uta. carcere, bloccati i lavori · 2012. 10. 5. · trollante "italterra". inoltre la...
Post on 19-Apr-2021
1 Views
Preview:
TRANSCRIPT
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 3
Data 02-10-2012
E UNIONE SARDA CAGLIARI Pagina 127 Foglio 1
Uta. Nuova protesta dei dipendenti della società Opere pubbliche
Carcere, bloccati i lavori Cassa edile non pagata, occupato il cantiere Nuovo stop al cantiere del carcere di Uta. L'apertura del nuovo istituto di pena, prevista dal ministro Severino entro quest'anno, slitta ancora.
Ci risiamo. Dipendenti in sciopero e cantiere occupato a oltranza. Come un film che va in onda puntualmente ogni mese a giorni fissi, il carcere in costruzione a Uta registra l'ennesimo stop. Sindacati e lavoratori hanno deciso di bloccare le opere per la realizzazione dell'istituto di pena (che tra l'altro dovrebbe ospitare anche i detenuti in 41 bis) a causa del mancato pagamento della cassa edile, da parte della società Opere pubbliche.
INCONTRO IN PREFETTURA. Ieri mattina una delegazione di lavoratori con i rappresentanti sindacali (Chicco Cordeddu ed Erika Collu, Cgil; Federica Tilocca, Cisl; Ettore Palmas, Uil) è partita dal cantiere di Santa Lucia diretta in Prefettura, dove è stata ricevuta dal vice prefetto Marcello Oggianu. Dall'incontro, seguito dagli agenti della Digos, non è venuta fuori nessuna certezza, ma solo la promessa da parte dell' azienda di provvedere al pagamento delle retribuzioni arretrate fra una settimana. «Sono sempre e solo promesse», hanno spiegato i sindacalisti al termine del vertice. «Chiediamo il ri-
Il carcere di Uta occupato dai lavoratori in sciopero [FABIOMARRAS]
spetto degli impegni già presi nell' accordo sottoscritto il 5 settembre sempre in Prefettura nel quale si prevedeva che in caso di mancato versamento di quanto dovuto per accantonamenti Cassa edile dalle imprese Opere Pubbliche, Opere Idriche e Opere Stradali, la società Ciotola (componente dell'associazione temporanea di imprese vincitrice dell'appalto) si sarebbe sostituita nel pagamento di quanto dovuto. La Opere Pubbliche ha disatteso quanto previsto nell'impegno sottoscritto». Per Fillea Cgil, Filca Cisl e
Feneal Uil non rimane altro che la lotta e in una lettera inviata al ministero delle Infrastrutture, all' assessore provinciale del Lavoro e alle società interessate «proclamano lo sciopero e l'occupazione del cantiere a far data da oggi (ieri per chi legge) e sino alla soluzione del problema».
SPRECO DI SOLDI. «I lavoratori devono ancora ricevere oltre 100 mila euro di arretrati», spiega Cordeddu. «Vogliamo una risposta forte. Ministero, lavoratori e contribuenti non possono essere osta!!!!io di auesta
impresa, che non è in grado di garantire neanche le retribuzioni». Il ministro della Giustizia Paola Severino aveva garantito l'apertura entro il 31 dicembre. «Impossibile», commenta secca Federica Tilocca. «Mancano anche i solai, secondo una stima per difetto ci vorrà almeno un anno e mezzo prima che possa ospitare i detenuti». I lavoratori sono determinati. «Procederemo a oltranza con lo sciopero e l'occupazione del cantiere fino alla risoluzione del problema», afferma Palmas.
Andrea Artizzn
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 5
Data 02-10-2012 Pagina 3 Foglio 1 /2
• DICO e ura Esposto cantro una ditta edile riminese: garantisce dieci ore al giorno per sei giorni Caporalato dalla Romania: muratori offerti per Il euro r ora compreso viaggio, vitto e alloggio
di Patrizia
RIMINI. euro Il prezzo per un muratore romeno, compreso di vit-to ,,"JlL.U''''''Jl''''
lettrici. Il tutto con ma-
a una bera per far rientro a casa. Il tutto per 11 euro l'ora tutto UL\.,.l\,U'V
so di sconto di 77 "'C'jeH"'"
ra se il sicurato a due
Ma non man-
Notevole lo "sconto" ri-
i O.u.HA"',",U.LLOU
vevano condotto i primi accertamenti. Hanno a cercare la
il nome è riportato in
voma
nulla. In zona mare,
esame, non nessuna
no, dicono i sindacati: s e r v e un'e-m Tutto fa pensare a una ditta
recita: "noi controlliamo ",,,n Tl'n uarrlern:e i nostri o-
voriamo per un,n""o".«,,"
l'uscita dalla crisi con un
al fianco di Massimo Bell~i R~
stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 6
LaCgil denuncia una tratta di "schiavi" prelevati dalla Romania
Data 02-10-2012 Pagina 3 Foglio 2/2
La det,uncia di Urbinati «Inquieta il pass{{f{f!,io del volantino che recita: ('noi controlliamo continuamente i nostri operai e applicbiamo le regole per evitare problemi" Anche sul1'eale sign(ficato di questa affermazione, cbiediamo alla Procura di indagare»
I lavoratori dell'azienda devono
mese
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 10
Data 02-10-2012 Pagina 6 Foglio 1
TRATTATIVA È durato oltre cinque ore il confronto tra i vertici di Pedemontana e Pedelombarda i rappresentanti della Regione e i delegati sindacali prima che si arrivasse a una soluzione condivisa per i 70 lavoratori che avevano incrociato le braccia
C'è accordo sugli stipendi A Lozza rientra lo sciopero Pedemontana, mancati pagamenti per 70 dipendenti
-LOZZA -
SAL VI I LAVORI della Pedemontana all'altezza di Lozza. È stato infatti siglato ieri l'accordo che consentirà l'immediata ripresa dei lavori dell'importante arteria stradale nel cantiere di Lozza. La soluzione per i 70 dipendenti della ditta Italtunnel, in sciopero da alcuni giorni a causa del mancato pagamento degli stipendi, è stata trovata al termine di una riunione, durata oltre cinque ore, che si è tenuta al campo base di Turate (Como). All'incontro era presente anche l'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, insieme ai vertici di Pedemontana e Pedelombarda, alle rappresentanze sindacali (tra cui Flavio Nossa per Fillea-Cgil, Antonio Massafra per Feneal-Uil, Salvatore della Rocca e Terenzio Crespi per Filca Cisl) e ai dirigenti di Cal e Impregilo. Un risultato importante che permette la piena ripresa dei lavori in un punto estremamente delicato del cantiere, in cui si stanno svolgendo lavorazioni di particolare complessità. L'assessore Catta-
neo, che già sabato mattina si era mobilitato per individuare una soluzione durante un incontro riservato al cantiere di Lozza con sindacati e Pedelombarda, ha espresso la propria soddisfazione. «L'intesa permette di riprendere immediatamente i lavori e questo è un risultato importante - ha commentato -. Ancora una volta, attraverso il dialogo e il confronto, è stato possibile individuare una soluzione che tenesse conto sia del proseguimento dell'opera sia dei legittimi interessi dei lavoratori».
L'ACCORDO prevede che Pedelombarda, a fronte della ripresa immediata delle lavorazioni, si impegni a erogare direttamente ai dipendenti di Italtunnel un anticipo in due tranche di 1.500 euro per ciascun lavoratore. Nel frattempo le parti si attiveranno per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del personale Italtunnel all'interno del cantiere, compatibilmente con le esigenze produttive.
R.V.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 12
Data 02-10-2012 Pagina 33 Foglio 1 /2 la Nuova
Terza corsia, sequestrato il cantiere Fossalta di Piave. Aperta un'inchiesta sull'incidente sul lavoro, sempre grave il giovane operaio volato da sette metri
t FOSSALTA DI PIAVE
Il pubblico ministero di Venezia Giovanni Zorzi ha posto sotto sequestro, attraverso i carabinieri di San Donà, il cantiere della A4 dove è avvenuto l'incidente sul lavoro domenica. Rimangono sempre gravi, intanto, le condizioni di salute del rumeno C.S, (27 anni, residente in provincia di Avellino) , ricoverato in prognosi riservata all'ospedale dell'Angelo di Mestre. A condurre indagini e accertamenti ora sono i tecnici dell'Asl lO, che dopo averli conclusi riferiranno al rappresentante della Procura lagunare.
L'operaio non avrebbe dovuto essere al lavoro di domenica, perché la ditta che ha in subappalto i lavori non avrebbe comunicato alla direzione lavori la presenza degli operai in un giorno festivo. Una comunicazione che sarebbe obbligatoria. Intorno alle 14 di domenica il 27enne è salito su un'impalcatura per dei lavori che riguardano l'inserimento dei pilastri del nuovo ponte sulla A4. Per cause ancora al vaglio è piombato improvvisamente a terra da circa sette metri. L'allarme è scattato subito e sul posto è atterrato l'elisoccorso che lo ha trasportato a Mestre. Lavora per una ditta che ha in subappalto i lavori
Il cantiere dov'è avvenuto domenica l'incidente sul lavoro
dalla Impregilo cui sono assegnati gli interventi per la terza corsia. Risulta dipendente della "Ueti" di Benevento, ma distaccato alla "Smi Italia" di Pozzuoli.
Sul posto, oltre ai vigili del fuoco sono arrivati i carabinieri di San Donà e Noventa per i primi accertamenti poi proseguiti dai tecnici dello Spisal. In questi casi sono proprio gli uffici dell'Asl a intervenire per-
ché hanno competenza per gli infortuni sul lavoro e per la verifica delle misure di sicurezza adottate. È stato dunque lo Spisal a prendere in mano le indagini e accertare eventuali responsabilità della ditta nell' impiego degli operai oltretutto in un giorno non lavorativo, che deve risultare comunicato ufficialmente alla direzione dei lavori per non cadere in gravi trasgressioni dei regolamenti in
(foto Pòrcile)
materia di edilizia. Questo è il secondo grave in
cidente in uno degli otto cantieri in cui sono suddivisi i lavori per la terza corsia. Lo scorso mese di gennaio era deceduto sul luogo di lavoro un operaio a causa del distacco di una trivella da una particolare gru, la trivella lo aveva schiacciato nel tratto del cantiere di Meolo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 17
LA SICILIA Data 02-10-2012
LA SICILIA Palermo Pagina 25 Foglio 1
I i',1 Il IX,] a a [" il Promesso un reimpiego nei subappalti. Intanto sabato scadrà la Cig per 90 della Italtunnel
Licenziati 147 addetti della "Cefalù 20" MASSIMO CUCCIARDO
Ancora problemi per il raddoppio ferroviario Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo. Infatti sabato prossimo scade la cassa integrazione per i 90 operai della «Italtunnel» di Parma, che si occupa in subappalto dello scavo della galleria «Poggio Santa Maria» (4,5 km, ne è stato scavato circa un terzo), che da sola costituisce il 25-30% dell'opera da 420 milioni di euro. L'ammortizzatore sociale era stato deciso a gennaio (con conseguente stop dei lavori) e da agosto i dipendenti non hanno ricevuto neanche la retribuzione. Per questo i lavoratori hanno chiesto un incontro urgente con l'azienda, che si terrà giovedì 4 ottobre presso la Cassa edile di Palermo.
«Abbiamo avuto notizie ufficiose -spiega Giuseppe Guarcello, responsabile Madonie Fillea-Cgil- di una procedura di concordato fallimentare della con-
trollante "Italterra". Inoltre la società "Fondazioni speciali", che fa parte dello stesso gruppo e possiede il 73% di "Italtunnel", si è vista negare il certificato antimafia, anche se dall'azienda sostengono che sia un problema di carattere formale. Vogliamo delle conferme sulla crisi dell'azienda e bisogna capire se e come procederà lo scavo. L'unica certezza sulla prosecuzione del cantiere è vedere gli operai al lavoro, e al momento questa è venuta meno».
Attualmente in cantiere (è stato completato circa il 50% delle opere, il tratto tra Fiumetorto e Termini Imerese) lavorano circa 40 operai (su 170) e 15 amministrativi della «Cefalù 20», l'assegnataria dell'appalto Rfi. Il grosso dei dipendenti, 147 (compresi alcuni amministrativi), da ieri è stato licenziato e si trova in disoccupazione speciale per l'edilizia, una misura necessaria per la riassunzione da parte di ditte affidata-
IL CANTIERE DEL RADDOPPIO FERROVIARIO CEFALÙ-OGLIASTRILLO
rie. Infatti la crisi della società ha portato a grossi ritardi nella consegna dei 32 chilometri dell'opera e alla convocazione di tavoli tecnici in prefettura. Nell'ultimo, svolto si a metà settembre, «Cefalù 20» si era impegnata a far riassumere almeno il 60% dei licenziati dalle imprese affidatarie (due sarebbero state trovate, ma non ci sono conferme). In cambio Rfi ha concesso due prefinanziamenti (parti della fidejussione da 30 milioni depositata prima della consegna dell'appalto) da 4,5 e 4,6 milioni di euro, ed entro fine ottobre ne verserà altri 15, in tempo per la nuova riunione in Prefettura fissata per inizio novembre. «Il problema - continua Guarcello - è che "Cefalù 20", visti i problemi finanziari, non ha più la fiducia del mercato e rischia di non trovare imprese disposte al subappalto. In questo caso Rfi potrebbe non dare più alla società la terza tranche».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 18
Gazzetta del Sud Data 29-09-2012 Pagina 41 Foglio 1 /2
Sul tavolo della discussione di ieri in Prefettura l'ipotesi di attuare progetti alternativi ma la strada è tutta in salita. Lo stabilimento per ora rimane chiuso
ltalcementi, avviato un nuovo percorso Cauta la posizione dei vertici aziendali. Ribadita la volontà di mantenere il presidio a Vibo Marina
Vittorira Sicari
L'odissea dei lavoratori Italcementi prosegue. Ieri pomeriggio ennesimo incontro in Prefettura. E la domanda, ormai da mesi, è sempre la stessa: «L'impianto di Vibo Marina va verso la chiusura definitiva?». Cauta la posizione del direttore generale della società Giovanni Ferrario che, nel corso del vertice istituzionale, ha manifestato la volontà dell'azienda di mantenere il presidio, lasciando intendere che potrebbe intravedersi in futuro l'eventualità di trasformare lo stabilimento vibonese in centro di macinazione.
Un segnale positivo a cui, però, va data un'attenta chiave di lettura. Infatti, le fasi da interpretare segnano un percorso tutt'altro che facile, tuttavia aperto a prospettive di sviluppo. Un primo passo è dato dal fatto che - al contrario di quanto stabilito nei precedenti accordi in cui, solo fino a febbraio 2013, era previsto il turnover dei lavoratori in vista dello smaltimento delle scorte - per i due anni di cassa integrazione sa-
ranno impiegate tutte le maestranze (82 dipendenti) che saranno chiamate a ruotare periodicamente (circa 26-30 unità lavorative per volta). Anche se questi accordi, di natura prettamente tecnica, saranno demandati al prossimo inconLro, Lra sindacali e azienda, che si svolgerà martedì nella sede locale di Confindustria. Altro aspetto da prendere in considerazione: la disponibilità aziendale di valutare, di concerto con le istituzioni locali, progetti alternativi, ma compatibili, in modo da favorire l'insediamento di altre attività produttive nell'area di pertinenza della società (circa 34 ettari). La scelta di "convertire" il sito produttivo in centro di macinazione, qualora dovesse awenire, potrebbe anche servire a superare l'impasse dell'indotto, i cui lavoratori, principalmente del settore trasporti, potrebbero essere ricollocati tra Vibo e Castrovillari.
«Inizia un nuovo corso - ha osservato il prefetto Michele di Bari, la cui opera di mediazione è stata fondamentale -. Un punto in più rispetto a ieri. Adesso sta ai sinda-
«Sono ancora molti i nodi da sciogliere» «Pensiamo che si sia aperta una porta». Hanno osservato i dipendenti Italcementi di Vibo Marina a conclusione dell'incontro istituzionale di ieri con i vertici aziendali.
«Noi chiediamo lavoro. Il nostro interesse è quello di portare il pane a casa - hanno aggiuntoe con la sola cassa integrazione oggi non si campa, soprattutto in un territorio come il nostro in cui la crisi continua a mietere vittime in ogni settore della vita sociale». Note di ottimismo, dunque, a cui, però, si sono af-
fiancate molte perplessità a partire - qualora dovesse concretizzarsi l'ipotesi di fare dell'impianto vibonese un centro di macinazione - dal perché si sia optato per questa scelta, considerato che i mulini dello stabilimento di Vibo Marina sono ormai desueti, mentre il forno è all'avanguardia. «Perché, dunque, non creare così com'era stato proposto - hanno proseguito le maestranze - un circuito produttivo con lo stabilimento di Castrovillari quale centro di macina zione, facendo della cementeria di
cati e alle istituzioni aggiungere per il segretario regionale della gli altri tasselli utili a far marciare Fillea-Cgil Luigi Veraldi, devono il lavoro avviato». E un primo pas- essere determinate dai politici 10-so potrebbe essere quello di far in- cali, a partire da soluzioni volte ad serire il territorio provinciale tra attrarre nuove imprese, per come le aree di crisi. Un iter al quale sta più volte sottolineato dal sindaco lavorando alacremente la vice- Nicola D'Agostino e dal presidenpresidente della giunta regionale te della Provincia Francesco De Antonella Stasi, rappresentata ie- Nisi. Quest'ultimo ha ribadito alla ri dalla dott.ssa Brunella Napoli, società la proposta di donare gracon il supporto del seno Francesco tuitamente parte dell'aera di sua Bevilacqua (presente alla riunio- proprietà proprio per attrarre ne), che sin dall'inizio ha dimo- nuovi investitori. E su questo strato impegno e vicinanza. Una fronte pare che ci siano stati già i scelta lungimirante che per il Pre- primi contatti sia da parte di una fetto agevolerà sicuramente la ri- ditta che lavora il vetro, che da cerca di concrete soluzioni alloca- parte di un ente che opera nel sotive a livello industriale. Nel frat - ciale, anche se tutto è ancora in fatempo, a partire dal 5 ottobre, se embrionale. L'obiettivo è di nella sede di Assindustria, verrà non perdere nessun posto di lavoattivato un percorso operativo pa- ro e di riallocare, nell'arco dei due rallelo al tavolo prefetti zio che av- anni di Cgis, tutti gli 82 dipendenvierà un tavolo tecnico di svilup- ti, vuoi attraverso Italcementi, po dell'intero territorio. Anche il vuoi attraverso altre aziende, partito democratico, riunitosi ie- sempre se istituzioni e sindacati ri, sulla questione ha deciso di in - continueranno a battere la strada vestire il segretario nazionale tracciata. La partita è tutt'altro Bersani. Tanti i progetti in cantie- che chiusa, ma molto dipenderà re, dunque, mentre si lavora su da come verrà giocata. Intanto, i varie direttrici che, per i compo- cancelli dello stabilimento, dopo nenti Rsu (Patania e Chiavelli), la decisione dei lavoratori di inanche loro presenti all'incontro, e terrompere l'attività, rimarranno
Vibo un centro di produzione?». Altro nodo da sciogliere ri
guarda il numero preciso dei dipendenti che a fine Cigs rimarranno in azienda e in base a quale criterio verranno scelti.
«Conterà la professionalità, la competenza, ma anche la disponibilità di chi con impegno e dedizione a qualsiasi ora ha sempre risposto all'appello del Gruppo?». Un aspetto da valutare è legato anche alla reale possibilità' nell'arco dei due anni di Cassa integrazione, di riallocare i lavoratori che rimarranno
chiusi fino a martedì. 11
"fuori". E riguardo l'indotto: «Quale sarà il futuro delle aziende che da anni collaborano con Italcementi e che non si occupano di trasporti?». Tanti interrogativi, dunque, ma un unico filo conduttore, ossia quello di cercare in un percorso sinergico, che veda coinvolti tuttii soggetti della vertenza, una soluzione ottimale per tutti. E' questo che si aspettano i lavoratori, è questo che merita il territorio, è questo che saprà fare la differenza tra una classe politica e sindacale che opera per il bene comune e una che invece tutela solo rendite personali." (v.s.)
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Settimanale
Fillea e sindacati del settore Pag. 27
R~ Data 10-10-2012 Pagina 13
Rassegna Sindacale Foglio 1
4 - 10 OnOBRE 2012 I H. 34 R~ PAESEITALIA 13
MILlINOI LA VICENDA DELLA COOPERATIVA SELCIJlTORI
Le certezze rinnegate il fallimento di un' azienda storica e il clisagio dei dipendenti, vittime di scelte gestionali errate, il rischio della dispersione di un grande patrimonio professionale, il coinvolgimento della Coop lavoranti
Chiara Cristilli , , A l ministero del lavoro abbiamo chiesto di attivare, attraverso la
firma della liquidazione coatta dell'azienda, ancora un anno di cassa integrazione speciale. Quando verremo convocati, saremo presenti a Roma con una delegazione di lavoratori, per spiegare le nostre ragioni. Diciamo no ai licenziamenti, sì al recupero del patrimonio professionale"_ Il brusio si diffonde nelJ'aula. Franco De Alessandri, segretario generale della FiJlea Cgil di Milano, sta parlando ai selciatori della città, circa 150, riuniti in assemblea lo scorso 25 settembre. Nel seminterrato della Cooperativa dei selciatori e dei posatori di Milano, nata nel 1908 all'interno della Lega delle Cooperative, vi è ciò che resta di una storica realtà sociale e produttiva: rabbia, paura, delusione. NeO'esprimerle, i lavoratori mostrano le proprie mani. Sono loro, i selciatori della Coopenltiva, ad aver realizzato l'arredo urbano di piazza del Duomo, e dei luoghi più rappresentativi di Milano e deUa Lombardia. Un mestiere a metà tra l'operaio e l'artigiano, che richiede anni di esperienza e solide competenze. Oggi, nella migliore delle ipotesi, j selciatori otterrebbero un sostegno al reddito per ancora un anno, con la speranza di essere ricollocati in altre realtà produttive del territorio. O così, o licenziati. A essere implicata nel fallimento vi è anche la Cooperativa lavoranti e murdtori, affme a quella dei selciatori per genesi e tipo di attività. In tutto, sono coinvolte 250 persone, tra soci e dipendenti. Rischiano il posto di lavoro, e con esso il futuro delle proprie famiglie. L'attuale crisi covava da tempo, ma è esplosa come un bubbone soltanto a luglio. È stato allora che la Coopemtiva dei selciatori ha convocato i sindacati, mettendoli di fronte al fallimento, quindi a una situazione ormai difficile da recuperare. l motivi che l'hanno
generata vanno ricercati in una pessima gestione, nei ritardi e nella mancanza di rinnovamento. La flessione del mercato, e i limiti finanziari imposti all 'amministrazione comunale dal rispetto del patto di stabilità, non hanno fatto che peggiorare le cose. Soltanto nel 2011 la Cooperativa ha accumulaLO debiti per 6 milioni. Sommati a quelli precedenti, si arriva a lO milioni di euro. L'azienda aveva dunque manifestato anche in pas.."ato momenti di difficoltà, ma non ci si aspettava un'ipotesi di chiusunt così imminente. "Per noi è stato come un fulmine a ciel sereno - affenna un dipendente - . Abbiamo sempre eseguito il nostro lavoro con soddisfazione economica e professionale. Avevo 17 anni quando partii da Napoli per trasferinni a Milano, e 22 quando fui assunto alla Seldatori. Ora ne ho SI , e mi sento a pezzi". l'uomo si volta dall'altra parte con la mano premuta sulla bocca e gli occhi lucidi. E circondato dai compagni presenti all 'assemblea. Sono per lo più persone di mezza età, con famiglie monoreddito, preoccupate per la loro ricollocazione. Pochi i giovani. Ognuno di loro ha qualcosa da dire, da
aggiungere al racconto collettivo. Come sulla faccenda della cassa integrazione, cui l'azienda ha già fatto ricorso , senza mai applicare il principio della rotazione. "Si è andati avanti in maniera discriminatoria, con grandi disparità di trattamento rispetto ai soci. Noi dipendenti ne abbiamo sempre pagato le conseguenze. Venivamo messi da parte, salvo poi essere coinvolti con il sorriso suJle labbrd., quando la nostra esperienza faceva comodo", conunenta u no dei presenti. "Lavorare in sicurezza non era possibile - denuncia un altro -. Se succedeva un incidente si cercava di coprirlo. Dopo, tutto tornava come prima". Ma anche tra i soci c'è chi esprime delusione. "A comandare erano sempre gli stessi. Pill volte abbiamo chiesto che la direzione si dimettesse, ma non siamo mai stati presi in considerazione. Anche noi vogliamo che l'azienda ci spieghi perché, ord., ci troviamo in una situazione così drammatica". Ad ascoltare queste testimonianze, i valori fondanti della Cooperativa, basati sulla solidarietà e sulla dignità del lavoro, sono omlai acqua passata. Una
contraddizione forte , che emerge in maniera ancora più stridente, in un periodo in cui le certezze di un tempo si sono sgretolate. "Sotto la brace cova un disagio profondo, che si allarga a macchia d'olio - interviene De Alessandri - , Come sindacato, ci metteremo alla testa di tutte le iniziative che i lavoratori decideranno di intraprendere, anche delle più aspre. Agiremo nelle sedi istituzionali e all'interno della società
~~~~l~t~ 1°:~:fta~~i I: ~SFo~f:eb~~ risposta a questa situazione". Nel corso delJa settimana, il sindacato è stato ricevuto in prefettunl, ottenendo disponibilità e .sostegno, Ma è anche alla Lega delle Cooperative, a livello regionale e nazionale, che ci si è rivolti , per invitarla a cambiare il management della Selciatori, e a studiare soluzioni più competitive, che consentano di rientrare nel mercato. Quella dei selciatori è una realtà rappresentativa dei cambiamenti che il capoluogo lombardo sta vivendo. Milano come città del lavoro e delle opportunità è un assunto ormai discutibile. Tra i timori più grandi dei lavoratori della Cooperativa vi è quello di passare inosservati a Hvello nazionale, di non riuscire a far comprendere la gravità di una situazione che trova repliche sempre più numerose nel territorio. Guardando al comparto dell'edilizia, nel giro di due anni, su 350mila posti di lavoro persi a livello nazionale, a Milano il fenomeno ha riguardato un terzo degli addetti. Per la Fillea si tratta di un dato molto negativo, che si inserisce in un contesto reso fragile dal rischio sempre presente di infLltrazioni, da parte della criminalità organizzata. Se, in mancanza d'altro, le proponessero un lavoro in nero, lei accetterebbe? L'uomo con gli occhi lucidi risponde "Mai. Ho affrontato tanti sacrifici per dare ai miei figI i la possibilità di esprimersi al meglio. No... una cosa del genere non la farei mai" . •
SELCIATORI E LAVORANTI/PARLA CRISTINA TAfANI, ASSESSORE ALLE POLITICHE PER IL LAVORO
l'amministrazione i SllOi doveri
L a Cooperativa dei selciatori e quella dei lavoranti. hanno alle
spalle una storia importante, saldamente intrecciata con il territorio di Milano. L'alto livello professionale posseduto poteva garantire un altrettanto florido futuro. Nonostante ciò, 250 persone rischiano il licenziamento, a causa dell'imminente chiusura. Cosa può fare, il Comune di Milano, per dare sostegno a questi lavoratori? Lo abbiamo chiesto a1J'assessore alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani. Tajani La notizia della .liquidazione di queste due imprese, così importanti per la storia della città e della cooperazione, oltreché per l'economia, è dolorosa, ma non del tutto inattesa. L'amministrazione ha osservato con preoccupazione
la situazione, e quando è stato cercata dai sindacati e dalle strutture di servizio della cooperazione che stanno gestendo il problema, si è posta "! disposizione. Rassegna E possibile una ricollocazione di questi lavoratori nell 'ambito dell'Expo? Tajani L'Expo produrrà un ampliamento delle opportunità in alcuni mercati. Soprattutto nelle prime fasi di costituzione dell'evento, il comparto edilizio e delle manutenzioni dovrebbe essere uno di questi. Auspicabilmente, quindi , potrebbero aprirsi maggiori spazi di assorbimento di manodopera, e quindi occasioni di ricollocare figure professionali qualificate ed esperte, come quelle che operavano nelle cooperative. In proposito è stato redatto
un Protocollo di intesa sugli appalti sottoscritto dalla Società Expo, dal Comune e dai sindacati. Expo si impegna a imporre per contratto alle ditte appaltanti e a tutte le subappaltanti, in caso di assunzioni di manodopera per il cantiere, di prendere il lO per cento di questa dalle casse integrazioni, dalla mobilità e da personale disoccupato a seguito di licenziamento o inaccupato. Una clausola che potrebbe essere utile per la ricollocazione dei lavoratori in oggetto. Rassegna Se /a Cooperativa dei selciatori chiuderà, con quali criteri verranno affidati i lavori di manutenzione e arredo urbano? Tajani Per quanto riguarda le gare d'appalto, il mio assessorato ha promosso e seguito la redazione di un
Protocollo generale molto avanzato, approvato da tutta la giunta e sottoscritto dalle confederazioni sindacali. Si tratta di un punto femlO, di una leva importante per i lavoratori, di cui sono particolannente orgogliosa. All'int.e rno del documento, proprio rispondendo a una precisa richiesta dei sindacati, che del resto corrisponde alla sensibilità di questa giunta. ci sono esplicite clausole che tendono a limitare il massimo ribasso, e a imporre una attenta vigilanza, specialmente in materia di lavoro e nelle diverse fasi del subappalto: le piil rischiose. Rassegna I selciatori di Milano temono che la toro situazione non venga presa in debita co-nsiderazione dalle istituzioni nazionali.
Condivide questa preoccupazione? lajani So che il rapporto con le autorità centrali non è stato sempre lineare. Capisco l'angoscia dei lavoratori, condividendone i sentimenti. Penso che, in questo periodo di crisi, Milano stia soffrendo come le altre città. Ma credo anche, ne sono convinta, che più di altre città abbia risorse per rispondere alla crisi trasfonnandosi, aprendosi al cambiamento, inseguendo una nuova modemizzazione che un1area come questa può e deve generare, a prescindere dal sostegno che può venire da Roma. So che tale visione non può essere di sollievo per i lavoratori ora in difficoltà. E tuttavia è l'unica che può ispirard a reagire, non ripiegandod su noi stessi e sui problemi del presente. C . C .
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 36
L'Arena CRISI/l. Ieri vertice tra sindacati, dipendenti e amministratori locali
Rdb, oltre -40 lavoratori senza stipendio e cigs Da quattro mesi non ricevono né stipendio, né cassa integrazione i 42 lavoratori dello stabilimento Rdb collocato proprio sul confine tra Belfiore e Caldiero. TI gruppo, specializzato nella produzione di strutture prefabbricate e laterizi, conta sul territorio nazionale
·17 stabilimenti e circa 940 dipendenti, di cui oltre 60 a Verona, distribuiti tra il sito di Villafranca e quello di Belfiore. Un colosso attivo dal 1908 nel settore dell'edilizia, che è stato
travolto dall'attuale crisi economica: lo scorso gennaio lo stabilimento di Villafranca è stato chiuso e il 13 lugliO Rdb -gruppo peraltro quotato in borsa -ha chiesto di aderire al concordato (la sentenza di ammissione è stata emessa il 17 settembre).
Da metà luglio, dunque, anche il sito di Belfiore è bloccato e i suoi 42 lavoratori da allora non hanno più percepito nulla: ieri si sono radunati nella sala civica di Caldiero per
l'assemblea sindacale, a cui hanno partecipato anche l'assessore provinciale al Lamro Fausto Sachetto e i sindaci di Caldiero Giovanni Molinaroli e di Belfiore Davide Pagangriso.
«TI gruppo Rdb ha debiti per oltre 130 m~lioni di euro, mala speranza che ci possa essere una ripresa per lo stabilimento di Caldiero c'è ancora», è il commento di Sachetto. «Entro il 20 ottobre è previsto l'incontro al ministero del Lavoro
Data 05-10-2012 Pagina 37 Foglio 1
per la concessione della cassa integrazione straordinaria: stiamo lavorando per sensibtlizzare le banche, in modo da anticipare il trattamento».
Inoltre, martedì 9 ottobre è previsto un altro appuntamento al ministero per lo Sviluppo economico.
«Abbiamo chiesto all'azienda di discutere del piano industriale e dell'eventualità che ci sia qualcuno interessato ad acquisire il gruppo», spiegano Mario Ortombina (Filc;;t Cisl), Stefano Facci (Fillea Cgil) e Pietro DeAngelis (Feneal Uil). «Ci interessa, in particolare, capire quali stabilimenti potranno ripartire, perché quello veronese ha tutti i requisiti perfarlo» . • M.Tr.
©RIPRODUZlONERISERVAIA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 42
'T" IL GAZZETTINO J..REVISO
Data
Pagina
Foglio
04-10-2012 11 1
LA CRISI DELLA PA'NTO Firmata la cassa integrazione per tutti Ma il piano industriale presentato ieri è bocciato dai sindacati
«Ne assumerelllo 54» Ed esplode la rabbia
.MattiaZ~nard.o .... TREVISO
Via alla cassa integrazione per tutti i dipendenti, ma l'impasse della Panto non si sblocca. Ieri, come annunciato, in Provincia è stato firmato l'accordo per la cig straordinaria per cessata attività (la società è in liquidazipne): i 118 addetti beneficeranno di un anno di copertura, a partire dallo scorso primo ottobre. La richiesta verrà spedita a breve al ministero del Lavoro per la ratifica Ca questo punto, poco più di una formalità).
Sistemato il presente, resta ancora molto incerto il futuro. Quasi quattro ore di trattativa al centro per l'impiego del Sant'Artemio e la mediazione dell'assessore Michele Noal non sono bastate ad avvicinare le parti. Dopo le insistenze di Regione e
Provincia, i rappresentanti della ,Panto, il liquidatore Danilo Lorenzon e il commercialista Franco Quattromani hanno presentato un piano industriale. Il documento di fatto ricalca le proposte già ben note: concordato preventivo, costituzione di una nuova società, riassunzione di S4' lavoratori. Allo stato, le condizioni di mercato e le stime di fatturato - è stato ribadito -non consentono altro. «Stiamo cercando di salvare il più possibile - spiega Quattromani -. Il sindacato ci ha dato la disponibilità di alcuni dipendenti per le pratiche, contiamo di" avanzare la richiesta di ammissione entro una decina di giorni e poi presenteremo il piano concordatario». Durante la cigs, la possibilità di accedere volontariamente alla mobilità è prevista per cinque persone che nel frattempo. trovassero un nuovo posto di
• ,lA MINACCIA
«Non daremo via libera
alcOnCòrdafò preventivo»
lavoro. I sindacati hanno ribadito il
loro secco no al progetto, tornando a chiedere che la «Panto 2.0» prenda in carico tutto l'attuale personale, attraverso i contratti di solidarietà. «Noi abbiamo fatto delle aperture su questo punto, l'azienda continua a mostrare assoluta rigidità - sottolineano' Anna Zanoni, della Fillea Cgil, e Francesco Orrù, della Filca Cisl -. Sembra non rendersi conto che questa è una trattativa. Per il concordato è necessario il consenso dei dipendenti: se l'impresa non modifica il piano, non lo daremo di certo». Tanto più che, secondo i confederali, S4 addetti non sono fisicamente sufficienti, per come sono organizzate le lavorazioni, a far funzionare la fabbrica. Oggi l'assemblea dei lavoratori valuterà l'esito del vertice e deciderà eventuali ulteriori azioni.
LAPRGlESTA I lavoratori
della Panto hanno
manifestato al S. Artemio Oggi nuova assemblea
uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 49
la Nuova Ferrara RICOSTRUZIONE· L'ALLARME DEI SINDACATI
Edilizia, è una crisi senza fondo A giugno e luglio sono diminuite le ore lavorative rispetto il 2011
t FERRARA
Difficile davvero vedere il fondo della crisi dell' edilizia: negli ultimi quattro anni in provincia si sono persi circa2.700 posti di lavoro, la metà di quelli "in regola", e 350 aziende hanno chiuso, ossia una su tre. Colossi e realtà più piccole che scompaiono, queste ultime, senza troppi sussulti. Dalle opere di ricostruzione post-sisma non ci si attende granché: per Cgil, Cisl e Uil si può frenare l'emorragia o poco più. Nei mesi di giugno e luglio le ore lavorate sono addirittura diminuite rispetto a quelle del 2011. Una manciata di ditte
(sette-otto, non oltre) si sono iscritte alla locale Cassa edile dopo che l'ordinanza 46 del commissario per la ricostruzione Errani ne ha previsto l'obbligo. «Chiediamo su questo versante - spiega Carlo Rivetti, segretario Feneal-Uil - che si applichino le norme predisposte per evitare eventuali infiltrazioni mafiose. I lavori saranno in gran parte di piccole dimensioni: serve che i Comuni e tutti gli enti pubblici controllino, sappiamo già di palesi violazioni dei contratti di lavoro». Per esempio, a Poggio Renatico si segnala un cantiere in cui si lavora anche 15 ore al giorno "che poi alla Cassa edile risultano essere otto: grave
La conferenza stampa dei sindacati edili di cgil, Cisl e Uil
inadempienza» dicono i sindacati. «Negli ultimi tre anni si sono distribuiti undici milioni in meno di salari - sostiene Sandro Guizzardi, segretario Fillea-Cgil -. Stiamo disperdendo un patrimonio di professionalità e anche le capacità imprenditoriali, così che saranno imprese provenienti da fuori provincia a vincere gli appalti. Nei cantieri stanno venendo meno dignità e sicurezza, costi che è più facile tagliare». Per il segretario Filca-Cisl, Sauro Cazzoli, <dI settore può ancora essere trainante, grazie alle ristrutturazioni del patrimonio edilizio fatte tenendo conto dell'ambiente; ma il patto di stabilità si fa sentire sul bilan-
Data 04-10-2012 Pagina 4 Foglio 1
cio degli enti locali e la crisi finanziaria, con gli anticipi richiesti dalle banche, morde le imprese. I lavoratori non ce la fanno più, senza parlare dei disoccupati». Scarsa la luce finora emersa dall'Idrovia, «dato che gli appalti finora aggiudicati sono finiti a imprese e cooperative non ferraresi: la Provincia da una parte ha lavorato per accelerare l'iter dei lavori, dall'altra - accusano i sindacalisti - non favorisce le ricadute positive sul territorio dicendo no alla nostra richiesta di convocare un tavolo congiunto sull'argomento. Sarebbe importante un indirizzo di tipo politico per favorire l'impiego di manodopera locale». if. t.)
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 52
E UNIONE SARDA CAGLIARI
«La società coperta da una rete di protezione» «Il ministero latita, nemmeno il provveditore ha varcato i cancelli del cantiere per dialogare con gli operai e sollecitare la società a rispettare gli impegni. Nulla di fatto neanche dopo l'incontro con il prefetto lunedì mattina. Sulla vicenda (a parte l'interessamento della presidente dell' associazione Socialismo diritti e riforme Maria Grazia Caligaris) c'è un silenzio pericoloso che potrebbe portare gli operai a azioni eclatanti per far sentire le loro ragioni». Secondo i sindacati la società Opere Pubbliche sembra quasi coperta da un sistema di protezione che lascia correre tutto, persino le più semplici regole che disciplinano gli appalti pubblici. «Chiediamo un provvedimento d'urgenza del ministero che ripristini la legalità e regolarità nel cantiere per salvaguardare i posti di lavoro e garantire la consegna del carcere», hanno detto i segretari regionale e provinciale della Fillea Cgil Chicco Cordeddu e Erika Collu.
«Il ministero ha tollerato le inadempienze di una società che, nonostante riceva regolarmente i finanziamenti pubblici, continua a non rispettare i contratti».
Data 04-10-2012 Pagina 29 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 54
PREDAPPIO. Preoccupazione per il futuro dei lavoratori della "Tumidei arredamenti" e richieste di precisi impegni da parte dell'azienda. E' quanto emerso dall'assemblea dei lavoratori dell'azienda, tenuta dai sindacati Fillea-Cg il, F il c a -C i sI, F eneal-Uil del territorio di Forlì unitamente alla Rsu e dalla quale è emersa la contrarietà per le dichiarazioni della direzione "Tumide i" di possibile esubero del 20-25 per cento dei lavoratori al termine della Cassa integrazione straordinaria in data 19 gennaio 2013.
«Nell'incontro, richie-
Data 03-10-2012 Pagina 10 Foglio 1
«Salvate la ''Tumidei''» Allarme dei sindacati per i dipendenti dell'azienda
La sede della "Tumidei arredamenti"
sto dal sindacato, svoltosi martedì 25 settembre -spiegano Domenico Parigi della Fillea, Antonio Grumelli di Filca e Barbara Riva di Feneal - la direzione dell' Azienda (che occupa 67 lavoratori in produzione e 33 fra tecnici commerciali e amministrativi) ha comunicato che il mercato italiano è in flessione, come quello europeo, tutto ciò ha comportato forte diminuzione negli ordini lavorativi». La Tumidei vuole investire
su nuove tipologie di prodotto e sta preparando nuovi cataloghi.
I sindacati hanno chiesto di conoscere immediatamente il Piano industriale ed hanno invitato la direzione dell'azienda ad utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali previsti dalle leggi, e di controllare costantemente la situazione, attraverso incontri con la Tumidei e assemblee con i lavoratori che si intensificheranno nei prossimi mesi».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 57
Data 03-10-2012
GAZZIl'l'1Jl DI PARMA Pagina 41 Foglio 1
PONTREMOLESE CANTIERE DI SOLIGNANO
ltaltunnel non paga, gli operai si fermano
II«Senza stipendio non possiamo continuare a lavorare». A parlare è uno degli operai della società ltaltunnel che sta lavorando nella tratta Solignano -Osteriazza della ferrovia Pontremolese per la realizzazione di una galleria. La società, che ha sede a Milano e realizza tunnel, dall'esecuzione dello scavo al rivestimento definitivo, è impegnata in quell'area per conto del gruppo Astaldi. «Noi qui siamo 70 operai - spiega uno di loro al telefono e da agosto non percepiamo lo stipendio, mentre i rimborsi per le trasferte non ci sono stati pagati dal marzo scorso. TI nostro, tra l'altro, è un lavoro ad alto rischio, siamo lontani da casa, facciamo sacrifici enormi e dunque abbiamo deciso che cosi non possiamo andare avanti e pertanto è scattato uno sciopero a oltranza fino a
che non ci verranno accreditati i nostri compensi. La società è in difficoltà da tempo e anche a Varese, dove sta lavorando alla pedemontana lombarda i dipendenti sono in sciopero».
Gli operai finora non avevano preso iniziative perchè speravanO in una risoluzione positiva. «Giravano voci su un possibile intervento della Astaldi - spiega l'operaio di ltaltunnel- visto che la nostra società era in odore di fallimento. Speravamo di essere pagati dal gruppo viste le difficoltà della ditta in subappalto, ma cosi non è stato. Ora attendiamo risposte e per ora non riprendiamo a lavorare».
Oggi, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno convocano presso gli accampamenti del cantiere della Pontremolese, una conferenza stampa per denunciare la mancata retribuzione e la grande incertezza sul futuro occupazionale degli oltre 40 addetti .•
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Quotidiano
Fillea e sindacati del settore Pag. 63
Data 03-10-2012
il Quotidiiiii Pagina 34 Foglio 1
Tutto fermo, intanto, per la firma dell'accordo di programma sul polo del mobile imbottito
«Da gennaio saranno disoccupati» Ex Nicoletti, allarme di Fillea-Cgil.la proroga della Cigper 308 operai scade a dicembre
NON c'èpiù tempo. La collocazione in mobilità dei circa
300 dipendenti della Nicoletti potrebbe essere solo questione di giorni. Lo conferma Michele Andriulli, segretario di Fillea-Cgil che lancia l'allarme.
In mancanza di segnali sostanziali che non possono che giungere da imprenditoriche siano in grado dirilanciare l'attività dell'ex stabilimento Nicoletti, l'impegno di tutti questi mesi, ma soprattutto la Cassa integrazione in deroga, non potrà più essere prorogata.
«In tutta questa vicenda la Regione può giocare un ruolo centrale - aggiunge Andriulli - fungere da elemento di attrazione, di richiamo per chiunque decida seriamente di rilanciare quel sito».
Puntare sull'accordo di localizzazione, ovvero all'opportunitàdiintervenire per riattivare una realtà imprenditoriale che negli anni ha dato lavoro a centinaia di persone.
Il grido d'allarme della Fillea Cgil ha il sapore dell'ultima spiaggia, di quella possibilità senza la quale l'occasione di rivalsa diventa del tutto improbabile.
Potrebbe, dunque, concludersi definitivamente il 31 dicembre prossimo il percorso dei 308 ex lavoratori dell'azienda.
E' in quella data, infatti che scadrà la cassa integrazione in deroga che il 5 luglio scorso è stata approvata dal Mise.
La Produzione Industriale Mobili Imbottiti Spa, già Nicoletti aveva usufruito della Cig in deroga per 12 mesi dal 12 agosto 2010 per 350 lavoratori.
Successivamente il Ministero del Lavoro, la Regione e Italia Lavoro sottoscrissero un accordo per ottenere
Una recente manifestazione di protesta dei lavoratori Nicoletti. Il 31 dicembre scade definitivamente la Cassa integrazione
un'ulteriore proroga a decorrere dal 12 agosto 2011 fino al 31 dicembre dello stesso anno per una platea di lavoratori pari a 33° unità.
Il15 febbraio scorso le parti hanno firmato un ulteriore proroga che partiva dall'l gennaio fino al 30 giugno per 323 operai.
Infine, come sottolineava Michele Andriulli, l'ultimo passaggio, dall'l luglio a131 dicembre prossimo, definitonell'intesacome"Definitivamenteultimativo, in favore di un numero massimo di 308 unità lavorative".
Su tutta questa vicenda si aggira, nel frattempo, la firma del famigera-
to accordo di programma sul polo del mobile imbottito che aprirebbe un varco positivo nelle aree pugliesi della M urgia e della Basilicata. Secondo quanto previsto nel verbale della prima riunione che si era svolta l'l agosto scorso, entro il 30 settembre (ovvero quattro giorni fa, ndr.) si sarebbe dovuto redigere il Programma dei fabbisogni del settore, da parte di Invitalia.
Nulla di tutto questo, ancora, mentre in gioco c'è il futuro di centinaia di lavoratori. A cominciare dagli ex dipendenti N icoletti.
a.ciervo@luedi.it
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Settimanale
Fillea e sindacati del settore Pag. 74
GroRNALE di SEREGNO Data 02-10-2012 Pagina 21 Foglio 1
Manifestazione dei lavoratori nel cortile dell'azienda
Crisi alla Cassina 15 dipendenti rischiano il posto J} azienda ha comunicato ai sindacati un piano di riduzione del personale indiretto non collegato agli stabilimenti produttivi
(ovr) Si torna a parlare della Cassina. Ha fatto scalpore la notizia che il gruppo «Poltrona Frau» abbia intenzione di licenziare circa 30 dipendenti, tra Tolentino e Meda. Circa 15 impiegati della «Cassina» - non si parla di lavoratori del settore produttivo - rischiano pertanto il posto di lavoro. La causa? Un probabile calo del fatturato. Per questo motivo i lavoratori hanno indetto, mercoledì mattina, una breve manifestazione nel cortile di via Busnelli. Solo il giorno prima i sindacati avevano avuto un incontro con l'azienda. «La manifestazione è nata in modo del tutto spontal)eo e assolu-
tamente pacifico. E stato positivo vedere operai e impiegati manifestare insieme: hanno dimostrato grande unità di gruppo -ha dichiarato il sindacalista Pietro Borgarello, della Fillea-Cgil Brianza - Avremo un nuovo incontro con l'azienda questa settimana, per entrare nel merito. C'è sicuramente preoccupazione. Ma la preoccupazione sindacale riguarda l'intero settore del legno: fa clamore il caso Cassina ma insieme a questa ci sono tantissime altre piccole realtà che risentono ancora di più della crisi». Sulla questione l'azienda fa sapere che «a causa dell'attuale contesto economico, caratterizzato da una situazione di
recessione che si prolunga in Italia e in alcuni mercati europei, il fatturato sviluppato dal Gruppo Poltrona Frau in queste aree risulta inferiore rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente. L:impatto negativo è stato sinora assorbito grazie a un importante contenimento dei costi discrezionali, generali e amministrativi. Cassina, a seguito di quanto sopra, ha comunicato alle rappresentanze sindacali un piano di riduzione del personale indiretto che prevede 15 esuberi, finalizzato a snellire quelle strutture indirette e funzioni di staff non collegate agli stabilimenti produttivi e che risultano sovradimensionate rispetto al fatturato».
«CASSINA» Alcuni lavoratori dell'azienda durante la manifestazione dello scorso anno per impedire il trasferimento della produzione in Romania
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
ww
w.e
cost
am
pa.it
071740
Settimanale
Fillea e sindacati del settore Pag. 75
GIORNALE di DESIO Data 02-10-2012 Pagina 18 Foglio 1
LAVORO Una decina di esuberi anche nella ditta metalmeccanica di via San Martino
Crisi, mobilità alla Zanotta e alla Albed L'azienda di arredi di via Veneto propone un taglio di un quinto delle maestranze
(spd) La crisi non passa e continua a mordere il tessuto produttivo della città. Anche aziende con nomi blasonati e decenni di attività alle spalle sono costrette da tempo a fare ricorso agli ammortizzatori sociali e, nei peggiori dei casi, a cessare l'attività.
Dopo un lunghissimo periodo di cassa integrazione si palesa all' orizzonte una riduzione del personale alla Zanotta, l'impresa del settore arredamenti nota in tutto il mondo per il design e con «pezzi» esposti nei musei, tra cui la famosa «poltrona sacco» resa celebre da una scena di un film con Paolo Villaggio. Dai vertici dello stabilimento tra via Veneto e via Pellico è trapelata l'ipotesi di una ventina di mobilità sul centinaio di dipendenti della ditta. Un'ipotesi di taglio di
un quinto degli addetti comunicato ai sindacati nelle recente riunione per il rinnovo della cassa integrazione. «Nell'incontro con la dirigenza si è deciso un nuovo ciclo di cassa ordinaria fino a fine novembre. Fino ad ora riguardava quasi tutti i lavoratori un giorno la settimana a seconda delle esigenze veniva applicata ai diversi reparti. E' stato deciso un aumento a massimo due giorni la settimana a rotazione - riferisce Nunzia Ziliani, Fillea Cgil - L'azienda ha approfittato della riunione per comunicarci l'ipotesi di 20 esuberi attraverso la mobilità volontaria. Il tema non era previsto. Vogliamo approfondire la questione, capire che progetti ha l'azienda per il futuro. Non siamo certo d'accordo ad ac-
Lo stabilimento Zanotta: ipotizzate dai vertici venti mobilità
cettare supinamente questa misura e in questa entità». Tra le ditte del settore Zanotta ha fatto un <<uso leggero» degli ammortizzatori sociali. Prima ha ridotto il ricorso ai terzisti. Un esempio è Zaba, con 25 addetti, che ha chiuso un anno fa. <<In generale c'è un uso disperato della cassa in deroga da parte di una metà delle piccole aziende del territorio» aggiunge Ziliani.
Ma la crisi non impatta solo sul settore legno-arredo. Pesantemente coinvolta la metalmeccanica. La scorsa primavera hanno cessato attività due aziende operanti a Nova da decenni: la Ques-Hetronic di via Ippocrate e la Pelucchi di via Assunta, entrambe vittime del «blocco» del settore edile
che rappresentava il loro mercato con la produzione di radiocomandi e sistemi di illuminazione.
Taglio del personale è annunciato anche alla Del Monte - Albed. Una decina le mobilità su un totale di una quarantina di addetti. La cassa straordinaria è scaduta lo scorso maggio e ora i lavoratori stanno usufruendo della cassa in deroga.
«Il quadro che ne esce è che la crisi non si sta allentando e a settembre c'è stato un' ondata di richieste di rinnovi e attivazioni di cassa - afferma Marco Ferrari, Piom Cgil - Guardando all'area desiana stiamo ricevendo una o due richieste al giorno. Non è detto che poi gli strumenti vengano attivati, però sono un segnale. Insomma il vento non gira, è sempre negativo».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
top related