autunno caldo nuove - cobas scuola palermo · contro i tagli, la legge aprea, ... ti noi lavoratori...
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Contro i tagli, la legge Aprea, la politica scolastica diTremonti-Gelmini, per l'assunzione di tutti i precari iCobas promuovono le seguenti iniziative fin dall’avvio delnuovo anno scolastico.
15 settembre - In occasione della ripresa delle lezioni nel-la gran parte delle regioni, si propone a tutto il "popolodella scuola pubblica" di dare vita ad una iniziativa di pro-testa nelle scuole, indossando un capo di abbigliamentotagliuzzato accompagnato da un adesivo “No ai tagli.Difendiamo la scuola pubblica”. Contemporaneamente,verranno fatte diffide ai presidi in merito al sovraffolla-mento delle classi, in base alle norme di sicurezza sullacapienza aule e sui rischi conseguenti. In ogni caso van-no richieste, in caso di ordini di servizio scritti o "imposi-zioni" orali, precise e argomentate deroghe scritte da par-te dei presidi, laddove si cerchi di imporre a docenti edAta di ignorare e violare le norme di sicurezza.
15 settembre - 22 settembre - Manifestazioni provincialidavanti agli Usp o Usr. Le singole province valuteranno seaccompagnare questa protesta con un’ora di sciopero a fi-ne giornata.
25 settembre – 20 ottobre - Promozione di convegni Cespsulla legge Aprea nel maggior numero possibile di province.
15 settembre - 15 ottobre - Organizzazione di riunioni eassemblee per valutare la possibilità di costituire nel mag-gior numero possibile di città Patti in difesa della scuolatra varie componenti sociali, docenti, Ata, studenti medi euniversitari e loro strutture, ricercatori, genitori, basatisul riconoscimento reciproco, sulla co-presenza di ogniforza e sigla, sul rifiuto di inventare fantomatici nuovi sog-getti “politico-scolastici”, che impongano artificiali "reduc-tio ad unum" di varietà e pluralismo organizzato. I Pattivogliono essere innanzitutto una forma di consultazionepermanente tra le forze davvero interessate, coerente-mente (non a seconda di quale governo gestisce la scuo-la), alla difesa della scuola pubblica, per valutare insiemele varie proposte di iniziativa, le possibilità di gestirle in-sieme, garantendo ad ognuno la propria specificità; op-pure, ad "amministrare" eventuali differenze di posizionee diverse iniziative, senza che diventino contrastanti oconflittuali.
10 ottobre – 20 ottobre - Promozione di iniziative nazio-nali e locali in difesa dei diritti sindacali, della libertà di as-semblea e di propaganda nelle scuole e nei luoghi di la-voro, possibilmente con le altre forze del Patto di Base e,per quel che ci riguarda, riprendendo le proposte giàavanzate lo scorso anno di iniziative davanti al Ministero.
23 ottobre - Sciopero generale
Dati OcseIl Miur strumentalizza le ricer-che internazionali, pag. 2 e 3
DdL ApreaÈ cambiato ... in peggio, pag. 4
PrecariatoPartire in quar ta, pag. 5
BigotterieAlt ai crediti di religione, pag. 6
RazzismoIl decreto “sicurezza” e i suoieffetti nelle scuole, pag. 8
Classi di concorsoGrande approssimazione, pag. 9
Immissioni in ruoloInsultante risposta ai bisognidella scuola e dei lavoratoriprecari, pag. 9
Elezioni RsuLa modifica dei comparti delpubblico impiego mette indubbio il rinnovo, pag. 9
Dopo terremotoGli affari loro, pag. 10
Scuola in tendopoliUsr e OOSS decidono all’in-saputa dei lavoratori, pag. 11
UniversitàInsegnare senza paga, pag. 11
Guida normativaNelle pagine centrali il nostroconsueto inserto di inizioanno scolastico: compiti degliOrgani collegiali e della con-trattazione d’istituto, incarichi eFis, modelli di contratti e riferi-menti normativi, supplenze, si-curezza e capienza locali
P O S T E I TA L I A N E S . P. A .Spediz ioni in A.P.
DL 353/2003 (conv. in L. 46/2004)art. 1 comma 2 DCB Roma
In caso di mancato recapitoritornare all’Uff. di Roma Romaninaper restituire al mittente previo addebito
44settembre - ottobre 2009Nuova ser ie - euro 1 ,50OOBBAASS
giornale dei comitati di base della scuola
AAuuttuunnnnoo ccaallddooVVeerrssoo lloo sscciiooppeerroo ggeenneerraalleeddeell 2233 oottttoobbrree
BBuuoonneennuuoovveeMMaallaattttiiaaIl DL 78/2009 (cosiddetto“salva crisi”) contiene parzialiretromarce di Brunetta relati-ve al trattamento di malattiaper i dipendenti pubblici:- sono ripristinate le prece-denti fasce di reperibilità incaso di malattia: dalle 10 alle12 e dalle 17 alle 19, comeprevisto dal Ccnl scuola vi-gente. Scompaiono così gli ar-resti domiciliari dalle 8 alle 13e dalle 14 alle 20;- si rende chiaro che le speseper le visite fiscali ai dipen-denti pubblici devono esseresostenute dal Servizio Sanita-rio Nazionale e non dallescuole. All’uopo si stanzianoper le Asl circa 9 milioni di eu-ro, che ovviamente risultanoinsufficienti per coprire i costidella manovra;- si chiarisce che la certifica-zione della malattia può esse-re fatta da qualsiasi medicoconvenzionato col ServizioSanitario Nazionale.
AApprreeaaiinnccaagglliiaattaaA più di un anno dall’iniziodella discussione sul DdLAprea, qualcosa si è inceppa-to. Le mobilitazioni di que-st'anno hanno portato l’oppo-sizione a qualche segno di in-disponibilità e la Lega si èmessa di traverso con la suaultima invenzione: l'esame didialetto per gli insegnanti.Di fronte all’impossibilità diaccordare le varie posizioni,l’on. Aprea ha chiuso i lavoridella commissione, rimandan-doli a data da destinarsi, valea dire a quando la maggioran-za sarà più coesa.Dunque, il DdL Aprea sembraessersi incagliato. Starà a tut-ti noi lavoratori della scuola,alla ripresa autunnale, nonmollare la presa e continuarele mobilitazioni per affondarlodefinitivamente.
di Carmelo Lucchesi
La caterva di provvedimentigovernativi sulla scuola, con-seguenti alle Leggi 133 e 169del 2008, e la pratica del Miurdi considerarli in vigore non-ostante siano ancora in una fa-se aurorale sono stati le stim-mate dell’anno scolastico tra-scorso. Per orientarsi nel gar-buglio tentiamo una sintesidella situazione dei nove rego-lamenti finora approvati dalConsiglio dei ministri, per i cuicontenuti rimandiamo ai nu-meri scorsi del nostro giornale.Quattro hanno completato l’i-ter procedurale con la pubbli-cazione in Gazzetta Ufficiale:quello riguardante la riorga-nizzazione della rete scolasti-ca (Dpr 81/2009), quello rela-tivo alla revisione dell'assettoordinamentale, organizzativoe didattico della scuola dell'in-fanzia e del primo ciclo diistruzione (Dpr 89/2009),quello che determina l’organi-co del personale Ata taglian-done il 17% (Dpr 119/2009) equello sulla valutazione deglialunni (Dpr 122/2009).Mentre altri cinque regola-menti (riordino istruzione tec-nica, riordino istruzione pro-fessionale, riordino licei, revi-sione delle classi di concorsoed riordino istruzione degliadulti) sono stati approvatisolo in prima lettura dalConsiglio dei ministri.
Non ha fatto alcun passaggioin Consiglio dei ministri il re-golamento sulla formazionedei docenti, anche se ne è cir-colata una bozza informale.Nel clima di sovversivismoistituzionale di cui abbiamoscritto nello scorso numero, ilgoverno cerca di mettere unapezza al limite temporale diun anno (previsto dalla L. n.133/08) per approvare defini-tivamente i regolamenti appli-cativi, al fine di evitare i nu-merosi ricorsi al Tar. Si trattadi un semplice comma, il n.25, inserito nell’art. 17 del de-creto legge n. 78 del 1/7/09(il cosiddetto decreto “anticri-si”), che recita: “Il termine dicui all’articolo 64, comma 4,del decreto legislativo 25 giu-gno 2008, n. 112, convertito,con modificazioni, dalla legge6 agosto 2008, n. 133, si in-tende comunque rispettatocon l’approvazione prelimina-re del Consiglio dei Ministridegli schemi di regolamenti dicui al medesimo articolo”. Insostanza, secondo l’esecutivola prima approvazione inConsiglio dei Ministri (non laformale pubblicazione inGazzetta Ufficiale) basta perrispettare la scadenza tempo-rale prevista dalla legge.Siamo di fronte al solito agiredisinvolto del governo, che fastrame di regole e norme,cercando in tutti i modi di ca-varci il proprio tornaconto.
SSeennzzaa rreeggoollee
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di Girolamo De Michele*
Il fatto: martedì 17 giugnosono stati presentati i risulta-ti di due ricerche, Talis 2008 eEconomics Survey of Italy.Con un curioso intermezzo: aipresenti è stata prima distri-buita, e poi ritirata una cartel-letta contenente le sintesi edegli abbozzi di traduzionedelle ricerche. Un comunicatodel Ministero, e un articolo sulCorriere della Sera con ampivirgolettati (un pelino più dis-taccato quello su La Stampa),ci informano che con questericerche l'Ocse ha bocciato lascuola italiana, valutando po-sitivamente l'operato delMinistro. Altri giornali, su car-ta e on line, grandi piccoli,piccolissimi riprendono - addi-rittura con taglia-e-incollaspudorati - la notizia.Che però è falsa.In sintesi: il Ministro spacciaper nuovi dati che sono vec-chi, confonde il primo rappor-to col secondo, e il secondocon uno ancora da stilare. Efornisce dati non veritieri. Cheperò i giornalisti italiani, inbarba alla deontologia profes-sionale e al controllo rigorosadelle fonti, prendono per veri:se lo dice il Ministro ...Bene: la verifica l'abbiamofatta noi. Quello che segue èl'esito della nostra verifica deipoteri. Di cosa si tratta? Di due di-stinte ricerche. E di una terzache ancora non esiste.L'Ocse, intanto: un organismodi ricerca e sviluppo. Che non
è un istituto di ricerca e anali-si didattica o pedagogica. Sel'Ocse deve scegliere tra dueparametri, quello cognitivo equello economico, non hadubbi: all'Ocse non interessala maggiore istruzione possi-bile, ma la più fruttuosa (sustandard economici) al minorcosto. E i dati Ocse sono spes-so coerenti con precisi orien-tamenti politici, grazie a unsapiente uso dei parametri.Ad esempio, l'Ocse, in base aipropri parametri, valuta ne-gativamente il sistema previ-denziale italiano, il cui saldo èinvece positivo, cioè in attivo.Teniamolo presente.L'Ocse produce un certo nu-mero di rapporti, analizzandodati rilevati in proprio su unnumero piuttosto alto di pae-si. Non solo dell'UnioneEuropea: l'insieme dei paesidell'area Ocse è, su certi te-mi, piuttosto disomogeneo,mettendo insieme buona par-te dell'Europa, Brasile, StatiUniti, alcuni paesi asiatici. Ilrisultato è che i dati Ocse noncoincidono con i datidell'Unione Europea. Teniamopresente anche questo.Sul sistema dell'istruzione,l'Ocse ha un proprio rapporto,Education at Glance (EaG).Ma EaG 2009 non è ancorastato elaborato.Cosa è stato presentato il 17giugno? Un rapporto econo-mico che contiene un capitolosull'educazione, basato suvecchie cifre, e un nuovo rap-porto, Talis 2008.Cos'è Talis 2008? Un rapporto
che indaga i metodi, le aspet-tative, le percezioni di sé de-gli insegnanti: non del siste-ma scolastico, degli insegnan-ti. In modo più esplicito:“Talis non misura l'efficaciadegli insegnanti o delle diver-se pratiche d'insegnamento.L'inchiesta mette invece in ri-lievo le differenze tra i profilidelle pratiche d'insegnamen-to, le attitudini e le convinzio-ne nei diversi paesi parteci-panti” [“Talis will not measurethe effectiveness of teachersor of different teaching practi-ces. Rather, it will contrastprofiles of teaching practices,attitudes and beliefs amongthe participating countries”,Summary, pag. 3]. Talis 2008non fornisce i dati che ilMinistro presenta come nuo-vi, e che dovrebbero suppor-tare le affermazioni dell'Ocsenel cap. 4 di EconomicsSurvey of Italy. Questi nuovidati potrebbero essere conte-nuti nel prossimo EaG 2009,ma al momento non esistono:il Ministro lo lascia credere (ei giornalisti italiani ci credono)con un accorto giro di cartesul tavolino.E così due rapporti (reali) +uno (virtuale) diventano "IlRapporto Ocse".Tre rapporti, tre carte: ven-ghino, signori, venghino,guardino le tre carte, dov'è ilrapporto sulla scuola, sotto launo, sotto la due, sotto la tre?Chiarito questo, vediamo,punto per punto, cosa sostieneil Ministro muovendo le cartecon consumato mestiere.
1. Il “Rapporto Ocse” at-testa le cattive perfor-mance della scuola italia-na: “per esempio, gli stu-denti italiani di 15 annisono indietro di 2/3 dianno scolastico nellescienze rispetto alla me-dia europea”Cattive performance dellascuola italiana? Parliamone.In primo luogo, teniamo pre-sente che le pagelle Ocse “so-no notificate con accertamen-ti tramite test (quiz): come leolimpiadi della memoria diConti e Scotti nei loro giochiserali” (Franco Frabboni,Sognando una scuola norma-le, Palermo, Sellerio, 2009,pag. 114).Ciò premesso, entriamo nelmerito. L'Ocse non tiene con-to delle numerose indagini in-ternazionali sull'apprendi-mento, ma utilizza un propriosistema di valutazione, il Pisa.La cui attenzione “non si foca-lizza tanto sulla padronanzadi determinati contenuti curri-colari, ma piuttosto sulla mi-sura in cui gli studenti sono ingrado di utilizzare competen-ze acquisite durante gli annidi scuola per affrontare e ri-solvere problemi e compitiche si incontrano nella vitaquotidiana e per continuaread apprendere” [da Cos'è ilPisa?]: il Pisa valuta non tan-to il sistema scolastico, quan-to l'humus culturale e socialedella società in cui si vive. Sinoti che i dati Pisa riguardanogli studenti quindicenni, indi-pendentemente dall'ordine di
studi seguito; ma in moltipaesi Ocse a 15 anni si è a 2anni dalla fine del ciclo di stu-di, non a 3, come in Italia: l'e-sempio citato dal Ministro sul-le scienze è particolarmenteinfelice. E si noti che il pun-teggio negativo ottenutodall'Italia è un dato statistico:se esaminiamo le singole re-gioni, notiamo che la maggio-ranza delle regioni italiane so-no al di sopra degli indici Ocse(sulle competenze scientifi-che, ad esempio, 7 su 12). Aconferma che i risultati nega-tivi dipendono non dal siste-ma scolastico in sé, ma dai di-versi contesti ambientali, co-me lo stesso rapportoEconomics Survey of Italy ri-conosce in apertura del cap.4: “large differences in pupils'performance between re-gions, which may reflect so-cio-economic conditions ra-ther than regional differencesin school efficiency”.Ma soprattutto, l'Ocse e ilMinistro non tengono conto diben altre rilevazioni sugli ap-prendimenti, che danno risul-tati buoni, e talvolta lusin-ghieri: come il Pirls 2006(Progress in InternationalReading Literacy Study), checolloca la scuola elementarein posizione di eccellenza nelmondo; come il Timss 2008(Trends in InternationalMathematics and ScienceStudy), che sulle specifichecompetenze scientifiche ematematiche conferma i risul-tati del Pirls nella scuola pri-maria. Ad esempio, nellecompetenze scientifiche glistudenti italiani sono secondi,in Europa, alla sola Ungheria.Ocse e Ministro utilizzano unsingolo dato, lo decontestua-lizzano e lo generalizzano sututta la scuola, senza distin-zione di ordine di studi e real-tà locale. E la stampa italianaripete in coro: l'Ocse boccia lascuola italiana.
2. Il "Rapporto Ocse" “cidà ragione”Così dice il Ministro. Che inquesto modo fa passare perun'idea dell'Ocse la propriaanticostituzionale idea di sot-trarre fondi alla scuola pubbli-ca per finanziare la scuola pri-vata. Ignorando forse chel'Ocse stesso definisce la peg-giore d'Europa e una dellepeggiori del mondo, con buo-na pace del Ministro. Che èstato messo lì per eseguire ilprogramma di tagli ideatodall'Ocse e vidimato dalMinistro Tremonti.Immaginate un allenatore dicalcio, poniamo del Milan,messo lì al posto del prece-dente per mandare in campola formazione scritta dalPresidente; il quale ha prov-veduto a vendere un giocato-re, poniamo Kakà, la cui pre-senza toglieva spazio al di luipupillo Ronaldinho. Immagi-nate questo Presidente di-chiarare ad agosto, senza al-cun riscontro concreto, che “ilMilan con Ronaldinho in cam-po è senz'altro più forte ri-spetto al passato”. E adessoimmaginate l'allenatore di-chiarare: sono felice, perché ilPresidente mi dà ragione. Eimmaginate una stampa ser-
BBaallllee mmiinniisstteerriiaalliiIIll MMiiuurr ssttrraavvoollggee ii ddaattii aa pprroopprriioo uussoo ee ccoonnssuummoo
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vile riportare questa afferma-zione con titoli a tutta pagina.Credete sia possibile? Se pen-sate di sì, siete in Italia.
3. Il "Rapporto Ocse"“parte dalla constatazio-ne che l'assenza di chiareinformazioni sulla valuta-zione degli studenti e del-l'intero sistema, dai do-centi all'amministrazionecentrale, è stata la causaprincipale delle cattiveperformance”Peccato che questo virgolet-tato non corrisponda all'aper-tura del cap. 4 di EconomicsSurvey of Italy. Il rapportosostiene infatti una cosa di-versa: che i dati potrebberoessere incoerenti rispetto allamaggior parte delle nazionidell'area Ocse a causa di unadifferente o non uniforme rile-vazione [“Either the nationalexaminations assess very dif-ferent aspects of achievementfrom PISA, or the national as-sessment system is not ap-plied uniformly”]. Dopo di cheil rapporto Ocse sostiene cheun sistema di rilevazione ob-bligatorio, e non facoltativo,agganciato a meccanismi pre-miali o punitivi potrebbe ave-re effetti positivi sul sistemadell'istruzione italiano, men-tre attualmente “there are noconsequences for either tea-chers or schools attached tothe degree of success in mee-ting the objectives”. In puntadi logica, è persino banale no-tare che non si può dedurreda un'ipotesi ("è probabileche un sistema di incentivi epunizioni... ") un fatto, né unantecedente da una conse-guenza.Ma non è il caso di fare acca-demia: i fatti hanno il vizio diavere la testa dura. Il sistemadi valutazione è facoltativoanche in quei livelli e ordiniscolastici che eccellono percompetenze non solo inEuropa, ma nel mondo: cosache non potrebbe darsi, se ilfalso sillogismo ministerialefosse fondato.
4. Il “Rapporto Ocse” di-mostra che “il costo piùelevato dell'istruzione ita-liana è ampiamente dovu-to al rapporto insegnanteper studente, che è del50% più alto (9,6 inse-gnanti ogni 100 studenti inItalia, rispetto a 6,5 inse-gnanti nell'area Ocse)”Domanda: perché il costo del-l'istruzione dev'essere misu-rato sul rapporto insegnanti-studenti, e non su quanto sispende effettivamente?Risposta: perché in questomodo apparirebbe chiaro chel'Italia è uno dei paesi chemeno spende per l'istruzione.Ma prima, vediamo comestanno le cose sulla presuntaeccedenza di insegnanti nellascuola italiana.Intanto: 6.5 nell'area Ocse,ma 7.5 circa nell'Unione Euro-pea (nei 19 paesi che ne face-vano parte nel 2007). E dinuovo: perché il paragone de-v'essere fatto con un'area dis-omogenea come l'Ocse, e nonla più congrua e coerente (an-che in termini di progettazio-ne e obiettivi) area Ue? Mah...
Vediamo adesso qual è davve-ro il rapporto insegnanti-stu-denti. Non si capisce da doveil Ministro estrae questo 9.6che permette di denunciareun tondo “50% più alto”.Gli studenti italiani nel2008/2009 [fonte: il rapportodel Ministero La scuola stata-le: sintesi dei dati 2009] sono7.768.071, i docenti di ruoo[per la verità il rapporto ripor-ta il dato relativo ai “Docenti atempo indeterminato e deter-minato annuale” con la preci-sazione che “Tra i docenti nonè stato conteggiato il perso-nale educativo e il personaledocente di religione cattolica”,fonte ministeriale: www.pub-blica.istruzione.it/mpi/pubbli-cazioni/errata_corrige.shtml,pag. VIII, ndr] 725.173. Ma in Italia si considerano do-centi anche gli insegnanti disostegno (87.190), perchésono pagati dal Ministerodell'Istru-zione, mentre inEuropa no, perché pagati daiministeri della sanità. E dun-que correttezza vuole che, senon vengono conteggiati neidati Ocse, non devono esser-lo neanche nei dati italiani.Non inventiamo niente: ogniserio studio, dal ministerialeQua-derno bianco sull'istru-zione 2007 al Rapporto sullascuola in Italia 2009 dellaFondazio-ne Giovanni Agnelli(Bari, Laterza, 2009), compiequesta sottrazione. E lo stes-so deve valere per gli inse-gnanti di religione (25.931),una peculiarità tutta italiana[...]. I docenti di ruolo [vedisopra la precedente nota delredattore, ndr] comparabilicon i loro omologhi di altri si-stemi scolastici scendono cosìa 612.032, con un rapportoinsegnante-studente pari a7.8: quasi in linea con il 7.5della media europea.Se non ché, in molti paesidell'Ue e dell'Ocse esiste unsistema d'istruzione post-se-condario non universitario,che in Italia non c'è: il siste-ma italiano distribuisce i suoiinsegnanti su 3 livelli scolasti-ci, i paesi dell'area Ocse su 4.Per riprendere il paragonecalcistico, è come comparareuna squadra che gioca col 4-4-2 con una che gioca col 4-3-1-2, e sostenere che la pri-ma ha troppi giocatori, perchéne impiega 10, contro gli 8dell'altra: bizzarro davvero,un Ministro che si straccia levesti sulle cattive competenzematematiche degli studenti, epoi dà prova di scarsa compe-tenza nella lettura dei dati.E adesso vediamo quanti so-no effettivamente i soldi spesiper la scuola. EmanueleBarbieri, già dirigente delMinistero dell'Istruzione, inTagli e pretesti, un'utile sinte-si del rapporto ministeriale Lascuola in cifre 2007, compa-rando dati del Ministero,dell'Istat, del Bilancio delloStato e dell'Ocse, concludeche “dal 1990 al 2007 la quo-ta di risorse destinate al Mpi oal Miur per l'istruzione è pas-sata dal 3,9% al 2,8% del PIL(-1,1% pari 16,9 miliardi dieuro). Negli ultimi 10 anni lariduzione è stata pari allo0,2% (3,07 miliardi di euro)”.E la stessa Ocse, in Education
at Glance 2008 (Tabella B3.3,pag. 254) rileva che lo sharedi spesa pubblica per l'istru-zione dell'Italia (69.6% nel2005: nel 1995 era 82.9%) èinferiore tanto alla mediaOcse (73.8%), quanto a quel-la dell'Ue (81.2%).
5. Il “Rapporto Ocse” di-mostra che “le principalicause di disturbo alle le-zioni sarebbero le intimi-dazioni o le aggressioniverbali verso altri studen-ti (30%), seguono le ag-gressioni fisiche tra stu-denti (12,7%), le aggres-sioni agli insegnanti(10,4%), ma anche i furti(9,1%) e per ultimo ilproblema della diffusionedi droghe e alcol (4,5%)”Ebbene sì: non poteva man-care un implicito richiamo alvirus del bullismo che stareb-be devastando la scuola ita-liana, con buona pace delle ri-cerche che dimostrano il con-trario.Peccato che, di nuovo il rap-porto Talis 2008 non dicaquesto. Intanto, i dati si riferi-scono alla “percentuale di do-centi della scuola secondariainferiore che lavorano inscuole i cui dirigenti riferisco-no che le principali cause didisturbo sarebbero determi-nati comportamenti degli stu-denti” [“Percentage of tea-
chers of lower secondary edu-cation whose school principalconsidered the following stu-dent behaviours to hinder in-struction «a lot» or «to someextent» in their school”]:questi dati rilevano quindi lapercezione dei dirigenti, nonfatti appurati.Ma soprattutto, si omette ildato medio dell'area Ocse, ilcui confronto consente di direse il clima scolastico (percepi-to dai dirigenti scolastici) nel-la scuola italiana è migliore opeggiore. Bene, ecco i dati[Tabella 2.8, pag. 46 di Talis2008]:- furti: Italia 9.1%, mediaOcse 15.3%;- intimidazioni o le aggressio-ni verbali verso altri studenti:Italia 30%, media Ocse34.3%;- aggressioni agli insegnanti:Italia 10.4%, media Ocse16.8%;- aggressioni fisiche tra stu-denti: Italia 12.7%, mediaOcse 15.9%;- diffusione di droghe e alcol:Italia 4.5%, media Ocse10.7%.E se invece della percezionedei dirigenti scolastici pren-diamo in esame la percezionedei genitori? Per non sbaglia-re, usiamo ancora una fonteOcse, tanto gradita alMinistro: Education at Glance2008 [tabelle A6.2b. e A6.2C.
pagg. 130-131].Percentuale dei genitori italia-ni che si dichiarano soddisfat-ti o molto soddisfatti della di-sciplina scolastica [“satisfiedwith the disciplinary atmo-sphere in the school”]?80.9%: inferiore in Europa alsolo Lussemburgo, e nell'areaOcse solo a Nuova Zelanda eTurchia.Percentuale dei genitori italia-ni che ritengono che la scuolasvolga un buon lavoro educa-tivo [“The school does a goodjob in educating students”]?92.1%: al vertice dell'interaarea Ocse alla pari con laNuova Zelanda.Come vede chiunque si pren-da la briga di verificare i datiforniti, i fattori di disturbo egli episodi riconducibili al fe-nomeno del bullismo sonosensibilmente più bassi dellamedia.
E allora, di cosa stiamo par-lando? Di un Ministro che nonè all'altezza del proprio pro-gramma, ma il cui programmaè all'altezza del proprio cogno-me? Di giornalisti la cui facciaè all'altezza del Ministro, manon del proprio specchio?
* Tratto da Carmilla on line1/7/2009 (http://www.car-millaonline.com/archives/2009/07/003102.html)
Dpr 399/88 rivalutazione Ccnl 2009 variazione variazionein lire giugno 2009 - euro euro euro % sul Ccnl
Coll. scolastico 24.480.000 22.108 17.924 - 4.184 - 23,3
Ass. amm.-tecn. 27.936.000 25.229 20.454 - 4.775 - 23,3
D.s.g.a. 32.268.000 29.141 29.431 + 290 + 1,0
Docente mat.-elem. 32.268.000 29.141 25.756 - 3.385 - 13,1
Doc. diplomato II gr. 34.008.000 30.713 25.756 - 4.957 - 19,2
Docente media 36.036.000 32.544 28.047 - 4.497 - 16,0
Doc. laureato II gr. 38.184.000 34.484 28.831 - 5.653 - 19,6
Stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990 (il cosiddetto “Contratto Cobas”), per tutti i profili pro-fessionali con 20 anni di anzianità e la sua rivalutazione a giugno 2009 (indice Istat inflazione FamiglieOperai Impiegati-FOI) a confronto con i valori (stipendio tabellare + Rpd o Cia o Indennità di direzione mi-nima) previsti dal Ccnl Scuola sottoscritto il 23 gennaio 2009 per le corrispondenti tipologie di personale.
SSccuuoollaa -- CCoonnffrroonnttoo ssttiippeennddii 11999900//22000099
di Serena Tusini
Come riferiamo in prima pagi-na, a fine luglio 2009, il cam-mino del DdL Aprea ha subitoun arresto che speriamo pre-luda ad una sua definitivo riti-ro. Qualche giorno prima pe-rò, il disegno di legge era sta-to rivisto e ne era stata pre-sentata una nuova versionedella quale analizziamo i con-tenuti salienti confrontandolicon la precedente stesura.
Relativamente al Capo I - Go-verno delle istituzioni scolasti-che, le principali differenzesono tre:1. Le scuole non si trasforme-ranno direttamente in fonda-zioni, ma potranno “promuo-vere o partecipare alla costi-tuzione di fondazioni e con-sorzi finalizzati al sostegnodella loro attività”.2. Questa possibilità non ri-guarderà più tutti gli ordini discuola, ma solo “Le istituzioniscolastiche d’istruzione se-condaria superiore, singolar-mente o in rete”.3. Viene abolito il CollegioDocenti e sostituito con iConsigli di Dipartimento.
Resta sostanzialmente uguale(anche se con leggere modifi-che) il resto:1. Il Consiglio di Amministra-zione che cambia nome inConsiglio di Indirizzo.2. I Nuclei di Valutazione.3. L’espulsione degli Ata dalConsiglio di Indirizzo.4. L’impianto e le finalità ge-nerali della legge.I cambiamenti sono solo difacciata, come ben si evincedalla lettura del testo. Anzi, ilbaricentro delle istituzioni
scolastiche sarà portato anco-ra di più fuori di esse e dal lo-ro controllo. Quello che im-porterà saranno i finanzia-menti che i privati porterannonelle scuole e l’attività “didat-tica” che in cambio la scuolaoffrirà. Da questo punto di vi-sta, il fatto di circoscrivere lapossibilità alle sole secondariesuperiori, non porta nessunscarto pratico: sarebbe statocomunque proprio questo ilsegmento di scuola ad esserepiù interessato dall’interventoprivato (come testimoniano lerichieste di Confindustria).La vicinanza sostanziale tra ledue versioni è confermatadalla composizione degli or-gani di governo; al Consigliodi Amministrazione subentrail Consiglio di indirizzo (nomemeno indigesto) che peròmantiene tutta l’autoreferen-zialità del precedente “appro-va e modifica, con la maggio-ranza dei due terzi dei suoicomponenti, lo statuto dell’i-stituzione scolastica, compre-se le modalità di elezione, so-stituzione e designazione deipropri membri”. Di esso inol-tre continuano a far parte an-che i membri esterni (ne vie-ne fissato il numero massimoa due) che possono addirittu-ra presiederlo (mentre nellaprima versione la presidenzaera affidata al dirigentescoòastico). Altre differenzenon sostanziali riguardano:- il numero minimo dei com-ponenti (prima era fissato so-lo in numero massimo), oraviene dato quello minimo di 7,quello massimo rimane 11;- si dice che la rappresentan-za tra genitori e docenti deveessere paritetica (ma potreb-bero essere anche solo 1 e 1,
lo deciderà lo statuto);- il Dsga, che prima era mem-bro senza diritto di voto, ora èmembro di diritto a tutti glieffetti.Ma l’elemento più interessan-te riguarda le funzioni delConsiglio di indirizzo; esse re-stano immutate, tranne cheper quanto riguarda la que-stione del Pof. È qui che si ve-de bene come siano proprio idocenti l’elemento da sman-tellare nella direzione della di-struzione della scuola pubbli-ca. Infatti, mentre nella primaversione, il CdA approvava ilPof deliberato dal Collegio deidocenti, ora il Consiglio diIndirizzo direttamente “deli-bera il Pof”. Il Collegio dei do-centi è completamente inutilee infatti viene abolito. I do-centi si riuniranno nelConsiglio di dipartimento peraree disciplinari ed avrannouna funzione meramente tec-nica: “Per l’esercizio della li-bertà di insegnamento, sonoistituiti in ciascuna istituzionescolastica i Consigli dei dipar-timenti, quali organi tecnici,per aree disciplinari o interdi-sciplinari, con compiti di pro-grammazione delle attività di-dattiche, educative e valutati-ve, in attuazione del pianodell’offerta formativa delibe-rato dal Consiglio di indirizzodella scuola”. Insomma, ilConsiglio di Indirizzo, forte-mente condizionato dallaFondazione che sostiene eco-nomicamente la scuola e ma-gari presieduto da un mem-bro esterno, gestirà il Pof,cioè l’offerta formativa dellascuola; i docenti si trasforma-no in attuatori del piano pre-disposto da altri. Da questoloro impegno, come si vedrà,
dipenderà anche il loro sti-pendio. E in maniera detta-gliata sono infatti predisposti icontrolli affinché i docentiesplichino questo loro compi-to depotenziato (è infatti ov-vio per tutti che senza la “col-laborazione” del corpo docen-te, nessuna riforma dellascuola è attuabile nella so-stanza).E infatti viene esplicitamenteribadito e sottolineato il ruolodell’Invalsi, vero e propriostrumento strategico dellascuola azienda. Infatti nonsolo vengono mantenuti tragli organi della scuola i Nucleidi Valutazione, ma questivengono ora direttamentecollegati all’Invalsi, riferimen-to assente nella prima versio-ne del testo (“Le valutazioniespresse annualmente, sullabase di indicatori nazionaliforniti dall’Invalsi, sono as-sunte come parametro di rife-rimento per l’elaborazione delpiano dell’offerta formativa edel programma annuale delleattività”).L’abolizione del Collegio deidocenti rappresenta dunqueuna variazione peggiorativa equalitativamente significativa(a differenza delle altre finoraanalizzate, che non cambianola sostanza della prima ver-sione) e si configura come unattacco alla componente do-cente, sentita come elementoda controllare e a cui sottrar-re i poteri finora avuti nellagestione della scuola.
Sparisce totalmente il Capo IIdella precedente versione(Autonomia finanziaria delleistituzioni scolastiche e libertàdi scelta educativa delle fami-glie) che dovrebbe esseretrattato in un altro provvedi-mento legislativo.
Il nuovo Capo II, già Capo III,(Stato giuridico, modalità diformazione iniziale e recluta-mento dei docenti) ricalca laprecedente proposta, tranneche per alcune cancellazioni: - sparisce tutta la parte sullaformazione iniziale (oggettodi altro provvedimento legis-lativo), benché venga ricon-fermata l’assunzione direttada parte di reti di scuole;- non vengono più abolite leRsu di Istituto.- spariscono gli Organismi tec-nici rappresentativi a caratte-re regionale e viene reinseritoqualcosa che assomiglia moltoall’attuale Consiglio nazionaledella pubblica istruzione;- cambia la dicitura dei livellidi carriera: prima era iniziali,ordinari e esperti; ora diven-ta: ordinari, esperti, senior(non si vogliono offendere icolleghi che magari lavoranoda 15 anni nella scuola e sa-rebbero finiti tra gli iniziali?);- si chiarisce la forbice stipen-diale tra i vari livelli: la retri-buzione iniziale di ciascun li-vello “non può essere inferio-re a quella iniziale del livelloimmediatamente precedente,maggiorata del 30%”;- cambia la composizione del-la Commissione di valutazio-ne: prima c’era un rappresen-tante dell’Organismo tecnicorappresentativo, ora la com-missione è tutta interna alla
scuola: è presieduta dal diri-gente scolastico e compostada due docenti senior elettiall’interno della scuola dai so-li docenti esperti e senior;- sparisce la vicedirigenza.
Resta sostanzialmente uguale:- l’istituzione di un albo regio-nale (si può chiedere il pas-saggio ad altra regione dopo5 anni);- il concorso di assunzione perreti di scuole;- i docenti ordinari (prima ini-ziali) non accedono al Fis;- il portfolio del docente su cuila Commissione di valutazio-ne annoterà: a) l'efficacia del-l'azione didattica e formativa;b) l'impegno professionalenella progettazione e nell'at-tuazione del piano dell'offertaformativa; c) il contributo for-nito all'attività complessivadell'istituzione scolastica oformativa; d) i titoli professio-nali acquisiti in servizio;- la ripartizione del contingen-te per ogni livello stipendialedecisa dal Ministero annual-mente;- il ruolo dell’associazionismoprofessionale;- la separazione dell’area con-trattuale rispetto agli Ata.
Dunque la tanto agognata dif-ferenziazione di carriera deidocenti italiani, resta tutta inpiedi; è significativa anche lanotevole forbice stipendialeche viene indicata; stannocercando di comprare il colla-borazionismo dei docenti ita-liani che dovranno piegare laloro didattica e la loro idea discuola ai dettami del Consigliodi Indirizzo e all’esecuzione diciò che sarà contenuto nel Pofda loro elaborato. I docentiitaliani saranno valutati in ba-se “all’efficacia dell’azione di-dattica” (i test Invalsi sarannoil metro per lo stipendio!) ealla solerzia nell’esecuzionedel Pof. I “riformatori” sannobene che i docenti italiani nondigeriscono la scuola azienda,che l’autonomia scolasticaviene valutata negativamentedagli addetti ai lavori (tranneche dai dirigenti e le loro cor-ti). Sanno anche bene che glistipendi sono al limite dellasoglia di povertà. E provano acomprarli misurandone laproduttività. La battaglia èstata già vinta, da soli, ap-poggiati solo dal sindacalismodi base, nel 2000 contro il mi-nistro Berlinguer; oggi dovre-mo riuscire a fare altrettanto.
Il Capo III Rappresentanzaistituzionale delle scuole au-tonome è costituito da un uni-co breve articolo che rimandaa un regolamento da adottarein cui saranno stabilite le mo-dalità di costituzione e di fun-zionamento dei “Consigli delleautonomie scolastiche” sia subase regionale che nazionale.È questo capo che decreta lasparizione degli Organismitecnici rappresentativi. Si par-la qui della sua composizione(rappresentanti dei dirigenti edei presidenti di indirizzo,dunque potrebbero essere an-che membri esterni), mentresi demandano a successivoregolamento le modalità di co-stituzione e funzionamento.
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di Stefano Micheletti
Parto da quello che per moltipuò risultare un paradosso:non hanno alcuna intenzionedi espellere i precari dallascuola, anzi ne avranno biso-gno ancora e in alcune regio-ni in numero maggiore del-l’anno scorso.Infatti credo non sia in ballo latrasformazione dei precari indisoccupati, ma anzi unamaggiore precarizzazione del-la vita, del lavoro e del servi-zio scolastico in generale.Naturalmente questo vale ingenerale; se poi disaggre-ghiamo i precari per classi diconcorso e geograficamenteNord/Sud la cosa si diversifi-ca. In Campania, in Sicilia lasituazione occupazionale per idocenti e Ata a tempo deter-minato sarà molto pesante.Insomma stiamo rischiandoche l’amministrazione (quinon distinguo governi di cen-trosinistra o di centrodestra,mi sembra che l’esperienza ditutti indichi una linea comune– a parte la capacità del cen-trosinistra di usare un po’ piùdi vasellina) riesca, in cinqueanni, a ridurre gli organici delcomparto scuola di circa200.000 unità, senza signifi-cativi conflitti sociali e senzala necessità di usare grossiammortizzatori sociali.Infatti useranno i consistentipensionamenti per ammortiz-zare le contraddizioni.Anche la differenza di 18.000
posti (perlopiù al Sud) per ilprossimo anno – tra tagli pre-visti e numero dei pensionati– hanno la possibilità di am-mortizzarla.Si tratta di 18.000 supplentiche l’anno scorso avevanoavuto la supplenza annuale ofino al termine e che il prossi-mo anno non ce l’avranno,ma che di sicuro saranno inposizione utile per le chiama-te dei presidi per supplenzepiù o meno lunghe o perspezzoni (certo con un peg-gioramento delle condizioni intermini di reddito e di vita eduna maggiore precarietà).Da questo punto di vista risul-ta proprio una “cazzata” l’ipo-tesi del ministro Gelmini di in-trodurre una sorta di indenni-tà (con accordi con l’Inps) percoloro che avevano avuto lasupplenza annuale o fino al30 giugno l’anno scorso e ilprossimo anno non l’avranno:costoro quando saranno chia-mati con le graduatorie d’isti-tuto cosa faranno? Interrom-peranno il sussidio? Lo ri-avranno se si tratterà di unasupplenza più breve e scadràancora il contratto?Secondo me poi anche le in-tese regionali per dare qual-che migliaio di incarichi (perlo più per il sostegno), pagaticon fondi regionali od europei- è il caso sperimentato giàl’anno scorso in Campania(precari di sostegno, tagliatida Fioroni, sono stati in parteriassunti e pagati con fondi
regionali) - sono pericolose.Si allude alla regionalizzazio-ne dell’istruzione, applicandoil principio di sussidiarietà: loStato garantisce solo i livelliessenziali delle prestazioni,poi – se la Regione ha i fondi– si garantisce quello che permolti non è essenziale – e permolti l’integrazione dei diver-samente abili o degli stranierioppure il tempo pieno o pro-lungato, non lo è.Cosa fare allora per battersi inmodo efficace contro la pre-carietà che dilagherà ancoradi più nella scuola?Credo che si tratti di conti-nuare a battersi contro i tagli,provando a generare il massi-mo di conflittualità.I precari sono il soggetto piùdebole e non è così sempliceconvincerlo a praticare unalotta seria. Permane da tempouna logica, tutta subordinatae subalterna, della richiesta almondo sindacale, al mondopolitico, di appoggiare le ri-chieste precarie, ma si stentaa trovare autonomia, autorga-nizzazione, azione diretta.Prevale sempre l’ideologiache bisogna mettere tutti as-sieme … l’unità sindacale …tutto il fronte dell’opposizioneche ti deve appoggiare … unasorta di rimozione del fattoche le politiche scolastiche so-no sempre le stesse (simpati-co Fioroni che invita Gelmini aricorrere contro la sentenzadel Tar sui docenti di religionefuori dagli scrutini), rinviando
sempre una lotta decisa,creativa ed efficace.Certo, quanto detto per i pre-cari vale anche per il persona-le di ruolo, non è che i lavora-tori della scuola abbianoespresso chissà che livelli diconflittualità contro il piùgrande processo di riduzioneoccupazionale e del serviziomai avvenuto in nessun altrocomparto.Credo però che dobbiamo es-sere ottimisti.Con la ripresa delle lezioni cisi accorgerà dei provvedi-menti in attuazione dell’art.64 della legge 133.I genitori proveranno con ma-no la riduzione del temposcuola in molte situazioni, tro-veremo aule più affollate, allimite della normativa sulla si-curezza, proveranno ad ap-piopparci cattedre extra-largeoltre le 18 ore, proveranno adoffrire a straordinario spezzo-ni rubandoli ai precari, moltidi ruolo sono diventati so-prannumerari per i tagli edora sono in utilizzo in piùscuole in situazioni disagiate,precari rimarranno fuori dallenomine annuali …Poi ci sono molti intoppi nell’i-ter dei vari Regolamenti at-tuativi, la Conferenza Stato-Regioni (che è l’unico ambitoistituzionale ad avere peso neipareri) ha alzato la voce siasulla rete scolastica, che suiRegolamenti delle superiori;pare che non riusciranno adattuare i nuovi ordinamentidelle superiori dal 2010-11 …la legge Aprea è nelle secche… insomma penso ci siano an-cora spazi. I precari potrebbero dare il laalla ripresa della conflittualitànella scuola e nella societàsulla questione dell’istruzione.Si dovrebbe garantire intantola presenza alle convocazionipresso le scuole polo per lastipula dei contratti annuali efino al 30 giugno. È l’unicomomento in cui possiamo ve-dere tutti i precari.Si potrebbero convocare as-semblee in ogni provincia (in-torno al 10 settembre, primadell’inizio delle lezioni) chepotranno essere un primomomento di verifica della dis-ponibilità alla lotta.Si potrebbe dare indicazioni aicollegi di inizio d’anno (rifiutostraordinario, denuncia aulefuori norma, ecc.).Circolano proposte sull’utiliz-zare le convocazioni per de-nunce di vario tipo, una sortadi rallentamento delle proce-dure delle nomine e via dicen-do … credo che se ci fosse unvero movimento … e forte …l’ipotesi di bloccare le nominenon sarebbe certo peregrina,ma stante i rapporti di forzacredo che un eventuale ral-lentamento potrebbe solo ri-torcersi contro di noi.Secondo me dobbiamo usarele convocazioni per trovare ilmassimo di comunicazionecon i precari, invitandoli, so-prattutto quelli rimasti fuori equindi presumibilmente in-cazzati e preoccupati, alla as-semblea provinciale.Le assemblee dovrebberospiegare la pesante situazio-ne, dare indicazioni su un mi-nimo di conflittualità interna
alle scuole che i precari as-sunti dovrebbero manifestareappunto scuola per scuola e,soprattutto, dare indicazioniserie ai precari rimasti fuoridalle nomine provinciali equindi verificare chi è disponi-bile a mobilitarsi i primi giornidi lezione (che per loro saran-no i primi giorni da disoccupa-ti, anche se ovviamente moltisaranno ripescati dalle nomi-ne dei presidi più avanti).Potrebbe essere ad esempio(cose già praticate da passatimovimenti precari) che coloroche non sono stati assunti, laprima settimana di scuola,prendano una grossa scuolaal giorno e facciano un pic-chetto davanti per una decinadi minuti, tenendo fuori stu-denti e docenti, ritardandol’ingresso megafonando e vo-lantinando.Potrebbe essere la tenda od ilgazebo davanti agli Usp o agliUffici scolastici regionali.Potrebbe essere che i docentie Ata (non dimentichiamo gliAta che sopporteranno taglipesantissimi) rimasti disoccu-pati si arrampichino su qual-che gru, o tetto, o qualsivo-glia lastrico solare, meglio sedi qualche scuola od ufficioscolastico.I gruisti della Innse diLambrate hanno fatto scuola,li stanno riprendendo tutti,persino le guardie notturneromane in cima al Colosseo(quanti Colossei, moliAntonelliane, Santi, Basilichedi San Marco o Duomi abbia-mo in Italia?).E non si tratta certo di azioniindividuali ed esasperate: sitratta di azioni collettive dilotta, dove alcuni fanno la co-sa eclatante ed altri sotto ap-poggiano, comunicano, so-stengono.Io non escluderei anche qual-che chiesa o cappella. La Ceiha alzato subito la voce sullasentenza del Tar del Lazio …un gruppo di precari dellascuola rimasti disoccupati chesi piazzano sul sagrato diqualche duomo o dentro qual-che chiesa non sarebbe male(dai sans papier ai senzasup-plenza) … vediamo se il Papasi schiera contro la disoccupa-zione e la precarietà … cosìpossiamo anche affrontarecon serietà la disparità di trat-tamento con i docenti di reli-gione … altro che la “cazzata”del diritto di voto agli scrutini.Queste sono solo delle primeindicazioni, credo che la crea-tività dei colleghi saprà trova-re dell’altro.Importante secondo me usa-re anche il CoordinamentoNazionale che si è creato conil sit-in del 15 luglio finalmen-te per coordinare iniziative dilotta e non solo “questue” erichieste a partiti e sindacatiche ti dovrebbero appoggiare… vediamo concretamente chici appoggerà in queste formedi lotta.
RRiiuusscciirraannnnoo iinnoossttrrii eerrooii??PPrrooppoossttee ddii lloottttaa ppeerr ii pprreeccaarrii
Le immagini di questo
numero riproducono
opere di Juan Munoz
(Madrid, 1953 – Ibiza,
2001).
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Il Tar del Lazio, con sentenzan. 7076 del 17 luglio 2009che si richiama al parere del-la Corte Costituzionale 203del 1989 sulla laicità “garan-zia dello Stato per la salva-guardia della libertà religiosain regime di pluralismo con-fessionale e culturale”, ha fis-sato un punto importantecontro le discriminazioni nellascuola pubblica in Italia e gliindecenti privilegi alla chiesacattolica ed agli insegnanti diReligione Cattolica.Il Tar del Lazio (con una sen-tenza esemplare, che meritadi essere letta) ha accolto duericorsi presentati, a partire dal2007, da alcuni studenti, sup-portati da diverse associazionilaiche (tra cui i Cobas) e con-fessioni religiose non cattoli-che, che chiedevano l'annul-lamento delle ordinanze mini-steriali firmate dall'ex mini-stro Giuseppe Fioroni e adot-tate durante gli esami diStato del 2007 e 2008.Cosa ha stabilito il Tar delLazio? Cose che in un paesein cui la classe politica nonfosse asservita al potere tem-porale di una chiesa particola-re sarebbero semplicementeaccettati da tutti. Agli scrutininon debbono partecipare gliinsegnanti di religione cattoli-ca (una materia opzionale)assunti non per regolare con-corso pubblico, ma catechistidi una religione particolare(che si pretende assoluta ed
universale, ma è un ulterioresintomo della sua scandalosaprotervia) pagati oltre 1 mi-liardo di euro all’anno dalloStato e scelti dalle curie. Èchiaro che tra studenti nonavvalentesi e studenti chefrequentano l’ora di catechi-smo cattolico non dovrebbeesserci nessuna discrimina-zione. Inoltre il Tar affermache “l’attribuzione di un credi-to formativo ad una scelta dicarattere religioso degli stu-denti e dei loro genitori, qua-le quella della religione catto-lica nelle scuole pubbliche, dàluogo ad una precisa forma didiscriminazione, dato che loStato italiano non assicuraidenticamente la possibilità atutti i cittadini di conseguireun credito formativo nelleproprie confessioni, ovveroper chi dichiara di non profes-sare alcuna religione in EticaMorale Pubblica”. A meno di non incorrere indiscriminazioni, non si deveattribuire alcun credito forma-tivo a chi frequenta l’ora di re-ligione cattolica, scelta che ri-guarda la libertà di pensiero,il libero convincimento deisoggetti in formazione, manon deve assolutamente pe-sare nel giudizio finale deglialunni, perché ciò prefigure-rebbe una sorta di stato etico,di religione di stato, alla facciadella laicità della scuola e del-lo Stato. Mentre la Spagna sta votando
una legge che esclude su tut-to il territorio nazionale lapresenza del crocefisso nelleaule scolastiche per evitareuna pericolosa associazionenegli alunni tra lo Stato (lascuola pubblica, di tutti) e lachiesa cattolica, nel nostropaese lo scorso anno scolasti-co ha visto una caccia allestreghe contro due docenti,entrambi dei Cobas, che han-no portato avanti, sulla loropelle, una battaglia generaleper la laicità della scuola pub-blica e degli ambienti formati-vi. Nel febbraio 2009 FrancoCoppoli, docente di Terni, vie-ne sospeso, su parere delConsiglio Nazionale dellaPubblica Istruzione, per unmese dall’insegnamento edallo stipendio per aver toltonelle sue ore di lezione il cro-cefisso dall’aula, per la laicitàed l’imparzialità degli ambien-ti formativi. Pena raddoppiata addiritturaa due mesi per AlbertoMarani, docente di Cesena,sospeso per un questionariosomministrato ai suoi studen-ti sull’ora alternativa alla reli-gione cattolica e per aver pro-posto al collegio dei docenti,che l’ha approvato a largamaggioranza, un programmaalternativo basato sui dirittiumani, inserito anche nel Pof. I ricorsi per queste battagliecivili, seguiti dai Cobas edall'Unione degli Atei e degliAgnostici Razionalisti, vannoavanti, ma questi pesantiprovvedimenti disciplinari so-no il sintomo dell’indecenteingerenza clericale nelle no-stre scuole e nei ministeri.Un esponente della Cei, chedifende con le unghie i propriprivilegi, monsignor ColettiDiego - Presidente dellaCommissione episcopale perl’educazione cattolica, lascuola e l’università - daRadio Vaticana ha lanciato lasua sharia contro il “bieco illu-minismo” dichiarando chequella del Tar del Lazio è unasentenza che danneggia lalaicità ed è sintomo del ''piùbieco illuminismo che vuole lacancellazione di tutte le iden-tità''. L’Illuminismo è forseconsiderato da questo ana-cronistico dinosauro “bieco”perché ha cancellato da ormaidue secoli - almeno in granparte d’Europa - la società deiprivilegi ed il potere tempora-le della chiesa cattolica. Aquesti integralisti simil-tale-bani rispondiamo che biechisono i privilegi cattolici, biecoè l’oscurantismo clericale chetrova origine nello scelleratoconcordato del 1929 con ilquale si strinse un patto poli-tico-economico tra il fascismoe la chiesa cattolica.Tutto questo ricorda la favoladi Esopo del lupo che accusadi inquinare l’acqua l’agnelloche beve a valle, cioè il fattoche chi detiene inaccettabiliprivilegi non vuole lasciarli eprepotentemente fa anche lavittima tentando di ribaltarela realtà. Allora, ribaltando lepronte dichiarazione dellateodem del Partito democrati-co Binetti Paola, elenchiamovelocemente i “biechi” privile-gi che appartengono ai veriinsegnanti di serie A: quelli di
religione cattolica, scelti dallecurie e pagati dallo Stato. Inun gravissimo contesto in cuinel prossimo anno verrannotagliati 60.000 docenti ed Atanessun posto è stato tagliatoper i docenti di religione cat-tolica. Quegli stessi docentiche sono stati assunti in ruoloin massa (oltre 15.000) dallaministra Moratti Letizia, inse-gnanti che da precari, al con-trario delle decine di migliaiadi precari, dopo 4 anni comin-ciano a ricevere scatti di an-zianità sullo stipendio.Docenti che costano ogni an-no un miliardo di euro e chenon vediamo perché non sia-no pagati direttamente dalVaticano che li sceglie. Tral’altro in un contesto che vedetagli pesantissimi ai finanzia-menti alla scuola pubblica l’u-nica voce che, dopo le prote-ste di qualche mese fa di ol-tretevere, mantiene inalteratele entrate, alla faccia dell’arti-colo 33 della Costituzione, èla voce che riguarda le scuoleprivate, esamifici confessio-nali o padronali, parificate al-la scuola pubblica dall’ex mi-nistro Partito democraticoLuigi Berlinguer. In questi giorni osserviamouna triste subalternità biparti-san ai diktat clericali: dellaBinetti che ciarla di insegnan-ti di serie A e B abbiamo giàdetto, a lei si aggiunge tra i Pdl’ex ministro della Pubblicaistruzione, Fioroni che fedele,dopo le parole di monsignorColetti, lancia un appello al-l’attuale ministra GelminiMaria Stella perché faccia ri-
corso al Consiglio di Statocontro il parere del Tar delLazio. La ministra PdL ed ilmondo politico, usi ad obbedirtacendo, pronti si ergono:giunge, infatti, notizia che laministra – colei che ha dato ilcolpo di grazia ai finanzia-menti alla scuola pubblica, halimitato il tempo pieno e pro-lungato alle medie, ha abolitole compresenze nelle scuoleelementari, ha ridotto il tem-po scuola alle superiori in par-ticolare iniziando lo smantel-lamento delle scuole profes-sionali, che non ha detto unaparola sui 60.000 tagli trapersonale docente ed Ata - siè svegliata nel torpore ferra-gostano ed ha annunciatoche, in barba al principio dilaicità dello Stato e quindi del-le scuole pubbliche, farà il ri-corso chiesto dal Vaticano.Questo è lo stato delle cose.Invitiamo alla mobilitazionecontro le discriminazioni reli-giose e per la costruzione diuna scuola laica ed inclusivadi tutte le differenze, contro iprivilegi acquisiti dalla chiesacattolica. Il 6 novembre ilCentro Studi per la ScuolaPubblica - Cesp organizza aRoma un convegno nazionaledi aggiornamento per il per-sonale della scuola dal titolo“La laicità nella scuola pubbli-ca: la croce della religionecattolica”. Tutti i docenti e gliAta le persone libere ed inte-ressate ad una scuola pubbli-ca imparziale ed inclusiva, li-bera dalle ingerenze e daisimboli religiosi sono invitatea partecipare.
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La sentenza del Tar, contro le discriminazioni per chinon si avvale dell'insegnamento della religione
cattolica, e la nuova crociata unita Pd-PdL
Al grido di "Bieco Illuminismo" (i vescovi) ed "è in atto unpreoccupante processo laicista" (Binetti, Pd), continua l’attac-co alla sentenza del Tar, con la quale i magistrati hanno dife-so le ragioni di uno stato laico e, finalmente, hanno dichiara-to discriminante il credito formativo rilasciato agli studenti chescelgono un insegnamento 'facoltativo' quale l'ora di religione.
La ministra Gelmini ha inoltre seguito le indicazioni dettateledal suo predecessore Giuseppe Fioroni a difesa dell'ordinanzaemanata da lui stesso nel 2008 ed ha impugnato la sentenzadel Tar al Consiglio di Stato. Nell'ordinanza in questione si dis-poneva l'attribuzione di uno specifico credito scolastico per l'e-same di maturità, per gli studenti avvalentisi dell'insegna-mento della religione cattolica.
Il Partito democratico, in tutto questo, invece di fare ciò che inquesti giorni avrebbe dovuto fare per mettere in campo unaseria opposizione a questo governo (tra l'altro rifiutare la pos-sibilità dello studio di una confessione religiosa che non hafondamento per essere considerata disciplina di insegnamen-to e denunciare lo scandalo dell'immissione in ruolo di docen-ti di religione, scelti dalla curia e pagati dallo stato, che usur-pano il posto di migliaia di precari che non potranno invece en-trare mai più in ruolo e sono letteralmente buttati fuori dallascuola), rivendica, al contrario, le ragioni dell'insegnamentodella religione cattolica e i diritti degli insegnanti di religione.
Riteniamo gravissimo l'atteggiamento di chi si scaglia contro lacultura 'laicista', non solo dimenticando persino di essere mini-stro/a di uno Stato laico, ma minandone le stesse basi costitu-zionali attraverso l'imposizione di un oscurantismo bipartisan.
Non è un caso infatti che in quest'ultimo anno siano maturatiproprio nella scuola pesanti attacchi censori nei confronti di al-cuni insegnanti (Cobas) che hanno 'osato' manifestare idee di-verse da quelle imperanti.
È proprio per questi motivi che riteniamo indispensabile apri-re un dibattito ed un serio confronto sul significato di laicità,dentro e fuori la scuola, rilanciando, come Cobas e comeCesp-Centro Studi per la Scuola Pubblica una campagna di in-formazione, che vedrà un primo, significativo, momento di in-contro, nel Convegno Nazionale "La laicità nella Scuola pub-blica: la croce della religione cattolica" che si terrà il 6 no-vembre prossimo presso il Centro Congressi Cavour di Roma.
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Il corretto funzionamento degli O
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iti e difetti,è l'unico presupposto per una partecipa-zione dem
ocratica alle scelte della scuola.Il fastidio checiò provoca a M
inistri,dirigenti vari ma anche alle orga-
nizzazioni sindacali è riscontrabile nei numerosi tentativi
che tentano di portare avanti per ridurne il ruolo,e al lo-ro interno la partecipazione dei lavoratori della scuola.Proposte di legge,fortunatam
ente rimaste solo sulla car-
ta,presentate sia da parlamentari di centro-destra sia di
centro-sinistra,anche col sostegno delle “organizzazionisindacali m
aggiormente rappresentative”,
che riducono lapresenza dei docenti e addirittura aboliscono quella degliA
ta,aboliscono il Consiglio di classe,limitano le com
peten-ze a com
piti quasi esclusivamente di ratifica e consegnano
la gestione della scuola a miriadi di accordi stipulati tra D
se R
su.Com
e più volte abbiamo già sottolineato,anche i
recenti Ccnl vigenti conferm
ano questa tendenza che ten-de ad espandere le Relazioni sindacali di scuola
su aree dipertinenza del Collegio dei docentie del Consiglio di circolo od’istituto.Q
uindi per evitare l'esautoramento di questi organi è be-
ne avere chiaro quali sono le loro competenze definite per
legge e le modalità del loro funzionam
ento,che non pos-sono essere m
ateria di contrattazione e che non possonosubire illegittim
e invasioni di campo.
Attualm
ente la composizione degli O
rgani collegiali,le lo-ro com
petenze e il funzionamento sono regolati dagli ar-
ticoli 5,6,7,8,9,10,11 del DLgs 297/94 (l’attuale Testo
Unico
della normativa scolastica) e l'esperienza ci insegna
che coloro che ne sottovalutano il ruolo di fatto conse-gnano la scuola nelle m
ani del dirigente scolastico e/o digruppi che li utilizzeranno per i loro interessi.“1) L’organo collegiale è validam
ente costituito anche nel casoin cui non tutte le com
ponenti abbiano espresso la propria rap-presentanza.2) Per la validità dell’adunanza …
è richiesta lapresenza di alm
eno la metà più uno dei com
ponenti in carica.3) Le deliber azioni sono adottate a m
aggioranza assoluta deivoti validam
ente espr essi … In caso di par ità, pr e vale il voto del
presidente.4) La votazione è segreta solo quando si faccia que-stione di persone”
(art.37 T.U.),non si calcolano gli astenu-
ti (Nota M
pi 771/80).“La convocazione ordinaria per le attività collegiali deve avve-
nire con un preavviso di almeno 5 giorni”
(art.12 D
pr209/87),il m
ancato rispetto di questa norma invalida la se-
duta.L’ordine del giorno deve essere chiaro“senza l’uso di
terminologie am
bigue o improprie e di form
ule evasivamente
generiche,è illegittima la deliberazione …
su un argomento in-
dicato in maniera inesatta o fuorviante”
(Tar Milano decisio-
ne 1058/81),o non indicato nell’odg.Solo nel caso sianopresenti alla seduta tutti i com
ponenti,e acconsentano al-l’unanim
ità,è possibile aggiungere argomenti non previsti
dalla convocazione (Cons.
di Stato,sez.V,
679/70;TarLom
bardia decisione 321/85 ).
Per il corretto funzionamento e in caso di controversie,
sarà utile:- richiedere una verbalizzazione com
pleta di tutto quantoavviene;- ricordare ai presenti che,essendo organi collegiali,le de-cisioni e le eventuali responsabilità ad esse connesse,com
-petono a tutti coloro che abbiano approvato le propostee non a chi lo presiede (art.24 D
pr 3/57);pertanto biso-gna fare verbalizzare il proprio voto contrario,l'astensioneo una propria dichiarazione per evitare corresponsabilità;- qualunque ordine ritenuto illegittim
o non deve essereeseguito,se non dopo riconferm
a scritta a seguito di pro-pria rim
ostanza scritta (art.17 Dpr 3/57);
- non ottemperare a quanto richiesto dalla presidenza
senza aver fatto quanto previsto nei punti precedenti;- nel caso di ulteriori contestazioni richiedere il rispettodell'orario previsto per la riunione (che deve sem
pre esse-re indicato nella convocazione,e dipende dal piano annua-le delle attività deliberato dal Collegio dei docenti),e chiede-re la sospensione della stessa all'ora prevista,anche se nonè stato esaurito l'o.d.g.(C
m 37/76).
Gli atti del C
onsiglio di circolo o di Istituto vanno sempre
pubblicati all’albo della scuola,tranne quelli che riguarda-no singole persone,salvo contraria richiesta dell’interes-sato (art.43 T.U
.).
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calendario deliberato dallo stesso Collegio all’interno del
piano ann uale delle attività, oppur e quando almeno un ter-
zo dei suoi componenti ne faccia richiesta.
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Il personale Ata "assolve alle funzioni am
ministrative,contabi-
li,gestionali,strumentali,operative,di accoglienza e di sorve-
glianza connesse all'attività delle istituzioni scolastiche,in rap-porto di collaborazione con il dirigente scolastico e con il per-sonale docente"
(art.44 Ccnl 2007).A
i sensi degli artt.6,51e 53 C
cnl 2007,tutta la materia dovrà trovare sistem
a-zione nel Piano delle attività
da contrattare con le Rsu.
All'inizio dell'anno scolastico il D
sga formula una proposta
relativa alle attività dopo aver sentito il personale Ata.Il
Ds,dopo aver verificato la congruenza di questa proposta
rispetto al Pof e averla contrattata con le Rsu,la adotta.
È compito del D
sga la sua puntuale attuazione.I com
piti del personale Ata sono costituiti da:
1) attiv
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Ccnl 2007),con 35/36 ore
di lavoro settimanali,suddivise in sei ore continuative,di
norma antim
eridiane su sei giorni,e un massim
o giorna-liero di 9 ore (com
prese le attività aggiuntive).Quando l’o-
rario giornaliero supera le 6 ore deve essere concessa unapausa di alm
eno 30 minuti su richiesta del dipendente,che
diventa obbligatoria se l’orario giornaliero supera le 7 oree 12 m
inuti.L’orario può essere programm
ato su cinquegiorni settim
anali:7 ore e 12 minuti giornalieri,oppure
con due rientri di 3 ore ciascuno.In particolari condizioni (vedi pag.14 di questa G
uida) èinoltre possibile una riduzione a 35 ore.Possono essereadottati,anche coesistendo nella singola scuola:- O
rario
flessib
ile.C
onsiste nell’anticipare o postici-pare l’entrata e l’uscita del personale distribuendolo an-che in cinque giornate lavorative.- O
rario
plu
risettim
an
ale.In particolari periodi di
aggravio lavorativo,previa programm
azione annuale e te-nendo conto delle disponibilità del personale,si può giun-gere a 42 ore settim
anali.Q
uesto orario non può essere effettuato per più di 3 set-tim
ane consecutive e comunque per un m
assimo di 13 an-
nuali.Il recupero può essere effettuato con riduzione del-l’orario or dinario giornalier o , riduzione delle giornate la-v orativ e , con l’accesso al f ondo dell’istituzione scolasticaed,inoltre,possono essere accum
ulate per le ferie.Se perm
otivate esigenze di servizio o per comprovato im
pedi-
mento del dipendente non possono essere recuperate,
devono essere comunque retribuite.
- Tu
rnazio
ne
.Consiste nell’avvicendam
ento del per-sonale in m
odo da coprire l’intera durata di apertura del-la scuola,quando le altre tipologie di orario non sono suf-ficienti.La ripartizione del personale nei vari turni,chepossono sovrapporsi,dovrà avvenire sulla base delle pro-fessionalità necessarie in ciascun turno.U
n turno seraleche vada oltre le ore 20 potrà essere attivato solo in pre-senza di casi ed esigenze specifiche.N
elle istituzioni educative il numero dei turni effettuabili
da ciascun dipendente non può,di norma,essere superio-
re a:8 turni notturni nell’arco del mese;1/3 dei giorni fe-
stivi dell’anno per i turni festivi nell’anno.Nei periodi nei
quali i convittori non siano presenti nell’istituzione,il tur-no notturno è sospeso,salvo com
provate esigenze dell’i-stituzione educativa e previa acquisizione della disponibili-tà del personale.L’orario notturno va dalle ore 22 alle ore 6 del giorno suc-cessivo,per turno notturno-festivo si intende quello checade nel periodo com
preso tra le ore 22 del giorno pre-festivo e le ore 6 del giorno festivo e dalle ore 22 del gior-no festivo alle ore 6 del giorno successivo.O
rario
de
gli assisten
ti tecn
ici.È di 24 ore setti-m
anali di assistenza alle esercitazioni didattiche in com-
presenza del docente e 12 ore per la manutenzione,ripa-
razione delle attrezzature,preparazione del materiale per
le esercitazioni;durante i periodi di sospensione delle at-tività didattiche si occupano della m
anutenzione del ma-
teriale tecnico-scientifico-informatico dei laboratori,delle
officine,o degli uffici di competenza.
“L’istituzione scolastica fornirà mensilm
ente a ciascun dipen-dente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario,conte-nente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali creditiorari acquisiti”
(art.53 Ccnl 2003).
2) e
ven
tuali A
ttività a
ggiun
tive(vedi pag.9).
3) e
ven
tuali In
carich
i specifici
(vedi pag.14).
Il Ccnl 2007 conf erm
a le n uo v e mansioni già aggiunte dal
pr ecedente contratto . Mansioni div en ute or dinarie e quin -
di senza alcuna retribuzione aggiuntiva.Così i due ultim
icontratti,invece di riconoscere il sem
pre crescente aggra-
Ob
bligh
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Modalità e norm
e che regolano lo svolgimento delle attività
zioni di illuminazione e ricam
bio dell’aria (almeno una su -
perficie aer o/illuminante pari ad 1/10 della superficie di
calpestio).Le porte devono consentire una rapida uscita e devonoa prirsi age v olm
ente v erso le vie di esodo.In presenza di ri-schio di incendio o di esplosione,la larghezza m
inima del-
le porte dovrà essere pari ad almeno 1.20 m
etri.N
ei laboratori de v ono esser e rig orosamente rispettate la
segnaletica di sicurezza e le norme antinfortunistiche pre-
viste dal Dpr 547/1955.
Com
e pr oceder e?R
icevute le iscrizioni,i dirigenti scolastici comunicano i da-
ti agli Uffici Scolastici Pr o vinciali con la pr oposta di form
a-zione delle classi.La R
appresentanza Sindacale di Base (R.S.U
.) dell’istituzio-ne scolastica de v e esser e preventivam
ente informata dal
dirigente (ar t. 6 comm
a 2 lett. a Ccnl 2007), l’om
issione diquesta inform
azione configura attività antisindacale come
hanno già aff ermato div ersi tribunali (ad es.Trib.Venezia
decr eto 19/4/2002,
T rib .A
ncona decr eto
28/12/2004).Q
uindi la parola d’ordine è chiedere al dirigente di vede-r e i dati della f orm
azione delle classi e conseguentemente
delle cattedr e , prima che li trasm
etta (ed e v entualmente
riunire i colleghi per discutere e prendere posizione);que-sto anche per e vitare dirigenti più realisti del re che si au-to-aum
entano gli alunni per classe per far e bella figura conl’U
fficio Scolastico Regionale .
È affidata ad un mem
br o della Rsu la ra ppresentanza della
sicurezza per i lavoratori (Rls) e quindi,già in sede form
a-zione delle classi, si deve obbiettare sull’eventuale incon-gruenza alla norm
ativa succitata della proposta di forma-
zione delle classi/sezioni redatta dal dirigente scolastico.
Ad esem
pio,nella secondaria di secondo grado,secondo ilD
pr 81/2009,“la previsione del numero delle classi iniziali do-
vrà essere formulata dividendo per 27 il num
ero complessivo
degli alunni preiscritti,tenendo conto dei seguenti elementi di
valutazione:a) dom
ande di iscrizione presentate;b) eventuale scostam
ento tra le iscrizioni e il numero degli stu-
denti effettivamente frequentanti ciascuna scuola nei prece-
denti anni scolastici;c) serie storica dei tassi di non am
missione alla classe successiva;
d) ogni altro elemento obiettivam
ente rilevabile derivante danuo vi insediam
enti urbani, tendenz e demo gr af ic he,livelli di sco-
lar izzazione , istituzione di nuove scuole e nuovi indirizzi di spe-cializzazione”
(art.16 Dpr 81/2009).
È necessario quindi un contr ollo dal basso dei calcoli e
delle comunicazioni del dirigente all’U
sp ricordando,peraltr o , che lo stesso D
pr 81/2009 pr evede che le dotazioniorganiche siano definite anche in base “alle caratteristichedell’edilizia scolastica”
(art.2) e la Cm
38/2009 ribadisce che“continuano poi ad applicar si le disposizioni r elative alle lim
ita -te dim
ensioni delle aule”,fissate dalla su citata normativa.
Se poi il dirigente,responsabile della sicurezza come da-
tor e di la v or o,dovesse insistere e formare classi o sezioni
con un numero di alunni incom
patibile con la capienza deilocali a disposizione,innalzando così il livello di rischio pergli alunni e per il personale scolastico , m
ettendone a r e-pentaglio la sicur ezza, do vrà com
unque rispettar e la se -guente norm
ativa:- ai sensi del punto 5 del D
m 26/8/1992, qualora il n um
e -r o delle persone (studenti più personale) eff ettivam
entepresenti nelle aule fosse superiore all'affollam
ento calcola-to in a pplicazione del D
m 18/12/1975, l'indicazione del n u-
mer o di persone de v e risultar e da una a pposita dichiara -
zione rilasciata sotto la responsabilità del dirigente;- ai sensi del punto 14 del D
m 26/8/1992, nei casi in cui per
par ticolari motivi tecnici o per speciali esigenze funzionali,
non fosse possibile attuare qualcuna delle prescrizioni con-ten ute nella norm
ativa antincendio ,il dirigente scolasticopuò a vanzar e m
otivata richiesta di der oga cor r edata di gra -fici e della relazione di un tecnico abilitato che illustri le ca-ratteristiche dell'edificio e le m
isur e alternative proposte alfine di garantir e un grado di sicur ezza equivalente a quellopr evisto dalle norm
e a cui si intende derogare;- ai sensi del D
pr 37/1998 e dell'ar t. 5 del Dm
Interno4/5/1998 l'eventuale richiesta di deroga redatta dal diri-gente de ve specificatam
ente contenere,tra l'altro:- le disposizioni norm
ative alle quali si chiede di derogare;- la specificazione dei vincoli esistenti che com
portanol'im
possibilità di ottemperare alle suddette disposizioni,
tra i quali non ci pare possono contemplarsi i D
ecreti perla form
azione delle classi o sezioni;- una valutazione sul rischio aggiuntivo conseguente allam
ancata osservanza delle disposizioni cui si intende dero-gare e delle m
isure tecniche che si ritengono idonee acom
pensare il rischio aggiuntivo.
Poi ci sarebbero le azione positive a sostegno di una mag-
giore consapevolezza della questione “sicurezza”.L’art.11 del decreto D
Lgs 81/2008,prevede “l’inserimento
in ogni attività scolastica … di specifici percorsi form
ativi inter-disciplinar i alle diver se m
ater ie scolastic he volti a f avor ir e la co-noscenza delle tem
atic he della salute e della sicur ezza nel r i-spetto delle autonom
ie scolastiche” .Per la realizzazione di ta-li attività sono pr e visti finanziam
enti ministeriali che po -
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suo complesso ed ogni suo spazio o locale de v e essere ta-
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algrado gli agenti ester-ni norm
ali. E queste condizioni di abitabilità debbono ga -rantir e anche l'espletam
ento di alcune funzioni in caso diagenti esterni anorm
ali.Le condizioni di abitabilità posso-no esser e raggruppate in:- condizioni acustiche (liv ello sonor o , dif esa dai rum
ori,dalla trasm
issione dei suoni, dalle vibrazioni ...).- condizioni term
oigr ometriche e purezza dell'aria (livello
termico , igr om
etria, dif esa dal caldo e dal freddo,dall'umi-
dità, dalla condensazione ...).- condizioni di sicur ezza (statica delle costruzioni,difesadagli agenti atm
osf erici esterni, da incendi e ter r emoti ...).
A ciò vanno aggiunti anche una serie di condizioni d'uso
dei mezzi elem
entari (per esempio le finestre) e la relati-
va man utenzione .
Au
le n
orm
aliO
ltre allo spazio necessario per assicurare la funzionalitàdidattica delle aule determ
inato dalle Tabelle allegate alD
m Lavori Pubblici del 18/12/1975,esiste un altro decre-
to (il Decreto del m
inistero degli Interni 26/8/1992 -N
orme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica) che de-
termina il m
assimo affollam
ento ipotizzabile nelle aulescolastiche di 26 persone.Sono questi i provvedim
enti in base ai quali dovrebberoesser e rilasciati i cer tificati di agibilità delle scuole e chespesso invece non sono rispettati.Q
uindi il limite di persone presenti in un aula sufficiente-
mente ca piente alla luce del D
m LLPP 18/12/1975, ai sen -
si della normativa sulla prevenzione incendi è di 26 unità,
compr eso il docente .
Questo lim
ite non è però tassativ o , in casi contestati so -no stati espressi pareri dai V
igili del Fuoco del seguente te-nor e:“il punto 5.0 [del D
m Interni 26/8/1992, ndr]
pr e vedela possibilità di adottar e indici diver si purc hé il titolar e r espon-sabile dell’attività sottoscriva apposita dichiarazione.D
’altr a parte,ai fini della sicurezza antincendi,condizione fon-dam
entale per gar antir e un sicur o esodo dalle aule in caso dinecessità è c he queste ultim
e dispongano di idonee uscite co -m
e pr escritto al punto 5.6 del citato decreto.A fronte di talecondizione cautelativa, un m
odesto incr emento num
er ico dellapopolazione scolastica per sing ola aula, consentito dalle norm
edi r iferim
ento del Ministero della Pubblica Istruzione,purchè
compatibili con la capacità di deflusso del sistem
a di vie di usci -ta, non pr egiudica le condizioni g ener ali della sicur ezza ... Restainteso che,se la definizione delle classi non corrisponde a quan-to
pr e visto negli
atti pr o gettuali
depositati presso
questoCom
ando, do vrà esser e pr odotta specif ica dic hiar azione a f irma
del titolare dell’attività (Preside,Direttore,ecc.) attestante il nu-
mero di persone presenti per ogni singola aula ed il rispetto del
punto 5 “Misure per l’evacuazione in caso di em
ergenza”del-
l’allegato al D.M
.26.08.1992”(Prot.n.P480/4122 sott.32
del 6
maggio
2008 del
Ministero
dell’Interno –
Dipartim
ento dei vigili del fuoco,del soccorso pubblico edella difesa civile – D
irezione centrale per la prevenzionee la sicurezza tecnica - A
rea prevenzione incendi)
“Un m
odesto incr emento num
er ico della popolazione scolasti -ca per singola aula”
(?) con i nuovi parametri per la form
a-zione delle classi,com
incia ad amm
ontare,per alcuni casi,anche a 7/8 unità.
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Altre attività dovute sono:eventuale aggiornam
ento e for-m
azione (solo se deliberato nel Piano annualedelle scuo-
le,art.66 Ccnl 2007),la preparazione delle lezioni,le cor-
rezioni,gli scrutini e la partecipazione o assistenza agli esa-m
i,l'arrivo in aula 5 minuti prim
a dell'inizio delle lezioni,lasorveglianza degli alunni fino all'uscita.Inoltre su proposta del C
ollegio,il Consiglio d'istituto defi-
nisce le modalità e i criteri per lo svolgim
ento dei rappor-ti con le fam
iglie e gli studenti,impegno che deve essere poi
deliberato all'interno del piano annuale delle attività.c) e
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tuali A
ttività a
ggiun
tive(vedi pag.9)
Alla stessa stregua delle attività di insegnam
ento che ven-gono calendarizzate nell’orario delle lezioni,anche le pre-stazioni relative alle attività funzionali all'insegnam
ento ealle attività aggiuntive si effettuano secondo m
odalità etem
pi stabiliti dalPiano annuale delle attivitàdeliberato all’i-
nizio dell’anno scolastico dal collegio dei docenti.d
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(vedi pag.13)e
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e(vedi anche pag.15)
e1) scuola elementare
Nonostante l’art.4 com
ma 4 del D
pr 89/2009 abbia pre-visto per qualunque m
odulo orario della scuola primaria
l’eliminazione delle com
presenze,successivamente l’art.4
comm
a 2 del Ccni 26/6/2009 ha ribadito nella sostanza il
contenuto del comm
a 5 dell’art.28 del Ccnl 2007 “la so-
stituzione dei docenti di scuola primaria assenti fino a un m
as-sim
o di 5 giorni,avviene nelle ore di contemporaneità non im
-pegnate per le attività program
mate dal collegio dei docenti,
nell’ambito del m
odulo o del plesso di assegnazione e nell’ora-rio di insegnam
ento programm
ato per ciascun insegnante;so-no peraltro possibili eventuali adattam
enti e modificazioni del-
l’orario suddetto nei limiti previsti dalla contrattazione d’istitu-
to” ,quindi previa delibera del Collegio,che m
odifichi il Pianodelle attività.e2) scuola secondariaPer la sostituzione dei docenti assenti fino a un m
assimo
di 15 giorni (art.22 comm
a 6 L.448/2001) possono esse-re destinate le ore di com
pletamento delle cattedre con
orario inf erior e a 18 ore,qualora queste non siano già sta-te im
pegnate per classi collaterali,recupero o integra-zione (art.28 com
ma 6 C
cnl 2007).Queste ore a dispo-
sizione per supplenza devono essere calendarizzate nel-l’orario settim
anale di lezione,e andrebbero definiti i cri-teri per la loro attribuzione dagli O
rgani collegiali e nellatrattativa sull’utilizzazione del personale tra D
s e Rsu.
A proposito delle supplenze tem
poranee per assenze finoai 15 giorni ricor diam
o l’importante sentenza della C
orte
dei C
onti Sez.
III C
entrale d’A
ppello (Sent.
59/2004,w
ww
.cobas-scuola.it/rsu/SupplSentCorteDeiConti.htm
l) che
ha finalmente chiarito - soprattutto per i dirigenti sem
prepronti a sprem
ere il personale - quanto sosteniamo da
sempre:data per scontata l’evidente illegittim
ità dell’as-surda prassi di distribuire in classi diverse gli alunni per iquali è assente l’insegnante,quando non ci sono colleghicon ore a disposizione per sostituire il docente tem
pora-neam
ente assente è legittimo conferire supplenze,attin-
gendo dalle graduatorie d’istituto,anche per periodi infe-riori ai lim
iti stabiliti dalla Finanziaria 2002 (L.448/2001),proprio per garantire “la regolare prosecuzione dell'attivitàdidattica senza interruzioni o,com
unque,alterazioni di qualsia-si natura”.U
na garanzia ribadita anche recentemente nella
Nota M
iur 3545 del 29/4/2009,laddove in risposta alla ri-chiesta di poter conferire supplenze brevi anche in caso diesaurim
ento dei fondi si legge:“che - ferma restando l'esi-
genza di contenere il conferimento delle supplenze nella m
isu-ra del possibile - va com
unque assicurato l'ordinato svolgimen-
to delle attività di istruzione,di formazione e di orientam
ento,giacchè il diritto allo studio va in ogni caso garantito”.
Qu
i finisco
no
gli ob
bligh
i di lavo
roN
on vi dovrebbero essere dubbi,ma sappiam
o che nonpochi D
s pensano che a giugno e settembre gli insegnanti
siano in servizio e quindi impegnino i colleghi nei m
odi piùsvariati fino alla degradante pratica di andare a scuola a fir-m
are e poi andarsene.È importante concludere che tutte
le programm
azioni dei piani di attività e la loro calenda-rizzazione debbono essere deliberate dai C
ollegi dei do-centi su proposta del dirigente scolastico.A
ncora una vol-ta quindi attenzione alla form
ulazione e alla chiarezza del-le delibere votate,perché una volta previste le attività ag-giuntive,e quant’altro inserito nel piano delle attività (ora-rio delle lezioni,eventuali iniziative didattiche educative eintegrative,riunioni degli organi collegiali,rapporti indivi-duali con le fam
iglie,aggiornamento e form
azione) tutti gliim
pegni diventano obbligatori!N
aturalmente il Piano può esser e successivam
ente modi -
ficato dal Collegio docenti “per far fronte a nuove esigenze”
(comm
a 4 art.28 Ccnl 2007).
Ricordiam
o ancora che questi impegni costituiscono tutti
gli obblighi di lavoro oltre i quali non si può imporre alcu-
na presenza a scuola come sancito dalle stesse indicazioni
ministeriali (nota M
pi n.1972/1980) nonché dalla giuri -sprudenza (sent.Tar Lazio-Latina n.359/1984,sent.C
ons.di Stato - sez. V
I n.173/1987).
Materne
Elementari
Medie
Superiori
Superficie netta per alunno in classeper attività norm
ali, in mq
1,801,80
1,801,96
Superficie lorda per alunno(tutti i locali e le m
urature),in mq
6,60/7,006,11/6,68
8,06/11,02 6,65/12,28
Superficie totale per alunno,in mq
25/5018,33/20,08
21,00/27,00 22,60/26,50
Superficie lor da per classe/sezione , in mq
198/210153/167
201,50/275,50 166/307
Altezza m
inima locali, in m
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33
3
Altezza palestra, in m
etri- -
5,405,40 o 7,50 7,50
se regolamentare
Ar ea m
inima per la costruzione
di edifici scolastici,in mq
1.500/6.750 2.295/12.5504.050/12.600 6.620/33.900
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a 3 Ccni 26/6/2009) “N
ella scuola secondariadi I e II grado,qualora l’istituto sia articolato su più sedi chenon costituiscono autonom
a dotazione organica ...le modalità
di assegnazione dei docenti alle stesse devono essere regolatedal contratto di istituto tenendo conto di quanto definito al pre-cedente com
ma
1 [cioé quanto già previsto per la scuolam
aterna e elementare,ndr].N
ella definizione del contrattod'istituto le parti si fanno carico di regolare le m
odalità di at-tuazione delle agevolazioni previste da norm
e di legge o dal pre-sente Ccni.La continuità non può essere di per se elem
entoostativo in caso di richiesta di assegnazione su diversa sede”.(art.4 com
ma 4 C
cni 26/6/2009) “Relativamente ai posti di
arte applicata negli istituti d’arte il contratto di istituto terrà,al-tresì,
conto delle
disposizioni di
cui al
Dm
n.
334 del
24.11.1994 [che individua le nuove classi di concorso,ndr]
e l’art.4 punto 9 dell’Om
n.332 del 9.7.1996”.(art.4 punto 9 O
m 332/96 “N
ella definizione dell'organicodegli insegnanti di Arte applicata deve essere assicurata la pre-senza di un docente per ognuno dei laboratori istituiti,a frontedel funzionam
ento di almeno un corso com
pleto della sezioned'istituto d'arte cui gli stessi laboratori sono connessi;l'eventua-le funzionam
ento di classi collaterali o di altri corsi completi
della stessa sezione non comporta la costituzione di ulteriori
posti di insegnamento,a m
eno che il numero delle ore setti-
manali com
plessive di attività di laboratorio,svolte nell'ambito
della medesim
a sezione,comporti un im
pegno superiore all'o-rario obbligatorio di insegnam
ento dei singoli docenti.Per quan-to non previsto dal presente com
ma si rinvia alle istruzioni im
-partite con la Cm
102 del 27 marzo 1984”).
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cni26/6/2009). “Le eventuali disponibilità orarie residue per l’ap-profondim
ento in materie letterarie nel tem
po normale,per
l’approfondimento di discipline a scelta delle scuole che deter-
minano l’increm
ento orario nel tempo prolungato fino a 40
ore,nonché le ore necessarie al potenziamento dell’insegna-
mento della lingua inglese e non assegnate nell’am
bito delleoperazioni di com
petenza dell’USP (utilizzazioni,assegnazioni
provvisorie e assunzioni a tempo determ
inato),sono restituitealla disponibilità delle scuole . T ali ore potranno essere assegna-te a dom
anda al personale in servizio nella scuola,prioritaria-m
ente al personale a tempo determ
inato avente diritto alcom
pletamento dell’or ar io e ,successivam
ente,come ore ag-
giuntive di insegnamento in eccedenza all’orario d’obbligo e fi-
no ad un massim
o di 24 ore settimanali di servizio.In tal caso
le or e disponibili andr anno attribuite esclusivamente al perso-
nale in servizio nella stessa classe di concorso”.
Inoltre sempre il C
cni 26/6/2009 prevede tra l'altro che:- nel caso di perdita di ore,“negli istituti di istruzione secon-daria il docente titolare di cattedra o posto di insegnam
ento edi docenti di sostegno nonché i docenti di religione cattolica chetrovino nella scuola di titolarità una riduzione dell'orario obbli-gatorio di insegnam
ento fino ad un quinto,ove non completino
l'orario nella scuola medesim
a,sono utilizzati nell'ambito della
scuola di titolarità,per le ore mancanti,nelle attività specifiche
della scuola e,prioritariamente,per lo svolgim
ento di supplenzetem
poranee.La presente normativa si applica anche agli inse-
gnanti di religione cattolica della scuola dell’infanzia e primaria.
Il titolare di cattedra costituita tra più scuole completa l’orario
nella scuola di titolarità,qualora nella stessa si determini la ne-
cessaria disponibilità di ore”(art.2 com
ma 5).
- nel caso di soppressione del posto in “organico di fatto”“I docenti di tutti i gradi di istruzione che,a seguito della ridu-zione del num
ero delle classi in organico di fatto,secondoquanto disposto dall’art.2 della legge 22 novem
bre 2002,n.268 vengono a trovarsi in situazioni di soprannum
ero totale oparziale,ivi com
presi i docenti di sostegno con riferimento alla
riduzione del numero degli alunni diversam
ente abili,rispettoalla nuova dotazione della scuola,ferm
o restando quanto pre-visto dal com
ma 5 dell’art.2 del presente contratto,sono uti-
lizzati nell’ambito della scuola di titolarità prioritariam
ente suposto o frazione di posto eventualm
ente disponibile per la stes-sa classe di concorso o posto di insegnam
ento e,subordinata-m
ente,su posto o frazione di posto relativo ad altro insegna-m
ento o di sostegno per il quale sia in possesso di abilitazioneo titolo di studio coerente.In m
ancanza delle disponibilità sopra riportate,il predetto per-sonale è utilizzato nella scuola per iniziative di arricchim
entodall’offerta form
ativa,fatto salvo l’obbligo della copertura dellesupplenze brevi e saltuarie....con il consenso degli interessati e nei lim
iti del riassorbimen-
to del soprannumero,il dirigente scolastico può disporre l’uti-
lizzazione,su classe di concorso affine o su posto di sostegno,anche di docente diverso da quello individuato com
e sopran-num
erario.L’im
piego su posti di sostegno è subordinato alla mancanza di
docenti specializzati,sia con contratto a tempo indeterm
inato,sia aspiranti a supplenze.Analogam
ente l’impiego su classi di
concor so aff ine di docente non abilitato è subor dinato al com-
pleto utilizzo dei docenti in esubero in ambito provinciale per
la classe di concorso richiesta”(art.5 com
ma 9).
Infine , visto che “la contr attazione decentr ata a livello r egio-nale può eventualm
ente definire ulteriori criteri e modalità di
utilizzazione ...”(art.3 com
ma 4) sarà opportuno cono-
scer e il r elativo contratto decentrato regionale prima di
procedere alla contrattazione d’istituto col Ds.
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br amento e/o all'abbinam
ento delle c lassi e sezioni. ...Si f a, altr esì, pr esente c he le sostituzioni devono com
unque av-venire nel rispetto del quadro orario settim
anale previsto neipiani annuali di attività.Si pr ecisa, altr esì, c he gli insegnanti non debbono esser e utilizza-ti per supplenze brevi nel giorno libero fissato dal quadro orario.Resta inteso c he anc he per l'applicazione dell'art.1,com
ma 78
della Legg e 23/12/96, n. 662 è insostituibile il ruolo del Collegiodei docenti che ha la com
petenza nella definizione del pianodelle attività, stante la vigenza dell'art.41 del CCN
L [ora ar t.28 C
cnl 2007, ndr].La stipula di rapporti di lavoro a tem
po determinato va effet-
tuata pr ima dell'inizio della supplenza e per tutto l'effettivo pe-
r iodo di assenza del docente da sostituir e .Le insegnanti in assenza obbligatoria per effetto dell'applica-zione della L.1204/71 [ora D
Lgs 151/2001, ndr]sar anno so-
stituite con la stipula di un unico contr atto a tempo determ
ina -to per tutta la durata dell'assenza obbligatoria …I docenti di sostegno che,a norm
a dell'art.13,sesto comm
a del-la legg e 104/92, sono contitolar i nelle sezioni o c lassi ove ope-rano,non possono essere utilizzati per supplenze anche quan-do l'alunno portatore di handicap è assente giustificato …
”[inquesti anni però alcuni C
ontratti r egionali sulle utilizzazio -ni,sottoscritti dai sindacati concertativi,che certo non tu-telano in questo m
odo i colleghi di sostegno,prevedono –illegittim
amente
– che
in v ece ciò
possa accader e.
Dobbiam
o oppor ci a questi abusi rifiutandoci di eseguir equesti ordini di servizio e,eventualm
ente,ricorrendo con-tro di essi anche in sede giudiziaria,ndr].I docenti con or ario di cattedra costituito di diciotto ore setti-m
anali di insegnamento (v.insegnanti di religione cattolica,di
sostegno,etc...) non possono sostituire i colleghi assenti se nonhanno dato la disponibilità ad effettuare ore di insegnam
entoeccedenti l'orario di cattedra …Le interruzioni delle attività didattica non previste dal calendarioscolastico,ed a qualsiasi titolo verificatesi non danno luogo allarescissione dei contratti a tem
po determinato se intervengono
nel periodo compreso tra l'inizio e la fine della supplenza …
”.In ogni caso:rifiutiam
oci di sostituire i colleghi nel giornolibero,fuori orario,poiché tale pratica non può com
unqueessere im
posta e denunciamo tutte le pratiche illegali di
mancata sostituzione dei colleghi e lo sm
istamento di alun-
ni in altre classi.
PE
RS
ON
AL
E A
TA
Ai sensi dell’ar t. 6 del D
M 430/2000 "i dir ig enti scolastici pos -
sono conf er ir e supplenze temporanee utilizzando le rispettive
graduatorie di circolo e di istituto per la sostituzione del perso-nale tem
por aneamente assente e per la coper tur a di posti r e -
sisi disponibili, per qualsiasi causa, dopo il 31 dicembr e di cia-
scun anno … per il tem
po str ettamente necessar io, nei lim
itidelle disposizioni vigenti alla data di stipulazione del contratto".Il com
ma 3 dell'ar t. 8 del D
m 430/2000 abroga esplicita-
mente la pr ecedente disciplina sulle supplenze del perso -
nale Ata (art.582 T.U
.),quindi non esiste più nessuna du-rata m
inima dell'assenza necessaria per poter nom
inar e ilsupplente . Se qualche dirigente tentasse di usar e questanorm
a per non nominare i supplenti,flessibilizzando l'ora-
rio del r estante personale,dobbiamo ricordargli che una
v olta concor data un’organizzazione dell’orario di la v or oquesta non potrà subire m
odifiche,se non in presenza dir eali esigenze dell’istituzione scolastica,e previa una nuovacontrattazione con le R
su.Per altro,lo stesso art.60 C
cnl 2007 - Rapporto di lavoro atem
po determinato
per il personale Ata,che rinvia all'art.40
r elativ o alle Supplenz e tempor anee del per sonale docente
(vedi pag.15),non prescrive nessun limite m
inimo,m
a ri-m
anda alla valutazione della concreta situazione di neces-sità per determ
inar e il conf erimento delle supplenze , pro-
prio come già altre disposizioni m
inisteriali stabilivano:adesem
pio per l'imm
ediata sostituzione dell'unico operatorein ciascun turno (N
ota pr ot. 20 del 2/2/2000), oppur e perl'im
mediato conferim
ento di supplenze brevi di personaleausiliario nei plessi scolastici delle scuole elem
entari e ma-
terne ,pr evia trattativa con le R
su (Nota prot.
44 del9/3/2000). La situazione di necessità cer tam
ente non puòessere unilateralm
ente stabilita dal dirigente,e proprio perim
pedire eventuali ulteriori "spremiture" del personale oc-
cor re che le Rsu predispongano e sottoscrivano un con-
tratto d'istituto,relativo all'Utilizzazione del personale
(vedipag.7),che indichi con chiarezza i criteri e i tem
pi per lenom
ine dei supplenti.A
queste norme bisogna ora aggiungere la previsione “can-
nibalesca” dell’art.6 del Dpr 119/2009 che prevede in al-
ternativa al conferimento delle supplenze la possibilità di
“attribuzione temporanea di com
piti o funzioni al personale inservizio,previa acquisizione di disponibilità al riguardo da par-te dello stesso” .C
osì a fronte della riduzione del 17% del
personale Ata con il conseguente aggravio di lavoro per i
superstiti si prevede addirittura di peggiorare la situazioneelim
inando i supplenti temporanei e sottopagando i colle-
ghi già occupati che verrebbero retribuiti, “secondo modali-
tà da definire nell'ambito della contrattazione di istituto”
con“l'im
porto corrispondente al 50% delle econom
ie realizzatedall'istituzione scolastica, per eff etto del m
ancato conf er imento
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poiché tale pratica non può comunque esser e im
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I criteri per l’attribuzione degli incarichi sono definiti nel-la contrattazione integrativa di scuola ai sensi dell’art.6com
ma 2 lett.m
Ccnl 2007.G
li incarichi previsti sono:- per i docenti,le Funzioni strum
entali al Pof(vedi pag.13):il collegio dei docenti delibera tipologia,num
ero,compe-
tenze e destinatari (art.33 Ccnl 2007);
- per gli Ata,gli Incarichi specifici(vedi pag.14):secondo
modalità,criteri e com
pensi definiti dalla contrattazioned’istituto nell’am
bito del piano delle attività (art.47 com-
ma 2 C
cnl 2007);- per tutto il personale le Attività aggiuntive
(vedi pag.9):delibera del consiglio di circolo o d'istituto,il quale a tal fi-ne acquisisce la delibera del collegio docenti (art.88 com
-m
a 1 Ccnl 2007).
La Cm
243/99 applicativa dell'art.30 Ccni 1999,ora tra-
sfuso nell’art.88 Ccnl 2007,prevede che la delibera del
consiglio di circolo o di istituto contenga “i nominativi del
personale docente e Ata chiamato a prestare dette attività ag-
giuntive”,“sia l'impegno orario richiesto a ciascun interessato
che il compenso spettante”
e chiarisce che “degli incarichiconferiti deve essere data pubblicità m
ediante affissione del re-lativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica”.L’attribuzione dell’attività e del com
penso,“con apposito in-carico scritto” ,resta,ovviam
ente,un compito del capo d'i-
stituto che anche in questo caso "assicura l'esecuzione del-le deliberazioni degli organi collegiali"
(art.396 T.U.) cui ri-
sulta soggetto e vincolato (vedi sentenza Tar Piemonte
131/79,e art.25 comm
a 2 DLgs.165/2001).
Visto che nei collegi si parla spesso di attività e non del-
l'individuazione di coloro che devono svolgerle si correspesso il rischio che qualche dirigente faccia deliberareagli organi collegiali solo le attività per potere poi discre-zionalm
ente attribuire l'incarico:è necessario non lasciarequesto spazio e,com
e già previsto dalla Cm
243/99,im-
pegnarci perché nelle delibere degli Organi collegiali ven-
gano chiaramente indicati sia i nom
i di coloro che sonoincaricati,che i tem
pi previsti per lo svolgimento dei com
-piti e il relativo com
penso.C
osì facendo,tra l'altro,si semplifica notevolm
ente la con-trattazione di istituto che diventa,alm
eno in parte,la rati-fica di quanto deciso dagli organi collegiali.
1.Per la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola,larisorsa fondam
entale è costituita dal patrimonio professionale
di tutto il personale docente,educativo e Ata,che si concretiz-za in attività collegialm
ente condivise nelle scelte e negli incari-chi che ne derivano.Pertanto,i criteri generali per l’individua-zione del personale cui attribuire incarichi aggiuntivi sono:- la disponibilità del personale a svolgere le attività aggiuntive.Le disponibilità saranno richieste a tutto il personale con circo-lare interna che indichi il tipo di incarico,l’im
pegno orario e ilcom
penso relativo;- l’equa distribuzione delle attività aggiuntive per non gravarecon eccessivi incarichi sugli stessi soggetti;- la rotazione,per garantire alla scuola un sem
pre maggior nu-
mero di professionalità capaci di assolvere ai com
piti aggiuntivi.
2.Gli incarichi per le attività da retribuire con il fondo dell'isti-
tuzione scolastica sono attribuiti nel rispetto delle competenze
del dirigente scolastico e degli Organi Collegiali,sulla base del
Piano annuale delle attività del personale docente deliberato,aisensi dell’art.28 com
ma 4 Ccnl 2007,dal Collegio dei docenti
in data … e sulla base del Piano annuale delle attività del per-
sonale Ata adottato,secondo la procedura prevista dall'art.53com
ma 1 Ccnl 2007,dal D
S in data ...
3.Personale docente - Le proposte di attività,debitamente
strutturate,presentate in Collegio per l’approvazione,dovrannocontenere,anche la quantificazione dell’im
pegno orario richie-sto per ogni docente,e l’individuazione del/i docente/i disponi-bile/i a svolg er e la suddetta attività aggiuntiva.
4.Personale Ata - La proposta di Piano delle attività formulata
dal Dsga - sentito il personale - dovrà contenere anche la quan-
tificazione dell’impegno orario richiesto per ogni unità di per-
sonale,e l’individuazione del personale disponibile a svolgere leattività aggiuntive.
5. Il DS attr ibuisce ogni incarico con una lettera che indica:
- il tipo di attività e i limiti cronologici di tale im
pegno;- il com
penso orario o forfettario spettante;- le incom
benz e der ivanti e l’eventuale delega ed ambito di re-
sponsabilità dipendenti dall’incarico attribuito;- le m
odalità di certificazione degli impegni.
Le letter e d’incar ico sono parte dell’informazione per le Rsu.
6.Degli incarichi conferiti è data pubblicità m
ediante affissionedel relativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica.
7. Il Ds contr atta con le Rsu per incar ic hi,non già previsti,di cui
sia sor ta l’esig enza nel cor so dell’anno scolastico.
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ento per quanto riguar da le supplenzetem
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a 78 della L.662/1996 (”I capi di istituto sono autorizzati a ricorrere allesupplenz e br e vi e saltuar ie solo per i tem
pi strettamente ne-
cessar i ad assicur ar e il ser vizio scolastico e dopo aver pr o vve -duto,eventualm
ente utilizzando spazi di flessibilità dell'orga-nizzazione dell'or ar io didattico, alla sostituzione del personaleassente con docenti già in ser vizio nella m
edesima istituzione
scolastica”) che successivamente è stata ribadita dal com
-m
a 10 ar t. 4 della L. 124/1999 (“Il conf er imento delle sup -
plenz e tempor anee è consentito esc lusivam
ente per il per iododi effettiva perm
anenza delle esigenze di servizio.La relativar etr ibuzione spetta lim
itatamente alla dur ata effettiva delle
supplenz e medesim
e”). Infine è inter v en uto anche l’ar t. 22com
ma 6 della L.448/2001 stabilendo che “le istituzioni sco-
lastic he autonome ,ad eccezione delle scuole dell'infanzia e del-
le scuole elementar i, possono pr o vveder e alla sostituzione del
personale assente utilizzando,in coerenza con il piano dell'of-f er ta form
ativa,le proprie risorse di personale docente,ancheoltr e i lim
iti tempor ali pr e visti dalle disposizioni vig enti e f ino a
un massim
o di 15 giorni”.Q
uindi, a par tire da questi punti di riferimento cerchiam
odi chiarir e quale sia la situazione attuale .Innanzitutto,com
e si vede,nessuna norma prevede – co-
me in vece sostengono troppi dirigenti - che per assenze
inf eriori ai 16 giorni nelle scuole medie e superiori oppu-
re ai 6 giorni nelle elementari (art.28 com
ma 5 C
cnl2007),sia vietato conferire la supplenza,bensì che è obbli-gatorio conferirle superati questi lim
iti.Per altro,com
e ha perfino ribadito la Corte dei C
onti(Sez.III C
entrale d’Appello,Sent.59/2004),diventa neces-
sario conferire la supplenza anche per periodi inferiori aquesti lim
iti quando non è possibile provvedere alla co-pertura di assenze attraverso le uniche legittim
e (legittime
proprio perché esplicitamente previste dalle norm
e vigen-ti) m
odalità diverse dal conferimento della supplenza,che
sono solo quelle previste dal comm
a 78 dell’art.1 L.
662/1996:- flessibilità dell’organizzazione oraria,che significa “spo-stare” le ore di lezione da una settim
ana a un’altra,certonon significa far entrare dopo o far uscire prim
a le classi,o addirittura sm
embrare e/o abbinare le classi,“soluzioni”
(?) che di fatto configurerebbero un’interruzione di pub-blico servizio;- sostituzione con personale già in servizio,cioé con col-
leghi che hanno or e a disposizione per il completam
entodelle 18 or e di cattedra (or e che de v ono essere indicatenell’orario settim
anale e che non possono essere sposta-te senza il consenso del docente),oppure che hanno datola pr opria disponibilità a “pr estar e or e eccedenti all’or ariod’obbligo fino ad un m
assimo di 24 ore settim
anali”(art.70
Ccnl 1995,art.7 D
m 13/6/2007,art.30 C
cnl 2007).P er quanto riguar da “i tem
pi str ettamente necessar i ad assi -
curare il servizio scolastico”nonché “il periodo di effettiva per-
manenza delle esigenze di servizio”
e per evitare che questadefinizione generale della questione si tram
uti negli abusi(utilizzo com
pr esenze , sostegno , ecc .) a cui molti ca pi d’i-
stituto ci vorrebbero abituare,occorre fare qualche altrapr ecisazione:1) “il ser vizio scolastico”
da assicurar e non cr ediamo possa
essere considerato alla stregua della semplice sorveglian-
za, ma bensì sia lo sv olgim
ento dell’attività didattica pr o-gram
mata;
2) “i tempi strettam
ente necessari”non possono essere in-
dividuati unilateralmente dal dirigente , m
a sono quelli de-finiti “dalle disposizioni vig enti alla data della stipula del con -tratto”,cioè:- “o ve al pr im
o periodo di assenza del titolare ne consegua unaltr o, o più altr i, senza soluzione di continuità o interr otto soloda giorno festivo o da giorno libero dall'insegnam
ento,ovvero daentr am
bi,la supplenza temporanea viene prorogata nei ri-
guar di del medesim
o supplente già in ser vizio, a decorr er e dalgiorno successivo a quello di scadenza del pr ecedente contrat-to”
(ar t. 7 Dm
13/6/2007).- “nel caso in cui ad un prim
o periodo di assenza del titolarene consegua un altr o intervallato da un periodo di sospensionedelle lezioni si procede alla conferm
a del supplente già in ser-vizio;in tal caso il nuovo contratto decorre dal prim
o giorno dieffettivo
servizio dopo
la ripresa
delle lezioni”
(art.7
Dm
13/6/2007).- “qualora il docente titolare si assenti in un'unica soluzione adecorrere da una data anteriore di alm
eno 7gg all'inizio di unperiodo predeterm
inato di sospensione delle lezioni e fino auna data non inferiore a sette giorni successivi a quello di ri-presa delle lezioni,il rapporto di lavoro a tem
po determinato è
costituito per l’intera durata dell’assenza.Rileva esclusivamen-
te l’oggettiva e continuativa assenza del titolare,indipendentedalle sottostanti procedure giustificative dell´assenza del titola-re m
edesimo [quindi anche se l’assenza è giustificata da suc-
cessive certificazioni,ndr] .Le domeniche,le festività infraset-
timanali e il giorno liber o dell'attività di insegnam
ento, r icaden -ti nel per iodo di dur ata del r apporto m
edesimo sono retribuite
e da computarsi nell’anzianità di servizio.N
ell’ipotesi che il do-cente com
pleti tutto l’or ar io settimanale or dinar io, ha egual -
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per n.… docenti e A
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645,82solo negli Istituti 2° grado
per n.… docenti organico dir.
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07
- art. 6
c. 2 le
tt. lC
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eventuali ulteriori finanziamenti
= ……
……
…...
Somm
e eventualmente non spese
nei precenti anni scolastici= …
……
……
...
NB dal num
er o dei docenti sono esc lusi gli insegnanti di religione;nella scuola superiore il numero
di docenti di sostegno da considerare è quello ottenuto moltiplicando i posti per 0,37 (rapporto na-
zionale tra organico di diritto e organico di fatto)
Fon
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010
La differenza tra le cifre che riportiamo
nello schema e quelle previste dall’art.
85 comm
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inatadal fatto che l’art.85 indica cifre “al lor-do degli oneri riflessi a carico dell’am
mini-
strazione”m
entre le Tabelle allegate allostesso C
cnl,relative ai compensi a cari-
co del fondo d’istituto,indicano cifre al“lordo dipendente”.Pertanto,rispetto al-le cifre previste dall’art.85 sono già de-dotti gli oneri relativi all’ Inpdap “Stato”(24,20%
) e all’Irap(8,50%
).Per ottenereil com
penso netto spettante a ogni la-voratore bisogna poi sottrarre ai com
-pensi determ
inati in base alle Tabellecontrattuali la quota Inpdap “dipenden-te”
(8,75%) e il Fondo credito
(0,35%) e
quindi la massim
a aliquota Irpef applica-ta al singolo dipendente.
dall’Unione Europea,da Enti o istituzioni pubblici e privati.
Nonostante dirigenti scolastici e D
sga presentino general-m
ente la questione avvolta da indeterminazione e incertez-
ze,l'entità del fondo,attribuito dal Miur,è determ
inabile findal 1° settem
bre sulla base di semlici param
etri (vedi sotto).A
queste risorse devono poi aggiungersi:- sulla base dei relativi specifici fabbisogni com
unicati dallesingole Istituzioni Scolastiche,le risorse destinate al paga-m
ento della quota fissa dell’indennità di direzione spettanteai D
sga,i compensi per indennità di bi/trilinguism
o solo perle scuole di lingua slovena (nell’ipotesi in cui per gli stessi fininon sia già erogata un’altra indennità),i com
pensi per l’in-dennità di lavoro notturno e/o festivo solo per convitti,edu-candati e scuole speciali;- i finanziam
enti previsti dalle vigenti disposizioni e tutte lesom
me introitate dall’istituto scolastico per com
pensare leprestazioni aggiuntive del personale,ivi com
prese quelle de-rivanti da risorse dell’U
nione Europea,da enti pubblici o sog-getti privati,com
prese le famiglie cui potrà essere richiesto
un contributo per le attività integrative (peraltro già previstefin dal 1924 col R
egio Decreto 965 che però ne im
poneval'assoluta e totale gratuità!);- il finanziam
ento previsto dalla L.440/97- il finanziam
ento per progetti relativi alle Aree a rischio,a for-te processo im
migratorio e contro l’em
arginazione scolasti-ca (art.9 C
cnl 2007).
Infine,nonostante nel nuovo Ccnl non sia più prevista la spe-
cifica disposizione già contenuta nel comm
a 4 art.83 Ccnl
2003,sindacati firmatari e A
ran concordano sul fatto che ri-entrino nel fondo d’istituto anche le som
me eventualm
entenon spese nel precedente esercizio finanziario.C
osì,con uno Stato che garantisce una sempre più ridotta
“dotazione finanziaria essenziale"(art.21 L.59/97),le scuole,
dipendendo sempre più dalle "realtà e dagli Enti Locali",ve-
dranno accrescersi le diseguaglianze territoriali e la segmen-
tazione della struttura sociale (come già dram
maticam
enteaccade in Francia e Inghilterra),contro le quali un’eventuale"assegnazione perequativa" appare soltanto com
e un inter-vento cosm
etico.La ricchezza,distribuita in m
aniera così disomogenea sul ter-
ritorio nazionale,finirà per privilegiare ulteriormente chi già
privilegiato lo è,visto che lo Stato rinuncia a farsi garante diim
parzialità e a rivestire il ruolo di responsabile ultimo della
qualità del sistema form
ativo.In più con un "dirigente scolasti-co che attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diver-se realtà sul territorio"
(art.3 Dpr 275/99) la scuola m
arcerà apiù velocità:avanti gli istituti guidati da dirigenti influenti sugliam
ministratori e aiutati da fam
iglie altrettanto influenti,die-tro scuole che “aprendosi” verso un territorio difficile si tra-sform
eranno in ricettacolo dei problemi del quartiere.I di-
fetti della situazione attuale,piuttosto che essere combattuti
assurgono a paradigma della scuola futura.
Da quando è stata pr e vista la possibilità di r etribuir e la
Flessibilità,la sua definizione è diventata il tormentone di
tutti i contratti d'istituto . In genere i Ds cercano di lim
ita-r e il concetto di flessibilità alle generali indicazioni ripor -tate nel C
cnl e nel comm
a 2 dell'art.4 del Dpr 275/99,che
- per altr o - sottolinea esplicitamente che:"le istituzioni sco -
lastic he possono adottar e tutte le f orme di flessibilità c he r i-
tengono opportune e tra l'altro:”-
l'ar ticolazione modulare del m
onte ore annuale;- la definizione di unità di insegnam
ento inf eriori all’oracon obbligo di recupero (vedi pag.14);- l'attivazione di per corsi didattici individualizzati,rispet-tando l'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo ,anche per gli alunni div ersam
ente abili;- l'ar ticolazione m
odulare di gruppi di alunni provenientidalla stessa o da div erse classi o da div ersi anni di corso;- l'aggr egazione delle discipline in ar ee e am
biti disciplinari.M
a lo stesso Ministero quando ha dovuto fornire proprie
indicazioni sulla flessibilità ( v edi ww
w .pubblica.istruzione .it/ar -g om
enti/autonomia/def inisce/def ault.htm
), non ha potuto fa -re a m
eno di considerarle che degli esempi,non essendo
assolutamente possibile esaurir e una casistica che ogni
scuola può ar ricchir e .Infatti,il M
inistero suggerisce,"tra l'altro",che:"I tem
pi dell'insegnamento possono esser e inf atti com
binati perr ealizzare,tra l'altro,all'interno del norm
ale orario curricolare* specifici percorsi di accoglienza,continuità,orientam
ento e/oriorientam
ento;* fasi di insegnam
ento intensivo seguite da altre di appoggio;* attività laboratoriali pluridisciplinari;* dim
inuzione del numero delle discipline m
ediante la concen-trazione del loro m
onte ore annuale in un solo quadrimestre.
...A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati perrealizzare,tra l'altro,all'interno del norm
ale orario curricolare:* gruppi più grandi per le lezioni frontali;* gruppi più piccoli per le esercitazioni,il sostegno,il recupero,l'approfondim
ento;* gruppi tem
poranei di livello e/o di riallineamento;
* gruppi di laboratorio;* gruppi per le discipline opzionali;* gruppi per le discipline facoltative....Per affrontare le difficoltà ...Le scuole possono così organiz-zare,tra l'altro,nel norm
ale orario curricolare:* m
oduli di allineamento ...indirizzati a piccoli gruppi nei qua-
li gli allievi,oltre a proseguire il normale program
ma di studio,
sono guidati a lavorare sulle carenze individuali;
* discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare
l'uso delle proprie capacità;* m
oduli di passaggio da un indir izz o a un altro della scuolasuper ior e;* m
oduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della
f ormazione pr ofessionale;
* moduli di r iallineam
ento per c hi r ientr a nel sistema istruzione .
P er pr omuo ver e le eccellenz e ... Le scuole possono così orga -
nizzar e,tra l'altro,nel normale orario curricolare o nella quota
f acoltativa del curr icolo:* m
oduli di appr of ondimento per gruppi di eccellenza;
* moduli di r iorientam
ento per la scoperta di specifiche voca-zioni;* discipline e attività destinate a costruir e cr editi f orm
ativi ag -giuntivi".Se sono queste le attività che ,“tr a l’altr o”, il m
inister o ri -esce a suggerir e allora par e una conf erm
a a quanto soste -niam
o da tempo:da sem
pre il lavoro docente è “flessibi-le”. C
oncludendo , pr oprio sulla base della normativa vi-
gente (ar t.88 com
ma 2 lett.
a Ccnl 2007,
ar t.4 D
pr275/1999,D
.I.234/2000),pare ci siano tutte le condizioniper consentir e agli O
rgani collegiali e alle Rsu di dar e una
definizione della flessibilità legata alle specifiche attivitàdelle diverse scuole,senza dover sottostare alle “inflessi-bili” determ
inazioni dei Dirigenti scolastici.
Fle
ssibilità n
el lavo
ro d
oce
nte
L ’ar t. 33 Ccnl 2007 ha conferm
ato l’istituto delle Funzionistrum
entali al Pof.Il Collegio dei docenti all'inizio dell'anno
scolastico definisce criteri di attribuzione,numero e desti-
natari di queste funzioni.In caso di concorrenza tra piùaspiranti il C
ollegio pr ocede all’elezione a scrutinio segre-to.I com
pensi sono decisi dalla contrattazione tra Rsu e
dirigente.Le risorse per retribuire tali funzioni sono attri-buite dir ettam
ente alla scuola. Non possono com
por tareesoneri totali dall'insegnam
ento.Nel caso in cui il C
ollegionon attivi queste funzioni nell’anno di assegnazione deller elativ e risorse , si potranno utilizzar e le stesse som
me nel-
l’anno scolastico successiv o ,con la stessa finalità.Tenendoconto che tutti i docenti sono strum
entali alla realizzazio-ne del P of e al fine di depotenziar e il sem
pr e possibile usodiscrim
inatorio di queste funzioni, il collegio deve riappro-priarsi del suo ruolo di program
mazione e gestione delle
attività organizzativ o-didattiche
indicando un
n umer o
massiccio di funzioni strum
entali e contestualmente il
monte ore corrispondente,in m
odo che la Rsu possa pro-
ceder e allo stesso trattamento econom
ico a parità di or e .
Fu
nzio
ni stru
me
ntali al P
of
CCOOBBAASS 4444 sseetttteemmbbrree -- oottttoobbrree 22000099 77
Nella calura agostana e nell'as-sordante silenzio mediatico ilGoverno sta per produrre il piùgrande licenziamento di massanella storia della Repubblica. Dasettembre ci saranno quasi 17mila cattedre in meno per gli in-segnanti precari. Tra pochi gior-ni, contando anche il taglio deibidelli e degli amministrativi, cisaranno più di 20.000 disoccu-pati ad aggiungersi all'esercitocrescente dei senza lavoro ita-liani. Le classi avranno menodocenti ma più alunni e saran-no dunque a rischio sicurezza.Si prevede infatti che le classidall'anno prossimo sarannomediamente composte da 26bambini all’asilo, 27 alle ele-mentari e 30 in medie e supe-riori contro una media europeadi 15-20 studenti. Nonostantequeste cifre il Ministro va datempo ripetendo che in Italia cisarebbero più insegnanti perstudente rispetto alla media eu-ropea (una vecchia mezza veri-tà, infatti non viene spiegatoche nella conta questi signorimettono anche gli insegnanti disostegno che in Europa non esi-stono ... Di fatto però le nostresono le classi più affollated'Europa). La scuola viene col-pita come mai è stato fatto daldopoguerra ad oggi e i mezzi dicomunicazione parlano di realtàscolastica solo in riferimento al-la pittoresca proposta leghistadei test di dialetto per i docen-ti, tutti i telegiornali riportano ladecisa condanna della Chiesadella sentenza del Tar Lazio chepreclude gli scrutini agli inse-gnanti di religione ed escludel'ora di religione dalla valutazio-ne globale degli studenti (dopomesi di torpore la Santa Sedetorna a condannare). I massmedia danno risalto alla notiziadel ricorso del Ministero controla sentenza del Tar Lazio sugliinsegnanti di religione. Mentremigliaia di docenti precari stan-no per essere cacciati dallascuola la preoccupazione dellaGelmini è quella di mettersi su-bito sull'attenti per la SantaSede e ricorrere a favore deicolleghi di religione che non ri-schiano nulla. La Gelmini ha af-fermato: “L'ordinanza del Tartende a sminuire il ruolo degliinsegnanti di religione cattolica,come se esistessero docenti diserie A e di serie B”. E i 17.000docenti precari che verrannocacciati via il mese prossimocosa sarebbero? Docenti di se-rie C? Il Ministro lo sa che i pre-cari di religione sono gli unicitra i docenti precari ad avere lostipendio assicurato e gli scattidi anzianità? Un licenziamentodi massa nel settore più impor-tante del Paese e nessuno alzala voce. Questo è davvero unostrano Paese.
Al Ministro Gelmini,
Chi le scrive, non intende utiliz-zare nessun garbo, nessunacortesia, nessuna frase di circo-stanza, perché non li merita. E proprio di merito desideroparlarle: il suo accattivante slo-gan, per i fessi, beceri, ignoran-ti, imbambolati e decerebratidalla tv del suo capo, che conti-nuano a votarlo, permettendo,per compiacerlo, che personecome lei siano alla guida di unministero, che fu di Gentile, cheha nelle mani il futuro della no-stra nazione. A proposito di me-rito, le chiedo: perché il meritoè richiesto solo a noi e - doveinequivocabilmente presenteper punteggi maturati con annidi servizio per lo Stato, master,specializzazioni, lauree, aggior-namento - messo in dubbio?Forse perché provenienti dalleregioni sbagliate? Le chiedo, quando ha fatto l'e-same di abilitazione lo ha soste-nuto in calabrese, bresciano oitaliano? Era abbastanza virtuo-sa l'Università che l'ha ricono-sciuta avvocato? Quanto era lei"radicata" nel territorio? Giustoil tempo di una abilitazione,"mordi e fuggi", altro spot a leicaro. Ma lei aveva fretta, dove-va lavorare, noi invece viviamodi rendita e manna. Ma si sa, quello che vale per noi,non vale per voi! Voi potete es-sere al di sopra di tutto, delleleggi, del merito, dei tribunali, ditutto! Potete ritenere opportu-no, legiferare su prostituzione,quando il premier frequentaescort. Partecipare al FamilyDay accanto alla Chiesa un po'distratta, quando ognuno di voinella vita e nell'esempio è benlontana non solo dalla moralecattolica ma da parole come "di-gnità e onore" di cui parla l'art.54 della Costituzione. Sa di cosa parlo? Quella carta incui è scritto che l'Italia è una,che non accetta discriminazioni,che le scuole private non devonocomportare "nessun onere perlo stato", che la scuola è laica. Ma come ha avuto modo dichiarire in questi giorni, attra-verso la nota del suo ministeroagli Usp, le leggi si applicano seda voi ritenute opportune.Infatti per lei non è opportunoricorrere al Consiglio di Stato,che potrebbe rifilarle l'ennesi-ma sconfitta, è opportuno invi-tare gli Usp, a non applicareuna sospensiva, per legge im-mediatamente esecutiva, per-ché come ben sappiamo le gua-sterebbe i rapporti con la Lega. O diciamocelo chiaramente, aquesto punto non c'è più biso-gno di pensarlo o bisbigliarlo,ormai i tempi sono maturi: gliitaliani vostri elettori sono cottia puntino, da tutta la vostra in-decente campagna propagandi-stica. Basta ipocrisie: i terun vistanno sulle scatole e stiano amarcire nelle gabbie di fame e
povertà che lei ha costruito adhoc con i tagli. Perfino i vostrialleati del Sud lo sanno, e pro-vano ad alzare la voce. Comeben dice lei però tutto si risol-verà, con buona pace di chi vivota. Arriverà super Silvio emetterà tutto a posto. Su una cosa volevo però rassi-curarla: non soffre di nessunasindrome di Stoccolma, è soloche tutte le marachelle che lecombina il suo compagno dimerende Giulio, non nuoccionoal vostro idillio, perché siamonoi a pagarle. Lei sta e conti-nuerà a stare benissimo. Desidero per onestà intellettua-le riconoscerle un grande meri-to: il fatto che tutto quello chesta facendo alla scuola pubbli-ca, alle famiglie di precari chebutta per strada, al nostro futu-ro, lo fa con grande impertur-babilità. Anzi, ci gode e si acca-nisce, con vero sprezzo, tutt'al-tra tempra rispetto a quella pia-gnona della Moratti. I suoi in-sulti, insieme a quelli dell'ono-revole Brunetta rimarranno nel-la storia: da “pirla” a “prof me-ridionale”, da “esaminare” a“guide turistiche”. Ma si sa, noiper lei siamo neanche delle be-stie, ma dei vegetali, con l'ulti-ma sparate dei vivai, si è dav-vero superata in rispetto! E laprego di finirla con gli spot e lepromesse di immissioni, am-mortizzatori ecc., non ci credenessuno! Come avete ampia-mente dimostrato, non avetebisogno di nessuno, non v'inte-ressa il consenso, se non quelloelettorale. E fino a quando cisarà un tubo catodico funzio-nante quello non vi mancherà! Grazie per averci rubato la ca-pacità d'indignarci! Si riposi che a settembre c'è dadistruggere quel che resta dellascuola italiana!
Trovo la sentenza 7076 del Tardel Lazio oggettivamente seriae limpida. Essa ha chiarito che“sul piano giuridico, un inse-gnamento di carattere etico ereligioso, strettamente attinen-te alla fede individuale, non puòassolutamente essere oggettodi una valutazione sul piano delprofitto scolastico”. E come dar-gli torto? Avere fede nel cattoli-cesimo non può costituire un"di più" rispetto allo studenteche non ce l'ha o ce ne ha un'al-tra. La scelta di avvalersi o me-no dell’insegnamento della reli-gione cattolica deve essere li-bera e in nessun modo condi-zionata. Questo dice il Tar, e lodice in sintonia, e non contro, ilConcordato, le Leggi e iRegolamenti della Scuola. Ma dice pure altro: “lo Stato(...) non può conferire ad unadeterminata confessione unaposizione dominante”. E in ef-fetti, nella scuola pubblica, diquesto si tratta: di un dominiodel pensiero cattolico, non solodell'Irc; dominio culturale e so-ciologico, che si appalesa inmille modi: dall'induzione a ri-cordare le feste cattoliche algrondare di crocefissi su ognu-na delle sue pareti. Ma la CCAR[chiesa cattolica apostolica ro-mana, ndr] sa solo "minaccia-re" che i vescovi non possonorestare in silenzio "di fronte aquesta assurdità". Ah sì? I ve-scovi parlino pure, chi glielovieta (anzi, il servilismo statale
li incoraggia quotidianamente);ma non sperino che la loro indi-gnazione d'ordinanza si sosti-tuisca ai pronunciamenti di untribunale o, meglio ancora, aivalori e ai principi che tali pro-nunciamenti affermano e difen-dono. Come al solito, una leggefavorevole è sacrosanta, unalegge contraria diventa ignobilee sbagliata ... Il problema deldiscriminare lo studente chenon vuole la lezione di cattolice-simo rispetto a chi la sceglienon mi sembra solo materia dilegge; la religione cattolica,proprio perché è un insegna-mento facoltativo, non deve darluogo ad alcuna forma di discri-minazione. E invece, col mec-canmismo dei crediti allargatoall'Irc, addirittura si premia chisceglie la facoltativa ora di reli-gione! Non mi meravigliano icardinali, impauriti del tracollodel numero di studenti che siavvalgono; non mi meravigliala cattolicissima signorinaBinetti, che critica la sentenza7076 accusandola di creareprofessori di serie A e di serie B(dovrebbe invece riflettere sullasituazione reale degli studentiche non fanno religione: loro sìche sono trattati da serie B oanche meno). Mi meraviglia lamia ministra Gelmini che strillaricorsi ben sapendo che la leg-ge, la logica, la storia, la vitastessa della scuola le è contro!
Calogero Martorana
Vorrei fare un intervento daCattolico-praticante: faccio par-te di un Consiglio parrocchiale,di un movimento di coppie cri-stiane, di un'associazione di vo-lontariato, ecc. e trovo comun-que giusta la sentenza del Tar.Dirò di più: non c'è mai statoalcun problema nella mia scuo-la. Non capisco quali siano que-sti crediti di cui si parla.Durante gli scrutini di giugno, inuna situazione di parità di voti,ho chiesto io di applicare la leg-ge che prevede lo scorporo delvoto dell'insegnante di Irc, cherimane solo come parere e noncome voto, e nessuno ha prote-stato. Anzi, sarei del parere cheforse sarebbe ora di toglierequesta ora di Irc. Per chi ha fe-de e ci crede veramente se neguadagnerebbe in credibilità.Nella mia scuola le pareti non"grondano di Crocefissi", comedice Calogero. Non ce ne sono enessuno protesta. Quando un alunno, che conoscela mia partecipazione attiva, miha chiesto come mai non pre-tendevo il Crocefisso in aula, gliho risposto che è meglio così,visto il comportamento non solo"non cristiano" ma spesso "nonumano" che c'è tra loro, conrancori, bestemmie e quanto dipeggio.Ma il problema dei crediti è piùampio: ha senso dover dare 10in educazione fisica ad un alun-no che passa le due ore sedutoin palestra a parlare al cellularee che però siccome milita in se-rie C di calcio, semiprofessioni-sta, non può non avere 10. È come dire che chi scrive sulgiornale parrocchiale deve ave-re 10 in Italiano. Forse è il caso di fare ordine eper ridurre l'orario scolastico,anziché togliere ore all'informa-tica o alla matematica, comin-ciare a recuperare tre ore: unadi Irc e due di educazione fisica.
Saluti Roberto
La Lega ha stravinto: GrazieGemini! Lunedì 13 luglio gli in-segnanti precari della nostraprovincia hanno manifestatodavanti agli uffici del Provvedi-torato “contro gli inserimentidei colleghi del Sud” dando ini-zio ad una ridicola guerra frapoveri. Alcune premesse: il DM42/09 sulle graduatorie provin-ciali ad esaurimento del perso-nale docente ed educativo(quindi dei precari storici o dinuova inclusione), vieta il tra-sferimento. La Gelmini, non haletto, evidentemente, le leggidello Stato n.124/99 (aggiorna-mento e trasferimento ad altraprovincia) e 333/01 (inseri-mento sulla base del punteggiospettante), pur citandole addi-rittura nelle premesse del de-creto e richiamandole in calce(“per quanto non espressamen-te previsto dal presente decre-to valgono le disposizioni conte-nute nella legge 3.5.1999 n.124”). Secondo il Ministero,chiunque avesse fatto domandadi trasferimento in altra provin-cia sarebbe finito in coda allagraduatoria di quella provincia,di fatto azzerando il propriopunteggio, che, ricordo, rimanel’unico strumento di meritocra-zia. Il Ministero Gelmini, cometanti insegnanti probabilmenteignorano, era a conoscenza diuna sentenza emessa dal TarLazio prima e del Consiglio diStato poi, che invalidavano l’en-nesima gelminata.I sindacati rappresentativi cheavrebbero dovuto difendere idiritti dei precari, tacevano oconsigliavano al Ministero ditrovare un escamotage per ag-girare tutto ciò che era diventa-to fastidioso e d’impaccio; iltutto solo per non perdere ipropri tesserati in un inutilesforzo campanilistico. Tutto ciòha gettato le graduatorie adesaurimento nel caos dato cheoltre 6000 precari hanno vinto ilricorso contro la coda, ottenen-do l’inserimento a pettine e cioèsecondo il proprio punteggio. Ilministero Gelmini contrattaccaproponendo il “principio dellacontinuità”, scoraggia i precariminacciando ritardi nelle opera-zioni di assunzione e nel frat-tempo invita a cambiare me-stiere, reinventandosi comeguide turistiche, nonostante laprofessionalità acquisita attra-verso la laurea, le scuole dispecializzazione e l’esperienzain aula. Su tutto ciò aleggia laleggenda del “Precario del Sud”(contro cui è stato organizzatoil sit-in di lunedì in città) fannul-lone e irresponsabile che, dopoaver a lungo poltrito accanto altelefono in attesa di una sup-plenza, imbraccia la valigia dicartone e corre e rubare il postoal “Precario del Nord”, inseren-dosi davanti a quest’ultimo.Io “Precaria del Nord” dico NO einvito i miei colleghi a fermarequesta cultura leghista del cor-tile, a riflettere sul fatto che leordinanze sospensive proven-gono da tribunali italiani e dalConsiglio di Stato, a pensarecome cittadini di una nazione emembri della comunità euro-pea, ad essere difensori dellalegalità e dei principi costituzio-nali (e portatori degli stessi ainostri alunni), a non stare aigiochi di chi vuole un lotta frapezzenti di diversa ubicazionegeografica per nascondere unprogetto di demolizione dellaScuola Pubblica italiana.
Per contattarci
per le lettere:- [email protected] Giornale Cobas, piazza Unità d’Italia, 11 - 90144 Palermo
per i quesiti, compilare il form alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/inviateci.html
Segnaliamo inoltre che sono disponibili numeroserisposte ai quesiti pervenuti alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/faqFrame.html
LLeetttteerree
LLiicceennzziiaattii??NNoo,, ssoolloo nnoonnrriiaassssuunnttii
NNoonn cc’’èè ppiiùùrreelliiggiioonnee
MMeerriittoo??
PPeettttiinnii ee ccooddee
88 CCOOBBAASS 4444 sseetttteemmbbrree -- oottttoobbrree 22000099
di Beppi Zambon
Quello che difficilmente è per-cepibile, se non da chi operaall’interno della scuola, è ilcambiamento di clima, di rap-porti sociali, di sensibilità civi-ca che vi alligna e si propaga.È un cambiamento culturaleche si va infiltrando e, con isuoi umori marcescenti, incri-na le fondamenta, del luogo
dove si formano i futuri citta-dini. Un cambiamento che ri-sente di quanto si è andatoseminando a profusione nellasocietà da almeno un decen-nio a questa parte per rompe-re quel “contratto sociale” cheè insito nella Costituzionestessa: non a caso è statouno dei primi punti di applica-zione in cui si è materializzatoil cambiamento col concorso
di tutte le forze politiche.Il razzismo, esplicito o latentecon cui dobbiamo fare i contiquotidianamente nella scuola,è un frutto di questo cambia-mento. La cultura popolareitaliana sempre è stata ed èimpregnata di questo conci-me organico, basti pensareagli epiteti, ormai in disuso diterroni e polentoni degli anni‘60 e ‘70, su di essa ci sonoandati a nozze leghisti di tut-te le risme fino a ridarne unanuova veste e “dignità” politi-ca, capace di una rappresen-tanza istituzionale, locale enazionale, qual è quella odier-na, che rilancia a gran voce ildialetto locale nelle scuole, glistendardi regionali, il “va pen-siero” verdiano, e quant’altroin un indistinto polpettone av-velenato.Questa disseminazione dellaxenofobia nella società si èaccompagnata con la gestio-ne politica e amministrativadella paura dell’altro, qualun-que esso fosse migrante, dis-occupato, punkabestia, gay oaltro comunque, che porta aoffrire – richiedere una socie-tà disciplinata, gerarchizzata,controllata e controllabile inogni suo ambito. È il trionfonelle città, grandi e piccole,degli sceriffi, delle telecamere,dei guardoni, delle ronde, è iltrionfo della società dello spet-tacolo, di cui quotidianamenteseguiamo la telenovela.Padova è stata, ancora unavolta, una città laboratorio diqueste pratiche securitarie edi questa fomentazione razzi-sta, in una convergente mani-polazione propagandistica diforze politiche diverse - alme-no per origine – di governo edi opposizione, almeno nellacittà: la Lega e gli odierni Pdcon in testa il sindacoZanonato, che ha fatto dellasicurezza il suo cavallo di bat-taglia ed è, comunemente,appaiato al sindaco di VeronaTosi, oltre che al più notoCofferati.Ricordiamoci del muro di viaAnelli, che ha fatto il giro delmondo in pochi giorni, assun-to come strumento per sepa-rare socialmente la città sanada quella avariata e contami-nante dei migranti, una encla-ve, un apartheid, in nulla dis-simile al – giustamente - ese-crato muro in Palestina. Ma ricordiamo anche che lì adue passi vi è la straordinariaesperienza educativa – rac-colta anche in un recente libro- della scuola Giovanni XXIII,che vede la felice convivenzadi bimbi di ben 18 nazionalità,frutto dell’ordinario lavoro displendide maestre, che ab-batte quotidianamente tutti imuri. Un muro – quello di viaAnelli - enfatizzato dai mediaitaliani come soluzione allapaura della criminalità e deglistranieri, mai come infame ri-proposizione del ghetto e del-la segregazione razziale, suquesto nodo – a suo tempo -avevamo chiamato, comeCobas, tutti gli operatori edu-cativi a riflettervi.Questo non è bastato nè co-me esperienza né come dis-cussione alla città, ai suoi am-ministratori, tanto che, a di-stanza di un paio di anni, que-
sta soluzione (un muro) vienesollecitata per risolvere unproblema di promiscuità tra lascuola elementare D. Valeri eil Ctp collocati in edifici adia-centi, separati – poveri noi –solo da una esile rete a ma-glie. Solo un sollecito inter-vento delle organizzazioni an-tirazziste, dei Cobas, delCentro Studi per la ScuolaPubblica - Cesp ha permessodi fare di questo traumaticoepisodio, un momento di cre-scita e di discussione colletti-va, concretizzatesi in unospecifico convegno, moltopartecipato e ricco di spunticoncreti. Anche in questo ca-so i media hanno pescato neltorbido, diffondendo, a videa-te e a paginate, curiositàmorbosa, paura del diverso(straniero e di colore), solu-zioni discriminatorie e segre-gazioniste, in un irresponsabi-le crescendo, in cui ancorauna volta il sindaco Zanonatoci ha marciato alla grandepompando a dismisura sulqualunquista senso di paura edesiderio d’ordine, necessitàdi controllo sociale, tutti istin-ti propri del cittadino, dis-orientato dal venir meno deiconsolidati valori etici del vi-vere in comune, della cittadi-nanza universale. Per molto tempo, qui nelNord, si sono coltivati i peg-giori umori viscerali della be-stia umana, legittimati, an-che, da chi un tempo è statoidentificato con la sinistra e isuoi valori di giustizia, ugua-glianza e libertà e quindi por-ta con se una ancor maggiorecorresponsabilità in tutti que-gli elementi xenofobi e discri-minatori, che ritroviamo nelpacchetto sicurezza: dai me-dici spia ai presidi poliziotti onei provvedimenti dei sindaci,che si stanno diffondendo amacchia d’olio, che voglionoprivilegiare negli interventisociali (casa, disoccupazione,mutui) i cittadini italiani e so-lo in subordine, se restanofondi, attribuirli anche ai cit-tadini migranti. I razzisti patentati trovano ilterreno dissodato nel Veneto,nel Nord, in Italia ed anche inEuropa, posto che ogni pe-sante crisi economica faemergere i peggiori egoismisociali: la storia dell’umanitàn’è piena.In questo contesto sociale dilatente ma dilagante xenofo-bia, nella scuola, nell’ultimoperiodo di sono presentati di-versi episodi che segnalano lapenetrazione sociale di prati-che – a volte inconsapevol-mente tanto ampia n’è la per-vasività – discriminatorie, pa-lesemente razziste: a Genovain un Istituto Tecnico eProfessionale (nei professio-nali è concentrata la maggiorparte degli studenti figli di mi-granti) viene richiesto il per-messo di soggiorno, pena l’e-sclusione dall’ammissione al-l’esame di stato, i nomi degliinteressati vengono scritti sul-la lavagna di classe; aPadova, ugualmente, viene ri-chiesto, tramite circolare lettanelle classi, tale permesso perl’esame di idoneità per la IIIarea professionalizzante; po-chi giorni dopo a Napoli, viene
chiesto, invece, il codice fisca-le, pena ancora una volta l’e-sclusione dal compimentodell’iter scolastico. Tutti interventi illegittimi ed il-legali che non hanno riscontroalcuno nella normativa vigen-te, così come lo stesso mini-stero dell’istruzione ha dovutosottolineare.Su questi episodi, in partico-lare su quello avvenutoall’Ipssc Da Vinci di Padova,siamo intervenuti, comeCobas scuola e comeRazzismo Stop, attraversouna diffida agli Uffici Scolasticicompetenti e con degli inter-venti di denuncia sociale, conuna conferenza stampa e deivolantinaggi nelle scuole. Loscopo non era la demonizza-zione dell’insipienza del diri-gente scolastico, bensì l’otte-nimento – così come è avve-nuto – di una specifica e pre-cisa presa di posizione da par-te degli Uffici Scolastici re-sponsabili territorialmenteche fosse un elemento di ga-ranzia per tutti gli studentistranieri presenti nelle scuoleitaliane.Questo obiettivo è stato rag-giunto, gli stessi successivitempestivi interventi ministe-riali a Vicenza (all’IPSSBoscardin) e Napoli, ne sonola testimonianza concreta, ef-fetti di cui ci sentiamo, in par-te, protagonisti, ma questonon ci lascia per niente tran-quilli: è diventato legge il DdL“sicurezza”, che assieme alleronde, ai medici spia, introdu-ce una significativa modifica-zione alla normativa, relativaagli studenti stranieri, fino adora vigente nella scuola.Infatti tutte le garanzie di fre-quentare la scuola pubblicapermangono per gli studentistranieri, regolari o meno, masolo fino all’espletamento del-l’obbligo scolastico: vale a di-re fino al 15° anno di età,conseguentemente non vienegarantito la conclusione delpercorso scolastico negli isti-tuti professionali e tanto me-no in quello tecnico o liceale.L’introduzione di questa sub-dola precisazione, insignifi-cante per coloro che non han-no famigliarità con la norma-tiva e l’organizzazione scola-stica, di fatto crea la premes-sa per il forzoso allontana-mento dalla scuola pubblicadegli studenti stranieri conetà superiore di 16° anni, an-zi con l’introduzione dell’ob-bligo di denuncia da parte deidirigenti scolastici, determinala forzata clandestinizzazionedel compagno di banco, cheper sottrarsi all’espulsione oal centro di detenzione, si de-ve eclissare.Il problema è, quindi, più chemai aperto e di grande attua-lità politica e sociale. Lo dicia-mo con la consapevolezza chepochissimi – ahinoi – sono aconoscenza di queste infidemodificazioni legislative, chehanno pesanti ripercussionisociali, che non trovano unaadeguata eco nelle mobilita-zioni sociali, che non trovanouna sponda istituzionale chese ne faccia carico, il tuttomentre si blatera di veline e siridacchia sul miracolo prosta-tico di Berlusconi.
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Situazione incerta per il rinno-vo delle Rsu nella scuola. A fi-ne 2009 vanno in scadenza leRsu elette nel 2006 e si do-vrebbe provvedere a unanuova tornata elettorale. Cosìnon è per due motivi:- il nuovo assetto contrattua-le delineato in un accordo trail ministro Brunetta e i sinda-cati concertativi, Cgil esclusa;- il cosiddetto decretoBrunetta che ridisegna i com-parti del Pubblico Impiego ma
che è ancora in discussione inparlamento.Se si compirà il disegno diBrunetta e soci verrà modifi-cato il comparto Scuola.Sostiene, quindi, Brunettache se si modificherà il com-parto perché procedere anuove elezioni? Il ragiona-mento non farebbe una grin-za se tutto il piano delineatoda Brunetta e sindacati iper-compiacenti fosse pronto al-l’uso, il che non è.
La Cgil in perfetto isolamento,nel giugno scorso, a fronte diaccordi pregressi ancora in vi-gore e di nuove modalità con-trattuali ancora da definire,ha indetto il rinnovo delleRsu. Altri sindacati preferireb-bero rinviare le elezioni il chepotrebbe significare non farlepiù perché nel frattempo po-trebbe divenire operativa lamodifica delle Rsu di scuola.Nel frattempo l’Aran (l’agen-zia che contratta per contodel governo) ha emanato unabozza di calendario per leprossime elezioni Rsu che ri-portiamo di seguito, convo-cando i sindacati concertativi
per il 2 settembre per l’even-tuale avvio ufficiale delle pro-cedure elettorali:- 5 ottobre 2009. Annunciodelle elezioni e contestuale ini-zio della procedura elettorale.- 6 ottobre 2009. Le istituzio-ni scolastiche rendono dispo-nibile l’elenco generale alfa-betico degli elettori e ne con-segnano copia a tutte le orga-nizzazioni sindacali che nefanno richiesta. Contestual-mente, inizia la raccolta dellefirme per la presentazionedelle liste.- 15 ottobre 2009. Termineper l’insediamento della com-missione elettorale
- 19 ottobre 2009. Termineper la costituzione formaledella Commissione elettorale- 24 ottobre 2009. Termineper la presentazione delle li-ste elettorali.- 14 novembre 2009.Affissione delle liste elettoraliall’albo della scuola.- 23-25 novembre 2009.Votazioni.- 26 novembre 2009. Scrutinio.- 26 novembre - 1 dicembre2009. Affissione risultati elet-torali all’albo della scuola.- 2 dicembre 2009. Le istitu-zioni scolastiche inviano ilverbale elettorale finaleall’Aran.
EElleezziioonnii RRSSUU
di Francuccia Noto
È stato pubblicato dal Miur ilDm 73/09 con il quale si dis-pongono le assunzioni concontratto a tempo indetermi-nato per i dirigenti scolastici(647 posti), il personale do-cente (8.000 posti) ed Ata(8.000) per l'anno scolastico2009/2010.Intanto è da sottolineare lascarsa tempestività del Miurche pubblica il decreto ai pri-
mi di agosto, mettendo in dif-ficoltà gli Uffici scolastici pro-vinciali che in questo periodosono notevolmente impegnaticon utilizzazioni, assegnazioniprovvisorie e nomine dei pre-cari. Chissà se gli Uffici scola-stici provinciali riusciranno asmaltire anche le immissioniin ruolo entro il 31 agosto?Si prevedono specifici vincolirispetto alle modifiche ordina-mentali e ai tagli previsti dalpiano Gelmini-Tremonti, per
cui le immissioni in ruolo sa-ranno consentite solo per po-che tipologie di insegnamen-to: essenzialmente sostegnoe scuola dell'infanzia. La sud-divisione delle immissioni do-vrebbe essere questa: 4.303nel sostegno, 1.941 nell’in-fanzia, 553 nella primaria,734 nella secondaria di I gra-do, 438 nella secondaria di IIgrado e 13 unità di personaleeducativo.Mentre per il personale Ata,
sempre in considerazione delpiano di tagli, si prevedonopercentuali comprese tra il 10e il 14% tra i vari profili, ga-rantendo almeno un'assun-zione per ogni profilo in pre-senza di limitate disponibilità. Per quanto riguarda le cifrebisogna dire che il contingen-te di personale assunto è solouna goccia nell’oceano sia peril personale Ata che per quel-lo docente. Chi non ha presente i numeridella scuola può ritenere che16.000 assunzioni siano unaquantità cospicua. Se si considera, invece, chesolo quest’anno ci sono stati32.000 pensionamenti, cheper l’a.s. 2009/2010 sonostati tagliati più di 40.000 po-sti, che nell’a.s. 2008/2009sono stati impegnati 300.000
precari (oltre 130.000 con in-carico fino a termine dell’annoscolastico o delle lezioni – piùdi 60.000 Ata e il resto do-centi) ci rendiamo conto chesi tratta di cifre ridicole, insul-tanti. Addirittura si copronosolo un quinto delle 40.000cattedre disponibili, a signifi-care che i posti ci sono mache il Miur non li vuole asse-gnare. Purtroppo la beffa risulta piùgrave di fronte ai proclami pro-pagandistici del Miur e di qual-che sindacato concertativo.Vedremo se i precari dellascuola, davanti all’ennesimoaffronto sapranno mostrareun adeguato grado di unità edi combattività, condizioni im-prescindibili per riuscire a fer-mare e invertire la rotta delministero.
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Lo scorso 12 giugno è statoapprovato in prima lettura dalConsiglio dei Ministri la bozzadi regolamento (in applicazio-ne dell’art. 64 della legge133/2008) riguardante la re-
visione delle classi di concorsodelle scuole medie e superiori. Le novità riguardano soprat-tutto le scuole superiori, in vi-sta della controriforma previ-sta per l’a.s. 2010/2011, tra-
mite accorpamenti di classi diconcorso affini. Non manca-no, però, l’eliminazione di al-cune classi anacronistiche el’aggiunta di alcune nuove.Complessivamente l’interven-
to coinvolge il 10% delle400.000 cattedre della scuolasecondaria. Nella bozza, tral’altro, si legge che "il perso-nale docente, già titolare diinsegnamenti compresi nelleclassi di concorso che sonoconfluite nelle più ampie clas-si di concorso, di cui agliAllegati A e C, sono abilitatiper tutti gli insegnamenticompresi nelle nuove classi epartecipano, ove necessario,agli appositi corsi di riconver-sione professionale non abili-
tanti, gestiti, senza oneri acarico dello Stato, dai compe-tenti Uffici scolastici regionalinell’ambito delle disponibilitàfinanziarie iscritte in bilancioper la formazione … Con ap-posito decreto del Ministrovengono individuate le classidi concorso per le quali saran-no attivate le iniziative di ri-conversione". Scopo dell’ope-razione sembra, quindi, age-volare la collocazione dei tantidocenti che nei prossimi anniandranno in soprannumero.
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di Ettore D’Incecco
Gestione dei terremotatiSin dai primi momenti l’inter-vento della Protezione Civilesi è distinto per una gestionecentralistica, che non ha la-sciato spazio a nessun ente,organizzazione volontaria oaltro singolo che volesse aiu-tare gli sfortunati aquilani, senon sottomettendosi gerar-chicamente ad essa. Anzi,episodi di sostegno spontaneosono stati, dalla ProtezioneCivile, sconsigliati, scoraggiatio osteggiati, come diverseesperienze avvenute nei cam-pi di controllo (altrimenti det-te tendopoli) hanno testimo-niato. Inoltre, da subito, si èfatto sfoggio di presenza di“forze dell’ordine” e militari ingenere, anche all’entrata deicampi, che in questo sensohanno assunto più una fun-
zione di controllo, che di tute-la. Per questo ci sembra piùappropriato parlare di “Campidi controllo” che di “tendopo-li”. La presenza militare mista,con comando coordinato esottoposto gerarchicamentealla Protezione Civile, al cuivertice è stato nominato unConducator con pieni poteri digestione, sia sui campi di con-trollo che sul territorio, ha ca-ratterizzato e caratterizza an-cora oggi lo scenario aquila-no, in modo spropositato e ol-tre ogni logica di sostegnoemergenziale. E ciò, si badibene, è avvenuto già primadella decisione di trasferire ilG8 dalla Sardegna a L’Aquila!Precisiamo: non ci riferiamoai Vigili del Fuoco, che hannosvolto una pregevolissimaopera ed a cui non si può nonriconoscere grandi meriti e ri-spetto, bensì alle forze milita-
ri, comunque presenti. Il tut-to è stato fatto con ritmi ac-celerati e con sostanzialeespropriazione del ruolo delleautonomie locali, nonché conla negazione delle più ele-mentari forme della parteci-pazione popolare. Un detta-glio può bastare: nei campi dicontrollo più esposti ai medianon è stato permesso nessuntipo di assemblea autogestitadegli sfollati, così come si èfatto di tutto per non far cir-colare materiale di propagan-da che esprimesse criticità oposizioni difformi, rispetto aquelle ufficiali della ProtezioneCivile. Si pone dunque unaprima riflessione sull’espe-rienza aquilana: abbiamo as-sistito per la prima volta, informa compiuta e dettagliataall’uso della Protezione Civilenon più e non tanto a fini disostegno di una popolazionecolpita da un evento calami-toso (senza l’aiuto concretoinfatti indignazione e vee-menti proteste sarebbero sta-te inevitabili, oltre alla fatalefiguraccia a livello internazio-nale) bensì al fine di consoli-dare un nuovo modello diProtezione Civile.Sperimentazione ben riuscitaormai - e dunque elevata a si-stema - in cui è previsto l’usodi forze civili di pronto inter-vento (volontariato compre-so), coordinate con forze mili-tari, sottoposte ad un coman-do politico–militare misto, conil fine esplicito, anche se nonapertamente dichiarato, di“controllare la situazione”.Vale a dire, col fine di evitarequalsiasi forma oppositiva almodello di ricostru/azionemessa in campo con eventua-li proteste, manifestazioniplatealmente antigovernativee nell’intento di "ricucire",cioè limitare all’accettabilepossibili contraddizioni dilace-ranti in un territorio in gravesofferenza sociale, già primadell’evento sismico. Possiamo affermare tranquil-lamente che, dopo le eserci-tazioni fatte con un numero li-mitato di uomini e mezzi in al-tri scenari (Bosnia, Kosovo,Afghanistan), per la primavolta la Protezione Civile haavuto la possibilità, di mette-re alla prova la propria effica-cia in una situazione di crisi (ilterremoto) e di sperimentarela sua funzionalità sistemicain un paese capitalisticamen-te avanzato. Quale occasionepiù ghiotta e calzante potevapresentarsi a un governo cherisponde alla crisi con l’au-mento delle forme di control-lo sulla popolazione se nonsperimentarsi con un verticedel G8? La decisione di trasfe-rire il vertice del G8 a L’Aquilaè stato il semplice e più imme-diato epilogo. Se dovesse ripe-tersi un terremoto in Italia, lepopolazioni interessate sannogià cosa aspettarsi.
RicostruzioneEsaminando il “ProgettoC.A.S.E.” (presentato daBerlusconi solo 24 ore dopo ilsisma) in combinazione con ildecreto sulla ricostruzione, sinota che l’obiettivo di fondonon è la sbandierata tempesti-vità ed efficienza ricostruttiva,
bensì una complessa, ma benarticolata opera di speculazio-ne edilizio-finanziaria.Intanto, le case in costruzio-ne, in realtà, non sono case,ma moduli abitativi standard,completamente spersonaliz-zati e avulsi dalla realtà stori-co-ambientale dell’aquilano,collocati in territori che pocohanno a che fare con le abita-zioni ante-terremoto e crea-no, de facto, piccoli paesi permeglio dire piccole new town,senza alcun rispetto per le ca-ratteristiche della zona, per lecomunità, che in esse vi abi-teranno. Siamo cioè in pre-senza di un modello di “rico-struzione forzata”, con lacompleta spoliazione del dirit-to di parola delle popolazioniinteressate. I cosiddetti “mo-duli” infatti non sono flessibili,nel senso di adattabili, e quin-di non permettono nessunapersonalizzazione abitativa e,peggio, sconvolgono l’am-biente circostante, mortifican-dolo irreparabilmente. E chequesto sia il ”modello di rico-struzione” è testimoniato dalfatto che il governo ha stan-ziato i soldi certi solo e sola-mente per la costruzione didetti moduli. Per le altre si-tuazioni, ci si è affidati … aiproventi delle lotterie. Questi moduli, in teoria tem-poranei, in realtà sono desti-nati a diventare abitazioni“provvisoriamente definitive”.È poco noto, infatti, che lacondizione per accedere aqueste abitazioni è che, chiaveva un mutuo sulla casa di-strutta, deve cedere la pro-prietà del sito su cui insistevala propria casa a Fintekna, lafinanziaria di stato. La qualesi accolla l’onere del mutuo odel residuo di mutuo, ma di-venta proprietaria del sitostesso.Insomma, siamo in presenzadi un vero e proprio “espro-prio forzoso” di case ad altovalore aggiunto, in zona cen-tro storico e dintorni, scam-biato con moduli abitativi pri-vi di una qualsiasi valenza, senon della resistenza sismica(ancora da dimostrare!). Ciòsignifica che una quota consi-stente di popolazione aquila-na non solo non riavrà la casaricostruita (i moduli infattinon soddisfano la necessitàreale) ma che presumibil-mente speculatori di stato,ben collegati con Fintekna, traqualche tempo, diventerannoproprietari di siti nel centrostorico de L’Aquila e dei beiborghi antichi dell’aquilano,che ricostruiranno a dovere,per poi rivenderli con alto va-lore aggiunto. I moduliC.A.S.E. dunque rappresenta-no il vero futuro per coloroche vi entreranno e per partedi essi diventerà la vera epropria casa, che mai avreb-bero sognato di realizzare!
Tendenza del capitalismoIl “modello Aquila” ci aiuta acapire le modalità con cui l’e-conomia capitalistica intendeuscire dalla sua fase di crisiacuta.a) Processo di spoliazione delprincipio di decisionalità diffu-sa tramite l’accentramentodelle funzioni decisionali, in
misura mai osservata prece-dentemente in Italia e inEuropa. In questo processol’organizzazione mista civil-militare, si suddivide i compi-ti di controllo e condiziona-mento delle popolazioni, sup-portati da media sempre più“embedded”. b) Uso delle crisi di qualsiasinatura per costruire “rialzi divalore” del capitale, imponen-do brutalmente sviluppi eco-nomici, non fondati sulle ca-ratteristiche del territorio og-getto degli interventi, che abreve sembrano avere effica-cia, ma sul medio periodo ge-nerano una crisi ben peggioredi quella precedente. Qual èinfatti il progetto di sviluppoeconomico dell’aquilano con ilpolo elettronico già in crisi?Quello della speculazione edi-lizia di chi ha bisogno di unacasa e non potendola rico-struire deve pagare affitti dametropoli? Su questo occorreessere chiari: è un processoche può avvenire a Messina,oggi è ad Aquila, ma domanipotrebbe succedere anche aTorino. Si poteva fare diversa-mente? Si, certo. Non solo co-me, ma anche meglio di buo-ni esempi del recente passa-to. Perché l’Aquila è una cittàstorica, perché l’aquilano haun paesaggio di bellezza invi-diabile. Ma ciò presupponevala partecipazione attenta, ilcontrollo dal basso, una rico-struzione lenta, con casette inlegno come primo passo, perpassare ad una ricostruzio-ne/valorizzazione rispettosadelle vocazioni locali. Le pre-messe c’erano tutte; intelli-genze, conoscenze, basescientifica, ricchezza di espe-rienza.Era questo il senso e la stre-nua battaglia delle organizza-zioni sociali (tra cui i Cobas)che si sono battute per mani-festare a L’Aquila il 10 lugliocontro i “grandi massacratoridella terra” e che hanno tena-cemente tentato di aprire unadiscussione sulla crisi/rico-struzione con la popolazioneaquilana fuori e dentro i“campi di controllo”. Per av-viare cioè un processo parte-cipativo, ma anche decisiona-le effettivo, che potesse inne-scare una ricostruzione diver-sa, non solo materiale, bensìanche di coesione sociale.Altro che cercare lo scontro dipiazza! Purtroppo un ceto po-litico locale, molto piccoloborghese (Obama … un mi-to?) e dedito soprattutto allaautolegittimazione politica,supportato da giovani auto-proclamatisi “rappresentantidel popolo delle tendopoli”, hafatto sì che tali problematichegiungessero al popolo deicampi in forma distorta o fo-neticamente modificata. Laconseguenza, ormai palese, èche il signor Berlusconi, con lasua allegra ciurma di pirati,insieme al capitan Bertolaso,sentono di poter disporre del-le popolazioni e dei territori aloro piacimento. Resta fermoper i Cobas e per tutti i mili-tanti di base, l’obiettivo dimantenere aperte le contrad-dizioni possibili, magari a par-tire da un bel convegno nelprossimo futuro.
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di Cobas Scuola Pisa
Il mese di luglio ha riservatodelle novità piuttosto inquie-tanti nell’Ateneo di Pisa: inmoltissime facoltà, infatti, aseguito di decreti rettorali, iConsigli di Facoltà hanno deli-berato il bando di corsi senzacompenso per i docenti che visono impegnati. Scienze ma-tematiche, fisiche e naturali,Lingue e Letterature stranie-re, Farmacia e soprattuttoLettere e Filosofia hanno pro-mosso corsi non retribuiti sul-la base del Dm 8/7/2008,portando alle estreme conse-guenze e addirittura eludendouna serie di criteri e modalitàper il conferimento degli inse-gnamenti gratuiti che il decre-to ministeriale prevedeva. Ci si è trovati così di fronte agravi irregolarità in contrastopersino con il dettato del cita-to decreto, mentre si è estesomassicciamente il ricorso atali corsi anche per insegna-menti che non sono né opzio-nali né specialistici.A rincarare la dose, vi sono leambiguità e le dichiarazionifuorvianti del rettore Pasqualie del preside di Lettere eFilosofia Iacono che hannogiustificato il proprio operatocon motivi prevalentementedi bilancio, appellandosi allascarsità di risorse e alla ne-cessità di effettuare dei ri-sparmi draconiani in questafase per avere negli anni futu-ri finanziamenti “meritati” peril proprio virtuosismo econo-mico. Ma i criteri con cui sonostati attribuiti i finanziamentialle università dal Miur sonoevidenti a tutti: proprio negliultimi giorni di luglio è uscitala classifica degli atenei vir-tuosi, in cui Pisa è al venti-duesimo posto, e in cui com-paiono ai primissimi posti ate-nei prevalentemente del nord,mentre sono penalizzate pe-santemente università stori-che e prestigiose del sud. Il tutto secondo criteri di ordi-ne strettamente economico.La logica che sta alla basedelle scelte del rettore e dimoltissimi Consigli di Facoltà(tra cui si distingue quello diLettere e Filosofia per tempidi decisione - fine luglio - edestensione del provvedimento- ben 74 corsi gratuiti banditi)è dunque quella di seguire, senon superare, il ministroGelmini nella devastazionedelle università e nella divisio-
ne tra atenei di serie A e diserie B, a cui verranno decur-tati sempre di più i fondi. Colpite saranno dunque le fa-coltà umanistiche, ma anchequelle che, per collocazioneterritoriale o minore relazionecon il mondo produttivo, o an-cora per le caratteristiche“poco commerciali” dei propriinsegnamenti, non si dimo-streranno adeguatamente ef-ficienti per gli standard priva-tistici e aziendalistici adottatidal ministero. Cosa di megliodunque del diventare più rea-listi del re?È così che dopo una mobilita-zione dei ricercatori precari inconcomitanza dei Consigli diFacoltà tenutisi alla fine di lu-glio, il rettore e il preside diLettere e Filosofia hanno rila-sciato dichiarazioni in cui so-stengono, in modo mistifica-torio, che tali corsi andrebbe-ro solo a “volontari interni” oa professionisti esterni, mache percepiscono già autono-mamente redditi per le pro-prie attività extradidattiche.In questo modo si rimuove ilproblema dei precari e delledenunce avanzate, con di-chiarazioni che non esprimo-no la realtà dei fatti. È invece vero che alcuni corsiretribuiti verranno affidati apersonaggi che hanno giàproprie attività, e che dunquenon avrebbero necessità im-pellente di percepire un com-penso quanto i giovani (sem-pre meno tali) ricercatori cheinvece saranno costretti adaccettare di lavorare gratuita-mente in cambio del miraggiodi collezionare titoli da spen-dere ai fini di un contratto an-che brevissimo, ma quanto-meno retribuito.Il vero problema emerso inpiena estate all’Università diPisa è la sostanziale univocitàdel mondo dei baroni univer-sitari, che utilizza i provvedi-menti ministeriali a propriovantaggio anziché combatter-li, portandoli addirittura alleestreme conseguenze. L’operazione che rettore epresidi stanno orchestrando siprofila come una vera e pro-pria pugnalata alle spalle deiricercatori precari e una pale-se riverenza al ministroGelmini, in nome di una futu-ra collocazione dell’ateneo pi-sano tra le eccellenze a cuipotrebbero/dovrebbero anda-re risorse economiche ingentinei prossimi anni.
Inoltre, la giustificazione na-sconde la verità già denuncia-ta in queste settimanedall’Assemblea dei ricercatoriprecari: il bando di corsi gra-tuiti stravolge grandissimaparte della didattica e intro-duce disparità di trattamentotra docenti, con la incredibileproposta di “insegnamentosenza stipendio” a cui molti ri-cercatori sarebbero destinatiin quanto non interni alleFacoltà né in possesso di altriredditi, in contraddizione conl’articolo 36 della Costituzioneche afferma il diritto al ricono-scimento economico per ognilavoratore.È come se nella scuola venis-se proposto l’insegnamentogratuito per alcune discipline,magari fondamentali, da con-ferire ai precari, mentre alpersonale docente internofossero proposte ore in più re-tribuite (cosa quest’ultimache peraltro già avviene rego-larmente da anni).Dopo l’apparente convergen-za tra docenti, rettori e ricer-catori nel grande movimentodi ottobre scorso contro i taglidevastanti del governo, ades-so rettore, presidi e docentistrutturati ritornano nel pro-prio ruolo a difesa di renditedi posizione con atteggiamen-ti baronali impliciti nelle scel-te adottate, dimostrando unavolta di più come esista unasostanziale omologazione trale politiche di destra e quelledi centrosinistra anche nel-l’ambito dell’università e dellaricerca.A settembre, dunque, con lemobilitazioni che si preannun-ciano nella scuola, ci auguria-mo che emergano anche nuo-ve mobilitazioni nell’università. I Cobas sostengono le richie-ste dell’Assemblea dei ricer-catori precari dell’università diPisa, mirate al ritiro dei bandidei corsi gratuiti e la loro ri-conversione in corsi adegua-tamente retribuiti, e soster-ranno le iniziative che i preca-ri della ricerca avanzerannonelle prossime settimane perraggiungere questo obiettivo. Si profila, dunque, l’occasioneper riprendere la mobilitazio-ne dalla scuola dell’infanziaall’università che colleghi lelotte dei precari della scuola aquella dei precari dell’univer-sità e promuova una vertenzaunitaria di tutto il mondo del-l’istruzione e della formazioneculturale.
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Pubblichiamo di seguito la let-tera con cui alcuni docenti e iCobas di L’Aquila hanno resopubblico l’inciucio che l’ammi-nistrazione e le OO.SS. eranostate capaci di orchestrare aidanni dei colleghi che hannolavorato volontariamente nel-le tendopoli. Dopo aver incas-sato la botta l’Usr dell’Abruzzosi è dovuto impegnare a “esa-minare in dettaglio le formu-late doglianze”.
Al Direttore Generale dell’Usr
In riferimento alla circolareemanata dall’Usr il 23/7/09 afirma del Direttore Generale,nella quale sono state resenote le somme forfettarie daattribuire ai docenti che hannoprestato servizio nei campitenda dopo il sisma del 6 apri-le 2009, le insegnanti chenelle tendopoli hanno lavoratoesprimono tutto il loro disap-punto, il senso di frustrazionee la profonda umiliazione per iltrattamento loro riservato.Non si tratta di una questionedi denaro, anche se in questomomento ed in queste condi-zioni i soldi fanno comodo atutti, ma di dignità e di rico-noscimento dell’abnegazione,della fatica e dei grandissimidisagi che ognuno di noi haaffrontato.Eravamo noi in prima linea,sotto le tende al freddo e inmezzo al fango, o ad un caldoche si aggirava intorno ai 40gradi e che nessun condizio-natore riusciva ad attenuare,al rischio di contagio di malat-tie infettive e di parassiti.E che dire del fatto che nonpoche di noi hanno affrontatoogni giorno lunghi viaggi di an-data e ritorno, chi dalla costa,chi da Roma, e che altre han-no affittato a proprie speseuna casa in un paese fuori dalcratere sobbarcandosi anchele spese degli spostamenti?Tutto questo certamente nonper soldi che non si sapevaneppure se ci sarebbero statie proprio nel momento in cuiavrebbero potuto fare altrescelte, ugualmente dignitose,ma certamente meno faticosee stressanti.Tutto questo per senso deldovere, per amore dell’Aquilae degli Aquilani, per condivi-dere in modo attivo e parteci-pativo l’enorme tragedia cheha colpito tutti indistintamen-te e principalmente per esser-ci, per soffrire e rinascere in-sieme.Noi abbiamo scelto di presta-re servizio volontario nelletendopoli a testimonianza diuna componente insegnantiche c’è anche nella tragedia,che non abbandona i suoi ra-gazzi e che continua a dispet-to delle mura crollate, inse-gnanti che hanno continuatoa stare accanto a bimbi e ra-gazzi per aiutarli ad esorciz-zare la paura del “mostro”,per dare loro una parvenza dinormalità e per infondere lasperanza che nonostante tut-
to, la vita continua, che que-sto è solo una parentesi e chepresto tutto tornerà come pri-ma. Siamo noi la Scuola, noi ei nostri alunni! Abbiamo scel-to liberamente di stare in pri-ma linea quando non si parla-va di ricompensa e lo rifarem-mo di nuovo, volontariamentee senza nulla chiedere come èstato già fatto.Ora però che i soldi ci sono,vengono compensati gli “inca-richi” che nessuno di noi sacome sono stati attribuiti, chili ha dati, per quali competen-ze, alla luce di quali requisiti.Nessuno di noi ne sapevaniente, nessuno è stato con-vocato, nessuno è stato infor-mato che esistevano incarichiprobabilmente retribuiti. Bell’esempio di trasparenza, acui specialmente gli Ufficipubblici dovrebbero essereobbligati! Euro 1.500 agli insegnanti re-ferenti dei COM (lavoro d’uffi-cio con l’ausilio di stufetta econdizionatore).Euro 1.000 per i responsabilidi tendopoli.Euro 300 per Ata ed inse-gnanti (che sono stati gli uni-ci in prima linea nell’infernodelle tendopoli: manovalanzaamorfa che si accontenta fa-cilmente).È possibile che il lavoro di chiera referente del COM valga 5volte il lavoro di insegnamen-to nelle tende?È così che ci ringrazia il mini-stro Gelmini?È questa la considerazioneche ha di noi il DirettoreGenerale?Alla luce di quanto sopra chie-diamo un incontro chiarifica-tore che possa essere risoluti-vo e riparatore dell’ingiustiziae della discriminazione che cisono state riservate.Non chiediamo di più, ma chealmeno a tutti sia attribuita lastessa somma forfettaria, purnella differenza delle condi-zioni lavorative.Noi ci auguriamo che ciò chelamentiamo possa essere ac-colto. Se così non fosse po-tremmo anche decidere di ri-nunciare al compenso a favoredegli incaricati, perché se il lo-ro lavoro è stato tanto più im-portante ed indispensabile delnostro, che abbiano tutto loro.Se il nostro lavoro è stato va-lutato da chi ha deciso l’am-montare delle ricompenseforfettarie la quinta parte dellavoro di un’incaricata refe-rente del COM, noi, pur do-vendo incassare l’umiliazionee l’insulto, non possiamo ac-cettare che il nostro impegnoe la nostra professionalitàvengano così tanto svilite esvendute.Nonostante la grande ama-rezza, confidiamo che la S. V.comprenda le nostre motiva-zioni e convochi un incontrochiarificatore di cui Ella vorràstabilire luogo e data.
Un gruppo di docenti delletendopoli
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1122 CCOOBBAASS 4444 sseetttteemmbbrree -- oottttoobbrree 22000099
ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 319613sedeprovinciale@cobas-scuola.aq.itwww.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, 62085 2056870 - [email protected]@alice.it
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CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]
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