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Piano della performance
dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Lombardia
per gli anni 2018-2020
ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. n.150/2009
modificato dal D.Lgs. N.74/2017
Adottato con Decreto del Direttore Generale 30.01.2018 n° 56
Piano della Performance 2018-20
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Direttore Generale
Michele Camisasca
Direttore Operazioni
Calogero Trizzino
ARPA Lombardia
Agenzia Regionale per l’Ambiente della Lombardia
Direzione Generale
Via Rosellini, 17
20124 Milano
Italy
Tel. +39 02 69 666 1
www.arpalombardia.it
Redazione a cura della U.O. Sistemi di Gestione e Emergenze:
Gianpietro Cannerozzi
Luciano De Amici
GENNAIO 2018
Piano della Performance 2018-20
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Presentazione del Piano
Il Piano Triennale delle Performance è lo strumento per valutare le prestazioni dell’Agenzia,
ed è predisposto in attuazione di quanto disposto dall’articolo 10 del decreto legislativo 27
ottobre 2009, n. 150, anche al fine di migliorare la trasparenza dell'attività dell'Agenzia,
per attivare una nuova responsabilità e permettere l’ottenimento di migliori risultati a
favore dei beneficiari dei servizi.
Con questo documento ARPA definisce l’aggiornamento del Piano al 2018: esso è infatti un
documento “a scorrimento” che, partendo da quello predisposto per l’anno precedente, lo
aggiorna alla luce dei documenti di programmazione e di organizzazione che nel frattempo
sono stati adottati.
Nel Piano confluiscono pertanto tutte le informazioni di cui il cittadino già fruisce, con
modalità diverse: dal sito dell’Agenzia a partire dalla identità della stessa, sino agli atti
programmatici (Piano Pluriennale 2018-2020, Programma Annuale di lavoro 2018). Il
Piano Pluriennale è stato redatto anche ai sensi dell’art. 5 c. 1 del d.lgs 150/2009
così come modificato dal d.lgs 74/2017 che prevede che gli obiettivi siano
programmati su base triennale e siano definiti dagli organi di indirizzo politico-
amministrativo, sentiti i vertici dell’amministrazione che a loro volta consultano i dirigenti
o i responsabili delle unità organizzative e si inserisce nel Ciclo della Performance di cui
all’art. 4 del d.lgs 150/2009 modificato dal d.lgs 74/2017.
Il Piano della Performance rappresenta, quindi, lo schema sintetico delle strategie operative
dell’Agenzia ed evidenzia la connessione tra la struttura organizzativa e la programmazione
dell’attività, al fine di realizzare i compiti istituzionali dell’agenzia, tenendo conto degli
indirizzi programmatici regionali e delle esigenze continuamente emergenti in campo
ambientale.
L’approccio e la modalità per redigere il presente piano è dettato dall’art 10 c.1 del D.lgs
n° 150, secondo i criteri della: qualità, comprensibilità ed attendibilità dei documenti.
Questo piano è il primo che vede un consolidamento istituzionale, di quanto previsto
dalla Legge 132/2016 di istituzione del Sistema Nazionale a rete di Prevenzione
Ambientale quale sistema federativo consolidato. Con legge regionale n. 15/2017 è, infatti,
stata modificata la legge istitutiva di ARPA Lombardia recependo i precetti normativi della
legge 132/2016 che hanno previsto che l’ARPA svolga la propria attività sulla base dei piani
triennali e dei programmi annuali che sono redatti nel rispetto dei LEPTA (Livelli Essenziali
di Prestazioni Tecniche Ambientali) e nel rispetto del programma triennale nazionale di cui
all’art. 1 della legge 132/2016.
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L’Agenzia, inoltre, si è dotata di un sistema di controllo interno costituito da un insieme
di regole, procedure e strutture organizzative finalizzate a consentire una conduzione
dell’Ente corretta, coerente con gli obiettivi prefissati e trasparente.
Il sistema di controllo è essenzialmente finalizzato a fornire una ragionevole sicurezza sul
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
• conformità dell’azione dell’ente e dei propri funzionari alla normativa vigente;
• realizzazione delle finalità dell’ente in modo efficace ed efficiente;
• attendibilità delle informazioni riguardanti la gestione dell’ente (bilancio, risultati
conseguiti, etc.).
Fanno parte del sistema di controllo interno tutti gli strumenti e le azioni che
diminuiscono i rischi che possono pregiudicare la realizzazione dei suddetti obiettivi e
quindi:
• programmazione delle attività e definizione degli obiettivi;
• organizzazione delle attività e divisione del lavoro, attribuzioni di poteri e
responsabilità;
• valutazione dei rischi;
• attività di controllo;
• sistema informativo;
• monitoraggio del sistema di controllo interno.
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Indice del Piano
1 SINTESI DELLE INFORMAZIONI DI INTERESSE PER I CITTADINI E GLI
STAKEHOLDER ESTERNI ............................................................................... 6
1.1 PRESENTAZIONE DELL’AGENZIA ......................................................................... 6
1.2 L’AGENZIA “IN CIFRE” .................................................................................... 9
Entrate ................................................................................................10
Uscite ..................................................................................................11
1.3 MANDATO ISTITUZIONALE E MISSIONE ................................................................13
1.4 IL POSIZIONAMENTO DELL’AGENZIA ....................................................................15
1.5 ORGANIGRAMMA DI ARPA ..............................................................................15
2 ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO ......................................... 19
2.1 ELEMENTI DEL CONTESTO ESTERNO ....................................................................19
Contesto legislativo nazionale .................................................................19
Contesto legislativo regionale .................................................................20
Contesto organizzativo: Stakeholder di ARPA ............................................23
Contesto territoriale...............................................................................23
2.2 ANALISI DEL CONTESTO INTERNO ......................................................................34
Organizzazione .....................................................................................34
Risorse umane ......................................................................................36
Indicatori di stato delle risorse ................................................................37
3 DAGLI OBIETTIVI STRATEGICI AGLI OBIETTIVI OPERATIVI ...................... 44
4 CASCADING ................................................................................................ 44
5 IL PROCESSO DELLE PERFORMANCE E LE AZIONI DI MIGLIORAMENTO ..... 49
6 ALLEGATI TECNICI ..................................................................................... 51
6.1 ALLEGATO 1- ALBERO DELLE PERFORMANCE 2018-2020 – OBIETTIVI ANNO 2017 ...........51
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1 Sintesi delle informazioni di interesse per i cittadini e gli
stakeholder esterni
1.1 Presentazione dell’Agenzia
La norma che ha istituito ARPA Lombardia è la L.R. 16/99, successivamente modificata;
nella tabella che segue sono sintetizzati alcuni punti della normativa di riferimento.
ARPA Legge 61/94 (Convers D.L. 496/93)
“Disposizioni urgenti sulla riorganizzazione dei controlli amb.li”
Istituzione dell’Agenzia Nazionale per l’Ambiente (ANPA – oggi ISPRA)
Delega alle regioni del compito di istituire agenzie regionali per l’ambiente (senza oneri aggiuntivi per il sistema pubblico)
Organizzazione delle agenzie regionali in settori tecnici, dipartimenti provinciali e servizi territoriali
Legge Regionale
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“Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente”
Costituzione di ARPA Lombardia e definizione degli organi di governo: CdA, Presidente e Collegio dei revisori
Individuazione delle attività ARPA:
supporto tecnico scientifico, prevenzione e controllo ambientale, gestione informazione, educazione e formazione ambientali; promozione ricerca e
innovazione, ulteriori attività di tutela ambientale.
Organizzazione delle sezioni territoriali in dipartimenti provinciali o sub-provinciali
Legge Regionale 4/2002
“Attuazione programmazione regionale e modifica di disposizioni legislative"
Trasferimento delle competenze in materia di
tariffario dalla Giunta Regionale al CdA ARPA.
Ridefinizione delle competenze del CdA, del Presidente e del DG, tra le quali la nomina del DG ad opera del Cda (in precedenza, del Presidente).
Modifica delle modalità di retribuzione del Collegio dei Revisori, ora stabilite dalla Giunta Regionale (prima: in base al D.lgs 77/1995)
LA MISSION DI ARPA Lombardia
ARPA Lombardia è un ente tecnico-scientifico di diritto pubblico, dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, tecnica e contabile, che svolge attività, servizi e funzioni volte a migliorare le scelte di politica
ambientale degli enti territoriali di riferimento (Regione ed Enti Locali).
Informa la cittadinanza sullo stato dell’ambiente e ne promuove la
sensibilizzazione. Promuove inoltre la tutela dell’ambiente anche mediante forme innovative di coinvolgimento attivo del sistema produttivo e favorisce la semplificazione amministrativa.
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Legge Regionale 14/2010
“Interventi di razionalizzazione sul sistema regionale”
Trasformazione del DG in Organo di governo e conferimento della rappresentanza legale ARPA
Nomina del CdA ad opera della Giunta Regionale;
Approvazione del CdA del piano pluriennale su proposta del DG, (e non più del Presidente) e del bilancio di esercizio su proposta del Presidente (in
precedenza, del DG)
Possibilità di articolare le attività e i servizi su base sovra-provinciale ferme restando le strutture provinciali.
Legge Regionale n°19 2013
(Misure di razionalizzazione della spesa)
Fornisce precisazioni rispetto alle misure di
contenimento della spesa previste per gli enti del servizio sanitario regionale, secondo modalità attuative stabilite da direttive della Giunta regionale
Legge Regionale n°35 2014
“Disposizioni per l’attuazione della programmazione economico finanziaria
regionale”
Sancisce che ARPA è tenuta ad adeguare i propri livelli di prestazioni tecnico scientifiche e, a tal fine predispone uno o più specifici piani
occupazionali, fermo restando il rispetto del patto di stabilità e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, per l’adeguamento della propria dotazione organica
Legge Regionale n° 38 2015
“Legge di semplificazione 2015
Ambiti economico, sociale e territoriale”
Viene regolata l’attività istituzionale gratuita e
le attività a titolo oneroso rese nei confronti dei privati. Arpa pubblicherà annualmente sul sito web istituzionale la lista delle attività di supporto tecnico scientifico dovute per legge a titolo gratuito.
Legge Regionale n. 15/2017
Legge di semplificazione 2017
Nella programmazione regionale viene considerato il
contributo dei LEPTA (legge 132/2016) e del Programma Triennale della attività a livello nazionale. Viene modificata la governance di ARPA con l’eliminazione del Consiglio di Amministrazione e l’istituzione del Presidente Amministratore Unico che incardina su di sé tutte le competenze precedentemente attribuite al consiglio di
amministrazione.
La Giunta Regionale può esprimere osservazioni vincolanti sul piano triennale.
Legge Regionale 4 dicembre 2017, n. 28
Istituzione Comitato di Indirizzo
È istituito il Comitato di indirizzo con funzione consultiva in materia di programmazione e di
verifica dei risultati dell'attività dell'ARPA.
È composto da: l’assessore regionale competente in materia di ambiente, l’assessore regionale
competente in materia di sanità; il Presidente dell’Unione province lombarde (UPL); il Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Lombardia; un rappresentante delle associazioni
ambientaliste; un rappresentante delle associazioni delle imprese esercenti attività produttive.
Il sistema razionalizzato dalla Legge 28 giugno 2016 n.132, come recentemente chiarito
dalla Corte Costituzionale con sentenza n° 212/2017 costituisce un modello di
amministrazione reticolare che si sviluppa attorno a quattro nodi fondamentali: il
primo, rappresentato dal Ministro dell’ambiente, cui spetta la definizione delle politiche
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ambientali (tramite, in particolare, la proposta di adozione dei LEPTA – Livelli essenziali
delle prestazioni tecniche ambientali – formalmente recepiti con D.P.C.M., che indicano, a
norma dell’art. 9, comma 2, della l. n. 132 del 2016, «i parametri funzionali, operativi,
programmatici, strutturali, quantitativi e qualitativi delle prestazioni delle agenzie»); il
secondo, coincidente con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
(ISPRA), che ha ereditato struttura e funzioni dell’ANPA, il quale svolge funzioni di indirizzo
e coordinamento tecnico, finalizzate a rendere omogenee le attività del sistema nazionale
per la protezione ambientale (art. 6, l. n. 132 del 2016); il terzo, costituito dalle Giunte
regionali, alle quali spetta la definizione degli indirizzi programmatici regionali in materia
ambientale e la vigilanza sulle Agenzie regionali e provinciali; il quarto, rappresentato
dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (ARPA e APPA), già
previste dal richiamato d.l. n. 496 del 1993, disciplinate dalle singole leggi regionali e
provinciali. Le agenzie costituiscono enti tecnico-strumentali, separati dall’amministrazione
attiva e dagli organi regionali di indirizzo-politico (sentenze n. 132 del 2017, n. 120 del
2010 e n. 356 del 1994), che svolgono attività di controllo, di supporto e consulenza
tecnico-scientifica. Esse si situano in una posizione speculare all’ISPRA, al quale spetta
però il compito di coordinamento tecnico dei soggetti operanti sul territorio nazionale, e in
un rapporto di subordinazione funzionale rispetto alle istituzioni regionali di
indirizzo politico (sentenza n. 120 del 2010).
L’ambiente, dunque, è un valore costituzionalmente protetto, che, in quanto tale,
delinea una sorta di materia “trasversale”, in ordine alla quale si manifestano
competenze diverse, che ben possono essere regionali, spettando allo Stato le
determinazioni che rispondono ad esigenze meritevoli di disciplina uniforme sull’intero
territorio nazionale» (sentenze n. 171 del 2012 e n. 407 del 2002; nello stesso senso,
sentenza n. 210 del 2016).
Il presente piano è quindi redatto anche ai sensi dell’art.10 c.1 del d.lgs 150/2009 come
modificato dal d.lgs 74/2017 che prevede che il Piano delle Performance sia un documento
programmatico triennale definito dall’organo di indirizzo politico amministrativo in
collaborazione con i vertici dell’amministrazione e secondo gli indirizzi impartiti dal
Dipartimento della funzione pubblica ai sensi dell’art. 3 comma 2, e che individua gli
indirizzi e gli obiettivi strategici ed operativi di cui all’art,. 5 comma 1 lettera b.; ad oggi
risultano pubblicate (giugno 2017) delle linee di indirizzo per “Linee guida per il Piano
della performance dei Ministeri”. La linea guida intende modificare, in particolar modo
per i ministeri, il quadro precedentemente definito dalle delibere CIVIT/ANAC. In linea
generale stabilisce che il piano “deve acquisire la sua funzione di strumento di
pianificazione e perdere quella di adempimento burocratico”.
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La figura che segue mostra in modo schematico il perimetro della performance
organizzativa definita dalle Linee Guida.
Rappresentando l’amministrazione come un sistema input/output/outcome è possibile
definire le dimensioni rilevanti per la performance organizzativa:
• efficienza, data dal rapporto tra le risorse utilizzate e l’output realizzato;
• efficacia, ossia l’adeguatezza dell’output realizzato rispetto ai bisogni e alle aspettative
degli utenti (interni ed esterni);
• stato delle risorse, che misura la quantità e qualità delle risorse dell’amministrazione
(umane, economico-finanziarie e strumentali) e il suo livello di salute;
• impatto, ovvero l’effetto generato dall’attività sui destinatari diretti (utenti) o indiretti.
Rispetto alla gestione della performance prevista dalla delibera CIVIT/ANAC n.112/2010 è
prevista l’inclusione dell’impatto (effetti della propria attività sugli stakeholder) all’interno
del perimetro della performance organizzativa, finalità raggiungibile mediante l’utilizzo di
indicatori di impatto anche per finalità di comunicazione e quindi di “accountability
esterna” al cittadino. (D.lgs. 105/2009 Art. 19-bis)
1.2 L’Agenzia “in cifre”
Anche per l’anno 2018, il contesto finanziario nel quale è predisposta la manovra di
bilancio si connota per la disponibilità stazionaria di risorse, derivata da:
- l’entrata in vigore dal 2016 del vincolo costituzionale del pareggio di bilancio,
con conseguente divieto di prevedere investimenti mediante lo strumento del debito;
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- l’esigenza di continuare a concorrere al consolidamento degli equilibri di
finanza pubblica, in linea con le previsioni del DDL Stabilità 2017, al fine di rispettare
il Parametri e i Vincoli di derivazione europea.
La Giunta di Regione Lombardia ha confermato per il 2018 che Arpa non subirà tagli al
contributo di funzionamento. Inoltre con D.G.R.L. n. X/7344 del 13.11.2017 ha stabilito di
adottare, solo per Arpa, per l’anno 2018 la previsione normativa della Legge Madia che
estende il vincolo di spesa, ai fini delle nuove assunzioni del comparto, dei soggetti cessati
nell’anno 2017 dal 25% al 75%; tale disposizione è prevista per le regioni virtuose che
hanno la facoltà di estendere questo vincolo a uno o più Enti del sistema regionale.
Entrate
L’Agenzia ha una dotazione finanziaria derivante dal trasferimento ordinario di
funzionamento regionale (da Fondo Sanitario Regionale), da contributi finalizzati attraverso
accordi di natura convenzionale con Regione Lombardia o con di altri enti pubblici
(Province, Comuni ecc.), nonché da ricavi da prestazioni tariffabili e da finanziamenti
nazionali e comunitari ai quali accede tramite programmi e progetti pluriennali.
Si rileva peraltro che ad ARPA è stata garantita da Regione Lombardia per il 2018
una invarianza delle risorse disponibili.
Grafico: fonti di finanziamento Arpa Lombardia tratte dalle note preliminari al bilancio per il 2018 e dalle note Bilancio Consuntivo per gli anni dal 2011 al 2017.
Mediamente, oltre i quattro quinti delle entrate correnti dell’Agenzia derivano dai
trasferimenti annui provenienti dalla Regione, mentre le entrate proprie si attestano a
meno di un quinto del totale. Da rilevarsi per il 2018 un aumento previsioni delle entrate
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derivanti da prestazioni tariffate per attività di tipo oneroso previste dal tariffario vigente.
Rimane invece costante il flusso di entrate da attività in convenzione nei confronti di terzi
con privati ed enti pubblici. A tal riguardo Legge. 132/2016 prevede una progressiva
uniformazione dei tariffari di tutte le Arpa ad esito di un’attività di armonizzazione delle
tipologie di servizi e dei costi standard di produzione.
Uscite
Come è rilevabile dal successivo grafico che evidenzia gli indici di composizione dei costi,
la componente di spesa più rilevante è quella relativa ai costi del personale e ammonta
complessivamente ad € 59.567.785,82 (circa i 2/3 degli impegni di spesa di ARPA); nel
grafico le uscite sono state suddivise tra le tre principali Missioni dell’Agenzia, così come
previsto dal D. Lgs.vo 118/2011, che stabilisce la ripartizione di tale spesa tra missioni e
programmi di riferimento.
Tale modalità di ripartizione degli oneri di spesa è finalizzata alla ricognizione delle effettive
dinamiche di costo in relazione alle diverse articolazioni funzionali e alle tipologie di attività
rese. Grazie alle attività di sviluppo dei sistemi informativi deputati al controllo di gestione
si è riusciti ad attribuire, sulla base di una ripartizione percentuale di impegno delle risorse
umane di ogni struttura sulle specifiche attività di ARPA, una attribuzione dei costi delle
risorse umane per le principali attività erogate dall’Agenzia.
Risorse umane (spese di parte corrente); …
Gestione beni demaniali e patrimoniali€ 13,651 13%
Sviluppo e sostegno alla …
Soccorso Civile ; € 1,807 …
Acquisto beni e servizi (utenze, automezzi attrezzature, impianti, …
Statistica e sistemi …
Difesa del suolo (rete monit. …
Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento: acquisto di Beni …
Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento: rete
monit. Attr.lab. materiali di …
Attrezz.tecnico scientifiche per i laboratori e …
COMPOSIZIONE DELLA SPESA ARPA 2018 (VALORI X € 1000)
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Grafico: Allocazione costi Risorse Umane di Arpa Lombardia 2016
La corretta gestione del patrimonio di Arpa oltre ai continui efficientamenti organizzativi e
informatici apportati alla Direzione Amministrativa hanno permesso negli anni di migliorare
i pagamenti dei fornitori più che dimezzando i tempi di pagamento.
Grafico tempi pagamento ARPA (Indicatore di tempestività dei pagamenti - Art. 33, d.lgs. n. 33/2013 dalla data di ricezione della fattura fornitore alla data di emissione del mandato di pagamento)
48
4043
45
5047
36
2825
23 24 24
1412
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Tempi medi pagamento Arpa Lombardia 2004-2017
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1.3 Mandato istituzionale e Missione
ARPA Lombardia attua la propria “mission” ispirandosi ai principi di competenza tecnico-
scientifica, autonomia gestionale, multireferenzialità verso le istituzioni, le imprese, i
cittadini. Tre aspetti tra loro peraltro fortemente integrati e sinergici.
La competenza tecnico-scientifica è la componente distintiva dell’Agenzia, l’aspetto
caratterizzante la sua “mission” che la differenzia dagli Enti amministrativi. La presenza di
un’alta professionalità tecnico-scientifica sul territorio consente di fornire supporto alle
decisioni assunte dalle istituzioni di riferimento, contribuendo a migliorarne la qualità e
l’efficacia. Tali competenze vengono aggiornate tramite un confronto continuo con il mondo
della ricerca nazionale e internazionale.
La multireferenzialità nasce dalla trasversalità e dalla complessità delle problematiche
ambientali e dall’esigenza, per la natura stessa dell’attività svolta, di porsi in relazione con
i molteplici soggetti appartenenti al contesto esterno di riferimento, ponendo in essere
meccanismi di integrazione, collaborazione o comunicazione. L’Agenzia pone le proprie
competenze al servizio di tutti i livelli istituzionali (amministrazione ed enti pubblici di
ricerca), del sistema industriale e dei cittadini.
L’Agenzia ha sviluppato sempre più la collaborazione e la sussidiarietà, secondo la linea
strategica del “fare rete” promuovendo azioni per l’ambiente attraverso accordi con
soggetti esterni pubblici e privati, istituzionali e non, con lo scopo di creare una vasta rete
regionale, nazionale ed internazionale di controllo, conoscenza e partnership per la migliore
protezione dell’ambiente nel suo complesso e per uno sviluppo durevole e sostenibile.
ARPA Lombardia ha pertanto maturato e realizzato sinergie con gli altri attori del sistema
ambientale, tra cui:
gli Enti regionali, nell’ambito del “Sistema regionale” (tra gli altri, PoliS-Lombardia,
ERSAF, Ilspa, LIspa) per partnership tecnico/scientifiche e per programmi di lavoro
comune, ma anche per soluzioni condivise di tipo logistico/organizzativo (mobility
management, soluzioni di ICT, formazione,…)
il mondo scientifico e della ricerca (Ispra, Università, ENEA, UNI, UNICHIM,…)
gli Enti Sanitari (in particolare i Dipartimenti di prevenzione della ATS)
le Autorità (Magistratura, NOE dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Carabinieri
Forestali)
le Associazioni di categoria, le Associazioni ambientaliste, le Associazioni dei
consumatori, per la individuazione di forme di confronto, interlocuzione permanenti
e strutturate.
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L’autonomia operativa e gestionale di ARPA Lombardia costituisce la garanzia per i
cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione della scientificità degli apporti e
dell’attività dell’ARPA fondata su metodologie scientifiche e su criteri di trasparenza
pubblica. L’indipendenza operativa dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente,
garantita anche dalla L. 132/2016 e LR 16/99, costituisce elemento essenziale,
caratteristico dell’azione dell’ARPA e sinergico con gli altri elementi costitutivi sopra
individuati.
In sintesi competono all’ARPA Lombardia: il controllo ambientale, il monitoraggio
ambientale, le valutazioni ambientali, l’informazione ambientale, l’innovazione
scientifica, organizzativa e manageriale.
Le competenze riguardano le materie seguenti:
• fisica dell’atmosfera applicata all’inquinamento atmosferico, meteorologia;
• radioprotezione per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti;
• rumore, vibrazioni e microclima;
• modellistica ambientale e qualità dell’aria;
• biologia ambientale;
• monitoraggi del territorio, geologia, valutazioni ambientali e strumenti per lo
sviluppo sostenibile;
• emissioni atmosferiche industriali;
• acque superficiali e di falda, scarichi industriali;
• funzionamento degli impianti di depurazione;
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• suoli e bonifiche, rifiuti industriali e relativo smaltimento;
• rischio chimico e tecnologico.
1.4 Il posizionamento dell’Agenzia
Sul finire del mese di ottobre 2017, nei primi giorni autunnali di criticità per il superamento
dei limiti di PM10, tutti i principali mezzi di informazione nazionali hanno utilizzato la mappa
con l’indice di qualità dell’aria ideata e realizzata per il sito istituzionale di Arpa Lombardia.
Il risultato conseguito testimonia come ARPA sia considerata quale fonte autorevole e
legittima di conoscenza dello stato dell’ambiente in Lombardia che si declina in
molteplici aspetti di cui si elencano i principali.
Questi items sono stati tradotti, nel solco della mission istituzionale, in una pianificazione
operativa con significativo impatto sulle attività nel territorio.
1.5 Organigramma di ARPA
Le principali modifiche alla struttura ARPA sono dovute alla riorganizzazione e
potenziamento della Direzione Operazioni con l’attribuzione alla medesima di tre strutture
prima afferenti ad altre Direzioni: Affari Generali e Legali, Pianificazione e Gestione delle
Risorse e Legislazione e Diritto Ambientale.
AUTOREVOLEZZA
Comunicazione ed educazione
ambientale efficacie
Efficienza efficacia operativa
Tempestività nelle emergenze ambientali
Protagonisti nell’innovazione
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La funzione Ufficio Stampa e Media Relation è stata scorporata dalla UO Relazioni
Istituzionale e Comunicazione e Educazione Ambientale ed è stata messa in diretta
relazione con il Direttore Generale per gestire con tempistiche ridotte la comunicazione
durante gli eventi emergenziali e rispondere in modo reattivo alle sollecitazioni provenienti
dal territorio.
Nel Settore MA è stata istituita la UO Valutazioni delle componenti naturalistiche. L’Agenzia,
infatti, eroga attività di supporto tecnico scientifico alle autorità amministrative competenti,
ed in particolare attività connesse ai sistemi naturali le quali hanno registrato negli ultimi
anni un crescente numero di richieste (ad esempio per le procedure VAS e VIA o per le
attività di audit relativi alle Grandi Opere).
Di seguito si riporta organigramma delle strutture apicali dell’Agenzia.
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Organigramma ARPA: le strutture organizzative (dal 1° luglio 2017) con evidenza delle modifiche organizzative apportate nel corso del 2017.
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2 Analisi del contesto esterno ed interno
2.1 Elementi del contesto esterno
Contesto legislativo nazionale
Il contesto normativo in cui opera ARPA risulta profondamente mutato per effetto di recenti
e significative riforme legislative. Basti pensare alla Legge n. 132 del 28 giugno 2016 che
ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), di cui fanno
parte l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le agenzie regionali e
delle province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell'ambiente, alla Legge n.
68 del 22.05.2015 che ha assegnato nuovi profili di responsabilità alle Agenzie in materia
di delitti contro l’ambiente e, a livello regionale, alla modifica alla propria legge istitutiva
con L.R. 38/2015, LR 15/207 e LR 28/2017.
L’avvento del SNPA come previsto dalla L. 132/2016 ha comportato una significativa
innovazione tecnica ed organizzativa di tutte le Agenzie, compresa ARPA Lombardia. La
governance di ARPA Lombardia è stata modificata. Il novellato testo dell’art. 17 della
legge regionale 16/99 prevede che l’ARPA svolge la propria attività sulla base di piani
triennali e di programmi annuali redatti nel rispetto dei LEPTA1 e nel rispetto del
programma triennale nazionale di cui all’articolo 10 della legge 132/2016, in coerenza
con i contenuti del PRS e del DEFR e con gli indirizzi regionali agli enti di cui all’articolo 1
della legge regionale 27 dicembre 2006, n. 30.
Con Leggi Regionali n° 15 del 26 maggio 2017 e n° 28 del 4 dicembre 2017 è stata
modificata la legge istitutiva di ARPA modificandone la governance e introducendo un
Comitato di indirizzo con funzioni di programmazione e verifica dei risultati dell’Agenzia.
Il Comitato prevede la partecipazione degli Assessori della Giunta, competenti in materia
di ambiente e di sanità, del Presidente dell’Unione delle Provincie Lombarde, del Presidente
dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani Lombardia, di un rappresentante delle
associazioni ambientaliste e di uno delle associazioni delle imprese esercenti attività
produttive.
Nell’ambito del SNPA i gruppi di lavoro appositamente designati hanno predisposto le bozze
di strumenti rilevanti per il Sistema come il Catalogo dei Servizi e gli Indicatori di
Domanda Territoriale.
1 Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali i quali, nell’intento di raggiungere alti livelli di efficienza
e di avanguardia a livello nazionale, dovranno costituire, una volta stabiliti dall’apposito DPCM previsto dall’art.
10, comma 3, della legge 132/2016, i parametri funzionali, operativi, programmatici, strutturali, quantitativi
e qualitativi delle prestazioni delle Agenzie.
Piano della Performance 2018-20
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Il Consiglio del Sistema Nazione ha inoltre definito 7 Tavoli Istruttori del Consiglio
(TIC) attraverso i quali istruire, approfondire, articolare gli elementi necessari al Consiglio
stesso per adottare le formali decisioni e/o i necessari atti, con specifico riferimento alle
finalità della L. 132/2016;
I 7 TIC sono:
• TIC 1 Lepta - Co-Coordinatori Basilicata e Trento
• TIC 2 Controlli e Monitoraggi - Co-Coordinatori Sardegna e Abruzzo
• TIC 3 Osservatorio Legislativo - Co-Coordinatori Puglia e Liguria
• TIC 4 Laboratori - Co-Coordinatori Veneto ed Emilia Romagna
• TIC 5 SINANET - Co-Coordinatori Lombardia e Toscana
• TIC 6 Omogeneizzazione tecnica - Co-Coordinatori Piemonte Sicilia
• TIC 7 Ricerca finalizzata - Co-Coordinatori Valle d’Aosta Bolzano
Il Direttore Generale di Arpa Lombardia ha assunto il co-coordinamento del Tavolo
TIC V Sinanet - Network interno flussi dati prioritari. Raccordo dei nodi regionali e delle
istituzioni coinvolte nella produzione del dato Ambientale. Metodologie e procedure di
armonizzazione, condivisione e accessibilità del dato.
Contesto legislativo regionale
L’articolazione del Piano della Performance 2018-2020 dell’Agenzia si inserisce nel più
ampio contesto della programmazione regionale. L’Agenzia, per approntare i propri
strumenti di programmazione, recepisce gli indirizzi contenuti nel PRS, declinandoli e
individuando in tale contesto le priorità strategiche di intervento.
La programmazione triennale di ARPA Lombardia tiene conto del “Documento di
Economia e Finanza Regionale 2017, comprensivo di nota di aggiornamento: proposta
da inviare al Consiglio Regionale” adottato dalla Giunta Regionale di Regione Lombardia
con deliberazione X/7279 del 30.10.2017
Il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2017 costituisce il riferimento per
la programmazione regionale 2018-2020 e aggiorna il Programma Regionale di Sviluppo
con le priorità indicate per la legislatura, adeguando la visione strategica dell’azione
regionale alle novità del contesto. Tra le priorità strategiche contenute nel DEFR si riportano
di seguito quelle che hanno una maggiore ricaduta sulle attività di ARPA e precisamente:
• una Pubblica Amministrazione più efficiente e meno costosa, che completi la
rivoluzione digitale, e renda servizi più trasparenti, rapidi ed efficaci ai cittadini e alle
imprese;
Piano della Performance 2018-20
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• la tutela del territorio e dell’ambiente, a partire dall’attenzione alla qualità delle aree
urbane, dal buon uso e il non consumo di suolo, dal riuso e recupero delle aree
dismesse, dalla bonifica dei siti inquinati, dalla tutela del paesaggio, la valorizzazione
del sistema delle aree protette fino alla sicurezza idrogeologica, alla qualità delle acque
e dell’aria
• il sostegno all’attrattività del territorio e delle sue componenti economiche, sia dal
punto di vista dell’attrazione degli investimenti che da quello della valorizzazione delle
risorse e della vocazione turistica;
• le infrastrutture per favorire sempre più la competitività e la mobilità nella Regione.
Inoltre l’Allegato al DEFR 2017 “Aggiornamento indirizzi a Enti e Aziende dipendenti
e Società Partecipate” contiene indirizzi che si riportano in sintesi di seguito:
Il 2018 dovrà vedere la piena attuazione della cosiddetta legge sugli ecoreati,
per il tramite del supporto che sarà fornito a cura del personale dell’Agenzia che
svolge attività di controllo e vigilanza, al quale è stata attribuita la qualifica di
ufficiale di polizia giudiziaria.
Gli UPG, nominati in forza del recepimento della L.132 nella l.r. 16/99
opereranno alle dipendenze funzionali della Autorità Giudiziaria, sia con
riferimento alle attività delegate sia con riguardo a quanto previsto dalla
sopracitata L. 68/2015 sulle procedure estintive dei reati ambientali.
Nel corso del 2018 ARPA sarà impegnata, inoltre, nel recepimento all’interno
delle proprie procedure e attività delle nuove norme emanate in merito alla
Conferenza dei Servizi (d.lgs. 30 giugno 2016, n. 127), alle terre e rocce
da scavo (DPR 13 giugno 2017, n. 120) e alla procedura di VIA (d.lgs 16
giugno 2017 n. 104) anche in coordinamento con le procedure autorizzative
conseguenti.
Nuove competenze e nuove responsabilità di controllo potrebbero derivare per
ARPA dalla approvazione della legge “Disciplina della coltivazione di
sostanze minerali di cava”, già adottata dalla Giunta regionale nel settembre
2017.
Andranno anche considerati gli impegni conseguenti, sia dal punto di vista del
monitoraggio che del controllo, alle valutazioni relative alle problematiche degli
inquinanti emergenti (ad esempio le sostanze perfluoroalchiliche). Tali nuove
attività avranno impatto anche sul sistema dei laboratori di ARPA che già nel
2017 si sono dotati di nuove metodiche analitiche (tra cui quelle per i PFAS) e
che dovranno progressivamente integrarsi con il sistema a rete dei Laboratori
del SNPA (di cui all’art. 12 della L. 132/2016).
Piano della Performance 2018-20
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Monitoraggi e controlli dovranno essere ulteriormente implementati e indirizzati
anche ai fini di poter meglio contribuire in termini preventivi a situazione di
carattere emergenziale, quali per esempio i roghi negli impianti di
smaltimento o stoccaggio di rifiuti e fenomeni di inquinamento delle acque
superficiali, in stretto raccordo con tutti gli Enti e le Autorità coinvolte, anche
mediante la definizione di protocolli d’intesa e condivisione di buone prassi di
intervento
Proprio in tal senso dovrà proseguire l’innovazione tecnologica e la ricerca a
supporto dell’attività di controllo e di monitoraggio, anche tramite l’utilizzo di
droni già nella disponibilità di ARPA per l’utilizzo dei quali sono stati formati sei
piloti tra i dipendenti.
Inoltre si darà seguito ad attività a supporto delle diverse componenti del SiReg
con tecnologie all’avanguardia all’interno dello Sviluppo del Centro Regionale
per l’Osservazione Terrestre (CREO).
Dal punto di vista della comunicazione e dell’educazione ambientale, saranno
sviluppati strumenti innovativi volti ad una informazione e responsabilizzazione
puntuale ed efficace degli stakeholder e dei diversi pubblici di riferimento anche
tramite la prosecuzione dell’implementazione del nuovo sito web istituzionale e
il rilascio di aggiornamenti delle diverse APP agenziali tra cui quella del Meteo
che sarà implementata con i dati della rilevazione della qualità dell’aria.
Infine, ARPA per integrare la rete idrometeorologica regionale per
applicazioni di early warning anche in ambito di idrometeorologia urbana,
avvierà la procedura per l’acquisizione di un sistema radar mobile in banda
X che consentirà l’acquisizione e l’integrazione di dati alla massima risoluzione
spaziale e temporale fornendo tempestivamente informazioni sulla posizione e
velocità di spostamento delle celle temporalesche anche ai fini di supporto alla
protezione civile nell’ambito delle alluvioni in centri abitati (es. esondazione
Seveso).
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Contesto organizzativo: Stakeholder di ARPA
Per definire e, quindi, analizzare il contesto esterno specifico nel quale opera l’Agenzia,
appare opportuno evidenziare quali siano i principali soggetti che hanno rapporti con
l’Agenzia. Il principale stakeholder di ARPA è la Regione Lombardia che si avvale di ARPA
per le politiche ambientali.
Contesto territoriale
Questa sezione del documento delinea la cornice delle pressioni ambientali evidenziando,
in modo sintetico, i punti di forza ma anche le criticità dello stato dell’ambiente lombardo.
Vengono descritte le diverse tematiche ambientali, dall’aria all’acqua, fino agli aspetti legati
alle attività agronomiche e industriali, con lo scopo di evidenziare le peculiarità del sistema,
anche in termini di monitoraggio e controllo, al fine di definire il quadro delle esigenze e
quindi le azioni da porre in essere per il superamento delle criticità.
La Lombardia misura 23.861 km quadrati per circa 10 milioni di abitanti, ed è montuosa
per il 42% del territorio. Il territorio è suddiviso in 1.527 comuni (regione col maggior
numero di comuni su tutto il territorio nazionale), distribuiti in 12 enti di area vasta (di cui
11 province e 1 città metropolitana, quella di Milano). La regione si posiziona prima in Italia
per popolazione seconda per densità abitativa dopo la Campania e per numero di enti locali,
seconda per densità e quarta per superficie, dopo Sicilia, Piemonte e Sardegna.
Piano della Performance 2018-20
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La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa
il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 41%). Il restante 12%
della regione è collinare.
Per approfondimenti tecnico-scientifici si rimanda alla “Relazione sullo Stato dell’Ambiente
della Regione Lombardia”, contenente dati aggiornati sino al 2013. Informazioni più
recenti, relative al 2015 e 2016 possono essere rintracciate nella apposita sezione Web
dedicata al Rapporto sullo Stato dell’Ambiente pubblicato sul sito arpa al seguente
indirizzo:
http://www.arpalombardia.it/Pages/Temi-Ambientali.aspx
Popolazione
Con una popolazione di 10 milioni di abitanti la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia.
Rielaborazione su dati Ispra
Piano della Performance 2018-20
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La densità abitativa è molto elevata 418 ab/kmq il doppio della media nazionale che si
attesta attorno ai 184 abitanti
Rielaborazione su dati Ispra
Imprese ed ambiente
Le imprese manifatturiere costituiscono più del 97% delle imprese attive nell’industria
lombarda; più della metà sono localizzate nei territori di Milano, Brescia e Bergamo che,
assieme a quelli di Varese e Monza e Brianza, rappresentano le aree con più spiccata
vocazione manifatturiera della regione.
Piano della Performance 2018-20
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In totale si contato in tutta la Lombardia circa 85.000 aziende industriali in lieve calo
negli ultimi anni (vedi figura che segue).
In Lombardia si trovano oltre un quarto, rispetto all’intero Paese, delle aziende a Rischio
di Incidente Rilevante (RIR) e delle aziende sottoposte ad Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA), normativa che viene applicata, secondo parametri europei, alle aziende
cui è chiesto il maggiore impegno dal punto di vista ambientale.
Rielaborazione su dati Ispra
Gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante presenti il Lombardia nel 2015 sono 281 (con
un lieve decremento 2,5% rispetto al 2012) concentrati in particolare nei settori chimico e
metallurgico e localizzati principalmente nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. Il
289
Piano della Performance 2018-20
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numero di aziende sottoposte ad AIA (1.949) nella regione si mantiene complessivamente
stabile rispetto al 2014.
Agricoltura e allevamento
In Lombardia l’analisi dell’evoluzione dell’allevamento zootecnico consente di identificare
le pressioni da esso esercitate sull’ambiente, esigendo la zootecnia intensiva un forte
consumo di risorse e rappresentando una potente fonte di impatto sul territorio.
La richiesta di risorse riguarda l’acqua (per dissetare gli animali e per le operazioni di pulizia
delle stalle, ma anche per l’irrigazione dei cereali o delle leguminose destinati
all’alimentazione del bestiame) e l’energia (impiegata soprattutto per la ventilazione
forzata e l’illuminazione nelle stalle e per le colture destinate all’alimentazione animale).
Sul fronte dell’inquinamento, i reflui zootecnici destano le maggiori preoccupazioni sia in
termini quantitativi (la superficie dell’azienda agraria potrebbe risultare troppo piccola per
assorbire i volumi prodotti), sia in termini qualitativi; i liquami zootecnici, oltre alla
sostanza organica, possono infatti contenere ammoniaca ed altri composti dell’azoto, zolfo,
metalli pesanti e residui dei medicinali impiegati sia per fini terapeutici che come promotori
di crescita.
Sul territorio lombardo, già gravato da un’elevata pressione antropica, si registra anche la
pressione zootecnica più elevata a livello italiano con quasi 6 milioni di capi di bestiame
allevato.
Fonte: rielaborazione dati ISTAT 2013
Piano della Performance 2018-20
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Aria
Per quanto concerne la qualità dell’aria, le politiche regionali e il miglioramento tecnologico
hanno consentito una riduzione delle emissioni nei diversi comparti con una conseguente
diminuzione della concentrazione di molti inquinanti di origine primaria (CO, SO2 e
benzene), anche se non risultano in generale ancora raggiunti i limiti e gli obiettivi previsti
dalla normativa per PM10, PM2,5, NO2 e O3. Si tratta di inquinanti le cui concentrazioni
sono generate in maniera considerevole anche dalla loro produzione in atmosfera, come
inquinanti secondari, a causa della presenza di precursori.
Le fonti emissive di PM10 primario sono riconducibili principalmente al diesel e all’utilizzo
di legna da ardere nei piccoli impianti domestici. Le zone dove vengono superati i limiti
della media annua di PM10 sono ormai ristrette. La progressiva diminuzione delle
concentrazioni, infatti, ha portato ad un rispetto del limite nella zona di montagna e nella
zona di fondovalle, mentre permangono superamenti nelle altre aree. Per il limite relativo
al numero massimo di giornate annuali in cui PM10 non deve superare un determinato
livello, invece, il superamento è ancora esteso a diverse aree della regione, sebbene il
numero di giorni di superamento sia complessivamente diminuito negli anni.
In termini di produzione di emissioni di CO2 per Kmq la Lombardia si posiziona al 1° posto
in Italia con una emissione di 12 punti sopra la media.
Rielaborazione su dati Ispra
La variazione delle emissioni di gas climalteranti (in termini di CO2eq) nel periodo 1990-
2012 in Italia è pari a -11,4 % se non si considerano le emissioni dalla variazione del
Piano della Performance 2018-20
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suolo e degli assorbimenti forestali (LULUCF), mentre sono pari a -14,3 % considerando
tali attività (Inventario nazionale ISPRA 2012, NIR 2014).
A livello regionale, le emissioni totali di gas a effetto climalteranti per l’anno 2012 sono
state pari a 73.907 kt di CO2eq. Considerando le emissioni di CO2eq si registra una
diminuzione del 5,6% rispetto al valore stimato da ENEA per il 1990. Le emissioni di
CO2eq provengono per il 23% dal trasporto su strada e per il 24% dalla combustione non
industriale. I contributi della produzione di energia e della combustione nell’industria sono
rispettivamente del 18% e del 12%.
ACQUE SUPERFICIALI
ARPA Lombardia, con 4.992 Km di fiumi monitorati ai sensi della Direttiva 2000/60/Ce, si
pone al 1° posto tra le Regioni Italiane.
Rielaborazione su dati Ispra
L’acqua rappresenta una delle risorse più importanti della Lombardia ed il suo impiego
riguarda gli usi potabili, industriali, agricoli, idroelettrici e ricreativi. La Lombardia è la
regione italiana più ricca di laghi (circa 50), sia in termini di superficie che di volume
(40% e 63% rispettivamente del totale nazionale). La lunghezza complessiva dei corsi
d’acqua naturali raggiunge circa 6.000 km. A questi si va ad aggiungere un’estesissima
rete di canali irrigui e di bonifica (circa 200.000 km censiti) che consente di mantenere
viva ed efficiente l’attività agricola nonostante l’intensa urbanizzazione del territorio. Anche
le acque sotterranee e sorgentizie rappresentano un’importante risorsa che storicamente
soddisfa l’ampio fabbisogno potabile, industriale, irriguo e, più di recente, l’uso per
raffrescamento.
Piano della Performance 2018-20
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A causa dell’ampia urbanizzazione del territorio, dell’industrializzazione e della diffusione
delle attività agro-zootecniche, le risorse idriche in Lombardia necessitano di costante
monitoraggio e interventi di tutela. I corpi idrici superficiali costituiscono il recapito finale
di scarichi domestici e industriali e sono talvolta oggetto di eventi di contaminazione
accidentali o dolosi. I corpi idrici sotterranei possono essere soggetti a impoverimento
quantitativo, nei casi di prelievi eccessivi, e a degrado qualitativo derivante dalla presenza
di sorgenti di contaminazione puntuali o diffuse
Rifiuti
La produzione totale dei rifiuti urbani (RU) nel 2016 è stata pari a 4.628.769 tonnellate, in
aumento del +1,3% rispetto al 2015 (4.571.434 t).
Rielaborazione su dati Ispra
La produzione pro-capite è stata pari a 462,0 kg/ab*anno (1,27 kg/ab*giorno), in
aumento del +1% rispetto all'anno precedente, ma in linea con le previsioni del Piano
Regionale Gestione Rifiuti (DGR 1990/2014). I valori attuali del pro-capite sono
corrispondenti a quelli registrati addirittura nel 1998, nonostante l'incremento demografico
sempre in crescita.
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Figura - trend produzione totale di rifiuti urbani
Il quantitativo totale delle raccolte differenziate è stato pari a 2.814.349 tonnellate, in
aumento di circa +4,4% rispetto al 2015. La percentuale di raccolta differenziata, sempre
in crescita, si attesta quindi al 60,8%, (59% nel 2015), in linea con l'obiettivo del Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti che prevede il raggiungimento del 67% a livello
regionale al 2020. In quasi tutte le province si registra un aumento della percentuale di
Raccolta Differenziata, con gli incrementi maggiori per Pavia, che registra addirittura un
+11,5%, passando dal 39,9% al 44,5%, seguita da Brescia, con un incremento di +8,2%
(dal 57,5% al 62,2%) e Lodi, con il +7,4% (dal 58,9% al 63,2).
Figura - Trend rifiuti indifferenziati e raccolta differenziata
La normativa europea pone il recupero di materia e il recupero di energia come
priorità nella gestione dei rifiuti, immediatamente dopo quello della prevenzione e
riduzione della produzione. La gestione dei rifiuti urbani in Lombardia è da molti anni ormai
Piano della Performance 2018-20
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indirizzata verso tali obiettivi: nel 2016, la percentuale di recupero di materia è stata pari
al 59,3%, (correlata alle raccolte differenziate) mentre la percentuale di recupero di
energia diretto è pari al 25,4% (correlato al destino dei soli rifiuti indifferenziati).
Negli anni si è raggiunta la quasi totale eliminazione del ricorso alla discarica come
forma di smaltimento diretta dei rifiuti urbani non differenziati, promuovendo la
termovalorizzazione e il trattamento meccanico-biologico.
In termini di produzione di rifiuti speciali, la Lombardia si posiziona al 1° posto a livello
nazionale con una produzione annua di circa 28.000 tonnellate di rifiuti speciali compresi
i pericolosi e i rifiuti da demolizione e costruzione.
Rielaborazione su dati Ispra
La produzione totale dei rifiuti speciali in Regione Lombardia nel 2015 è stata pari a
17.023.745 tonnellate, con un aumento rispetto al 2014 pari al +2,15%. (si ricorda che in
tali quantitativi non sono conteggiati i rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione -
c.d. "inerti da C&D"). A livello nazionale si è registrata una produzione totale pari a
79.451.000 tonnellate (esclusi rifiuti non pericolosi da C&D), con un incremento rispetto
al 2014 (79.099.000 tonnellate) pari a +0,45% (fonte elaborazioni ISPRA): la Lombardia
rappresenta quindi circa un quinto dell'intera produzione nazionale.
Suoli
Il numero totale di siti censiti nell'Anagrafe Regionale come "contaminati" ai sensi della
normativa vigente (D. Lgs. 152/06 e s.m.i., Parte IV, Titolo V) è di circa 800 (dato giugno
2017, erano circa 1900 nel 2013 – dati Ispra), la cui contaminazione è nella maggior
parte dei casi riconducibile ad aree industriali dismesse o ancora in attività ed alla presenza
Piano della Performance 2018-20
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sul sito di impianti di stoccaggio/adduzione carburanti. In questo conteggio sono stati
esclusi i siti di interesse nazionale (SIN): Sesto San Giovanni (area ex Falck), Pioltello
Rodano Polo Chimico, Broni (area ex Fibronit), Brescia Caffaro, Mantova Polo Chimico e
laghi di Mantova.
A fronte degli oltre 800 siti contaminati, si registrano allo stato attuale oltre 2000 siti
bonificati (dato giugno 2017), cioè siti in cui si è definitamente concluso il procedimento
di bonifica ed è stato emesso il certificato di avvenuta bonifica da parte della Provincia
competente per territorio.
La contaminazione del territorio lombardo deriva soprattutto da attività industriali dismesse
(circa 30%), in misura minore da attività industriali attive e da impianti di
stoccaggio/adduzione carburanti.
La contaminazione è ascrivibile prevalentemente ad idrocarburi e metalli. Per
quanto riguarda le tecnologie di bonifica, dai dati disponibili si evince che vengono
prevalentemente adottati interventi off-site e precisamente per la matrice suolo la
rimozione e lo smaltimento dei terreni contaminati, per la matrice acque sotterranee il
Pump and Treat. A questo riguardo si evidenzia che il Piano Regionale di Bonifica delle Aree
Inquinate (approvato con DGR 1990 del 20/06/2014) sotto il profilo della maggiore
compatibilità ambientale degli interventi di bonifica promuove, anche avvalendosi di
specifiche previsioni regolamentari e di indirizzo, l'utilizzo di sistemi di bonifica in situ,
promuovendo la diffusione delle esperienze maturate nel settore.
Piano della Performance 2018-20
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2.2 Analisi del contesto interno
Organizzazione
L’organizzazione dell’Agenzia, secondo la vigente configurazione legislativa della LR 16/99
s.m.i. che troverà attuazione nel corso del 2018, prevede i seguenti organi:
• Presidente;
• Direttore Generale;
• Collegio dei revisori.
• Comitato d’indirizzo;
Il Presidente, nominato dalla Giunta Regionale, cui compete:
a) approvare il bilancio di previsione, le relative variazioni e il conto consuntivo, nonché
il bilancio di esercizio di cui all'articolo 2423 del codice civile;
b) approvare il piano pluriennale di attività, in coerenza con gli atti di programmazione
regionale;
c) approvare i regolamenti di organizzazione e di contabilità;
d) approvare il tariffario per le prestazioni rese a soggetti privati, su proposta del
Direttore generale, e comunicarlo alla Giunta regionale;
e) approvare il programma di lavoro annuale sulla base del piano pluriennale di
attività;
f) verificare l’attuazione del piano pluriennale delle attività di cui alla lettera b);
g) nominare il Direttore generale
h) nominare il vice-direttore su proposta del Direttore generale
Il Direttore Generale, nominato dal Presidente, cui compete:
a) la rappresentanza legale dell’Agenzia;
b) la predisposizione dei regolamenti di organizzazione e di contabilità, nonché del piano
pluriennale di attività e del programma di lavoro annuale;
c) la predisposizione del bilancio di previsione, delle relative variazioni, nonché del conto
consuntivo e del bilancio di esercizio;
d) l’adozione dei provvedimenti in materia di personale;
e) la promozione e il coordinamento dei rapporti dell’Agenzia con enti ed istituzioni esterne;
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f) l’assunzione di tutti gli ulteriori atti necessari alla gestione delle attività dell’Agenzia,
compresa la nomina dei direttori di settore e di dipartimento.
Il Collegio dei Revisori è nominato dal Consiglio Regionale, che ne indica il Presidente. È
composto da tre revisori contabili, dura in carica 5 anni ed esercita le verifiche periodiche
di bilancio e di cassa. Il Collegio predispone inoltre la relazione esplicativa al bilancio di
previsione e la relazione sull’andamento della gestione riferita al conto consuntivo. Il
Presidente del Collegio dei revisori comunica i risultati dell’attività del collegio medesimo
al Consiglio di amministrazione.
Il Comitato di Indirizzo, nominato dalla Giunta Regionale, è composto da:
a) l’assessore regionale competente in materia di ambiente, con funzioni di Presidente
e il cui voto prevale in caso di parità;
b) l’assessore regionale competente in materia di sanità;
c) il Presidente dell’Unione province lombarde (UPL) o suo delegato;
d) il Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Lombardia o suo
delegato;
e) un rappresentante delle associazioni ambientaliste;
f) un rappresentante delle associazioni delle imprese esercenti attività produttive
Il Comitato di indirizzo ha funzione consultiva in materia di programmazione e di verifica
dei risultati dell'attività dell'ARPA e:
a) propone le linee guida per la predisposizione del piano triennale di attività di ARPA,
approvate con deliberazione della Giunta regionale, nel rispetto del programma
triennale nazionale di cui all'articolo 10, della legge 132/2016;
b) esprime parere in merito:
1. al tariffario per le prestazioni rese a soggetti privati;
2. al piano triennale di attività e al programma di lavoro annuale;
3. al bilancio di previsione, alle relative variazioni, nonché al conto consuntivo e
al bilancio di esercizio;
4. ai regolamenti di organizzazione e di contabilità;
5. alla relazione annuale sullo stato di avanzamento del piano triennale.
Il Collegio dei Revisori è nominato dal Consiglio Regionale, che ne indica il Presidente. È
composto da tre revisori contabili, dura in carica 5 anni ed esercita le verifiche periodiche
di bilancio e di cassa. Il Collegio predispone inoltre la relazione esplicativa al bilancio di
previsione e la relazione sull’andamento della gestione riferita al conto consuntivo. Il
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Presidente del Collegio dei revisori comunica i risultati dell’attività del collegio medesimo
al Consiglio di amministrazione.
La struttura organizzativa di ARPA Lombardia prevede una struttura centrale articolata
in tre Direzioni Centrali (Operazioni, Amministrativa e Tecnico-Scientifica) e quattro Settori
Tematico-Funzionali ed una struttura periferica articolata in dipartimenti che operano
sulla base delle competenze stabilite dal Regolamento Organizzativo.
Risorse umane
Al 31 dicembre 2017 il numero complessivo dei dipendenti in servizio era pari a 965 unità,
di cui 149 (15%) aventi qualifica dirigenziale. Il personale del comparto (810 unità) è
composto prevalentemente da tecnici aventi elevata professionalità (chimici, biologi, fisici,
ingegneri): ciò a testimonianza dell’elevato grado di professionalità raggiunto. Inoltre
occorre, in aggiunta, considerare il personale a tempo determinato (80 risorse) dedicato
alla gestione dei progetti in convenzione con Enti territoriali e aziende.
Tabella: dinamica riduzione della Dirigenza Apicale e del Comparto ARPA
Nell’ambito di successivi aggiornamenti organizzativi e per effetto delle vigenti norme di
legge, si è registrata dal 2013 al 2017 una significativa riduzione della dirigenza: si è
passati dai 175 dirigenti in servizio nel dicembre 2013 agli 149 attuali (3 dirigenti ARPA
sono comandati in uscita presso altre amministrazioni regionali).
Altra considerazione da farsi è relativa al ridimensionamento del personale ARPA dovuto al
succedersi delle leggi finanziarie statali degli ultimi anni che hanno determinato una
significativa contrazione del turn over delle assunzioni, contribuendo alla riduzione del
personale di circa il 10%.
La riduzione di organico si è inserita su di un trend di continuo aumento delle attività
attribuite dal legislatore ad ARPA che ha portato Regione Lombardia a condividere un
incremento della precedente dotazione organica e ad aggiornarla, con delibera
Anno 2013 2014 2015 2016 2017
Tot. Dirig. Apicali (D.G. Sett. Dip. Drt.) (A) 21 15 14 13 13
Dirigenti di struttura (B) 75 69 66 67 69
Tot dirigenti struttura (A+B) 96 84 80 80 82
Dirigenti professional 79 83 76 73 67
Totale dirigenza ARPA L. 175 167 157 153 149
Comparto 897 871 836 830 810
Totale dipendenti ARPA L. 1072 1038 993 983 965
Personale TD (su progetti ) 63 48 80
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della Giunta Regionale n° X/4165 del 16/10/2015, sino a 1101 unità. 157 dirigenti
e 944 comparto
L’art. 6 del D. Lgs.vo n.165/2001, novellato dal D.Lgs. n. 75/2017 ha introdotto l’obbligo
per le PA di adottare il Piano triennale dei fabbisogni di personale in coerenza con la
pianificazione triennale delle attività e della performance e con le linee di indirizzo
del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, ad oggi non ancora
disponibili. Il Piano triennale dei fabbisogni è un adempimento preliminare ed obbligatorio
per l’autorizzazione ad assumere.
La L.R. n. 35/2014 ha introdotto l’art. 16 comma 6 bis della L.r. n. 16/1999, in coerenza
con la disposizione statale, prevedendo l’obbligo per Arpa di adeguare i livelli di
prestazioni tecnico-scientifiche in materia di tutela e protezione dell’ambiente e
della salute, predisponendo a tal fine piani occupazionali per l’adeguamento della
dotazione organica, anche avvalendosi di personale già attivo presso la PA.
L’indice di turn-over per il personale del comparto per il 2017 e 2018 è definito dalla
D.G.R.L. n. X/7344 del 13.11.2017, per cui la capacità assunzionale è computata con
riferimento a una spesa pari al 75% della spesa sostenuta per il personale del
comparto nel 2016 e 2017.
Per il personale della dirigenza la capacità assunzionale è computata con riferimento ad
una spesa pari all’80% della spesa sostenuta per la dirigenza nel 2017 e del 100% per il
2018 – D.G.R.L. n. X/7312 del 30.10.2017.
Nel Piano dei fabbisogni è prevista la possibilità di stabilizzare il personale del
comparto a tempo determinato con contratti a tempo indeterminato nel triennio
2018-2020 in coerenza con il Piano triennale dei fabbisogni.
Sarà possibile inoltre utilizzare la capacità assunzionale attraverso avvisi di mobilità
volontaria.
Il Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale di imminente approvazione provvederà a
tracciare gli indirizzi e le modalità operative.
Indicatori di stato delle risorse
Gli indicatori di stato delle risorse quantificano e qualificano le risorse dell’amministrazione
(umane, economico-finanziarie, strumentali, tangibili e intangibili): esse possono essere
misurate in termini sia quantitativi (numero risorse umane, numero computer, ecc.), sia
qualitativi (profili delle risorse umane, livello di aggiornamento delle infrastrutture
informatiche, ecc.), anche al fine di valutare il livello di salute dell’amministrazione.
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Nei grafici che seguono sono riportati grafici che descrivono lo stato delle risorse umane
(quantità, suddivisione per età e categoria, inquadramento contrattuale, livello di
scolarizzazione).
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Anche in ambito SNPA il trend di riduzione della dirigenza e aumento del comparto è
confermato dalle statistiche presentate nel corso della: WINTER SCHOOL ASSOARPA - 29-
30-31 marzo 2017
Grafico: personale effettivo delle agenzie SNPA
Il grafico che segue evidenzia la composizione del personale di ARPA Lombardia: dirigenti,
posizioni organizzative e comparto.
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Nel grafico che segue si dà evidenza dell’età media della dirigenza Arpa che è pari a 55
anni; inoltre tra le principali specializzazioni universitaria quelle preponderanti coincidono
coni i dirigenti chimici (28%), i dirigenti fisici (24%) e i dirigenti biologi (9%).
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L’età media del personale del comparto di ARPA Lombardia è di 49 anni. Il 72% del
personale del comparto è inquadrato nelle categorie D e DS
Il personale del comparto di ARPA Lombardia è inquadrato nei profili di «collaboratore
professionale»: tecnico 42%, sanitario 35% e amministrativo per il 23%. I collaboratori
professionali di categoria D e DS sono prevalentemente del ruolo tecnico e del ruolo
sanitario (92%).
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Salute etica e salute organizzativa 2
Tra gli indicatori di stato delle risorse che quantificano e qualificano le risorse
dell’amministrazione (umane, economico-finanziarie, strumentali, tangibili e intangibili) ve
ne sono alcuni che evidenziano gli aspetti qualitativi (profili delle risorse umane, livello di
aggiornamento delle infrastrutture informatiche, ecc.), e altri che valutano aspetti
intangibili, quali ad esempio la salute organizzativa (il benessere organizzativo) e la
salute etica (quantità di processi oggetto di valutazione del rischio; percentuale di
dirigenti oggetto di rotazione degli incarichi).
Quest’ultimo indicatore può ormai contare sul monitoraggio pluriennale di indicatori previsti
dalla legge n. 190/2012 recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”, sul DPR 16 aprile 2013, n. 62
“Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici” e sull’adozione del
Codice di Comportamento dei dipendenti ARPA adottato DDG del 299/2014. Inoltre i
contenuti del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della
Trasparenza sono oggetto degli obiettivi individuali delle Direzioni dell’Agenzia.
2 Indicatori previsti da “Linee guida per il Piano della Performance” – Ministeri - n°1 giugno 2017
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Grafico: Indicatori di salute etica tratti dalle relazioni RPC per gli anni 14-15-16
Per quanto riguarda invece la salute organizzativa, l’Agenzia, con l’approvazione dei
Piano Triennale di Azioni Positive (adottato con delibera n. V/25 del Consiglio di
Amministrazione il 30.9.2014) ha avviato un percorso che sempre più si orienta nella
realizzazione di politiche del personale che mirano ad attivare istituti come il telelavoro.
Attualmente sono stati attivati postazioni di telelavoro domiciliare che verranno
ulteriormente potenziate.
Il Piano Triennale di Azioni Positive è stato recentemente prorogato ed integrato con
decreto del Direttore Generale n. 653 del 29.11.2017 per dare continuità ad alcune Azioni
Positive, quali il telelavoro e per la redazione del Regolamento sullo Smart Working,
attualmente allo studio di un gruppo di lavoro del Comitato Unico di Garanzia.
I tempi di realizzazione di questa nuova modalità di lavoro dello Smart Working vedono,
nell’arco temporale del prossimo triennio, l’adozione di tale strumento per almeno il 10
per cento dei dipendenti.
Nel corso del 2017 ARPA Lombardia, insieme a Regione Lombardia e agli Enti del Sistema
Regionale, ha partecipato ad una selezione pubblica indetta dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri risultando tra le 10 Pubbliche Amministrazioni individuate (unica Agenzia
Ambientale selezionata) per partecipare ad un percorso di realizzazione sullo Smart
Working.
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3 Dagli obiettivi strategici agli obiettivi operativi
Nel chiaro intento dell’Agenzia di orientare l’attività ordinaria secondo le attività strategiche
il quadro di riferimento è il Piano pluriennale 2018-2020 che s’inserisce nel più ampio
contesto della programmazione regionale. Il documento di riferimento è il PRS –
Programma Regionale di Sviluppo della X Legislatura - che viene annualmente
aggiornato dal DEFR – Documento di Economia e Finanza Regionale. Il DEFR, oltre ad
aggiornare il Programma regionale, indica gli indirizzi di riferimento per lo sviluppo della
pianificazione dell’attività di Enti dipendenti e Società.
L’Agenzia, nell’aggiornamento dei suoi strumenti di programmazione, recepisce tali linee
di indirizzo e individua le priorità strategiche di intervento in tre step successivi:
1. Verifica dello stato di attuazione del Piano pluriennale: con questa fase
s’identificano le aree di criticità oggetto di necessaria ricalibrazione degli obiettivi.
2. Calibrazione dei target nell’eventuale variazione del Piano o individuazione di
possibili nuovi obiettivi
Tale fase non può prescindere da uno stretto raccordo con il bilancio pluriennale 2017-
2019 che è contestualmente approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia e
che completa il quadro degli strumenti di programmazione tecnico finanziaria
pluriennale.
3. Analisi degli impatti e definizione di azioni organizzative
Questo piano della performance, il cui arco temporale è il triennio 2018-2020, sarà
fondamentale per il contributo che ARPA saprà offrire alla costruzione del Sistema
Nazionale delle Agenzie Ambientali previsto dalla L. 132/2016, collaborando con Regione
Lombardia, ISPRA e le altre Agenzie facenti parte del sistema.
4 Cascading
L’art. 5 del d.lgs 150/2009 distingue gli obiettivi in Generali, di emanazione governativa
attraverso le politiche pubbliche nazionali, e Specifici, relativi ad ogni pubblica
Amministrazione.
Gli obiettivi Generali sono determinati con apposite linee guida adottate su base triennale
con DPCM che, allo stato attuale, non risultano emesse.
Gli Obiettivi Generali e Specifici dell’Agenzia sono comunque ricondotti ai documenti di
programmazione previsti dalla legge istitutiva; Programma Pluriennale e Piano Annuale di
Lavoro.
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Ai fini della definizione degli obiettivi dell’Agenzia sono stati comunque considerati
indicazioni derivanti dalla normativa nazionale (legge si Stabilità 2017) e Regionale (DEFR
2017) che quindi costituiscono una sorta di Obiettivi Genarli dell’Agenzia e da cui sono stati
definiti gli obiettivi Specifici dell’ente di cui all’art. 5 c.01 lett.b del d.lgs 150/2009).
In questo Piano confluiscono pertanto tutte le informazioni di cui il cittadino già fruisce,
con modalità diverse: dal sito dell’Agenzia a partire dalla identità della stessa, sino agli atti
programmatici (Piano Pluriennale 2018-2020, Programma Annuale di lavoro 2018). Il
Piano Pluriennale è stato redatto anche ai sensi dell’art. 5 c. 1 del d.lgs 150/2009
così come modificato dal d.lgs 74/2017 che prevede che gli obiettivi siano
programmati su base triennale e siano definiti dagli organi di indirizzo politico-
amministrativo, sentiti i vertici dell’amministrazione che a loro volta consultano i dirigenti
o i responsabili delle unità organizzative e si inserisce nel Ciclo della Performance di cui
all’art. 4 del d.lgs 150/2009 modificato dal d.lgs 74/2017.
Il Piano della Performance rappresenta, quindi, lo schema sintetico delle strategie operative
dell’Agenzia ed evidenzia la connessione tra la struttura organizzativa e la programmazione
dell’attività, al fine di realizzare i compiti istituzionali dell’Agenzia, tenendo conto degli
indirizzi programmatici regionali e delle esigenze continuamente emergenti in campo
ambientale.
Gli obiettivi organizzativi assegnati alla Dirigenza apicale dell’Agenzia interpretano, quindi,
• il Piano Pluriennale 2018-2020 approvato dal CDA di ARPA;
• il Programma Annuale di Lavoro 2018 approvato dal CDA di ARPA;
• le esigenze specifiche del territorio;
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Gli obiettivi assegnati alla Dirigenza Apicale si possono schematizzare come di seguito
riportato:
Struttura degli obiettivi a cascata nelle schede individuali dei Direttori/Direzioni di ARPA Lombardia
Tabella tipologia obiettivi di ciascuna scheda individuale
Obiettivi
Generali e
Specifici
Classificazione
Obiettivi
Peso dell’obiettivo
sulla valutazione
finale
N° di obiettivi.
assegnati
Obiettivi
Organizzativi
Obiettivi di sistema
90%
3
Obiettivi trasversali 2-4
Obiettivi
Individuali
Obiettivi Core 4-6
Obiettivi Manageriali 10% 6
Gli obiettivi sono stati pesati in modo omogeneo a seconda della loro tipologia e
mediamente sono pari a:
✓ 36% peso assegnato agli obiettivi di Sistema;
✓ 36% peso assegnato agli obiettivi Trasversali
✓ 18% peso assegnato agli obiettivi Core
✓ 10% peso assegnato agli obiettivi Manageriali.
Obiettivi Generali e Obiettivi specifici
Organizzativi
di Sistema Trasversali
Individuali
Core Manageriali
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Le macro aree di intervento strategico
Le iniziative programmatiche che caratterizzeranno lo sviluppo dell’Agenzia rappresentano
il proseguimento delle attività già in essere e prevedono il consolidamento e lo
sviluppo dell’attività tecnico-scientifica di competenza istituzionale.
Le linee strategiche da considerare, emergenti anche attraverso l’analisi delle proposte
dell’alta direzione di ARPA, sono di seguito poste in evidenza nello schema sottostante.
Obiettivi di
sistema
18%
Obiettivi
trasversali
36%
Obiettivi
Core
36%
Obiettivi
Manageriali
10%
Pesi degli obiettivi
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Dalle 5 macro aree strategiche sono stati sviluppati i temi prioritari considerati come
obiettivi strategici nell’arco di valenza del Piano, e da cui discendono gli Obiettivi
Organizzativi.
Questi, a loro volta, danno origine al sistema degli obiettivi, che interessa in primis la
dirigenza apicale, e a seguire la dirigenza subordinata ed il personale del comparto.
Il predetto percorso, che raccorda le macro-aree contenute nella pianificazione strategica
del CdA con le azioni concrete in capo alle singole strutture, viene rappresentato attraverso
l’Albero della Performance.
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L’Albero della Performance è allegato al presente Piano, e rappresenta in modo chiaro
il collegamento tra gli obiettivi previsti dai documenti di programmazione approvati dal CdA
ed i singoli obiettivi di struttura (direzioni ed unità organizzative).
Gli obiettivi di struttura vengono monitorati attraverso specifici indicatori, aventi due
nature alternative:
- indicatori quantitativi (tipici dei dipartimenti, ma anche di alcune funzioni della sede
centrale), che vengono misurati attraverso strumenti standardizzati di reportistica
(implementazione di banche dati AGORA’- EDMA);
- indicatori di programma, tipici dell’attività di indirizzo e controllo della sede, che
vengono misurati in base all’avanzamento della programmazione operativa rispetto a
quanto inizialmente pianificato.
Detti indicatori sono esplicitati nella “Scheda A” con cui vengono assegnati gli obiettivi ai
direttori ed ai dirigenti responsabili di unità organizzativa. In questo modo viene conciliato
ed allineato l’intero ciclo di programmazione che, partendo dalla visione e dalla strategia
espressi nei documenti approvati dal Consiglio di Amministrazione (Piano pluriennale,
Programma annuale), si traduce in azioni reali per tutti i livelli dell’organizzazione, il cui
grado di raggiungimento viene concretamente misurato.
5 Il processo delle performance e le azioni di miglioramento
Il processo per il recepimento del D.Lgs. n.150/2009 e delle linee guida attuative diramate
dal Dipartimento della Funzione Pubblica relative al Piano della Performance si inserisce
nell’ambito di un più generale percorso già da tempo intrapreso dall’Agenzia.
Il processo per la definizione del Piano ha inizio alla fine del mese di ottobre con incontri
dedicati organizzati tra la direzione generale e la dirigenza apicale dell'Agenzia, con
modalità sia collegiale che individuale. Tali incontri sono finalizzati alla descrizione dei
processi, flussi e attività e alla definizione degli obiettivi operativi.
Il Nucleo di Valutazione della Performance condivide il metodo di lavoro, gli obiettivi,
gli indicatori e i target.
Nel corso di vigenza del presente Piano sono previsti momenti intermedi di analisi ed
eventuale rimodulazione del sistema e del Piano, in funzione delle esigenze e delle
criticità sopravvenute.
Nella tabella che segue sono dettagliatamente descritte le fasi del processo dell’Agenzia ai
fini dell’elaborazione e della gestione del Piano della Performance.
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Fasi Input Attori Destinatari output Inizio Fine
FASE 1
Avvio ciclo di performance
- Analisi processi di lavoro-attività
- documenti regionali di programmazione, Piano triennale
- DG
- Nucleo di Valutazione
- Coordinamento centrale (DOP, DAM, DTS, DS, DDP)
- Dirigenti apicali
- Responsabili Unità Organizzative
- Definizione obiettivi strategici
- Programma annuale di dettaglio
sett. 2017
ott 2017
FASE 2
Declinazione degli obiettivi strategici in
obiettivi operativi
Programma annuale 2018 approvato dal CdA (del. n. V_76 del 28.11.2017)
- NdV
- Dirigenza apicale
- Dirigenza apicale
- RUO
- Definizione degli Obiettivi Operativi con indicatori e target
- Condivisione e definizione degli obiettivi operativi, target e indicatori con le UO assegnate
dic 2017
gen 2018
FASE 3
Redazione Piano Performance.
Definizione sistema per la rilevazione dei dati e articolazione Albero delle performance
Conferma o variazione Piano degli obiettivi operativi, Piani
annuali, indicatori
- DOP-UO SG&E - Raccolta delle schede
- Elaborazione dei dati
- Incontri di condivisione
31 gennaio 2018
FASE 4
Monitoraggio e revisione Piano alla
luce modifiche intervenienti
Elaborazione dati e informazioni (monitoraggio periodico o su bisogni specifici e misurazione e valutazione annuale)
- DG
- Dirigenza apicale
- NdV
Tutto il personale
Il DG con il supporto della DOP si confronta con la Dirigenza apicale sul grado di raggiungimento degli obiettivi e sui relativi scostamenti rispetto al programmato
I RUO si confrontano con i dirigenti a loro afferenti e con il personale
Il NdV con il supporto della DOP/DAM viene informato e supporta il processo
2018
Monitoraggi bimestrali
FASE 5
Rendicontazione e
Valutazione annuale
Rendicontazione attività annuale;
Schede di valutazione.
- DG
- NdV
- Dirigenza apicale
- RUO
Tutto il personale
- Raccolta delle schede
- Incontri di condivisione
- Elaborazione dei dati
Feb - marz 2018
FASE 6 Rilevazione
performance organizzativa
- DG
- NdV
Tutto il
personale
- La DOP redige la
Relazione annuale sulla Performance
giu 2018
FASE 7
Assicurazione della trasparenza
Pubblicazione sul sito web della documentazione
- DG
- Comunicazione
-NdV
- Tutto il personale
- Stakeholder
-Cittadinanza
Il DG approva la relazione annuale sulla performance.
30 giu 2018
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6 Allegati tecnici
6.1 Allegato 1- Albero delle performance 2018-2020 – obiettivi
anno 2017
AVVERTENZE PER LA LETTURA
La colonna “Area strategica di intervento” individua una specifica Area di intervento
contenuta nel “Programma annuale di lavoro anno 2018” approvato dal Consiglio di
Amministrazione con deliberazione N. V_76 del 28.11.2017.
Le colonne successive individuano le strutture apicali e le UO di staff al DG e alla DOP: per
ogni obiettivo è identificata la struttura a cui è primariamente associato l’obiettivo, vi è
anche la colonna “Altra struttura” in cui sono indicate le strutture associate nel
raggiungimento dell’obiettivo.
Ambito di intervento: interventi individuati nel Programma annuale di lavoro fondati su
specifici “piani operativi” delle strutture organizzative.
Tematica: Tema concettuale omogeneo al cui raggiungimento concorrono diverse azioni
strategiche realizzate da molteplici Unità Operative.
Azione strategica: Tipo di attività puntualmente descritta all’interno del” Programma
annuale di lavoro 2018”.
La colonna “Piano Attività Lavoro 2017 pag.” rimanda alla pagina del “Programma
Annuale di lavoro 2018” in cui l’obiettivo è citato.
Corr(isponden)za cod(ici) ob(iettivo) Scheda A: Gli indicatori con cui saranno valutati
il raggiungimento dei risultati sono esplicitati nelle “schede A”; in corrispondenza di ciascun
obiettivo dei direttori e dei dirigenti. Le schede A di ciascun direttore sono reperibili presso
la “U.O. Personale”.
Le abbreviazioni relative alle Strutture vanno lette come segue:
APC-DISCAR.: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. discariche
APC-AP: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. Attività Produttive
APC-SISAR: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. Bonifiche di SIS e AdR
APC-AP-CRSMEA: Settore Attività Produttive e Controlli: Attività Produttive; U.O. Cento
Regionale di Monitoraggio Emissioni in Atmosfera
APC-AF-CRR: Settore Attività Produttive e Controlli: Agenti Fisici; U.O. Centro Regionale
Radioprotezione
DAM: Direzione Amministrativa
DAM-PL: Direzione Amministrativa: U.O. Patrimonio e Logistica
DG-NIPS: Direzione Generale – Staff del DG - U.O. Nuovi Insediamenti Produttivi
DG RICEA: Direzione Generale – Staff del DG - U.O. Relazioni Istituzionali, Comunicazione
e Educazione Ambientale
DG-IA: Direzione Generale: U.O. Internal Auditing
DOP-ICT: Direzione Operazioni: Information and Communication Technology
DOP-SG&E: Direzione Operazioni: Sistemi di Gestione ed Emergenze
DOP-SO: Direzione Operazioni: U.O. Sviluppo Organizzativo
DTS: Direzione Tecnico Scientifica
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DTS-MARR: Direzione Tecnico Scientifica: U.O. Modellazione dell’Ambiente del Rischio,
Reporting
DTS-RIIC: Direzione Tecnico Scientifica: U.O. Ricerca Innovazione integrazione delle
conoscenze
DTS-SSA: Direzione Tecnico Scientifica: U.O Sviluppo del sistema ambientale
LAB: Settore Laboratori
LAB-PAL: Settore Laboratori: U.O. Programmazione acquisizioni e logistica
LAB-ASTS: Settore Laboratori: U.O. Accreditamento e sviluppo tecnico-scientifico
MA-MVAIT: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Monitoraggio e valutazione acustica
delle infrastrutture di trasporto
MA-MQAI: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Modellistica Qualità dell’aria e inventari
MA-CRQA: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Centro Regionale Qualità delle acque
MA-CRMQA: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O Centro Regionale Monitoraggio Qualità
dell’aria
MA-RI-CRLMBAS: Settore Monitoraggi Ambientali: Risorse Idriche; U.O. Centro Reg.
Laghi e Monitoraggio biologico acque superficiali
DIP: Dipartimenti provinciali. Nel nuovo modello organizzativo ARPA 2015-2019 ci sono 6
Direzioni per i 12 Dipartimenti provinciali. I dipartimenti sono stati abbinati come segue:
(MI-MZ), (BG-CR), (BS-MN), (CO-VA), (LC-SO), (LO-PV)
TRN-USA: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Usi Sostenibili delle Acque
TRN-SM+RIMR: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Servizio Meteorologico e Rete
Idro-Meteo Regionale
TRN-CMG: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Centro Monitoraggio Geologico
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