obiettivi 21 la salute della colonna...
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Fig. 1 La colonna vertebrale
210
Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza
L’età dell’accrescimento è una fase
molto importante per il futuro stato
di benessere della colonna vertebra-
le; in questo periodo, infatti, si acqui-
siscono e si strutturano le posture che
faranno parte integrante e permanen-
te del nostro modo di stare e di muo-
verci (Fig. 1).
La colonna vertebrale è una strut-
tura molto complessa e in costante
equilibrio assicurato da molti fattori
come la conformazione delle verte-
bre, le tensioni dei loro muscoli e le-
gamenti, il peso del corpo, la tonici-
tà dei muscoli addominali, l’attitudine
psicologica ecc.
Quando, per qualche motivo, l’equi-
librio non è più ottimale, la colonna
La salutedella colonnavertebrale
Cªpitºlº 21OBIETTIVI
Sapere quali sono i principali
paramorfi smi
cos’è la scoliosi e come
riconoscerla
il ruolo dell’attività fi sica nel
mal di schiena
Saper fare gli esercizi utili per i
paramorfi smi
il test per riconoscere una
scoliosi vera
i movimenti che evitano i mal
di schiena
vertebrale si adegua sempre alle forze a
cui è sottoposta, creando tuttavia scom-
pensi e i cosiddetti “vizi del portamen-
to” chiamati anche paramorfi smi.
Pres
smas
ter -
Fot
olia
Fig. 2 Postura errata e corretta
Fig. 3 Controllo del gibbo
211
Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale
ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO
Deviazione della colonna
vertebrale sul piano
frontale senza alterazioni
ossee delle vertebre.
I paramorfi smiI paramorfi smi sono piccole altera-
zioni della forma normale del corpo,
che si presentano durante l’età evo-
lutiva e facilmente confondibili con
patologie vere e proprie. La loro ca-
ratteristica principale consiste nella
possibilità di correggerli volontaria-
mente: se chiediamo a una ragazzo,
per esempio con un atteggiamento
scoliotico, di “stare dritto”, riuscirà a
rettifi care la posizione della sua co-
lonna vertebrale.
I paramorfi smi sono infatti causati
da posture errate e quindi potenzial-
mente correggibili (Fig. 2).
I paramorfi smi principali sono 1 l’at-
teggiamento scoliotico, il 2 dorso cur-
vo astenico, le 3 scapole alate, le 4 spalle anteriorizzate, il 5 piede piat-
to paramorfi co e il cosiddetto 6 abito
astenico, defi nito anche portamento ri-
lassato, che è una sommatoria di più pa-
ramorfi smi.
1 L’atteggiamento scoliotico è una
deviazione laterale della colonna ver-
tebrale vista sul piano frontale, rispet-
to al quale dovrebbe presentarsi dirit-
ta e senza curve. Questa deviazione è
riscontrabile in una radiografi a con la
quale si può anche valutare se i corpi
vertebrali sono privi di rotazioni delle
vertebre o modifi cazioni strutturali; in
questo caso non si tratta di dimorfi -
smo della scoliosi, ma di semplice at-
teggiamento scoliotico.
Esiste anche un altro sistema per di-
stinguere una scoliosi vera da un at-
teggiamento scoliotico: il controllo del
gibbo. Se una persona con un atteg-
giamento scoliotico si fl ette in avanti,
le due parti del dorso, divise longitudi-
nalmente dalla colonna vertebrale, ap-
pariranno alla stessa altezza (Fig. 3).
I dimorfi smi, invece, sono vere e pro-
prie patologie causate da alterazioni
strutturali delle ossa e non sono quin-
di modifi cabili (almeno volontaria-
mente).
212
Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza
Nel caso di una scoliosi vera, invece,
una parte del dorso risulterà più ele-
vata dell’altra; questa diff erenza vie-
ne comunemente chiamata gibbo e
la sua entità (assieme all’angolo della
curva espresso in gradi) ne defi nisce
la gravità.
Gli esercizi utili per l’atteggiamento
scoliotico e le scoliosi vere leggere so-
no tutti quelli che mirano a potenzia-
re le percezioni posturali, a rinforzare
i muscoli addominali e dorsali (questi
ultimi con lavoro isometrico) e a mi-
gliorare la respirazione; sono quindi in-
dicati anche tutti gli sport nei quali la
corsa sia un elemento importante del-
l’attività.
Nelle scoliosi vere, anche se di lie-
ve entità, le fl essioni e, soprattutto, le
estensioni della colonna vertebrale,
sono invece sicuramente da evitare, in
quanto aggravano il movimento pa-
tologico di estensione intervertebra-
le il quale determina appunto la sco-
liosi vera.
2 Il dorso curvo astenico si manife-
sta con la curva dorsale della colonna
vertebrale più accentuata rispetto alla
norma.
Anche in questo caso, si può con-
fondere con un dimorfi smo che pre-
senta la stessa caratteristica.
Il test per distinguerli si eff ettua fa-
cendo fl ettere il ragazzo in avanti e,
dopo aver messo una mano sul dor-
so per fare opposizione, gli si chiede
di estendere il busto in alto: se la cur-
va sotto la mano si spiana vuol dire
che il dorso curvo è sicuramente pa-
ramorfi co, in caso contrario occorrerà
ricorrere a un medico per un’analisi
più approfondita.
Gli esercizi effi caci per il dorso cur-
vo astenico sono quelli che rinforza-
no i muscoli posteriori della colon-
na, mobilizzano la curva dorsale e mi-
gliorano la respirazione e la postura.
In questo caso, il nuoto sul dorso può
essere considerata un’attività partico-
larmente utile sul piano muscolare,
ma comunque da integrare in una ri-
strutturazione posturale.
Sono invece da evitare gli esercizi
mirati al potenziamento dei muscoli
addominali, nei quali (dalla posizio-
ne a terra) si porta il busto verso le
gambe o (dalla posizione in piedi) le
fl essioni in avanti del busto in quanto,
con queste manovre, la curvatura ci-
fotica si accentua.
3 Le scapole alate appaiono come
uno scollamento delle scapole rispetto
al dorso; questa condizione è abbastan-
za frequente nei soggetti magri e vie-
ne diagnosticata quando la parte inter-
na (mediale) e anche l’angolo inferio-
re della scapola si distaccano dalle coste
posteriori.
Gli esercizi usati per migliorare la
posizione delle scapole sono quelli
che rinforzano i muscoli che unisco-
no la parte interna e l’angolo inferiore
della scapola alle vertebre, principal-
mente i muscoli romboide e fasci me-
di e inferiori del trapezio (come ri-
portato nella parte del libro che tratta
la chinesiologia muscolare).
Questi esercizi possono essere spe-
cifi ci, ma si possono anche eff ettua-
re spinte in avanti, lanci di palloni, ar-
213
Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale
rampicate alla corda ecc. Occorre ri-
cordare che gli esercizi devono esse-
re sempre adeguati alle reali possibilità
dei muscoli, che uniscono la scapola al
torace, di poter sopportare il carico.
L’esercizio della “carriola”, spesso
usato proprio per migliorare le scapo-
le alate, è viceversa controindicato se i
muscoli non sono in grado di soppor-
tare un simile impegno; si può infatti
constatare che, durante questo eserci-
zio, sovente le scapole non si accostano
al torace ma, al contrario, se ne distac-
cano notevolmente.
4 Le spalle anteriorizzate risultano
posizionate più avanti rispetto alla
norma. In alcuni casi questo paramor-
fi smo è causato da particolari situa-
zioni psicologiche del soggetto, come
la timidezza delle bambine, all’inizio
della la pubertà, provocata dalla cresci-
ta del seno che cercano di nascondere
anteponendo le braccia, o dei bambi-
ni, più alti della media dei loro com-
pagni di classe, che tendono a piegarsi
per sembrare più bassi, o come la ten-
denza a “chiudersi” in se stessi ecc.
È quindi importante non solo un
rinforzo della muscolatura posteriore
della colonna vertebrale, ma soprattut-
to una rilevante rieducazione postura-
le mirata alla consapevolezza, all’accet-
tazione e all’apprezzamento della pro-
pria persona.
In questo quadro di rieducazione,
i cosiddetti “reggispalle” hanno sol-
tanto una funzione di mantenimento
meccanico. Si può essere in presenza
di anteriorizzazione delle spalle se il
soggetto, rilassato ed eretto, con i pie-
di uniti e in fase di espirazione pro-
fonda, presenta i palmi delle mani ten-
denti all’intrarotazione o intraruotati,
ovvero che guardano indietro.
Per valutare la gravità di una scoliosi, i medici ortopedici misurano
due elementi fondamentali: la curva e il gibbo.
La curva viene espressa in gradi (detti Cobb) e risulta
dall’incontro della retta passante per il bordo superiore
dell’immagine della vertebra neutra superiore con quella passante
per il bordo inferiore della vertebra neutra inferiore (la vertebra
neutra è quella che determina il passaggio dalla convessità alla
concavità della curva e risulta la più orizzontale).
Il gibbo è espresso in millimetri e si valuta mettendo una livella
sul dorso del soggetto (che è in piedi col busto fl esso in avanti) e
rilevando la diff erenza di altezza delle due parti della schiena.
Naturalmente, l’ortopedico deve valutare anche molti altri
elementi come l’età, lo sviluppo, la velocità di crescita ecc.
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Il gibbobb è espreeessssssooo in mmmilillilimemetrtri i e e sisisi v v vvalala uuuta mememeetttttteneenendddo unanaa ll llivivivvelee lalal
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Obiettivo su ...OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO La curva e il gibbo
Fig. 4 Il piede piatto
214
Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza
5 Il piede piatto paramorfico. La par-
te inferiore del piede presenta una
concavità nella sua parte interna e, se
noi guardiamo l’orma lasciata dai no-
stri piedi quando sono bagnati, possia-
mo notare che non tutto il piede toc-
ca terra: la parte che rimane sospesa si
chiama, infatti, “volta plantare” e con-
sente al piede di adattarsi alle asperità
del terreno e ammortizzare il peso del
corpo durante il cammino.
Quando nel piede piatto la volta
plantare si riduce, il piede non riesce
più a trasmettere le spinte adeguate al
suolo, l’ampiezza del movimento di-
minuisce e il cammino, ma soprattut-
to la corsa, diventano diffi coltosi.
Il piede si considera normale quando
da ⅓ a ½ della parte anteriore del piede
tocca terra, in caso contrario si distin-
guono vari livelli di gravità (Fig. 4).
Fino a sette anni circa, la struttura os-
seolegamentosa del piede è ancora in
formazione e quindi è possibile uti-
lizzare esercizi fi sici per i gradi me-
no elevati di piattismo: loro scopo è
tonifi care i muscoli (essenzialmente il
muscolo peroneo lungo) che tendono
la volta plantare, favorirne la forma-
zione e migliorare la percettività sen-
soriale.
È quindi utile camminare scalzi, sta-
re in punta di piedi (a condizione di
sollevare molto i talloni e spingere il
peso verso la base dell’alluce) e man-
tenere la posizione seduta sui talloni
per più tempo possibile (con i talloni
che si toccano fra loro).
Il classico esercizio di cammina-
re sui talloni con le dita dei piedi che
stringono delle matite mette in for-
te tensione il muscolo tibiale anterio-
re; poiché da studi anatomici, e anche
da semplici osservazioni, è stata dimo-
strata l’azione fortemente piattizzante
di questo muscolo, l’esercizio indicato
prima, anche se descritto in molti te-
sti, sembra sconsigliabile.
III III
Istmº
Tªllºne
ªnteriºre
Tªllºne
pºsteriºre
“Vuºtº” dellª
vºltª plªntªre
Livelli di grªvità
Fig. 5 Posizione delle ginocchia
215
Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale
6 L’abito astenico. Come detto, il por-
tamento rilassato rappresenta un insie-
me di più paramorfi smi, ed è caratte-
rizzato dall’evidente sbilanciamento
della colonna vertebrale che dà l’im-
pressione di “appoggiarsi” sul bacino;
questa instabilità determina uno squi-
librio laterale (atteggiamento scolioti-
co), indietro (atteggiamento cifotico)
o in avanti (atteggiamento lordotico)
del rachide, accompagnato dai neces-
sari aggiustamenti delle spalle e delle
scapole. Se inoltre è presente un piede
piatto, anche le ginocchia assumeranno
una posizione non corretta (Fig. 5).
Gli esercizi utili per l’abito astenico
sono tutti quelli che rinforzano l’or-
ganismo in genere, meglio se svolti at-
traverso un’attività piacevole e diver-
tente; sono quindi adatte tutte le atti-
vità sportive, in particolare quelle pra-
ticate all’aperto e in compagnia.
Occorre comunque tener presente
che, specialmente in questo caso, oc-
corre non solo rinforzare muscoli e
legamenti, ma aumentare la fi ducia in
se stessi e la motivazione all’attività in
genere.
La scoliosiLa scoliosi è una deviazione latera-
le della colonna vertebrale causata da
una iperestensione intervertebrale
che porta il rachide a proiettarsi pri-
ma in avanti (formando un’ampia
lordosi) e poi lateralmente; gli studi
più accurati di questa patologia, infat-
ti, evidenziano che l’80% della devia-
zione scoliotica si produce in avanti, e
solo il 20% di lato.
La radiografi a di una scoliosi mo-
stra le apofi si spinose delle vertebre
spostate lateralmente rispetto alla li-
nea mediana e, spesso, una modifi ca-
zione dei corpi vertebrali; la curva si
può inoltre presentare con la conves-
sità a destra, a sinistra, a forma di “S”,
e situata a livello cervicale, lombare o
dorsale.
Il gibbo, che si manifesta nella fl es-
sione avanti del busto, è provocato
delle vertebre che, spostandosi in mo-
do irregolare a causa della loro rota-
zione, trascinano le coste dalla parte
della convessità della curva.
La grande maggioranza delle sco-
liosi è di lieve entità e non si aggrava
216
Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza
molto nel tempo, ma una piccola par-
te evolve rapidamente e causa rilevan-
ti deformità del torace.
Nelle femmine, colpite per più
dell’80% circa da questa patologia, il
periodo di maggior aggravamento
inizia con lo sviluppo e termina con il
completarsi dell’ossifi cazione del ba-
cino; anche nei maschi il periodo cri-
tico è sempre legato allo sviluppo.
Poiché le cause della maggioranza
delle scoliosi sono sconosciute, non si
può imputare la malattia a un atteg-
giamento scorretto, agli zainetti trop-
po carichi, a un particolare tipo di
sport o al modo in cui si sta seduti, an-
che se è vero che le situazioni elenca-
te possono costituire delle aggravanti
alla patologia che si è istaurata.
Occorre quindi prestare attenzione
all’attività fi sica che si svolge, evitando
esercizi o movimenti che prevedano
fl essioni e soprattutto estensioni del-
la colonna, ma non rinunciando a es-
sa, specialmente se si tratta delle lezio-
ni di educazione fi sica che non hanno
un fi ne esasperatamente agonistico e
sono sempre condotte da professioni-
sti dell’attività motoria.
Il mal di schienaLa colonna vertebrale (detta anche ra-
chide) è una struttura particolarmen-
te robusta e complessa che sostiene
il nostro corpo e protegge il midollo
spinale al suo interno; è formata da 24
vertebre poste una sopra l’altra, unite
fra loro da articolazioni, muscoli e le-
gamenti.
Tra una vertebra e l’altra esiste una
struttura, chiamata disco interverte-
brale, che ha lo scopo di ammortiz-
zare e distribuire uniformemente le
forze che caricano la colonna.
217
Capitolo 21: La salute della colonna vertebrale
Vista di fronte, la colonna si presenta
rettilinea mentre, osservata di fi anco,
mostra una serie di 3 curve, chiama-
te lombare, dorsale e cervicale, che
la rendono allo stesso tempo più forte
ed elastica.
Purtroppo si rivela anche un com-
plesso facilmente esposto a dolori e pa-
tologie. Infatti circa l’80% delle perso-
ne, nell’arco della vita, subisce almeno
un episodio di mal di schiena e que-
sta è la causa, nel mondo, della perdita
del maggior numero di ore di lavoro;
inoltre patologie come scoliosi, dorso
curvo (nei giovani), discopatie, artro-
si, ernie discali ecc. (negli adulti) sono
estremamente diff use e spesso motivo
di forti preoccupazioni.
L’attività fi sica svolge un ruolo fon-
damentale nella prevenzione dei do-
lori del rachide; infatti la maggior par-
te di essi è causata da posizioni scor-
rette, da tono ed elasticità muscolare
scarsi, movimenti errati nel lavoro e
Le cartelle scolastiche pesano decisamente troppo e,
nonostante i numerosi e svariati tentativi di alleggerirle,
è diffi cile conciliare le richieste di una didattica più
complessa con l’ingombro che queste determinano.
Viene quindi da chiedersi quali danni può causare
un peso di alcuni chili sulle spalle di un organismo in
evoluzione.
A questa domanda ha tentato di rispondere una
recente ricerca evidenziando che, negli studenti della
scuola media, uno zainetto di 8-9 chili di peso può
provocare mal di schiena nei soggetti più sedentari e
deboli, mentre quelli che praticano una suffi ciente attività
motoria sopportano meglio il carico degli zaini.
LeLeLeL ccararteteteelle e e scscscscolololo asasasa tititit chchc e e pepesasanono ddececisisamammeeente troppo ee,
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complessa cocococon n l’l’l’ininingogombmbroro cchehe qqueueueestststste e e dedededetermininininananano.ooo
Viene quinnndiddi dda aaa chchchieieiedededersrsrsi ii quququalalali ii dadadanni può cacaausususu are ee
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mootototoriiriaa sososoopppppporororortatataanono mmegeglilio o o ililil c c ccarararicii o o o dedededeglglglgli i i zazazaz innni.i.i
Obiettivo su ...OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Il peso delle cartelle
a casa, tutte condizioni che si posso-
no migliorare con la conoscenza della
colonna vertebrale e l’apprendimento
delle giuste abitudini di vita.
È importante sapere che il 90% dei
mal di schiena regredisce entro 1 me-
se dalla manifestazione del dolore an-
che senza aver eff ettuato alcun tipo di
trattamento. Spesso, però, si possono
avere altre ricadute e, per questo mo-
tivo, è importante apprendere e appli-
care quelle tecniche che consentono
di ridurre al minimo le sollecitazioni a
cui è esposto il rachide.
La posizione seduta (che in genere
teniamo) deve essere più corretta pos-
sibile, dato che è molto faticosa per
la colonna vertebrale. Occorre innan-
zitutto usare una sedia con un’altez-
za tale che ci consenta di mantenere
le anche e le ginocchia fl esse a 90°,
con un sedile non troppo lungo e uno
schienale suffi ciente per la parte lom-
bare e dorsale della schiena. Dobbiamo
218
Parte quarta: L’educazione alla salute e alla sicurezza
sederci portando indietro il bacino in
modo da farlo appoggiare allo schie-
nale e ricreare la curva lombare che,
altrimenti, scomparirebbe aff aticando
l’intera colonna (Fig. 6a); per leggere e
scrivere conviene inclinare il busto in
avanti e appoggiare i gomiti sul tavolo.
Tuttavia anche la migliore posizione,
se tenuta a lungo, aff atica la schiena,
per cui è importante muoversi, cam-
biare posizione (anche se non corret-
ta) e alzarsi spesso.
In automobile occorre regolare il
sedile in modo da sedere con la parte
lombare della colonna appoggiata e po-
ter premere a fondo i pedali senza muo-
vere il bacino; il sedile deve essere incli-
nato in modo che l’altezza delle spalle
sia poco al di sotto della parte superiore
del volante, per poterlo così impugnare
con le braccia fl esse (Fig. 6b).
Dovendo guidare per lungo tempo,
occorre comunque fermarsi ogni tan-
to per scendere e muoversi un po’.
Stare in piedi a lungo tende ad au-
mentare la curva lombare e ad aff a-
ticare la colonna; ogni tanto è quin-
di utile ridurre la curva lombare por-
tando in dentro la pancia e fl ettendo
leggermente le ginocchia. Anche in
questo caso è importante muoversi e
cambiare spesso posizione.
Occorre poi:
prendere l’abitudine di piegare le
gambe invece di fl ettere la schiena;
tenere i pesi da sollevare il più pos-
sibile vicino al corpo;
portare una gamba in avanti quan-
do si deve mantenere la posizione col
busto inclinato.
L’attività motoria, oltre a rinforzare le
ossa e a migliorare la tonicità dei mu-
scoli della colonna vertebrale, aumen-
ta la produzione di endorfi ne, antido-
lorifi ci prodotti naturalmente dall’or-
ganismo stesso.
Fig. 6 Posizioni corrette
ª
b
MA
PPA
CO
NC
ET
TU
ALE
219
1 Cosa avviene durante l’età dell’accrescimento?
.....................................................................................................................................................................................................
2 Cosa avviene se la colonna vertebrale perde il suo equilibrio?
.....................................................................................................................................................................................................
3 Cosa sono i paramorfi smi e come si riconoscono?
.....................................................................................................................................................................................................
4 Descrivi l’atteggiamento scoliotico e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
5 Descrivi il dorso curvo astenico e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
6 Descrivi le scapole alate e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
7 Descrivi le spalle interiorizzate e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
8 Descrivi il piede piatto paramorfi co e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
9 Descrivi l’abito astenico e gli esercizi da fare e da evitare.
.....................................................................................................................................................................................................
10 Parla della scoliosi.
.....................................................................................................................................................................................................
LA SALUTE DELLA COLONNA VERTEBRALE
Età di accrescimento − squilibri − scompensiColonna vertebraleColonna vertebrale
Rispondi alle seguenti domande
1 Atteggiamento scoliotico 2 dorso curvo astenico 3 scapole alate
4 spalle anteriorizzate 5 piede piatto paramorfi co 6 abito astenicoParamorfi smiParamorfi smi
Deviazione laterale − iperestensione vertebrale − tipi di curva e livello − gibbo − evoluzione − cause − attività motoriaScoliosiScoliosi
Struttura colonna vertebrale: 24 vertebre − muscoli e legamenti − disco intervertebrale − 3 curve
Evoluzione: 90% regredisce entro 1 mese − ricadute
Posizione seduta: posizione faticosa − posizione corretta − movimento
In automobile: regolazione posizione − fermarsi e muoversi
In piedi: ridurre curva lombare − piegare gambe − pesi vicino al corpo − gamba avanti
Mal di schienaMal di schiena
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