appropriatezza prescrittiva e nuovi percorsi di cura nel trattamento della schizofrenia dipartimento...
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APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA E NUOVI PERCORSI DI CURA NEL TRATTAMENTO
DELLA SCHIZOFRENIA
DIPARTIMENTO UNIVERSITARIO DI SALUTE MENTALE TO3DIRETTORE PROF. P. M. FURLAN S.P.D.C. A.U.O. “S. LUIGI GONZAGA” ORBASSANO (TO)
ROCCO SILBA
L’Appropriatezza Prescrittiva si può considerareraggiunta in modo adeguato quando:• Il farmaco somministrato risulta significati-
vamente efficace per la maggior parte della sintomatologia presentata dal paziente;
• I suoi effetti collaterali e le modalità di somministrazione vengono sufficientemente tollerati o non interferiscono in modo significativo con la qualità di vita del paziente;
• Il paziente mantiene nel tempo una valida aderenza e persistenza al trattamento farmacologico e un adeguato compenso psicopatologico.
Una proporzione significativa di pazienti che sono non aderenti alla terapia soffriranno di ricadute entro il
primo anno.
•56 pazienti maschi al primo episodio di schizofrenia, disturbo schizofreniforme o disturbo schizoaffettivo furono seguiti per 1 anno dopo la dimissione
•30 pazienti interruppero il trattamento (54%); di essi, 21 soffrirono di ricadute (70%)
Novak-Grubic, Tavcar. Eur Psychiatry. 2002;17:148-154.
Ricadute n=21
Non ricaduten=9
Aderentin=26
70% dei pazienti che interrompono il trattamento antipsicotico soffriranno di ricadute entro il primo anno.
Non aderenti n=30
Dei 6731 pazienti analizzati, il 71.2% erano aderenti e il 28% erano non aderenti oltre i 3 anni.
Il più efficace predittore dell’aderenza fu l’aderenza nel mese precedente la valutazione iniziale. I predittori iniziali di non aderenza furono la dipendenza alcolica e l’abuso di sostanze nel mese precedente, l’ospedalizzazione nei 6 mesi precedenti, il vivere da soli in un appartamento e la presenza di ostilità.
La non aderenza era significativamente associata con un incremento del rischio di ricadute, di ospedalizzazione e di tentativi di suicidio.
RISULTATI DEL SOHO STUDY
Predittori e conseguenze cliniche della non aderenza alle terapie anti-psicotiche nel
trattamento ambulatoriale della schizofrenia
La non aderenza era associata con esiti funzionali più
poveri, incluso un maggiore rischio di ospedalizzazione, di
uso dei servizi psichiatrici di emergenza, di arresto, di
violenza, di peggiore qualità della vita, di maggiore abuso
di sostanze e di maggiori problemi alcol-correlati. (p<.001).
La non aderenza nel primo anno era un predittore di esiti
significativamente più poveri nei successivi due anni.
Ascher-Svanum H et al, J Clin Psychiatry 2006; 67: 453-60
L’aderenza al trattamento e gli esiti funzionali a lungo termine nel trattamento della schizofrenia nei
trattamenti abituali
Fattori che contribuiscono alla non aderenza
Perdita di insightDeliri
GrandiositàImpoverimento
cognitivoFalse attribuzioni
Perdita di efficaciaEffetti collaterali
Relazione medico-pazienteStigmaVie di
somministrazione
PersonalitàValori
PregiudiziIntelligenzaRete sociale
Cultura
Il trattamento
La persona
La malattia
La non aderenza è un problema degli Antipsicotici di Prima
Generazione (FGA) o di Seconda Generazione (SGA)?
olanzapina
aloperidolo
L’aderenza è migliore con gli SGA:
Dolder et al. 2002
Garcia-Cabeza et al. 2001
Glick et al. 2002
Opolka et al. 2002
Nessuna differnza tra FGA e SGA:
Diaz et al. 2004
Menzin et al. 2003
Valenstein et al. 2004
Perkins et al., Schizophr Res (2006)
Studio prospettico a 2 anni; N=254
RISULTATI
Aderenza e persistenza ad antipsicotici tipici ed atipici nel trattamento dei pazienti affetti da
schizofrenia
• La maggioranza dei pazienti, il 58%, erano ritenuti aderenti al trattamento (MPR 80%).
• I tassi di aderenza erano maggiori con gli atipici (59.4%) piuttosto che con gli antipsicotici tipici (34.5%, p=0.001); e con la clozapina più che con ogni altro comparatore (77%) esclusa l’olanzapina (p = 0.01).
• Aderenza e persistenza erano altamente correlate (r = 0.957, p 0.001).
Weiss KA et al (2002). Schizophr Bull 28: 341-349
Alleanza terapeutica (n=62)
BUONA
Alleanza terapeutica (n=65)
CATTIVA
Predittori del rischio di non aderenza al trattamento in pazienti schizofrenici: l’alleanza terapeutica
Sono stati identificati i seguenti fattori che incidono significativamente sull’aderenza:
a) Efficacia terapeutica
b) Alleanza terapeutica
c) Insight
d) Effetti collaterali
e) Attitudine verso i trattamenti
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Consensus sui fattori di rischio più importanti per problemi di aderenza *
Nella schizofrenia Nel disturbo bipolare
Scarso insight sulla malattia e sulla necessità di ricevere una terapia
Stress associato ad effetti collaterali persistenti (in particolare: aumento di peso, sedazione, acatisia e disfuzioni della sfera sessuale)
Sintomi positivi e negativi persistenti
Abuso di sostanze
Deficit cognitivi
Mancanza di supporto sociale
Problemi nell’alleanza terapeutica
Problemi pratici (finanziari, ambientali)
Stress associato ad effetti collaterali persistenti (in particolare: aumento di peso, sedazione, acatisia, disfuzioni della sfera sessuale e problemi cognitivi)
Scarso insight sulla malattia e sulla necessità di ricevere una terapia
Grandiosità e sintomi maniacali persistenti
Abuso di sostanze
Problemi nell’alleanza terapeutica
* Si noti che quanto riportato in tabella riflette la valutazione degli esperti su questi fattori in popolazioni di pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare. I clinici dovrebbero tenere in considerazione che alcuni fattori ritenuti solo moderatamente importanti in popolazioni di pazienti (vedi p. 19), come lo stigma associato alla malattia mentale e alle terapie, potrebbero invece essere molto importanti per uno specifico paziente
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Tabella 3-1. Dalla letteratura: Fattori di rischio che potrebbero influire sulla volontà di assumere i farmaci
Tabella 3-2. Dalla letteratura: Fattori di rischio che potrebbero influire sulla capacità di assumere i farmaci
Atteggiamento negativo verso i farmaci o convinzione che i farmaci non siano necessari
Mancanza di insight
Mancanza di consapevolezza di malattia
Inefficacia della terapia assunta (sintomi non controllati)
Scarsa alleanza terapeutica
Mancanza di supporto familiare/sociale
Paura degli effetti collaterali o di sviluppare dipendenza
Effetti collaterali ingestibili o inaccettabili
Deficit e disfunzioni cognitive
Abuso di sostanze
Ambiente disorganizzato
Problemi psicosociali
Problemi finanziari (es, mancanza di assicurazione medica)
Non avere una casa, vivere da homeless
Mancanza di supporto sociale
Problemi logistici e di risorse
Condizioni di comorbidità psichiatrica
Condizioni di comorbidità medica
J. Clin. Psychiatry 2006;67 [suppl 5]:9-14
Modalità di somministrazione dei trattamenti che possono migliorare la non aderenza in pazienti
schizofrenici
J. Clin. Psychiatry 2006;67 [suppl 5]:9-14
Olivares J.M. et al, European Psychiatry 24 (2009) 287-296
Esiti a lungo termine in pazienti schizofrenici trattati con Risperidone depot o per via orale in Spagna: risultati dal electronic
Schizophrenia Treatment Adherence Registry (e-STAR)*
• A 24 mesi, la permanenza in trattamento (81.8% per
Risperidone depot, 63.4% per il trattamento orale, p<.0001) e la
riduzione del punteggio del CGI-S (1.14 per Risperidone depot,
0.94 per il trattamento orale, p<.0165) era significativamente più
alta con Risperidone depot.
• Comparata col periodo precedente allo studio, i pazienti trattati
con Risperidone depot ebbero una maggiore riduzione nel
numero (riduzione di 0.37 episodi per paziente rispetto a 0.2, p
<.05) e nei giorni (18.74 rispetto a 13.02, p <.01) di
ospedalizzazione rispetto ai pazienti in trattamento orale, a 24
mesi.
RISULTATI
Olivares J.M. et al, European Psychiatry 24 (2009) 287-296
Esiti a lungo termine in pazienti schizofrenici trattati con Risperidone depot o per via orale in Spagna: risultati dal electronic Schizophrenia Treatment Adherence Registry
(e-STAR)*
Aderenza al trattamento e strategie terapeutiche in pazienti
schizofrenici: lo Studio ADHERE José Ramòn Gutiérrez-Casares, MD, Fernando Cañas, MD, Alexander Rodrìguez-Morales, MD,
Rebeca Hidalgo-Borrajo, MD, and David Alonso-Escolano, MD
Aderenza al trattamento e strategie terapeutiche in pazienti
schizofrenici: lo Studio ADHERE
Switching da Olanzapina orale a Olanzapina long-acting
Target Oral Olanzapine Dose
Recommended Starting Olz LAI
Dosing
Maintenance Olz LAI Dosing
20 mg/day 300 mg/2 weeks 300 mg/2 weeks
15 mg/day 300 mg/2 weeks210 mg/2 weeks
or 405 mg/4 weeks
10 mg/day210 mg/2 weeks
or 405 mg/4 weeks
150 mg/2 weeks or
300 mg/4 weeks
After 2 Months of TreatmentFirst 2 Months of Treatment
Gulliver, Detke et al. Int J Neuropsychopharmacol 2008; 11(suppl 1):152-3. Gulliver, Detke et al. Int J Neuropsychopharmacol 2008; 11(suppl 1):152-3.
Dosi Corrispondenti allo Steady State
Occorrono approssimativamente 3 mesi per raggiungere lo steady state.
Oral Olanzapine Dose
Corresponding Olz LAI Maintenance Dose
10 mg/day150 mg/2-weeks
or
300 mg/4-weeks
15 mg/day210 mg/2-weeks
or
405 mg/4 weeks
20 mg/day 300 mg/2-weeks
ZypAdhera European Summary of Product Characteristics
Differnti profili di concentrazione plasmatica tra Olanzapina e Risperidone long-acting
N=14
Time (days)
0 10 20 50 80 9030 60 7040
Act
ive
moi
ety
(ng/
ml)
14
10
8
6
4
2
0
12
25 mg Risperidone LAI 25 mg Risperidone LAI
Gefvert et al. Int. J. of Neuropsychopharmacology. 2005;8:27-36
Ferdekens et al. Schizophrenia Research. 2004;70:91-100
Gefvert et al. Int. J. of Neuropsychopharmacology. 2005;8:27-36
Ferdekens et al. Schizophrenia Research. 2004;70:91-100
Risperidone long-acting Risperidone long-acting
Study LOBS (N=129)Study LOBS (N=129)
Time (days)
0 7 14 21 28
Ola
nzap
ine
(ng/
mL)
0
10
20
30
40
50
405 mg Zypadhera Injection
Olnzapina long-actingOlnzapina long-acting
Concentrazioni plasmatiche dopo somministrazione di una singola dose di farmacoConcentrazioni plasmatiche dopo somministrazione di una singola dose di farmaco
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Che cos’è la sindrome successiva all’iniezione?Sindrome successiva all’iniezione
– Associata ad elevate concentrazioni plasmatiche di olanzapina
– Si caratterizza con molti sintomi compatibili con sovradosaggio di olanzapina orale
– Nella maggior parte dei pazienti sono insorti i seguenti sintomi: • Sedazione, con una gravità variabile dalla leggera fino al coma (12 ore di durata) e/o
• Delirium, con confusione mentale, disorientamento, agitazione, ansia ed altri sintomi di compromissione della sfera cognitiva
• Si sono osservati anche sintomi extrapiramidali, disartria, atassia, comportamento aggressivo, capogiro, debolezza, ipertensione e convulsioni.
– Tipicamente inizia con sintomi più lievi, che progrediscono per gravità e/o numero
– Può manifestarsi in modo simile ad una intossicazione da alcol
Insorgenza dei sintomi Pazienti
<60 minuti ~80%
1 - 3 ore ~ 20%
>3 ore <5% (un caso) McDonnell, et al. 2008McDonnell, et al. 2008
Materiale educazionale depositato all’AIFA in data 5 Marzo 2010 – ITZYA00061
Tali reazioni si sono verificate in una percentuale <0,1% delle iniezioni e in circa il 2% dei pazienti.
Tali reazioni si sono verificate in una percentuale <0,1% delle iniezioni e in circa il 2% dei pazienti.
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PrecauzioniPrecauzioni Prima dell’iniezione:
– Assicurarsi che il paziente non si rechi da solo alla propria destinazione, dopo la somministrazione.
Dopo l’iniezione:– I pazienti devono essere tenuti in osservazione nella struttura sanitaria da parte di
personale qualificato per almeno 3 ore. • Il paziente deve restare in un posto in cui può essere visto e/o sentito dal personale.• Si raccomandano controlli almeno ogni ora per verificare l’eventuale comparsa di segni della
sindrome successiva all’iniezione.
Prima di lasciare la struttura sanitaria:– Assicurarsi che il paziente sia vigile, orientato e privo di qualsiasi segno o sintomo di
sindrome successiva all’iniezione.– I pazienti devono essere avvisati di stare attenti per tutto il giorno alla possibile insorgenza
dei sintomi della sindrome
Dopo aver lasciato la struttura sanitaria:– I pazienti non devono guidare o usare macchinari per tutto il giorno.
Materiale educazionale depositato all’AIFA in data 5 Marzo 2010 – ITZYA00061
PrecauzioniPrecauzioni
Ragioni per adottare antipsicotici long-acting
• Scarsa aderenza del paziente nei confronti del trattamento farmacologico
• Insoddisfacente risposta clinica• Sicurezza che il paziente assuma una terapia
farmacologica sotto controllo e sia periodicamente rivalutato
• Tutela medico-legale
Tipologia di paziente candidato alla terapia long-acting
• Paziente scarsamente aderente alle terapie• Paziente con ricadute frequenti e/o rapide• Paziente privo di supporti familiari/sociali• Paziente con insight particolarmente deficitario• Paziente con rischio auto- o eteroaggressivo• Paziente con concomitante uso di sostanze (?)
Tipologia di paziente per cui non è consigliata una terapia long-acting
• Paziente affetto da gravi patologie internistiche (es. insufficienza renale, epatica, ecc) o neurologiche (es. epilessia)
• Paziente con disturbi cognitivi gravi• Paziente politrattato• Paziente che abbia mostrato effetti collaterali
gravi in corso di trattamento antipsicotico orale
Review sui trattamenti che possono migliorare la non aderenza in pazienti con schizofrenia
Tabella 2. Interventi psicosociali per migliorare l’aderenza alle terapie in pazienti con schizofrenia
Intervento Descrizione
Psicoeducazione familiare e individuale Consiste nello spiegare al paziente e alla sua famiglia la natura della malattia e i motivi per cui il paziente necessita di farmaci
Intervento territoriale Utilizza strategie come l’”assertive community treatment” o il case management intensivo
Intervista motivazionale Utilizza i desideri, le speranze e gli obiettivi del paziente per motivarlo ad assumere i farmaci
Terapia cognitivo comportamentale Aiuta i pazienti a cambiare il proprio modo di pensare e ad adottare nuovi comportamenti
Intervento in modalità mista Include una serie delle succitate strategie
• Indipendentemente dalle modalità di trattamento, la PE produceva un effetto medio nel post-trattamento per le ricadute e un minore effetto sulla comprensione dei sintomi.
•La PE da sola non aveva un effetto significativo sui sintomi, sul funzionamento e sulla aderenza al trattamento. Gli effetti sulle ricadute e sulla re-ospedalizzazione rimanevano significativi per 12 mesi dopo il trattamento, ma crollavano significativamente in follow-up di periodi maggiori.
• Gli interventi che coinvolgevano le famiglie erano più efficaci nel ridurre i sintomi e nel migliorare l’aderenza dopo la fine del trattamento e nel prevenire le ricadute nel follow-up a 7 e 12 mesi.
RISULTATI
Efficacia della Psicoeducazione (PE) sulle ricadute, sui sintomi, sulla comprensione, sull’aderenza e sul funzionamento nei
disturbi psicotici: una meta-analisi
Schizophrenia Research 96 (2007) 232 - 245
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
* Agli esperti è stato chiesto di indicare la frequenza effettiva con cui i diversi tipi di pazienti vengono abitualmente valutati nella pratica clinica
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Consensus sulla frequenza e la durata della valutazione dell’aderenza
Situazione clinica Frequenza raccomandataDurata raccomandata
Frequenza clinica effettiva*
Paziente ben conosciuto e ritenuto regolarmente aderente alla terapia
Cambiamento rilevante nei sintomi
Mensilmente
Ogni 3 mesi
5 minuti 7.4 ± 5.5 settimane
Paziente relativamente nuovo ma, alla valutazione iniziale,
ritenuto regolarmente aderente alla terapia
Cambiamento rilevante nei sintomi
Mensilmente 5-10 minuti 3.0 ± 2.1 settimane
Paziente noto la cui aderenza è problematica
Settimanalmente
Cambiamento rilevante nei sintomi
Eventualmente ogni giorno (es. PACT)
10-30 minuti 2.1 ± 1.2 settimane
Paziente che non risponde al trattamento
Settimanalmente
Ogni giorno
Cambiamento rilevante nei sintomi
10-30 minuti 1.3 ± 0.7 settimane
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
Linea guida 14: Le raccomandazioni per affrontare specifici problemi di aderenza
14A. Fattori correlati al paziente
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Problema Intervento psicosociale/programmatico Intervento farmacologico
Mancanza di insight Monitoraggio del trattamento/supporti esterni
Visite più lunghe/frequenti, se possibile
Terapia cognitivo comportamentale
Terapia familiare
Switch a un antipsicotico long-acting
Preoccupazioni inerenti allo stigma
Psicoeducazione del paziente
Terapia cognitivo comportamentale
Terapia familiare
Nessun cambiamento nel trattamento; intensificazione degli interventi psicosociali
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
Linea guida 14: Le raccomandazioni per affrontare specifici problemi di aderenza
14A. Fattori correlati al paziente
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Problema Intervento psicosociale/programmatico Intervento farmacologico
Abuso di sostanze Psicoeducazione del paziente
Appuntamenti ambulatoriali obbligatori
Monitoraggio del trattamento/supporti esterni
Trattamento integrato per doppia diagnosi
Switch a un antipsicotico long-acting
Nessun cambiamento nel trattamento; intensificazione degli interventi psicosociali
Sintomi persistenti Monitoraggio dei sintomi e degli effetti collaterali
Monitoraggio del trattamento/supporti esterni
Visite più frequenti e/o più lunghe, se possibile
Terapia cognitivo comportamentale
Aumento nel dosaggio dell’antipsicotico assunto
Switch a un antipsicotico long-acting o a un altro antipsicotico orale
Velligan D. et al, J. Clin. Psychiatry 2009, 70 (suppl 4)
Linea guida 14: Le raccomandazioni per affrontare specifici problemi di aderenza
14B. Fattori relazionali
La Expert Consensus Guideline Series: problemi di aderenza in pazienti con disturbo mentale grave e persistente
Problema Intervento psicosociale/programmatico Intervento farmacologico
Scarsa alleanza terapeutica
Visite più frequenti e/o più lunghe, se possibile
Psicoeducazione del paziente
Compliance therapy
Monitoraggio del trattamento/supporti esterni
Nessun cambiamento nel trattamento; intensificazione degli interventi psicosociali
Mancanza di supporto familiare e sociale
Terapia familiare
Assistenza sociale su problemi pratici e logistici
Monitoraggio del trattamento/supporti esterni
Nessun cambiamento nel trattamento; intensificazione degli interventi psicosociali
Switch a un antipsicotico long-acting
Semplificazione del regime terapeutico