la direttiva brrd

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La direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive)

dal bail-out al bail-in

Giovedì, 18 Febbraio 2016

informazione rotariana

a cura di Michele Tucci

La direttiva BRRDdal bail-out al bail-in

Introduce in tutti i paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche e degli altri intermediari;

La direttiva attribuisce alle autorità di risoluzione diversi poteri e strumenti – si spera – idonei a prevenire per tempo o gestire le crisi al meglio, evitando ricadute sui contribuenti.

Le nuove regole sulla “Prevenzione e gestione delle crisi bancarie” sono state introdotte in Italia da due decreti legislativi (il 180 ed il 181 del novembre 2015) che hanno recepito la direttiva europea meglio nota come BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive).

Vanno considerate come una sorta di risposta organica del legislatore europeo alla crisi iniziata nel 2007 e di cui ancora non se ne vede la fine, anche se sono innegabili taluni segnali di attenuazione degli effetti negativi che ha prodotto.

Queste nuove disposizioni introducono regole armonizzate in tutti i paesi europei con l’intento di prevenire e gestire le crisi bancarie. Hanno, inoltre, il dichiarato obiettivo di evitare che il costo dei salvataggi delle banche ricadano sui contribuenti.

la BRRD

È un provvedimento abbastanza complesso che prevede diverse cose: innanzitutto la costituzione di un’autorità indipendente di risoluzione delle crisi, che avrà poteri ampi per pianificare le gestioni delle crisi, intervenire per tempo, auspicabilmente prima del manifestarsi dei segnali evidenti di dissesto, e gestire la delicata fase di risoluzione della crisi.

La BRRD

Per l’Italia l’autorità per la risoluzione delle crisi bancarie è la Banca d’Italia, che la esercita attraverso l’autorità (autonoma) di risoluzione.

per la gestione delle crisi, l’autorità potrà avvalersi:

- di strumenti straordinari.- di un fondo alimentato da tutti gli

intermediari;

La BRRD

15 maggio 2014 data di pubblicazione nella G.U. della U.E.

della BRRD.

Come opportunamente qualche studioso ha evidenziato, fino alla data di pubblicazione sulla G.U. della direttiva in parola, il legislatore si era occupato di regolamentare le fasi di entrata nel mercato e quelle di gestione delle banche.

Ora, invece, con l’introduzione della BRRD, regola anche l’uscita dal mercato degli intermediari

Infatti, ..un poco di storia……. Basilea I

1988

Viene stabilito un coefficiente di solvibilità pari al 8% delle attività della Banca indipendentemente dal livello di rischio assunto.

…Basilea II 2004 (operativo dal 2007) Ha portato a un’architettura unitaria per tutte le banche graduata rispetto ai profili di complessità operativa e dimensionali I tre pilastri del quadro prudenziale di Basilea 2-Requisiti di capitale a fronte dei principali rischi assunti sono calcolati con modalità differenti in funzione delle dimensioni delle banche;-Definizione di un processo aziendale di autovalutazione interna dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) e di verifica dello stesso da parte dell’ Organo di Vigilanza;-obbligo di informativa al pubblico (rafforzamento della disciplina di mercato a complemento dell’attività di vigilanza).

…Basilea III I cinque ambiti di intervento delle proposte- Innalzamento di qualità e quantità del patrimonio di Vigilanza;- Riduzione delle prociclicità della regolamentazione prudenziale;- Estensione della copertura dei rischi complessivi, in particolare attraverso il

rafforzamento dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di controparte;- Contenimento del grado di leva finanziaria mediante l’introduzione di un indicatore

che vincoli l’espansione delle attività finanziarie complessive alla disponibilità di un’adeguata base patrimoniale (leverage ratio);

- Introduzione di regole quantitative per contenere il rischio di liquidità.

cosa è la «risoluzione» di una Banca

L’avviamento di un processo di ristrutturazione che sarà gestito da un’autorità indipendente.

Quando può essere disposta una «risoluzione» di una banca

- La banca è in dissesto o a rischio di dissesto;

- Si ritiene che le «misure» di natura privata o di vigilanza non possono evitare il dissesto;

- l’eventuale liquidazione della Banca non permette la salvaguardia della stabilità sistemica.

Gli strumenti della «risoluzione»

Sono molteplici e destinati –nelle intenzioni del legislatore- a minimizzare gli impatti per la clientela (bridge bank, bad bank, sost. Amministratori e alta dirigenza, sindaci ecc.. ed il Bail-in).

Attenzione: l’intervento pubblico non è completamente escluso, ma è previsto in casi eccezionali ed è finalizzato a evitare che la crisi di una Banca abbia gravi ripercussioni sul sistema finanziario complessivo.

Il BAIL-in (salvataggio dall’interno)

È lo strumento che consente alle autorità di risoluzione di ridurre il valore di alcuni crediti o la conversione dei medesimi in azioni per assorbire perdite e ricapitalizzare adeguatamente la Banca!

Nota. Il creditore che ha subìto l’applicazione del Bail-in ed è diventato possessore di azioni in ragione del suo credito potrà sperare in un recupero di valore di tali titoli dopo che la banca avrà ripreso la normale attività e sarà stata risanata.

E ora?...... Si può valutare lo stato di salute di una Banca?

Il problema vero è come fare a verificare lo stato di salute (solidità) di una banca. Oggi le norme che si ispirano ai dettati di Basilea (cfr. Balilea 2, terzo pilastro – trasparenza) impongono alle banche una serie di obblighi informativi (pubblicazioni di bilanci sui propri siti, esposizione e quantificazione del patrimonio occorrente a proteggere la banca dai vari rischi a cui è esposta, valutazione dei vari ratios patrimoniali ed economici ecc.). La verità è che ci vorrebbero competenze specifiche e non tutti le posseggono. È opinione largamente condivisa, però, che almeno un paio di elementi sarebbe opportuno conoscere: il tier 1 capital (componente primaria del capitale di una Banca) ed il grado di svalutazione delle partite deteriorate, che in qualche misura potrebbero dirci quanto fieno c’è in cascina per i periodi in cui l’inverno farà sentire i suoi effetti.

almeno due dati è necessario sapere! (Con tutte le cautele del caso)

- CET 1 (che misura, diciamo, il livello di solidità)- Coverage complessivo (grado di copertura delle

partite deteriorate)

A chi si applica la nuova disciplina Questo è indubbiamente uno degli aspetti più

delicati di tutta la vicenda. I processi di risoluzione delle crisi riguarderanno le

cosiddette banche di “interesse pubblico”, cioè quelle banche che avranno superato specifici test. Per dirla con parole semplici, saranno quelle banche che, in caso di dissesto, potrebbero causare ricadute particolarmente pesanti, in termini economici, sociali ecc., su un territorio ovvero sul sistema finanziario nel suo complesso.

A tale riguardo, una delle perplessità evidenziate da parecchi analisti risiede nella sensazione che la direttiva sembrerebbe spostare l’interesse su taluni aspetti (dimensionale, economici, di percentuali di incidenza di un intermediario su un determinato territorio ecc.) piuttosto che sul risparmio in quanto tale.

Passività escluse dal Bail-in

- Depositi protetti dal fondo di garanzia, quelli fino a euro 100,000;

- Passività garantite;- Depositi interbancari (durata

originaria inferiore a 7 gg);- Debiti vs. dipendenti, commerciali,

fiscali (insomma quelli privilegiati dalla normativa fallimentare).

Chi rischia Si segue un preciso ordine

- AZIONI (i proprietari della banca. Essi dovranno sostenere lo sforzo più importante. Se saranno insufficienti i fondi di questa “categoria” si passerà ad altro);

- OBBLIGAZIONI SUBORDINATE;- OBBLIGAZIONI ORDINARIE;- DEPOSITI OLTRE EURO 100,000 (con un’attenzione

particolare ai depositi delle persone fisiche e delle piccole imprese, che sarebbero gli ultimi ad essere attinti dalla procedura).

A quali intermediari si applica

destinatarie, come detto prima, di un’eventuale processo di risoluzione saranno solo quelle che risulteranno da particolari test a cura dell’autorità per la risoluzione delle crisi.

tutte le banche e gli altri intermediari, indipendentemente dalla loro dimensione, “peso” specifico su un dato territorio ecc., dovranno contribuire al fondo di gestione delle crisi che sarà opportunamente creato;

grazie

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