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PRATOTOSCANA OGGI26 ottobre 2014VIII

Gli alberi di don Pratesi lungoil cammino di chi cerca Dio

■ LA RECENSIONE Uscito per le Dehoniane il nuovo libro del sacerdote pratese

ominus vobiscum,porca miseria!»

disse un vescovoappena rientrato dalConcilio Vaticano II.«Ma come Eccellenza?»chiesero stupiti i fedeli.«Eh si, mi han detto chedevo dir la messa involgare!». «Io non cicredo che è successo,ma se fosse vero nonaveva capito che parlarein volgare significavausare un linguaggiovicino alla gente».Parole di mons. LuigiBettazzi, protagonistadella serata conclusivadel ciclo «Abbattere iltabù della morte», chedi linguaggio semplice eimmediato se neintende. L’argomentopoteva essere moltopesante da trattare;l’oratore è stato invecein grado di creare unaserata leggera e altempo stesso ricca disignificato, in cui lebarzellette sul ConcilioVaticano II (Bettazzi èuno dei pochi vescoviancora viventi che vihanno partecipato)hanno inframezzato ilmessaggio intenso ecorposo, nascosto

nell’allegria dei raccontidelle sue esperienze divita pastorale.Bettazzi, seguito conattenzione da mons.Franco Agostinelli cheha introdotto la serata,e da padre GuidalbertoBormolini, ideatore delprogetto di «Abbattere iltabù», s’è soffermato sulconcetto di «al di là».«Questo al di là,qualcosa in cui si vafuori di sé…in greco sidice estasi…èl’espressione veradell’amore, che innient’altro consiste senon nell’andare versol’altro». Amore e morteinscindibilmente legatiallora, un amore che ciconduce fuori di noi e cifa entrare in un mondodiverso dove «non c’èpiù la temporalità.

Santa Teresa quando erain estasi non guardaval’orologio!». «La morteè il momento in cui sipassa da dentro altempo all’eternità che èfuori dal tempo. In quelmomento si vanell’eternità così comesi è. Stavi amando? saraiamore; eri chiuso:entrerai chiuso…poi c’èla purificazione e lamisericordia perfortuna..». Questanecessità d’amare perentrare nell’amoreInfinto ce la insegna laTrinità: «essa non è 1 +1 + 1, sarebbero tre inquesto modo! Essa èinvece 1 x 1 x 1, il cuiprodotto fa sempre 1!Talmente l’uno perl’altro da essere unacosa sola».

Matteo Pedrini

IL RESOCONTO.........

PRATO E CESARE GUASTI,LE CONFERENZEALLA RONCIONIANA

resso la Biblioteca Roncioniana si sono tenute le ultimedue conferenze del XIII Ciclo dedicate a «Cesare Guasti

protagonista della cultura pratese». Un ciclo che ha messoin evidenza l’importanza del Guasti per la storia di Prato,attraverso i suoi studi, le sue pubblicazioni, i suoi rapporticon la cultura del tempo proiettata nella crescita civile emorale della città, di cui ancora oggi gli siamo debitori.Angiolo Buti, presidente dell’Associazione ha svolto iltema: «Cesare Guasti biografo di Giuseppe Silvestri“l’amico della studiosa gioventù”nel memoriale delsenatore Guido Bisori». L’argomento è di particolareimportanza per la storia culturale della nostra città. Siuniscono tre personaggi di diversa epoca e di diversapersonalità accomunati da un grande amore per Prato. Ilcanonico Giuseppe Silvestri, rettore del Collegio Cicognini,mente aperta di grande cultura, filologo di fama estudioso dei classici e della Divina Commedia, dette ungrande impulso all’educazione giovanile nella prima metàdell’Ottocento, e non solo a Prato. Fu maestro al Cicogninidi Cesare Guasti, che riconobbe l’importanzafondamentale dei suoi insegnamenti nella propriaformazione culturale ed umana scrivendone la biografia,che uscì in due volumi sotto il titolo «L’amico dellastudiosa gioventù», pubblicata nel 1875 in Prato nellastamperia di Ranieri Guasti. Il senatore Guido Bisori, perlunghi anni, in dieci governi del dopoguerrasottosegretario al Ministero degli Interni, oltre che politicoche si interessò dei numerosi problemi di Prato riuscendoad ottenere il riconoscimento delle esigenze che la Città eDiocesi di Prato manifestavano, era studioso attento dellacultura e della storia del territorio pratese. Fu grandeammiratore di Cesare Guasti, che celebrò in variecircostanze civili e religiose insieme a mons. FrancescoPiccardi e al canonico Enrico Mazzoni nella associazionePalestra di religione e cultura «Cesare Guasti» , che tantooperò per la conoscenza del nostro illustre cittadino.Maurizio Fara, studioso di storia pratese, ha svolto il tema:Gli studi di Cesare Guasti su S. Caterina de’Ricci e il suocontributo alle celebrazioni del primo centenario dellacanonizzazione, seguendo testi dell’epoca accuratamentericercati e studiati. Caterina de’Ricci (1522-1590),chiamata la Santa di Prato, rivela aspetti mistici di grandeintensità spirituale e aspetti umani di grande cultura esocialità. Governò per diversi anni il grande monastero diS.Vincenzo Ferreri, aperta all’esterno come rivelano lelettere, dal Guasti pazientemente ritrovate in archivi epresso privati, scritte ad ogni ceto di persone: ai familiari,ai governanti, ai principi, ai religiosi, all’umile gente.Lettere che ebbero l’attenzione di Giosuè Carducci ancheper il suo valore di lingua. Merito di Cesare Guasti èl’avere raccolto le lettere in tre volumi, usciti nel tempo,ad iniziare da quello del 1846 pubblicato in occasione delprimo centenario della canonizzazione di S. Caterinadecretata da Benedetto XIV nel 1746.

Giovanni Bensi

P

egli scritti di donMarco Pratesi, si trovasempre più di quantosi cerchi. La sua

vastissima cultura e laconoscenza dei testi sacrioffrono molti spunti al lettore. «Iquattro alberi», appenapubblicato per le edizioniDehoniane, è un bellissimo estraordinario libro che s’iscrivenella scia dei grandi classici divita spirituale e della teologiapatristica, da portare sempre eovunque. È un libro di pochepagine, ma una minierad’insegnamenti, che ci aiutaanzitutto a riscoprire laspiritualità, la vita spirituale, ilcammino interiore verso lasemplicità del cuore. Tutti oggi cichiediamo cosa succede, perchénon funziona la società, perchéla fede del credente non risolvequesti problemi, cosa ci aspettadomani e oltre questa vita...?Sulle strade dove corriamo incerca di felicità e di risposte,siamo assaliti dalla paura eraccogliamo insuccessi edelusioni. La prima spiegazionedi tanti nostri fallimenti è chenon possiamo avventurarci sullestrade della vita senza aver primapercorso il sentiero interiore chedalla semplicità porta alla veragioia, dolcezza e pace del cuore.Esperto di Patristica, don MarcoPratesi ha scelto alcuni dei testibiblici importanti (il Salmo119…) e dei Santi che, oltre aessere dei modelli di vita, cisvelano qualche segreto perpermettere anche a noi diraggiungere le cime. Testi sacri eSanti che ci dicono quello chesiamo diventati, anche secontinuiamo a credere di esseresempre come prima. C’è in noiuna frattura profonda causatadal peccato, ma anche dal nonsapere bene giudicare, amare evivere. Una frattura tra mente ecuore alla base del grande doloreche ci assale e assilla. E se l’uomo

N

è distrutto dal dolore, perchélontano da Dio e sfiancato da uncammino senza idee chiare, cioè«a caso», lo richiama il Cristo,quel Dio cui non avrebbedovuto separarsi e che cipropone di risorgere con lui.Cristo, ritmo della nostraglorificazione! Il camminoinizia con il «desiderare la vita»,senza accontentarsi dei surrogatie delle false consolazioni eprosegue nella direzionedell’integrità e armonia. Pressol’albero della conoscenza, donMarco Pratesi ci porta aconoscere le nostre dinamichedelle affettività umane e, diconseguenza, a conoscere ilnostro vero punto debole.Accanto all’amore disinteressato,in noi c’è anche un altro tipo diamore: l’amore di sé, ma questonon è ancora il punto deboleanche se spesso finiamo pervolerci male pensando di farcidel bene. Il vero problema non èla nostra povertà e miseria, ma ilrifiuto di pentirci. Il problema èche pensiamo di sapere cos’è ilbene. Dio ci può dire tuttoquello che vuole, ma noiseguiamo la nostra strada, il

nostro giudizio, una nostramorale anche se vuota, perchépensiamo di sapere doveandiamo. In questo ci aiuta ilDiabolos, il demonio, colui cheopera la separazione tra Dio el’uomo, tra il creato e l’uomo,che sovverte non solo l’ordine,ma anche la verità stessaripetendoci che tutte le cosesono sullo stesso piano. Questoè il punto. Don Marco Pratesimostra, infatti, che se l’uomomette Dio sul proprio stessopiano, lo rinnega e disobbedire -tanto per fare un esempio -diventa un gioco da bambini. Aforza di non volerci fartrasformare da Dio, siamocontenti di non vivere e siamoconvinti di essere furbi,cerchiamo di «impadronircidella condizione divina, diarraffare i suoi beni alle suespalle». L’albero del giudizio. Laperla preziosa che cerchiamo èvedere Dio. Avere la fede senzadesiderare di vedere Dio non èuna fede autentica. Nelle altrereligioni, ci si muove per l’amoredella verità e per trovare la paceinteriore, noi cristiani cimuoviamo per cercare il volto diDio. Un cristiano deve cercare ilvolto di Dio. E bisogna metteretutta la nostra intelligenza, tuttele nostre forze per raggiungerlo.Se lasciamo la nostra anima instato di peccato, essa diventacome una pietra che non hanessun riflesso di luce. La ricettaè sempre la stessa: cercare laperfezione della carità ovunque,ispirandosi a Cristo e al Vangelo,vivere nella trasparenza. Esoprattutto nella fiducia. Coloroche sono arrivati alla perfezionesi sono sempre appoggiati nonsolo sull’entusiasmo personale,ma sulla fedeltà di Dio e la suagiustizia. Hanno lasciato che illoro cuore venga ritmato daisuggerimenti dello Spirito.Fondamento di ogni speranza èla Croce di Cristo. È ponendoci

di fronte ad essa che troviamo lasalvezza. Come dice il salmo, lenostre sorgenti sono in Lui, lanostra salvezza è Lui e nonl’intelligenza, la forza, la bravurae tanto meno la nostra giustizia.Presso l’albero della sapienza, ilsegreto che ci viene rivelato èquello di diventare liberamente,per amore, ciò che siamo già acausa del peccato. A causa delpeccato siamo paralizzati… edecco Dio ci propone di salire sullettuccio e farci portare davanti alui. A causa del peccato siamosenza scampo. Siamo comeuccellini sorpresi nel nido da ungatto affamato. Noi ci ostiniamoa cercare la forza. Invece servesolamente la fame e la sete. Percercare Dio, la sua mano, il panedi vita, ci dice don Marco,bisogna avere solo la fame e lasete di Lui. Bisogna portare lanostra povertà e per ricevere lasua ricchezza. Come dicevamo,leggendo questo libro si trovanomolte più cose di quelle sperate,più di questo non diciamo pernon togliere al lettore la gioia digustarne personalmente labellezza.

Jean Jacques Ilunga

Una conferenza su Fiordellia 10 anni dalla morte

a battaglia per la vita e la famiglia». È iltitolo di una conferenza promossa in

ricordo di mons. Pietro Fiordelli a dieci annidalla morte, avvenuta il 23 dicembre 2004.L’occasione è anche l’uscita del libro di Giu-seppe Brienza intitolato: «La difesa socialedella famiglia. Diritto naturale e dottrinacristiana nella pastorale di Pietro Fiordelli,vescovo di Prato», con un invito alla letturadi Luigi Negri e una postfazione del teologoAntonio Livi. L’incontro si tiene venerdì 7novembre alle 21,15 nella parrocchia di Ge-sù Divino Lavoratore in via Donizetti, 62.Interverranno l’autore e mons. Agostinelli.Introduce padre Giovanni Giannalia.

L«MONS.BETTAZZI E GLIANEDDOTI SUL CONCILIO

UN AUGURIO SPECIALEA VIENNA!

rande festa a San Quirico di Vernio per icento anni di Vienna: lo scorso 9 ottobre,

infatti, Vienna Pieraccini Maltinti hacompiuto un secolo d’età. Un traguardofesteggiato con entusiasmo non solo daicompaesani, ma anche dai figli Attilio eGiuseppina e dai numerosi nipoti. Tra questiLuigi, Claudio e don Andrea Cerretelli:medico il primo, direttore dei museidiocesani il secondo e neonominato parrocodell’Immacolata Concezione a Galcetello ilterzo, figli della sorella di Vienna, nata esempre vissuta nell’Alta valle del Bisenzio.Per l’occasione le è stato preparato un albumfotografico che ripercorre i suoi cent’anni traritratti, immagini e i momenti importanti diuna lunga vita. Anche da parte dellaredazione pratese di Toscana Oggi un grandeaugurio per questo felice momento!

G

CENTENARIO.........

Marco Giraldi laureatoin Scienze Politiche

omplimenti a Marco Giraldi,nostro affezionato lettore, che si è

laureato in Sociologia e ricerca socialeall’Ateneo di Firenze, facoltà diScienze Politiche, lo scorso 14ottobre. Marco ha sostenuto una tesiintitolata «Prato negli anni delcentrismo (1948-1958). Aspettipolitici, economici e sociali», relatoreil professor Fulvio Conti docente diStoria Sociale dell’etàcontemporanea.A Marco vanno le congratulazionidella redazione.

C

25 OTTOBRE.........

IN BIBLIOTECA TORNALA LANTERNA MAGICA

uando ancora la televisione non eranemmeno un sogno, esisteva la lanterna

magica, un proiettore speciale di immaginisuggestive: proprio questo strumento sarà ilprotagonista di «Immagina un mondo senzatv», rassegna per bambini e famiglieorganizzata alla biblioteca del seminario.Dopo il primo appuntamento del 4 ottobre,sabato 25 ottobre alle 10,30 ci sarà «Nuvole efantasia», un appuntamento con laproiezione di una selezione di fiabe perlanterna magica. Al termine del racconto, ibambini, assieme ai loro genitori, potrannorealizzare un simpatico elaborato daconservare come ricordo dell’esperienza.L’evento rientra nel circuito «Un autunno dasfogliare 2014» promosso dal Sistemabibliotecario pratese; i destinatari sono ibambini dai tre ai dieci anni.Prenotazione obbligatoria allo 0574/29339;costo 3,50 euro.

Q

L’ULTIMO INCONTRO DE «I TABÙ DELLA MORTE».........

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