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Corso: ADDETTO ALLA RISTORAZIONE Operatore/Operatrice per l'approvvigionamento della cucina, la conservazione e trattamento delle materie prime e la preparazione dei pasti

ORIENTAMENTO 3-4-5-10-16 FEBBRAIO 2015

Dott.ssa Monica INDIVERI

Psicologa del Lavoro

PROVINCIA DI BRINDISI SERVIZIO MERCATO DEL LAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE AVVISO PUBBLICO - PR0V-BR/02/2013 - POR Puglia 2007-2013

Asse II “OCCUPABILITA’” - “FORMAZIONE PER INSERIMENTO-REINSERIMENTO LAVORATIVO”

I.P.S.E.O.A. “SANDRO PERTINI”

Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera via Appia 356, 72100 Brindisi

ISTITUTO ECCELSA S.r.l. Contrada Popoleto, n.c. 70011 Alberobello (BA)

MOTIVAZIONE

Motivo

AZIONE

MOTIVAZIONE

Espressione dei MOTIVI che inducono un

individuo a COMPIERE o tendere verso una

DETERMINATA AZIONE.

Dal punto di vista psicologico: insieme dei

FATTORI DINAMICI aventi una data origine

che spingono il comportamento di un

individuo VERSO UNA DATA META.

MOTIVAZIONE DUE FUNZIONI:

1. ATTIVARE DEI COMPORTAMENTI SPECIFICI: componente energetica di attivazione alla motivazione;

2. ORIENTARE COMPORTAMENTI SPECIFICI: componente direzionale che orienta la motivazione.

MOTIVAZIONE

DISTINZIONI:

MOTIVAZIONI PRIMARIE: collegate con i bisogni fisiologici (es: la fame );

MOTIVAZIONI SECONDARIE: connesse con i processi di apprendimento culturale, di tipo psicologico-cognitivo.

MOTIVAZIONE

BISOGNO:

- la MANCANZA totale o parziale DI uno o più

ELEMENTI che COSTITUISCONO il BENESSERE

DELLA PERSONA.

- la SPINTA A RICERCARE questi elementi NON E’

UNA MOTIVAZIONE SUFFICIENTE PER AGIRE.

- Il BISOGNO in senso PSICOLOGICO NON SEMPRE

è SOVRAPPONIBILE a quello psicofisiologico.

MOTIVAZIONE LA PIRAMIDE DEI BISOGNI MASLOW

Bisogni Fisiologici

Bisogni di Sicurezza

Bisogni di Appartenenza

e di Attaccamento

Bisogni di Stima

Bisogni di Autorealizzazione

(1954)

RESPIRARE

BERE

MANGIARE

DORMIRE

SALUTE SICUREZZA FISICA

SICUREZZA MATERIALE

AFFETTI FAMIGLIA

AMICIZIA INTIMITA’ EMOZIONI

REPUTAZIONE

PRESTIGIO

POSIZIONE SOCIALE

IDENTITA’

MOTIVAZIONE intesa come STATO INTERNO CHE ATTIVA, DIRIGE e MANTIENE NEL TEMPO il comportamento dell’individuo

MOTIVAZIONE ESTRINSECA

MOTIVAZIONE INTRINSECA

ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE

MOTIVAZIONE

MOTIVAZIONE ESTRINSECA:

Parte dall’ ESTERNO DELLA PERSONA.

Per esempio: obiettivi, premi, incentivi, risultati da raggiungere, evitare situazioni spiacevoli, ottenere uno status particolare, riconoscimenti, ecc.

MOTIVAZIONE

MOTIVAZIONE INTRINSECA:

Parte dall’ INTERNO DELLA PERSONA, che si impegna in un’ ATTIVITA’ perché la trova STIMOLANTE e GRATIFICANTE DI PER SE’, e prova soddisfazione nel sentirsi sempre più competente.

MOTIVAZIONE

MOTIVAZIONE INTRINSECA:

Basata sulla CURIOSITA’, che viene attivata quando un individuo incontra caratteristiche ambientali strane, sorprendenti, nuove.

La persona sente il bisogno di ESPLORARE L’AMBIENTE alla RICERCA DI NUOVE INFORMAZIONI e SOLUZIONI.

MOTIVAZIONE

MOTIVAZIONE INTRINSECA:

Importante per la motivazione intrinseca è, inoltre, la PADRONANZA: cioè il bisogno di sentirsi sempre più

COMPETENTI

MOTIVAZIONE

ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE

Rappresentazione degli obiettivi che vogliamo raggiungere attraverso:

AUTOSTIMA

ATTRIBUZIONE CAUSALE

MOTIVAZIONE ATTRIBUZIONE CAUSALE

CAUSE

/ Esterne Interne

Stabili / Instabili

Controllabili / Incontrollabili

MOTIVAZIONE VALORI: cosa sono?

- Il MOTIVO per cui siamo al mondo

- Ciò per cui VALE LA PENA VIVERE

- Cosa è IMPORTANTE per me NELLA VITA

VALORI

Variano storicamente e geograficamente perché non appartengono al mondo assoluto delle idee, ma SONO INTERCONNESSI ALLA REALTA’ SOCIALE.

VALORI Clyde Kluckhohn 1951

"Un valore è una CONCEZIONE DEL DESIDERABILE, esplicita o implicita, distintiva di un individuo o caratteristica di un gruppo, che influenza l'azione con la selezione fra modi, mezzi e fini disponibili”.

VALORI Clyde Kluckhohn 1951

DIMENSIONE NORMATIVA:

sono interiorizzati dall’individuo e se trasgrediti producono in lui il senso di colpa.

legati al pensiero.

influenzano nettamente la capacità di scelta e l’orientamento dell’agire sociale.

comportano un “dover essere”.

DIMENSIONE AFFETTIVA:

DIMENSIONE COGNITIVA:

DIMENSIONE SELETTIVA:

COMUNICAZIONE

COMUNICAZIONE: dal latino CUM (CON) e MUNIRE (LEGARE, COSTRUIRE).

COMUNICAZIONE: dal latino COMMUNICO (METTERE IN COMUNE, FAR PARTECIPE).

COMUNICAZIONE Il SOGGETTO UMANO è un essere:

COMUNICANTE

PENSANTE

EMOTIVO

SOCIALE

COMUNICAZIONE

• APPROCCIO MATEMATICO

CINQUE APPROCCI SULLA COMUNICAZIONE

• APPROCCIO SEMIOTICO

• APPROCCIO PRAGMATICO

• APPROCCIO SOCIOLOGICO

• APPROCCIO PSICOLOGICO

COMUNICAZIONE • APPROCCIO PSICOLOGICO:

• FUNZIONE ESPRESSIVA

manifestazione di EMOZIONI, DESIDERI,

STATI D’ANIMO, INTENZIONI, include forme

originali e inconsuete di espressione,

alla base della CREATIVITA’ umana

nelle sue diverse forme.

BATESON (1951)

COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE: PROCESSO, AZIONE, INSIEME DI FENOMENI che comportano la distribuzione delle informazioni.

COMUNICAZIONE: come attività COMPLESSA e SOFISTICATA.

COMUNICAZIONE

• è un’ ATTIVITA’ principalmente SOCIALE

DIMENSIONI DELLA COMUNICAZIONE UMANA

• è PARTECIPAZIONE (condivisione di SIGNIFICATI)

• è un’ ATTIVITA’ prevalentemente COGNITIVA

• è strettamente CONNESSA all’AZIONE

COMUNICAZIONE

• REFERENTE:

• EMITTENTE: persona che avvia la comunicazione attraverso un messaggio

• RICEVENTE: persona che accoglie il messaggio, lo decodifica e lo comprende

• CODICE: parola scritta o parlata, immagine, simbolo impiegato per formare il

messaggio

• CONTESTO: l’ambiente significativo all’interno del quale si situa l’atto

comunicativo

• MESSAGGIO:

oggetto della comunicazione a cui si riferisce il messaggio

contenuto e modalità del processo comunicativo

ELEMENTI CHE COSTITUISCONO UN SINGOLO ATTO COMUNICATIVO

• CANALE: mezzo di propagazione fisica del codice

COMUNICAZIONE INTRINSECA NATURA BIDIREZIONALE:

E MITTENTE

R ICEVENTE

COMUNICAZIONE L’ASSUNZIONE COMPLETA DELL’INFORMAZIONE DIPENDE DA:

E FFICACIA del canale

R ISULTATO dell’INTERPRETAZIONE del messaggio da parte del RICEVENTE

COMUNICAZIONE

DIPENDE DAL livello di condivisione del CODICE utilizzato all’interno di uno specifico contesto.

SIGNIFICAZIONE INVERSA

COMUNICAZIONE

VERBALE: TRE LIVELLI

linguaggio sia scritto che orale che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali

NON VERBALE: attraverso canali diversificati come mimiche facciali, sguardi, gesti, posture

PARAVERBALE: caratteristiche della voce come tono, volume, ritmo, pause

COMUNICAZIONE TRE LIVELLI

7%

NON VERBALE 55 % 38 %

VERBALE

PARAVERBALE

Albert Mehrabian (1967)

COMUNICAZIONE

7%

“Chi è il PRINCIPALE RESPONSABILE del processo comunicativo????”

“IO!!!”

COMUNICAZIONE

7%

55 % 38 % Pragmatica della Comunicazione Umana, Paul Watzlawick (1967)

“NON SI PUO’ NON COMUNICARE”

COMUNICAZIONE

7%

55 % 38 %

“non E’ MPORTANTE ciò che

comunichi …

… ma COME COMUNICHI!!!”

CONFLITTO: dal latino CONFLICTUS (urto, scontro).

CONFLITTO: dal latino CONFLIGGERE (combattimento, guerra, urto, contrasto, opposizione di sentimenti, passioni, opinioni).

CONFLITTO

CONFLITTO interazione tra agenti (individui, gruppi, organizzazioni) in cui almeno un attore percepisce una INCOMPATIBILITA’ con uno o più attori nella dimensione DEL PENSIERO/PERCEZIONE/EMOZIONI e/o della VOLONTA’ in una maniera tale che la realizzazione (dei propri pensieri, emozioni, volontà) venga ostacolata da un altro attore. (Friedrich Glasl, 1982)

CONFLITTO Il CONFLITTO nasce nel momento in cui l’INCOMPATIBILITA’ si manifesta in un COMPORTAMENTO CONCRETO o almeno un agente attribuisce all’altro il motivo dell’ IMPEDIMENTO alla propria

AUTOREALIZZAZIONE. (Friedrich Glasl, 1982)

CONFLITTO 3 DIMENSIONI DEL CONFLITTO

DIMENSIONE STRUTTURALE: contraddizione di base, incompatibilità tra gli scopi.

DIMENSIONE OSSERVABILE: comportamento, insieme delle azioni osservabili dove un attore conduce il conflitto per conseguire i propri obiettivi e/o impedisce alla parte avversa di conseguire i suoi.

atteggiamenti delle parti in conflitto; ovvero insieme delle PERCEZIONI, EMOZIONI e DISPOSIZIONI DEGLI ATTORI, originate dal conflitto e preesistenti ad esso, che determinano il comportamento e l’interpretazione della situazione.

Il meccanismo di base è l’IDENTIFICAZIONE dell’altro con il PROBLEMA: PROBLEMA APPARENTE.

CONFLITTO 3 DIMENSIONI DEL CONFLITTO

DIMENSIONE SOGGETTIVA :

CONFLITTO

CONFLITTO APPARENTE:

STRATO VISIBILE DI UNA SITUAZIONE CONFLITTUALE, argomento di tensione e di disaccordo (persona che colpevolizza gli altri, fa la vittima, che proietta).

VERO PROBLEMA, causa sotterranea alla discussione. E’ collegato ad aspetti quale: SCARSA AUTOSTIMA, PAURA DELL’ ABBANDONO, INADEGUATEZZA, SENSO DI COLPA, INSICUREZZA PSICOLOGICA, PAURA DEL FALLIMENTO.

CONFLITTO REALE:

CONFLITTO

CONFLITTO APPARENTE

CONFLITTO REALE

A

CONFLITTO

B PROBLEMA

CONFLITTO Teoria di John Burton (1963)

i CONFLITTI nascono da PRESE DI POSIZIONE che entrambe le parti assumono IN UNA PARTICOLARE CONTROVERSIA .

CONFLITTO

CONTROVERSIA: (DISPUTA)

divergenza di idee che genera discussioni e contrasti.

CONFLITTO

PRESE DI POSIZIONE

FRUTTO DI

INTERESSI PERSONALI DETTATI DA

VALORI UMANI E SOCIALI

BISOGNI UMANI FONDAMENTALI FONDATI SU

Teoria di John Burton (1963)

CONFLITTO

POSIZIONE: CONFLITTO APPARENTE,

parte visibile della situazione conflittuale e che corrisponde alle pretese. OPINIONE, CREDENZA difesa con forza, LA NOSTRA VERITA’, come VEDIAMO E PERCEPIAMO IL MONDO, secondo la nostra esperienza.

INTERESSI: CONFLITTO REALE, i moventi silenziosi

dietro il baccano delle posizioni, il MOTIVO SOTTOSTANTE LA POSIZIONE.

Teoria di John Burton (1963)

CONFLITTO

TIPI DI INTERESSI OPPOSTI: si escludono reciprocamente.

COMUNI: condivisi da entrambe le parti.

DIFFERENTI: costituiti da diverse preferenze, credenze, aspettative e desideri delle parti.

Teoria di John Burton (1963)

CONFLITTO 10%

90%

10%:

90%:

POSIZIONI

CONFLITTO APPARENTE

CONFLITTTO REALE

INTERESSI

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

PRIMA TECNICA: DELLE DOMANDE

DA FARE:

DOMANDE APERTE: “… che cosa ne pensa …?”

“… come potremmo fare per trovare una soluzione …?”

DOMANDE IPOTETICHE: “… che cosa succede se non troviamo un accordo …?”

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

DA EVITARE: CHIUSE: che finiscono con un si o con un no

MULTIPLE: domande una dietro l’altra, una dentro l’altra

TENDENZIOSE: che presuppongono un giudizio

ALTERNATIVE: “… preferisce questo o quello …?”

DOMANDE CHE INIZIANO CON UN PERCHE’: portano ad un’autogiustificazione degli atteggiamenti assunti dalle parti

PRIMA TECNICA: DELLE DOMANDE

CONFLITTO

REGOLA DELLE 5 W

W W W W W

HO? HI? C HAT?

HEN?

HERE?

HY?

C HE COSA?

Q UANDO?

P

OVE? D ERCHE’?

PRIMA TECNICA: DELLE DOMANDE

CONFLITTO

ci consente di ricercare MOTIVAZIONI, ASPETTATIVE, PERCEZIONI, PROBLEMI DI COMUNICAZIONE, TIMORI, DESIDERI DELLE PARTI, QUELLO CHE CIASCUNO VORREBBE.

“… perché vuoi …?”

COMPRENDERE LE MOTIVAZIONI ci porta ad una SOLUZIONE che soddisfa entrambi gli interessi .

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

PRIMA TECNICA: DELLE DOMANDE

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

COMPRENDERE LE EMOZIONI che scaturiscono dal conflitto chiedendosi che cosa le produce e COSA C’E’ DIETRO IL CONFLITTO.

SECONDA TECNICA: METTERSI NEI PANNI DELL’ALTRO

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

parlare in modo da FARSI COMPRENDERE, SAPER ASCOLTARE, ASCOLTO ATTIVO (facendo attenzione a non fraintendere).

TERZA TECNICA: SAPER COMUNICARE

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

VALORI SOCIALI e MORALI

qualità associate ai concetti di GIUSTO/SBAGLIATO. Condividiamo più o meno gli stessi valori, ma vi attribuiamo PRIORITA’ DIVERSE. Ognuno di noi è portatore di valori con cui viviamo ed interpretiamo la vita.

CONFLITTO

INDAGARE LA PARTE SOMMERSA DEGLI INTERESSI

BISOGNI

la loro FRUSTRAZIONE genera un CONFLITTO sia a livello intra-personale che interpersonale.

LA PIRAMIDE DEI BISOGNI MASLOW (1954)

LA PIRAMIDE DEI BISOGNI MASLOW

Bisogni di Appartenenza

e di Attaccamento

(1954)

AFFETTI FAMIGLIA

AMICIZIA INTIMITA’ EMOZIONI

CONFLITTO

LA PIRAMIDE DEI BISOGNI MASLOW 1954 Bisogno di APPARTENENZA e di ATTACCAMENTO se non viene soddisfatto:

CONFLITTO

- induce il soggetto ad INCOLPARE sempre l’altro;

- sviluppa nel soggetto RISENTIMENTO, a cui segue

VIOLENZA VERBALE ED anche FISICA;

- intrattiene il soggetto nella POSIZIONE IMPOTENTE

DELLA VITTIMA, e lo imprigiona nella RABBIA e nell’ODIO.

CONFLITTO

se ci consentiamo di VIVERE A FONDO IL CONFLITTO

POTREMO RICONOSCERE CHE LA NOSTRA VERITA’….

E’ SOLO

UNA VERITA’ RELATIVA

• INCOMPRENSIONI O ERRORI DI COMUNICAZIONE:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

quando i sentimenti e le intenzioni che accompagnano un certo comportamento

sono intesi dall’altra parte in modo contrario a quello voluto.

• DISONESTA’:

le parole che usiamo, le promesse che dimentichiamo, le responsabilità che

evitiamo sono tutte fonti potenziali di conflitto.

fonte sicura di conflitto, anche in forma parziale è altrettanto incendiaria e

deleteria in una relazione.

• NEGLIGENZA:

• INTENZIONALITA’: se abbiamo intenzione di fare del male fisicamente o emotivamente a qualcuno,

creeremo e manterremo uno stato di conflitto.

• FIDUCIA ESCLUSIVA NELLE PROPRIE CONVINZIONI E OPINIONI:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

quando due persone hanno opinioni contrastanti ed ognuna è fermamente

convinta di avere ragione.

• INCAPACITA’ DI AFFRONTARE UN CONFLITTO: mancanza di consapevolezza di cosa sia o non sia un conflitto. Ci sentiamo

minacciati dal confronto e dai sentimenti scomodi, reagiamo in modo emotivo per

rabbia e paura, ci mettiamo sulle difensive o attacchiamo l’altro, ci chiudiamo in

noi stessi oppure ci ritiriamo del tutto: siamo portati a determinare il contrasto

anzichè prevenirlo o risolverlo.

• PAURA: può essere considerata la motivazione primaria dopo la disonestà.

Paura dell’ira, della reazione dell’altro, di perdere qualcosa, di porre dei limiti, di

dire di no.

• FINALITA’ NASCOSTE:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

intenzioni o motivazioni che una delle due parti non fa conoscere all’altra.

Si dividono in consce e inconsce: quando agiamo contro una persona significa

che a qualche livello non affrontiamo una verità simile su noi stessi.

• INTERESSI O ESIGENZE DIVERSE:

interessi emotivi come per esempio il sentimento di gratificazione e di conferma.

esempio dell’arancia.

• SENTIMENTI FERITI:

• RAPPORTI DISTURBATI TRA INDIVIDUI: rapporto patriarcale di potere e di dipendenza.

• PROBLEMI INTRAPERSONALI:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

inibizioni, manie dell’ordine, fobie, etc…

• EQUIVOCI:

ad esempio libertà opposta ad ordine.

problemi di comunicazione.

• VALORI DIVERSI:

• MANCANZA DI INFORMAZIONI IMPORTANTI: che condizionano il modo di vedere il conflitto.

• VICINANZA O DISTANZA SPAZIALE TROPPO GRANDE:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

se non stabiliamo dei limiti e non chiariamo i nostri confini personali,

probabilmente gli altri li supereranno.

• FATTORI AMBIENTALI

• INGIUSTIZIA ECONOMICA

• CONTROLLO SU DETERMINATE RISORSE: divisibili (denaro) o non divisibili (una carica politica), variabili (quota di reddito

di una classe sociale) o invariabili (un territorio).

• OPPRESSIONE POLITICA

• CREDENZE:

CONFLITTO CAUSE DEL CONFLITTO

come le parti interpretano la realtà.

• NATURA E RELAZIONE TRA LE PARTI:

• SOPRAVVIVENZA

si entra in conflitto perché si hanno differenti aspettative e aspirazioni riguardanti

le propria relazione.

CONFLITTO

COMPORTAMENTO

SITUAZIONE ATTEGGIAMENTO

CONFLITTO

“ Un CONFLITTO si può risolvere se si provoca un CAMBIAMENTO:

Christofer Mitchell (2010)

sul PIANO COMPORTAMENTALE o

sul PIANO PERCETTIVO o

su entrambi

CONFLITTO

FASTIDIOSO

si tende a considerarlo

MINACCIOSO

DISTRUTTIVO

DOLOROSO

CONFLITTO

EMOZIONI:

si tende ad evitarlo, ma quando ciò non è possibile, genera

SENTIMENTI:

RABBIA PAURA

RISENTIMENTO ODIO VENDETTA

CONFLITTO

si è in presenza di un CONFLITTO QUANDO:

1. qualcuno avanza una richiesta che un altro respinge;

2. qualcuno cerca di raggiungere uno scopo e qualcun altro glielo impedisce.

CONFLITTO CARATTERISTICHE OPPOSTE POSIZIONI

qualcuno che AFFERMA – PRETENDE – RICHIEDE

e qualcun altro che respinge tali richieste.

CONFLITTO CARATTERISTICHE

GLI INTERESSI IN GIOCO TRA LE PARTI SONO:

BISOGNI

DESIDERI

DIRITTI

POTERI

CONFLITTO

CONCEZIONE OCCIDENTALE

presenza di due LITIGANTI che si oppongono e di un meccanismo di base dove l’ ALTRO è colui che viene identificato con il PROBLEMA. Si è intrappolati in una: LOGICA DI CASUALITA’ LINEARE

CONFLITTO CONCEZIONE OCCIDENTALE

LOGICA DI CASUALITA’ LINEARE

- tesa a cercare le CAUSE ed il COLPEVOLE del conflitto;

- DIVIDE LA REALTA’ in classi di opposti senza la possibilità di una terza opzione;

- caratterizzata da una LOGICA FORMALE, dove una posizione non può essere contemporaneamente vera o falsa allo stesso tempo.

CONFLITTO CONCEZIONE ORIENTALE

- ATTENZIONE AGLI OGGETTI e a tutto ciò che li circonda;

- comprensione degli eventi attraverso ANALISI DI NUMEROSI FATTORI;

- le VARIABILI che determinano i vari fenomeni INTERAGISCONO TRA DI LORO in maniera complessa.

LOGICA DI CASUALITA’ CIRCOLARE

CONFLITTO PENSIERO ORIENTALE

SISTEMA insieme di oggetti e di relazioni tra questi oggetti e tra i loro attributi

CONFLITTO

SISTEMA

QUESITO:

“…da quanti elementi è costituita la coppia ?”

3: - IO

- TU

- NOI

SISTEMA: somma dei componenti + il modo attraverso il quale i componenti agiscono tra di loro

CONFLITTO SISTEMA

TEORIA GENERALE DEI SISTEMI:

- QUALUNQUE CAMBIAMENTO che avvenga in uno degli oggetti appartenenti al sistema E’ INTERDIPENDENTE AD OGNI PARTE DEL SISTEMA STESSO.

- OGNI PARTE per quanto piccola HA IL POTERE DI INFLUIRE sul comportamento dell’insieme.

CONFLITTO

è un FATTO UMANO INEVITABILE:

non può essere eliminato , ma

SI PUO’ IMPARARE A GESTIRLO ed a comprendere che esistono

DIFFERENTI MODALITA’

PER AFFRONTARLO.

CONFLITTO UN MODO PER RISOLVERLO

NEGOZIAZIONE

si avvale di un DIALOGO COSTRUTTIVO con lo scopo di recuperare un rapporto deterioratosi o con l’obiettivo di GIUNGERE AD UN ACCORDO che comporti una soddisfazione dei rispettivi interessi delle parti attraverso un processo di ARRICCHIMENTO RECIPROCO.

COSA E’?

CARATTERISTICHE: - DUE PARTI CHE AGISCONO; - COESISTENZA DI INTERESSI COMUNI ED INTERESSI DIFFERENTI; - CAPACITA’ COMUNICATIVA DELLE PARTI; - CAPACITA’ DI ACCETTARE O RIFIUTARE.

CONFLITTO NEGOZIAZIONE

chiamata anche NEGOZIATO DI POSIZIONI ci si distribuisce le risorse (logica WIN-LOSE).

TIPOLOGIE

DISTRIBUTIVA:

INTEGRATIVA: chiamata anche NEGOZIATO DI PRINCIPI o INTERESSI, si basa sulla cooperazione dove ciascuna parte, tiene conto degli obiettivi della controparte (logica è WIN-WIN).

CONFLITTO NEGOZIAZIONE

distinguere la COMPONENTE SOGGETTIVA (del rapporto interpersonale), COMPONENTE OGGETTIVA del problema da risolvere.

TECNICHE NEGOZIALI

SEPARARE LE PERSONE DAL PROBLEMA:

gli INTERESSI sono i MOVENTI SILENZIOSI dietro il baccano delle posizioni.

CONCENTRARSI SUGLI INTERESSI E NON SULLE POSIZIONI:

CONFLITTO NEGOZIAZIONE

TECNICHE NEGOZIALI

METODO DEL BRAINSTORMING: generare più possibilità di soluzione prima di decidere cosa fare, cercando il vantaggio di ambo le parti, inventando i modi per facilitare alla controparte le decisioni che deve prendere. UTILIZZARE CRITERI OGGETTIVI: (INDIPENDENTI DALLA VOLONTA’ DELLE PARTI):

ricorrere a criteri imparziali, ossia che non provengono dall’opinione delle parti in gioco, ma da un terzo affidabile riconosciuto come tale dalle parti (ad esempio: il prezzo di mercato, i prezzi dei concorrenti, etc…).

ASSERTIVITA’

- dal latino asserere, in italiano “ASSERIRE”:

- affermare con CONVINZIONE e TENACIA;

- essere PIENAMENTE CONVINTI di ciò che si sostiene.

ASSERTIVITA’

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA ASSERTIVA

- accetta le CRITICHE COSTRUTTIVE, rifiutando quelle manipolative o svalutanti

- comunica in modo EFFICACE ed AUTENTICO

- ASCOLTA e chiede chiarimenti

- si assume la RESPONSABILITA’ di quanto dice o fa

ASSERTIVITA’

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA ASSERTIVA

- le sue critiche vanno nella direzione del CAMBIAMENTO

- sa ACCETTARE le sconfitte

- RIFIUTA di fare CIO’ CHE NON DESIDERA

- persegue coerentemente i propri OBIETTIVI

- sa AIUTARE GLI ALTRI se gli viene richiesto

- entra in CONTATTO con le sue EMOZIONI

ASSERTIVITA’

“L’ ASSERTIVITA’ non è una forma di potere estrinseco, ossia un modo di imporsi sugli altri, ma una forma di POTERE INTRINSECO, ossia di AUTOAFFERMAZIONE” (Nanetti, 2002)

ASSERTIVITA’

Viene definita prevalentemente come una

COMPETENZA SOCIALE che caratterizza

chi realizza SE STESSO manifestando

le PROPRIE DOTI ed esprimendo

le PROPRIE ESIGENZE nel

CONTESTO RELAZIONALE.

ASSERTIVITA’

“ La capacità individuale di RICONOSCERE LE PROPRIE ESIGENZE (o i propri diritti) e di ESPRIMERLE CON EFFICACIA nel proprio ambiente, mantenendo, nel contempo, una POSITIVA RELAZIONE CON GLI ALTRI ”

“ La LEGITTIMA ED ONESTA ESPRESSIONE DEI PROPRI DIRITTI, sentimenti, convincimenti ed interessi, evitando la violazione o la negazione dei diritti degli altri ”

(Galeazzi, Porzionato, 1998)

ASSERTIVITA’

AGGRESSIVITA’ PASSIVITA’

ASSERTIVITA’: comportamento sociale funzionale ed efficace

ASSERTIVITA’

ISPETTO

UTORESPONSABILITA’

DUE COMPONENTI ESSENZIALI

A

R

ASSERTIVITA’

Comportarsi in modo assertivo vuol dire:

BILANCIARE

I MIEI BISOGNI BISOGNI ALTRUI

ASSERTIVITA’

- È un GIOCO A DUE a variabile zero, in cui non c’è uno sconfitto e un vincente, ma ENTRAMBI GLI INTERLOCUTORI DELLA RELAZIONE SONO:

VINCENTI

ASSERTIVITA’

COMPORTAMENTO PASSIVO: quando si antepongono I BISOGNI DEGLI ALTRI ai propri.

COMPORTAMENTO AGGRESSIVO: (OSTILE-MANIPOLATIVO):

quando si antepongono I PROPRI BISOGNI a quelli altrui.

COMPORTAMENTO ASSERTIVO: quando si equilibrano I PROPRI e GLI ALTRUI BISOGNI e si agisce secondo le priorità che emergono.

ASSERTIVITA’

BISOGNI ALTRUI

BISOGNI PERSONALI

NON ASSERTIVO ASSERTIVO AGGRESSIVO (OSTILE-MANIPOLATIVO) PASSIVO

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO PASSIVO

Per comportamento passivo si intende quello in cui IL SOGGETTO SUBISCE LE SITUAZIONI SENZA REAZIONI APPARENTI, assumendosi la responsabilità anche di eventi che non lo riguardano in prima persona.

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO PASSIVO:

- non riuscire a fare richieste e ad esprimere i propri bisogni

- mettere da parte le proprie esigenze e i propri diritti

- subire gli altri

- avere difficoltà a rifiutare richieste (DIRE DI NO)

- avere difficoltà nel comunicare agli altri i propri sentimenti

- avere spesso bisogno di approvazione altrui

- dipendere o avere paura dal giudizio altrui

- avere spesso paura di sbagliare

- ritenere che gli altri siano migliori

- avere difficoltà nel decidere

- dirigere la rabbia verso di sé

- sentirsi frustrati e scontenti

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO PASSIVO

MOTIVAZIONI

- DESIDERIO di ESSERE ACCETTATI da tutti

- NON volersi lasciare coinvolgere in CONFLITTI

- TIMORE che le proprie azioni non producano

risultati positivi

- TIMORE DI PERDERE IL CONTROLLO di se stessi e di

comportarsi in modo poco lecito

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO OSTILE Nel comportamento OSTILE il soggetto tende ad affermare se stesso con ARROGANZA e PREPOTENZA senza tenere in seria considerazione le opinioni e le esigenze altrui. Tale comportamento NON ESPRIME alcuna forma di RISPETTO per la persona con cui si interagisce (“Tu per me non esisti”).

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO OSTILE:

- volere che gli altri si comportino come FA PIACERE A NOI

- NON MODIFICARE LA PROPRIA OPINIONE su qualcuno

o su qualche cosa

- DECIDERE PER GLI ALTRI senza ascoltare il parere dei diretti

interessati

- NON RISPETTARE i diritti altrui

- NON ACCETTARE DI poter SBAGLIARE

- NON CHIEDERE “SCUSA” per un eventuale

comportamento errato

- NON ASCOLTARE gli altri mentre parlano

- INTERROMPERE spesso

il proprio interlocutore

- GIUDICARE gli altri e criticarli

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO OSTILE:

- usare STRATEGIE COLPEVOLIZZANTI o SVALORIZZANTI

- CONSIDERARSI IL MIGLIORE

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO OSTILE

MOTIVAZIONI

- VOLER SEMPRE OTTENERE ciò che si desidera

- credere che SFOGARE LA PROPRIA RABBIA contro

qualcuno, aiuta a sentirsi meglio

- CREDERE che GLI ALTRI siano DEI NEMICI dai quali

proteggersi

- credere che GLI ALTRI debbano

ADEGUARSI ALLA NOSTRA VOLONTA’

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO è indiretto e fonda le sue radici nella BASSA AUTOSTIMA. LA PERSONA non specifica cosa vuole o intende, ma USA metodi indiretti, quali l’IRONIA, il SARCASMO, i DISCORSI ALLUSIVI, in modo che l’altro debba supporre le sue intenzioni o sentirsi in colpa o responsabile.

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI

- approfittare della VULNERABILITA’

DELL’ALTRO

- dire SOLO UNA PARTE DI VERITA’ e

nascondere il resto

- ESSERE OLTREMODO GENTILE con l’altro

- MOSTRARSI DEBOLE, così che l’altro

si offra di agire al posto nostro

- EVITARE L’ALTRO non guardandolo

deliberatamente o evitare l’argomento

cambiando intenzionalmente discorso

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI DI FRASI:

“ Se mi fossi davvero amico, tu …”

RICATTO EMOTIVO

“ Non so cosa farò, se farai questo …”

DECIDERE PER L’ALTRO

“Se io fossi nei tuoi panni …”

DIRE ALL’ALTRO COSA FARE

“Penso che tu dovresti …”

PROTEZIONE

“Non preoccuparti per questo, ci penserò io…”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI DI FRASI:

OFFERTA DI RICOMPENSA MORALE O MATERIALE

“Se lo farai, ti sarò eternamente grato …”

RICATTATORIO

“Se fai questo per me, io farò questo per te …”

FAR CREDERE DI FARE GLI INTERESSI DELL’ALTRO,

QUANDO IN EFFETTI SI PERSEGUONO SOLO I PROPRI

“È nel tuo interesse …”

“ È una grande opportunità per te …”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI DI FRASI:

PASSIVAMENTE FAR SI’ CHE L’ALTRO DECIDA, PER

POI GIUDICARE E DISPREZZARE QUANDO LE COSE

NON FUNZIONANO

“Non mi riguarda …”

PROVARE A FAR SENTIRE SPECIALE L’ALTRO,

IN MODO CHE GLI SIA DIFFICILE RIFIUTARE

“Potresti farmi questo grande favore?”

AUTOSVALUTAZIONE

“Se lo faccio, sarà un disastro”

LUSINGA PIANIFICATA

“Se lo fai, mi sentirò molto meglio”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI DI FRASI: MESSAGGIO DOPPIO

(DETTO IN UN TONO CHE FA INTENDERE UN NO):

“Suppongo di sì …”

FARE IL MARTIRE

“Lo farò. Lo faccio sempre …”

“Se non lo faccio io, non lo farà nessun altro …”

ESERCITARE UNA PRESSIONE SULL’ALTRO

PER FARLO SENTIRE ISOLATO

“Nessun altro pensa che sia una buona idea … ”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO MANIPOLATIVO

ESEMPI DI FRASI: CONFRONTO SFAVOREVOLE

“ Lui può farlo, perché tu no?”

METTERE ALLE STRETTE IN MODO CHE SIA

DIFFICILE DIRE DI ‘NO’

“ Non hai da fare sabato, vero? Quindi mi

accompagni? ”

Il comportamento ASSERTIVO implica la CONSAPEVOLEZZA DELL’ AMORE PER SE’ oltre che il RISPETTO e conseguentemente l’amore PER GLI ALTRI. Essere assertivi significa rispettare se stessi e gli altri, credere nelle proprie opinioni, nei propri pensieri , RICONOSCENDO ANCHE I PROPRI LIMITI.

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

CARATTERISTICHE - ESPRIMERE I PROPRI BISOGNI e le proprie esigenze

- ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ delle proprie azioni

e le conseguenze che ne derivano

- ACCETTARE il punto di vista e LE CRITICHE

COSTRUTTIVE degli altri

- RISPETTARE i diritti degli altri

- fornire CRITICHE COSTRUTTIVE

- NON GIUDICARE

- NON SVALUTARE o COLPEVOLIZZARE gli altri

- ascoltare gli altri, ma DECIDERE IN MODO AUTONOMO

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

CARATTERISTICHE - essere pronti a CAMBIARE la propria OPINIONE

- NON permettere agli altri di MANIPOLARCI

- NON PRETENDERE che gli altri si comportino

come fa piacere a noi

- ricercare l’altrui COLLABORAZIONE

- essere in grado di COMUNICARE le proprie

EMOZIONI

- VALUTARSI in modo adeguato

- riuscire a MEDIARE con l’altro

ASSERTIVITA’

SITUAZIONALITA’

“ Noi tutti ci comportiamo in maniera diversa A SECONDA DELLE SITUAZIONI: A VOLTE SIAMO PASSIVI, ALTRE VOLTE AGGRESSIVI, ALTRE ANCORA ASSERTIVI (Hare, 1988) ”.

ASSERTIVITA’ SITUAZIONALITA’

Le diverse COMPONENTI EMOZIONALI, COGNITIVE ed ESPRESSIVE vanno CALIBRATE e composte in modo diverso A SECONDA DELLE SITUAZIONI, degli OBIETTIVI e delle PERSONE di quel momento specifico.

ASSERTIVITA’ OBIETTIVO

“ Ottenere il MIGLIOR VANTAGGIO o il minor svantaggio PER SE STESSI, sia nel breve che nel lungo termine ” (Marcato et al., 2007)

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

TIPOLOGIE DI NO DIPLOMATICO

- RIFIUTO TOTALE

- RIFIUTO PARZIALE

- LA PROPOSTA DI UN’ALTERNATIVA

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: RIFIUTO TOTALE SI ARTICOLA IN QUATTRO TEMPI

1. mostrare COMPRENSIONE ed EMPATIA

2. esprimere con CALMA e FERMEZZA il rifiuto

3. SPIEGARE eventualmente LE NOSTRE RAGIONI:

ATTENZIONE!!!!

SPIEGARE NON SIGNIFICA GIUSTIFICARSI

4. OFFRIRE un’apertura verso ALTRE SOLUZIONI, senza

imporle

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: RIFIUTO TOTALE 1. mostrare COMPRENSIONE ed EMPATIA

2. esprimere con CALMA e FERMEZZA il rifiuto

3. SPIEGARE eventualmente LE NOSTRE RAGIONI:

“So che per te è dura stare senza macchina a causa

dell’incidente e spero che te la riparino presto …”

4. OFFRIRE un’apertura verso ALTRE SOLUZIONI, senza imporle

“ … perché sono già carico di impegni …”

“ … ma non posso essere a tua disposizione come autista

ogni volta che ne hai bisogno …”

“ … magari potresti chiedere questo favore ad altri amici,

affittare un’auto qualche volta o prendere i mezzi pubblici...”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: RIFIUTO PARZIALE

- consiste nell’ ESPRIMERE CON PRECISIONE GLI ELEMENTI delle richiesta altrui CHE POSSIAMO (O VOGLIAMO) SODDISFARE e quelli sui quali vi è una restrizione.

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: RIFIUTO PARZIALE ESEMPIO RISPOSTA ALLA RICHIESTA DI ESSERE ACCOMPAGNATI AD UN ORARIO PRECISO

“ Alle otto e mezza ho un appuntamento. Se ti va bene posso

accompagnarti per le otto ”

ESEMPIO RISPOSTA ALLA RICHIESTA DI ESSERE ACCOMPAGNATI A FARE LA SPESA

“ Non me la sento di accompagnarti a fare la spesa. Sai che

detesto i supermercati. Però sono disponibile al tuo ritorno

ad aiutarti a scaricare la spesa dall’auto ed a ordinarla in casa ”

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: LA PROPOSTA DI UN’ALTERNATIVA

- Riguarda le SITUAZIONI CHE DESIDERIAMO VEDER CESSARE

perché non ci convengono più o non ci sono mai convenute.

- Serve a spiegare il problema SENZA ACCUSARE e

SENZA FERIRE l’altro nella sua identità, nonché ad OFFRIRE

SOLUZIONI.

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: LA PROPOSTA DI UN’ ALTERNATIVA

1. mostrare COMPRENSIONE ed EMPATIA per le motivazioni

“… però se mi chiedi di svolgere un lavoro urgente solo con un

giorno di preavviso …”

2. Descrivere il comportamento (ATTENERSI AI FATTI: CHI, COSA,

COME, QUANDO, DOVE, QUANTO)

“ … capisco che sei oberato di lavoro e che non sempre è

possibile rifermi in anticipo quello che dovrei fare …”

“… io non riesco a svolgerlo in modo efficiente e in tempo …”

3. CONSEGUENZE MATERIALI (COSTO, PERDITA DI TEMPO, STRESS,

STANCHEZZA, SENTIMENTI)

ASSERTIVITA’ COMPORTAMENTO ASSERTIVO

IL NO DIPLOMATICO: LA PROPOSTA DI UN’ALTERNATIVA

4. SOLUZIONI

“… in questo modo eviteremo ritardi nelle consegne con i clienti …”

5. VANTAGGI

“… ecco perché potremmo fare un punto della situazione a giorni

alterni in modo da valutare se ci sono lavori urgenti in attesa … ”

ASSERTIVITA’

FASI CHE CONDUCONO AL COMPORTAMENTO ASSERTIVO

– migliore CONOSCENZA DI SE STESSI e OSSERVAZIONE dei propri COMPORTAMENTI manifesti e nascosti;

– costruzione di una BUONA IMMAGINE DI SE’, sia PERSONALE che PROFESSIONALE, superando paure ed inibizioni sociali;

– apprendimento di una COMUNICAZIONE SICURA ED EFFICACE, potenziando le proprie capacità interpersonali;

ASSERTIVITA’

FASI CHE CONDUCONO AL COMPORTAMENTO ASSERTIVO

– realizzazione di un COMPORTAMENTO EQUILIBRATO E COSTRUTTIVO, che non sia connotato da passività o aggressività e che sia frutto di scelte responsabili.

ASSERTIVITA’

- tecniche applicative in ambito clinico e professionale che nel loro insieme favoriscono l’ ESPRESSIONE DELLE VERE EMOZIONI presenti nella situazione ansiogena e celate dalla paura.

TRAINING DELL’ ASSERTIVITA’

- propone di attuare il DECONDIZIONAMENTO DALLE idee di base dette “IDEE IRRAZIONALI”, cui sono legate emozioni inappropriate.

ASSERTIVITA’ TRAINING DELL’ ASSERTIVITA’

- per esempio, se si ha timore o vergogna di fare qualcosa, E’ NECESSARIO ESEGUIRE ALCUNI COMPITI, PROPRIO QUELLI CHE PIU’ CI PROCURANO TIMORE o vergogna.

E’ NECESSARIO AGIRE:

SELF-MARKETING

SELF

+

MARKETING

SELF-MARKETING

SELF: il sé

SELF-MARKETING

MARKETING: Termine, spesso abbreviato con la sigla MKTG , che prende origine dall’inglese MARKET (MERCATO), cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la PARTECIPAZIONE ATTIVA, cioè l’azione sul mercato stesso da parte delle imprese.

SELF-MARKETING

MARKETING: Ha come sinonimi i termini COMMERCIALIZZAZIONE, MERCATISTICA ed è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa.

SELF-MARKETING

MARKETING: Letteralmente significa piazzare sul mercato e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti o servizi considerando come finalità il maggior profitto e come causa la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione finanziaria.

SELF-MARKETING

Studio ed applicazione di strumenti di MKTG per conseguire il MIGLIORAMENTO ed il SUCCESSO PERSONALE.

Tutti i concetti di base del MKTG aziendale vengono rielaborati per essere poi applicati al “PRODOTTO-PERSONA”, vale a dire se stessi, che rappresenta l’ASSE PORTANTE su cui si basa il SELF-MARKETING.

SELF-MARKETING COSA SIGNIFICA QUINDI??????

PROGETTARSI

MIGLIORARSI

PROPORSI

PROMUOVERSI

SELF-MARKETING COSA SIGNIFICA QUINDI??????

SFRUTTARE AL MEGLIO ogni risorsa:

TEMPO DENARO

RELAZIONI

SELF-MARKETING COSA SIGNIFICA QUINDI??????

ESALTARE LE NOSTRE QUALITA’ PERSONALI

SELF-MARKETING QUINDI??????

FACCIAMO UN’ATTENTA ANALISI

su NOI STESSI

AUTO-ANALISI:

LA MIA DEBOLEZZA:

LA MIA FORZA: +

-

SELF-MARKETING

• TROVARE LAVORO

• FARE CARRIERA

• MIGLIORARE LA PROPRIA OCCUPAZIONE

OBIETTIVI:

SELF-MARKETING OBIETTIVI:

• MANAGEMENT E MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI SOCIALI, PERSONALI E PROFESSIONALI

• SELF-BRANDING: costruzione e gestione di immagine e reputazione individuale

• CONVENIENT BEHAVIOUR: apprendere tutte le tecniche per trovarsi sempre al posto giusto al momento giusto e con le persone giuste

SELF-MARKETING Strategia Vincente:

V ERBALITA’: comunicazione interpersonale.

V ESTIBILITA’: come strumento coerente alla propria personalità.

V ISIBILITA’: scelta di riconoscimento globale, intesa come

timbro di identità.

V IVIBILITA’: capacità di governare la propria esistenza in modo sereno,

equilibrato e naturale, nel rispetto degli altri

ma soprattutto di se stessi.

SELF-MARKETING Strategia Vincente:

V ITALITA’ : si basa sulla fiducia in sé e negli altri, sul pensiero positivo,

sull’ottimismo razionale, sulla disponibilità al cambiamento;

si esprime attraverso un comportamento energetico,

attivo, rapido e coraggioso.

V OLONTA’

SELF-MARKETING Strategia Vincente

VOLONTA’

• da un punto di vista esclusivo, la volontà di una persona è la sua capacità di

non farsi condizionare dalle altre persone: in questo senso, la volontà si può

accomunare alla parola ASSERTIVITA’ ;

• determinazione fattiva e intenzionale di una persona ad intraprendere una o

più azioni volte al raggiungimento di uno SCOPO PRECISO;

• rappresenta la determinazione di una persona a raggiungere con sufficiente

convinzione un DETERMINATO OBIETTIVO.

SELF-MARKETING Kelly Mcgonigal, The Willpower Instinct (2012)

La forza di VOLONTA’ o AUTOCONTROLLO è alla

base del successo (scolastico e non solo) e

fondamentale per gestire al meglio lo STRESS, i

CONFLITTI e le AVVERSITA’ DELLA VITA.

SELF-MARKETING Kelly Mcgonigal

La parte del cervello responsabile della

VOLONTA’ o AUTOCONTROLLO è:

SELF-MARKETING La parte del cervello responsabile del

comportamento ISTINTIVO e delle EMOZIONI:

SELF-MARKETING IL CV … ALCUNI CONSIGLI PRATICI:

1. AGGIORNATO : con indicazione della data, firma

ed autorizzazione al trattamento dei dati

personali ai sensi del D.L. 30 GIUGNO 2003, N.

196;

2. CONSEGNATO PERSONALMENTE: previo

contatto telefonico e presa di appuntamento con

responsabile o persona di riferimento;

SELF-MARKETING IL CV … ALCUNI CONSIGLI PRATICI:

3. con indicazione solo delle esperienze in linea con

il profilo per cui ci si candida;

4. SE INVIATO VIA MAIL: solo in formato PDF

5. SE INVIATO VIA MAIL: accompagnato da breve

lettera di presentazione o con breve descrizione

nel testo della mail.

SELF-MARKETING IL CV … IL CONSIGLIO PIU’ IMPORTANTE…

dire l’assoluta

VERITA’

SELF-MARKETING Uso dei SOCIAL

SELF-MARKETING Uso dei SOCIAL

WEB REPUTATION:

REPUTAZIONE – FAMA SUL WEB è un’attività di raccolta e

monitoraggio di tutto quanto viene detto on line riguardo a un

determinato prodotto, servizio, progetto o evento. Si tratta di

un’attività strategica fondamentale per le aziende e le

organizzazioni, perché consente di capire qual è in generale

l’opinione diffusa on line riguardo alla tematica/prodotto a cui si è

interessati.

SELF-MARKETING Uso dei SOCIAL

WEB REPUTATION:

L’analisi della WEB REPUTATION viene svolta analizzando

primariamente GOOGLE, YAHOO e gli altri motori di ricerca,

COMMUNITY, BLOG e forum generalisti e tematici

SOCIAL NETWORK e social media in generale, testate e riviste on

line sia generaliste che di settore.

SELF-MARKETING WEB REPUTATION

Chi siamo per…

?

SELF-MARKETING SOCIAL

ATTENZIONE!!!!

- alle condizioni di privacy

- a cosa pubblichiamo

- ai

SELF-MARKETING SOCIAL

ATTENZIONE!!!!

- a cosa pubblichiamo

- alla visibilità dei tweet

SELF-MARKETING SOCIAL

-Servizio web di rete sociale

gratuito.

-Consente agli utenti registrati di

mantenere una lista di persone

conosciute e ritenute affidabili in

ambito lavorativo.

OBIETTIVI: - ottenere DI ESSERE PRESENTATI A QUALCUNO

attraverso un CONTATTO MUTUO ed AFFIDABILE.

- trovare OFFERTE DI LAVORO, PERSONE, OPPORTUNITA’

DI BUSINESS, con il supporto di qualcuno presente

all’interno della propria lista di contatti o

del proprio network.

- pubblicare OFFERTE DI LAVORO e RICERCARE

POSSIBILI CANDIDATI.

- leggere i profili dei reclutatori e scoprire se tra i propri

contatti si trovi qualcuno in grado di metterci

direttamente in contatto con loro.

SELF-MARKETING: Siamo NOI …IL NOSTRO PRODOTTO

QUINDI CONSIDERIAMO:

MERCATO: target e interlocutori di riferimento, interpretandone

bisogni, linguaggi, aspettative e comportamenti.

PRODOTTO: se l’autoanalisi è stata puntuale, l’evoluzione a tutto

campo di se stessi rappresenta un obiettivo

realisticamente perseguibile attraverso la curiosità,

motivazione, formazione e informazione.

CONFEZIONE: il nostro packaging comprende aspetto esteriore,

abbigliamento, aspetti relativi alla comunicazione.

SELF-MARKETING: Siamo NOI …IL NOSTRO PRODOTTO

QUINDI CONSIDERIAMO:

PREZZO: costo personale ed introduce una serie di riflessioni sul

rapporto con il denaro (saperlo spendere, conservare,

investire, etica e coerenza).

PROMOZIONE: acquisire la consapevolezza che in ogni

momento della nostra giornata noi vendiamo

noi stessi, il nostro punto di vista, e ciò

presuppone una buona conoscenza di chi siamo

e del nostro prodotto.

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