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HDIG ONLUS HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583 HDIG - Sede centrale, Largo della Cecchignola 4, 00143 RM; Sede operat., Via degli Avieri, 00143 RM Per segnalazioni ed informazioni: tel.+39.348.6924401; tel.+39.339.2940560, facebook: hdig.ong website: www.hdig.org ; e-mail: [email protected] , [email protected] ; IBAN Banca Friuladria (ag.Thiene-VI): IT43 M 053 3660 7900 0004 6284703 1 ANNO 2017 NOtizie dAl 01 AgOstO Al 08 AgOstO NOtizie e iNfOrmAziONi sUll’AfricA e, iN pArticOlAre, sUllA sOmAliA e pAesi del cOrNO d’AfricA, rAccOlte dA AgeNzie, grUppi, istitUziONi, cOmmeNtAte cON cONsiderAziONi ed OsservAziONi sOmmAriO Pag. 02 - 01 ago. Libia, al via tre nuovi interventi per un valore di 2,5 milioni di euro Pag. 02 - 01 ago. Contro la carestia in Sud Sudan due nuove iniziative sostenute dall’Italia Pag. 03 - 01 ago. Somalia, nuovo contributo per le popolazioni colpite dalla siccità Pag. 05 - 02 ago. Etiopia. Creare opportunità per le donne rifugiate. Pag. 06 - 02 ago. Etiopia - L’atlante della salute per garantire un servizio migliore alla popolazione Pag. 06 - 02 ago. Somalia, raid Usa nella regione del Basso Scebeli, ucciso uno dei leader di al Shabaab Pag. 06 - 02 ago. Somalia senza legge. Info su attacco del 30 luglio a colonna militare. Pag. 07 - 02 ago. Cooperazione: lotta a malnutrizione, Afdb sigla due accordi con governi di Somalia, Sud Sudan e Igad Pag. 08 - 03 ago. La grande carestia che sta uccidendo il Somaliland (e costringe le persone a migrare) Pag. 09 - 04 ago. Somalia: ex sindaco di Mogadiscio nominato consigliere politico del presidente Farmajo Pag. 10 - 04 ago. Somalia, la società italiana Electro Power Systems realizza estensione micro-rete di Garowe Pag. 10 - 05 ago. Somalia, autobomba esplode a Mogadiscio: almeno due morti Pag. 11 - 05 ago. Ankara inaugurerà campo addestramento a Mogadiscio il prossimo settembre Pag. 11 - 05 ago. Usa-Nigeria, da Washington via libera a vendita aerei militari ad Abuja per lotta contro Boko Haram Pag. 11 - 05 ago. Somalia: al Shabaab prende controllo della città di Leego Pag. 11 - 06 ago. Carestia, jihadismo e guerra permanente: i flagelli della Somalia Pag. 13 - 07 ago. Etiopia. Approvate due iniziative umanitarie di emergenza Pag. 13 - 07 ago. Il ministro Alfano incontra l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia Pag. 14 - 08 ago. Somalia, consegnate quattro imbarcazioni alle Forze di sicurezza locali

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Page 1: ANNO 2017 NOtizie dAl 01 AgOstO Al 08 AgOstO - HDIG Somalia/Notizie Africa... · 2017-08-15 · HUMANITARIAN DEMINING ITALIAN GROUP Gruppo Italiano di Sminamento Umanitario C.F.97191910583

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ANNO 2017 NOtizie dAl 01 AgOstO Al 08 AgOstO

NOtizie e iNfOrmAziONi sUll’AfricA e, iN pArticOlAre, sUllA sOmAliA e pAesi del cOrNO d’AfricA, rAccOlte dA AgeNzie, grUppi, istitUziONi,

cOmmeNtAte cON cONsiderAziONi ed OsservAziONi sOmmAriO

Pag. 02 - 01 ago. Libia, al via tre nuovi interventi per un valore di 2,5 milioni di euro

Pag. 02 - 01 ago. Contro la carestia in Sud Sudan due nuove iniziative sostenute dall’Italia

Pag. 03 - 01 ago. Somalia, nuovo contributo per le popolazioni colpite dalla siccità

Pag. 05 - 02 ago. Etiopia. Creare opportunità per le donne rifugiate.

Pag. 06 - 02 ago. Etiopia - L’atlante della salute per garantire un servizio migliore alla popolazione

Pag. 06 - 02 ago. Somalia, raid Usa nella regione del Basso Scebeli, ucciso uno dei leader di al Shabaab

Pag. 06 - 02 ago. Somalia senza legge. Info su attacco del 30 luglio a colonna militare.

Pag. 07 - 02 ago. Cooperazione: lotta a malnutrizione, Afdb sigla due accordi con governi di Somalia, Sud Sudan e Igad

Pag. 08 - 03 ago. La grande carestia che sta uccidendo il Somaliland (e costringe le persone a migrare)

Pag. 09 - 04 ago. Somalia: ex sindaco di Mogadiscio nominato consigliere politico del presidente Farmajo

Pag. 10 - 04 ago. Somalia, la società italiana Electro Power Systems realizza estensione micro-rete di Garowe

Pag. 10 - 05 ago. Somalia, autobomba esplode a Mogadiscio: almeno due morti

Pag. 11 - 05 ago. Ankara inaugurerà campo addestramento a Mogadiscio il prossimo settembre

Pag. 11 - 05 ago. Usa-Nigeria, da Washington via libera a vendita aerei militari ad Abuja per lotta contro Boko Haram

Pag. 11 - 05 ago. Somalia: al Shabaab prende controllo della città di Leego

Pag. 11 - 06 ago. Carestia, jihadismo e guerra permanente: i flagelli della Somalia

Pag. 13 - 07 ago. Etiopia. Approvate due iniziative umanitarie di emergenza Pag. 13 - 07 ago. Il ministro Alfano incontra l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia

Pag. 14 - 08 ago. Somalia, consegnate quattro imbarcazioni alle Forze di sicurezza locali

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01 ago. Libia, al via tre nuovi interventi per un valore di 2,5 milioni di euro Per rispondere alle conseguenze umanitarie della crisi in Libia, dove si stima che 1,3 milioni di persone abbiano urgente bisogno di assistenza, il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha stabilito, per interventi umanitari in Libia, un contributo dell’importo complessivo di 2,5 milioni di euro. I contributi sono destinati a sostenere le attività di Unicef per un milione di euro, del Programma alimentare mondiale (Pam) per un altro milione di euro e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per 500 mila euro. Attraverso lo stanziamento a favore dell’Unicef, la Cooperazione italiana parteciperà al “Programma per migliorare la resilienza dei bambini vulnerabili in Libia”. Saranno realizzati interventi multisettoriali destinati ad aumentare la resilienza delle comunità più colpite dal conflitto, in particolare quelle che vivono in zone remote e malservite, nonché per interventi a favore dei bambini nei settori della protezione, dell'istruzione e della salute. Il contributo al Pam rientra nel quadro del “Programma volto a migliorare le condizioni di vita degli sfollati interni e delle popolazioni più vulnerabili in Libia” e servirà a fornire assistenza alimentare a oltre 77 mila persone tra popolazioni libiche ancora sfollate e tra chi è appena rientrato nei luoghi d’origine. In totale, secondo le ultime stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel paese ci sarebbero attualmente oltre 256 mila sfollati interni, 227 mila persone rientrate nei luoghi d’origine e più di 350 mila migranti. Il contributo a favore dell'Oms, infine, finanzierà il “Programma di assistenza sanitaria volto a migliorare l’accesso ai servizi sanitari d’emergenza per la popolazione più vulnerabile in Libia”. L'iniziativa si concentrerà sul rafforzamento delle capacità tecniche e operative del Dipartimento di emergenza del ministero della Salute libico attraverso l’assunzione di personale, l’acquisto e la fornitura kit medici. Il sistema sanitario locale si trova infatti in una situazione drammatica, fotografata da un recente rapporto redatto proprio dall’Oms secondo cui sono al momento chiusi o non operativi il 17 per cento degli ospedali, il 20 per cento dei centri di assistenza e l’8 per cento dei centri sanitari specializzati. Fortemente compromessa,inoltre, risulta la capacità delle autorità libiche di attuare specifici programmi di prevenzione e di cura, con particolare riferimento al contrasto della tubercolosi e delle malattie non trasmissibili e alla tutela della salute materno-infantile.

01 ago. Contro la carestia in Sud Sudan due nuove iniziative sostenute dall’Italia

Il conflitto in corso da più di tre anni e la siccità che si è abbattuta in particolare sullo Stato di Unità hanno trascinato il Sud Sudan sull’orlo della catastrofe umanitaria. Il piano di risposta preparato dalle Nazioni Unite a febbraio 2017 ha identificato 7,5 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza urgente entro la fine dell’anno, con 1,6 miliardi di dollari necessari a garantire la

protezione dei più vulnerabili. L’Italia, che aveva già stanziato due milioni di euro nel quadro del piano regionale contro il rischio carestia annunciato nei mesi scorsi, ha deciso ora di intervenire con due nuove iniziative da un milione di euro l’una. La prima sosterrà le attività del Pam nell’ambito di un programma di assistenza alimentare che si prefigge l’obiettivo di raggiungere 1,1 milioni di beneficiari. Si fornirà supporto nutrizionale alle fasce più vulnerabili, ristabilendo e sostenendo uno stato nutrizionale adeguato per gli studenti delle scuole primarie e secondarie localizzate nelle aree colpite dall’insicurezza alimentare.

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Con il secondo contributo, l’Italia sosterrà invece le attività del Piano di risposta umanitaria 2017 elaborato dall’Unicef, che prevede interventi per un totale di 181 milioni di dollari (ad oggi ne mancano 87,6). Le attività includono il trattamento della malnutrizione acuta, l’integrazione della dieta con micronutrienti nei programmi di alimentazione di bambini e adolescenti, interventi per la salute dell’infanzia come vaccinazioni e monitoraggio del peso dei bambini, servizi per la salute prenatale e materna, parto e cure post-partum, pianificazione familiare e prevenzione della trasmissione madre-figlio dell’Hiv 01 ago. Somalia, nuovo contributo per le popolazioni colpite dalla siccità A causa del progressivo aggravarsi della situazione umanitaria in Somalia, dove la siccità ha lasciato almeno 5 milioni di persone nel bisogno di assistenza urgente, l’Italia ha deciso di assicurare un nuovo contributo da un milione di euro per attività nei settori dell’acqua e dell’igiene (Wash) e in quello dell’allestimento di alloggi di emergenza a favore degli sfollati interni (shelter). Il contributo va a integrare i due milioni di euro già stanziati per la Somalia nel quadro del piano regionale di risposta per i paesi a rischio carestia e lancia un ulteriore segnale di sostegno italiano al paese del Corno d’Africa a seguito della Conferenza sulla Somalia tenutasi a Londra lo scorso maggio.

Foto 01

Foto 02

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I fondi serviranno a sostenere il progetto “Fornitura di assistenza salva-vita alla popolazione colpita dalla siccità in Somalia”, che rientra nel quadro dell’appello lanciato dall’Oim per un valore complessivo di 6,2 milioni di dollari. Concordata nelle sue linee d’azione con la Sede estera dell’Aics a Mogadiscio, l’iniziativa si struttura su due componenti principali. Le attività nel settore Wash consentiranno di migliorare l’accesso a fonti d’acqua pulita e condizioni igieniche migliori per le popolazioni colpite dalla siccità attraverso la fornitura di acqua tramite autocisterne, la distribuzione di voucher, la riabilitazione e manutenzione dei punti di accesso all’acqua (inclusa la sostituzione delle pompe tradizionali nei pozzi dei distretti più colpiti con pompe ad energia solare). Sono infine previsti interventi per la promozione di buone pratiche igieniche e la distribuzione di kit igienici per migliorare le condizioni igieniche nelle comunità a rischio di epidemie di colera. Per quanto riguarda la componente shelter, sarà fornita assistenza agli sfollati interni riparati nelle aree di Mogadiscio, Gedo e Lower Juba tramite la distribuzione di kit per l’allestimento di alloggi di emergenza, la fornitura di servizi emergenziali di base per il miglioramento delle condizioni di vita, l’avvio di una piattaforma di coordinamento ed attività di formazione mediante l’invio di esperti tecnici a supporto delle istituzioni governative per l’identificazione dei bisogni della popolazione, la definizione di criteri ed approcci in linea con i principi e le buone pratiche umanitarie riconosciute.

Foto 03

Nelle foto 01, la dimostrazione della situazione dei profughi interni somali, simile peraltro ai campi profughi inernni dello Yemen o del Sud-Sudan o del Centrafrica o del Congo. Senza servizi di alcun genere, senza fognature, senza illuminazione, con comodi tappeti per dormire a terra; nella seconda e nella terza foto la gente è pronta a rifornirsi presso i famosi punti di rifornimento d’acqua ove, non essendoci sorgenti o pozzi disponibili nelle vicinanze dei campi, l’unica soluzione è quella di aspettare diligentemente l’autobotte. Nella quarta foto le donne (gli uomini in Somalia non si impegnano nei lavori domestici quali quelli del ritiro dell’acqua) tornano alle loro dimore con il prezioso liquido. E noi, molto diligentemente spendiamo soldi per finanziare le pratiche umanitarie sopra esposte (come da documentazione della Agenzia della Cooperazione tratte naturalmente dai resoconti o dai responsabili compilatori dell’Agenzia, presenti in area - naturalmente assisi negli alberghi, che pur esistono, o nei compaund militari, comunque ben protetti). Chissà perché occorrerà pagare “esperti tecnici” e di quale specializzazione capace di verificare e fare progetti. Tutto quanto è solo un ammasso di chiacchiere, perdita di tempo, spreco di soldi per fornire, burocraticamente, queste entusiasmanti proposte (per chi conosce la situazione è solo fonte di rabbia). Sarebbe molto bello se riuscissimo a leggere, come è d’obbligo, quanto occorre mettere per iscritto nei progetti, quali sono le aspettative e se, nella verifica dei risultati, quali sono i risultati raggiunti (senza bisogno di “quadri logici”

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incomprensibili da compilare per l’accesso a finanziamenti istituzionali) con una vera rispondenza con la realtà.

Foto 04

E’ evidente che procedendo con questo sistema di parcellizzazione delle risorse non si arriverà mai a risolvere alcunché. I progetti veri devono essere completi: 1. Fare un pozzo, realizzare un accumulo d’acqua per consentire anche la resa potabile e fare, nei pressi un sistema di distribuzione multiplo; 2. Realizzare servizi igienici anche di tipo campale, eventualmente chimici, e organizzare un sevizio nei campi per la conduzione e manutenzione, unica maniera per evitare epidemie di colera; 3. Organizzare lo smaltimento dei rifiuti di tutti i tipi; 4. Assicurare presenza sanitaria, specie per le persone più deboli (bambini e anziani), almeno con infermiera; 5. Consigliare alle autorità locali di consentire campi profughi non inferiori a 1.500 persone ma non superiori a 3.000 ove assicurare i servizi (area logistica) anche su mezzi mobili (moduli abitativi o camper), per direzione del campo ed uno per infermeria, un container come magazzino (accantonam.mater.pulizia e disinfez., mater.di soccorso, mater. per lavoraz., ecc.), uno spazio libero ed una tettoia per distribuzione aiuti, riunioni, area per giochi bambini.

02 ago. Etiopia. Creare opportunità per le donne rifugiate. L’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) hanno firmato un accordo per un programma di sostegno allo sviluppo socio-economico delle donne eritree rifugiate nei campi di Hitsat e Shimelba, in Etiopia, e delle donne etiopi che risiedono nelle comunità locali. Il progetto, finanziato dall’Aics per un valore complessivo di 200 mila euro, avrà una durata stimata di 12 mesi. L’accordo è stato firmato dall’ambasciatore d'Italia in Etiopia, Giuseppe Mistretta, e dal rappresentante della missione Oim in Etiopia, Maureen Achieng. “Le donne svolgono un ruolo di primo piano in questo progetto. Le più vulnerabili saranno infatti beneficiarie delle attività, avendo l’opportunità di sviluppare le loro competenze aziendali. Con la firma di questo accordo, la collaborazione e la partnership fra l'Italia e l'Oim si rafforza ulteriormente”, ha commentato l’ambasciatore Mistretta. “Attraverso il finanziamento l’Aics mira, da un lato, a sostenere le donne ospitate nei campi profughi e, dall'altro, a promuovere l'integrazione nelle comunità ospitanti”, ha dichiarato il direttore della sede Aics di Addis Abeba, Ginevra Letizia. “L'empowerment delle donne e la promozione dell'uguaglianza di genere sono aspetti a cui Aics presta notevole attenzione, con questo programma e con altri”, ha aggiunto. “Nel solo 2017 più di 2.300 migranti sono morti mentre tentavano di raggiungere l'Europa. L'attuazione di tali progetti fornisce loro consapevolezza e opportunità di sussistenza, cruciali per frenare l’ondata di migrazione irregolare dai paesi d’origine”, ha detto dal canto suo Maureen Achieng.

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Il programma “Economic and Social Opportunities for Female Eritrean refugees in Hitsat and Shimelba camps and Ethiopian women of host communities” (Esofee) prevede di realizzare corsi di formazione in materia di business management, fornire un capitale di base per le piccole imprese locali, facilitare l’accesso al mercato tramite l’organizzazione di fiere e mostre e, infine, organizzare incontri di orientamento in cui le beneficiarie potranno incontrare imprenditrici che hanno già fatto esperienza di progetti simili per condividere suggerimenti e buone pratiche. Sempre in Etiopia, ha preso il via nel mese di luglio il corso di formazione “Water Supply & Sanitation Project Appraisal Techniques”, rivolto ai tecnici delle aziende idriche municipali e realizzato in collaborazione con l’organizzazione no-profit HydroAid presso la sede del Water Resource Development Fund. Il corso rientra nell’ambito del progetto “Supporto al settore Wash nelle aree urbane”, con l’obiettivo di migliorare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienicosanitari in cinque città dell’Etiopia in quattro diverse regioni: Ahmara, Oromia, Snnpr e Tigray.

02 ago. Etiopia - L’atlante della salute per garantire un servizio migliore alla poolazione Sfruttare al meglio le risorse disponibili è una regola sempre valida dove i mezzi scarseggiano e le necessità sono tante, studiare e applicare i metodi di intervento più efficaci può fare la differenza per la vita di tante persone. Così si è progettato di mappare il territorio per garantire un servizio migliore alla gente, in particolare mamme e bambini.. Con questo obiettivo Medici con l’Africa Cuamm e l’Università di Siena, con il sostegno del Ministero Affari Esteri italiano, hanno realizzato un progetto nei distretti rurali di Wolisso, Goro e Wonchi, in Etiopia. L’obiettivo era quello di mappare le strutture sanitarie della zona – un ospedale e 77 centri di salute –, capire quali sono le distanze che le separano e quali i tempi necessari alla popolazione residente per raggiungerli a piedi o con un mezzo di trasporto. In questo modo è stato possibile progettare una riorganizzazione delle ambulanze che rende più tempestivo il loro intervento. I risultati sono stati raccolti nel Map Atlas, un volume che è stato presentato lo scorso giugno alle autorità sanitarie locali e ai responsabili delle strutture coinvolte. “Gli atlanti per ora sono stati distribuiti ai capi delle Woreda, i distretti. Il testo è di facile comprensione e rende più immediata la conoscenza della geografia del nostro territorio di azione. È inoltre uno strumento utile a supporto di chi è nuovo del posto. Può essere utilizzato anche per ampliare la conoscenza e localizzare altri bisogni o fenomeni legati alla salute delle comunità, oltre a riportare le distanze e tempi di accesso ai centri di salute e ad altri servizi per il parto sicuro” si legge in una dichiarazione di un medico esperto di salute pubblica capo progetto a Wolisso.

02 ago. Somalia, raid Usa nella regione del Basso Scebeli, ucciso uno dei leader al Shabaab Uno dei leader del gruppo jihadista somalo al Shabaab è stato ucciso, lo scorso 29 luglio, nella località di Kuunya Baroow, nella regione del Basso Scebeli, a seguito di un raid aereo effettuato ieri dalle forze speciali Usa. È quanto riferito da fonti militari citate dall’emittente “Radio Mogadiscio”. Il raid è stato effettuato in coordinamento con le forze armate somale e ha permesso di liberare diversi ostaggi che erano stati sequestrati dalle milizie jihadiste. Non ci sono vittime tra i civili. Si tratta dell’ultimo di una serie di raid aerei effettuati negli ultimi giorni nelle regioni centrali e meridionali della Somalia, dove al Shabaab continua ad operare nonostante l’offensiva delle forze governative.

02 ago. Somalia senza legge. Notizie sull’attacco alla colonna militare del 30 luglio. I terroristi islamici somali di Al Shabaab, lo scorso 30 luglio, hanno attaccato una colonna militare ed ucciso dodici soldati dell’esercito ugandese in servizio presso le forze di sicurezza dell’Unione africana (Au) in Somalia. La notizia è stata da noi inserita nella precedente raccolta. Ora affluiscono ulteriori particolari. Il portavoce del ministero della Difesa ugandese Richard Karemire, innanzi tutto, ha attribuito senza dubbi, la responsabilità dell’attacco, al gruppo islamista radicale al-Shabaab.

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Gli ugandesi, ha raccontato il portavoce alla Dpa, sono stati attaccati mentre stavano effettuando un pattugliamento congiunto con i soldati somali tra Goryowein e Beladamin a circa 140 chilometri a sudovest della capitale somala. La rivendicazione degli islamisti al Shabaab, nella solita guerra di cifre, parla invece, della uccisione di 39 soldati. Sono rimasti feriti anche sette soldati ugandesi. Le truppe ugandesi erano sul campo per “condurre delle operazioni anti-terrorismo”, ha dichiarato in una nota il ministero della Difesa ugandese. Verrà istituita una commissione d’inchiesta per stabilire le circostanze dell’attentato. I funzionari somali non hanno rilasciato commenti sulla vicenda.

02 ago. Cooperazione: lotta a malnutrizione, Afdb sigla due accordi con governi di Somalia, Sud Sudan e Igad La Banca africana di sviluppo (Afdb) ha firmato due accordi tripartiti di 34,8 milioni e 43,8 milioni di dollari rispettivamente con i governi di Somalia e Sud Sudan e con l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) per progetti di lotta alla malnutrizione. Gli accordi, si legge in un comunicato dell’istituto, prevedono una risposta d’emergenza di breve termine per realizzare sistemi e strutture in grado di gestire le catastrofi e garantire la fornitura di assistenza umanitaria. Gli accordi rientrano nell’ambito dell’iniziativa “Say No to Famine” promossa dall’Afdb, e mirano a beneficiare più di 800 mila persone in Somalia e altre 300 mila in Sud Sudan. “Tramite il programma forniremo strumenti immediati per migliorare la sicurezza alimentare e aumentare i redditi delle famiglie, contribuendo alla crescita inclusiva e alla resilienza delle popolazioni della Somalia e del Sud Sudan”, ha dichiarato il direttore generale dell’Afdb per l’Africa orientale Gabriel Negatu, parlando in occasione della cerimonia di firma. In questo lancio di agenzia ci sono due aspetti di grande importanza: lotta alla malnutrizione e la gestione delle catastrofi (naturali): in ambedue i casi è prevista la fornitura di assistenza umanitaria. Le cifre indicate sono ragguardevoli ma solo con questa disponibilità si può fare qualcosa di serio e duratura ed efficace. Certo sarebbe bello vedere come si sviluppa il programma, visti gli scopi come si intende sviluppare il ragguardevole complesso di esigenze da soddisfare e saremmo disponibili a poter dare il nostro contributo di esperienze recepito nei numerosi interventi acquisiti nelle emergenze. 03 ago. La grande carestia che sta uccidendo il Somaliland (e costringe le persone a migrare)

Sete, fame e malattie stanno mettendo in ginocchio questa regione africana. E a molti per sopravvivere resta soltanto la fuga. Aggiornato il preventivo di spesa. Per evitare le Nazioni Unite, con un veloce calcolo preventivo stimano che, per far fronte alla catastrofe, servono circa 4 miliardi e mezzo di dollari.

«Come vede, qui siamo in continua emergenza...». Il dottor Ahmad Haji Mousa non ha tempo da perdere. Nello studio è appena entrata una coppia con un bambino di tre anni. «Da una settimana ha la febbre alta e la diarrea», spiega il padre, calzoni troppo larghi e una camicia impolverata che nasconde l’amputazione del braccio destro. Sguardo spaesato e impaurito, la madre, giovanissima, annuisce preoccupata. Mousa visita il bambino, che non smette di piangere. «Ha una grave forma di anemia. Serve una trasfusione di sangue. Al più presto». Siamo nel dipartimento di pediatria dell’ospedale di Burao, un antico villaggio di pastori del Somaliland, che ha proclamato l’indipendenza dalla Somalia nel 1991 anche se nessuno ha riconosciuto la Repubblica del

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Somaliland, che da molti anni viene comunque amministrata come un vero e proprio Stato-nazione. Un governo, una lunga lista di ministeri, un esercito, la moneta nazionale, le contese elettorali, gli uffici e le università pubbliche: c’è tutto, nel Somaliland. Negli ospedali, però, si trova meno del necessario. Troppo poco, per affrontare il rischio imminente di una carestia.

«La situazione è drammatica». L’allarme di una situazione drammatica in tutto il Corno d’Africa è stato lanciato lo scorso febbraio da António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, che ha invocato una risposta «forte e urgente» da parte della comunità internazionale per proteggere 20 milioni di persone dalle conseguenze della siccità che ha investito il Kenya, la Nigeria, il Sud Sudan, la Somalia, l’Etiopia, lo Yemen. «Ora servono 4,4 miliardi di dollari per evitare che la tragedia in corso diventi una catastrofe», ha detto Guterres. Poche settimane dopo, il responsabile degli Affari umanitari dell’Onu, Stephen O’Brien, ha parlato della «più grave crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale». Entrambi sono rimasti a lungo inascoltati.

La sete che uccide l'Africa

Il Corno d’Africa è al centro della crisi. E in Somaliland la tragedia è al suo massimo. I medicinali sono insufficienti, gli strumenti per la diagnostica inadeguati. Dicono che, «in verità dipendiamo dalla comunità internazionale, dalle organizzazioni non governative». Gli aiuti tardano ad arrivare, «e quelli che arrivano spariscono con la corruzione». A rimetterci sono soprattutto i bambini. Malattie infantili, epidemie di morbillo, malnutrizione, diarrea acuta. E colera, la parola che il governo del Somaliland evita di dire, ma che molti ormai sono costretti a certificare. I rapporti delle istituzioni internazionali, dalla Fao all’Oms, parlano chiaro: più della metà dei 12 milioni di abitanti della Somalia (tutta la Somalia, non solo il Somaliland, dove vivono oltre 4 milioni di persone) soffre di insicurezza alimentare e ha bisogno di assistenza umanitaria. Tra questi, più di 3 milioni sono a un livello «critico, di emergenza». Le stime per il 2017 annunciano «grave malnutrizione» per 1,4 milioni di bambini. Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati accertati più di 50 mila casi di colera e di diarrea acuta, e almeno 880 decessi. I casi di morbillo sono oltre 12 mila. In Somaliland molti pazienti vengono dalla zona di confine tra l’Etiopia e il Somaliland. Qualcuno perfino dall’interno dell’Etiopia.

Due donne alla ricerca di acqua nel letto del fiume Adad, vicino a Karashark

Per capire in che modo il governo del Somaliland affronta questa emergenza bisogna arrivare nella capitale. Hargeisa. Abdi Karim Adam, funzionario di lungo corso del ministero dell’Ambiente, parte dalla diagnosi:

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«In Somaliland l’85 per cento della terra è arida o semi-arida e i tre quarti della popolazione vivono di pastorizia». Dopo tre anni consecutivi di siccità, «è venuta meno la principale fonte del prodotto interno lordo: il bestiame». Non a caso, le province più afflitte da morti e malattie «si trovano nella parte orientale del Paese, Toghder, Sool e Sanaag, dove il 99 per cento della popolazione vive di pastorizia». Il vero problema, sostiene, è che la siccità, da occasionale è diventata ricorrente: «prima si manifestava a intervalli di cinque anni o più, ora invece è frequente». Quella attuale «è la più grave che abbia mai visto». Va attribuita al cambiamento climatico, di fronte al quale servono strategie di lungo corso. Nell’immediato c’è però l’urgenza di «salvare vite umane». Ma le procedure per ottenere i fondi della comunità internazionale sono lente, anche a causa dello status incerto del Somaliland. «Quando arriveranno i soldi, la gente sarà già morta».

La società della Mezzaluna rossa «lavora come una sola entità, qui e in Somalia», spiega il coordinatore per il Somaliland, Ahmed Abdi Bakal. Con il suo staff, ha approntato un piano d’emergenza che ruota intorno a «32 cliniche fisse e 27 mobili, dove prestiamo cure gratuite. Abbiamo distribuito contanti e cibo a migliaia di famiglie, allestito campi di emergenza al confine con l’Etiopia, facilitato i trasferimenti dall’Est all’Ovest, dove la situazione è migliore». Anche per Bakal serve uno sguardo di lungo termine: «Lavoriamo con le comunità locali per costruire la loro resilienza agli effetti del cambiamento climatico, per ridurne i rischi, migliorare i sistemi di irrigazione e diversificare l’economia». Un obiettivo ambizioso, per il quale invoca l’aiuto della comunità internazionale. «Ma subito».

Il perché lo spiega bene Mukhtar Mohammad Hassan, coordinatore locale dell’associazione Save the Children: «In alcune aree non piove da tre anni. Ci sono interi villaggi in cui non c’è una goccia d’acqua né cibo. Un milione e mezzo di persone, soprattutto pastori che dipendono dal bestiame, ha bisogno immediato di cibo e acqua». Secondo i dati del ministero del Bestiame «sono andati persi 15 dei 25 milioni di capi del Somaliland». Per raccogliere fondi, il governo ha istituito un Comitato nazionale contro la siccità. «Include uomini d’affari, esponenti religiosi e ministeriali». Finora ha raccolto più di 3 milioni di dollari. Pochi, a fronte dell’emergenza.

Lo ha capito la Banca mondiale, che con una decisione insolita ha destinato alla Somalia, tramite il Comitato internazionale della Croce Rossa e la Fao, 50 milioni di dollari. Mentre la Banca per lo sviluppo africano ha promesso 1,1 miliardi per combattere la siccità nei sei Paesi del Corno d’Africa. Ma «se non si fa in fretta, sarà troppo tardi», ammonisce Hassan. Il rischio «è che si ripeta la tragedia del 2011, quando in Somalia sono morte 250 mila persone». «Ci sentiamo abbandonati», denuncia Edna Adan Ismail, che qui in Somaliland è una vera e propria istituzione: già ministra degli Esteri, attivista impegnata per i diritti di genere, oggi è la direttrice e fondatrice dell’ospedale di maternità che porta il suo nome, ad Hargeisa. «Ho 79 anni e nella mia vita ho vissuto tante siccità e visto tanta gente pregare affinché piovesse», spiega. «Questa è la più grave degli ultimi 20 anni». Il governo, dice Edna Adan Ismail, sta lavorando bene. Al contrario della comunità internazionale: «Qui non c’è stata ancora alcuna risposta umanitaria seria. Il problema viene negato, perché si nega la stessa esistenza del Somaliland. Siamo il corno dimenticato del Corno d’Africa».

04 ago. Somalia: ex sindaco di Mogadiscio nominato consigliere politico del presidente Farmajo

Il presidente somalo Mohamed Abdulahi “Farmajo” ha nominato oggi come nuovo consigliere politico l’ex sindaco di Mogadiscio, Mohamed Ahmed Nor. È quanto riferisce l’agenzia di stampa “Sonna”. Farmajo è stato eletto presidente lo scorso 8 febbraio, uscito vincitore da una competizione che vedeva inizialmente 24 candidati, poi via via ridottisi a 21. L sua elezione è considerata dagli osservatori come una possibile chiave di volta per il futuro della Somalia, finita in un vortice di instabilità e insicurezza a partire dal crollo del regime di Siad Barre nel 1991, e come un test di credibilità per le nuove istituzioni somale.

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04 ago. Somalia, la società italiana Electro Power Systems realizza estensione micro-rete di Garowe

La compagnia italiana Electro Power Systems (Eps), leader tecnologico nei sistemi di stoccaggio di energia e micro-reti quotata sul mercato regolamentato Euronext Paris, ha ultimato l’estensione della micro-rete di Garowe in Somalia. Composta da tre nuovi impianti eolici e un nuovo sistema di accumulo, l’estensione della micro-rete è stata installata e messa in servizio con successo in meno di 30 giorni. Eps, si legge in un comunicato della compagnia, è riuscita ad integrare l’energia eolica senza apportare alcuna modifica alla micro-rete esistente – inaugurata nel 2016 e realizzata dal gruppo – che già integrava solare ed accumulo di energia. Questo importante risultato è stato raggiunto in così poco tempo grazie alla flessibilità della tecnologia di Eps, che permette di configurare vere e proprie soluzioni “plug & play” per i suoi clienti.

Non è stato infatti necessario modificare né il software proprietario di Eps per la gestione intelligente della micro-rete, né l’innovativo Energy Management System (Ems): due diverse tipologie di accumulo – insieme a solare ed eolico – sono state connesse tra loro e si sono automaticamente bilanciate, garantendo stabilità alla micro-rete e il massimo sfruttamento dell’energia rinnovabile. Ad oggi la micro-rete ha una potenza installata complessiva di 5,9 megawatt (Mw). Grazie alla tecnologia di Eps, rinnovabili ed accumulo forniscono energia agli oltre 50 mila abitanti della città di Garowe che, considerata l’intera area e le oltre 12 mila connessioni, raggiungono approssimativamente 100 mila unità garantendo così la richiesta del 90 per cento della domanda.

“Questa nuova micro-rete, completata in tempi record, attraverso un unico impianto, affianca la competitività tecnologica allo sviluppo sostenibile del continente africano. Abbiamo ridotto il costo dell’energia per la popolazione locale, e siamo ora pronti a rafforzare la nostra presenza commerciale in Africa”, ha commentato Carlalberto Guglielminotti, amministratore delegato di Eps. La soluzione di Eps con la piattaforma tecnologica Hyess che sfrutta l’accumulo di energia per trasformare le fonti rinnovabili intermittenti in energia stabile permetterà un risparmio del consumo di gasolio di oltre un milione di litri all’anno, con la prospettiva di ridurre le emissioni di CO2 fino a 600 tonnellate annue.

La prima fase del progetto è stata avviata all’inizio del 2016 quando Necsom, la più grande utility del Corno d’Africa, ha inaugurato la micro-rete realizzata da Eps, composta all’epoca da 1 Mwp di solare e 1,4 Mwh di accumulo integrati alla generazione a gasolio esistente. In seguito a questa prima installazione, nella zona si è riscontrato un incremento del consumo di energia elettrica con una forte crescita della domanda fino a 1,7 Mw. Al fine di soddisfare tale esigenza, Necsom, nel secondo semestre del 2016, aveva commissionato ad Eps la realizzazione della seconda fase della micro-rete, ampliandola con 0,75 Mw di eolico e 400 Kwh di accumulo integrati ai 3,1 Mw di generatori installati.

05 ago. Somalia, autobomba esplode a Mogadiscio: almeno due morti E' di almeno due civili morti e cinque feriti il bilancio di un'autobomba esplosa a Mogadiscio. Lo ha riferito la polizia somala, precisando che lo scoppio è avvenuto lungo la principale strada della capitale. Le vittime erano due passanti. Il capitano Mohamed Hussein ha sottolineato che le forze dell'ordine sono sempre in allerta per prevenire possibili attacchi dei fondamentalisti musulmani al Shabaab. L’attentato non è stato rivendicato e non si conosce l’obiettivo dell’attentatore.

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05 ago. Ankara inaugurerà campo addestramento a Mogadiscio il prossimo settembre La Turchia inaugurerà una base militare il prossimo settembre nella capitale somala di Mogadiscio, secondo quanto annunciato oggi dal ministro della Difesa della Somalia, Abdirashid Abdullahi Mohamed. Citato dal quotidiano turco “Hurriyet”, il responsabile della Difesa di Mogadiscio ha dichiarato ieri che a partire da settembre “inizierà il dispiegamento di militari nella struttura”, precisando che l’esercito ed altre forze di sicurezza riceveranno il dovuto addestramento. Abdullahi Mohamed ha aggiunto che il campo contribuirà a rafforzare l'esercito somalo. Il compound, la cui costruzione è iniziata nel 2015, è il più grande campo militare all’estero della Turchia e si estende su una superficie di 4 chilometri quadrati con la possibilità di addestrare fino a 1.500 militari. Il campo dispone inoltre di complessi militari e aree addestrative. Secondo quanto riferisce “Hurriyet”, più di 200 militari turchi giungeranno a partire da settembre nella zona per addestrare le forze armate somale e fornire sicurezza al complesso. La Turchia ha aperto nel 2016 la sua ambasciata a Mogadiscio per sostenere il paese dell’Africa orientale a ritrovare la stabilità e affrontare anche problemi ambientali come la siccità.

05 ago. Usa-Nigeria, da Washington via libera a vendita aerei militari ad Abuja per lotta contro Boko Haram

La Casa Bianca ha dato il via libera alla vendita di aerei militari al governo della Nigeria per sostenere le autorità di Abuja nella lotta contro il gruppo jihadista Boko Haram. È quanto riporta l’emittente “Bbc”. Nel corso di una telefonata avvenuta nel febbraio scorso, il presidente statunitense Donald Trump aveva promesso al capo dello Stato nigeriano Muhammadu Buhari che Washington avrebbe rispettato l’accordo, del valore complessivo di 600 milioni di dollari, sono stati progettati dalla compagnia brasiliana Embraer ed equipaggiati dalla statunitense Sierra Nevada. L’accordo, siglato dalla precedente amministrazione guidata da Barack Obama ma successivamente congelato a seguito del raid aereo dell’aviazione nigeriana che per errore colpì un campo profughi nella cittadina di Rann, nello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria provocando la morte di circa 90 persone, soprattutto donne e bambini. Il Congresso avrà ora 30 giorni per approvare l’operazione.

05 ago. Somalia: al Shabaab prende controllo della città di Leego

Il gruppo jihadista somalo al Shabaab ha preso il controllo della città di Leego, posta lungo a strada che collega la capitale Mogadiscio alla città di Baidoa. Lo riferisce l’emittente “Bbc”, secondo cui i jihadisti si sono insediati dopo che le forze militari somale e dell’Unione africana (Ua) hanno lasciato la città, senza al momento rendere noto il motivo della ritirata. L’ingresso di al Shabaab nella città di Leggo, considerata strategica, arriva dopo un'escalation di attacchi compiuti dai miliziani islamisti contro le truppe somale e internazionali, che ha portato nei giorni scorsi gli Stati Uniti a effettuare un raid aereo nei pressi della località somala di Tortoroow, nella regione del Basso Scebeli, nel quale è rimasto ucciso uno dei leader del gruppo jihadista al Shabaab, Ali Muhammad Hussein, noto come Ali Jabal. Il raid, si legge in un comunicato diffuso oggi dal comando delle forze Usa in Africa (Africom), non ha provocato vittime fra i civili ed è stato condotto dalle forze speciali Usa in coordinamento con i partner regionali “come risposta diretta alle azioni di al Shabaab, inclusi i recenti attacchi alle truppe somale”. Un altro raid delle forze Usa era avvenuto all’inizio del mese scorso contro una concentrazione di truppe di miliziani di al Shabaab a sud-ovest di Mogadiscio.

06 ago. Carestia, jihadismo e guerra permanente: i flagelli della Somalia Da diversi mesi le Nazioni Unite continuano a richiamare l’attenzione mondiale sulla «catastrofica carestia» che sta colpendo la Somalia, lo Yemen, la Nigeria e il Sud Sudan.

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Cosa accomuna questi paesi? Sono tutti paesi tormentati da guerre. Se da una parte, infatti, la mancanza di acqua è il principale fattore di una crisi alimentare disastrosa – peggiore di quella del 2011 che causò 260mila vittime – risulta altrettanto decisivo lo stato di guerra permanente che flagella la Somalia da oltre vent’anni. Il gruppo terroristico jihadista Al Shabaab (legato ad Al Qaeda) è una delle principali cause. I miliziani somali colpiscono obiettivi governativi e della missione dell’Unione Africana (Ua) con una frequenza impressionante e costringono le popolazioni sotto il loro controllo (principalmente nel sud del paese) a rimanere nei loro villaggi, utilizzandole come scudi umani contro i bombardamenti americani. Gli islamisti hanno imposto il divieto alle organizzazioni non governative per l’assistenza umanitaria nelle aree che controllano, obbligando centinaia di migliaia di persone a morire di fame.

Il mese scorso uno studio di Save the Children ha evidenziato come «il tasso di mortalità infantile stia rapidamente crescendo in maniera esponenziale per fame, malattie e colera». Se la crisi umanitaria appare sempre più compromessa, la situazione della sicurezza interna non è sicuramente migliore con numerosi attentati in tutto il paese. La stessa divisione tra le file dei miliziani con una frangia separatista – guidata dal somalo Abdulkadir Mumin, che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico nel 2015 – ha inasprito ancora più le lotte intestine tra miliziani jihadisti e gli attacchi contro il governo di Mogadiscio e contro i 22mila uomini della Ua.

L’agguato di domenica arriva proprio il giorno successivo alla conferenza tra il governo somalo e le forze della Ua per il progressivo abbandono del contingente di pace, previsto nel 2018, dopo dieci anni di permanenza.

Con l’elezione, lo scorso febbraio, di Mohamed Abdullahi Mohamed, soprannominato Farmajo, a presidente, la Somalia sperava di poter avviare una progressiva stabilizzazione. La dura offensiva contro il gruppo jihadista lanciata da Mogadiscio, con il supporto militare Usa, non ha portato i risultati sperati. L’intensificarsi di scontri e bombardamenti, infatti, ha spinto i miliziani di Al Shabaab a sconfinamenti ed attacchi verso il Kenya: causando una progressiva destabilizzazione di tutta l’area settentrionale ormai al di fuori del controllo di Nairobi. Il presidente somalo ha richiesto più volte un intervento della comunità internazionale per frenare una crisi umanitaria che colpisce oltre tre milioni di somali. La capacità o la volontà di risposta dei paesi occidentali ad un disastro umanitario annunciato sembra, però, del tutto inadeguata.

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07 ago. Etiopia. Approvate due iniziative umanitarie di emergenza Il Ministro degli Esteri: “Nel Corno d’Africa problemi politici, sociali e ambientali provocano intensi flussi migratori. In Etiopia le condizioni di vita sono assai difficili e a causa del fenomeno climatico El Niño il Paese sta affrontando uno dei più seri shock climatici della propria storia. Secondo l'OMS, si tratta della crisi umanitaria più grave degli ultimi 30 anni”. Per far fronte a questa emergenza la Cooperazione italiana ha approvato due iniziative umanitarie per un ammontare di 4 milioni di euro. Si tratta di due interventi specifici, del valore di 2 milioni ciascuno, volti rispettivamente a migliorare le condizioni di vita della popolazione a rischio migrazione irregolare - attraverso la creazione di impiego ed il potenziamento qualitativo e quantitativo dei servizi di base - e a rispondere all’emergenza siccità creata dal El Niño garantendo sicurezza alimentare, accesso all’acqua e miglioramento della gestione delle risorse naturali”. “Ancora una volta la cooperazione allo sviluppo si dimostra strumento di investimento strategico e pertanto cardine della nostra politica estera”, ha concluso il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

07 ago. Il ministro Alfano incontra l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia

Il nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salame', incontra stamattina alla Farnesina il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. E' la prima visita di Salame' in Europa da quando ha assunto la sua nuova funzione e ha una particolare rilevanza perché è il primo appuntamento dopo gli incontri avuti a Tripoli. Sarà dunque l'occasione per una valutazione approfondita dell'attuale quadro complessivo della situazione in Libia e per rinnovare il sostegno dell'Italia alle Nazioni Unite per gli sforzi mirati alla stabilizzazione della Libia.

L’incontro costituisce un passo importante perché è l'occasione, per Salamé, di riferire sugli incontri avuti a Tripoli e a Tobruk e per esporre l'Agenda dell'Italia per la Libia, articolata in dieci punti cardine per ognuno dei quali sono state già avviate azioni mirate: - promuovere una reductio ad unum dei formati negoziali. Troppi negoziati e troppi negoziatori fin qui. - imprimere impulso al dialogo inclusivo tra le parti libiche: ho chiarito sin da subito la necessità di

preservare l'unità della Libia e di riconoscere un ruolo al generale Haftar; - sostenere il governo legittimo di Al Sarraj, riconosciuto dall’Onu, anche con la decisione di riaprire la

nostra ambasciata a Tripoli; - sensibilizzare gli altri Paesi impegnati nel processo di stabilizzazione; - contrastare i flussi migratori con il sostegno alle istituzioni libiche; - promuovere un'azione europea per contribuire a porre fine al traffico di esseri umani; - coinvolgere i Paesi confinanti con la Libia per rafforzare il controllo della frontiera libica meridionale; - aiutare le organizzazioni internazionali impegnate nelle strategie di contrasto ai flussi migratori; - sostenere l'economia libica; - assicurare aiuti umanitari alla popolazione libica. Occorre un'azione a più livelli: nella regione libica occorre facilitare il più ampio dialogo tra gli attori coinvolti intorno a una comune pacifica road map e ribadire ai Paesi confinanti, e più in generale a tutti gli Stati della regione, la necessità di sottrarsi a logiche di conflitto. L'Italia ha sempre avanzato proposte d'azione entro schemi multilaterali e oggi chiede alle agenzie Onu, quali Unhcr e Oim, un contributo

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essenziale per fronteggiare il fenomeno migratorio da cui dipende principalmente la stabilizzazione della Libia. In quest'ottica, la missione navale italiana, su richiesta del presidente Al Sarraj per una azione di sostegno alla Guardia costiera libica, per contrastare più efficacemente i trafficanti di esseri umani e la immigrazione illegale. La realtà del Paese è innegabile: i traffici illeciti possono rivelarsi, purtroppo, una efferata fonte di arricchimento e di indebolimento delle fragili istituzioni libiche. Insisteremo sempre, inoltre, su quanto sia cruciale il rilancio del sistema economico libico per un «dividendo della pace», in termini di sicurezza, legalità e benessere. Abbiamo anche dato un deciso impulso agli aiuti della Cooperazione - per alleviare le sofferenze dei civili - e per il finanziamento di interventi umanitari e di emergenza e progetti per lo sviluppo nel Sud del Paese. Per togliere linfa ai traffici illeciti, abbiamo anche avviato con i Paesi confinanti con la Libia - ad esempio Niger, Ciad, Sudan - una stretta collaborazione attraverso il Fondo Africa - un impegno di ben 200 milioni di euro -� e abbiamo organizzato il 6 luglio, a Roma, un incontro con ministri europei e dei Paesi africani di transito per porre le basi di una nuova cooperazione multilaterale in grado di dare già importanti risultati concreti sul controllo della frontiera meridionale della Libia.

08 ago. Somalia, consegnate quattro imbarcazioni alle Forze di sicurezza locali Oggi presso il porto di Mogadiscio è avvenuta la consegna di quattro gommoni a chiglia rigida, già in dotazione alla Marina militare italiana, donati dal ministero della Difesa alle Forze armate somale. I quattro natanti consegnati oggi alla Repubblica federale di Somalia, serviranno alle Forze di sicurezza locali per assicurare il pattugliamento dei porti e delle coste del paese africano. La cessione dei natanti, avvenuta a titolo gratuito secondo quanto riferito dal ministero della Difesa italiano, fa seguito ad una richiesta da parte delle autorità somale ed è stata possibile grazie agli ottimi rapporti instaurati tra il ministero della Difesa italiano e la Repubblica federale di Somalia. Le quattro imbarcazioni possono trasportare fino a 15 persone e saranno utili ad assicurare il pattugliamento degli spazi marittimi in prossimità delle coste somale. Il transito in questa zona è infatti considerato ancora un rischio per la sicurezza della navigazione ed è per questo che l'area continua oggi ad essere pattugliata da diversi assetti navali nazionali e internazionali, tra cui quelli dell’operazione antipirateria Eunavfor Atalanta, la missione dell’Unione Europea di cui fa parte dallo scorso 25 marzo la fregata Espero della Marina Militare. La cerimonia di consegna dei quattro gommoni si è svolta alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Mogadiscio Carlo Campanile, del comandante delle Forze armate somale, generale Ahmed Jumale Gedi, e del comandante della Marina somala ammiraglio Maddey Nur Sheikh Ufurow. Sono intervenuti anche il comandante della missione Eutm generale Pietro Addis e l’ammiraglio Said Aden Yusuf, comandante della Guardia costiera somala. Il generale Ahmed Jumale, ha ringraziato l’Italia sottolineando come la consegna dei 4 natanti incida in un ruolo strategico per il processo di stabilizzazione del Somalia, quello del controllo e della sicurezza dello spazio marittimo. L’iniziativa rientra nel complesso delle attività volte favorire il processo di ricostruzione e di consolidamento dei processi di pace e stabilizzazione nell’ambito dell’impegno italiano nella missione di addestramento dell’Unione europea Eutm Somalia. Il nostro paese è attivamente presente nel Corno d’Africa con contributi, in termini di uomini e risorse, anche nelle altre missioni europee presenti: Eunavfor Atalanta ed Eucap Somalia.