asl roma 6 apre il nuovo ospedale dei castelli, standard

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Scenari Lunedì 17 dicembre 2018 40 Guida Sanità Lazio L ’idea è nata alla fine degli anni Novanta, l’edifica- zione è iniziata nel 2013 con ordigni bellici da bonificare: il nuovo Ospedale dei Ca- stelli, ubicato ad Ariccia, che servirà un bacino di 300 mila cittadini, è il frutto finalmente maturo e realizzato, dopo tanti ostacoli, di un progetto con- creto e illuminato, nel segno della qualità, dell’innovazio- ne, della tenacia, della costru- zione di un percorso di cura sempre più attento ai bisogni delle utenze e che si muove nella modernità. La struttura che dall’apertura, nel mese di dicembre 2018, attende i pa- zienti e i loro famigliari, è di- versa, anche dal punto di vista della dimensione, rispetto agli ospedali di Albano e Genzano, che nel frattempo sono stati disattivati: si sta parlando di 342 posti letto, di attrezzature all’avanguardia, di personale debitamente formato per af- frontare questa nuova sfida. Numeri tenuti sotto controllo, in una Regione che passate vicende hanno messo in po- sizione di “osservata speciale”. Scopriamo allora, con il sup- porto di Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6, come si è giunti all’a- pertura di una struttura così importante per tutto il suo territorio di riferimento. Die- ci anni di commissariamento della sanità regionale: si può partire da qui per compren- dere quanto il lavoro sia stato complicato. Eppure, proprio in una fase critica, con com- pressione delle assunzioni, progressivi pensionamenti senza turnover, è stato possibi- le costruire qualcosa di signi- ficativo e importante. “Tutto questo si è potuto realizzare in quanto i professionisti e i diri- genti, ma anche i manager che mi hanno preceduto, e soprat- tutto la classe dirigente poli- tica, espressa principalmente dai sindaci del territorio, ci hanno creduto e si sono impe- gnati”, racconta Mostarda. L’avvio della nuova struttura è un sogno che si realizza, dal grande valore simbolico, come spiega il direttore generale: “Aprire questo ospedale signi- fica mettere in campo tutto quello che possiamo, sulle cu- re, sulla appropriatezza, sulla competenza, sul rigore, sui dati e sulle informazioni che ci danno l’epidemiologia, la co- munità scientifica, l’università, i tanti medici di base, i tanti pediatri di libera scelta, i tanti professionisti che continuano a lavorare su questo territorio, per poter garantire percorsi e piani di intervento innovativi e virtuosi”. Il risultato non è che il punto di partenza, perché le aspetta- tive sono tantissime, così come le richieste provenienti dai cit- tadini. Tra l’altro, per come è oggi progettata la sanità italia- na, l’Ospedale dei Castelli non dovrà fare riferimento unica- mente a se stesso, ma diventa- re il cuore di un network allar- gato di competenze. “Quello che è accaduto qui, negli ulti- mi mesi, è davvero interessan- te: un’azienda pubblica dalle dimensioni significative sta rimodulando la propria rete sanitaria territoriale e si sta muovendo per trovare tutte le risorse al proprio interno, coinvolgendo anche grandi professionisti di agenzie della salute che lavorano nel territo- rio regionale”. Il nuovo ospedale saprà ri- spondere in modo adeguato e “sensibile” anche ai nuovi bisogni dei cittadini, facendo leva su tecnologia e soprat- tutto accuratezza e sistemi di controllo: da una parte, dun- que, attenzione agli standard di qualità - molto alti, come precisato dalle piattaforme regionali che monitorano la valutazione degli esiti di cura di tutti gli ospedali e di tutti i servizi territoriali della Regio- ne - dall’altra la presa in carico di nuovi temi, si pensi alle pa- tologie croniche generate dal progressivo allungamento del- la vita e in generale alle nuove istanze promosse dalla società in cambiamento. La “costruzione di mattoni” dell’Ospedale dei Castelli è andata di pari passo con la formazione degli operatori, iniziata nel novembre 2017. Obiettivo, far appassionare ul- teriormente alla loro missione tutti i professionisti della salu- te del territorio. Diversi i cicli formativi, indirizzati a una task force di 100 professioni- sti selezionati. “Gli operatori e l’Università di Tor Vergata. La sfida, completa il direttore generale, è quella di conse- gnare ai cittadini non solo una nuova, più accogliente ed efficiente struttura, ma di pro- porre un approccio inedito: “Che consiste nella capacità di dare nuove risposte a mu- tati bisogni della persona, di accoglienza, di empatia, di ri- gore nella cura. In una parola, di qualità; abbiamo costruito un nuovo percorso di vita da condividere tutti insieme, con i cittadini e gli operatori. Inol- tre, sempre nell’ottica delle rete allargata, desideriamo che la struttura funzioni come pun- to di riferimento anche per la formazione dei nuovi pro- fessionisti. Un luogo per una formazione aggiuntiva, per il perfezionamento di nuove leve, per gli infermieri, per gli operatori sanitari, per i medi- ci”. L’Ospedale dei Castelli, fio- re all’occhiello dell’Asl Roma 6, si candida per essere l’ospedale più grande e tecnologicamen- te dotato. E ha già messo in rete tutti gli altri ospedali, fra cui quelli di Velletri, Frascati e Anzio. Tecnologia e personale h24 Dotazione di macchinari di ultima generazione, 91 nuove assunzioni, monitoraggio a distanza e una centrale operativa I l nuovo Ospedale dei Castelli, 60 mi- la metri quadri di superficie coperta, è dotato di macchine a elevata perfor- mance tecnologica, due risonanze ma- gnetiche, due Tac, due Angiotac, tre mammografi digitali e varie altre appa- recchiature per la diagnostica. Degli ospedali di Genzano e Albano ven- gono “riusate” le apparecchiature a me- dia e bassa tecnologia, così come parte degli arredi, selezionati e censiti perché ancora in ottimo stato. Tutti gli operatori di Albano e Genzano, circa 600, vengono trasferiti; sono anche in fase di assunzione 68 nuovi profes- sionisti, fra infermieri e operatori socio- sanitari, altri sei nuovi primari oltre ai quattro già assunti, e 23 nuovi medici. Subito nella prima fase di apertura è pre- vista l’attivazione di 137 posti letto dei 342 complessivi. Grazie alla telemedicina, presso l’Ospe- dale dei Castelli è possibile monitorare un paziente via wi-fi, anche a casa dopo le sue dimissioni. Questo sistema, precisa Mostarda: “Rap- presenta un importante passo avanti per la continuità assistenziale del paziente. La Asl Roma 6 ha predisposto l’attivazio- ne di una centrale operativa h24, la re- dazione di un protocollo specifico e corsi di formazione per il personale medico e infermieristico”. ASL ROMA 6 / Aprirà a dicembre, il nuovo ospedale ha una capienza di 342 posti letto e serve un bacino di circa 300 mila cittadini. Formati 100 operatori Apre il nuovo Ospedale dei Castelli, standard al top Dopo 10 anni di commissariamento nasce la struttura più avanzata del territorio, al centro di una rete con Velletri, Frascati e Anzio L a storia non si ripete, ma certamente lascia “segni” che ogni tanto incrociano il percorso della modernità: quando si è trattato di iniziare i lavori per la costruzione dell’Ospedale dei Castelli - ovvero la zona costeggiata da via Nettunense, Fontana di Papa, nel territorio del Comune di Ariccia - ci si è subito accorti che l’area coincideva con un teatro di guerra della Seconda Guerra Mondiale. Lo sbarco degli alleati ad Anzio, in particolare, resosi necessario per debellare lo stanziamento delle truppe nazifasciste. I lavori hanno portato alla luce circa 1.000 ordigni bellici, che so- no stati bonificati e rimossi, per la totale messa in sicurezza della zona. Questo ha generato alcuni ritardi, ma adesso, precisa Narciso Mostarda: “Il nuovo Ospedale dei Castelli romani è pronto per entrare in funzione a tutti gli effetti e per rappresentare un baluardo per la salute, e quindi per la sicurezza, di tutti i cittadini del territorio”. Da zona di guerra a baluardo per la salute hanno profuso molto impe- gno, insieme alla direzione aziendale e allo staff, e hanno dato vita a un team di lavoro, ulteriormente specifico, che ha progettato e monitorato tutte le attività che si sono re- se necessarie per l’apertura”. L’Ospedale si è anche avvalso della collaborazione di part- ner accademici quali la Bu- siness School dell’Università Luiss Guido Carli, l’Università Campus Bio-Medico di Roma Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6 Il mammografo digitale con tomosintesi e stereotassi e la sala operatoria del reparto Ginecologia e Ostetricia Sopra il Cup (Centro unico prenotazioni) dell’ospedale L’ingresso della struttura ospedaliera Il giallo e il rosso accompagnano gli esterni del nuovo Ospedale dei Castelli

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ScenariLunedì 17 dicembre 201840 Guida Sanità Lazio

L’idea è nata alla fine degli anni Novanta, l’edifica-

zione è iniziata nel 2013 con ordigni bellici da bonificare: il nuovo Ospedale dei Ca-stelli, ubicato ad Ariccia, che servirà un bacino di 300 mila cittadini, è il frutto finalmente maturo e realizzato, dopo tanti ostacoli, di un progetto con-creto e illuminato, nel segno della qualità, dell’innovazio-ne, della tenacia, della costru-zione di un percorso di cura sempre più attento ai bisogni delle utenze e che si muove nella modernità. La struttura che dall’apertura, nel mese di dicembre 2018, attende i pa-zienti e i loro famigliari, è di-versa, anche dal punto di vista della dimensione, rispetto agli ospedali di Albano e Genzano, che nel frattempo sono stati disattivati: si sta parlando di 342 posti letto, di attrezzature all’avanguardia, di personale debitamente formato per af-frontare questa nuova sfida. Numeri tenuti sotto controllo, in una Regione che passate vicende hanno messo in po-sizione di “osservata speciale”. Scopriamo allora, con il sup-porto di Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6, come si è giunti all’a-pertura di una struttura così importante per tutto il suo territorio di riferimento. Die-ci anni di commissariamento della sanità regionale: si può partire da qui per compren-dere quanto il lavoro sia stato complicato. Eppure, proprio in una fase critica, con com-pressione delle assunzioni, progressivi pensionamenti senza turnover, è stato possibi-le costruire qualcosa di signi-ficativo e importante. “Tutto questo si è potuto realizzare in quanto i professionisti e i diri-genti, ma anche i manager che mi hanno preceduto, e soprat-tutto la classe dirigente poli-tica, espressa principalmente dai sindaci del territorio, ci hanno creduto e si sono impe-gnati”, racconta Mostarda. L’avvio della nuova struttura è un sogno che si realizza, dal grande valore simbolico, come spiega il direttore generale: “Aprire questo ospedale signi-fica mettere in campo tutto quello che possiamo, sulle cu-re, sulla appropriatezza, sulla competenza, sul rigore, sui dati e sulle informazioni che ci danno l’epidemiologia, la co-munità scientifica, l’università, i tanti medici di base, i tanti pediatri di libera scelta, i tanti professionisti che continuano a lavorare su questo territorio, per poter garantire percorsi e piani di intervento innovativi e virtuosi”. Il risultato non è che il punto di partenza, perché le aspetta-tive sono tantissime, così come le richieste provenienti dai cit-

tadini. Tra l’altro, per come è oggi progettata la sanità italia-na, l’Ospedale dei Castelli non dovrà fare riferimento unica-mente a se stesso, ma diventa-re il cuore di un network allar-gato di competenze. “Quello che è accaduto qui, negli ulti-mi mesi, è davvero interessan-te: un’azienda pubblica dalle dimensioni significative sta rimodulando la propria rete sanitaria territoriale e si sta muovendo per trovare tutte le risorse al proprio interno, coinvolgendo anche grandi professionisti di agenzie della salute che lavorano nel territo-rio regionale”.Il nuovo ospedale saprà ri-spondere in modo adeguato e “sensibile” anche ai nuovi bisogni dei cittadini, facendo leva su tecnologia e soprat-tutto accuratezza e sistemi di controllo: da una parte, dun-que, attenzione agli standard di qualità - molto alti, come precisato dalle piattaforme regionali che monitorano la valutazione degli esiti di cura di tutti gli ospedali e di tutti i servizi territoriali della Regio-ne - dall’altra la presa in carico di nuovi temi, si pensi alle pa-tologie croniche generate dal progressivo allungamento del-la vita e in generale alle nuove istanze promosse dalla società in cambiamento. La “costruzione di mattoni” dell’Ospedale dei Castelli è andata di pari passo con la formazione degli operatori, iniziata nel novembre 2017. Obiettivo, far appassionare ul-teriormente alla loro missione tutti i professionisti della salu-te del territorio. Diversi i cicli formativi, indirizzati a una task force di 100 professioni-sti selezionati. “Gli operatori

e l’Università di Tor Vergata. La sfida, completa il direttore generale, è quella di conse-gnare ai cittadini non solo una nuova, più accogliente ed efficiente struttura, ma di pro-porre un approccio inedito: “Che consiste nella capacità di dare nuove risposte a mu-tati bisogni della persona, di accoglienza, di empatia, di ri-gore nella cura. In una parola, di qualità; abbiamo costruito un nuovo percorso di vita da condividere tutti insieme, con i cittadini e gli operatori. Inol-tre, sempre nell’ottica delle rete

allargata, desideriamo che la struttura funzioni come pun-to di riferimento anche per la formazione dei nuovi pro-fessionisti. Un luogo per una formazione aggiuntiva, per il perfezionamento di nuove leve, per gli infermieri, per gli operatori sanitari, per i medi-ci”. L’Ospedale dei Castelli, fio-re all’occhiello dell’Asl Roma 6, si candida per essere l’ospedale più grande e tecnologicamen-te dotato. E ha già messo in rete tutti gli altri ospedali, fra cui quelli di Velletri, Frascati e Anzio.

Tecnologia e personale h24Dotazione di macchinari di ultima generazione, 91 nuove assunzioni, monitoraggio a distanza e una centrale operativa

Il nuovo Ospedale dei Castelli, 60 mi-la metri quadri di superficie coperta,

è dotato di macchine a elevata perfor-mance tecnologica, due risonanze ma-gnetiche, due Tac, due Angiotac, tre mammografi digitali e varie altre appa-recchiature per la diagnostica. Degli ospedali di Genzano e Albano ven-gono “riusate” le apparecchiature a me-

dia e bassa tecnologia, così come parte degli arredi, selezionati e censiti perché ancora in ottimo stato. Tutti gli operatori di Albano e Genzano, circa 600, vengono trasferiti; sono anche in fase di assunzione 68 nuovi profes-sionisti, fra infermieri e operatori socio-sanitari, altri sei nuovi primari oltre ai quattro già assunti, e 23 nuovi medici.

Subito nella prima fase di apertura è pre-vista l’attivazione di 137 posti letto dei 342 complessivi. Grazie alla telemedicina, presso l’Ospe-dale dei Castelli è possibile monitorare un paziente via wi-fi, anche a casa dopo le sue dimissioni. Questo sistema, precisa Mostarda: “Rap-presenta un importante passo avanti per la continuità assistenziale del paziente. La Asl Roma 6 ha predisposto l’attivazio-ne di una centrale operativa h24, la re-dazione di un protocollo specifico e corsi di formazione per il personale medico e infermieristico”.

ASL ROMA 6 / Aprirà a dicembre, il nuovo ospedale ha una capienza di 342 posti letto e serve un bacino di circa 300 mila cittadini. Formati 100 operatori

Apre il nuovo Ospedale dei Castelli, standard al topDopo 10 anni di commissariamento nasce la struttura più avanzata del territorio, al centro di una rete con Velletri, Frascati e Anzio

La storia non si ripete, ma certamente lascia “segni” che ogni tanto incrociano il percorso della modernità:

quando si è trattato di iniziare i lavori per la costruzione dell’Ospedale dei Castelli - ovvero la zona costeggiata da via Nettunense, Fontana di Papa, nel territorio del Comune di Ariccia - ci si è subito accorti che l’area coincideva con un teatro di guerra della Seconda Guerra Mondiale. Lo sbarco degli alleati ad Anzio, in particolare, resosi necessario per debellare lo stanziamento delle truppe nazifasciste. I lavori hanno portato alla luce circa 1.000 ordigni bellici, che so-no stati bonificati e rimossi, per la totale messa in sicurezza della zona. Questo ha generato alcuni ritardi, ma adesso, precisa Narciso Mostarda: “Il nuovo Ospedale dei Castelli romani è pronto per entrare in funzione a tutti gli effetti e per rappresentare un baluardo per la salute, e quindi per la sicurezza, di tutti i cittadini del territorio”.

Da zona di guerra a baluardo per la salute

hanno profuso molto impe-gno, insieme alla direzione aziendale e allo staff, e hanno dato vita a un team di lavoro, ulteriormente specifico, che ha progettato e monitorato tutte le attività che si sono re-

se necessarie per l’apertura”. L’Ospedale si è anche avvalso della collaborazione di part-ner accademici quali la Bu-siness School dell’Università Luiss Guido Carli, l’Università Campus Bio-Medico di Roma

Narciso Mostarda, direttore generale della Asl Roma 6

Il mammografo digitale con tomosintesi e stereotassi e la sala operatoria del reparto Ginecologia e OstetriciaSopra il Cup (Centro unico prenotazioni) dell’ospedale

L’ingresso della struttura ospedalieraIl giallo e il rosso accompagnano gli esterni del nuovo Ospedale dei Castelli