sindrome da lisi tumorale massiva definizione · •terapia . il trattamento delle emopatie maligne...
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EMERGENZE INFETTIVE
Paziente oncoematologico
Batteri, funghi, virus, protozoi
Alterazione dei meccanismi di difesa immunitaria
Difetti quali/quantitativi di PMN e/o Monociti
Difetti dell’immunità cellulare e/o umorale
Alterazione delle barriere anatomiche
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EMERGENZE INFETTIVENEUTROPENIA*
Valutazione del rischio infettivo
MODERATA
PMN>500
GRAVE
PMN<500>100
MOLTO GRAVE
PMN<100
rischio infettivo
relativamente
elevato
rischio infettivo
elevatorischio infettivo
molto elevato
*PMN<1000/mmcWWW.SLIDETUBE.IT
NEUTROPENIA FEBBRILEApproccio diagnostico
Valutazione dei sintomi :
ridotta risposta infiammatoria dell’ospite,
spesso la febbre è l’unico sintomo
Identificare rapidamente il grado di neutropenia
Controllare i parametri vitali:
attenzione allo shock settico
Eseguire gli accertamenti microbiologici
Instaurare un trattamento adeguato e tempestivo
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Le infezioni nel paziente oncoematologico
• Patogenesi e fattori di rischio
• Prevenzione e misure di controllo
• TerapiaWWW.SLIDETUBE.IT
Il trattamento delle emopatie maligneTerapia delle leucemie acute•Induzione
•Consolidamento
•Mantenimento
•Trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
•Trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche
Terapia delle malattie linfoproliferative (linfomi, mielomi)•Polichemioterapia (cicli)
•Immunoterapia
•Trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
•Trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche
Fattori di rischio infettivo correlati alle terapie
•Catetere venoso centrale
•Mucosite
•Neutropenia
•Linfopenia
•Alterazione immunità cellulo mediata
Rischio infettivo
•Elevato
•Medio
•Basso
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Patogenesi delle infezioni nel paziente leucemico sottoposto a chemioterapia
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Fase di neutropenia
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PMN>1000
PMN<500
PMN<100
PMN<500
PMN>1000Mucosite
Rischio infettivo
(batteri, funghi)
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Le infezioni nel paziente oncoematologicoVie di trasmissione
• Endogena (cavo orale, intestino)
• Esogena
– Corpi estranei (catetere venoso, catetere vescicale)
– Aria
– Alimenti
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Patogenesi delle infezioni endogene nel paziente oncoematologico
Candida P.aeruginosa
Enterococchi
Anaerobi
Stafilococchi
Enterobacteriaceae
Chemioterapia
intensiva
Neutropenia
Danno della
Parete GI(cavo orale,
stomaco,
Intestino)
Tratto GI
Streptococchi (cavo orale)
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Infezioni esogene nel paziente leucemico
Contaminazione dei fluidi infusi
•Pseudomonas spp
•Stafilococchi
•Candida parapsilosis
•Malassezia furfur
Contaminazione delle vie di infusione
(tubi, rubinetti, CVC)
•Stafilococchi
•Corinebatteri
•Candida spp
•Pseudomonas spp
•Stenotrophomonas maltophilia
Spore fungine nell’ariaContaminazione di
cibi e bevande:
•Pseudomonas spp
•Altri gram-negativi
•Listeria
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La febbre in corso di neutropenia (PMN<100/mmc)
• Oltre il 70% dei pazienti neutropenici sviluppano un episodio febbrile
• Circa il 50% dei pazienti neutropenici febbrili hanno una evidente causa infettiva
• Nel 15-20% dei casi viene diagnosticata una batteriemia
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Cause di morte nei pazienti affetti da leucemia acuta
Le sepsi• Anni ’70:
– lo shock settico da bacilli Gram negativi determina la morte nel 70% dei pazienti
– Il 60% degli episodi di shock settico fatale è causato da P.aeruginosa
• Anni ‘80-’90:– La terapia antibiotica empirica in corso di
neutropenia febbrile
– Mortalità inferiore al 10%
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Le infezioni nel paziente oncoematologico
• Patogenesi e fattori di rischio
• Prevenzione e misure di controllo
• TerapiaWWW.SLIDETUBE.IT
Prevenzione delle infezioni nel paziente oncoematologico (strategie)
• Aumentare le difese immunitarie- remissione della malattia di base
- trasfusione di granulociti
- nutrizione
• Evitare l’interruzione delle barriere- procedure invasive
- gestione del CVC
• Riduzione dell’acquisizione di nuovi patogeni- lavaggio delle mani
- cibo
- ambiente
• Soppressione della colonizzazione da parte dei patogeni- decontaminazione intestinale totale
- decontaminazione intestinale selettiva
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Il paziente neutropenico: le colture di sorveglianza
• Le colture di sorveglianza ( cavo orale, naso, retto, urine, vagina) in assenza di sintomi offrono scarse informazioni (costo/beneficio).
• Ma nelle categorie a maggior rischio può essere importante essere a conoscenza della colonizzazione da:– P.aeruginosa ****– Altri bacilli Gram-neg MDR**** – Aspergillus species ***– Candida species **– Enterococchi glicopeptide-resistenti *– S.aureus meticillina resistente *
anche per motivi epidemiologici (isolamento del paziente)• Sintonia di intenti col laboratorio di microbiologia!!!
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Le mani sono le principali vie ditrasmissione dei germi!!
Infezioni ospedaliere
Epidemiologia dei microrganismiresistenti
Perchè tanta attenzione all’igiene delle mani?
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Correlazione tra lavaggio dellemani e trasmissione delle
infezioni in ospedale
Chiare evidenze che il lavaggio delle maniriduce l’incidenza di infezioni
Studi storici: Semmelweis
Studi più recenti: riduzione significativa delleinfezioni associata al lavaggio delle mani con antisettici
Guideline for Hand Hygiene in Health-care Settings. MMWR 2002; vol. 51, no. RR-16. WWW.SLIDETUBE.IT
Perchè non ci laviamo le mani nellaquotidiana attività assistenziale
I saponi causano irritazione e secchezza della pelle
Il lavandino è lontano o manca
Manca il sapone e le tovagliette di carta
Troppo indaginoso, non c’è tempo
Poco personale, confusione in reparto
L’assistenza al paziente prima di tutto
Basso rischio di acquisire una infezione dal paziente
Adapted from Pittet D, Infect Control Hosp Epidemiol 2000;21:381-386.WWW.SLIDETUBE.IT
Quando lavarsi le mani
• Prima:– del contatto col paziente
– di indossare i guanti
– di inserire un catetere urinario, un accesso venosoperiferico
• Dopo:– aver toccato il paziente
– aver avuto contatto con fluidi biologici
– la rimozione dei guanti
Guideline for Hand Hygiene in Health-care Settings. MMWR 2002; vol. 51, no. RR-16. WWW.SLIDETUBE.IT
Efficacia antibatterica delle preparazioni per la pulizia delle mani
Buona Migliore Ottimale
Saponecomune
Sapone antisettico
Soluzione alcoolica
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Tempo impiegato per il lavaggio delle mani:
in 8 ore di lavoro di un infermiere
Lavaggio con acqua e sapone: 56 minuti– Sette lavaggi (60 secondi) ogni ora
Lavaggio con soluzione alcoolica: 18 minuti– Sette lavaggi (20 secondi) ogni ora
Voss A and Widmer AF, Infect Control Hosp Epidemiol 1997:18;205-208.
~ Il lavaggio con soluzione alcoolica riduce il tempo impiegato per la
disinfezione delle mani ~
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Tecnica di disinfezione delle mani
• Soluzione alcoolica– Applicare sul palmo di una mano e sfregare le mani
fino all’asciugamento della superficie
– Volume: in base al prodotto
• Lavaggio delle mani– Bagnare le mani con acqua, applicare il sapone,
sfregare le mani per almeno 15 secondi
– Sciacquare e asciugare con salvietta di carta
– Usare la salvietta per chiudere il rubinetto
Guideline for Hand Hygiene in Health-care Settings. MMWR 2002; vol. 51, no. RR-16.
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La disinfezione con soluzione alcoolica: quali benefici?
• Richiede meno tempo
• Più efficace del sapone
• Più accessibile dei lavandini
• Riduce la carica batterica sulle mani
• Meno effetti negativi sulla pelle
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Le infezioni nel paziente oncoematologico
• Patogenesi e fattori di rischio
• Prevenzione e misure di controllo
• TerapiaWWW.SLIDETUBE.IT
Finalità della terapia antibatterica nel paziente neutropenico
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Fase di neutropenia
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Infezione
batterica
Terapia antibatterica
Guarigione
Infezione
batterica
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