coma valutare la posizione
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COME VALUTARE LA POSIZIONE
di Christian Salerno 1
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L'autore
Prima di iniziare col farti leggere questo
ebook, voglio dire due parole su di me.
Mi chiamo Christian Salerno, ho 21 anni
e sono un grande appassionato di
scacchi. Non mi reputo un esperto perchè
non lo sono e c'è gente molto più com-
petente ed esperta di me nel settore. Però studio e gioco spesso anche
in tornei validi per la FSI (Federazione Scacchistica Italiana) ottenendo tal-
volta anche buoni risultati.
Nell' ultimo torneo che ho disputato (si parla di un anno fa perchè que-
sto anno sono dovuto stare fermo dall' agonismo per vari motivi), sono
arrivato quinto, battendo un Candidato Maestro, pareggiando con un
altro Candidato, e battendo una prima nazionale.
Quest' anno parteciperò attivamente ai tornei tramite la tessera agonisti-
ca effettuata al club di scacchi di Gallarate, e spero in dei passaggi di
categoria che mi portino sino al livello di prima nazionale.
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PrefazioneIl problema maggiore in una partita di scacchi, è quello di saper capire
cosa sta succedendo sulla scacchiera. Ovvero bisogna saper valutare la
posizione in maniera oggettiva.
E' infatti l'errore commesso più frequentemente, quello di sopravvalutare
le proprie possibilità per sventare così attacchi prematuri che si
rivelano poi troppo azzardati.
Può accadere però anche il procedimento inverso, ovvero quello di sotto-
valutare troppo la propria posizione e non agire quando era il momento
di farlo. Agire prematuramente e non agire al momento propizio, hanno
la stessa gravità.
Ecco perchè insisto sul fatto che bisogna guardare bene prima di com-
piere una determinata mossa.
In questo ebook quindi impareremo a visionare meglio la scacchiera, gu-
ardandola da una prospettiva oggettiva e non solo attraverso i nostri
pensieri al momento soggettivi.
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Capire il vantaggio
Prima di muovere qualsiasi pezzo devi fare un resoconto dei tuoi vantag-
gi e quelli dell' avversario. Per esempio, cerca di capire qual'è il tuo pun-
to forte in quella determinata situazione. Cerca di capire invece qual'è la
forza del tuo avversario e cerca di capire cosa può fare di dannoso nei
tuoi confronti.
Ecco, una delle strategie di pensiero più sottovalutata è sicuramente la
profilassi. Questa consiste nel prevedere e prevenire le mosse dell'avver-
sario attraverso delle giuste precauzioni.
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Infatti non bisogna sempre giocare secondo i nostri piani, ma talvolta è
anche opportuno giocare secondo i piani dell' avversario.
Sai, ci sono alcune mosse che non puoi permettere che vengano giocate
dall'avversario. Quando ti rendi conto di questo, allora devi cercare il
modo per impedirglielo. Facendolo, assumi un gioco profilattico.
Tuttavia, non bisogna nemmeno abbondare di profilassi, altrimenti si può
finire per giocare troppo passivamente, spaventandosi per nulla per ogni
mossa fatta dall'avversario.
Se quindi ti trovi in una posizione buona, non devi forzare troppo gli e-
venti, ma devi giocare di profilassi, impedendo ogni possibilità di contro-
gioco da parte del tuo avversario.
Se sei in vantaggio, di materiale o di posizione, hai l'obbligo di
attaccare. Infatti negli scacchi funziona così. Quando un giocatore attacca,
l'altro si difende e quando uno si difende, l'altro attacca. Perciò se sei in
vantaggio hai tutto il diritto di attaccare. Il problema è capire quando ti
trovi in un vantaggio reale e non fantasma.
Per assicurarci di non tralasciare alcun tipo di concetto, voglio riprendere
brevemente quali sono i vantaggi che si possono avere sulla scacchiera.
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I vantaggi si dividono in due categorie: i vantaggi permanenti e i vantag-
gi temporanei.
Partiamo con l'esaminare i primi. I vantaggi permanenti, sono ovviamente
quelli che contano di più e sono:
• Vantaggio di materiale• Vantaggio di spazio• Controllo di colonne, traverse e diagonali• Forte centro di pedoni• L'avversario ha il Re al centro• L'avversario ha dei pedoni deboli• L'avversario ha delle case deboli
Questi erano i principali vantaggi permanenti. Ora invece diamo un'occhi-
ata a quelli temporanei:
• Cattiva posizione di un pezzo avversario• Mancanza di armonia nello schieramento avversario• Vantaggio di sviluppo
Questi vantaggi sono temporanei perchè possono variare da un momento
all'altro e quindi non si possono definire vantaggi concreti da poter tener
in considerazione sempre, anche nei calcoli futuri della posizione.
Secondo Steinitz, il primo grande e vero teorico, il vantaggio è unico, op-
pure una somma di piccoli vantaggi. Egli inoltre consiglia di arrivare alla
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vittoria continuando ad accumulare piccoli vantaggi temporanei nella posizione cercando di convertirli, con l'andare delle mosse, in vantaggi
permanenti.
Questa “regola” appena enunciata, è soprattutto valida per quei giocato-
ri dal carattere posizionale, che non giocano di strategia ma bensì di
posizione (che è il tipo di partite che preferisco dopo quelle estremamen-
te tattiche).
Per comprendere meglio la posizione e capire i vantaggi propri e quelli
dell'avversario, andremo ad esaminare ad uno ad uno i vantaggi elencati
sopra, e grazie a questi potremmo poi fare i conti per vedere quale dei
due schieramenti è quello che possiede maggior vantaggio e quale
possiederà maggiori debolezze.
Ovviamente se il risultato è positivo verso il nostro schieramento, siamo
“obbligati” a condurre un attacco verso l' esercito nemico.
Analizziamo quindi qui di seguito i vantaggi permanenti.
Vantaggio di materiale
Si ha il vantaggio di materiale quando un giocatore ha più pezzi in gioco
rispetto l'avversario.
Tuttavia quest' affermazione non è del tutto corretta perchè due giocatori
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possono avere anche lo stesso numero di pezzi sulla scacchiera però uno
di loro può essere in svantaggio di materiale. Com'è possibile questo?
E' possibile in quel caso in cui uno dei due giocatori abbia più valore
sulla scacchiera. Che cosa intendo per valore?
Se un giocatore ha il Re e 3 pedoni e l'altro ha il Re e 3 Regine, sicura-
mente , nonostante i giocatori hanno la stessa quantità di pezzi in gioco,
è in vantaggio quello che ha le 3 Regine e sai perchè? Perchè non conta
solo la quantità dei pezzi ma anche e soprattutto la qualità.
Le 3 Donne hanno sicuramente più libertà di movimento rispetto i 3
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pedoni Bianchi, percui il Nero, nonostante ha lo stesso numero di pezzi
in gioco, è in vantaggio.
Questo vantaggio però non è ritenuto come vantaggio basato sulla quan-
tità ma bensì sulla qualità dei pezzi in gioco. Infatti le Donne sono quali-
tativamente più forti dei pedoni per il loro valore intrinseco.
Per valore intrinseco di un pezzo si intende quel valore numerico che è
stato assegnato secondo la teoria ad ogni pezzo. Grazie a questa scala,
leggermente variabile da testo a testo, puoi notare come i pezzi non
hanno fra di loro tutti lo stesso valore, ma ognuno vale di più o meno
in base alle proprie capacità di attacco e di difesa.
Analizziamo ora i valori di questi pezzi in una scala decimale partendo
dal pezzo di minor valore (pedone), fino ad andare da quello di maggior
valore (Donna) .
• Pedone = 1• Cavallo = 3• Alfiere = 3,25• Torre = 5• Donna = 9
Ovviamente nella graduatoria manca il Re che non ha valore dato che
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è il pezzo più importanti al fine del gioco (ma non ai sensi di
movimento. Credo che se gli si dovesse dare un punteggio per il
movimento, gli sarebbe aspettato un 2 o 2,5).
I valori riportati nello schema di sopra sono valori di massima e da
prendere con le pinze. Per esempio, alcuni testi indicano il valore del ca-
vallo e dell' alfiere pressapoco uguali e il valore della torre 6 anziché 5,
così scambiando 2 pezzi leggeri per una torre, si otterrebbe una parità
anziché una perdita.
Come ho già detto altre volte sul Blog (http://www.mattoscacco.com/ ) , il
valore assegnato dalla teoria è un valore che dipende dalla posizione dei
pezzi. Per esempio, dando un' occhiata a questo diagramma, potrai nota-
re l'importanza di questo pedone.
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Analizziamo la situazione: il bianco ha un Re e un pedone per un totale
di 1 punto. Il Nero invece ha Re, pedone, Alfiere e Cavallo per un tota-
le di 7,25 punti. Secondo la nostra tabella è in netto vantaggio il nero,
Tuttavia il pedone del Bianco nonostante abbiamo detto che valga 1, in
questa posizione vale molto di più. Infatti fra due mosse andrà a promo-
zione, potendo così diventare Regina.
Nessun pezzo Nero riuscirà a fermare l'avanzata di quel pedone perchè
dopo c6-c7 ormai il pedone è andato ed è da considerare praticamente
una Donna a tutti gli effetti.
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Quindi il vantaggio in quella posizione non è del Nero, ma del bianco!
Un principiante non lo direbbe ma è così..l'ago della bilancia tende verso
il Bianco.
Per maggiori chiarimenti, ti consiglio di dare un'occhiata a questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=E7k2IBKwe00
Vantaggio di spazio
Sicuramente è un altro dei vantaggi più devastanti anche se ultimamente
con gli scacchi ipermoderni questa teoria sta andando a farsi friggere.
Il vantaggio di avere spazio sulla scacchiera è e rimane pur sempre un
vantaggio poco discutibile. Infatti, avere spazio consente manovre agiate,
consente un maggior controllo della partita, consente ai pezzi di avere
più possibilità di movimento, consente di avere l'iniziativa più facilmente,
e consente di comprimere lo schieramento avversario fino a fargli manca-
re le mosse utili da fare.
Controllare più spazio aiuta a poter trovare più facilmente una posizione
migliore per i propri pezzi, ma non solo. Aiuta anche a creare maggior
problemi all' avversario che è a corto di spazio.
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Quando i pedoni avanzano sorretti dai proprio pezzi, si viene a creare
un' avanzata potentissima che raramente si riesce ad affrontare uscendone
indenni.
Qui di seguito ti voglio proporre un esempio. In questo diagramma ve-
dremo come il Bianco, col solo vantaggio di spazio, riesce anche a cre-
arsi un vantaggio di materiale.
In questo senso potremmo dire che i vantaggi sono un po' tutti la con-
seguenza degli altri.
Ecco il diagramma :
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In questo diagramma il Bianco ha un chiaro vantaggio di spazio.
Il Bianco infatti è riuscito a spingere i propri pedoni centrali verso la
metà scacchiera e riesce ad occupare con quei pedoni le case: b5-c5-d5-
e5-f5 e con l'Alfiere anche g5. Potremmo dire a priori che il vantaggio
del Bianco è evidente. Tuttavia ora lo concretizziamo attraverso la mossa:
pedone e4-e5!
Grazie a questa mossa il Bianco è riuscito a sfruttare un' inchiodatura da-
ta dal proprio pedone avanzato. Il Nero non può difendersi in alcun mo-
do da questa mossa e così è costretto a perdere il Cavallo.
Il Bianco quindi ha sfruttato la posizione avanzata dei suoi pedoni e
quindi il suo controllo di spazio per poter inchiodare il cavallo avversario,
cosa che non avrebbe mai potuto fare se i pedoni fossero nella terza
traversa (anziché essere nella quarta).
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Controllo di colonne, traverse e diagonali
Sicuramente una grande importanza e vantaggio lo ricoprono il controllo
di alcuni settori della scacchiera. Per esempio, controllare una determina-
ta colonna aperta o semiaperta in apertura può significare molto, così
come quando si tratta di traverse o diagonali.
Solitamente si vede poco combattere per le traverse, tranne quando le
torri si contendono la settima e l'ottava traversa. Infatti, è considerato un
vero e proprio vantaggio, avere una propria torre posizionata in settima
traversa. Ecco qui di seguito un esempio:
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Questo è un esempio di come il nero abbia un vantaggio avendo sola-
mente il controllo della settima traversa. Infatti grazie a questo può:
• Creare attacchi trasversali su f2 , g2 e h2• Minacciare di guadagnare un pedone con Ta2• Avere più libertà di movimento rispetto l'avversario.
Il nero infatti inchioda il pedone f7 poiché questo non può essere mosso
altrimenti le torri entrano in g2 o h2. Inoltre c'è la minaccia di guada-
gnare un pedone attraverso la mossa Ta2 Txa2 Tza2 (tuttavia se il Bianco
sta fermo non accade nulla).
Il Re nero ha sicuramente più libertà d'azione rispetto a quello Bianco
che è segregato nell'angolino e può dirigersi tranquillamente sull'ala di
Donna attraverso f5-e5-d4-c3 ecc..
Anche il controllo delle diagonali è molto importante e spesso viene sot-
tovalutato. Le diagonali sono uno dei punti di partenza per un attacco
sull'ala di Re.
Infatti quando il Re è arroccato, i pedoni dell'arrocco sono uno spuntino
succulento da parte degli alfieri, proprio come in questo diagramma:
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Come puoi vedere il Bianco ha gli Alfieri d3 e c3 che puntano diretta-
mente ed indirettamente sui pedoni h7 e g7. Infatti ora si può effettuare
una classica manovra tattica . Ovvero quella di cambiare l'Alfiere in c3
con il Cavallo f6 per poter così andare a catturare tranquillamente il pe-
done in h7 con scacco.
Capita spesso perciò di mettere sulla stessa linea di attacco ( e questa a-
zione è denominata batteria ) la Donna e l'Alfiere, in modo da poter co-
sì portare un attacco più forte e decisivo.
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Le colonne invece sono forse le più importanti. Grazie a queste, il gioca-
tore che le controlla, può assicurarsi la supremazia sugli attacchi frontali
ma soprattutto sul sostegno delle proprie forze, come in questo esempio:
Il Bianco controlla saldamente la colonna “e” infatti il Nero non può
permettersi di cambiare tutto il materiale perchè altrimenti alla fine la
spunterebbe il Bianco.
Per esempio: 1. … Axe5 2. Cxd5 Cxd5 3. Txd5 Txd5 4. Txd5 con il controllo
della colonna “e” da parte del Bianco...
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Forte centro di pedoni
Indubbiamente avere un forte centro di pedoni comporta un enorme
vantaggio. Questo perchè i pedoni sono sì i pezzi più deboli, ma sono al-
lo stesso tempo anche i più forti! Perchè sto dicendo questo?
Perchè i pezzi più deboli hanno un grande vantaggio nei confronti di
quelli più forti: possono avanzare tranquillamente perchè i pezzi forti de-
vono scappare da loro, appunto perchè valgono di più!
Quindi i pedoni, in una partita, devono dare fastidio ai pezzi più forti
come per esempio ai Cavalli e agli Alfieri. Se un giocatore ha un buon
centro di pedoni, avrà una maggior possibilità di limitare il movimento dei
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pezzi avversari. Questo concetto , se ti ricordi, l'abbiamo già visto quando
abbiamo parlato di vantaggio di spazio. Diciamo che i concetti sono mol-
to affini e quasi sempre per vantaggio di spazio si intende notare la
struttura pedonale di quel dato schieramento.
Guardiamo ora questo esempio che riguarda il forte centro di pedoni:
In questo esempio il Bianco ha sicuramente un buon centro di pedoni.
Infatti, i pedoni centrali c4-d4-e4 occupano il centro scacchiera e sono
saldamente controllati dai propri pezzi. Il pedone c4 è controllato dall'Alfi-
ere d3 e dal Cavallo in d2. Il pedone d4 è sostenuto dal Cavallo f3 ,
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dall' Alfiere in e3, ma soprattutto dal collega pedone situato in c3. Il pe-
done in e4 è invece difeso da ben 3 pezzi: Cavallo d2, Alfiere d3 e Don-
na in c2.
Un buon centro di pedoni, non solo serve ad avere un buon controllo
del centro, ma serve soprattutto per avanzare e sottrarre ancora più
spazio all'avversario. Il centro migliore è quello dinamico, ovvero quello
che si può adattare facilmente all' esigenza della posizione.
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L'avversario ha il Re al centro
Ovviamente un altro dei vantaggi essenziali è quello di avere il Re av-
versario al centro. Che cosa si intende per Re al centro?
Ovviamente non si intende il Re al centro scacchiera, anche se qualche
volta capita. Ma si tratta di avere il Re avversario nella sua posizione ini-
ziale, senza aver arroccato. Infatti il Re in e1 o e8, si dice che è al cen-
tro.
Perchè avere il Re al centro è uno svantaggio?
Perchè se il nostro avversario arrocca, toglierà il Re dal centro, piazzan-
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doci le torri che saranno sulla stessa colonna del nostro Re, il che è dav-
vero pericoloso.
Molti principianti credono di dover utilizzare l'arrocco solo per poter in-
tralciare i piani dell'avversario. Secondo loro l'arrocco non è quindi una
esigenza per porre il Re al sicuro, ma è solo una mossa che serve, al
momento giusto, a “confondere” l'avversario.
In realtà l'arrocco è una mossa buonissima perchè, oltre che ad essere
una mossa di difesa, è anche una mossa di attacco.
Qui di seguito segue un breve schema che spiega a grandi linee quando
effettuare l'arrocco e quando no.
Bisogna effettuare l'arrocco quando:
– Al centro ci sono le colonne aperte o semiaperte (” e ” e ” d “)
– Per completare lo sviluppo in tutta tranquillità.
– Per mettere il Re al sicuro. Per superproteggere il punto f2 o f7.
– Per togliere il Re dal mezzo della battaglia.
Non bisogna effettuare l'arrocco quando:
– La posizione è chiusa e il Re sta bene al centro.
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– Quando si sta sferrando un attacco sulle ali e c’è bisogno delle torri sulle colonne “a” o “h”.
– Non bisogna effettuare l’ arrocco corto quando l’ avversario ha una buona pressione su h7 o h2.
– Non bisogna effettuare l’ arrocco corto quando il nostro avversario possiede la Donna in g3 e l’ alfiere camposcuro lungo la diagonale c1-h7.
– Non arroccare lungo quando l’ avversario ha una buona iniziativa ad ovest.
– Non arroccare corto quando l’ avversario ha una buona iniziativa ad est,
– Per confondere ” le idee ” all’ avversario.
Ecco ora un esempio di Re al centro con posizione esposta.
In questo diagramma, preso dalla partita disputata il 1870 al torneo di
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Baden-Baden.
Il Bianco si trova col Re al centro mentre il nero ha già arroccato. Non
sto qui ad elencarti tutte le mosse, ma dopo nove mosse la posizione
era questa...
E verso la fine della partita la posizione era la seguente...
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Ecco spiegato perchè il Re non deve essere al centro scacchiera ma biso-
gna sempre arroccare.
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L'avversario ha dei pedoni deboli
Può capitare che il nostro avversario si ritrovi, ad un certo punto della
partita, con uno o più pedoni deboli.
I pedoni deboli sono un vero flagello per il giocatore che li ha perchè
spingono spesso ad assumere una posizione di difesa.
I pedoni deboli sono quei pedoni che si trovano su case che non posso-
no essere difese da altri propri pedoni.
Ed è per questo motivo che sono deboli, perchè l'unico modo per difen-
derli è attraverso la protezione tramite pezzi. Ovviamente tenere dei pez-
zi alla difesa di un pedone non è quasi mai conveniente, anche perchè
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questi pezzi perderebbero ogni proprietà di attacco dato il loro ruolo di-
fensivo che hanno assunto.
Ci sono alcune apertura che impongono di avere un pedone debole, ep-
pure vengono ancora giocate. Quindi è davvero uno svantaggio avere un
pedone debole?
Quasi sempre il pedone debole combacia con la definizione di pedone ar-
retrato. Vediamone un esempio per capire meglio.
In questa variante Najdorf della Siciliana, il pedone in d6 è detto arre-
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trato, dato che non può essere difeso da altri pedoni adiacenti e si tro-
va evidentemente indietro rispetto all'avanzato pe5. In questo caso il Bi-
anco può sfruttare questo fattore per andare in vantaggio di materiale,
per esempio:
1. Ag5 Ae7 2. Axf6 Axf6 3. Dxd6
In questo caso il pedone arretrato è stato catturato. Ovviamente il Nero
avrebbe potuto giocare in modo migliore riuscendo a non perdere quel
pedone, ma tuttavia si sarebbero venute a creare nuove debolezze all'in-
terno dello schieramento.
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L'avversario ha delle case deboli
Le case deboli rispondono un po' al principio dei pedoni deboli. Infatti
una casa debole è quella che non può essere controllata da un nostro
pedone. Ovviamente la “casa” è quella che noi comunemente chiamiamo
casella.
Ma in che caso si ha una casa debole? Quando si vengono a creare dei
buchi all'interno di uno schieramento. Ovviamente esistono anche le ca-
se forti, che non sono nient' altro che l'esatto opposto di quelle deboli.
Quindi, se riusciamo a crearci delle case forti, e quindi delle case deboli
per il nostro avversario, riusciamo a procurarci un vantaggio permanente
che potrebbe assicurarci la vittoria.
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Le case deboli si vengono a creare per esempio quando noi o il nostro
avversario, spingiamo troppo in avanti i pedoni. In questo modo nelle re-
trovie si vengono a formare dei buchi che adesso andiamo ad esaminare.
Il Nero ha una casa forte in d5. Come puoi vedere questa è controllata
saldamente dai pedoni e4 e c4 del Bianco, e il Nero non possiede pedo-
ni in e6 o c6 per poter controllare a sua volta la casa d5.
Ci sarebbe stato anche un buco in e4 se non ci fosse stato il pedone in
e3 che controlla f4 ed e4.
Andiamo avanti con qualche altro esempio...
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La partita e i commenti che seguiranno sono stati presi dal pos “case
forti e case deboli” del blog
http://www.scuolascacchinotarstefano.it/index.php
V. Smislov – H. Golombek – Difesa Caro Kann (Venezia 1950)
1.e4 c6 2.Cc3 d5 3.Cf3 dxe4 4.Cxe4
Innanzitutto una casa che è per uno dei contendenti forte, sarà naturalmente
debole per l'avversario. La caratteristica di una casa forte (debole) è che essa
non può essere attaccata (difesa) da un pedone. Una casa diventa ancora più
forte se si trova al centro o nella zona della scacchiera in cui si svolgono le
principali operazioni strategiche. Un pezzo molto forte che può essere usato
per l'occupazione di codeste case e il cavallo, grazie alla sua imprevedibilità
porta subito scompiglio nel campo avversario. In questa partita esemplare
vediamo come Smyslov applica in maniera eccellente questo principio.
4…Cd7 5.Ac4 Cgf6 6.Ceg5 e6 7.De2 Cd5 8.d4 h6 9.Ce4 Ae7 10.0-0 Dc7;
11.Ab3 0-0 12.c4 C5f6 13. Ac2 Td8 14.Cc3
Ottenendo questa posizione...
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Il Nero trascura lo sviluppo. La punizione arriverà puntuale. Nel diagramma si
nota la casa debole in d6 che verrà ben pesto occupata da qualche pezzo.
Esaminiamo ora invece una partita giocata in una difesa est-indiana e
cerchiamo di analizzarne le debolezze e i punti forti (partita tratta da http://chessimbalance.blogspot.com/2008/03/case-deboli-e-case-forti-1.html )
Per affrontare il tema delle debolezze posizionali, si può analizzare la partita
Flores vs. Najdorf del 1939. Dopo un' apertura caratterizzata dalle mosse 1.d4
Cf6 2.c4 g6 3.Cc3 Ag7 4.Cf3 00 5.e4 d6 6.Ae2 Cbd7 7.00 e5 8.d5, e dunque
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inscrivibile all'interno di una Est Indiana, si è giunti alla posizione mostra-
ta dal digramma:
Il blocco del centro costituisce qui una decisione responsabile, poiché
delinea una ben definita struttura di pedoni: questo ci permette di
individuare immediatamente le case deboli e forti che sono venute a
formarsi nei due campi.
Nel campo bianco si possono rilevare due debolezze: le case d3, d4 ed f4,
queste due ultime fissate dalla presenza del pedone e5. La casa f4 risulta
debole per motivi strategici, poiché la sua difesa con g2-g3 indebolirebbe
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sensibilmente le case f3 ed h3 e di conseguenza l’arrocco. Le case d3 e d4
sono tenute sotto controllo e risultano inaccessibili all’ occupazione dei
pezzi neri; esse pertanto sono debolezze trascurabili. La casa f4 rappresen-
ta invece un obiettivo più concreto, poiché, seguendo il piano strategico
che si basa sulla manovra …Ch5, …f5, …fxe4, …Cf4, il Nero è in grado di
occupare questa casa e di imbastire una forte pressione contro l’arrocco
del bianco.
Nel campo nero sono deboli soltanto le case f6 ed h6, tenute sotto
controllo dall’Ag7 e non fissate da alcun pedone bianco; esse sono
sicuramente debolezze di rilevanza minima. Il Nero dispone inoltre della
casa forte c5, facilmente fissabile con …a5 ed ottima postazione per il
Cd7. Quando il Nero effettuerà la spinta …f5, prevista nel piano sopra
descritto, la casa e6 verrà ad indebolirsi; tuttavia la presenza dell’Ag8 ne
garantisce un ragionevole controllo.
Da questa analisi si deduce che la posizione del Nero appare più raccolta
e più ricca di obiettivi immediati: analoghe riflessioni indussero Alekhine,
nel commentare questa partita, a contrassegnare con un punto interroga-
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tivo l’8° tratto del Bianco. La teoria moderna ha poi dimostrato che la
mossa del Bianco è invece giocabile; tuttavia bisogna notare che, sotto il
profilo strategico delle case debole e forti, essa conferisce dei chiari van-
taggi alla posizione nera.
Andiamo ora in questo prossimo capitolo a vedere i vantaggi temporanei
del nostro avversario.
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Cattiva posizione di un pezzo avversario
Può capitare che il nostro avversario abbia un pezzo collocato male.
Tuttavia come da titolo, questo è solo un vantaggio temporaneo poiché
il nostro avversario può provvedere a ricollocare il pezzo in maniera cor-
retta nel giro di qualche mossa.
Però, in quel momento, noi abbiamo un vantaggio, perchè c'è uno o più
pezzi dell' avversario che praticamente non stanno giocando, perciò dobbi-
amo assolutamente approfittarne.
Non dobbiamo dare modo al nostro avversario di riorganizzarsi attraverso
delle nostre mosse passive e inutili. E' proprio in quel momento che
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bisogna usare tutta la nostra aggressività. Vediamo un esempio per
rendere più chiaro il concetto.
Immaginiamo che questa situazione, per quanto assurda, si sia raggiunta
dopo la successione: 1. e4 Cf6 2. e5 Cd5 3. c4 Cb4 4. d4 Cc6 5. a3 Ca6 6. b4
Il Nero sicuramente ha giocato male, infatti si ritrova senza centro di pe-
doni e con due cavalli che rischiano di essere catturati, tra cui uno di lo-
ro posizionato in maniera pessima. Si tratta infatti del Ca6 che non ha
alcun tipo di via di salvezza se non quella di ritirarsi nella pessima posi-
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zione passiva che è la casa madre b8.
Facciamo qualche altro esempio:
In questo diagramma i pezzi del Nero non sono inattivi ma sono solo
per ora collocati male. Infatti questi sono tutti piazzati su di un' unica ala
ovvero quella di Donna. In realtà il pericolo è ad Est, dove il Bianco può
creare delle minacce concrete tramite Ch4-f5.
Durante una partita è quindi anche molto importante la dinamicità dei
pezzi sulla scacchiera. Devono essere disposti con una certa armonia.
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Mancanza di Armonia nella posizione avversaria
Analizziamo meglio ora gli effetti negativi che porta la mancanza di ar-
monia all'interno di uno schieramento.
Prima però vediamo cosa si intende per “Armonia”. L' armonia in un
esercito la si ha quando i pezzi di questo sono collocati sia in modo o-
mogeneo sulla scacchiera, sia che i pezzi riescano a collaborare fra di lo-
ro. Se infatti abbiamo dei pezzi collocati in modo omogeneo sulla scac-
chiera, ma questi non riescono a creare degli attacchi combinati fra di
loro e non riescono ad avere un buon ruolo difensivo in tema con tutti
gli altri pezzi, allora la loro posizione omogenea conta ben poco dato che
il fattore più importante è il ruolo che questi pezzi riescono ad avere.
Attenzione però a non sovraccaricare i pezzi cercando di dargli troppi
compiti da svolgere. Ecco un esempio di pezzo sovraccarico.
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In questo diagramma, tratto dalla partita fra Spaskkij e Fischer del 1972,
raffigura con esattezza il tema del pezzo sovraccarico. Si ha un pezzo so-
vraccarico quando questo ha troppi compiti difensivi. E' il caso infatti
della Donna in c2 che deve difendere e4 ma allo stesso tempo anche a4
così il Nero ne può approfittare con 1. … Axa4 2. Dxa4 Dxe4
con l'entrata molto pericolosa di Donna Nera che minaccia l'Ae1 ma al-
lo stesso tempo il pg2 (con matto).
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Vantaggio di Sviluppo
Il nostro vantaggio di sviluppo è senza dubbio un vantaggio, ma come
da titolo si tratta di un vantaggio temporaneo.
Ciò vuol dire che il vantaggio non durerà per sempre perchè se non gio-
chiamo correttamente il nostro vantaggio potrà andare in fumo nel giro
di poche mosse.
Quando un giocatore è in vantaggio di sviluppo ha l'obbligo di attaccare
o comunque cercare di far rimanere indietro nello sviluppo l'avversario.
Ma cosa si intende per vantaggio di sviluppo?
Lo sviluppo di uno schieramento è dato dal numero di pezzi ( non pedo-
ni ) che questo ha al di fuori della casa di partenza.
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Così per esempio, in questo diagramma:
Il Bianco ha 3 pezzi sviluppati: Cg1-f3 , Cb1-c3 e Af1-c4 .
Il Nero invece ha un solo pezzo sviluppato il Cg8-f6.
In questo caso si dice che il Bianco ha un vantaggio di sviluppo.
Vediamo ora qualche esempio dove questo vantaggio di sviluppo è signi-
ficativo ed altri dove non lo è.
Vediamo per primo l'esempio dove il vantaggio di sviluppo è determinan-
te.
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Questa posizione, tratta dal noto Matto di Legal, riesce a far capire come
un vantaggio di sviluppo di un solo pezzo e i pezzi posizionati bene pos-
sono fare la differenza.
Il Bianco ha 3 pezzi sviluppati contro i 2 del Nero e il Bianco riesce,
anche grazie ad una distrazione del Nero a prendere il sopravvento in
questa partita.
1. Cxe5 Axd1! 2. Axf7+ Re7 3. Cd5#
Ovviamente il Nero poteva evitare lo scacco matto giocando 1. … Cxe5
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ma questo ero solo un esempio di come è possibile vincere attraverso
lo svantaggio di sviluppo.
Ora invece vediamo quando uno svantaggio di sviluppo è solo
momentaneo poiché non può essere sfruttato in alcun modo.
Qui il Bianco ha 4 pezzi sviluppati contro 1 praticamente del Nero ( dato
che l'Alfiere non ha sbocchi dal fianchetto ) . Eppure il Bianco non riesce
ad andare in vantaggio poiché il Nero ha una solida difesa e nel giro di
poche mosse potrà completare il suo sviluppo. Così il vantaggio del Bian-
co è solo momentaneo poiché non può essere sfruttato.
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ConclusioniE siamo giunti alle ultime pagine di questo breve libro. Spero che la
lettura ti sia stata piacevole e spero che tu abbia appreso qualcosa in
più di quello che già sapevi.
Ovviamente per ogni dubbio puoi contattarmi sia privatamente all'indiriz-
zo di posta krikko89@live.it oppure sul blog www.mattoscacco.com
I miei più cari saluti e i miei più sentiti auguri per la tua carriera da
scacchista!
Christian Salerno
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