primo dentistadella città, Walter Alport.Uno dei più alti grattacielidella città, l’HancockCenter,

porta il nome dell’uomo chepresiedette nell’Ottocento ilChicago Board of Trade:quest’edificioèdettoancheil"Toro”, The Bull, per la suasolidità massiccia, scura, eper la coppia di lungheantenne che porta in cima, eforse anche per ricordarel’animale che ha fatto lafortunadella città e chedà ilnome anche alla squadra dibasket,i“ChicagoBulls”.

C’è una sorta di giustizia

in questa toponomastica chedà a Cesare quel che è diCesare, ai salumieri quel cheèdelsalume,ealcommercioriconosce il suo ruolonell’aver forgiato la potenzadi Chicago considerata comeorganismo a sé stante, comeunitàeconomicaeculturale.

1 Carl S. Smith,Chicago

and the American LiteraryImagination (1880-1920),Chicago University Press,Chicago1984.

2Frommer'sGuideUsa'93-94, Prentice Hall Travel,NewYork1993,p.510.

3Ivi,pp.605,621,767.4 I. Cutler,Chicago, cit.,

p.279.5 Con il Federal Reserve

Act.Ilsistemafederaleriuscìanasceresolodopo ilpanico

finanziariodel1907:cfr.RonChernow, The House ofMorgan, cit., pp. 120-130,181-182.

6 J. Parton, Chicago,cit.,p.327.

7 Mike Davis,City ofQuartz, Verso, London 1990(Vintage Books, New York1992),trad.it.Manifestolibri,Roma1993,p. 25 (il corsivoèmio).

8 II resoconto di

Madison è pubblicato inDocuments Illustrative of theFormationoftheUnionoftheAmericanStates,GovernmentPrinting Office, WashingtonD.C. 1927, pp. 109-745.Ampi brani sono tradotti initaliano in La formazionedegli Stati Uniti d'America(documenti), Nistri Liscili,Pisa 1961, vol. II, pp. 124-479.Lacitazioneèap.241.

9 “Amerika,duhast es

besser,/AlsunserKontinent,das alte, / Hast keineverfallene Schlösser / UndKeine Basalte" (il corsivo èmio). Dalla poesia DenVereingten Staaten inGoethes Werke, Band 1,12neubarb. Aufl., Verlag C.H.Beck, München 1981("HamburgerAusgabe").

10QuestecitazionisonotrattedaW.Cronon,op. cit.,pp. 42-43. Il libro di Reaves

s’intitola significativamente:A Change of NationalEmpire; or, Arguments inFavor of the Removai of theNational Capital to theMississippiValley(1869).

11 Citato da I. Cutler,op.cit.,pp.30-31.

12 Passo citato daCharlesWilsoninAA.VV.,AHistoryofTechnology,vol.v,L’etàdell'acciaio,1850-1900,cit.,p.831.

13 Don Hayner, TomMcNamee, StreetwiseChicago. A History ofChicago Street Names,Loyola University Press,Chicago1988.

Parteseconda

1.Nelcrogiololamaioneseimpazzisce

Sul ponte levatoio

metallico che traversa ilChicagoRivervicinoallasuafoce, a sollevare lo sguardocoglie una vertigine, una

pauradicadere,difronteallafuga prospettica di grattacielicheprecipitanosuincielo,intutte le fogge, in tutti imateriali, in tutti i colori, inun abisso all’inverso chesprofonda verso l’alto. Lavertigine deriva da un sensodi sconfinata potenza, diarrogante padronanza delmondo che questi edifìcicomunicano. E deriva anchedalla coscienza che afondamenta sotterranee di

tanto strapotere c’è il lavoroormai secolare, ci sono leinnumeri esistenze di massesterminatedicafonigiuntiquidalVecchiocontinente.

Se in pochi decenniChicago divennel’"ineludibile metropoli delNord-ovest [...] sicura diessere per sempre sede diimpero” - come l’avevachiamata Parton nel suoreportage del 18671 -, lo

dovettenonsoloaimilionidibovini, alle tonnellate dilegnaecereali,algrovigliodibinari,maancheallemigliaia,e infine ai milioni diimmigrati europei che quellestesse ferrovie riversavanosulle rive del LagoMichiganinsiemeamais,grano,maiali,pino bianco. Nelle sue vierisonavano gli idiomi piùdiversi, fino a farla esseredavvero "la Marsiglia del

nostro Mediterraneo”,2caotico porto di terra e dimareincui-inunababeledilingue, di fogge nazionali,sapori, odori e sporcizie -s’incrociavanogreciedanesi,polacchi e irlandesi, scozzesie siciliani, svedesi e serbi,olandesi e ucraini, lituani ebulgari...AfineOttocento,vierano presenti più diventicinque etnie europee.Nel 1910, più di due terzi

della sua popolazione eranocostituiti da immigrati o daloro figli. Arrivavano nontutti insieme, ma a ondatesuccessive. Per primigiunserogli irlandesi cacciatidalla loro isola dalle ripetutecarestiedellepatate(dal1845al 1860). Ma già nel 1860erano superati in numero daitedeschi che arrivavano afiotti, all'inizio soprattuttoesiliati politici, dopo larepressione delle grandi

sollevazioni del 1848 inAssia, in Baden e inWürttemberg e la chiusuradelparlamentodiFrancoforte(1849):questitedeschifuronochiamati i “quarantottini”, i48ers.Né il flusso cessò conl’unità del Reichbismarckiano, anzi, divennestraripante: nel 1914, con isuoi800.000tedeschi(natiinGermania o figli di genitoritedeschi), Chicago era la piùgermanica delle città

americane e la quinta cittàtedesca in assoluto. Tra il1860 e il 1890 s'ingrossòanche l'immigrazionescandinava. Poi fu la voltadegli ebrei russi, degliitaliani, soprattutto deipolacchi: oggi più di unmilione di Chicagoans sonodi discendenza polacca.Anche gli italiani arrivaronotardi. Nel 1850, c’eranoappena quattro italiani aChicago e solo 43 in tutto

l’Illinois. Nel 1860, gliitaliani erano solo cento.Masarebberostati1357nel1880,13.000 nel 1890 e ben124.000nel1920.

Più in generale,l’emigrazione europea puòessere divisa in due fasi,comunia tuttigliStatiUniti:degli 8 milioni di europeiemigrati in America tra il1840 e il 1880, quasi tuttivenivano dall’Europa delNord-ovest (Gran Bretagna,

Irlanda, Scandinavia,Germania). Invece i 24milioni di immigranti giuntitrail1880eil1930venivanoper lo più dall’Europaorientale e meridionale(polacchi,ebreirussi,italiani,slovacchi, croati, serbi,ungheresi, spagnoli,portoghesi...)ancheseipaesidi vecchia emigrazionecontinuarono a fornire nutriticontingenti: tra il 1891 e il1930 arrivarono più di un

milionediimmigratisiadallaGermania siadall’Inghilterra.3

Così la fuga dall’Irlandaebbeilsuomassimotra1847e1854,quandogiunseronegliStati Uniti 1,2 milioni diirlandesi. L’esodo piùmassiccio dalla Germania fuinvece del 1881-1892,quando sbarcarono 1,7milioni di tedeschi.L’emigrazione di ebrei russi

ebbe il suopicconelperiodo1901-1914, con più di duemilioni di ingressi. Neglistessi anni assumevadimensioni apocalittichel’esodo dalla Polonia edall’Italia. Tra il 1900 e il1914 sbarcarono più di 3milioni di italiani (più di200.000 l’anno in media). Edopo laguerra il flussostavaricominciando, 222.000emigratinel1921,quandogliStati Uniti chiusero le porte

dell’immigrazione.4A spingere ognuno di

questigruppic’eraognivoltauna causa specifica. Lamalattiadellepatate cacciavagli irlandesi, ma gli italianimeridionali presero agiungere amiriadi solo dopoil 1860, quando l’unitàd’Italia immiserì il sud delpaese.Iboemifuronosospintinell’Illinois dalla repressioneasburgica dei moti del 1848.

Ma a scatenare un’ondataumana di 2 milioni e mezzodi persone poteva bastare ilgesto di un anarchiconichilistacomequellochenel1881ucciselozarAlessandroII Romanov: per giustificarela repressione, le autoritàrussefecerodegliebreiicapriespiatori della sovversione,riesumarono l’antica accusadi uccidere i bambini nellafestivitàdiPesach(laPasquaebraica), spinsero la

popolazione a organizzarepogrom (parola che in russovuol dire “rovina”,"distruzione”)egliebreirussifuggirono in America, in unnuovo Esodo.L’immmigrazio-ne polaccaesplose dopo il 1871 quandoil cancelliere Otto vonBismarckimposeunapoliticadi germanizzazione delleprovince orientali del Reich.Milioni di vite volteggiavanoperciòinbaliadiesiticasuali,

di eventiminuti verificatisi amigliaia di chilometri:secondo le dinamichecaotiche, un alito di ventopuò modificare un uraganosulla riva opposta delPacifico; qui il furore di undespota altera lacomposizione etnica di unametropolioltreatlantico.

QuandoperciòunpolaccolitigavaconunitalianoinunaviadiChicago, a ricercare lacatena delle cause che

avevano prodottoquell’evento si rimarrebbeimpigliati in un groviglio diperipeziepolitiche,daidecretidi un cancelliere tedescoall’attentato di un nichilistarusso, proprio come capitavaa Leibniz quandos’interrogava sulle cause chelo spingevano a scrivere laMonadologia: “V’èun’infinità di figure e dimovimenti presenti e passatiche entrano nella causa

efficiente del mio scrivereattuale e v’è un’infinità diinclinazioni e disposizionipresenti e passate del mioanimo, che entrano nellacausa finale. E siccome tuttoquesto particolarizzarsiinclude altri contingentianteriori o più particolari,ciascunodeiqualihabisogno,perché se ne possa rendereragione, duna simile analisi,per questa via non siprogredisce affatto”, e

occorre quindi cercare una“ragionsufficiente”.5

***

Nelnostrocasodovepuò

mai essere la ragionsufficiente di queste mareeumane che traversano unoceano, si riversano nellepraterie,siaffollanosullerivepaludosed’unlagoghiacciatod’inverno, infestato dalle

zanzare d’estate? Una primaragionestaneiprogressidellamedicina che riduceva lamortalitàinfantileinnescandoquella "bomba demografica”cheoggiattribuiamoalTerzomondo, ma che alloraesplodeva in Europa. Nel1800, Europa e Stati Uniticontavano 185 milioni diabitanti (180 l'Europa e 5 gliStatiUniti).Nel1910,Europae Stati Uniti avevano 542milioni di abitanti, 450

milioni in Europa e 92 negliUsa,senzacontareglieuropeicheeranomigrati inAmericaLatinae“inOceania.Inpocopiù di un secolo, lapopolazione era passata da185 a 542 milioni, con unaumento di circa il 300%: sieratriplicata.

Una seconda buonaragione sta nella macchina avapore. Abbiamo già vistocome la vaporiera abbiacreato Chicago con i suoi

binari e i suoi commerci,l'abbia plasmata e modellatasecondo le sue esigenze.Nello stessomodo, la nave avapore ha generatol’immigrazione moderna. Inprimo luogo l’ha causata: ilcargo a vapore rese talmenteabuonmercatoiltrasportoinEuropa del grano e delbestiame americano (maanche russo, australiano,indiano)damandareinrovinamilioni di contadini europei

le cui terre non eranoabbastanza fertili o i cuiprezzinoneranocompetitivi:grazie ai vapori, i raccoltidellepraterieelemandriedelFarWest resero letteralmentesuperfluiperl’Europamilionidipropricontadini.Lenaviavapore non solo causaronol’esodo, ma lo reseropossibile, non solo crearonounapovertà,maoffrironounavia per sfuggirla. Una volta,la traversata atlantica durava

parecchie settimane, orabastavano dieci giorni. Untempo la tariffa era esosa,mentre alla finedell’Ottocentoper ilpontediterza classe bastavano 25-30dollari,unasommacheancheun bracciantepotevaraggranellare.(Propriocomeoggiiviaggiaereisonoallaportatadi chi emigradalTerzoMondo.)

Una volta innescato, ilmeccanismo si

autoalimentava. I contadinieuropei andavano a lavorareper esempio nelle StockYards e così contribuivano arendere più produttivo ilmeat-packing.Comescrivevanel 1894 William Stead,“indirettamente Armour e lasua classe hanno avuto unruolo considerevole nellarivoluzione sociale che staavvenendo in Gran Bretagna[...]. Armour sta rendendodifficile ai piccoli fattori del

Glouchestershire di ottenereprezzi convenienti per il lorobestiame e non c’è dubbioche l’immenso sviluppo cheArmoureisuoialleatierivalisono stati in grado di dareall'export americano di carneha avuto un potentissimoimpatto sulla politicabritannica [...] il prezzo delbestiame irlandese èinfluenzato dai corsi sulmercato di Chicago [...] e semolti dei nostri aristocratici

sono poco più di splendidipoveracci, lo si deve in granparte ad Armour e alla suaclasse”.6 Il flussodi emigraticontribuiva a impoverire chirestava e spingeva così anuovepartenze.

Ma da sole questespiegazioninonbastano:essesono ancora "cause" e non"ragioni”. E inoltre lascianoirrisolto un mistero. Perchémai dal 1865 - è il quesito

apparentemente incongruochesiponeStephenSteinberg-dopolafinedellaschiavitù,le industrie del Nord nonhannoattintodalserbatoiodimanodopera costituito daineri delSud, già sul posto, ehanno invece chiamatomilioni di europei da oltreoceano?

Perché,perpoterusaregliexschiavinerinelleindustriedel Nord, bisognava trovarequalcuno che li sostituisse

nella raccolta del cotone alsud (il cotone costituiva lamateria prima per una dellepiùimportantiindustrieeunadelle più forti esportazioniamericane).Magli immigratieuropei, per quanto poveri,non accettarono il lavoro neicampi di cotone. Allora sipensò ai cinesi, abituati alladura coltura delle risaie.Come diceva un piantatore:“Possiamo sbattere fuori inegri e importarecooliesche

lavoreranno meglio e più abuon mercato liberandocidalla sfacciata impudenzanegra” di modo che, conl’arrivo dei cinesi, i neriavrebberosmessodichiedere“40acrieunmulo”,scrivevaun giornalista del Kentucky,ma il nuovo slogan sarebbestato "lavora negro... ocrepa”.7Solo che lamaggiorparte dei cinesi fu impiegatanelle miniere e nella

costruzione delle ferrovie delWest e solo pochi silasciarono attrarre a sud. Equei pochi scapparono subitoagambelevate,perladurezzadel lavoro, la scarsità dellapaga, la crudeltà dei padronibianchi. Insomma, dopo averaffrancato i neri, gli StatiUnitisisentirono"costretti”atrattenerli nei campi delSud,ariorganizzarelaloroservitù.La situazione sarebbecambiata solo con la Prima

guerra mondiale, quando sisarebbe interrotto il flussodall’Europa.

Ci avviciniamo alla"ragion sufficiente”. In unafase di tumultuoso sviluppoindustriale, senza unconsistente flusso diimmigrati,negliStatiUnitisisarebbecreataunapenuriadimano d’opera, il lavorosarebbe diventato merce raraeilsuoprezzosarebbesalito,sarebbero cioè aumentati i

salari operai. Invece, con imilionidiimmigrati,illavorodivenneabuonmercato,tantodisponibile che i lavoratorierano in competizione l’unocontro l’altro per riuscire avendersi. Le statistichestoriche statunitensi sonoambigue, ma è abbastanzachiaro che, se dal 1870 al1910 il Prodotto nazionalelordo (Pnl) pro capiteaumentò del 250%, il salarioannuo medio (in dollari

costanti) aumentò solo del20%trail1860eil1910.8

Mentre la ricchezzaprodotta da ogni individuoaumentava di due volte emezzo, il salario che egliriceveva cresceva solo di unquinto. In altre parole, perprodurre la stessa quantità diricchezza, bastava un lavoropagato la metà. Questasituazione fu resa possibilenonsolodaiprogressitecnici,

ma dai milioni di immigratiche fornivano mano d’operaabbondante, a buon mercato,docile e, soprattutto,mobile:se la mobilità è un segnodella libertàe, inquantotale,è un valore positivo, lamobilità del lavoro è segnodella libertà del capitale chepuò, a piacimento, assumere,licenziare, far compierestraordinari, traslocare infabbricheecantierilontani.Sipensi chenel1910 il 58%di

tutti i lavoratori industrialidegli Stati Uniti era natoall’estero (questa percentualesaliva al 76%nell'abbigliamento e al 67%nelleminierediferro).

Né cerano sotterfugi oipocrisie nell’uso degliimmigrati europei. Spessopartivanodall’Europagiàconuncontrattointasca,chiamatidalle agenzie del lavoroamericane.Ancorapiùspessoessieranochiamatiper fare i

crumiri, proprio come siusavano le donne (nel 1864molte donne furono assuntedal “Chicago Times” perbattereitipografiinsciopero)o si appaltava il lavoro aicarcerati.Semprenel1864,lacompagniaferroviariaIllinoisCentral importavamacchinisti dal Belgio persconfiggere gli scioperanti.9Durante il grande scioperodel 1886, Philip Armour, “il

macellaio che voleva andarein paradiso”, fece veniremigliaia di lavoratori daBaltimora, Filadelfia, NewYork,10 e la maggior parteerano polacchi, boemi,tedeschi.

Per tutto l’Ottocento gliimmigrati furono la grandearma del padronato contro ilmovimento operaiosindacalizzato per tenerebassi i salari, battere gli

scioperi, a tal punto che unodei maggiori movimentisindacali, i Knights of Labor(iCavalieridelLavoro),lottòper far approvare la primalegge antimmigrazione, ilChinese Exclusion Act del1882 che chiudeva lefrontiere ai cinesi chelavoravano a salari troppobassi in condizioni troppoinfami. Si vede quanto èsbagliatoilluogocomunepercui, da un lato, la parte

reazionaria, conservatricedella società, sarebbexenofoba, favorevole allachiusura delle frontiere agliimmigratie,dall’altrolato,laparte progressista eantirazzista vorrebbe lefrontiere aperte. La verità èche le maggiori ondated’immigrazionegliStatiUnitile hanno assorbite durante iperiodi più conservatori,comelafinedell’Ottocentooil decennio reaganiano. Sono

le destre che nei fatti apronolefrontiere,mentreaparolelechiudono. Sono icommerciantipiùrazzisticheassumono gli immigrati innero.Sonoglistessixenofobiche“chiamano”gliimmigratiper tenerebassi i salari.Cosìalimentano il razzismo deglistrati più popolari, proprioperché gli immigraticalmierano il mercato dellavoro e competono perrisorse rare: alloggi vivibili,

letti negli ospedali affollati,scuoledecentiperifigli.

È più chiaro perché,spesso, in diversi paesi,sindacati e movimentooperaio sono control’immigrazione per poterdifendere il livellodi vita: dinuovo, la volontà didisciplinare il lavoro e direnderloilpiùabuonmercatopossibile ritraduce la lotta diclasse in conflitto etnico erazziale.Perlestesseragioni,

i vecchi immigrati sioppongono ai nuoviimmigrati.

Negli Stati Uniti, appenaun’ondata si era(relativamente) stabilizzata eintegrata, e i lavoratoricominciavano a organizzarsi,subito un’altra ondata offrivai propri servizi a prezziancora più stracciati. Bastileggere quel che l’11 agosto1888 scriveva il giornale diChicago di lingua tedesca

“Illinois Staats-Zeitung” nelsuo editoriale "Ospitiindesiderati” sulla nuovaondatadiimmigratiitaliani11:

Le indagini condottedal Congresso sugliimmigranti italianirivelano fatti davverosgradevoli. Gliimmigranti italianipossiedono un livello dicultura ed educazionecosì basso che i

lavoratori americani,abituati a un più altolivello di vita, nonpossono competere conloro. È impossibile pergli americani piegarsi alivelli così bassi diesistenza - hannoscopertogliinvestigatoricongressuali -,comeperesempioviveredirifiuti,essere ammassatiinsieme come animali,non avere la minima

nozione di pulizia eigiene.Noncipuòesserenessun vantaggio perquesto paese nel lasciarentrare gente simile. Almeglio, possonocontribuireaportareunacondizione di barbarie.Se, in aggiunta a ciò, sipensachedaquiapochianni queste personemezzo civili avranno ildiritto di voto e quindicontribuiranno a

decidere il destino diquestopaese,nonsipuònon rabbrividire all’ideadi un futuro affidato insimili mani. Certigiornali angloamericanichiamano gli italiani i“cinesi dell’Est’’. Unalegge control’immigrazionedall’Italia sembragiustificata sulla stessabase di quella contro icinesi [...] dobbiamo

ammettere che ilgoverno italiano hacercato di tenere lontanidalle nostre coste i suoifigli sporchi, ma questemisure hanno pocoeffetto perché lavoratoriitaliani sono assunti concontratto e trasportatinegliStatiUniti.

C’ètuttoinquestobrano:la concorrenza sleale nelmercato del lavoro, il

paragone con i cinesi, lasporcizia dei “nuovi”, larichiesta di sbarramentiall’ingresso, l’ammissioneche gli italiani sono"chiamati” dai padroniamericani. È qui ripreso dalvivo il meccanismo chetraduco Immediatamente ilconflitto economico inrazzismo, la lottadiclasse inscontrodietnie.Nel1864unafolla di 500 irlandesi attacca12nerichelavoranoneimoli

del legname.12 Il giornaleellenico“Loxias”dell'8aprile1910 riporta l'attacco subitoda uno spazzino greco daparte di un gruppo diirlandesi: “State lontani dalbusiness dei rifiuti o viuccideremotutti,voigreci”.

Magli irlandesinonsonoi soli. Ecco un italiano, talFiepi, accusato di assumeresolo spazzini siciliani (e dipretendere perciò una

tangentedi3dollariperognipostodilavoro).13UnlituanodiChicago,StanleyBalzekasJr., racconta le esperienze disuo padre, giunto negli Usanel 1912: “Era unmescolatore di cemento inuna compagnia dove tuttierano italiani, e quandoscoprirono che era lituano lolicenziarono. Allora venne aChicago e lavorò comefabbro in una ditta tedesca e

quando scoprirono che noneratedescolobuttaronofuori.Andòdaunfabbrosvedeseefulicenziato...”.14

***

In un famosissimo

articolo in cui introduce insociologia la nozione dimarginalità, Robert E. Parknota come le migrazioniantichefossero“migrazionidi

popoli”, quando interenazionio tribùsimuovevanoguidate dai loro re, leVölkerwanderungencosìcareagli storici romanticitedeschi, mentre lemigrazioni moderne sonoindividuali: a partire sonoindividui, al massimofamiglie.15 “Quella che eraun’invasione seguita da unospostamentoforzatoodaunasottomissionediunpopoloda

parte di un altro è diventatauna penetrazione pacifica.”Nelprimocasoèilmigrante,l'invasore, che soggiogal’invaso(laprimamigrazioneeuropea in Americaappartiene a questo tipo).Nella forma moderna “lamigrazione di popoli sitrasmuta in mobilità diindividui” e la relazione dipotere s’inverte e ilmigrantesarebbe lui soggiogato esottomesso, l’invasore

domato, “addomesticato”dall’invaso.

La verità è più sottile:nella migrazione moderna,partono sì individui, maarrivanopopoli:ognipersonaparte individualmente, peròpoi, quando sbarca inAmerica, l’individuo diventaimmediatamente italiano, opolacco, o tedesco, perché siaggregaaquesta“comunità”,si fa difendere da essa, vicerca non solo lavoro, ma

anche protezione,espressione, e rappresentanzapolitica. Subito sicostituiscono società dimutuo soccorso su baseetnica per accogliere i nuoviarrivati: German Relief andAid Society, Bohe-mianSociety, United HebrewsCharities, SkandinavianRelief Society... Nellecomunità etniche cattolichequeste società sono integrateo sostituite dalle parrocchie.

Ma ogni comunità costruiscele sue chiese come poicostituirà le sue societàsegrete, come l’irlandeseClan-na-Gael, costituita nel1867 dalla FenianBrotherhood. Ogni comunitàsidotadisuepompefunebri,suoi cimiteri (come si vedeanche oggi negli annuncimortuari).

Così l’individuo èinteramente definito dal suoappartenere a una “razza”

come si diceva allora, aun’“etnia”,comesidiceoggi,allasua“comunità”,perusareil termine ufficiale. Se dueverdurai si contendono ilmercato a bastonate, è unoscontro tra popolo greco epopolo italiano (“The GreekStar” del 18 agosto 1908).Quando c’è una rissa perstradatrasvedesieitaliani,ilgiornale“L’Italia”(23giugno1904)scrive:“Leduerazzesiprendono a botte”. Una

sparatoria fra tedeschi eitaliani diviene per il“Chicago Tribune” (15maggio 1893) race riot,sommossa razziale.Nel1874un giornale tedesco gioisceperché la stampa svedese (“alungo ostile verso tutto ciòche è tedesco”) ha mutatoatteggiamentoe“sembraavercapitoche la salvezzaperglisvedesi non sta nell’opporsiaitedeschi”.16

Ecco il giornale polacco“DziennikZwiazkowy”del3agosto 1918 accusare ilgiornale ucraino "Swoboda”di aver attaccato i polacchi.Non stupisce che, appenaarrivati a Chicago, i primiimmigrati di un gruppofondano subito un giornalenella loro lingua. E se in ungruppo etnico si oppongonodue fazioni, ecco duegiornali. I tedeschi hannoquattroquotidiani,glisvedesi

tre,comeicechi,ecosìvia.Ètutto un ininterrotto, febbrilescrivereeditoriali infuocatiindecine di lingue diverse, unababeledivocichepatriotticheimprecano indignate control’altrui sciovinismo, cheintolleranti esigonotolleranza; è un cercare digridare più forte degli altriper diffondere il propriomessaggio, un tentativo dimantenere vivo l'uso e ilricordodellamadrelingua,un

difendersi dal disprezzocircostante. Una catena deldisprezzo tra le etnie cheriflette abbastanza l’ordinecronologico di arrivo nelcontinenteamericano: iprimiarrivatidisprezzano i secondichedisprezzano i terziecosìvia. Da questa gerarchia deldisprezzo,daquestapiramidedi caste, sono esclusi i"fuoricasta”, coloro che inAmerica erano arrivatidavvero per primi, i

pellerossa innanzitutto, poi ilatini (incrocio di spagnoli eindios) e poi i neri, giuntisubito, con iprimi schiavisti.Costoro sono esclusi daquesta gerarchia perchéancora oggi sono consideratinon etnie, non popoli, ma"razze”.

***

“Fuoricasta” a parte, i

figli dei coloni inglesi

disprezzano gli irlandesi,arrivatiappenadopodiloro,atal punto che sugli annuncidei giornali capita, come nel"Chicago Tribune” del 26febbraio 1866, di trovarel’avvertimento:NoIrishneedapply (“Irlandesi pregati dinonpresentarsi”).Secondi,inordine d’arrivo e nella lineadel disprezzo, i tedeschiconsiderati ubriaconi bevitoridi birra: già nel 1849 èorganizzato (come società

clandestina) un partitoantistraniero,iKnowNothingche contro i tedeschiappoggiano il proibizionismo(la xenofobia americana si èspesso permeata diproibizionismo, sull’alcol nelpassato, sulle droghe nelpresente).Quandonel1855ilsindaco Levi D. Booneappoggiato dai KnowNothing impone la chiusuradomenicale delle birrerie(nell’unico giorno in cui gli

operaiottocenteschiriposano)eportaa300dollaridiallorail costo della licenza per glialcolici,scoppiaaChicagolaprima sommossa "politica”, iLagerBeerRiots.

La stampa tedescareagisce al disprezzocircostante vantando la"temperanza” germanica etacciando gli irlandesi diubriachezza.Così, il7marzo1873, l’“IllinoisStaatsZeitung” riferisce di

una “battaglia tra poliziottitedeschi e ubriaconiirlandesi” (corsivo mio). Lostesso giornale, pochi mesiprima,il17agosto1872,cosìriferiva di un conflitto dilavoro:“Unoscontroviolentoha avuto luogo ieri allafornace di mattoni Jones tralavoratoritedeschieirlandesi.Come al solito gli irlandesinon potevano sopportarne lelodicheitedeschiricevevanodailorodatoridilavoroperla

propria applicazione etemperanza”.Inquestacatenasihaperciòdisprezzoversoilbasso(quellichesonoarrivatidopo) e risentimento versol’alto. Così i cattolici sonodisprezzati dai protestanti,ma,traicattolici,ipolacchisirisentonocontrogli irlandesi.Eccocomesiesprimeancorail 29 ottobre 1931, in pienoxx secolo, il giornale“Przebudzenie”:

Ognuno di noipolacchi capisce chenelle scuole parrocchialiirlandesiinostribambinisono volontariamente esistematicamente privatidella loroanimapolaccae sottoposti a unprocesso di"irlandizzazione”. Manonètutto.Gli irlandesiin America mai furonoamichevoli verso di noie mai lo saranno. Si

considerano un gruppopiùelevatoeprivilegiatoe ci guardano condisprezzo. Siamo statitestimoni di moltiincidenti quando unprete fuori della chiesadi San Markrimproverandoibambiniche giocavano vicinoalla chiesa gridava:"Fuori da qui sporchipolacchi”. A simili"amici” della nostra

nazione i nostri poveripolacchi affidano i figliperl’educazione.

Alorovoltagliitalianieipolacchi, più in generale glieuropei del Sud e dell’Est,sono disprezzati da tutti glialtri.Nelsuoeditorialedel20ottobre 1912, il giornale“L’Italia” insorge controWoodrowWilson:

Il candidato

democratico allapresidenza degli StatiUniti Woodrow Wilsonnelvolumevpagina212della sua History ofAmerican People siesprime malignamente[viciously] come segue:“L’immigrazionecontinuò a riversarsicome prima, ma conun’alterazione nellastirpe [stock] che glistudiosi di questi

fenomeni sottolinearonocon inquietudine. Persecoli uomini deivigorosi ceppi del NordEuropa avevanocostituito la correnteprincipale di sanguestraniero che ogni annosi aggiungeva alla vitaleforzadilavorodelpaese,o anche uomini dellestirpi latino-galliche,dellaFranciaedelNordItalia. Ma ora arrivano

moltitudini di uominidella classe più bassa,dal Sud dell’Italia, euomini del genere piùspregevoledall’Ungheria e dallaPolonia,uominidallecuifile non traspare néqualificazione néenergia, né iniziativa néintelligenza sveglia; esono venuti in numericrescenti anno dopoannocomeseipaesidel

Sud Europa si stesserosgravando dei loro piùsordidi e sfortunatielementi.Perfinoicinesisarebbero piùdesiderabili comelavoratori, se non comecittadini, della maggiorparte di questa fecciache affolla i nostri portiorientali”.

Si noti la distinzione cheWilson opera tra italiani

settentrionali e meridionali,una distinzione addiritturaufficiale, se è vero che iReports of the ImmigrationCommission (1911) nondistinguevano fra tedeschibavaresi o prussiani, ma aifini delle statisticheseparavano in due categorie,quasi in due nazionalitàdistinte, italiani settentrionalie meridionali: tra i primi ilavoratori qualificati erano il20%,traisecondiil15%;tra

iprimil’analfabetismoeradel12%, tra i secondi del 30%:anche qui si sovrappone unadiversaprovenienzaregionaleaunadiversacollocazionenelmercatodellavoro.

La struttura del disprezzoetnico ricalca la gerarchiasocialeeilmercatodellavorosistrutturain“mercatoetnicodel lavoro”. Così, negli StatiUniti dell’Ottocento, leirlandesi furono quel chesono le filippine oggi in

Europa: le domestiche perantonomasia. Su 29.470domestici rilevati dalcensimento del 1855 a NewYork,23.386erano irlandesi.Nel 1900, secondo laCommissione immigrazionedegliStatiUniti,il71%delleirlandesi immigrate eranoclassificatecome"domesticheepersonale”(controappenail9% delle italiane e il 14%delle ebree). Addirittura,all’epoca, persone serie si

chiedevano perché le donneirlandesi avessero questa"vocazione”. Ebrei e italianisostenevanochelelorodonnesi rifiutavano di andare aservizioper castità, spirito didecenza, orgoglio familiare ealtre simili baggianate (inItalia le italiane andavano aservizio eccome, negli Usamolte ebree erano arrestateper prostituzione). Si costruìuna predisposizione etnica,razziale delle irlandesi alla

domesticità. La spiegazioneera molto più semplice. Acausa della carestia dellepatate, in Irlanda imatrimonidiminuirono: un terzo degliuominiedelledonne tra i25e i 35 anni erano celibi, unsestodellapopolazionenonsisarebbe mai sposato. Cosìl'irlandese era l'unico gruppoetnico in cui moltissimedonne emigravano da sole,tanto che tra gli immigratiirlandesi c’erano 109 donne

ogni100uomini,mentre,peresempio, tra gli italianicerano solo 27 donne ogni100 uomini (solo una sucinque immigrati italiani eradi sesso femminile) e tra gliebrei 77 donne ogni 100uomini. Nel 1860, tra gliirlandesi di New Yorkc’erano 87.000maschi e ben117.000donne.Questedonneappena sbarcate cercavanolavoroeilpiùdisponibileeraandareaservizio:adifferenza

delle altre immigrate, leirlandesi capivano l’inglese.Su questo flusso spontaneos’inserirono agenzie dellavoro americane cheimportavano irlandesi eassociazioni inglesi (LondonFemale Emigration Society,British Ladies EmigrationSociety, Girls’ FriendlySociety) che le esportavanodall’arcipelago. Ecco svelatoil mistero della“predisposizione” delle

irlandesi per il lavoro didomestiche.Ecco,ancoraunavolta,comeunachiaralogicademograficaedimercatodellavoro viene tradotta incarattereetnico,razziale.17

***

Se la gerarchia etnica

ricalca quella sociale, se inuovi arrivati fannoconcorrenzaslealeachisiera

insediato prima, l’ultimoarrivatovuoleinevitabilmentechiudere la porta dietro di sée non lasciare entrare piùnessuno. Non era solol'"Illinois Staats-Zeitung” del1888aconsideraregliitalianiospitiindesiderati.Ecco,il19maggio1891,ilgiornaledegliebrei tedeschi di Chicago,"The Occident”, opporsi, ininglese maldestro, all'arrivodegliebreirussi:

Gli ebrei di questacittà,chesisonosemprepresi cura di ognimembrodella loro razzain disgrazia, sioppongonoariceveregliimmigrati arrivati quicon il fondo del BaroneHirschesioppongonoache siano spediti inquesta città gli ebreiespulsi dalla Russia.Questo è chiaro e netto.La carità è una buona

cosa, ma dovrebbecoprire tutte le fasi diuna situazione. Sarebbeuna disgrazia da ognipunto di vista lapresenza a Chicago digrandi folle di poveri,estranei [aliens] nelmodo di pensare e nellinguaggio. Qui non c’èposto per gli sfortunatiespulsi dalla Russia. Èmoltopiùragionevoleloschema del Barone

Hirsch perchécolonizzino ilSudamerica. Gli ebreirussichesitrovanogiàaChicago sono circa12.000, formano unapropriacoloniaesonoinmolticasiunfardelloperi benestanti della lororazza e religione. Ed èpienamente giustificatol’atteggiamento assuntodalle più prominentipersonalità nelle opere

caritatevoli ebraiche.Chicago ha abbastanzasfortunati stranieri. Inrealtà quasi l'interogruppo di questiimmigranti rientra nelleclausole restrittive dellanostra leggedell’immigrazione.Certo, li si aiuta atraversare l’oceano, mapochi sonoautosufficienti, di regolasono poveri, molti sono

malati e molti sonocriminali. Questo è ilgiudizio dei piùintelligenti ebreiamericani e agli exilésrussi non dovrebbeessere permesso diinsediarsi in questopaese.

Questo brano èilluminante sul tema deirapporti tra appartenenza diclasse e appartenenza di

"razza” e mostra quantol’identità ebraica fosse menocompatta di quel che oggi sicrede e quanto invece siastata rafforzata, cristallizzatadalcircostanteantisemitismo,un antisemitismo chetraversava l’Atlantico con gliimmigrati. Così M. Osuch,presidente della PolishNationalAlliance, diceva nel1888: "I polacchi sono unacosa, gli ebrei polacchi

un’altra”.18Non solo. “The

Occident”, giornale di ebreitedeschi, introduce un nuovocardine del discorso sullamigrazione quando sostieneche gli esuli ebrei russi sonopoveriecriminali. Ilmarchiodella criminalità innatasembraunafiaccolacheivarigruppi di immigrati sipassanoinun’idealestaffetta.Nel 1860 la rivista “Harpers

Magazine” affermava che"circa il 75% dei nostricriminalisono irlandesiepiùdel 75% dei crimini diviolenza commessi tra noisono opera di irlandesi” e lediscussioni sulle causedell’allarmante tasso dicriminalitàtragliirlandesi“siconcentravano sui trattietnici, in particolare lasmodatezza della ‘razza’irlandese”.19 Il testimone

della criminalità passò poiagli ebrei. Nel 1908 il capodella polizia di New York,Theodore Bingham, attribuìagliebreilametàdelcriminenewyorkese:

Non stupisce che,conunmilionediebrei-per lo più russi -nellacittà (un quarto dellapopolazione),forsemetàdei criminali sono diquesta razza, se

consideriamo chel'ignoranza della lingua,più particolarmente trauomini fisicamenteinadatti al duro lavoro,portaspessosullaviadelcrimine [...] tra i piùesperti di tutti i ladri distrada sono i ragazziebrei sotto i sedici annichesonoportatiavitedidelinquenza.20

Certo è che su nessun

altro immigrato come suquelli italiani ha pesato ilmarchiodellacriminalità.Nel1908, Arthur Train, giàassistente del procuratoredistrettuale di New York,scriveva che gli italiani delNord “molto simpatico alcarattere d’America,mostrano caratteristichesingolarmente simili allenostre”; somigliano agliamericani essendo “onesti,parsimoniosi, industriosi,

rispettosi della legge e dibuonanatura".21Imeridionaliinvece sono “ignoranti, pigri,indigenti e superstiziosi”,perdi più “una notevolepercentuale, soprattutto traquelli di città, è criminale”.Non che tra gli irlandesi, gliebrei e gli italiani non vifossero delinquenti. AChicago erano famosi ipolitici-gangster irlandesi,come John Coughlin,

assessore eletto nella primacircoscrizione, quella deibordelli, delle bische e deisaloon. Suo partner nelcrimine era “Hinky Dink”Kenna, anch’egli boss dellamala,comeJohnny"dePow”Powers,proprietariodisaloone bische, che si vantava dicomprareunvotoitalianoconunboccaledibirra.Sempreacavallo del secolo, la malaebraica infuriava a Chicagocon personaggi come la

famosa Ike Bloom (nataGitelson) e Jack Guzik chetrafficavano in schiavebianche, o gangster comeDavey Miller e Samuel"Nails” Morton consideratiRobinHoodebraici.22

E naturalmente, tra gliitaliani di Chicago c'erano"Diamond Jim” Colosimo,John Torrio e infine, neglianni venti, Alphonse (detto"Al”) Capone,23 che

inventarono il modernosindacato del crimine.("Sindacato” da noi fapensare al movimentooperaio; in inglese significa“cartello capitalistico”: il“patto di sindacato” nellesocietà per azioni.) Nelfamoso massacro di SanValentino(14febbraio1929),un commando della gang“italiana” di Al Caponeassassinò in un garage diNorth Clark Avenue sette

membri della gang“irlandese” del North Sideguidata da George “Bugs”Moran.

Le accuse di criminalitànon erano affatto campate inaria (per ragioni note allasociologia), ma la frequenzastatistica è interpretata comeun carattere. È unprocedimento usuale: sidescriveunasituazione;seneosserva la frequenza; dallafrequenza s’induce

l’ineluttabilità dellasituazione, dall’ineluttabilitàsi ricava una caratteristicagenetica. Una condizionediventa un destino. E undestino diventa un carattere.Gli individui diventanosingoli e maiuscoli. Gliirlandesi diventanol’irlandese; gli ebrei l’Ebreo;gli italiani l’italiano. El’individuo,ormaiSingolareeMaiuscolo,vieneaggettivato:uno diventa l’irlandese

Ubriacone, l’altro l' EbreoAvaro, il terzo l’italianoMafioso.

Questa tentazione dietichettare in cataloghinazionali è sempre statafortissima. Non vi sfuggivanemmenoEngelsquando,purdicendo che la sporcizia deiquartieri poveri è unfenomeno generale, nel casoparticolare di Dublinoaggiungeva che “senzadubbio vi ha la sua parte

anche il carattere irlandeseche, in determinatecircostanze,nonsitrovaasuoagiochenellasporcizia".24Afine Ottocento-inizioNovecento la teoria dei“caratteri” genetici era luogocomune in un panoramadominato dalla figura diCesareLombroso.

Il rapporto tra criminalitàe nazionalità degli immigratiera considerato così

essenziale che laCommissione immigrazionedegliStatiUnitipubblicònel1911 un volume, ImmigrantsandCrime,incuitracciòunoschema di “razze enazionalità che mostranocaratteristiche criminalichiaramentedefinite”.Eogninazionalità ha una“vocazione", unapredisposizionegenetica soloper certi tipi di crimine. Tragli arrestati, gli irlandesi

primeggiano per ubriachezzae vagabondaggio; francesi edebree per prostituzione. Gliebrei vengono secondi solodopo gli americani per icrimini contro la proprietà,furto,ricettazione.Gliitalianisonopiùversatiper i criminidiviolenzapersonale,inclusol’assassinio. Per lacommissione,"certe formedicriminalitàsonoinerentinellarazzaitaliana”.25

Dire che il caratterecriminale è geneticamenteinscritto in un popolo non èun’operazione puramenteconcettuale; sarà sì filosofiadelle scienze sociali, ma harisvolti assai pratici, come sividenel1890inLouisiana,inun episodio spesso censuratodalla memoria di quegliitaliani che oggi inveisconocontro la criminalità deimaghrebini immigrati inItalia. Il 15 ottobre di

quell’anno, fu ucciso ilsovrintendentedellapoliziadiNew Orleans, DavidHennessy. Gli abitanti neattribuirono la responsabilitàai siciliani perché Hennessyera stato impegnato inun’operazione anticriminenella colonia italiana. In unclima d’isteria, la poliziaarrestò centinaia di italiani enefeceprocessarenove.Congran costernazione dellacomunitàamericana,lagiuria

trovò sei dei nove accusati“noncolpevoli”enonriuscìaraggiungereunverdetto suglialtri tre.Vocidicorruzioneeminaccia ai testimoniriempirono New Orleans;politici e giornali chieseroche si rimediasse a questo“fallimento” della giustizia.Una follaattaccò laprigione,netiròfuoriundiciitalianielilinciò. L’affare assunse ledimensioni di una crisiinternazionale. Come scrive

Nelli, "per un breve periodo,nel1891,unaguerratraItaliae Stati Uniti parve unaprospettiva concreta”.26Infineneldicembredel1891,nell’annuale messaggio alCongresso, il presidenteBenjamin Harrison definì ilfatto “il più deplorevole edisonorevole incidente,un’offesa contro la legge el’umanità”, concesse unrisarcimentoaifamiliaridelle

vittimeelacrisirientrò.La spada di Damocle del

linciaggio non pendeva solosulcapodegliitaliani.Così,il26 febbraio 1909 il giornalegrecodiChicago"TheGreekStar” parla di greci linciati aOmaha (Nebraska) perchéuno di loro ha ucciso unpoliziotto. Il giornaleammette che, “secondo lapolizia di Chicago, i grecihanno commesso numerosicrimini, in alcuni tipi dei

qualioccupanoilprimopostoin città”. Di fronte a questeaccuse di criminalità, eccodunque la comunità farequadrato,respingeresdegnataleaccuseall’esternoecercaredi fare pulizia al propriointerno.Tipica,epatetica,èlareazione della comunitàitaliana.Daun lato,di fronteall’accusa di essere dominatidall’associazione criminaleManonera, i notabili dellacomunità fondano

un’effimera e impotenteManobianca che dovrebbeesserelasettasegretaitaliana"buona” contro la bandaitaliana "cattiva”. Inutile direche la Manobianca fallì inbreve tempo (comerapidamente scomparve laManonera, sostituita dal piùmoderno, capitalisticosindacato del crimine di AlCapone). Dall’altro lato, concomica sicurezza, i giornalidella comunità italiana

negano l’evidenza. Ecco laconclusione, sbrigativa,tagliente, quasi sdegnata chetrae Γ8 ottobre 1892 ilgiornale italiano di Chicago,"L’Italia”: "Questa favoladella Mafia è diun’irragionevole stupidità,un’imbecillità pura esemplice [...] per dirlabrevemente, la Mafia nonesiste né a Chicago né inItalia”.

In quest’affermazione

colpisce non tanto laSpudoratezza dellamenzogna, quanto l’idea chequalcuno possa credervi, inuna sorta d’infantile "Nonsono stato io”, nonostante ildito ancora sporco dimarmellata. Lo stessoinfantilismo già vistonell'"Illinois Staats-Zeitung”quando autoelogiava le virtùgermaniche come ci si vantadi essere primi della classe("Gli irlandesi non

sopportano le lodi che itedeschi ricevono dai datoridi lavoro per la loroapplicazione e temperanza”).La competizione etnica, lasalvaguardia dell’onorenazionalesirivelanoperquelche sono, campanilismo,provincialismo. Chicago èuna delle città piùinternazionali delmondo, findalla sua origine. Ècostitutivamentecosmopolita.Ciò non le impedisce di

essereprovinciale.Scopriamoqui uno degli aspetti piùopachi della modernità:mentrenellesocietàanticheilcosmopolitismo erodeva lospirito provinciale, nellesocietà moderne unacomposizione cosmopolitanon neutralizza ilprovincialismo, ci convive,anzi lo rafforza. Così a NewYork e a Parigi comincianoad avvertirsi tracce diprovincialità, mentre Roma,

per quanto non sia mai statatantocosmopolitadaldeclinodell’impero romano, sedicisecoli prima, resta un grossopaesonediprovincia.Lecittàtendono a diventare piùprovinciali, proprio perchésegregano tra loro lecomponenticosmopolite.

È straordinario il set dicinque mappe storiche dellacittà di Chicago pubblicatodalmunicipionel1976,incuii vari colori mostrano gli

insediamenti nei diversiquartieri delle differenticomunità etniche in cinquemomenti diversi della storiadellacittà(1840,1860,1870,1920, 1950). In nessun’altracittà sarebbe possìbile questamappa.Inprimoluogoperchénon verrebbe in mente anessun funzionario diconsacrare tempo, energie efinanzecomunaliperstabilirele frontiere del quartiereucrainoequelledelquartiere

danese, e poi osservare glispostamenti di questi confinilinguistici nel tempo. Insecondo luogo, e soprattutto,perché sarebbeoggettivamente impossibiletracciare le differenti aree.Tranne alcuni casi specifici,negli stessi quartiericonvivrebbero immigrati dinazionalità differenti, non cisarebbe segregazioneresidenziale etnica, sarebberotutte zone più o meno

"integrate” che nonpotrebbero essere coloratecon etnie diverse. Anche inquestoChicago è la città piùetnicad’America.Quiiritualietnici, fidanzamenti,matrimoni, funerali sonoosservati ancora con pignolapuntualità.Ancora negli annisessanta (quarant’anni dopol’arrivo degli ultimi italiani),il socio-logo Gerald D.Suttles scriveva a propositodelquartierediAddams:

In realtà moltiitaliani sono proprio“americanizzati”.Spessoperò questa genteconduce una sorta didoppia vita. Durante ilgiornoescedalquartiereperfareilpropriolavorosenza tanto pensare allapropria etnicità. Maquando la sera torna acasa, è obbligata ariassumere la suavecchia identità. Non è

tanto una questione digusto, quanto dinecessità. È presumibileche gli altri conoscanogià l’etnicità di unapersona. E le fughe daquest’etnicità possonoessere interpretate comesnobismo o tentativo dimentire. Per di più, gliappartenentiaglialtritregruppi etnici [neri,messicani e portoricani]rifiutano di accettare

l’americanizzazionealtrui,indipendentemente daquanto essa sia spinta.Per gli altri, il tentativodi minimizzare lapropria etnicità è solouna manovra astuta persfuggire allaresponsabilità deglierrori passati o perconquistarsi la fiduciaaltrui. Infine ci sonoparecchi old-timers,

residenti di antica data,nel quartiere e sarebbedavvero maleducatoostentaredifrontealoroilproprioamericanismo.Così nei limiti delvicinato locale, unitaliano che “recita” afare l’americano corre ilrischio di essere presoper un impostore, unosnob, un opportunista,unvile,undelatore.27

È questo il meccanismoper cui nelle migrazionimoderne partono individui,ma arrivano popoli o etnie,perché nella patria diaccoglienza ognuno ècontemporaneamentecostretto all’assimilazione einsieme confinato, ricacciatonella propria etnicità. Ilmelting pot, il “crogiolo”, sirivela una maioneseimpazzita, in cui l’uovo staper conto suo, separato

dall’olio, distinto dal limone.La società si segmenta inparatie.Questononvuoldirechelepersonenonsisentanoamericane. Mai come negliUsasivedono tantecasecondavanti la bandiera nazionalechesventolasuunpennone:inazionalismi sisovrappongono a strati e ilnazionalismo etnico nonindebolisce, anzi rafforzaquello statunitense.L’americanizzazione è totale,

solo che essa convive conl’appartenza etnica, sisovrapponeaessa.

Basti pensare alla cucina,considerata generalmente ilbastione della cultura etnicanegli Stati Uniti. Essa èapparentemente fedele alletradizioni popolari, ma solonei nomi. Si apprezza unpastramichenonhapiùnullaa che vedere con l’originale:la cucina è uno dei campi incui meglio si esercita quell

'invenzione della tradizionesu cui dovremo tornare.Donna Gabaccia ci raccontale successive trasformazioniche nel gusto e nellaconsistenzahasubitoilbagelnella storia gastronomicastatunitense: i bagels"divennero identificati cometipicamente 'ebraici' soloquando gli ebreicominciarono a venderli neiloro quartieri multietnici.Quando i bagels emersero

dalle drogherie del ghettocome una novità ebraica, ibagels con formaggiocremoso divennero subito unpilastro di quella cucina notacome la ‘New York deli’[deli è l’abbreviazione deltermine-comunealtedescoeall’yiddish-diDelikatessen],e fu lanciato nel mercato eprodotto industrialmente pertutto il paese sotto questanuova identità regionale.Quando il commercio

internazionale li portò inIsraele, i bagels acquisironouna terza identità come‘americani’".28Enonèilsolobagelauscire irriconoscibile,reinventato da quellabetoniera che è la societàamericana. Igermoglidisojasonodivenutiilsimbolodellacinesitàincucina,mainCinanon sono mai stati usati(d’altronde i fortune cookiessono stati inventati a San

Francisco e tra i cinesi dellamadrepatria sono oggetto discherno verso gli americani).Se in Cina e in Italia igamberitivengonoservitinelpiatto con tutta la loro testa,qui saranno accuratamentesgusciati e decapitati(altrimenti farebbero orrore).La pastasciutta mantiene ilsuo aspetto (i linguini almaschile) ma è americananella cottura,nell’adeguamento al piatto

unico,nelladeformazionedeisughi. L’insalata grecacontiene vegetali mai usatinell’Ellade. Nessuno inFrancia mangerebbe unpaninodeepfrench.Leformedell’etnicità ricoprono unasostanza genuinamenteamericana, come nel Québecdove le lumache stanno lì asegno della "francesità”, maleostrichesonomangiatecolketchup.

Nel grande contenitore

della società americana, leetnie si muovono isolate,tentando di essere compatteall’interno, in competizionel'una con l’altra. Forse inquestoschemasocialestaunaparte della risposta alladomandachenovantannifasiponeva Sombart: “Perchénegli Stati Uniti non c’èsocialismo?’’. Non è chiarosequestosecolaretradursidelconflitto sociale in scontroetnico,della lottadiclassein

guerra tra razze, sia statopremeditato dalla classedirigente o si sia inveceprodotto per logica interna, aprescindere dalla volontà dichiunque, in un meccanismosfuggito di mano a chiall'iniziosiproponevasolodiottenere forza lavoro più abuonmercato,piùdocile,piùmobile,menoriottosa.

Certo, c’è da rimanerestupiti per le capacitàdimostrate dalla classe

dominante americana,un’élite superficialmentesnobbatainEuropa,machesiè dimostrata in grado nonsolo di governare (almenofinoaoggi)unprocessocosìesplosivoedi canalizzarlo informe tutto sommatocontrollabili di conflittualità,ma anche di costruire in duesoli secoli il più grandeimperodelmondoapartiredaquel che Woodrow Wilsonchiamava la “feccia di cui si

sgravava l’Europa”, a partiredai poveracci del Vecchiocontinente.

"Datemi un cafone, anziun milione di cafoni, e visolleverò il mondo” è ilmessaggiochecicomunicanoi capitalisti americani di fineOttocento. Colpisce ilcontrasto fra la separatezzadelle varie componentietniche degli Stati Uniti e lacompatta saldezza della suaforzafinanziariaeindustriale.

Ma non è solo a colpi dilungimiranza che la classedominante americana hacancellato il socialismo dallafaccia degli Stati Uniti. Perquesto, essa ha agito un po’come quell’eroe voltairianoche si vantava di uccidereinesorabilmente i proprinemici con un sapientissimodosaggio di preghiere,esorcismiearsenico.

1 J. Parton, Chicago,

cit.,p.327.2Ivi,p.330.3 Stephen Steinberg, The

Ethnic Myth. Race, Ethnicityand Class America (1981),Beacon Press, Boston 1989,p.35.

4 U.S. Bureau of theCensus, Historical Statisticsof the United States,Government Printing Office,

WashingtonD.C. 1975, serieC89-119,vol.I,pp.105-106.

5GeorgWilhelmLeibniz,Monadologia (1714),capoversi 36 e 37, trad. it.Laterza, Bari 1957, pp. 132-133.

6 W. T. Stead, If Christcome to Chicago!, cit., pp.84-85.

7CitatidaS.Steinberg,op.cit.,p.184.

8 U.S. Bureau of the

Census, Historical StatisticsoftheUnitedStates,cit.,serieD722-727,D733-73,D779-793eF1-5,p.164.

9B.L.Pierce,AHistoryof Chicago, cit., vol. II, pp.163-164.

10L.C.Wade,ChicagosPride,cit.,p.252.

11 A Chicago erano (esono) pubblicate decine digiornalietnicinellelinguepiùsvariate. Intorno al 1940 il

governo finanziò una ricercache compilasse (e traducessein inglese) un’antologia ditutta la stampa etnica dellacittà dai suoi iniziottocenteschi al presente. Ilfrutto è la Chicago ForeignLanguage Press Survey,conservata in microfilm (unacopia è consultabile nellalibreria della ChicagoHistoricalSociety),dacuihotratto tutte le citazioni diarticoli"etnici".

12 B.L.Pierce,op. cit.,vol.II,p.26.

13 "L’Italia",25giugno1904.

14RichardC.Lindberg,Ethnie Chicago, PassportBooks, Lincolnwood (111.)1994,p.126.

15 Robert E. Park,Human Migration and theMarginal Man, in “TheAmerican Journal ofSociology", vol. xxxiii,

maggio 1928, n. 6, pp. 881-893.

16 “Illinois Staats-Zeitung”,27novembre1874.

17Tuttalaquestionedelledomesticheirlandesiètrattatada S. Steinberg, op. cit., pp.153-166.

18 B.L.Pierce,op. cit.,vol.III,p.37.

19S.Steinberg,op.cit.,p.116.

20Ivi,pp.112-113.

21 Citato daldocumentato libro diHumbert S.Nelli, Italians inChicago 1880-1930. A Studyin Ethnic Mobility, OxfordUniversity Press, New York1970,p.126.

22 R.C. Lindberg, op.cit.,pp.179-180.

23 Per le informazionibiografiche di base su JohnCoughlin, Michael Kenna,Alphonse Capone, è utile

June Skinner Sawyers,Chicago Portraits, LoyolaUniversity Press, Chicago1991, in cui sono riunite250brevibiografiediChicagoanscelebri,daCyrusMcCormicka John Belushi (figlio di unimmigrato albanese). Ilcriterioètuttoparticolareperdefinire chi era Chicagoan echi non lo era. Per esempio,EnricoFermiloera.

24 F. Engels, La

situazione della classeoperaiainInghilterra,inKarlMarx-Friedrich Engels,Opere complete, cit., vol. iv,p.270.

25 Immigrants andCrime, Government PrintingOffice, Washington D.C.1911, citazioni dalle pp. 2 e209.

26 H.S. Nelli, op. cit., p.130.

27 Gerald D. Suttles,The

Social Order of the Slum.EthnicityandTerritoryintheInner City, ChicagoUniversity Press, Chicago1968,p.105.

28DonnaR.Gabaccia,WeAre What We Eat. EthnieFood and the Making ofAmerica, Harvard UniversityPress, Cambridge (Mass.)1998,pp.5-6.

2.AddioChicagobella

Sottogli argini, invisibile

dall’alto, il flusso di camionscorre rumorosonell’autostrada urbana DanRyan. Sopra, al livello delterreno, all'incrocio tra

RandolphStreet eDesPlains,vicinissimoalLoop,loslargodeserto è circondato davecchi edifìci segati insezione,comeunatomografiaassiale, con le pareti esternecoperte da pubblicità murali.Inunangolodelpiazzalec’èla sede locale della Caritas.Nulla ti dice chepocopiùdicento anni fa, nel 1886,questo luogo, HaymarketSquare, allora un mercatoall’aperto, fu il teatro di un

drammadalle inimmaginabiliconseguenze. Nemmeno unapiccola lapidemenziona queifatti e quegli uomini che perdecennisonostatiricordati(evenerati) come martiri delmovimento operaio. NullarivelachequinacqueilPrimomaggio come festa deilavoratori (ilPrimomaggioèfesteggiato quasi ovunque,manonnegliStatiUniti,doveènato).

Invano,passeggiandotrai

parcheggi semivuoti e unastazione di benzina,cercheresti una spia diquell’evento che decapitò ilmovimento anarchico. Unsecolo fa Chicago era lacapitale mondialedell’anarchia.Equestosecolotrascorso sembra esseredurato più di un millennio,oggi che l’anarchia ha rifattocapolino - dopo decenni dioblio - nelle manifestazionicontro la globalizzazione,

come a Seattle nel 1999, aPraganel2000,aGenovanel2001 : l'anarchismo diventaun modo per essereanticapitalisti senza farsiinchiodare a un comunismoche ricorda troppo l’UnioneSovietica, rappresentaun’interiorizzazione dellalibertàdimercatoinfunzionesovversiva. Cento anni fa glianarchici sembravano unaminaccia in grado di farcrollare il capitalismo e la

società americana, unaminaccia che andavacombattutaeannientata,oggiesprimono la scorciatoiateorica di una protestastrutturatainreteinformatica.

***

Ilpiùtumultuososviluppo

industriale (e demografico, ed’immigrazione) Chicago loconobbe durante la lungadepressione internazionale

che si estese dal 1873 al1896,scanditadatrepicchidirecessione ancora piùdrammatica, un primo dal1873al1878,unsecondodal1882 al 1886, un terzo dal1892al1896.Inqueiperiodila disoccupazioneimperversava massiccia e lefamiglie morivanoletteralmente di fame.Nell’inverno del 1885 unterzo dei carpentieri dellacittàeradisoccupatoeil39%

della forza lavoro eraforzatamente inattivo.1 Èproprio durante questi trepicchi di recessione siverificarono gli scontri piùaspri tra capitalisti elavoratori, negli scioperi del1877, nel movimento per leotto ore del 1886, nelboicottaggio Pullman del1894: tutte e tre le voltel’epicentro di questa vera epropria “guerra di classe” fu

Chicago dove - crisi o noncrisi - continuavano ariversarsi centinaia dimigliaia di immigrati. Moltierano importati proprio perfare i crumiri, indebolire isindacati, introdurre nellaforza lavoro una divisioneetnica, linguistica. Nel 1891la figlia di Karl Marx,Eleanor, scriveva alsindacalista americanoSamuel Gompers: “Laquestione più immediata [è]

impedire l’introduzione dilavoro sleale da un paeseall’altro, vale a dire chelavoratori, i quali nonconosconolecondizionidellalotta di classe in undeterminato paese, sianoimportati dai capitalisti inquesto stesso paese, perabbassare i salari o allungareil tempo di lavoro, o perentrambelecose”.2

Ma tra queste immani

masse umane giungevanoanche gruppetti di esiliatipolitici. Per dirla conTheodore Draper, “ilmovimento socialistaamericanoèinenormedebitocon gli immigranti sia per ipropri progressi sia per ipropriproblemi”.3Daunlatoera difficile - e quasi sempreimpossibile - che un operaioirlandese e uno italiano, unpolacco e un tedesco

facessero fronte comunecontro i padroni, senzadisperdere il fiumedella loroforza in una miriade dirigagnoli astiosi. Dall’altrolatoperò, traquesti operai vierano militanti chedall’Europaportavanocon séuna “coscienza di classe”.Così la xenofobia sialimentava di un nuovostereotipo. Non solo gliimmigratieranosporchi,pigrie criminali, ma erano anche

sovversivi, comunisti,negatori di Dio e dellaproprietà privata. Negli anniventiinAmerica,chipensavaa un italiano si riferiva o alcriminale Alphonse Capone,oaglianarchiciNicolaSaccoe Bartolomeo Vanzetti(condannatiamortenel1921,uccisi nel 1927). In realtà, imilitantisocialistieanarchicierano un’infima minoranzarispetto alla massa diimmigrati, per lo più

impolitici o proprioconservatori, ma tant’è: nel1915 al Partito socialistaamericano(Sp)eranoaffiliate14 sezioni straniere e ancoranel 1917, su 80.126 iscritti,32.894, il 40%, erano natiall’estero.4

Sul milione circa ditedeschichearrivònegliUsanel decennio 1850-1860,parecchie migliaia eranoemigrati politici che

fuggivano la rivoluzionefallitadel1848,eranoi48ers,i“quarantottini”.Tracostoro,ipiùeranoliberaldemocratici;solo un esiguo gruppetto erasocialista.Furonolorochenel1854 fondarono a Chicago ilgiornale “Der Proletarier”: ilsocialismonon fu importantenella storia dei milioni ditedeschi immigratinegliUsa,ma i tedeschi furonoimportanti nella storia del

socialismoamericano.5Chicago era una città di

esiliati politici comeParigi oZurigo, o Lugano - viricordate la canzoneanarchica Addio Luganobella? -, ed era tutto unpullulare,unnascereemoriredi giornali socialisti,anarchici, rivoluzionari intedesco, in polacco, ininglese, in boemo... Eranopoche migliaia di militanti -

nel 1886 cerano a Chicago2500 membri attivi, 20.000simpatizzanti, ma la loroinfluenza erasproporzionatamente piùgrande del loro numero, igiornali che stampavanoincredibilmente più vivi einfluenti di quanto sia oggiimmaginabile. Come nellecorporations"leazioninonsicontano,ma si pesano", cosìnelle forze politiche, imilitanti e gli aderenti si

pesano e non si contano.Forze con pochi iscrittipossono avere un pesoenorme.Altre,conmilionidimembri, possono essereinnocue,quasiirrilevanti.

Ma bisogna immaginarlalavitadiquestimilitantinellaChicago dei mattatoi e delleciminiere, babele dalle millelingueenazionalità,permeatadaimiasmideimacelliedallafuliggine dei treni.Bordeggiavano nella vita,

infervorati, precari, sempresenza un soldo, sempre inpericolo, minacciati dalleforze dell’ordine costituito,dalle milizie privateamericane, dalla poliziastatunitense, dagli agentisegretimandati dall'Europa asorvegliarli (o ucciderli) quinegli Usa. Certo, eranolitigiosi, pedanti, “tedeschi”,intolleranti sulle lorodifferenze dottrinarie trabakuniniani, lassalliani,

marxisti (sarebbe istruttivovedere quanta gente sa oggichi era Ferdinand deLassalle), sempre ascomunicarsi tra loro, adaffrontarsi in furibondepolemiche.“Costituivanounasetta, nel sensodi unpiccologruppo autoreferenziale cheaderisce a un'ideologia (ofede) esclusiva e precisa.Manoneranounasettaperscelta[...] erano categoricamenteantisettari. [...] Marxisti,

lassalliani, anarco-co-munistierano tutti opposti alsocialismo utopico.”Cercavano di parlare allemasse, di smuovere ilavoratori, anche se "èincontestabile che tendesseroa essere dogmatici, rigidi,spesso incomprensibili per lemasse che cercavano dicoinvolgere”.6Organizzavanonon solo manifestazioni,scioperi, ma anche feste,

danze,recite,picnic.Ognioccasioneerabuona

per un picnic, anchel’annuncio della chiusura diun giornale, come avvennenel settembre 1879 per “TheSocialist”. E i balli! AChicagosidanzavanoballiditutt'Europa: “Ieri notte sipotevaassistereaognitipodiballo, il ‘Bohemian dip', il‘German lunge’, l''Austriankick’, il ‘Polish ramp’, lo‘Scandinavia trot’. Tutti

questi paesi sembravanorappresentati, ma è meglioaggiungere che nativiamericani, irlandesi e inglesisi notavano per la loroassenza”.7Almenoottocoralierano affiliate al movimentooperaio e alcune orchestrerivoluzionarieeranofamose.8

Avevano una vera epropria passione perorganizzare feste questirivoluzionari, quasi un

anticipo, un acconto dellagrande festa, dell’allegragioia che speravano diassaporare presto. La piùimportante era “L’Alba dellaLibertà", festeggiata ognimarzo,per37 anni, dal 1872fino al 1909, dai socialisti diChicago per celebrarel’anniversario della ComunediParigi.Inalcunianni,comenel 1879, a questa ricorrenzaparteciparono più di 40.000persone: vi suonavano

orchestre,vicantavanocorali,venivanorappresentatiquadriviventidisignificatopolitico,recitateopereteatrali.

Ognioccasioneerabuonaper riunirsi (e per una birra).Era festa quando dall’Europaarrivava un rivoluzionario,come nel 1892, quandogiunse negli Usa il leaderanarchico Johann Most, giàdeputato del Reichstag,imprigionato varie volte efuggito nel 1878 dalla

Germania bismarckiana.Parafrasando l’espressione"Animale da preda”, Mostdefiniva l’uomo Animale daproprietà(èiltitolodiunsuopamphlet del 1884)9; aLondrapubblicavailgiornale"Die Freiheit” ("La libertà”),dovescriveva:

Io seguo quattrocomandamenti. Tunegherai Dio e ameraiVerità;perciòiosonoun

ateo. Tu combatteraitirannia e cercherailibertà;perciòiosonounrepubblicano. Turipudierai proprietà edifenderai uguaglianza;perciò io sono uncomunista. Tu odieraioppressioneefomenterairivoluzione; perciò iosono un rivoluzionario.Lunga vita allarivoluzione sociale! (15luglio1882)

***I rivoluzionari avevano

proprie società segrete eproprigruppiarmati,comeleLehr und Wehr Vereine,Società di educazione edifesa, con un addestramentomilitare. Da notare che laLehr und Wehr Verein diChicago organizzava picnic,allestivacarriallegoriciperlefeste,bandeperleparate.

È straordinario come i

gruppi oppressi e dominatidellasocietà,peremanciparsi,cerchino di copiare glistrumenti delle classidominanti.Lapassioneperlesocietàsegretedeglianarchicitedeschi e scandinaviricalcava le società dellaborghesia.Nellostessomodo,di fronte alla violenta ostilitàcontro ogni forma disindacalizzazione, gli operaiamericani cercarono diricalcare la massoneria. Nel

1869, nove operai di sartoriadi Filadelfia fondarono ilNobleandHolyOrderof theKnightsofLabor(KofL), ilNobile e Sacro Ordine deiCavalieri del Lavoro,organizzato in logge ognunacon iproprimaestrieconunGran Maestro Lavoratore alvertice,unordinediprofondaispirazione religiosa,contrario al sistema salariale,organizzazione che sarebberimasta segreta fino al 1881.

Nel1884iKofLcostrìnseroilmagnate delle ferrovie (eclassico prototipo del robberbaron) JayGould a scenderea patti e a riassumere gliscioperanti. Da allora ilnumero di iscritti deiK ofLcrebbe a dismisura: dal 1884al 1886 decuplicarono da71.000a730.000.

All’ascesa dei K of Lcorrispondeva il declinodell’altro embrione diorganizzazione operaia

dell’epoca, la Federation ofOrganized Trades and LaborUnions (costituita aPittsburgh nel 1881) cheproprio nel dicembre 1884tenne la sua convenzione aChicago. I venticinquedelegati rappresentavanoappena 50.000 operaistatunitensi, eppure a questaconvenzione furonopresentate due mozionistoriche. La prima, propostada un tipografo di Chicago,

diceva: “Decidiamo che ilprimo lunedì di settembre diogniannosiadichiaratofestanazionale dei lavoratori eraccomandiamo che siaosservata da tutti i salariati,indipendentemente dal sesso,dalla professione e dallanazionalità”.10 La scelta delprimolunedìdisettembreperil Labor Day riempiva unvuoto di feste “nella piùpiacevole delle stagioni

dell’anno, quasi ametà tra il4 di luglio eThanks-giving”.La seconda mozione,presentata dalla Federazionedei Carpentieri, riguardavauna rivendicazione giàradicata nel movimentooperaio,quelladelleottoore.Già nel 1856 gli operai diMelbourne in Australiachiedevano le tre otto: “ottooreper il lavoro,ottooreperil riposo,ottoperquelchecipare”. Negli Stati Uniti,

durante laguerracivile, tra il1861 e il 1865, nelle cittàindustriali sorsero molteleghe per le otto ore.Nell’agosto del 1866, al suocongresso di Ginevra, laPrima Internazionaleriprendeva questarivendicazione: “Noiproponiamoottooredilavorocome limite legale dellagiornata lavorativa. Lariduzione della giornatalavorativa viene adesso

generalmente richiesta dailavoratori americani; noi lachiediamo per i lavoratori ditutto il mondo”.11 Il Primomaggio 1867 a Chicagoscesero in piazza più di10.000manifestantinelprimogrande sciopero per le ottoore. Nel ricordo di questosciopero,lamozionedel1884recitava: "Decidiamo che leotto ore costituiranno lagiornatalavorativalegaledae

dopoilPrimomaggio1886eraccomandiamo alleorganizzazioni del lavoro diconformare le loro leggi aquesta risoluzione entro iltempo fissato”.12 Era ilgiorno in cui l’ediliziatornava in attività; il giornoprima erano rescissi icontratti di affitto cittadini eagricoli; e questa festadiventava una contro-pasqua,una “pasqua dei lavoratori”,

ricordooperaiodeiritipaganidellaprimavera.

Ci voleva una bellafiducia a chiedere le otto orenell’inverno 1884, in pienarecessione, con folle didisoccupati, famiglie sullastrico. I giornali dell’epocalanciavano l’allarme: le ottoore erano “comunismo,sinistro e rampante”,avrebbero incoraggiato"l’ozio e il gioco d’azzardo,la crapula e l’ubriachezza” e

avrebbero portato solo salaripiù bassi, più povertà edegrado sociale tra ilavoratoriamericani.13

***

A Chicago poi, il clima

era ancora più aspro chealtrove. Nel novembre 1884un grande corteo, “la marciadei poveri”, aveva sfilatosotto le case dei ricchi, di

George Pullman, diMarshallField, di Swift e Armour. Ilcorteo era guidato dal leaderanarchicoAlbertParsonsedasua moglie Lucy Gonzales,unamessicanadicolore.Natonel 1848, da una famigliapuritana del Sud, già editoredi un giornale a Waco(Texas), trasferitosi aChicago nel 1873, extipografo, Parsons era illeader dell’anarchismoamericano, a Chicago aveva

fondato il giornale “TheSocialist”ederaildirettoredi"TheAlarm”.

L’annodopo, il4maggio1885, aLemont, nei suburbi,la guardia dell’Illinois aprì ilfuoco contro una folla didisarmati cavatori di pietre ene uccise due.A fine giugnoscoppiava uno sciopero nellaStreet Car Company: gliaddetti ai tram chiedevanoorari più brevi, pagheuniformi, fine delle

vessazioni antisindacali. Inrisposta,laproprietà(Yerkes)licenziò i sedici piùimportanti leader sindacali.Fu in quell’occasione che ilcapitano di polizia JohnBonfield diede lordine di“sparare per uccidere”, unordine che sarebbe risuonatodi nuovo a Chicagoottant'anni dopo (vedi ilcapitolo Praga in Illinois).Bonfield si presentò cosìcome il difensore dei

proprietari, organizzò una“squadra rossa" da infiltrarenel movimento operaio eaddestrò le truppe alle nuovetecnicheantisommossa.

Era in agitazione ancheun’altra grande fabbrica diChicago,laMcCormick,dovesi producevano le mietitricimeccanicheedovelavecchiagenerazione, quella deifondatori (il vecchioCyrus esuo fratello Leander), avevacedutolamanonel1884;ora

governava il giovane Cyrus,benpiùaggressivo,checercòsubitod’imporreuntagliodeisalaridel10-15%,nonostantelafabbricafosseincondizionifiorenti: malgrado la crisidell'inverno 1884-1885, laMcCormick realizzava unprofitto del ben 71% annuosul capitale versato! Nonsolo: mentre la maggioranzadegli operai cui venivadecurtato il salario eracattolica, la famiglia

McCormick donava altri100.000 dollari al Seminarioteologico presbiteriano diChicago.14 Dopo questadonazione, uno scioperoscoppiò nella fabbrica dellacompagnia nel quartierePilsen.ComeYerkes e comemolti altri padronistatunitensi, il giovaneMcCormick ricorse non soloalla polizia, ma ancheall’agenzia Pinkerton per

proteggere i crumiri, fattiaffluire allo scopo di farfallirelosciopero.

ContortodestinoquellodiAllan Pinkerton, ‘'l’occhioche non dorme mai”,sinonimo d’investigatoreprivato: proletario scozzese,nato a Glasgow nel 1819,subito militante delmovimento operaio deiCartisti, fu costretto aemigrare negli Usa perragioni politiche, per evitare

di essere mandato in unacolonia penale. Giunto aChicago, fu eletto sceriffodella Kane County alla finedel 1840, e nel 1850 aprì lasua Pinkerton NationalDetective Agency (attivaancora oggi), il cui scopooriginale era di aiutare afuggire inCanada gli schiavievasi dal Sud. Ma questointento fu prestoabbandonato. In breve tempoPinkerton divenne il braccio

armato dei grandi gruppiindustriali. Fu usato anchenelle loro lotte intestine,come quelle tra Vanderbilt eFisk e Gould. Durante laguerra civile fu nominato daLincoln capo dei servizisegreti degli Stati Uniti perl’Union Army. Dopo laguerra, la sua agenzia sidedicò soprattutto acombattere gli scioperioperai, una tradizioneproseguita,dopolasuamorte

(1884),daiduefigli,WilliameRobert,tantochetrail1933eil1935l’agenziaavevaben1228agentioperativiinfiltratiin ogni sezione sindacale delpaese.15 Verso il 1890 laPinkerton aveva 2000 agentiattivi e 30.000 riserve, piùdell’esercito federale inservizio.

Nonostante Pinkerton, laproprietà non riuscì a batteregli scioperanti per la

riluttanza di O’Donnell,capitanodipoliziadellazonadi Pilsen, un irlandese, aschierarsi contro operaiirlandesi (ancora l’intrecciolotta di classe/lotta di etnie).Ma dopo pochi mesi, il 16febbraio 1886, appenaO’Donnell fu trasferito eBonfield fu promossoispettore al quartier generalecentrale, McCormick serròfuori dalla fabbrica 1482operai, molti dei quali erano

iscrittiaiKofL.QuestavoltalapoliziadiChicagoaiutò ladirezione e 300 uoministazionarono ai cancelli. Ilprimo marzo i crumirientrarono in fabbrica protettidagli agenti. L’indomani lapolizia caricò una pacificariunionedi"chiusifuori”enearrestòmolti.

Nel frattempo lacampagna per le otto ore eper il Primo maggios’intensificava in tutti gli

Stati Uniti. La base deiKnightsofLaboraderivaalleazioni, anche se la direzioneandavacauta,comespiegòinuna circolare del 13 marzo1886 il Gran MaestroLavoratore Terence VincentPowderly:“Nessun’assemblea dei K ofLdeve scioperare per le ottoore il primo maggio dandol’impressione di obbedire aordini dal quartier generaleperché tali ordini non sono e

non saranno dati”16: apparequi un atteggiamento tipicodei sindacati americani,quello di pompiere, diammortizzatore dei conflitti,di spegnitore degli incendisociali. Dopo la dissoluzionedel suo Sacro Ordine deiCavalieri del Lavoro, nel1907 Powderly finiràfunzionario dell’ufficioimmigrazione.

Ma, per quanto la

direzione dei K of L facesseda pompiere, la base simobilitava spontaneamente: ilavoratori fumavano"Tabacco8-ore”,compravano“Scarpe 8-ore” e cantavano“il canto delle 8-ore”. Ilmovimento si diffondeva amacchiad’olio.Eitimoridelpadronato crescevano inproporzione:inunserviziodaChicago del primo maggio1886, il “New York Times”riferiva che alla vigilia i

membri della Camera dicommercio locale avevanoofferto 2000 dollari allaguardianazionaledell’Illinoisper comprare unamitragliatrice. Ovunquescoppiavano scioperi: il 9aprile, a East St. Louis, lapolizia aprì il fuoco sugliscioperanti e ne uccise nove.In risposta, gli operaiincendiarono più di centovagoni.

***EilPrimomaggiogiunse.

Quel giorno, in tutto il paesescioperarono 350.000 operaiin11.562stabilimenti.SoloaChicago gli scioperantifurono 40.000 e in 80.000sceseroinpiazzasfilandoperMichigan Avenue,sottobraccio, guidati daAlbert e Lucy Parsons,insiemeailorofigliAlbertJr.e Lulu. In 11.000

manifestarono a Detroit, in25.000 a New York. Lagiornata si era svoltapacificamente, la partitasembrava vinta: in quelgiorno a Chicago, unagiornata lavorativa più cortafu concessa a 45.000 operai,senza bisogno chescioperassero. Si calcola che,negli Usa, 180.000 - sui350.000 scioperanti -ottenneroallora leottoore.17

MaallaMcCormick...Il 2 maggio 1886 fu un

giorno calmo: solo pochemanifestazioni. Il 3, AugustSpies, direttore del giornale“DieArbeiterZeitung”,parlòa circa 6000 legnaioli insciopero dall’alto di unvagone merci vicino allafabbrica McCormick: mamolti astanti erano boemi epolacchienoncapivanocosastesse dicendo. Alle tre emezzo suonò la sirena alla

McCormick e circa 200ascoltatori andarono aicancelliperaiutareglioperaia dare una strigliata aicrumiri. Subito arrivaronoBonfield e 200 poliziotti checaricarono. Il frastuonoattiròancora più ascoltatori, finchégiunselostessoSpies,seguitoda tutta la folla. Furonoaccoltidalfuocodellapolizia.Almeno4manifestantifuronouccisieparecchiferiti.

Subito fu indetta per

l’indomani,4maggiosera,adHaymarket, unamanifestazione che fuautorizzata dal sindacoHarrison. Alle otto e mezzodel 4 maggio sera AugustSpies (che non avevapartecipatoall’organizzazione)parlavainpiedisuuncarrettodavantia3000 persone e mandavamessaggeri per chiamareAlbert Parsons e SamuelFielden (che non erano stati

avvertiti del comizio) perchéloaiutasseroatenerediscorsi.Erapresenteancheilsindaco.Spies e Parsons avevano giàparlato e se ne erano andati,quando poco prima delledieci scoppiò un temporale ela folla si ridusse a untrecento astanti infradiciati.Allorailsindacoseneandòeordinò che i 176 agenti dipolizia presenti fosserorimandatiacasaoriassegnatiall’ordinariaamministrazione.

Ma alle dieci e mezzo - ilsindacoeraappenaarrivatoacasa, Samuel Fielden stavafinendo il discorso dichiusura -, il capitanoBonfieldordinòaisuoiagentidi sciogliere lamanifestazioneconlaforzaeli dispiegò nel nuovoschieramento antiguerriglia.In quelmomento una bombalanciata da una traversascoppiò tra i poliziotti, neuccise sei e ne ferì più di

cinquanta. La polizia aprì ilfuoco. Si scatenò unabattaglia. Nessuno ha maisaputo quanti manifestantifurono uccisi. Si sa solo chenefuronoferiti200.

Né si sa chi gettò labomba. O perché il capitanoBonfield aspettasse che ilsindaco fosse andato a lettoper caricare. O perché unodegli organizzatori delcomizio di Haymarketvivessedaallora inpoicon i

soldidellapoliziaedivenissetestimone contro glianarchici.Fatto sta che era ilprimo attentato alla dinamitenellastoriadegliStatiUnitieche esso avvenne mentre lalotta per le otto ore stavavincendo. La notizia dilagònegliStatiUnitigonfiandosiadismisura: a Cincinnati glistrilloni gridavano: “Lebombe degli anarchicinell’Haymarket di Chicago -

centopoliziottiuccisi”.18Il 5 maggio mattina il

sindaco dichiarò "lo stato diguerra” a Chicago. Migliaiadiabitazionifuronoperquisitesenza mandato, centinaia dianarchici arrestati. La poliziadichiarò di aver trovatoarsenali di bombe e di armi.Era facile accusare diviolenza gli anarchici.Soprattutto quando lepolizie - pubblica e privata -

non facevano altro chesparare sulla folla.Nel 1877,quando, riferendosi aChicago, il “New YorkTimes” titolava “La città inmano ai comunisti”,19 perreprimere lo sciopero, ilgoverno federale avevamandato in tutta fretta nellaWindy City dal Dakota ireparti dell’esercito freschireducidallaguerracontrogliindianicheavevanoucciso il

generale Custer: pellerossa ooperai,semprenemici.

Non stupisce allora che,nella piattaforma anarchicaapprovata a Pittsburghnell’ottobre 1883, AlbertParsons avesse declamato:"Conlaforzainostripadrisisono liberati dall’oppressionepolitica, con la forza i lorofigli dovranno liberarsi dallaschiavitù economica. 'Èquindi vostro diritto,’ diceJefferson, ‘e vostro dovere

ricorrereallearmi’,”primadiconcludere: "Tremateoppressori del mondo! Pocooltre il vostro sguardomiopegiàsorge la lucescarlattadelgiorno del giudizio”.20 Ilsottotitolo del pamphlet diJohann Most, RevolutionäreKriegswissenschaft (Lascienza della guerrarivoluzionaria), suonava:"Manuale d’istruzione perl’uso e la preparazione di

nitroglicerina e dinamite,fulmicotone, bombe, miccia,veleni...”. Gli anarchici nonerano agnelli sacrificali e lastampa aveva buon gioconello scatenarsi contro diloro. Già il 5 maggio, il"Chicago Tribune” siscagliava contro le“socialistic, atheistic,alchoolic European classes”.Il 15 maggio 1886 ilrispettabile "Albany LawJournal”scriveva:

È preoccupante chelevitediuominibuonieonesti, la sicurezza didonne e bambiniinnocenti, l’immunitàdella proprietà debbanoessere, anche per unasola ora, in una grandecittà,allamercédipochimiserabili stranieripuzzolenti, capelloni,dagliocchiselvaggi,chemai hanno fatto un’oradi lavoro onesto in vita

loro,mache,resifollidaanni di oppressione epazzi d’invidia verso iricchi, pensano dilivellare la società e lesue distinzioni conqualche bomba. [...] Cidovrebbe essere unalegge [...] che permettaalla società dischiacciare questiserpenti appenasporgono la testa, primache mordano. [...] Lo

stato delle cose quasigiustifica il ripristino diun comitato di vigilanzae della legge di Lynch[cioèillinciaggio].21

Il fatto è che nel casospecifico di Haymarket iritrovamenti veri di armifuronopoca cosa: anni dopo,il capo della polizia diChicago, il capitanoFrederick Ebersold ammiseche la polizia aveva posto

deliberatamente armi ebombe nelle sedi deglianarchici.22Dellecentinaiadiarrestati,solotrentunofuronoaccusati e, tra loro, soloundicifuronoincriminati:duedivennero testimoni,unononfumai trovato; infine furonoprocessati in otto: AugustSpies, Louis Lingg, SamuelFielden, Adolph Fischer,George Engel, Oskar Neebe,Michael Schwab e Albert

Parsons. La lista di questiaccusati ènotevoleperché1)comprende tutti i massimidirigentianarchiciaChicago:noneranopersonequalunque,erano direttori di giornali,oratorifamosi,leader;2)settesu otto erano stranieri (soloParsons era statunitense,FieldeneranatoinInghilterraeglialtrieranotuttitedeschi);3) al momento del lanciodella bomba nessuno di loroera presente ad Haymarket,

tranne Fielden che stavaparlando(ealcunidilorononci avevano nemmeno messopiede).

La nazione era in predaalla più totale isteria. Lechiese erano scatenate controquesti atei. Il padronatochiedeva una punizioneesemplarecontroisovversivi.Ivignettistinonfacevanochedisegnaregrandispadechesiabbattevano sumostriciattoli."Libertà o Morte”, così la

didascalia di disegnitruculenti: “Libertà (diandartene se le istituzionidellanostraRepubblicanontiaggradano) o (commettiassassini e sarai punito conla) Morte”.23 L’indicazionepiù lapidaria venne dal"Chicago Herald” del 22-23luglio 1886: "Hanno cercatodi distruggere la società. Lasocietàdevedistruggerli”.

Nell'arringa finale, il

procuratore Julius Grinnellchiarì il problema in modoinequivocabile: “La legge èsotto processo. L’anarchia èsottoprocesso.Questiuominisono stati scelti e incriminatidal Grand Jury perché lorosono i leader. Non sono piùcolpevolidellemigliaiacheliseguono. Gentiluomini dellagiuria, condannateli, fateneun esempio, impiccateli eavrete salvato le nostreistituzioni,lanostrasocietà”.

Il 20 agosto la sentenza:colpevoli tutti gli imputati,sette furono condannati amorte. Oskar Neebe fucondannato a quindici anni.Un movimento di difesa siorganizzò su scala mondiale.Manifestazioni si tennero inFrancia, Olanda, Russia,Italia, Spagna. Oscar Wildefece circolare una petizione.William Morris e il giovaneBernardShawparlaronoinuncomizio. Il cancelliere Otto

von Bismarck proibì tutte lemanifestazioniinfavoredegliaccusati di Haymarket. Ilparlamentofrancese telegrafòil 29 ottobre per protestarecontro l’imminenteesecuzione.

Sotto queste pressioni, lacondannaamorteaFieldeneSchwab fu commutata inergastolo.LouisLingg,chealprocesso aveva detto: "Vidisprezzo.Disprezzoilvostroordine, le vostre leggi, la

vostra autorità basata sullaforza. Impiccatemi perquesto!”, si suicidò incircostanze mai chiaritefacendosi saltare la testa conuna capsula esplosiva inboccamentreeraincella.Glialtri quattro, August Spies,AlbertParsons,GeorgeEngele Adolph Fischer furonoimpiccati l'11 novembre1887. Il 13 novembremezzomilione di persone assistetteai funerali su Milwaukee

Avenuecostellatadibandierenere sulle case di polacchi,tedeschi,boemi.

Non fu solo l'estremoaddio ai "martiri diHaymarket”, come da allorafurono chiamati i quattroimpiccati, fu il funerale almovimento anarchico negliStati Uniti. Da allora, laparola “anarchico” sarebbestata un insulto in America,untermineimpronunciabile.Ipadroni approfittarono

dell’atmosfera di caccia allestreghe per licenziare glioperai sindacalizzati, perstilare una lista nera deidipendenti chenondovevanomai più essere riassunti danessuno(ilblacklisting).Cosìi Cavalieri del Lavoroentrarono in una fase dideclino irreversibile. Al loroposto si espanse l’AmericanFederation of Labor (Afl)guidata dal conservatore emoderatoSamuelGompers.

Labattagliaperleottooresubì una battuta d’arrestoformidabile, nonostantealcune delle conquiste delPrimo maggio 1886 fosseropreservate. La Afl mandò aParigi un delegato alCongresso internazionale dellavorodel14luglio1889(percelebrare il centenario dellapresa della Bastiglia) perchéproponesse il Primo maggiocome festa mondiale dellavoroeinricordodeimartiri

di Haymarket. Da allora ilPrimo maggio è festeggiatoovunque come festa dellavoro, tranne che negli Usa(e, dopo Margaret Thatcher,in Inghilterra): lo stessoAdolfHitler, nel primo annodi potere, lasciò che fossefesteggiato in Germania, ilgiornoprimadimettere fuorilegge tutti i sindacati (2maggio1933).

Nel 1889 il “ChicagoTimes”pubblicòun’inchiesta

sulla corruzione della poliziacittadinadacuirisultavacheicapofila dei corrotti erano icapitaniBonfieldeMichaelJ.Schaak (che aveva condottole perquisizioni delle casedegli anarchici) chetaglieggiavano bische, saloone bordelli per assicurarne laprotezione, mentre battevanocassa negli ambientipadronaliperinfiltrarelaloro"Squadra rossa” nelmovimento operaio (un

secolo dopo, nel 1975, sisarebbe scoperto che la“Squadra rossa” di Chicagousava fondi federali perspiareeinfiltrareimovimentidisinistra).Bonfieldcercòdifar chiudere il “ChicagoTimes”. Ma lui e Schaakfurono costretti alledimissioni. I buoni borghesidi Chicago (guidati da Field,Armour, Swift e Pullman)elargirono un fondo di100.000dollariperifamiliari

dei poliziotti uccisi adHaymarket e innalzarono unmonumento ai caduti: varievolte deturpata (soprattuttonegli anni sessanta), la statuadel baffuto poliziotto è statainfine rimossa da Haymarkete posta al sicuro, nell'atriodell’accademia di polizia,pocodistantedalì.

IborghesidiChicagononpensavano solo alla gloriadella loro polizia. Avevanopreoccupazionipiùprosaiche:

MarshallFieldproposechelaCamera di commercio el'Union Leagueorganizzassero una collettaper far sì che il presidiodell’esercito non fosse piùtanto lontano da Chicago eche le truppe potesserointervenire subito. Il suosuggerimento fu accolto e ledue associazioni comprarono250ettariditerraaHighland,a 50 km a nord di Chicago,cheoffrironoalgovernodegli

Stati Uniti nell’ottobre 1887perché vi costruisse un forte.Dopo la morte del generaleSheridan, amico intimo diFieldePullman,insuoonore,il nome fu cambiato in FortSheridan, col motto"Essenziale alla libertà dal1887”. Il forte fu poiconnesso alla città da unastrada militare, SheridanAvenue, per permettere alletruppe d’intervenire con lamassima celerità in caso di

disordiniemanifestazioni.Daallora,laquietedeipossidentifu assicurata. Anzi, moltiborghesi trasferirono le lorocase lungo la SheridanAvenue, sulla riva nord delLago Michigan, quasi sisentisseropiùsicuri.

Mafuancoraunavoltauntedescoascompigliarequestafavola con la sua morale, ilmonumento per i poliziotti,l’obbrobrio per gli anarchici.Nato in Germania nel 1847,

JohnPeterAltgeld fuportatoda piccolo negli Usa. Quistudiò legge e diventòavvocato. Nel 1875 venne aChicago per esercitare laprofessione.Conirisparmisidiedealmercato immobiliarefino ad accumulare unafortuna. Cominciò a farsi unnome con il pamphlet Lanostra macchina penale e lesue vittime (1884), in cuimostrava come la prigionenon solo non redimeva i

criminali,maliincalliva:“Lamaggior parte degli arrestati[...] sono i poveri, glisfortunati, i giovani, itrascurati” e le vittime deirigori della legge sonoreclutate “tra coloro chestanno combattendo unabattaglia ineguale nella lottaperl’esistenza".24Nel1892sicandidò a governatoredell’Illinois.Vinse e divenne(primo nato all’estero a

ottenere questa carica)governatore dello stato inannicrucialiperChicago:nel1893 vi fu l’Esposizioneuniversale e nel 1894 vidivampò uno dei più duriscontri sociali della storiadegliStatiUniti.

Il 26 giugno 1893 ilgovernatore Altgeld firmòl’attodelperdonoperSamuelFielden, Michael Schwab eOscar Neebe e gli impiccati.Affermò che il processo era

stato ingiusto, che i giuratieranoprevenutiesceltitrachiera già convinto dellacolpevolezza. Nel suo testoAltgeld scrisse che il giudiceJoseph Gary aveva condottoil processo con “maliziosaferocia”. Non fu tanto ilperdono, quanto lamotivazione(cheriabilitavailricordo dei “martiri”) aimbestialire l’opinionepubblica di allora.Sobriamente, il “New York

Times" lo definì “demente”;altrilochiamarono“ilNeronedell’ultimo decennio delsecolo”.25 Il “Toledo Biade”disse che il governatoreAltgeld “aveva incoraggiatol’anarchia, la rapina e ladistruzione della civiltà”. Il“Chicago Tribune” rincarò:“Il governatore Altgeldapparentemente non hanemmenounagocciadipurosangue americano nelle sue

vene”; gli abitanti dellacittadina di Napervillesfilarono in corteo bruciandoilsuoritratto.Siparlòperfinodiempeachement.26

Se anche Altgeld nonavesse di nuovo preso unaposizione scomoda nel 1894durante lo sciopero Pullman,si capisce perchél’establishmentdiChicagocel’avesse con lui e facesse ditutto per impedirne la

rielezione.Altgeldmorì a 55anni di apoplessia cerebralenel 1902. Una folla di150.000 persone partecipò alsuo funerale. La stessastampa che lo aveva linciatorimpianse la grande perditadellungimirantestatista.

1 Bruce C. Nelson,

BeyondtheMartyrs.ASocial

History of Chicago’sAnarchists 1870-1900,Rutgers University Press,NewBrunswick1988,pp.11-13.

2 Lettera di WilliamThorne ed Eleanor Marx-Aveling a Samuel Gompersdel 25 gennaio 1891, inKarlMarx-Friedrich Engels,Opere complete, EditoriRiuniti,Roma1972,vol.il,p.587.

3TheodoreDraper,TheRoots of AmericanCommunism, Viking Press,NewYork1956,p.31.

4Ivi,p.32.5 Albert Fried (a cura

di), Socialism in America,fromtheShakerstotheThirdInternational.ADocumentaryHistory,ColumbiaUniversityPress, New York 1970, p.181. Sul ruolo dei tedeschinel socialismo americano

vedi tutto il capitolo TheGermans,pp.181-255.

6Ivi,pp.180-181.7 Testimonianza citata

da B.C. Nelson, op. cit., p.135. Sulla vita sociale deglianarchici di Chicago veditutto il capitolo 6, Dancingand Picknicking Anarchists,pp.127-152.

8Ivi,p.129.9 Riprodotto in A. Fried,

op.cit.,pp.213-220.

10 Citato in Philip S.Foner, History of the LaborMovement in the UnitedStates, InternationalPublishers, New York 1955,9voll.,vol.II,p.97.

11 Citato da BrunoCartosio,DaChicago a tuttoil mondo, in "il manifesto",29aprile1994.

12 P.S. Foner,op. cit.,vol.II,p.98.

13Ivi,p.103.

14 William J. Adelman,Haymarket Revisited, IllinoisLabour History Society,Chicago1976,p.11.

15 J. Skinner Sawyers,Chicago Portraits, cit., pp.208-210.

16 P.S. Foner,op. cit.,vol.II,p.101.

17Ivi,vol.II,p.104.18 Jeremy Brecher,

Strike!, Straight ArrowBooks,TheBookDivisionof

RollingStone, SanFrancisco1972, trad. it. Sciopero!Storia dell’insorgenzaoperaia di massa negli Usadal 1877 ai giorni nostri, laSalamandra, Milano 1976, 2voll.,vol.I,p.73.

19 Citato da BrunoCartosio in Lavoratori negliStati Uniti. Storie e culturepolitiche dalla schiavitùall’Iww, Arcipelago ed.,Milano1989,p.86.

20 Manifesto of theInternationalWorkingPeopleAssociation (1883) in A.Fried,op.cit.,pp.208-212.

21 Citato da WJ.Adelman,op.cit.,p.18.

22 P.S. Foner, op. cit.,vol.II,p.107.

23 “Chicago History”,estate1986,pp.44-45.

24 Russell Frazer, JohnPeter Altgeld: Govemorforthe People, in

AA.VV.,American Radicals,Monthly Review Press, NewYork 1965, pp. 127-144.Questo brano di Altgeld ècitatoap.130.

25Ivi,p.134.26 J. Skinner Sawyers,

op.cit.,p.12.

3.Lottadiclasseinvagoneletto

Ruderi di un antico

impero manifatturiero, leimmani impalcaturemetalliche delle fabbriche inrovina si ergono arrugginite,

spettrali, ai latidell’autostrada sopraelevata,nel profondo South Side diChicago. Qui capisci cosavuol dire l’espressione rustbelt. Eppure miasmiinsopportabili continuano aemanare. In cielo nubicolorate si levano dalleacciaierie ancora in attività,dalle residue raffinerie ecentrali termiche. Volutespesse, a volte viola, a voltearancioni, quasi troppo

pesanti per essere sostenute.Qui capisci perché, tuttora,Chicagoè lapiùgrande cittàindustrialedegliStatiUniti,lapiùgrandepotenzaindustrialedel mondo. I profili deigrandi serbatoi cilindrici,degli immensi capannoni dimetallo, dei giganteschi silosscandiscono, tra unaciminierael’altra,l’orizzontevisibile da terra. In alto, laruggineelespiredifumochesorgono dai geyser di un

paesaggio lunare. In basso,nello specchio d’acqua, sulpiccolo Wolf Lake, qualchebarca a vela evolve bianca,fingendo di navigarenell’Arcadia.

Qui, poco distante dalWolf Lake, e accanto alledarsene deserte del CalumetLake, tra la 111a e la 113asud, all'incrocio conChamplain,instradealberate,sorgonocaseinmattoniadue

e tre piani, alcune spartane,altrepiùagiate:dal1975sonomonumento nazionale. C'èuna chiesetta in pietra e unpalazzo circolare di fineOttocento in rovina. È laPullman Town, da quelPullman che in Europa èdiventato sinonimo dicorriera: "prendere ilpullman”. Figlio di famigliapovera,natoaNewYorknel1831, George Mor-timerPullman è uno dei rari

capitalisti ad aver fattofortuna con un prodotto piùcostoso: di solito i patrimonisi accumulano con prodottipiù a buon mercato, comefece Henry Ford. I primivagoni con cuccettecortissime, strette, so-vrapposte su tre file, senzamaterasso e senza lenzuola,apparveronegliUsanel1836ma erano scomodissimi:riscaldati da stufe a legna eilluminatidacandele,l’ariavi

erairrespirabile;maadaprirelafinestracisiricoprivainunbattibaleno della fuligginedella vaporiera. Nel 1859Pullman costruì il suoprototipo di vagone letto, ilPioneer, con scompartimenticopiati dalle cabine deibattelli, con in basso lapoltrona e in alto il comodo,lungo letto, di giornoripiegabile contro la parete,conlesuelenzuola,coperteecuscino. Questo vagone letto

costava 18.000 dollari,mentre un vagone cuccetteprecedente costava meno di4000 dollari. Inoltre era piùaltodi75cmepiùlargodi30cm di quelli in uso allora,esigeva cioè di modificarepontiegallerie.

IlPioneersarebberimastoquindi una curiosità, se nel1865 la Chicago and AltonRailroad non avesserealizzato le modifichenecessarie per far sì che

questo vagone potessetrasportare la salma delpresidente Abraham Lincolnda Chicago a Springfield.Pochi mesi dopo, anche laMichigan Central Railroadadattò ponti e gallerie perconsentirealgeneraleUlyssesGrant il piacere di viaggiaresul Pioneer da Detroit aGalena.1 Allora la ChicagoandAltonmise in servizio ilvagone Pullman a titolo

sperimentale: tutti pensavanoche sarebbe stato un fiascovisto il prezzo dei biglietti(mezzodollaroinpiùperunapoltronaPullman). Fu inveceun successo: i passeggerieranoprontiapagarecaropurdi poter davvero dormire intreno. Così, due anni dopo,nel 1867 viaggiavano già 48vagoni letto quando fufondataaChicagolaPullmanCompany con un capitalesociale di un milione di

dollari. Fu introdotto primaun"vagone-albergo”,conlettie ristorante, poi il vagoneristorante, infine nel 1875 ilvagone-salotto (parlor car).Nel1894 laPullmanoperava(in regime di monopolio) su200.000 km di ferrovie (i trequarti del totale Usa), su cuila Pullman gestiva i proprivagoniconpropriopersonale,ne assicurava riparazioni emanutenzione (grazie a unpedaggio di 2 centesimi a

miglioperognibiglietto).Nel 1894 la Pullman

operava con 2573 vagoni, dicui 1900 vagoni letto, 650vagoni buffet, 58 vagoniristorante.2

Nel 1893 lavoravanonegli stabilimenti Pullman14.000operaiarticolatiinduereparti: uno per assicurare lamanutenzione della flottaPullman, l’altro per costruirevagoni. Nel 1893 furono

fabbricati 12.500 vagonimerci,650vagonipasseggeri,939 vagoni di tram, 313vagoniletto.

Di fronte al boom degliaffari, fuallametàdegliannisettanta che George Pullmandecise di accorpare laproduzione a Chicago e diedificareuna“cittàPullman”,imitata dalle città padronalicostruite dall’industrialelaniero Sir Titus Salt aSaltaire in Inghilterra e dai

padroni siderurgici pereccellenza, i Krupp, a Essenin Germania. Pullmancomprò1600ettaridi terrenovicinoalLagoCalumet,a20km a sud del Loop, e nel1880 iniziò i lavori. Per laprima volta a costruire unacittàcontribuìunpaesaggista.Tutto,daimattoniagliinfissi,fu costruito da operaiPullman. Le 1750 abitazionierano tutte in mattoni grazieall’argilla estratta dal terreno

circostante.Ilprimoresidentevi si trasferì nel 1881. Nel1885 c’erano già 8500abitanti e 2700 operai neglistabilimenti. Al suo apogeo,nel 1893, i residenti erano12.600egli operai 5500 (sui14.000 dipendenticomplessivi). Le case, dotatedi acqua e di gas, eranospartaneperglioperai,mediepergliimpiegati,lussuoseperi dirigenti. Le strade eranoasfaltate. Le fogne erano

canalizzate in una fattoria ilcui terreno così concimatoproduceva ortaggi per gliabitanti e mangime per unallevamento di vacche il cuilatteandavaallacittà.Lacittàavevaunascuola,unachiesa,unalbergo,ilFlorenceHotel,un supermercato,negozi,unabiblioteca con 8000 volumiscelti per la loro “elevatezzamorale”,3luoghidiriunioneeun teatro, l’Arcade Theater

inaugurato nel 1883 allapresenza di Marshall Field edel generale P.H. Sheridan.Parchi,giardini,laghetti,vialialberati e prati: nel 1896 laPullman Town fu premiatadalla giuria della secondaEsposizione internazionale diigiene e farmacia a Praga: aPullmanTown non si ebberocasidi colera, febbregialla edifterite,4quandoChicagoerabersagliata dalle epidemie.

Nonerasolo ilcomunismo avolercreare“l’uomonuovo”:nel 1893, nell’opuscolodistribuito all’Esposizioneuniversale, la Pullmanannunciava che un nuovo,superioretipodilavoratoresieraevolutonellacittà:

Negli undici anni diesistenza della città, illavoratore Pullman si èsviluppato in un tipodistinto - distinto

nell’aspetto, nel lindoredell’abbigliamento, intutte le indicazioniesternedelrispettodisé.[...]Nonèeccessivodireche un campionerappresentativo deilavoratori Pullmansarebbe quaranta percento migliore, neldimostrare parsimonia efinezza e tutte leindicazioniesternediunsalutaremododivita,di

quanto sarebbe uncampionerappresentativo di ognigruppo equivalente dilavoratori selezionatoovunquealtrove.5

E Pullman era fiero dimostrarelasuacittà.Durantel’Esposizione colombianadel1893almeno10.000 stranieriandarono a sincerarsisull'uomo nuovo” in visiteguidate. Nella città non

cerano ospedali: i malatigravi venivano spediti aChicago. Non c’era neancheuna prigione (si ricorreva aquelladiHydePark,pocopiùa nord). Non c’erano bar,tranne all’Hotel Florencedestinatoaivisitatori,aprezzipazzeschi, per garantire latemperanza degli abitanti. Icontratti di affitto eranominuziosi, somigliavano aquelli delle odierne cittàprivate,conclausolepignole:

entrare e uscire dagli edificiin silenzio; non entrare con ipiedi bagnati; non martellareo segare il legno nei piani onegli scantinati; non fumareincantina;riempireepulirelelampade al mattino; lasciareun po’ di cenere nel fondodella stufa... La clausolachiave era quella dei “diecigiorni”, valida anche pernegozi e locali pubblici. Ilcontratto poteva essererescisso con un preavviso di

soli dieci giorni anche sel’affitto era stato pagato perun anno. Questa clausolapermetteva alla Pullman disbarazzarsi di ogni “ospite”indesiderato, di ognisindacalista,diogniagitatore.

È curioso come tutte leutopie realizzate abbianoquesta ossessione dicontrollare i più minuti gestidei propri sudditi, fin dallefamose, egualitarie comunitàdei gesuiti inParaguay, dove

il livello di strada erasopraelevato perché ibenevoli padri potessero,passeggiando, controllare lamoralità degli indiosattraverso le finestre. ComescrisseunresidenteaWilliamT.Stead,gliabitanti“paganol’affitto alla PullmanCompany, comprano gasdella Pullman Co.,camminano su stradepossedute dalla PullmanCo.,pagano tasse d’acqua alla

Pullman Co. Perfino quandocomprano l’ombrellinoper leloromogli o lo zucchero perle loro tavole al mercato,trattano con la Pullman Co.Mandano i loro figli allaPullman School, vanno amessa nella chiesa diPullman; guardano, ma nonpossono entrare nell’hotel diPullman col suo bar privato,perché questo è il limite.Pullmannonglivendeillorogrog. Per questo devono

andareoltre la ferrovia”.6 (Inrealtà gli abitanti si facevanoconsegnare di nascostovagonidibirra.)

Gli abitanti si sentivanocontrollati e spiati, nonparlavanocongliestraneiperpaurachefossero informatoridella Compagnia, e tutta laperfezione delle linde casettee dei viali alberati noncompensava l’oppressione.“Si ribellano segretamente

perché la Pullman Companycontinua a sorvegliarli oltrel’orariodi lavoro.Dichiaranoche sono legali mani e piedida un monopoliofilantropico,” scriveva nel1885 il “New York Sun”.7Non c’era un minimo didemocrazia; di elezionineanche a parlarne; tuttovenivadecisoeimpostodallaCompagnia,cioèdaPullman,inuncapitalismofeudale.

Ma quest’utopiapadronale aveva duecontraddizioni. Per potermantenere il controlloassoluto sulla “sua” città,ignaro del valore terapeuticoche proprio allora l’Americascopriva nel possedere lapropriacasa,GeorgePullmansi rifiutava di far accederealla proprietà i residenti: lipreferiva affittuari, cosìpotevano essere scacciatidalla città suiduepiedi.Non

potevano quindi svilupparequel sentimento proprietario,capitalistico, che avrebbedovuto caratterizzare l’homonovus pullmanianus. Népotevano sentirsi parte dellacittà.

La chiesa costruita daPullman, e affittata daipresbiteriani, la Green StoneChurch, poteva conteneresolo 650 fedeli, su unapopolazione tra gli 8000 e i12.000 abitanti. E gli operai

erano delle più svariatenazionalità e religioni: nel1892 quasi i due terzi (il72%) erano stranieri.Professavano ben quindicifedi diverse. I più numerosierano cattolici, luterani,episcopali, metodisti epresbiteriani.Solocongrandidifficoltà cattolici e luteranipoterono costruirsi unachiesa. A denunciare conardore la “tirannia Pullman”furono un pastore luterano

svedeseeunpretecattolico.La seconda

contraddizione era che perPullman la sua città dovevaessere sì un’utopia, maun’utopia redditizia: era uninvestimento,einquantotaledovevagenerareprofitti.

Anzi, la soglia deidividendi era fissata al 6%annuo (la soglia minima deidividendi della compagniaPullman era fissata all’8%annuo). Quindi se le strade

eranopulite,lapuliziavenivacaricata subaffitto, così comela tonsura dei prati, la curadegli alberi e tutte le altreamenitàfuoridellaportatadeisalari operai che Pullmanpagava. Gli affitti a PullmanTown erano quindi esosi, trail 30 e il 50% superiori aquelli vigenti nei dintorni. Ilgas che Pullman comprava a33 cent lo distribuivabeneficoa2,25dollari.Millegalloni d’acqua ricevuti dal

comune a 4 cent venivanodistribuiti a 10. L’affitto eradecurtato direttamente dallabusta paga. Quando questapratica fu dichiarata illegale,ilsalariovennepagatoindueassegni, uno pari all’affitto,che andava subito girato allaPullman al momentodell’incasso, e l’altro pervivere. Né gli operaipotevano andare ad abitarealtrove,penail licenziamentoe il blacklisting (la "lista

nera” di chi non andava piùassunto).

***

Nel 1893 la recessione si

abbatté violenta sugli StatiUniti. Tremilioni di personerimaserosenzalavoro:allora,esseredisoccupativolevadirerestare nudi di fronte allamiseria, non avere damangiare, perdere la casa,ricorrere all’elemosina e alle

opere di carità. Solo aChicago i disoccupati erano200.000. Alla Pullman leordinazioni per nuovi vagonicrollarono (mentre il repartomanutenzione e riparazionemanteneva il suo ritmoabituale). Fioccarono ilicenziamenti. Da 5500 cheeranostatiall’iniziodel1893,a novembre gli operai eranorimasti solo 1100. Perabbassare i costi, Pullmantagliòlepagheorarietrail25

e il 40%. Ma poiché anchel’orarioeraridotto,iltaglioaisalari fu ancora più duro, trail 30 e il 70%. In questomodo anche l’annosuccessivolaPullmanriuscìapagare ai suoi azionisti undividendo dell’8% e adaccantonare profitti nondistribuiti per 2,3 milioni didollari. Così Pullmanriassunse e nell’aprile 1894entravano ai cancelli 4000operai. Intanto però la

Pullman rifiutò di diminuiregli affitti: la città dovevacontinuare a erogaredividendi.

Con salari così bassi eaffitti così alti, lasopravvivenza divenneproblematica nella cittàutopica. Poiché lavoravanopoche ore a salario ridotto,alcuni operai trovavano inbusta paga 1,8 dollari lasettimana in tuttoeper tut-to(quanto un anno prima

avevanoguadagnatoinunsolgiorno).8

Quandoil7maggio1894un comitato di fabbrica andòa chiedere la riduzione degliaffittieunaumentodeisalari,e laPullmanrisposepiccheepoi il 10maggio licenziò tredelegati, lo sciopero divenneinevitabile. Come gli operaiscrissero in un appello aiChicagoans, “la gente diPullman ha scioperato contro

una schiavitù peggiore diquelladeinegrinelSud.Loroalmeno erano ben nutriti ebencurati,mentregli schiavibianchi di Pullman, perquanto lavorassero sempreconsolerzia,nonriuscivanoaguadagnaretantodavestirsienutrirsi decentemente - eappenadatenereuniticorpoeanima”.9

Mapercapirel’atmosferain cui iniziò lo sciopero

Pullman, va rivissuta laviolenza con cui sicombatteva quella che igiornali chiamavano la"guerratracapitaleelavoro”.Meno di due anni prima unabattaglia si era svolta aHomestead,sulfiumeOhioinPennsylvania, davanti alleacciaierie della CarnegieSteel Company. Dopo averordinato il licenziamento ditutti gli operai iscritti alsindacato, nel 1892 la

Carnegie ordinò la serrata emandò a chiamare 300Pinkerton per sorvegliare gliimpianti e proteggere icrumiri. I Pinkertonarrivarono su due chiattearmati di Winchester, mafuronoaccoltidaunafolladi10.000 persone con fucili,pistole,bastoni,pale.Quandocercarono di sbarcare,scoppiòunasparatoria.Mortie feriti da ambo le parti. IPinkertonsiritirarono.Magli

operai attaccarono le chiatteconcandelottididinamite.Altramontogliagentisiarreseroe furono fatti passare tra dueali di folla inferocita che lipicchiò. Il bilancio fu tra gliscioperanti di 9 morti e 40feriti e, tra i Pinkerton, di 7morti,20feritidallepallottolee quasi 300 dalle percosse.Ma lavittoriadeglioperai fueffimera. Contro di loro fuschieratalaguardianazionaledella Pennsylvania per

proteggere i crumiri. LaCarnegie denunciò i dirigentisindacali per omicidio. Altri150 militanti furono accusatidi reatiminori.Dopo quattromesi di crumiraggio eangherie giudiziarie, loscioperofusconfitto.

All’iniziodel1894,perlacrisi economica, il lavoronelleminiereeracosìscarsoemal pagato che uno scioperodilago dall’Atlantico alPacifico.Dapartedeipadroni

l’impiego dei crumiri fu cosìmassicciocheintuttoilpaesescoppiarono furibondebattaglie tra scioperanti ecrumiri. Capitava, comeavvenne a Duquoin, Illinois,che gli scioperantidirottassero dei treni merciperandareasabotareminiereche avevano ripreso alavorare con i crumiri. Perimpedirel’afflussodicarbonei minatori ammucchiavanotronchi sui binari o

inchiodavano traversine ofissavano bulloni per farderagliare i treni. Spesso igovernatori degli statiinviavanoleguardienazionali(anche Altgeld mandò letruppe contro gli scioperantiin sommossa).Ma, dopo piùdi due mesi di lotta, gliscioperantieranoallostremo.Il 30 maggio il “New YorkTimes” scriveva: "I minatoridicono che le loro donne e ibambini sono alla fame.

Ormai si nutrono soprattuttodi erbe, non hanno farina,carne o altri generialimentari”.10

A quella data lo scioperoPullman era già cominciatoda 19 giorni. “Abbiamoscioperato perché eravamosenza speranza...”11 L’unicasperanza per i lavoratoriPullman veniva dall’Aru,l'American Railway Union.Eugene Debs, forse il leader

piùamatointuttalastoriadelmovimento operaioamericano, aveva fondatol’Arusolounannoprima,nel1893, per superare ledivisioni e l’ostilità reciprocadelle varie Fratellanzeferroviarie, causa principaledelle tante vittorie dellegrandi compagnie. Grazie aun contratto favorevolestrappatoallaGreatNorthern,gli iscritti all’Aru crebbero,finché nel 1894 furono

150.000. Per superare laframmentazione, l’Aruaccettava tutti, macchinisti,personaledeitreni,facchini,epotevano aderirvi i lavoratoridi ogni impresa che avessequalcosa a che fare con leferrovie. Ecco perché l’Aruaccolse gli operai Pullmanchenellaprimaveradel1894s’iscrissero in massa (e dinascosto: il sindacalismo erabandito da Pullman Town):all’inizio di maggio alla

Pullman c’erano 4000 iscrittisuddivisiin19sezioni.

Debs e i leader dell’Aruerano contrari allo scontrodiretto: l'11 maggio avevanosconsigliato lo scioperodichiarato dalle sezioniPullman.Unmesedopo,il12giugno, mentre lo scioperodei minatori era ancora inatto, in pienoconflitto Pullman, 400delegati si riunirono aChicago per il primo

congressonazionaledell’Aru.Ogni giorno i delegatiandavano davanti ai cancelliPullman, parlavano con gliscioperanti, vedevano lapovertàoperaia,constatavanolo strapotere dellaCompagnia. Debs chieseancoraditrattare,maPullmanrimase inflessibile. A quelpunto, i 400 delegatiall’unanimità votarono ilboicottaggio: i ferrovieri delpaesenonavrebbero lavorato

su nessun treno che trainavavagoniPullman.

Il 26 giugno ilboicottaggio divenneoperativo. La partecipazioneandò al di là di ogniaspettativa e nel giro di duegiorni undici ferrovie diChicagofuronoparalizzate.Ilboicottaggio si estese a tuttoil paese, dall’Atlantico alPacifico.Fuquestalaprotestaoperaia che, in tutta la storiadegli Stati Uniti, più si

avvicinò a uno scioperogenerale nazionale. Il “NewYork Times” del 29 giugnoavvertiva: lo sciopero “avevaassunto le proporzioni dellapiù grande battaglia tracapitale e lavoro che fossemai avvenuta negli StatiUniti”,12

Ormai l'avversariodell'Aru non era più laPullman, era il cartello dellegrandi compagnie ferroviarie

riunito nella GeneralManagers’ Association(Gma). Fondata nel 1886(dopo Haymarket), nel 1894la Gma riuniva 24 lineeferroviarie cherappresentavano 65.000 kmdi rotaie, 221.000 dipendentie un capitale globale di 810milioni di dollari.LaGma sidotòditrecomitati:incasodisciopero e di conflittosindacale, il comitato 1doveva assicurare l’afflusso

di crumiri; il comitato 2doveva rispondere allerivendicazioni,uniformandoisalari (anche se voleva, unaferrovia non potevaconcedere aumenti contro ilparere dellaGma); il 3 era ilcomitato di crisi che sedevain permanenza durante iconflittidilavoro.

Il25giugnoilcomitatodicrisidichiarò il suoappoggioa George Pullman: nessunacompagnia avrebbe tollerato

di viaggiare senza i vagoniPullman. Il 26, il comitatodecise che sarebbe statolicenziatoogni ferroviere cheavesse rifiutato di agganciarei vagoni Pullman. Il suocoordinatore John M. Eganassoldò trenta investigatoriperchétrovasseropuntidebolinel sindacato. Non era solosolidarietà con Pullman:“Sarà uno scontro fra la piùgrande e più potenteorganizzazione dei lavoratori

ferroviari e tutto il capitaleferroviario. Un successo nelboicottaggio Pullmansignificheràilsuccessodiunasola organizzazione cheperciò potrà unire tutti ilavoratori delle ferrovie”(“TheNewYork Times” del27 giugno). Perciò, scriveLindsey: “Tutti gli sforzidellaGmafuronodirettiaunsolo scopo - il completoannientamentodell’Aru".13

Lo sciopero era talmenteforte e organizzato che lelinee ferroviarie eranoparalizzatenellacalma,senzache scoppiassero disordini,senza dare appigli diinterventi alle varie guardienazionali; il 2 luglio JohnEganammise: “La situazioneèarrivataaunpuntomorto”.Ma gli avvocati della Gmastavano studiando ilmododifar intervenire Washington:“Una parte vitale della

strategia dell’Associazioneera di trascinare il governodegliStatiUnitinelloscontroe quindi far apparire che labattaglia non era più tra ilavoratorieleferrovie,matrailavoratorieilgoverno”.14Ele compagnie erano sicure ditrovareunacaldaaccoglienzanel presidente GroverCleveland e soprattutto nelsuo ministro della Giustizia,Richard Olney, che gestì il

conflitto Pullman: RichardOlney era stato per anniavvocato delle compagnieferroviarie, era statomembrodi vari consigli diamministrazione (tra cuiquello della New YorkCentral), aveva fatto parteegli stesso della Gma; eraazionista e consigliered'amministrazione dellaferrovia Chicago Burlington& Quincy, ed eracointeressato, insieme a

GeorgePullman,nellaBoston& Maine. Costui era l’uomoche avrebbe dovuto,imparziale,decideretraArueGma. Tanto che nominò, arappresentarlo a Chicago inquesto conflitto, EdwinWalker, altro avvocato dellecompagnie ferroviarie, alloralegale della ChicagoMilwaukee&St.PauledellastessaGma.

Lospuntolegalecheoffrìalla Casa Bianca l’occasione

d’intervenireful’interruzionedi servizio pubblico: ilgoverno avrebbe potutoinoltrare la posta sui trenisenza vagoni Pullman, manon lo fece e quindi ilservizio postale risultavainterrotto. Mesi prima ungiudice aveva invocato laleggeantitrust (ShermanAct,1890) per proteggere unacompagnia contro il“monopolio" degliscioperanti: “Uno sciopero è

essenzialmente unacospirazione per estorcerecon la violenza. [...] Nonconosco scioperi pacifici,”recitava la sentenza.15Quindi, dietro richiesta diWalker,il2luglioigiudicidiChicago emiseroun’ingiunzione che“proteggeva” 22 compagniedalla “cospirazionecriminale”messainattodagliscioperanti per bloccare il

servizio postale, e vietava aDebs e “a qualunque altrapersona [...] d’interferire,ostacolare, impedire in ognimodo”l’attivitàdelleferroviecheentravanoaChicago,edi“costringere o indurre, ocercare di spingere conminacce, intimidazioni,persuasione, forza o violenzaqualunque dipendente” delleferrovie a rifiutare dicompiere il proprio dovere.16

Non solo era passibile diprigione chi scioperava, maandava incarcerato anche chicercavadiconvincereglialtriferrovierianonfareicrumiri:l’ordinanza ingiungeva agli“implicatinellacospirazione”d’astenersi dal “dirigere,ordinare, aiutare, assistere ofavoreggiare in qualunquemodo” chiunque acommettereogniattoproibitodall’ingiunzione.

L’American Railroad

Union si rifiutò diottemperare all’ingiunzione.Il 3 agosto il presidenteCleveland ordinò alcomandante di Fort Sheridandi dirigere le truppe suChicago per far rispettarel’ordinanza federale. Ilpresidente degli Stati Unitiavevasì ilpoteredimandaretruppe in uno stato perproteggerlo dalla violenza,ma solo su richiesta delparlamentodellostatoo,seil

parlamentononerainseduta,su richiesta del governatore.E il governatore Altgeld nonchiese mai l’interventofederale, anzi vi si oppose emandò un telegramma diprotesta,senzaesito.

Il 4 luglio, il giornodell’indipendenza, le truppefederali entravano a Chicagoa presidiare la città e leferrovie. Si videro le tendedeisoldatipiantateneiparchie sui marciapiedi in pieno

centro. E solo allorascoppiarono quei disordiniche i soldati avrebberodovuto sedare ma che inrealtà avevano innescato.Furono dati alle fiammeedifici dell’Esposizioneuniversale. La stazionedell’Illinois Central fuincendiata,700vagonifuronodistrutti. I soldati usarono learmi; 25 lavoratori rimaserouccisi e almeno 60 feritigravemente. Truppe furono

mandateaiquattroangolidelpaese. In California ognitreno era scortato da unreparto: negli StatiUniti nonsieranomaivistitantisoldatiper le strade dall’epoca dellaguerracivile.17Lastampaerascatenata contro gliscioperanti.“Daunoscioperoa una rivoluzione.” Lospauracchio dell’anarchiaveniva sbandierato di nuovo:“Anarchici e socialisti

pianificavano ladistruzioneeil saccheggio del tesoro”;“Anarchici in rotta perl'America dall’Europa”.18Una copertina di “Harper’sWeekly” titolava“L’Avanguardiadell’anarchia”. Il "ChicagoHerald” del 3 luglio mettevain guardia dal "tollerareanarchici come Debs elasciargli disintegrare leistituzionidelpaese”.

Debs era il piùbersagliato. Come già primaper Altgeld, il “New YorkTimes” sostenne, citandoluminari medici all’uoporeclutati,cheDebseraafflittodainsanitàmentale.Ementreilgovernofederaleabolivalalibertà di scioperare e lalibertà di parola (a favoredello sciopero), la grandestampa brandiva lospauracchio della dittaturaoperaia: “Il sogno di un

dittatore”, titolava il 2 luglioil "Chicago Herald”, mentrel’indomani il “ChicagoTribune” riprendeva il tema,precisandolo: “Il dittatoreDebs contro il governofederale”.19Dai loropulpiti ipastori tuonavano controquesti miscredenti.L’opinione pubblica riceveval’immagine di una Chicagocompletamente in fiamme edistrutta, tanto che i reporter

appena arrivati si stupivanodella calma in città. A quelpunto la Gma era decisa arifiutare ogni offerta diDebsdirevocarelosciopero(Debschiedeva solo che gliscioperantifosseroriassunti).

Il 10 luglio Debs e glialtri leader dell’Aru furonoarrestati e rilasciati sucauzione. Per quanto loscioperofosseforteintuttoilpaese, esso era ormai senzadirezione. L’ultima speranza

fu abbattuta il 12 luglio dalsindacato Afl. All’Afl e aSamuel Gompers nonspiacevachefossesconfittala“concorrenza” di EugeneDebs e dell’Aru. Così la Afldecise di non aderire alloscioperogeneraleinappoggioall’Aru, sostenne un’ultimaofferta di trattativa propostada Debs (e rifiutata dallaGma) e, quasi uno sfregio,stanziò 1000 dollari per ladifesa legale di Debs, per

solidarietà.Idirigentidell’Aflgioirono perché, come iKnights of Labor erano statiannientati dalla bomba diHaymarket, così l’AmericanRailway Union fu spazzataviadallasconfittaPullman.Il17 luglio Debs e altri treleader furono riarrestati(furono condannati solo ametàdicembreapenefraitree i sei mesi di reclusione:Debsebbeseimesi).Ilgiornodopo l’arresto, il 18 luglio,

suicancellidellaPullmaneraaffissoilcomunicato:“Questicancelli saranno apertiappena il numero deglioperatori sarà sufficiente percostituire squadre in tutti ireparti”. Due giorni dopol’esercito lasciava Chicago etornavaaFortSheridan.

Il sindacato di Debs fuspazzato via. Debs fondò ilPartito socialista americano(Sp) e per decenni fu il suocandidatostoricoalleelezioni

presidenziali. Sempre nel1897 morì George Pullman,vittorioso ma inacidito eisolato. Nel 1907 PullmanTown fu messa in vendita.Nel 1981 l’ultimo vagone èuscito dalle catene Pullman.Certo, il movimento operaioamericano non finì con losciopero Pullman, comeavrebbero dimostratol'Industrial Workers of theWorld (Iww), la centrale delsindacalismo rivoluzionario

fondataproprioaChicagonel1905, e poi le sollevazionioperaie del 1919 (l'estaterossa”) e del 1936-1937.Maallora svanì l’idea di unosciopero generale.Soprattutto, lo scioperoPullmanmostrò con brutalitàda cheparte stava il governofederale, quanto era pronto atorcereeancheainfrangerelaleggepurdievitarechenegliUsa si costituisse unmovimentooperaiocompatto.

Sedovessimopensarealleperipezie di Haymarket edello sciopero Pullman comeriflettiamo su vicendedell’impero romano o diquello cinese,concluderemmo che la classedominante dell’imperoamericano ha impiegato laforza solo in alcunimomentidecisivi, ma allora l’haesercitata senza scrupoli, contutta la sua potenza, controbersagli mirati, contro chi

riteneva i suoi nemiciprincipali(iKnightsofLaborprima, l’American RailwayUnion e Debs poi). Controquesti nemici ha dispiegatotutte le armi, la stampa,l’opinione pubblica, lamagistratura, l’esercito, ildenaro per batterli e isolarlipersino dagli altri operai esindacati. Da qui il tacitoappoggio a tutti i sindacatimoderati. Già nel 1906WernerSombartscriveva:

[Ai dirigenti operai]tocca un premio piùricco se giurano fedeltàal partito dominante: daunacaricabenpagatadiispettoredifabbricasinoa segretario di stato, aseconda dell’importanzachesiattribuisceachièda sistemare. È unaprocedura assolutamentecollaudata che i partitidominanti impiegano daanni con il successo

migliore: rendere“innocui” i dirigentioperai influenti conl’attribuzione di unacarica governativa. [...]Almomentosembracheil presidentedell’AmericanFederation of Labor siadestinato a essere [...]direttore dell’ufficiostatistiche del lavoro,mentre JohnMitchell, ilvittorioso dirigente dei

minatori, [...]riceverebbe un posto dasottosegretariodi stato aWashington. Si èconstatato che, conquesta prassi, nel corsodi pochi anni, 13dirigenti operai nelMassachusetts e 30 aChicago hannoconseguito posizioni difunzionario[statale].20

L’osservazione di

Sombart avrebbe trovatoinnumerevoli conferme.Terence Powderly, abbiamogiàvisto,divennefunzionarionella Commissionesull’immigrazione.DurantelaPrimaguerramondiale,HughFrayne della Afl fu membrodel War Industries Board,mentre lo stesso SamuelGompers fu nominato capodel Labor Committee delConsiglio della difesa

nazionale.21 Sombart sistupiva, ma questa pratica,allora così americana, èdilagata in Europa. In Italiaun leader sindacale è statoministro del Lavoro per laDemocrazia cristiana. Un exsindacalista era ministro perla Famiglia nel primogabinettoBerlusconi.Altriexsindacalistisonofunzionariinvari ministeri. Alcuni quadridel sindacato sono adesso

manager dell'industriaprivata. Ora che il sindacatoeuropeo sembra in agonia,vale forse la penad’interrogare la debolezzastorica del sindacalismoamericano alla luce delle suesconfitte inalcune tra "lepiùgrandi battaglie tra capitale elavoro”.

1 AlmontLindsey,ThePullman Strike. The Story ofaUniqueExperimentandofaGreat Labor Upheaval,Chicago University Press,Chicago1942,pp.21-22.

2 W.T.Stead, IfChristcometoChicago!,cit.,p.86.

3 Dominic A. Pacyga,Ellen Skerret, Chicago, Cityof Neighborhoods, LoyolaUniversity Press, Chicago1986,p.429.

4A.Lindsey,op.cit.,p.49.

5Ivi,p.50.6W.T.Stead,op.cit.,pp.

88-89.7 A. Lindsey, op. cit., p.

65(ilcorsivoèmio).8Ivi,p.99.9Ivi,p.101.10I particolari sullo

sciopero dei minatori in J.Brecher, Strike!, cit., vol. I,pp.96-103.

11A.Lindsey,op. cit., p.128.

12Ivi,p.203.13Ivi,p.139.14Ivi,pp.144e142.15Ivi,p.157.16P.S.Foner,Historyof

the Labor Movement in theUnited States, cit., vol. II, p.267.

17 A.Lindsey,op. cit.,p.16.

18 P.S. Foner, op. cit.,

vol.II,p.269.19 A.Lindsey,op. cit.,

pp.313-315.20 W.Sombart,Perché

negli Stati Uniti non c'è ilsocialismo?,cit.,p.43.

21 James Weinstein,Ambiguous Legacy. The Leftin American Politics, NewViewpoints, Franklin WattsInc.,NewYork1975,trad.it.Storia della sinistraamericana, il Mulino,

Bologna1978,p.58.

4.Quandoifrancofortesidivennero

caniroventi

Le statistiche te lo

ripetono, ma l’incredulitàresta. Per quanto giri eosservi, è impossibile

convincerti che i tedeschicostituiscano il primogruppoetnico degli Stati Uniti, piùdegli inglesi, più degliirlandesi. Vedi i segni deineri, le tracce degli italiani,l’influenza dei messicani,l’impronta degli irlandesi, lamatrice inglese, l’ormafrancese nei cajun dellaLouisiana, ma l’influssotedesco sembra evaporato.Mentre nel crogioloamericano gli altri gruppi

vanno fieri della propriadifferenza, dal black isbeautiful (nero è bello) deglianni sessanta al fioriredell’orgoglio white ethnicnegli anni settanta, l’identitàgermanica sembra esserecompletamente digerita,assimilata. Una dissolvenzastraordinaria se si pensa allabrutalità con cui in questosecolo lo stato tedesco haposto al mondo intero ilproblemadella"germanicità”.

Eppure le cifre sono lì: ilcensimento 2000 contava 43milioni di americani didiscendenza tedesca contro30 milioni irlandese e 24milioni inglese. Staccatiitaliani (15,7 milioni),polacchi (9milioni), francesi(8,3), scozzesi (4,9),norvegesi (4,5) e svedesi(4,0).Itedeschisonoilprimogruppo etnico di origineeuropea in tutte le cinquegrandi regioni (Northeast,

Midwest, South, West ePacific), sono i primi in 28dei 50 stati (persino inAlaska) e in ogni stato delMidwest.1

Quest 'assenza tedescadisturba in particolare aChicago,lapiùgermanicatrale metropoli americane.Mentre trovi un museopolacco, lituano, ucraino,svedese, messicano, non cen’èuno tedesco.Mentrepuoi

assistere al tet, il Capodannovietnamita, o alla grandeparata irlandese diSan Patrizio, l’elementotedesco riaffiora solo nellapersistente origine germanicadeicognomi,oinrareGoetheStreet, Schiller Street.Chicago ha avuto sindaciirlandesi e persinocecoslovacchi, ma mai unsindacotedesco.

Questa scomparsa èstupefacente se paragonata

alla gelosa vitalità dellacultura tedesca negli StatiUniti dell’Ottocento.All’inizio, verso il 1830, itedeschicercaronodifaredelTexas una comunitàgermanica. A metà secoloripeterono il tentativo nelWisconsin, tanto che questostato fu poi definito una“provincia tedesca”.2"Resistetteroall’americanizzazione con

l’orgogliodellaloroculturaedella loro lingua,eciò tesealasciare le comunità tedeschecome isole in un mare diamericanismo.”3 In questeisole leggevano giornalitedeschi, si curavano inospedali tedeschi, studiavanotedesco nelle scuole,ascoltavano prediche intedesco nelle chiese luterane,cantavano canti tedeschi esuonavano musica tedesca.

Era la German-America(comesidiceLatin-America),ilDeutschtum fiero di sé mairriso dagli anglofoni(Dachshund element lodefinivano: Dachshund è larazza tedesca di canibassotti). In queste isolevivevano socialisti eanarchici, ma per lo più itedeschi erano impolitici.Anzi, alcuni divennerocapitalisti spietati verso ilavoratori: John Jacob Astor,

mercante di pellicce;Frederick Weyerhaeuser,disboscatore dell’America;George Westinghouse,industriale;KlausSperkles,redellozuccherotrasferitosialleHawaii; gli Anheuser-Busch,birraidiSt.Louis,proprietarituttoradellaBudweiser.

A Chicago, durantel’Ottocento,furonopubblicatipiù di trenta quotidiani inlingua tedesca. Uno deimigliori ospedali della città

era il German Hospitalcostruito nel 1883.L’orchestra cittadina era laTheodor Thomas Orchestra,dal tedesco che l’avevafondata nel 1890. Uno deicircoli più esclusivi era ilGermania Club creato nel1865,cometedescheeranolepiù importanti corali. Percapire la presa che laGerman-America aveva suisuoi membri, basti pensarecheilprimoservizioluterano

ininglesesitenneaSt.Louissolo dopo il 1890 e che, peresempio, nella cittadina diBelleville(Illinois)ancoranel1905 persino molti neri enativi americani parlavanotedesco.4

***

Poiarrivòlaguerra.Giàil

5agostodel1914unafolladi10.000tedeschimanifestavaa

Chicago a favore dellaneutralitàdegliStatiUniti.Laguerra si rifletteva suirapporti tra i gruppi etnici:per irredentismo antinglese,gli irlandesi d’Americaavrebbero simpatizzato con itedeschi,mentreipolacchi(laPolonia fu aggredita dagliimperi centrali) sarebberostati ostili.Nel ceppo inglesecresceva la diffidenza per itedeschi. L’“Abendpost" del31 dicembre 1914 si

lamentava: "Noi siamo distirpe e cultura tedesca, masiamo anche cittadini degliStati Uniti. Ci definiamogerman-americani e siamoognigiornopiùfieridiquestonome. A noi la designazione'german-americano’ pareappropriata e calzante.Nessun’altra lo sarebbe. Maaltri dissentono. Ci neganoquesto diritto. Schernisconol’implicazionedigermanismocontenuta in

quest’impressione e cichiamano hyphenatedAmericans, cioè americanicon una riserva mentale, oamericanidiserieB”.5

Il cuore wasp degli StatiUniti batteva per l'Intesa: inqueimesi,nellastampaeraincorso una violentissimacampagna contro le "atrocitàtedesche in Belgio”, connotizie per cui i tedeschitagliavano le mani ai

bambini. (Queste “atrocità"sono scomparse dai libri distoria, non se ne trova piùtraccia.)

Nella German-Americainvece molti tifavano per ilReiche,insecondabattuta,sischieravano per la più strettaneutralità Usa. Ma anchenella comunità tedesca diChicago le posizioni sidivisero, prendendo spuntodal centenario diBismarck ilprimo aprile 1915.

L’"Abendpost” del primomarzo si schierò contro laricorrenza: "Il giuramento dicittadinanza americanadovrebbe precludere lacelebrazione pubblica dinascite o anniversari diuomini politici stranieri,indipendentemente dalla lorograndezza”. Mentre l''ΊllinoisStaats-Zeitung" erafavorevoleallecelebrazioniepubblicavapaginedi annuncidi questo tenore: “Una

Germaniaunita è invincibile.Possa la tua giusta causaguidarciallavittoria!”.Infine,al centenario di Bismarckparteciparono 4000 invitatiche manifestarono per laneutralità americana. Lasensibilitàetnicaerataleche,quando un candidato diorigine tedesca, R. Sweitzer,si presentò alle elezionicomunali nel 1915, moltitedeschi non lo votaronoperché aveva eliminato la

“ch” dal suo cognomeoriginale,Schweitzer.

Man mano che isottomarini tedeschiaffondavano navinell’Atlantico, l'opinionepubblica era sempre piùantigermanica. Quando il 6aprile 1917 gli Stati Unitidichiararono guerra agliimperi centrali, i tedeschid’America furono consideratidisertori dalla Germania etraditori dagli Stati Uniti.

NegliUsa si apriva la cacciaal nemico interno. Già il 7aprile furono arrestati perspionaggio a Chicago idipendenti di varie industrie.Perpauradisabotaggi,furonorecintati di filo spinatopersino i mattatoi, in quanto“industriavitale”.Neglistessigiorni, sessanta tedeschifurono arrestati per ilcosiddetto complotto hindi(per fomentare azioni

antinglesiinIndia).6Quanto pesassero i

tedeschi a Chicago lodimostrò, a guerra giàdichiarata,ilsindacoWilliamHaleThomsonnell’apriledel1917, quando rifiutò diricevere ilmaresciallo Joffre,eroedellaMarna(generalediuna potenza alleata): “Qui cisonosolo3681abitantinatiinFrancia,mentreChicago è lasesta città tedesca per

abitanti, la seconda cittàboema, la seconda cittàsvedese, la seconda cittàpolacca, la seconda cittànorvegese, e quindi èpresuntuosoinvitarequalcunoin nome di tutto il popolo diChicago”.7

Ma ormai tutto ciò chericordavalaGermaniavenivacancellato. Fu allora che iwürstel cambiarono nome,non più Frankfurter, ma hot

dogs (“cani roventi”; gliispanici li chiamano perroscalientes). Altrerinominazioni ebbero menosuccesso: dopo un fugaceLiberty Steak, l’hamburger ètornato a essere amburghese,e i Sauerkrauten non sichiamano più LibertyCabbage(fasorridere“cavolodella libertà"). Era violentasoprattutto la campagnacontro i giornali in linguatedesca della German-

America. Il20 luglio1917,acommento conclusivo di unarticolo su "La slealtà dellastampa german-americana”,la direzione delI"‘AtlanticMonthlyReview”scriveva:

Per temperamentonoi statunitensi siamotolleranti e aperti.Crediamo in questatemperanza e nella suatradizione. Similmentecrediamo nella e

rispettiamo la grandemaggioranza di cittadiniamericani di originetedesca [...] ma oraquesti giornali,dimentichi dei loroprivilegi, stannoesaurendo la nostrapazienza [...] il nucleodella stampa german-americana in questopaese consistefrancamente di giornalinemici. Giornali nemici,

stampati in linguanemica, protetti dallenostre leggi e ammessialle tariffe preferenzialidelle poste! [...] Ilrimedio è una sanacensura di guerra sullapropaganda nemica euna forte tassadiguerrasull'uso stampato dilingua nemica. [...]Perché qui come inEuropa è il pensierotedesco il principale

aggressore[offender].

Inunaletteraal“ChicagoTribune” dell’8 agosto 1917,un lettore sbottava:“Speriamo che questogoverno la smetta dicincischiare [dilly-dallying]conquesticosiddettigerman-americani e che li metta incampo di concentramentofinoallafinedellaguerrachesarà accelerata daquest’azione, specie se

accoppiata con la totalesoppressione della stampagerman-americana”.8 Agiugno il presidente WilsonavevafattoapprovareunduroEspionage Act, ma non erariuscito a inserirvi la censurasulla stampa. Allora esclusedagli scontipostali la stampasovversiva e autorizzò ilsovrintendente alle Poste astralciare a suo arbitrio dagliinvii tutto ciò che

incoraggiava "tradimento,insurrezione o resistenzaviolenta a ogni legge degliStatiUniti”.9

Chiunquefosse“stranieronemico" doveva presentarsialleautorità(un’esenzioneeraconcessa a chi dimostrava diveniredall'AlsaziaeLorena).Nella primavera 1918,secondo il ministero diGiustizia, c’erano a Chicago14.340 enemy aliens.

Innumerevoli furono poi leretate.Moltitedeschifinironoin campo di concentramento.Il 12 marzo 1919l’“Abendpost” avrebbestimato a circa 5000 itedeschi d'America, di cuimolti Chicagoans, internatidurantelaguerraneicampidiconcentramento di FortOglethorpe (Tennessee), FortDouglas(Utah)eHotSprings(North Carolina).10

Quest’internamentopreannunciava la reclusionedi massa che sarebbe statariservata nel 1942 aigiapponesid’America,con ladifferenzachequieracolpitouno dei gruppi etnici piùnumerosi della nazione, conrisvoltieconomiciepolitici.

In campo diconcentramento finironomusicisti, banchieri, le cuiproprietàfuronosequestrateemai davvero restituite, e

anche famiglie potenti comegli Anheuser-Busch. Maancora più pesanti furono leimplicazioni politiche.Nell’apriledel1917,nellasuapiattaforma di St. Louis, ilPartito socialista (Sp) diEugene Debs sancì la suaopposizione alla guerra: "Laclasse operaia americana nonha dispute con la classeoperaia tedesca [...]denunciamo la dichiarazionedi guerra del nostro governo

come un crimine contro ilpopolo degli Stati Uniti econtro le nazioni del mondo[...] [perciò] raccomandiamoai lavoratori [...] unacontinua, attiva, pubblicaopposizione alla guerra condimostrazioni, petizioni dimassa e tutti gli altristrumentiinnostropotere”.11

L’Sp americano sischierava contro la guerra.Questa scomoda posizione

scatenò una caccia allestreghe(cosìcomenegliannicinquanta chiunque fosse disinistra era considerato spiadell’Urss). Da sempre negliStati Uniti l’idea disocialismo rinviava aitedeschi. Ed erano tanti gliimmigrati nel Partitosocialista: nel 1915 sicontavano 14 sezioni“straniere”. Dopo ilManifesto di St. Louis,moltiintellettuali (tra cui Upton

Sinclair) abbandonarono ilpartito e lo accusarono, diessere venduto al nemico (equest’accusa fece sì chenell’Sp crescesse il peso deitedeschi che vi trovavano unriparo). Il governo scatenòuna repressione violenta.Nell’ultimo anno di guerra,sulle oltre 5000 sezionidell’Sp, circa 1500 furonodistrutte. A Chicagol’“Arbeiter Zeitung” e il“Sozial Demokraten” furono

perquisiti e chiusi, comeanche il Radical BookStore.12 Il sindacato Iww,Industriai Workers of theWorld, fu angariato persinoper il suo neutralismo, i suoimembri furonochiamati Iww= Imperial WilhelmsWarriors (“guerrieri imperialidelKaiser”)13:aChicago166leader furono arrestati persabotaggio e tradimento; 99di loro furono condannati.

Altricentofuronocondannatialtrove.

Poi fioccarono lecondanne basatesull’Espionage Act per cuifinirono imprigionate circa2000 persone. Nel marzo1918 furono arrestati AdolphGerner, segretario nazionaledell’Sp, J. Lewis Egdahl,direttore dell’"American So-cialist”, Irwin St. JohnTucker,delPeople'sParty.Adieci anni fu condannato il

segretario di stato dello statodiWashington (sulPacifico),Emil Herman.14 PersinoEugeneDebsfucondannatoadieciannidiprigioneperavertenuto un “linguaggioprofano, scandaloso eoffensivo” in un comizio.Debs entrò in prigione pochimesidopolafinedellaguerraecirestòfinoal1921quandoil presidenteWarrenHardinggraziòluiealtri23prigionieri

politici. Nelle presidenzialidel 1920, il candidatodetenutoDebsavevaottenuto920.000 voti. Ancora unavolta gli operai e ilmovimento socialistacostituivano per gli StatiUniti“ilnemicointerno”elaguerra contro la Germaniagiustificava leazionicontro ileaderoperai.

Scrive Hagwood: “Tra il1855 e il 1915, i tedeschi inAmerica non vivevano negli

StatiUniti,manellaGerman-America, e parlavano escrivevano per la German-AmericapiùchepergliStatiUniti. La Prima guerramondiale, con i suoi odi e lesue persecuzioni, la suapropaganda e la suacoercizione, sciolse glihyphen dai loro ormeggi econcluse l'era german-americana che tanto eradurata. I tedeschi inAmericae gli americani di stirpe

tedescafuronomessidifronteal dilemma che così spesso,in guerra, si pone a unaminoranzadioriginestranierache così a lungo ha resistitoall’assimilazione. Dovevanodividersi in 'tedeschi' e‘americani’ pur di originetedesca. Il ‘german-americano’ era un’anomaliache non poteva piùesistere”.15

E la prima, immediata

forma che assunse lacancellazione dell’identitàtedescafuilcambiodeinomi,ilribattezzarsidituttociòcheaveva un sapore teutonico.Così, dopo 53 anni, il 9maggio 1918, il GermaniaClub decise di diventare ilChicago Lincoln Club. Diecigiornidopo,l’hotelBismarcksi mutò in hotel Randolph el’hotel Kaiserhof in hotelAtlantic.LaSocietàdimutuosoccorso Kaiser Friedrich

divenne Società dibenefìcienza GeorgeWashington16 e la BismarckSchool, Scuola GeneralFrederick Funston. Nella 28acircoscrizione furonocambiati i nomi di vie comevia Reno, via Berlino, viaLubecca...L’ospedaletedescodivenne ilGrantHospital.LaTheodorThomasOrchestrafuormai la Chicago SimphonyOrchestra.

Lepersone, le famiglie sisentirono costrette acambiare il nome con cuipensavano a sé.L’“Abendpost”del20agosto1918 riportava che avevanochiesto al tribunale di potercambiare nome più dicinquanta cittadini tra cui:Harry H. Fei-chenfeld,proprietario di una polleria,voleva diventare H.H. Field;OttoW.Mayervolevaesserechiamato Mayor; Hans

Kaiser, John Kern; EmmaGutmann aveva provatoGutmanmaallafinesideciseper un Goodman. BertaGriesheimer chiese dichiamarsiGresham, e JosephG. Schumann, figlio di unoSchumann, si cambiò inShumann. Ancora una voltaincontriamo la terribilepotenza del nominare, erinominare.

I giornali tedeschifallirono. Dopo 70 anni di

esistenza (55 da quotidiano),l’“Illinois Staats-Zeitung”smise di uscire tutti i giorninel 1918, per chiuderedefinitivamente nel 1925.Prima del 1914 si contavanocinquantaperiodiciinIllinois;nel 1926 si erano ridotti adieci di cui nessunquotidiano.L’usodellalinguasidiradò.Nell'agosto1918laGranLoggiamassonicadellostato ordinò alle sette loggegermanichedinon tenerepiù

le riunioni in tedesco.17 Lecorali sospesero i Lieder delsabato pomeriggio.L’insegnamento del tedescodeclinò.AChicago,nell’annoscolastico 1914-1915 loavevano studiato 18.160allievi in 112 scuole. Nel1917 un’ordinanza comunaleloabolìdalleelementari.Nel1929 in nessuna scuola laicadi Chicago lo s’insegnavapiù. Nel 1914, nelle chiese

luterane di St. Louis circa il30%usaval’inglesee il70%il tedesco; ma nel 1929 nel75% si predicava in inglese.A Belleville (Illinois), dovenel 1905 persino neri eamericani parlavano tedesco,nel 1929 solo un servizio almeseeratenutointedescodaipastori luterani “per ivecchi”.18

L’americanizzazione nonera cominciata certo con la

Prima guerra mondiale, maallora avvenne la cesura: Itedeschi sono l’unico gruppoetnico cui fu chiesto diabiurare, di rinnegare lapropria identità. Questarottura fu facilitatadall’esaurirsi del flussomigratorio tedesco per leleggi restrittive varate nel1921 e poi nel 1924. IlJohnson-Reed Act del 1924stabilìcheognigruppoetnicoaveva diritto a una quota

d’immigrazione pari al 2%del totale di membri di quelgruppogiàpresentinegliStatiUniti nel 1890. Così 1 )l’immigrazionevenivafrenatadi botto; 2) la data del 1890cancellava del tutto gliemigranti dal Sud e dall’Estdell’Europa che eranoapprodati inmassa negliUsasolodopoil1890.IlJohnson-Reed Act era diretto controitaliani,polacchierussi,maitedeschi lo risentirono come

un atto contro di loro.Hagwood parla di restrizionidrastiche “specie contro lastirpetedesca”.19

Per tutte queste ragioni,dalla metà degli anni ventinon vi fu più un problematedesco negli Stati Uniti. Einfatti esso non si ripresentònella Seconda guerramondiale. Come scriveO’Connor,“adifferenzadellaPrima guerra mondiale, il

filogermanismo non era piùun problema quando il paeseentròinguerracontrol’Asse.Non ci fu nessun’isteriaallora, tranne che contro gliinnocenti giapponesi-americani. E come avrebbepotuto esserci, con unEisenhower alla guida dellaseconda forza di spedizionecontro la Germania, unoSpaatz che comandava ibombardieri che stavanopolverizzando la Germania,

un Nimitz alla testa dellaflotta del Pacifico, unEichelberger e unKrueger alcomando di due armate sottoilgeneraleMacArthur?”.20

Sapendo che i tedeschicostituiscono ilprimogruppoetnico degli Stati Uniti, unanuova prospettiva si apre alpensiero che, in parte, laSeconda guerra mondiale èstata una guerra civile fratedeschi, tedeschi d’America

da un lato, tedeschi diGermaniadall’altro.

P.S. Ma bisognerebbe

citare almeno un precedenteai generali Usa di originetedesca. A Washington,all’angolo nordoccidentaledei giardini dietro la CasaBianca, tra ConnecticutAvenueeHStreet,siergeunmonumentobronzeocostruitonel1910,appenacinqueanniprima che i fran-cofortesi

diventassero cani, per di piùroventi. È dedicato aFrederick William AugustusHenry Ferdinand, Baron vonStauben, nato in Prussia nel1736emortoaNewYorknel1794, "in gratoriconoscimento dei suoiservizi al popolo americanonella sua lotta per la libertà[...]. Dopo aver servito comeaiutantedicampodiFedericoil Grande di Prussia, offrì lasua spada alle colonie

americane [...] diedeaddestramento militare edisciplina ai cittadini soldatiche realizzaronol’indipendenza degli StatiUniti”. Quando si dice "ladisciplinaprussiana”!

1 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002,

Government Printing Office,WashingtonD.C. 2002, tavv.1373e1387.

2 Richard O’Connor,The German-Americans. AnInformal History, Little,Brown & Co., Boston 1968,p.377.

3 John A. Hagwood,The Tragedy of GermanAmerica.TheGermansintheU.S. of America during theNineteenthCenturyandAfter,

G.P.PutnamSons,NewYork1940,p.xiv.

4Ivi,p.290.5 Citato inRudolphA.

Hofmeister, The Germans ofChicago, Stipes PublishingCo.,Champaign (111.) 1976,p.63.

6 Andrew JackeTownsend, The Germans ofChicago,tesiall’UniversitàdiChicagodel1927, ristampatain “Jahrbuch der deutschen-

amerikanischen historischenGesellschaft von Illinois”,1932,pp.99-100.

7 J.A. Hagwood, op.cit.,p.297.

8CitatoinFrederickC.Luebke, Bonds of Loyalty.German Americans andWorld War i, NorthernIllinois University Press,DeKalb(111.)1974,p.235.

9 JamesWeinstein,TheDecline of Socialism in

America: 1912-1925,Monthly Review Press, NewYork1967,rieditodaRutgersUniversity Press, New York1984,p.144.

10R.A.Hofmeister,op.cit.,pp.70-71.

11St.LouisManifestoofthe Socialist Party (1917),pubblicatoinA.Fried(acuradi), Socialism in America,cit.,pp.521-526.

12 A.J. Townsend, op.

cit.,p.105.13PatrickRenchaw,The

Wobblies. The Story of theSyndacalism in the UnitedStates, Anchor Books,Doubleday, NewYork 1967,trad. it. Il sindacalismorivoluzionario negli StatiUniti, Laterza, Bari 1970, p.185.

14 Ivi, p. 101 e J.Weinstein,op.cit.,p.161.

15 J.A. Hagwood, op.

cit.,p.xviii.16R.A.Hofmeister,op.

cit.,p.72.17Ivi,p.74.18 J.A. Hagwood, op.

cit.,p.300.19Ivi,p.298.20R.O’Connor,op.cit.,

p.452.

5.NellacapitalediHobohemia

DavantialSocialSecurity

Building si erge oscena unamazza da baseball inmetallobattuto, alta quattro piani, enon ti consola affatto sapere

che a crearla è stato ClaesOldenburgchel’habattezzataBatcolumn. Accanto, traHalsted e Canal, sulla WestMadison Street, spiccanoquattrograttacielidi52piani,le Presidential Towers: trepiani di uffici alla basesovrastatida49dialloggipercomplessivi 3000appartamenti. Vi abitanoinquilini rampanti che lescelgono per la vicinanza alcentro, alla Borsa, alle

banche. La loro costruzione,neglianniottanta,ècostataaicontribuenti americani più di100 milioni di dollari trasussidi federali, incentividello stato, aiuti del comune,esenzioni fiscali, creditiagevolati, vendita dei terrenia prezzi di favore (politico),opere di demolizione einfrastrutture. Dai raripassanti, dall’aspettoburocratico, nessunoimmaginerebbe che appena

trentanni fa questa via era lacapitale dei vagabondid’America, con i suoi bar,negozi di vestiti usati,alberghetti, barbieri, bordelli,negozidipegni.1

È incredibile quantinegozi di pegni -Pawnshops-esistanonegliStatiUniti.InEuropa è rarissimo vederel’insegna"Pegni”.Quiinvecet’impegni tutto, l’orologio, igioielli, la radio, la pistola.

Nel Vecchio continente il"banco dei pegni” sembraretaggio desueto delMedioevo.NegliUsa invece,appena superata la frontierainvisibile che separa iquartieri (e le classi), eccomoltiplicarsi le insegnePawnshops e di ChecksCashed (incassa assegni) chelampeggianonellanottecomeluci di flipper in tilt. Dalleloro vetrine sai di averabbandonatolazonaborghese

edi essere entrato inun’areaoperaia, o di immigrati, o diirregolari. Ci metti tempo acapireperchénegliUsacenesonotanti.Poidiventachiaro.C’è chi non offre garanziesufficienti, chi ha emessotroppi assegni scoperti, chi èindietro col mutuo, chi è un“alieno illegale”, immigratoclandestino: nessuno di loropuòavereunconto inbanca.Non sa perciò dove versarel'assegno della paga; deve

rivolgersi a uno di questibanchi,artigianidellafinanzache - previa commissione -trasformano il salario incontanti.

Non avere un conto inbanca è più di un disagioeconomico, è un marchiosociale che ti rende la vitadifficile, ti ostacola nelleinezie: è come l’auto, l’80%degli americani lapossiedono,maquel20%chenon ne dispone se la passa

davvero male. Oggi non cisono più Pawnshops néChecks Cashed su WestMadison Street, quella cheeraunavolta lapiùfamosaepopolata Skid Rowd’America.

Il termine Skid Rownasce a Seattle dove erariferito alla strada usatada un commerciante dilegname, Henry Yesler,per far scivolare [to

skid] i tronchi verso lasua segheria in riva almare. Lungo questastradaceranoalberghetti,taverne, ristoranti,bordelli e altri serviziper i taglialegna. Neglianni venti però SkidRoad, come erachiamata all’inizio,divenne soprattuttoresidenza di poveri, exboscaioli disoccupati,lavoratori a breve

termine. Col tempo, ilnome dell’area fuaccorciatoinSkidRoweusato come genericotermine peggiorativo.Skid Row designava inogni città americana unposto in cui eranoconcentrati e insiemealtamente visibili gliubriaconi. C’era anchel’implicazione di unamobilità verso il basso[skid, scivolare] e di un

ambiente sociale, fisicoedeconomicocostrittivo[row,riga,fila,rango].2

Ogni città degli StatiUniti ha avuto la sua SkidRow:laBoweryaNewYork,South Main Street a LosAngeles, Scollay Square aBoston, Third Street a SanFrancisco, Skid Road aSeattle.Ma lapiù importanteera West Madison Street aChicago,neltrattofraHalsted

e il Chicago River. Quis’incrociavano lavoratoristagionali, itineranti,cottimisti, disoccupati,vagabondidituttalanazione.Allora l’America era unininterrotto viavai dilavoratori, in una mobilitàforsennata: tra il 1880 e il1920aBostonilturn-overeratale che la città cambiavaquasi tutta la popolazioneogni dieci anni. Ma era aChicago, nel cui comune

correvano5000kmdi rotaie,che ogni giorno torrenti diuomini celebravanol’apoteosi dellamobilità.Nelcentro ferroviariodell'America, i trenismistavanoescaricavanononsolo grano, mais, maiali,buoi, legname, ma destiniumani,traiettoriedivita.

Alla vigilia della Primaguerra mondiale, scrivonoHoch e Slayton, “500.000lavoratori senza residenza

regolarefluivanonellaedallaWindy City [...] ancora nel1922 Chicago aveva più di200 agenzie private dicollocamento che piazzavanoannualmente un quarto dimilione di uomini, senzacontare naturalmente chifaceva la fila davanti aicancelli delle fabbriche ditutta lacittà”.3Nellepackinghousessolometàdeglioperailavorava tutto l’anno, l’altra

metà andava e veniva.4 Larichiesta di manodoperamobile, spedibile e rinviabilea piacere, generò quellamoderna figura sociale che èil single, lavoratore senzafamiglia (perché lontana operché inesistente), perciòsenza focolare. Nasceva un"senza-casa"chenoneraperòun "senzatetto" perchéalloggiavainpensioni,stanzeammobiliate, alberghetti. Il

fenomeno era iscritto nellarivoluzione industriale,primanell’esodo dalle campagneverso le fabbriche, poinell’immigrazione. (Già nel1845 Engels notava questihouseless, come si dicevaallora: “Ogni mattina aLondra 50.000 persone sialzano senza sapere dovepotranno posare il capo lanotteseguente.Ipiùfortunati,quelli che riescono a metterdaparteperlaseraunoodue

pence, vanno in una dellecosiddette camere d’alloggio[lodging-houses] cheabbondano in ogni grandecittà e dove, in cambio deldenaro, ricevono asilo. Maqualeasilo...”5)

A Chicago, nel quartieredei mattatoi (Back of theYards) il 27,3%dei residentiera a pensione: appena scesidal treno, gli immigrantiandavano a vivere dai

connazionali che, per pagareil mutuo della casa, avevanobisogno di affittare stanze.Ma solo di rado ilpensionante aveva diritto auna stanza per sé, propriocome avviene per imaghrebini che oggiemigrano in Italia, solo cheallora erano gli italiani adormireindieciinunastanzadiLittleTuscania.

Ma la stessa logica cheordinavalavoratorià lacarte

era potenzialmentesovversiva poiché creava unnuovotipodicittadino,senzacasa né famiglia, difettosocioè dei due pilastri dellamorale politica. Si ricordiquali poteri taumaturgiciassegnavano gli americanialla proprietà della casa che,nelle parole di Roosevelt,avrebbefattodegliStatiUnitiuna“nazioneinvincibile”.Edecco che questo stessocapitalismo creavamilioni di

lavoratori instabili, e quindipotenzialmente “immorali”,"pericolosi”.

Questacontraddizioneeraancora più stridente per unaltro, più inedito tipo dilavoratore single “senza-casama con-tetto”: a fineOttocento era apparsa unanuovafigurasociale,ledonnelavoratrici sole (operaie,sarte, segretarie, commesse).Nella sola Chicago ceranopoco più di 100.000 donne

che guadagnavano unostipendio. Di esse il 21%,circa22.000,vivevanoinunastanza ammobiliata,6generando le maldicenze deibenpensanti. Ma questelavoratrici preferivano lestanze ammobiliate allepensioni proprio per laprivacy e la libertà: in quasila metà di queste stanze (il49%) era consentito alleaffittuarie invitare uomini.

Sui quartieri di stanzeammobiliate fin da alloraplananolevocid’immoralità,in base alla convinzionediffusa che vivere senza lafamiglia produce (ed ècausatoda)perversione.

La cattiva fama di questiquartieri sembra trovareconferma nel loro bruttoaspetto: a volte il lavoratorerimanedisoccupato;avolteildisoccupato non trova piùlavoro;ildisoccupatocronico

a volte diventa alcolista;l’alcolistaavoltedàunpo’dimatto.C’èildisagiato"senza-casa” ma che si puòpermettereuntettoec'èpoiilbarbonesanstoitniloi,senzatettoné legge.Non solo: conlecrisieconomiche,leondatedi licenziamenti, gli affittuariin ritardo con la pigione,l’avida voracità dei tenutariche risparmiano sullamanutenzionedegli edifici, ilquartiere si degrada, le

facciate si screpolano, leinsegne penzolano, i vetridellefinestresifrangono.

Così nelle Skid Rows delprimo Novecento, accantoalla pensione dignitosa, eccoapparire la locandastamberga, l’alloggio tugurio.Il quartiere si stratificava, viviveva non un solo grupposociale,maunasocietàintera,conlasuagerarchiaepersinoi suoi esclusi. Anzi, a SkidRowvigevaunveroeproprio

sistema di casta. In cimac'erano gli hoboes, lavoratoristagionali, itineranti.Potevano fare i macellai,raccoglitori di ghiaccio,muratori, boscaioli, addettialle ferrovie. Gli hoboeslavoravano duro, anche se inlavoribreviedispersisututtoil continente, nella pesca delsalmone sul Pacifico, nellaraccoltadifruttainCaliforniaodiostricheSull’Atlantico.

Illorolavoromigranteha

edificatogliStatiUnitieunoscrittore li ha chiamati “letruppe d’assaltodell’espansione americana”.NelsAnderson, che era statohobo,scrivenellasuaclassicaricercadel1923:“Nonostantele sue debolezze, e io leconoscevobene, loconsiderounadelle figureeroichedellafrontiera.Graziealsuolavoroe al suo aiuto si costruironoferrovie, si valorizzaronominiere fuori mano, si

fondaronocittàavamposto’’.7L'hobo condivideva la fedenel duro lavoro, ma dallamiddle class, dalla classeoperaia "stanziale” dellefabbriche lo separava ilnomadismo che lo resesospetto.Ibigottibenpensantiritenevanoglihoboesbeoniecriminali.8 Erano invecesoffusidaunaloneromanticodiliberivagabondinelfilmdiChariot o nelle ballate di

Woody Guthrie. La nazionedei vagabondi, dei barboni edei nomadi ha finito perchiamarsi negli Usa"Hobohemia”, riferita aibohémiens,aglizingari.

Nella gerarchia diHobohemia,sottoglihoboes,eccoitramps,ivagabondi:segli hoboes erano lavoratorimigranti, i tramps eranomigranti senza lavoro (“thehoboworksandwanders, thetramp dreams andwanders",

“l’hobo lavora e vaga, iltramp sogna ed erra”),9vivevano di lavoretti, furti,elemosina, fieri del proprionomadismo. Mentre glihoboes avevano spesso curanel vestire, i trampspendevano verso lostraccione.Erano più sporchidegli hoboes che lidisprezzavano e affibbiavanolorovariepitetiingiuriosi.

Sotto gli hoboes e i

tramps, vivevano i bums, glistanziali. Ogni casta eradivisainsottocaste.Ibums sidividevano tra chi lavorava(lavapiatti,facchinid’albergo,sguatteri)echimendicava.E,sotto i mendicanti, altresottocaste fino a chinemmeno mendicava, vivevainscatoledicartoneefrugavatra i rifiuti. Quel che a unosguardo esteriore appareconfuso nella categoria dellamarginalità e dell’esclusione

sociale (“ipezzentisono tuttiuguali”) si rivela essere ununiverso strutturato, rigido,gerarchico, con le suerepressioni.

Hobohemia era unanazione di maschi, bianchi,per lo più americani (il 62%eranonatinegliUsa),singles,alfabetizzati (solo il 5% eraanalfabeta, ma un altro 5%era andato al college). Tantoche Nels Anderson scrive diloro: “l'homeless era un

lettore accanito [extensivereader], specialmente quellichesispostavano,gli hoboeseitramps”.10Daquilemolteedicole e librerie checostellavano le Skid Rows,oltre naturalmente aiPawnshops. Gli oggetti piùimpegnati erano i vestiti,seguiti dagli orologi e daglianelli.11 Nel 1921 sicontavano ben 62 banchi dipegni intorno a Skid Row,

West Madison. A Chicago,Hobohemia aveva unristorante e una scuola dimigrantipermigranti, l'HoboCollege.

Hobohemiaeraunmondosegregato: nella Skid Row diWest Madison non c’eraposto per i neri che avevanola propria zona più a sud, suState Street, tra la 22a e la30a. Oggi la Skid Row neragravita intorno al Martin

Luther King Drive. Non c’ènessuna ragione presentabile(perché il razzismo dovrebbeesseremeno atroce in giaccae cravatta?), ma mai lasegregazione razziale è tantococentecomequandoseparaibarbonineridaquellibianchiedividegliubriaconisecondoilcoloredellapelle.

In Hobohemia, nellastessa strada, nella stessapersona, si passa senzadiscontinuità dalla classe

lavoratricealsotto-proletario,siscivola (skid)dalle“trupped’assalto dell’espansioneamericana” agli esclusi, aipezzenti ubriaconi. Qui sivede quant’è labile lafrontieratradisoccupazioneepovertà, tra working poor(povero che lavora) esenzatetto.

***

“Povertà”: finalmente è

stata detta questa parolascomoda, così ovvia einsieme imbarazzante dadefinire. Povertà, uno “statodi natura”. Si è poveri comesi è vecchi, o giovani. Macosaèla“sogliadipovertà”?quando si comincia a esserepoveri? (a che età si diventavecchi?) "Povero” è uno diquei concetti sociologicispontanei di cui PierreBourdieu consiglia didiffidare perché la loro

spontaneità è traditrice,veicolainsél’ideologia,cioèla visione inconscia delmondo che la società plasmain noi. Povero è un’unica,indistinta nozione di disagio,penuria, mancanza. Così ladefiniscelasociologia:“Ognitipodipovertàèriconducibileallattocheundatosoggettoopopolazione difetta dellacapacità di coprire i costidella produzione eriproduzione dell’essere

umano”.12Ilverbo"difettare”indicasìmancanza,maanchedifetto come contrario diqualità. Ma perché tantisoggetti e tante popolazionidovrebberodifettare?

Che la povertà fosse unflagello in Europa, gliamericani lo capivano. Essa,scrive Robert Castel,“corrispondeva acaratteristiche oggettive delvecchio mondo: rarità delle

risorse, sovrappopolazione,ingiustizia e irrazionalità”.Ma perché negli Stati Uniti?Appenaneglistatidellacostaest a industrializzazionerapida la povertà diventa unproblema verso il 1820,subito si moltiplicano irapporti delle commissionisulla povertà (già allora!), dacui emerge che "lo scandalonon è nel numero dei poverima nel loro esistere”.13 "Il

pauperismo dovrebbe essereestraneo al nostro paese,”scrive nel suo Forth AnnualReport (1821) la New YorkSociety for the Prevention ofPauperism, "[per] il nostroterritoriocosìesteso,ilnostrosuolo così ricco”, perl’eccellenza delle istituzioniamericane, per "il vastocampo aperto all’industria ealle imprese, l’assenza totaledihandicapciviliepolitici,ela completa sicurezza nel

godimento dei vantagginaturali o acquisiti”. "Nelnostro paese così favorito, incui il lavoro è tanto richiestoe così ben pagato, e in cui imezzi di sussistenza sonocosì facili da ottenere e cosìpoco costosi, la povertà nonha da esistere né dovrebbeesistere [need not and oughtnot to exist]” scrivevano icommissari per leAlmshousesdiNewYorknelloroAnnualReportfor1847.

Negli Stati Uniti lapovertà non poteva, nondovevaesistere perché qui lapopolazione era scarsa, lerisorse e il territorioinesauribili, agli antipodidella situazione responsabiledella povertà secondo ilreverendo Robert Malthus.Ecco la vivida sintesi cheEngels abbozza della tesimalthusiana: "La terra saràsempre sovrappopolata eperciò dovranno regnare

sempre bisogno, miseria,indigenza e immoralità; lasorte e la destinazione eternadell’umanità è di esistere innumero troppo alto e quindidi essere suddivisa in classidiverse, delle quali le unesonopiùomenoricche,colte,morali, e le altre più omenopovere,miserabili,ignorantieimmorali”.14 La teoria diMalthus delineava quel chepoi sarebbe stato chiamato il

darwinismo sociale, per cuianchetragliumanisarebbeincorso una lotta per lasopravvivenza. Gli uomini,diceva il reverendo ingleseJoseph Townsend (1739-1816),sicomportanocomelecapre dell’isola di JuanFernandez, dove gli spagnolisbarcarono una coppia dibarbutiovinichesimoltiplicòfino a riempire l’isola e asoffrire la fame. Allora, "lepiùdebolicedetteroperprime

e l’abbondanza tornò. Cosìesseoscillarono tra la felicitàelamiseria,orasoffrendoperla mancanza di cibo oragodendodell’abbondanza”.

Come per le capre, "è laquantitàdicibocheregola laquantità delle popolazioniumane” e lo fa attraverso“afflizioniepovertà“Finchéilciboèabbondante,gliuominicontinuano a crescere e amoltiplicarsi e ognuno è ingrado di mantenere una

famiglia o di prestaresoccorso agli amici inproporzione alla sua forza. Idebolidevonodipenderedallaprecariagenerositàdeifortie,primaopoi, ipigri finisconocol soffrire le conseguenzenaturali della loroindolenza”,15 Già, perchédietro questa visione dellapovertà serpeggia l’idea chel’uomo sia per naturaindolente:“Le folle di indiani

pigri e dissoluti costituivanoil primo ostacolo [allaciviltà],” scriveva Parton.16Guarda caso, questa pigriziainnata emerge nella storiadelle idee quando larivoluzione industrialeirreggimenta il lavoro.Antonello LaVergata tracciaun intenso percorso17 diquest’“innato principiod’indolenza nell'uomo” traSetteeOttocento,dallafelice

pigriziadelbuonselvaggioinRousseau, all’"indolentesensualità” in cui, secondo ildottor Johnson, "ognunosprofonderebbe, senza piùcurarsideglialtrieneppuredise stesso [...] se non sifacessero mai sentire némalattie né povertà". Lapovertà stimola a vincere lanaturale indolenza: l’uomoagiscesolosottolasferzadelbisogno. Lo spettro dellapovertà sprona l’uomo a "un

virilecimento”,dicenel1833ilcalvinistascozzeseThomasChalmers (anch’egli, comeMalthus e Townsend,predicatore).

Ecco perché, per unalunga tradizione di pensieroche va da Joseph Townsendnel Settecento a RobertNozicknegliannisettantadelNovecento,ogniassistenzaaipoveriècontroproducente, inun’ennesima variazionedell’argomento della

perversione, come lo chiamaHirschman. (Questa tesi èoggi ripetuta pari pari neldibattito sullasovrappopolazione nel Terzomondo:ogniaiutoumanitarioaumenterebbe la popolazionee aggraverebbe perciò lamiseria:fatelimoriredasoli.)Per Nozick, che hariformulato la teoria dellostatominimo,lostatononhaobbligo di assistere i poveri,anzi in linea di principio è

immoralechelofacciaperchénonpuòappropriarsideibenidiunindividuoperdarliaunaltro: "La tassazione suiredditi da lavoro è allastregua del lavoro forzato”.18Per il reverendo Townsend,invece, le leggi sui poverifavoriscono i mali chedovrebbero combattere,incoraggiano imprevidenza eindolenza e distruggono“speranza e paura” che sono

"lemolledell’industria".Questa tesi ha trovato i

consensi più inaspettati. Lacommissione inglese sullalegge sui poveri trovò nel183319 che la cassa per ipoveri rovinava il paese ed“era un ostacolo perl’industria,unaricompensaaimatrimoni sconsiderati, unostimolo all’aumento dellapopolazione; eliminava glieffetti dell’aumento della

popolazione sul salario; eraun’innovazione nazionaleavente lo scopo discoraggiare gli uominidiligentieonestieproteggerei pigri, i viziosi, gliirriflessivi;spezzavaivincolifamiliari, ostacolaval’accumulazione di capitali,dissolvevailcapitaleesistentee rovinava il contribuente”.Argomenti usati anche oggicontroiprogrammipubblici.

Il fatto più curioso è che

un comunista come Engelscondivideva questeconclusioni: “L’assistenzafavorisce la pigrizia el’aumento della popolazione‘superflua’. Nelle attualicondizioni sociali è chiarocheilpoverovienecostrettoaessere egoista e che, se èlibero di scegliere e puòvivere ugualmente bene,preferisce non far nullapiuttosto che lavorare. Mal’unica conclusione è che gli

attuali rapporti sociali nonvalgononulla,nongià, comeconcludevano i commissarimalthusiani, che la povertà èun delitto da trattare sullabase della teoria delladissuasione mediante ilterrore”.20

Alla stessa conclusionecui giungevano il reverendoTownsend e il comunistaEngels perveniva nel 1795anche il libertino marchese

Donatien-Alphonse-FrançoisdeSade.Ilpiù"sadiano”traipersonaggideLaphilosophiedans le boudoir, Dolmancé,così definisce la“beneficienza”:

Abitua il povero adaiuti che ne dissipanol’energia; costui nonlavora più perché contasulla vostra carità equando questa cominciaa mancargli diventa un

ladro o un assassino.Sento che tutti sidomandano come potereliminarel’accattonaggio e nelfrattempo seguitano afarequellecosechenonpossono chemoltiplicarlo. Madomando e dico: nonvolete aver più moschenellavostrastanza?Nonlasciate più in giro lozucchero che le attira!

NonvoletepiùpoveriinFrancia? Non distribuitepiù elemosine e,soprattutto, eliminate lecase di carità!L’individuo natonell’indigenza,vedendosi privato diquestepericoloserisorse,impiegherà tutte le sueforze e i mezzi ricevutidalla natura per tirarsifuoridallo stato incuiènato, e non

v’importunerà più.Senza pietà distruggetedalle fondamenta questedetestabili case doveavete la sfrontatezza diaccogliere i frutti dellibertinaggiodelpovero,cloache spaventose chevomitano ogni giornonella societàuno sciamedisgustoso di nuoviindividui che possonosperare solo nel vostro

portafoglio.21

Ognuno con i suoi scopi,Townsend per instillare iprincipi morali, Engels persovvertire i rapporti sociali,Dolmancé per rivalutare lepratiche di “controllo dellenascite” - sodomia,masturbazioneeinfanticidio-, ognuno però condividel’ideacheaiutare ipoverisiacontroproducente, chel’individuo abbandonato a sé

sia indolente, che solo lasferza del bisogno lo spingaad agire. L’idea che lapovertà sia educativa,ortopedica: raddrizzal’ignavia.

Anche al di làdell’Atlantico l’assistenza adomicilio era consideratadannosa. Nel 1821, nel suorapportoallacommissionedelMassachusetts sui poveri,22Josiah Quincy scrive: “Più

assistete ipoveri,piùdovreteassisterne”; "il modo piùdisastroso di soccorrere ipoveri, il più costoso, il piùnefastoperilorocostumieilpiù distruttivo per le loroabitudini di lavoro, consistenell’aiutarli in seno alla lorofamiglia”.TantopiùchenegliStatiUniti-agliocchidituttigli americani, allora comeoggi-vigeilmiglioreregimepolitico della storia. Da quiuna sola conclusione:

"Poiché, malgrado le ragioniche rendono la povertàimpossibile negli Stati Uniti,tuttavia i poveri esistono,costorodevonoportarla in sestessi” (Castel). La povertà èun male morale; l’individuopovero è povero, difetta disoldi, perché ha in sé difettimorali, manca di virtù. “Lecifre ufficiali mostranoquanto grande è la parte delpauperismo che, nella cittàcome nello stato, è causata

dalla pigrizia, dall'intemperanza, dagli altrivizi,” afferma la New YorkAssociationforImprovingtheConditionofthePoornelsuoTredicesimo rapportoannuale(1856).

Comincia allora, giànell’Ottocento,quell’esercizio intellettuale(dalle pesanti ricadutepolitiche)che separa ipoveri“meritevoli [deserving]” - diaiuto,diassistenza-daquelli

"immeritevoli”.Nel libroches’intitola appunto TheUndeserving Poor, MichaelKatz ritraccia il dibattitopolitico e sociologico dalla"guerra alla povertà” diLyndon Johnson negli annisessantaalla“guerracontroilwelfare” di Ronald Reagannegli anni ottanta. Ladicotomiameritevole/immeritevoleappare già nel 1821 quandoJosiah Quincy distingue due

tipi di poveri: “il poveroimpotente,nellacuicategoriasono inseriti tutti coloro chesono totalmente incapaci dilavorare, per vecchiaia,infanzia, malattia oinvalidità”. Poi ci sono i"poveri capaci [...], tutticoloro che sono capaci dilavoro, di un tipo o di unaltro,machedifferiscononelgrado di capacità e nellaspecie di lavoro di cui sono

capaci”.23Vi sarebbe quindi una

povertà inevitabile, e una dicui è invece responsabilel’individuo. Poiché vi è unapovertà inevitabile, e poichéle risorse per lenirla sonolimitate, diventa essenzialesetacciare il grano dal loglioe, nella società, ogni giornoimpersonare il dio delgiudiziouniversale:separareisalvati dai sommersi.

Filantropi, operatori sociali,governi s’impegnano perciòin una snervante operaclassificatoria per distinguerei poveri meritevoli da quellinon (o solo in parte)meritevoli, e quindi definirel’assistenza che ognuno devericevere, i diversi gradi dipunizione intrinseci nellacarità e, infine, i rimedimoralidaapportareallecausemoralidellapovertà.

***Siccome i pubblici poteri

non osano “condannare ipoveriallapenadimorteperfame" (Engels), vanno fissatiparametri “oggettivi” perdefinire la povertà. Quelloche - abbiamo visto inHobohemia - è unoslittamento continuo (spessonella stessa persona) dallaclasse operaia allamarginalità, dalla

disoccupazione alvagabondaggio, deve essererisistematoinunatassonomiadiscontinua, unaclassificazione che separi ipoveri dai non poveri.Bisogna stabilire una “sogliadipovertà”,unpo’comel’etàdella pensione definisce unasogliadivecchiaiaerispondealla domanda: in che anno siè vecchi? Così: sotto chereddito si comincia a esserepoveri?

Per definire la soglia dipovertà, gli enti assistenzialiamericanihannofattousodel“coefficiente di Engel” dalnome di un direttoredell’istituto prussiano distatistica,ErnstEngel:questosagace funzionario avevanotato nel 1857 che c’è unarelazioneinversatraredditoepercentuale di spesa per ilcibo: la parte di redditoconsacrata all’alimentazionescema via via che il reddito

cresce. Le famiglie piùpoveremangiano peggio,madedicano al cibo una partemaggiore dei propri soldi,mentre le più ricchemangiano meglio, spendonodi più in assoluto per ilnutrimento, ma vi dedicanounafettaminoredelleentrate.Si può quindi calcolare uncoefficiente (coefficiente diEngel) che, moltiplicato perla spesa minima del cibo,fornisce una stima del

bilanciototaleminimosottoilquale si è poveri. SeM è laspesaminimaperilciboedEè il coef-fidente di Engel, ilreddito minimo C peremergeredallapovertàèC=MxE.24

Questa definizione -basatasullapurasussistenza-spiegaperchéneipaesiricchisiano considerate poverepersone con redditi chesarebbero lauti nel Terzo

mondo. Negli Stati Uniti lasoglia di povertà per unafamiglia di quattro personeera fissata nel 2002 a 18.400dollari l’anno,25 mentre inIndia lo stipendio di un altofunzionariostatalenonsuperai 5000 dollari. Il fatto è che,solo per mangiare, unafamiglia americana non puòspendere meno di 4600dollari.

Ma qual è la spesa

minima per il cibo? Neglianni quaranta la SocialSecurityAdministration(Ssa)eseguì calcoli pignoli sulfabbisogno giornaliero incalorieesullorocosto.Mailbisogno di calorie varia da1200-1800 per un bambinosotto i dieci anni a 4500 perunbracciante.Inoltrenessunoriesce mai a compraresistematicamente i cibimenocari. Nessuno chiede alnegoziante: “Per favore mi

diale2000caloriepiùabuonmercato che ha”. Il paniereminimo di spesa per il ciborisulta quindi largamentearbitrario.

Un secondo problema stanel valore stesso delcoefficiente di Engel. Nel1954 il dipartimentodell’Agricoltura lo stimò a0,33perunafamigliaditreopiù persone. Ma ildipartimento del Lavoro lostimòa0,25perunafamiglia

di tre o più persone. Questedifferenze sembranobizantine ma cambiano ildestinodimilionidipersone.Secondo le definizionicorrenti, l’ufficio statisticoUsa contava nel 2002 34,6milioni di poveri (il 12,1%,unamericanosuotto).Masela soglia di povertà fossespostata di un 25%, i poverisarebbero 49,3 milioni, il16,5% della popolazione.26

Questa differenza nei calcolifa sì che 15 milioni dipersoneentrinoononentrinonei programmi federali estatali, usufruiscano o menodi refezioni a scuola, diassistenzamedicagratuita,ditesserealimentari.

Definire la soglia dipovertà è oggetto di lottapolitica. A seconda delledefinizioni,cipossonoessere22milioni di poveri in più oin meno (quanto tutti gli

abitanti di Olanda eDanimarca messi insieme).La questione non riguardasololoro,riguardal'immaginecomplessiva della societàamericana. Nel primo caso,nel paese più ricco e piùtecnologico del mondo visono certo ben 35milioni dipoveri,mavisonoanche247milioni di non poveri.Sarebbe allora vero quel cheil presidente Hooversosteneva proprio un minuto

prima della grande crisi del1929: "Mai l’umanità è statapiù vicina a realizzare lasoppressione della povertà”.Nel secondo caso invecemeno di 224 milioni di nonpoverifronteggianopiùdi57milioni di poveri. Ladifferenza è quella tra unariuscita e un fallimento.Definire la soglia di povertànon è una questioneaccademica, come già bensapevaJosiahQuincy:cambia

la vita dimilioni di persone,definisce le dimensionidell'apparato assistenziale,stabilisce l’ammontare dellaspesa pubblica, influiscesull’idea che ci facciamodella società, indirizza lesceltepolitichedellapubblicaopinione.

L’esempio più vistoso looffre la definizione didisoccupato. Ovunque sisente dire che flessibilità,mobilità del lavoro,

diminuzione degli onerisociali, riduzione dei salarieffettivi, hanno creato negliStatiUnitimilionidipostidilavoro tanto che lì il tassodidisoccupazione oscillerebbetrail5eil6%controun10%e passa in Europa. Da quil’invito a seguire il modelloamericanopercrearepostidilavoro. La definizioneamericana di disoccupatodiventa perciò un’armapolitica in Europa. Ma negli

Stati Uniti 2,1 milioni didetenuti sono esclusi dallaforza lavoro e sono perciòesclusi dal computo deidisoccupati (e già questofarebbe salire dell’1,5% iltasso di disoccupazione). Perdi più, molte persone,scoraggiate, non si iscrivonopiùallelistedicollocamento:dal 2001 al 2003 più di 4milionidipersonesonouscitedalla forza lavoro27 (equesto

aggiungerebbe un altro 3%alla disoccupazione e citroveremmogiàcosìailivellieuropei). Ma non basta: ilpuntoèchenegliUsavigonobencuriosicriteriperdefinirela disoccupazione: "I civilioccupati comprendono tutti icivilichedurantelasettimanadi riferimento hannocompiuto per paga o perprofittoun minimo di un'oradilavoroolavorato15orelasettimana, o più, come

lavoratori non pagatinell’impresa familiare [...]. Idisoccupati comprendonotutti i civili che non hannoavuto lavoro durante lasettimana di riferimento, chehanno fatto sforzi specificiper trovare un lavoro nelleprecedenti quattro settimane(come fare richiestadirettamente a un datore dilavoro o a un servizio dicollocamento pubblico oprovare [checking] con

amici), e che eranodisponibili a lavorare inquella settimana, tranne setemporaneamente malati”.28Ovvero, negliStatiUniti unapersonahaunpostodilavoro,non è disoccupata, se è stataretribuitaperuna solaora intuttalasettimanaprecedente!Se in Europa ladisoccupazione fosse definitacon gli stessi criteri, anchequi apparirebbero

improvvisamente milioni dipostidilavoro.

Ilfattoèchequesticriterinonsono innocenti.DalNewDeal, da quando nel 1935 ilpresidente Roosevelt fecevotare il SocialSécurityAct,c’è negli Stati Uniti unsussidio di disoccupazionefinanziato da una specificatassa federale. Nel 2001 nehanno beneficiato 10 milionidi americani, conun sussidiomedio di 238 dollari la

settimana, per una spesacomplessiva di 31,6 miliardidi dollari.29 Se i criteri didisoccupazione fossero piùrealistici (tipo non averlavorato nemmeno 15 ore lasettimana precedente)raddoppierebbe il numerodegliaventidirittoalsussidio.La filosofia è: non si puòabrogare il Social SecurityAct, ma si restringe il suocampodiapplicazione,si tira

suicentesimi.Il punto non è tanto

l’avarizia,è lapignoleriaconcuisiformulanodefinizioniesottodefinizioni. A guardarloda fuori, questo indefessosottilizzare sulle categoriepuòparerefarneticante,quasila guerra raccontata daJonathan Swift tra piccoli-puntisti e grandi-puntistinell’isola di Lilliput, doveGulliver assiste ai massacritrachivuolerompereleuova

à la coque dalla parte dellapuntagrandeechidallapuntapiccola. Però, come avvieneperognifrontiera, tracciareilconfineèsìunattoarbitrarioma, una volta definito, essosepara davvero un dentro daunfuori,unNoidaunVoi.

Da un lato questadicotomia non ha nulla direale (avereun lavorose sièpagati un’ora alla settimana),dall’altro essa produce unasuarealtà:separachiriceveil

sussidio di disoccupazione echi non lo riceve e chi,lavorando solo un’ora lasettimana, non ha diritto alsussidio, ma è consideratoworking poor, riceveMedicaid, tesserealimentari, rientra nellegraduatorie per un alloggionell’edilizia popolare. È unasituazione ambigua che uningenuo attribuirebbe alladisoccupazione (e ai criteriperdefinirla).Lostatoperòla

classifica sotto la rubricadell’indigenza: il riflettore èspostato dalle politiche dellavoro alle opere dibeneficienza.Ipoteripubblicie la pubblica opinione nonamano queste situazionigrigieincuinonc’èbiancoenero, povero e agiato,disoccupatoeoccupato,incuile "colpe” non sononettamenteattribuibili.

C’è qui uno stato didisagio, di ristrettezze, tipico

diHobohemia,doveildentroe il fuori non sono più cosìdefiniti,doveappare illusoriala distinzione di Quincy trachiècapacedilavorareechiè incapace, dove non si sadistinguere tra poveromeritevole e poveroimmeritevole.

Hobohemia suscitavaostilitàancheperaltrimotivi.Innanzitutto essa costruivauna comunità. Non c’era piùl’emarginato singolo,

l’escluso atomizzato,letteralmente "sperso”, mauna sottosocietà con una suacultura, suegerarchie, servizisociali,un-poveromavivo-tessuto economico fatto dilavoretti, commerci, baratti efavori. Gli Hobohemianscontrastavano con lo stile divita americano, erano celibiin un mondo che idolatra iquadretti familiari,detestavano i suburbi in unasocietà che li adora, e

amavano vivere nel centrocittà dove potevanoincontrarsi e usufruire diservizi e comodità altrimentiindisponibili:paradossalmente sono glistessi motivi che spingonooggi i giovani yuppy adabitare nelle asettichePresidentialTowers.

Per la sua vicinanza alcentro degli affari,Hobohemia era altamentevisibile.Equestavisibilitàdà

fastidio più di tutto il resto.Se almeno i poveri sidecidessero a farsi invisibili!È il fastidio la ragioneprofonda che ha spinto lepubbliche autorità a chiudereil mercato delle pulci diMaxwell Street, a radere alsuolo gli alberghetti di WestMadison, la Skid Row diChicago, e a costruirvi lePresidential Towers a granspese dello stato. La stessaansia di nascondere i poveri

che,aldilàdell'Atlantico,nel1994, spingeva il premierbritannico, il conservatoreJohn Major, ad attaccare imendicanti: la loro vista "èoffensiva”, essi nuocciono aicommercianti e allontanano ituristidallecittàe,seproprionon vogliono usufruire delwelfare,chesianomandati inprigione.30

Quest'ansia supera lebarriere del tempo e della

politica. Nel 2000 "TheObserver” titolava: “Officiai:Givingtobeggarsiswrong”31per dare la notizia che ilgoverno laburista di TonyBlairavevastanziato240.000sterline per lanciare unacampagnachedissuadessedaldare l'elemosina. Come nonpensare a quella fantasticalettera, riportata da Engels,32cheunadistintasignoraspedìal"ManchesterGuardian”nel

1845?

Signor direttore, daqualche tempo per lestrade principali dellanostra città s’incontrauna moltitudine dimendicanti i quali, inparte coi vestiti laceri el’aspettomalato,inpartemettendo a nudo piaghee deformità ripugnanti,cercano di suscitare lacompassione dei

passanti inmodo spessoassai impudente emolesto. Sonodell’opinione che,quando si paga nonsoltanto la tassa per ipoveri, ma sicontribuiscegenerosamente alleistituzioni benefiche, sisiafattoasufficienzaperavere il diritto di esserpreservati da talisgradevoli e impudenti

molestie; e perché maidunque si pagano tassecosì elevate per ilmantenimento dellapolizia cittadina sequesta non provvedeneppure a far sì che sipossa girare indisturbatiperlacittà?

1CharlesHoch,RobertA.

Slayton, New Homeless and

Old.CommunityandtheSkidRow Hotel, TempleUniversityPress,Philadelphia1989,pp.183-185.

2Ivi,pp.88-89.3Ivi,pp.11-12.4R.A.Slayton,Backof

theYards,cit.,pp.124-125.5 F. Engels, La

situazione della classeoperaiainInghilterra,inKarlMarx-Friedrich Engels,Opere complete, cit., vol. iv,

p.269.6R.A.Slayton,op.cit.,p.

19.7 Nels Anderson, The

Hobo. The Sociology of theHomeless Man (1923),Chicago University Press,Chicago 1961, trad. it.Donzelli,Roma1994,p.18.

8 C. Hoch, R.A.Slayton,op.cit.,pp.36-40.

9 N.Anderson,op.cit.,p.105.

10Ivi,p.205.11 W.R. Patterson,

Pawnbroking in Europe andtheUnitedStates,in“Bulletinof Labor 21”, marzo 1899,Government Printing Office,Washington D.C., pp. 256-279, citato in C. Hoch, R.A.Slayton,op.cit.,pp.33-34.

12 Luciano Gallino,Dizionario di sociologia,Utet, Torino 1978, s.v.Povertà,p.536.

13 Robert Castel, La“guerre à la pauvreté” auxÉtats Unis, in “Actes de larecherche en sciencessociales”, n. 19, gennaio1978, pp. 47-60, da cui sonotrattelecitazioniseguenti.

14F.Engels,op.cit.,p.501.

15 JosephTownsend,ADissertation on the PoorLaws, by a Well-wisher toMankind (1786), California

University Press, Berkeley1971, pp. 37-40 (il corsivo èmio).

16 J. Parton,Chicago,cit.,p.330.

17 Antonello LaVergata,NonostanteMalthus.Fecondità, popolazioni earmonia della natura, 1700-1900, Bollati Boringhieri,Torino 1990, pp. 72-80, dacui sono tratte le citazioniseguenti.

18 Robert Nozick,Anarchy, the State andUtopia, Basic Books, NewYork1974,p.169.

19 Estracts fromInformation received by thePoor Law Commissioners,Published by Authority,London1833,p.xvi,citatodaF. Engels,op. cit., p. 503 (ilcorsivoèmio).

20F.Engels,op.cit.,p.503.

21 Donatien-Alphonse-François de Sade, Laphilosophie dans le boudoir(1795), Gallimard, Paris1976, pp. 76-77, trad. it.Newton Compton, Roma1974,p.83.

22 Report of theMassachusettsGeneralCourtCommittee on Pauper Laws,Albany 1821, citato da R.Castel,op.cit.,pp.49-50.

23 Citazioni tratte da

Michael B. Katz, TheUndeserving Poor. From theWartoPovertytotheWaronWelfare, Pantheon Books,NewYork1989,pp.12-1.V

24 Martin Rein,Problems in the DefinitionandMeasurement of Povertyin Peter Townsend (a curadi),The Concept of Poverty,Heinemann,London1970,p.50. Questo volume èfondamentale per la

discussione sul concetto dipovertà.

25 U.S. Bureau of theCensus,PovertyintheUnitedStates: 2002, CurrentPopulation Reports,Government Printing Office,Washington D.C. settembre2003.

26Ivi,tav.5.27 “The New York

Times”,27aprile2003.28 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002,Government Printing Office,Washington D.C. 2002, p.364(ilcorsivoèmio).

29Ivi,tavv.528e529.30Serviziinprimapagina

del “Guardian” edell’“Independent” del 28maggio1994.

31 Ufficiale: dare aimendicanti è sbagliato, in“The Observer”, 8 ottobre

2000.32F. Engels, op. cit., pp.

496-497.

6.Allamensadellanatura

Ci vuole la luce delle

fiamme per richiamare losguardo su quella particolareistituzione statunitense chesono gli "Sro hotel" (Sro sta

per Single room occupancy),alberghetti a tariffasettimanale bassissima doverisiede chi non puòpermettersi un appartamento,il lavoratore povero, lapensionata, il beneficiario diun sussidio didisoccupazione. Questialberghetti erano tipici delleSkidRowse la loro zona erachiamata Sro district. Lefiamme sono quelle cheperiodicamente li

distruggono, in un vero eproprio stillicidio: un mortoqui,dueferitilì.L’ultimofalòdigrandidimensionièstatoilJ.R. Plaza Hotel, noto peròcome lo Zanzibar. Centoospiti dovettero essereevacuatiil14febbraio1999etre rimasero gravementeferiti.Manonsemprevacosìbene, anzi la storia diChicago è costellata daibagliori di questi roghi cheinceneriscono decine di -

letteralmente-poverevite.AChicago, il 12 febbraio 1955un rogo divampò nel BartonHotel, su West Madison: vimorirono 29 persone. Il 14marzo 1981, un cortocircuitonella lavanderia del RoyalBenchHotelinnescòilfuoco.Tra le macerie restarono 19cadaveri.Il16marzo1993,lefiamme distrussero il PaxtonHotel, 130 stanze, a pochiisolati dal Magnificent Mile,ilvialedilusso.Anchequi19

imorti(e30iferiti).Gli Sro sembrano molto

propensi a bruciare. La loroinfiammabilità è tantoproverbiale che nel 1990 lapiù famosa scrittrice di giallidiChicago,SaraParetsky,haincentrato un romanzo, BumMarks (Scottature),1 propriosul rogo di uno Sro. La suaeroina, l’investigatrice VieWarshan-ski, tipicaChicagoan figlia di un

polacco e diun’italiana, divorziata,accanitapraticantedijogging,indaga su quest’incendiodoloso perchénell’alberghetto viveva unasua vecchia, disastrata zia,devotaallabottiglia.

Sara Paretsky riprende illuogo comune: se Sro hotelsignificaSkidRow,SkidRowvuol dire alcolismo. Già nel1827iGuardianideipoveridiFiladelfia mettevano in

guardialealtrecittà:“Daitrequarti ai nove decimi deipoveri del nostro paesepossono attribuire la lorodegradazione al viziod’intemperanza”.2 Gli Srodevono portare impresse lestigmatedelvizioedell’alcolperché altrimentimostrerebbero la povertànelle sembianze che imodernipiùdetestano,quelledella ristrettezza sciatta, di

uno squallore liso, ma senzatragedie. La povertàimpietosisce o indigna solonelle sue forme spettacolari,adeguate alla commozionedei tg che mostrano ilderelittocopertodistracci, labarbona che giace assideratasotto un foglio di giornale.L'homeless estremo, inquanto inerme, esprime il“povero meritevole”. Questipoveri totali sono peròrelativamente rari. “A

Chicago si contano 40.000homeless·, a pernottare instrada tutto l’anno sono 12-15.000, mentre i Chicagoansche vivono sotto la soglia dipovertà sono quasi unmilione,” mi diceva CharlesHoch:12.000homelessinunametropoli sembrano"normali”, ma un milione dipoveri nella sola Chicago èunacifraspaventosa.

Nell'insieme degli StatiUniti, la proporzione è circa

lastessa,diunhomelessogni500 abitanti, un homelessognisessantapoveri:equestapercentuale è rimastanotevolmente stabile negliultimi quindici anni. Nel2002, gli americani sotto lasoglia della povertà eranoufficialmente 34,6 milioni,mentre gli homeless“cronici", per quanto didifficile stima, erano valutatiintorno al mezzo milione:secondo il Department of

Health and Human Services,ogni notte sono senza tettocirca600.000americani (unosu 500 circa), mentre circa1,7 milioni di giovani hannoavuto almeno un’esperienzadi senza tetto nell’ultimoanno.3 Solo da poco più diventanni gli homeless sonodiventati il pubblico simbolodella miseria (l'houselessdell’Ottocento è ora slittatonell'homeless, quasi un

passaredal“senzadimora”al“senza focolare”): homelessnon è solo una condizione, èuna categoria. Nel 1975 noncera un solo studiosociologicosuglihomeless inquanto tali; nel 1984 erano34, nel 1986 erano 48 e nel1988 i titoli sul temariempivano più di sessantapagine di bibliografia aspazio uno.4 Ridurre aglihomeless la categoria del

“povero meritevole” fapuntare i riflettori sullapovertàestremaedimenticaiworking poors; commiserachi è già nel baratro e lascianell’ombra chi è in bilico;accresce la distanza trabenefattore e beneficiato;soprattutto, taglia il numerodei “meritevoli”, genera unaconcezione emergenzialedella pubblica assistenza. Siaiutano glihomeless come sisoccorrono gli alluvionati (la

miseria come catastrofenaturale).

Certo,dagliannisettantaisenzatetto sono cresciuti, main parte proprio perl’attenzione rivolta loro.NeglianninovantaaChicago17.000 persone vivevano inSro: tante,ma poche rispettoagli anni sessanta quando incittà c’erano ben 80.000camere. In quarantanni annile successive bonificheurbanenehannodemolitepiù

dell’80%,per radere al suolole Skid Rows, con l'alibiufficiale di trovar loro unasistemazione più "dignitosa”,secondol’ideacheiburocratidell’assistenza si fanno delladignità, un’ideaammoniacale, detersiva,insetticida, al linoleum. Unconcetto di dignità respintodagli ospiti degli Sro cheostinatamente, a ognisondaggio, per più del 90%ripetono di essere assai

soddisfatti del loroalbergatoriomododivivere.

Questo smantellamentodelleSkid Rows, e delle lorocomunità umane, ha colpitotutti gli Stati Uniti: secondoKatz, tra il 1970 e il 1982sono svanite in tutto il paesepiùdiunmilione(1.116.000)di unità monolocali. Nelfrattempo, il prezzo degliaffitti è salitovertiginosamente, tanto chesette milioni di ménages

spendono in affitto più dellametàdelproprioreddito.

Nell'ediliziapopolare,unasituazione già rovinosa èdiventata catastrofica. Sipensichenel1980,negliStatiUniti solo l’l% del mercatoimmobiliare era di proprietàpubblica, contro il 46% inInghilterra e Galles (primadelle privatizzazionithatcheriane) e il 37% inFrancia.5 Solo così si spiega

quel retrogusto di assurditàpercepibile negli Sm: se unonon ha abbastanza soldi peraffittarsi una casa, finisce inun albergo. Sembra il "nonhanno pane? Allora dateglibrioche” attribuito a MariaAntonietta. Anche perché gliSro, per quanto a buonmercato, non sono regalati.Allo Zanzibar nel 1999 unastanza costava 125 dollari lasettimana, 540 dollari al

mese.6 Sei anni prima alPaxton una stanza veniva 90dollari la settimana, 380 almese. Hitte e due le tariffeeranosolodipocoinferiorialprezzoacuisipotevaaffittareun monolocale decente aChicago. Solo che peraffittare un monolocale civogliono due mesi dianticipo, bisogna pagare concartadicreditooconassegni.Così i 50-60 dollari di

differenza tra la pigione alloZanzibar e l’affitto in unquartierepopolarespalancanounbaratro incolmabile tragliintegratiei"disintegrati”, tralamiddleclasseipoveri.

D’altra parte, chealternative avrebbe un ospitedi Sro? Forse un alloggiopopolare, se vincesse allalotteria delle assegnazioni.Ma chiunque preferirebbedormire sul marciapiede purdi non finire nei complessi

popolari comeCabr-ni-Greeno Taylor Homes, divenutisinonimo di giungla urbana,dove accade persino che unbimbo sia ucciso da unapallottolavagantementrevaascuola.Restanoglishelters.

***

Ogni pomeriggio una

lunga fila, per lo più di neri,si snoda sul marciapiede diState Street, all’angolo con

Balbo,inunazonachepuresistarigentrificando.7Èunodei49 temporary shelters cheelenca l’Housing and UrbanDevelopment (Hud),8suddividendoli in sheltersdalla violenza domestica,shelters transitori (massimo120 giorni di permanenza) ein ovemight (massimo 12ore),divisirigorosamentepersesso (la povertà va soccorsasolo se astinente). Alcuni

shelters sono specializzati ingiovani, altri in disabilimentali, altri in homelessvétérans. Gli aspiranti a unletto s'incolonnano presto,pronti a una lunga attesa,perché anche qui vale laregola dei parchi nazionali:first come, first served, “chiprimo arriva, meglioalloggia”: non c’èprenotazione. Perciò questorito si ripete a ogni calar delsole, e poi, una volta entrati,

non si può più uscire daquesto luogo senza intimità,doveinteoriaèvietatoanchebere una birra: non si puònegaresoccorsoaipoveri,mal’aiuto deve essere elargitocon la stessa parsimonia chesi vuole inculcare in questiincorreggibili "imprevidenti”.L’assistenza deve esseredisagevole, deve sanzionarel’indegnità di chi nebeneficia, funzionare comeundeterrentechescuotadalla

colpevolepigrizia.Negli anni ottanta, più si

disquisivadihomeless,piùsimoltiplicavano gli shelters,perché le stessepolitichecheoffrono un'immaginemelodrammatica, operistica,della povertà moltiplicano ipoveri; perché le bonificheurbane eliminano lealternative ai rifugi(demoliscono gli Sro);perché, impostando ilproblema della povertà in

termini di tetto, pensano isuoi rimedi come puri"ripari’’, come “tetti”appunto: a Chicago, nelnovembre 1982 i dormitoritemporanei avevanomeno di700 posti letto. Quattro annidopo, erano già 2000.9 Glishelters sono fioriti nell’eradi Reagan come dal 1820proliferarono le almshouses,case di carità. Nellealmshouses erano

ammucchiati indigenti,ciechi, vecchi, orfani. Nellealmshouses i miseritrovavano rifugio ma anchecontrolloepunizione.

Gli shelters, come lealmshouses, cancellanol’autonomia degli ospiti. Glialberghi Sro si addensavanoin zone con una vita diquartiere, con un tessuto direlazioni. Gli shelters sonodispersinellacittà:perridurrela visibilità dell’indigenza, la

atomizzano.Nell’albergoSro,la persona è un individuoindipendente, con il suofomelletto, la possibilità dileggere,bere, ricevere, lasuaintimità.Nelloshel-ter,èunosfollato che va accudito econtrollato. La categoriadecisiva è quella dell'accudire, e sorvegliare, chesi prolunga anchenell’assistenzaadomicilio. Ilproblema è sempre quella"regolamentazione dei

poveri” cui Frances FoxPiven e Richard Clowarddedicarono uno studio ormaiclassico. Madri abbandonatedal marito, e perciò assistitedal welfare, subivanoispezioni di mezzanotte(midnight raids) perverificare che l’uomo nondormisse a casa di nascosto.Se le donne protestavano, igiudici sentenziavano:“Chiunquebeneficidiaiutihaperfettamente il diritto di

sbatterelaportainfacciaagliispettori. Ma certo corre ilrischio di essere cancellatodalle liste”.10 Lo stessorischio lo correvano lemadriil cui alito, durante leispezioni, sapeva di whiskyed erano ritenute indegnedell’aiutostatale.

Se "la filantropia diventauna strategia politica”(Castel), deve incorporarealmeno un elemento

umiliante,perquantopiccolo,che funga da segnaleticaideologica: nessuno puòusufruire a cuor leggero delpubblico aiuto; sarebbediseducativo edisgregherebbe i valorisociali. Non si puòimpunemente necessitare diassistenza, altrimenti siaprirebbe la strada allaperniciosa, “sensualeindolenza” di cui parlava ildottor Johnson. Nei

supermercati dei quartieripopolari si accettano i FoodStamps(i“bollini-cibo”).Nel2001 7,4 milioni di famiglie(17,3 milioni di persone)ricevevano tessere alimentariperunamediadiunpo’piùdi2000dollariannuidialimentia nucleo. Solo che non liricevevano in denaro, maappunto in tessere, quasi sifosse in tempo di guerra colrazionamento. Ilrazionamentoce,nondelcibo

ma della fiducia nelraziocinio di chi ricevel’aiuto. Buoni-pane o buoni-carne al posto del denarosegnalanoladiffidenza,comei genitori che preparano lamerendaperscuola invecedidare i soldini per comprarlanel timore di un cattivo usodel denaro. I Food Stampscostituiscono l’esempio piùperfetto della pignola,umiliante parsimonia con cuiunostatoocchiutoelargisceil

suo aiuto col contabriciole.Lacertificazionedeicriteridipovertàèminuziosa,fiscaleesiripeteperognunodeimilleprogrammidiassistenza.Soloper quanto riguarda il cibo,oltreaibollinialimentari,vièun programma cibo permamme e bambini (nel 2001neusufruivano4,5milionidipersone).Poivi sono i buonipasto-scuola: buoni-breakfastper 4,1 milioni di bambini ebuoni-lunch per 24,1 milioni

(in realtà a scuola vi sonoanche i buoni-latte); più altri1,5 beneficiari di sussidialimentari per bambini eanziani, per 8,9 milioni diragazzi di 5 milioni difamiglie.111 Food Stampssono solo una tessera di uncomplicato mosaicoalimentar-assistenziale.

Contro i pregiudizicorrenti, negli Usa per lostato assistenziale i poteri

pubblici (federale e locali)spendonoun’enormità e ognianno di più.Nel 2000 hannospeso in welfare 1820miliardi di dollari, un quintodelProdottointernolordo.Lacrescitapubblicaèproseguitanell’era reaga-niana e neldecennio successivo: dal1980al2000èaumentatadel370%indollaricorrentiedel77% in dollari costanti. E lasomma che i poteri pubblicispendono inwelfareperogni

cittadino è passata (in dollaricostanti del 2000) da 4518dollari nel 1980 a 6465 unventennio dopo12: il governodeve tamponare quelle stesseferite sociali che la suapolitica fiscale e di spesaproduce.

Questa spesa spropositatasi disperde però in millerivoletti,ognunoatamponareuna falla qui, una falla là, alenire una specifica miseria

con il suo specifico apparatoburocratico, i suoi criteri,ispezioni e certificati. Nellaricerca affannosa di criterioggettivi,scientifici,disogliecontabili, lo statoassistenziale americano cadenello stesso peccato di cuiaccusa i poveri:l’imprevidenza, la logica acorto termine, lo spreco. Trala voce welfare del bilancioUsa e una vera lotta allapovertà, corre la stessa

differenza che passa tra unaspesa e un investimento: laprima è puro onere, ilsecondoèpensato invistadiunfuturomiglioramento.

***

Non a caso il verbo più

usato nei confronti dellapovertàè“alleviare”,comesialleviano i dolori di unpaziente. Dalla fine delSettecento, da quando fu

elaboratoilconcettomodernodi vivente, tutto eraparagonatoalvivente,lacittà,la nazione, la società. Con ilpositivismo e AugusteComte,lostudiodellasocietàdiventava una fisiologia delcorpo sociale. Come ogniorganismo, la società ha lesuepatologie, interesuepartisi ammalano; la società puòesserecolpitadacontagio,dacancrena, da paralisi, daconvulsioni. Se la povertà è

una malattia sociale,filantropi e governi possonosolo alleviarne i sintomiperchéessaperunaparteèunmale incurabile, è fenomenonaturale dovuto alla"sfortuna”, per un’altra ègenerata dalle malattiemorali, dai vizi dell’individuo (ecco il "poveroimmeritevole”) e quindi nonrientra nelle competenzesociali. Come le capredell’isola di Juan Fernandez,

gli umani più deboli e piùignavi sono destinati a patirefameesofferenze.Ancheneldarwinismosocialelapovertàè incurabile, perché impressanel patrimonio genetico.Comeper un’altra “patologiasociale”, la delinquenza, cheCesare Lombroso vedevainscrittaneitrattisomaticidelcriminale, nelle sue “tare”,cosìlapovertàèleggibilenelbagaglioereditario.Comeperi malthusiani, così per i

darwinisti (e per molti altrisuccessivi“scienziati”sonali)ognimisuracontrolapovertàpotrà solo lenirne i sintomi,sarà perciò palliativo,analgesico, in definitiva“tranquillante” (socialmenteparlando).

Rispetto alla teoria dellecause morali, il darwinismosociale non colpevolizza piùl’individuo povero: si èpredisposti allapovertà comeal diabete. I darwinisti

cercavano cioè dimitigare lacondanna morale (e penale)che si abbatteva sui poverimostrandocheessinoneranoresponsabili. Il darwinismosocialesipresentavacomeunprogressorispettoall’ideache“lapovertà èunvizio”.Edauncertopuntodivistaloera:da crimine volontario, lapovertà diventava delittoinvolontario. Solo chel’involontarietàhaunprezzo:l’assoluta incorreggibilità - a

meno di procedere con unasterilizzazioneeugeneticachedisinfetti l’umanità dai suoiesemplari “tarati”: “Sidovrebbe almeno impedire aideboli e inferiori di sposarsiliberamente come i sani,”scriveva lo stesso CharlesDarwin.13 Col darwinismosociale, l’individuononòpiùcolpevole della povertà, soloche dal vizio morale si èpassati al vizio genetico che

riproduce la povertà come"flagello inesorabile". È unciclo che si ripresenta spessoin sociologia: con intentiprogressisti, le “scienze”sociali elaborano una teoriache scagioni i poveri, chespieghiperchéècosìdifficilecombattere la povertà, cheindividui gli ostacoli(personalità, patrimonioereditario, ambiente,mentalità). Ma questospiegare "perché il povero è

povero” finiscedinuovoconl’incolpare la vittima dellasuainfelicità.

Questo meccanismo èlampante nella teoria della"cultura della povertà”. Iltermine fu coniato nel 1959dall’antropologoOscarLewischenegliannisessantascrisselibri straordinari tratti dalletestimonianze dei portoricania New York. Oscar Lewisdistinguelapovertàoggettiva(penuria economica,

indigenza) dalla cultura dellapovertà che "è al contempoun adattamento e unareazione dei poveri alla loroposizione marginale in unasocietà stratificata in classi,molto individualistica,capitalista”.14 Così neipoveri, lapressioneesercitatadai problemi di quotidianasopravvivenza focalizzal’attenzione sul presente; lamancanza di opportunità

riduce le ambizioni; ildisprezzo circostante induceun senso d’inferiorità;l’incapacità degli uomini diprovvedere alle propriefamiglie plasma nucleicentrati sulle madri (mother-centered households).Un’altra caratteristica dellacultura della povertà è"l’assenza della fanciullezzacome stadio particolarmenteprotratto e protetto del ciclo

di vita”15 (a contrario, lacultura del benessere simisura dal protrarsi e dalproteggersidell’infanziaoltreiconfinibiologici).

Laculturadellapovertàèquindi una risposta allapressione ambientale. Ma,una volta generata, essa“tende a perpetuarsi digenerazione in generazione acausadelsuoeffettosuifigli.Ifanciullideiquartieripoveri,

giunti all’età di sei o setteanni, hanno già assorbito, disolito, i valori e gliatteggiamenti della lorosottocultura e non sonopsicologicamentepreparatiadapprofittare appieno dìmutamenti di condizioni o dipiùnumeroseopportunitàchepossonopresentarsinel corsodellavita”.16 La trasmissionegenerazionaleèdecisivanellateoria diOscar Lewis perché

fa passare da una reazionepresente a un'eredità dalpassato,perciòincancellabile.

È evidente la finalità “disinistra” di questa teoria:vuole spiegare perché ilpovero incontra tantedifficoltà a emergere dallapovertà, perché il ciclo dellamiseria si autoriproduce,perché non basta il purosussidio materiale, ma serve,si direbbe oggi, un attacco“multidimensionale”. Quesia

finalità è chiara non solo inOscar Lewis, ma anche Inuno dei padri spirituali dellasinistra statunitense, MichaelHarrington. Nel suo TheOther America, libro chiaveper la riscoperta, negli annisessantadelNovecento,dellapovertà americana, i poverisono“coloroche,per ragionialdilàdellorocontrollo,nonpossono essere di aiuto a sestessi. [...] La povertà negliStati Uniti è una cultura,

un’istituzione, un modo divita. Ce un linguaggio delpovero, una psicologia delpovero, una visione delmondo del povero”.17 LostessoOscarLewisscriveva:

Quando i povericomincianoadavereunacoscienza di classe o aessere membri attividelle organizzazionisindacali, o quandoadottano un modo

internazionalista divedere il mondo, nonfanno più parte dellacultura della povertà,sebbene possanocontinuare a esseredisperatamente poveri.Ogni movimento, siaesso religioso, pacifistao rivoluzionario, cheorganizza e dà speranzeai poveri e promuove inmodo efficace lasolidarietà e un senso

d’identificazione congruppi più numerosi,distrugge il nucleopsicologico e socialedella cultura dellapovertà.18

Manel giro di dieci annila "cultura della povertà” eradiventata un potentestrumento teorico inmano aiconservatori. Mentre perOscar Lewis solo il 20% deipoveri americani era

permeato dalla cultura dellapovertà (che quindi nonpoteva render conto delrestante 80%), i conservatoriechivolevasmantellarequeltantodistatosocialechec’erahanno visto la cultura dellapovertà come il fattoreche spiega perché i poverisono poveri. Oscar Lewisdiceva: "La questionecruciale,dalpuntodivistasiascientifico sia politico, è:quanto peso nella cultura

della povertà va attribuito aifattori interni,autoperpetuantisi, rispetto aifattorisocialiesterni?Lamiaposizione è che, a lungotermine, i fattoriautoperpetuantisi sonoassolutamente minori einessenziali rispetto allestrutture fondamentali dellasocietà circostante”.19 Ma lacultura della povertà è statavista come ilmeccanismo eh

e produce povertà “senzaassistenzadapartedelmondoesterno”,comedicevaDanielMoynihan.

Attraversolaculturadellapovertàereditatadaigenitori,ancora una volta “il poveroporta la povertà in sé”. Latrasmissione culturale èdiventata il fattore decisivoche riproduce la povertà. Èchiaro qui come il modernoconservatore usa il concettodi cultura. Come fattore

d’identità, la culturasoppianta il sangue, la stirpe,la razza. Il discorso politicomoderno passa dalla razzaall’etnia, all’identitànazionale come "identitàculturale”. La cultura deiserbi contro la cultura deicroati.Periteoricidelsocial-razzismo, come ThomasSowell, la cultura èimmutabile quanto i geni:"Gruppi oggi afflitti daassenteismo, malavoglia e

necessità di esserecostantemente sorvegliati allavoro o a scuola, sonotipicamente discendenti dipersoneconglistessicostumiun secolo o più fa.L’ereditàculturale può essere piùimportante dell’ereditàbiologica”.20

Gli “scienziati sociali” siostinanoa tradurre indiverseversioni la stessa, tautologicaspiegazione:"Ilpoverodifetta

perché difetta”. Difetta didenaro perché difetta unavolta di qualità morali,un’altra di adeguati genibiologici.Adesso il povero èpovero perché manca dellacultura per uscire dallapovertà, è imprevidente,rassegnato, non ha sensofamiliare. Per i conservatoridi ogni tipo, la cultura dellapovertà costituisce allora uneccellente strumento perridare dignità intellettuale al

“povero immeritevole” e perprepararel’ultimaversionediquesta figura, la piùimmeritevole,l'underclass.

***

Fu una copertina del

settimanale “Time” del 19agosto 1977, The AmericanUnderclass, a sancire lanotorietà nazionale deltermine.All’inizio l'underclass si

riferiva a quei poveri chelanguono nellamiseria anchenei periodi di crescita e didisoccupazione calante. Poiquesta "perpetua underclass”haacquisito il significatopiùgenerale di “comportamentosocialmente disfunzionale”.Sotto una nuovaterminologia, ritroviamo quile idee ottocentesche sulvizio. Ecco come siesprimeva "Time”:“l'underclass produce una

percentualesproporzionatamente altadella delinquenza giovaniledella nazione, dei fallimentiscolastici, deitossicodipendenti e dellemamme sovvenzionate[welfare mothers], e granpartedelcrimineadulto,delladisgregazione familiare, deldegrado urbano e dellarichiestadiassistenzasociale.[...] I membri violentidell' underclass sono

responsabili dalla maggiorparte dei crimini che si sonodiffusi come un’epidemiaattraversolanazione”(ancorala metafora medicadell’epidemia). Nel 1821 ilQuarto rapporto annualedella Società di New Yorkper la prevenzione delpauperismo si estasiava difronte al geometrico rigoredel creato: “Per una leggegiusta e inflessibile dellaProvvidenza, la miseria è

stata consacrata comecompagna e punizione delvizio”.21 Un secolo e mezzodopo, la copertina di “UsNewsandWorldReport”del17 marzo 1986 ribadiva: le“comunità underclassrischiano di diventareenclaves di povertàpermanente e di vizio”.Con l'underclass siriaggregano in un solocoacervo vizio, cultura e

razza. Così la rivista“Fortune” nel 1987:“‘Underclass’ descrive unostato mentale e uno stile divita. È una condizionealmeno altrettanto culturalecheeconomica”.22

Ma l'underclass produceuno slittamento dicollocazioneedisoggettonel"povero immeritevole”,sposta il riflettore da SkidRowal ghetto dell’mner city,

dal povero bianco al poveronero o ispanico, cometrasferisce il nucleo del viziodalla droga alcol alle droghecrack, eroina, cocaina,dall’ubriacone al tossico. Lacultura dell 'underclasscongiurerebbe con l’ereditàrazziale per riprodurrecrimineemiseriadeigiovanineri o ispanici incapaci ditrovare (o mantenere) unlavoro perché inadatti,indolenti o privi delle

qualifiche (il povero difettasemprediqualcosa,oltrechedi soldi: qui dellequalificazioni). Propriostudiando i ghetti neri diChicago, William Wilson haridefinito l'underclass intermini di disoccupazione, dipersone permanentementefuori del mercato del lavoro:e in realtà la mappa dellezonedi povertàdiChicagoequella delle aree didisoccupazione si

sovrappongonoperfettamente.23

Wilson invoca ladisoccupazione control’interpretazione razzialedell'underclass, ma finiscecosì nel ricadere in quella“culturale”. Ora un elementorazziale nella povertà urbanainvecec’è,perchéleindustriee le società che creano postidi lavoro fuggono dalle cittàdove si concentrano proprio

le popolazioni razzialmentesegregate. Inoltre, i posti dilavorocreatinegliStatiUnitinegli anni ottanta e novantadel secolo scorso non sonoproprio qualificati: sguatteri,commessi, lavandai,vigilantes, pony-express nonrichiedonocorsiditecnologiaavanzata (nel Loop diChicago i pony-expresscorrono in bicicletta, non inmotorino). Infine, tutta unacorrente razzista individua le

ragioni della disoccupazioneproprio nel carattere e nellacultura dei neri e degliispanici. Ancora una volta,concetti introdotti a scopoprogressivo sono usati a finipunitivi: la disoccupazionestrutturale di Wilson vienericiclata per condannare lapretesa indolenza,incompetenza e indisciplinanera.24Danotarechefratuttele ragioni (etiche, genetiche,

culturali) invocate per"spiegare” la povertà, inquestacarrellatanonabbiamomai trovato i difetti di unsistema economico e socialeche andrebbe corretto oriformato, se nonrivoluzionato. La societàsembra sempre innocente deipoveri che genera econdanna.

Anche a confermarequest’innocenzaserve l'underclass quando fa

da ponte con la criminalità ele gangurbane.Daproblemasociale, la povertà diventaproblema poliziesco. Ilpoverocoincidedinuovoconildelinquente.Può tornare inauge la tesi malthusiana percui“lapovertàèundelittodatrattare sulla base delladissuasione mediante ilterrore” (Engels). Mentre siaffermava il temadell’underclass, il numero didetenuti statunitensi si è

moltiplicatopercinquefinoatoccare la pazzesca cifra di2,1 milioni di detenuti. Peravere la stessa percentuale,l’Italia dovrebbe avere400.000carcerati.Cenesono50.000, otto volte meno.Negli Usa il carcere diventaun rito di passaggio per unnumero crescente di giovani.Inquestocontestovannolettele ricorrenti dichiarazioni di“guerra contro la droga”. Inrealtà sono guerre contro i

drogati, in particolare iresidenti delle inner cities.Esse generano l’illusione cheilproblemadelladroga(edeipoveri che l’assumono) siasolubile con tecnichebelliche.

Paradossalmente però,proprio perché si riannodaalla teoria ottocentesca delle"classi pericolose” e offreun’alternativa repressivaall'azione sociale, proprio"per lu sua minaccia,

l'underclass è stata unascoperta confortante”25 perunasocietàchenegadiesseredivisa in classi ma rivendicaun gruppo sotto le classi.L'underclass riduce ilproblema della povertà a unsegmento modesto: le cifrevariano da esperto a esperto,maafrontedi34,6milionidipoveri, le stime oscillano da500.000 persone a 8 milioni(comunque un quarto dei

poveri), più credibilmente daun milione a 4 milioni.L'underclass fa della povertàuna questione di colore dipelle: si concentra sui neri esugliispaniciedimenticachevi sono 20 milioni di poveribianchi. Ignora i workingpoors, enfatizza la povertàurbana e dimentica la piagadellapovertàruralediffusaintuttigliStatiUnitienonsolonelDeltadelMississippi(nona caso detto l’Etiopia

d’America).Così, homeless e

underclass costituiscono ledue facce - luna meritevole,l’altra immeritevole - dellamedaglia. La geografiacomplessa, il mosaicovariopinto, stridente echiassoso della povertà sisemplificano, si dissolvono,finché, nel silenzio dellametropoli,emergonoduesolefigure. Da un lato ilsenzatetto,chesialadistratta,

indaffarata, anziana signoracaricadisacchettidiplastica,una bag-Lady, o che sial’allampanato, spersoquarantenne che, sotto unberretto di lana da sci, conuno sguardo mite, trascinatuttiisuoiaveriinuncarrelloda supermercato sullo sparti-traffico di un’autostradaDall'altro lato la silhouette,così inquietante per gliamericani, del giovaneteppista nero, con il berretto

da baseball rovesciato, lavisiera all’indietro, le scarpeda ginnastica che gli fannodue piedoni enormi, lamaglietta fino alle ginocchia.Ognuna delle due figure èestrema, caricaturale, e pagaun prezzo perquest’immagine.L'homelessèsì una vittima, un innocente,merita l’assistenza pubblica,ma perciò stesso èconsiderato inerme, come un"disabile sociale” (ricordo

della categoria “disabile allavoro”). Il membrodell’underclass è sì in pienopossesso delle sue facoltà,"abile”, ma perciò stesso èpericoloso, criminale, varepresso.

Poco importa che questedue figure costituiscanoinsieme una percentualeminima (comunque meno diunterzo)deipoveriamericanie una parte minore nelproblema della povertà. Il

fatto è che esse esaurisconotuttoildiscorsosullapovertà.Lo esauriscononell’immaginario, per la loroforzaemotiva,per lapotenzadei fantasmi che esseevocano; e lo esauriscononell’azione sociale, perchéambedue veicolano un solomessaggio, quello dellafatalità, della condannanaturale.Selapovertàèfattasolo di homeless - innocentima innocui - e di membri

dell’underclass - colpevoliquindipericolosi-,alloranonc’è alternativa a quel modospietato d’impostare ilproblemachemetteincampoMalthus quando, citando leparole di un poeta, dice: ilpovero viene alla mensafestosa della natura e trovache non c’è posto per lui e -aggiunge egli - la natura gliingiunge di andarsene (shebidshim tobegone) "perchéprima della sua nascita egli

nonhachiestoallasocietàselovolesse”.26

1 Sara Paretsky, Bum

Marks, Bantam DoubledayDell Publishing, New York1990.

2 M.B. Katz, TheUndeservingPoor,cit.,p.13.

3 Martha R. Burt,Pmctical Lessons:

Demographics andGeography: EstimatingNeeds,negliattidi“The1998National Symposium onHome-lessness Research”, acura di Linda B. Fosburg eDeborah L. Dennis, per idipartimentidell’HousingandUrban Development edell'Health and HumanServices, Washington D.C.agosto1999.

4M.B.Katz,op.cit.,p.

193.5 K.T. Jackson, The

Crabgrass Frontier, cit., p.224.

6 “The ChicagoTribune",15febbraio1999.

7 II verbo regentrifyderiva dal termine gentry,"nobiltà di campagna”inglese: e quindi vuol dire“riannobilire un quartieredegradato”.

8 Nel sito

www.hud.gov:80/local/chi/shelter.html9 C. Hoch, R.A. Slayton,

NewHomeless andOld, cit.,p.224.

10 Frances Fox Piven,Richard A. Cloward,Regulating the Poor. TheFunctions ofWelfare State,Vintage Books, New York1971,p.167.

11 U.S. Bureau of theCensus,StatisticalAbstractofthe United States 2002,

Government Printing Office,Washington D.C. 2002, taw.541e542.

12IIBureauoftheCensusha bruscamente interrotto laseriestoricaomogeneaper laspesapubblica inwelfarenel1995, data dopo la quale hacambiato tutte le definizionirendendo inconfrontabili idati.Lamiastimaperil2000è basata sul fatto che, perogni e qualunque anno

confrontabile (dal 1980 al1995),lenuoveseriestoricheriducono l’ammontare totaledi un fattore 1,8 rispetto alladefinizione precedente: hoperciò rimoltiplicato per talefattorel’ultimodatodel2000.L’estrapolazione è basata sulconfronto delle taw. 607 e775 dell’edizione 1999(l’ultima che riporta i vecchidati) e della tav. 513dell'edizione 2002 delStatistical Abstract ofthe

UnitedStates,cit.13 Charles Darwin, The

Descent of Man (1871),Prometheus Books, NewYork1997, trad. it.L'originedell’uomo,NewtonCompton,Roma1972,p.148.

14 Oscar Lewis, LaVida.APuertoRicanFamilyin the Culture of Po-verty -San Juan and New York,Random House, New York1966, trad. it. Mondadori,

Milano1972,p.51.15Ivi,p.55.16Ivi,p.51.17 MichaelHarrington,

The Other America. Povertyin the United Stales (1962),PenguinBook, New York1981,pp.17-18.

18O.Lewis,op.cit.,pp.55-56.

19CitatodaS.SteinberginThe Ethnie Myth, cit., pp.123-124.

21 Citato daR. Castel,La “guerre à la pauvreté"auxÉtatsUnis,cit.,p.49.

22 Nell’articoloAmerica’s Underclass: Whatto Do?, n. 115, 11 maggio1987.

23 William JuliusWilson, The TrulyDisadvantaged. The InnerCity, the Underclass andPublic Policy, ChicagoUniversity Press, Chicago

1987,pp.51-55.24 Cfr. la recensione di

Michael Katz al libro diLawrence Mead, The NewPolitics of Poverty: theNon-working Poor, apparsa su“Dissent” dell’ottobre 1992,pp.548-553.

25 M.B. Katz,op. cit., p.196. Per le stimesull’underclass,pp.204-205.

26CitatodaF.Engels,Lasituazione della classe

operaiainInghilterra,inKarlMarx-Friedrich Engels,Opere complete, cit., vol. iv,p.502.IlpassodiMalthusinrealtà è il seguente: "Unuomo nato in un mondo giàposseduto, se non puòottenere sussistenza dai suoigenitori,acuifavaleregiusterichieste, e se la società nonvuole il suo lavoro, egli nonha diritto alla minimaporzione di cibo, e di fattonon c’è attività [business]

dove lui è. Al grandiosofestinodellanaturanonc'èunpostoliberoperlui.Lanaturagli ingiunge di andarsene edeseguirà rapidamente i propriordini”.Questopassoapparvenella seconda edizione di AnEssay on the Principle ofPopulatione fuomessonelleedizioni successive dal 1807inpoi.

Lametacittà(2):undisordinecosìavvincente

Che vorace curiosità, che

indefesso frugare e,diciamolo, che protervia, checonvinzione di sé! Fin dalla

sua nascita Chicago passa iltempo a raccontarsi, astudiarsi. In solocentosettant’anni di vita haaccumulato una sconfinatabibliografia su se stessa. Manonè laquantitàacolpire.Èilmodoconcuisièstudiata.Non una città fra le tante,energica, vivace, ma pursempreuncasoparticolare.Eneanche quale casoirripetibile, come amanoconsiderarsi le grandi

metropoli: l’eccezionalità diParigi,l’unicitàdiNewYork.

No,Chicago si è studiatacome caso esemplare, nelsenso in cui l’intendeva ilfilosofo John Dewey che,proprio all'Università diChicago,frail1893eil1904,pose le basi della piùamericana tra le correntifilosofiche, il pragmatismo.PerDewey,l’induzione-cioèil processo classicamentedefinitocomel’inferirel’idea

generale dai molti casiparticolari -consiste in realtànell’individuare "un casoesemplarmenterappresentativo”1 di tutti glialtri. Così, per studiare lasocietà moderna, Chicagocostituivailcaso.

In effetti, quale miglioreesempio che questametropoli, in sessant’annisorta dal nulla, per studiaredove si organizza la vita

urbana, come nascono lepatologie sociali, quali sonole fasi d’integrazione degliimmigrati? È da Chicago edalla sua università che lasociologia si è imposta inquantodisciplinaaccademica,col nome di scuolasociologica di Chicago, odell’“ecologia umana”. Lasociologia urbana non solo èstatafondataaChicago,masiè costruita studiandoChicago.

Per i fondatori dellascuola, per William I.Thomas,perRobertE.ParkeperErnestW.Burgess,questacittà era davvero il caso piùrappresentativo nel senso diDewey (Park e Thomasinvitavano i loro studenti aseguireicorsidifilosofiadeipragmatisti). Innanzituttoperché, scriveva Park, "lacittàmostra il bene e ilmaledella natura umana nei loroestremi” e questo fa della

città "un laboratorio, unaclinicaincuilanaturaumanae i processi sociali possonoessere studiati meglio e conprofitto”2 (si noti il termine“natura”eilparagonemedicodella "clinica”). Poi, perché"il fenomeno più rilevantedella società moderna è lacrescita delle grandi città” eperché negli Stati Unitiquest’urbanizzazione, "puriniziata più tardi che in

Europa,haavutoluogo[...]inmodo più logico”3:privilegiato tema di studio èsì la città, ma soprattutto lacittà americana perché piùlogica,piùrazionale.

Certo, Chicago costituivaun gigantesco esperimentourbanointemporeale,conlesue ondate di immigrati, conl’esplosione industriale, lamacchina politica chedilagava insieme alla città, il

mondo del crimine, idisoccupati, i marginali, glihoboes, i tramps, i bums. Ilmateriale c’era: qui erapossibilestudiare“leforzeinazione nella comunitàurbana”. ("La scienza checercadiisolarequestifattoriedi descrivere la caratteristicacostellazione di istituzioniprodotta dalla cooperazionedi queste forze è quel chechiamiamo ecologia umana,per distinguerla da quella

animaleobotanica.”)4Maauneuropeofaquasi

venire invidia l'energia, lacuriosità con cui i ricercatoridi Chicago si sono messi aindagare la loro città, lapertinacia con cui questiaccademicihannofrequentatoospizi,bische,bordelli,ghettidi immigrati. Nelle loroindagini applicavano le ideedel pragmatista George H.Mead.PerMead,il"sé”diun

individuo è una strutturasociale, è l'interiorizzazionedelprocessoconcuigruppidiindividui interagiscono conaltrigruppi.Il"sé”diognunoè costruito dalla nostrainterazione reciproca."L’azione individuale puòallora essereconsiderata come la mutuacreazione di parecchi ‘sé’ ininterazione. Così i ‘sé’acquistano un significatosociale, diventano dei

fenomenisociologici.”5Eccoperché la sociologia

diChicagos’interessaacomegli attori sociali vedono sestessi. Le menzogne degliintervistati sono altrettantoindicative delle verità:ambedue rivelano il “sé”, ilprocessosociale,inaugurandoquella tecnica d’indagine cheOscar Lewis avrebbe ripresotrentanni più tardi con lefamiglie portoricane. Ecco

perché molte ricerche diChicago sono vere e propriestorie di vita, raccolte inlunghi anni di colloqui, unasorta di autobiografieverificate. Così II giovanedelinquente (1926) di JohnSlawson, Il ladroprofessionista (1937) diEdwin Sutherland, Loscippatore (1930) di CliffordShaw. Come sempre ininglese, a designare lacategoria, il titolo è al

singolare, con l’articolodeterminativo: abbiamo giàincontrato L’Hobo (non Glihoboes, oUn hobo) di NelsAnderson. Ma poi c’è Laragazza disadattata ( 1923)di William I. Thomas,L’uomo marginale (1937) diEverett Stonequist. Solo chequi,avolte,quelsingolaredicategoria è anche unsingolaredipersona:siamodifronte a un "sé” la cuiesperienza racchiude il

gruppo sociale di cui esso ècaso “esemplarmenterappresentativo”. Il rischioperòèchecosìunasituazionediventa un destino, una fasetransitoria diventa un tipoumano.PerPark,unsenso“didicotomiamorale,diconflittoè caratteristico di ogniimmigrante nel periodo ditransizione, quando i vecchicostumisonosmessieinuovinonsisonoancoraformati.Èinevitabilmenteunperiododi

subbuglio interno”. Solo cheinquest’"uomomarginale""ilperiodo di crisi èrelativamente permanente. Ilrisultato è che egli tende adiventare un tipo dipersonalità”.6 È così che gliitaliani diventano L'Italiano,gli ebrei L’Ebreo. Ilcontadino polacco è il titolodellamonumentale ricerca diW.I. Thomas e di FlorianZnaniecki considerata il

cardine della scuola diChicago,cominciatanel1908eterminatanel1918.

"Contadino” e "polacco”.Polacco, perché intorno al1908 era questo il gruppod’immigrazione più forte eperciò costituiva il fenomenopiù macroscopico di crescitae mutamento per la città.Contadino, perché questiimmigratinonsolopassavanoda un paese all’altro, ma dapaesanidiventavanocittadini,

da una mentalità rurale neacquisivano unametropolitana. Se è vero,come diceva Dewey, che"nell’indagine sociale, iproblemi genuini sono postisoltanto da situazioni socialireali, che presentino in sémedesime conflitto econfusione”,7qualeproblemapiù genuinodell’immigrazione cheportava in sé ogni sorta di

conflittoeconfusione?

***“Confusione” è sinonimo

di quel che i sociologi diChicago chiamavano la“disorganizzazione sociale”.Per Burgess, “i processi diorganizzazione edisorganizzazione possonoessere pensati come inrelazione reciproca, comecooperanti a un equilibrio

mobile dell’ordine socialeverso un fine ritenutoprogressivo”; la crescitaurbana va quindi pensatacome “la risultante diorganizzazione edisorganizzazione, analogheai processi anabolico ecatabolicodelmetabolismo”.8Qui la metafora naturale èspinta fino a pensare la cittàcome un vivente con il suometabolismo (le arterie

cittadine). Ladisorganizzazione, per lascuola di Chicago, è quindiunasituazionetransitoria:"Ladisorganizzazione personalerisultava da una transizionetroppo rapida da una societàpopolanapreindustrialeaunaciviltà urbana altamentemeccanizzata. Pochi tra igruppi etnici che compivanoquesta transizione eranocapacidi sfuggirealla severadisorganizzazione, ma col

tempo tutti mostravanol’abilità di guarirne[recover]”.9

La disorganizzazione nonsolo era transitoria, macontribuiva a un nuovoordine, più vario. In fondo aquest’impostazione c’èl’evoluzionismo positivista,per cui la società (e lastruttura urbana) evolvonoverso "un fine ritenutopositivo".PerPark, ildestino

finale dell’immigrazione eral’assimilazione,l’integrazione. Quella che lascuola di Chicago formula èlasociologiadelcrogiolo,delmelting pot, dove le etnie sifondono in una nuova lega.Park teorizzava un ciclo inquattrotappeperirapportitracomunità migrante ecomunità d'accoglienza:rivalità,conflitto,adattamentoeassimilazione.

1 )La fasedellarivalità:

all’inizio, quando gliimmigranti sbarcano comepura forza lavoro, quando lerelazionisocialisonoridotteauna coesistenza basata suisoli rapporti economici, vigela rivalità, ovvero"l’interazione senza contattosociale”: "la rivalità è ilprocesso che organizza lasocietà” e determina laripartizione geografica dellasocietà e la divisione dellavoro. 2)Mentre "la rivalità

determina la posizione di unindividuo nella comunità, ilconflittogliassegnaunpostonella società”: la rivalità èimpersonale e inconscia, ilconflitto è conscio epersonalizzato e crea unasolidarietà nella comunitàimmigrata. 3)“L’adattamento può essereconsiderato - quale unaconversione religiosa - comeuna sorta di mutazione”: igruppi rimangono rivali

potenziali ma accettano leloro differenze. 4)Nella fasedi assimilazione, "c’èinterpenetrazione e fusione,nel corso delle quali gliindividui acquisiscono lamemoria, i sentimenti e gliatteggiamenti dell’altrogruppo e, condividendo laloro esperienza e la lorostoria,s’integrano inunavitaculturale comune”.10L’ultima fase, assimilazione,

noncoincideconl’amalgama:oggigliebreiamericanisonointegrati, assimilati, ma nonamalgamati.

Negli Stati Uniti si èormai smarrita gran parte diquesta fiducianell’inevitabilitàdell'assimilazione, ma alloraessa sembrava indissolubileda quella fame di futuro, daquelprotendersinell’avvenireche permeava l’agirequotidiano. Di fronte al

turbinosocrescerediunacittàcome Chicago, al suo esseredomani del tutto diversa,nuova,rispettoaquelcheeraieri, era inevitabile che, dalpunto di vista filosofico,l’esperienza assumesse unvalore progettuale,anticipatorio. Ed èquest’atteggiamento mentalela caratteristica peculiare delpragmatismo. Mentrel’empirismoinglesesiriferivasempre a un'esperienza

passata, da catalogare erepertoriare,nelpragmatismol’esperienza è anticipatoria,prepara il domani. Non pernulla, il pragmatismo sipresenta come laformulazione filosoficadel'ottimismodemocratico.

Inquestavisioneottimistasi colora di aspetti positivipersino la figura che piùaffascina la scuolasociologica di Chicago,l'"uomo marginale”, cioè

“l’uomo al margine di dueculture e di due società, chenonsisonomaicompenetratee fuse”: marginali pereccellenzasonogliimmigrati.Per Park, l’essere almarginerende più liberi: "Quandol’organizzazione tradizionaledella società si rompe, comerisultato di contatto ecollisione con una nuovainvadente cultura, l’effetto è,per così dire, di emanciparel’uomo individuale. Le

energie che prima eranocontrollatedaicostumiedallatradizione sono ora liberate.L’individuo è libero pernuove avventure, ma egli èpiù o meno senza direzionenécontrollo”.11Troviamoquiin nuce la “cultura dellapovertà”, poiché è lo scontrodi due culture che producedisorganizzazione.Eperòc’èun abisso tradisorganizzazione e povertà:

intanto, la "cultura dellamarginalità” ha aspettipositivi. L’uomomarginale èil metropolitano perantonomasia, se la città èl’ambiente in cui l’uomo èsempre un po’ straniero,comedicevaSimmel,eperciò“più libero, teoricamente epraticamente”.

I sociologi di Chicagoformulavanoqueste tesi sugliimmigrati quando ancora siorganizzavano linciaggi

controitalianiegreci,quandoun futuro presidente,WoodrowWilson, parlava di“vigorosi ceppi” del NordEuropa e di “fecciaspregevole” del Sud Europa.Demolivano cioèl’interpretazione razzialedelle “patologie urbane”(metafora medica) e nefornivano una spiegazioneecologica. Burgess avrebbeparlato persino di “ecologiadelcrimine”.

Spazzavano via il luogocomune per cui il criminedipendeva dall’incapacitàdegli immigrati di adattarsiall’Americaemostravanocheal contrario la criminalitànasceva dall’adattamento: sidiffondeva nella secondagenerazione, tra igiovanigiàpartecipi della nuova cultura,mentre era assente dallaprima generazione, degliimmigrati appena arrivati,impermeabili alla nuova

cultura e ancora ligi alvecchio codice morale.Smontavano perciò lespiegazionimoralistichedelladevianza, giusta la tesi diDewey: “Affrontare iproblemi umani in termini dibiasimo e approvazionemorale, di malvagità e divirtù, costituisceprobabilmente il maggioreostacolosingoloallosviluppodi metodi appropriati in

camposociale”.12Propugnavano uno

sguardo etnologico: “Finoral’antropologia si èconcentrata nello studiodell’uomo primitivo. Maanche l’uomo civilizzato èinteressante come soggettod'indagine [...]. Gli stessimetodi pazienti usati nellostudio degli indiani delNordamerica possono esserebene impiegati nell'indagare

costumi, credenze, pratichesociali e concezioni di vitadominanti a Little Italy aChicagoonelregistrareipiùsofisticati stili di vita degliabitantidiGreenwichVillage[allora quartiere chic diManhattan]aNewYork”.13

Però la questionemorale,cacciata dalla porta, rientradallafinestra.PerlascuoladiChicago già la libertàdell’individualismo è

ambivalente e infrange ivalori collettivi. Il disordine(mentale, sociale, morale)esercita un’attrazioneirresistibile per questisociologi. Le loro ricerchehanno indagato i fenomenisempre di disorganizzazione,mai di organizzazione.Quest’ultima,eicriterisucuisifonda,l’hannosempredataper scontata. Ma cosìl’immagine che netrasmettono è la più banale,

perbenista possibile (ilmatrimonioèorganizzazione,il divorzio èdisorganizzazione).Spregiudicati su tutto, tranneche sui pregiudizi. Ne seppequalcosa William I. Thomastrovatonel1918,a55anni,inunastanzad’albergoconunasignora, cacciatodall’università e mai piùriammesso (ancor peggio:l’episodio fu censurato dallastoria della sociologia e

riesumatosolonel1966).14Ècon un fremito di timore epiacere, di avventura epericolo che Park affrontavalacittà:

Il processo disegregazione urbanastabilisce distanzemorali che fanno dellacittà un mosaico dipiccoli mondi che sitoccano ma non sicompenetrano.Ciòrende

possibile agli individuidi passare con facilità erapidità da un ambientemorale a un altro eincoraggia l’affascinantema pericolosoesperimento di viveresimultaneamente inparecchi, diversi mondicontigui, ma nettamenteseparati. Tutto ciò tendea dare alla vita di cittàun carattere superficialee avventizio; tende a

complicare le relazionisociali e a produrrenuovi e divergenti tipiindividuali. Introducenello stesso tempo unelemento di opportunità[chance]eavventuracheaumentaglistimolidellavita cittadina e leconferisce, per nervifreschi e giovani, unapeculiareattrazione.15

Piccoli mondi chiusi...

Come le specie viventi sievolvono differenziando ipropri tessuti, così per isociologidiChicago,quandocresce e diventa piùcomplessa,lacittàsidividein“aree naturali”, “ognuna conlasuafunzionenaturale”:quila metafora diventaaddirittura darwiniana (anzilamarckiana). Le differentiareeurbane,scrivevaParknel1929, "sono il prodotto diforzechesonocostantemente

al lavoro per generareun’ordinata distribuzione dipopolazioni e funzioniall’interno del complessourbano”.16

Se il fattore piùimportante di sviluppo dellecittà industriali è costituitodalla domanda dimanodopera, cioèdall’immigrazione, alle varietappe dei rapporti etnicicorrispondono diverse aree

cittadine.“L’invasione”degliimmigrati “ha l’effetto diun’ondadimareache inondadapprima le colonie diimmigrati, i porti di primoarrivo,sloggiandomigliaiadiabitanti che straripano nellazona successiva e così viafinché l’impulsodell’ondahaesauritolasuaforzanellapiùdistante zona urbana” (lametaforaquièidrica).17

Il criterio che destina le

singole aree alle diversefunzioni è, per l’ecologiaurbana,lacompetizioneperlospaziourbanopiùfavorevole.“La prima scelta di lottidesiderabili di terreno èinevitabilmente fatta da chipuò pagare i prezzi piùalti.”18 Il distretto centraledegliaffarisisviluppaquindinel posto più favorevole perbanche,uffici,sedicentralididitte, alberghi di lusso, per

chi può trarre il massimoprofitto da un terreno caro.Fuori dal centrai businessdistrict si collocano imagazzini e le industrieleggere. Più distanti sono leindustrie pesanti cherichiedono vasti spazi madebbono essere vicine aicentri di trasporto. Poichéfruttanomenodenarodiufficie industrie, le residenze sonolontanedalcentroeoccupanola terra non reclamata dal

commercio. Vicino alleindustrie, la terra non èattraente per l’uso abitativo(rumori, odori, veleni) equindi vi si affolla chi habassi redditi: abita non solovicino al lavoro,ma anche abuonmercato.

La competizione plasmale città secondo lo schema,detto “ipotesi zonale diBurgess”:1)zonacentrale: ilbusiness district (Loop); 2)zona di transizione: aree

industriali, slum e zone diprimo insediamento dellepopolazionimigranti;3)zonadeiquartierioperaifuoridaglislum; 4) zona residenzialeagiata; 5) infine la zona deipendolari. Le zone non sonocircolari perché deformatedallageografiaedaitrasporti.

Per l’ecologia urbana, lacittà è naturalmentesegregante. Ecco un cardinedell'idea americana di città.La prima volta che, uscendo

daNewYork,m’inoltrainellaprovincia, giunta la notte,mifermai a Youngstown, Ohio,centrosiderurgicodi200.000abitanti.Cercavodamangiaree dormire e, da europeo,andai al centro, a downtown.Ma tutto era spento, vuoto,sinistro. Dovetti chiedere aun’auto della polizia, tornarevicino agli svincoliautostradali, dove eranoconcentratimotele ristoranti.Toccavo per la prima volta

conmanolaseparazionedellefunzioni che vige anche inmetropoli come Denver,Minneapolis...

Questa separazionepervade tutto, tanto chenellecittà americane a volte tiprende l’angoscia, ti vienel’animo a cas-settini, con ifazzoletti in un tiretto, lemutande in un altro, lecamicie in un terzo.Ti vieneda dubitare che questemetropoli abbiano un futuro.

E il dubbio ti sorge per larigidità con cui separanonello spazio levarie funzionidel vivere urbano. Dove siabita, non si lavora; dove silavora, non ci si diverte. Ècosì negato tutto ciò che pernoi rende attraente il vivereurbano: che siano contiguiufficio, casa, ristorante,negozio, caffè, cinema.L’accavallarsi delle funzioni.Qui invece è la loroseparazione a prescrivere la

geografia cittadina: il centrodegliaffaridisabitatodinotte(e dunque pericoloso); ledistese di villette senza bar,senzaedicole;iMalls, funghinel deserto; e, vicino alleautostrade, le lunghe arteriemonocommerciali: in una leautousate,inun’altraimotel.

A un occhio europeoquesta divisione di spazi efunzioni pare una malattia,una fatalità triste cheaccompagna la formazione

degliStatiUniti, qualcosadasubireeacuifarel’abitudine.Nell’ipotesi migliore, questaseparatezza ci si presentacome l’esito, laterale eindesiderato,dialtriobiettivi:avereunagrandecasaconunbel prato; poter raggiungerepresto in auto i negozi,l’ufficio o la fabbrica;concentrare le industrie perimpuzzare l’area più ristrettapossibile, accalcare gli ufficiper moltiplicare contatti e

dunqueaffari.Ma,aguardaremeglio,la

segregazione di spazi efunzioninonèinvolontaria,èstata teorizzata e considerata"più logica” (Burgess),perché qui lo spazio fisicocoincideconlospaziosocialetanto da concentrare in areeurbanisticamentedisorganizzate ladisorganizzazione sociale,familiare, mentale. Dove laseparazione delle funzioni si

fa segregazione dei gruppi èquando sociologi epianificatori cominciano apensare che "i piccoli mondichiusi”diPark(quelliche"sitoccano ma non sicompenetrano”) è bene cherestinochiusiedèmegliochenon si sfiorino perché, dovevengonoacontatto,làsicreaun confine urbano che èinsiemeunafrontierasociale,una fessura. È qui, in questezone di frattura dell’ordine

sociale, e perciò didisorganizzazione, che nascela criminalità secondo laclassicaricercadiFredericM.Thrasher,TheGang.AStudyof1313GangsinChicagodel1927.

Ora,nonè“naturale”chelo spazio sociale coincidacon lo spazio fisico. “Lospazio èunodei luoghidoveil potere si afferma e siesercita,esenzadubbionellaformapiùsottile,quelladella

violenza simbolica comeviolenza non percepita.”19 Èquestopotereafarcoinciderei due spazi. Se il sociologoformula l’ipotesi zonale, ilpolitico decide lo zoning, ilpiano regolatore. ScriveKenneth Jackson: "In teorialo zoning doveva proteggeregli interessidi tutti icittadinilimitando la congestione e laspeculazione terriera. [...] Inrealtà lo zoning era un

meccanismo per tenere ipoveri e le industriesgradevoli fuori dalle areebenestanti. [...] Le città delsud usarono lo zoning perrafforzare la segregazionerazziale”.20 Così “è stataoperata una vera e propriacostruzione politica dellospazio” che "ha favorito lacostruzione dì gruppiomogeneiabasespaziale”.21L’ipotesizonalediBurgesssi

rivela la classica ipotesi checrea la propria conferma,“naturalmente”.

***

Ma forse è giunta l’ora

d’interrogare questo termine,“natura”, che incontriamo aogni piè sospinto. Lametafora naturale per ifenomeni sociali è radicatanel pensiero positivista: perAuguste Comte, il sociologo

studia la società come ilfisiologo il corpo umano, eprescrive cure ai suoimalanni, proprio come ilmedico fa con il paziente.Ora, Chicago fu negli annitrenta una roccafortepositivista: qui a partire dal1938 fu pubblicatal'Intemational Encyclopediaof Unified Science sotto ladirezione degli alfieri delneopositivismoOttoNeurath,Rudolf Carnap e Charles

Morris. La metafora naturale(di tipo tellurico, geologico,fisico) non è estranea almarxismo: "scosse” sociali,"terremoti”, rivoluzioni che“scoppiano”; mentre ilpensiero conservatorepredilige la metaforaorganicista. I sociologi diChicago le usano ambedue,sia le “ondate"dell’immigrazione, sia le“patologieurbane”.

MaquandoThrasherparla

di “storia naturale delcrimine" in che senso usa la“storianaturale”, terminecheindica i musei dove sivisitanoscheletrididinosaurie collezioni di farfalle? Larispostalatroviamonel“WallStreet Journal” del 15 aprile1993: “Una generazione discienziati sta imparando chela più importante legge dinaturaèlaleggedell’offertaedella domanda”. E noi chenon ceravamo arrivati. Ma

ora tutto è chiaro. È“naturale” la tendenza allasegregazione nelle città Usa:gli abitanti resistono all’ideadivederdecurtatoilvaloredimercato delle proprie casequando i neri vengono adabitare nel loro quartiere. È"naturale” la rivalità, “laforza che organizza lasocietà"(Park)perisociologidi Chicago: rivalità èsinonimo di concorrenza nelmercato. Naturale è quindi

l’economia di mercato.Naturale la lotta per laproprietà. Inscritto nellanatura umana, il capitalismoconlesueleggidell’offertaedella domanda, più ferree diquelle di Newton. Nelpragmatismo dell’ultimoDewey,l’attodelconoscereèdefinito come unatransazione:comenegliaffarinoncisononécompratorinémerci se non nelletransazioni, così oggetto e

soggetto esistono solo neiprocessidelconoscere.

L’attività commercialecome modello teorico perdescrivere l’atto delconoscere! Siamo qui difronte alla produzione di un"mito”, nel senso di RolandBarthes: è descritto comefenomeno naturale (le"eterne” regole del mercato)quel che invece è prodottodella storia, ed è consideratoimmutabile (perché

"naturale") quel che invece ètransitorio e costruito.22 Nelcrescere, le cittàgenererebberoighettiurbani,come nel maturare gliadolescentisecernonoipropriforuncoli.

Quando fu formulata,l’“ecologia urbana” siconsiderava progressistaperchédistruggevapregiudizie luoghi comuni: se i ghettiurbani sono prodotti dalla

crescita"naturale”dellecittà,il loro degrado non è colpadegli abitanti. La scuola diChicago sottrasseall’interpretazionegenetica ladevianza, la violenza dellebandecittadine, le subculturegiovanili. Ma l'ecologiaurbana aveva la forza didistruggere l’interpretazionegenetica, innatista, perchésostituiva un’inesorabilitànaturale (quella deicromosomi) con un’altra

fatalità, quella della piùimportante “legge di natura”secondo il "Wall StreetJournal”, la legge delladomandaedell’offerta.

A onor del vero, per isociologidiChicagolanaturaera perfettibile e la cittàmigliorabile, cometestimoniano le loro propostedi riforma urbanistica. Eranoottimisti sulla dinamicasociale, come ottimista era ilpragmatismo di Dewey. La

disorganizzazioneeraperlorotransitoria,unpurgatorio,nonun inferno, e dai sociologiodierni li separa un fossatogrande come quello chedivide un marginale da unemarginato.

La scuola di Chicago èdeclinataforseproprioperchétroppo ottimista,assimilazionista, troppo pocopositivista. In campoaccademico il suo declinoinizia nel 1935 quando,

contro le storie di vita dellascuola di Chicago, prende ilsopravvento la sociologiaquantitativa dei TalcottParsons, dei Paul Lazarsfeld,deiRobertMerton,finanziatadai grandi contrattidell'esercitoUsaeinscrittainun paradigma di totalepositivismo, per cui unicocriterio di scientificità èl’assoluta impersonalitàmatematizzante.

Nella realtà sociale, la

scuoladiChicagoèmessa incrisi dalla questione nera sucui l’assimilazionismo diPark si rivela perdente el’approccio culturaleinsufficiente. Già all’internodella scuola di Chicago, inTheNegroFamilyinChicagodel 1932, Franklin Frazierdistingue tra assimilazioneculturale e assimilazionesociale: i neri hannoassimilato la culturaamericana,manonperquesto

sono socialmente integrati.MaèdopolaSecondaguerramondiale, quando laquestione nera diventa ilproblema sociale americano,che si rivela impotentel’approccio in termini diculturaecomunità.

Eppure nel 1978, propriounsociologonerodiChicago(una delle città più segregatedegli Stati Uniti), WilliamJulius Wilson, pubblica undiscusso volume

dall’espressivo titolo TheDeclining Significance ofRace, in cui sostiene chel’emergere di una borghesianera da un lato e l’ulterioreimpoverirsi delsottoproletariato nerodall’altro divaricanocondizioni di vita, culture eidentità tra i vari segmentidella popolazione nera eriduconocosìlarilevanzadelfattore razziale. Eppure larazza conta anche per i neri

agiati: "L’esperienza dellostatus di classe media non èuniforme nei diversi gruppi.Al contrario, è coloratodall’intersecante realtà dellarazza”.23Frarapportietnicierelazioni razziali continua aesserciunabisso.

Gli immigrati europeifurono discriminati, linciati,usati come crumiri, propriocome i neri. Ma, scriveSteinberg, mentre il

messaggio implicito agliimmigranti è: "Che tu lovoglia o no, tu diventeraicome noi", quando si vienealle minoranze razziali, iltacito assioma è: “Nonimportaquantotusiasimileanoi, tu resterai sempreseparato”.24 È questaineludibile linea del colorechedobbiamovarcare.

1JohnDewey,Logic.The

TheoryofInquiry,HenryHoltand Co., New York 1948,trad. it.Einaudi,Torino1949(19733), cap. xxi, vol. II, pp.549-550.

2RobertE.Park,ErnestW. Burgess, Roderick D.McKenzie, The City (1925),Chicago University Press,Chicago 1967, cap. I diRobert Park, Suggestions for

the Investigation of HumanBehavior in the UrbanEnvironment, (pp. 1-46), p.46.

3 Ivi, cap. II, E.Burgess, The Growth of theCity(pp.47-62),p.47.

4 R.E. Park etal., op.cit.,pp.1-2.

5AlainCoulon,L'Écolede Chicago (1987), PressesUniversitairesdeFrance,coll.Que-sais-je?, Paris 19933, p.

15. Questo volumettocostituisce il miglioreapproccio alla scuola diChicago.

6 R.E. Park, HumanMigration and the MarginaiMan,cit.,p.893.

7J.Dewey,op.cit.,cap.xxiv, p. 618 (il corsivo èmio).

8 E.W. Burgess, TheGrowth of the City, in R.E.Park, E.W. Burgess, R.D.

McKenzie,op. cit., pp. 54 e53.

9 Robert E.L. Faris,Chicago Sociology, 1920-1932 (1967), ChicagoUniversity Press, Chicago1979,p.63.

10 Le frasi sono tratte daIntroductiontotheScienceofSociology ( 1921 ) di R.E.Park e E.W. Burgess nelseguenteordine:pp.506,508,510,735.Nella formulazione

hoseguitoA.Coulon,op.cit.,pp.35-39.

11 R.E. Park, HumanMigration and the MarginalMan,cit.,p.891.

12J.Dewey,op.cit.,p.614.

13R.E.Park,op.cit.,p.3.

14A.Coulon,op.cit.,p.26.

15 R.E. Park, op. cit.,pp.40-41.

16 Robert E. Park,Sociology, in Wilson Gee (acura di), Research in SocialSciences, Macmillan, NewYork1929,p.29.

17 E.W. Burgess, op.cit.,p.58.

18R.E.L.Faris,op.cit.,p.58(ilcorsivoèmio).

19 Pierre Bourdieu,Effets de lieu, in PierreBourdieuetal.,Lamiseredumonde,ricercacollettivasotto

la direzione di PierreBourdieu,Éd.duSeuil,Paris1993,p.163.

20 K.T. Jackson, TheCrabgrass Frontier, cit., p.242.

21 P.Bourdieu,op.cit.,p.167.

22 Roland Barthes,Mythologies, Éd. du Seuil,Paris 1957, trad. it. Einaudi,Torino1974,pp.191-238.

23MaryPattilloMcCoy,

Black Picket Fences.Prìvilege and Peril amongthe Black Middle Class,Chicago University Press,Chicago1999,p.209.

24 S. Steinberg, TheEthnicMyth,cit.,p.42.

Parteterza

1.Bronzeville:lafinedellasperanza

Su State Street,

all’incrocio con la 35a, ilprofiloseverodelPolitecnicocostruito da Mies van derRohe si staglia come

un’ultima sentinella. Piùoltre, a sud, per miglia, ladesolazione.Adestra, finoal2000 si ergevano le TaylorHomes, casermoni popolarisbarrati da reticolati a ognipiano, dalle facciate giàincendiateesventratequandoerano ancora abitati. Oggialcuni di essi sono giàdemoliti e i loro ruderirendonopiùamaroilsensodimortechealeggia.Asinistra,corre la sopraelevata e, oltre,

si stende una terra crivellata,ferraglie, pneumatici ecartoni, sacchetti di plasticache volano nel vento. Dal1950 a oggi, due terzi degliabitantihannoabbandonatoilquartiere e, su tre cherimangono, due vivono sottolasogliadipovertà.

Ti sembra impossibileche, dalla Prima guerramondialeefinoasessantannifa, quest’incrocio fosse ilcentro animato del quartiere

nero più pimpante (cui erastato affibbiato il nomignolodi Bronzeville). Non solo digiorno,maanchedinotte,trala25aela39a,StateStreeterapiena di luci, e le musichefiltravano da dietro le portedei locali. Dancing come ilPalace Garden o il Pekingoffrivano jazz a una clientelamistafinoalleorepiccole.

Tutto intorno, settecinemaproiettavanofilmogni

giorno diversi accompagnatida un’orchestra in carne eossa. In una settimanad’autunnodel1916sipotevascegliere tra La ragazza diFrisco, Una lezione dallavita, Lo scudo dell’ombra, Ilsoldato della compagnia K("contuttoilcastdicolore”),Frutto proibito, I peccatidella città.1 Tanto chel’austero settimanale nero,“TheChicagoDefender”,ele

organizzazioni di mutuosoccorso come la UrbanLeague,mettevanoinguardiai giovani immigrati nericontro le tentazioni dellacittà,ilvizio,ibar,ladanza.

A quel tempo per icontadini neri del Sud inprocinto di emigrare a nord,Chicago era Land of Hope(“Terra di speranza”), o ThePromised Land (“La Terrapromessa”), come cantavanoalcuni versi.Land ofHope è

anche il titolo deldocumentato libro di JamesR.Grossman.2Tra labriositàdi allora e l'apatia sorda dioggi, puoi misurare il crollodelle speranze per i neri. C'estata forse negli Stati Unitiun'epocaincuilaconvivenzatra bianchi e neri era unproblema da risolvere. C’èstataforseun’epocaincuigliamericani di buona volontàhanno pensato che un giorno

o l’altro il loro popoloavrebbe avuto una tintarella,capelli un po’ ricci, masarebbe stato amalgamato.Forse qualcuno un tempo hanutrito questa speranza,nonostante mai, in tutta lastoria americana, l’apparatoscolastico abbia lanciatoun’offensiva seria control’ideologia delladiscriminazione. Certo è cheora questa speranza paresvanitainunfatalismogrigio.

Oggi ti sembra che ilproblema nero sia vissutocome un fardello,un’ineluttabile infelicitànazionale, un’acre ostilitàcronica,senzapacenéguerra.

Sessant'anni fa GunnarMyrdal scriveva quell’operafondamentale che è AnAmericanDilemma(finitonelgennaio 1943).3 E rispetto asessant’anni fa la situazionesembraaggravata,nonostante

tutti i Civil Rights Act, ilmovimento per i diritti civilidegli anni sessanta, le rivoltedei ghetti urbani, nonostantelePanterenereeiMusulmanineri,personalitàcomeMartinLuther King, Malcolm X,Jesse Jackson. Allorasembrava che il problemanero4 fosse appannaggiosoprattutto del Sud rurale;oggi è proprio delle grandicittàdelNordedell’Ovest.

Sequalcosatifadisperaredegli (e negli) Stati Uniti, èproprio questo rapporto trabianchi e neri, la loroseparazione ostile, pesante,opaca. Tra passanti di colorediverso si erge un murodiffidente di rancore spesso.La prima cosa di cui tiaccorgi visivamente è quelchenonvedi: equelchenonvedi rappresenta un doppioparadosso. Da un lato nonvedi molti neri-neri, di quel

colorenerocheconoscebenechihaviaggiatoinAfrica,mavedi invece molti neri chiari(i neri di Santo Domingousano dire che “i neristatunitensi sono bianchi unpo’colorati”).

Il chevuoldireduecose.La prima è che la "razzanera” è definita in Americadalla popolazione bianca:“Chiunque abbia una traccianota di sangue negro nellesue vene - non importa in

quale remoto passatoacquisita-èclassificatocomenegro.Nessunapercentualediascendenza bianca, tranne ilcento per cento, consentiràl’accesso alla razza bianca”.5Quest’atteggiamento è agliantipodi di quello prevalenteinAfrica o neiCaraibi dove,all’interno della stessafamiglia, è privilegiato,coccolato il figlio dallacarnagionepiù chiara, in una

sorta di razzismointeriorizzato presente negliUsa negli anni venti, comeraccontaMalcolmX:“Aqueitempi,quasiistintivamente,lamaggior parte dei genitorinegritrattavanomoltomeglioi loro figli dalla pelle piùchiara”.6 Niente di tutto ciònella tassonomia statunitensedel colore. È vero che icensimenti dell’Ottocentodistinguevano gli schiavi in

"M”(mulatti)e“B”(black)eche dal 1890 le rilevazionisuddiviseroimulattiinquartie ottavi di sangue nero (inazisti tedeschi avrebberodistinto fino ai sedicesimi disangue ebreo). Ma questaclassificazione andava controlaculturadominante.Giànel1893 James Bryce scriveva:“Mentreinpaesiportoghesiospagnoli chi non èevidentemente nero èriconosciuto come bianco,

negli Stati Uniti ogni tracciadisangueafricanomarchiaunuomo come un negro e loassoggetta a incapacitàconnesse alla razza.Nell’America Latina,chiunquenonèneroèbianco;nell’America teutonica,chiunque non è bianco ènero”.7Così,dal1920(efinoal 2000), il Bureau of theCensus considerò nerochiunque avesse anche un

solo, remoto antenato nero,secondo la “regola dellasingola goccia di sangue”(one-drop-rule).8 "Cercandodidefinireconprecisione[pindown]l'essenzadellarazza,difatto la one-drop-rule resequest'essenza inconoscibile,quindi invisibile. Perperseguire il sogno diun’essenza della razza, hagettato alle ortiche la realtàpercettibile del colore della

pelle: ha reso metafisico ciòcheerafisico.”9

Dove la natura ci offreuna gradazione continua ditinte che degradano senzasbalzidall’incarnatopiùscuroal più chiaro, la societàproduce una discontinuitàtassonomica(quiibianchi, lài neri), proprio come - perpoter commerciare i futures,perpotervenderequindibuoiastratti, mele future - il

mercato aveva sostituitodefinizioni discontinue dimele e di buoi alle concretevarietà continue di grano, dimele, di manzi. E come lì ilnuovo nome della cosa (lamela) produceva la nuovacosa stessa (la nuova varietàstandardizzata di mela), cosìil chiamare nera una personadalla pelle chiara un po’abbronzata la confina in una“razza" nera nuova, perchéquesta nuova entità che

chiamiamo razza non è piùdefinita da proprietà fisiche,tra cui il colore molto scurodella pelle,ma è definita dalsuo “non essere bianca”.NegliUsavi sonoaddiritturacentinaia di migliaia di “neriinconsci”,dipersonedipellenivea che non sanno, evengono a sapere solocasualmente,diesserenereinbase alla one-drop-rule.Assistiamo di nuovo,letteralmentesullapelledegli

umani, al processo con cui imoderni hanno risolto ilmedievale problema degliuniversali: producono realtàattraverso il semplicenominarla. Il fatto che la“razza nera” sia qui un puroprodotto culturale non toglienulla alla sua concreta realtàstorica,comesannoinerichenesubisconoglieffetti.Moltileader dei movimenti nerisono in parte bianchi, comeBooker T. Washington e

FrederickDouglass(ambeduecon padre bianco), W.E.B.DuBois,MalcolmXeMartinLuther King (con una nonnairlandeseeavipellerossa).

Il leader dei Musulmanineri, Louis Farrakhan,antìbianco estremo, ha tratti“caucasici”epellechiara.

Il secondo aspettoimplicitoinquestatonalitàdicarnagione è che nel passatoci devono essere state moltemescolanze razziali. Un

sondaggio citato da Myrdalmostrava che nel 1930 il71,7% degli intervistati neriaveva almeno un lontanoascendente bianco.10 C’èstatoquindiunperiodoincuileduerazzesisonomescolateconfrequenza:eradurante loschiavismo, e la mescolanzaavvenivadinorma trabiancomaschio e schiava nera.Notatecomeilmitonarraunaleggenda inversa, simmetrica

eopposta: il razzismobiancoèossessionatodall’incubodelmaschio nero stupratore cheviolenta la donna bianca,mentre per secoli è stato ilmaschio bianco stupratore aviolentare la donna nera (lostessomeccanismo per cui ilconiuge adultero è il piùgeloso, perché proietta sulsuo partner i propricomportamenti).

La discriminazionesessuale negli Stati Uniti è

quindi sempre stataasimmetrica. È più forte iltabùcontro il rapportodonnabianca-uomo nero, è piùdebole la discriminazionecontro la relazione uomobianco-donna nera. È piùosteggiato il matrimonio; èpiù tollerato il rapportoinformale, o clandestino,ricordo delle avventureancillari. Il risultato è che intesta alla gerarchia dei tabùc’è quello contro il

matrimonio fra una donnabianca e un uomo nero. Untabù che trova spazio nellacomunità nera e riecheggianelle parole di Malcolm Xcontrolebianche,“diavolessedagliocchiazzurri”.

Quiincappinellasecondacosa che per la strada nonvedi: non vedi coppie miste,comeinveceneincontritantein altre città a fortepopolazione nera, a Parigi, aLondra. Solo trentasette anni

sono passati da quando nel1967 la Corte suprema hadichiarato illegali tutte lenorme che nei singoli statilimitavano i matrimoniinterrazziali: c’era voluto piùdi un secolo dalla fine dellaguerracivileedall’abolizionedellaschiavitù.

Cerchi le statistiche permettere alla provaquest'impressione disegregazione.Su56,5milionidi coppie sposate censite

negliUsa, solo363.000sonocoppie miste bianchi-neri.11cioè lo 0.64%, ovvero unacoppia su 156, mentre ineri rappresentano il 12,7%della popolazione (36,2milioni contro 230,3 milionidi bianchi).12 Il razzismoinerente inquestepercentualirisalta ancora di più se siconfrontano imatrimoni fra ibianchi e le altre razze(asiatici, hawaiiani, nativi).

Benchéglistatunitensicensitisottoqueste razzesianopocopiùdiun terzodeineri (13,7milioni contro 36,2), imatrimonimisticonibianchisono 1,051 milioni (contro363.000):ibianchisisposanocon gli asiatici 7,6 volte dipiù che con i neri. Il fatto ècheilfigliodiunmatrimoniomisto è ricacciato tra i neri:il/la bianco/a che genera unfiglio con la/il nera/a esponesuo figlio al razzismo, alla

discriminazione. Implicitanella segregazione sessuale èl’idea che i "neri non sonoassimilabili”, malgrado sianoin America da quasi quattrosecoli,comeglianglosassoni.

***

Da centoquarant'anni i

neri non sono più schiavinegliStatiUniti, eppureogniaspetto della vita è contro diloro. A cominciare proprio

dallasperanza di vita, di 5,7anniinferiore(71,7anniperineri, contro 77,4 per ibianchi), alla mortalitàinfantile, che èquasi il triploper i neri (14,6 per millecontro 5,8 per mille per ibianchi), alla mortalitàmaterna, quasi il quadruploper le puerpere nere rispettoalle bianche (25,4 contro 6,8per mille); dal tasso diomicidi (rispetto ai bianchi ineri hanno il 630% di

probabilità in più di essereassassinati) alla detenzione: ineri sono il 12,7% dellapopolazione, macostituiscono il 43,6% deidetenuti13: nell’America diGeorge Bush Jr., lapercentuale di adulti neridietrolesbarreèdi7150ogni100.000 (2002), mentre nelSudafrica dell’apartheid, nel1993,eranosolo851,ovveronovevoltedimeno.

E poi c’è il reddito. Ilreddito mediano14 dellefamiglie nere era nel 2000paria34.192dollari,controi53.246 di reddito medianodella famiglia bianca. Neitrentasei anni passati dal1964,daquandofuapprovatoil Civil Rights Act, lasituazionedelle famiglienereè migliorata solomarginalmente: nel 1970 ilreddito mediano di una

famiglia nera era il 61,3%diuna bianca, nel 2000 il 64%.Nel 2002, il 24% dei neriviveva sotto la soglia dipovertà, contro solo l’8%deibianchi. Persino nell'esseresgraziati vale ladiscriminazione razziale e iragazzi neri sono più obesidei bianchi: il 41% contro il28% su unamedia nazionaledel34%.15

L’oppressione, il

disprezzo, la segregazionesonocosìinsopportabilichetiviene da chiederti perché inerinonsirivoltino,nonconqualche sommossa comespessoèavvenutonelle innercities, ma con una vera epropria esplosione. Ti pareche nei centoquarant’annidall’emancipazióne dallaschiavitùaoggi la situazionesia addirittura peggiorata. Tisembrachesistiarealizzandola profezia pronunciata già

nel 1835 da Alexis deTocqueville: “Il più temibiledei mali che minaccianol’avvenire degli Stati Unitinasce dalla presenza dei nerisul loro suolo. Quando sicercalacausadegliimbarazzipresenti e dei pericoli futuridell'Unione, si arriva quasisempre a questo primo fatto,daqualunquepuntosiparta”.Tocqueville vedeva questamaledizione nella naturastessa dello schiavismo

moderno che confinava laschiavitù a una sola razza.Presso gli antichi gli schiavierano della stessa razza deipadroni e quindi, una voltaaffrancati, erano uguali eindistinguibili; i bianchimoderni invece, limitando laschiavitù alla razza nera,hanno fatto sì che il suomarchiorestivisibiledopo laliberazione: "Il ricordo dellaschiavitù disonora la razza ela razza perpetua il ricordo

della schiavitù [...] Non c’èun africano che sia venutoliberamente sulle rive delnuovo mondo, ne conseguechetutticolorocheoggivisitrovanosonoschiaviliberati”.Oggi, un secolo e mezzodopo,tisembraancoraattualeil giudizio di Tocquevillesuglieuropei:"Hannoviolatoverso il nero tutti i dirittidell’umanità e poi l’hannoistruito sul valore esull’inviolabilità di questi

diritti. Hanno aperto i propriranghi ai loro schiavi e,quando questi ultimitentavano di penetrarvi, lihannocacciaticonignominia.Volendo la servitù, si sonolasciati spingeremalgrado sestessi, o a propria insaputa,versolalibertà,senzaavereilcoraggio di essere nécompletamente iniqui, néinteramente giusti”.16 Ungiudizioprecisato,centotrenta

anni dopo, da Malcolm X:"L’uomobiancohaperpetratosu se stesso, oltre che sulnegro, una frode talmentegigantesca da trovarsirinchiuso in una trappola”.17Unatrappolachiaraneinomi,scoperti da SaulBellow,18 didue navi negriere francesi:una si chiamava Jean-Jacques, dal nome delfilosofo ginevrino Rousseau,profeta dell’uguaglianza

originaria di tutti gli uomini,e l’altra Contrat social, daltitolo della sua maggioreopera: Jean-Jacques eContrat social trasportavanoschiavi neri tra i fluttidell’oceano.

***

Questa maledizione,

questo peccato originario livedi ogni giorno, su ognistrada, ovunque negli Stati

Uniti. Ma poi questo paese,magnanimo e benevolente,proclama che un meseall’anno è il "Mese dellastoria nera”, ilBlackHistoryMonth. Un po' come l’Onucelebra-una tantum- l’annodella terra, qui uno su dodiciè battezzato mese dei neri.Qui, dove nessun presidentehamaichiestopubblicamentescusa a 35 milioni diafroamericani per loschiavismo bianco: nessun

leader ha mai compiuto ungesto come quello di WillyBrandt in ginocchio davantialle vittime della guerranazista.

Particolarmentecommosso e ricco dimanifestazioni è il BlackHistory Month a Chicago,metropoli in cui il 36,7%degliabitantiènero;cittàchesolo a Detroit cede il recorddella segregazionenegliUsa:più del 70% delle famiglie

afro-americane vive inquartieri abitati al 95% daneri. E l’Illinois batte ognirecord nella segregazionescolastica: ben l’83% deglistudenti neri vi frequentascuole segregate. In questomese, Chicago riscopre nonsolodi avereuna storianera,macheinerihannofattogranparte della sua storia, fin dalprimo insediamento, nel1784, sulla foce del fiumeChicago e del Lago

Michigan: fu un nero, Jean-Baptiste Point du Sable, acostruire la prima capanna,per commerciarvi inpellicce.Una visita guidata prometteun "pellegrinaggio” nei sitineri della città. Potetepasseggiare nella stazioneferroviaria Illinois CentralRailroad dove da Alabama,Mississippi, Louisiana,Georgia,trail1910eil1920,giungevano a migliaia i neridella “Grande migrazione”

dal Sud al Nord provocatadalla Prima guerramondiale:con quel conflitto infattis’interruppe il flusso diemigrazione dall’Europa.Noncapitaspessodirifletteresugli effetti a distanza delleguerre:anoieuropeilaPrimaguerra mondiale richiama lanascita dei fascismi, larivoluzione russa, i gasasfissianti, i morti nelletrincee.Noncivieneinmentedi collegare la Marna, o

Caporetto, o la finedell’impero asburgico conun’ondata umana dal suddegli Stati Uniti che avrebbeprovocatounamutazionecosìfortenellecittàdelnord:circamezzo milione di neriabbandonòilSudruraletrail1916eil 1919 (un altromilione di neri li avrebbeseguiti negli anni venti). Lapopolazione nera di Chicagoera di 44.000 abitanti nel1910,di110.000nel1920(ed

entro il 1930 altri 150.000neri del Sud vi sarebberosbarcati). IneridiNewYorkpassaronoda91.000del1910a152.000del1920.19

Rispettoaimilionidinericheavrebberoabbandonato ilsud tra il 1940 e il 1960,questamigrazione sembra unrigagnolo (anche negli anniquaranta la spinta decisivavennedallaguerramondiale),ma da un punto di vista

culturale fu importantissima.Introdusse la figura del nerourbano, proletario osottoproletario, mentre finoadalloraeranera"lacapannadellozioTom”.Ilneroeraunbifolco ex schiavo, unbracciante liberto, e ibianchidel Sud consideravano i neridei bambini: “I negri sonostanchidiesseretrattaticomebambini," scriveva unemigrante. "I neri sonoinfantilmente disarmati in

fattodiabitazioneedi igienesanitaria,” scriveva il"Chicago Tribune”.20 Nel1910 la più autorevoleenciclopedia del mondo, laBritannica,scriveva:

Il negro apparirebbesituato in un inferiorelivello evolutivo rispettoal bianco [...].Mentalmente il negro èinferiore al bianco [...].Possono essere

considerate vere perl’intera razza [...queste]osservazioni fatte dopounlungostudiodeinegriamericani: "I bambininegri erano acuti,intelligenti e pieni divivacità ma,avvicinandosi all’etàadulta, un cambiamentosi produceva in loro.L’intelletto sembravaoffuscarsi, l’animazionecedeva il posto a una

sorta di letargia, lavivacità all’indolenza”.Per il resto la (loro)condizione mentale èsimile a quella di unbambino, naturalmentedibuonapastaeallegro,ma soggetto aimprovvise crisi diemozione e passione incuiècapacedicompiereatti di straordinariaatrocità.21

Nulla di nuovo:ritroviamoquil’indolenzadelselvaggiodeprecatadaldottorJohnson, la pigrizia deipellerossa irrisa da Parton.Nonsolo,mailtemposembraessersi fermato,vistochepiùdi ottant’anni dopo unaccademico di Harvardrilanciava la tesidell’inferiorità mentale deineri, tesi ripresa a titolicubitali dalla stampa:“Newsweek” del 24 ottobre

1994sichiedevaincopertina:“QI: è destino?”, dove QI staper quoziente intellettuale edoveilpuntointerrogativodàper scontata l’inferioritàintellettuale dei neri. Eranoperciòben-pensanti igiornalibianchi del Sud quandosostenevano che, in quantobambini, i neri emigravanoperchéc’eraqualcheperversoche li tentavae li illudeva:sisparse persino la voce che aconvincere i neri a emigrare

fossero agenti tedeschiinfiltrati. I bianchi noncapivano che quel cheattirava i neri a Chicago e aNewYorkeralasperanza, lasperanza di salari migliori·,speranza di un rapporto dilavoro proletario e nonservile, speranza di lucivivide, di piaceri chesarebbero stati grandi quantoduro il lavoro; speranza diuna città in cui ti potevisederesull’autobusaccantoal

bianco senzaesserepicchiato(neglistatidelSud,negliUsa,ai neri era riservato il fondodell’autobus,tantoèveroche“guardare ilmondo da dietrol’autobus"èunmodoperdirechelosivedecongliocchidiun nero). Come non valevapiù la separazionesull’autobus, così gliemigranti neri speravano chea Chicago non valesse piùnessuna norma segregativa,nessunaleggeJimCrow(Jim

Crow era il nomignolo cheindicava il generico negrosegregato) basata sulprincipio “uguali maseparati”. Il morire di questasperanza è il grande enigmadel Novecento, di questosecolodistoriaamericana.

***

Che molti bianchi

meridionali fossero ostiliall'emigrazione nera è

comprensibile (a volte lapoliziaimpedìfisica-menteaineri di salire sui treni). Piùcuriosochemoltechieseneree molti notabili nerimeridionali si opponesseroall’esodo. Si entra quinell'enigmatico mondo delconservatorismonerodicui ipiù recenti esponenti dispicco sono stati: ClarenceThomas, nominato nel 1991giudice della Corte supremadal presidente George Bush

senior per aver diretto lacommissione federale per lepari opportunità come unorgano di segregazioneeffettiva; naturalmente ColinPowell,segretariodistatodal2001 nell'amministrazioneGeorge Bush Jr. (dopo averguidato nel 1991 la primaguerra del Golfo, come capodegli stati maggiori riunitidelle forze armate Usa, agliordini di Bush senior) einfine, Condoleezza Rice,

consigliera per la sicurezzanazionale dello stesso BushJr. Tutti costoro sonoconservatori convinti, e anziClarence Thomas si èdichiarato ostile alleaffirmative actions (o“discriminazioni positive”),grazie alle quali egli stessoaveva potuto studiare perentrareinmagistratura.

Una parte delconservatorismo nero nascedal negoziato con i bianchi:

ostentare fede nei loro valoripiù tradizionalipuò strapparemaggiori concessioni. Cosìpensava per esempio BookerT. Washington. Vi è poi ilneroconservatoreperchécosìegli diventa un portavoceneropiùascoltatodaibianchi.Vi è ancora unconservatorismo separatista,come quello del settimanale“ChicagoDefender”:ancheilpalazzo sede del “ChicagoDefender” rientra nel giro

turistico organizzato per ilBlack History Month. Il“ChicagoDefender”erastatofondato nel 1905 da RobertAbbott con un capitale di 25cent; con la guerra mondialedivenne il più diffusogiornale nero degli StatiUniti, con due terzi dellevenditefuoriChicago.Abbottaborriva i termini Negro oBlack; per lui il popolo neroera the Race, la Razza, e ineri erano chiamati the Race

men o the Race members, imembridellaRazza.

Il "Defender” svolse unruolo di primo piano nellaGrande migrazionepropagandandounavisionediChicago prospera, rosea, nonrazzista, attaccando i bianchidel Sud, denunciando ilinciaggi. Il “Defender”veicolava l’ideologia dellavoro, della riuscitaprofessionale,inunaparolailbenpensantismo. Ecco la

tavoladella leggeausodegliimmigranti dal Sudpropagandata dal “ChicagoDefender”il20ottobre1917:

Non usarelinguaggio volgare inluoghipubblici.

Non agirescortesemente con glialtriinluoghipubblici.

Non lasciartitrascinare in risse distrada.

Non usare la libertàcome licenzadi farquelchetipare.

Nonprenderelepartidi chi viola la legge,siano uomini, donne obambini.

Nonrenderetestessounfastidiopubblico.

Non incoraggiaremai e in nessun luogogiocatori, o donne, ouomini sconvenienti aesercitare la loro

professione.Non riunirti in

assembramenti perstrada ostacolando ilpassaggioaltrui.

Non vivere in caseinsalubri,nondormireinstanze senzaventilazione.

Non violare le leggicomunali sullecondizioniigieniche.

Non permettere aibambini di elemosinare

perstrada.Non permettere ai

ragazzi di picchiare oassalire venditoriambulanti.

Non fare il portatoredi secchi di birra, e nonpermettereai

bambini di renderequestoservizio.22

Non tradire oabusare la fiducia di chitidàlavoro.

Non lasciare illavoro appena haiqualche dollaro intasca...23

Benpensanti, iconservatorinerifannoproprii pregiudizi bianchi. Aivecchi neri di Chicago, agliOld Settlers, i nuovi venutineri del Sud sembravanosporchi emaleducati, propriocome ai vecchi immigratitedeschi facevano orrore i

nuovi immigrati italiani, ocome gli ebrei di Chicagovolevano impedire l'afflussodegli ebrei russi. Più inprofondità, il pregiudizioantinero di molti neri attieneall’immagine dei neri che ibianchi riflettono sui neri,come succedeva alle donneche ricevevano un'immaginemaschiledellafemminilità.

Il paragone neri/donne èesploso negli anni sessanta,ma il confronto fu già

formulato da Myrdal conlungimirantechiarezza:

Con lo svolgersidella rivoluzioneindustriale tanto ledonne quanto i negri siemanciparono dalsistema paternalisticopreindustriale. Sino apoco tempo fa, lamaggior parte degliuomini ha accettato ladottrinasecondolaquale

le donne, come i negri,hanno una dotazioneinferiore di quellequalità che conferisconoprestigio e potere. Lostudiodell’intelligenzaedella personalità delledonne ha all’ingrosso lastessastoriadìquellosuinegri. Le donne, come inegri, sono spessoindotte a credere nellapropriainferiorità.Comeal negro veniva

assegnato il suo “posto”nella società, così vi eraun“posto”perladonna.Nei due casi gli uominicredevano di agire nelverointeressedeigruppisubordinati,confinandolial loro “posto”. [...]Comecisono“lavoridanegri”, così esistono"lavori femminili”. Essidi solito comportanobassi salari e pochepossibilità di

avanzamento.Isindacatiimpediscono alle donnedi fare concorrenza. Laconcorrenza femminile,comequella dei negri, èparticolarmente temutadagli uomini a motivodei bassi salari per iquali le donne sonodisposte a lavorare,proprio perché hannocosì limitatealternative.24

Un ulteriore aspettorafforza il paragoneneri/donne, ed è che "per ilnegro in quanto tale ilproblemanegroèilproblemadeiproblemi,”scriveMyrdal:"Come inevitabile sottintesonei rapporti sociali la ‘razza’è altrettanto importante delsesso, anche negli ambientiamericani più emancipati neiquali in apparenza il sesso èrelativamente affrancato e la'razza’ è soppressa. Il leader

negro, lo studioso negro discienze sociali, l'artista ouomodiletterenegrotendeavederetuttiiproblemisociali,economici,politiciefinancheestetici e filosofici dal puntodi vista negro. Più ancora, cisi attende che lo faccia”.25“Le masse negre sonoimprigionate non soltantodietro i muri dellasegregazione ediscriminazione, ma anche

del problema negro.”26WilliamH.Boone,professoredella Clark AtlantaUniversity, in Georgia (unateneoneroperrampollidellaborghesia nera), perspiegarmi perché sono tantopiùnumerose le ragazzeneredei ragazzineria frequentarel’università, e sul perché iltasso di fallimento scolasticoè così spaventosamente altotra i maschi neri, mi diceva

che"ilgiovanemaschioneroè troppo aggressivo”,"dobbiamo insegnargli aridurrelasuaaggressivitàchesi dimostra autolesionista” eattribuiva questa“aggressività” a ragionistorico-culturali. Già Myrdaldedicava un paragrafo allostereotipo del nero“aggressivo” come uno deipregiudizirazziali.

Masisamaidovefinisceil sensodellapropria identità

e dove comincia ol’autosegregazione o unospiritodi“puliziaetnica”?Statuttoqui ildibattitocheneglianni novanta ha furoreggiatonegli Usa sul PoliticallyCorrect, “Pc”, quelmovimento che chiedel’insegnamento delpatrimonio culturale delleminoranzeetniche,razziali,digenere, e non solo del“Dewm”. Dewm è unacronimo che sta per Dead

european white male: nelleuniversità americanes’insegna solo quel che èstatopensato,scritto,dipinto,composto da “Maschibianchi, europei e morti”.27Sul rapporto tra identità eautosegregazione, WilliamBoone mi tracciava unparagone con la culturaebraica, frequente tra i neri.Scrive Grossman: “Come gliebrei tedeschi che nel tardo

Ottocento temevano chel’afflusso di lorocorreligionari dall’Europaorientale avrebbe messo inpericolo il loromarginalemasostanziale punto d’appoggionellaChicagodeigentili,cosìgli Old Settlers nericonsideravano se stessivulnerabili alle immaginistereotipate emanate dainuovi venuti visibilmentestranieri”.28 Nel descrivere

l’oppressionecheiltemaneroesercita sui neri, Myrdalscriveva: “Da un economistaebreononcisiattendechesiauno specialista in tema dilavoro degli ebrei. Non sipresume che un sociologoebreo debba confinarsi astudiare sempre il ghetto. Lasortediuncantanteebreononè di cantare eternamentesoltanto canzoni popolariebraiche”.29

Ancora oggi, gli ebreisono citati come esempio dilegittimomantenimento delleproprie tradizioni etniche ereligiose e sono usati cometermine di paragoneambivalente, discriminati sìdai goym, dai gentili, mafavoriti rispetto ai neriproprio per il colore dellapelle. La pubblicistica(antisemita) della Nation ofIslam usa spesso il termine“olocausto”: “600 milioni di

nerisonomortinell’olocaustonero’negliultimi6000anni”dichiarava nella primavera1994 un esponente deiMusulmanineri.Implicitanelparagoneè la rivendicazione:segli ebreidifendono la lorocultura e preferiscono viveretra ebrei, perché noi nondovremmo esercitare anchenoi il nostro separatismo? Ilrapportoneri/ebrei èun temaricorrente della pubblicisticaamericana.Unacopertinadel

settimanale "Time” del 31gennaio1969 titolava “Blackvs Jews: A TragicConfrontation”.Nonè chiarose il tema è ricorrente soloperché è cronico (chi havisitato Harlem oggi, a NewYork, stenta a credere cheancora nel 1910 fosse unquartierediebrei)operchélastampaamericanahaunasuaintrinseca ripetitività chesfiora e spesso oltrepassa laleziosaggine.

Il separatismo nero haquindi una lunga tradizioneconservatrice che solo con imovimentidegliannisessantaha acquisito uno status disinistra. Il lato conservatoredel separatismo è dovutoanche a un fattore di classe.Vi sono ampi stratidell’(esigua) borghesia nerache sarebbero messi inpericolo da un’integrazione,poiché traggono reddito,lavoro, prestigio e potere

proprio dalla condizione diseparatezza: in ospedaliintegrati e non segregati idottori neri dovrebberodipendere da primari bianchio comunque vedrebberoattaccata questa nicchiaprofessionale. Lo stessoavviene per le scuole, dovel’esistenza di college nerigarantisce un corpo docentenero.Idemperlastampanerache nella separatezza dipubblico trova una qualche

garanzia per i suoi redattori.È quel cheMyrdal chiamava“i vantaggi degli svantaggi":per esempio, le gang chespadroneggiano nei ghettineri delle inner cities sonoseparatiste e conservatrici,proprio perché solo suquest’assetto possono speraredi perpetuare il lorostrapotere.

C’è però nel separatismoun sentimento più profondo,unvoleressere-perunavolta

nellavitasociale-partedellamaggioranza e non dellaminoranza. È quel che mispiegavanoallaClarkAtlantaUniversity quando chiedevocosa spingeva studenti neri,chepureavevanovintoborsedistudioperateneiprestigiosicome Harvard o Cornell, aiscriversi invece ad Atlanta:"La sensazione, in classe, distare in una maggioranza dineri, di rappresentare laregola e non l’eccezione, di

costituire la norma e non ladevianza”. Proprio in questosta l’ambiguità: che levalenze "positive” di uncomportamento sonoindistricabili dalle sueconnotazioni negative,distruttive.

Ancora più ambiguo ilconservatorismo nero sulpiano politico. I neri cheemigravano sognavano dipoter esercitare il diritto divoto: nel Sud le riforme

elettorali di fine secoloavevanoristrettoatalpuntoicriteri per registrarsi che inerieranoesclusidalleurneetalisarebberorimastifinoallelotte per i diritti civili ditrent’anni fa. L’Illinois, lostatodiChicago,eralapatriadi Abraham Lincoln, ilpresidente repubblicano cheavevacombattutocontroquelSudincuiibianchischiavistierano per lo più democratici:dalSudsonovenutigliultimi

presidenti democratici,Jimmy Carter ( 1977-1981)dalla Georgia e Bill Clintondall’Arkansas ( 1993-2001).Perciò i neri immigrati aChicago aderivano al partitorepubblicano e appoggiavano- anche su indicazione del''Defender”edelsuodirettoreAbbott - il sindacorepubblicano William HaleThompson che pronunciavabattutacce oscene e razziste

sui cattolici30 che erano gliimmigrati bianchi piùnumerosi (irlandesi,polacchi,sloveni,italiani)chevotavanomassicciamente per idemocratici (il primo, esinora unico, cattolico adiventare presidente degliStatiUnitièstatonel1961undemocratico, John F.Kennedy).

NegliStatiUnitisoloconilNewDeal,esoloafatica,e

con lacreazionediunnuovo“bloccostorico”,ilpresidenteFranklin Delano Rooseveltavrebbe modificato questospartiacque razziale delloschieramentopolitico: ancoranel 1932 il voto nero si erariversato sui repubblicani e ilavori pubblici dellaTennessee Valley avevanocreatopostidilavoroafavoreesclusivamente deidisoccupati bianchi. Ma nel1934siassistéalribaltamento

e un nero democraticodell'Illinois, Arthur Mitchell,batté il deputato uscente, ilrepubblicanoOscarDePriestche nel 1929 era stato ilprimonerodelnordaentrarenel Congresso degli StatiUniti.Nel1936trequartideivoti neri andarono aRoosevelt.Però,soloapartiredagliannisessantasisarebbefatta largo una schiera dipolitici neri democratici, daJesse Jackson al sindaco di

Chicago Harold Washington,a Jesse Jackson Jr. deputatodei suburbi meridionali dellaWindy City (con i Jacksonpadre e figlio abbiamo unesempio di dinastia politicanera). E la nomea dipoliticanti corrotti sarebbestata affibbiata ai neridemocratici come prima erariservata aineri repubblicani.Nel1917aChicago,perunoscandalo di scommesse egioco clandestino, Oscar De

Priest fu definito dal“Tribune” “il re nero delvizio” con gli stessi toni cheuna settantina di anni doposarebbero stati usati per ilsindaco democratico diWashington, Marion Barry,condannato nel 1990 per usoetrafficodicocaina.

***

Il conservatorismo

politicotrovaunacontroparte

nel modo di schierarsi nelconflitto sociale. InEuropa èdifficile immaginare quantopeso abbia avuto il problemarazziale nella storia delmovimento operaioamericano.Abbiamogiàvistocome tanti immigrati europeifossero importati negli StatiUniti proprio come crumiri,come strìke-breakers,“rompisciopero”. Alimentarele rivalità etniche e gli odirazziali è sempre stato uno

degli strumenti usati dalpadronato americano perabbassare icosti fissi, ridurrei salari, battere la protestaoperaia. Ma una voltaassimilati, gli immigratibianchi si iscrivevano aisindacati, scioperavano e illoro "peccato originale” dicrumiraggio svaniva dal loroe dall’altrui ricordo. Per icrumiri neri invece, ilmarchio del crumiraggio siconiugava con il colore della

pelle e diventava cosìindelebile.

Poiché venivano assunticome crumiri, i neri eranoconsiderati una scab race,"razza rognosa”. Scab vuoldire insieme “crumiro" e"rogna”. A sua volta, ilrazzismo così generatodivideva i lavoratori: gliimmigratibianchi,assuntiiericome crumiri, sparavano suineri, crumiri di oggi: inqueste condizioni, come dice

Bruno Cartosio, diventavadifficile "operare unaseparazione tra la forza delrazzismobiancocontro ineriinquantoneri,elaforzadelladifesa bianca della propriasopravvivenzacontroineriinquantocrumiriocheaplabor,manodopera a bassoprezzo”.31

Nel 1894, quando imattatoi scioperarono inmassa in solidarietà con il

boicottaggio Pullman, ipackers fecero arrivare trenidi neri dal Sud. Nel 1895minatoriitalianiinscioperoaSpring Valley uccisero unnumero imprecisato dicrumiri neri.32 Negli scioperiai mattatoi del 1904, ipackers assunsero 18.000crumiri neri (ne arrivarono1400 su un solo treno)33: seianni dopo di questi assuntisarebbero rimasti a lavorare

solo 365. Sempre a Chicago,neri furono assunti comecrumiri per lo sciopero deiteamsters, carrettieri (1905),per quello degli strilloni deigiornali (1912), per il grandesciopero delle acciaieriedell’United States Steelnel 1919, quando 360.000operaiincrociaronolebracciaperdiecisettimaneeipadroniassunsero dai 30 ai 40.000neripersostituirli.

La Grande migrazione

nera non era causata solodalla penuria di manodoperae dall’interruzione del flussomigratorio europeo. Eraincoraggiata dal cresceredella conflittualità operaia:nel 1916 scoppiarono aChicago71 scioperi, contro i25 dell’anno prima. Quandonelmarzo del 1916 i pulitorideivagoniPullmanentraronoin sciopero, furono sostituitida neri. Nel 1916 un neromeridionale poteva trovare

lavoro alla HarversterInternational(exMcCormick)semplicemente attraversandolalineadipicchettaggio.

Nel1916,unpastorenerodelSouthSidereclutò inunanotte 300 donne nere perrompere uno sciopero dicameriere d’albergo. I grandipackers finanziavanolautamente i politici e lechiese nere. Negli anni ventiil vescovo della chiesa Ame(African Methodist

Episcopal) di Chicago,Archibald Carey, diceva:“L’interesse del mio popolosta nel benessere dellanazione e nella parte dipopolo bianco che locontrolla”: all’inizio delsecolo la sua cappella erastata salvata dalla chiusuradagli Armour e dagli Swift.Durante l’ultimo grandesciopero dei mattatoi, nel1921, i neri furono di nuovoassunti a decine di migliaia,

ma questa volta furonoassunti per restare: i packersvolevano premunirsi unavoltapertuttecontroscioperiesindacatibianchi.34

Nei rapporti operai siripropone quindi un altroaspetto di quel “circolovizioso” che per Myrdalcaratterizzalaquestionenera:“Il pregiudizio e ladiscriminazione dei bianchimantengono il negro in una

condizione d’inferiorità, pertenore di vita, salute,istruzione,maniere emorale.Ilcheasuavolta fornisceunsostegno al pregiudizio deibianchi”.35 (Myrdal traevadaquesta situazione un motivod’ottimismo: se il vizio ècircolare, anche la virtù puòesserlo e la riforma di unaspetto parziale ripercuotersisugli altri aspetti; così, sediminuisce di un po’ il

pregiudizio razziale, questomigliora il livello dei neri, ilche riduce a sua volta ilpregiudizio, inun’interazionereciproca.)

Neirapportioperaiquestocircolo vizioso significa che,se i neri spinti dal bisognoeconomico si fannoassumere come crumiri, essirafforzano i pregiudizirazziali dei sindacati chelasciano libero sfogo alleproprie tendenze

segregazioniste.Cosìavvennenell’American Federation ofLabor, il cui presidenteSamuel Gompers agli occhideinerieradivenuto,durantela Prima guerra mondiale,simbolo del razzismosindacale: famosa è la suafrasedel1901:laFederazione“nonaffermanecessariamentechelebarrieresocialiesistentitrainerieibianchipossanoodebbano essere abbattute”.36

A Chicago nel 1919, su 110Unions affiliate all’Afl, 36escludevano o rifiutavano diintegrare i neri nelle lorosezioni. Fuori dall'Afl, 13delle 15 maggiori unionidiscriminavano i neri.37Questa discriminazioneproduceva l’ostilità dei nericontro i sindacati e fecefallire anche i tentativisindacali d’integrazionerazziale: questa spirale della

“guerra in seno al popolo" sisarebbe interrotta nel 1935con il Cio (Committee forIndustrial Organization)fondato da John L. Lewis,con i grandi scioperi del1936, ma lascia una tracciasul sindacalismo americanoed è una delle cause storichedellasuadebolezza.

***

L’America ha dedicato

risorse intellettuali incredibilialla questione nera:“L’energia intellettualeassorbita dal problema negroinAmerica,seconcentrata inuna sola direzione, avrebbesmosso le montagne,”scrivevaMyrdal.38Maquestitesori d’intelligenza risultanovani. La questione nera èvissuta come un’ossessione:“L’unicomodo per risolverlaè creare qualche

preoccupazione chedistraggaibianchidalproblemanero,”scriveva ironicamente loscrittore FrankTannenbaum.39Unmodoperrimuovere la questione nerarisulta bene da comel’Americaraccontaasestessale grandi sommosse nere, irace rìots che hannocostellatoilNovecento,perlopiù d’estate. Il primosanguinoso race not in una

grande città industriale delNordscoppiònel luglio1917aEastSt.Louis.Ilmitonarrainevitabilmente di una folliacompressa che esplode perun’inezia, uno sgarbo chefunzionadadetonatoreinunanon meglio precisata SantaBarbara.L’iradelghettoneroè pensata come lava di unvulcano sempre pronta aerompere e a mettere arepentaglio benessere esicurezza dei bianchi. Così è

avvenuto nella sommossa diLos Angeles, nell’aprile del1992, attribuita soloall’assoluzione di alcunipoliziotti che avevanopicchiato selvaggiamente unnero.

È oggi delimitata dabaracconi abbandonati,industriediroccatelaspiaggiadi Chicago che il 27 lugliodel 1919 vide scoppiare unadelle prime sommosse neredelle metropoli industriali

statunitensi. La vulgata suquesta sommossa suona così:faceva un caldo boia quelgiorno, e i Chicagoans sierano riversati sulla riva delLago Michigan. Sullaspiaggia di fronte alla 27astrada, nel South Side, unragazzo nero di 17 anni,Edward Williams, oltrepassòla linea invisibile cheseparavainacquaineridalleragazzebiancheefuuccisoin

una sassaiola. Gli scontridilagarono in tutta la partesud di Chicago per quattrogiorni, fino al 31 luglio, e lacalma tornò definitivamentesolo l’8 agosto, grazie a unacquazzone e alla guardianazionale: nel frattempo, 38persone furono uccise (23neri, 15 bianchi), 537 ferite,migliaia vennero arrestate,più di mille restarono senzatetto.

Ma la “situazione era un

po’piùcomplessa”, tantopereufemizzare.40 In primoluogo,sullosfondogravavalaquestione abitativa (su cuitorneremo). Tra il 1917 eil1919,aChicagogangbiancheavevano gettato 24 bombecontro case di neri cheavevano osato andare adabitare in quartieri bianchi.Nel 1919 poi, la situazioneera acuita dai problemi dellapace. Erano stati congedati

quattro milioni di soldati, enove milioni di lavoratorinell’industria bellicadovevano riconvertirsi. Così,i packers, che avevanoprosperatocon le scatoletteele razioni alimentari,licenziarono10.000neridalleStock Yards. Vi siaggiungevano200.000reducineri che premevano sulmercato immobiliare,vista lapenuriadicase,esulmercatodel lavoro. Nell’aprile del

1919, laChicagoAssociationofCommercetelegrafavaalleCamere di commercio delSud: “Hai bisogno di lavoroNegro?QuigrandesurplusdiNegri, sia soldati congedatisia civili, pronti ad andare alavorare”.41 Quando ciraccontano la sommossa diChicago, tralasciano di dirciche in quella stessa estatealtre 25 sommosse nerescoppiarononellecittàUsa.A

Chicago, ad avvelenareulteriormente la situazione,era venuta la rielezione, conl’appoggio decisivo dei neri,del sindaco repubblicanoWilliam Hale Thompson,odiatodaibianchicattolicidiorigineeuropea.

Una pubblicazionedell'epoca titolava"Un’epidemia di scioperi aChicago” e raccontava:“L’afa dell’estate èaccompagnata da un numero

di scioperi e di serrate qualenon si è mai visto prima”.42Per tutto giugno e luglio del1919 nei mattatoi sisusseguirono i “gattiselvaggi”, gli scioperispontanei. Ai primi di lugliol’associazione dei costruttorifece la serrata per 100.000edili. Per di più, proprio aChicago, il 20 luglio ilcomitato nazionale sindacaleautorizzò il voto che indisse

per il 22 settembre il grandesciopero nazionale delleacciaierie che sarebbe duratodieci settimane, fino all’8gennaio 1920. Non solo: peril fine settimana in cuiscoppiò la sommossa eranostati programmati scioperi da36.000lavoratoritracuituttiitrasporti pubblici. A fineluglio a Chicago, circa250.000 lavoratori erano insciopero o stavano subendo

unaserrata.43C’è da aggiungere che, a

scontriiniziati, ilgovernatoredell’Illinois ritardò l’inviodellaguardianazionale(comeera avvenuto anche a St.Louis nel 1917); che durantelasommossaigrandipackers,gli Armour e gli Swift intesta, per battere gliscioperanti bianchi efomentare disordini,mandarono carri di cibi e di

carne per nutrire i neri. Il41% degli scontri avvennenelquartieredelleYardscheineri traversavano solo perandare a lavorare. Già il 7agosto i neri tornarono alavorare nei mattatoi scortatidallapolizia.

Può darsi fosse falsal’accusa lanciata dal giornalesindacale "New Majority”,44e cioè che le azioni deipackers avessero causato gli

scontrirazziali.Puòdarsichenoncisiamaistatoun"pianodel capitale” checoscientemente dirottasse loscontro di classe in lotta dirazza. Certo è che la stessalogica del capitale, tenere isalari più bassi possibili,sconfìggere le proteste e gliscioperi, ridurre il costoumano,provocavaesfruttavailcircoloviziosodelrazzismobianco e del crumiraggionero,dellesommosserazziali

e della segregazione. Non èuna pura coincidenza chequell’estatedel1919,theRedSummer, l'estate rossa”,segnasse una sconfittapesante del movimentooperaio statunitense e nellostesso tempo vedesse svanirelasperanzacheavevaportatotanti neri meridionali nelNord, in un processo di odiorazziale che avrebbe fattodiventareChicagolacittàpiùsegregata d’America.

ChicagoLandofHope oggi?L’umorismo nero parediventatoilgeneredimaggiorsuccesso nella toponomasticastatunitense: chiunque abbiagirovagato per NordFiladelfia (il South Bronxlocale) non può fare a menodipensarecheFiladelfiavuoldire letteralmente "Cittàdell’amorefraterno”.

IlmeccanismoinnescatoaChicago nell’estate del 1919è un processo che vediamo

agire ancora oggi in altrezone delmondo.Ancora unavolta, il conflitto di classeviene dirottato, canalizzato,tradotto in conflitto razziale,etnico, per cui la razza,l’etnia, la nazione sono"riscoperte”, o “immaginate”dopo la rivoluzioneindustriale, dopo lamodernizzazione, dopo latrasformazione capitalistica. Irace riots ci aspettano nelnostro futuro europeo, non

sono una folkloristica, estivausanzayankee.

1 The Girl of San

Francisco, A Lesson fromLife, The Shielding Shadow,The Trooper of Company K,Forbidden Fruit, The Sins ofthe City, elencati con altritrentotto film nel "ChicagoDefender”del7ottobre1916.

2 James R. Grossman,Land of Hope: Chicago,Black Southeners, and theGreat Migration, ChicagoUniversity Press, Chicago1989.

3 Gunnar Myrdal, AnAmerican Dilemma. TheNegro Problem and ModernDemocracy, Harper andBrothers, New York 1944.Voluminoso (1024 paginegrandiditesto,526paginedi

introduzione, note, appendicie bibliografia), questo libronon è tradotto in italiano(sono disponibili solo alcunesintesi). Il terminenegro nonaveva ancora il carattereinsultante (allora espresso daNigger) che ha assunto allafine degli anni sessanta.Quindi autori progressisticome Myrdal usavano iltermine negro quando noiuseremmo nero e nellecitazioni ho lasciato questo

termine.4 Volutamente

mantengo le espressioni"problema nero”, “questionenera" di Myrdal anche sehanno un saporeanacronistico.

5G.Myrdal,op.cit.,p.113.

6 Autobiography ofMalcolmX, incollaborazioneconAlexHaley,GrovePress,New York 1965, trad. it.

Rizzoli,Milano1993,p.11.7 James Bryce, The

American Commonwealth(1893), Macmillan, NewYork1917,vol.n,p.555.

8LawrenceWright,OneDropofBlood, in "TheNewYorker”, 25 luglio 1994 (pp.46-55),p.47-48.

9 ScottL.Malcomson,One Drop of Blood. TheAmerican Misadven-ture ofRace, Farrar Strauss Giroux,

New York 2000, p. 356 (ilcorsivoèmio).

10G.Myrdal,op.cit.,p.133: lo studio citato è TheAnthropometry of theAmerican Negro (New York1930) di Melville J.Herskovits che studiò uncampionedi1551neri.

11 268.000 coppienero/bianca e 90.000matrimoni bianco/nera: ela prevalenza dei matrimoni

nero/bianca esplicita lavolontà cosciented’infrangere il tabù razzialepereccellenza.

12 U.S. Bureau of theCensus,StatisticalAbstractofthe United States 2002,Government Printing Office,WashingtonD.C. 2002, tavv.15e45.

13Ivi,taw.91,98e288eU.S.DepartmentofJustice,Bureau of Justice Statistics

Bulletin, Prisoners in 2000,WashingtonD.C.luglio2003,p.9.

14 Per ladefinizionediredditomediano,vedinota21ap.87.

15 Dalla rivista“Prevention”, sondaggioLouisHarris,settembre1992.

16 A. de Tocqueville,De la démocratie enAmérique, cit., parte II, cap.x, par.Posizione che occupa

la razza nera negli StatiUniti; pericoli che la suapresenza fa correre aibianchi, citazioni tratte dallepp.337,338e358.

17 Autobiografia...,cit.,p.218.

18SaulBellow,PapuasandZulus,in“TheNewYorkTimes”,10marzo1994.

19 J.R. Grossman, op.cit.,p.4.

20 Ivi, frasi citate alle

pp.37e169.21 Encyclopœdia

Britannica (1911), vol. xix,pp. 344-345, citata da S.Steinberg, The Ethnic Myth,cit.,p.30.

22 Robert Slaytonriportal’usanza,traglioperaidei mattatoi, di portarsi ofarsi portare un secchio dibirra nel mattatoio per illunch: in un solomezzogiorno dalla zona di

Whiskey Row, dove c'erano46 bar, uscirono 1065 secchidi birra. Cfr. R.A. Slayton,BackoftheYards,cit.,p.101.

23 Citato da J.R.Grossman, op. cit., pp. 145-146.

24 G.Myrdal,op. cit.,appendice5,p.1077.

25Ivi,pp.27-29.26Ibidem.27 Su rapporto tra

PoliticallyCorrectepolitiche

delle identità, vedi ilcontributodiBarbaraEpsteinalvolumeBeyondPC,towarda Politics of Understanding,curatoeintrodottodaPatriciaAufderheide,GraywolfPress,Saint Paul (Minn.) 1992, pp.148-155.

28 J.R. Grossman,op.cit.,p.144.

29G.Myrdal,op.cit.,p.28.

30J.R.Grossman,op.cit.,

pp.176-177.31 B. Cartosio,

Lavoratori negli Stati Uniti,cit.,p.46.

32WilliamM.TuttleJr.,Race Riot. Chicago in theRed Summer of 1919,Atheneum, New York 1970,p. 113. Sul problema delcrumiraggio nero tutto ilcapitolo Labor Conflict andRacialViolence,pp.109-156.

33Ivi,p.117.

34 Tutte queste notiziesonotrattedaJ.R.Grossman,op. cit., cap. 8, The WhiteMan'sUnion,pp.208-245.

35G.Myrdal,op.cit.,p.75.

36 Lettera di SamuelGompers alla stampa, del 19aprile 1901, cartellacorrispondenza Afl,Washington D.C., citata daMarcKarsoneRonaldRadsh,The American Federation of

Laborand theNegroWorker(1849-1949), in JuliusJacobson (a cura di), TheNegro and the AmericanLaborMovement, DoubledayAnchor, New York 1968, p.158.

37 W.M.Tuttle Jr.,op.cit.,pp.143-144.

38 Gunnar Myrdal,Value in the Social Theory,Harper and Brothers, NewYork 1958, trad. it, Einaudi,

Torino1966,p.90.39Ivi,p.95.40 Per una descrizione

dettagliata della sommossa,vediW.M.TuttleJr.,op.cit.,soprattuttolepp.3-66.

41Ivi,p.131.42 Taylor Graham, An

Epidemie of Strikes inChicago, in "The Survey”,vol. ILII, 2 agosto 1919, pp.645-646.

43W.M.Tuttle,op.cit.,

pp.140-141.44 Riportata da J.R.

Grossman,op.cit.,p.223.

2.AllahsulLagoMichigan

Quel cheGinevra è per i

calvinisti, Chicago lo è per imusulmani neri, i BlackMuslims. A Chicago, nelprofondo South Side,

all’angolo tra la 79a e SouthCottage Grove Avenue,spicca, come la pubblicità diuna pompa di benzina,l’insegna di una mezzalunache circonda una stella acinque punte a sovrastare lamoschea costruita nel 1934da Elijah Muhammad, ilfondatore della setta, il suonuovo Maometto. Lamoschea è corredata di unristorante,diunapasticceriae

di un parking Salaam. AChicagoogniannosi tienelaconvention della Nation ofIslam (Noi), che - a dettadegli organizzatori - raduna12.000fedelichepaganotrai30ei50dollariperascoltareil loro leader LouisFarrakhan.Nessunosaquantisiano i musulmani neri negliStati Uniti. È esagerata lacifra di 100.000 aderenti chesbandierano.Eppureègrandeilloropesopoliticoemorale.

Il 5 agosto 1995 la MillionMan March a WashingtonD.C. fece discutere tutto ilmondo. Anche se menocontroversa, cinque annidopo, il 16 ottobre 2000 laMillionFamilyMarchradunòuna folla ugualmenteimponente. Nessun politicoafroamericano può esserelegittimato in quanto “nero”senza l’avallo dei BlackMuslims. Ben lo sa JesseJacksonchenel1988dovette

assicurarsi il loro appoggioperpoter ingaggiarebattaglianelle primarie presidenziali:questosostegnolopagòcaro,procurandosi l'ostilità degliebrei, visto il feroceantisemitismodellaNationofIslam testimoniato dalpamphlet The SecretRelationship between BlacksandJewspubblicatonel1991dal Dipartimento di ricerchestorichedellaNoi.

Ma poiché è una delle

forze che controllanodall'interno il sistemapenitenziario americano(come avvenne per MalcolmX, è dietro le sbarre che lamaggior parte dei neriamericani diventa BlackMuslim), la sua influenza vaben oltre la minoranza nera,tanto che, dopo l’attacco alWorldTradeCenternel2001,è stata l’unica forza politicadi massa organizzata adaffermare pubblicamente che

"la ‘guerra al terrorismo’ eralacontinuazionediunalungastoria di aggressioneoccidentale contro l’IsIam,risalente alle crociate”: certochedopol’11settembre2001nondovetteesserefaciledirsimusulmani negli Stati Uniti!Ma la Noi si opposeapertamente alle guerrecontro l’Afghanistan prima econtro l’Iraq poi. E, con lasua solita, sobriaaggettivazione, il leaderdella

Noi, Louis Farrakhan, dissecheresponsabilidegliattacchidell’11 settembre erano i“bugiardi, puttanieri,magnaccia e truffatori” cheavevano traviato la societàamericana e la politica esterae si erano così meritati lapunizionedivina.1Maperfinodi fronte a queste posizioni igovernanti americanirinunciarono a prendere dipettolaNationofIslam.

Perché il peso dei BlackMuslims deriva dal loroessere una forza organizzata,disciplinata,conun’ideologiaferrea, con proprie attivitàeconomiche. La Noi ha unquindicinale, “The FinalCall” (“La chiamata finale”,con una tiratura di 400.000copie), ha scuole perinfermiere, una sua catena diospedali, un’università,l’University of Islam, uncorso di addestramento

militare per un (non tanto)piccoloesercitodiguardiedelcorpo, il Fruit of Islam. Inquesto, la Nation of Islamnon si differenzia da moltealtre sette religiosestatunitensi che sono nellostesso tempo una fede, unbusiness,unalobbypolitica,avolteunagang.Religionichetengonononsinodioconcili,maconvention, come fanno irappresentanti di commercioo gli odontotecnici. Così la

Nationof Islamaffitta le sueforze paramilitari comevigilantes e ha formatoquattro società di vigilanza,tra cui “Noi SecurityAgency”, che hanno vintoappalti per garantire lasicurezza di complessi diedilizia popolare nel distrettodi Columbia, a Pittsburgh,Filadelfia, Los Angeles,Brooklyn, Chicago,assicurandosi nel giro dipochi anni 20 milioni di

dollari di fatturato,ma ancheincappando in disavventurefinanziarie e giudiziarie, acausa dell’eccessivo amoreper le auto di lusso e per legiovaniabitantichenutrivanogli agenti dei musulmanineri.2

Così,mentre laNationofIslam fa proseliti nei ghettiaeri più miserabili e nellapopolazione carceraria innomedella“guerradirazza”,

il suo leader Farrakhan abitain un quartiere residenzialeintegrato, viaggia circondatoda gorilla e ama esibirsi inconcerti di violino. Adelineareilpersonaggio,bastiquest'episodio: LouisFarrakhan (il suo nome dibattesimo è Louis Wolcott)prima definì l’ebraismo la“sinagoga di Satana” e una“religionedafogna”,poi,perrispondere alle accuse diantisemitismo, ha suonato in

pubblico brani delcompositore (ebreo)Mendelssohn.Ormaidaquasiquarantanni, Farrakhan ècircondato dal sospetto diaver ordinato nel 1965l’uccisione di Malcolm X,sospetto che non ha maidavvero smentito e che anzirafforza con affermazioniquali: “Proprio il lavoro diMalcolm fece di ognuno dinoi un killer potenziale.Quando Malcolm oltrepassò

questa linea, la morte erainevitabile”. D’altronde,quando nel 1998 uscì diprigione uno dei killercondannati per l’omicidio diMalcolm X, tal MuhammadAbdul Aziz (che negli annisessanta si faceva chiamare3X Butler), subito Farrakhanlo nominò capo dellasicurezza della moschea diHarlem,untempoguidatadaileader del movimento per i

diritti civili,3 la stessamoschea frequentata neglianni ottanta da due giovani,Richard X e Chuck cheavrebbero poi fondato il piùcelebre gruppo rap delpianeta, i Public Enemy.4Farrakhan, che da annicombatte contro il tumore,agiscecomequeipredicatori-imbonitori televisivi dellamoral majority chesostenneroReagan.Esempre

la Nation of Islam invocarepressione,leggeeordine.

La Nation of Islampotrebbe perciò essere solouno di quei tanti miscugli difurbizia e creduloneria,cialtroneria e piccoladelinquenza, affarismo evolontà di mutuo soccorsoche la modernità senza sostasecerne a lenire ledisperazioni individuali. Manelsuonascereedespandersisi delinea un problema che

allora sembrava marginale,ma che all'inizio del terzomillennio è improvvisamentediventatocentralenellastoriadel mondo. Negli annisessanta del secolo scorso, ilCoranociparlavasolodiunaciviltà lacuigrandezzasieraormai dissolta da secoli. Aquel tempo sembrò balzanoche un filosofo comunista(parigino) come RogerGaraudy si convertisseall’IsIam. Allora nessuno

avrebbemai immaginato chetrent’anni dopo l’Islam,Allah, il fondamentalismomusulmano e la jihadsarebbero stati al centrodell’attenzione e - ancor piùsorprendente - dellapreoccupazione occidentale,che vi avrebbe dedicatoinnumerevoli progetti diricerca, libri, articoli,documentari.

Nella Nation of Islam sicela perciò un enigma

cruciale:perché,ecomemai,contadini neri del Sudinurbati nella città delleferrovie, dei mattatoi, dellacatena di smontaggio, hannocercato una nuova speranza,unaragionedivita,unmezzodi affrancamento nellaconversione all’IsIam(peraltro, un ben curiosoislamismo)?Comeèsuccessoche, per i neri, Chicago daLand, of Hope, da "Terra disperanza”, sia divenuta

roccafortedimusulmani?Checi fa Allah sulle riveghiacciate del LagoMichigan? Come mai negliannicinquantaesessanta,neighetti urbani di Filadelfia eDetroit pregare Allah parevaai neri un’arma nella lotta diliberazione? Era solostravaganza o al suo internoserpeggiava unaprefigurazione del futuro? Eancora: perché l’austeritàpuntigliosa del musulmano

MalcolmX (niente fumo, néalcol, né gioco d’azzardo, nécarne di maiale, né rapportisessuali misti tra neri ebianchi, stretta fedeltàconiugale) è stata una delleguide spirituali deltrasgressivo, immoralistamovimento studentescoeuropeo degli anni sessanta?Comemaineglianninovantadel xx secolo, un excampione di boxe yankee(Muhammad Ali, alias

CassiusClay)èandatoinIrana inchinarsi sulla tombadell’ayatollahKhomeini e unaltro, Mike Tyson, appenauscitodiprigione, si è recatoper prima cosa in unamoschea?

Secondo la leggenda, laNationofIslamfufondatanel1931aDetroitdatalWalliD.Fard giunto l’anno primanegliStatiUnitidallaMecca.Per i musulmani neri, WalliD.Fard,“chesieracamuffato

da venditore ambulante disete”, è un’incarnazione diAllah: era mezzo nero emezzo bianco "affinchépotesse essere accettato dainegri d’America e guidarli,mentre, nello stesso tempo,avrebbe potuto muoversiindisturbato tra i bianchi ecapire e giudicare la veranaturadeinemicidelnegro”.5Ancora oggi il giorno dellasua nascita è celebrato dai

fedeli come giorno dellasalvezza.FardfondòaDetroitla moschea n. 1 e insegnò ilverbo a Elijah Muhammad(1897-1975), il cui nomeera Elijah Poole, figlio di exschiavi della Georgia. Fardscomparve misteriosamente(la storia della Nation ofIslam è costellata discomparse) ed ElijahMuhammad si trasferì aChicago, dove nel 1934costruì la moschea n. 2, da

allorailcentrospiritualedellasetta.

La setta vivacchiò finoagli anni cinquanta quandoaveva, secondo quantoaffermaMalcolmX,menodi1000 fedeli. Fu negli annicinquanta, proprio grazie aMalcolmX, che laNationofIslam moltiplicò le suemoschee e i suoi credenti,attirò l’attenzione nazionale:nel 1960 Eric Lincolnpubblicò il suo The Black

Muslims in America, in cuiconiò il termine “musulmanineri”. Poi Malcolm X ruppecon il suo mentore ElijahMuhammad, si allontanòdalla Nation of Islam e fuucciso. Dieci anni dopo, nel1975,dopolamortediElijahMuhammad, lasettasidivisein due: un’ala più moderata,che faceva capo al figlio diElijah, l’imam W. DeenMuhammad, fautore di unritorno all’osservanza della

dottrina ortodossa islamica;l’altra ala, capeggiata daFarrakhan, ha poi preso ilsopravvento. Solo nel 2000W. Deen Muhammad eFarrakhan si sonoriappacificatipubblicamente.6

***

Ilfattoèchelaforzadella

Nation of Islam sta proprionellaradicalitàdellaguerradi

razza che essa sostiene,almeno a parole. La suadottrina è semplice e, in uncerto senso, è una veritàsperimentale: la religionecristianaè falsaperché,per ineri,l’infernononsipresentadopo la morte, nella vitaultraterrena delle anime, mal’inferno è qui, su questaterra, in questa società, e isuoi demoni sono gli uominibianchi. E chi potrebbenegare che l’uomo bianco ha

reso la vita un infernoall’uomo nero, prima con laschiavitù,poicon i linciaggi,leleggiJimCrow,lamiseria,l’abiezione? Agli orecchi diun detenuto nero chiuso nelpenitenziario di Angola,Louisiana, uno dei più ferocicarceri del pianeta, o di unabitantediEastSt.LouisodiNord Filadelfia, la frase“l’inferno esiste per i neri suquestaterraeibianchisonoisuoi diavoli” è una

rivelazione che ha in sé unaverità accecante,inoppugnabile. Solo che nellinguaggio comune,“l’infernoc’èsuquestaterra”è una metafora (“una vitad’inferno”) come, secondoJean-Paul Sartre, per unrazzista “l’enfer, c’est lesautres”, “l’inferno sono glialtri”. Per laNation of Islaminvece, per la suacosmogonia, questa tesi vaintesanelsensoletterale.

Ecco dunque lacosmogonia dei musulmanineri, come è riassunta daMalcolmX.Dopochelalunasi fu staccata dalla terra, iprimiesseriumani,cheeranodi colore, fondarono la cittàsantadellaMecca.Traquestopopolo negro c’erano 24sapienti, uno dei quali, inconflitto con gli altri, formòla tribù negra di Shabaz,particolarmente forte, da cuidiscendono i cosiddetti negri

americani. "Circa 6100 annifa,quandoil70%delpopoloera soddisfatto e il 30%insoddisfatto, nacque fraquesti ultimi un certoYakub.”7 Yakub divennescienziato, predicò dottrineereticheallaMecca tantochefu esiliato con i suoi 59.999seguaci nell’isola di Patino,dovemillennidopol’apostoloGiovanni avrebbe scrittol'Apocalisse. Sdegnato per

l’esilio, Yakub decise dicreare una razza di bianchiattraverso una selezionegenetica: “Sapeva benissimoche gli esseri umani chesarebbero derivati da taleprocesso sarebbero stati dipellepiùchiaraepiùdeboli,eanchepiùsuscettibilidiesserpreda della malignità ecattiveria. In tal modo egliavrebbeottenutoquella razzadi diavoli bianchi che avevavagheggiato”.Laselezionedi

una razza bianca dalla razzaneraoriginariarichiesesecoli,alla fine dei quali “sull’isoladi Patmo cerano soltantoquesti diavoli biondi, dallapelle chiara e dagli occhicelesti; dei selvaggi nudi esenza alcun senso divergogna, pelosi comeanimali, che passeggiavanosu quattro zampe e vivevanosugli alberi”. Dopo altriseicento anni, questa razzatornòtrainerioriginarie,nel

giro di sei mesi, “servendosidi menzogne che spinsero inegriacombattersi l’unoconl’altro,questarazzadidiavoliaveva trasformato quello cheerastatounparadisoterrestrein un inferno dilaniato dallelotte e dai contrasti”. Ma laprofezia asserisce che, dopo6000 anni, durante i quali larazza bianca di Yakubavrebbe dominato il mondo,l’originaria razza negraavrebbe dato i natali a un

uòmo la cui saggezza,sapienza e potere sarebberostatiinfiniti.

Costui sarebbe stato,naturalmente, ElijahMuhammad.

Sarebbe sbagliatosorridere di fronte alleenormitàdi cui è costellata eintessuta questa saga. E nonsoloperchédecinedimigliaiadi persone vi credono, il chesarebbe già una buonaragione. Chi saremmo mai

noi per disprezzare questecredenze, quando migliaia diparalitici cattolici si recanoogni anno a bagnarsinell’acqua sporca di unavasca in una grotta francesesperandoinunmiracolo?

Non solo. A partire dalghetto, questa setta hamessoa punto l’obiettivo piùraffinato delle ideologiemoderne: riscrivere la storiacome armaper fare la storia.Hamessoinpratica la tesidi

Dewey: "lo scritto storico èessostessouneventostorico.È qualcosa che si verifica eche nel suo verificarsi haconseguenze d’ordineesistenziale [...]. Laconcezionemarxistasulruolodelle lottediclassenellavitasociale ha essa stessa [...]accresciutoilsignificatodellelottediclasse”.8Asuomodo,questa saga compie unarivoluzione copernicana.

Scrive Alessandro Portelli:“Affermando che i bianchisonounacreaturadeineri, lastoria di Yakub ottiene ilrisultato non trascurabile dirimettereinerialcentrodellastoria”. Ecco allora che,diffondendo una folainverosimile, Malcolm Xottieneuneffettomoltoreale,"contribuiscepiùdichiunquealtro a trasformare lo studiodella storia. Se oggi èimpossibile continuare a dire

che i neri nonhanno storia enon hanno passato”,9 questolosideveaMalcolmX.Cioè,paradossalmente, al mito diYakub.

Ma nella storia di Yakubc’è un altro elemento distraordinaria modernità: ed èche questa riscrittura dellastoriaèfattacomerivelazionereligiosa, simile per moltiaspetti alle moderne settecristianedegliStatiUniti.La

tesi per cui i negri“costituiscono la perduta eritrovata nazione dell’IsIamqui in questo desertodell’America del Nord”somiglia come una gocciad’acqua alla rivelazione delprofeta Mormon, trasmessanell’OttocentoaJosephSmithdall’angelo Moroni per cui,dopo l’abbandono della torrediBabele,una tribùd’Israele"persa e ritrovata”, iLamaniti, progenitori dei

pellerossa, avrebbeattraversato l’Atlantico. LastessareincarnazionediAllahnegli Stati Uniti corrispondeallatradizionemormonicapercui Cristo si sarebbemanifestato inAmerica dopolasuaresurrezione.Enessunonegli Usa piglia in giro lachiesamormonechecontrollaun intero stato, lo Utah, ecostituisce un formidabileimpero economico efinanziario. Profondamente

americana è l’idea che un'identità è stata "persa eritrovata", è l’affermazionepersino patetica di unacontinuità data perdimenticata, sommersadall’oblioe infinesalvatadaiflutti della memoria. Questacontinuità, per quantoimmaginata, ti salva, ticonsente di non essere piùindividuo isolato, disperso acaso su quest’immensocontinente,madi farpartedi

una comunità (umana,sociale, religiosa) cheignoravamo non perché nonesisteva, ma perché cel’avevanonascosta.

Il secondo tema, assaipoco islamico e moltoamericano, della Nation ofIslam è l’Avvento. SecondolastoriadiYakub,ildominiobianco, durato 6000 anni, ègiunto alla fine e l’arrivo diElijah Muhammad segnal’avvento del regno dei neri.

L’avvento è comune amoltesette cristiane. Gli stessimormoni vedono la lorocomunitàcomequellacittàdiSion che il Cristo avrebbeordinato di stabilire nelNuovo mondo negli "ultimigiorni del creato” e lachiamano infatti Chiesa diGesù Cristo dei Santidell’Ultimo Giorno (Churchof JesusChrist of theLatter-Day Saints). Per non parlarepoidelle innumerevolichiese

avventiste degli Stati Unitiche annunciano prossima lafine del mondo e imminentel’avventodelregnodiDio.Ilprimo leaderdegli avventisti,WilliamMiller,annunciòchela fine del mondo sarebbegiuntail21marzo1844.Quelgiorno il sole sorse ancora elaterracontinuòaruotare,magli avventisti non persero lafede, e spostarono la finedelmondoal22ottobredel1844,epoiancora.Enonsonosolo

estremisti come DavidKoresh che si credeval’Agnelloreincarnatoechesiè lasciato bruciare con uncentinaio di suoi fedeli in uncasale di Waco, Texas,nell’aprile 1993. Né ingenuicome quelle migliaia dicoreaniecoreanediChicagoche, nell’ottobre 1992, hovisto attendere asserragliatinelle loro chiese per tutto ungiornoetuttaunanottecheilmondo finisse, per scoppiare

apiangerequandopoisisonoaccorti che dovevanocontinuare a vivere. No,perché negli Stati Uniti lasola Chiesa avventista delSettimo giorno (una fra lemolte dénominationsavventiste) controllava neglianninovanta44caseeditrici,14 college, 2 università,scuole mediche, dentali efisioterapiche, 437 scuolesecondarie, 4411 scuoleelementari, finanzia 437

ospedali e 2435 stazioniradio.10 Fanatici forse, madotati di tanto senso degliaffari e di capacitàorganizzativa.

La credenza nell’avventoè quindi qualcosa diprofondo, di personale, chevaoltrelareligione-siaessacristianaoislamica-echefada pendant al pensarepositivo, a quel positivethinking che per ogni tesi

esige una verificasperimentale subito, che aogni sacrificio assegna uncorrispettivo materiale,tangibile. L’avventoterrestrizza il regno dei cieli,traslocaal-di-quatuttol’al-di-là. Esso porta su terra ilparadiso, o il regno delsignore, proprio come laNationofIslamportasuterrail regno del demonio,l’inferno. L’awentismotrasferisce il problema del

senso (chesensoha lanostravita?) dalla storia sacra allastoria profana, dalle animeimmateriali agli individuicorporei, da oltre la fine deltempoall’oggi.Daquiderivala fiducia continua-mentereiterata, nonostante ognismentita,diunadataprecisa,prossima, alle ore x delgiorno y dell’anno z, per lafine del mondo (Rapture ininglese). L’avventismoradicalizza all’estremo la

predestinazione calvinista,poichéchiattende la finedelmondo è già un eletto delSignore destinato a entrarenel suo regno. Chi credenell’avvento si attribuisce lestigmatedella santità; e lo faesigendo che l’agostiniana"città di Dio” sia costruitaoggi, adesso, possibilmenteseparata dalla “città degliuomini”.

***

Entriamo qui in uno dei

meandri più intricati, quellodell’indissolubileintrecciotrafanatismo religioso ementalità positivista. Perl’opinione corrente, lamentalità positivista è atea,scettica, crede solo ai fatti, èmaterialista, mentre ilreligioso sarebbe l’opposto,spiritualista e fideistico. Mapositivismo e fideismo sonoaccoppiati sin dalle origini

moderne, fin da AugusteComte:chi ragiona“inmodopositivo”puòesserereligiosofondamentalista. Percompiere il salto dal fattopositivo alla fede, bastaconsiderare la verità rivelataessa stessa come un fatto,basta seguire le “istruzioni”del libro di dio come siseguono le istruzioni d’usodegli elettrodomestici. È quiche entra in giocol’interpretazione letterale, e

non più metaforica, delleaffermazioni religiose:“l’inferno su terra” intesoletteralmente; il “diavolobianco” inteso letteralmenteper la Nation of Islam, maanche i brani della Bibbiainterpretati alla lettera per lesette protestanti. Secondo unsondaggioGallupdel1983,il62% degli americani “nonaveva dubbi” sul fatto cheGesù tornerà sulla terra. Unaltro sondaggio del 1980

trovò che il 40% degliamericani consideravano laBibbia“larealeparoladiDio[...] da prendere alla letteraparola per parola". Nel 1988un sondaggio con domandeformulate in modo diversodiedeun31%dipersonecheconsideravano la Bibbia la"reale parola di Dio daprendere alla lettera parolaper parola”. Il 31%rappresenta 61 milioni diamericanisoprai19anniche

credono alla Bibbia parolaper parola, persino nelleimmagini terribili e barocchedell’Apocalisse di sanGiovanni (in inglese, il librodell’Apocalisse si chiamaRevelation).11

Un’altra saldatura trapensiero positivista efondamentalismo religioso siproduce nell’immensapotenza retorica che negliStati Uniti è conferita ai

numeri.La comunicazionedimassa sfrutta molteplicifigure retoriche del numero,dalla ripetizione ("In 12giorni, con 12 fiale, 12 annidi meno sul vostro viso”),all'enumerazione ("1 offertaeccezionale, 2 stili di vita, 3vantaggi"), al doppio senso("99 dollari per 99 giorni diviaggio”, "920 tonnellate a920km/h”): il numero non èmaisolodenotativo,maèunostrumentolinguisticoincuisi

nascondono sempreconnotazioni.12

Ma per gli Stati Uniti èqualcosadipiù.GiàSombartnotava l’ammirazione tuttaamericana“diognigrandezzamisurabileepesabile:siaessailnumerodegliabitantidiunacittà, il numero dei pacchipostali, la velocità delleferrovie, l’altezza di unmonumento, la larghezza diun fiume, la frequenza dei

suicidi”. E dava comeragione:“Lavalutazionedellagrandezza in termini dinumeri non significanull’altro che poter mettereradice nell’anima dell’uomoprocurandosi denaro con lostrumento capitalistico. [...]Le grandi dimensioni delpaese americano hannosollecitato questacaratteristica,ma innanzituttodoveva essere risvegliato ilsenso in genere per il

numero”.13 Un secolo dopoSombart, chiunque abbiavissuto un po’ negli StatiUniti riconosce lastraordinaria potenza delnumero che pervade lacomunicazione scritta, orale,visiva.Ilnumerogarantiscelaveritàdi una tesi: ridotta allasua quantità numerabile, unatesi diventa positiva,verificabile:un numero è unfatto. Solo che questa verità

numerica è usata in mododisinvolto. La funzione delnumero non è di indicarequale numero, ma di essereunnumero.

Già a questo stadio ilnumero assolve una funzionenon più aritmetica macabalistica, religiosa, propriocome per le sette cristiane il666èilnumerodellaBestiaodell’Anticristo, proprio comeper i Black Muslims Yakubaveva 59.999 fedeli; come

6100 (e non 7400 o 5200)annifa,unatondapercentualedel 70% (e non uno stupido68)degliuominioriginari,deineri, era felice e il 30% (enon un prosaico 32) erascontento. Agisce la stessafunzione retorica quandoMalcolm X dice che lamassoneria e il diavolo“hanno solo 33 gradi diconoscenza, mentre Allah neha360”,dove“grado”èusatouna volta come "stadio” e

un'altracomeunitàdimisuraangolare.14 Dopol’interpretazioneletterale,orail numero costituisce ilsecondopontetrapositivismoe religiosità integralista, equel che li connette è che ilnumero pretende di essereintesoletteralmente,anzi,èlaletteralitàfattasisegno.

***

Ma Yakub è unoscienziato, anzi uno"scienziato pazzo”. E cosìl’intreccio tra pensieropositivo e superstizione si faancora più esplicito e piùprofondo. Nel raccontooriginale di ElijahMuhammad,piùdi6000annifaYakub“conobbeilpropriofuturogiocandoconl’acciaio.Con questo metallo hasempre giocato la razza cheegli creò. L’acciaio è

diventato ilmetallo piùutile.Yakub ne vide la capacità diattrazione magnetica [...] econcepì un essere umano,improbabile ma creato perattrarreglialtri,che,dotatodiunasicuraconoscenzadituttigli espedienti e di tutte lemenzogne, avrebbesottomesso il negrooriginario...”15 All’originedell'infernocisonolascienzae la tecnologia che hanno

creatoildiavolobianco.Questacontaminazionedi

scienza e demonologia non èpeculiare della Nation ofIslam, né di Chicago. "Inrealtà,ildestinodellascienzaa Los Angeles,” scriveMikeDavis, “esemplifica il ruoloinverso tra ragion pratica equel che i disneyanichiamano l'immagegneria[imagineering]. Dove unopotrebbe aspettarsi che lapresenza della più grande

comunità di scienziati eingegneri coltivi una societàilluminata, la scienza si èinvece associata con laletteratura da quattro soldi,con la psicologia volgare epersino col satanismo percreare un altro mattone delmito californiano.”16 Ilrapportotrascienza,religioneemagia si rivela dunque piùenigmatico.

Da un lato la scienza

esercita un’egemoniaindiscussa sulle societàmoderne, dall’altro questesocietà sono totalmenteignoranti sul procederescientifico. E l’ignoranzaaumenta col crescere dellaconoscenza scientifica e conl’industrializzarsi della vita.Nei nostri gesti quotidianinon solo non usiamo maiprocedimenti scientifici, masempre più ignoriamo comefunzionano gli oggetti che

adoperiamo senza sosta e cisono indispensabili. Comemai una cornetta di plasticabucherellatatrasmettesuoniadistanza? Come succede chepremountastoel’oscuritàfaposto alla luce? Premo unaltro tasto e un’immaginevenutadaunaltrocontinenteapparesulloschermo?Nonloso - rispondono i più -e nonm’interessa saperlo: qualcunaltrolosa.Piùsonosofisticatii prodotti tecnologici, più

l’ignoranza cresce: icalcolatori hanno reso inutilesaper far di conto e c’è unanalfabetismo aritmetico diritorno.

Ecco quindi che, per lastragrande maggioranza, lascienza e i prodottitecnologici sono magia. Per“magia” s’intende ogniprocesso in cui c'è unasproporzione lampante tra losforzorichiestodaungestoeil risultato del gesto: non

costa fatica pronunciare unasola parola eppure, sequesta parola è “Apritisesamo”, essa basta perspostareungrandemacignoeper entrare nella caverna diAlì Baba; non costa nullaintonareformule"magiche”ecosì ottenere oro dai sassi. Èin questo senso che, per lasocietà, la scienza è unamagia.Tantopiù la società ètecnologizzata, tanto più lasua ideologia è magica. Può

essere magia bianca, edelargire benefici all'umanità,oppure magia nera,stregoneria, e suscitarel'inferno delle catastrofiecologicheebelliche,ealloragliscienziatisonostregoni,opazzicomeYakub.17

Ancora. Se la veritàscientificaèlaveritàufficialedella società, per una societàche ignora il procedimentorazionaledellascienza,questa

società crede che la scienzadica il vero. Il punto è chealla scienza ci si crede. Nondimentichiamo che fin daisuoi albori il positivismovenera la scienza come unareligione; al contrario unareligione può essereconsiderata una “descrizionescientifica del mondo”; e inAmerica è stata davverofondata una “religionescientifica” (ChristianScience) che ancor oggi

pubblica un autorevolequotidiano: il "ChristianScience Monitor”. E oggitutta la società modernapratica la fede nella scienza.Così il determinismo dellaprevisione scientifica non sidiscostapiùdallaprofeziadeldiscorso religioso. Eccoperché negli Stati Uniti laprofezia sociale si è spessotravestita da previsionescientifica e l’utopia si èespressa come fantascienza,

come nel classico LookingBackward (1897) di EdwardBellamy,chefuilvangelodeicosiddetti “Nuovi apostoli”delsocialismoamericano.

Nel sovrapporsi diprevisione e profezia, laferrea determinazione delleleggi della meccanica finiscecon il somigliare sempre piùalla fatale predeterminazionedell'astrologia e lapredestinazione degli astrifigura sempre più

l’inesorabilità del destinosociale. Nel 1952-1953TheodorW.Adorno,unodeifondatori della scuola diFrancoforte, concentrò i suoistudisulla rubricaastrologicadel"LosAngelesTimes”:

Dato che per lamaggior parte degliindividui il sistemasociale è il “destino”,indipendente dalla lorovolontà e dal loro

interesse, esso vieneproiettato sugli astri alfinediottenerecosìunamaggiore dignità egiustificazione, chequegli stessi individuisperano di condividere.Nello stesso tempo,l’idea che le stelle,purché vengano lette inmodo esatto, offranoqualcheconsiglio,mitigaproprio quella pauradell’inesorabilità dei

processi sociali che èalimentata dalle personestesse che contemplanole stelle. Quest’aspettodell’ambivalenzadell’astrologiaèsfruttatodallato“razionale”dellarubrica. L’aiuto e ilconforto offerti dagliastri spietati ammontanoall’idea che solo chi sicomporta razionalmente[...] ha una qualchepossibilità di soddisfare

con l’adattamento lecontraddittorie esigenzeirrazionali dell’esistente.Così la discrepanza tragli aspetti razionali equelli irrazionali dellarubrica esprime unatensione inerente allarealtà sociale stessa."Essere razionali”significa non mettere indiscussione situazioniirrazionali,mariuscireatrarne il massimo

vantaggio dal punto divista del propriointeresseprivato.18

Se la previsionescientifica non si discostadalla profezia religiosa e ildeterminismo razionalista siconfonde con la fatalitàastrologica e l’inesorabilitàdella divina provvidenza,alloraalverboreligiosovieneattribuita quella certezzainoppugnabile,positiva che -

peripositivisti-caratterizzaildiscorso scientifico. Si credeall’avvento del Cristo comealleequazionidiMaxwell, alnumero della Bestia (666)comealnumerodiAvogadro(6x1023): questo spiega laforza del creazionismo negliStati Uniti e i ricorrentitentativi di proibirel’insegnamento deldarwinismo nelle scuole,perchéilraccontobiblicoche

narra come Dio creò la terracirca 5000 anni fa e invecel’evoluzionismo che narracome le specie si sianoevolute in miliardi di annisono visti come due teoriescientifiche in competizione,dicuiunadeveesserefalsa.

Molti fondamentalisticristiani tolgono così i lorofigli dalla scuola perché nonimparino il darwinismo.16100annifadelloscienziatopazzo Yakub non appaiono

più così insensati in questocontesto in cui - perconsentircialmenounsorriso-itexanisivantanodiesseretalmente indisciplinati "danon obbedire nemmeno allalegge di gravitazioneuniversale”.

***

Va tutto bene, si dirà,

tuttogiusto,masolounidiotapuòcredereche6000anni fa

ci fosse l’acciaio, che siusasse il magnetismo, che ineri abbiano costruito laMecca e così via. C’è unlimite anche alla credulità.Eppure...

Eppure,chedifferenzac’èfraessereprontiadammetterel’incredibile e invecel’apertura mentale? Per il"pensiero positivo", essereaperti mentalmente, essereopen-minded, è una qualitàfondamentale: vuol dire

essere pronti ad accettare lenovità,acogliereleoccasionidiguadagno,anonescluderenessuna ipotesi. Solotrentanni fa potevamo maiimmaginare che non avrebbesuscitato nessun senso difollia o d’insanitàmentale lospettacolodiunpassantecheinveisceda solo,urla, sbraitamentre cammina per lastrada? Oggi questo passantesta soltanto parlando altelefonocellulare.

È davvero sottile lafrontiera tra credulità eaperturamentale:ognigiornolarealtàmetteaduraprovalaragione. Una sera a cena, unamicotra i30e i40,bianco,progressista, buon padre,saggio pagatore di un mutuoperlacasa,midicevaintuttaragionevolezza che sì, l’Aidsè un complotto dei bianchiperdistruggereineri,propriocome il crack che spinge ineri alla delinquenza, alla

povertà, e li tiene sotto iltallone bianco. Il mio amicodava così credito a una tesiassai diffusa tra i neri, nonsolo nella Nation of Islam,ma in tutte le inner citiesdove è chiamatacomunemente The Plan: “Apartire dal 1980 la roba [ladroga]hafattounveroboom[...], quel che credo,man, ècheera tuttocomeungrandecomplotto[masterpian].Noi,ilnostropopolo -vogliodire

noi, i neri - non potevamofare altro che brillare econtinuare a progredire [...]quandoquestaputtanadirobaè arrivata [...] ci ha riportatoindietro di cinquant'anni”,diceva Ryckey, un ragazzonerodiChicago,alsociologoLoïc Wacquant.19 TheConspirancy: Youth Gangs,Violence and Drug (“Ilcomplotto: gang giovanili,violenza e droga”): così

s’intitolavainfattiundiscorsodiFarrakhanmessoinvenditasu cassetta. E il mio amicobianco, di fronte alla miaincredulità, usaval’argomentorazionalistadella“scatola nera”: non sai cosasuccede nella scatola, maguarda cosa entra e poi cosaesce, e cerca di trovare ilmeccanismopiùsemplicechespieghi come l’input sitrasformanell’output.Finoal1978,mifacevanotare,prima

del diffondersi di Aids ecrack,ildivariodiredditotraneri e bianchi diminuiva, daallora è aumentato. Citavastatistiche: a poco a pocoquella "leggendametropolitana” che mi avevafatto sorridere restavabalzana,maacquisivaunasuaplausibilità.

Ma il vero dubbio suquesto tema e, in generale,sulla questione dellacredulità, lo fanno sorgere le

rivelazioni apparse sullastampaamericanaafine1993eriprese(senzamiglioresito)nell'estate del 1997.20 Ilgoverno di Washington haammesso che per decenni imilitari hanno portato atermine esperimenti dimassausando a loro insaputacentinaia di migliaia, forsemilioni di cavie innocenti.Negli anni cinquanta esessanta lo stato maggiore

americano mandava interedivisioni di coscritti vicino adove era scoppiata unabomba atomica per “vederecheeffettofaceva”,peravereuno screening dimassa sulleconseguenze delle radiazioni.Esperimenti sugli umani liavevano già compiuti inazisti, sugli stranieri, suipropri prigionieri di guerra,sugliebrei,suglizingari.Ma,di nuovo, quella era unadittatura, anzi era la barbarie

fattaregime.Quino,quièungoverno democraticamenteeletto dai propri cittadini chefa esperimenti sui proprielettori. Addirittura, ilaboratori militari hannovolatilizzato germi chimici ebatteriologicineivagonidellametropolitana di New York,sempre "per vedere cheeffetto fa” su centinaia dimigliaiadiignaricivili.

C’era un umorismomacabro nell’irrorare

radiazionidinascosto,mentre

nelle scuole sifacevano leesercitazioniantiatomiche e aglistudenti si insegnava acoricarsi per terra emettere la testa sotto ilbanco in caso diesplosione nucleare.Agliadulti sivendevanorifugi antiatomici dacollocarenelgiardinodicasa. Le città si

riempivano dellasegnaletica gialla e nerache indicava lapresenzadel rifugio antiatomiconegli edifici. Sipubblicavanomanualisucome sopravvivere incaso di attaccoatomico.21

Per quanto riguardaquell’epoca,èdiabolicocomeleautoritàprendevanoingiroicittadini,edèpateticocome

costoro si fidassero del lorogoverno, ignari del tumoreche esso instillava nei lorocorpi. Una fiducia per cuiaddirittura, scrive BrunoCartosio,

l’immagine del"fungo” acquistava unapopolarità sempremaggiore.DaglistatidelSud-ovest i turisti,insiemealleriproduzionidelle straordinarie

bellezze naturali,mandavano cartoline sucui erano immortalate leesplosioni nuclearisperimentali nel desertodel Nevada. Anchel’aggetivo "atomico”diveniva sinonimodiffuso di eccezionale,fantastico [...]: caffèatomico, lavanderiaatomica,amoreatomico,bacio atomico, cocktailatomico, disinfestazione

atomica, lavamacchineatomico.AncheleattricidiHollywood divennero"bombe".22

Per quanto riguardal’oggi, l’aspetto piùimpressionante di questerivelazioni è la scarsaimpressione che hannosuscitato: un paese che hacacciato un presidente(Richard Nixon) perché haregistratodelleconversazioni,

un paese che minacciava dicacciarne un altro (BillClinton) per una macchia suun vestito e un episodio diamoreancillare,questostessopaese non fa una piega difronte a simili notizie. Comese, sotto sotto, le sospettassegià, come se si sfiorasse quiquellalineadiconfineoltrelaquale l’ipocrisia dellademocrazia non è piùsostenibile: allora megliotacere. E allora perché non

credere che questo stessogoverno, questo stesso paesetiabbiamentitoanchesualtroe che l’Aids sia o il fruttoindesideratodiuna ricercadiguerrabatteriologicao l’esitodi un complotto antinero? Eche il crack siadeliberatamente diffuso nelleinnercities?

Masetihannomentito,seti mentono, e se la bugia ècosì enorme, perché nonpensarechehannomentitosu

tutto, e in particolare su quelchenonpuoicontrollare,cioèsul passato? Perché i bianchinon avrebbero mentito aipropri ex schiavi neri sullaloro storia, se mentono aipropri cittadini bianchi sulloropresente,anzimettonoinpericoloillorofuturo?

È nell’orizzonte diquest’immensa menzogna, diquesta cosmica falsità, ches’inserisce il problema deldemonio. Parlare dei diavoli

bianchi implica che ildemonio si manifestiovunque, che sia pervasivo,proprio come i bianchi e lebianche; che popoli le tuecittà, le tue vie, la tua vita,che il demonio sia ubiquo,onnipresente, che ti assilli, titenti.AncheinquestocasolaNation of Islam è ben lungidall’essere isolata. Ilsatanismo, il terroreper (e lafede nel) demonio si radicanella fede cieca nella

CostituzionedegliStatiUniti.Se laCostituzione è perfetta,se gli uomini sonofondamentalmente buoni,come mai in questo paesedilaganoilmale,l’ingiustizia,laferocia,lacattiveria?

Quando il sistemaamericanofallisce,comesuccede, naturalmente,di tanto in tanto, gliamericani non cercano idifetti del sistema,

guardano a diavoliumani che hannorovinato un sistemaperfetto. [...] L’idea cheil sistema americano èperfettoenonpuòesseremigliorato viene dallastoria peculiaredell'America. I padrifondatori dell’America(Thomas Jefferson,George Washington,Benjamin Franklin)eranodeglidèio,senon

dei,almenoindividuipiùperfetti di qualunquevivente di oggi.Tracciarono un sistemaunico che potrebbedurare per sempre senzamiglioramenti. Che era,ed è, perfetto. Nessunaltro paese ha avutopadrifondatorinelsensoin cui gli Stati Unitihanno avuto padrifondatori. Il solo altrostato che li ebbe, l’Urss

con Marx e Lenin, haappena respintoufficialmenteisuoipadrifondatori restituendoLeningrado al suo nomeoriginale di SanPietroburgo.23

Anche il laico eprogressista Lester Thurowusa il termine “diavoliumani”: qui, come neldibattito sulla povertà esull’underclass, la reazione è

stupita, è attonita: com’èpossibile che nel sistemaamericano che garantisce atutti il diritto alla felicitàesista però l’infelicità,l’ingiustizia? Perché c'è ildiavolo.Quando laNationofIslamidentificaneibianchiildemonio, in realtà manifestatutta la sua adesione alsistema americano, la suafede nella Costituzione e cimostracome, inognisistemasociale che i cittadini

considerano non migliorabile(comegliamericaniritengonola Costituzione degli StatiUniti),lapresenzadeldiavolosia destinata a diffondersipoiché, se non è possibileincolpare il sistema,l’ingiustizia di classe, lafaziositàdileggietribunali,èpur necessario trovarequalcuno responsabile delproprio dolore, della propriasorte iniqua. Un demonio,milioni, decine di milioni di

demoni.

***Maquestodiavolobianco

era “un selvaggio nudo esenza alcun senso divergogna, peloso come unanimale, che passeggiava aquattro zampe e viveva suglialberi”. Ricordo uncapocantiere francese inSenegai che, all’inizio deglianni settanta, mi diceva,

comododavanti agli aperitivinel tramonto di Dakar, che isuoi operai neri erano sìbravi, “ma sai, sono appenascesi dai rami [ils sont àpeine descendus desbranches]”. Per il razzistabianco, il nero è un primateappena sceso dagli alberi.Eccoallorache,perlaNationof Islam, il bianco è unanimale peloso che a quattrozampecamminasuglialberi.

Se l’angoscia ti sopraffà

nel guardare ai musulmanineri,èperchéproprioquandola Nation of Islam sbandieral'orgoglio della negrità, inquesto preciso gesto dicontrappasso, essa esibiscequella subalternità di cuiparlava Myrdal. Subalternitànel tema dell’avvento (delregnodeineri,controilregnodel signore Gesù, bianco ebiondo), nella scelta dellacronologia (i 6000 anni diYakub contro i 5000 della

Bibbia), nel ruolo dellascienza(èloscienziatoneroacreare il bianco contro latecnologia bianca che hacolonizzato e schiavizzato ineri), nel colore del demonio(nell’immaginario bianco ildiavoloènero).Essarimandaal mittente bianco le suecontumelie, ma come dalbasso, impoverite, quasiridicolizzate. Il suoislamismo, invocato comeantitesi al cristianesimo

bianco,ècristianizzato.Quasifosse la versione povera, enera, delle sette protestanti,essaci rivela tantissimosullalororeligiosità.

Nello stesso tempo laNation of Islam delinea ilfondamentalismo dei nostritempi. Un fondamentalismonuovo,moderno,chesiforgiadalcontattoconl’altrodasé.SullerivedelLagoMichigani neri discendenti di schiavierano ormai proletari,

sottoproletari urbanicolonizzati dalprotestantesimo cristianobianco.Ungruppodi lorohatrovatounaviadisalvezzainun’improbabile versionedell’IsIam.Maproprioperchésradicata dall’IsIamtradizionale, questa setta “hainventato i metodi di azionesocialeemobilitazionechesisono ritrovati in numerosigruppi islamici dell’Europaoccidentale negli anni

novanta; la lotta contro glispacciatori e contro latossicodipendenza, la‘riabilitazione’ delle gangmediante la conversione deiloromembri”24;d’altronde laNationofIslamèsbarcatafindal 1986 in Gran Bretagnadovedichiara2000credentiedove ha aperto una scuola dicui il governo ha ordinato lachiusura nel 1998.25 Mal’influenza dei Black

Muslims sul Vecchiocontinente va oltre ilproselitismo diretto. La “vianera all’IsIam” è servita damodello ai fondamentalistimaghrebini ed egiziani inInghilterra e in Francia, agliintegralisti turchi inGermania. E a loro volta,costoro hanno reimportatonelle terre d’origine delCorano, in Nordafrica, inAnatolia, in Asia, questaversione “riformata”

dell'Islam.Così, non solo nella

modernità di Chicago neglianni cinquanta i neriincontrarono l’IsIam, ma aChicago l’IsIam incontrò lamodernità del sottoproletariourbano nero. Così s’innescòuna catena di retroazionisistemiche, un feedback chealla lunga ha portato laquestione islamica dallaperiferia al centro dellamodernità.

Inunpercorsocircolarelastrampalata religione diYakub ha infatti riplasmato icomportamenti delfondamentalismo ortodossonel Corano. Un po’ come lesette riformate statunitensisono risbarcate aevangelizzare il Vecchiocontinente.Basti pensare chenella Nation of Islam ognimoscheahaunsuopastore.Ilconcetto di “pastore” èquanto di meno coranico ci

sia, riguarda il gregge delleanime, riporta a unatradizione occidentale cheimplica anche lo "statopastore”,cioè ilwelfarestateche recupera e assiste lepecorelle smarrite, instaurauna “polizia della felicità”.26Per di più, in America, ilpastore è per antonomasia lafigura delle chiese riformatecristiane. Pastore di unamoscheaècomedirerabbino

di una pagoda. Adimostrazione ulteriore diquanto sia arbitrariol’islamismo della Nation ofIslam,di quanto esso siaunareligione immaginata:vediamoquiquell’invenzionedel proprio passato su cuidovremotornare.

Quest’arbitrarietà simanifesta nel problema delnome. Nella sua postfazioneall’Autobiografia diMalcolmX, Alex Haley (che l’ha

redatta e chehapoi scritto ilbest-seller Radici) conclude:“La notte calò sui restimortali di El-Haji Malik El-Shabazcheerastatochiamatoanche Malcolm X, MalcolmLittle,BigRed,Satana,HomeBoy e in altri modi...”.27 Ilpadre di Malcolm X avevacome cognome Little;Malcolm, alto e con i capellirossicci,fuchiamatoBigRedquando faceva parte della

mala; poi rifiutò il suocognome di discendente dischiavi del signor Little e sichiamò X come i membridella Nation of Islam. Poi,dopo il pellegrinaggio allaMecca e l’allontanamentodalla sua setta, egli fu ElHadji della tribù di Shabaz.Questodarsietogliersiinomicon estrema facilità, come seilproprionomefosseunpaiodi calzini, tocca un gangliocentraleeinsiemedescriveun

atteggiamento. Il gangliocentrale è il ruolo nevralgicoche ha il nome nellatrasmissione ideologica.Quando il filosofo franceseLouis Althusser afferma che"l’ideologia interpella gliindividui in soggetti”,28 eglidice che un individuo èimmerso nella sua ideologiaappena è interpellato (“ehitu!”), appena è chiamato pernome, appena è “nominato”.

Questo nome veicola quindil’ideologia cui siamosottoposti. Perciò cambiarenometoccaunnodocentrale.

Però il gesto diMalcolmX esprime unamentalità checrede che sia davveropossibile cambiare nome, ecioè ideologia; unamentalitàche si ritiene liberadidarsi ipropri nomi. Una mentalitàche era l’elementocostitutivo, originario delcolonialismo europeo, come

mostra Tzvetan Todorov inpaginemagistrali suquelcheegli chiama “la furianominatrice” di CristoforoColombo, quale risulta dalsuodiariodibordo:

Colombo siappassionaallasceltadeinomi per il mondovergine che ha sotto gliocchi; e - nondiversamente dal suo -anche quei nomi

debbono essere motivati[...].“Allaprimaisoladame incontrata ho dato ilnomediSanSalvador,inonore dell’Alta Maestàche mi hameravigliosamenteconcesso tutto questo.La seconda l’hochiamataSantaMariadeConcepción; la terzaFernandina, la quartaIsabella e la quintaJuana; in questo modo

ho dato a ciascuna diesse un nuovo nome.”Colombo sa dunqueperfettamente chequelleisolehannogiàdeinomi,naturaliinuncertosenso(ma in un’altraaccezionedeltermine),Inomi degli altri tuttavialo interessano poco, evuolribattezzareiluoghiinfunzionedelpostocheessioccupanonelquadrodellascoperta,vuoldare

loro dei nomi giusti; ilnominarli, inoltre,equivale a una presa dipossesso.[...]

Le cose debbonoavere i nomi che a loroconvengono. In certigiorni quest’obbligogetta Colombo in unostato di vera e propriafuria nominatrice. [...] Ilsuopiacereètaleche,incerti giorni, dàsuccessivamente due

nomi alla stessa località(così, per esempio, il 6dicembre 1492 un portochiamato Maria all’albadiventa San Nicolas alvespro). Se, invece,qualcun altro vuolimitare Colombonell'attività di assegnarenomi, egli ne annulla ledecisioni per imporre ilnome scelto da lui:durante la sua fuga,Pinzón aveva dato a un

fiume il proprio nome(cosa che l’Ammiraglionon faceva mai), maColombo si affrettò aribattezzarlo "fiume diGrazia”.29

Innessunpostosullaterraquesta furia nominatrice hapervaso e continua apervadere gli animi comenegliStatiUniti.Prendeteunazona a caso. Per esempio,nello stato di New York,

quella intorno all’Universitàdi Cornell che si trova nellacittadina di Ithaca (isoladell'EgeopatriadiUlisse)cheè a 44 miglia da Syracuse(cittàsiciliana).Ithacaèasuavolta a 63 miglia daManchester(cittàinglese)cheè a 73 miglia da Palmyra(cittàneldeserto siriano)cheè a 73 miglia da Warsaw(capitale polacca). Se vispingete verso ovest,nell’Ohio,trovatecheCanton

(Cina)èa17migliadaDover(Inghilterra),cheèa2migliadaStrasburg(Francia)e38daRavenna (Italia). Ancora piùa ovest, in Indiana, trovate apoca distanza le uscite perAngola, Syracuse, Warsaw,LaPaz,Bremen.

Ancora una voltaincontriamo il rapporto tra inomi e le cose, ma qui lotroviamo in questa furianominatricecheesprimebenequale forma ha preso negli

Stati Uniti la presunzione dilibertà dei suoi abitanti che,novelli Cristoforo Colombo,nominando, postulano lalibertà d'installarsi in unluogo, di possederlo. E che,proprio mentre esercitanoquesta libertà nominando, lasvuotano, la rendono astrattaperché creano una geografiavirtuale in cui Anthiochiacosteggia Valparaiso che èvicina a Varsavia. Non solo:questa libertà appioppa il

concetto di “Antiochia” aquattro ranch del MiddleWest;Paris,lasofisticatavillelumière, diventa Parisnell'Idaho, grazioso, ridentevillaggettodi800abitanti.

C'è di più. Questa libertàè esercitata sì, ma come unacoazione a ripetere l’antico.Un emigrante fa 9000chilometri, traversa unoceano e mezzo continenteper ritrovare (ricrearsi) laRavenna da cui era partito.

Questa libertà genera alloraunamiriade di "tribù perse eritrovate”, non solo quellad'Israele o quella di Shabaz,malatribùritrovataepersadiBerlino, la tribù ritrovata epersa di Genova, quella diMonaco. Eccoquest’apparente libertàrivelarsi per quel che essa è:ilfruttodiunacostrizione,diun obbligo che ti impone diricercarti, di ricrearti la tuatribù "persa e ritrovata”.

Anche a costo, come feceMalcolm Little per liberarsidal giogo del cristianesimodei negrieri bianchi, diritrovarsi con un nome cheavrebbe potuto appartenere aunodeitantimercantiarabidischiavineri.

1Dichiarazioniriportate

dall'Economist” del 18

ottobre2001.2Daunaseriediarticoli

del “New York Times” delmarzo 1994 e del 13settembre 1996 e dal“Washington Post” del 2settembre1996.

3 “The New YorkTimes”,31marzo1998.

4 Gilles Kepel, Al'Ouestd’Allah,Éd.duSeuil,Paris1994,trad.it.AOvestdiAllah, Sellerio, Palermo

1996, cap. III, par. "L’Islamalsuonodelrap”.

5 Autobiografia diMalcolmX,cit.,p.205.

6“TheNewYorkTimes”,2febbraio2000.

7 Le citazioni travirgolette sonodall'Autobiografia diMalcolmX,cit.,allepp.201-204.

8J.Dewey,op.cit.,cap.xii,pp.297-298.

9 Alessandro Portelli,La linea del colore. Saggisulla cultura afroamericana,Manifestolibri, Roma 1994,pp. 126 e 124, e tutto ilcapitolo Malcolm X e l’usodellastoria,pp.121-131.

10 Frank S. Mead,Handbook of Denominationsin the United States (1961),Abingdon Press, Nashville19909,pp.19-20.

11 Paul Boyer, When

Time Shall Be No More.Prophecy Belief in ModernAmerican Culture, HarvardUniversity Press, Cambridge(Mass.)1992,p.2.Il librodiBoyer è utile per capire lamodernità del pensieroapocalittico negli Stati Unitidi oggi. (I sondaggi piùrecenti confermano le stessepercentuali di fede nellaletteralitàdellaBibbia.)

12 Esempi tratti

dall’articolo Rhétorique dunombre di Jacques Durand,nel numero monograficoRecherches rhétoriques dellarivista "Communications",coordinato da RolandBarthes,n.16,1970,pp.125-132.

13 W.Sombart,Perchénegli Stati Uniti non c’è ilsocialismo?, cit., p. 14 (ilcorsivoèmio).

14 Autobiografia di

MalcolmX,cit.,p.195.15 Elijah Muhammad,

Message to the Blackman inAmerica, MuhammadMosque of Islam n. 2,Chicago 1965, p. 112, branoriprodotto nell'AutobiografiadiMalcolmX,cit.,p.202.

16 M. Davis, City ofQuartz,cit.,p.23.

17 Riprendo questoragionamento dalmio saggioL'abisso non sbadiglia più,

pubblicato nel volumecollettivoGliordinidelcaos,Manifestolibri, Roma 1991,pp.22-24.

18 Theodor W. Adorno,TheStarsDowntoEarth.The“Los Angeles Times ”AstrologyColumn.AStudyinSecondary Superstition., inSoziologische Schriften II,Suhrkamp Verlag, FrankfurtamMain1975,trad. it.Stellesu misura, Einaudi, Torino

1985,p.16.19 Loïc J.D. Wacquant,

The Zone, in P. Bourdieu etal.,Lamisèredumonde,cit.,(pp.201-204),p.204.

20 Per esempio dal“NewYorkTimes”del6,17e25dicembre1993edel24,29luglioe2agosto1997,dal“BostonGlobe” del 2 agostoe9novembre1997.

21BrunoCartosio,Anniinquieti. Società media

ideologienegliStatiUnitidaTruman a Kennedy, EditoriRiuniti,Roma1992,p.153.

22Ivi,p.155.23 Lester Thurow, Head

to Head. The ComingEconomic Battle AmongJapan,Europe,andAmerica,William Morrow and Co.,New York 1992, p. 261 (ilcorsivoèmio).

24G.Kepel,AOvestdiAllah,cit.,introduzione.

25 “Christian ScienceMonitor”,18settembre1998.

26 Questo tema è statointrodottodaMichelFoucaultin due conferenze tenuteall’Università di Stanford il10 e il 16 ottobre 1978,Omnes et Singulatim; versouna critica della ragionpolitica, in “Millepiani".3,1994, p. 33. Foucault parlaanche del “gregge diPlatone”.

27 Autobiografie diMalcolmX,cit.,p.513.

28 Louis Althusser,Idéologie et appareilsidéologiques d'Etat,pubblicato nel volumePositions, Éditions Sociales,Paris1976,inparticolareallepp.110-116.

29 Tzvetan Todorov, Laconquête de l'Amérique. Laquestion de l’autre, Éd. duSeuil, Paris 1982, trad. it.

Einaudi,Torino1984,pp.32-34.

3.Cabrini-Green,dovec’erailparadiso

Ti mostrano i fori delle

pallottole sulle pareti, tiindicano i bossoli. Non sonotracce della Seconda guerramondiale, sono i segni della

diuturna guerra tra gang chesi combatte nel complesso diedilizia popolare di Cabrini-Green. In un anno sono statiuccisitrebambini.

Madre Frances Cabrinieraunasuora,1laprimasantanata in America; WilliamGreeneraunleadersindacale.A vederlo da fuori, questocomplesso popolare non parepeggio di Sarcelles vicinoParigi oTorBellaMonaca a

Roma.Edifici di una ventinadi piani, spogli, stile annicinquanta-sessanta,circondatidaprati stentati incui,per latroppa fatica, hannorinunciato a crescere glialberelli piantati da architettiprogressisti. Di diverso c'èsolochelafacciatadelsettorecentrale di questi edifici, coni ballatoi esterni, è chiusa dauna rete di ferro che va dalprimo piano all’ultimo. Così,nei vari piani, vedi

camminare, parlare, sedere,sempredietrolagrata,dentrouna gabbia. Finestre sonodivelte da esplosioni oincendi. Dentro, graffiti suimuri, sporcizia, infissisconnessi. Sui marciapiedi simolleggiano adolescenti conenormi scarpe da ginnastica;lunga maglia in felpa concappuccio; berretto dabaseball (visiera sulla nuca)secondo la moda delmomento: nel 1992 aveva la

X, dal film Malcolm X diSpike Lee, nel 1994 OJ, dalnome di O.J. Simpson excalciatore nero accusato diaver ucciso la ex mogliebianca...

Il complesso si trova ameno di un chilometro dalMagnificentMile,ilcorsopiùlussuoso di Chicago, e dagliultimi grattacieli con portieriinlivrea,pensilineepassatoiedi velluto. Solo che, suappena 6000 residenti, in un

anno normale a Cabrini-Greensicontanotra i4e i7omicidi, tra le 20 e le 30violenze sessuali, circa 300aggressioni,oltre100furti.ACabrini-Green all’ultimoconteggio nel 2000 eranocensiti poco più di 6000abitanti, rispetto ai 20.000dell’epoca d’oro, e al 98%erano neri,2 tutti sotto lasoglia di povertà: il 56% hameno di vent’anni e nella

maggior parte dei nuclei ilcapofamigliaèdonna:l’uomonon c’è, o morto, o inprigione, o andato via, ocacciato perché di peso. Ècon queste percentuali che ilprogetto s’è conquistato lafama del più famoso, infameghetto urbano degli StatiUniti, tanto da diventare unavergogna nazionale e daspingere il comune diChicago a votare il suoabbattimento; un’altra, non

meno importante ragione pertantapremuraècheilterrenosu cui sorge il progetto, cosìvicino all’area lussuosa dellaGoldCoast,fagolaatuttiglispeculatori edilizi. LaChicago Housing Authority(Cha)haincoraggiatol’esododa Cabrini-Green persmantellare almeno tutti ipalazzoni (high rìse): senzaandare incontroaproteste treli ha già buttati giù, per glialtriaspettacheglioccupanti

senevadano.Cosìlestrutturefatiscenti ancora oggi visibilisono la testimonianza di unastoriadestinataasparire,sonol’immagine di una parabolache ha segnato il xx secoloamericano.

Cabrini-Green è unastoria iniziata durante laSeconda guerra mondiale,quando la Chicago HousingAuthority costruisce il primocomplesso Cabrini, 583appartamenti in edifici di

due-tre piani. Il complesso èinaugurato nel 1942 daEdwardJ.Kelly(unodeitantisindaci diChicago di origineirlandese) come uno“strumento”percombatterelasegregazione razziale, perospitarecioèfamiglieal75%bianche e al 25% nere,proporzione alloraconsiderata ottimale. Maquandonel1943leprime581famiglievannoadabitarvi, leproporzionisonoinvertite,ei

bianchicheciabitanoosonopoveriosonoferitidiguerra:“Questa comunità mista dineri, bianchi poveri, invalididi guerra e disadattatiinquadrava i soggetti diquest'esperimentod’inclusione sociale,”racconta in un testoautobiografico il sociologoRichardSennettcheaCabriniha vissuto una parte dellasua infanzia, e che aggiunge:“Non c’era niente di

particolarmente americanonello sforzo di usarel’alloggio per i poveri comeun laboratorio per i problemiinsoluti nella società nel suoinsieme [...]. Cabrini e altriinsiemidialloggipopolaridelNovecentoavevanoquestodispeciale, che cercavano ditrattare insieme due feritesociali ugualmente profonde:larazzaelaclasse”.3

Ma intanto il panorama

razziale di Chicago cambia.Finoaglianniquaranta inerimeridionali giunti con laGrandemigrazioneeranostaticoncentrati nel South Side, a“Bron-zeville", vicino aimattatoi e alle acciaierie.Macon la Seconda guerramondiale, con la carenza dimanod’operaeilboomdellaproduzionebellicadiChicago(si pensi all’acciaio e allacarne in scatola), unaseconda, ben più gigantesca

ondatadiemigrazionenerasiriversadalsudchetrail1940e il1960porterànelnord tremilioni di neri.4I neri diChicagosaliranno,trail1940e il 1960, da 277.000 fino a812.000. Questo flussocambierà i rapporti razzialidella città: se nel 1900 i nerierano solo l’l,7% del totale,diverrannoil14,2%nel1950,il 32,7% nel 1970, fino al36,8%attuale.

Così, negli annicinquanta, la segregazionenonsaràpiùunaconseguenzainvolontaria ma un esitoricercato, e l’obiettivo delleautoritàcittadinenonsaràpiùintegrare,bensì"risegregare”:a questo scopo, il sindacoRichard J. Daley (altroirlandese, defunto padredell’attuale sindaco) lancia aCabrini la costruzione diedifici alti una ventina dipiani (la parte “Green” del

complesso)incuiconcentrarela popolazione nera che vivenelcentrocittadino.

(L’azione di Daley nonera proprio innocente: daragazzo, negli anni venti,faceva parte di una gangbianca che gettava bombecontro i neri che osavanoandareadabitareneiquartieribianchi. La comunitàirlandese di Chicago èstoricamente antinera,d’altronde come tutti iwhite

ethnics. Cicero, quartiereitalo-polacco di Chicago,negli anni sessanta eraconsiderato daMartinLutherKingilsimbolodell’apartheidnel Nord degli Usa; aBridgeport, nucleo irlandesedi Chicago, nel 1964scoppiarono disordini perchévolevano crearvi un liceonero.)

Trail1958eil1962sonoperciò realizzati 23 edificivanantitrai7ei19pianiper

un totale di 2992appartamenti; nel 1962 sonocompletati altri 1096appartamentiinottoedificida15 e 16 piani. In questiedifici, già all'inizio, lapercentuale di popolazionenera èvicina al 100%, ancheseunnuovo inquilinodicevaallora: “Qui è un paradiso,”rispettoallesuecondizionidivita precedenti.5 Equarantanni dopo l’inquilina

Viola Holmes ribadisce:“Pensavo di vivere inparadiso. Era bello. Non stoscherzando”. E un'altrainquilina, Rochelle Satchell,insiste: “Erano perfetti”.6Sempre nel 1962,l’operazione di“concentramento” dei neripoveri fa un altro passo inavantinelSuddellacittàconil più grosso e, se possibile,ancor più disperato quartiere

delle Robert Taylor Homes,che costeggia State Street trala35ae la 49a, il più grandecomplesso di ediliziapopolare in tutti gli StatiUniti: 28 palazzoni da 16piani,con4312appartamenti.La sproporzionata altezzadegli edifici, che sembravaun’economia di scala, si èrivelata poi uno deglielementi più distruttivi da unpunto di vista sociale, di

manutenzione, dicomunicazione tra vicini.Negli anni ottanta, nelleTaylorsHomes, il 72% dellapopolazioneeraminorenne,il90% delle famiglie conbambiniavevaunadonnapercapofamiglia, ladisoccupazioneeraal47%e,“anche se a Robert TaylorHomes viveva meno dello0,5% di tutta la popolazionedi Chicago, vi sicommettevano l’11% di tutti

gli omicidi cittadini, il 9%delle violenze sessuali e il10% delle aggressioniaggravate”.7

Nell’autunno del 2000 idemolitori stavano buttandogiù anche il complesso delleTaylor Homes.8 Ma non èsmantellando le case che sirisolvonoiproblemidichiviabita: la loro povertà nonviene dissolta dalla dinamiteo cancellata dalla ruspa. La

tragedia di questi progetti ècosì immane che i loroabitantisisonomobilitatiperresistere alla demolizione: tifa venire il groppo alla golaparlareconuninquilinodelleTaylor Homes che protestaperché non vuole traslocare,non vuole essere cacciato daquell’abominio.9

Le Taylor Homes eranoun inferno, ma gli abitantivolevano restarci. Forse

perché anche nei gironi piùdemoniaci c'è una vita divicinato, o perché questealmeno erano le bolge checonoscevano e cui eranoabituati, in cui sapevanomegliodestreggiarsi, o infineperché presentivano che uninferno dotato di tetto èmeglio di uno sulmarciapiede all’addiaccio.Nel tentativo di spingeresempre più a sud larigentrificazione del Near

SouthSidediChicago,ancheineripoverivengonorespintisempre più giù, verso Gary,versol’indianaosemprepiùaovest: il ghetto trasloca, e l'inner city si fa meno inner,maancorapiùdisperataepiùsegregata. Oggi il Far WestSide è diventato addiritturapiù malfamato deltradizionaleSouthSide.

Per risolvere i problemidei complessi popolari, ilcomune di Chicago sembra

aver adottato una strategiaalla Maria Antonietta (“Senon hanno pane, dateglibrioche”) e, invece diabbattere la miseria el’ignominia in cui vivono ineri, si limita ad abbattere ilcemento che diquest’ignominia è solol’involucro esistenziale.Tanto l’abitare nelle casepopolariègiàunasentenzadicondanna, come usare itrasportipubblici,percuivale

la massima: "Chi dopo itrentanni prende l’autobustuttiigiorni(nonvaallavoroinmacchina)èunfallito”.

Così,invecedimitigarelasegregazione, la ChicagoHousingAuthoritysi limitaadeportarla "lontano dagliocchi, lontano dal cuore”. Ilproblemanonsonolecase,ogli high rìse, il problema èl’apartheidamericana.

***

La segregazione abitativa

non colpisce solo idisoccupatinelle inner cities,ma anche la classe medianera. Nell’area in cui hastudiato la classemedia neradi Chicago, Mary PattilloMcCoy trovacheben il98%degli abitanti sono neri.10Come il suo corrispettivobianco, questa classe medianera aspira al "sogno

americano”, ovvero a unacasetta unifamiliare in legno,col praticello davanti, in unsuburbio. Solo che ledomande di mutuo percomprarsi lacasasonomoltopiù spesso respinte se irichiedenti sono neri.Mentrei neri costituiscono il 12,7%della popolazionestatunitense, essi ottengonosoloil4,8%deimutui.

Si ricordi che, pergarantire i mutui, la Federal

Housing Authority includevanei contratti clausolesegregazionistiche,giustificandole con il valoredi mercato della casa daassicurare.Siricordiilvalorecentrale della proprietà dellacasa nel "sogno americano”.Tutti qui stanno rimborsandoun mutuo o brigano perottenerlo. Un operaio biancopovero che si svena perpagarelerate,eche,sevienelicenziato, deve vendere la

casa ipotecata, non vuolesalassarsi per qualcosa il cuivalore sarà crollato severranno ad abitarci dei neri.Segregazione razziale erazzismo diventanoun’istanza economicaprimaria, stanno nelportafoglio prima che neicuori.

Il rifiuto dei mutui è unaspetto della segregazioneresidenziale che riguarda ineri relativamente agiati,

ancora una ristrettaminoranza. Per tutti gli altri,la segregazione abitativa èpesantissima, come mostranoDouglas S. Massey,dell'Università di Chicago, eNancy A. Denton nel lorolibro dal titolo emblematico:American Apartheid.11 Giànel1976circolavalacanzoneCittà di cioccolata, chediceva: “Città di cioccolata,suburbi alla érema” come

risultato dell’intensasuburbanizzazione degli StatiUniti iniziata conl’amministrazione Roosevelte accelerata negli anniquaranta e cinquanta manmano che l’emigrazione neradalSudscurivala“cioccolatacittadina”: la civiltàdell’automobile si coniugacon l’urbanesimodell’apartheid.

Lasegregazioneèdoppia:i neri sono prima concentrati

nelle città e poi segregati inuno stesso quartiere: nellostato dell’Illinois, su 12,4milionidiabitanti1,9milionisono neri. Di questi, 1,4milioni vivono nella CookCounty, la contea checontienelacittàdiChicago,edi questi 1,1 milioni vivononel comune di Chicago insenso stretto. Se negli StatiUniti nel loro insieme i nerisono il 12,7% dellapopolazione, essi

costituiscono il 16% degliabitanti dello statodell’Illinois, il 26,1% degliabitantidellaCookCounty,il36,8% dei residenti delcomunediChicago.Nelcasodi Detroit l’escalation dellaconcentrazione è addiritturaapocalittica: i neri sono il14,3%,inMichigan,il20,8%nell’area metropolitana, el’81,6% nella città. Alloracapisci perché downtownDetroit ti appare come una

città all’indomani di unaguerra. Il passaggio dallanazione alla regione, dallaregioneall’areametropolitanae da quest'ultima alla centraicity somiglia al processo diconcentrazione progressivadell’inquinamento che siproduce negli anellisuccessivi della catenaalimentare. E anzi, iChicagoans più avvertiti sivantanochenellaWindyCityquesta concentrazione

progressiva della razza siastata contenuta, e persinoaddebitano a talecontenimento la prosperitàdella città negli ultimi anni.SeChicagononèfinitacomeDetroit, ti dicono, è perché èriuscitaatrattenerviunametàdella popolazione biancamantenendoineriseparati.

Il progresso disegregazione si ripete poiall’interno della città, primadituttoalivellodiarea,senza

risparmiare i ceti agiati:“Nella versione anni novantadell’areanera[BlackBelt]delSouth Side di Chicago, c’èuna fascia di quartiericontiguiconunapopolazionetotale di più di 250.000abitanti [...] in cui più del95% dei residenti è nero,”anche se “più del 69% haposti di lavoro da collettibianchi e hanno un redditomedianofamiliaresuperioreaquello di Chicago nel suo

insieme”.12 Dall’area, lasegregazione si replica nelquartiereepoinell’isolato,inunprocessofrattale.Nellibrodi Massey e Denton sonoriportati dati terrificanti sultasso di “ipersegregazione"nelle metropoli degli StatiUniti, cioè non solo disegregazione, ma anche diisolamento, concentrazione,aggregazione e tutti gli altriindicatori che i sociologi

usano per misurare laseparazione razziale. AChicago la segregazioneneraè del 90,6%, l’isolamento èdell’82%, la loroconcentrazione dell’88,7%.Ma la segregazione èaltissimaovunque:83%aLosAngeles, 83,5% a Filadelfia,83,7aSt.Louis.13

Vièpoiunasegregazionepiù sottile, una segregazionenel tempo, non solo nello

spazio:quandoraccontadellasuagioventù,RichardSennettricorda (ma tutto è veroancora oggi): “Lo spaziodella città era diviso perrazza, ma lo era anche iltempo vissuto. Durante ilgiorno le razze possonomescolarsi [...]; di notte lerazze quasi nons’incontravano”.Divertimenti, uscite, riunionisociali, feste continuano ascandire la segregazione del

tempo.14Lasegregazionehaeffetti

devastanti sulle politichefiscaliesociali.Poichévigeil“localismo fiscale” e iservizi sociali (scuole,ospedali, trasporti pubblici...)sono finanziati in parte dalleimposte locali (di distrettoscolastico,dicittà,dicontea),iquartierieicentriurbanipiùbisognosi di servizimancanodei soldi per realizzarli.

Viceversa, per quel cheriguarda i fondi federali estataliperfinanziarelo“statosociale”, la segregazionesepara spazialmente ibenestanti dai poveri, chipaga le tasse e chi invecebeneficia dei fondi pubblici.La segregazione fa sì che iquartieri "pagatori di tasse”siano convinti di nonriceverne nulla in cambio,essa accentua perciòl’ideologia antistatalista del

“noi paghiamo e gli altrivivono a sbafo”. Lasegregazione è quindi il piùfertileterrenodicolturaperleideologie di autoriduzionefiscale. Il celebre referendumProposition 13(“Riduciamoci le tasse"),approvato in California nel1978, costituì la piattaformaelettoralereaganianaeoggièripresodai leghistinostrani.Igrandi,disperaticomplessidiedilizia popolare come il

Cabrini-Green e le TaylorHomes sono stati solo lapratica estrema dellasegregazione di razza e diclasse, sono stati cioèl’edificazione concreta delghetto.

***

La segregazione induce a

paragonare gli Stati Uniti alsistema dell’apartheidsudafricano, ma il paragone

forse più appropriato - e cheviene spontaneo a chi abbiasoggiornatoinIndia-èquellocon il sistema delle caste. Ilprimo a usare il concetto di“casta” per analizzare laposizione sociale dei nerinegliUsa fuGunnarMyrdal.Esserebianchioesserenerioessere gialli o essere natives(pellerossa) o isolani delPacifico costituisce unsistema multiplo, propriocome il sistema delle caste.

Nonacaso in India laparolacasta non è indigena ma èstata importata dagli europei(essa fu coniata daiportoghesi che con il latinocastus,“puro”, designavano ibrahamani e, per estensione,il sistema castale) e perchiedere a qualcuno a checasta appartiene gli si chiede“Qual è il tuo nome?”. Dinuovo il problema del nome,sia come atto del nominare,sia come stato dell’essere

nominati. Nella tradizioneindiana,perdesignarelacastasi indica il concetto di“colore”, coloredell’arcobaleno. Qui, negliUsa, si tratta di un altrocolore. La casta, come larazza, si sovrappone allaclasse. Vi sono in Indiamembri di classi inferiori(backward castes) e perfinodi intoccabili, fuori casta(scheduled castes), che sonoricchi, mentre capita di

incontrare brahamani poveri.Proprio come negli Usa c'èunaminoranza di neri agiati,di fronte alla gran massa dineri poveri. La casta ci èimposta dalle nostre viteprecedenti, dalla casta non sipuòevadere,comenonsipuòsfuggire all’appartenenzarazziale. L’unica speranza disfuggirealpropriodestinodicasta edi razza stanellavitaventura, nella prossimareincarnazione in India,

nell’aldilà religioso negliStati Uniti (da qui ilfondamentalismo religiosonero,"L’infernoèsullaterra”dei BlackMuslims, e da quile conversioni di massa albuddhismo e al cristianesimodei fuoricasta indiani chetentavano di sfuggire aldestino di paria). La castanascenell’economiaagricola,come lo schiavismo negliUsa, ma subisce unamutazioneesiadattaallavita

urbana dell’India moderna.La cultura della casta èpervasiva e contagiosa inIndiacomelaculturarazzistanegliStatiUniti:religionichenon conoscevano le caste,comequellacristianaequellamusulmana, si sonorapidamente "castizzate” unavolta penetrate nelsubcontinente e nell’universoculturale indiano. Il sistemadelle caste si basa su unagerarchia di tabù (alimentari,

sessuali, comportamentali) edi pregiudizi. In un ambitocorporeo, nel razzismo Usac'è una scala di tabù checulmina con “l’intoccabilitàdelladonnabianca”.ManegliUsa i neri sono consideratiintoccabili - cioè"contaminano” quel chetoccano - in un senso piùsottile, ma non menodrammatico: sono intoccabilifinanziariamente, perchésvalutano ciò con cui

vengono a contatto, fannocrollare il prezzo dei terreniin cui abitano. Una nuovacategoria di paria, i pariaeconomici.

Identico è lo statuto diufficiositàperidueproblemi,ambedue ufficialmente,formalmente risolti dallalegge: in India le caste sonoabolite dalla Costituzione,comenegliUsainerigodonodi uguali diritti civili a forzadi sentenze della Corte

suprema. Ma l’ipocrisia diquesto formalismo è svelatadal fatto che, in India comenegliUsa, si sente il bisognodi affirmative actions : sipropongono cioè semprenuove "discriminazionipositive”, qualil’assegnazione di una certaquota di posti (nelle scuole,negli uffici) a una certaminoranza. Il criterio dellequote,adottatoinmoltiufficipubblici statunitensi per i

neri, è stato richiesto per lefascebasseeintoccabilidallaMandaiCommissioninIndia.Ma le affirmative actionsproducono scarsi effettiperché non incrinano ilpregiudiziodimassa.InIndianel governo, per volontà diGandhi, c’è sempre,dall’indipendenza, unministrointoccabileeministridelle caste inferiori. Oggi cisono poeti paria, musicistidelle caste inferiori e anche

banchieri. Ma il gap dipovertà e di emarginazione èrimasto lo stesso. Propriocome negli Usa tra i neri cisono generali, senatori,giudici della Corte suprema,congressisti, sindaci, dividello spettacolo, sportiviricchissimi. Ma tutto questonon ha potuto evitare che,dopoessere sceso tra il 1945eil1950,ildivariotraredditomediano delle famigliebianche e nere a partire dal

1978 abbia ricominciato acrescere, e nel 2000 ladistanzatrabianchienerieraquasialtrettantachenel1954,quasicinquantanniprima.15

La similitudine va ancoraoltre: negli Usa è semprestato ed è impossibile creareun partito politico nero,propriocomeinIndiaèfallitoogni tentativo di fondare unpartito che unificasse tutte lecasteinferiorieifuoricasta:il

principio di casta, comequellodirazza,èunprincipio“divisore”, che separa egeneraesso stesso sottocaste.Mentre, da parte deidominanti, s’incoraggial’odiotralecastecomfquellofra le razze. Come ognisocietàmulticastale,lasocietàmultirazzialedegliStatiUnitiè multirazzista e crea le sueproprie gerarchie. La castadei bianchi si divide nellecastedeibianchiprotestantie

dei bianchi cattolici (gliortodossi sono inferioririspetto a tutti edue).A lorovolta i bianchi cattolici sidividono in nordici (tedeschie irlandesi), latini e orientali(polacchi, croati...). Tra igialli statunitensi, il sistemacastale si divide a sua voltacon i coreani in posizionearretrata: forse questo fa sìche l’odio razziale tra icoreanieinerisiacosìforte.Tra gli stessi neri, i

portoricani sono statisostituiti come paria daglihaitiani (cui si nega persinol’ingresso perché sarebbero"portatoridiAids”).

Gli stessi pregiudizi simoltiplicanp: come per ilrazzismo orientale il biancopuzza, così per il razzismobianco è luogo comune lapuzzadeineri,mentre“Comemi diceva recentemente unfratello negro: ‘Non hai maisentito come puzzano le

donne bianche quando sonobagnate? ' ” (MalcolmX).16Gli Stati Uniti hanno cosìsostituito il principio diappartenenza etnica alprincipio castalemoltiplicando le caste(proprio come in India doveesistono più di 3000 caste incui si sono frammentati icinque gruppi originari:brahamani, guerrieri,artigiani, contadini e

intoccabili).Nell’eternadiscussione in

corso negli Stati Uniti suquale fattore è preminentenellasituazionedeineri,sela"razza” o la "classe”, glistudiosi americani sono restiia usare il concetto di "casta”perché colpisce al cuore unodei più radicati miti fondantidegliStatiUniti, quello dellamobilità sociale e cioèdell’assenza di una strutturarigida di classe. Gli

statunitensi hanno sempreostentato orgoglio perché illoroèun"paesesenzaclassi”.Maquestamobilitàsocialesiscontra con il sistema“castale” dell’origine etnica(tanto più razziale) cui nonpuoi sfuggire. La faccenda ètanto più paradossale inquantoilsistemadellecasteèun sistema olistico che nonlascia spazioall’individualismooccidentale, come ha

mostratoLouisDumont17chenarra con quali tappe e inquali modi l’Europa post-medievale abbia generato lanozione di individuo inquanto soggetto storicoindipendente. Certo,l’individuo in carne e ossa èesistitosempreeovunque tragli umani, ma per molteciviltà non è stato questosingolo a costituire l’agentedella storia. In India il

soggetto storicoè lacasta, inmolti popoli era la tribù,nell’anticaRomaera lagens,quella che ti dava il “nome”(ancoraunavoltaintervieneilnome). Solo l’Occidentemoderno ha prodotto unavisione della società in cui ilsoggettostoricoèl’individuo.C’è di più: Dumont mostraquanto sia falsa lacontrapposizione fraaspirazione all’eguaglianza edifesa della libertà

individuale, l’antitesi fraegualitarismo eindividualismo. Falsaquest’antitesi perché lesocietà tradizionali non sisono mai poste il problemadella diseguaglianza, inquanto fondate sul principiodi gerarchia, e perché si puòdare uguaglianza solo traindividui. Eguaglianza eindividuo si affermano colcapitalismo, con l’apoteosidell’individuo padrone,

imprenditore, capitalista chedeve poter disporre diindividui uguali tra loro,uguali come operai, comeacquirenti, poi uguali comecittadini.

Ora l’America, in quanto“terra promessa delcapitalismo” secondo ladefinizione di Sombart, haportato all'estremo limitel’individualismo el’eguaglianza formale. Ma lestesse necessità del capitale

hanno riprodotto e nutrito unsistema castale, unaframmentazione insottosistemi olistici, per cuiunindividuonegliStatiUnitinon è un individuo e basta,egliprimaè“nero”,poihaun"nome”. Il sistema castaledelle razze è stato riprodottoprima dallo schiavismo, poidagli immigrati come forzalavoro mobile, docile ecrumira, poidall’importazione a nord dei

neri usati a loro volta persconfiggere gli scioperi deglioperai immigrati, poi dalmercato immobiliare che haprodottosegregazioneproprioperché il valore in denarodelle case è determinato dalpregiudizio razziale e lorafforza. La logica delcapitale appare in questosenso cannibalica, poiché, inbase alle sue necessità, essaincrina e distrugge alcunivaloricardinechestannoalla

basedell'ideologiacapitalista,quelli che costituivano lo“spirito del capitalismo” dicuiparlavaMaxWeber.

1 Irving Cutler cita suor

Cabrini (1850-1917) comeuno dei due “Italianimmigrants" che divennero“world renowned”mondialmente celebri: l’altro

è il fisico Enrico Fermi (op.cit.,p.99).

2AA.VV,Cabrini-Green.In Words + Pictures, W3Chicago,Chicago2000,p.5.

3 Richard Sennett,Respect in a World ofInequality,Norton,NewYork2003,p.7.

4 U.S. Bureau of theCensus, Historical StatisticsoftheUnitedStates.ColonialTimes to 1970, Washington

D.C.1975,partei,p.95.5Dallaprimapaginadel

“Chicago Tribune” del 15ottobre1992.

6 AA.VV., Cabrini-Green. InWords + Pictures,cit.,pp.36e32.

7 Gregory D. Squires,Larry Bennett, KathleenMcCourt, Philip Nyden,Chicago.Race,Class,andtheResponse to Urban Decline,Temple University Press,

Philadelphia 1987, pp. 113-114.

8Sulledemolizioniesuivari progetti di ediliziapopolare, i dati sonoconsultabili sul sito:www.thecha.org.

9 Mi è successonell’agosto2000aFiladelfia,a margine della conventionrepubblicanacontrocuieranovenute a dimostrare leassociazioni di homeless

d’America.10 M. Pattillo McCoy,

Black Picket Fences, cit.,appendiceB,p.226.

11 Douglas S. Massey,Nancy A. Denton, AmericanApartheid. Segregation andtheMakingoftheUnderclass,Harvard University Press,Cambridge(Mass.)1993.

12 R. Sennett,op. cit.,pp.17-18.

13 M. PattilloMcCoy,

op.cit.,p.28.14 D.S. Massey, N.A.

Denton, op. cit., tabelle allepp.71e77.

15 Nel 1954 il redditomediano delle famigliebianche era 1,7 voltesuperiore a quello dellefamiglie nere; nel 2000 era1,6voltemaggiore.

16 Autobiografia diMalcolmX,cit.,p.323.

17 Louis Dumont, Homo

Æqualis. Genèse etépanouissement del’idéologie économique,Gallimard, Paris 1977, trad.it.Adelphi,Milano1984.

4.Ilcoloredeifelini

EraancoranottenelWest

Side di Chicago, quel 4dicembre 1969, e l’orologiosegnava le quattro e trenta,quando dall’appartamento alprimopianodel2337diWest

Monroe Street risuonaronospari,epoispari.Piùtardifutrovato un centinaio dibossoli. Appena le pistoletacquero, la strada brulicò dipoliziotti. Le autoambulanzeportarono via due cadaveri ecinque feriti. Erano mortiFred Hampton, 21 anni,presidente del partito dellePantere nere (Black PantherParty) nell’Illinois, e MarkClark, 23 anni, leader dellePantere nere di Peoria, Altri

tre giovani furono arrestati,quattro feriti: due ragazzi(Ronald Satchel, 19 anni, eBlair Anderson di 18) dueragazze (Brenda Harris, 18anni,eVernlinBrewerdi17).Dei 14 poliziotti (di cuicinque neri) che avevanopartecipato all'irruzione, unosi era fatto male alla manocon i vetri rotti di unafinestra, un altro avevaricevutounapallottolainunagamba.

Secondo la versioneufficiale, il 2 dicembre uninformatore aveva riferitoall’Fbi che in quella casa,sede delle Pantere nere diChicago, c'era undeposito diarmi illegali. Per la spiata,l’informatore fu pagato 300dollari. Quando i poliziottiavevano fatto irruzione,ripetevanoletv,glioccupantiavevano sparato contro laporta e la polizia avevareagito: più volte gli agenti

avevano ordinato disospendere il fuoco, madall’interno avevanocontinuato a sparare.Hampton era stato trovatomorto nel suo letto con duepallottole in testa. Ilprocuratore annunciò che lesette Pantere superstitisarebbero state incriminateper tentato omicidio. Sempreil 5 dicembre, la poliziaperquisìlacasadiBobbyLeeRush, viceministro della

Difesa e il più alto dirigentevivo delle Pantere neredell’Illinois. Furono trovatearmi e spiccato un mandatod’arresto. Il 6, Rush “siarrese”davanti auna folladi5000persone,mentreleggevai risultati di un’autopsiaindipendente per cuiHamptonera statouccisonelsonno. Rush fu ammanettatodatrepoliziottineri,tracuiilpresidente dell’Afro-American Patrolmens

League, associazione degliagenti di colore (il “ChicagoTribune” del 7 titolava inprima: “Poliziotti neriarrestano Rush, leader dellePanterenere,davantia5000”e,all’interno,insisteva:"Rushsiarrendeapoliziottineri”).

L'8 dicembre il sindacatoUnitedAutoWorkers (Uaw),la National Association forthe Advancement of ColoredPeople (Naacp) e un’altradozzina di organizzazioni

chiesero una commissioned’inchiesta sull'uccisionedelle Pantere. Ogni giornoun’interminabile filaaspettava di visitarel’appartamento di WestMonroe. “Ci sono giovani,operaiconvestitimacchiatidivernice, donne di mezz’etàcol cappellino fiorito,impiegatibenvestiti,anziani,impiegati postali nella lorodivisa grigia [...] la folla èmaggiore al pomeriggio

quando sul marciapiede simettonoincodalunghefilediscolari dalle giacche con icolori brillanti”.1 GiovaniPantere mostravano che nonc’erano tracce di pallottoleintornoallaportad’ingressoecheinveceibuchisulleparetieranoconcentratisopra i lettidove erano stati trovati imortieiferiti.

L’11 dicembre, sotto untitolo cubitale a tutta pagina

esclusivo, il “ChicagoTribune”riportavalaversionedel procuratore con tanto difoto con cerchietti a indicarele tracce dei proiettili sullaporta. Foto poi smentiteperchéquei forinoneranodipallottole. La domanda se lapolizia avesse compiuto unomicidio politico diventavauna minuziosa controversiasutracce,porte,pareti,angolidi pallottole, undibattito allaPerryMason. Il 19 dicembre

il ministero della Giustiziadegli Stati Uniti istituì ungran giurì:all’amministrazionerepubblicana di RichardNixon non spiacevapunzecchiare il sindacodemocratico di Chicago,Richard Daley. Il 15maggio1970ilgrangiurìemiseilsuoverdetto: la polizia avevasparato più di 90 colpi,mentre dall’interno ne erastato sparato uno solo, il

procuratore aveva mentito,avevanomentito lapoliziadiChicago e il laboratoriocriminale.2 Le Pantere nerefecero causa a governo, statoe città. Gli anni passarono.Nel1977l’istanzafurespinta.Ancora altri anni. Infine nel1982 l’ufficio della CookCountyapprovòuncompensoper 1,85 milioni di dollaripagati-perunterzociascuno(616.333dollari)dalgoverno

federale,dallaCookCountyedalla città di Chicago - peravercospiratoperdistruggereilpartitodellePanterenereeaverviolato idiritti civilideisuoi membri. Tredici annidopo,lagiustiziariconoscevache Hampton e Clark eranostati uccisi nel sonno. Maormai non importava più anessuno. Le Pantere nere sieranodissolteedal1971nonerano più una minaccia. Itempi erano cambiati: nel

1983 Bobby Rush fu elettoconsigliere comunale diChicago.

Ma nel 1969, per ilgovernolePanterenereeranoilpericolonumerouno.Comeavevadettonelmarzo1968ildirettore dell’Fbi, J. EdgarHoover: “Costituiscono laminacciapiùpericolosaperlasicurezza interna degli StatiUniti”. Tanto che, quando fuucciso Fred Hampton, nonc’era più in libertà nessun

leader nazionale. L’ultimo,DavidHilliard,27anni,capodi stato maggiore dellePantere nere, era statoarrestato il giorno prima aSan Francisco. Era rifugiatoall’esterol’ideologo,EldridgeCleaver. Erano in carcereBobbySealeeHueyNewton,i due uomini che appena treanni prima, nel 1966,avevanofondatoaOaklandilpartito della Pantera nera perl’autodifesa, prendendo a

prestito il simbolo del nerofelino da un gruppo per idiritti civili dell'Alabama (laLowndes County FreedomOrganization).

Per far fronte a questeminacce l'Fbi non lesinò nésoldi, né infiltrati, népallottole. Il 6 aprile 1968sette Pantere, tra cui CleavereHilliardfuronoaffrontatedaalmeno 48 poliziotti.Cleaversi arrese spogliandosicompletamente. Il

diciassettenneBobbyHutton,che era con lui, uscìdisarmato, a mani alzate maconlasuadivisadiPantera,efucrivellatodipallottole.TrePantere nere furono uccise aLos Angeles il 5 agosto. Insettembre Newton fucondannato per omicidiopreterintenzionale. Nel 1969furono incarcerate duePantere a Denver, 21 a NewYork, decine a New Haven,quasi 300 aLosAngeles. Le

sedi delle Pantere furonoassaltate con autoblindo edelicotteri in tutto il paese, daBoston a Indianapolis aDenver. Nel settembre 1969fucondannatoe imprigionatoancheBobby Seale, accusatodi “cospirazione” insieme adaltrisettemembridellanuovasinistra americana per lasommossa durante laconvention democratica diChicago del 1968. Nellostesso mese, a Chicago morì

in carcere, per le feritericevute quaranta giorniprima,LarryRobertson.Il13novembre, in uno scontro afuoco con la polizia diChicago morirono duepoliziotti e la Pantera neraSpurgeon Jake Winters. Il 7dicembre,un titolodel “NewYork Times” diceva “Ilpedaggio[toll]per lePanterenereèoradi28[morti]”,tantii loro militanti uccisi dalprimo gennaio 1968 (il 20

dicembreunavvocatodiSanFrancisco avrebbe diffuso inomi di 19militanti uccisi).3Il 10 dicembre, accanto alreportageincuisidescrivevailluttodeineridiChicagoperla morte di Fred Hampton,una corrispondenza da LosAngeles raccontaval’incursione della polizianella sede delle Pantere neredi Los Angeles con unoscontroafuocoduratoquattro

ore. (Intanto il "ChicagoTribune" intervistava ilgiudice che ad agosto avevacondannato Fred Hamptonper aver derubato ungelataio.)4

Da quando il partitoè stato fondato, sonostate accise trentaPantere; nel primo annodell'amministrazioneNixon ne furonoarrestate oltre 400 sotto

svariate imputazioni; lesedi delle Pantere a LosAngeles, Oakland,Chicago, Des Moines ein altre quindici cittàsonostateattaccatedallapolizia. Quasi tutti imembri del lorocomitato centraleoriginario sono statieliminati: assassinati,imprigionati o costrettiall’esilio.Ildipartimentodella Giustizia ha un

corpo speciale per lePantere; l'Fbi leconsidera la maggioreminaccia alla sicurezzanazionale; almeno duecommissioni delCongresso e numerosigran giurì indagano sulloroconto.5

Non che le Pantere nerefossero mammole. Eranocolpite da quellaspettacolarizzazione della

lotta politica che avevanopensato di poter sfruttare aproprio favore, con le lorotipichedivise, scarpepesanti,giaccheneredicuoioebascoalla Guevara. Già il nomePantere era da titolo (e daposter) di film più che dipartito, e infatti colpìl’immaginario producendofelinidi tutti icolori.Panterebianche si chiamò un gruppohippie degli anni sessanta.Panteregrigie fu ilnomeche

si diede negli anni settantaun’associazione di anziani."La Pantera” si definì unmovimento studentescoitaliano nel 1990. D’altrondecon uno “spettacolo” erainiziata la loro ascesa: il 2maggio1967trentaPantereindivisa e armate feceroirruzione nel palazzo delCongresso di California aSacramento costringendol’allora governatore RonaldReagananascondersi.

Non solo. In quegli annile tecniche di guerrigliaesercitavano un gran fascinoperché sembravano vincenti,capacidi fermare inVietnamlapotentemacchinadaguerraamericana. Così, se FredHamptonfuuccisonelsonno,molte Pantere furonoammazzateinscontriafuoco.La loro primapreoccupazione,giànel1966,era stata di comprare fucili epistole e d’insegnarne l’uso,

comedocumentaperesempioil film Afferra il momento(1970). Con una qualchefatuità il ministrodell’istruzione del partito,George Murray, si vantavanel1968perché“nelleprimedue settimane d’agosto 38poliziotti sono stati uccisinegli Stati Uniti eparticolarmente in unaregione dove i membri delpartitoeranostatiorganizzati;a Cleveland (Ohio) è stata

tesaun’imboscataallapoliziache ha portato alla morte ditrepoliziottiealferimentodialtri27[...]Abbiamoancheilpiacere di dirvi che icompagni che hanno direttoquest’imboscata sono exsoldati negri che avevanoservito l’imperialismo Usanel Vietnam, ma che unavoltarientratinegliStatiUnitihanno avuto un’istruzionepolitica e si sono lanciati

nellaguerriglia”.6Il riferimento alla

guerriglia non eraoccasionale.SullasciadiPaulSweezy e Leo Huberman, edell’ultimo Malcolm X, lePantere pensavano ai ghettineri degli Stati Uniti come auna "colonia interna” chedoveva combattere la propriaguerra di liberazione nellagiunglaurbana,propriocomeGiap nella giungla del

Mekong o come gli irlandesia Belfast. La stessasegregazione nei ghetti nerispingeva a pensarsi comesudditi isolati in una coloniao, nel linguaggiodell'apartheid sudafricano, inun Bantustan. Con le forzedell’ordine il rapporto era ditipo coloniale: la poliziaentrava (ed entra) nell’innercity come in un territoriooccupato. Da qui ilterzomondismo delle Pantere

e il richiamo a Franz Fanoned Ernesto “Che” Guevara(nonsoloperilbasco).PerciòlePanteresipensavanocome“partito”, struttura militareorganizzata, e non come unasetta,unareligione.Daqui illoromarxismo.Unmarxismobenstrano-pienodicitazioninonsolodiMaoZedong,maanche del dittatore coreanoKim II Sung -, mirante a unpartitocheavrebbedovuto,inuna bizzarra analogia con la

classe operaia, organizzare ilLumpenproletariat nero: “ÈprobabilecheMarxeLeninsirivolterebbero nella tomba sepotessero vedere come isottoproletari afroamericanistanno mettendo assiemel’ideologia del partito dellePantere nere,” diceva BobbySeale.7 Ma questo marxismonon era più stravagantedell’islamismodiMalcolmX.Il loro terzomondismo

trovava conforto nellapopolarità delle Pantere nerenelmondo.Nelluglio1968sitenne a Dar-es-Salaam,Tanzania,unamanifestazioneper la liberazione diHueyP.Newton.

I vietcong giunsero aproporre la liberazione diprigionieri di guerraamericaniincambiodiSeale,Newton e altre Pantere cheeranostateimprigionate.8

***

Guerra fredda, relazioni

internazionali, guerra delVietnam spiegano in parteperché l’Fbi considerasse lePantere una minaccia tantopericolosa (come nella Primaguerramondiale erano stati itedeschi, come nelmaccarthismoisovietici,cosìildissensointernoerasempreconsiderato quinta colonna

dellostraniero), tantopiùcheEdgar Hoover, quandosentivaparlaredicomunismo,vedeva letteralmente rosso.Eppure in questo timoresbandierato rimane qualcosadiopaco.Unprimoindiziocelo fornisce l’organizzazioneinterna delle Pantere. Sealeera presidente, NewtonministrodellaDifesa,Cleaverministro dell'informazione,Hilliard capo di statomaggiore, Ray "Masai”

Hewitt e poi GeorgeMurrayministri dell’istruzione.StokelyCarmichaelfuperunpo’ ministro dell’Afro-America colonizzata. Perquanto difficile, è possibileprendere sul serio questititoli, ma il dubbio èinevitabile di fronte a un‘'viceministro della Difesadell'Illinois” come BobbyRush o a un "maresciallo dicampo” come Dan Cox. Ilcapo di stato maggiore

Hilliard aveva 26 anni. Il"presidente del partitodell'Illinois”FredHamptonfuucciso a 21 anni e, nellostesso appartamento, il“viceministro della Salutedell'Illinois” Ronald Satchelfuferitoa19anni.Farebberosorridere questi titoli se peressi in tanti non fossero statidisposti a morire, e auccidere.

Allora la mobilitazionedello stato americano ti

sembra sproporzionata: lasupergigantesca, tecnologicaorganizzazione dell’Fbimobilitata contro quella chedal di fuori poteva sembrareuna banda di ragazzotti i cuieffettivi, al suo apice, furonovalutati tra i 2000 e i 5000membri (comprese lecentinaia di infiltrati dellevarie polizie). A confronto,nellasolaChicagonel1968lagang nera della BlackstoneNation poteva contare 2000

membri; oggi i Crips e iBloods, le due maggioribandediLosAngeles,hannoeffettivi di migliaia digiovani, E queste bandeerano, e sono, armate quantole Pantere, visto che nei lorodepositi di armi vengonotrovati non solo mitra maanchebazooka.

Nulla,néperl’età,néperil proselitismo, né perl’arsenale, rendeva quinditanto temibili le Pantere.

Delleduel'una:oiltimorediEdgarHoovererastrumentalee ingigantiva apposta ilpericolo costituito dallePantere per colpire altrinemici, un po’ come, nel1886, dietro gli anarchici ilverobersaglioerailsindacatodeiKnightsofLaborocome,nel1917,dietroai tedeschi ilvero obiettivo erano iWobblies, il sindacato degliIndustrial Workers of theWorld. Oppure Hoover

credeva davvero allaminaccia delle Pantere eallora bisogna capire leragioni profonde di questotimoreperlePanterementreiBlackstones non suscitavanoalcunaapprensione.

Unaragionestavaproprionella loro politicità. La gangtradizionale sta al posto suo,mentre le Pantere tuttofacevano fuorché stare alposto loro. Così è conapprovante sussiego che il

“Chicago Tribune” diceva:“Legangdistrada,inclusalaBlackstone Nation e i ViceLords,sono inapertoscontrocon lePantere.Nonvoglionoaverenienteachevederecongli insegnamenti maoisti,filosofie filocomuniste e larestrittiva disciplina dellePantere. Questo ha spessoportato a un’aperta ostilità,”9con il tono di dire che, difronte a un comunista, uno

spacciatoreerauncherubino.La differenza era che,

mentre le altre gang vivononella e della cultura dellapovertà, le Pantereappartenevano a quellacategoriadicuiparlavaOscarLewis, di "movimentoreligioso, pacifista orivoluzionario, che organizzaedàsperanzeaipoveri”echequindi "distrugge il nucleopsicologico e sociale dellacultura della povertà”. In

questosenso,lePantereeranoaccomunateaLutherKingeaMalcolm X, non solo neldestino di essere eliminatifisicamente, ma perché“organizzavanoedavanounasperanza". La perdita dellasperanza è davvero quel cheoggi colpisce di più nellasituazione dei nerid’America,manonèsolopercasooper fatalitàchequestasperanza si è smarrita:almeno in parte essa è stata

letteralmenteuccisa.Se, in quanto gang, le

Pantere incutevano pauraperché politiche, in quantopolitiche esse intimorivanoperché gang. I militanti deidiritti civili, i membri delloSncc (Student NonviolentCoordinating Committee),esponenti del Black Power(Stokely Carmichael, H. RapBrown) erano per Cleaver"hippy negri, studenti dicollege che hanno voltato le

spalle alla classe medianegra” e che, per questa loroorigine, “non possonoistituire un nessoeffettivamente politico con ifratelli neri”.10 Le Pantereinvece facevano pauraproprio perché i fondatorierano figli del ghetto cheavrebberopotutoguidareunagang se non avessero creatoun partito. Newton avevafatto parte delle bande del

ghetto di Oakland, Seale erastato cacciato dall’aviazioneper indisciplina; EldridgeCleaver trascorse la suagiovinezza in riformatori ecarceri, come raccontanell’autobiografìa Anima inghiaccio.Huey voleva infattiorganizzare i "fratelli delquartiere che avevanocombattuto contro i porci [ipoliziotti]”,fratelli“cheeranostati suoi soci, con cui avevafatto a pugni menandoli di

santa ragione”.11 “Ci fu unmomento potente attorno al1968-1969,quandolePantereparevano poter diventare lagang finale rivoluzionaria.”12In quanto gang, le Pantereparlavano il linguaggio delghetto; in quanto partito netraducevano le rivendicazioniconunavalenzagenerale.Perbocca loro, la marginalitàsottoproletaria delle innercities si esprimeva come

classegenerale.IlpercorsodiCleaver somigliava a quellodi Malcolm X fin neldettaglio di aver fatto ilcamerieresuitrenienellavitainprigione.

La perdita della speranzasignificava il ritorno allanormalità. Invece di farepolitica nelle Pantere, sitornava all’antica macchinapolitica (si diventavaconsigliericomunali).Oppuresi tornava nelle bande. La

scomparsa delle Pantereprodusse una recrudescenzadelle gang all’inizio degliannisettanta.Malafinedellasperanza significò che lePantere tornarono esse stesseaessereinuncertosensounagang.EldridgeCleaver,dopoaver aderito alla chiesamormona e alla setta delreverendo Moon, dalla finedegli anni ottanta e fino allasua morte nel 1998 (a 62anni) non fece altro che

entrareeusciredalleprigioniper uso e spaccio di crack.Ma nulla sintetizza meglioquestatraiettoriaquantoHueyNewtonchenegliultimiannivoleva a tutti costi esserechiamato Stagolee, dal nomedel mitico fuorilegge nero,“cattivo fino all’osso,predatoreditutti”:“UntempoHueyNewtonpotèforseaverriunito in sé tutti e tre gliuomini, Malcolm [X],Nkrumah [il rivoluzionario

africano] e Stagolee.Ma perquasi tutti gli ultimi quindicianni della sua vita fu soloStagolee, un tossico chevagava scalmanato per lestrade di Oakland gridandonelle ore piccole Ίο sonoHuey P. Newton!’. Vagavaperquestestrade[...],vagavaimplorando di essere ucciso,scrivendo un interminabilebigliettodi addiodallavita anome di Stagolee. E infine,una mattina presto d’estate

del 1989 [il 22 agosto],all’angolo della Nona e diCenter Street, Huey si presele sue tre pallottole da duealtri nottambuli fuori ditesta”.13 Perché,contrariamenteaglistereotipi,le gang sono un pilastrodell'ordinesociale.

1“TheNewYorkTimes”,

10dicembre1969.2Mike Royko, Boss.

Richard J. Daleyof Chicago(1971), PenguinBooks, NewYork1976,p.212.

3 “The New YorkTimes”,21dicembre1969.

4 “The ChicagoTribune",12dicembre1969.

5 Tom Hayden, Trial,HoltandWinston,NewYork1970, trad. it. Un processopolitico: Chicago 1969,

Einaudi,Torino1973,p.121.6 Citato da Valerio

Evangelisti,Sinistre eretiche.Dalla banda Bonnot alsandinismo,SugarCo,Milano1985,pp.85-86.

7BobbySeale,SeizetheTime, Random House, NewYork 1970, trad. it.Coglierel'occasione. La storia delBlack Panther Party e diHuey P. Newton, Einaudi,Torino1971;p.11.

8Ivi,p.290.9“TheChicagoTribune”,

14dicembre1969.10 Citato da V.

Evangelisti,op.cit.,p.79.11B.Seale,op.cit.,pp.

61-62.12 M. Davis, City of

Quartz,cit.,p.298.13 S.L. Malcomson, One

DropofBlood,cit.,p.464.

5.Eroigrecielumpencapitalisti

Sei in pienaGangland, la

terra delle gang. Sui muri sisovrappongono i graffiti,rabbiosi. Scarabocchi aguzzi,gigantografiedinumeri,mani

larghe di vernice, sprayesplosi, macchie rossosangue, scie blu come diproiettili traccianti.Geroglifici di una linguaperduta.Questigraffitimuralirappresentano visivamentequel che i sociologi diChicago chiamavano ladisorganizzazione sociale, ildisordine. In quegli interstiziurbani dove, sembra, larazionalità sociale cede ilposto all’imprevedibilità, la

civiltà al furore. Dove gliuominisonobestieelebestiesono belve.O almeno così lidescrivono articoli, serial,filmdicassetta.Dovel’odioèsenza scopo, la ferocia senzalìmiti, e il presente è senzafuturo.

Maaunocchioallenato,eal corrente, quei segni cheper te sono guazzabugliodemente, quegli arzigogolisovrappostiparlano. Indicanodove comincia e finisce il

territoriodiunagang.Avolteriportano segni di tregua odichiarazioni di guerra(cancellare i graffiti altrui èun'aggressione). Oppureraccontano: la morte di uncompagno, la deposizione diun leader, l’imprigionamentodiunragazzo.Ocomunicano.Secondoalcuni,puoileggervipersinoavvertimenti,contrattiper omicidi notificati alpopolo delle gang. Quel cheera rumore diventa suono, lo

scarabocchiosifalinguaggio,sotto al disordine s’intravedel’ordine, sotto ladisorganizzazione, infiligrana,unastruttura.

***

Non c’è parola più

mistificante di gang. Dicigangepensibandagiovanile,violenza adolescenziale, tintadicrudeltà,macomepossonoessere crudeli i bambini: un

romantico manipolo dimodernibrigantiemasnadieria cavallo delle loro motoHarley Davidson. Oggi però,negliUsa, sullemoto ci vedisolo attempati ciccioni,residuatidegliannisessantaesettanta, Easy ridersincanutiti, le cui Hondatrascinanopersinounridicolorimorchietto per trasportare ibagagli.Inrealtànonfaialtroche riproiettarti il mito dellagang, come ti è impresso dai

film,daWestSideStoryneglianni cinquanta, a TheWarriors nei settanta, aColors negli ottanta, e poidecine di altri (The Bronx,FortApache...),ametàstradafra discendenti di cowboy epsicopatici di Aranciameccanica.

Ma vi sono gang conmigliaia di membri come icelebri Crips (e i loroantagonisti Bloods) di LosAngeles. A Chicago le due

bande rivali dominanti deglianni novanta erano i ViceLords, accreditati di migliaiadi membri, e i GangsterDisciples cui la stampaattribuiva dai 30.000 ai55.000membriin35stati.1Ilcapo dei G.D.s era LarryHoover, un signore dimezz’età che da più diventanni dirigeva la gang dadietro le sbarre.Anche il suovice Jeffrey Hatcher era un

quarantenne. Nel 1992,quando uscì di prigione a 42anni, il capo dei Vice Lordstrovò ad accoglierlo signoreimpellicciate e ingioiellate,signoriconscarpedilucertoladavanti a lunghissimelimousine.2 Il capo dei LatinKing,Gustavo"Gano"Colon,ha 43 anni; il leader deiChicago Two Sister ha 36anni.3 Traballa ilromanticismo giovanilista.

Tanto più che alcune gangdurano da parecchiegenerazioni, come i ViceLords.Altrecambianonome:a Chicago i BlackstoneRangers già negli annisessanta avevano 2000membrieorasichiamanogliEl Rukns. A Los Angelesmoltigenitorisonostatinellastessa gang dei loro figli. Inalcune famiglie, quattrogenerazioni di maschi sonostateaffiliateallastessagang

e molti padri incoraggiano ifigliaentrarvi.4

Ancora: all'inizio deglianniottanta, iViceLordse iGangster Disciples diChicago sono sbarcati aMinneapolis e vi hannoaperto filiali (o “capitoli",come si dice per le chiese),seguitiaruotanellametropolidel Minnesota dai Bloodse Crips di Los Angeles5:come se le gang diLondra e

Parigi aprissero succursali aStoccolma. Oppure: 120leader delle gang provenientida25metropoli americane siriuniscono a congresso in ungrande albergo per discutereuna tregua nazionale, con labenedizione diun’organizzazione autorevolecome la Naacp (NationalAssociation for theAdvancement of ColoredPeople), con coperturamediatica assicurata dai

grandi network tv. ÈavvenutoaKansasCitynellaprimaveradel1993.6Ancora,nel 1997 “Time” raccontavache i Gangster Disciplesavevano creatoun’organizzazionenonprofit,Gowth and Development("Crescita e sviluppo),attraverso la quale, “nellearee più povere di Chicago,organizzavano pulizie diquartiere, partite notturne di

pallacanestro e spedizionilocali in cui venivanodistribuiti ai poveri centinaiadi cestini con piatti dimaccheroni e formaggio,pollastre arrostite e pietanzefarcite”. E tal Wallace("Gator") Bradley che erastato “consigliere di guerra”deiG.D.s si è presentatoduevolte candidato comeassessore ed è stato persinoricevuto alla Casa Bianca da

BillClinton.7Troviamo qui un crisma

di ufficialità, un'impronta dipubblicità che sembranoincompatibili con l’ideaspontaneadibandagiovanile.Laparolagangcoprecosìuncampo semantico (e unambito storico)insospettatamente vasto.All’inizio il termine gangvuol dire “squadra”, squadradi lavoro: erano gang a

costruire ponti e ferrovie nelWest, e gangers (nongangsters) i loro membri.(Tutto ciò che è collegato allavoro è vilipeso. Se lasquadra di lavoro è gang,invece l’equipaggio, ilreparto, crew, è la piccolabanda che si riunisce per uncolpo o per un’incursione, eche non costituisce una gangstrutturata.) Gang è unconcetto che va quindi dabande di pochi adolescenti

chescompaionodopoqualcheannoaveriepropriesercitidigiovani e adulti, dotati diarsenali, di filiali e di unastruttura che può durare neidecenni.

Altrettanto vasto èl'orizzonte temporale dellemoderne gang americane cheormai coprono più di unsecolo e mezzo di storia. Legang appaiono subito negliStati Uniti, insiemeall'urbanizzazione e

all'immigrazione europea, seèverochegiàintornoal1840suscitavano il terrore deiborghesi i Bowery Boys e iDeadRabbits(Coniglimorti),giovani irlandesi cui spettal’onore di aver inventato lamodernagangdi stradaneglislum della Bowery, di FivePoints e di Paradise Alley.8Fin dall’inizio le gang sibattezzano con humour nero("conigli morti”, “ombre

fantasma”...) o con animali,come le squadre sportive deiTori di Chicago, i Falchi diAtlanta, gli Squali di SanDiego, i Calabroni diCharlotte. Così le gang diVipereEgizianeoFalconinelquartiereAddams studiatodaSuttles,o leTigribianchee iDragoni volanti tra le bandecinesidiNewYork.Lagangcome squadra, la vita comesport: nel football ci sono iCowboys di Dallas, a

Chicago c'è la gang deiRangers. All’inverso, in unaciviltà violenta come quellaamericana, la violenza neglistadi è assai meno selvaggiache in Europa. Gang copreperciò un campo tanto vastoda sembrare concetto inutile,senoncomeingredientebasedelle leggendemetropolitane,come fantasma costruito deinostri terrori sociali: il mitodellaganginquantodistillatopuro dell' underclass è

quotato a caro prezzo nelmercato dell'immaginario. Inrealtà le gang americanehanno alcuni carattericomuni. Il primo è cheognuna di loro ha una baseterritoriale in un quartierecittadino di solito abassissimoreddito.

NelsuoclassicolibroTheGang(1927)incuicensivaleesattamente 1313 (ancora laretoricadelnumero!)gangdiChicago, Frédéric Thrasher

considerava terra delle gangle aree interstiziali della città("la frontiera intramuraledella gangland”), le zone dirottura dei valori sociali.Maoggi, se disorganizzazionesociale c’è, essa non si situasolo nelle zone interstiziali,neiquartieridovesiapreunafrattura nell’ordine sociale, oallora la città è tutta unafrattura e l’interstizio si èinghiottito l’intero tessutourbano, poiché a Chicago e

nelle altre metropoliamericane l’assolutamaggioranza degli abitantidelcentrocittàviveormai inslum o ghetti ("città dicioccolata, suburbi dicrema...”). Nell'inner city,nonc'èunordinesocialeconisoledicaosma, semmai,unmare di caos con isole diordine. “Ghetto”èormaiunasterminatadistesaurbanaconcentinaia di migliaia diresidenti che “non soffre di

‘disorganizzazione sociale’,ma costituisce un universodipendente, finementedifferenziato e gerarchizzato,che si organizza secondoprincipi specifici”.9 Qui,scriveva Thrasher, dove “leistituzioni normalmenteorientative come famiglia,scuola,chiesavengonomeno,la gang sorge comeistituzione sostitutiva’ .10 Lagang è quindi un’istituzione;

come tale, rispecchia iprincipi in base a cui ègerarchizzatalavitadiquellemasse umane che vivononelleinnercities.

Ed è qui che giunge laprima sorpresa: questiprincipi non sono affattodevianti rispetto a quelli chereggono la società ingenerale.Sonoglistessi,soloche operano in una penuriaestrema. Così, mentre per lasocietà circostante è

malthusiana la dottrina, pergli abitanti del ghetto èmalthusiano l’universo in cuivivono, non perchésovrappopolato,maperché lerisorsevisonorare, icapitaliprivati sono fuggiti, quellipubblici sono elargiti colcontagocce: non ci sonobanche, ma solo ChecksCashedePawnshops.

Proprio come la societàcircostante, anche il ghetto èorganizzato secondo il

principio della concorrenza.Ma poiché è esercitata perappropriarsidirisorserare,lacompetizione si fa estrema,diventa guerra di tutti controtutti. Nell’inner city lacondizione normale è quelladescritta da ThomasHobbes:“Ogni uomo è nemico di unaltro,gliuominivivonosenzaaltra sicurezza se non quellachedàlorolapropriaforzaolapropriasagacia[...]e,quelcheèpeggioditutto,domina

un continuo timore e ilpericolo di una morteviolenta:elavitadell’uomoèsolitaria, povera, lurida,brutale e corta”.11 In questalottaognunopuòcontaresolosu di sé ed elabora quindiquel che Martin SanchezJankowski chiama l'individualismo diffidente.Nulla esprime meglio questadiffidenza dellmcredibilequantità di sbarre e lucchetti

che infestano le aree povere.Nei supermercati, il repartoalcolici è protetto da gratedegne di Fort Knox.Altrettanto blindate lefarmacie.Carichedicateneleporte delle abitazioni. Moltepersone restano intrappolatenegli incendi per quanto sisono sprangate bene dentrocasa. Qui la diffidenza si falucchetto.

Maselacompetizioneèilprincipio in base al quale va

ordinatalasocietàdelghetto,allora anche nell 'inner citypredomina il darwinismosociale: l’idea che nellaselezione delle specie umanesopravvivanosoloipiùadatti.Ai due estremi della scalasociale, nei ricchi suburbibianchi e negli slum dicolore, troviamo la stessavisione hobbesiana dellasocietà come campo dibattaglia di una diuturnaguerra per la sopravvivenza,

incuisoloimigliorivincono,mentre i più deboli “cedonoperprimi”,comeavvenneallecapre dell'isola di JuanFernandez, secondo ilreverendoJosephTownsend.

Ma come fanno propriogli sconfitti a credere neldarwinismosociale,percuiilvincitore non solo domina,ma è anche migliore? Comefannoaconsiderarsinonsoloperdenti,ma anche peggiori?Nessuno può ritenersi

pessimo (nel cristianesimo,perlomenogliultimidioggisaranno i primi di domani, eglioppressisarannobeati,purse nel solo aldilà). L'unicomodo per elaborare questasconfitta, per farsene unaragione, pur mantenendo lafede nel darwinismo sociale,è l’idea che la partita siatruccata (da qui la fortuna dicui gode l’idea delPlan, delcomplottobiancoperdrogaree far ammalare la gente di

colore degli slum). Lasquadra del ghetto perdesempre perché lacompetizione è falsata,qualcuno bara, non a tutti èconcessa un’ugualeopportunità. Un ragazzochicanodiLosAngelesdice:"I ricchi Anglo [...] sonoorganizzatissimi, si tengonoper sé tutto il succo buono elasciano noi, gli asiatici e ineri, a combattere per ilresto".Perunragazzonerodi

New York gli anglosassoni"si tengono per sé le grandicosedellavita e lascianonoinegri e spics [spregiativo perLatinos]acombattereconglispaghetti e con le teste dìpatata [spregiativiper italianie irlandesi] per i rimasugli”.Eundiciannovenne irlandesedi Boston: “Tutti i ragazzisanno che questi ricchibastardiequestetested’uovoci lascianoacombattere,noi,negri e spics, per lavori di

merda”.12

***Le gang sono quindi

organizzazioni ("istituzionisostitutive”) che sorgononelle inner cities perprocurareailoromembriqueibenefici da cui il ghetto èescluso nel suo complesso.Molti giovani aderiscono aunagangpernonrassegnarsi,

per evitare quel vicolo ciecosociale,quelbinariomorto incuivedonoappassiregenitorie familiari. Nel ghetto,paradossalmente, sono imembri delle gang i cittadinichepiùhannofedenelsognoamericano, che più credononell’iniziativaindividuale,nelmito dell’imprenditoreprivato che rischia e che,dalla povertà, assurge allaricchezza. Ma cosa potrebberischiare un ipotetico

imprenditoredell’innercity?Non certo il capitale

economico, il denaro, poichéquest'universo hobbesiano èproprioun“capitalismosenzadenaro”.Neiquartieripoveri,i lavori sono pochi, malpagati, precari. Il nerbodell’economia, accanto allesparute attività legali, è unvariegato settore sommersoche va dal quasi legale alfrancamente criminale, dallafruizione indebita dei sussidi

statali (mariti che fingono diaver lasciato lemogli perchépossano ricevere gli assegniper madri capifamiglia) altraffico di bollini alimentari(FoodStamps),perpassarealdonoapagamentodelpropriosangue, allo strozzinaggio (iloan sharks, gli squali deiprestiti), fino a spaccio ekilleraggio.

Né il nostro ipoteticoimprenditore potrebbemettereincampocompetenze

ocultura,perchéquilascuolaè ilprimogironedell’infemosociale. Se la scuola deveessere maestra di vita, lascuoladell’innercityistruiscealla sconfitta: quelloscolastico è il primo deifallimentichecostellerannolevite adulte. L’emarginazionecomincia con gli studiinterrotti, l'essere espulsi(drop out) da una scuola diserieB.Nessunodegli ultimicinque sindaci di Chicago

(neanche il nero HaroldWashington)hamaimandatoi figli alla scuolapubblica.Elascuolaèdiseriebperché idistretti scolastici statunitensisono finanziati dalle tasselocali, basate sui valori delleproprietà immobiliari neldistretto. Dove le casevalgono molto, le tasse sonoelevate, i bilanci delle scuoleopulenti, gli stabilimenti benequipaggiati, gli insegnantiben pagati. Dove le tasse

sono basse, perché le casevalgono poco, gli insegnantisono mal pagati, gli istitutiscadenti. Più il ghetto èpovero, più la scuola faschifo, più il ghettos’impoverisce.Loscoramentoè bene espresso dalla battutadiun ragazzodelSouthSidedi Chicago: “Fra un po’, perfriggere gli hamburger daMcDonald’s ci vorrà undiploma d’ingegneria

areonautica”.13Perché stupirsi allora

quando questi piccoliimprenditori del ghettomettono in palio le unichecosechepossonorischiare:sestessi, la propria vita o lapropria libertà? Forza,conoscenza delle armi,addestramentoalla rissa sonospesso le sole carte chepossonogiocarsiquestiadeptidelsognoamericano.Qui“la

violenzaèlamonetacorrentedella vita e diventa la valutadell'economia della gang".14La violenza si rivela esserenonlosfogo-sadicoesenzascopo - tante volte descrittonel mito della gang, ma lostrumento razionale in unmondo hobbesiano: “Noitroviamo tre cause principalidi lotta: la competizione, ladiffidenza,lagloria.Laprimafa combattere gli uomini per

guadagno, la seconda per lasalvezza, la terza per lareputazione”.15 Lacompetizione usa la violenzaperimpadronirsideibenieladiffidenza la usa perdifenderli(sulmoventegloriabisogneràtornare),

E se per decenni l'auto èstata la locomotivadell'economia mondiale, ladroga è il settore trainantedell'economia dei ghetti

urbani. È termine consacrato"economia politica delladroga”, o “economia politicadel crack”, in cui l'odiernocommercio mondiale didroga può essere paragonatoai commerci di droghe(spezie, pepe, cardamomo,cannella,ma anche oppio) diVenezia, degli olandesi einglesi. Eric Hobsbawm haparagonato il cartello diMedellin alle Compagnie

delle Indie.16 Se a LosAngeles “la stima di 10.000membri delle gang che siguadagnano da vivere con ilcommercio di droga ècorretta, allora il crack èdavvero il datore di lavorodell’ultima spiaggia,equivalente di parecchiegrandi fabbriche di auto e dicentinaia di McDonald's”.17Da quindici anni almenol'industria della droga “è il

solo datore di lavoro inespansionecheoffrelestessechancediriuscitaatuttisenzadiscriminazione nel cuoredelle metropoli americane,”dice il sociologo PhilippeBourgois alla fine del suostraordinario racconto di unanotte in una crack house diNewYork:

I ragazzini del miopalazzo non sono néapaticinédisorganizzati.

Anzi sono troppo beneorganizzati. [.,.] I piùdeterminati, i piùfortunati, i più spietatitra loro dirigono reti divendita che fatturanomigliaia di dollari algiorno. E non hanno 18anni. [...] Perchéchiedersi cosa li porta arifiutare lavori senzaprestigio nel privatoquando possono metteresu ditte di cocaina o di

crack in cui la loroidentità [...] smette dicostituire un handicapper diventare un atout?Come ogni buonamericano, glispacciatoricredonodurocome ferro al "sognoamericano";daglistracciai milioni grazieall’impresa privata.Certo, la maggior partedi loro non riuscirà.Saranno stritolati

malgrado i loro sforzi emolto probabilmentediventeranno preda delbuco o delladepressione. Ciò nonimpedisceachiriescediguidare la Mercedes, laJaguar, la Porsche finoall’idrante antincendioall’angolo per farlalavare e lucidare daglistrafatti del crack,mentre lui, a diecimetrida lì, osserva fiero i

bambini del quartiereche divorano con gliocchila"barca”.18

L’espressione chiave èqui “ditte di cocaina”, comesi dice ditte di pannolini,imprese di cracker. Metteresu una ditta di crack puòaprire luminose prospettive.In questo senso si puòcapovolgere l’espressionemarxiana di“Lumpenproletariato” e dire,

come fa Mike Davis, che i"Crips diventano altrettantolumpencapitalisti quantoproletarifuorilegge”.19

La gang è quindi unasocietà del terziario checommercia e fornisce serviziperlopiùclandestini,masoloperché nell'ambito legale lacultura di strada costituisceun ostacolo (mentrenell’illegalità è un atout). Sefiniscono spesso male i pur

numerosi tentativi delle gangdi intraprendere commercilegali,di comprareeaffittareimmobili, fioriscono invecedistillerie illegali, lotterieclandestine, combattimenti digalli con scommesse.Rendono bene le attività diprotezione e demolizione.Proteggono (e ricattano) icommercianti; demoliscono(incendiano) immobili oesercizi su commessa dispeculatori che vogliono

cacciare inquilinirecalcitranti, di operatoricommerciali che voglionoliberare aree, o di usurai -"squali dei prestiti” - chevogliono minacciare debitorimorosi. Attraverso questiservizi le gang interagisconocon l’economia legale, con ìcapitalistiingiaccaecravatta.

Nelle loro impreselumpencapitaliste, i membridelle gang vanno spessoincontro all’arresto e alla

galera. Ma se la scuolapubblica è maestra difallimento, la prigione è unascuola di riuscita sociale. Loè per il classicomeccanismodescrittodaMichelFoucault:inprigioneentraunautorediinfrazioni alla legge ed esceun criminale. "Questopersonaggio diverso chel’apparato penitenziariosostituisce al colpevolecondannato [l'infracteurcondamné] è il delinquente"

.20Ciòcheeraunepisodioinuna vita diventa un destino,anziunavocazione.

Negliultimiventidueannila prigione è divenutaun'esperienza così diffusa daaver perso parte del suopotere dissuasivo. In questiventidue anni, da quando èiniziata l’era reaganiana gliStati Uniti hannosperimentato unacarcerarizzazione senza

precedenti della società e ilnumero dei detenuti sì è piùche quadruplicato. Lapopolazione carcerariastatunitense si divide in trecategorie: 1) i detenuti neipenitenziari federali e statali(pen in gergo); 2) i reclusinellecarcerilocali(jails),cheassommano in media allametà dei detenuti nelleprigionistataliefederali;3)iminorenni in riformatorio.Per ottenere il totale delle

persone sorvegliate dalsistema giudiziario, a questetre andrebbe aggiunta unaquartacategoria:icittadiniinlibertà condizionata, o suparola.Eitotalifannopaura:nel 2002 erano dietro lesbarre più di 2,2 milioni diamericani e la popolazionesotto controllo giudiziariodegli Stati Uniti era di quasisettemilionidipersone.

Mentre per quarant'anni(1930-1970) i detenuti nelle

prigioni federali e statalihanno sempre oscillatointorno ai 100 ogni 100.000abitanti, nel 1990 eranodiventati 311 ogni 100.000abitanti e i dati del 2002davano 480 reclusiogni 100.000 abitanti.Ancora più impressionanti lecifre assolute: da meno di200.000 prigionieri nel 1970a 1.361.000 nel 2002. Acostoro bisogna aggiungere666.000detenutinelle jails, i

111.000 rinchiusi nei carceriminorili, i 29.000 prigionieriinaltritipidicarceri(militari,perindiani,speciali),cosìcheil totale dei reclusi alla finedel 2002 era di 2.166.000 statunitensi. Ben 766carcerati su 100.000 abitanti:a titolo di paragone, inGiappone nel 2000 vi eranosolo 47 detenuti per 100.000abitanti; in Norvegia 56;inFrancia80; in Italia94; inGermania97.CioènegliUsa

ci sono 16 volte piùprigioniericheinGiapponee8voltepiùcheinItalia.Solola Russia del dopo Guerrafredda ha cifre paragonabili:730 detenuti ogni 100.000abitanti.21 Se a costoro siaggiunge chi è in libertàcondizionata o per buonacondotta, il totale deisorvegliati superava i 4,3milionidipersonenel1990ei 6,9 milioni alla fine del

2002.Cioè, aognimomento,più di due persone (2,5) sucento negli Stati Uniti sonoprese nelle maglie dellagiustizia. Il numero deicarceratiècresciutoinsiemeaquello degli indigenti, e cioèai licenziamenti, riduzionifiscali, tagli alle politichesociali e, insieme,l'inasprimento delle pene e ilricorso sempre più facile alcarcere. Di fronte alfallimento di questa politica,

l’opinione pubblica hachiesto, e le autorità hannosancito,piùcarcere,piùpene.È una soluzione di tipofondamentalista: ritiene cioèche il sistema non funzioninonperchévisiaqualcosadisbagliato, ma perché non èstato applicato fino in fondo.Comechipensacheilterroresia inefficace perché nonterrorizza abbastanza. Lasocietàpiùpotenteeopulentadella storia è anche la più

carceraria.Boomdeicarcerati22

Paradossalmente,il

numerodeiprigionierièmoltoinferioreaquelchedovrebbeessereinbasealle

condannecomminate:purdidisingorgareleprigioni,moltimagistratiUsas'inventanosanzionicreativecomefarandareingirolagenteconalcollouncartelloindicanteilcriminecommesso:l’equivalentemodernodellagogna.Ciònontogliecheipenitenziaristrabocchino.IlcarcerediconteadiChicago,costruitonel1928perospitare1200detenuti,necontienepiùdi8000:nelsolo

198825.000detenutiaChicagofuronorilasciatipersovraffollamento.Molticondannatinonentranoinprigioneperil“tuttoesaurito”,oneesconoprimadellascadenzaperfarpostoadetenutipiùpericolosi.C'èunasortadilistad'attesa,distandbyancheperilcarcere.TuttoquestofasìchenegliStatiUnitiungiovanenerosuquattrofiniscainprigionetrai18ei25anniecheininteri

quartieripiùdellametàdellepersonesianosoggetteasorveglianzagiudiziaria.23

Il carcere diventa unelemento familiare delpanorama quotidiano eassurge a rito di passaggio,comeuncorsoallieviufficialiperlegang:visonovarigradidi status sociale e i più altisonoattribuitiachièstatoinprigione più a lungo, piùvolte, ed è stato più attivo

nell’organizzare la gangdietrolesbarre.Ipiùgiovaniascoltano con ammirazione iracconti dei veterani, le loroesperienzecarcerarie,nelpeno nella pinta (il termine deiLatinos). Certo che, se sipuò, il carcere è meglioevitarlo: un terzo delle gangstudiate da Martin SanchezJankowski dispone di unproprio avvocato. Molteusano i minorenni proprioperché per loro le pene sono

più miti: la criminalitàinfantile si rivela, più chesegno di barbarie, strumentocalcolato per minimizzare irischi carcerari dell’impresalumpencapitalista. Le gangaffidano lo spaccio aibambini esattamente per lostesso motivo per cui ipadroni dell’Ottocento lifacevano lavorare inminiera:perridurreicosti.

***

La sfera di azione delle

gang non si esauriscenell’imprenditorialumpencapitalista enell’economia, per quantocriminale.Qui entra in giocola seconda caratteristica:le gang sono tutte a baseetnico-razziale. Nella storiaamericana sfilano gangirlandesi, italiane, ebree,greche, cinesi, coreane,vietnamite, nere, portoricane,

dominicane. Proprio come lapopolazione è segregataetnicamente, così anche laviolenza delle gang è divisain comparti etnici. Baseterritoriale: un precisoquartiere; base sociale: ungruppo etnico-razziale. NegliStatiUnitilasommadiquestidue fattori è chiamata unacommunity. La community èun gruppo etnico preciso inuna precìsa area: qui lotraduco con “quartiere”.Non

solo la gang nasce in unquartiere, ma non potrebbesopravvivere né prosperaresenza il sostegno delquartiere, senza la sua reteinformativa, senza la suaomertà. Ma assistenza,omertà,informazioni,lagangleottieneseasuavoltaèutileal quartiere. Questo scambioreciproco è asimmetricoperchélaganghapiùbisognodel quartiere di quanto essoabbiabisognodilei:mentreil

quartiere sopravvive allascomparsadellagang,lagangnonsopravviveall’ostilitàdelquartiere. Perciò la gangspessoproteggeimembridelquartiere, li difende daglispeculatori immobiliari,sventalemenedeglioperatoricommerciali,moderal'aviditàdegli strozzini, difende l'areadalla violenza delle gang dialtriquartieri.

Ecco cosa dice Jorge,muratore di 59 anni di Los

Angeles: “La gente di fuoristasempreadareaddossoallegang,manonvedono ilbenecheloropossonofarepernoi.[...] Intanto ci proteggonodalla gente di fuori chevorrebbe derubarci epicchiareinostriragazzi.[...]Noicisentiamopiùsicuriconloro che con la polizia”. ERaquel, 47 anni, madre dicinquefigli:"Socheunsaccodi gente pensa che le gangsono cattive, ma non vede

quante buone cose fanno perlacomunità”.24

In una società che sidiletta con lemilizie private,lagangèunaviadimezzotrala polizia ufficiosa delquartiere e il suo gruppo dipressione. La gang assumequi un ruolo “politico”.Persino i suoi gesti criminaliservonoaprovocaremaggioristanziamenti statali egovernativi per aiutare il

quartiere.Jim,52anni,padrediduefigli,diNewYork:

Se non fosse per legang, questa comunitànon vedrebbe nessunprogramma sociale enemmeno un posto dilavoro. Abbiamo unsaccodidisoccupatiqui,soprattutto ì giovani.Ma nessuno al governose ne frega. Se nonsuccedesse nulla,

continuerebbero alasciarli disoccupati. Sipreoccupano soloquando le gang simuovono nell’illegalità,solo allora fanno partireunprogrammadilavoro.Così, vedi, abbiamobisogno che le gang ciaiutino. È il lorocomportamento chepreoccupa ipolitici, noni normali ragazzi

disoccupati.25

Ci troviamo perciòdavanti a una strutturaarticolata di più elementiformata dal quartiere, dallagang, dagli apparati statalirepressivi e di assistenza (lacosiddetta street-levelbureaucracy), dai politici edai mass media in cui ognipolo è in interazione conl'altroeincuiognirapportosiriflette retroattivamente sugli

altrirapporticosìchevisonovari livelli di relazione. Tragang e apparato repressivo ilprimo livello di relazione,quelloapparente, è laguerra.Da un lato la polizia è vistacomeforzad’invasione,comeuna gang esterna, la "gangdegliAnglo”. La teoria della“colonia interna” dellePantere nere, vissuta dipersona. Così si esprime unpoliziotto di 40 anni deldipartimentodipoliziadiLos

Angeles:

Le gang sono comebelve e nella comunitànessuno sa nulla.Qualcosa succede inpieno giorno e nessunohavistoniente.[...]Cosìfermiamo un bel po’ dimembri della gang perinterrogarli. Poi vado efaccio domande nellacomunità e nessuno saniente. È un sentimento

inquietante quando faidomande in questiquartieri: nel viso deiresidenti c’èun’espressione di purodisprezzo verso di noi.Nonhomaivistonientedi simile; per lo menonondopoilVietnam.26

In questo Vietnaminterno, il quartiere offre allagang dei “santuari” dovesfuggire alla caccia, come la

giunglaaivietcong.Nonsolo:quandogliassistentisociali,imagistrati intraprendonoprogrammi di riabilitazione,perconvincerecioèimembridelle gang che il lorocomportamento è antisociale,che devono imparare unmestiere e diventareproduttivi, questa loroazioneè vista comeun lavaggio delcervello, come un attototalitario,daparagonare allasetta del reverendo Moon o

agli stessi campi dirieducazionevietnamiti.27

Manellecittàstatunitensiquesta guerra dura ormaiininterrotta dacentocinquant’anni senza névincitori né vinti e quindi,sotto lo scontro, si sonostabiliti altri livelli direlazione, di simbiosi,addirittura di dipendenzareciproca, di mutuo,diffidente parassitismo. La

poliziahabisognodellegangperaumentarelapropriafettanel bilancio comunale. Ipolitici hanno bisogno dellegang da un lato perdimostrare che si battonocontro la criminalità,dall’altroperottenerevotineiquartieri in cui operano legang.Leganghannobisognodei politici per allentare lapressione della polizia, edegli assistenti sociali perfavorire iniezioni di denaro

nel quartiere. A loro volta, ileader politici locali dellaGangland rafforzano lapropria posizione agendo damediatori tra autorità e gang.Perimassmediapoi,legangsonounamercedavendereeche fa vendere, mentre perl’industria dello spettacolosono un ingredienteformidabile per intrattenere efarfremereilpubblico.

Si è operato un verocapovolgimento prospettico:

se all’inizio le gang ciparevano mettere arepentaglio la sopravvivenzadella società, ora sidimostrano parte integrantedella trama che costituisce iltessuto urbano degli StatiUniti. Se il lorocomportamento parevadettatodaistintoferino,oraciappare la risposta piùrazionale possibile in ununiversomalthusiano, in unasituazione hobbesiana

sottoposta al darwinismosociale, cioè ai tre capisaldidottrinali che reggono lepolìtiche della società neiconfrontideipoveri.

Se prima eravamospaventati di fronte allaviolenzadiquestiUfoumani,ora siamo colpiti dal lorostraordinario conformismo,che fa riflettere. Alla finedegli anni sessanta le gangerano contestatrici, mentrenegli ottanta sono state

conservatrici. Nei primi annisettanta, ai Crips venivaattribuita l'etimologiaContinuous Revolution inProgress, e loro stessi sirichiamavanoalBlackPower,mentre poi avrebberocompiuto, come laBlackstone Nation diChicago, una vera e propria"rivoluzione manageriale”,28l’equivalente per le gangdell'adozione del modello

giapponese nell’industria. EneglianninovantaiGangsterDisciples avevano creato lapropria organizzazionepolitica, 21st Century Vote,per fare opera di lobby ecapitalizzare i propri rapporticon le comunità dell'innercity.Le gang seguono perciògli stessi orientamentipresenti nella societàcomplessiva: guevariste neglianni sessanta, reaganiane

negli ottanta, clintoniane neinovanta.

Anche al suo interno, lagang fa politica nelle formecanoniche: le più organizzatesidotanodiunpresidente,diun vicepresidente, di unministro della Guerra (unwarlord) e un ministro delleFinanze (un tesoriere), Laconquista del potereall’interno di una gangavviene come in un partito oinunsindacato,conlapratica

del voto di scambio(appoggio in cambio difavori).Eilmantenimentodelpotere implica cautela neiconfronti del dissensointerno.29 In quanto soggettosiaeconomicosiapolitico, lagang si comporta propriocomelegrandiistituzioni.

È stupefacente comegiovanotti poveri, espulsidalla scuola, destinati allaprigione, siano in grado di

formulare strategie tantorazionali, o per lomeno cosìsimili a quelle perseguite daipoliticiedaigrandiborghesi,come se la logica chesoggiace alla formazionedegli aggregati socialiscorresse sotterranea piùforte, più cogente diqualunque emarginazione, diogni ignoranza. (Èqui che sirivelano insufficienti sia losguardo miserabilista, cheleggelasocietàdelloslumin

termini di pura fame, siaquello populista che lainterpreta in chiave dicreatività indomita eprimigenia.)

Il conformismo simanifestaneiminimidettagli.Imembrichiamanolapropriagang il club, un club in cuit'invitano, o da cui seiescluso, un club in cui ci sichiama fratelli, un club cheimita, parente povero eillegale, fraternities e

sororities, i club che nelleuniversità americane fondanoil nucleo di futura solidarietàsu cui si definiranno lesuccessive traiettorie sociali.FraternitiesesororitiesdicuiinEuropaèdifficilemisurarel’influenza.

Inuncertosenso,legangsono davvero dei club, delleélite. Per quanto la stampaspari cifre a vanvera, imembri delle gang sarebbero37.000 a Chicago e, a

seconda del timore che sivuole ispirare, oscillerebberodai 10.000 ai 100.000 a LosAngeles.30 Comunque pochedecine di migliaia inmegalopoli di milioni diabitantieconuno-duemilionialmeno che vivono neglislum: una piccola minoranzaperciò, per quantoorganizzataearmata.Daqui,soprattutto nelle gang piùgrandi e famose, deriva la

fierezzadiappartenervi,comedi rientrare in un’élite.Ottenere il rispetto altrui èuno dei moventi più fortinell’aderire a una gang.Proprio nelle aree piùdisprezzate della città, ilrispetto diventa la merce piùimportante: acquista unvalore tale da poter spessoessere scambiato con la vita.Non dimentichiamo che inquesti quartieri, la vita è"povera, lurida, brutale e

corta”e lamorteèsempreinagguato. Appartenere a unagangsignificaalloraaccedereaunasortadiimmortalità.Unsuccedaneo, o una forma digloria. “Credono nella loroimmortalità, un’idea [...] cheè nutrita da tutti i membridelle gang che parlanocostantemente dei loroonorevoli predecessori cadutiin nomedella gang.Nessunodimentica chi è caduto e per

qualescopo.”31Finisce così che questi

ragazzi in scarpe da tennis,berretto da baseball e bluejeans, onorino i commilitonimorticonglistessiesattigesticon cui i guerrieri omericisacrificavanoailoroeroi,seèvero quel che raccontaLincoln Keiser a propositodei Vice Lords di Chicagoche,primachechiunquebevaalla bottiglia, versano un po’

di liquore per terra inmemoria dei compagniuccisi.32

1 “Time”, 19 maggio

1997, p. 42; "Newsweek”, 1novembre1999,p.46.

2 “The ChicagoTribune”,20dicembre1992.

3 “The ChicagoTribune”, 10 gennaio 2000;

"The St. Louis Post-Duspatch”, 19 settembre1997.

4 Martin SänchezJankowski, Islands in theStreet. Gangs and AmericanUrban Society, CaliforniaUniversity Press, Berkeley1991,pp.180-181.

5 "The Wall StreetJournal”,29aprile1993.

6 "The ChicagoTribune", 30 aprile e 2

maggio 1993; "The NewYorkTimes”,2maggio1993.

7 “Time”, 19 maggio1997,p.42.

8 M. Davis, City ofQuartz,cit.,p,315.

9LJ.D.Wacquant,TheZone,inP.Bourdieuetai,Lamisere du monde, cit., (pp.181-195),p.188.

10 Citato in R.E.L.Faris,ChicagoSociology,cit.,p.74.

11 Thomas Hobbes,Leviatano(1651),partei,cap.13, trad. it. Laterza, Bari1974,vol.X,pp.109-110.

12M.SânchezJankowski,op.cit.,pp,85-86.

13 L.J.D. Wacquant, op.cit.,p.185.

14M.SânchezJankowski,op.cit.,p.139.

15T.Hobbes,op.cit.,p.108.

16 In “New York

Review of Books”, 20novembre1987,p.35.

17M.Davis,op.cit.,p.314.

18 Philippe Bourgois,Unenuit dansune“shootinggallery". Enquête sur lecommerce de la drogue àEastHarlem, in “Actes de larecherche en sciencessociales”, n. 94, settembre1992(pp.59-78),pp.78-79.

19M,Davis,op.cit.,p.

310.20 Michel Foucault,

Surveilleretpunir.Naissancedelaprison,Gallimard,Paris1975,trad.it.Einaudi,Torino1976,p.275.

21 Statistiche elaboratedal Research Development& Statistics Departmentdell’Home Office (ministerodegli Interni) inglese, eaccessibili al sitowww.homeoffice.gov.uk.

22DatielaboratidaU.S.Bureau of the Census,Historical Statistics of theUnitedStates.ColonialTimesto1970,GovernmentPrintingOffice, Washington D.C.1975, tav. H 1135-1143,p.420edaU.S.DepartmentofJustice, Bureau of JusticeStatistics Bulletin, Prisonersin 2002, Washington D.C.luglio2003,p.1.

23LoïcJ.D.Wacquant,Le

gang comme prédateurcollectif, in “Actes de larecherche en sciencessociales", n. 101/102, marzo1994(pp.88-100),p.97n.

24M.SânchezJankowski,op.cit.,pp.183-184e190.

25Ivi,p.239.26Ivi,p.257.27Ivi,p.274enota23a

p.355.28 M. Davis,op. cit., pp.

299-300,

29 M. SânchezJankowski,op. cit., pp. 24 e92-94.

30 "The ChicagoTribune”,5maggio1993;M.Davis,op.cit.,p.270.

31 M. SânchezJankowski,op.cit.,p.140.

32 Lincoln R. Keiser,The Vice Lords:Warriors ofthe Streets, Holt, Rinehart&Winston,NewYork1979,p. 54, citato da M. Sânchez

Jankowski,op.cit.,p.342,n.6.

6.NegliingranaggidellaMacchina

Eleggi il consiglio delle

acque, lo sceriffodi contea eil segretario comunale.Indichi sulla scheda ilconsiglieredicircoscrizionee

gli amministratoriuniversitari.Tirechialleurneper i procuratori e i giudici.Scegli a suffragio ilgovernatore dello stato, ilvicegovernatore,iltesoriere,ideputati statali e i giudicidella Corte suprema statale.Si vota a tutti i livelli,federale, di stato, distretto,provincia (county), città,quartiere (ward). Vi sonopersino Distretti di bonificadelle zanzare, che hanno

rappresentantieletti.Se lademocraziaconsiste

nel votare, e se misura dellademocrazia è il numero dipubblici uffici designatielettivamente, allora non c'èdubbio;gliStatiUnitisonoilpiù democratico paese dellaterra e della storia. Come inmedicina c'è un accanimentoterapeutico,cosìnellapoliticastatunitense c’è unaccanimento elettorale:addirittura,conleprimarie,si

vota per scegliere chi votare.Nell’osservare l’ossessivacelebrazione dello scrutinio,ritrovi la fede totale nellabontà del proprio sistema divita, t'imbatti di nuovonell'estremismo che tantospesso abbiamo incontrato,quil’estremismodell'urna.

Nel1906WernerSombartaveva calcolato quante voltedovesse votare un cittadinoamericano,peresempionellostatodell'Ohio.Glieravenuto

il risultato di 22 scrutinil'anno. Non che una personadovesse recarsi al seggio 22volte, poiché molte elezionierano raggruppate.1 Madoveva ogni anno nominarecon il voto 22 caricheufficiali.A rifarenel2000 lostessocalcolo,uncittadinodiChicagovotapiùdi100voltein quattro anni,2 comprese leprimarie ma esclusi ireferendum. A paragone, un

italiano vota sette volte ognicinque anni: anche tenendoconto delle elezionianticipate, neanche due voltel’anno,neancheundecimodiunamericano.

Quest’indigestioneelettorale ha enormiconseguenze. Molto più cheinEuropa,lavitadimilionidipersone dipende dal votopopolare: molte carichepubbliche, che nel Vecchiocontinente sono

amministrative (basate suesamieconcorsi),nelNuovosonoinveceelettive.Controilpregiudizio comune,l’influenzadellapoliticasullavitaquotidianaèpiùprofondanegli Stati Uniti che inEuropa. Dipendono dalsuffragioapprovvigionamento idrico,nomina e salario deiprofessori (decisi da unconsiglio eletto), tuttedecisioni che sono inEuropa

burocratiche e qui politiche.Non solo. È la conquista delconsenso a determinareprestigio,redditoecarrieradimilionidiamericani.

La notte delle elezionipresidenziali del 2000, aChicago la festa deidemocratici si tenevaall’Hilton. Nei vari pianic’erano varie feste. In unsalone si palpitava per lapresidenza della repubblica,inun’altrasalaperunseggio

senatoriale, altrove per unacarica provinciale. Ancorapiù istruttiva otto anni primaerastata lanottedelvotodel1992, che trascorsi in unHolidayInnnellaperiferiadiSt.Louis,Missouri,aseguirei risultati con una folla dimilitanti democratici esindacalisti, quella che unavolta si chiamava “laMacchina” (politica). Tralattine di Bud e hot dog, sisusseguivano applausi,

ovazioni, presentazioni divincitori a braccio alzatocome inun incontrodi boxe.Sui tabelloni alle pareti, ilflusso dei risultati sullecariche di Attorney, diSceriffo,diClerk,diquestoediquello,relegavainsecondopiano i risultati presidenziali.Gli astanti palpitavano perqueste cariche minori, cheesercitavano un impattoimmediatosullalorovita.

Il suffragio pervade

l'esistenza:moltoprestosivaa scuola di elezioni. Nellehigh school gli adolescentiimparano a candidarsi, a farecampagna. Nei college, ifoglietti appesi alle bachechediffondono un'ininterrottatribuna elettorale: studentiorganizzano raduni e paratecon tanto di majorette percandidate e candidati,vendono magliette perfinanziarne la campagna,distribuiscono volantini e

stampiglianospilledaportareall’occhiello.

Ma questa fede assolutanella bontà del metodopolitico per designare idirigenti coesiste con untotale disprezzo per lapolitica. Si venerano leelezioni, si disprezzano glieletti. Per un politicoamericano la prima regola èpresentarsicomenonpolitico,anzi come vessillifero dellacrociata contro gli sporchi

politici. E in nessuna cittàdegli Stati Uniti la politica èconsiderata così sporca comea Chicago. Se vuoi dire chequalcuno èmarcio, basta cheloparagoniaunpoliticodellaCookCounty.

Dagli anni settanta ainovanta, più di venti deicinquanta consiglieri(aldermen ) di Chicago sonostati condannati percorruzione. Gli aldermensono chiamati Grey Wolves,

“lupi grigi” per la loroleggendaria voracità. Uno diloro dichiarava nel 2000 diessere stato alderman perventitré anni, "abbastanza alungo da aver visto duedozzine di colleghi finire inprigione”.3 Chissà cosadirebbe Nikolaj Vasil’evicGogol': nella primavera del1993,WalterKozubowski(dioriginepolacca)fucostrettoadimettersi da segretario

comunale di Chicago (caricaelettiva)perchéserainventatoimpiegaticomunali fantasma,tipo anime morte, di cuiintascava gli stipendi. Epoiché negli Stati Uniti sonoelettive, cioè politiche,cariche (per esempio digiustizia, o di polizia) inEuropaottenuteperconcorso,cioè per selezioneamministrativa, nellacorruzione politica rientraquel che da noi è

malversazione burocratica.Nel 1983 quindici giudicifurono incriminati percorruzione. Nel 1993, ungiudice di contea fudichiarato colpevole di avervendutoprocessiperomicidioe aver intascato soldi perassolvere gangster assassinidigangster.

Nulla di nuovo rispettoagli anni trenta, quando ilpresidente del Partitodemocratico era Pat Nash

(orgine irlandese) e il partitochiese a suo cugino, TomNash,avvocatodiAlCapone(origineitaliana),didiventaretesoriere della Cook County.Nulla di nuovo, appunto:maqui sta il problema. Agliscandali della polizia diChicago è stato dedicato unlibro dal titoloTo Serve andCollect (“Per servire eintascare”) che parafrasa ilmotto dipinto sulle auto, ToServe and Protect. La

corruzione della polizia diChicago è cronica, fin daquando furono radiati percorruzione gli ufficialiprotagonisti della sparatoriadi Haymarket (1886). Nonpassa anno senza che scoppiun caso. Una volta ( 1996)sette agenti sono condannatiper estorsione; un’altra(1997)siscoprechegliagentiinfiltrati nelle gang sonodiventati membri delle ganginfiltratinellapolizia;un’altra

(1999) che un veteranopluridecorato proteggeva uncanale di droga Miami-Chicago; che uno dei piùleggendaridetectiveerainungiro di gioielli rubati (2000);di nuovo quattro agentiaccusatidiestorsioneaidannidi immigrati polacchi(2000).4 Si capisce perchésulla polizia di Chicagocircola la battuta: "Basta unamelasanaperrovinaretuttoil

paniere”.

***La corruzione è segno di

sottosviluppo politico, dimodernità imperfetta. Comepratica di governo, comestrumento di consenso, èattribuita alle tiranniesudamericane, ai despotiafricani, o la si confina asistemiancorafeudalisottolapatina capitalista, come il

Giappone o l’Italiameridionale. Eccoci invece aChicago, nella città piùindustria-lizzatadellapotenzapiù sviluppata della terra,nella metropoli che (appenacentosettant’anni fa) è sortadal niente e si è sviluppataubbidendo interamente allalogica e alle esigenze delcapitale. Qui, nel Nuovomondo,nella "terrapromessadel capitale”, secondol’espressione di Sombart,

troviamo una corruzionestrutturale.

Il dilagare dellacorruzione negli Stati Unitirappresenta un mistero,proprio come la povertà: gliamericani capivano che lamiseriadilagasseinEuropa,acausa del retaggio feudale,dell’angustia, delle scarserisorse. Ma come potevaesistere qui, in un continenteinesauribile, in un sistemapoliticoliberoedemocratico?

Così per la corruzione essapuò imperversare altrove,neivecchi mondi, nei vecchiregimi, ma non negli StatiUniti. “L’idea, inculcata daimanuali patriottici, è chenell’anno 1789 un gruppo disaggi fondò un nuovogovernoinunnuovomondo,”chelacorruzioneèunmorboe-scrivevaWalterLippmann- “noi sentiamo che nondovrebbeesserciquieche,sesolo avessimo un po’ più di

coraggio o di giudizio o diqualcosa, noi potremmoamputare il tessuto malato epersemprepoiviverefelici”.5Quilacancrena,lacorruzionedei corpi è metafora alquadrato della metaforicacorruzione politica.Quest’immagine diffusapresuppone una certa idea di"corpo sano della politica”,una condizione in cui lasocietà si organizzerebbe in

perfetta trasparenza: "Spessopensiamo alla corruzionecome a un morbo che sidiffonde implacabilmente inuncorpopolitico,minandonela forza e l’integrità erapinandoicittadiniinquestoprocesso”.6

Larealtàèmenoingenua.Stiamo parlando, nondimentichiamo,diunasocietàche non si chiede come haifattoisoldi,mase lihai fatti

e quanti ne hai fatti. “In unsistema politico in cui ilcriterio base è che ‘denaroparla’, non è facile stabiliredove i parlatori - e le loroparole -hanno oltrepassato lalineadellacorruzione.”7Nésipossono ignorare le angustiedella vita: un buon poliziottoche si comporta da buoncittadino non potrà maiguadagnare (onestamente)abbastanzasoldipermandare

i propri figli in un buoncollege.

Ma la contraddizionegiace ancora più inprofondità. George Cass,presidente della NorthernPacific Railway, diceva nel1873 che “nel Congressopersino un saggio onesto sicorromperebbe”8: comepoteva uno dei robberbarons, proverbiali per laspietata venalità, dar lezione

di moralità ai politici? Apretendere dalla politicadisinteresse e dedizioneall’interesse generale èun'opinionepubblicaprontaagiurare sul vangelo di AdamSmith che la società si reggesull’impresa privata, che laprosperità generale, laricchezza delle nazioni èfondata sulla statistica degliegoismi individuali: "Non ècerto dalla benevolenza delmacellaio, del birraio o del

fornaio che ci aspettiamo ilnostro pranzo, ma dal fattoche essi hanno cura delproprio interesse. Noi non cirivolgiamo mai alla loroumanità,maal loroegoismo,e con loro non parliamomaidellenostrenecessità,madeilorovantaggi”.9

Ma se il mercato è ilmeccanismo “naturale”secondo cui è organizzata lasocietà,anchelapoliticadeve

organizzarsi come unmercato. Anche nel mercatopolitico devono agiredomanda e offerta, profitto eperdita. La lotta politicaassume allora la forma dellaconcorrenza.Loscontrodelleidee da propaganda diventapubblicità. E la concorrenzaindossa le vesti dellacompetizioneelettorale.Ivotisono insieme merci dacomprare e risorse davendere. In questo mercato

l’imprenditoreèilpartito.Eilpartito agisce daimprenditore.Lasuafunzionenon sta nel “concorrere conmetodo democratico adeterminare la politicanazionale”,10manelgarantirel’elezione del maggiornumeropossibiledicandidatial maggior numero possibiledicariche.

Nel mercato politico,esitodellacompetizioneèun

oligopolio che sbarral’ingresso a nuovi, minoricompetitori. Come èimpossibile a una piccolaimpresa inserirsi nel mercatodei detersivi e rompere ilduopolio costituito daUnilever e Procter&Gamble,così,nelmercatopoliticoUsail duopolio di repubblicani edemocratici ha sbarratol’ingressoaogniterzopartito.Giànel1906sicomparavano“i vecchi, grossi partiti

americani con i trustgiganteschi, che dispongonodi così grandi capitali, chedominano cosìesclusivamente tutte le fontidimaterieprimeedimercatidi vendita, da escludere ogniconcorrenza che si manifestaai loro fianchi da parte diogni ‘terzo’ partito. Se siaffaccia un concorrente,alloraivecchipartitifannoditutto per farlo scompariredalla scena. In caso di

necessità si alleano” .11 Lastoria politica americana ècostellatadifugacimeteorediterzipartitisortie tramontati,dall’Anti Masonic Party del1830, ai Know Nothing del1850 fino alla candidatura diRoss Perot alle presidenzialidel 1992 e - all’altro capodello spettro politico - quelladiRalphNadernelleelezionidel2000.

Se la politica è un

mercato, e se i partiti sonoimprenditori, “dal punto divista degli imprenditori dipartito,ivotisonorisorseperottenereilcontrollodicarichegovernative”.12 La formaclassica assunta da questoimprenditore politico èchiamata negli Stati Uniti la"Macchina politica". "Lamacchina politica e il bosspolitico devono la loroesistenza all’interesse della

politica di partito. I partitierano organizzati per vincereelezioni.Lamacchinapoliticaèsoloundispositivo[device]tecnico inventato perperseguire questo scopo. Ilboss è l’esperto che guida lamacchina. È altrettantonecessario per vincere leelezioni quanto un allenatoreprofessionista è necessario alsuccesso nel football'’13: giànel1920RobertParkusavala

metafora calcistica per lapolitica.

Con la sua definizione,Park andava controcorrente.Sulla Macchina si riversainfattiildistillatopiùpurodeldisprezzo antipolitico: laMacchina è vista “comepiovra che protende untentacolo in ogni tasca in uninfinito processo dicorruzione [graft], estorsionee furto sfacciato. Questamacchina-mostro governa

conil terroreeconsideracondisprezzoilegittimibisogniedesideri dei residenti”.14 Ildisprezzo per laMacchina siriflette nella definizione deisuoi di-rigenti. Quando unpolitico è rispettato, è unleader, quando è attaccatodiventa un boss, il capo diuna gang: come da “insignestatista"a"loscopoliticante”.Parlando del sindaco diChicago, Mike Royko

scriveva: "Gli editorialistideciserochedopotuttoDaleynon era un leader politicoprogressista, di una nuovaspecie. Cambiarono nastro elo iscrissero di nuovo nelruolodi‘boss',unostrumentodellaMacchina”.15

Come altre macchine,quella politica èun'invenzione dell’Ottocento,che si è sviluppata a NewYork dove, verso il 1830, la

Tammany Society prese ilpoterenell’organizzazionedelPartitodemocratico:daallora,Tammany Hall , (sede dellasocietà) è diventata sinonimodi Macchina politica.Macchine sorsero ovunquecon i loro boss: George Cox(repubblicano) a Cincinnati,Abe Ruef (repubblicano) aSan Francisco, Thomas J.Pendergast (democratico) aKansas City, James MichaelCurley (democratico) a

Boston, Edward Hull Crump(democratico) a Memphis.Ma sono le Macchine diChicago le più longeve e lepiù potenti, dalla MacchinarepubblicanadiWilliamHaleThompson a quellademocratica di AntonCermak, che dal 1930governa la città con Kelly,Nash,conDaley(dal1955al1976).Nonèuncaso se agliinizi del terzo millennio unaltro Richard Daley governa

la Windy City: il figlio del“boss”. Certo in mezzosecolo, dagli anni cinquanta,di acqua sotto i ponti delfiume Chicago ne è passatatanta:èpassatoilreaganismo,l’ondatadelleprivatizzazioni,la deindustrializzazione e laperditadipiùdi400.000postidi lavoro industriali,16 circadue terzi del totale. LaMacchina non poteva restarequella di una volta. Ma il

giovane Daley sembra averseguito nel 2000 il precettoche formulava nel xix secoloil principe siciliano Fabriziodi Salina, protagonista delromanzo (e film) IlGattopardo: "Bisognacambiare tutto perché nullacambi”: "Gli attualiarrangiamenti del governo diChicago sono non tanto unritorno al vecchio regime,quanto un tentativoparzialmente riuscito di

ricostruire il vecchio regimenelle nuove condizionipoliticheedeconomiche”.17Ècosì che si manifesta quellache Joel Rast chiama lastraordinaria “capacità direcupero della Macchina diChicago”,18 una forma diorganizzazione ormaisecolare, nata nella città deitram a cavallo e ancora alpoterenellacittàdegliaereiedell'informatica.

LaMacchinaèsortasutrepilastri. Il primo è ilclientelismo. A torto lo siconsidera un residuo delpatriziato, dall’origine latinadel nome. Come osservanoFox Piven e Cloward, nellalotta politica "l’introduzionedelclientelismosegnalacheiclienti detengono risorsepolitiche che i dominantihanno bisogno di sopprimereocircuire”.Nonc’ènecessitàdi clientelismo senza una

democrazia in cui i clientidispongono di leve dipressione. Il clientelismo“puòalloraessereconsideratocome una concessione allaclasse lavoratrice estorta alleclassi superiori emedie, e laMacchina può essere vistacomelamaterializzazionedelcompromesso di classe”.Infine il clientelismo non èpraticabile se non ci sonobeni da distribuire, essodipende cioè dallo sviluppo

economico che “provvedenuove risorse per costituireuna base clientelare cheassimili nuovi gruppi nelsistemapolitico”.19

Se la Macchina è unimprenditore politico, se ivoti sono i denari con cui sicompranogliufficipubblici,ivoti vanno comprati: "A unoviene prestato un dollaro;all’altro si procura gratis unbigliettoferroviario;quinelle

giornatefreddesidistribuiscecarbonegratis;làsiregalaunpolloperNatale;sicompranomedicineaimalati,siprocurauna bara a metà prezzo se èmorto qualcuno. E accanto atutta questa assistenza c’è ungeneroso trattamento neisaloon dove viene svolta laparte forse più essenziale dellavoro elettorale [...] unootterràlalicenzadivenditoreambulanteoperlagestionedisaloon, l’altro ha violato il

regolamento edilizio o hasulla coscienza un'infrazione[...] tutto viene sistematodalla Macchina”.20 LaMacchina americana agivanell’Ottocento come laDemocraziacristiana in Italiadopo il 1947 quando aglielettori regalava pacchi dipasta o, meglio, la scarpadestra prima del voto e lasinistra dopo. Ma ènell’agostodell’anno2000-e

non del 1890 - che ho vistobancarelle organizzate dalPartito repubblicano inoccasione della suaconvention, distribuire panegratis ai cittadini diFiladelfia, con ipiù indigentiche riempivano sporte ebisacce:dopoduemillenni,dinuovo panem (et magaricircenses). Però, come nellaDc, nelle Macchine politicheUsa la vera moneta percomprare consenso è stata

l’elargizione dei pubbliciimpieghi.

Un pregiudizio tenacepropala l’idea che negli Usal’amministrazione statale siasnella,eidipendentipubblicisiano pochi rispettoall’Europa. Idea che, cometuttiiluoghicomuni,sirivelafalsa. In proporzione alnumero di abitanti, oggi gliStati Uniti hanno altrettantidipendenti pubblici dellaburocratica Italia. Nel 2000,

su 281 milioni di abitanticerano 26,1 milioni didipendenti pubblici a tempopieno (di cui 21,1 impiegatidaglientilocaliedaglistati,e5 dal governo federale,compresi i 2,1 milioni dimilitari),21 contro peresempio i 4,2 milioni didipendenti pubblici su 57milioni di italiani. Ovvero, 9dipendenti pubblici su 100abitanti. Si scopre qui che il

reaganismo, lungi dal ridurrei pubblici dipendenti, neglianni ottanta li avevaaccresciuti: da 18,1 milioninel 1980 a 20,4 milioni nel1990. Il suo vero effetto èstato di ribaltare leproporzioni tra dipendentifederali e impiegati locali.Mentre nel 1950 più dellametà (il 57%) dei dipendentipubblici era federale, oggi ifederali sono meno di unquinto del totale (il 19%,

compresi i militari). Larivoluzione reaganiana sirivela una vittoria non tantoprivatistica, quantolocalistica: sottrae uomini erisorse al governo centraleper affidarli a quello locale.Così il reaganismo - tipicomovimento anti-Macchina -ha ridato vigore alleMacchine locali che eranorimasteacortodirisorse.

Solo a fine Ottocento gliStati Uniti hanno introdotto

concorsi per le assunzionipubbliche (Civil ServiceCommission nel 1883, CivilService Rules nel 1903). Equestaregolanonsièdiffusadavvero fino alNewDeal diRoosevelt(convarieleggitrail 1936 e il 1940). Si puòimmaginarechearmapotentefosse in mano ai partiti ilclientelismostatale.

Altra greppia a cuipascere le clientele erano lepensioni di guerra.

Nell’Ottocento la Macchinarepubblicana costruivaconsensonelleareeruralidelNordgraziealladistribuzionea pioggia di vitalizi aiveterani. Nel 1870(all’indomani della guerracivile), i reduci chericevevano una pensione diguerra erano 200.000,ma daallora in poi, benché le forzearmate contassero solo40.000 militari in servizio, ipensionati aumentarono: nel

1893lostatoerogava760.000pensioniaveteranie216.000avedoveeorfani:lepensionid’invaliditàmilitare erano 15volteilnumerodeimilitariinservizio!22

Ma la vera riservainesauribile di pubblicheprebende, la Macchina latrovava nei posti comunali,negli impieghi locali, daipoliziotti ai pompieri, aglispazzini, agli uscieri. Nella

nuovaversioneinvece,seunavolta lo strumento dipressione politica dellaMacchina era “l’esercitoclientelare dei dipendenticomunali” adesso è ilsubappalto ai privati deiservizi pubblici: “Laprivatizzazione dei servizipubblici affida la maggiorparte dei contratti a impresepienedigratitudineposseduteda amici di vecchia data sucui [Richard Daley] può

sempre contare per unappoggio politico”.23Arriviamoalsecondopilastrodella Macchina, la sua baselocale. Si è sempre detto chel’Americaèungrandepaese.Ma forse è un paese troppogrande per pensarlopoliticamente. Per mecittadino, c'è un abisso tra idestini dell'America e lefogne del mio rione, tra lapolitica estera e l'efficienza

dei pompieri, tra gli StatiUniti come nazionedemocraticaelamiamodestademocrazia personale in cuiioindividuopossoincideresuquella limitata porzione dimondochemicircondaechemi attiene. Si è sempre dettoche l’America è decentrataper il suo sistema politicofederale, ma essa lo è inprimo luogo per l’esperienzapolitica personale dei suoicittadini.

C'èunoscollamentotraladecisione di quali stradeasfaltare e le grandi opzionipolitiche tipo destra-contro-sinistra. Da questo scartoderiva l’impoliticità delleorganizzazioni politiche, illoroessereapparati(conqueltanto di opacità ideologicache questo termine implica),cioè Macchine. Questo perquanto riguarda il lato delladomanda politica. Ma il localismo è terreno fertile

per la Macchina anche dallato dell’offerta politica: “LaforzadelleMacchineeraresapossibile dall’alto grado didecentramento del sistemafederale”.24 Stati, contee ecomunieanchequartierisonodotati di tali poteri e risorseda rendere quasi inevitabileche la lottapolitica trapartitisi concentri sui temi locali,persinodivicinato, e trascuriigrandispartiacquenazionali.

Ma la radice locale dellaMacchina affonda ancora dipiù nella struttura dellasocietà in gruppi primari, incommunities,inquelcheParkchiamava un gruppo "noi”(che ci identifica rispetto a"voi”). Tra le organizzazioni“nate con il proposito dicontrollare il voto popolare,lamacchina politica è basatasu relazioni personali, locali,cioè primarie [...]. Lamacchina politica è in realtà

un tentativo di mantenere,dentro l'organizzazioneamministrativa formale dellacittà,ilcontrollodiungruppoprimario. Le organizzazionicosì costituite, di cuiTammany Hall è la classicaillustrazione, appaionoassolutamentefeudalinellorocarattere. Le relazioni tra ilboss e il suo coordinatore dizona [ward capta in]sembrano precisamentequelle implicate dalla

relazione feudale: di lealtàpersonale da un lato e diprotezione personaledall’altro.Ledoticheunataleorganizzazione esalta sono levecchie virtù tribali difedeltà, lealtà e devozioneagli interessi del capo e delclan. La gentenell'organizzazione, i loroamici e simpatizzanti,costituisconoungruppo‘noi’,mentre il resto della città èsolo mondo esterno, non

proprio vivo, non davveroumano nel senso in cui losono i membri del gruppo‘noi’".25

L'abbiamo trovato infineil termine feudale. Non è ilsolo Park a paragonare lamacchina a un feudo. GiàLordBrycescriveva:

Come nei giorni delfeudalesimo uncontadino doveva al suopadrone occasionali

versamenti in denarooltre al serviziomilitarecheglirendeva,cosìorail vassallo americanodeve dare, oltre acontributi in denaro,anche serviziocavalleresco nelleprimarie, nellecampagne, nelleelezioni. Ma i suoiimpegni sono piùgravosi di quelli delvassallo feudale perché

quest’ultimo potevaliberarsi dal suo obbligosul campo con unasomma in denaro,mentre sotto laMacchinaunpagamentoindenaronondispenseràmai dall’obbligo diservire nell’esercito deiworkers.26

Ma come può laMacchina essere un“dispositivo tecnico”

inventato per rispondere auna situazione del tuttomoderna,quellademocratica-elettorale e, insieme, unresiduofeudale?ComepuòlaMacchina essere un trustcapitalistico (Sombart) e unastrutturafamiliare?Daunlato“la Macchina ideale èun’organizzazione efficiente.È un’organizzazioneaziendale [businessorganìzation],condottaper ilprofittodei suoimembri, che

devevincereelezioniditantoin tanto, In cambio diincentivi materiali spartibili,dàabbastanzavotidaottenereil controllo della pubblicaautorità. In compenso, l'usoastuto della pubblica autoritàfornisce più incentivi perrafforzarelaMacchina”.27

Dall'altro lato, “laMacchinasalda isuoi legamicon gli uomini e le donneordinarie attraverso elaborate

reti di relazioni personali.Lapolitica è trasformata inlegami personali. Ilcommissariodiquartieresaràsempre un amico in caso dibisogno. Nella nostra societàsempre più impersonale, lamacchina, attraverso i suoiagenti locali, adempiel’importante funzione diumanizzare e personalizzarel’assistenza a chi habisogno”.28

Ecco che ci vieneproposto un ossimoro: comepuò un dispositivodell’anonima democrazia dimassa essere una famigliapersonalizzata?Lasoluzionechecivieneadditataèquelladiunapersistenzadell’antico.Il passato coesisterebbe nelpresente. Così un'innovazione, uno strumentoinventato dal moderno, laMacchina, è presentata comeunresiduo feudale. Il quadro

che ci viene delineatopresuppone che vi sia unacontraddizione tra sangue emodernità, tra logica deldenaro e logica della stirpe,tra rapporti di clientelapersonale (relazioni primarie,premoderne) e relazioni dipubblicità (secondarie,impersonali,moderne).Comese il Giappone, portato amodello di ipermodernitàtecnologica e potenzacapitalistica, non funzionasse

grazie a un sistemaclientelare,aunaMacchina,aun’ideologia zen. Come se,agli inizi del terzomillennio,l’ultracapitalismo deiChicago Boys non simiscelasse perfettamente conl'ossessivo richiamo ai valorifamiliari per preparare ilcocktail reaganiano.Comeseil denaro non si trasmettesseper via di sangue (pereredità).

Èquestounpuntonodale,

una decisiva questioneprospettica. La modernitàcrea un sistema elettorale; ilsistema elettorale esige unamacchina politica; laMacchina, per assolvere ilsuo compito, deve plasmarsicome una grande famiglia,come un clan, come ungruppo “noi”. Però tuttoquesto procedimento vienevistononcomeprodottodellamodernità, ma comeripescaggio del premoderno,

un riaffiorare delfeudalesimo. Qui non èquestione di verità o falsità,se la Macchina ha o non hacaratterifeudali,masequesticaratteri feudali sono visticome residuo del passatooppure come caratteristichefunzionali del moderno. Èuna differenza dirimente. Percapirci: la sociologia tedescadel primo Novecentosottolineò come le grandicorporations fossero sotto

moltissimi aspetti identicheagli ordini religiosi:d’altronde, nella desolazionedi Detroit, il profilo deiquartieri generali dellaGeneral Motors richiamairresistibilmente le abbaziemedievali. Eppure a nessunoverrebbeinmentedidirecheunacorporationè un residuodel passato, è un’eredità delfeudalesimo. Siamo quinell'imprescìndibile,preliminare scontro di ogni

lottapolitica:edèlalottaperle definizioni della politica.Costituisce un’armaassegnare al passato questainvece di quella caratteristicadel presente. Quando nelSettecento un Voltaire riescea definire l'avversario comeresiduo dei secoli bui("oscurantista”) e se stessocome fautore della luce(“illuminista"), e questadefinizioneèaccettata,hagiàvintolapartita.

***

Dire che la Macchina ha

componenti feudali significaaffermareche-propriocomela corruzione - la Macchinarispecchia una modernitàincompiuta, è un grumoopaco di struttura “tribale”,retaggio precapitalistico epreurbano.Ciò implica a suavolta che, per battersi controla corruzione e contro il

feudalesimo della Macchina,bisogna portare acompimento la trasparenzadel mercato. Quest’usopoliticodelrinvioalpassatoèevidentissimo nel terzopilastro su cui si fonda laforza della Macchina, la suabaseetnica.Ancoraunavoltasono loro i protagonisti dellastoriaamericana,queimilionidì derelitti, sporchi, affamatiche, bianchi, sbarcavanodall’Europa o, neri,

migravanodalSuddelpaese.A queste orde di cafoni nonsolo trusts e corporationsdevono la propria incredibilepotenza finanziaria, ma igrandipartiti,gliimprenditorielettorali devono il lorostrapotere politico. Questimilioni di poveri e dianalfabeti non erano solonuovebraccia,nuovicrumiri,nuovaforzalavoromarginale,ma erano anche nuovielettori: “Per gli imprenditori

politici erano una minierad’oro, erano un esercito dipotenziali votanti in unadimensione mai vistaprima”.29 La Macchina liaccoglieva, li proteggeva, liminacciava, li guidava permanoneiseggi.

Usati come mandrieelettorali, questi "barbariimmigrati” erano accusatidell’"imbarbarimento” dellapolitica. Il disprezzo per eli

immigrati stingeva neldiscredito per la MacchinadefinitadaBaileyAldrich"undispotismo dello straniero[alien], da parte dellostraniero, per lo straniero,temperato da occasionaliinsurrezioni della genteperbene”.30I movimenticontro la corruzione dellaMacchina erano cosìmovimenti anti-immigrati.Vediamo delinearsi quel

pasticcio politico cosìcaratteristico del mondomoderno, di movimenti chepropugnano insiemesciovinismo, chiusura dellefrontiere e moralizzazione.Eccocheilcerchiosichiude:nella metafora medica, laMacchina è un residuofeudale perché è contaminatadalleordetribalidiimmigraticheportanonegliUsailvirusdel loro passatoprecapitalista. È una tesi

circolare, quindiinfalsificabile (eindimostrabile): lacorruzioneè caratteristica dei regimifeudali, la Macchina ècorrotta perché caratterizzatadagli immigrati europei chevengonodasocietàfeudali.Amaggior ragione, questoragionamento fu esteso aipolitici neri visto che i nerivenivano da un regimeschiavistapiùchefeudale.

Maquestaèsololaprima

metàdellastoria.L’altrametàèche,percarpire ilvotoe lafedeltà elettorale degliimmigrati, la politicaamericanasièristrutturatasubaseetnica(razziale)e -cosìfacendo-haresopermanenteestabileladivisioneetnica(erazziale).NonacasoleprimeMacchine sembraronoappannaggio degli irlandesiche avevano costituito laprima ondata migratoria,tanto che un professore di

Harvard scrisse un articolointitolato La cattivitàirlandese delle cittàamericane.3I A Chicago lapoltronadicapodellapoliziaspettò agli irlandesi per unsecolo fino al 1960. Manaturalmente, dalla finedell’Ottocento, il posto divicecapo della polizia fuappannaggio dei tedeschi.Ritroviamo qui un metodoproprio del principio castale:

come in India si ha lalottizzazione per casta dialcuni posti governativi, quisi ha una rigida lottizzazioneetnica. Se il sindaco diChicagoèstatoquasisempreirlandese, da quarant’anni,fino all’arresto di WalterKozubowskierastatopolaccoilsegretariocomunale.Comein Italia il manuale Cencellidistribuiva i portafogli allevarie correnti democristiane,così un non scritto manuale

prescriveledosidiognietnianei vari governi, dallacircoscrizione comunale finoalla Casa Bianca dove èinammissibile che vi siauno staff senza un ispanico,senza un nero, senza unitaloamericano... Perchénellegrandi città laMacchina nonpuòbasarsisuunasolaetnia,ma deve reggersi su unacoalizione etnica. Ilrepubblicano “Big"BillHaleThompsonfueletto(1915)e

rieletto (1919) sindaco diChicago grazie a unacoalizione di neri e tedeschi.A New York Fiorello LaGuardia racchiudeva lacoalizione etnica nella suapersonapersuopadreitalianoe suamadre ebrea.Nel 1930il ceco Anton Cermak,speculatore e palazzinaro,antiproibizionista,riplasmòlamacchina democratica diChicago aggregandopolacchi, cechi, slovacchi,

tedeschi del Sud e neri perbilanciaregliirlandesi.Poigliirlandesi ripresero le redini,malacoalizionerestò.

Avviene così che agliinizidelxxisecololapoliticafunzioni in base a criterietnici. Nel 1987 al sindaconero di Chicago, HaroldWashington, che sipresentava per un secondomandato,siopposegranpartedella macchina democratica,costituita dai white ethnies,

guidata dall’aldermanEdward Vrdoliak. Bastaguardare i nomi deglialdermencheparteciparonoaquesta rivolta contro ilsindaco nero per misurare ledosi nella ricetta etnica dellaMacchina. Ecco sfilare nomislavi come AloysiouksMajerczyk, John Madrzyk,William Rrystyniak, RomanPuchinsky, vocali italianetipo Vito Marzullo, AnthonyLaurino, Michael Nardulli,

Frank Damato, sonoritàirlandesi come MichaelShenan, Patrick O’Connor,Gerald McLaughlin, FrankBrady,reminiscenzetedesche(Bernard Hansen e JeromeOrbach).32 Quando pochimesi dopo, il 25 novembre1987, il sindaco Washington(rieletto) morì, per nominareil rimpiazzante diventaronoappetiti i quattro aldermenispanici Jesus Garcia, Juan

Sóliz, Luis Gutiérrez,Raymond Figueroa, non inquanto singoli voti, ma inquanto “blocco ispanico”,33in quanto corrente. E nel2000ilfattoreetnicocontinuaa essere determinante nellapolitica cittadina, secondoDavidMoberg.

Ci sembra così arcaica,così tribale questacomposizione!Maèunerroreprospettico. Stiamo parlando

del più giovane sistemapoliticodella storia (aparte iregimicomunisti).Innessunodei vecchi sistemi europei sidà una simile ripartizione. AParigi il consiglio comunalenon è composto dalconsigliere alverniate delprimo arrondissement,borgognone del ΧIIΙ, piednoirdel xix.ARoma i postiinconsigliononsonospartitiin funzione dell'originecalabrese, sarda o abruzzese.

Non è possibile: 1) perchénon ci sono quartieri sardi oquartieri abruzzesi (oborgognoni); 2) perché lapolitica non seleziona iconsiglieri secondo questicriteri.

Ma la ragione 2 rafforzala ragione 1. È lalottizzazione etnica amantenereeanzia rafforzarele identità (e le antipatie)etniche nei decenni. Ognipostocomunaleriservatoaun

irlandese sarà tolto a unpolacco, ogni favore a unitaliano sarà a scapito di unispanico... La politica non farivivere le vecchie rivalitàetniche, ne crea di nuove:“Un irlandese che arrivavaquiodiandosologli inglesiegli irlandesi protestanti benpresto odiava polacchi,italianieneri.Unpolaccocheall’arrivo odiava solo ebrei erussiimparavasubitoaodiaregli irlandesi, gli italiani e i

neri”.34Siamo di fronte a un

nuovo aspettodell’identificazione traspaziofisico,spaziosocialeespaziopolitico. Qui lo strumentoomogeneizzante è il votomaggioritario dei consiglieri(aldermen),circoscrizionepercircoscrizione. Il criteriomaggioritario è implicito nelmetodo elettorale (il 51%governa), ma esso diventa

totalitarioquandoilsistemaèuninominale e l’elezioneserve non solo a determinarele grandi opzioni politiche,ma anche a scegliere iresponsabili degli acquedotti.L’ideaastrattaèchesieleggeun commissario delle fogneperché sarà un buoncommissario con un buonprogramma d’igiene. Ilrisultato pratico è che, peressere eletto, un buoncommissario deve farsi

specchio della maggioranza,promettere agli elettori quelche la maggioranza vuolsentirsidire,peresempioche- anche se le fogne cadono apezzi - non è necessarioricostruirle e quindi non c’èbisogno di nuove tasse. Ilcriterio diventa: "Io ti dicoquelcheiopensochetupensiche io debba pensare”.Tocqueville la chiamava latirannia della maggioranza(che comunque è sempre

meno peggio di una tiranniadellaminoranza).

Una tenace tradizione dipensiero,chegiungefinoallaTrilateral Commission deinostrigiorni,considerachelademocrazia è debole einefficiente: 2400 anni fa,secondoTucidide,giàPericlepolemizzava con quest’idea -di Sparta efficiente perchéautoritariaediAteneimbelleperchédemocratica-,quandodiceva che "per noi ateniesi

non sono le discussioni chedanneggiano l’agire”.35 Unatradizione falsa, diceTocqueville: “Quel cherimprovero al governodemocratico[...]nonè,comemolti pretendono in Europa,la sua debolezza, ma alcontrario la sua forzairresistibile. E quel che miripugnadipiùinAmericanonè l’estrema libertà che viregna, è la mancanza di

garanzia contro la tirannia”.Questa tirannia è tanto piùdispotica, quanto più vastisono i campi che dipendonodall'elezione:

Quando negli StatiUniti un uomo o unpartito soffronoun'ingiustizia, a chivolete che si rivolgano?all’opinione pubblica?ma è lei che forma lamaggioranza; al corpo

legislativo? essorappresenta lamaggioranza e leobbedisceciecamente;alpotere esecutivo? ènominato dallamaggioranza e le serveda strumento passivo;alla forza pubblica? laforza pubblica non èaltrochelamaggioranzain armi; alla giuria? lagiuria è la maggioranzarivestita del diritto di

pronunciare sentenze: igiudici stessi, in certistati, sono eletti dallamaggioranza.Perquantoiniqua o irragionevolesia la misura che vicolpisce, vi toccadunquesottomettervi.36

La tirannia dellamaggioranza vige anche infabbricadovetipuoiiscrivereaunsolosindacato;madovesi fa schiacciante è nel caso

della composizioneetnica. Inunquartiereal40%polaccoeal 60% irlandese, irappresentanti eletti conl’uninominale sarannosempre irlandesi eprocureranno posti agliirlandesi,cosìcheilpoliziottodi quartiere sarà irlandese...Ai polacchi conviene dunqueraggrupparsi in un quartierein cui sarannomaggioritari epotranno eleggere unaldermanpolaccochefaràgli

interessi dei polacchi.(Naturalmente, quando perl’arrivodinuovioccupanti lacomposizione etnica di unquartierecambia,peruncertoperiodo i vecchi residenticontinuano a detenere ilpoterepolitico:cosìfupergliirlandesi quando arrivaronogli italiani, così oggi per gliitaliani in quartieri ormai amaggioranza ispanici e neri:ma queste sono solo fasi diassestamento.) Oltre la

politica degli alloggi, dopo icriteri dei mutui ipotecari,anche il metodo elettoralecontribuisce a edificare lacommunity come un precisogruppo omogeneo (perreligione, censo ed etnia) inun preciso quartiere, asepararlo dalle altrecommunities, a costruireun’identitàsegregandoladallealtre. Così le identità etnichenonsisciolgononelcrogiolo,ma permangono e forse si

rafforzano. La comuneorigine etnica è più fortedell'opposta appartenenza dipartito, come ha dimostratonel 1994 il sindaco di NewYork, il repubblicanoconservatore RudolphGiuliani,chehaappoggiatoilgovernatore dello stato diNew York, il democraticoprogressista Mario Cuomo,nella sua campagna (persa)contro il candidatorepubblicano, Pataki, dal

cognomegreco: lasolidarietàitaloamericana ha sopraffattoladivergenzapolitica.

***

Insediamento territoriale,

composizioneetnica,rapportocon la community. Abbiamogià incontratoun’organizzazioneconquestecaratteristiche,ederalagang.Eselagangsistrutturacomeun'impresacapitalistaecome

un soggetto politico, nonstupisce se i soggetti politicisi strutturano un po’ comegang. Negli aspetti esteriori:nei due casi, il capo èchiamato “Boss”. Nellareputazione: gli immigratiavrebbero portato nellapolitica il virus dellacorruzione proprio comeavrebbero contagiato lasocietà con la criminalità;come i vari gruppi etnici sisonopassatiiltestimonedella

malavita organizzata, dallegang irlandesi, alla mafiaitaliana,allegangcinesi,cosìnelle organizzazioni politichelocaliilpredominioèpassatodaungruppoetnico/razzialeaunaltro,daiwhiteethnicsagliispanici e ai neri.Nei valori:Parkparladi“fedeltàelealtà”come virtù esaltate dallaMacchina politica; perSânchez Jankowski, i leaderdellegangsonosceltiper“lalorolealtàsimbolicaversogli

amici, per la lealtà verso lacommunity”.37

Vi è però un filo piùsottilecheconnetteMacchinepolitiche e gang. Ed è iltentativo, in una societàcapitalista, di affermarsisenza disporre di capitali, odisponendo di risorse nonvalutarie: quel che, nel casodello slum, avevamochiamato "capitalismo senzadenaro’'. Se è vero che la

Macchinaèun“imprenditoredi partito”, essa è unimprenditore che cerca diconvertire in potere e denarorisorse extra-economichecome il consenso, i voti,propriocomelagangcercadicapitalizzare il suo dominiodellastrada.Lacompetizionepoliticaavviene inunmondounpo'menohobbesianodelloslum,ma anche laMacchinacompete per appropriarsi dirisorse rare: iposticomunali,

le cariche governative, gliufficielettivi.Aunlivellounpo’ più elevato, anche laMacchina èlumpencapitalista. Da qui ildisprezzocheicapitalistiveriprovano per questi capitalistimalriusciti: non si conoscenessun politico che con lacorruzione abbia maiaccumulato una grandefortuna(diquellechetifannoentrare nella graduatoria deipiùricchid’America),mentre

si conoscono moltiimprenditori che hannoaccumulato una grandefortuna corrompendo ipolitici. Scorgiamo quiun’idea che sembra avere unradioso futuro davanti a sé,l'idea che il mondo sarebbepiù onesto, il potere sarebbepiù trasparente se fosseinteramente controllato dalleforze dell’economia (dallalogica del mercato) e se alcontrollo politico fosse

lasciato il settorepiùristrettopossibile.

Non che nella Macchinasiano tutti puri e casti. Èleggendaria la corruzione diJim Curley di Boston, lavenalità razziale di EdwardCrump, la criminalità diFrankHague (detto "Io sonola Legge”) a Jersey City, irapporti con la mafia dellaMacchina diChicago.È che,se per corruzione s’intende"un abuso del proprio ruolo

pubblicoascopodibenefìcioprivatoinmodoillegale”,38laMacchina agisce spesso inmodo perfettamente legale.Anche qui, il problema èdefinire la corruzione.L’attività di lobbying (dipressione sui partiti e suiparlamentari,ancheattraversoil finanziamento delle lorocampagne, perché approvinoleggi e clausole favorevoli aigrandigruppi)differiscedalla

corruzione pura e semplicesolo perché è lecita e(teoricamente) regolata dalleleggi.Questastessaattivitàdilobbying,esercitatanondaungruppofarmaceuticomadagliabitanti di un quartiere,diventa “voto di scambio”,corruzionepolitica.Eccounadecisiva asimmetria trapolitica e denaro: i politiciche usano il denaro deicapitalisti per ottenere poteresono ritenuti più loschi dei

capitalisticheusano ilpoteredei politici per guadagnaredenaro.

La bandiera delle manipuliteinpolitica,abbiamogiàvisto,fuspessobranditadaglixenofobi antimmigrati. Maancora più spesso è statausata per restringere ildominio della politica (nelsenso in cui si parla di“dominio di una funzionematematica", l’ambito in cuiessaèdefinita).Innomedella

lotta ai corrotti, si cerca diridurre la sfera pubblica avantaggio delia sfera privata.In nome della lotta allacorruzionesonostatevintelepiù antidemocratichecontrorivoluzioni della storiastatunitense.

È vero che la societàamericana nutre una fedetotalenellabontàdelmetodoelettivo, è vero che essapratica una sorta diaccanimento elettorale, ma è

anche vero che sonopochissimi gli americani chevotano. L’affluenza alle urneèstatadel50%nelleelezionipresidenziali del 2000, del39% nelle legislative del2002: ad assicurare lamaggioranza bastava nelprimo caso il 25% e nelsecondoil19,5%degliaventidiritto.Ovvero a determinareil futuro del paese eral’opinione rispettivamente diun quarto e di un quinto dei

suoi abitanti. Incappiamoquiin una nuova contraddizione:l’accanimento elettorale siaccompagna alla disaffezioneelettorale, gli americanivotano moltissime volte, mapochissimiamericanivannoavotare. Se misura dellademocrazia è il numero dipubblici uffici designatielettivamente allora, si eradetto, gli Stati Uniti sono ilpiù democratico paese dellaterra e della storia. Ma se

misura della democrazia èquanto i suoi cittadinipartecipanoalvoto,alloragliStati Uniti sono il menodemocratico dei regimielettorali.

Non sempre è stato così.Primadellagrandecampagnamoralizzatrice di fineOttocento, il numero deivotanti era altissimo e, dal1840 al 1896, si aggiròintorno al 78%, senza maiscendere sotto il 69%. A

questa partecipazionecontribuivano le Macchineche mobilitavano le grandimasse di immigrati bianchi edi neri ormai liberi cittadini.Proverbiale è il caso diFiladelfia, dove nel 1902 laMacchina riuscì amandare avotareil105%(!)degliaventidiritto e a far eleggere il suocandidato con l’85,4% diquesti votanti. Contro talifrodi, contro la corruzione,per abbattere il potere delle

Macchinefuristrettoildirittodivoto:pervotarebisognavaregistrarsi, per registrarsi sidoveva dimostrare di nonessere analfabeti e per di piùandava pagata una tassa chenon tutti potevanopermettersi. In Texas neivent'annitrail1884eil1904il tassodiaffluenzaalleurnecrollòdall’80al30%.Intuttigli Stati Uniti i votanti allepresidenzialisceserodal79%del1896al49%del1920.Da

allora non sono mai piùtornati sopra il 70%, anzil’afflusso era del 45% nel1988 e del 50% nel 2000.39La crociata contro lacorruzionesiètradottaquiinuna limitazione della pratica(senondeldiritto)divoto.Viè quindi una visione dellacorruzione, un’immaginedella Macchina per così dire"di destra” che ogni tantotorna d’attualità per essere

usata.Piùcheunastoriadellacorruzione, si dovrebbetracciare una storiadell’immagine dellacorruzione.

***

La corruzione può infatti

essere vista non come unmorbo,macomeunbeneficorimedio.Non sempre ciò cheè illegaleèpernicioso.Senzaricorrere a Robin Hood, vi

sono spesso iniquità terribilisebbene legali. Quindi, comedice Amartya Sen,"un’attività illegaleecorrottapuòancheesserevantaggiosaper la comunità nel suoinsieme”.40 La corruzionediventa una forma diredistribuzione del redditopraticata con metodiparalegali o illegali; ed essafinisce per "beneficiare ampisettori della società".41 Così,

senza la Macchina,sostengono i suoi fautori, igruppi etnici non avrebberomai potuto emanciparsi. Ègrazieagliimpieghicomunaliche milioni di irlandesi,italianiepolacchisonopotutiuscire dagli slum, dalladisoccupazione, dallacriminalità. Non solo: senzala Macchina, e senza ilconsenso forte che lacirconda, e quindi senza lasuacapacitàdifaraccettareai

cittadini tasse comunali piùpesanti,noncisarebberomaistate le opere pubbliche né iservizi pubblici nelle città.Peresempio,itrasportiurbanisarebbero ancora privati,come erano una volta. È unavariante della Macchina, conil suo blocco di alleanzeetniche, che dalla fine deglianni sessanta ha consentitol’elezione dei sindaci neri, e,attraverso gli impieghicomunali, ha permesso a una

minoranza di neri diconquistarsiapocoapocounposto al sole e nella middleclass: dal 1970 al 1999 idipendentipubblicilocalinerisono raddoppiati, da 500.000a più di un milione, e quelliispanici sono quasiquadruplicati (da 123.000 a417.000).42

Prevale il mito “dellamacchina come benefattrice,di una specie di famiglia

allargata che per i poveriprovvede i servizi e per gliimprenditori snellisce laburocrazia. Il Boss e i suoisono visti non come ciniciopportunisti ma come amicinelbisogno[...]chechiedonoin cambio solo un appoggioleale".43Questa visione - percosì dire populista - furafforzatadallemodifichecheil New Deal apportò allaMacchina. Negli anni trenta,

quasiuna famiglia americanasu due (tra il 40 e il 45%)ricevette aiuti federali e, diquesti beneficiari, l'85% eraperRoosevelt.Nello stabilirelegamitravotantidellaclasseoperaia ePartitodemocratico“alcuni fra i i tramiti piùimportanti furono le vecchiemacchine politiche chefurono nutrite dai fondi deiprogrammi federali. [...]Lungidal rendereobsoleta laMacchina, Roosevelt la

rinvigorì per almeno undecennio. L’esempio piùfamosofuilrapportodelNewDeal con la Macchina diChicago - stabilito incambiodel sostegno del sindacoAnton Cermak allaConvenzionedel1932-incuii fondi federali permisero dicentralizzareiriottosibossdiquartierediChicago”.44

Quest’appoggio Cermaklo pagò con la vita: il 15

febbraio 1933 era in visita aMiami insiemeaRooseveltefu colpito dai colpi sparaticontro il presidente da talGiuseppe Zangara. Cermakdisse a Roosevelt: “Sonofiero che sia toccata a meinvececheavoi"emorìventigiorni dopo; Zangara, nelmomento in cui venivagiustiziato, proferì: “Sporchicapitalisti”.

Il secondo innesto che ilNew Deal apportò alla

Macchina fu il sindacato: ilPartito democratico strinsestretti rapporti organizzativicon la nuova confederazioneCiò (Congress of IndustrialOrganizations).Inmoltecittà,leUnionsfunzionaronocomeMacchine locali e isindacalisti diventaronomembri della Macchina.Anche sul sindacato siesercita la stessacriminalizzazione cheabbiamovistoesercitarsisulla

Macchina:una stessa tonalitàlosca sembra colorareambedue. Nel 1968 così siesprimeva Norman Mailer:“QuiaChicago i finanziatoridi Humphrey [candidato perlepresidenzialidiquell’anno]avevano provveduto aglisvaghidellaConvenzioneconun cabaret o night all’Hilton,l’Hubaret, dove occorrevauna guida per distinguere idirigentisindacalidaimafiosi[...] c'erano anche tutti i neri

corruttibili e unarappresentanza deimaneggioni più loschi e piùastutichemaiavesseroavutocontatti con gente come ilsindacoDaleye iBlackstoneRangers [...] in tal modoHubie Humphrey arrivò aChicago sorretto dai novedecimi del Partitodemocratico organizzato, daineri, dai sindacalisti, dallamafia...”.45 In questo brano

c’è tutto, dal termine “losco"allacatenamafia/sindacati /nericorrotti/sindacoDaley/gang dei Blackstones. Ilcerchio si chiude: in originegang designava una squadradilavoratori;oraun’unionedilavoratori è trattata da gang.Lerivendicazionidegliumili,le loro organizzazioni sonosempre ritenute losche: e laprofezia si autoavvera, nelsenso che alcuni sindacatiUsahannoavutorapporticon

la mafia, come i celebriteamsters (camionisti) di JimHoffa.

La natura etnica diChicago, la sua potenzaindustriale (e quindi il pesoelettorale dei lavoratori), lapreminenza della sua mafiaspiegano in parte lostraordinario persistere dellaMacchina (nella sua formaclassica) aChicago,Non chealtrove i principi e imeccanismi politici siano

cambiati - infatti negli annisettantaeottantainerihannoconquistato tante poltrone disindaco grazie agli stessistrumenti per cui sindacivenivano eletti cinquant'anniprima italiani e un secoloprimairlandesi.MaaltrovelaMacchina ha assunto nuoveforme o non è più chiamatacosì.AChicagoessapersiste.Secondo Royko, cosìfunzionava il sistema aChicago negli anni settanta

sottoilsindacoDaley(padre),(ma da allora non molto èmutato):

Il capodel sindacatodegli uscieri era neiconsigli direttivi dellapolizia, dei parchicittadini, nellacommissione per gliedifici pubblici. Il capodel sindacato degliidraulicieranelcomitatosanitario e guidava la

paratadiSanPatrizio. Ilcapo del sindacato deglielettricisti eravicepresidente delconsiglio dell’istruzione.Il sindacato dei sartiaveva un uomo nelconsiglio dellabiblioteca. Il boss delsindacato dei dipendentimunicipali sedeva nelconsiglio della ChicagoHousing Authority chegestisce i progetti di

edilizia pubblica dellacittà. Il capo dellaChicago Federation ofLabor e qualcuno delsindacato camionistipartecipavano allagestione dei programmicontrolapovertà.46

Da questo quadro sipotrebbepensareche,seppurein modo perverso, laMacchinarappresentileclassilavoratrici. Però, se i voti

sono la moneta con cui laMacchina compra il poteregovernativo, il denaro è larisorsa con cui si possonocomprare voti. C’è quindisempre stata una strettaalleanza tra Macchina emondo degli affari. AChicago, il quotidiano -repubblicano - “TheChicagoTribune” ha appoggiato lacandidatura democratica allapoltrona di sindaco diRichardM.Daley ilgiovane,

proprio come il padronatorepubblicano di Chicagoavevasostenutopervent'annisuo padre Richard J. Daley.Inparte, la finanza si adeguae va a brucare nellamano dichi detiene il potere didecidere sui lavori pubblici,sui contratti comunali, sullelicenze edilizie. In parte, lafinanzasfruttalacorruttibilitàdellaMacchinaperimboccarescorciatoie nell'iterburocratico. In parte però, il

suo è un vero, anche sesotterraneo,appoggioalruolosociale che la Macchinasvolge: “LaMacchina spessorealizza un delicatobilanciamento politico sopraun baratro di divergenze diclasse, ottenendo voti daitanti poveri e denaro daipochi ricchi. Queste classispesso si scontrano su puntidi politica, di cultura, diinteresse economico, ma iboss possono volgere questi

gruppi contrastanti in forzecomplementari cheappoggiano la Macchina. Inquestoprocesso, leMacchineaiutano a disinnescareconflitti di classepotenzialmente gravi”.47 Nelcostante contrattare con laMacchina,ilpadronatosacheconlesuebustarellepaganonsolo appalti più rapidi, e aprezzigonfiati,maancheunatregua sociale. La Macchina

fornisce “un metodo perincorporare le classilavoratrici nella politica,tenendo fuori le lororivendicazioni dall’ordinedelgiornopolitico’’.48

IlruolostabilizzantedellaMacchina sta proprio nellasua corruzione di fondo. LaMacchinaècorrottanontantoperché i boss intascanobustarelle, quanto perchécompra la fedeltà politica di

interi gruppi accontentandosolo alcuni loro membri. Laveracorruzionestainquesto:nel tradurre rivendicazionicollettive in concessionipersonali,unpostodiusciereaquesto,unsussidioaquello.La politica elettorale diventa"una politica dell'individuo,strutturata su clientelismo eincentivi selettivi”.49 LaMacchinaconsentirà unavitapiù agiata a qualche

sindacalista,manonamplierài diritti dei lavoratori; aiuteràqualche etnico a trovarelavoro ma non solleverà lostato dei gruppi etnici erazziali. La Macchina creeràun ceto impiegatizio neroclientelare, ma i ghetti nerisarannosemprepiùdesolati.Ipolitici neri hanno un ruolorilevante nella Macchina diChicago che però non è mairiuscitaascalfireneancheconun’unghia l’inferno dello

slum. "Se per ‘poveri’intendiamo i poveri comeclasse, allora la Macchinanonstapropriodallapartedeipoveri. I politici dellaMacchina non hanno maiinteso sollevare intere classifuori dalla povertà, perchépovertà e dipendenza liaiutavano a mantenersi alpotere. La pacificazionepolitica - specie quando siestende oltre laMacchina adaltri leader della comunità -

rende arduo per le comunitàpovere fare un usoindipendente delle proprierisorsepolitiche.”50

Anche qui, come per legang, si è operato unribaltamento prospettico.Quel che appariva unmorbosi dimostra una condizionefisiologica della vita politica;quella corruzione che parevain grado di minarel’organismo sano della

democraziaelettoralesirivelaun pilastro stabilizzantedell’equilibrio sociale. LaMacchina, bersaglio di ognivituperio e oggetto diunanime disprezzo, assolveinvece funzioni vitali,attutisce i conflitti, opera uncompromesso. Le campagnecontro la corruzione e controla Macchina divampanoperciòquando ilprezzodellapace sociale si rivela troppoalto, quando al mondo degli

affari questo compromessocostatroppocaro,indenarooin potere. Quando i politicinon stanno più al posto loro,quandolaMacchinainvadeilterritorioaltrui,allorapartonole crociate sulle Mani pulitenella politica. Ma, ristabilitoil giusto prezzo, tutto tornanellanormalità.

Una riprova di questociclo la si ha guardandoquantetestedipoliticipotentisono davvero cadute negli

Stati Uniti a causa dellacorruzione.Ben poche.Dallafine della Seconda guerramondiale la vittima piùillustre è stata Spiro Agnew,vicepresidente (di originegreca) durante la presidenzaNixon, accusato divariebustarelle e riconosciutocolpevole di evasione fiscalepermiseri29.500dollari.MaAgnew cadde nell’ottobre1973,nelgeneralecrepuscolonixoniano sotto l’onda dello

scandalo Watergate(scoppiato nel giugno 1972)che però non fu, si noti, unastoria di corruzioneeconomica: a Richard Nixonerano addebitati non soldiincassati ma microfoni perintercettareiprogrammidegliavversari.Piùdevastantinellavita pubblica americana sisono sempre rivelati gliscandali sessuali: si disvelaqui la vera gerarchia delpeccato, inunasocietà incui

il corpo è più maligno deldenaro e l’erotismo è piùsatanicodell’egoismo, in cui,come diceva il pastoreConwell, la ricchezza èconsiderata strumento dibontà: “Devi diventare ricco.[...] Il denaro è potere e tudevi essere ragionevolmenteambizioso di averlo. Devi,perchéconessopuoifarepiùbene di quanto ne farestisenza”.51

C’è di più: di solito gliscandalisessualisonoscovatie denunciati quando è inpericolo quel compromessosociale che laMacchina e lacorruzione garantiscono.Nulla mostra meglio ilconservatorismo dellaMacchina quanto la suareazione quando qualcosasembra minacciare l'ordineesistente. Lo si vide nei beiparchidiChicago,inunafined’agosto.

1 W. Sombart, Perché

negli Stati Uniti non c’è ilsocialismo?,cit.,pp.35-36.

2Chicagononeleggeilconsiglio scolastico, adifferenza di quasi tutti glialtri comuni statunitensi, maelegge tre consiglierid’amministrazionedell’università (statale)

dell'Illinois.3 "The International

Herald Tribune”, 12 maggio2000.

4I casi del 1996 e del1999 e uno del 2000 sonoriportati dal "Chicago Sun-Times", 20 ottobre 2000, inun articolo di rassegna suilegami tra cops e mobs, pergli altri: "Associated PressNews Service”, 10 febbraio1997; "The Chicago

Tribune”,22novembre2000.5 Walter Lippmann, A

Theory about Corruption, in"Vanity Fair", novembre1930, n. 35, 3, (pp. 61-90),riedito in AA.VV., PoliticalCorruption, a Handbook,Transaction, New Brunswick1989, p. 569 (il corsivo èmio).

6 Michael Johnston,Political Corruption andPublic Policy in America,

Brooks/Cole,Monterey(Cal.)1982,nelcapitoloCorruptionanddemocracy,p.172.

7 Abraham S.Eisenstadt, PoliticalCorruption in AmericanHistory (1978), ripreso inAA.VV., PoliticalCorruption,aHandbook,cit.,p.547.

8 Citato da Jacob vanKlaveren inCorruption: TheSpecial Case oft he United

States, in AA.VV., PoliticalCorruption,aHandbook,cit.,p.563.

9 Adam Smith, AnInquiry into the Nature andCauses of the Wealth of theNations(1776),trad.it.Idesi,Milano 1973, libro I, cap. II,p.18.

10 Articolo n. 49 dellaCostituzione italiana.D’altronde negli StatiUniti ipartitinonhannoun’esistenza

costituzionale: non sono maimenzionati dallaCostituzione. Al contrario,nella Costituzione della vrepubblicafrancese,l’articolo4 dice: “I partiti e i gruppipolitici concorronoall’espressione del suffragio.Si formano ed esercitano laloro attività liberamente.Devono rispettare i principidella sovranità nazionale edella democrazia”. L'articolo21 dellaCostituzione tedesca

del 1949 recita: ‘Ί partiticooperano alla formazionedella volontà politica delpopolo".

11W.Sombart,op.cit.,p.48.

12 Frances Fox Piven,Richard A. Cloward, WhyAmericans Don’t Vote,Pantheon Books, New York1988, p. 36 (i corsivi sonomiei).

13 R.E. Park, E.W.

Burgess,R.D.McKenzie,TheCity,cit.,p.35.

14M.Johnston,op.cit.,p.37etuttoilcapitolosuThePoliticalMachine.

15M.Royko,Boss,cit.,p.88.

16Dal1954al1996,cfr,David Moberg, Chicago, toBe or Not to Be a GlobalCity, in "World PolicyJournal”, vol. xiv, n. 1,primavera 1997, (pp. 71-86).

p.75.17 JoelRast,Remaking

Chicago. The PoliticalOrigins of Urban IndustrialChange, Northern IllinoisUniversity Press, DeKalb(111.)1999,p.157.

18Ivi,p.167.19 F. Fox Piven, R.A.

Cloward,op.cit.,p.36n.20W,Sombart,op.cit.,

p.41.21U .S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractofthe United States 2002,Government Printing Office,Washington D.C. 2002: lacifra dei dipendenti locali edegli stati è ottenutasommando ivarisettoridellatav. 445 (che dà un totaleparecchio superiore ai totalimenzionati nelle altretabelle);quelladeidipendentifederalicivilidallatav.441equella dei militari sottraendonella tav. 492 il personale

civile dal totale deidipendentidellaDifesa.

22 U.S. Bureau of theCensus, Historical StatisticsoftheUnitedStates.ColonialTimes to 1970, GovernmentPrinting Office, WashingtonD.C. 1975, vol. II, serie Y904-916eY998-1009.

23 DavidMoberg,HowDoes Richte Rate?, in“Reader" (Chicago’s FreeWeekly), 19 febbraio 1999,

vol.xxviii,n.20,p.28.24 F. Fox Piven, R.A.

Cloward,op.cit.,p.38.25 R.E. Park, E.W.

Burgess,R.D.McKenzie,op.cit.,pp.35-36(icorsivisonomiei).

26 J. Bryce, TheAmerican Commonwealth,cit.,vol.II,p.122.

27M.Johnston,op.cit.,p.41.

28 Robert K. Merton,

Social Theory and SocialStructure, The Free Press ofGlencoe, Illinois1957,p.74,citatodaM.Johnston,op.cit.

29M.Johnston,op.cit.,p.46.

30 CitatodaRichardC.Wade, in The EnduringChicago Machine, in“ChicagoHistory”,primavera1986,p.5.

31Ìbidem.32 David K. Fremon,

Chicago Politics Ward byWard, Indiana UniversityPress, Bloomington-Indianapolis1987,p.3.

33Ivi,pp.345esgg.34 M. Royko, op. cit., p.

31.35 Tucidide,La guerra

del Peloponneso (410 a.C.circa),libroII,40,2.

36 A. de Tocqueville,De la démocratie enAmérique, trad. it. cit., parte

II, cap. vii, paragrafoTirannidedellamaggioranza,p.258.

37M.SânchezJankowski,Islands in the Street, cit., p.75.

38M.Johnston,op.cit.,p.8.

39I dati di questocapoverso sono tratti da F.FoxPiven,R.A.Cloward,op.cit., rispettivamente alle pp.30,109,83edaU.S.Bureau

of the Census, StatisticalAbstract of theUnited States2002,cit.,tavv.11e372.

40 Amartya Sen,Corruzione e crimineorganizzato, in “Politica edeconomia”,luglio1993,p.8.

41M,Johnston,op.cit.,p,174.

42 U.S. Bureau of theCensus,StatisticalAbstractofthe United States, cit., tav.501 dell'edizione 1993 e tav.

444dell’edizione2002.43M.Johnston,op.cit.,

p.37.44 F. Fox Piven, R.A.

Cloward, op. cit., pp. 131-132.

45 Norman Mailer,Miami and the Siege ofChicago.AnInformaiHistoryof the American PoliticalConventions of 1968,Weidenfeld & Nicholson,London 1968, trad. it.

Mondadori,Milano1969,pp.133-134(ilcorsivoèmio).

46M.Royko,op.cit.,p.74.

47Johnston,op.cit.,p.41.48 F. Fox Piven, R.A.

Cloward,op.cit.,p.74.49J.Rast,op.cit.,p.29.50M.Johnston,op.cit.,p.

65,51R.H.Conwell,Acresof

Diamonds,cit.,pp.18,20.

7.PragainIllinois

Quel24agosto1968,250

aerei cargo a reazionedell’Air Force erano pronti adecollare verso Chicago daFort Hood in Texas, da FortRiley inKansas, da Fort Sill

inOklahoma,daFortCarsonin Colorado. Lorodestinazionieranol’aeroportoO’Hare e la base aeronavalediGlenview.QuesticargoC-141 trasportavano 6000soldati addestratiall’antiguerrigliainassettodacombattimento con tutto illoroequipaggiamento.Giàgliufficiali coordinavano ipreparativi a Fort Sheridan,quellabasemilitarefinanziatanel 1886 dai buoni borghesi

Chicagoans dopo la paura diHaymarket,quellastessabaseda cui le truppe federali sierano incolonnate nel 1894perpattugliarelacittàdurantelo sciopero Pullman. Cinqueelicotteri da combattimentoUH-1Huey,glistessiusatiinVietnam, erano adisposizionedell’esercito.1

5649soldatidellaguardianazionale dell’Illinoisstazionavano vicino al centro

di Chicago pronti aintervenire con autoblindo emitragliatrici. Gli 11.900agenti della polizia diChicago erano stati messi inturni di dodici ore ciascuno.Si aggiungevano parecchiecentinaia di agenti di stato edi contea e un imprecisatonumero di poliziotti privati evigilantes.Mai si erano vistitanti agenti segreti dell’Fbi edelle varie agenziegovernative concentrati in

una sola città a sorvegliarealberghi, pensioni, giornali,luoghipubblici.

Tantaforzaimponenteerastata radunata per proteggerela convenzione del Partitodemocratico che dovevaaprirsi l’indomani, il 25agosto, per scegliere ilcandidato presidenziale daopporre al repubblicanoRichard Nixon nellacampagna d’autunno. Di persé la convenzione non era

palpitante.Eranoassentiidueunici candidati con fortipossibilità di vittoria.Mancava Lyndon BainesJohnson, presidente uscente,che il 31 marzo avevarinunciato a ricandidarsi,sotto i colpi che infliggevaalla sua popolaritàl’incancrenirsidellaguerra inVietnam. Non c'era RobertFrancis (Bob) Kennedy cheaveva vinto cinque delle seiprimarie cui aveva

partecipato, l'ultima dellequali in California, dove erastato colpito a morte nellanottedel5giugno.

Si profilava una nominadel candidato johnsoniano,Hubert Humphrey, classicafigura di democratico daGuerra fredda,sorretto,comediceva Norman Mailer, “dainove decimi del Partitodemocratico organizzato, daineri, dai sindacalisti, dallamafia’’.Acontrastarlocerano

un intransigente Eugene G.McCarthy del Minnesota,fautorediunrapidoritirodalVietnam, e George S.McGovern del Sud Dakota,un’altra - seppur piùmoderata - colomba. Il solo,improbabile motivo disuspense era Ted Kennedy,l’unico sopravvissuto dei trefratelli: sarebbe entrato inlizza all'ultimo momento?(No, rimase defilato.) Nonc’era partita, tanto che tre

giorni più tardi, il 28 agosto,Humphrey avrebbe ricevutolanominaalprimoturnocon1761 voti contro i 601 diMcCarthy e i 146 diMcGovern.

Ma allora, a giochi quasifatti, perché Chicago era instato d’assedio? Perché ilsindaco aveva rafforzato ilcoprifuoconeiparchicittadinidopo le 23.00? Un annoprima, Richard J. Daleyavevavoluto a tutti i costi la

convenzione nella sua città,dove i democratici non siriunivano dal 1956. Volevache i delegati atterrassero aO’Hare, il suo aeroporto, igiornalisti percorressero laJohn Kennedy, la suaautostradaurbana.

Madaunannomoltoeracambiato. Il30gennaio1968i vietcong e le truppe delVietnam del Nord avevanolanciatounattaccoallavigiliadel Capodanno buddhista

(l'"offensiva del tet”): fuallora che gli Stati Unitipersero la fiducia dì potervincere quella guerra. Afebbraio i gruppi pacifistilanciarono l’idea di unagrandemanifestazione controlaguerradatenersiaChicagodurante la convenzioned’agosto. A fine marzo, siritirava dalla competizioneelettorale il presidenteJohnson.Pochigiornidopo,il4 aprile, una pallottola

uccidevaMartinLutherKinginunalberghettodiMemphis.Subito,intuttelegrandicittàdegli Stati Uniti scoppiaronosommossenere,concentinaiadi morti, incendi, saccheggi.A Chicago i tumultidivamparono nel West Side.Quella sera il sindaco Daleycosì riassunse in tv i suoiordini che davvero nonlasciavanoaditoadubbisullasua posizione (e sulla suasintassi): “Ho detto al

sovrintendente di poliziadavvero enfaticamente edavvero definitivamente chedoveva immediatamenteemanare un ordine, da luifirmato, di sparare peruccidere ogni incendiario echiunqueavesseunamolotov[...] e di emanare unacircolaredipoliziadisparareper mutilare e storpiarechiunque saccheggiasse unnegozionellanostracittà”.2

All’inizio i manifestantisperavanodiessere100.000eleautoritàeigiornalipreserosul serio questa cifra,predissero l’invasione diChicago da parte di hippy,capelloni, sbandati,omosessuali... comunisti. Ipreparativi polizieschi eranocosì evidenti che nell'estatemolti contestatoricominciaronoaconsigliareaipropri seguaci: state lontani.Quel che le autorità davvero

temevano non era tanto ilmovimento pacifista, quantoil congiungersi tra protestacontrolaguerrainVietnamerivolta dei ghetti neri. Ilsindaco Daley ricordavaperfettamente le marceguidate nel 1966 da MartinLuther King nei sobborghibianchi diChicago: finché laprotestasilimitavaaglislum,noncreavagrandi fastidi,maquando i neri non restavanopiùalpostoloro,allora l’aria

cambiava. Per tutta l’estate1968 Daley andò in giro ainaugurare opere pubblicheper i neri. Il primo agostodecretò che una lunga arteriaverso sud fosse ribattezzataDr King Drive, col nomedell’uomo che non avevapotutosopportaredavivo.

Nel frattempo, ognigiorno la tv elencava i mortiamericani e le missioni deibombardieridell’AirForceinVietnam.Quattroanniprima,

nel 1964, il contingente inVietnam era di soli 16.000soldati. Ora, nell’agosto del1968,agliordinidelgeneraleWestmoreland, c’erano543.000uomini.Tralaguerradel Vietnam e i preparatividella convenzione, facevacapolino nei giornali Usa lacrisi cecoslovacca: l'UnioneSovietica di Leonid Breznevminacciava l’invasione perbloccare la piega che avevapreso la Primavera di Praga

con i tentativi di riformacondotti da AlexanderDubcek,finchénellanottetrail 20 e il 21 agosto 1968 letruppe del Patto di Varsavia(reparti di Urss, Polonia eGermania Est) entrarono inCecoslovacchia.

***

In quest’atmosfera si

diressero a Chicago solo ipochi pacifisti che osavano

sfidare l’imponente apparatomilitare e di polizia: "Unaforza di difesa di almeno25.000uominieraaChicago.Daley disponeva di unesercito più grande di quelloche George Washingtonaveva avuto ai suoi ordini.Mai in passato in così tantiavevano temutocosì tantodacosì pochi. Al massimo,erano giunti 5000contestatori”.3 Ecco come li

descriveva,perbenista,unpo’disgustato, il rapporto dellacommissione Walkerincaricata d’indagare sulleviolenzepoliziesche:

C’eranonaturalmente moltihippy, icapelloni, i lovebeads, i convinti nemicidell’acqua e sapone, ivessilliferi dell’amorelibero in flagrantedisdegno delle

convenzioni [...]. Nellafolla erano compresiYippies [attivisti delloYouth InternationalParty]venutiper“farelelorocose”,giovinastrialseguito di qualchepolitico, professionisticon ideali politici,dissidenti, anarchici,rivoluzionari convinti,bande di motociclisti,attivisti negri, giovanidelinquenti e agenti di

polizia e del Serviziosegreto travestiti.C’erano anchedimostranti chesventolavanolabandieradei vietcong e labandiera rossa dellarivoluzione, e semplicicuriosi, venuti soltantoper ficcare il naso, chespesso divennero,volenti o nolenti,partecipanti.4

I pacifisti scelsero comebaseLincoln Park.Appena anord del Magnificent Mile,traprati,leggeriavvallamenti,grandi alberi e minuscolecolline, Lincoln Park sistende per poco più di duemiglia lungolarivadelLagoMichigan a circondare unozoo costellato da laghetti. Iresidenti dei condomini dilusso della Gold Coastvengonoacorrerviintutaoalasciar giocare il cane. Nei

giorni di festa, dai quartieripiù poveri arrivano stuoli difamiglie a bivaccarvi con iloro barbecue: sull’erba vi sicosteggiano tribù ispaniche edistintigruppetticon tovagliae bottiglia di vino nelsecchiello. Lincoln Park,capita spesso di vederlooccupato da boy scout, dacorali, da gruppi che visuonano, fanno pic nic e,nelle notti destate, vidormononellabrezzamarina.

Per i giovani giunti dalontano, Lincoln Parkcostituivaperciò lasceltapiùragionevole per pernottare.Ma il sindaco Daley non lapensava così e mantenne ilrigido coprifuoco alle undicidi sera. A mezzanotte didomenica 25 agosto, lapolizia cominciò a caricare ilmigliaio scarso di pacifisticheeranorimastisuipratidelparco;picchiòanchepassanti,donne, persone anziane,

giornalisti e fotografi.Cortei,cariche della polizia sisusseguironoanchelunedì26,quando di nuovo fusgomberato con violenzainaudita Lincoln Park, doveuno striscione diceva:“Benvenuti a Praga”. Lecariche si ripeterono martedì27,mal’acmefuraggiuntolasera dimercoledì 28, quandolapoliziacaricòidimostrantinel centralissimoGrant Park,davanti all’albergo Hilton

dove alloggiavano i delegatiimportanti.Lì,sullaMichiganAvenue, poliziotti e soldatidella guardia nazionale siscatenarono. “Chiunque sitrovasse sul cammino diqualche poliziotto venivacolpito.Lapoliziacontinuavaa picchiare sulla schienagente che tentava di mettersiin salvo con tutta la velocitàpossibile. Vidi un uomogettatoaterra,perlastrada...”Secondo un altro testimone,

gli agenti “inseguivanosingoli dimostranti per uninteroisolatoelipicchiavano.In molti casi [...] gli agentiattaccavanoindiscriminatamentequalunque civile che sitrovava nei pressi”.5 “Senzaragioneapparente, ipoliziottidagli elmi blu spiaccicaronogli astanti contro le vetrinedell'Haymarket Inn, unristorante dell’albergo. Alla

fine le vetrine si rupperospedendo all’indietro donnedimezz’etàurlantiebambiniattraverso i vetri rotti.”6Giornalisti e fotografi furonodi nuovo malmenati einseguiti.Inquelsoloscontrofurono arrestate 178 persone.A mezzanotte MichiganAvenue era pattugliata daautoblindo con lemitragliatricipesantispianate.

Quelmercoledì,lecariche

della polizia non furonomolto peggiori delleprecedenti, ma per la primavoltavennerofilmatedalletvper 17minuti di fila.Decinedi milioni di spettatoriassistettero ai pestaggi,proprio mentrenell’Anfiteatro Humphreyotteneva la nomination sullastessa linea di Johnson:proseguire i bombardamentiin Vietnam poiché “un ritirosarebbetotalmenteirrealistico

ecatastrofico”.L’indomani un corteo a

cuipartecipavanoanchemoltidelegati fu di nuovo caricatoe furono arrestati 150manifestanti (inclusi 9delegati). Nella notte, gliuffici di McCarthy furonoperquisiti dalla polizia.Humphrey difese l’operatodel sindaco Daley. In totale,durante la convenzionefurono compiuti 668 arresti,lamaggiorpartediresidentia

Chicago, a dimostrare che latemuta invasione rossa nonc’era proprio stata. I feritifurono 192 tra i poliziotti,imprecisatoilloronumerotrai dimostranti. Polizia egiornali parlavano dimontagne di armi: per lo piùerano pietre, mattoni ebastoni. Circolò la voce chefossero state lanciate controlapoliziapersinovedovenere(ragnivelenosi)7: sugliagenti

furono più spesso lanciatisacchetti di plastica pieni difeci e di urine. Quel giornol’U.S. Air Force avevacompiuto121bombardamentisul Vietnam del Nord. Con308 morti e 1134 feriti, lasettimana trascorsa era statala più letale per il corpo dispedizione Usa, portando iltotale in quella guerra a27.101cadutie169.296feritiamericani.8

Non potrebbe essercisproporzionepiùstridente:frala guerra in Vietnam, con isuoimorti,elaguerriccioladiChicago, con i suoi contusi.Sproporzione però aChicagostessa, tra i commandosaviotrasportati a FortSheridan e gli sparutigruppettidiragazzitrasandatiaLincolnPark.Sproporzionetra l’enorme risonanzamondiale che ebbero lemanganellate di Grant Park

sugliYippiesbianchieinveceil silenzio assuefatto suiricorrenti morti dellesommosse nere. In fin deiconti, nei cinque giorni discontrinonc’erastatounsolocaduto. A posteriori, avevaragione quell’adolescentenerochedicevaauncronistadel "New York Times”:“Voglio proprio vedere sequeste guardie nazionali liattaccano come hannoattaccato noi. [...] Credo

proprio che non sparerannoneanche a uno di questiragazzibianchi”.9

Eppure le immagini dellaconvenzione di Chicagofecero il giro della terra. Sisovrapposero, infotomontaggio mentale, aquelle,altrettantofamose,cheriprendevano gli inermipraghesi a discutere con icarristi sovietici, all’ombradei cannoni. Tanto che il

giornale tedesco "Die Welt"commentò: “I russi possonofar valere che, con 300 feritinelle vie di Chicago, laconvenzione democratica èstataforsepiùsanguinosadellorocoupdiPraga”.

La sproporzione siaccentuò nel settembre 1969,quando la giustizia processòper "cospirazione” sette tragli organizzatori dellaprotesta:RennieDavis,DavidDellinger, John R. Froines,

Tom Hayden, AbbieHoffman, Jerry Rubin, LeeWeiner, a cui per buonamisura aggiunse il leaderdelle Pantere nere BobbySeale. Il processo si tenne inun clima incredibile. Ilprocuratore generale si riferìalle ideedegli imputati comealla “rivoluzione deifinocchi”. Il giudice federaleJulius Hoffman rifiutò cheSeale si difendesse da solo:“La complessità della causa

rende la difesa inopportuna”e, per assicurarsi che Sealetacesse, lo fece legare allasedia e imbavagliare in aulapertuttoillungoprocesso.Ladice lunga sul procuratorebianco Tom Foran la suasicurezza che il nero Sealefosse l’unico imputato “chenonerafinocchio”.10Nonpernulla il nero Bobby Seale ful’unico condannato a quattroanni di prigione, non per

“complotto”, ma per"disprezzo per la corte”,mentre gli altri imputatibianchi furono proscioltidall'accusa di "cospirazione”,condannati solo per reatiminori, e non scontarono lagalera.

***

Cospirazione, ecco la

parola decisiva. Secondo leautorità, il complotto è una

chiave interpretativacheapretutteleportenellastoriaUsa:complottavano gli anarchicinel 1886; complottavanoEugene Debs e i sindacalistidelle ferrovie nel 1894;complottavano i Wobbliesdurante la Prima guerramondiale. Gli oppositoricomplottano, come i potentionoranoigenerali.SePalmere Pullman avevano riveritoSheridan, ecco Daleyossequiare il generale

Westmoreland: “Siamoonorati, la nostra città èonorata di avere un talestraordinario esempio disoldato della nostra bellaprovincia. Ne siamo fieri,ognuno dovrebbe essernefiero, e chi non ne è fierodovrebbeandarsenedalpaesesenonglipiace”.11

Dietro ogni minacciaall’ordine costituito sinasconde un complotto,

possibilmenteconilconcorsodellostraniero,oraitedeschi,ora i sovietici o i vietnamiti.Quando non sono stranieri, ifomentatori vengono almenoda altri stati degli Usa: ilprocessodiChicagosibasavasu una legge dall’ironiconome Civil Rights Act (del1968) che puniva agitatoriesterni (outside agitators)ritenuti responsabili didisordini razziali. Comeaveva detto un repubblicano

del Mississippi: "Qui ce lavediamo con un StokelyCarmichael o con un RapBrownchevediamoviaggiaredi stato in stato, di città incittà, e al loro seguito arrivasempre conflagrazione,spargimento di sangue, unoscippo generalizzato, eperdita di vite e diproprietà”.12

Daley non esitò a usarel’argomento del complotto a

caldo, quando, di fronte alleproteste dei mass media,spiegò a Walter CronkitedellaCbs:"Latvnonavevaleinformazioni che avevo io.C’erano rapporti sul miotavolo che certe personeprogettavanodiucciderei trecontendentiperlapresidenza;chepianificavanodiuccideremolti leader incluso mestesso. Così ho preso le mieprecauzioni”. Di questifantomaticirapportinonsene

è mai più parlato, ma alloraconvinsero l'opinionepubblica.

Ma anche i contestatoriinvocarono la teoria delcomplotto per spiegare larepressione di Chicago (unpo' come i neri negli slumevocano il grande complottobianco, The Plan). PerEldridge Cleaver, lo scontroera stato organizzato da uncomplotto per far eleggereNixon, screditare i

democratici e spingere unpubblicoatterritoancorapiùadestra. Per Cleaver, la tatticadella destra consiste semprenelgonfiarelaminacciadellasinistra per creare timori.13PerDickGregory, era laCiache tentava di sovvertire ilpaese ed era coinvoltanell’assassinio di King e deidueKennedy.14 Il complotto,olaretedicausenascoste,la“storia notturna" sembra

l’equivalente mondano,terreno degli oroscopi diTheodor Adorno: come lì lapredizione delle stellerendeva accettabilel’inesorabilitàdelfatosociale,così qui il complotto spiegal’imperscrutabilità delle sortipolitiche.

Il complotto non èplausibile.Né vale l’idea delrapportoWalker,percuicifuprovocazionedeimanifestantie, in risposta, sovrareazione

delle forze dell’ordine chesfociò in una “spontaneasommossa di polizia [policenot]”.Magariqualcheagentediedeinumeri,malaragionepiùprofondaepiùvisibilediquei pestaggi sta nel murod’incomunicabilità fral’America dei giovanimanifestanti e il popoloamericano (We, the people)rappresentatodallaMacchina.Daley incarnava legenerazioni di immigranti

white ethnics, operai,poliziotti, piccoli negoziantiche ingoiando rospi,sgobbando, sgomitando, sieranofattilargonellasocietà,inseguivano il sognoamericano, edificavano lamodernità delle autostradeurbane, degli aeroporti, deigrattacieli. Quell'universoetnico fatto di solidarietà erazzismo,diacciaierieefestedi matrimonio, di identitàsanguigne e prosaico senso

del denaro, di pragmatismotenace e radicatesuperstizioni.Daquilatotaleincomprensione per i neri("rimangono negli slumperché non fanno come noi,perché non si rimboccano lemaniche”);daquiildisprezzoperipacifisti.AllaMacchina,aDaley, comea tanti collettiblu,imanifestantirisultavanomarziani, con le poesieincomprensibili di AllenGinsberg, le canzoni di Phil

Ochs e Pete Seeger, leantipatriottiche bandierevietnamite(inunpaeseincuida sempre ogni casettasperduta inalbera sulpraticello l’asta con labandiera a stelle e strisce).Ma proprio da questo noncapire nasceva il timore perunmondochenonrientraneipropri orizzonti. Non a caso,questo terrore dell’ignoto hasempre tentato dirazionalizzarsi adducendo il

complotto dell'alieno, dellostraniero. C’è una parte diverità nella paura, sempreeccessiva, ostentata dallaclassedirigenteamericananeiconfronti degli oppositori: iltimore che ti coglie di frontea un’inezia sì, mainspiegabile,ilpatemaperundettaglio che non rientra alsuoposto.

C’è come un sistematico,volontario eccesso diprudenza nel prendere sul

serio ogni minimo germe dirivolta, ogni abbozzo disovversione. Erasproporzionata tutta lapotenza dei capitalisti diChicago dispiegata nel 1886controAlberteLucyParsonsoiltimorepaventatonel1894peruna"dittatura”diEugeneDebs.Così fannosorridere letruppe d’assalto degli StatiUniti schierate nel 1968contro qualche hippy. C’èqualcosadirisibile(senonvi

affiorasse il retrogusto ferreodelpotere),chericordacomegià nel 1801, raccontando acaldo, con la passione deglisconfitti,lafallitarivoluzionenapoletana del 1799,Vincenzo Cuoco ironizzassesui governanti del RegnodelleDueSicilie:

Alcuni giovinettientusiasti,ripienilatestadelle nuove teorie,leggevano nei fogli

periodicigliavvenimentidella Rivoluzionefrancese e ne parlavanotradiloroo,ciocchévalmolto meno, neparlavano alle loroinnamorate ed ai loroparrucchieri. Essi nonavevanoaltrodelittochequesto,négiovanisenzagrado, senza fortuna,senzaopinionepotevanotentarne altro. Fu erettoun tribunale di sangue

col nome di “Giunta distato” per giudicarlicome se avessero giàucciso il re e rovesciatolaCostituzione.15

La repressione eccessiva,il timore spropositato sirivelano una costante deimoderni regimi,comeseessipaventassero la propriacaduta, come se fosserocoscienti di una propriainsospettata fragilità. In

questa reazionesproporzionata s’intravede laloro natura profonda, comequeigigantinerborutichepoiaprono la bocca e hanno lavoceinfalsetto.

Non sai mai però sequesta reazione pesante èparanoia o saggezza politica.In fondo, Yippies e hippysono scomparsi o diventatiYuppies, come accadde aJerryRubin. I contestatori diallora sono più saggi, o più

disperati o morti, mentre laMacchina fa ancora girare isuoi ingranaggi. Inquell’agosto a Chicago,nonostante tra i dimostrantifosseropresentilefrangenerepiù politicizzate, come ilBlack Power e le Panterenere, la repressione siconsumò nella più totaleindifferenzadelSouthSideedivaricò la frattura - cheancora perdura - tra protestadei bianchi e malcontento

nerodeglislum.Non solo. Rispetto alle

tante scene di violenza cheChicago ha visto nella suabreve storia, in quelle del1968 irrompeva la novità deimass media e della tv. Mamentre pochi mesi prima, amaggio, le immagini degliscontri parigini nel QuartiereLatino avevano suscitato lasolidarietà nazionale con glistudenti (“picchiano i nostriragazzi”) e innescato uno

sciopero generale, qui leriprese tv non scossero lasocietà, anzi. La violenzadella polizia di Chicagoindignòsìl’opinionepubblicastraniera(chedisolitoètantopiù incline ad adontarsiquanto più migliaia dichilometri distano le causedel suo nobile sdegno), maricevette l’appoggio pienodegli americani, comemostrarono i sondaggi acaldo.

Daley rappresentavadavvero le idee dellamaggioranza, silenziosaforse, certo manesca. Lastessaviolenzaindiscriminatacontro i giornalisti si rivelòalla lunga meno improvvidadi quanto parve. Nondimentichiamo che gli annisessanta sono stati l’unicoperiododellastoriaamericanain cui stampa e tv ebbero unruolo realmente critico, peresempio sulla guerra in

Vietnam.Saràuncaso,madaallora,daqueigiorni in cui igiornalisti furono massacratidi botte, a oggi, il clima èradicalmente cambiato. Bastipensare all’atteggiamento disupina, compliceossequienza, dei mass mediaamericani nelle due guerrecontro l’Iraq, nel 1991 e nel2003.Némai, unaveravocedi dissenso si è levata neiconfronti del reaganismo.Dopo le bastonate della

polizia di Chicago, stampa etv sono rientrate nei ranghi,sono di nuovo disciplinate,come nei giorni del 1877quandoil“NewYorkTimes”diceva di Chicago “La cittànellemanideicomunisti”.

Perciò dal fotomontaggiomentale che allora colpivatutti-icarriarmatidiPragaelemanganellate di Chicago -sipuò ricavarequanto fallacisiano le percezionicontemporanee. Allora quei

tank trasmettevano ilmessaggio di una potenzamastodontica, inamovibile,pertinace.Mentrel’isteriadeipoliziotti americani parevaindicare l’avvicinarsi di unacrisi,anchesottoicolpidellasconfitta militare in Asia. Ilregime sovietico e ilPattodiVarsavia parevanoincrollabili. Gli Stati Unitisembravanoinpredaarivoltee convulsioni. Oggi, sonopassati trentacinque anni, il

Patto di Varsavia non esistepiù, l'Unione Sovietica si èdissolta, laGuerra freddagiàsicancellanellamemoria,eilfiglio di Richard Daley è alsuo quarto mandato disindaco.

1“TheNewYorkTimes”,

25agosto1968.2M.Royko,Boss,cit.,pp.

168-169.3Ivi,p.182.4 Walker Report,

Chicago, ottobre 1968, trad.it. Dissenso politica eviolenza.Testodel“RapportoWalker”,Mondadori,Milano1969,p.12.

5Ivi,pp.259e258.6 “The New York

Times”,29agosto1968,p.1.7 Rapporto Walker,

“Supplemento”,pp.344-352.

8 "The New YorkTimes”,30agosto1968.

9Ivi,29agosto1968,p.24.

10 T. Hayden, Trial, cit.,pp.36e43

11 M. Royko, op. cit., p.196.

12 CitatodaJ.AnthonyLukas, The ChicagoConspiracy Trial, in"BritannicaBookoftheYear1970”,Chicago1971,p.441.

13 Nell’introduzione allibro di Jerry Rubin, Do It,Simon and Schuster, NewYork1969, trad. it. (diLiettaTornabuoni) Fallo!, MilanoLibri,Milano1971,pp.9-10.

14T.Hayden,op.cit.,p.18.

15 Vincenzo Cuoco,Saggio storico sullarivoluzione napoletana del1799 (1801), Laterza, Bari1980,cap.vi,p.30.

Lametacittà(3):imissionaridelmercatoassediatiaFortScience

"LaGuerrafreddaèfinita

e l’ha vinta l'Università diChicago.” Ecco come, in uneditoriale del 1991, il

“Washington Post"encomiava il premio Nobelper l'economia, GeorgeStigler, appena scomparso.1Asolitrediciannididistanza,sembra strano che al suoautore e al suo pubblico unatale sentenza suonasse nonridicola, ma anzi plausibile.Ungruppodidottiprofessoriavevaforsesgominatoacolpidi dissertazioni l'arsenalenucleare dell’Unione

Sovietica?Ancor più sconcertato è

chi ha studiato nelle quiete,immense biblioteche diquest’università, hapasseggiatotraipratietragliedifici neogotici, osservato iragazzi leggere sdraiatinell'erba primaverile o,nell'inverno di Chicago, farejogging e alitare vaporedenso. Nulla più di questastudiosa, serena atmosferapotrebbe distare dal fragore

immondo della guerra. Si fafaticaapensarecheinquestoraccoglimento idilliacoavevano studiato i ChicagoBoys, quel gruppo dieconomisti che salirono allaribalta internazionale neglianni settanta, quando ledittature sudamericaneadottarono la loro politicaeconomica: guardando questigiovani gentili, studiosi nonriesci a capacitarti che fraqualcheannopotrannoessere

i consiglieri di un generalePinochetqualunque.

Un sospetto si erainsinuato all'uscita delQuadrangle, l'accoglienteclub al centro del campus:uscendo da una colazione inun bel sole novembrino, aldocentechemiavevainvitatochiesi dov’era la più vicinastazione dellametro e luimisconsigliò dal viaggiarvi,persino di giorno, e volle atutti i costi chiamare un taxi

(da allora la stazione dellametropolitana vicina alcampusèstatasemplicementechiusa). Un altro dubbioscaturisce dai “telefonid’urgenza” ( 134 nel campuse dintorni) installatidall’università, collegati alcommissariato di polizia chemanda subito un’auto aprenderti o scortarti.2 Mafinché rimani nel campus onelsuoquartiere,HydePark,

l’inquietudine di questisegnali è soverchiata dallasoggezione che incute tantasapienza.

13.000 giovani seguiti da2200insegnanti(unoogniseiallievi)3 studiano inquest’università fondata daJohn D. Rockefeiler che ledonò35milionididollarinel1892epoiancora10milioninel 1910. Qui c’è tutto perstudiare. Le sue biblioteche

raccolgono 5,4 milioni divolumi e i suoi archivi 7milioni di pezzi.All’università è associatol’Argonne NationalLaboratory. Le clinichemediche sono tra le miglioridegli Stati Uniti. La casaeditrice dell’universita, TheChicago University Press,pubblica più di 50 riviste e250-300volumil’anno;ilibriincatalogo(inprint)sonopiùdi 4000, più della metà di

quelli pubblicati in tutta lasua storia.4 Hanno tenutocorsi all'Università diChicago75 luminari insignitida premi Nobel, e sonoattualmente docentinell’ateneo 123 membridell’Accademia americanadelle arti e delle scienze, 41membri dell’Accademianazionaledellescienze.Tuttoè dispensato a profusioneperché i futuri specialisti

possano padroneggiare almeglio i propri ambiti: perogni studente c'è undipendentedell’università.

A Chicago ci sono altresei università: la Loyola(cattolica), la Roosevelt, laDe Paul, la Chicago StateUniversity, la IllinoisUniversity at Chicago(pubbliche)elaNorthwesterna Evanston. Ma, per ilmondo, l’Università diChicago è una sola, quella

dove Dewey fondò il suolaboratorio pedagogico, dovenacque la sociologia urbana,dove Fermi costruì il primoreattore atomico, dovefiorisce una scuolad’economia da 22 premiNobel.5 Per entrare allaNorthwestern basta esserericchi, ma per studiareall’University of Chicagobisogna anche essere imigliori. Nel suo messaggio

annuale, fiero il rettoreafferma che il 63% dei suoineoiscritti era tra i migliori5% della classe finaledell’highschool.

Del sistema educativoamericano avevamo scortofinora solo l’aspettodegradato, quello dei liceipubblici nei quartieripopolari,dovecapitadidoverpassare attraverso un metaldetector, installato perimpedire che gli adolescenti

portino armi all’interno. Ilicei pubblici sono unesempio dell’“America comeutopiaallarovescia”,secondol’espressione di LoïcWacquant; indicano inanticipounacurvadidegradocheancora-perpoco-nonèpresenteinEuropa:nellehighschoolsdelghettodiChicagoi trequartideglistudentinonfiniscono la scuola in corso,pur senzaesamidipassaggio

traleclassi.6L’Università di Chicago

esprime invece il risvolto dieccellenza dell’istruzioneamericana.Mostrachevipuòessere un livello di verticefantastico, senza bisogno cheessopoggisuunabaseestesadi qualità. Come dire che unpaese può sfornare atletiformidabili a partire da unapopolazione tutta dipappamolle.(Inrealtàc’èuna

spiegazione per questoapparentemistero,edècheilbacino di reclutamento dellepiùprestigioseuniversitàUsaècostituitonondallanazioneStati Uniti, ma dal mondointero che vi spedisce i suoirampolli più promettenti.) Èquesto un punto chiave perdecidere se gli Stati Unitisonoindecadenzaoppureno:chiunque scruti gli slum, leinner cities e l’apartheidamericano non può non

ritenere che gli Stati Unitihanno imboccato il viale deldeclino. Ma chi inveceosserva la straordinariacompetenzaecreativitàchelegrandi università sfornano aripetizione non può nonricredersi,eanzirestaattonitodi fronte alla contemporaneapresenza dei due aspetti,l’orridosqualloredeighettiel’innocente spiritualità deicampus.

E qui la compresenza è

fisica perché il quartiere diHyde Park, dove si troval’UniversitàdiChicago,èunapiccola enclave letteralmenteassediata dai più derelittiquartieri neri, con le rovinediroccatedelleTaylorHomesa ovest e con le landesterminate di fatiscentivillette unifamiliari a sud.Ovunque, ruderi di casettecarbonizzate, sventrate,fabbriche abbandonate,finestre nere come bocche

sdentate, carcasse diautomobili, craterinell’asfalto. Ma quei neri inberrettodilanacheditantointantointerromponoilsilenziodella solitudine non varcanomai la linea invisibile che lisepara dal piccolo paradisostudioso. Né i dotti assediatisi avventurano in sortitetemerarie. Ti raccontanodi aver osato, per andare incentro,eroici,attraversare inbusquest’inferno.

***

Crescat scientia; vita

excolatur (Cresca la scienza,si raffini la vita) recita ilmotto dell’università, maingentilire, raffinare la vita èprerogativa dei ricchi, se èvero che un anno di studioundergraduate costa 23.600dollari di sola iscrizione(tuition) cui si aggiungonoperò 1200 dollari di libri,

1600dollaridiassicurazione,9200dollariper la rettadellastanza e 600 per i trasporti,peruntotaledipiùdi36.000dollari.7 L'eccellenza la siottiene col denaro: i 35milionidipoverinondevonofardimenticarechenegliStatiUniti chi ha soldi vive (faricercaestudia)bene.

23.600 dollari sono tanti,e però le rette degli studenticostituiscono solo il 31%

delle entrate dell’UniversitàdiChicago(esclusiiproventidelle cliniche universitarie edel laboratorio di Argonne).Se poi dalle rette sidetraggono leborsedi studiochel’universitàdistribuisceairagazzi più dotati perinnalzare la qualità delproprio vivaio, le sommenette versate dagli studenticostituiscono meno di unquinto del totale.Paradossalmente, se i corsi

fossero gratuiti e se laselezione avvenisse soloattraverso rigidi esami diammissione, la qualitàsarebbe salva e l’UniversitàdiChicagoperderebbesoloil18% delle sue entrate.8 Contariffe così esose persegueperciò altri obiettivi: 1) unosbarramento di censo cheprecludal’accessoallamiddleclasse garantisca il prestigiodell’università come luogo in

cui si formanogli eredidellaclasse dominante; 2) stabiliree confermare un principioideologico: che si acquisiscesapere come si accumulacapitale;checulturaescienzasottostannoallestesse leggi -della domanda e dell'offerta,delcapitaleedellavoro-chereggono gli altri settoridell'umanoagire;chescienzae cultura sono sussunte,direbbe Kant, dalle categoriedel libero mercato. Quindi

l'università è un’impresaprivata che produce e vendesapienza. (Con un fatturatoche,incluselecliniche,sfiorai 2 miliardi di dollari,l’UniversityofChicagoèunodeimaggiori datori di lavorodell'Illinois,conisuoi12.500dipendenti.)

Non a caso, la teoria del“capitale umano” è stataarticolata nel 1964 da GaryBecker dell’Università diChicago (Nobel per

l’economianel1992).Saperee competenza sarebbero uncapitale perché produconoreddito, permettono maggioriguadagni. Sarebbero uncapitale umano perché, adifferenza di altre forme dicapitale, non possono essereseparate dalla persona fisicadi chi lo detiene. Investire incultura e scienza è dunqueuna scelta razionale, è unaffare: accumula capitale invistadiunfuturoreddito.

Ma se l'istruzione è uninvestimento,vasoppesata infunzione della produttivitàmarginale,secioèrendepiùomeno di altri investimenti.Perungenitoreèpiùproficuoinvestire 100.000 dollari neldiploma del figlioall’UniversityofChicagochecomprareazionidellaDuPontdeNemours?Se la rispostaèsì, chiederà alle banche unmutuo universitario darestituire con i futuri

guadagni del laureato.Ma larisposta può essere no, se ilcapitale umano si svalutaperchétroppodiffuso, troppodisponibile. Vi sarebbe ingiro troppa cultura, troppascienza, tanto che nonprodurrebbero più profitti(curiosa teoria quella cheprevede un eccesso disapienza!). Vale la penainvestireincapitaleumanosequesto è abbastanza raro,altrimentisideprezza.

A guardare lo sfacelo dioggi, e il pazzescoanalfabetismo di ritorno, fasorriderelapreoccupazionediRichard Freeman che nel1976 scriveva un librointitolatoL'americano troppoistruito.9Fortunatamenteperi“capitalistiumani”,neglianniottanta, col reaganismo lecose cambiarono: mentre daiprimi anni settanta, i salarireali dei giovani che non

hanno terminato la scuolasecondaria sono diminuiti dipiù del 30%, i profitti daistruzione si sono involati.Questo spiega, secondoGaryBecker,comemaisemprepiùstudenti si siano iscritti alleuniversità private nonostantele rette rincarassero a unritmo spaventoso: "I profittida college crebbero ancorapiùrapidamentedeicosti”.10

I principi del mercato

governano perciò non solol’economia,malaculturaelascienza.Anzi,perlascuoladiChicago, il mercatocostituisce la sola fonte diogni razionalità; i suoicriteriordinano le scelte razionalidell'individuo nei campi piùdisparati,dalmatrimonioallafamiglia.Questorazionalismoè una versione scarnificatadell'utilitarismo formulato daBenthamnell’Ottocento.Nonsolo ogni atto è mosso dalla

ricerca dell’utile, ma qui ilgenerico utile si restringe autilematerialecheasuavoltasi riduce a interesseeconomico e quest’ultimo aprofitto monetario. Tutto ciòche sfugge alla logica dellibero mercato è irrazionale,quindi inefficiente. Ogniinterferenzaconimeccanismidimercato è dannosa.Ma almercato attiene tutta la sferadell’interesse privato. Quindiè irrazionale e inefficiente

tuttociòchelimitailprivato:ogniinterventostataleèfumonegliocchi.

I Chicago Boys sonoquindi sinonimo di liberismototale, economia del laissez-faire, rifiuto di ogni vincolostatale ai criteri di mercato.PerpetuanounatradizionechenelNovecentohaavutoilsuopiù autorevole esponentenell’austriaco Friedrich vonHayek. Dal 1950 al 1962Hayek fu professore di

scienza sociale e moraleall’Università di Chicago,lasciandovi la sua impronta.Nel 1974 Hayek ricevette ilNobel, insieme a GunnarMyrdal che si situa ai suoiantipoditeorici:lagiuriadavauncolpoalcerchioeunoallabotte.

Giàunavolta,nellastoria,il nomedi una città era statoassociato all'estremismoliberista, agli integralisti delmercato, ed era Manchester,

la città che Engelsconsiderava esemplare pertracciare la rivoluzioneindustriale dell’Ottocento (ela cui descrizione, abbiamogià visto, si attagliava cosìbene a Chicago). Progenitoridei Chicago Boys furono imanchesteriani-queicrociatidel libero scambio tra le cuifile militava James Wilson,che nel 1843 fondò ilsettimanale“TheEconomist”.La loro ostinata campagna

nell’Inghilterra ottocentescaper far revocare le CornLaws, i dazisull’importazione del grano,anticipa la deregulationreaganiana nell’America delNovecento, quando si èallentato ogni freno allaconcorrenza e abolito ognivincolosuiprezzi.

Se si lasciasse fare almercato, tutto andrebbemeglio: secondo un celebrepasso di Adam Smith,

l’individuo, “perseguendo ilproprio interesse, spessopersegue l’interesse dellasocietà in modo molto piùefficace di quando intendeeffettivamente perseguirlo”,perché “eglimira solo al suoproprio guadagno ed ècondotto da una manoinvisibile, in questo come inaltricasi,aperseguireunfineche non rien-tra nelle sueintenzioni”.11 Miliardi di

singoli microinteressivolteggiano nello spaziodell'economia, urtano l'unocontro l'altro, sineutralizzano, si rafforzano,si deviano, come molecolenella teoria statistica dei gas.Per Smith questa spontaneastatistica degli egoismiindividuali produce ilbenessere collettivo, moltopiù di una conscia azionepubblica (programmazione,pianificazione).Ognifrenoal

libero gioco degli egoismiprivati è quindi un ostacolosullaviadelbenessere.Perciòlo stato deve ridurre alminimolasuasferad’azione.Dai manchesteriani aireaganiani, i teorici dellaissez-faire hanno semprevoluto dimagrire lo stato.EccocomeMarxsintetizzavala posizione di RichardCobden (leader, insieme aBrighi, dei manchesteriani):“Riduciamolaspesapubblica

e ci sarà possibile ridurreanche gli oneri fiscali”.12Centotrent’anni dopo, ilprimo atto dei reaganiani fudi ridurre le tasse (manon lespese).

Dietro il liberismo c’èdunque non solo una precisaidea di ciò che è razionale ediciòchenonloè,maancheun'idea dello stato: lo “statoguardiano notturno”, quelloche Nozick chiama lo “stato

minimo”, ridotto alle suefunzioni di poliziotto chevigila sull’incolumità degliindividuiesull’integritàdelleloro proprietà. In questoschema, lo stato nondovrebbeassicurarenésanità,né scuola, né infrastrutture(strade, ponti,comunicazioni).

Un’idea di stato implicauna visione delle istituzioni,cioè del diritto. Anche ilconcetto di giustizia viene

sussunto nell’economia. E leleggi di mercato diventanocriteri della giustizia. Questascuola di pensiero, che haavuto il suo capostipite aChicago in Ronald Coase(premio Nobel), è detta lawandeconomies.Ma ecco chel’interpretazionedelleleggisifa influenza sulle leggi:quando esponenti di questascuola, Robert Bork eDouglass Ginsburg, venneronominati giudici della Corte

suprema degli Stati Uniti daRonald Reagan, la correnteteorica si fece posizione dipotere nella magistratura eprodusse sentenze chedefinirono ciò che è lecito eciò che è giusto. Seredistribuirelerisorsetracetiprivilegiati e classi sfavoritenon rientra in ciò che ègiusto, allora lo stato nondeve assistere i poveri. Dipiù:quest'azioneafindibenefinirebbe per avere effetti

negativi.È la "perversione”, quel

luogo retorico del discorsoreazionario che abbiamo giàincontrato con Hirschman,percuiognipoliticapubblica“progressista” avrebbe effetticontroproducenti: “I tentatividi conquistare la libertàfaranno precipitare la societànella schiavitù, l’aspirazionealla democrazia produrràoligarchia e tirannide, e iprogrammi di assistenza

sociale accresceranno lapovertà anzichédiminuirla”.13CosìnegliStatiUniti, negli anni ottanta sidiffuse l’idea che lo statoassistenziale sia nocivo. Nelsuo libro assai pubblicizzatocontro il welfare, CharlesMurray sosteneva nel 1984che esso fa più danno chebene, creando una cultura diwelfare-dipendenza, diassuefazione all’assistenza14

(ritroviamo la "cultura”,prima“culturadellapovertà”,ora “cultura del welfare”): ipoveri non vanno aiutati,altrimenti ci fannol’abitudine.

Se compito dello statononèassistereipoveri,tantomeno gli spetta rilanciarel’economia nei periodi direcessione. La loro verabattaglia i Chicago Boysl’hannocombattuta(eperoravinta) contro chi sosteneva

che Io stato deve intervenireper creare posti di lavoroquando infuria ladisoccupazione, che compitodello stato è correggere glisbandamenti del settoreprivato. Cioè, il vero nemicoteorico dei Chicago Boys èJohn Maynard Keynes e ilkeynesismo, favorevole a unintervento statale, a unaumentodella spesapubblicaper uscire dalle recessioni. Ècontro il keynesismo che per

decenni Milton Friedman(altro Nobel di Chicago) haperorato il monetarismo colfervore di un agit-propbolscevico. Se il liberomercato è capace diautocorreggersi, comesostengono i Chicago Boys,allorailcapitalismoèstabile;seinveceperusciredallecrisic'è bisogno dell’interventopubblico, come sostenevaKeynes, significaimplicitamente che il

capitalismo è instabile: perFriedman “è l’azione stessadello stato a destabilizzare, edovrebbeessere consentito alprocesso autocorrettivo delliberomercatodioperareconsolounminimodi interventostatale”.15

L’unico intervento cheFriedmanriconosceallostatoè la politica monetaria. Èun’altra versione dello stato-poliziotto,quipoliziottodella

moneta: vigila che ne circolinon più, e non meno di unacerta quantità. È lo “statominimo” in economia. Inquesta visione viene menol’idea di servizio pubblico,poiché solo sotto forma dimerce i servizi possonoessere scambiati. CosìFriedman suggeriva che lostatonon fornissepiù scuole,madistribuisseaicittadinideivoucher, buoni con cui ognigenitore potesse comprarsi il

tipo di scuola di suogradimento per i figli: unsuggerimento che moltedestre nel mondo hanno daallora cercato di mettere inpratica.

È il concetto di sferapubblica a essere messo indiscussione.“Nei lavoridellascuoladiChicagoilcontrollosociale è stato dipinto comeinefficaceesuperfluoecomeun ostacolo sulla via diun’economia più perfetta,

cioè un’economiacompetitiva. Questi lavoridefinisconoibenicollettiviinmodo sempre più ristretto equindi assegnano all’arenaprivata una categoria semprepiù vasta di attivitàeconomiche.”16 Persino icosti sociali di un'attività -detti “esternalità”, odiseconomie esterne - sonotraslocati il più possibile dalcampodell’azionecollettivaa

quella del contratto privato.Ronald Coase ha esteso ilconcettoditransazionefinoaincludervi l’acquisto e lavendita del diritto didanneggiare.17 Né è un’ideaastratta,bensìunadellemerciche si trattano alla Borsa diChicago, una merce cheabbiamo già incontrata, idiritti e i futuresd’inquinamento: un’industriacompra il diritto di emettere

veleni. Poi si quotano ifutures di questi diritti. Nonpernullaainaugurareinuovigrattacieli della Borsa diChicago fu chiamato MiltonFriedman.

Ai Chicago Boyspotrebbe essere mossa laclassicacriticacontroiteoricidel laissez-faire, cheSchumpeter sintetizza così:essi in realtà raccomandanoquel che hanno l’aria di

descrivere,18 Ma insistendosulla necessità di svuotare lasfera pubblica, di trasferirnenell’ambito privato tutte leattività, i Chicago Boys nonfannoaltrocheraccomandaredi portare all’estremo unprocesso che nell’ultimosecolo ha già invaso spazi etempi del nostro vivere. Ilviaggiare,lospostarsi,daattopubblico (in trasportipubblici, camminando sulla

pubblica via) è diventatogesto privato compiutoall’interno della propriaproprietà, l’automobile, cherecinge dagli altri e isola inunabitacolo privato. Semprepiù la piazza, come luogod’incontro, di svago, èsostituita dai grandi Malis,daglishoppingcenters,ugualiintuttoallepiazze,trannechea una certa ora “chiudono”,che sono privati. Unaporzione crescente dello

svago pubblico diventafruizione privata. Non sipotevaascoltaremusicasenzai suonatori, senza cioèimmergersi nel pubblico.Oggi la musica può essereassaporata in solitario, daradio, registratori, lettorilaser; la musica è possedutanellaformadellamercecd,οcassetta,esicompenetranoledue accezioni: il privato delpossesso e il privato dellaprivacy.Spettacolo - teatro o

cinema-eraoccasionedivitapubblica; ora sempre più èsostituito dalla tv chepermette persino di nonandarenell’arenaadassistereai moderni ludi. La cittàstessa, abbiamo visto (Parteprima, cap. 10), si strutturacome città privata, con unacostituzione privata, unapolizia privata, e il concettodi democrazia si assottigliafino a coincidere conl’assemblea dei condomini.

Nel dilatarsi, la parola“privato” si amplia di senso,include parti di mondanità.Mentre la parola “pubblico”si deteriora, raggrinzisce apelledizigrino.

Quest’espansionismo delprivato,questosuopervadereed esaurire l’esperienza delmondo, è possibile solo sefondato su una simmetricaonnipotenza dell’individuo,cioè solo se l’individuo“costituisce l’unità ultima

delle scienze sociali” e se“tutti i fenomeni si risolvonoin decisioni e azioni diindividui che non possono onon hanno bisogno di essereulteriormente analizzate intermini di fattorisovraindividuali”.19 Èl’individuo il soggetto delle“scelte razionali”. Unicimoventi legittimi sono i suoiinteressi. Esclusivo soggettodellastoriaèl’individuonudo

di ogni determinazionesociale, sbiancato di ogniretaggiostorico,svincolatodaogni appartenenza,letteralmente astratto,motivato solo ad assicurarsiquella proprietà che è sìmezzo di benessere, ma èanchescopoinsé.

***

Parafrasando Asterix,

verrebbe da dire: “Sono

pazzi, questi Chicago Boys”.Ma come? Basta chesporgano il naso fuori dalcampus, che attraversino unviale,epoivedanoseilliberogioco degli egoismi producedavveroilbenesseregenerale.Ma è possibile che unabrevissima capatina alleTaylor Homes non gli abbiamai instillato un dubbio?Come si fa a parlaredell’efficienza del mercatodopo aver visto l’abominio

dello slum? Come possono iChicago Boys pensareall’individuo astratto, quandotutto intorno nella loro cittànon vivono che "neri”,“ispanici", "white ethnics”,cioè sempre e solo etnie ecaste?Quandogruppisociali,identità, retaggi storici sigiustappongonomantenendosi separati edeterminano la vita finnell’indirizzo? Anzi, lasmentita sperimentale è

ancora più estrema: aprodurre una societàarticolataincaste,segmentatainetnieerazze,èlalogicadelprofitto individuale. Non èuna società tradizionale,precapitalistica a esserestrutturata in gruppipredefinitie indestinisocialida cui l’individuo non puòsfuggire qualunque cosafaccia (puoi essere ricco efamoso ma sempre nero oispanico o italiano rimarrai).

No, è la logica delcapitalismo individualistache, storicamente, negli StatiUniti, ha organizzato lasocietà americana in sistemidistici(communities).

MatantipremiNobelnonpossono essere pazzi. Il fattoè che, nella loro opulenza, ilcampus e il circostantequartiere di Hyde Parksembrano confermare leforme più estreme diliberismo. Qui, direbbe

Mumford, “si può vivere emorire senza che nulladeturpi l’immagine di unmondo innocente [...] quil’individualità puòprosperare, dimenticadell’irreggimentazione chepure lapermea”.Qui i poteripubblicisisonofattidavvero“stato minimo" quando, perimpedirechecalasseillivellodel quartiere, hanno delegatoa un’associazione privata ildiritto di espellere ed

espropriare residenti,abbattere edifici.L’associazione di quartiereera la Hyde Park KenwoodCommunity (al 70%finanziata dall’università:d’altronde il suodirettoreerail fratello del rettore).20 Cosìtra il 1960 e il 1970 lapopolazionediminuìdel26%,ineridel40%.

Dipiù.Qui,nelcampusedintorni, si ha l’avvisaglia di

quello che Nozick chiama lostato ultraminimo: lo statominimo, lo stato-poliziotto,sarebbe infatti ancora tropporedistributivo perché con letasse di alcuni pagherebbel'incolumità fìsica di tutti equindi, attraverso la polizia,redistribuirebbe risorse(orrore!). Invece "uno statoultraminimo mantiene ilmonopolio su tutti gli usidella forza esclusi quelli diimmediata autodifesa e così

esclude la vendetta privata[...]maprovvedeprotezioneeservizi di rispetto delle leggisolo a chi compra le suepolitiche di protezione evigilanza.Chinoncomprauncontratto di protezione non èprotetto”.21Setiassaltanoperstrada e tu non hai compratola protezione pubblica, lapolizia non verrà in tuosoccorso. Accadrebbe perl’incolumitàquelchesuccede

alla salute in un sistemasanitarioprivatistico:ècuratochi paga. E l’Università diChicago paga. Paga una suapolizia privata, con trediciautomobili di pattuglia (suunasuperficiedisolitrekmq)chedisponedituttiipoteridipolizia e che opera l’80%degliarresti.Naturalmente,inquesto quartiere si contanosolo un omicidio e unadozzinadifurtil'anno,mentrelà fuori, appena oltre la

frontiera invisibile, nei ghettivicini gli omicidi sonodecine, le aggressionicentinaia,ifurtimigliaia.C’èda chiedersi come si fa aviverecosì,instatod’assedio,in perpetua ansia, semprepronti a chiamare la polizia,attentianonvarcarelasogliadell'inferno, rinchiusi nellapropriacolony,nella fortezzaassediata. Chissà che idea dicultura ne deriva. Verrebbeda perdere la fede nel

mercato.Ma, appunto, fede è il

concettochiave.Sembrerebbefuori luogoapropositodi unrazionalismo così angusto, diun tale riduzionismoeconomico. Eppure è iltermine più spesso usato perdescrivere l’entusiasticafiducia della scuola diChicago nel laissez-faire."Fede ardente nel potereorganizzativo enell’efficienza del libero

mercato [...] straordinariaintensità dell’adesioneall’efficienza dell'interazionedi mercato.”22 È alla logicadell'irrazionale e della magiache ricorre Edythe S. Millerper tracciare la sua ironicasintesi delle tesi dei ChicagoBoys:

L’economiacompetitivaèassuntasiacome stato ideale siacome realtà

raggiungibile, se solofossero rimossiimpedimenti nonnaturali (cioè, unapresenza statale). Cosìoggi la deregulation èregolarmente equiparataalla competizione, qualeche sia la realtàdell'industria e delmercato. La magia stainvece nell’assegnareunapotenzabenignaagliattributi essenziali di

questosistema:proprietàprivata, libero contratto,e libero scambio. Laregolamentazione èdescritta comeinefficace, corrotta e,comunque, superflua.L’impresa privata èsempre efficiente, esempre è caso damanuale dicompetizione. [...] Lasolaistituzioneammessanell’analisi è ilmercato;

un mercato [·.·]posizionato comeneutrale,senonbenigno,meccanismo diallocazione edistribuzione.L’individuo è accettatocomelasolarealtà.23

Al di là del sarcasmo,Edythe Miller coglie ilperenne argomento con cuiogni integralismo rifiuta lesmentitedell’esperienza:seil

miracolo non avviene, èperché non si è pregatoabbastanza; se il comunismonon si è realizzato, è perchéc’era poco comunismo. Senell’economia di mercatoimperversano miserie eabomini, non è perché vi èqualcosa di sbagliato, maperché non c’è abbastanzamercato,perchéancoratroppiostacoli si frappongono allaperfetta realizzazione dellacompetizione pura,

trasparente e immacolata. Laricetta di ogni integralismo è“Encore un effort...": ilmercato funziona mede,dunque ancora più mercato.Di nuovo, riduzionismo,positivismo estremo siconiugano con fideismo,fondamentalismo. Se uniranianoscrivesseoggilesueLettere persiane, definirebbeiChicagoBoysgli"ayatollahdel capitale”, a confermadella tesi di Adorno: “La

forma borghese dellarazionalità ha bisogno dasempre di supplementiirrazionaliper restareciòcheessa è: un’ininterrottamancanza di equità avallatadaldiritto”.24

Nel Vangelo secondoChicago,l’interventostataleèil male: contagia con la suacorruzione. Ecco che la lottacontro la corruzione politicanon tende a una politica

migliore, ma a ridurre,tendenzialmenteasopprimerela politica a favore delletransazioni di mercato. Sefuoridel campusc’èmiseria,è a causa dell'inefficienzastatale.L’orrorechecircondal’Università di Chicagodiventa paradossalmente unaprovaa favoredel sistemadimercato. L’oppressione e losfrattamento nascono dallaleggendaria corruzione dellaCookCounty.Ladesolazione

è ingigantita dagli sprechi edalle inefficienze pubbliche.Che i capitalisti siano statifacilmente convinti da questiargomenti è ovvio. Comedisse George Stigler, “unconferenziere chedenuncia ilcannibalismo può a ragioneconsiderare l’applauso deivegetariani come una dubbiadimostrazione della suaeloquenza". Lo straordinarioè che l’opinione pubblicamondiale si è convinta di

questa tesi, l’ha fatta sua. Èdiventato senso comuneconsiderare ciò che èpubblico comeinevitabilmente piùinefficiente e più corrotto diciò che è privato, ritenere ilmercato più trasparente dellapolitica,equindiilpoteredelcapitale meno iniquo delpotere politico. In questocapovolgimento del comunesentire sta la vittoria deiChicago Boys, una vittoria

che va al di là della Guerrafredda perché ha convertitolarghe fette dell’opinionepubblicaoccidentale.

Né questi milioni diumani possono essere tuttigonzi abbindolatidall’imponente apparatoideologico - tv, cinema,giornali - benché anch’essoabbia la sua parte. Senzabisognodiricorrereall’utopiaanarchica, di una societàsenzastato,oal“deperimento

dello stato" perseguito dalmarxismo, nella polemicacontro lo statalismo c’èpotente un’ansia di libertà,quella stessa che spinge allaprotestapolitica,allelotteperi diritti civili, allaDisobbedienzacivile,titolodiunfamosopamphletdiHenryDavid Thoreau che appuntocomincia"Dicuoreaccetto ilmotto: ‘Migliore è quelgoverno che meno governa’;evorreivederlorealizzatopiù

rapidamente esistematicamente. Esplicitato,finalmente equivale a questoche anche credo: Ottimo èquel governo che nongovernaaffatto'”.25

La prima battagliapolitica,abbiamogiàvisto,lasicombatteperimpossessarsidelledefinizionipolitiche(“iosono un leader, tu sei unboss”). Il sistema dimercatoha vinto la sua battaglia

impossessandosidellalibertà:si dice appunto liberomercato, libero scambio. Pergran parte dell’umanità,davvero lo stato èun’esperienza quotidiana ditirannide. È per fuggirequest’angheria (oltre che lapovertà) che tante ondateumanesiriversanonegliStatiUniti.Laforzadiconvinzionesta proprio nell’idea che leleggi del mercato (delladomanda e dell'offerta) siano

ubique, valgano per tutti,mentre la giustizia statale èper alcuni più giusta che peraltri. Il mercato lascerebbe aognunounachancenegatadaaltri sistemi.Porterebbe in séun’idea di democrazia(sintetizzata nell'uomo che sifa da sé): “Il vantaggiodecisivo dei sistemi dimercatoèchedecentralizzanoil potere lontano dalleWashington del mondo everso gli individui, uomini

d’affari, lavoratori econsumatori”.26

La fiducia nelle virtùpalingenetichedelmercatohauna lunga storia. Già per imanchesteriani, esso esaltavale virtùmorali dell’uomo, netemprava l’indole, lo rendevaforte e, viceversa, lasciavasopravvivere solo i forti (dinuovoildarwinismosociale):"Il laissez-faire inietta ferronel carattere di un uomo. Se

non lo fa, ed egli perisce,presumibilmente il suocarattere non è degno diessereresod’acciaio”.27Oggigli studenti chiamano ilcampus di Chicago il“monastero” e sulla viaprincipalediHydeParknonèpossibile bersi unabirra, nonc’è un solo locale conalcolici.

Una buona parte deimanchesteriani erano

pacifisti: “Credevano che illibero commercio avrebbedatoacompratori evenditoriintuttoilmondouninteresseeconomico così forte amantenere la pace, che essipreverrebbero i loro governidal fare guerra”.28 Ancoraoggi, osserva BenedictAnderson, prevale “ilpregiudizio che ci sia unaqualche imperscrutabileconnessione tra capitalismoe

‘pace’, tale che 'liberomercato’ sia istintivamentecontrapposto non soloall’economia pianificata maallaguerra”.29Estraordinariodove noi umani andiamo aficcare le nostre speranze: inquegli stessi anni, altriutopisti, i saint-simoniani,pensavano che i treni e leferrovie, permettendo aipopoli di conoscersi tra loro,avrebbero posto fine alle

guerre,nonconsiderandocheavrebbero invece trasportatopiù rapidamente truppe ecannoni.

C’è qualcosa dicommovente, persino dipatetico, nella fiducia chetanti umani ripongononell’equitàdelmercato,diunsistema economico in cui leiniquità gridano vendetta alcielo. Questa capacitàd’illudersi si rivela però unaforza irresistibile: è in grado

di smuovere le montagne (eanche le banche, abbiamovisto), rivoluziona lageografiaumana,sconvolge icontinenti. Ritroviamo quelladoppiezza in cui così spessosiamo incappati, qui nelduplicegiocodellalibertà:daunlatomiriadidipersonecheaspirano alla mera libertà divivere, dall’altra il capitaleche chiede di avere manolibera,dinonesserevincolatoda nessun potere che gli sia

superiore.

***Èunsabatodiluglio.Nel

fresco condizionato, labiblioteca Joseph Regensteinèquasideserta. I suoicinquelivelli sono divisi ognuno indue settori: un’area è la saladi lettura, con sedie, tavoli ecomputer di ricerca; l’altra,senza finestre, è il depositodei libri dove interminabili

file di scaffali retrattili, unaaccanto all’altra, contengonocentinaia di migliaia divolumiognipiano.Dopoaverindividuato la posizione sulcomputer, ogni lettore va acercarsi da solo in questimeandri i libri che vuoleconsultare. Fra tutte questemuraglie di carta si perde ilsenso dell’orientamento. Pereffetto di accumulazione,ogni libro è indistintodall’altro. Nel silenzio più

totale, pare di essere in unimmanecimiterodelpensieroumano,dovesonoaffastellatele sue ossa, come nellemoderne necropoli, acondominio.Cometombechenessuno mai visita, innumerivolumiriposerannointattipersempre, nella frescura delbuio. Per una politica dirisparmio energetico, infatti,dopo pochi minuti la luce sispegne, e tu resti cieco, solo,inerme (omicidio nella

biblioteca?)aimmaginarecheti ritroverannoincartapecorito, come unvolume che si sbriciola sottoledita.

1GeorgeF.Will, in"The

Washington Post", 8dicembre1991,p.C7.

2 Serge Halimi,L’université de Chicago, un

petit coin de paradis bienprotégé, in “Le mondediplomatique”,aprile1994.

3Nell’annoaccademico2003-2004.Datitrattidalsitowww.uchicago.edu.

4 Dal sitowww.press.uchicago.edu.

5I dati sui premi Nobelsonoaggiornatial2003.

6LoïcJ.D.Wacquant,Del’Amérique comme utopie àl’envers,inP.Bourdieuetal.,

La misère du monde, cit., p.177.

7 Per l’anno accademico2001-2002.

8I calcoli sono basati sulbilancio al 30 giugno 2002,edescludendoleentratedegliospedali, dalla paginahttp://adminet.uchicacgo.cdu/fi

9RichardFreeman,TheOvereducated American,Academic Press, New York1976.

10GaryBecker,HumanCapital Revisited, The 1989Ryerson Lecture, ChicagoUniversity Press, Chicago1989,p.4.

11 Adam Smith, AnInquiry into the Nature andCauses of the Wealth ofNations(1776),trad.it.Idesi,Milano1973,libroiv,cap.n,p.444.

12 Karl Marx, artìcolosul “New York Daily

Tribune", 28 dicembre 1852,in Karl Marx-FriedrichEngels,Opere complete, cit.,vol.xi,p.478.

13 A.O. Hirschman,Retoriche dell'intransigenza,cit.,cap.II,pp.19-20.

14 Charles Murray,Losing Ground. America’sSocial Policy, 1950-1980,Basic Books, New York1984.

15 W.CarlBiven,Who

Killed John MaynardKeynes? Confliets in theEvolution of EconomicPolicy, Dow Jones-Irwin,Homewood(Ili.)1989,p.59.

16 Edythe S. Miller,Economies for What?Economic Folklore andSocial Realities, in “Journalof Economic Issues”, giugno1989,(pp.339-356),p.349.

17RonaldH.Coase,TheProblem of Social Cost, in

“Journal of Law andEconomics", n. 3 (1960), pp.1-44.

18 Joseph AloisSchumpeter, History ofEconomic Analysis, OxfordUniversity Press, New York1954, trad. it. Edizioniscientifiche Einaudi di P.Boringhieri, Torino 1959, p.1062.

19Ibidem.20S.Halimi,op.cit.

21 R. Nozick, Anarchy,theStateandUtopia,cit.,pp.26-27.

22W.C.Biven,op.cit.,p.53.

23 E.S.Miller,op. cit.,pp. 353-354 (i corsivi sonomiei).

24 TheodorW.Adorno,Jargon der Eigentlichkeit.Zur deutschen Ideo logie,Suhrkamp Verlag, Frankfurtam Mein 1964, trad. it. Il

gergo dell'autenticità, BollatiBoringhieri, Torino 1989, p.36.

25 Henry David Thoreau,Civil Disobedence ( 1849-1862), inWalden and OtherWritings, Bantam Books,NewYork1981,p.85.

26 Gary Becker, in"Business Week”, 30dicembre1991,p.22.

27 WilliamD.Grampp,The Manchester School of

Economics, StanfordUniversity Press, Stanford(Cai.)1960,p.80.

28Ivi,p.7.29 Benedict Anderson,

The NewWorld Disorder, in“The New Left Review”, n.193, maggio-giugno 1992(pp.3-14),p.6.

Epilogo

Mareeumane,dinuovo

Fuori dallo stadio

strapieno, il gelo di febbraioattanaglia la città. Dentro,l’aria è torrida fino a sudareper la partita di pallacanestrodeiChicagoBulls, i “Tori di

Chicago”.I giocatori, in

pantalonciniemaglietta,sonoquasi tutti neri, altissimi,felini quando saltano asovrastareilcanestro.Unfilmsuungruppodi“coattoni”diLos Angeles, giocatori dibasket da strada, s’intitolavaWhiteManCan’tJump ("Chinon salta bianco è”, 1992),doveinamericanojumphaunsecondosignificatosessuale.

Sui bordi del campo

majorette in lustrini, lunghegambe e seno in evidenza,ritmanolefolated'attaccodeiTori. Sulle gradinate, tra lemigliaia di spettatoriassiepati, un gruppo diragazze, con la sciarpaislamicaintornoalviso,fauntifo indiavolato. Sonostudentessedell’UniversityofIllinois at Chicago, figlie diemigratimusulmani.Ma nonè la loro origine religiosa acolpire, è l'immagine

autocontraddittoria, quasi lafoto istantanea di unparadosso umano lì nellabolgia dell’arena, sotto iriflettori.Ilfoulardstrettosulcapoeintornoalcolloindicaun rispetto della tradizioneislamicasmentitodaquelchei dottori del Coranoavrebbero definito l’applausofrenetico di femmine amaschi seminudi. Come allaMecca c’è ora unMcDonald’s,cosìaChicagoi

velientranoallostadio.

***È meriggio assolato, il 4

di luglio, festadell’indipendenza, nei parchichepermigliabordeggianoilLagoMichigandaLincoln, aBelmont, su fino a Foster.Sull’erbaadecinedimigliaiai clan familiari con i loropicnic. Una signora punjabiappallottola distinta con la

punta delle dita della ma nodestra la sua polpettina diriso, verdure e dal; unamegafamiglia messicana siaccalca attorno a tacos eburritos; un nugolo dibambini vietnamiti insegueaquiloni, involtini primaveraallamano.Ognunoconlasuaorigine in bocca, e però cosìamericano. Pochi di loroparlano inglese, ma tutti giàportanolestigmateyankee:lapassione per i cubetti di

ghiaccio, comprati apacconi,gli immensi refrigeratoriportatili, l’inondazione disalse in flaconi di plastica, ilperpetuo masticare patatine,popcorn,spuntini,salatini; ilbarbecue messo lì, comealtare dei penati, su cuigiovani maghrebiniimmolano un pollo,adolescenti neri offrono hotdogaglidèi,unausteroparsisacrificabracioled’agnello.

***Piccoli segni di due

grandi fenomeni. Il primo:l’immigrazione che da ventanniha ripreso a fluireversogli Stati Uniti ha di nuovorotto ogni argine e stasconvolgendo la lorogeografiaumanatantoquantolaalteraronoleondatedifineOttocento-inizio Novecento.Un secolo dopo, riprende lamigrazione dei popoli, la

Völkerwanderung.Ilsecondo:la possibilità di essereinsieme statunitensi evietnamiti, o sikh, o iraniani.Cioè un nuovo modo diessereamericani.

Nel 2000 risiedevanonegli StatiUniti 31,1milionidi persone nate all’estero (dicui più di 7 milioni diclandestini). Di costoro ben18,1 milioni erano statiammessi dal 1980, eaddirittura 10,2 milioni dal

1990 in poi, più che tra il1900eil1910(9,3milionidiimmigrati), e più che in tuttigli altri decenni della storiaamericana. Non solo, tra il1990 e il 2000 sono entratinegli Stati Uniti piùimmigrati che nelquarantennio tra il 1931 e il1970. La novità sta nel fattoche ora il grosso non sbarcapiùdall'Europa.Trail1981eil 2000, su 16,4 milioni diimmigrati legali, solo 2

milioni venivano dall’Europa(267.000 polacchi e 456.000ex sovietici), mentre ben 5,7milioni giungevano dall’Asiae 8 milioni dall’America, dicui 3,9 dal solo Messico, dacuiperaltrogiungeil70%deiclandestini (cioè 4,2 milionisu7).

Le ondate di una voltasono sommerse da altremaree umane, dall’AmericaLatina, dall’Asia, dall’IsIam,persino dall’Africa (585.000

dal 1981 al 2000): per laprima volta - a contraddireTocqueville -, vi sono negliStati Uniti umani giuntidall’Africa di propriaspontanea volontà e non piùsolo deportati come schiavi.QuestanuovaAmericasmettediessereoccidentale,nazionecostruita da europei conimmigrati europei, civiltàbianca edificata da etniebianche (crudele e ostileall’alterità africana, nera).

Multirazzista e multirazziale,si fa persiana, cambogiana,persiana,coreana.

Nelplasmarsidellanuovageografia umana, si dissolvela nozione di Occidente,quella che dall’Ellade in poifa tutt’uno col concetto dinuovo, Nuovo mondo o(vichianamente) "popologiovane”: gli elleni eranonuovi rispetto all’Asia,l’Americaè ilNuovomondo,gli Stati Uniti sono una

nazione giovane (nessunochiamerebbelaGermaniauna"nazionegiovane”,ancheseèpiù recente degliUsa).Dopolapreistoria,iflussimigratorisembravano tutti andare daestaovest:gliindoeuropeieimongoli in Europa, glieuropei e (deportati) gliafricani in America e poi ilFar West negli Stati Uniti.Ora però, la Cina, l’EstremoOriente si trova a occidentedegli Stati Uniti, e il flusso

migratorio dall’Asia versol’America è un flussomigratorioversooriente.

Datempo,gliemigratidalVecchio continente avevanosmesso di essere europei,eranodiventatiamericani,marestavano occidentali. Ora,conilsovrapporsidellenuovemigrazioni alle vecchie, gliStati Uniti cessano anche diessere occidentali,proponendo un inedito ibridodi irlandesi e sikh, cinesi e

napoletani, libanesi emessicani. Così anche laChicago etnica assume unsapore vecchiotto, quellodell’America di una volta,ormaiirriconoscibile.

***

Nella gola del gran

canyondelColorado,leggilastoriadimilionidianninellestratificazioni geologichedelle diverse rocce, ognuna

col proprio colore, la suaconsistenza. Nelle arterie diChicago, leggi lastratificazione di un secolo emezzo di immigrazioni. Per38 chilometri, da Evanstonnel Nord, fino a Blue IslandnelSud,WesternAvenue-lapiù lunga via di Chicago -traversa quartieri di russi,indiani, pakistani, polacchi,tedeschi, arabi, lituani,ucraini, croati, italiani,portoricani, messicani,

vietnamiti, irlandesi, neri edebrei: “È un sogno per unsociologoeun incuboperunaddetto al censimento,”raccontava l’articolo di testadi “Usa Today”.1 E quasinessuna zona è abitata dagliimmigrati che il nomesuggerisce.Tupenseresti chePilsen è il quartiere deiboemi. No, è il barrio deimessicani. Vai nel quartierelituano, e ti capita come nel

quartiere ungherese diCleveland:chei“lituani”-diqui -comegli"ungheresi”dilàsonotuttiscuridipelle,perlo più con capelli crespi elabbra carnose. Sulla ClarkAvenue, verso nord, trovi ilcimitero svedese, perché unavolta qui cera la roccafortescandinava,maoraciabitanoarabi. Sulla MilwaukeeAvenue,restanoalcunescrittein polacco a ricordare ilpassato, sovrastate e quasi

tutte cancellate dalle réclamein spagnolo: i polacchi sisono spostati più a nord, suAvondale, tra Central Park ePulaski, a “Jackowo” (dalnome di una chiesa), dove tisembradiessereaCracoviaetuttoèpolacco,dalle insegneai generi alimentari nelledrogherie, ai giornali. SuNord Broadway trovi unrecente quartiere vietnamita,che ha fatto salire i prezzidegli affitti, perché prima

dell’ordine asiatico lì c'eramalavita ispanica che avevasostituito a sua volta gliscandinavi. Sempre versonord, lontano, sulla LincolnAvenue,all'incrocioconBrynMawr, proprio accanto alvecchio cimitero boemo,scompaiono le scritte inalfabeto latino e si stendetutto un quartiere coreano.Ancorapiùanord,suDevon,tra Rockwell e Western, nelgiro di pochissimi anni è

sorto tutto un quartiereindopakistano.

Ainiziosecolo,intornoalcentro (il Loop) di Chicago,le comunità etniche sidistribuivano in piccolecittadine ognuna con la suaMain Street (il suo corso),l'una accanto all’altra. “AnorddelLoop eraGermania.A nord-ovest Polonia. AovesteranoItaliaeIsraele.Asud-ovest erano Boemia eLituania. E a sud era

Irlanda.”2 Poi arrivarono ineridal sud.Dopo toccòagliispanici che quadruplicaronotra il 1960 e il 1980, fino aessere 785.000 nel 2002(quando, contando l'areametropolitana, gli ispanicierano più di un milione emezzo).Negli anni settantaeottantaeccogliasiaticie,conlafinedellaGuerrafredda,dinuovo i polacchi che fannouna concorrenza spietata sul

mercato del lavoro e sioffrono per tariffe stracciate,inferiori persino a quelle deimessicani indocumentados,residenti senza permesso.All'afflusso di nuovi arrivaticorrispondeva l’esodo neisuburbi dei vecchi whiteethnics, così che nel 2002nerieispanicieranoil63,3%nel comune di Chicago, masolo il 36,5% nell’areametropolitana.3

Gli irlandesi hanno inparteabbandonatoBridgeportper spostarsi più a sud versoMount Greenwood, Ashburne Beverly.Mentre i polacchipiùpoveri stannoa Jackowo,i più benestanti hannopopolato i suburbi diJefferson Park, Norwood,Edison. Già da decenni gliitaliani agiati risiedono aRiver Forest, Melrose Park,Riverside,OakPark.Eanchele zone di prima periferia si

stanno spopolando, a favoredelle aree più lontane, comenella dilatazione di una nubegassosa. In questo processol’espansione migratoria, giàpredetta da Burgess conl’ipotesi zonale, si coniugacon quella strutturaautomobilistica dellacomunitàurbanacheabbiamoosservatonellaprimaparte.

Da qui una dupliceimpressione:laprimaèchelastoria si ripeta, che le nuove

migrazioni asiatiche elatinoamericane ripercorranogli stessi processi chenell’Ottocento avevanoseguito gli europei, come inun ciclo con cui l’America,dopo una fase di digestione,riprende a ingerirepopolazioni, fagocitandonuove energie da nuovicontinenti.Ecioè,cheagiscala stessa logica del capitaleche un secolo fa avevaattratto tanta forza lavoroper

calmierare la mano d’operagià presente: non a caso lagrande ondata migratoria difine xx secolo ha acquistatoimpulsonell’era reaganianaeha coinciso - per esprimersicome il "New York Times”dell’Ottocento - con le piùdure sconfitte dei lavoratori(o le maggiori vittorie delcapitale) nella “guerra tracapitale e lavoro”. Comenella sommossa razziale del1919aChicagos’intravedeva

in filigrana la furibondacompetizione traneri ewhiteethnics sul mercato dellavoro, così la sommossa diLosAngelesdel1992è statavistacomel’esploderediunanuova ostilità tra neri eispanici, tanto che "TheAtlantic" dell'ottobre 1992titolava la sua copertinaBlacks versus Browns, "Nericontro marroni” (dove"marroni” sta per ispanici).4

Scriveva "La Prensa SanDiego” del 15 maggio 1992che,nell’interpretareiriotsdiLos Angeles secondo loschema bianco-nero, i massmediaavevanopersodivistailpuntocruciale:

I tumulti non sonodivampaticontrobianchio neri, ma sono statiinnescati dai neri controle comunità latine easiatiche! Quel che è

successo è uno scontrorazziale di primagrandezza da parte dellacomunità nera che vedesvanire la suaconsistenza e influenza.Confrontati a quasi unmilione e mezzo diLatinos che stannoprendendo il controllodell’inner city, i neri sisono rivoltati, hannodistruttoesaccheggiato.5

Oggi come un secolo favediamo queste masse dimilioni di umani spostate,traslocate dal mercatomondiale che, dice BenedictAnderson, i suoi fautoriimmaginano“comeunaforzadi pace e di ordine, ma chetuttalastoriamodernamostraessere l'istituzione piùsovversiva che noiconosciamo”.6 Oggi, comenell’ottocento, la logica del

capitale fa sì che nellemigrazioni partano individui,ma arrivino popoli, che lalotta di classe generi scontridi razze. Ma l'altraimpressione è che, sottoquesta apparente continuità,cambino i modi dellemigrazioni. Che muti ilsignificatostessodellaparolamigrare.

***

Gli emigrati di oggi sonodiversi già prima di fare levaligie. In loro la percezionedella propria povertà è piùdolorosa, più acuta. “Ladifferenza tra le masse delTerzomondodiun secolo fae di oggi è che adesso essesanno, attraverso lemeraviglie dellacomunicazione moderna, diessere povere e che altri nonlosono.”7Oggilaricchezzaè

più contigua alla miseria eogni giorno lo sfarzo delNord entra nelle stamberghedel Sud planetario; il lussoparigino si dispiega nelle tvdelle bidonville africane. (Acontrario, la miseria delTerzo mondo è spettacolocorrenteperlefamiglieagiateche, durante laute cene,vedono nei tg scheletricibambini del Bangladesh: coni mass media, si costeggiacosì spesso la povertà nel

privato di casa propria chenon fa più impressionerasentarla in carne e ossaappenafuoridallaporta.)

Di nuovo diversi sono imigranti quando partono,per lo più in aereo. Non sivaluta abbastanza larivoluzione del volare.L’aereo cancella la distanzainmodoassaipiùdrasticochetrenienavi:ancoraunavoltasiamo di fronte aquell’esigenza di “annullare

lo spazio per mezzo deltempo” che, secondo Marx,ha generato i moderni mezzidi comunicazione di massa.8Di nuovo il mutamentoquantitativo (di velocità)trasformalaqualità.Lastessalogica dei costi fissi che perle ferrovie agiva dentro uncontinente,siapplicaoggiperlelineeaereesututtoilgloboterrestre.Nonrichiedenépiùtempo,népiùdisagio,népiù

denaro migrare dai paesi piùlontani. La distanza è ormaiirrilevante, tanto che lefilippine migrano in Italia,all’altrocapodelmondo,conla stessa facilità con cui vigiungono gli eritrei da benpiù vicino. Cioè: il fattoreviaggio è secondario neldeterminaredadoveequantosimigra.

Non solo. L'aereo è piùegualitario della nave: bastiparagonare i terminal

internazionali all’O’HareAirport di Chicago o alKennedydiNewYorkconlefoto di inizio secolo che cimostrano lo sbarco degliimmigrati europei ai moli diEllis Island. La differenza èquella tra un gruppo dipersone e una mandria dianimali. Questa maggioreuguaglianza discende anchedal turismo. Fino allaSecondaguerramondiale,glistranierichesbarcavanonegli

Stati Uniti erano per lo piùimmigrati.9 Dopo il 1945invece, gli stranieri che sonoatterrati negli Stati Unitisono per lo più turisti: neidieciannitrail1990eil2000gli stranieri non immigrantiammessinegliUsa sonostati269 milioni, mentre gliimmigrati legali erano 10,2milioni,cioèventiduevoltedimeno.10Gli aerei hanno resopossibile il turismo

intercontinentale a centinaiadimilionidipersonenonsoloperché spendonomeno soldi,ma soprattutto perchéspendono meno tempo, larisorsa più scarsa per isalariati odierni (impiegaticompresi). Via mare servivainveceunagio temporale, undisporredimesi.Eilturismoè connesso all’immigrazionedauntriplicelegame:

1 ) Non traggano ininganno le immagini

strappacuore di vietnamitinascosti in vascelli fantasma,messicani ammassati neicamion sotto cassette diverdura:oggigranpartedegliimmigraticlandestinivarcalafrontiera come turista, è inpossesso di un po’ di soldi ediunbigliettodiritorno,solochenonlousaerestaoltrelascadenza consentita dalpermesso temporaneo disoggiorno. La difficoltà diseparare turisti veri da turisti

falsièunodeimotivipercuil'immigrazione clandestina ètanto cresciuta rispetto a unsecolofa.

2) Il turismo consenteun’ispezione preliminare, diandare a vedere con i propriocchicomesisonosistematiiconterranei già emigrati, digiudicaresedavverolavitaviè così prospera.Quest’avanscoperta erasemplicemente impensabileper i contadini siciliani o

bavaresidell'Ottocento.3) Ma oggi l’influsso

piùfortestanellafacilitàconcuipermetteditornareacasaspesso e consente ai parentirestati in patria di venire avisitare l’emigrato(innescando così nuovemigrazioni). Per nave erameno frequente il ritorno inEuropa. Spesso, la visita alpaesenatioprecedevadipocola morte, solo dopo lapensione, quando ormai a

tornare era uno stranierospaesatoinunapatriachenelfrattempo si era trasformata.Da qui quel senso dilacerazione, di abbandonodefinitivo, d’irrimediabiletagliodelpropriopassatocheuna volta opprimeval’imbarcooltrel’oceano.Perinuovi migranti invece,tornare ogni anno dagli StatiUniti in Corea non è piùarduo che per un muratorenapoletano in Germania

passare il Natale coi parentisulMediterraneo.

Perciò, quando parte,l’emigrato di oggi non salutamai la propria patria persempre. Rimane “in linea”non solo via radio, ma viatelefono, via fax, tv, postaelettronica. Potenza deltelefono: la facilità con cuitiene i contatti rispetto allelaboriose, rade epistolevergate da mani incerte.Squilla il telefono di un

filippino nel suo privatonewyorkese,e,damigliaiadimiglia, la sua comunità natiadi Cebu irrompe nella suanuovacasadisera,dimattina,a ghiribizzo. Il legame èagevole quanto quello cheunisceunamammaaParigiauna figlia a Lione, cittàdiversediunostessopaese.

Latvvietadidimenticarela propria lingua, aggiornasull’attualità politica dellapropria terra. Attraverso

l’antenna parabolica,l’emigrato indiano segue levicende del Bharatya JanataParty, mentre ilwhite ethnicdi una volta riceveva sempremeno notizie e sempremenovi si interessava: chi viveall’esterosmettedopounpo’diappassionarsiaglisportdelproprio paese e s’interessa aquelli del paese ospite. Pernon parlare della valanga difax che si abbatte da uncontinente all’altro. La posta

elettronica connette i contibancari in tempo reale,unifica perciò i bilancifamiliari. La famiglia è unalumpen-multinazionale consediinpaesidiversi.

Ecco perché i sociologiamericani, per definire lemigrazioni contemporanee,parlano di comunitàtransnazionali: non c’è unpaesettomessicanodaunlatoe un quartiere di Chicagodall’altro a duemila miglia.

Vi è una sola comunità checonnette questi due luoghi,che "è un’entitàbinazionale”11: non è più némessicana,néChicagoan,maqualcosadidiverso,dinuovo.Un tempo, l’immigratocercava di mantenere lapropria identità difendendosidall’assedio circostante,costituendoperciò,oltremare,una "Little Italy” o "PiccolaOdessa”oChinaTown:erano

enclaves, isole di italianità,russità, cinesità che unoceano separava dalla loromadrepatria e che nelchiùdersi su di sé trovavanola caparbietà per mantenersiitaliane,russe,cinesi.

Oggi il barrio messicanodi Pilsen è a tutti gli effetti(per flusso di denaro,costumi, spettacoli, cucina,frequentazioni amichevoli,scambi matrimoniali) piùvicino a Michoacàn, o a

qualunque altra cittàmessicanacheaEvanstonoaParkForest.Assistiamoaunosdoppiamento dello spazio.Da un lato la comunità siconcentra in un luogo, in unvicinato (per esempio ilBarrio di Chicago), madall’altro lo spazio dellacomunità prescinde dalcircondario che la attornia e,come in un iperspazio,connette siti lontanissimi traloro (per esempio

Guadalajara eChicago,Cebue Roma, Amritsar eVancouver).

La comunità si faindipendente dalla sua terra.Può darsi italianità senzaMediterraneo, indianitàsenzaGange. Svincolata dal suolo,l’identità cambia significato:è altro il parigino senza laSenna, come inedito è iltuareg senza il Sahara. (Lostraordinario non è che ilsignificato muti, è che

un’identità persista.)Prescindendodalla sua culla,l’appartenenza si fa piùastratta. Non per questo lacomunità si allenta, anzi,ridotta al suo nucleo, puòpersino rinchiudersi ediventare più coesa comeavvieneaipopolinomadi,glizingari, o in diaspora, gliebrei (primo esempio dicomunità transnazionale). Èuna nuova comunità, sì piùimmateriale ma con odi non

meno cruenti, connessa daonde elettromagnetiche, fibreottiche, cavi telefonici,reattorideijumbo.

Essere tamil aMelbourneo cinesi a SanFrancisco nonè più un dato di fatto ovvio,determinatoallanascita.Èundifferenziale semantico: 'Ίcorpi umani, trascinati nelvorticedelmercato,nonsonosoloun’altra formadimerce.Come seguono la scia dicereali e di oro, di gomma e

ditessili,petrolchimicaechipdi silicio, portano con sémemorie e abitudini,credenze e usi culinari,musicheedesiderisessuali.Equestecaratteristiche,cheneipaesi d'origine erano portatecon leggerezza e quasiinconsciamente, acquistanoun risalto drasticamentediverso nelle diaspore dellavitamoderna”.12

Portare ilveloaTlemcen

èovvio,indossarloinunliceodiSarcelles nellabanlieue diParigi è vietato. Nello stadiodei Chicago Bulls il foulardislamico lanciaunmessaggiototalmente diverso che aIsfahan. Ciò che era naturalesi fa voluto, un’ovvietàdiventa una scelta. È inquesto senso che per imoderni nazionalismiBenedictAndersonhaconiatonel1983iltermine“comunitàimmaginate”, non perché

siano irreali, anzi sono tantoreali che in loro nome siuccideesimuore,maperchésono state portateall’esistenza dall’esserepensate, immaginate, sono"artefatti culturali di unparticolaretipo”.13

***

Elaborare una comunità

presente significa dotarla di

un passato, pensarla comeprimordiale,comeunafatalitàoriginaria. Si è italiani perdestino (già, ma cosa vuoldire essere italiani?). Lanazionalità è consideratainnata, come le ideeplatoniche. E, come nelplatonismo il conoscere èun ricordare, così il modospecificodipensareun'etniaouna nazione è di raccontarlacome un risveglio (dellacoscienza nazionale o etnica)

“da un lungo sonno”14: neimanuali di storia, arrivatiall’Ottocento, c’è sempre ilcapitolo I risvegli dellenazionalità, benché soloallora i nazionalismi sianonati. Tra gli esempi diAnderson nessuno colpiscepiù del nazionalismoindonesiano: l’Indonesia èuna recentissima entità,costituita da 13.000 isole incuiparlanopiùdi300 lingue

miriadi di popoli che sino aun secolo fa ignoravano lareciproca esistenza. In checonsisterebbe l’originariaidentità indonesiana di cuiandare fieri, per cuicombattere e morire? Iconfini indonesiani sonoritagliati esattamentesull’impero colonialeolandese: se gli olandesiavessero posseduto laMalesia, oggi anche a KualaLumpur sarebbero

indonesianiperdestino?Il libro di Benedict

Andersonfapartediunfilonedi studi che analizza la“creazionedelpassato”,comeL’invenzionedellatradizione,a cura di Hobsbawm eRanger,incuisiracconta,fral’altro, come sia falso chedatempi immemorabili gliscozzesi portasserogonnellini, kilt, differenziatiper clan, ma che la sottanatartan, "lungi dall'essere un

capo tradizionale delleHighlands,fuinventatadauninglese dopo l’Unione del1707; quanto ai tartandifferenziati per clan,l’invenzione è addiritturasuccessiva”.15 Anche noiabbiamo osservato il nasceredi tradizioni, alcune effimerecome l'"Αlba della Libertà”,l’anniversario della ComunediParigi, chegli anarchicidiChicago festeggiarono per

trentasette anni, altre piùdurature come il Primomaggio, una "Pasquaoperaia”. In un altro campo,Edward Said affermavaesplicitamente di volerricercare come è statacostruita la categoria diOriente: "L’Oriente eraun'invenzionedell’Occidente”.16

Questi studi sulla"creazione del passato” si

sonoaffermatineiprimianniottanta 1) quando ormai eraevidente il carattere ineditodelle nuove migrazioni; 2)dopo che nei sessanta si eraimposto il modellorivendicativo nero “Black isbeautiful” e dopo che alcunineri avevanoletteralmente inventato unaloro originaria identitàislamica (la storia di YakubdeiMusulmanineri);3)dopoche nei settanta i white

ethnics statunitensi avevanoespresso, anche a rimorchiodei neri (e del movimentofemminista),quelcheGunnarMyrdal chiamò una"romanticaetnicità”:

Gli scrittori etnici sisono concentrati in unastratto inseguimentodell’identità storica, manon hanno mai chiaritoattraverso studi intensiviqualitratticulturalisono

implicati, chi vuolequest’identità, chidovrebbe volerla eperché,ecomedovrebbemanifestarsi. Temoperciò che si debbadefinire questomovimento come unromanticismointellettuale upper-class.17

Myrdal sottovalutava laprofondità del romanticismo

etnico che aveva radici benpiù tenaci di un’agiatacerebralità. Quante volte inquesto volume ho scritto chenegliUsacisonototneri, totispanici, tot discendenti diorigine tedesca? Gli StatiUniti pubblicano statisticheprecisissime sull'origineetnica e razziale dei loroabitanti. Eppure - abbiamovisto - già l’importantissimacategoria nero ègeneticamente illusoria,

poiché nei censimenti, perben ottant’anni, dal 1920 al2000, è stato definito nerochiunque avesse una solagocciadisanguenero.

Arriviamoquiaunpuntonevralgico-checiriportaallapotenza del nominare. Acomecioèilsemplicedareunnome a qualcosa (sia unamela, un’etnia, un tipo dilegno) generi quel che ènominato, lo faccia diventarereale, o ne muti la realtà.

Questapotenzanominatriceèqui esercitata dall'Ufficiostatistico. Benedict Andersonha sottolineato il ruolo chehanno i censimenti nelcontribuire a produrre"comunità immaginate”. Ilcensimento pretende disuddividere lapopolazione incategorie che non sisovrappongono (nessunoappartiene a due categoriediverse) e che esaurisconotutti gli abitanti (nessuno sta

fuori dalle categorie),insomma quella che inalgebra astratta è chiamata lapartizionediuninsieme.Soloche non per tutti gli insiemic’è una partizione. "Lafinzionedelcensimentoècheciascuno vi rientra e cheognuno ha un - e solo un -posto chiaro.”18 Per evitarelacune, i censimenti hannoinventato lageniale categoria“Altri” (a volte sostituita da

“Diversi”) che raccoglie tuttiquelli che rimangono fuoridalla tassonomia. Suddivisala popolazione, queste classisono poi riportate nelledomande di assunzione ecartelle cliniche, nei registriscolastici, libretti di lavoro earchivi di polizia, e cosìcambiano la vita degliindividui: nel tempo“acquistano vita sociale realequelle che prima erano

fantasiestatali”.19Nulla è più espressivo

delle categorie usate dalBureau of the Censusstatunitense. “Il concetto dirazza che il Bureau of theCensus usa riflettel’autoidentificazione; cioè lapercezione individuale dellapropria identità razziale”.20Ognuno dichiara perciò larazza a cui pensa diappartenere.Vi sono definite

cinque razze: “indianiamericani” e “natividell’Alaska”; "asiatici”;“neri”o“africaniamericani”,“nativi hawaiiani” e “altriisolani del Pacifico”, e“bianchi". Già questasuddivisionegridavendettaalcielo: la categoria "asiatico”mischia in una sola razzapopolazioni indoeuropee(indiani), dravidiche (tamil),mongolidi (cinesi), male-' si,tartari, razze completamente

diversetraloro.Mal’incredibileècheper

oltre un secolo, e fino alcensimentodel2000,ognunodoveva scegliere a qualerazza appartenere. Se suamammaeracineseesuopapàbianco, lui/lei poteva“iscriversi” a una sola diquesteduerazze.Quandonel1997l’OfficeofManagementand Budget (Omb) decise diporre fine a questacoercizione tassonomica che

stava diventando unoscandalo,leresistenzefuronotali che fu bocciata laproposta d’inserire una voce"razza mista” comealternativa alle cinque razze.Si scelse invece una viastraordinariamente baroccache riflette quelli cheAnderson chiama i "deliriburocratici”. Invecedi“razzamista”, fu inserita una sestavoce, “altra razza”, e inoltresi diede il permesso allo

stesso rispondente didichiarare più razzecontemporaneamente, cosìche "per il censimento del2000, esistono 63 possibilicombinazioni delle seicategorierazzialidibase,cheincludono le sei categorie dichi indica esattamente unasolarazzaele57categoriedicolorocheindicanodueopiùrazze”.21

Il risultato è cioè ora che

negli Usa ci troviamo difrontealdeliriocombinatoriodi 63 razze diverse! Bastaquesta cifra a dimostrareancora una volta quel cheLucaCavalliSforzaciricordain continuazione, e che cioèla razza non ha alcunfondamento genetico, nonesistecioèunarazza,esistonosolo popolazioni, ragion percui ogni classificazionerazziale è arbitraria: “Peresempio, non sappiamo

rispondere al problema:'Quante razze esistono sullaterra?’”.22EinveceilBureauof theCensus sì che conoscelarispostaaquestoproblema:le razze umane sono 63, nonunadipiù,nonunadimeno.

Ma la coercizioneall’autoimprigionamentorazziale è così introiettatanella società americana chesolo pochissimi cittadinihanno sfruttato la possibilità

di definirsi in modomultirazziale o di “altrarazza” e solo il 2,4% dellerisposte riportavaun’appartenenza razzialemultipla o “altra razza”: cioènulla rispetto allamultirazzialità presente negliStati Uniti. Ognuno vuoleappartenereauna razza, eaun'etnia.Tantoche,studiandoi decessi dei bambini negliStati Uniti tra il 1983 e il1985, si osservò una netta

discrepanza tra l’etnia diorigine dichiarata neicertificati di nascita e quellaattestata nei certificati dimorte.23 Il fatto è che igenitori avevano dichiaratoorigini diverse, atestimonianza che si vuoleappartenere a un’etnia. IlCensus crea e alimenta lacoscienza di un’etnia la cuiesistenza è almenoproblematica.

Questa volontarietà èaddirittura lampante nel casodelle razze: il 6% di colorochesidichiaranonerisembrabianco agli intervistatori,mentreunterzotracolorochesidefinisconoasiaticisembraagli osservatori o nero obianco.Mal'incongruenzastaa monte, nel sistema didefinizioni. Per gli statisticiamericani, almeno dal 1973,quando un comitato federalestabilì la nuova tassonomia

razziale,24 l’umanità èspaccatainduegruppi,unodiorigine ispanica, l’altro diorigine non ispanica.Immaginate un dialogosurreale come: "Lei chi è?”.“Iosonononispanico.”

E nulla manifesta megliol’assurditàdiquestadivisionequanto la categoria diispanico o latino. Ispanicocomprende gli indiosboliviani, i bianchi cileni, i

neri caraibici, persone dilingua portoghese come ibrasiliani.Nonènéunarazzané un’etnia né una lingua. Eperò finisce per funzionarecome una settima razzaaggiuntaatuttelealtreperchéun argentino biondo con gliocchi azzurri non è contatotra i bianchi, un indio delloYucatan non è incluso tra inativi e un haitiano nerocome il carbone non ècompresotraineri.

Ora,lostraordinarioèchequeste categorie vengonointeriorizzate e finiscono perdefinire nuove comunità. Neabbiamo già avuto unesempio poche pagine faquando “La Prensa de SanDiego” perorava la causadella comunità latina, edeprecava gli assalti dei nericontro i latini: ma molti diquesti latini sono neri.Ancora: tra il 1960 e il 1990gli indiani americani sono

passati da mezzo milione aquasi due milioni (unacrescita del 250%,impossibiledemograficamente): da uncerto momento deve averfattochicdefinirsinativi.Manonèsoloquestionedigusti,centranoancheisoldi.

Iscriversiaunaminoranzabendefinitahaisuoi(poveri)vantaggi. Attraverso ladiscriminazione positiva, unaseriedi contributi federali,di

posti di lavori pubblicivengono assegnati alle varieminoranze secondo unsistemadiquote.Cosìc’èuninteresse materiale a esserenativo o asiatico o ispanico.Tanto è vero che oggi gliimmigrati arabi si lamentanodi essere assimilati allacategoria bianchi evorrebbero una propria"razza” arabi con una suaquota di impieghi statali e dicontributi. Vorrebbero farsi

riconoscere come castalegittimata, ottenere peresempio una poltrona nelgoverno.

Ecco: si comincia conl'arbitraria categoria latino, onativo, che non ha nessunpreciso contenuto razziale oetnico,ma poi si acquista uninteresse a essere latini oasiaticieinfinesiostentaunafierezza dell'ispanicità. Sidiventaveri latinos,autenticinativi, suprematisti bianchi.

Sivaallaricercadellapropriagenuinaidentità,siscavanoleproprie radici. Quanto piùl’origine è incerta, tanto piùla ricerca si fa accanita e simanifesta in una, tuttaamericana,"sfrenatapassioneper la genealogia”.25 Edavvero, ovunque inAmerica, inciampi neltravaglio dell'origine. Percasoincontriinuncampeggioun professore universitario e

subitotiraccontalasuaansiadi andare in Russia arintracciare i suoi avi,tedeschi del Volga. Puoirimanere deluso dalle tueorigini,comeècapitatoaunagiornalista chemi raccontavail suo disinganno nel visitarelaStettinodacuiisuoieranopartiticinquantanniprima.

Un’amarezza più grandelaprovaronoisoldatinerinelcorpo di spedizioneamericanoinviatonel1992in

Somalia per l’operazionepomposamente definitaRestoreHope ("Restaurare lasperanza”).Lì,acontattoconi somali, la loro identitàafroamericana fubrutalmentemessa in discussione. Loro,neri statunitensi, eranoamericani e davvero nonavevanonullaincomuneconi somali. Eppure negli StatiUniti quest’identitàafroamericana, costruitadall’oppressionebianca,dalla

segregazione circostante, èvera,tangibile.

È straordinario: perquanto quasi nessun nero sianero, per quanto un abisso,più che un oceano, separioggi i neri americani dagliafricani, la societàstatunitense ha costruito un'autentica identità nera,afroamericana. Assistiamoqui al processo di"costruzione dell'autenticità”.ForsenoneracosìcheMartin

Heidegger intendevapervenire ai concetti diautentico e inautentico, alcentrodelsuopensiero;stadifattocheanch’eglinutrivaundesiderio nostalgico perl'"origine” e veneraval''insostituibile radicamentosecolare nel suolo alemanno-svevo”dellaSelvaNera.26Edèsintomaticochelaquestionedell’origine s’inscrivessenell’orizzonte del

modernismo reazionario,della "rivoluzioneconservatrice”, in cuiHeideggeroperava.

La modernità di questoprocedimentostanelfattochela pretesa origine non è maistata originaria, che la suaprimordialitàèun’invenzionemoderna. È proprio un’ansiaper il futuro a presentarsicome un rimpianto per ilpassato, in un desiderio dinostalgia. Corollario

secondario, la duplicitàimplicita nella creazione delpassato rimescola le carte didestra e sinistra. La sinistra,peremancipareleminoranze,appoggia le azioni didiscriminazione positiva equindi ci tiene alledefinizioni, alle identitàetniche (si pensi a tutta lapolemica sull'insegnamentoPolitically correct, Pc). Ladestra, contraria alle azionipositive, per scrollarsene

l’onere auspica l’abolizionedellecategorieetnico-razziali:per mantenere ledisuguaglianze si fa piùegualitaria.Questorimescolioriproduce in ambitostatunitense ilcapovolgimento che avvennenel movimento comunista,quando passòdall’internazionalismoproletariodiMarxaifrontidiliberazione nazionale diLenin, dove il nazionalismo,

una volta consideratostrumento di oppressionedella borghesia sui proletari,fupropagandatocomemezzodiemancipazionedellemassedall’imperialismo.

***

Diciotto tra libanesi e

americani di origine libanesefurono arrestati nel luglio2000 in Nord Carolina,accusati di finanziare gli

Hezbollah attraverso uncontrabbando di sigarette.27Nell’agosto2000,igenitoridiun adolescente israeliano-americanouccisonel1996inun attentato a Gerusalemmeintentaronounacausada600milioni di dollari controparecchie opere pie eorganizzazioni non profitislamiche, sostenendo che inrealtàraccoglievanofondiperfinanziare il terrorismo.28

Molto prima dell’ 11settembre 2001, le cronachestatunitensi erano piene diepisodi simili. Già nel 1993ricordo due americanidell’area di Chicago, ma dioriginepalestinese,arrestatiaGerusalemmedalloShinBet,la polizia segreta israelianaperchéfinanziavanoilgruppofondamentalistaHamasanchesequeisoldieranodestinatiaenti di beneficienza, secondoil direttore di "Al Bustan”,

unodeimoltigiornaliarabidiChicago(“AlOflokAiarabi”,“Al Mahjar Newspaper”,“Arab Journal”, “MuslimJournal”), dove la comunitàaraba ammonta a 150.000persone e dove nell’inverno2000 si assistette a unamobilitazioneeccezionalepersostenere la seconda Intifadapalestinese.29

Quindi,nonsoloilvelofailtifoperiBulls,masulLago

Michigansi fapoliticaper lastriscia di Gaza: e cosìavvieneintuttigliStatiUniti,come ha dovuto constatareincredula un'America ancoratumefatta dalle macerie delWorldTradeCenter.Èsegnodistintivo della nostraepoca quel che BenedictAnderson chiama il“nazionalismo inteleselezione [long-distancenationalism]”.30 Un

nazionalismoesacerbatodalladistanza, estremizzatodall’affermare un’identità arepentaglio. Molti punjabifautori del Kahlistanindipendente vivono aChicago, come molti sikhappoggianoilorocompatriotida Vancouver e molti tamilpartecipano da lontano allaguerrigliaattraversolaretedicalcolatori Tamilnet. Perfinanziare la campagna cheportò nel 1993 alla

distruzione della moschea diAyodhya, il conciliomondiale hindu, “il VishwaHindu Parishad raccolsesomme tremende dai suoimembri in Nordamerica e inGranBretagna”.31Negli anninovantalacomunitàcroatadiChicagononhalesinatosoldi,armi e uomini alla causa deicompatrioti in Europa: anchequi la religione è l’elementoaggregativo. Come molti

palestinesi di Chicago siritrovanointornoallaMosqueFoundation, così i croati siorganizzano intorno aifrancescani, e i serbi intornoallechieseortodosse.

Con Cleveland che è lamaggiore città slovena delmondo (più grande diLubiana) e che nel 1991 haavutounruolopreponderantenell’appoggio finanziario allaneoproclamata repubblica diSlovenia, ci accorgiamo che

una parte della guerraiugoslava si è combattuta tral’Ohioel'Illinois.Conrisvolticuriosi. Il popedi una chiesaortodossa serba è anche ilpresidente dell'associazionecetnica e ammettevacandidamente che i serbi diChicagomandavanovolontaria combattere in Iugoslavia.Non solo, ma diceva che iserbi avevano ricomprato gliospedali da campo americaninella guerra del Golfo del

1991 : ecco sale operatorieche girano i teatri di guerra,dall’IraqallaBosnia.

Nulladituttociòènuovo,si dirà. È addiritturaleggendario l’appoggio,antico di più di un secolo,della comunità irlandeseamericana alla causaindipendentista e, neldopoguerra, alla guerriglianell’Ulster. Persino sullepareti del pub dell’hotelHiltondiChicagofannobella

mostradisémanifestidell’IraeproclamideiProvisionais.

Ladifferenzastanelfattoche i discendenti di irlandesisi sentono americani conradici (passate) in Irlanda,mentre i finanziatori degliHezbollah o i volontari serbio croati si sentono libanesi ocroati"ora”inAmerica.

Gli universitari nerifautori dell’insegnamentoPolitically correct (Pc)cercano nella storia e nella

cultura africana le proprieradici per agire qui, ma perniente al mondo andrebberovolontari in Sudafrica, né sisognerebbero mai di sentirsizairoti,tanzaniani,senegalesi.Invece i volontari che negliultimi quindici anni sonopartiti per i Balcani o per lastriscia di Gaza si sentonocroati o palestinesi alpresente.Inquestosenso,essisono contro-emigrati, sonocroati di origine americana,

palestinesi di originestatunitense; come ci sonosikh di origine canadese,tamildiorigineaustraliana.Siassiste a “uno slittamento daamericano ad armeno-americano ad armeno-americano”,32 dove lasottolineatura si spostadall’americano all’armeno (oalsikh...).Mentreuntempoicognomi dei politiciamericani ci parlavano delle

loro origini di immigrati,Eisenhower, Galtieri,Trudeau,oggisiassisteaunadiaspora di segno inverso: ipolitici emigranodall’America verso i loropaesid’origine.Ilprimocasoclamoroso fu AndreasPapandreu che iniziò la suavita come cittadino greco,divennecittadinoamericanoequindi, opportunamenterichiamato,divennedinuovocittadino greco e poi premier

greco. Negli anni novanta, ilcapitalistacanadesedisistemicomputerizzati StanislawTyminski si presentò inPolonia contro LechWalesa.Rein Taagepera, professoreuniversitario all'Università diCaliforniaaIrvine,fubattutonella campagna presidenzialein Estonia. Il colonnello inpensione dell'esercitostatunitense AlexanderEinseln (era emigrato daTallinnegliUsaa18anni) è

diventato capo di statomaggiore nell’Estoniaindipendente. Il cittadinostatunitense Milan Panic èstatoprimoministroserbo;lostatunitense MohammadSacirbeyèstatoambasciatoredella Bosnia alle NazioniUnite. Moheen Qureshi, exvicepresidente della Bancamondiale,divennepremieradinterim del Pakistan essendodetentore di una green card,cioè residente permanente

negli Usa. Quando ilmiliardario di Long BeachKimKethavi si presentò allepresidenziali del 1993 inCambogia, i suoi ufficielettorali rigurgitavano dibandiere americane.33 E il“New York Times” (17febbraio 1993) osservò che,nell’improbabile caso divittoria, secondo le leggiamericane, "avrebbeprobabilmente dovuto

rinunciare alla suacittadinanzastatunitense”.

Ancora unosdoppiamento: i nazionalismiesplodono da tutte le parti,ma insieme si allenta ilvincolodinazionalità,cambianatural’ideadinazionecomeappartenenza per sempre. Sipuòparagonarel'amorpatrioalla fedeltà coniugale, ilvincolo di nazionalità aquello matrimoniale. Altreciviltà hanno conosciuto la

poligamia (poliandria)sincronica, più partnersimultaneamente. Attraversoildivorzio,lanostraciviltàhasostituitoallamonogamiaunapoligamia (poliandria)diacronica: l'individuo cioèha a ogni momento un(a)solo(a)coniuge,manelcorsodella vita, in tempi diversi,diacronicamente, ha piùconiugi.Rispettoalvìncolodinazionalità, lemigrazioni delsecolo scorsocostituivanoun

divorzio dal paese d'originecui seguiva, attraversol’assimilazione, un risposarsinella terra d’accoglienza: nelcorso della sua vita,l’individuo era cittadino didue nazioni diverse, ma aognimomentoeracittadinodiuna sola patria: quandorifiutavadidivorziare,comeitedeschinegliStatiUnitifinoallaPrimaguerramondiale,lasua renitenza era condannataalla stregua di adulterio

patriottico. Oggi invece lamigrazione ricostituisce,rispetto alla nazionalità, unapoligamia sincronica madiatopica (in luoghi diversi).L’individuo appartiene a piùnazionalitàcontemporaneamente ma inluoghi diversi e, soprattutto,in modo reversibile. Questareversibilitàèlegataalsognodiuna"migrazionecircolare”,ma è possibile solo a pattoche l’assimilazione rimanga

parziale.Rispetto ad appena pochi

decenni fa si è capovolto ilrapporto con l’integrazione:un tempo gli immigratis’inchinavano al diktat "Chetu lo voglia o no, diventeraicome noi”, oggi disdegnanol’assimilazione, anzi lasubisconocomeinevitabile,ilminimo indispensabile. È lasconfittadiquelchepotrebbeessere chiamato il modellofrancese, di totale

assimilazione e oblio delleproprie origini nella figuradel citoyen, per cui l’armenoCharlesAznavour,gli italianiYves Montand e Léo Ferréfurono i cantanti dellafrancesità.

***

Edècosìfacileportarein

sé nazionalità multiple. AChicago salta agli occhi. Ilcoreanoched’estatemanda i

figli a studiare a Seul vuoleche "siano americani e nondimentichino il propriopaese": questi bambinisarannoamericani,mail‘loropaese” continuerà a essere laCorea,inunaviadiChicago.

E però sarannopienamente americani e ilnazionalismo coreano sisovrapporràaquelloUsa,etupotrai essere yankee elibanese, nello stessoatteggiamento per cui la

squadra che vince ilcampionato Usa di basket(Nba) è dichiarata campione"mondiale”, dove perciò gliStati Uniti esauriscono ilmondo. Dove la nazioneamericana è l’orizzonte divita, mentre la nazionepalestinese, croata, tamil èl'identitàcuianeli.

Nel risucchiaremilionidiumani da un continenteall’altro, quell’incredibiletornado che è il capitalismo,

la forza “più sovversiva cheabbiamo mai conosciuto”,riplasma anche il concetto dinazione.Insuabalia,idestiniumani si aggrappano aidentità lontane, a sensi divitacheapparirebberoirrisoriseper essi gli interessati nonfosseroprontiamorire.

“Senso di vita”, “morte”:Benedict Anderson notavaquel peculiare emblema delnazionalismo moderno che èil monumento al Milite

Ignoto: altre culture hannoeretto cenotafi, ma in queisepolcri l’identità del mortoera nota, mancava solo lasalma. Qui no, riempire ilcenotafio sarebbe sacrilego:in quella tomba il corpoassenteè lanazione:aRomailMiliteIgnotoèl’italiano,aParigi,sottol’Arcoditrionfo,quel vuoto è colmo difrancesità. “Il significatoculturale di tali monumentidiventa ancora più chiaro se

si cerca di immaginare unatomba, diciamo, dell’IgnotoMarxista o un cenotafio deiLiberali Caduti.”34 Proprioperchéè“immaginata”,epoivissuta come un destino, undato primordiale eimmodificabile, l’identitànazionale attiene al senso ealla morte, “questioni cuitutte le scuole di pensieroevoluzioniste/progressiverispondono con impaziente

silenzio”.35 Delle sue azioniil nazionalista deverispondere ai suoi morti.Anzi, lanazioneè ciòche fadeimortiinostrimorti,comei Vice Lords che sacrificanobirraailorocaduti.

Così,nelleviediChicagoognuno si portadentro i suoibrandellidisenso,diinferi,dialdilà. La città si dissolve alsuoesternoneisuburbi,nellevillette, nei diuturni cicli di

degrado e bonifica. Ma essasi disloca anche nelleinteriorità dei patriottismi,nella diaspora delle fedi, conuna Sheridan Avenue a HoChi Min City, una LincolnAvenueaSeul,unHumboldtPark a Guadalajara, unaDevon Avenue a Lahore.IncrociunapersonaesivedecheilsuovicinodìcasastaaBelgrado, e poi subitoun’altra che tra sé e sé parlacon Calcutta. Allora, ai tuoi

occhi la mappa stradale diChicago traccia una precariatrama di vita sospesa nelsilenzio,nelvuotocosmicodisensi irraggiungibili. NessunpaesealmondopiùdegliStatiUniti, e nessuna città più diChicago,titrasmetteunsensodi metafisica: qui anche imattatoi emettevano ilgrugnito dell’universo. Lametafisica è esasperata dalcontrastofrailpositivismo,lescelterazionalidimercatodei

Chicago Boys e l’insensatosudare,l’ammazzarsidifaticadei suoi abitanti. L'aviditàintrisa di fede, la “fame divento”nellaCittàVentosa.

Ti ferisce l'intensità concui ognuno combatte la sualotta, fa il suo dovere,fluttuante su un abisso dinulla. Tra State e Superior,davanti alla Cattedrale delSanto Nome, nel centroelegante della città, unavecchia lacera dai bianchi

capelli ispidispazza igradinidel sagrato con una scopa disaggina. Ogni pomeriggio laritrovilìapulirelapietraconun'energia instancabile,senz'altroscopodelloscopareche lo spazzare stesso.Adempie a questo compitocon un’urgenza, come primadell’irreparabile,comel'unicomodo di salvare l’equilibriodelmondo.Forse è così che,nella cosmologia indiana,Siva Nataraja non può

smettere di danzare, perchécon la sua danza leggiadrasostieneilpesodell’universo.La sua immaneresponsabilità, la sua faticasolitaria frappone tra lei e ilmondo un muro di opacitàche impedisce ai valori e aigiudizi altrui di tangerla. Ilsuospazzarerisuonacomeunurlo,eimponeilsilenzio.

***

Epoi però, in una serenanotte destate, per i fuochid’artificiodel4di luglio,daibassifondivengonoafiumanetorrenti di scuri corpi dalSouth Side, volti candidi daivillini del Nord. E poi trattispigolosi di indios. Occhi amandorla. Pallidi nasiadunchi. E braci nere dipupille indiane. E diavolessedagli occhi azzurri. Daisuburbipiùlontani,daCiceroe da Calumet, da Gary e da

EvanstonsiriversanoaGrantPark,davantiall’ArtInstitute,sullarivadelLagoMichigan,sotto grattacieli svettanti.Fantastici fiori di lucemulticolore tuonano es’irradianonelnerodelcielo.E un calore immenso emanadalla folla, da questi milionidi umani insieme, unasperanza allegra e ostinata,un’adesione intensa, unafierezza,unasoddisfazionediesserci, che t’instilla

un’immotivata, struggentefiducianelfuturo.

1 “Usa Today”, 12 aprile

2000.2M.Royko,Boss,cit.,p.

30.3 Dai "2002 Data

Profiles" del sito dell’U.S.Bureau of the Census:www.census.gov.

4JackMiles,Blacksvs.Browns. Immigrationand theNew American Dilemma, in“TheAtlanticMonthly”, vol.270, n. 4, ottobre 1992, pp.41-68.

5Ivi,p.51.6 B. Anderson, The New

WorldDisorder,cit.,p.8.7 W. C. Biven, Who

Killed John MaynardKeynes?,cit.,p.193.

8KarlMarx,Grundrisse

der Kritik der politischenÖkonomie(1857-1858),DietzVerlag, Berlin 1953, trad. it.Lineamenti dell’economiapolitica, La Nuova Italia,Firenze 1970, III, 2 IIprocesso di circolazione delcapitale,vol.II,p.161.

9 Nel decennio 1921-1930 sbarcarono negli Usa4,1 milioni di immigraticontrosoli719.000visitatori.Nel decennio successivo,

1931-1940, dopo lerestrizioni sull'immigrazione,sbarcarono528.000immigraticontro 775.000 visitatori. DaU.S. Bureau of the Census,Historical Statistics of theUnited States, cit., vol. I,tavv.C89-101eH941-951.

10DaticalcolatidaU.S.Bureau of the Census,Statistical Abstract of theUnitedStates 1999, cit., taw.5e7eU.S.Immigrationand

Naturalization Service,Statistical Yearbook ofImmigration andNaturalization Service 2000,Government Printing Office,Washington D.C. 2002, tav.37.

11 Douglas S. Massey etal., Return to Aztlón. TheSocial Process ofInternational Migration fromWestern Mexico, CaliforniaUniversity Press, Berkeley

(Cal.)1990,p.7(Aztlànèpergli ispanici la regione acavallo tra il Messico delnordeilsud-ovestdegliStatiUniti).

12 B. Anderson, TheNewWorld Disorder, cit., p.8.

13 Benedict Anderson,Imagined Communities.Reflection on the Origin andSpread of Nationalism(1983),Verso,London 1992,

p.4.14Ivi,p.196.15 HughTrevor-Roper,

LatradizionedelleHighlandsinScozia,inTheInventionofTradition, CambridgeUniversity Press, Cambridge1983,trad.it.Einaudi,Torino1987,p.23.

16 Edward W. Said,Orientalism, Vintage Books,NewYork1979,p.1,trad.it.Bollati Boringhieri, Torino

1991; Feltrinelli, Milano1999,p.11.

17 Gunnar Myrdal, TheCase against RomanticEthnicity, in "CenterMagazine”, 1974, p. 30,citato da S. Steinberg, TheEthnicMyth,cit.,p.50.

18B.Anderson,ImaginedCommunities,cit.,p.166.

19Ivi,p.169.20 U.S. Bureau of the

Census,StatisticalAbstractof

theUnitedStates2002,cit.,p.5.

21 U.S. Bureau of theCensus, Population Division,Special Population Staff,‘‘Racial and EthnieClassifications Used inCensus2000andBeyond",12aprile2000.

22 Luca e FrancescoCavalliSforza,Chisiamo.Lastoria della diversità umana,Mondadori, Milano 1993, p.

333.23L.Wright,OneDrop

ofBlood,cit.,p.53.24Ivi,p.50.25 Eric J. Hobsbawm et

al, in The Invention ofTradition, CambridgeUniversity Press, Cambridge1983,trad.it.Einaudi,Torino1987, p. 281, la fa risalire aldecennio1890perlefamiglieche volevano stabilire lapropriapurezzawasp.

26 Martin Heidegger,Warum bleiben wir in derProvinz?(“Perchérestiamoinprovincia?”), in "DerAlemanne”, marzo 1934 (ilcorsivoèmio)citatoinPierreBourdieu, L’ontologiepolitique de MartinHeidegger(1975),LesÉd.deMinuit,Paris1988, trad. it. ilMulino,Bologna1988,p.62.

27 "The New YorkTimes",22luglio2000,

28Ivi,13agosto2000.29 "The Chicago

Tribune”,29dicembre2000.30 È il titolo di un

capitolo del volume TheSpectre of Comparisons. Na-tionalism,SoutheastAsiaandthe World, Verso, London1998,pp.58-74.

31 Praful Bidwai,Bringing Down the Temple:Democracy at Risk in India,in "The Nation”, 25 gennaio

1993,p.86.32 Benedict Anderson,

Long Distance Nationalism,in The Spectre ofComparisions, Verso,London1998.

33Ivi,pp.19-20.34 B. Anderson,

Imagined Communities, cit.,pp. 9-10. Ma il culto delMilite Ignoto sarà duratomenodiunsecolo,dissacratodallageneticacapace-grazie

alDna-diridareunnomeaibrandellipiùdilaniatidiognisoldato morto in battaglia:nessun milite caduto potràmai più, a rigore, restareIgnoto.

35 Ibidem (il corsivo èmio).

P.S.Unbluesancora,epoi.

Su Halsted Street c’è un

locale fumoso, celebre nellastoria del blues: si chiama,appunto Blues. Qui cisaluteremo, dopo aver tanto

giratoperChicago.Sulpalco,vicinoalbanconedei liquori,si esibiscono cantanti,trombettisti e batteristi neri,maanzianiodimezz’età,eilpubblicoètuttobianco.Irudidistici dei blues stridono conle lunghissimeunghie laccatedirossodisignoreacconciatecon ricercatezza di periferia.Aprovareilbrividodelsoundnero vengono provincialidallegrandipianecentralichesi distendono sotto 'l'impero

diChicago”,comescrivevanoicronistidell’ottocento.

E pensare che appenaottani anni fa il blues eramusica di giovani neri pergiovani neri.Ma era un’altraepoca, un’altra America,un’altra Chicago.Dall’Alabama, dalMississippi,dallaLouisiana,iraccoglitori neri di cotonebiancoaccorrevanoafiumanesulle rive del LagoMichigancome a una terra promessa.

Fu così che, da Memphis eNew Orleans, i trenidell’IllinoisCentralportaronoqui i grandi del blues e deljazz,daBessieSmithaLouisArmstrong, a suonare inlocalicomeil.Lamb’sCaféoin sale da ballo come ilTrianon. Chicago ha lanciatola prima industriadiscografica nera ed è stataper più di mezzo secolo unacapitale del blues, il puimaggiore festival si tiene

all’aperto,ogniiniziogiugno,nei parchi della città.Manelfrattempo i neri furonorinchiusineiloroghetti,nellablack belt ("cintura nera”) e,musicalmente, Chicagodivenne “un luogo in cuiwhite boys met horn [ibianchi scoprirono latromba]”.1 Non per nullaJohn Belushi e i BluesBrothers sono cosìprofondamenteChicagoans,e

bianchi.Nel blues risuona quindi

una Chicago che ormai noncepiù.Quellacresciutaconlalogica dei costi fissi e delcapitale "ferroviario”, deimattatoi, del commercio dilegname e di granaglie. LaChicago dal sostrato tedesco,delle etnie bianche (whiteethnics),dei sindaci irlandesi(Daley, Kelly), degli oriundipolacchi e dei gangsteritaliani (Al Capone, Sam

Giancana).Chicago sipresenta come

esemplare, rappresentazionefedele dell’America: sidescrive come necessaria,“ineludibile metropoli delNord-ovest,”scrivevaParton.Osservare Chicagolandsignifica raccontare la suastratificatageografiaurbanaeumana; la sua storiaarchitettonica e industrialediventa un’archeologia delcapitale. Archeologia del

capitale in quanto scavo neivari strati delle macerie cheessohalasciato,degliesercitiumani che ha spostato emandato allo sbaraglio, delleinvenzioni che ha imposto,dalla casa col telaio ligneoleggero (balloon frame) algrattacielo, dalla mietitricemeccanica al vagonefrigorifero per i manzimacellati, al MercantileExchangedovesicontrattanoopzioni per titoli futuri su

vitellididomani.Di questa storia così

breve, e così gonfia, sonostate spazzate via perfino leeffigi. Imattatoi sono chiusi;laGrand Illinois Station rasaalsuolo.Haymarket ridottoacavalcavia. Hobohemiarigentrificata. Bronzeville,una volta vivacissima, landadesolata. Distrutti il Lamb’sCafé e il Trianon: tutto unlibro di foto mostra la“Chicago perduta", come

un'Atlantide sommersa.2Arrugginite le acciaierie diCalumet.Trasformata incittàprivata la fabbrica StewartWarner. Interi ghetti svaniti,soppiantati da distese dicivettuole town homes.Spazzati via dal vento glianarchici, le Pantere nere, isindacalisti di Debs, iboscaioli che estinsero daqueste lande il pinobianco, iferrovieri, gli hoboes. Tutti

trascinati via dalla storia, oforse sepolti in un cimiteroalla Spoon River (Edgar LeeMasters, un altro figlio diChicago). Fra breve anche letorri semincendiate ediroccatedelleTaylorHomesediCabrini-Greenrifluirannonella Lost Chicago,rimarranno soltanto un mitonellamemoria, come solounricordosaràl'esaltatafrenesiadeipitsdelChicagoBoardofTrade e del Mercantile

Exchange.Un’archeologia dunque,

maun’archeologiadelfuturo.Perchéquestodistruggersi

e divorarsi fulmineo, questoannientarsiericostruirsièciòche caratterizza il moderno.“Tutto ciò che era stabile sidissolve nell’aria,”scrivevano Marx ed Engelsnel Manifesto del partitocomunista,3 una frase ripresada Marshall Berman come

titolo del suo libro su“l'esperienza dellamodernità”. È già scomparsoquel che appena ieri avevacreatoefattograndeChicago.Elacittàcheoggivediamoèdestinata a svaporare. Quelchenoncambiaè ilprocessodel dissolvimento, è il viveredel proprio morire, èl’autofagia come tecnica dicrescita: Chicago sembrapraticare incessantemente suse stessa quel processo che

Schumpeter considera lacaratteristica principale delcapitalismo, e cioè “ladistruzione creatrice".4 Tuttosi dissolve nell’aria, è vero,maquesto,completavaMarx,"costringe a guardare conocchiodisincantatolapropriaposizione e i propri reciprocirapporti”.

Come avrai capito,lettore, né io sono unamericanista, né questo è un

volume di studi americani,tanto meno una storia diChicago. Anzi, avrai notatoche ho cercato di riportareintatto il mio ricorrentesguardo alieno, lo stupore dastraniero, da "europeo”: inGermania o in Francia sonocostretto a sentirmi italiano,maunavoltainAmericasonoobbligato a sentirmi europeoe a chiedermi, come facevaWolfgang Schivelbusch,quand’è che “noi siamo

diventatiloro’’.Nonèverochenoisiamo

architetti e ingegneri deinostri libri, demiurghi cheprimadelineiamounprogettoepoilo“mettiamoinopera”.In realtà chi scrive s’imbattein un libro. Così, io sonoinciampato in Chicago: nullanella mia formazione, primascientifica e poi francofona,nulla nella mia esperienzaprofessionale mi ci avevapreparato.Questacittàmisiè

dispiegata come un fattored'ordine capace di dare unatrama alle preoccupazioni, aiproblemi disparati e peròconfusamente connessi chemi arrovellavano e mi siaggomitolavano nella menteintorno alla modernità e allasua natura. La città diChicago si è presentata aimiei sensi come unpersonaggio di romanzo,come un soggetto capace ditrasformare un saggio in un

racconto,unostudioin una narrazione. Sarà

perché ho incontrato questacittà in un momentoparticolaredellamiavita,masubitohosentitolasuapuzza,la puzza di modernità.Chiunque viaggi sa che, avivere troppo a lungo in unacittà, non si annusano più isuoi odori; ma quando vi sitorna dopo una lungaseparazione, per quanto siapulita, ogni città ti accoglie

con la sua puzza fortissima,insopportabile e familiare.Ecco, Chicago puzza dimoderno.Non è un aroma, èun lezzo forte. Forse così sispiega “il paradosso per cuiquesta città sta più a cuoreagli europei che a noi”[Chicagoans], come scriveNelsonAlgren.5

Dopo avervi vissutodall'autunno del 1992 allaprimavera del 1993, mi ci

sono voluti altri due anni distudio e di nuovi soggiorniperimpadronirmideiconcettie degli strumenti appenasufficienti a fare affiorare glielementi di moderno di cuiavevo presentito giustol'odore. Solo nel corso dellavoro ho capito come maitanti episodi centrali dellamodernità si erano verificatiqui sulle rive del LagoMichigan: la nascita deigrattacieli, la

standardizzazione dei sapori,il sorgere della sociologiaurbana, il primo reattoreatomico,lascuolaeconomicadeiChicagoBoys...

È inutile rielencare qui itratti salienti della modernitàche abbiamo cercato di faraffiorare dallo scavo: lapotenza del nominare, ilproblema dell’autenticità, ildilatarsi della dimensioneprivata, il meccanismosociale in cui il confitto di

classeèl’inputeloscontrodirazza è l’output. Soprattutto,a Chicago non cessa distupire la straordinariapotenza rivoluzionaria,sovversiva del capitalismo,unapotenzacheèancorlungidall'esaurirsi.

Sconvolte dalla“rivoluzione permanente”operata dal capitalismo,risaltano in primo piano lemasse umane prese nel suovortice. Diventano

protagonisti i milioni didiseredati trascinati da uncontinenteaunaltro,ognunocon la sua ostinata speranzadi una vita migliore.Centosettant’anni fa, sullerive del Michigan ceranotepee indiani, capanne dicacciatori di pellicce. OggivietnamitivicelebranoilloroCapodanno, il tet, e arabipregano nelle sue moschee.Centosettant’anni fa laprateria era popolata di

bisonti, un paesetto dovevaancora sorgere. Oggi, agliinizi del xxi secolo, questamegalopoli di ottomilioni diabitanti ha compiuto il ciclodellamodernità.Nellasuagiàrugosa maturità, il problemaall’ordine del giorno è se lametropoli - come modo divivere urbano, come civiltàcittadina - si sta dissolvendoin una struttura diffusa,reticolare, multicentrica, inuna via di mezzo che non è

più né città né campagna.Anche la metropoli sidissolvenell’aria.

Per misurare l’abissoscavato da solicentosettant’anni anni, bastiparagonare gli slum diManchester descritti daEngels e i ghetti diChicago:squallore, lerciume,desolazionesonoidentici,macontreenormidifferenze:1)iresidentideglislumdiEngelseranobianchi, ora a Chicago

sono di colore: 2) eranooperai,orasonodisoccupati;3)perlestradec'eraunafollabrulicante, una torma, oracolpisce il silenzio dellasolitudine, di strade quasideserte.

A Chicago la sovversivalogica del capitale ha potutodispiegarsi senza vincoli,senza essere frenata da unostatalismo (come in Francia),da un’aristocrazia (GranBretagna), da una chiesa

(Italia). Perciò qui ilcapitalismo si è impostoprima,einmodopiùestremo.Ecco perché vi abbiamoincontrato situazioni,configurazioni che in Europastanno solo oramanifestandosi, o sono soloin fase di abbozzo. In questosenso è un’archeologia delfuturo, del futuro europeo.Futuro come linea ditendenza, quindi nonnecessariamente buono

(Wacquantparlaaddiritturadi“America come utopia allarovescia”). All’inizio delNovecento, i viaggiatorieuropei,Sombartcomeanche23 segretari di trade unionsinglesi (la cosiddetta“spedizione” Mosely del1902), tutti riferivano cheglioperai americani stavanomeglio di quelli europei, leloro case erano più belle, illoro cibo di gran lungamigliore (!), e le operaie

“eleganti".6 Oggi, un leadersindacale americano direbbelastessacosa,aruoliinvertiti,degli operai tedeschi: negliStati Uniti, il benessere deilavoratori è cresciuto edeclinato in anticipo. Nonsolo le grandi tendenze, mapersino i particolari sonopremonitori: ivecchi francesihanno smesso di portare lacasquette e giocano a boccecol berretto da baseball. Gli

elegantoni italiani esconoormai in (carissime) tute daginnasticaescarpeda tennis;i barboni cominciano acostruirsi le loro baracche dicartoneanchenelcentrodellecittà europee accanto alle viedilusso.

Nascostapiùinprofonditàc'è un’altra caratteristica diChicago che prefigura lamodernità di altre metropolied è il suo essere insiemeprovinciale e globale. "Città

globale” è un concettointrodotto da Saskia Sassen:in un'economia globale,delocalizzata, i servizi vannoaccentrati e "città globali” sirendono necessarie perché"concentrano l’infrastruttura”e “il controllo globale”."Quest’ultimoèessenzialesela dispersione geograficadell’attività economica - chesia di fabbriche, uffici opiazzefinanziarie-deveaverluogo sotto la continua

concentrazionedellaproprietàe dell’appropriazione delprofitto.”7Inquantoculladelmercato dei futures, Chicagoè città globale perantonomasia,ma-comenotaDavidMoberg-loèinmodoprovinciale: "Chicago mancadi alcuni attributi tipici della‘cittàmondiale’.[...]Sebbenela sua influenza su teatro,letteratura, arte e vitaintellettuale sia andata

crescendo negli ultimidecenni, è ben lungidall’avvicinarsi-comecentrodella cultura di massa od’influenza ideologica - allivellodiLosAngeles,conilsuocinemaeisuoistudios,odi New York con la suaeditoria, pubblicità e moda.(Il ‘Chicago Tribune’, perquanto estremamenteredditizio e localmenteinfluente, non ha la staturanazionaleointernazionaledel

‘New York Times’, ‘WallStreet Journal’, ‘LosAngelesTimes')”.8 Cittàdell’economia globale sì, mainsieme profondamentemidwestern. Un radicamentodislocato che preannuncia ilregistroesistenzialedelleviteprossimeventure.

Il bailamme cosmopolitae provinciale, l’incrociarsiquotidiano di polacchi efilippini, di russi e sikh,

prefigura unmondo in cui leidentità saranno costruitediversamente, altrimentiimmaginate. Scorrere lefrequenze radio diChicago èscegliere in un catalogo dicorsi di lingue. Ti viene dariflettere su Babele: nondoveva essere così tremenda.Magari non era l’inferno incui le lingue cozzano, ma ilpurgatorio, cacofonico peròsopportabile,incuigliidiomiscivolano uno sull’altro,

comebrusiichesentimanonascolti. Forse ci si potevavivere, come qui a Chicago,pensi dopo una stretta dimano nel camminare di serasu Halsted Street: un bluesancora,epoi...

***

Questo libro è stato

contagiatodalsuoargomento:nellesuevarievite,hasubitoanch’esso l'incessante,

fulmineo trasformarsi diChicago. Per tallonarel’incontenibileautofagiadellacittà, da quando è uscito initaliano (novembre 1995) èstato corretto già per la terzaedizione italiana(1996).Nelfrattempo mutavano ipaesaggi di Chicago,cambiavano le statistiche,nuovi studi venivanopubblicati di cui eraimpossibile non tener conto.E perciò il libro è stato di

nuovo revisionato per leedizioni tedesche (hardcover1996, tascabile 1998), poi inquella italiana tascabile(1999). Ha quindi subito unprocesso di "distruzionecreatrice” ancora piùmassiccio per l’edizione inlingua inglese (2001 ). Ora,per la seconda edizionetascabile italiana e per latraduzione svedese ho potutoutilizzare anche i daticonclusivi del Censimento

2000, oltre a riaggiornaretutte le statistiche: né èdecentemente possibilediscorreredigrattacieli, dellaNation of Islam, del long-distance fondamentalismocome se l'11 settembre del2001 non fosse avvenuto.Con gli aggiornamentistatistici, le riscritture, gliemendamenti, è aumentatoancor più il numero - giàgrande-dipersoneversocuisono debitore e che - in

diversimodieinvariamisura- mi hanno permessod’intraprendere e portare atermine la ricerca, poi mihanno corretto errori einesattezze, e quindi hannofiutato questo volume a farsiun po’ di strada nel mondo.Troppo lungo e tediososarebbe specificare l’aiuto diognuno.Ma certo conosconole ragioni della miagratitudine Tariq Ali, GuidoAmbrosino, Benedict

Anderson, JoelBleifuss,Pierre Bourdieu, FrancoCarlini, Manuela e BrunoCartosio, FrancescoCataluccio,AlbertineCerutti,Deborah Cole, WilliamCronon,MikeDavis,GiulioeLuce d’Eramo, Micaela DiLeonardo, ValerioEvangelisti, Carlo Feltrinelli,AdelinFiorato,MarinaForti,Roberta e Larry Garner,Maria Grazia Giannichedda,Friederike Hausmann, Jane

Hindle, Charles Hoch, LeoKadanoff, Linda GraceKobas, Ann Lovell, CorinneLucas, Beth Mafchinot,Giulia Maldifassi, OrnellaMangione, David Moberg,Franco Moretti, AnnaNadotti, la famigliaNnoberavez,AlessandraOrsi,Antonella Palombo, GiorgioParisi, Valentino Parlato,Luigi Pintor, AlessandroPortelli,TeresaPrado,SaskiaSassen, Marie-Ange Schütz,

Wolfgang Schivelbusch, ErikSchneider, Maria ConcettaStraccamore, Anna MariaTesta, Graeme Thomson,Fabrizio Tonello, LiettaTornabuoni, FernandoVianello, Susan Watkins,James Weinstein, i gentiliaddetti delle bibliotecheHarold Washington,Newberry,RegensteinedellaChicagoHistoricalSociety.

1 Eric J. Hobsbawm,The

Jazz Scene (1961), trad. it.Storia sociale del Jazz,Editori Riuniti, Roma 1982,p.158.

2 David Lowe, LostChicago, Houghton, Mifflin1975, riedito da WingsBooks,NewYork1993.

3 KarlMarx, FriedrichEngels, Manifest derKommunistischen Partei

(1848), trad. it. Laterza, Bari1972,p.59.

4 Joseph AloisSchumpeter, Capitalism,Socialism and Democracy(1946), George Allen andUnwin,London1954,trad.it.Edizioni di Comunità, Ivrea1964,cap.vii.

5 Nelson Algren,Chicago: City on the Make(1951), Chicago UniversityPress,Chicago1983,p.87.

6 W. Sombart, Perchénegli Stati Uniti non c'è ilsocialismo?, cit., p. 100. Sulcibo "l'operaio americano èassai più vicino ai nostrimigliori ceti medi di quantononlosialanostraclassedeisalariati: egli già pranza, nonmangiasoltanto".

7 SaskiaSassen,CitiesinaGlobalEconomy (1994),Pine Forge Press, ThousandsOaks2000,p.85.

8 D.Moberg,Chicago,to Be or Not to Be aGlobalCity, cit., p. 80. Che poi nel2000il“ChicagoTribune”siadiventatoproprietariodelbenpiù influente “Los AngelesTimes" è solo un’ulterioremanifestazione della potenzaglobale diChicago e del suosimultaneoprovincialismo.

Bibliografia*

*Sonoriportatiquisoloi

lavori da cui sono trattecitazioni testuali o notizie,informazionispecifiche.Sonoesclusequindioperechepuremi sono state utili, ma chenon ho usato esplicitamente.Sono anche esclusi articoliapparsi su quindicinali,

settimanaliequotidiani.AA.VV., A History of

Technology,ClarendonPress,Oxford 1958, trad it.Boringhieri, Torino 1982,vol. v, L’età dell'acciaio,18501900.

AA.VV., Cabrini-Green.In Words + Pictures, W3Chicago,Chicago2000.

AA.VV., PoliticalCorruption, a Handbook,Transaction, New Brunswick1989.

WILLIAM J. ADELMAN,Haymarket Revisited, IllinoisLabour History Society,Chicago1976.

THEODORW.ADORNO,TheStars Down to Earth. The"Los Angeles Times"AstrologyColumn.AStudyinSecondary Superstition, inSoziologische Schriften II,

Suhrkamp Verlag, FrankfurtamMain1975,trad. it.Stellesu misura, Einaudi, Torino1985.

-, Jargon derEigentlichkeit. Zur deutschenIdeologie, Suhrkamp Verlag,Frankfurt am Main 1964,trad. it. Il gergodell’autenticità, BollatiBoringhieri,Torino1989.

NELSONALGREN,Chicago,City on the Make (1951),Chicago University Press,

Chicago1983.Louis ALTHUSSER,

Positions, Éditions Sociales,Paris1976.

BENEDICT ANDERSON,Imagined Communities.Reflection on the Origin andSpread of Nationalism(1983),Verso,London1992.

-, The New WorldDisorder, in “The New LeftReview”, n. 193, maggio-giugno1992,pp.3-14.

-, The Spectre of

Comparisons. Nationalism,Southeast Asia and theWorld,Verso,London1998.

NELS ANDERSON, TheHobo. The Sociology of theHomeless Man (1923),Chicago University Press,Chicago 1961, trad. it.Donzelli,Roma1994.

ERICH AUERBACH,Mimesis. DargestellteWirklichkeit in derabendländischenLiteratur,A.Francke, Bern 1946, trad. it.

Einaudi,Torino1956.CHARLES BAUDELAIRE, Les

fleurs du mal (1857),Librairie Générale Française(Leslivresdepoche),1972.

WILLIAMK.BEATTY,WhenChoieraScouredChicago, in"Chicago Hi-stoiy”,primavera1982,vol.xi,n.1,pp.1-13.

GARY BECKER, HumanCapital Revisited, The 1989Ryerson Lecture, ChicagoUniversity Press, Chicago

1989.WALTER BENJAMIN, Das

KunstwerkimZeitalterseinertechnischenReproduzierbarkeit (1936),originariamente in Zeitschriftfür Sozialforschung, ora inSchriften, Suhrkamp Verlag,Frankfurt am Main 1955,trad.it.Einaudi,Torino1966.

MARSHALL BERMAN, AllThat is Solid Melts into Air.TheExperienceofModernity,Simon&Schuster,NewYork

1982, trad. it. L'esperienzadella modernità, il Mulino,Bologna1985.

W. CARL BIVEN, WhoKilled John MaynardKeynes? Conflicts in theEvolution of EconomicPolicy, Dow Jones-Irwin,Homewood(111.)1989.

EDWARD J. BLAKELEY,MARY Gail SNYDER, FortressAmerica.GatedCommunitiesin theUnitedStates,BrokingInstitution Press,Washington

D.C.1997.PIERRE BOURDIEU,

L’ontologie politique deMartinHeidegger(1975),Éd.deMinuit,Paris1988,trad.it.ilMulino,Bologna1988.

-,Effetsdelieu, inPIERREBOURDIEUetal.,Lamisèredumonde, Éd. du Seuil, Paris1993,pp.159-167.

PHILIPPE BOURGOIS, Unenuit dans une “shootinggallery". Enquête sur lecommerce de la drogue à

EastHarlem, in "Actes de larecherche en sciencessociales”, n. 94, settembre1992,pp.5978.

PAUL BOYER, When TimeShall BeNoMore. ProphecyBelief in Modern AmericanCulture, Harvard UniversityPress, Cambridge (Mass.)1992.

JEREMY BRECHER, Strike!,Straight Arrow Books, TheBook Division of RollingStone, San Francisco 1972,

trad. it. Sciopero! Storiadell’insorgenza operaia dimassa negliUsa dal 1877 aigiorni nostri, la Salamandra,Milano1976,2voll.

JAMES BRYCE, TheAmerican Commonwealth(1893), Macmillan, NewYork1917,2voll.

ERNEST W. BURGESS,Urban Areas of Chicago. AnExperiment in Social ScienceResearch,a cura di T. Smithe J. White, Chicago

University Press, Chicago1967.

MARTHA R. BURT,Practical Lessons:Demographics andGeography: EstimatingNeeds,negliattidi"The1998National Symposium onHomelessness Research", acura di Linda B. Fosburg eDeborah L. Dennis, per ilU.S. Department of Housingand Urban Development e ilU.S. Department of Health

and Human Services,Washington D.C. agosto1999.

BRUNO CARTOSIO,Lavoratori negli Stati Uniti.Storie e culture politichedalla schiavitù all’Iww,Arcipelagoed.,Milano1989.

-, Anni inquieti. Societàmedia ideologie negli StatiUniti da Truman aKennedy,EditoriRiuniti,Roma1992.

ROBERT CASTEL, La“guerre à la pauvreté” aux

États Unis, in “Actes de larecherche en sciencessociales”, n. 19, gennaio1978,pp.47-60.

LUCA E FRANCESCOCAVALLI SFORZA, Chi siamo.Im. storia della diversitàumana, Mondadori, Milano1993.

RONCHERNOW,TheHouseof Morgan. An AmericanBankingDynastyandtheRiseof Modern Finance, Simon&Schuster,NewYork1990.

RONALD COASE, TheProblem of Social Cost, in“Journal of Law andEconomics”,n.3,1960.

RUSSELL HERMAN

CONWELL,AcresofDiamonds,Harper & BrothersPublishers,NewYork1915.

ALAIN COULON, L’Écolede Chicago (1987), PressesUniversitairesdeFrance,coll.“Que-sais-je?”,Paris19933.

WILLIAM CRONON,

Nature’sMetropolis.Chicagoand the Great West, Norton&Co.,NewYork1991.

VINCENZO CUOCO, Saggiostorico sulla rivoluzionenapoletana del 1799 (1801),Laterza,Bari1980.

IRVING CUTLER, Chicago,Metropolis of the Mid-Continent,TheGeo-graphicalSociety of Chicago, Chicago1973, Kendall/Hunt Co.,Dubuque(Iowa)19823.

CHARLES DARWIN, TheDescent of Man (1871),Prometheus Books, NewYork1997, trad. it.L'originedell’uomo, Newton Comp-ton,Roma1972.

MIKE DAVIS, City ofQuartz, Vintage Books,Random House Inc., NewYork 1992, trad. it.Manifestolibri,Roma1993.

RICHARD DAWKINS, TheBlind Watchmaker. Why theEvidence of Evolution

Reveals a Universe WithoutDesign(1988),Norton&Co.,New York 1993, trad. it.L’orologiaio cieco, Rizzoli,Milano1988.

JOHN DEWEY, Logic. TheTheoryofInquiry,HenryHoltand Co., New York 1948,trad. it.Einaudi,Torino1949(19733).

FËDOR MICHAJLOVICDOSTOEVSKIJ, Delitto ecastigo, trad. it. Einaudi,

Torino1981.THEODORE DRAPER, The

Roots of AmericanCommunism, Viking Press,NewYork1956.

Louis DUMONT, HomoÆqualis. Genèse etépanouissement del’idéologie économique,Gallimard, Paris 1977, trad.it.Adelphi,Milano1984.

JACQUES DURAND,Rhétorique du nombre, nelnumero monografico

Recherches rhétoriques dellarivista "Communications", n.16,1970,pp.125-132.

FRIEDRICH ENGELS, Lasituazione della classeoperaia in Inghilterra,(1845),trad.it.inKarlMarx-Friedrich Engels, Operecomplete, Editori Riuniti,Roma1972,vol.iv.

VALERIO EVANGELISTI,Sinistreeretiche(dallabandaBonnot al sandi-nismo),SugarCo,Milano1985.

ROBERT E.L. FARIS,Chicago Sociology, 1920-1932 (1967), ChicagoUniversity Press, Chicago1979.

PHILIP S. FONER, HistoryoftheLaborMovementintheUnited States (1947),InternationalPublishers,NewYork1955,9voll.

FRANCES Fox PIVEN,RICHARD A. CLOWARD,Regulating the Poor. TheFunctions of Welfare State,

Vintage Books, New York1971.

-, Why Americans Don'tVote, Pantheon Books, NewYork1988.

MICHEL FOUCAULT,Surveilleretpunir.Naissancedelaprison,Gallimard,Paris1975,trad.it.Einaudi,Torino1976.

-, Omnes et Singulatim;versounacriticadellaragionpolitica,in"Millepiani”,n.3,1994.

RUSSELL FRAZER, JohnPeter Altgeld: Governor forthe People, in AA.VV,American Radicals, MonthlyReview Press, NewYork1965,pp.127-144.

DAVID K. FREMON,Chicago Politics Ward byWard, Indiana UniversityPress, Bloomington-Indianapolis1987.

ALBERT FRIED (a cura di),Socialism in America, fromthe Shakers to the Third

International.ADocumentaryHistory,ColumbiaUniversityPress,NewYork1970.

BETTY FRIEDAN, TheFemmine Mystique, BantamDoubleday Dell, New York1963,trad.it.Lamisticadellafemminilità,Ed.diComunità,Milano1964.

Frommer’s Guide, Usa'93-94, Prentice Hall Travel,NewYork1993.

DONNA R. GABACCIA, Weare What We Eat. Ethnie

Food and the Making ofAmerica, Harvard UniversityPress, Cambridge (Mass.)1998.

LUCIANO GALLINO,Dizionario di sociologia,Utet,Torino1978.

JOELGARREAU,EdgeCity.Life on the New Frontier,Doubleday,NewYork1988.

WOLFGANG GOETHE,Goethes Werke, Band 1,12neubarb. Aufl., C.H. Beck,München 1981 (“Hamburger

Ausgabe”).TAYLOR GRAHAM, An

Epidemic of Strikes inChicago, in "The Survey”,vol. im, 2 agosto 1919, pp.645-664.

WILLIAM D. GRAMPP, TheManchester School ofEconomics, StanfordUniversity Press, Stanford(Cal.)1960.

JAMESR.GROSSMAN,Landof Hope. Chicago, BlackSoutheners, and the Great

Migration, ChicagoUniversity Press, Chicago1989.

JOHN A. HAGWOOD, TheTragedyofGermanAmerica.The Germans in the U.S. ofAmerica during theNineteenthCenturyandAfter,G.P.PutnamSons,NewYork1940.

SERGEHALIMI,L'universitéde Chicago, un petit coin deparadis bien protégé, in "Lemonde diplomatique”, aprile

1994.MICHAELHARRINGTON,The

OtherAmerica.PovertyintheUnitedStates(1962),PenguinBooks,NewYork1981.

TomHAYDEN, Trial, Holtand Winston, New York1970, trad. it. Un processopolitico: Chicago 1969,Einaudi,Torino1973.

DON HAYNER, TOMMCNAMEE, StreetwiseChicago. A History ofChicago Street Names,

Loyola University Press,Chicago1988.

ALBERT Ο. HIRSCHMAN,Exit, Voice and Loyalty,Harvard University Press,Cambridge (Mass.) 1970,trad. it. Lealtà, defezione,protesta, Bompiani, Milano1982.

-, The Rhetoric ofReaction.Perversity,Futility,Jeopardy, The Bell-knapPress of Harvard UniversityPress, Cambridge (Mass.)

1991, trad. it. Retorichedell’intransigenza, ilMulino,Bologna1991.

THOMAS HOBBES,Leviatano (1651), trad. it.Laterza,Bari1974,2voll.

ERIC J. HOBSBAWM, TheJazz Scene (1961), trad. it.Storia sociale del Jazz,EditoriRiuniti,Roma1982.

ERIC J. HOBSBAWM et al.,The Invention of Tradition,Cambridge University Press,Cambridge 1983, trad. it.

Einaudi,Torino1987.CHARLESHOCH,ROBERTA.

SLAYTON,New Homeless andOld.CommunityandtheSkidRow Hotel, TempleUniversityPress,Philadelphia1989.

RUDOLPH A. HOFMEISTER,The Germans of Chicago,Stipes Publishing Co.,Champaign(111.)1976.

KENNETH T. JACKSON,Crabgrass Frontier. TheSuburbanizationoftheUnited

States, Oxford UniversityPress,NewYork1985.

JULIUS JACOBSON (a curadi), The Negro and theAmerican Labor Movement,Doubleday Anchor, NewYork1968.

MICHAEL JOHNSTON,Political Corruption andPublic Policy in America,Brooks/Cole,Monterey(Cal.)1982.

MÄTTHIEW JOSEPHSON,Robber Barons. The Great

American Capitalists, 1861-1901, Harcourt, New York1934, trad. it. Longanesi,Milano1947.

MICHAEL B. KATZ, TheUndeserving Poor. From theWartoPovertytotheWaronWelfare, Pantheon Books,NewYork1989.

GILLES KEPEL, Â l'Ouestd’Allah, Seuil, Paris 1994,trad. it. A Ovest di Allah,Sellerio,Palermo1996.

JEAN DE La BRUYÈRE,

Caractères (1688), trad. it.Einaudi,Torino1981.

ANTONELLO LA VERGATA,Nonostante Malthus.Fecondità, popolazioni earmonia della natura, 1700-1900, Bollati Boringhieri,Torino1990.

HARPER LEECH, JOHNCHARLES CARROLL,ArmourandhisTimes,D.Ap-pleton-Century Co., NewYork1938.

GEORG WILHELM LEIBNIZ,

Monadologia (1714), trad. it.Laterza,Bari1957.

OSCAR LEWIS,La Vida. APuerto Rican Family in theCultureofPoverty-SanJuanand New York, RandomHouse,NewYork1966,trad.it.Mondadori,Milano1972.

RICHARD C. LINDBERG,Ethnic Chicago, PassportBooks, Lincolnwood (111.)1994.

ALMONT LINDSEY, ThePullman Strike. The Story of

aUniqueExperimentandofaGreat Labor Upheaval,Chicago University Press,Chicago1942.

FREDERICK C. LUEBKE,Bonds of Loyalty. GermanAmericans andWorldWar i,Northern Illinois UniversityPress,DeKalb(111.)1974.

J. ANTHONY LUKAS, TheChicagoConspiracyTrial, in“BritannicaBookoftheYear1970”,Chicago1971.

JAMES MADISON, Verbali

della Convenzione dìFiladelfia del 1787,pubblicato in DocumentsIllustrative of the Formationof theUnionof theAmericanStates, Government PrintingOffice, Washington D.C.1927, pp. 109-745. Ampibrani tradotti; La formazionedegli Stati Uniti d’America(documenti), Nistri Lischi,Pisa1961.

NORMAN MAILER, MiamiandtheSiegeofChicago.An

Informai History of theAmerican PoliticalConventions of 1968,Weidenfeld & Nicholson,London 1968, trad. it.Mondadori,Milano1969.

MALCOM X,Autobiography ofMalcomX,in collaborazione con ALEX

HALEY, Grove Press, NewYork 1965, trad. it. Rizzoli,Milano1993.

SCOTT L. MALCOMSON,One Drop of Blood. The

American Misadventure ofRace, Farrar Strauss Giroux,NewYork2000.

BRONISLAV MALINOWSKI,Argonauts of the WesternPacific ( 1922), Wa-velandPress,ProspectHeights(111.)1984.

KARL MARX, Grundrisseder Kritik der politischenÖkonomie (18571858), DietzVerlag, Berlin 1953, trad. it.Lineamenti dell’economiapolitica, La Nuova Italia,

Firenze1973,2voll.KARL MARX, FRIEDRICH

ENGELS, Manifest derKommunistischen Partei(1848), trad. it. Laterza, Bari1972.

DOUGLAS S. MASSEY,NANCY A.DENTON,AmericanApartheid. Segregation andtheMakingoftheUnderclass,Harvard University Press,Cambridge(Mass.)1993.

DOUGLASS.MASSEYetal.,Return to Aztlän. The Social

Process of InternationalMigration from WesternMexico,CaliforniaUniversityPress,Berkeley(Cal.)1990.

EVAN MCKENZIE,Privatopia. HomeownerAssociations and the Rise ofResidential PrivateGovernment, YaleUniversityPress,Yale1994.

-, Trouble in Privatopia,in "TheProgressive”, ottobre1993,pp.30-34.

FRANK S. MEAD,

Handbook of Dénominationsin the United States (1961),Abingdon Press, Nashville19909.

JACK MILES, Blacks vs.Browns. Immigrationand theNew American Dilemma, in"The Atlantic MonthlyReview”, vol. 270, n. 4,ottobre1992.

EDYTHE S. MILLER,Economics for What?Economic Folklore and

Social Realities, in "Journalof Economic Issues”, giugno1989,pp.339-356.

DAVID MOBERG, Chicago,to Be or Not to Be aGlobalCity, in “World PolicyJournal", vol. xiv, n. 1,primavera1997,pp.71-86.

FRANCOMORETTI, Segni estili del moderno, Einaudi,Torino1987.

LEWISMUMFORD,TheCityin History, Harcourt, NewYork 1961, trad. it.

Bompiani,Milano1967.GUNNAR MYRDAL, An

American Dilemma. TheNegro Problem and ModernDemocracy, Harper andBrothers,NewYork1944.

-,ValueinSocialTheory,Harper and Brothers, NewYork 1958, trad. it. Il valorenella teoria sociale, Einaudi,Torino1966.

HUMBERT S. NELLI,Italians in Chicago. A Studyin Ethnic Mobility 1880-

1930, Oxford UniversityPress,NewYork1970.

BRUCEC.NELSON,BeyondtheMartyrs.ASocialHistoryof Chicago’s Anarchists1870-1900, RutgersUniversity Press, NewBrunswick1988.

-, Anarchism: TheMovement behind theMartyrs, numeromonografico su Haymarket,in“ChicagoHistory”,vol.xv,n.2,estate1986.

ROBERT NOZICK, Anarchy,the State and Utopia, BasicBooks,NewYork1974.

RICHARD O’CONNOR, TheGerman-Americans. AnInformai History, Little,Brown&Co.,Boston1968.

CLAUS OFFE, L'utopiadell’opzionezero,inAA.VV.,Ecologia politica, Feltrinelli,Milano1987,pp.41-72.

DOMINIC A. PACYGA,ELLENSKERRET,Chicago,Cityof Neighborhoods, Loyola

University Press, Chicago1986.

SARA PARETSKY, BumMarks, Bantam DoubledayDell Publishing, New York1990.

ROBERT E. PARK,Sociology, in WILSON GEE (acura di), Research in SocialSciences, Macmillan, NewYork1929.

-, Human Migration andthe Marginai Man, in "TheAmerican Journal of

Sociology”, vol. xxxiii, n. 6,maggio1928,pp.881-893.

ROBERT E. PARK, ERNESTW. BURGESS, RODERICK D.MCKENZIE,TheCity ( 1925),Chicago University Press,Chicago1967.

JAMES PARTON, Chicago,in "The Atlantic MonthlyReview”, n. 19, 1867, pp.325-345.

MARY PATTILLO MCCOY,Black Pick Fences. Privilegeand Peril among the Black

Middle Class, ChicagoUniversity Press, Chicago1999.

BESSIE LOUISE PIERCE, AHistoryofChicago,AlfredA.Knopf, New York, vol. I1937, vol. II 1940, vol. III1957.

ALESSANDRO PORTELLI, Lalinea del colore. Saggi sullacultura afroamericana,Manifestolibri, Roma 1994.

JOEL RAST, Remaking

Chicago. The PoliticalOrigins of Urban IndustrialChange, Northern IllinoisUniversity Press, DeKalb(Ill.)1999.

MARTINREIN,Problemsinthe Definition andMeasurement of Po-verty, inPETER TOWNSEND (a cura di),The Concept of Poverty,Heinemann,London1970.

PATRICK RENCHAW, TheWobblies. The Story of theSyndacalism in the United

States, Anchor Books,Doubleday, NewYork 1967,trad. it. Il sindacalismorivoluzionario negli StatiUniti,Laterza,Bari1970.

NATHAN ROSENBERG,Perspectives on Technology,Cambridge University Press,Cambridge (Mass.) 1976.Unaselezionediquestisaggiè stata tradotta in italiano daRosenberg & Sellier, Torino1987,coniltitoloLeviedellatecnologia.

FRANK ROWSOME, TrolleyCar Treasury. A Century ofAmerican Street Cars,McGraw & Hill Book Co.,NewYork1956.

Mike Royko, BOSS.Richard J.DaleyofChicago(1971), PenguinBooks,NewYork1976.

DONATIEN-ALPHONSE-FRANÇOIS DE SADE, Laphilosophie dans le boudoir(1795), ristampa, Gallimard,Paris 1976, trad. it. Newton

Compton,Roma1974.EDWARD W. SAID,

Orientalism, Vintage Books,New York 1979, trad. it.Bollati Boringhieri, Torino1991; Feltrinelli, Milano1999.

MARTIN SANCHEZ

JANKOWSKI, Islands in theStreet. Gangs and AmericanUrban Society, CaliforniaUniversity Press, Berkeley(Cai.)1991.

SASKIASASSEN,Citiesina

GlobalEconomy(1994),PineForgePress,ThousandsOaks2000.

WOLFGANG SCHIVELBUSCH,Geschichte derEisenbahnreise,CarlHan-ser,München-Wien1977,trad.it.Storia dei viaggi in ferrovia,Einaudi,Torino1988.

-, Lichtblicke. Zurgeschichte der KünstlichenHelligkeit im 19.Jahrhundert, Carl HanserVerlag, München 1983, trad.

it. Luce. Storiadell'illuminazione artificialenel secolo xix, PraticheEditrice,Parma1994.

ERIC SCHLOSSER, FastFood Nation. The Dark Sideof the All-American Meal,HarperCollins, New York2001, trad. it. Fast FoodNation,MarcoTropea,Roma2002.

JULIET B. SCHOR, TheOverspent American (1998),HarperCollins, New York

1999.JOSEPHALOISSCHUMPETER,

History of EconomicAnalysis, Oxford UniversityPress, New York 1954, trad.it. Edizioni scientificheEinaudi di P. Boringhieri,Torino1959.

-, Capitalism, Socialismand Democracy (1946),George Allen and Unwin,London 1954, trad. it.Edizioni di Comunità, Ivrea1964.

BOBBY SEALE, Seize theTime, Random House, NewYork 1970, trad. it.Coglierel’occasione. La storia delBlack Panther Party e diHuey P. Newton, Einaudi,Torino1971.

BRUCE SEELY, JONATHANGIFFORD,To Build aNation,Americas Infrastructure, in“The Wilson Quarterly”,inverno1993,pp.18-49.

AMARTYASen,Corruzionee crimine organizzato, in

"Politicaedeconomia”,luglio1993.

RICHARDSENNETT,Respectin a World of Inequality,Norton,NewYork2003.

UPTON SINCLAIR, TheJungle (1906), trad. it.Mondadori,Milano1983.

JUNE SKINNER SAWYERS,Chicago Portraits, LoyolaUniversity Press, Chicago1991.

ROBERTA.SLAYTON,BackoftheYards.TheMakingofa

Locai Community, ChicagoUniversity Press, Chicago1986.

ADAM SMITH, An InquiryintotheNatureandCausesofthe Wealth of the Nations(1776), trad. it. Idesi,Milano1973.

WERNERSOMBART,Warumgibt es in den VereinigtenStaaten keinen Sozialismus?(1906),trad.it.EtasKompas,Milano1975.

GREGORY D. SQUIRES,

LARRY BENNETT, KATHLEEN

MCCOURT, PHILIP NY-DEN,Chicago.Race,Class,andtheResponse to Urban Decline,Temple University Press,Philadelphia1987.

WILLIAM Τ. STEAD, IfChrist come to Chicago.What would He do?, Laird& Lee Publishers, Chicago1894, ristampato da ChicagoHistorical Bookworks,Evanston(Ill.)1990.

STEPHEN STEINBERG, The

Ethnie Myth. Race, EthnicityandClassinAmerica(1981),BeaconPress,Boston1989.

JOHNF.STOVER,AmericanRailroads, ChicagoUniversity Press, Chicago1961.

GERALD D. SUTTLES, TheSocial Order of the Slum.EthnicityandTerritoryintheInner City, ChicagoUniversity Press, Chicago1968.

EDWARDP.THOMPSON,The

Sykaos Papers, Bloomsbury,London1988, trad. it.Oipaz,EditoriRiuniti,Roma1991.

HENRY DAVID THOREAU,WaidenandOtherWritings (1849-1862), Bantam Books,NewYork1981.

LESTER THUROW,Head toHead.TheComingEconomicBattleamongJapan,Europe,and America, WilliamMorrow and Co., New York1992.

ALEXIS CHÉREL DE

TOCQUEVILLE, De ladémocratie en Amérique(1835), Flammarion, Paris1981,trad.it.Rizzoli,Milano1982.

TZVETAN TODOROV, Laconquête de l’Amérique. Laquestion de l’autre, Éd. duSeuil, Paris 1982, trad. it.Einaudi,Torino1984.

ANDREWJACKETOWNSEND,TheGermansofChicago,tesiall’Univer-sityofChicagodel1927,rieditain“Jahrbuchder

deutschenamerikanischenhistorischenGesellschaft vonIllinois”,1932.

JOSEPH TOWNSEND, ADissertation on the PoorLaws, by a Well-Wisher toMankind (1786), CaliforniaUniversity Press, Berkeley(Cal.)1971.

PETER TOWNSEND (a curadi),The Concept of Poverty,Heinemann,London1970.

WILLIAM M. TUTTLE Jr.,Race Riot. Chicago in the

Red Summer of 1919,Atheneum,NewYork197Q.

U.S. BUREAU OF THECENSUS,StatisticalAbstractofthe Unîtes States 1993,Government Printing Office,WashingtonD.C.1994.

-, Statistical Abstract ofthe United States 2002,Government Printing Office,WashingtonD.C.2002.

-, Historical Statistics ofthe United States ColonialTimes to 1970, Government

Printing Office,WashingtonD.C.1975.

-, CURRENT POPULATIONREPORTS, Poverty in theUnited States: 2002,Government Printing Office,Washington D.C. settembre2003.

U.S. DEPARTMENT OF

JUSTICE, Bureau of JusticeStatistics Bulletin, Prisonersin 2000, Washington D.C.luglio2003.

U.S. IMMIGRATION

COMMISSION, Immigrants andCrime, Government PrintingOffice, Washington D.C.1911.

U.S. IMMIGRATION AND

NATURALIZATION SERVICE,Statistical Yearbook ofImmigration and.Naturalization Service 2000,Government Printing Office,WashingtonD.C.2002.

Loïc J.D. WACQUANT, Legang comme prédateurcollectif, in "Actes de la

recherche en sciencesociales", n. 101/102, marzo1994,pp.88-100.

- The Zone, in PIERREBOURDIEUetal.,Lamisèredumonde, Éd. du Seuil, Paris1993,pp.181-195.

LOUISE CARROLL WADE,Chicago s Pride. TheStockyards, Packingtown,and Environs in theNineteenth Century, IllinoisUniversity Press, Urbana-Chicago1987.

RICHARD C. WADE, TheEnduring Chicago Machine,in “Chicago History”,primavera1986.

Walker Report, Chicagoottobre 1968, trad. it.Dissenso politica e violenza.Testo del Rapporto Walker,Mondadori,Milano1969.

ALLAN D. WALLIS,WheelEstate.TheRise andDeclineof Mobile Homes, OxfordUniversity Press, New York1991.

MAX WEBER, DieProtestantischeEthikundderGeist des Kapitalismus(1920), trad. it. L'eticaprotestante e lo spirito delcapitalismo, in Sociologiadelle religioni, Utet, Torino1988,vol.I,pp.117-334.

JAMES WEINSTEIN,AmbigousLegacy.TheLeftinAmerican Politics, NewViewpoints, Franklin WattsInc.,NewYork1975,trad.it.Storia della sinistra

americana, il Mulino,Bologna1978.

-, The Decline ofSocialism in America: 1912-1925,MonthlyReviewPress,New York 1967, riedito daRutgers University Press,NewYork1984.

MICHAEL WILLIAMS,Americans&TheirForests.AHistorical Geo-graphy,Cambridge University Press,Cambridge(Mass.)1989.

WILLIAM JULIUS WILSON,

TheDecliningSignificanceofRace, Chicago UniversityPress,Chicago1978.

-, The TrulyDisadvantaged. The InnerCity, the Underclass, andPublic Policy, ChicagoUniversity Press, Chicago1987.

Indicedellepersone,deiluoghi,dei

periodiciedegliargomenti1

1 Le pagine sono seguite

dalla n quando la voce èsituata in nota; sono

sottolineate dove la voce ètrattata più diffusamente; perperiodici e persone, sonocorsivate dove c’è unacitazione testuale (in tal casonon è riportata la nota nellastessa pagina). Non sonoriportate le voci dei siti cheservono solo a esemplificareun tipo di località. Laparentesi (Ch) indica che lavocesiriferisceaChicago.

Abbott, Robert, 277, 282

"Abendpost (Die)”,211,213,216

accanimento elettoralenegliUsa,350-351

“Actesdelarechercheensciences sociales”, 225n,341n,344n,438,446

Addams, quartiere (Ch),176,336

Adelman, William J.,186n,190n,437

Adler, Dankman, 64

Adorno, Theodor W., 301-302,384,400,437

Albany(NewYork),150,229n "Albany Law Journal",190Alberta,58 "AlBustan”,423 aldermen di Chicago,352 Aldrich, Bailey, 364"Alemanne (Der)”, 422nAlessandro II Romanov, 159Algren Nelson, 13,432, 437Ali,Tariq,435

alimentare, rivoluzione,37-52 Allah, 292, 295, 299,441; sulle rive del Lago

Michigan,289,292aereo, più egualitario

della nave, 413; linee aeree,33, 35-36; rivoluzioneapportatadall’,412-414

Afghanistan, guerra in,290 Afl (AmericanFederation of Labor), 192,206,208,373;razzismodell',285 Africa, emigrati dall’,408-409 allevamento,industrializzazione dell’, 40-52 “Al Mahjar Newspaper",423almshouses,225,240“Al

Oflok Aiarabi”, 423 Alport,Walter, 153 Altgeld, JohnPeter, 193-194. 202; e ilboicottaggio Pullman, 205Althusser,Louis,309,437

Afro-AmericanPatrolmen'sLeague,325

afroamericana, identitàmessa in discussione dallamissione in Somalia, 422Agnew, Spiro, 375 Aids,complotto bianco, 303-304Alabama, 31, 97, 326;migrazione nera dall’, 275,

429 "Alarm (The)’’, 185Alaska,101,209

Altman, Robert, 147Amazzonia, deforestazionedell’,102

Ambrosino, Guido, 435Ame (African MethodistEpiscopal), 284 "AmericanJournalofSocìology (The)’’,165n, 443 “AmericanSocialist (The)”, 215 amorpatrio e fedeltà coniugale,426Amtrak,ferrovia,31

anarchia,179-194:accuse

all’Aru di, 205-206;piattaforma di Pittsburgh(1883), 190; sua fine negliUsa(vediHaymarket),192;l'riemergeoggi,179anarchici,uso strumentale della lorominaccia nel 1886, 330Anderson, Benedict, 402,412, 416, 417,418, 424, 427,435, 437 Anderson, Blair,324 Anderson, Nels, 223,224, 253, 437 Angola(Luisiana), penitenziario di,293

“Associated Press NewsService”,353n

associazioni contro lacrudeltàversoglianimali,99Asterix, 398 Astor, JohnJacob,210astrologiasecondoAdorno,301-302

Atene, antica, 151, 366-367 Atlanta, 134, 279, 281,336Atlantic, hotel (Ch), 216“Atlantic Monthly Review(The)”, 45. 74-75.213.411.443

Anheuser-Busch,

famiglia, 210 ansia per ilfuturo, come desiderio dinostalgia, 422 antennaparabolica e comunitàimmaginate, 414-416 AntiMasonic Party (1830), 355antichità, paragoni americanicon

anziani, loro nomadismo,88-89 apartheid americana,316-319Apocalisse,294,298Appalachi, 34 "ArabJournal”,423arabi,410;nonvogliono essere considerati

bianchi,421;giornali,423"Arbeiter Zeitung (Die)”,

188, 214 Arcadia, 95, 103,141, 195 Argonne NationalLaboratori',389,391

Arizona, 88, città privatein,143

Atlantide,430atomico, sinonimo di

fantastico (vedi nucleare),305Auerbach,Erich,20n,70,437 Aufderheide, Patricia,280n autenticità, costruzionedell’, 422 autofagia, tecnica

di crescita delle città, 431automobile,118-126:costointermini di salario, 120; creal’individualità, 119; esigeautostrade,122-123;incidentinegliUsa,31;rendeprivatoilviaggio, 124-125; statistichesullasuadiffusione,119-120,120n; a suo agio nelle cittàUsa,126

Avondale Av. (Ch), 410avventisti,296-297

avvento, come verificadella fede (vedi positivismo),

297Arkansas,282armamenti,corsaagli,nei

grattacielienelle foreste,67-68Armour,PhilipD.,49,50,51, 161, 163, 185, 193,284,287, 441 Armstrong, Louis,429 Art Institute (Ch),22,152, 153,428 Aru (AmericanRailway Union), 202-207Ashburn (Illinois), 411asiatici, che sembrano neri,420; immigrazione degli,408-409, 410; matrimoni

misti con i bianchi, 272;stranezza della categoriaufficiale, 419Asner,Ed, 147Assia,158

assistenza, parsimoniosa,240-241;eclientelismo,371-372

Ayodhya (India),distruzione della moschea di(1993), 424 Aznavour,Charles, 426 Aztlan, 415n,442

Baba,Alì,cavernadi,301Babele, 151, 434; torre di,

295 Bachelard, Gaston, 79Baden, 158 bagel, storia del,177Balcani,425

balloon frame, telaio,65,70-83.103, 121, 129, 430;invenzionedel,71-72;ecasaseriale, 81-83; ecolonizzazione delWest, 74-75; fragilità del, 77; incendi,75-76; vantaggi, 73Baltimora, 163 Balzekas,StanleyJr.,165

Banca mondiale, 425bandiera davanti casa, 176,

385 barbecue e altari, 408barrio di Pilsen, 410 Barry,Marion,282Barthes,Roland,298n; il mito secondo, 261,261n Bastiglia, centenariodellapresa,192

Battlement Mesa(Colorado),86,86n

Baudelaire, Charles, 124,438Bauhaus,65

Bismarck,Otto von, 159,191; centenario di (1915),211-212; School, 216 Biven,W.Carl, 395, 399, 412, 438

Black Power, 331, 347, 386blacklisting, 192, 200Blackstone, gang, 330, 334,373; loro rivoluzionemanageriale,347

Blair,Tony,235Blakeley, Edward. J.,

144,144n, 438Bleifuss, Joel,43, 435 Bloods, gang, 330,334

Beatty,WilliamΚ.,107n,438 Becker, Gary 392, 402,438BeefSlough(PantanodelBue),94,96,97

Belfast, guerriglia a, 328Belgio,211;crumiridal,163Bellamy, Edward, 301Belleville (Illinois), 210-211,216 Bellow, Saul, 274, 274nBelmont Av. (Ch), 407Belushi, John, 172n, 429beneficenza secondo Sade,228 benessere, e statisticadegliegoismi,354

Benjamin, Walter, 82,438Bennett,Larry,315n,445Bentham, Jeremy, 393benzina,costodella,76

Bloom (Gitelson), Ike,172Blu Island (Illinois),409blues, genere musicale, 18,429. 430, 435 Blues, locale(Ch),429BluesBrothers,429Boemia, 410 BohemianSociety,166bollinicibo,vediFood Stamps Bonfield, John,186-188, 192Bonnot, banda,328n, 440 Boone, Levi D.,167Boone,WilliamH.,279,280 borghesie cittadine, 147-149 Bork, Robert, 394boscaioli,ciurmeesalaridei,

93-94 boschi, 90-102: fontedispiritualità,100

Berlino,trama,111Berlusconi,gabinetto,208

Berman,Marshall,123,123n,431,438

Bessemer, acciaio, 65bestiame, ispezioni sul, 39Beverly (Illinois), 411Beverly Hills (Los Angeles),129 Bharatya Janata Party,415 bianchi, atteggiamentoverso i neri dei, 273-274;considerati diavoli, 293;

ossessionati dal problemanero, 285; vedi razzismoBibbia, interpretazioneletterale della, 298 Bidwai,Praful, 424 Big Fire diChicago (1871), 34, 65, 75-76, 98, 151 Big Red, vediMalcolmXBilandic,sindaco10, 12 Bingham, Theodore,171 Bismarck, hotel (Ch),216

Bosnia,424,425boss,capodellamacchina

politica, 356-357: e rapporti

feudali,361Boston,48,109,112, 123, 126,140, 151, 220-221, 326, 338; borghesia di,147-148; finanza di, 29, 32;macchina politica di, 357,369 “Boston Globe (The)”,304n Boston & Maine,ferrovia, 204 Bourdieu,Pierre, 119, 225, 260, 303n,337n, 390n, 422n, 435, 438,446Bourgois, Philippe, 340-341, 438 Bowery (NewYork), 220,336; Boys, gang,336 Boyer, Paul, 298n, 438

Bradley, Wallace "Gator",335 Brady, Frank, 365Brandt, Willy, 274 Brecher,Jeremy, 189n, 202n, 438Brecht,Bertolt,13

Brewer, Vernlin, 324Breznev, Leonid, 379Bridgeport (Ch), quartiereirlandese, 411; disordinirazziali (1964)a,314Bright,John, 394 British Columbia,58British Ladies EmigrationSociety,169

Broadway (Ch), 410

Bronx (New York),sventramento del, 123Bronzeville, 267-268. 314,430 Brooklyn (New York),290

Calumet, 428; acciaieriedi, 430; fiume, 115; lago,195, 197 Cambogia,presidenziali in, 425Canaan,22

Canada, 34, 76, 92, 101,186 Canal St. (Ch), 219canali, 29, 53-54, 93, 149Candide,140

capitale, archeologia del,430; e corruzione politica,353-354: e costi fissi, 33-36.430; e lavoro (guerre tra),201,203,411;logicadel,26-36.288,323,411,433

Brown,H.Rap, 331, 384Bryce, James, 269-270, 361,438 Bryn Mawr, 410Budweiser, birra, 210Buffalo, 30, 35, 44, 152"Bulletin of Labor”, 224nbums, 223-224. 252Buonsignori, banchieri, 68

Bureau of the Census, 71n,83n, 86n, 87n, 101n, 102n,120n,132n,137,137n,142n,159n, 162n, 209n, 231n,233n,241n,242n,272n,314,343n, 358n, 359n, 371n,411n, 413n, 445; categoriedel, 270, 419-420 BurgerKing, fast food, 39 Burgess,Ernest W., 252,254,255n,258, 260, 438, 443; ipotesizonale di, 258-599. 260, 411Burnham, Daniel H., 64, 65Burroughs, Edgar Rice, 146-

147 Burt,Martha, 237n, 438Bush,George(Sr.),277

capitalismo,automobilistico, 26: europeo,21, 433; ferroviario 25-26.430: potenza sovversivadel, 21-22, 427. 432-433Capone, Alphonse “Al”, 17,172.

173, 181,352, 430Caraibi, 35, 269 Carboneria,149 Carey, Archibald, 284Caritas di Chicago, 179Carlini, Franco, 435

Carmichael, Stokely, 329,331,383Carnap,Rudolf,261Carnegie, Andrew, 95CarnegieSteelCompany,201Carroll, John Charles, 49n,441Carson, Fort (Colorado),377 Cartagine, 151 Carter,Jimmy, 282 Cartisti,movimentodei,186Cartosio,Bruno,185n,189n,283,305,435, 438-439 Cartosio,Manuela,435

Bush,GeorgeW.(Jr.),39,62,87,272,277

Cabrini, Frances Xavier,312, 312n Cabrini-Green(Ch), complesso di, 19, 239,312-315 319, 430;abbattimento di, 313Calabroni di Charlotte,squadra di basket, 336Calcutta, paragone conChicago dell’800, 113California,36,39,52,58,88,144, 205, 319; Congressodella, irruzione delle Panterenere, 327-328; primarie(1968)in,378

casa,70-89.amoreperla,80; di proprietà (vediproprietà privata della casa),108-109:ideadi,inEuropaein America, 71, 80; mobile,vedi mobile homes; nell’eradella riproducibilità tecnica,82

Casa Bianca(Washington),204,217,335,364 Cass, George, 354casta/e, sistemadi, in Indiaenegli Usa, 319-323: negliUsa: i fuori, 167; neri come

intoccabili economici, 320;tabù di, negli Usa: rapportotra donna bianca e uomonero,271,320

Castel, Robert,225,229,241,247n,439

Cataluccio, Francesco,435 catena di (s)montaggio,vedi disassembly lineCattedrale del Santo Nome(Ch),428

cattolici, a Lourdes, 295;disprezzati dai protestanti,168, 282; come casta, 321

cavalli, maltrattamenti dei, epianto di Nietzsche, 98-99,114; strage dei, a fine’800,114; tram a, 109-110Cavalli Sforza, Francesco,420,439CavalliSforza,Luca,420,439Cbs,384

Cecoslovacchia,invasione della (1968), 379Cencelli, Massimiliano,manuale,364

“CenterMagazine”, 418nCentral District (LosAngeles), 129 Central Park

Av. (Ch), 410 Cermak,Anton,357,365.372Cerutti,Albertine, 435 Cesare, CaioGiulio, 153 Chalmers,Thomas,227Chaplin,Charlie("Chariot”),25,223

Chargon, S., 11nchauffeuses, mamme, 130ChecksCashed,219-220.333Chernow, Ron, 32n, 148n,439 Cheyenne (Wyoming),25 Chicago, acciaierie di,115; autostrade urbane, 123,179, 378; Board of Trade

(Cbot), 54-55. 60, 61, 62,106, 149, 430; vedi futures·,Bovine City, 151 Chicagoand Alton, ferrovia, 42,196Chicago Boys, 362, 432;ayatollah del capitale, 393-403:edittaturesudamericane,388; vedi Scuola economicadiChicago

ChicagoBulls,squadradibasket, 153, 336, 407, 416,423 Chicago Burlington& Quincy, ferrovia, 28, 42,204 Chicago Butchers

Association, 44 Chicago,capitale,delblues,429430;diHoboemia, 219-224:del legno, 90; mondialedell’anarchia, 179-194Chicago, carrozzelle di, 117;centro ferroviario degli Usa,34; città più segregatad’America, 288, 316,317-318, (statistiche) 229; climadi, 17-18; colera, epidemienell'800, 107-108: comeesperimento urbano in temporeale, 252; composizione

etnica (1917), 212; contratticon i musulmani neri, 290"Chicago Defender (The)”,267n, 268,277; decalogo del,277-278 Chicago, descrizionidi, 17-23.2728,157,179,195,219,239,267,289,312, 380, 407-408, 428Chicago,el (sopraelevata) di,18, 111 ; e l’immaginarioletterario americano, 146;elezioni a, 350; esemplaritàdi, 251-252; Esposizioneuniversaledi(1893),17,113,

194,197,205;figlicelebridi,146-147;Chicago, fiume,19,53, 115, 157, 220; SouthFork, 107 Chicago ForeignLanguagePressSurvey,164nChicago, geografia etnica di,a inizio '900, 410;germanicità di, 158,209-210:grattacielidi,65-66,153

“Chicago Herald (The)”,191, 206 "Chicago History”,107n,364n,438,446

Chicago, HousingAuthority,19,313,316,373;

Historical Society, 20, 107n,164n, 436 Chicago, LagerBeer Riots, 167; Land ofHope,268;macchinapoliticadi,vedimacchinapolitica

“ChicagoMagazine”,151Chicago, mappa dellapovertà, 247; mappe etniche,175; Mercantile Exchange(Cme), 52, 55, 60-61, 71.scomparsadelpital.55,430;vedifutures;mesedellastorianera a, 274-275; metropoliimperiale, 149-151.429

Chicago Milkaukee & St.Paul,ferrovia,204

Chicago,nascitaeorigini,24,53-M

Chicago North StreetRailway, 111 Chicago,perduta,90,409-410,430;

politecnico di, 267Chicago, popolazione di,crescitadella,55-56:dell’areametropolitanaesuburbi,121-122·. nera (1910-1930), 274-275. (1940-1990), 314, 317-318 Chicago, Pork Packers’

Association, 45; Porkopolis,41;primo reattoreatomicoa,389; repubblica ferroviaria,24-36:retemetropolitana,18,111-112; roccafortepositivista, 261 ChicagoSimphony Orchestra, 216Chicago, segregazione, tassodi, 318; sovraffollamentocarcerario, 344; StateUniversity, 389; storpi emutilati a fine '800 a, 113;toponomasticadellevie,152-153: trasmette un senso di

metafìsica, 428 "ChicagoSun-Times (The), 353n“ChicagoTimes(The)’’,163,192 “Chicago Tribune(The)’’, 30, 41, 86n, 114,148,151,166,167,190,194,206, 213, 239n, 275, 315n,330,334n,335n,348n,353n,423n, 434, 434n: appoggio aRichard Daley, 374;atteggiamento verso lePantere nere, 325, 327, 330;grattacielo del, 66 Chiesacattolica, 21, 69, 433 China

Town, come enclave, 415Chinese Exclusion Act(1882), 163Chippewa, Falls,94; River, 95 ChristianScience,301;“Monitor",301,308n Cia (CentralIntelligenceAgency),384

cibo, intossicazioni da,37-38;negliUsa,37

Cicero (Ch), 428;quartiere italo-polaccosegregato, 314 Cina, 177;automobiliin,120Cincinnati,40,109,151,189,356;

Porkopolis, 40-41 151cinemaUsa,realismofiguraledel,70

cinesi, immigrati,25,161-162,163,

164,168,410; bande,336,345,368

cinismo, ipotesi del, 140-141 Ciò (Committee forIndustrial Or-ganizations) esindacalizza-zione dei neri,285 città, modo in cui siraccontano quelle americane,146-148: crescita della più

razionale in America, 252;descritte come repubblicheindipendenti, 148;differenziazione in areefunzionali diverse della, 66,258-260: e monopoliregionali della stampa Usa,148; idea americana di, 26,259; imperialimigrano versoovest, 150151; odori delle,432; ognuna con la sua cartamoneta nell’800, 148; vivedel proprio morire, 430-431città automobilistica, 122-

126: criminalizza la strada,127; mette fine alla strutturaurbana radiale, 121; esigesfondamenti, 122-123; rendela via luogo privato, 125;svuota le strade, 126 città,equestre(deltramacavalli)eprima democratizzazione deisuburbi, 110; fantasma, 98;ferroviaria, 106-109:sporcizia e puzza della, 107;pedonale, 105 città private,143-144:dentro lecittà,144,430cittàtramviaria,110-117:

e creazione delle periferieoperaie, 115-116;segregazione dei suburbi,116-117; struttura radialedella, 116 Civil Rights Act(1964),268,273;

(1968),383CivilService,Commission (1883), 359;Rules (1903), 359 Clan-na-Gael, società segretairlandese, 166 Clark, Mark,324, 326 Clark AtlantaUniversity, 279, 281 ClarkAv. (Ch), 172,410 classe

dominante degli Stati uniti,sua lungimiranza, 178; suoeccesso di prudenza verso leminime minacce, 385-386;suo uso della forza, 207classe, lotta di, diventascontro di etnie, 164-165;genera guerre di razze, 177-178,288,411-412 classi,ferroviarie, 25; pericolose,127,249; rincorsa tra le,119Clay, Cassius, vediMuhammad Ali Clean AirAct (1990), 62 Cleaver,

Eldridge,326,329,331,384;suo destino, 331-332Cleveland, 328; maggiorecittàslovenadelmondo,424;quartiere ungherese di, 410Cleveland, Grover, 204-205clientelismo, e welfare nelNewDeal,372-373;prodottodella democrazia, 357-359:vedi macchina politicaClinton, Bill, 39, 282, 305,335 Cloward, Richard A.,240-241,356, 357-358, 360,370n,372,374,440

Club Germania diChicago, 210 Clybourne,Archibald,152Coase,RonaldH.,394,396,396n,439

Cobden, Richard, 394cocaina(vedidroga),dittedi,341Coketown,108:e lacittàtramviaria, 113 Cole,Deborah,435colera,trasportia vapore e diffusione del,107-108 college, campagneelettoralinei,351

Colombo, Cristoforo,diariodi,309310

Colon, Gustavo "Gano",334 colonia interna, teoriadella,346 colonies, 145, 399Colorado,20,39,50,86,147,377;

gran canyon del, 409colore, linea del, 263Colosimo, “Diamond" Jim,172 Columbia, distretto di,290; University, 147Commissione,sull’immigrazione, 208;Trilaterale, 366 CommonInterest Housing

Developments, vedi cittàprivate “Communications”,298n, 439 community,concettodi,345;egang,344-346: e macchina politica,367-368.375;sua

omogeneità nello spazio,367-369

competizione, principioorganizzatoredellacittà,258-259 complotto, chiaveinterpretativa della storiaumana, 383-384: deglianarchici, dei Wobblies, di

Debs,383;sempreconl'aiutostraniero, 383; teoria del, e“storianotturna",384Comte,Auguste, 242, 261, 297comunismoferroviario,24-25comunità, come destinooriginario, 416-417;teleconnessa, 414; ruolo deicensimenti per crearla, 418-421 comunità immaginate,concettodi,416-423

comunità transnazionali,415-423 concorsi pubblici,351,352ConeyIsland(parco

divertimenti di New York),112 conto in banca, chi nonl’ha,220Contratsocial,navenegriera, 274 convenzionedemocratica (1932), 372; diChicago (1968), 326, 377-387: arresti e feriti, 381382;coprifuoco notturno neiparchi, 380-381; esito delvoto,378;fratturatraprotestabianca e nera, 386;manifestazioni, 381-382;mobilitazione di esercito epolizia,377;vediprocessodi

Chicago; raid della polizianegli uffici diMcCarty, 381;violenzedellapolizia:aGrantParkeLincolnPark,380-381;riprese dalle tv, 381, 386;violenzesuigiornalistie lorosottomissione, 386-387Conwell, Russell Herman,133,134,376,439

Cook County, 326;corruzione della, 352, 401;popolazione nera nella, 317Coolidge,Calvin,133 Corea,426

coreani di Chicago, 296,410 Corn Laws, leggi sulgrano, 393 Cornell, Ezra, 95Cornell University, 95, 281,310 corporations, e ordinireligiosimedievali,362-363

corruzione, della poliziadi Chicago, 352-353; negliStati uniti, suo mistero, 353-354 corruzione politica, 352-361. 371376: benefìci effettidella, 371372; e capitalismo,353-354;condanneaChicagoper, 352353; "contaminata”

dagli immigrati, 363-364;leggendaria delle macchinepolitiche (vedi macchinapolitica), 306; lotta alla, espinteantidemocratiche,369-371; metafora medica della,353-354; traducerivendicazioni collettive inconcessioni personali, 374Corte suprema degli StatiUniti,277,320,394;abolisceclausole razziste nei contratti( 1948), 139; dichiaraillegittimo ogni ostacolo ai

matrimonimisti(1967), 271 costi fissi,

logicadei,nelle ferrovie,33-36, 47, 51; negli aerei,3536,413

Costituzione, americana,79, 144, 306,355n; francese(1958), italiana (1947) etedesca(1949),355n

Coughlin, John, 172Coulon,Alain,252-253,255n,257n,439

cowboys,mitodei,38,95Cowboys di Dallas, squadra

di football, 336 Cox, Dan,329Cox,George, 356 crack,economia politica del, 340Cracker Trains, 41creazionismo, 302 credito,vita a, 141-142 credulità eaperturamentale,303304

crew, 335; vedi gangcriminalità, degli immigrati,171174:ebrei,171,172;greci,174; irlandesi, 171, 172;italiani, 171-172, 174;supposta predisposizionerazziale per la, 173 Crips,

gang,330,334,335,341,347Cristo, 296; tema del ritornodi, a fine '800, 115 croati diChicago finanziano guerracontro Serbia (e viceversa),424

Cronkite, Walter, 384Cronon, William, 32n,40,47n,74n,91,98,151,435,439 Crow, Jim (leggi), 276,293crumiri, e immigrazione:europea, 163-164.180,263,283,363; nera,283-84Crump,EdwardHull,

357, 369 cruogiolo, vedimeltingpotCudahy,Michael,51 cultura, come sostitutodellarazza,246;eccessodi,esuoieffettinefasti,392;dellapovertà,244-246

Cuoco, Vincenzo, 385-386,439Cuomo,Mario,368Curley, James M., 369Custer, George Armstrong,189 Cutler, Irving, 42n, 53n,111n,115n,148,151n,312n,439

Dakota, guerra contro gli

indiani nel, 189; Sud, 378Daley, Richard J., 12, 314,325, 325n, 356, 357, 373,374,444;eautostradeurbane,123, 378; e la convenzionedemocratica di Chicago(1968), 378-387 Daley,RichardM.,11,357,360,374,387

Dallas,autostradeurbane,123;

tram turistici, 117Damato, Frank, 365 Dar-es-Salaam(Tanzania),329Dart,

Joseph,152Darwin,Charles,243, 439 darwinismo, suoinsegnamento nelle scuole,302darwinismosociale,226,243.402;

nelle inner cities, 337-338. 347 Davis, Mike, 146,150, 300, 331n, 336n, 340n,341, 347, 348n, 435, 439Davis,Rennie,382Dawkins,Richard, 67-68, 439 DeadRabbits, gang, 336 debitodellefamiglieUsa,142Debs,Eugene V., 214,383,385,430;

e il boicottaggio Pullman,202207:condannatoa10anni(1918),215

Defense colony (NewDehli), 145 deforestazionedegli Usa, 90-102 DeKalb(Illinois), 152 deli(katessen)diNewYork, 177Dellinger,David, 382 democrazia, eclientelismo, 357358; edelezioni, 351-352, 370371 ;pretesa inefficienza della,304-305

Democrazia cristiana,

208; paragone con lamacchina politica, 358demonio, fede nel, e fiducianella Costituzione, 306:raffigurato nero dai bianchi,307; raffigurato bianco daineri, 305-307 densitàabitativa, e auto, 26, 121; etrasporti incomune,25,116-117, 120-121, 130 Denton,Nancy A., 317-318, 442Denver, 20,147,326; figlicelebridi,147

Department of Justice,

445DePaulUniversity(Ch),389 depressione, lunga(1873-1896),180

De Priest, Oscar, 282d’Eramo, Giulio, 435d’Eramo, Luce, 435deregulation, 32, 393, 400;alimentare,39

DesMoines, 20, 34, 327;grattacie

li di, 147 DesPlains St.(Ch), 179 destino, unasituazione diventa un, 172,253

Detroit, 48, 74, 196;desolazione di, 363;musulmani neri di, 292293;ghetti di, 292;manifestazioni(1886) a, 188; tasso disegregazionea,274, 317-318Deutschtum,210-218.

Devon Av. (Ch), 410Dewey, John,251, 252,254,256,261,295,389,439Dewm(Deadeuropeanwhitemale),280

Dickens, Charles, 108Diderot, Denis, 116 Di

Leonardo, Micaela, 435disassembly line, 40-47: edivisione sociale del lavoro,45 discendenza etnica,arbitrarietà della suadefinizione, 419discriminazionipositive,277;e sistema castale in India enegli Usa, 320-321 Disney,Walt, 146 disoccupati aChicago (1893), 200disoccupazione, suadefinizione negli Usa, 232-233: sussidio di, negli Usa,

233disorganizzazionesociale,254-256.257, 260, 262, 333,336-337 disprezzo, catenadel,traleetnie,167-168

distanza,irrilevanzadella,412-413distruzionecreatrice,431 Diversey, Michael, 152Dolmancé, monsieur, 228domesticheirlandesi,169-170donne, e part-time, 132;entrano nel mercato dellavoro 131-132: intrappolatenei suburbi, 131-132:paragone traneri e, 278-279:

apparizionedellesingle,222Dos Passos, John, 146

Dostoevskij, FëdorM.,98,114, 439 Douglas, Fort(Utah), 214 Douglass,Frederick, 270 Dragonivolanti, gang, 336 Drake,Daniel, 125, 126 Draper,Theodore, 180, 439 Dreiser,Theodore,111Dresda,69

droga, come cospirazionebianca, 303-304: motoredell’economianeighetti,340:soluzionebellica alproblema

della,248Du Bois, W.E.B., 270

Dubcek, Alexander, 379Dublino,173

Due Sicilie, Regno delle,385-386Dumont Louis, 322,439Dunker,KennethF.,31nDurand, Jacques, 298n, 439“DziennickZiazkowy”,166

Ebersold, Frederick, 190ebrei, classificazione nazistadegli, 269; boss, 172;criminalità degli, 171;immigrati tedeschi contro

russi, .170-171.278; russi,158-159;terminediparagoneperineri,280-281

Eco, Umberto, 141 Ecoli0157:H7, virus, 38-39ecologia, umana, urbana,scuola dell’, vedi Scuolasociologica di Chicago e-commerce, 56 “Economist(The)’’, 393 edicole, assenzadi, 20 edilizia popolare negliUsa, paragoni con Francia eInghilterra,238

Edison (Illinois), 411

Egan, John M., 203-204Egdahl, J.Lewis,215Egitto,78; piramidi in, 69, 151Eichelberger, Robert, 217Einseln, Alexander, 425Eisenhower,DwightD., 217,425 Eisenstadt, Abraham S.,354n elettive, cariche, 350-351 elettorale, accanimento,350-351. 370; assenteismonegliUsa,370-371 :metodo,e costruzione dellacommunity, 367-368; metodomaggioritario, sua tirannia,

366-367 elevatore di grano avapore, invenzione del(1842), 152 elezioni,presidenziali; (1896), 370;(1920), 215, 370; (1988),370; (1992), 351, 355;(2000), 351, 370; primarie,289;scuoladi,351

El-Haji Malik El-Shabaz,vedi Malcolm X Ellis, isola,413 El Rukns, gang, 334Emerson, Ralph Waldo, 100Empire State Building, 68empirismo inglese, 255

Engel, Ernst, coeffciente di,230,221

Engel, George, 191-192Engels, Friedrich,12,106,107,108, 149, 173,221, 226, 227n, 228, 230,235,248,393,431,433,439,442 Epstein, Barbara, 280nErie, canale, 53, 149;ferrovia,29;lago,53

esodo, e fondazionedegliUsa,78;

eopzioniExiteVoice,79esperimenti, nazisti sugli

stranieri, 304; nucleari dimassa negli Usa, vedinucleare Espionage Act(1917), 213-215 Essen(Germania), 197 Estonia,presidenziali,425eterogenesideifini,63;vediperversione,tesi della etnia/e, europee,vediwhiteethnics;

interesse a iscriversi auna, 421 etnica, cucina, 176-177Eurex,60

Europa, anacronismo traUsa e; 146, 148-149;

paragonitraUsae,21-22,25-26,27,28,29, 33, 37, 46, 71,76, 77, 80, 87, 91, 112, 128,142, 151, 219, 232-233, 336,351,358,365366

europei, immigrati, vediimmigrati; quando sonodiventati americani, 21, 409,431 Evangelisti, Valerio,328n,331n,435,440

Evanston (Illinois), 389,409,415,428Exxon,86

Fairbanks, Douglas, 147Falchi di Atlanta, squadra di

basket,336Falco Nero, 53 Falconi,

gang (Ch), 336 famiglia,valore della, 79; di emigraticome lumpen-multinazionale,415 Fanon, Franz, 328 Fard,Walli D„ 292-293 Faris,Robert E.L., 254, 258,337n,440

Farrakhan, Louis, 271,289, 290, 291. 293, 303 Fbi(Federai Bureau ofInvestigation), 377; nascitadel (1924), 148;

mobilitazione contro lePantere nere dell’, 324-327.329-330

Federal Reserve Act(1913), 148 Federico II diPrussia,218Feltrinelli,Carlo,435 Fenian Brotherhood,società irlandese, 166 FermiEnrico, 172n, 312n, 389Ferré,Léo,426

ferroviarie, compagnie,27-35, 42,54,140,149,196,202,204,274275,354, 429; cartello delle

(Gma), loro politica nelboicottaggio Pullman (1894),203206:eindustriadellegno,9596; eLandGrants, 32, 95ferrovie,24-36:porrannofinealle guerre, secondo i saint-simoniani,402 ferrovie, costifissi delle, 33-35:deregulation delle, 32; diproprietà privata, 28-29; egrande finanza, 32;fratellanze ferroviarie, 202; eguerre commerciali nell’800,30-31;Great Railroad Treaty

( 1885), 32n; incidentiferroviari, 30-31: e meat-packing, 42; monopoliostatale in Europa delle, 28;reti ferroviarie di Chicago,francese e italiana, 34; erobber barons (baroni ladri),31, 354; scartamento deibinari, 29; tariffe, 35-36;tempo ferroviario, 29-30;trasporto merci e passeggeri,33 Fha (Federal HousingAdministration), 136-140.317;suofunzionamento,136-

137; clausole segregazionistee criteri di classificazionedella,139Fiat,115

Field,Marshall,152,185,193, 197 Fielden, Samuel,188-194 Figli dei fiori, 79Figueroa, Raymond, 365Filadelfia,109,140,151,152,163, 184; borghesia di, 149;contratti con i musulmanineri, 290; convenzione di(1787), 150; convenzionerepubblicanadi(2000),315n-316n, 358; Guardiani dei

poveri di, 237; Macchinapolitica di (1902), 370; nord,288, 292, 293; tasso disegregazionea,318Filippini,Enrico, 82n filo spinato,invenzionedel(1873),152

"Final Call (The)”, 290"FinancialTimes(The)”,55nFiorato,Adelin,435

Firenze,146Fischer,Adolph, 191-192

fisco,localismofiscale:effettisulla struttura sociale, 319Fisk, James, 31, 186

Florence, hotel (PullmanTown),197,198Florida,88

fondamentalismo,carcerario, 343; cristiano,295-297; economico, 399-403: e interpretazioneletterale del messaggio, 297-298; islamico in Occidente,308; nero, 295-296,299,305-308; e numeri, 298-299; epositivismo, 297-302: escienza, 299-302 Foner,Philip S., 184n, 185n, 187n,190n, 205, 206, 440 Food

Stamps,241.339Foran,Tom383 Forbes, famiglia, 32Ford, Henry, 119-121. 195Ford, modello T, 40, 114,119-120 Forti, Marina, 435“Fortune”, 247 Foster Av.(Ch), 407 Foucault, Léon,141 Foucault, Michel, 105,308n,342,440

francesi, discendenti di,209,212Francia, 43, 65,80,168, 177, 191, 308;automobili in, 119-120; casepopolari in, 238; statalismo

in, 21, 433 Francoforte, 146;chiusura del parlamento(1849),158;scuoladi,301

Frankfurter,vedihotdogsFranklin,Benjamin,142,306fraternities, 348 Frayne,Hugh, 208 Frazer, Russell,193n, 440 Frazier, Franklin,262 Freeman, Richard, 392,392n Fremon, David Κ.,365n, 440 Fried, Albert,181n, 183n, 190n, 214n, 440Friedan, Betty,130-131, 440Friedman, Milton, 395-396

FriendsColony (NewDehli),145 Froines, John R., 382Frommer's Guide, 146-147,440frontiere,ladestraleaprenell’800, 163; la sinistra lechiude, 163; Eleanor Marxper la chiusura delle, 180Fulton, Robert, 29 Funston,Frederick, 216 futures,commercio dei, 50, 53-63.138, 270, 434; definizionedella merce futura, 56-60;degli attentati, 62, 62n; deibovini,5758;dei futures, 61;

d'inquinamento, 62-63. 396;degli indici di borsa, 60; dellegno, 58, 71; dei tassid'interesse e delle valute, 60;vedistandardizzazionefuturo,archeologia del, 27,430-431.433;nostalgiadel,150-151

Gabaccia, Donna, 177,440 Galena (Illinois), 196Galena and Chicago Union,ferrovia,34,54,149Gallino,Luciano, 225, 440 Gallup,sondaggio, 298 Galtieri,Leopoldo, 425 Gandhi,

MohandasKaramchand,321gang,129,260,330,333-

349: aprono filiali, 334-335;bianche, 286; carattericomunidelle:baseterritorialein un quartiere a bassissimoreddito,336-344:baseetnico-razziale,344-349:clubd’élitenelghetto,348;conformismodelle, 337-338, 347; edarwinismosociale,337-338;ed eroi greci, 349; fede nelsogno americano delle, 339-340; mito delle, 333-334;

imprenditori senza capitale,339-340; individualismodiffidente delle, 337;istituzione sostitutiva nelghetto, 337; lodate nei loroquartieri, 345-346: origine aNewYorkdelle (1840),335-336; prigione, accademiadella, 342-344: rapporto trapolizia e: guerra eparassitismo reciproco, 346-347; ribaltamento prospetticosulle, 347-348: significatooriginario della parola, 335;

sono società del terziario,340-341;

studi sociologici sulle,260,336,337

gang di Chicago,260,330,334,335, 348, 349,373; di Los Angeles, 330,334,340,348;diNewYork,336gangers,335

gangland,economiadella,340-341 Gangster Disciples,gang,334,335,347

Garaudy,Roger,el'IsIam,291-292 Garcia, Jesus, 365

Garner, Larry, 435 Gamer,Roberta, 435 Garreau, Joel,143, 440 Gary (Indiana),17,19,115,316,428 Gaiy,Joseph, 194 Gary Works ofU.S., acciaieria, 115 Gaza,striscia di, 425 Gee,Wilson,258n, 443 genealogia,sfrenata passione americanaper la, 421 General Motors,quartier generale della, 363Genova, manifestazione noglobal (2001), 179 geografiaumana, e logica del capitale,

34-35;rivoluzionedella,403.408-409 Georgia,97,134,279,282,293;migrazione nera dalla, 275German-America, 209-218.finedella,215-217;forzafinoal 1914 della, 210-211GermanHospitaldiChicago,210 German Relief and AidSociety, 166 Germania, 65,158, 183, 197, 211212, 215,217, 308, 409, 410;automobili in, 120; detenutiin,343;ePrimomaggio,192;

orientale,379GermaniaClub(Ch), 216 Gemer, Adolph,215 Gerusalemme, 22, 423gesuiti del Paraguay, 198ghetto, come mondomalthusiano, 337; teoria del,come colonia interna, 328,346 Giancana, Sam, 430Giannichedda, Maria Grazia,435Giap(VoNguyendetto),328Giappone, automobili in,120,120n;corruzionein,353,362; detenuti in, 342, 343giapponesi, reclusione di

massa dei (1942), 214, 217Ginevra, calvinismo a, 289;congresso della PrimaInternazionale di (1866), 184Ginsberg, Allen, 385Ginsburg, Douglass, 394giornalisti, rientrano neiranghi dopo le violenze diChicago

(1968), 386-387Giovanni, evangelista, 294,298 Girls’Friendly Society,169-170 giudici di Chicagocondannati per corruzione,

352 Giuliani, Rudolph, 368Glasgow (Scozia), 186Glenview, base aeronavale,377 Glidden, Joseph, 152Glouchestershire, fattori del,161Gma(GeneralManagers’Association), 203-204. 206Goethe, Johann Wolfgang,150, 440; St. (Ch), 210Gogol’, Nikolaj Vasil’evic,352 Gold Coast di Chicago,19, 313,380 Gompers,Samuel,180,180n,192,206,208; razzismo di, 285

Gosplan, 24-25 Gould, Jay,31, 184, 186 graffiti murali,312, 333 Graham, Taylor,287, 440 Grampp, WilliamD.,402, 440 Gran Bretagna,46,76-77,150,158, 308, 424;aristocrazia in, 21, 161, 433;automobili in, 119, 120n;case popolari in, 238; Islamin,308GrandCentralStation(Ch), 27, 90 Grand IllinoisStation (Ch), 430 Grandemigrazione, vedi neri GrandiLaghi,149,boschidei,9093;

loro scomparsa, 97, 103Grant, Hospital, 216; Park(Ch), 381, 382, 428 Grant,Ulysses, 196 grattacieli, 17,64-70. 73, 76, 157; comeastronavi, 66; comemeccanismi tecnologicicomplessi, 64-65; comemonumenti all’ego, 69; egerarchia delle città • Usa,147; e idea di città, 66;e organizzazione verticaledella società, 67; escalationtra,6768;invenzionedei,64-

65, 432 Greath Northern,ferrovia,202Grecia,150,177"GreekStar (The)", 166,174green card, 425 Green,William, 312 Green StoneChurch, 199 GreenwichVillage (New York), 257Gregory, Dick, 384Greyhound, autobus, 38gridiron, struttura a reticolodelle vie Usa, 125-126Grinnell, Julius, 191Grossman, James R., 268,275n,278n,280,282n,284n,

440 grugnito dell’universo,46,47,428guardianazionale,dell’Illinois, 188, 286, 287,377, 381; di California, 129;di Pennsylvania, 201“Guardian (The)”, 234nguerradelGolfo(1991),277,424Guerrafredda,329;vintadall’università di Chicago,388 guerra mondiale, Prima,e tedeschi negli Usa, 211-218,426; Prima, e GrandeMigrazione nera, 275;Seconda, e migrazione nera,

314guerre, effetti a distanza

delle, 275 Guevara, Ernesto"Che”, 327, 328Guggenheim, Daniel, 95Gulliver, 233 Guthrie,Woody, 223 Gutiérrez, Luis,365Guzik,Jack,172

Hague, Frank "I’m thelaw”,369Hagwood,JohnA.,210,212,215,216n,217,440Haley, Alex, 269n, 308-309,442 Halimi, Serge, 389n,398n, 440 Halsted St. (Ch),

152,219,220,429,435Hamas, gruppo, 423

hamburger,37-39;loronome,212 Hamilton, S.B., 73nHammond, George H., 48Hampton, Fred, 13, 324-328Hancock, John, 153 Hansen,Bernard, 365 Harding,Warren,215

Harlem (New York),108,281,341n HarleyDavidson, moto, 333-334“Harper’s Magazine", 171,206 Harrington, Michael,

245,440Harris,Brenda,324Harris, Louis, sondaggio,273n Harrison, Benjamin,174Harrison, CarterH., 188Harvard, università di, 147,276,281,364

Harvester International,vedi McCormick Hatcher,Jeffrey, 334 HausmannFriederike, 435 Haussmann,Georges,123Hawaii,210

Hayden, Tom, 327,382,383, 440 Hayek,Friedrich von, 393

Haymarket (Ch), 179, 430;affaire (1886), 179-194,203,206,207, 352; bomba a,188-189; caccia alle streghe,190; Inn, ristorantedell’hotelHilton, 381; martiri di, 179;loro esecuzione e funerali,192; loro riabilitazione, 193-194; processo di, 191; statuadi, 193 Hayner, Don, 152n,440 Heidegger, Martin, 422Hegel, Georg Wilhelm F.,107 Hemingway, Ernest, 90,147 Hennessy, David, 173

Herman, Emil, 215Herskovits,Melville J., 271nHewitt, Rai “Masai”, 329Hezbollah, 423, 424 Hhs(Health and HumanServices),237,237nHilliard,David,326,329Hilton,hotel(Ch),122,351,372,381,424Hinckley (Minnesota), 98hindi, complotto (1917), 212Hindle, Jane, 435 Hirsch,Barone, 170 Hirschman,Albert O., 78-79, 79, 140,227, 395, 441 Hitler, Adolf,

192 Hobbes, Thomas, 337,340, 441 hoboes, 223-224.segregazione razziale degli,224; truppe d’assaltodell’espansione americana,223

Hobohemia, 219-224.234,430; dalla classeoperaia allamarginalità, 230;ostilità verso, 234Hobsbawm,EricJ.,340,417,421,429,441

Hoch,Charles,219n,221,223n, 224n, 237, 240n, 435,

441 Hoffa, Jim, 373Hoffman, Abbie, 382Hoffman, Julius, 383Hofmeister,RudolfA.,211n,214n, 216n, 441 Holabird,William, 64 Holc (HomeOwners Loan Corporation),136, 137; criteri dell', 138Holiday Inn, motel, 351Hollywood, 305 Holmes,Viola, 315 Home Boy, vediMalcolm X homeless, 224,237-238. 239-240, 249-250.316n Homestead

(Pennsylvania), battaglia di(1892). 201 Homestead Act(1862), 125 Homewood(Illinois), 103 Honda, moto,334Hood, Fort (Texas), 377Hood, Robin, 371 Hoover,Herbert, 119,133-134,232Hoover, J. Edgar, 326, 329,330 Hoover, Larry, 334Hopper, Edward, 22horsecar, vedi tram a cavallihot dogs, 212 177 HotSprings (N. Carolina), 214Houston (Texas), 144

Howrath (Calcutta),pontedi,113Hubaret, night club, 372Huberman, Leo, 328 Hud(Housing and UrbanDevelopment), 85, 88, 237n,239 Hudson, fiume, 92Humboldt Park (Ch), 427Humphrey, Hubert, 372-373,378.381

Hutchinson, Charles, 153Hutton, Bobby, 326 HydePark, 389; KenwoodCommunity, 398; quartiereassediatodaighettineri,390;

sua gestione privata, 398hyphenated Americans, 211Ibm,grattacielo,68

Idaho, stato, 58, 97, 311identità, etnica elottizzazione,366;deibagels,177; svincolate dalla terrad'origine, 415-416;immaginate, 427; “perse eritrovate”, 295-296 ignoto,terroredel,esospettoversolostraniero, 385 Illinois,Central, ferrovia, 28,30,32,42, 163, 205, 275, 429;

fiume,53;Societàumanaperla prevenzione della crudeltàsugli animali dell', 46-47“Illinois Staats-Zeitung(Die)”, 164, 166,167,170,175, 211, 216 Illinois,stato, 50, 88, 90, 159, 185,186,188,194,202,211,216,281,282,287,324,329,377,392, 424; italiani in, 158;popolazione nera dell', 317;segregazione in, 274;UniversityatChicago,19,20,389, 407, 350n-351n

illuminazione artificiale,brevevittoriasullanotte,127-128 immigrati, 157-178,407-428: che tornano a casa perfare politica, 425-426: ecriminalità,vedicriminalità;eproprietà della casa, 74, 132,135; e socialismo, 180183:giornali degli, 166-167:restano "in linea" viatelefono,414;sporciziadegli,164,173;usaticomecrumiri,180,263162-164

immigrati, clandestini,

408; ondate di: asiatici, 408-409: europei 157-178:europei per nazionalità 157-159. latino-americani, 408-410: neri, 275, 314Immigration Commission,445 Immigration andNaturalization Service, 413n,446 immigrazione, causespecifiche dell’, 159-160:chiusura dell’, Johnson-ReedAct(1924),217;diminuisceilcosto del lavoro, 162; eassimilazione, 254-255, 426-

428: e navigazione avapore, 160-161; e trasportoaereo,412-414:nuovaondatadal 1980, 408; ragionsufficientedell',160-164

"InTheseTimes",20,43n"Independent (The)'', 234nIndia, 19, 212, 231;automobili in, 120; coloniesin, 145; sistema castale in,319-322.364Indiana,17,19,50, 115, 310 IndianaHarbor,canale,115 Indianapolis,326indiani, immigrati, 25

indianità senza Gange, 415individualismo, nascita inOccidente dell’, 322individuo, astratto e caste,323,397398; e automobile;118-121; e casa individuale,121; unico soggetto dellastoria per i Chicago boys,396-397 indocumentados,410 indolenza naturaledell’uomo, idea dell', 226-227. 240, 276 Indonesia,automobili in, 120;nazionalismo dell’, 417

industria, tendenzaaccentratrice dell’, 106:discograficanera,429

induzione secondoDewey, 251 infanzia, suadurata, 244; suatrasformazione nelle città,127 inferno sulla terra, per imusulmani neri, 293-294Inland Steel, acciaieria, 115inner cities, 104, 108,129,247-248, 273, 281, 303,305, 316, 328, 331, 336;mondo hobbesiano delle,

337-338 innocenza, deibambini, degli alberi e deglianimali, 98-99: dei suburbi,103-104, 117, 128; dellasocietà nei confronti dellapovertà, 248 inquinamento,mercato dell’ (vedi futures),62-63.396 integralismo, vedifondamentalismo

integrazione, modellofrancese dell', 426; tappedell’,251,254255

“International HeraldTribune (The)”, 352 Io,

costruzione dell’, 118-119;come struttura socialesecondoMead,252Iowa,20,34,50

Ira (Irish republicanArmy), 424 iraniani,immigrati, 408 Iraq, guerreall',290,387,424Irk,fiume,107 Irlanda, 158, 169, 410,424 irlandesi, 158-159, 173;boss della mala, 172;discendenti di, 209, e loroesodo verso i suburbi, 411;immigrate, perché tante

domestiche, 169-170:immigrati contro altriimmigrati, 165, 168;immigrati e appoggio all’Ira,424;emacchinapolitica,364;razzismo degli, 314 Irvine(California),425Isfahan,416

Islam, Fruit of, 290; inOccidente, 307-308: Nationof, 280, 289-311.435; nuovacentralità dell', 291-292:University of, 290 ispanici,dipendenti pubblici, 371;stranezza della categoria

ufficiale degli, 420-421ispezioni di mezzanotte(midnight raids), 240-241Israele, 134, 177, 295, 311,410 istruzione comeinvestimento redditizio, 392Italia, 80,91,158-159,169,174,177, 191, 208,222,310,353,364,

410, 413; automobili in,120, 120n; carcerati in, 248,343; Chiesa cattolica in,21,433; crisi diplomatica congli Usa (1891), 173-174;

impiegati statali in, 358-359“Italia (L’)", 165n, 166,168,174 italiani, 158-159.164.168,217; boss dellamala, 172; discendenti degli,209; loro esodo verso isuburbi, 411; ''doppiavita”degli, 176; neganol’esistenza della Mafia, 174;razzismodegli,314

italiani, immigrati, controgreci,166;delnordedelsud,168169, 171-172; linciaggiodi, 173-

174;percentualedidonne, 169;uccidonocrumirineri,283

italianità senzaMediterraneo, 415 Ithaca(New York), 95, 310 Iww(IndustriaiWorkersofthe

World), fondato aChicago(1905),207;processidi massa contro l’(1917-1919),214-215,330

JackintheBox,fastfood,38-39 Jackowo (Ch), 410,411Jackson,Jesse,268,282,289 Jackson, Jesse Jr., 282

Jackson,JohnB.,81Jackson,KennethT.,74,75n,79,86n,105, llOn, llln, 114n,115,119, 125n, 133-134,136n, 139n, 141, 238n, 260,441 Jacobson, Julius, 285n,441 Jacques il fatalista, 116Jaguar, auto, 341 Jahn,Helmut, 66 Jantz, Curt Paul,99n Jean-Jacques, navenegriera, 274 Jefferson,Thomas, 190, 306 JeffersonPark (Illinois), 411 JerseyCity (New Jersey), 369

Joffre, César-Joseph, suavisita a Chicago (1917), 212Johnson, Lyndon Baines,378,381;

eguerraallapovertà,229Johnson, Samuel “Dottor'',227, 241,276 Johnson-ReedAct (1924), 217 Johnston,Michael,354, 356, 361, 362,363,369,371,372,374,375,441 Jones, Tom, 125Josephson, Matthiew, 31n,441 “Journal of EconomicIssues”,396,442

“Journal of Law andEconomics”,396,439

Juan Fernändez, capredell’isola di, 226, 243, 338Justice, Department of, 272,343

KofL (Knights of Labor,Noble andHolyOrder), 192,207, 330; control’immigrazione, 163; eHaymarket, 183-188Kadanoff, Leo, 435Kahlistan,424

Kaiser Friedrich, società

di mutuo soccorso tedesco,216 Kaiserhof, hotel (Ch),216KaneCounty,186

Kansas City, 51, 147;mattatoi di, 51; congressonazionaledelleganga(1993),335; macchina politica di,357Kansas, fiume, 51 Kant,Immanuel, 391 Karamazov,Ivan,98;sognodi,115Katz,Michael B., 229, 237, 238,238n,248n,249,441Keiser,LincolnR., 349, 349nKelly,Edward J„ 313, 357, 430

Kenna, "Hinky Dink", 172Kennedy, aeroporto (NewYork), 413; autostrada (Ch),123, 378 Kennedy, Edward“Ted”, 378 Kennedy, JohnFitzgerald, 304n, 384; primopresidentecattolico,282

Kennedy, Robert Francis“Bob”, 378, 384 Kentucky,50, 134, 161 Kepel, Gilles,291n, 307-308, 441 Kethavi,Kim, 425 Keynes, JohnMaynard, 395, 395nKhomeini, Ruhollah,

ayatollah 292 kilt scozzese,invenzione del, 417 Kim IISung,329

King,MartinLuther,268,270, 314, 331, 379, 384; suauccisione (1968), 378; Drive(Ch),224,379

Kipling, Rudyard, 115Kippur, guerra del, 60, 76Klaveren, Jacob van, 354nKlinenberg, Eric, 11-12Know Nothing, partito dei(1849), 167, 355 Knox, Fort(Kentucky), 337 Kobas,

Linda Grace, 435 Koresh,David, 296 Kozubowski,Walter, 352, 364 Krueger,Walter, 217Krupp, famiglia,197Krystyniak,William,365Kuala Lumpur, 68, 417Kuwait, invasione del, 60Kyoto,trattatodi(1997),62

Labor Day,rivendicazione del, 184 LaBruyère, Jean de, 20, 441"Ladies' Home Journal”, 75La Guardia, Fiorello, 365laissez-faire, tempra il

carattere,402Lake Shore Drive (Ch),

17, 123 Lamaniti, tribùd'Israele in America, vediMormon Lamb’s Cafè (Ch),429,430LandGrants,32,95Landes, David S., 30n LasCasas, Bartolomé de, 99Lassalle, Ferdinand de, 182Latin King (gang), 334Latinos, immigrazione dei,410-411, ostilità verso i neri,411-412; vedi ispaniciLatrhop Homes (Ch), 144

Laurino, Anthony, 365 LaVergata Antonello, 226,226n,227,441

law and economies,gruppo di 394 Lazarsfeld,Paul, 262 Le Baron Jenney,William, 64-66 Lee, Spike,312 Leech,Harper, 49n, 441legname,industriadel,addettie fatturato negli Usa, 102;booming Companies, 96-97;finanziamento a credito dell',93; nei Grandi Laghi, suodeclino, 97 legname,

monopoli del, 95-96; BigThree, 96; commissioned’inchiesta sui(1906-1913),95,‘taglio del, come attivitàinvernale, 93-94; trasportodel, via acqua al disgelo, 94;ingorghi di tronchi sui fiumi,94;trasportoperferrovia,96-97 legno, come materiale dicostruzione, 70-71: consumodel (statistiche), 100-101Lehr und Wehr Verein,società di autodifesasocialista,183Leibniz,Georg

Wilhelm,159-160,441Leisure World (Arizona),

città privata, 143 Leland,Windsor, 44, 152 Lemont(Illinois), scontri di (1885),185

Lenin, Nikolaj (Ulianov,Vladimir Il’ic detto), 306,329, 423 Levi, Carlo, 115Levitt, villette, 135 Lewis,John L., 285 Lewis, Oscar,244-245.253,330,441Leyden,Charles,44

libanesi, integralisti, 423,

424 Libby, McNeil andLibby, 43 libertà, ambiguitàdella, 162, 403;appropriazione da partedell’ideologia del “libero”mercato della, 401-402;presunzionedi,310;riservataalle classi benestanti, 118Libertà, Alba della, festaanarchica,183,417

Liberty, Cabbage, 212;Steak, vedi hamburgerLichtenstein, Roy, 22Lilliput,isoladi,233Lincoln,

Abraham,186,196,281;Av. (Ch), 410, 427

Lincoln, Eric, 293 LincolnPark,23,380,382,407;

scontri a (1968), 381Lindberg, Richard C., 165,172n,441

Lindsey, Almont, 196n,197n,199,202,205,206,441Lingg, Luis, 191-192Lingotto (Torino) fabbrica,115 Lippmann, Walter, 353Little Italy (Ch), 257; comeenclave,415;LittleTuscania,

222Lituania,410loansharks (usurai), 339,

341 Lombroso, Cesare, 173,243 London FemaleEmigration Society, 169Londra, 18,32,183; City di,56; coppie miste a, 271;esposizione universale di(1851),152;folladi,nell'800,108; houseless di, 221; retemetropolitanadi,compratadaYerkes(1901),112

Long Island MotorParkway, prima autostrada

(1911), 122 Loop (Ch). 111.112,410Lorena,213

LosAngeles,20,31,144,146,147,148,150,220,326,327, 407, 434; contratti di,con i musulmani neri, 290;destino della scienza a, 300;gang di, 330, 334-335, 338,340, 345, 346, 348; risciò apedalea,117;segregazionea,318; sommossa di (1992),129,286,411-412

“Los Angeles Times(The)”, 148, 302n, 434,434n;

rubrica astrologica del, 301-302,437 lottizzazione, criterietnici, 364-366 Louisiana,209, 293; boschi della, 97;linciaggio di italiani in(1891), 173-174; migrazionedalla, 275, 429 Lovell, Ann,435 Lowe, David, 430nLowndes County (Alabama)Freedom Organization, 326"Loxias”,165

Loyola University (Ch),389 Lubiana, 424 Lucas,Corinne,435Lugano,181

Luebke, Frederick C.,213n,442Lukas,J.Anthony,384n,442 lumberbarons, 95lumbermen (imprenditori dellegname), 96; nomadi delcapitale,97

lumpencapitalista,impresa, 333, 341, 342, 344,369 lumpenproletarato, comeclassegenerale,329,341lunapark, 112, 127 Lynch, leggedi,190

MacArthur,Douglas, 217maccarthismo, 329 macchina

politica, 350-76·. sua baseetnica 363-368; suoclientelismo, 357-360; suacorruzione leggendaria, 369;benefattrice, 371-372, opiovra? 356, prodottomoderno, 356, o retaggiofeudale? 360-363;conservatorismo della, 376;definizionediParkdella,356;disinnesca conflitti sociali,374; disprezzo dei capitalistiper la, 369; e decentramentofederale 360; e gang, 368-

369; e immigrati, 363-364;elargisce pubblici impieghi,359-360; e piccola borghesianera,371;imprenditoresenzacapitali, 368; lotta allacorruzione della, erestringimento del diritto divoto, 369-371 macchinapoliticadiChicago,de-

mocratica,357,372-375:esuo insediamento sindacale,373; repubblicana, 357macellatrice meccanica,invenzione della, 44

macellazione, campionatonazionale di (1869), 44Madison, James, 150, 442Madrzyk, John, 365 Mafia,negazionedellasuaesistenza,174 Mafchinot, Beth, 435maggio1968,scontripariginidel,386

maggioranza, tiranniadella, 366367; ecomposizioneetnica,367-368

magia, definizione della,300-301 MagnificentMile(Ch), 19,122,236, 312,

380Mailer,Norman,372-373,

378, 442 Main Line, canale,149 Maistre, Joseph de, 140Majerczyk, Aloysiouks, 365Major,John,234

malattia delle patate edemigrazione dall’Irlanda,158-159,169MalcolmLittle,vediMalcolmXMalcolmX,268,269,270,274,289, 292,294,299,328,329,331,442;apostolato di, presso imusulmani neri, 293;

austerità di, 292; cambia lastoriografia nera, 295; e le"diavolesse dagli occhiazzurri”,271\ e l’odore delledonnebianche,321;nomidi,308-311: omicidio di, 291;sullevisieredeiberretti,312

Malcomson, Scott L.,270,332, 442 Maldifassi,Giulia, 435Malesia, 68, 417Malinowski, Bronislav, 55,442 Malis, centricommerciali, 26, 103, 259,397

Malthus, Robert, 227;povertà secondo, 226, 227,250, 250n Manchester, 106,107,108;nell’800paragonataconChicagodi ieri,106-107,edi oggi, 433; scuolaeconomica di, e riduzionedella spesa pubblica, 393-394; e fede nel mercatoapportatore di pace, 394; eparagoneconiChicagoboys,393 "Manchester Guardian(The)”, 235 MandalCommission (India), 320

Mangione, Ornella, 435Manhattan (New York), 67,69, 257 mani pulite exenofobia, 369 “manifesto(il)", 185n Manobianca,società italiana, 174Manonera, vedi Mafiamanufactured homes, vedimobile homes Mao Zedong,328Maometto,289

marcia dei poveri aChicago(1884),185

margarina, invenzionedella, 43 marginale, uomo,

253; come figura più libera,256 marginalità, 165 MariaAntonietta,11,239Marsiglia,paragonataaChicago,157

Marx, Eleanor Aveling,180 Marx, Karl, 106n, 134,149, 180, 180n, 306, 329,394,413,423,431, 439, 442Marzullo, Vito, 365 Mason,Perry, 325 Massachusetts,208, 229, 229n; Institute ofTechnology(Mit),147

Massey,DouglasS., 317,318,415,442

massoneria, 183; loggetedesche di Chicago, 216;secondo Malcolm X, 299;partito anti, 355; tempio diChicago, 65 Masters, EdgarLee, 430 Matisse, Henri, 22mattatoi, vedi Stock YardsMaxwell, James Clerck, 302Maxwell St. (Ch), 19, 234McCarty, Eugene G., 378,381McCormick,CyrusHall,152,172n, 186; Place, 153McCormick, Cyrus n, 186McCormick Harvesting

Machine Co., 114,152;scioperidel1916,284;serrata(1885-1886),186-188

McCourt,Kathleen,315n,445 McDonald’s, fast food,37,39,51,82,339,340;allaMecca, 407; nascita di(1959), 22 McGovern,George S., 378 McKenzie,Evan, 144, 144n, 442McKenzie, Roderick D.,252n, 443 McLaughlin,Gerald,365McNamee,Tom,152n, 440 Mead, Frank S.,

297n, 442Mead, George H.,concezione dell’io di, 252-253 Mead, Lawrence, 248nmeat-packers,ricorronocomecrumiri agli immigratieuropei,163;aineri,283-284meat-packing, 37-38:aumento della produttivitànel, 46; carne in scatola,invenzione della, 43; deimaiali, 40-41; e animalisti,46-47; e disassembly line,4047: e divisione del lavoro,45; e forza di gravità, 44; e

influsso sugli allevatorieuropei, 161; refrigerazioneartificiale e camionfrigorifero, 50-51; einvenzionedelfrigorifero,50;refrigerazione con ghiaccionaturale, 48-49 Mecca, La,292, 294, 303, 309, 407Medellin, cartello di, 340Medicaid, 233 Melbourne,184, 416 Melrose Park(Illinois), 411 melting pot,fiducia sociologica nel, 254-255;impazzito,176Memphis

(Tennessee), 26, 429,macchina politica di, 357;omicidio di King a, 378Mendelssohn-Bartoldy,Felix,291 Menominee, fiume(Wisconsin), 94 mercato,391-403: del lavoro, suagerarchia e disprezzo etnico,169: della politica, 355: fedenel, 399-400, nelle sue virtùpalingenetiche, 402:istituzione più sovversivadella storia, 412; legge del,come legge di natura, 261:

legge del, e mito dellatrasparenza polìtica, 369;sistema di, sua vittorianell'impossessarsi dellalibertà, 401-402: unica fontedi razionalità, 392-393MercedesBenz,auto,341

Merton, Robert Κ., 262,362messicani,176,209,409,414; immigrati a Pilsen, 410Messico,76

metafore naturali: cittàcomeclinica,252;evoluzionedellespeciecittà,66-67,258;

in Auguste Comte, 261; lacorruzione dei corpi politici,353-354; patologie urbane,256 Miami, 31, 144, 353,372, 373n Michigan, Lago,17-18. 27, 35, 53,60,157,193,274,286,289,292,307,380,407,423,428,429,432; penisola, 90, 97; stato,39, 88, 90, 95, 97, 98,segregazione in, 307Michigan Av. (Ch), 19, 188;scontri sulla, 381 MichiganCentral, ferrovia, 196

Michigan-Illinois, canale, 53,93, 106, 149 Michoacàn(Messico), 415 Midwest, 9,35, 209, 434 Mies van derRohe,Ludwig,65-66,267

mietitrice meccanica,invenzione della, (1847),152,430 migliore dei mondipossibili,tesidel,140

migrare,nuovosignificatodel,412416

migrazioni, antiche, dipopoli, 165; circolari, sognodelle, 426; moderne: partono

individui, arrivano popoli,166, 412; nuove: tv, telefonoe, 412-415; aereo e nuove,412-413; non integrazionedellenuove,426-427;turismoe nuove, 413-414:stratificazioni a Chicagodelle,409410

Miles,Jack,411-412,442Milite Ignoto,monumentoal,e nazionalismi moderni, 4271848, inEuropa e negliUsa,149 Miller, Davey, 172Miller, Edythe S., 396,399-

400,442Miller,William,296Million, Man March (1995),289;

Family March (2000),289 Milwaukee, 17, 114Milwaukee Av. (Ch), 192,410

Minneapolis, 259, 334;università di, 147-148Minnesota,88,92,94,95,97,98,334,378

Mississippi, fiume,53,93,149; Delta del, suapovertà, 249; bacino del, 41,

53, 93, 151n; stato, 97, 383;migrazioneneradal,275,429

Missouri,fiume,53;stato,90,351Mitchell,Arthur,282Mitchell, John, 207 mito,costruzionedel,261Moberg,David, 357n, 360,365,434,435,442

mobile homes, 83-89;campidi,8586;cattivanomeadelle, 87 ; costo delle, 86;definizione ufficiale di, 84;dimensioni delle, 83, 85, 88;e standardizzazione, 85-86;

residentidelle: età, e reddito,86-88; soluzione arcaica allamobilità, 84 mobilità, dellamano d’opera, 162;residenziale, 77-83: e libertà,78;statisticheUsa,77;Usaainizio ’900, 220-221modernità, puzza della, aChicago,432

“Monde diplomatique(Le)”,389n,440

Montagne Rocciose, 34Montana,stato,34,50,58,74Montand, Yves, 426

Montréal,60Moon, reverendo, setta

del, 332,346moral majority,291 Moran, George “Bugs”,172 Moretti, Franco, 124,435-436, 442 MorganGuaranty Trust, 95 MorganPierpoint, 32, 32n Mormon,profeta, 295; chiesa, 295296,332 Moroni, angelo, 295Morris, Charles, 261 Morris,William,191Morton,Samuel"Nails", 172 moschea, n. 1(Detroit)deimusulmanineri,

292;n.2(Ch),289.293Mosely, "spedizione"

(1902),433Moses,Robert,esventramentodelBronx,123,123n

MosqueFoundation(Ch),424 Most, Johann, 183,190motor homes, e nomadismodei vecchi, 88-89 MountGreenwood (Illinois), 411Moynihan, Daniel, 245Muhammad,AbdulAziz,291Muhammad, Ali, 292Muhammad,Elijah,289,292-

293. 294, 296, 299-300Muhammad, W. Deen, 293Mulroney, Thomas, 44Mumford, Lewis, 104, 106,128, 398, 443 Murray,Charles, 395, 395n Murray,George, 328 musica,privatizzazione del suoascolto, 397 Muskegon,fiume (Michigan), 97“Muslim Journal”, 423musulmani, emigrati, 407musulmanineri,268,289-311: conio del termine (1960),

293;contrattidivigilanzaconle città, 290; convention dei,290; cosmogonia dei, 294:dottrina, 293-294: dottrina:sua subalternità econtrappasso, 307; dottrina eretorica del numero, 299;islamismo cristianizzato dei,307:modelloperimusulmaniemigratiinEuropa,308

mutui, 86, 134, 135-4:cancellazione durante lagrande crisi dei, 135; criteriper l’Fha dei, 139; garantiti

dallo stato, 136-137;rimborso dei, incita alrazzismo, 139 Myrdal,Gunnar, 268,271,278-279,281,284,285,307,319,393,418,443

Myskin, Lev Nikolajevii,l’idiota,125

Naacp (NationalAssociation for theAdvancement of ColoredPeople), 325, 335 Nader,Ralph, 355 Nadotti, Anna,436 Nardulli, Michael, 365

Nash, Pat, 352, 357 Nash,Tom, 352 "Nation (The)”,424n Nation of Islam,antisemitismodella,280,289,291;suastoria,292-293;vedimusulmani neri natives, 319,incredibile aumento tra il1960 e il 1990 dei, 421navigazione,avapore:tariffe,160161; a vela nell’800, 109nazionalità, considerateinnate, 416-417; multiple diappartenenza, 424-426nazionalismo, 416-423:

“risvegli” del, 417; perMarxe Lenin, 423; Usasovrapposto a quello etnico,177-178 Nazioni Unite, 274,425Nebraska,20,34,51,174Neebe,Oskar,191.194Nelli,Humbert S., 171n, 174, 443Nelson,BruceC.,180n,182,443 nera, borghesia,263,279,281,316, 318;famiglia, 262, 273; Mesedella storia, 274, 277 nere,crollo delle speranze, 268;migrazionidalsuddegliUsa,

274-275. 314: schiavestuprate dai padroni bianchi,271neri,267-332.ascendentibianchi dei (statistiche), 270-271; crumiri, 283-285:detenuti, 272, 344; e NewDeal, 282; matrimoni misti,loro rarità, 271-272: ghetti(vedi inner cities), 312-323;mortalità infantile dei, 272;nonsonoquasimaineri,270-271; ossessionati dalproblema nero, 279; perchénon furono sostituiti nei

campi di cotone, 161-162;perchénonsirivoltano?,273;peso dei, nella macchinapolitica e miseria dei ghetti,375; pregiudizi sui: loro"infantilismo”, 99, 275-276;loro "indolenza”, 248, 275-276;loroqi“piùbasso”,276;sotto la soglia di povertà,273;speranzadivitadei,272;urbanizzazione dei, 275;vecchi immigrati contro inuovi, 278; vittime diomicidi, 272 nero,

conservatorismo, 277-278: èbello, 417; impraticabilità diun partito politico, 321;maschio, sua "aggressività”,279; mito dello “stupratore”,271; problema, 268-274.279.285: e paragone conla questione femminile, 278-279:eparagonecongliebrei,280-281; separatismo, 281 ;sostegnoairepubblicani,281-282 Neurath, Otto, 261Nevada, 58; test atomici nel,305NewDeal,134;emobile

homes, 86; e assistenzasociale, 233: e concorsipubblici,359;esegregazione,139-140:esuburbanizzazionedell'America, 135-139:cambia la macchina politica,372; nuovo blocco storicoincludente i neri, 282 NewDehli, 145 New England, 29NewHaven,326

“New Left Review(The)”, 402, 437 “NewMajority (The)”, 287 NewOrleans, 32, 93, 151, 429;

linciaggio di italiani a (1890),173-174

New York, stato, 95;governatori, 368; nomi dicittà, 310 New YorkAssociationforImprovingtheConditionofthePoor,229

New York Central,ferrovia,204NewYorkCity,20,35,36,48,49,51,53,59,112,123,126,144,163,171,175,195,218,220,225,251,257,276,281,304,326,336,338, 345, 413, 434; alleanza

finanziaria di Chicago con,32; borghesia di, 147149;Borsa, 61; carrozzelle, 117;cavalli, 114: crack house,340-341 : criminalità, 171;deli,177; fuga dei benestantinell’800 da, 108; grattacieli,68-69; gridiron, introduzionedel (1811), 125; impero di,150; irlandesi a, 169;macchinapoliticainventataa,356;manifestazionidel1886,188; metropolitana, 112;popolazione nera, 275 ;

portoricani a, 244; rivalitàcon Boston, 148149;sfondamenti,123;trama

cavalli,109;sindaci,365,368; uscendo da, 259 “NewYork Daily Tribune (The)",394

"New York Review ofBooks(The)",340n

NewYorkSocietyforthePrévention of Pauperism,225, 247 “New York Sun”,199 “New York Times(The)", 62n, 148, 188, 189,

194, 202, 203, 204, 206,232n, 274n, 290n, 291n,293n, 304n, 325, 327, 335n,382, 387, 423n, 425, 434Newberry Av. (Ch), 153;biblioteca, 153,436Newberry, Oliver, 152Newberry, Walter, 152“Newsweek”, 276, 334nNewton, Huey P., 326-332Newton, Isaac, leggi di, 261Niarchos, Stavros S., 29Nietzsche, Friedrich, piantodi, 9899, 99n, 114 Nikkei,

indice, 60 Nimitz, ChesterWilliam,217Nixon,Richard,60, 305, 325, 327, 375, 376,377, 384 Nkrumah, FrancioKwame, 332 Nnoberavez,famiglia, 436 Nobel, premidell’University of Chicago,20, 389, 392, 393, 394, 395,398

nomi,di luoghi,309-310;delle cittadine Usa, 310-311;di Malcolm X, 308-309,312;tedeschi nel 1918, 215-216nominare, potenza del, 56-

59.216, 269-270. 309-311.419-422. 432; e sistemacastale, 319; furianominatrice degli statunitensiepresunzionedi libertà,310-311 ; furia nominatrice diColombo, 309-310; eideologia secondo Althusser,309; le razze e le etnie, 418-420; le specie viventi e ivegetali, 5859; produrrerealtà nominandola; la“razza”nera,269-270

Norimberga,21

NorthCarolina,423North Chicago Street

Railway,111NorthernPacific,ferrovia,

28,96,354Northwestern, ferrovia,

28, 32 “NorthwesternLumbermen”, 91Northwestern University aEvanston, 389 Norwood(Illinois), 411 Novak, Kim,146

Nozick,Robert,227,394,399, 443 nucleare/i,

esperimenti di massa suicivili, 304-305, e scarsereazioni alle rivelazioni su,305; turismo, 305 numero,della Bestia (666), 299, 302;di Avogadro (6xl023), 302;retorica del, 298-299 Nyden,Philip,315n,445

Oak Park (Illinois), 411Oakland,ePanterenere,326-327,332;ghettodi, 331OakRidge (Tennessee),laboratorio,86

obesi, bambini, 37; neri,273 “Observer (The)”, 235“Occident (The)”, 170Occidente,ideadi,409Ochs,Phil, 385 O’Connor, Patrick,365O’Connor,Richard,210,217, 443 O’Donnell,capitano,187Offe,Claus,36,36n, 443 Oglethorpe, Fort(Tennessee), 214 O’Hare,aeroporto (Ch), 27, 377,378,413 Ohio, fiume, 149,201Ohio, stato, 40, 88, 259,310,328;

elezioni in un anno nell’,350 Olanda, 191 Oldenburg,Claes, 219 Olney, Richard,204 Omaha (Nebraska), 20,30,34,51;

linciaggio di greci a(1909), 174 Omb (Office ofManagement and Budget),419 Onassis, Aristotele, 28-29 one-drop-rule, 270. 418operai americani, comemangiavano bene, 433, 433noperaie americane, comeerano eleganti, 433 Orbach,

Jerome,365ordini religiosi come

corporations,362-363Organized Trades and

Labor Unions, 184 Oriente,invenzioneeuropeadell’,417

origine, nostalgia per Γ,422 orologio e treni, 29-30Orsi,Alessandra,436Osuch,M.,171

otto ore, movimento perle, 180, 184-185. 187-188: eHaymarket, 188-190. suasconfitta,192

Pacyga, Dominio A.,197n,443Pakistan,425

Palace Garden, dancing(Ch), 267 palestinesi UsafinanzianoHamas,423

Palmer, Potter, 152, 383Palombo, Antonella, 436PanAm,grattacielo,68Panic,Milan,425Pantera,la(1990),327Pantere,biancheegrige,327 Pantere nere. 268.324-332.346,383, 386,430;attacchi contro la polizia,327-328;attacchidipoliziae

Fbicontro le,326-327:causavinta contro il governo Usa(13 anni dopo), 32É; comegang finale rivoluzionaria,330331; come movimento,330-331; eliminazione fisicadelle,326-327; e processo diChicago, 382-383; (curioso)marxismo delle, 328-329;organizzazione e titolionorifici, 329;spettacolarizzazione dellapolitica,327;terzomondismo,328 Papandreu Andreas, 425

Paraguay, vedi gesuitiparcheggio, nelle città Usa,122 Paretsky, Sara, 236,236n,443Parigi,18,60,146,175,181,192,251,312,365,414, 416, 427; barricate a(1848), 149; Comune di(1871),183,417;coppiemistea, 271; metropolitana, 112pariginità senza Senna, 415Parisi,Giorgio,436

Park, Robert E.,165,252,253, 254, 255, 256,257,258,260,261,356,360-

361,368,443Parker,Charlie,147 Parker, John D., 153Parlato, Valentino, 436Parsons,Albert,13,185.188-192.385

Parsons, Albert Jr., 188Parsons,LucyGonzales,185,188,385

Parsons, Lulu, 188Parsons, Talcott, 262partiti/o, impraticabilità delterzo negli Usa, 355;Macchina dei, 357; nellecostituzioni europee, 355,

355n Parton, James, 45, 74-75,150,157,226, 276,430,443 Pataki, George, 368Patmo, isola, 294 Patterson,W.R.,224n

Pattillo McCoy, Mary,263, 316, 318n, 443Pawnshops, 219-220. 224,337 Paxton, hotel (Ch), 236,239 Peking, dancing (Ch),267 Pendergast, Thomas J.,357Penelopesuburbana,132Pennsylvania, 201Pennsylvania, ferrovia, 140

pensioni di guerra Usa emacchina politicarepubblicana,359Pentagono,62People’sParty,215Peoria(Illinois), 51, 324 Pericle,366-367Perot,Ross,355

perversione, tesi della,140. 141, 227, 395 Peshtigo(Wisconsin), 98 PetronasTowers(KualaLumpur),68

Pewakee (Wisconsin), 49Phoenix, 143, 144pianificazione e ferrovie, 24-25 piano regolatore, vedi

zoningpiazza,privatizzazionedella,sostituitadaiMalis,397Picasso, Pablo, 22 PiccolaOdessa, enclave, 415 Pierce,Bessie Louise, 108n, 163n,165n,171n,443

Pilsen (Ch), 186, 187;barrio,410,415

Pinkerton,Allan,186-187Pinkerton,NationalDetectiveAgency, 31, 186-187; inazione a Homestead (1892),201 Pinkerton, Robert, 187Pinkerton,William, 187 pino

bianco, 92, 95, 157, 430Pinochet Ugarte, Augusto,388 Pintor, Luigi, 436Pinzón, Martin AlonsoYafiez, 310 Piper, H. Beam,149 Pittsburgh(Pennsylvania),30,109,184;contratti con i musulmanineri, 290; piattaformaanarchica di (1883), 190Piven,FrancesFox,240-241,356n, 357, 358, 360n, 370n,440 Plan (The), teoria del,303.303-304, 338, 384

pogrom,159Point du Sable, Jean-

Baptiste, 274 polacchi,immigrati, 158,159; bambini,108; cattolici disprezzati daicattoliciirlandesi,168;controgli ucraini, 166; a Jackowo,410,411;nuovi,408,410

poligamia/poliandria,diacronica e sincronica, 426PolishNationalAlliance,171politica, 350-376. criterietnici della, 364-366; comemercato e partiti come

imprenditori politici, 355-358: corruzione, vedicorruzione; lotta per ledefinizioni della, 363. 401-402 "Politica ed economia”,371, 444 Politically Correct(Pc),280.280n,423,425

politici, emigranodall'America, 425-426·.impoliticità degli apparati,360 politico, asimmettria trapotere del denaro e potere,369; fede nel metodo, edisprezzo per i politici, 352-

353: localismo, 360;oligopolio, 355 polizia, dellafelicità, 308; nei ghetti comeforza d’invasione, 129, 346;privata,144-145,397,399

polizia di Chicago,corrotta, 352353:lottizzazione della, 364, 373;squadra rossa, 186, 192Polonia, 211, 379,410;esododalla, 158, 168; presidenzialiin, 425 pony-express in bici,248 Poor Laws, 226n;commissione sulle (1833),

227-228, 227n Porkopolis,40-41 Porsche, auto, 341Portelli, Alessandro, 295,436, 443 positivismo, eintegralismo religioso, 297-302: e fondamentalismoeconomico, 399-400: esociologia Usa, 262; emetafora naturale, 242-243,261;neo,261

poveri, colpevoli dellapropria povertà, 243;disciplinamentodei,240-241;immeritevoli (vedi

underclass), 229, 243;meritevoli,229;glihomeless,237; gli sfortunati, 243 ;numerodei,negliUsacambiasecondo le definizioni, 231-232; un milione di, aChicago, 237 povertà, 219-250: cause della: pigrizia,226-227; vizio eintemperanza, 237; causedella,neldarwinismosociale,243; come catastrofenaturale, 238; come delitto(vedi underclass), 228, 243,

248;concezionemalthu-sianadella, 226, 250; coscienzadella propria, 412 povertà,cultura della, 244-245: comerisposta alla pressioneambientale, 244; teoria della:con intenti di sinistra, 244,ma usata dalla destra, 245-246 povertà, e capre diTownsend, 226. 243, 338; edisoccupazione, 247-248; intv,412;nondovrebbeesisterenegli Usa, 225226; rurale,249; soglia della, e

coefficiente di Engels, 230-232 Powderly, Terence V.,187, 208 Powell, Colin, 277Powers, Johnny "de Pow”,172Prado,Teresa,436Praga,Esposizione internazionale diigieneefarmacia(1896),197;manifestazione no global a(2000), 179; Primavera di(1968), 379Praga in Illinois,benvenuti a, vediConvenzione democratica diChicago(1968)pragmatismo,e induzione, 251; filosofia

dell'ottimismo democratico,255-256 "Prensa de SanDiego(La)”,411-2,421

Presidential Towers (Ch),219, 234 “Prevention”, 273nprigione, 248,342-344: comerito di passaggio nelle innercities, 344; liste d'attesa perla, 344; popolazionecarceraria Usa, 342-343:paragonedeicarceratitraUsaealtripaesi,248,342-343

"Przebudzenie”, 168pubblicitàdigestiveinEuropa

e negli Usa, 37 pubblico,considerato più inefficientedel privato, 393, 400, 401;discreditodel,118-119PublicEnemy (gruppo rap), 291Puchinsky, Roman, 365Pulaski Rd. (Ch), 410Pulitzer, premi, 20 Pullman,boicottaggio (1894), 180,195-208.283; operai iscrittiall’Aru, 202; l’esercitointerviene, scontri aChicago,205;Washingtonappoggia lecompagnie feroviarie, 204-

205 Pullman, GeorgeMortimer, 29,185, 193. 195-196.197.198.199.

primari, gruppi, 360Primomaggio,festadel,192,417; nascita del, 179;manifestazione a Chicago(1867), 185 Primo maggio1886, 185, 188 privacy,costruzione della, 118,124,397

privato, dilatazione del,124-125, 397,432; governoprivato, 143-145: include

ormai parti di mondanità,397: ingloba la sferapubblica, 145; viaggiarecomeatto,124,397processodiChicago(1969),382-383

Procter&Gamble, 355"Progressive (The)", 144n,442 proibizionismo exenofobia, 167 "Proletarier(Der)”, 181 Proposition 13,319

Pullmann, homo novuspullmaniano, 198-199PullmanCompany,107,114,

196-201. 203; dividendi,salari e licenziamenti (1893),200-201; sciopero del 1894,194,201,202-203. 206, 377;scioperi del 1916, 284PullmanTown,195-200.202,207; monopolio filantropico,199;utopiadisciplinare,197-199: investimento redditizio,199-200

Pullman,vagoneletto,29,195-197. 203; ultimo (1981),207 puzza, pregiudiziorazzialedella,321;dellecittà,

432Qi (quoziente

d’intelligenza), 276QuadrangleClub(Ch),388

proprietà privata dellacasa, 133-145. 199, 222;crescita della, con il NewDeal, 135-136; disciplina ilavoratori, 140-141; esegregazione razziale, 138-140; sua precarietà, 141-143;suo valore terapeutico, 133-134; se l’Io diventa il Mio,79-80,141

Provident Institution forSavings (Boston), 140provincialismo cosmopolita,175,

434Prussia,218QuakerOats,52'48,motidel (1848),149,

158,159,181’48ini,158,181Quartiere

Latino (Parigi), 386 Quattroluglio, 184, 205; descrizionidel, 407-409, 428 Québec,ostriche del, 177 Quincy,Josiah, 229, 232, 234

Qureshi,Moheen,425Rabbat, Basile G., 31n

raceriot, 166,285, di EastSt.Louis (1917), 285-286, 287;in26

cittàUsanel1919,287;diChicago(1919),18,285-288:sue ragioni, 286-287; diChicago (1968) per la mortedi Martin Luther King, 378-379; di Los Angeles (1992),129,286,411-412

Radical Book Store, 214Randolph, hotel (Ch), 216;

St.,179Ranger,Terence,417Rapture,297

Raskolnikov,unsognodi,114Rast,Joel,357,374,443razze, definizione neicensimenti delle, 269-270.418-421

Roma,69,312,366,427;antica, 105, 149-150, 151,322; carrozzelle di, 117;giochi per strada a, 127;provincialismo di, 175;repubblica romana (1848),149; sette colli di, 150

romanticismo etnico, 418Roosevelt, Franklin Delano,133,134,135,139,222,233,282,317,359,372Roosevelt,Theodore, 95 RooseveltUniversity (Ch), 389 Root,JohnW„64,65Roper,HughTrevor, 417 Rosenberg,Nathan,57,109,443

razzismo, e mercatoedilizio, 138-139: e mercatodel lavoro, 163-170, 283-285"Reader” (Ch. FreeWeekly),360n Reagan, Ronald, 39,

229,240,291,328,394reaganismo,haaumentato

gli homeless, 240; haaccresciuto l’assistenzastatale, 242; ha cancerizzatola società, 342; ha gonfiatogliimpiegatipubblici,359;haimpoverito la classe media,87; e leghismo, 319 Reavis,Logan, 151 Recessione, del1873-1878,180; del 1882-1886, 180, 185-186; del1892-1896, 180, 200-202Regenstein, Joseph,

biblioteca,403.436Reichstag, 183 Rein,

Martin, 231n, 443Rembrandt, HarmenszoonVanRiin,128

Rousseau, Jean-Jacques,99,227,274

Rowsome, Frank, 110n,444RoyalBench,hotel(Ch),236Royko,Mike,325n,356,366,373,379,383,410, 444Rubin, Jerry, 382, 384n, 386Ruef,Abe356

Rush, Bobby Lee, 324-

325,326,329 russi, immigrati,158-159Russia, 63, 76, 170,191,422;detenutiin,343rustbelt,195

Ryan, Dan, autostradaurbana(Ch),123,179

Sacco, Nicola, 181Sacirbey, Mohammad, 425Sacramento (California), 328Sade, Donatien-Alphonse-François de, 228, 444Saginaw, fiume (Michigan),97Said,EdwardW.,417,444

Renchaw, Patrick, 215n,

443repubblichemarinare,24,148ricchezza,vistaintv,412Rice, Condoleezza, 277Richardson, Henry Hobson,64 Riley, Fort (Kansas), 377River Forest (Illinois), 411Riverside (Illinois), 112, 411Riverwoods (Illinois), 103rivoluzione conservatrice,422 Robertson, Larry, 326-327Robinson, Solon, 74, 81Rockefeller, famiglia, 68Rockefeller,JohnD.,33n,95,389RockwellSt.(Ch),410

St.Louis,26,30,44,151,210, 214, 287,351; CentralStationdi,26;chieseluteranedi, 210; competizione conChicago, 149; East,18,188,293; riots di, 286,287; segregazione a, 318;tedeschi a, 216 "St. LouisPost-Duspatch(The)”,334n

saint-simoniani, 402Salina, Fabrizio di, 357 Salt,Titus, 197 Saltaire(Inghilterra), 197 SanFrancisco,

20,74,177,220,416; “impero”di,150;macchinapoliticadi,356-357;Panterenerea,326;università di, 147-148 SanJuan (Portorico), 244n SanLorenzo, fiume, 92 SanPatrizio, parata di, 209-210,373

San Pietro, basilica(Roma), 69 San Pietroburgo,306SanValentino,massacrodi (Chicago 1929), 172Sanchez Jankowski, Martin,334n, 337, 338, 340, 344,

345, 348n, 349, 368, 444sangue nei mattatoi, 44-45Santa Alleanza, 149 SantaAna(California),144

proposta dei voucherscolastici,396

scuola architettonica diChicago,64-66.430

scuola economica diChicago, 388-403. 432;antìkeynesismo della, 395;assediata dai ghetti,398-399:ha vinto la Guerra fredda?,388; integralismo liberista

della, 398; perché l’opinionepubblica è stata convertitadalla, 401-403: raccomandaquel che fa finta didescrivere, 396-397;riduzionismo utilitaristicodella,392-395

Santa Barbara(California),89SantaFe,35

SantaMaria, chiesa (Ch),72 Sao Paulo, 60 Sarcelles(Parigi), 312, 416 Sartre,Jean-Paul, 293-294 Sassen,Saskia,434,436,444Satana,

vedi Malcolm X, nomi diSatchel, Ronald, 324, 329Satchell, Rochelle, 315scandali sessuali, 376 scatolanera, metodo della, 303Schaak,Michael J., 192, 193SchillerSt.(Ch),210Schiltz,Marie-Ange, 436Schivelbusch, Wolfgang, 21,29n,30n,77,127,127n,431,436,444

Schlosser, Eric, 37n, 444Schneider, Erik, 436 Schor,Juliet B., 132, 142, 444

Schumpeter, Joseph Alois,396,397,431,444

scuola sociologica diChicago, 66, 251-263. 389,432;curiositàpertinacedella,252; declino della, 262;disorganizzazione socialesecondo la, 254-256. 257,260, 262, 333; ottimismodella, 256, 262; le quattrotappedell’assimilazione,254-255; storie di vita, tecnicadelle,253-254

Seale, Bobby, 326,329,

331; al processo di Chicago(1969),329,383

Sears & Roebuck,grattacielo(Ch),27,68

Seattle, 220;manifestazione no global(1999),179

Seeger,Pete,385segregazione, abitativa,

138-140. 274, 316-318:scolastica, 274; sindacale,284-285; urbana especializzazione dellefunzioni,257-260

Schwab, Michael, 191.194 "Scientific American",31n, 48 Scienza, fede nellamagiadella,300-301

scioperi, 180, 185-188,201-207, 283-284, 285, 287scoiattoli,diLincolnPark,23Scollay Sq. (Boston), 220scozzesi, 209, 417 scuola,pubblica Usa: effettidevastanti del localismofiscale, 318-319; maestra difallimento, 342, 390; privataUsa: suo risvolto di

eccellenza,390-391Selva Nera (Germania),

422 selvaggio, tema del“buon”, 99, 227 Sen,Amartya, 371, 444 Senegai,307

Sennett, Richard, 313-314,318,444 senso, problemadel,297.310-311,427-428

serbidiChicagovolontarinella guerra bosniaca, 424setolatrice, macchina, 44-45Settimo giorno, Chiesa del,296-297Seul,426

sfasatura temporale traEuropa e America, 148-149.151-152

Shabaz, tribù nera di,294,309,311 Shaw, Bernard,191 Shaw, Clifford, 253shelters, e controllo suglihomeless, 239-240 Shenan,Michael, 365 Sheridan Av.(Ch), 193, 427SheridanFort(Illinois), 377, 382;costruzione di, 193; inviodelle truppe a Chicago da(1894),205-207

Sheridan, Philip H., 193,197, 383 Sherman Act(1890), 204 Shin Beth, 423shopping-bag ladies, 249Siena,duomodi,68

SocialSecurity,231,240-242: Act (1935), 233;Building (Ch), 219socialismo americano eimmigrati, 180-183. 214“Socialist (The)’’, 182, 185Socialist Party (Sp),fondazione (1897), 207;iscritti immigrati, 181,214;

opposizioneallaPrimaguerramondialeepiattaformadiSt.Louis (1917), 214;repressione del governocontro il (1917-1919), 214-215soggettodellastoria,118,322, 397 sogno americano,20, 385; e villettaunifamililare, 132,135, 316,317:nelghetto,339-341

sikh, 424, 425 Sill, Fort(Oklahoma), 377 Simmel,Georg, 256 Simpson, O.J.,312 Sinclair, Upton, 28, 43,

46,51,52,214,444sindacalismo americano,

sua debolezza, 207-208, 285sindacalisti italiani e Usaricompensati con carichestatali, 208 sindacato delcrimine,172Singapore,60

single, nascita dei/delle,222 singolare, dal plurale al,172-173,253-254Sion, città,296 éiva Nataraja, danza di,428 Skandinavian ReliefSociety, 166 Skerret, Ellen,197n, 443 Skid Row, 220,

222-223. 247: bonifica delle,234, 238; e alcolismo, 237;neradiChicago,224SkinnerSawyers, June, 172n, 187n,194n,444Slawson,John,253

Sóliz, Juan, 365sollevazioni operaie, 207Solone,150

Somalia, marines in(1992),129,422

Sombart,Werner,21, 22,27, 31, 177, 207-208, 298-299, 322, 350, 350n, 353,355, 358, 361, 433, 445

sororities,348SouthCottageGroveAv.

(Ch), 289 South Main St.(Los Angeles), 220 SouthSide (Ch), 195,284,286,289,314,316,318,339,386,428SouthernPacific, ferrovia,96sovietici (ex) immigrati, 408sovraspeso, americano, 142Sowell, Thomas, 246 “SozialDemokraten”, 214 Spaatz,Carl, 217 Spagna, 150, 191Sparta,150,366

spazio, identità tra s.

geografico,socialeepolitico,260,366;sdoppiamentodello,415

Slayton, Robert A., 41n,46, 135n, 219n, 221, 222n,223n,224n,240n,278n,441,444 Smith, Adam, 141; estatistica degli egoismi, 354,393-394, 445 Smith, Bessie,429 Smith, Carl S., 146nSmith, Joseph, 295 Sncc(Student Nonviolent Coordi-natingCommittee),331snowbirds,88

Snyder, Mary Gail, 144,144n,438

Sperkles, Klaus, 210Spielberg, Steven, 83 Spies,August, 188-189, 191-192SpoonRiver,cimiterodi,430Spring Valley (Illinois), 283Springfield (Illinois), 196SqualidiSanDiego, squadradi hockey, 336 Squires,Gregory D., 315n, 445 Sro(Single room occupancy)hôtels, 236-239:incendiabilità degli, 236;

smantellamento e tariffedegli, 238-239; indipendenzanegli, 238 Stagolee,fuorileggenero,332Standard& Poor’s 500 Index, 60Standard Oil Co., 33nstandardizzazione, deglianimaliedeivegetali,57-59:dell'abitare,74,81-82.83;delcibo, dei sapori e odori, 39,52,432; delle mobile homes,85; del tempo, 10; einnovazione, 57; potenzadella, 57 State St. (Ch), 224,

239,267,315,428cadicidei,103;innocenza

dei, 104, 129; sempreidentici,81-82

Sudafrica, 425 Sullivan,Louis, 64, 65 "Sun (The)”,108 Sun City (Arizona), 143Superior, Lago, 88; St. (Ch),428 “Survey (The)”, 287n,440 Sutherland, Edwin, 253Suttles,GeraldD., 176, 336,445 svedesi e tedeschi, 166Sweezy, Paul, 328 Sweitzer,RobertA.,212

Stati uniti, alimentazionenegli, 37-38,407-408;automobili negli, 119-120.126; e padri fondatori, 306;eredi degli antichi imperi,150; impiegati statali negli,358-359: paese metafisico,427-428; senso del numeronegli, 298; sistema castalenegli, 319-323: terrapromessadelcapitalismo,22,68,322,353

stato, minimo, 227;ultraminimo,399

Stauben, FrederikW.A.H.F.von,monumentoa,218Stead,WilliamT.,111n,113-114.115,161,196n,198-199, 445 Steinberg, Stephen,158n,161,162n,170n,171n,245, 263, 275-276,418, 445Stettino,422

Stevenson, Adlai,autostrada urbana (Ch), 123Stigler, George, 388, 401Stock Yards (Ch). 41-47.65.90.161, 286; declinodelle, 51; paragone con il

Colosseo, 151 Stonequist,Everett,253

Swift,GustavusF.,48-49,50,185,193,284,287Swift,Johnatan, 233 "Swoboda”,166 Syracusa (New York),310

Taagepera, Rein, 425Tacoma(Washington),38,39Tallin, 425 tamil, 416, 419,424 Tamilnet, rete, 424Tammany Hall, macchinapolitica di New York, 356,361Tannenbaum,Frank,285

tartan, invenzione del, 417Tarzan,146-147

tassonomia discontinua,dei viventi, 58; delle areeresidenziali, 138-139; dellemobile homes, 88; dellapovertà,229-230;dellerazze,269-270,420Taylor,GrahamR., 116 Taylor, Robert,Homes (Ch), 239, 267, 315-316.319,390,398,430

teamsters, 113, 283, 373tecnologie, le vecchieresistonocontrolenuove,109

storia, riscrittura della,295Stover,JohnF.,29n,30n,33n, 445 Straccamore,MariaConcetta, 436 studentesco,movimento europeo (anni’60),292suburbi,17,20,25-26, 82, 103-105. 110, 115-117. 119, 121-122, 126-130;“alla crema”, 317; e misticafemminile, 130-132: ebambini, 104, 127-128; epaura degli estranei, 128;nomi ar-tedeschi, immigrati,209-218: capitalisti, 210;

controimmigratiitaliani,164.166; forti prima del 1914,assentidopoil1918,209-211; giornali degli, 216;internamento degli (1917-1918), 214-215; socialisti,181;LagerBeerRiots(1855),167 telefoni cellulari, 125,303 Temple University, 134tempo ferroviario e privato,29-30

Tennessee Valley, 282teosofica, società, 113 Terzomondo, miseria del, come

spettacolo tv, 412 Testa,Anna Maria, 436 tet,Capodanno buddista, 209,432;

offensiva del (1968), 378texani, indisciplina dei, 302Texas, 88, 210, 296, 370,377;longhorndel,34,35,50Thanksgiving, festa del, 184Thatcher, Margaret, 192Third St. (San Francisco),220 Thomas, Clarence, 277Thomas Theodor Orchestra(“Chicago Simphony”), 210,

216Thomas,WilliamI.,252,253; sua espulsionedall’università, 257Thompson,EdwardP.,59-60,445Thompson,WilliamHale(Bill "Big”), 212, 282, 287,357,365 tramacavalli,109-110 tram elettrico, 110-117tramps, 223-224. 252trasporto pubblico, cittadiniUsa non collegati dal, 122Trevor-Rope, Hugh, 417Trianon, dancing (Ch), 429,430 tribù “perse e ritrovate”,

295, 311 Trudeau, PierreElliot, 425 Truman, Harry,304n tuareg senza Sahara,415-416 Tucidide, 366-367Tucker, Irwin St. John, 215turisti negli Usa e immigraticlandestini, 413n. 413-414Tuttle,WilliamM. Jr., 283n,285n,286n,287,445tv,324,401; e 1968, 378-379, 381,384, 386-387: eprivatizzazione del cinema,397;ecortocircuitodilussoemiseria,412

Thomson, Graeme, 436Thoreau, HenryD.,98,99,100,103, 401, 445Thorne, William, 180nThrasher, Frédéric M., 260,261,336-337Throop,Joseph,153Thurow,Lester,306,445Tigri bianche, gang, 336“Time”, 246-247, 280-281,334n,335n

Titanic, naufragio del(1912), 113 Tlemcen(Algeria), 416 Tocqueville,AlexisChérelde,80,99,273.

366, 367, 408, 445 Todorov,Tzvetan, 309-310, 445Toledo (Ohio), 30 “ToledoBlade (The)”, 194 21stCentury Vote, 347 TwinTowers,69;vedi11settembreTyminski, Stanislaw, 425Tyson,Mike,292

Uaw (United AutoWorkers), 325 Ulisse, 132,310 Ulster, guerriglia nell’,424 underclass, 246-250.336; nascita del termine

(1977), 246; stime dell’, 24911settembre(2001),69,290,423,435Unilever,355

UnionLeaguediChicago,193 Union Pacific, ferrovia,30 Unione Sovietica (Urss),85, 179, 214, 306, 379, 387,388

Tom,zio,275Tonello,Fabrizio,436Tor Bella Monaca

(Roma),312Torino(Italia),99,115Tornabuoni, Lietta, 384n,

436Toronto,44,60Torrio,John,172Townsend, Andrew

Jacke, 212n, 214n, 445Townsend, Joseph,226, 227,228, 338, 445 Townsend,Peter, 231n, 445 tradizione,invenzione della, 417 Train,Arthur,171

United HebrewsCharities, 166 United StatesSteel, 283 universali,problemadegli,59,270-271

University of Chicago,20,251.388-403: bibliotechedell’,389,403;poliziaprivatadell', 388-389, 399;dipendenti e fatturato, 391-392; docenti e studenti, 389;descrizione dell’, 388,403;eccellenza dell’, 388-390;fortino assediato dai ghettineri, 390, 398; come“monastero”,402;Press,389;rette dell’, e loro funzioneideologica, 391-392 UrbanLeague, 268 “Us News and

World Report”, 247 “UsaToday”,409

Utah, 28,214; stato deimormoni, 296 utile, suariduzione a profitto, 393utopia come fantascienza,301Utrillo,Maurice,22

Vancouver, sikh a, 424;risciò a pedale a, 117Vanderbilt, Cornelius, 31,186 Vanderbilt, William Κ.,122 “Vanity Fair”, 353Vanzetti, Bartolomeo, 181Varsavia,Pattodi,379,387

Wade, Louise Carroll,41n, 44, 50n, 107,108, 135n,163n,446Wade,RichardC.,364, 446 Waiden(Massachusetts), 99, 401nWalesa Lech, 425 Walker,Edwin, 204Walker, rapportosui fatti di Chicago (1968),380,381,384,446walkman,125

Wall Street (New York),55, 60n “Wall Street Journal(The)”, 261, 262, 335n, 434Wallis,AllanD.,81,84,85n,

86n,88n,446WarIndustriesBoard, 208 Warner, Stewart,fabbrica(Ch),144,430

Venezia, 17; commerciodelledroghedi,340Veterans'Administration,136Vianello,Fernando, 436 Vice Lords,gang, 330,334,349,427Vietnam, guerra del, 329,377, 378, 379, 381; effettiviUsa, 379; missioni aeree,morti e feriti Usa, 382;offensiva del tet, 378;paragone con il ghetto, 328,

346vietnamiti, immigrati,

209, 408, 409, 410, 432Villani,Giovanni,146villettaunifamiliare, 17, 82, 128;aspirazione massima dellavita,20,26,132,133;debitoper la, 137; ecementificazione, 128-129;incendiabilità della, 76;prezzomediodella,86,137

Warshanski Vic, 236Washington, Booker T., 270,277 Washington, George,

306, 380; Società dibeneficienza, 216Washington,Harold,13,282,339,365;biblioteca(Ch),436Washington,stato,38,39,58,97,215

Washington D.C., città,208, 217, 282, 289; governodi, 134, 204, 304, 402;governodi,nell’800,148

“WashingtonPost(The)”,388 Watergate, scandalo(1972-1974), 375-376Waters,Muddy, 13Watkins,

Susan,436Weber,Max,142,142n-143n,323,446

Webster, Ben, 147Weiner,Lee,383

Vipere Egiziane, gang(Ch), 336 Vishwa HinduParishad,424Vittoria,regina,152 Volga, tedeschi del, 422Voltaire (Arouet, FrançoisMarie, detto), 140, 363VonsCo.,supermercati,39,89voticome merce e risorsa nelmercato politico, 355. 363Vrdoliak,Edward,365

Wacker Drive (Ch), 55Waco(Texas),185;avventistidi, 296Wacquant, Loïc J.D.,303,336-337,339,344n,390,433,446

Weinstein, James, 20,208n, 213, 215n, 436, 446Weissmüller, Johnny, 146welfare,guerracontroil,229;come "stato pastore”, 308;effetti "perversi" del, 395;vedi Social Security eassistenza“Welt(Die)”,382

West Madison St. (Ch),

219,220,224,234,236WestMonroe St. (Ch), 324 WestNewton Slough (Minnesota),94

Western Av. (Ch), 409.410 Westinghouse, George,210

Westmoreland, William,379, 383 Weyerhaeuser,Frederick, 95-97.210 whiteethnies, 138, 398, 418, 430;conservatorismo dei, 384-385;ecittàferroviaria,108;emacchina politica, 362-368:

gang di, contro i neri, 314;identità e ostilità reciprocadei,366;pesodeivarigruppi,209 Whiteman, Paul, 147Whitman, Walt, 133, 134Whitney, Eli, 152 Wilde,Oscar, 191 Will, George F.,388n

Wisconsin,17,30,48,49,50,88,90, 92, 94,95,96, 97, 98, 151,210WolfLake (Ch), 195 “WorldPolicy Journal", 357 WorldTrade Center, 69, 290, 423

Wright, Frank Lloyd, 64Wright, Lawrence, 270n,420n Württemberg, 158Wyoming,58,102

Yakub, 294-295. 296,299-300, 301, 302, 307, 308,418 Yellowstone, parco di(Wyoming),102

Williams, Edward, 286Williams, Michael, 9ln, 95,100, 101n, 446 Wilson,Charles, 152n Wilson, Gee,258, 443Wilson, James, 393Wilson, William J., 43

Wilson, William Julius, 247,247n, 248, 262, 446Wilson,Woodrow,119,213;controla"spregevole feccia del sudd’Europa”, 168, 178, 256“Wilson Quarterly (The)”, 3In Winters, Spurgeon Jake,327

Yerkes, Charles Tyson,111-112. 118, 186 Yesler,Henry, 220 Yippies, attivistidello Youth InternationalParty, 380, 382, 386Youngstown (Ohio), 259

Yucatan,421Yugoslavia, guerra

nell’ex,424Zangara, Giuseppe, 372

Zanzibar, hotel (Ch), 236,239 zen, ideologia, 362Znaniecki, Florian, 253zoning,260

Indice

PrefazionediMikeDavisParteprima1.ArrivoaChicagoland2.Ibinarideldomani

3. La matematicaapplicataalmaiale

4.Comprareilfuturo5. Una raschiatina al

cielo6.Lavillettavolante7.Minieredilegname8.Iltramdelprogresso9.Paradisidiperiferia10. La fede smuove

anchelebancheLa metacittà (1):

metropoliimperiali

Parteseconda1. Nel crogiolo la

maioneseimpazzisce2.AddioChicagobella3. Lotta di classe in

vagoneletto4. Quando i

francofortesi divennero caniroventi

5. Nella capitale diHobohemia

6. Alla mensa dellanatura

La metacittà (2): un

disordinecosìavvincenteParteterza1. Bronzeville: la fine

dellasperanza2. Allah sul Lago

Michigan3. Cabrini-Green,dove

c’erailparadiso4.Ilcoloredeifelini5. Eroi greci e

lumpencapitalisti6. Negli ingranaggi

dellaMacchina7.PragainIllinoisLa metacittà (3): i

missionari del mercatoassediatiaFortScience

Epilogo:Mareeumane,di

nuovoP.S. Un blues ancora, e

poi...BibliografiaIndice delle persone, dei

luoghi, dei periodici e degliargomenti

top related