autunno caldo nuove - cobas scuola palermo · contro i tagli, la legge aprea, ... ti noi lavoratori...

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Contro i tagli, la legge Aprea, la politica scolastica di Tremonti-Gelmini, per l'assunzione di tutti i precari i Cobas promuovono le seguenti iniziative fin dall’avvio del nuovo anno scolastico. 15 settembre - In occasione della ripresa delle lezioni nel- la gran parte delle regioni, si propone a tutto il "popolo della scuola pubblica" di dare vita ad una iniziativa di pro- testa nelle scuole, indossando un capo di abbigliamento tagliuzzato accompagnato da un adesivo “No ai tagli. Difendiamo la scuola pubblica”. Contemporaneamente, verranno fatte diffide ai presidi in merito al sovraffolla- mento delle classi, in base alle norme di sicurezza sulla capienza aule e sui rischi conseguenti. In ogni caso van- no richieste, in caso di ordini di servizio scritti o "imposi- zioni" orali, precise e argomentate deroghe scritte da par- te dei presidi, laddove si cerchi di imporre a docenti ed Ata di ignorare e violare le norme di sicurezza. 15 settembre - 22 settembre - Manifestazioni provinciali davanti agli Usp o Usr. Le singole province valuteranno se accompagnare questa protesta con un’ora di sciopero a fi- ne giornata. 25 settembre – 20 ottobre - Promozione di convegni Cesp sulla legge Aprea nel maggior numero possibile di province. 15 settembre - 15 ottobre - Organizzazione di riunioni e assemblee per valutare la possibilità di costituire nel mag- gior numero possibile di città Patti in difesa della scuola tra varie componenti sociali, docenti, Ata, studenti medi e universitari e loro strutture, ricercatori, genitori, basati sul riconoscimento reciproco, sulla co-presenza di ogni forza e sigla, sul rifiuto di inventare fantomatici nuovi sog- getti “politico-scolastici”, che impongano artificiali "reduc- tio ad unum" di varietà e pluralismo organizzato. I Patti vogliono essere innanzitutto una forma di consultazione permanente tra le forze davvero interessate, coerente- mente (non a seconda di quale governo gestisce la scuo- la), alla difesa della scuola pubblica, per valutare insieme le varie proposte di iniziativa, le possibilità di gestirle in- sieme, garantendo ad ognuno la propria specificità; op- pure, ad "amministrare" eventuali differenze di posizione e diverse iniziative, senza che diventino contrastanti o conflittuali. 10 ottobre – 20 ottobre - Promozione di iniziative nazio- nali e locali in difesa dei diritti sindacali, della libertà di as- semblea e di propaganda nelle scuole e nei luoghi di la- voro, possibilmente con le altre forze del Patto di Base e, per quel che ci riguarda, riprendendo le proposte già avanzate lo scorso anno di iniziative davanti al Ministero. 23 ottobre - Sciopero generale Dati Ocse Il Miur strumentalizza le ricer- che internazionali, pag. 2 e 3 DdL Aprea È cambiato ... in peggio, pag. 4 Precariato Partire in quarta, pag. 5 Bigotterie Alt ai crediti di religione, pag. 6 Razzismo Il decreto “sicurezza” e i suoi effetti nelle scuole, pag. 8 Classi di concorso Grande approssimazione, pag. 9 Immissioni in ruolo Insultante risposta ai bisogni della scuola e dei lavoratori precari, pag. 9 Elezioni Rsu La modifica dei comparti del pubblico impiego mette in dubbio il rinnovo, pag. 9 Dopo terremoto Gli affari loro, pag. 10 Scuola in tendopoli Usr e OOSS decidono all’in- saputa dei lavoratori, pag. 11 Università Insegnare senza paga, pag. 11 Guida normativa Nelle pagine centrali il nostro consueto inserto di inizio anno scolastico: compiti degli Organi collegiali e della con- trattazione d’istituto, incarichi e Fis, modelli di contratti e riferi- menti normativi, supplenze, si- curezza e capienza locali POSTE ITALIANE S.P.A. Spedizioni in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1 comma 2 DCB Roma In caso di mancato recapito ritornare all’Uff. di Roma Romanina per restituire al mittente previo addebito 44 settembre - ottobre 2009 Nuova serie - euro 1,50 O O B B A A S S giornale dei comitati di base della scuola A A u u t t u u n n n n o o c c a a l l d d o o Verso lo sciopero generale del 23 ottobre B B u u o o n n e e n n u u o o v v e e Malattia Il DL 78/2009 (cosiddetto “salva crisi”) contiene parziali retromarce di Brunetta relati- ve al trattamento di malattia per i dipendenti pubblici: - sono ripristinate le prece- denti fasce di reperibilità in caso di malattia: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, come previsto dal Ccnl scuola vi- gente. Scompaiono così gli ar- resti domiciliari dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20; - si rende chiaro che le spese per le visite fiscali ai dipen- denti pubblici devono essere sostenute dal Servizio Sanita- rio Nazionale e non dalle scuole. All’uopo si stanziano per le Asl circa 9 milioni di eu- ro, che ovviamente risultano insufficienti per coprire i costi della manovra; - si chiarisce che la certifica- zione della malattia può esse- re fatta da qualsiasi medico convenzionato col Servizio Sanitario Nazionale. Aprea incagliata A più di un anno dall’inizio della discussione sul DdL Aprea, qualcosa si è inceppa- to. Le mobilitazioni di que- st'anno hanno portato l’oppo- sizione a qualche segno di in- disponibilità e la Lega si è messa di traverso con la sua ultima invenzione: l'esame di dialetto per gli insegnanti. Di fronte all’impossibilità di accordare le varie posizioni, l’on. Aprea ha chiuso i lavori della commissione, rimandan- doli a data da destinarsi, vale a dire a quando la maggioran- za sarà più coesa. Dunque, il DdL Aprea sembra essersi incagliato. Starà a tut- ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non mollare la presa e continuare le mobilitazioni per affondarlo definitivamente. di Carmelo Lucchesi La caterva di provvedimenti governativi sulla scuola, con- seguenti alle Leggi 133 e 169 del 2008, e la pratica del Miur di considerarli in vigore non- ostante siano ancora in una fa- se aurorale sono stati le stim- mate dell’anno scolastico tra- scorso. Per orientarsi nel gar- buglio tentiamo una sintesi della situazione dei nove rego- lamenti finora approvati dal Consiglio dei ministri, per i cui contenuti rimandiamo ai nu- meri scorsi del nostro giornale. Quattro hanno completato l’i- ter procedurale con la pubbli- cazione in Gazzetta Ufficiale: quello riguardante la riorga- nizzazione della rete scolasti- ca (Dpr 81/2009), quello rela- tivo alla revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'in- fanzia e del primo ciclo di istruzione (Dpr 89/2009), quello che determina l’organi- co del personale Ata taglian- done il 17% (Dpr 119/2009) e quello sulla valutazione degli alunni (Dpr 122/2009). Mentre altri cinque regola- menti (riordino istruzione tec- nica, riordino istruzione pro- fessionale, riordino licei, revi- sione delle classi di concorso ed riordino istruzione degli adulti) sono stati approvati solo in prima lettura dal Consiglio dei ministri. Non ha fatto alcun passaggio in Consiglio dei ministri il re- golamento sulla formazione dei docenti, anche se ne è cir- colata una bozza informale. Nel clima di sovversivismo istituzionale di cui abbiamo scritto nello scorso numero, il governo cerca di mettere una pezza al limite temporale di un anno (previsto dalla L. n. 133/08) per approvare defini- tivamente i regolamenti appli- cativi, al fine di evitare i nu- merosi ricorsi al Tar. Si tratta di un semplice comma, il n. 25, inserito nell’art. 17 del de- creto legge n. 78 del 1/7/09 (il cosiddetto decreto “anticri- si”), che recita: “Il termine di cui all’articolo 64, comma 4, del decreto legislativo 25 giu- gno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, si in- tende comunque rispettato con l’approvazione prelimina- re del Consiglio dei Ministri degli schemi di regolamenti di cui al medesimo articolo”. In sostanza, secondo l’esecutivo la prima approvazione in Consiglio dei Ministri (non la formale pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) basta per rispettare la scadenza tempo- rale prevista dalla legge. Siamo di fronte al solito agire disinvolto del governo, che fa strame di regole e norme, cercando in tutti i modi di ca- varci il proprio tornaconto. S Se en nz za a r re eg go ol le e

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Page 1: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Contro i tagli, la legge Aprea, la politica scolastica diTremonti-Gelmini, per l'assunzione di tutti i precari iCobas promuovono le seguenti iniziative fin dall’avvio delnuovo anno scolastico.

15 settembre - In occasione della ripresa delle lezioni nel-la gran parte delle regioni, si propone a tutto il "popolodella scuola pubblica" di dare vita ad una iniziativa di pro-testa nelle scuole, indossando un capo di abbigliamentotagliuzzato accompagnato da un adesivo “No ai tagli.Difendiamo la scuola pubblica”. Contemporaneamente,verranno fatte diffide ai presidi in merito al sovraffolla-mento delle classi, in base alle norme di sicurezza sullacapienza aule e sui rischi conseguenti. In ogni caso van-no richieste, in caso di ordini di servizio scritti o "imposi-zioni" orali, precise e argomentate deroghe scritte da par-te dei presidi, laddove si cerchi di imporre a docenti edAta di ignorare e violare le norme di sicurezza.

15 settembre - 22 settembre - Manifestazioni provincialidavanti agli Usp o Usr. Le singole province valuteranno seaccompagnare questa protesta con un’ora di sciopero a fi-ne giornata.

25 settembre – 20 ottobre - Promozione di convegni Cespsulla legge Aprea nel maggior numero possibile di province.

15 settembre - 15 ottobre - Organizzazione di riunioni eassemblee per valutare la possibilità di costituire nel mag-gior numero possibile di città Patti in difesa della scuolatra varie componenti sociali, docenti, Ata, studenti medi euniversitari e loro strutture, ricercatori, genitori, basatisul riconoscimento reciproco, sulla co-presenza di ogniforza e sigla, sul rifiuto di inventare fantomatici nuovi sog-getti “politico-scolastici”, che impongano artificiali "reduc-tio ad unum" di varietà e pluralismo organizzato. I Pattivogliono essere innanzitutto una forma di consultazionepermanente tra le forze davvero interessate, coerente-mente (non a seconda di quale governo gestisce la scuo-la), alla difesa della scuola pubblica, per valutare insiemele varie proposte di iniziativa, le possibilità di gestirle in-sieme, garantendo ad ognuno la propria specificità; op-pure, ad "amministrare" eventuali differenze di posizionee diverse iniziative, senza che diventino contrastanti oconflittuali.

10 ottobre – 20 ottobre - Promozione di iniziative nazio-nali e locali in difesa dei diritti sindacali, della libertà di as-semblea e di propaganda nelle scuole e nei luoghi di la-voro, possibilmente con le altre forze del Patto di Base e,per quel che ci riguarda, riprendendo le proposte giàavanzate lo scorso anno di iniziative davanti al Ministero.

23 ottobre - Sciopero generale

Dati OcseIl Miur strumentalizza le ricer-che internazionali, pag. 2 e 3

DdL ApreaÈ cambiato ... in peggio, pag. 4

PrecariatoPartire in quar ta, pag. 5

BigotterieAlt ai crediti di religione, pag. 6

RazzismoIl decreto “sicurezza” e i suoieffetti nelle scuole, pag. 8

Classi di concorsoGrande approssimazione, pag. 9

Immissioni in ruoloInsultante risposta ai bisognidella scuola e dei lavoratoriprecari, pag. 9

Elezioni RsuLa modifica dei comparti delpubblico impiego mette indubbio il rinnovo, pag. 9

Dopo terremotoGli affari loro, pag. 10

Scuola in tendopoliUsr e OOSS decidono all’in-saputa dei lavoratori, pag. 11

UniversitàInsegnare senza paga, pag. 11

Guida normativaNelle pagine centrali il nostroconsueto inserto di inizioanno scolastico: compiti degliOrgani collegiali e della con-trattazione d’istituto, incarichi eFis, modelli di contratti e riferi-menti normativi, supplenze, si-curezza e capienza locali

P O S T E I TA L I A N E S . P. A .Spediz ioni in A.P.

DL 353/2003 (conv. in L. 46/2004)art. 1 comma 2 DCB Roma

In caso di mancato recapitoritornare all’Uff. di Roma Romaninaper restituire al mittente previo addebito

44settembre - ottobre 2009Nuova ser ie - euro 1 ,50OOBBAASS

giornale dei comitati di base della scuola

AAuuttuunnnnoo ccaallddooVVeerrssoo lloo sscciiooppeerroo ggeenneerraalleeddeell 2233 oottttoobbrree

BBuuoonneennuuoovveeMMaallaattttiiaaIl DL 78/2009 (cosiddetto“salva crisi”) contiene parzialiretromarce di Brunetta relati-ve al trattamento di malattiaper i dipendenti pubblici:- sono ripristinate le prece-denti fasce di reperibilità incaso di malattia: dalle 10 alle12 e dalle 17 alle 19, comeprevisto dal Ccnl scuola vi-gente. Scompaiono così gli ar-resti domiciliari dalle 8 alle 13e dalle 14 alle 20;- si rende chiaro che le speseper le visite fiscali ai dipen-denti pubblici devono esseresostenute dal Servizio Sanita-rio Nazionale e non dallescuole. All’uopo si stanzianoper le Asl circa 9 milioni di eu-ro, che ovviamente risultanoinsufficienti per coprire i costidella manovra;- si chiarisce che la certifica-zione della malattia può esse-re fatta da qualsiasi medicoconvenzionato col ServizioSanitario Nazionale.

AApprreeaaiinnccaagglliiaattaaA più di un anno dall’iniziodella discussione sul DdLAprea, qualcosa si è inceppa-to. Le mobilitazioni di que-st'anno hanno portato l’oppo-sizione a qualche segno di in-disponibilità e la Lega si èmessa di traverso con la suaultima invenzione: l'esame didialetto per gli insegnanti.Di fronte all’impossibilità diaccordare le varie posizioni,l’on. Aprea ha chiuso i lavoridella commissione, rimandan-doli a data da destinarsi, valea dire a quando la maggioran-za sarà più coesa.Dunque, il DdL Aprea sembraessersi incagliato. Starà a tut-ti noi lavoratori della scuola,alla ripresa autunnale, nonmollare la presa e continuarele mobilitazioni per affondarlodefinitivamente.

di Carmelo Lucchesi

La caterva di provvedimentigovernativi sulla scuola, con-seguenti alle Leggi 133 e 169del 2008, e la pratica del Miurdi considerarli in vigore non-ostante siano ancora in una fa-se aurorale sono stati le stim-mate dell’anno scolastico tra-scorso. Per orientarsi nel gar-buglio tentiamo una sintesidella situazione dei nove rego-lamenti finora approvati dalConsiglio dei ministri, per i cuicontenuti rimandiamo ai nu-meri scorsi del nostro giornale.Quattro hanno completato l’i-ter procedurale con la pubbli-cazione in Gazzetta Ufficiale:quello riguardante la riorga-nizzazione della rete scolasti-ca (Dpr 81/2009), quello rela-tivo alla revisione dell'assettoordinamentale, organizzativoe didattico della scuola dell'in-fanzia e del primo ciclo diistruzione (Dpr 89/2009),quello che determina l’organi-co del personale Ata taglian-done il 17% (Dpr 119/2009) equello sulla valutazione deglialunni (Dpr 122/2009).Mentre altri cinque regola-menti (riordino istruzione tec-nica, riordino istruzione pro-fessionale, riordino licei, revi-sione delle classi di concorsoed riordino istruzione degliadulti) sono stati approvatisolo in prima lettura dalConsiglio dei ministri.

Non ha fatto alcun passaggioin Consiglio dei ministri il re-golamento sulla formazionedei docenti, anche se ne è cir-colata una bozza informale.Nel clima di sovversivismoistituzionale di cui abbiamoscritto nello scorso numero, ilgoverno cerca di mettere unapezza al limite temporale diun anno (previsto dalla L. n.133/08) per approvare defini-tivamente i regolamenti appli-cativi, al fine di evitare i nu-merosi ricorsi al Tar. Si trattadi un semplice comma, il n.25, inserito nell’art. 17 del de-creto legge n. 78 del 1/7/09(il cosiddetto decreto “anticri-si”), che recita: “Il termine dicui all’articolo 64, comma 4,del decreto legislativo 25 giu-gno 2008, n. 112, convertito,con modificazioni, dalla legge6 agosto 2008, n. 133, si in-tende comunque rispettatocon l’approvazione prelimina-re del Consiglio dei Ministridegli schemi di regolamenti dicui al medesimo articolo”. Insostanza, secondo l’esecutivola prima approvazione inConsiglio dei Ministri (non laformale pubblicazione inGazzetta Ufficiale) basta perrispettare la scadenza tempo-rale prevista dalla legge.Siamo di fronte al solito agiredisinvolto del governo, che fastrame di regole e norme,cercando in tutti i modi di ca-varci il proprio tornaconto.

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di Girolamo De Michele*

Il fatto: martedì 17 giugnosono stati presentati i risulta-ti di due ricerche, Talis 2008 eEconomics Survey of Italy.Con un curioso intermezzo: aipresenti è stata prima distri-buita, e poi ritirata una cartel-letta contenente le sintesi edegli abbozzi di traduzionedelle ricerche. Un comunicatodel Ministero, e un articolo sulCorriere della Sera con ampivirgolettati (un pelino più dis-taccato quello su La Stampa),ci informano che con questericerche l'Ocse ha bocciato lascuola italiana, valutando po-sitivamente l'operato delMinistro. Altri giornali, su car-ta e on line, grandi piccoli,piccolissimi riprendono - addi-rittura con taglia-e-incollaspudorati - la notizia.Che però è falsa.In sintesi: il Ministro spacciaper nuovi dati che sono vec-chi, confonde il primo rappor-to col secondo, e il secondocon uno ancora da stilare. Efornisce dati non veritieri. Cheperò i giornalisti italiani, inbarba alla deontologia profes-sionale e al controllo rigorosadelle fonti, prendono per veri:se lo dice il Ministro ...Bene: la verifica l'abbiamofatta noi. Quello che segue èl'esito della nostra verifica deipoteri. Di cosa si tratta? Di due di-stinte ricerche. E di una terzache ancora non esiste.L'Ocse, intanto: un organismodi ricerca e sviluppo. Che non

è un istituto di ricerca e anali-si didattica o pedagogica. Sel'Ocse deve scegliere tra dueparametri, quello cognitivo equello economico, non hadubbi: all'Ocse non interessala maggiore istruzione possi-bile, ma la più fruttuosa (sustandard economici) al minorcosto. E i dati Ocse sono spes-so coerenti con precisi orien-tamenti politici, grazie a unsapiente uso dei parametri.Ad esempio, l'Ocse, in base aipropri parametri, valuta ne-gativamente il sistema previ-denziale italiano, il cui saldo èinvece positivo, cioè in attivo.Teniamolo presente.L'Ocse produce un certo nu-mero di rapporti, analizzandodati rilevati in proprio su unnumero piuttosto alto di pae-si. Non solo dell'UnioneEuropea: l'insieme dei paesidell'area Ocse è, su certi te-mi, piuttosto disomogeneo,mettendo insieme buona par-te dell'Europa, Brasile, StatiUniti, alcuni paesi asiatici. Ilrisultato è che i dati Ocse noncoincidono con i datidell'Unione Europea. Teniamopresente anche questo.Sul sistema dell'istruzione,l'Ocse ha un proprio rapporto,Education at Glance (EaG).Ma EaG 2009 non è ancorastato elaborato.Cosa è stato presentato il 17giugno? Un rapporto econo-mico che contiene un capitolosull'educazione, basato suvecchie cifre, e un nuovo rap-porto, Talis 2008.Cos'è Talis 2008? Un rapporto

che indaga i metodi, le aspet-tative, le percezioni di sé de-gli insegnanti: non del siste-ma scolastico, degli insegnan-ti. In modo più esplicito:“Talis non misura l'efficaciadegli insegnanti o delle diver-se pratiche d'insegnamento.L'inchiesta mette invece in ri-lievo le differenze tra i profilidelle pratiche d'insegnamen-to, le attitudini e le convinzio-ne nei diversi paesi parteci-panti” [“Talis will not measurethe effectiveness of teachersor of different teaching practi-ces. Rather, it will contrastprofiles of teaching practices,attitudes and beliefs amongthe participating countries”,Summary, pag. 3]. Talis 2008non fornisce i dati che ilMinistro presenta come nuo-vi, e che dovrebbero suppor-tare le affermazioni dell'Ocsenel cap. 4 di EconomicsSurvey of Italy. Questi nuovidati potrebbero essere conte-nuti nel prossimo EaG 2009,ma al momento non esistono:il Ministro lo lascia credere (ei giornalisti italiani ci credono)con un accorto giro di cartesul tavolino.E così due rapporti (reali) +uno (virtuale) diventano "IlRapporto Ocse".Tre rapporti, tre carte: ven-ghino, signori, venghino,guardino le tre carte, dov'è ilrapporto sulla scuola, sotto launo, sotto la due, sotto la tre?Chiarito questo, vediamo,punto per punto, cosa sostieneil Ministro muovendo le cartecon consumato mestiere.

1. Il “Rapporto Ocse” at-testa le cattive perfor-mance della scuola italia-na: “per esempio, gli stu-denti italiani di 15 annisono indietro di 2/3 dianno scolastico nellescienze rispetto alla me-dia europea”Cattive performance dellascuola italiana? Parliamone.In primo luogo, teniamo pre-sente che le pagelle Ocse “so-no notificate con accertamen-ti tramite test (quiz): come leolimpiadi della memoria diConti e Scotti nei loro giochiserali” (Franco Frabboni,Sognando una scuola norma-le, Palermo, Sellerio, 2009,pag. 114).Ciò premesso, entriamo nelmerito. L'Ocse non tiene con-to delle numerose indagini in-ternazionali sull'apprendi-mento, ma utilizza un propriosistema di valutazione, il Pisa.La cui attenzione “non si foca-lizza tanto sulla padronanzadi determinati contenuti curri-colari, ma piuttosto sulla mi-sura in cui gli studenti sono ingrado di utilizzare competen-ze acquisite durante gli annidi scuola per affrontare e ri-solvere problemi e compitiche si incontrano nella vitaquotidiana e per continuaread apprendere” [da Cos'è ilPisa?]: il Pisa valuta non tan-to il sistema scolastico, quan-to l'humus culturale e socialedella società in cui si vive. Sinoti che i dati Pisa riguardanogli studenti quindicenni, indi-pendentemente dall'ordine di

studi seguito; ma in moltipaesi Ocse a 15 anni si è a 2anni dalla fine del ciclo di stu-di, non a 3, come in Italia: l'e-sempio citato dal Ministro sul-le scienze è particolarmenteinfelice. E si noti che il pun-teggio negativo ottenutodall'Italia è un dato statistico:se esaminiamo le singole re-gioni, notiamo che la maggio-ranza delle regioni italiane so-no al di sopra degli indici Ocse(sulle competenze scientifi-che, ad esempio, 7 su 12). Aconferma che i risultati nega-tivi dipendono non dal siste-ma scolastico in sé, ma dai di-versi contesti ambientali, co-me lo stesso rapportoEconomics Survey of Italy ri-conosce in apertura del cap.4: “large differences in pupils'performance between re-gions, which may reflect so-cio-economic conditions ra-ther than regional differencesin school efficiency”.Ma soprattutto, l'Ocse e ilMinistro non tengono conto diben altre rilevazioni sugli ap-prendimenti, che danno risul-tati buoni, e talvolta lusin-ghieri: come il Pirls 2006(Progress in InternationalReading Literacy Study), checolloca la scuola elementarein posizione di eccellenza nelmondo; come il Timss 2008(Trends in InternationalMathematics and ScienceStudy), che sulle specifichecompetenze scientifiche ematematiche conferma i risul-tati del Pirls nella scuola pri-maria. Ad esempio, nellecompetenze scientifiche glistudenti italiani sono secondi,in Europa, alla sola Ungheria.Ocse e Ministro utilizzano unsingolo dato, lo decontestua-lizzano e lo generalizzano sututta la scuola, senza distin-zione di ordine di studi e real-tà locale. E la stampa italianaripete in coro: l'Ocse boccia lascuola italiana.

2. Il "Rapporto Ocse" “cidà ragione”Così dice il Ministro. Che inquesto modo fa passare perun'idea dell'Ocse la propriaanticostituzionale idea di sot-trarre fondi alla scuola pubbli-ca per finanziare la scuola pri-vata. Ignorando forse chel'Ocse stesso definisce la peg-giore d'Europa e una dellepeggiori del mondo, con buo-na pace del Ministro. Che èstato messo lì per eseguire ilprogramma di tagli ideatodall'Ocse e vidimato dalMinistro Tremonti.Immaginate un allenatore dicalcio, poniamo del Milan,messo lì al posto del prece-dente per mandare in campola formazione scritta dalPresidente; il quale ha prov-veduto a vendere un giocato-re, poniamo Kakà, la cui pre-senza toglieva spazio al di luipupillo Ronaldinho. Immagi-nate questo Presidente di-chiarare ad agosto, senza al-cun riscontro concreto, che “ilMilan con Ronaldinho in cam-po è senz'altro più forte ri-spetto al passato”. E adessoimmaginate l'allenatore di-chiarare: sono felice, perché ilPresidente mi dà ragione. Eimmaginate una stampa ser-

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vile riportare questa afferma-zione con titoli a tutta pagina.Credete sia possibile? Se pen-sate di sì, siete in Italia.

3. Il "Rapporto Ocse"“parte dalla constatazio-ne che l'assenza di chiareinformazioni sulla valuta-zione degli studenti e del-l'intero sistema, dai do-centi all'amministrazionecentrale, è stata la causaprincipale delle cattiveperformance”Peccato che questo virgolet-tato non corrisponda all'aper-tura del cap. 4 di EconomicsSurvey of Italy. Il rapportosostiene infatti una cosa di-versa: che i dati potrebberoessere incoerenti rispetto allamaggior parte delle nazionidell'area Ocse a causa di unadifferente o non uniforme rile-vazione [“Either the nationalexaminations assess very dif-ferent aspects of achievementfrom PISA, or the national as-sessment system is not ap-plied uniformly”]. Dopo di cheil rapporto Ocse sostiene cheun sistema di rilevazione ob-bligatorio, e non facoltativo,agganciato a meccanismi pre-miali o punitivi potrebbe ave-re effetti positivi sul sistemadell'istruzione italiano, men-tre attualmente “there are noconsequences for either tea-chers or schools attached tothe degree of success in mee-ting the objectives”. In puntadi logica, è persino banale no-tare che non si può dedurreda un'ipotesi ("è probabileche un sistema di incentivi epunizioni... ") un fatto, né unantecedente da una conse-guenza.Ma non è il caso di fare acca-demia: i fatti hanno il vizio diavere la testa dura. Il sistemadi valutazione è facoltativoanche in quei livelli e ordiniscolastici che eccellono percompetenze non solo inEuropa, ma nel mondo: cosache non potrebbe darsi, se ilfalso sillogismo ministerialefosse fondato.

4. Il “Rapporto Ocse” di-mostra che “il costo piùelevato dell'istruzione ita-liana è ampiamente dovu-to al rapporto insegnanteper studente, che è del50% più alto (9,6 inse-gnanti ogni 100 studenti inItalia, rispetto a 6,5 inse-gnanti nell'area Ocse)”Domanda: perché il costo del-l'istruzione dev'essere misu-rato sul rapporto insegnanti-studenti, e non su quanto sispende effettivamente?Risposta: perché in questomodo apparirebbe chiaro chel'Italia è uno dei paesi chemeno spende per l'istruzione.Ma prima, vediamo comestanno le cose sulla presuntaeccedenza di insegnanti nellascuola italiana.Intanto: 6.5 nell'area Ocse,ma 7.5 circa nell'Unione Euro-pea (nei 19 paesi che ne face-vano parte nel 2007). E dinuovo: perché il paragone de-v'essere fatto con un'area dis-omogenea come l'Ocse, e nonla più congrua e coerente (an-che in termini di progettazio-ne e obiettivi) area Ue? Mah...

Vediamo adesso qual è davve-ro il rapporto insegnanti-stu-denti. Non si capisce da doveil Ministro estrae questo 9.6che permette di denunciareun tondo “50% più alto”.Gli studenti italiani nel2008/2009 [fonte: il rapportodel Ministero La scuola stata-le: sintesi dei dati 2009] sono7.768.071, i docenti di ruoo[per la verità il rapporto ripor-ta il dato relativo ai “Docenti atempo indeterminato e deter-minato annuale” con la preci-sazione che “Tra i docenti nonè stato conteggiato il perso-nale educativo e il personaledocente di religione cattolica”,fonte ministeriale: www.pub-blica.istruzione.it/mpi/pubbli-cazioni/errata_corrige.shtml,pag. VIII, ndr] 725.173. Ma in Italia si considerano do-centi anche gli insegnanti disostegno (87.190), perchésono pagati dal Ministerodell'Istru-zione, mentre inEuropa no, perché pagati daiministeri della sanità. E dun-que correttezza vuole che, senon vengono conteggiati neidati Ocse, non devono esser-lo neanche nei dati italiani.Non inventiamo niente: ogniserio studio, dal ministerialeQua-derno bianco sull'istru-zione 2007 al Rapporto sullascuola in Italia 2009 dellaFondazio-ne Giovanni Agnelli(Bari, Laterza, 2009), compiequesta sottrazione. E lo stes-so deve valere per gli inse-gnanti di religione (25.931),una peculiarità tutta italiana[...]. I docenti di ruolo [vedisopra la precedente nota delredattore, ndr] comparabilicon i loro omologhi di altri si-stemi scolastici scendono cosìa 612.032, con un rapportoinsegnante-studente pari a7.8: quasi in linea con il 7.5della media europea.Se non ché, in molti paesidell'Ue e dell'Ocse esiste unsistema d'istruzione post-se-condario non universitario,che in Italia non c'è: il siste-ma italiano distribuisce i suoiinsegnanti su 3 livelli scolasti-ci, i paesi dell'area Ocse su 4.Per riprendere il paragonecalcistico, è come comparareuna squadra che gioca col 4-4-2 con una che gioca col 4-3-1-2, e sostenere che la pri-ma ha troppi giocatori, perchéne impiega 10, contro gli 8dell'altra: bizzarro davvero,un Ministro che si straccia levesti sulle cattive competenzematematiche degli studenti, epoi dà prova di scarsa compe-tenza nella lettura dei dati.E adesso vediamo quanti so-no effettivamente i soldi spesiper la scuola. EmanueleBarbieri, già dirigente delMinistero dell'Istruzione, inTagli e pretesti, un'utile sinte-si del rapporto ministeriale Lascuola in cifre 2007, compa-rando dati del Ministero,dell'Istat, del Bilancio delloStato e dell'Ocse, concludeche “dal 1990 al 2007 la quo-ta di risorse destinate al Mpi oal Miur per l'istruzione è pas-sata dal 3,9% al 2,8% del PIL(-1,1% pari 16,9 miliardi dieuro). Negli ultimi 10 anni lariduzione è stata pari allo0,2% (3,07 miliardi di euro)”.E la stessa Ocse, in Education

at Glance 2008 (Tabella B3.3,pag. 254) rileva che lo sharedi spesa pubblica per l'istru-zione dell'Italia (69.6% nel2005: nel 1995 era 82.9%) èinferiore tanto alla mediaOcse (73.8%), quanto a quel-la dell'Ue (81.2%).

5. Il “Rapporto Ocse” di-mostra che “le principalicause di disturbo alle le-zioni sarebbero le intimi-dazioni o le aggressioniverbali verso altri studen-ti (30%), seguono le ag-gressioni fisiche tra stu-denti (12,7%), le aggres-sioni agli insegnanti(10,4%), ma anche i furti(9,1%) e per ultimo ilproblema della diffusionedi droghe e alcol (4,5%)”Ebbene sì: non poteva man-care un implicito richiamo alvirus del bullismo che stareb-be devastando la scuola ita-liana, con buona pace delle ri-cerche che dimostrano il con-trario.Peccato che, di nuovo il rap-porto Talis 2008 non dicaquesto. Intanto, i dati si riferi-scono alla “percentuale di do-centi della scuola secondariainferiore che lavorano inscuole i cui dirigenti riferisco-no che le principali cause didisturbo sarebbero determi-nati comportamenti degli stu-denti” [“Percentage of tea-

chers of lower secondary edu-cation whose school principalconsidered the following stu-dent behaviours to hinder in-struction «a lot» or «to someextent» in their school”]:questi dati rilevano quindi lapercezione dei dirigenti, nonfatti appurati.Ma soprattutto, si omette ildato medio dell'area Ocse, ilcui confronto consente di direse il clima scolastico (percepi-to dai dirigenti scolastici) nel-la scuola italiana è migliore opeggiore. Bene, ecco i dati[Tabella 2.8, pag. 46 di Talis2008]:- furti: Italia 9.1%, mediaOcse 15.3%;- intimidazioni o le aggressio-ni verbali verso altri studenti:Italia 30%, media Ocse34.3%;- aggressioni agli insegnanti:Italia 10.4%, media Ocse16.8%;- aggressioni fisiche tra stu-denti: Italia 12.7%, mediaOcse 15.9%;- diffusione di droghe e alcol:Italia 4.5%, media Ocse10.7%.E se invece della percezionedei dirigenti scolastici pren-diamo in esame la percezionedei genitori? Per non sbaglia-re, usiamo ancora una fonteOcse, tanto gradita alMinistro: Education at Glance2008 [tabelle A6.2b. e A6.2C.

pagg. 130-131].Percentuale dei genitori italia-ni che si dichiarano soddisfat-ti o molto soddisfatti della di-sciplina scolastica [“satisfiedwith the disciplinary atmo-sphere in the school”]?80.9%: inferiore in Europa alsolo Lussemburgo, e nell'areaOcse solo a Nuova Zelanda eTurchia.Percentuale dei genitori italia-ni che ritengono che la scuolasvolga un buon lavoro educa-tivo [“The school does a goodjob in educating students”]?92.1%: al vertice dell'interaarea Ocse alla pari con laNuova Zelanda.Come vede chiunque si pren-da la briga di verificare i datiforniti, i fattori di disturbo egli episodi riconducibili al fe-nomeno del bullismo sonosensibilmente più bassi dellamedia.

E allora, di cosa stiamo par-lando? Di un Ministro che nonè all'altezza del proprio pro-gramma, ma il cui programmaè all'altezza del proprio cogno-me? Di giornalisti la cui facciaè all'altezza del Ministro, manon del proprio specchio?

* Tratto da Carmilla on line1/7/2009 (http://www.car-millaonline.com/archives/2009/07/003102.html)

Dpr 399/88 rivalutazione Ccnl 2009 variazione variazionein lire giugno 2009 - euro euro euro % sul Ccnl

Coll. scolastico 24.480.000 22.108 17.924 - 4.184 - 23,3

Ass. amm.-tecn. 27.936.000 25.229 20.454 - 4.775 - 23,3

D.s.g.a. 32.268.000 29.141 29.431 + 290 + 1,0

Docente mat.-elem. 32.268.000 29.141 25.756 - 3.385 - 13,1

Doc. diplomato II gr. 34.008.000 30.713 25.756 - 4.957 - 19,2

Docente media 36.036.000 32.544 28.047 - 4.497 - 16,0

Doc. laureato II gr. 38.184.000 34.484 28.831 - 5.653 - 19,6

Stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990 (il cosiddetto “Contratto Cobas”), per tutti i profili pro-fessionali con 20 anni di anzianità e la sua rivalutazione a giugno 2009 (indice Istat inflazione FamiglieOperai Impiegati-FOI) a confronto con i valori (stipendio tabellare + Rpd o Cia o Indennità di direzione mi-nima) previsti dal Ccnl Scuola sottoscritto il 23 gennaio 2009 per le corrispondenti tipologie di personale.

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di Serena Tusini

Come riferiamo in prima pagi-na, a fine luglio 2009, il cam-mino del DdL Aprea ha subitoun arresto che speriamo pre-luda ad una sua definitivo riti-ro. Qualche giorno prima pe-rò, il disegno di legge era sta-to rivisto e ne era stata pre-sentata una nuova versionedella quale analizziamo i con-tenuti salienti confrontandolicon la precedente stesura.

Relativamente al Capo I - Go-verno delle istituzioni scolasti-che, le principali differenzesono tre:1. Le scuole non si trasforme-ranno direttamente in fonda-zioni, ma potranno “promuo-vere o partecipare alla costi-tuzione di fondazioni e con-sorzi finalizzati al sostegnodella loro attività”.2. Questa possibilità non ri-guarderà più tutti gli ordini discuola, ma solo “Le istituzioniscolastiche d’istruzione se-condaria superiore, singolar-mente o in rete”.3. Viene abolito il CollegioDocenti e sostituito con iConsigli di Dipartimento.

Resta sostanzialmente uguale(anche se con leggere modifi-che) il resto:1. Il Consiglio di Amministra-zione che cambia nome inConsiglio di Indirizzo.2. I Nuclei di Valutazione.3. L’espulsione degli Ata dalConsiglio di Indirizzo.4. L’impianto e le finalità ge-nerali della legge.I cambiamenti sono solo difacciata, come ben si evincedalla lettura del testo. Anzi, ilbaricentro delle istituzioni

scolastiche sarà portato anco-ra di più fuori di esse e dal lo-ro controllo. Quello che im-porterà saranno i finanzia-menti che i privati porterannonelle scuole e l’attività “didat-tica” che in cambio la scuolaoffrirà. Da questo punto di vi-sta, il fatto di circoscrivere lapossibilità alle sole secondariesuperiori, non porta nessunscarto pratico: sarebbe statocomunque proprio questo ilsegmento di scuola ad esserepiù interessato dall’interventoprivato (come testimoniano lerichieste di Confindustria).La vicinanza sostanziale tra ledue versioni è confermatadalla composizione degli or-gani di governo; al Consigliodi Amministrazione subentrail Consiglio di indirizzo (nomemeno indigesto) che peròmantiene tutta l’autoreferen-zialità del precedente “appro-va e modifica, con la maggio-ranza dei due terzi dei suoicomponenti, lo statuto dell’i-stituzione scolastica, compre-se le modalità di elezione, so-stituzione e designazione deipropri membri”. Di esso inol-tre continuano a far parte an-che i membri esterni (ne vie-ne fissato il numero massimoa due) che possono addirittu-ra presiederlo (mentre nellaprima versione la presidenzaera affidata al dirigentescoòastico). Altre differenzenon sostanziali riguardano:- il numero minimo dei com-ponenti (prima era fissato so-lo in numero massimo), oraviene dato quello minimo di 7,quello massimo rimane 11;- si dice che la rappresentan-za tra genitori e docenti deveessere paritetica (ma potreb-bero essere anche solo 1 e 1,

lo deciderà lo statuto);- il Dsga, che prima era mem-bro senza diritto di voto, ora èmembro di diritto a tutti glieffetti.Ma l’elemento più interessan-te riguarda le funzioni delConsiglio di indirizzo; esse re-stano immutate, tranne cheper quanto riguarda la que-stione del Pof. È qui che si ve-de bene come siano proprio idocenti l’elemento da sman-tellare nella direzione della di-struzione della scuola pubbli-ca. Infatti, mentre nella primaversione, il CdA approvava ilPof deliberato dal Collegio deidocenti, ora il Consiglio diIndirizzo direttamente “deli-bera il Pof”. Il Collegio dei do-centi è completamente inutilee infatti viene abolito. I do-centi si riuniranno nelConsiglio di dipartimento peraree disciplinari ed avrannouna funzione meramente tec-nica: “Per l’esercizio della li-bertà di insegnamento, sonoistituiti in ciascuna istituzionescolastica i Consigli dei dipar-timenti, quali organi tecnici,per aree disciplinari o interdi-sciplinari, con compiti di pro-grammazione delle attività di-dattiche, educative e valutati-ve, in attuazione del pianodell’offerta formativa delibe-rato dal Consiglio di indirizzodella scuola”. Insomma, ilConsiglio di Indirizzo, forte-mente condizionato dallaFondazione che sostiene eco-nomicamente la scuola e ma-gari presieduto da un mem-bro esterno, gestirà il Pof,cioè l’offerta formativa dellascuola; i docenti si trasforma-no in attuatori del piano pre-disposto da altri. Da questoloro impegno, come si vedrà,

dipenderà anche il loro sti-pendio. E in maniera detta-gliata sono infatti predisposti icontrolli affinché i docentiesplichino questo loro compi-to depotenziato (è infatti ov-vio per tutti che senza la “col-laborazione” del corpo docen-te, nessuna riforma dellascuola è attuabile nella so-stanza).E infatti viene esplicitamenteribadito e sottolineato il ruolodell’Invalsi, vero e propriostrumento strategico dellascuola azienda. Infatti nonsolo vengono mantenuti tragli organi della scuola i Nucleidi Valutazione, ma questivengono ora direttamentecollegati all’Invalsi, riferimen-to assente nella prima versio-ne del testo (“Le valutazioniespresse annualmente, sullabase di indicatori nazionaliforniti dall’Invalsi, sono as-sunte come parametro di rife-rimento per l’elaborazione delpiano dell’offerta formativa edel programma annuale delleattività”).L’abolizione del Collegio deidocenti rappresenta dunqueuna variazione peggiorativa equalitativamente significativa(a differenza delle altre finoraanalizzate, che non cambianola sostanza della prima ver-sione) e si configura come unattacco alla componente do-cente, sentita come elementoda controllare e a cui sottrar-re i poteri finora avuti nellagestione della scuola.

Sparisce totalmente il Capo IIdella precedente versione(Autonomia finanziaria delleistituzioni scolastiche e libertàdi scelta educativa delle fami-glie) che dovrebbe esseretrattato in un altro provvedi-mento legislativo.

Il nuovo Capo II, già Capo III,(Stato giuridico, modalità diformazione iniziale e recluta-mento dei docenti) ricalca laprecedente proposta, tranneche per alcune cancellazioni: - sparisce tutta la parte sullaformazione iniziale (oggettodi altro provvedimento legis-lativo), benché venga ricon-fermata l’assunzione direttada parte di reti di scuole;- non vengono più abolite leRsu di Istituto.- spariscono gli Organismi tec-nici rappresentativi a caratte-re regionale e viene reinseritoqualcosa che assomiglia moltoall’attuale Consiglio nazionaledella pubblica istruzione;- cambia la dicitura dei livellidi carriera: prima era iniziali,ordinari e esperti; ora diven-ta: ordinari, esperti, senior(non si vogliono offendere icolleghi che magari lavoranoda 15 anni nella scuola e sa-rebbero finiti tra gli iniziali?);- si chiarisce la forbice stipen-diale tra i vari livelli: la retri-buzione iniziale di ciascun li-vello “non può essere inferio-re a quella iniziale del livelloimmediatamente precedente,maggiorata del 30%”;- cambia la composizione del-la Commissione di valutazio-ne: prima c’era un rappresen-tante dell’Organismo tecnicorappresentativo, ora la com-missione è tutta interna alla

scuola: è presieduta dal diri-gente scolastico e compostada due docenti senior elettiall’interno della scuola dai so-li docenti esperti e senior;- sparisce la vicedirigenza.

Resta sostanzialmente uguale:- l’istituzione di un albo regio-nale (si può chiedere il pas-saggio ad altra regione dopo5 anni);- il concorso di assunzione perreti di scuole;- i docenti ordinari (prima ini-ziali) non accedono al Fis;- il portfolio del docente su cuila Commissione di valutazio-ne annoterà: a) l'efficacia del-l'azione didattica e formativa;b) l'impegno professionalenella progettazione e nell'at-tuazione del piano dell'offertaformativa; c) il contributo for-nito all'attività complessivadell'istituzione scolastica oformativa; d) i titoli professio-nali acquisiti in servizio;- la ripartizione del contingen-te per ogni livello stipendialedecisa dal Ministero annual-mente;- il ruolo dell’associazionismoprofessionale;- la separazione dell’area con-trattuale rispetto agli Ata.

Dunque la tanto agognata dif-ferenziazione di carriera deidocenti italiani, resta tutta inpiedi; è significativa anche lanotevole forbice stipendialeche viene indicata; stannocercando di comprare il colla-borazionismo dei docenti ita-liani che dovranno piegare laloro didattica e la loro idea discuola ai dettami del Consigliodi Indirizzo e all’esecuzione diciò che sarà contenuto nel Pofda loro elaborato. I docentiitaliani saranno valutati in ba-se “all’efficacia dell’azione di-dattica” (i test Invalsi sarannoil metro per lo stipendio!) ealla solerzia nell’esecuzionedel Pof. I “riformatori” sannobene che i docenti italiani nondigeriscono la scuola azienda,che l’autonomia scolasticaviene valutata negativamentedagli addetti ai lavori (tranneche dai dirigenti e le loro cor-ti). Sanno anche bene che glistipendi sono al limite dellasoglia di povertà. E provano acomprarli misurandone laproduttività. La battaglia èstata già vinta, da soli, ap-poggiati solo dal sindacalismodi base, nel 2000 contro il mi-nistro Berlinguer; oggi dovre-mo riuscire a fare altrettanto.

Il Capo III Rappresentanzaistituzionale delle scuole au-tonome è costituito da un uni-co breve articolo che rimandaa un regolamento da adottarein cui saranno stabilite le mo-dalità di costituzione e di fun-zionamento dei “Consigli delleautonomie scolastiche” sia subase regionale che nazionale.È questo capo che decreta lasparizione degli Organismitecnici rappresentativi. Si par-la qui della sua composizione(rappresentanti dei dirigenti edei presidenti di indirizzo,dunque potrebbero essere an-che membri esterni), mentresi demandano a successivoregolamento le modalità di co-stituzione e funzionamento.

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di Stefano Micheletti

Parto da quello che per moltipuò risultare un paradosso:non hanno alcuna intenzionedi espellere i precari dallascuola, anzi ne avranno biso-gno ancora e in alcune regio-ni in numero maggiore del-l’anno scorso.Infatti credo non sia in ballo latrasformazione dei precari indisoccupati, ma anzi unamaggiore precarizzazione del-la vita, del lavoro e del servi-zio scolastico in generale.Naturalmente questo vale ingenerale; se poi disaggre-ghiamo i precari per classi diconcorso e geograficamenteNord/Sud la cosa si diversifi-ca. In Campania, in Sicilia lasituazione occupazionale per idocenti e Ata a tempo deter-minato sarà molto pesante.Insomma stiamo rischiandoche l’amministrazione (quinon distinguo governi di cen-trosinistra o di centrodestra,mi sembra che l’esperienza ditutti indichi una linea comune– a parte la capacità del cen-trosinistra di usare un po’ piùdi vasellina) riesca, in cinqueanni, a ridurre gli organici delcomparto scuola di circa200.000 unità, senza signifi-cativi conflitti sociali e senzala necessità di usare grossiammortizzatori sociali.Infatti useranno i consistentipensionamenti per ammortiz-zare le contraddizioni.Anche la differenza di 18.000

posti (perlopiù al Sud) per ilprossimo anno – tra tagli pre-visti e numero dei pensionati– hanno la possibilità di am-mortizzarla.Si tratta di 18.000 supplentiche l’anno scorso avevanoavuto la supplenza annuale ofino al termine e che il prossi-mo anno non ce l’avranno,ma che di sicuro saranno inposizione utile per le chiama-te dei presidi per supplenzepiù o meno lunghe o perspezzoni (certo con un peg-gioramento delle condizioni intermini di reddito e di vita eduna maggiore precarietà).Da questo punto di vista risul-ta proprio una “cazzata” l’ipo-tesi del ministro Gelmini di in-trodurre una sorta di indenni-tà (con accordi con l’Inps) percoloro che avevano avuto lasupplenza annuale o fino al30 giugno l’anno scorso e ilprossimo anno non l’avranno:costoro quando saranno chia-mati con le graduatorie d’isti-tuto cosa faranno? Interrom-peranno il sussidio? Lo ri-avranno se si tratterà di unasupplenza più breve e scadràancora il contratto?Secondo me poi anche le in-tese regionali per dare qual-che migliaio di incarichi (perlo più per il sostegno), pagaticon fondi regionali od europei- è il caso sperimentato giàl’anno scorso in Campania(precari di sostegno, tagliatida Fioroni, sono stati in parteriassunti e pagati con fondi

regionali) - sono pericolose.Si allude alla regionalizzazio-ne dell’istruzione, applicandoil principio di sussidiarietà: loStato garantisce solo i livelliessenziali delle prestazioni,poi – se la Regione ha i fondi– si garantisce quello che permolti non è essenziale – e permolti l’integrazione dei diver-samente abili o degli stranierioppure il tempo pieno o pro-lungato, non lo è.Cosa fare allora per battersi inmodo efficace contro la pre-carietà che dilagherà ancoradi più nella scuola?Credo che si tratti di conti-nuare a battersi contro i tagli,provando a generare il massi-mo di conflittualità.I precari sono il soggetto piùdebole e non è così sempliceconvincerlo a praticare unalotta seria. Permane da tempouna logica, tutta subordinatae subalterna, della richiesta almondo sindacale, al mondopolitico, di appoggiare le ri-chieste precarie, ma si stentaa trovare autonomia, autorga-nizzazione, azione diretta.Prevale sempre l’ideologiache bisogna mettere tutti as-sieme … l’unità sindacale …tutto il fronte dell’opposizioneche ti deve appoggiare … unasorta di rimozione del fattoche le politiche scolastiche so-no sempre le stesse (simpati-co Fioroni che invita Gelmini aricorrere contro la sentenzadel Tar sui docenti di religionefuori dagli scrutini), rinviando

sempre una lotta decisa,creativa ed efficace.Certo, quanto detto per i pre-cari vale anche per il persona-le di ruolo, non è che i lavora-tori della scuola abbianoespresso chissà che livelli diconflittualità contro il piùgrande processo di riduzioneoccupazionale e del serviziomai avvenuto in nessun altrocomparto.Credo però che dobbiamo es-sere ottimisti.Con la ripresa delle lezioni cisi accorgerà dei provvedi-menti in attuazione dell’art.64 della legge 133.I genitori proveranno con ma-no la riduzione del temposcuola in molte situazioni, tro-veremo aule più affollate, allimite della normativa sulla si-curezza, proveranno ad ap-piopparci cattedre extra-largeoltre le 18 ore, proveranno adoffrire a straordinario spezzo-ni rubandoli ai precari, moltidi ruolo sono diventati so-prannumerari per i tagli edora sono in utilizzo in piùscuole in situazioni disagiate,precari rimarranno fuori dallenomine annuali …Poi ci sono molti intoppi nell’i-ter dei vari Regolamenti at-tuativi, la Conferenza Stato-Regioni (che è l’unico ambitoistituzionale ad avere peso neipareri) ha alzato la voce siasulla rete scolastica, che suiRegolamenti delle superiori;pare che non riusciranno adattuare i nuovi ordinamentidelle superiori dal 2010-11 …la legge Aprea è nelle secche… insomma penso ci siano an-cora spazi. I precari potrebbero dare il laalla ripresa della conflittualitànella scuola e nella societàsulla questione dell’istruzione.Si dovrebbe garantire intantola presenza alle convocazionipresso le scuole polo per lastipula dei contratti annuali efino al 30 giugno. È l’unicomomento in cui possiamo ve-dere tutti i precari.Si potrebbero convocare as-semblee in ogni provincia (in-torno al 10 settembre, primadell’inizio delle lezioni) chepotranno essere un primomomento di verifica della dis-ponibilità alla lotta.Si potrebbe dare indicazioni aicollegi di inizio d’anno (rifiutostraordinario, denuncia aulefuori norma, ecc.).Circolano proposte sull’utiliz-zare le convocazioni per de-nunce di vario tipo, una sortadi rallentamento delle proce-dure delle nomine e via dicen-do … credo che se ci fosse unvero movimento … e forte …l’ipotesi di bloccare le nominenon sarebbe certo peregrina,ma stante i rapporti di forzacredo che un eventuale ral-lentamento potrebbe solo ri-torcersi contro di noi.Secondo me dobbiamo usarele convocazioni per trovare ilmassimo di comunicazionecon i precari, invitandoli, so-prattutto quelli rimasti fuori equindi presumibilmente in-cazzati e preoccupati, alla as-semblea provinciale.Le assemblee dovrebberospiegare la pesante situazio-ne, dare indicazioni su un mi-nimo di conflittualità interna

alle scuole che i precari as-sunti dovrebbero manifestareappunto scuola per scuola e,soprattutto, dare indicazioniserie ai precari rimasti fuoridalle nomine provinciali equindi verificare chi è disponi-bile a mobilitarsi i primi giornidi lezione (che per loro saran-no i primi giorni da disoccupa-ti, anche se ovviamente moltisaranno ripescati dalle nomi-ne dei presidi più avanti).Potrebbe essere ad esempio(cose già praticate da passatimovimenti precari) che coloroche non sono stati assunti, laprima settimana di scuola,prendano una grossa scuolaal giorno e facciano un pic-chetto davanti per una decinadi minuti, tenendo fuori stu-denti e docenti, ritardandol’ingresso megafonando e vo-lantinando.Potrebbe essere la tenda od ilgazebo davanti agli Usp o agliUffici scolastici regionali.Potrebbe essere che i docentie Ata (non dimentichiamo gliAta che sopporteranno taglipesantissimi) rimasti disoccu-pati si arrampichino su qual-che gru, o tetto, o qualsivo-glia lastrico solare, meglio sedi qualche scuola od ufficioscolastico.I gruisti della Innse diLambrate hanno fatto scuola,li stanno riprendendo tutti,persino le guardie notturneromane in cima al Colosseo(quanti Colossei, moliAntonelliane, Santi, Basilichedi San Marco o Duomi abbia-mo in Italia?).E non si tratta certo di azioniindividuali ed esasperate: sitratta di azioni collettive dilotta, dove alcuni fanno la co-sa eclatante ed altri sotto ap-poggiano, comunicano, so-stengono.Io non escluderei anche qual-che chiesa o cappella. La Ceiha alzato subito la voce sullasentenza del Tar del Lazio …un gruppo di precari dellascuola rimasti disoccupati chesi piazzano sul sagrato diqualche duomo o dentro qual-che chiesa non sarebbe male(dai sans papier ai senzasup-plenza) … vediamo se il Papasi schiera contro la disoccupa-zione e la precarietà … cosìpossiamo anche affrontarecon serietà la disparità di trat-tamento con i docenti di reli-gione … altro che la “cazzata”del diritto di voto agli scrutini.Queste sono solo delle primeindicazioni, credo che la crea-tività dei colleghi saprà trova-re dell’altro.Importante secondo me usa-re anche il CoordinamentoNazionale che si è creato conil sit-in del 15 luglio finalmen-te per coordinare iniziative dilotta e non solo “questue” erichieste a partiti e sindacatiche ti dovrebbero appoggiare… vediamo concretamente chici appoggerà in queste formedi lotta.

RRiiuusscciirraannnnoo iinnoossttrrii eerrooii??PPrrooppoossttee ddii lloottttaa ppeerr ii pprreeccaarrii

Le immagini di questo

numero riproducono

opere di Juan Munoz

(Madrid, 1953 – Ibiza,

2001).

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Il Tar del Lazio, con sentenzan. 7076 del 17 luglio 2009che si richiama al parere del-la Corte Costituzionale 203del 1989 sulla laicità “garan-zia dello Stato per la salva-guardia della libertà religiosain regime di pluralismo con-fessionale e culturale”, ha fis-sato un punto importantecontro le discriminazioni nellascuola pubblica in Italia e gliindecenti privilegi alla chiesacattolica ed agli insegnanti diReligione Cattolica.Il Tar del Lazio (con una sen-tenza esemplare, che meritadi essere letta) ha accolto duericorsi presentati, a partire dal2007, da alcuni studenti, sup-portati da diverse associazionilaiche (tra cui i Cobas) e con-fessioni religiose non cattoli-che, che chiedevano l'annul-lamento delle ordinanze mini-steriali firmate dall'ex mini-stro Giuseppe Fioroni e adot-tate durante gli esami diStato del 2007 e 2008.Cosa ha stabilito il Tar delLazio? Cose che in un paesein cui la classe politica nonfosse asservita al potere tem-porale di una chiesa particola-re sarebbero semplicementeaccettati da tutti. Agli scrutininon debbono partecipare gliinsegnanti di religione cattoli-ca (una materia opzionale)assunti non per regolare con-corso pubblico, ma catechistidi una religione particolare(che si pretende assoluta ed

universale, ma è un ulterioresintomo della sua scandalosaprotervia) pagati oltre 1 mi-liardo di euro all’anno dalloStato e scelti dalle curie. Èchiaro che tra studenti nonavvalentesi e studenti chefrequentano l’ora di catechi-smo cattolico non dovrebbeesserci nessuna discrimina-zione. Inoltre il Tar affermache “l’attribuzione di un credi-to formativo ad una scelta dicarattere religioso degli stu-denti e dei loro genitori, qua-le quella della religione catto-lica nelle scuole pubbliche, dàluogo ad una precisa forma didiscriminazione, dato che loStato italiano non assicuraidenticamente la possibilità atutti i cittadini di conseguireun credito formativo nelleproprie confessioni, ovveroper chi dichiara di non profes-sare alcuna religione in EticaMorale Pubblica”. A meno di non incorrere indiscriminazioni, non si deveattribuire alcun credito forma-tivo a chi frequenta l’ora di re-ligione cattolica, scelta che ri-guarda la libertà di pensiero,il libero convincimento deisoggetti in formazione, manon deve assolutamente pe-sare nel giudizio finale deglialunni, perché ciò prefigure-rebbe una sorta di stato etico,di religione di stato, alla facciadella laicità della scuola e del-lo Stato. Mentre la Spagna sta votando

una legge che esclude su tut-to il territorio nazionale lapresenza del crocefisso nelleaule scolastiche per evitareuna pericolosa associazionenegli alunni tra lo Stato (lascuola pubblica, di tutti) e lachiesa cattolica, nel nostropaese lo scorso anno scolasti-co ha visto una caccia allestreghe contro due docenti,entrambi dei Cobas, che han-no portato avanti, sulla loropelle, una battaglia generaleper la laicità della scuola pub-blica e degli ambienti formati-vi. Nel febbraio 2009 FrancoCoppoli, docente di Terni, vie-ne sospeso, su parere delConsiglio Nazionale dellaPubblica Istruzione, per unmese dall’insegnamento edallo stipendio per aver toltonelle sue ore di lezione il cro-cefisso dall’aula, per la laicitàed l’imparzialità degli ambien-ti formativi. Pena raddoppiata addiritturaa due mesi per AlbertoMarani, docente di Cesena,sospeso per un questionariosomministrato ai suoi studen-ti sull’ora alternativa alla reli-gione cattolica e per aver pro-posto al collegio dei docenti,che l’ha approvato a largamaggioranza, un programmaalternativo basato sui dirittiumani, inserito anche nel Pof. I ricorsi per queste battagliecivili, seguiti dai Cobas edall'Unione degli Atei e degliAgnostici Razionalisti, vannoavanti, ma questi pesantiprovvedimenti disciplinari so-no il sintomo dell’indecenteingerenza clericale nelle no-stre scuole e nei ministeri.Un esponente della Cei, chedifende con le unghie i propriprivilegi, monsignor ColettiDiego - Presidente dellaCommissione episcopale perl’educazione cattolica, lascuola e l’università - daRadio Vaticana ha lanciato lasua sharia contro il “bieco illu-minismo” dichiarando chequella del Tar del Lazio è unasentenza che danneggia lalaicità ed è sintomo del ''piùbieco illuminismo che vuole lacancellazione di tutte le iden-tità''. L’Illuminismo è forseconsiderato da questo ana-cronistico dinosauro “bieco”perché ha cancellato da ormaidue secoli - almeno in granparte d’Europa - la società deiprivilegi ed il potere tempora-le della chiesa cattolica. Aquesti integralisti simil-tale-bani rispondiamo che biechisono i privilegi cattolici, biecoè l’oscurantismo clericale chetrova origine nello scelleratoconcordato del 1929 con ilquale si strinse un patto poli-tico-economico tra il fascismoe la chiesa cattolica.Tutto questo ricorda la favoladi Esopo del lupo che accusadi inquinare l’acqua l’agnelloche beve a valle, cioè il fattoche chi detiene inaccettabiliprivilegi non vuole lasciarli eprepotentemente fa anche lavittima tentando di ribaltarela realtà. Allora, ribaltando lepronte dichiarazione dellateodem del Partito democrati-co Binetti Paola, elenchiamovelocemente i “biechi” privile-gi che appartengono ai veriinsegnanti di serie A: quelli di

religione cattolica, scelti dallecurie e pagati dallo Stato. Inun gravissimo contesto in cuinel prossimo anno verrannotagliati 60.000 docenti ed Atanessun posto è stato tagliatoper i docenti di religione cat-tolica. Quegli stessi docentiche sono stati assunti in ruoloin massa (oltre 15.000) dallaministra Moratti Letizia, inse-gnanti che da precari, al con-trario delle decine di migliaiadi precari, dopo 4 anni comin-ciano a ricevere scatti di an-zianità sullo stipendio.Docenti che costano ogni an-no un miliardo di euro e chenon vediamo perché non sia-no pagati direttamente dalVaticano che li sceglie. Tral’altro in un contesto che vedetagli pesantissimi ai finanzia-menti alla scuola pubblica l’u-nica voce che, dopo le prote-ste di qualche mese fa di ol-tretevere, mantiene inalteratele entrate, alla faccia dell’arti-colo 33 della Costituzione, èla voce che riguarda le scuoleprivate, esamifici confessio-nali o padronali, parificate al-la scuola pubblica dall’ex mi-nistro Partito democraticoLuigi Berlinguer. In questi giorni osserviamouna triste subalternità biparti-san ai diktat clericali: dellaBinetti che ciarla di insegnan-ti di serie A e B abbiamo giàdetto, a lei si aggiunge tra i Pdl’ex ministro della Pubblicaistruzione, Fioroni che fedele,dopo le parole di monsignorColetti, lancia un appello al-l’attuale ministra GelminiMaria Stella perché faccia ri-

corso al Consiglio di Statocontro il parere del Tar delLazio. La ministra PdL ed ilmondo politico, usi ad obbedirtacendo, pronti si ergono:giunge, infatti, notizia che laministra – colei che ha dato ilcolpo di grazia ai finanzia-menti alla scuola pubblica, halimitato il tempo pieno e pro-lungato alle medie, ha abolitole compresenze nelle scuoleelementari, ha ridotto il tem-po scuola alle superiori in par-ticolare iniziando lo smantel-lamento delle scuole profes-sionali, che non ha detto unaparola sui 60.000 tagli trapersonale docente ed Ata - siè svegliata nel torpore ferra-gostano ed ha annunciatoche, in barba al principio dilaicità dello Stato e quindi del-le scuole pubbliche, farà il ri-corso chiesto dal Vaticano.Questo è lo stato delle cose.Invitiamo alla mobilitazionecontro le discriminazioni reli-giose e per la costruzione diuna scuola laica ed inclusivadi tutte le differenze, contro iprivilegi acquisiti dalla chiesacattolica. Il 6 novembre ilCentro Studi per la ScuolaPubblica - Cesp organizza aRoma un convegno nazionaledi aggiornamento per il per-sonale della scuola dal titolo“La laicità nella scuola pubbli-ca: la croce della religionecattolica”. Tutti i docenti e gliAta le persone libere ed inte-ressate ad una scuola pubbli-ca imparziale ed inclusiva, li-bera dalle ingerenze e daisimboli religiosi sono invitatea partecipare.

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La sentenza del Tar, contro le discriminazioni per chinon si avvale dell'insegnamento della religione

cattolica, e la nuova crociata unita Pd-PdL

Al grido di "Bieco Illuminismo" (i vescovi) ed "è in atto unpreoccupante processo laicista" (Binetti, Pd), continua l’attac-co alla sentenza del Tar, con la quale i magistrati hanno dife-so le ragioni di uno stato laico e, finalmente, hanno dichiara-to discriminante il credito formativo rilasciato agli studenti chescelgono un insegnamento 'facoltativo' quale l'ora di religione.

La ministra Gelmini ha inoltre seguito le indicazioni dettateledal suo predecessore Giuseppe Fioroni a difesa dell'ordinanzaemanata da lui stesso nel 2008 ed ha impugnato la sentenzadel Tar al Consiglio di Stato. Nell'ordinanza in questione si dis-poneva l'attribuzione di uno specifico credito scolastico per l'e-same di maturità, per gli studenti avvalentisi dell'insegna-mento della religione cattolica.

Il Partito democratico, in tutto questo, invece di fare ciò che inquesti giorni avrebbe dovuto fare per mettere in campo unaseria opposizione a questo governo (tra l'altro rifiutare la pos-sibilità dello studio di una confessione religiosa che non hafondamento per essere considerata disciplina di insegnamen-to e denunciare lo scandalo dell'immissione in ruolo di docen-ti di religione, scelti dalla curia e pagati dallo stato, che usur-pano il posto di migliaia di precari che non potranno invece en-trare mai più in ruolo e sono letteralmente buttati fuori dallascuola), rivendica, al contrario, le ragioni dell'insegnamentodella religione cattolica e i diritti degli insegnanti di religione.

Riteniamo gravissimo l'atteggiamento di chi si scaglia contro lacultura 'laicista', non solo dimenticando persino di essere mini-stro/a di uno Stato laico, ma minandone le stesse basi costitu-zionali attraverso l'imposizione di un oscurantismo bipartisan.

Non è un caso infatti che in quest'ultimo anno siano maturatiproprio nella scuola pesanti attacchi censori nei confronti di al-cuni insegnanti (Cobas) che hanno 'osato' manifestare idee di-verse da quelle imperanti.

È proprio per questi motivi che riteniamo indispensabile apri-re un dibattito ed un serio confronto sul significato di laicità,dentro e fuori la scuola, rilanciando, come Cobas e comeCesp-Centro Studi per la Scuola Pubblica una campagna di in-formazione, che vedrà un primo, significativo, momento di in-contro, nel Convegno Nazionale "La laicità nella Scuola pub-blica: la croce della religione cattolica" che si terrà il 6 no-vembre prossimo presso il Centro Congressi Cavour di Roma.

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Il corretto funzionamento degli O

rgani collegiali,nonostan-te lim

iti e difetti,è l'unico presupposto per una partecipa-zione dem

ocratica alle scelte della scuola.Il fastidio checiò provoca a M

inistri,dirigenti vari ma anche alle orga-

nizzazioni sindacali è riscontrabile nei numerosi tentativi

che tentano di portare avanti per ridurne il ruolo,e al lo-ro interno la partecipazione dei lavoratori della scuola.Proposte di legge,fortunatam

ente rimaste solo sulla car-

ta,presentate sia da parlamentari di centro-destra sia di

centro-sinistra,anche col sostegno delle “organizzazionisindacali m

aggiormente rappresentative”,

che riducono lapresenza dei docenti e addirittura aboliscono quella degliA

ta,aboliscono il Consiglio di classe,limitano le com

peten-ze a com

piti quasi esclusivamente di ratifica e consegnano

la gestione della scuola a miriadi di accordi stipulati tra D

se R

su.Com

e più volte abbiamo già sottolineato,anche i

recenti Ccnl vigenti conferm

ano questa tendenza che ten-de ad espandere le Relazioni sindacali di scuola

su aree dipertinenza del Collegio dei docentie del Consiglio di circolo od’istituto.Q

uindi per evitare l'esautoramento di questi organi è be-

ne avere chiaro quali sono le loro competenze definite per

legge e le modalità del loro funzionam

ento,che non pos-sono essere m

ateria di contrattazione e che non possonosubire illegittim

e invasioni di campo.

Attualm

ente la composizione degli O

rgani collegiali,le lo-ro com

petenze e il funzionamento sono regolati dagli ar-

ticoli 5,6,7,8,9,10,11 del DLgs 297/94 (l’attuale Testo

Unico

della normativa scolastica) e l'esperienza ci insegna

che coloro che ne sottovalutano il ruolo di fatto conse-gnano la scuola nelle m

ani del dirigente scolastico e/o digruppi che li utilizzeranno per i loro interessi.“1) L’organo collegiale è validam

ente costituito anche nel casoin cui non tutte le com

ponenti abbiano espresso la propria rap-presentanza.2) Per la validità dell’adunanza …

è richiesta lapresenza di alm

eno la metà più uno dei com

ponenti in carica.3) Le deliber azioni sono adottate a m

aggioranza assoluta deivoti validam

ente espr essi … In caso di par ità, pr e vale il voto del

presidente.4) La votazione è segreta solo quando si faccia que-stione di persone”

(art.37 T.U.),non si calcolano gli astenu-

ti (Nota M

pi 771/80).“La convocazione ordinaria per le attività collegiali deve avve-

nire con un preavviso di almeno 5 giorni”

(art.12 D

pr209/87),il m

ancato rispetto di questa norma invalida la se-

duta.L’ordine del giorno deve essere chiaro“senza l’uso di

terminologie am

bigue o improprie e di form

ule evasivamente

generiche,è illegittima la deliberazione …

su un argomento in-

dicato in maniera inesatta o fuorviante”

(Tar Milano decisio-

ne 1058/81),o non indicato nell’odg.Solo nel caso sianopresenti alla seduta tutti i com

ponenti,e acconsentano al-l’unanim

ità,è possibile aggiungere argomenti non previsti

dalla convocazione (Cons.

di Stato,sez.V,

679/70;TarLom

bardia decisione 321/85 ).

Per il corretto funzionamento e in caso di controversie,

sarà utile:- richiedere una verbalizzazione com

pleta di tutto quantoavviene;- ricordare ai presenti che,essendo organi collegiali,le de-cisioni e le eventuali responsabilità ad esse connesse,com

-petono a tutti coloro che abbiano approvato le propostee non a chi lo presiede (art.24 D

pr 3/57);pertanto biso-gna fare verbalizzare il proprio voto contrario,l'astensioneo una propria dichiarazione per evitare corresponsabilità;- qualunque ordine ritenuto illegittim

o non deve essereeseguito,se non dopo riconferm

a scritta a seguito di pro-pria rim

ostanza scritta (art.17 Dpr 3/57);

- non ottemperare a quanto richiesto dalla presidenza

senza aver fatto quanto previsto nei punti precedenti;- nel caso di ulteriori contestazioni richiedere il rispettodell'orario previsto per la riunione (che deve sem

pre esse-re indicato nella convocazione,e dipende dal piano annua-le delle attività deliberato dal Collegio dei docenti),e chiede-re la sospensione della stessa all'ora prevista,anche se nonè stato esaurito l'o.d.g.(C

m 37/76).

Gli atti del C

onsiglio di circolo o di Istituto vanno sempre

pubblicati all’albo della scuola,tranne quelli che riguarda-no singole persone,salvo contraria richiesta dell’interes-sato (art.43 T.U

.).

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È riunito dal capo d’istituto tenendo conto dei tempi e del

calendario deliberato dallo stesso Collegio all’interno del

piano ann uale delle attività, oppur e quando almeno un ter-

zo dei suoi componenti ne faccia richiesta.

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pre

para

-to

ria

delle

del

iber

azio

ni,c

he s

pett

ano

escl

usiv

amen

te a

l-l'i

nter

o or

gano

,Cm

274

/84)

:-

delib

era

“il p

iano

ann

uale

del

le a

ttivit

à e

i con

segu

enti

im-

pegn

i de

l pe

rson

ale

doce

nte

che

può

prev

eder

e at

tività

ag-

giun

tive”

(qui

ndi c

ompr

ensiv

o de

gli i

mpe

gni d

i lav

oro)

e le

sue

even

tual

i mod

ifich

e in

cor

so d

’ann

o,ne

cess

arie

per

far

fron

te a

nuo

ve e

sige

nze

(art

.28

com

ma

4 C

cnl 2

007)

;de-

liber

a an

che

il Pi

ano

annu

ale

delle

att

ività

di a

ggio

rnam

en-

to,a

rt.6

6 C

cnl 2

007.

Ric

ordi

amo

anco

ra u

na v

olta

che

que

sti i

mpe

gni,

e l'e

ven-

tual

e pa

rtec

ipaz

ione

o a

ssis

tenz

a ag

li es

ami,

cost

ituis

cono

tutt

i gli

Obb

lighi

di l

avor

o(v

edi p

ag.5

di q

uest

a G

uida

) ol

tre

i qua

li no

n si

può

impo

rre

alcu

na p

rese

nza

a sc

uola

(Not

aM

pi n

.197

2/80

;Tar

Laz

io -

Lat

ina

sent

.n.3

59/8

4;C

ons.

diSt

ato

- se

z.V

I se

nt.n

.173

/87)

.Eve

ntua

li im

pegn

i che

tra

-va

lichi

no g

li ob

blig

hi c

ontr

attu

ali s

ono

da r

etri

buire

com

eat

tività

agg

iunt

ive

con

il Fo

ndo

dell’i

stitu

zion

e sc

olas

tica

(ve-

di p

ag.1

1 di

que

sta

Gui

da);

- s

tabi

lisce

i cr

iteri

per

pro

gram

mar

e gl

i obb

lighi

rel

ativ

ial

le a

ttiv

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olle

gial

i dei

con

sigl

i di c

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e,di

inte

rcla

sse,

diin

ters

ezio

ne

(art

.29

com

ma

3 le

tt.b

Ccn

l 200

7);

- pr

opon

e m

odal

ità e

cri

teri

per

lo s

volg

imen

to d

ei r

ap-

port

i con

le fa

mig

lie e

gli

stud

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sulla

bas

e de

i qua

li de

li-be

rerà

il

Cons

iglio

di

circo

lo o

d’is

titut

o(a

rt.2

9 co

mm

a 4

Ccn

l 200

7);

- ha

pot

ere

delib

eran

te i

n m

ater

ia d

i fu

nzio

nam

ento

di-

datt

ico

del c

ircol

o o

dell'

istit

uto.

Cur

a la

pro

gram

maz

ione

dell'

azio

ne e

duca

tiva

anch

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fine

di a

degu

are,

nell'

ambi

tode

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ordi

nam

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della

scu

ola

stab

iliti

dallo

Sta

to,i

pro

-gr

amm

i di i

nseg

nam

ento

alle

spe

cific

he e

sige

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en-

tali

e di

fa

vori

re

il co

ordi

nam

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in

terd

isci

plin

are.

Eser

cita

tal

e po

tere

nel

ris

pett

o de

lla l

iber

tà d

i in

segn

a-m

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gar

antit

a a

cias

cun

doce

nte;

- el

abor

a il

Pian

o de

ll’Offe

rta

Form

ativa

– P

of,p

revi

sto

dal-

l’art

.3 d

el D

pr 2

75/9

9.-

form

ula

prop

oste

sul

la fo

rmaz

ione

e l’

asse

gnaz

ione

del

-le

cla

ssi e

sul

l’ora

rio

delle

lezi

oni;

- de

liber

a su

lla d

ivis

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del

l’ann

o sc

olas

tico

in d

ue o

tre

peri

odi,

tran

ne c

he n

elle

scu

ole

elem

enta

ri d

ove

sono

prev

isti

i qua

drim

estr

i (ar

t.2

Om

110

/199

9);

- va

luta

per

iodi

cam

ente

l’an

dam

ento

del

l’azi

one

dida

ttic

a;pr

ogra

mm

a e

attu

a le

iniz

iativ

e pe

r il

sost

egno

;esa

min

a i

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di s

cars

o pr

ofitt

o o

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rego

lare

com

port

amen

to d

e-gl

i alu

nni;

- ne

lle s

cuol

e de

ll'ob

blig

o ch

e ac

colg

ono

alun

ni fi

gli d

i la-

vora

tori

str

anie

ri r

esid

enti

in I

talia

e d

i lav

orat

ori i

talia

niem

igra

ti pr

ogra

mm

a at

tività

di s

oste

gno

o in

tegr

azio

ne a

favo

re d

i tal

i alu

nni;

- ado

tta

i lib

ri d

i tes

to,s

entit

i i C

onsig

li di in

terc

lass

e o

di c

las-

se,e

sce

glie

i su

ssid

i did

attic

i;-

eleg

ge i

colla

bora

tori

del

pre

side

.La

ques

tione

sta

per

òcr

eand

o de

lle c

ontr

over

sie

rela

tive

alle

com

pete

nze

del

diri

gent

e sc

olas

tico

e de

l ruo

lo d

ei c

osid

dett

i “co

llabo

ra-

tori

” da

lui s

celti

ai s

ensi

del

l’art

.34

Ccn

l 200

7;-

eleg

ge il

Com

itato

di v

alut

azio

ne d

el s

erviz

io d

ei d

ocen

ti;-

dete

rmin

a il

num

ero,

i cri

teri

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ttri

buzi

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e i d

estin

a-ta

ri d

elle

Fun

zion

i stru

men

tali

al P

of(v

edi p

ag.1

3);

- ap

prov

a,pe

r gl

i as

pett

i di

datt

ici,

gli

acco

rdi

con

reti

disc

uole

(ar

t.7

Dpr

275

/99)

;- s

i pro

nunc

ia s

u og

ni a

ltro

argo

men

to a

ttri

buito

dal

le le

g-gi

e d

ai r

egol

amen

ti,al

la s

ua c

ompe

tenz

a.

Co

nsi

gli

o d

i ci

rco

lo o

di

isti

tuto

Il Co

nsig

liode

liber

a:-

le a

ttiv

ità d

a re

trib

uire

con

il F

ondo

del

l’istit

uzio

ne s

cola

sti-

ca(v

edi p

ag.1

1),a

cqui

send

o la

del

iber

a de

l Col

legi

o do

cen-

ti(a

rt.8

8 co

mm

a 1

Ccn

l 200

7);

- l’a

dozi

one

del

Pian

o de

ll’offe

rta

form

ativa

– P

of(a

rt.3

,co

mm

a 3

del D

pr 2

75/9

9);

- l'a

dozi

one

del R

egol

amen

to in

tern

o;- i

cri

teri

gen

eral

i:per

la p

rogr

amm

azio

ne e

duca

tiva

e de

l-le

att

ività

par

a-in

ter-

extr

asco

last

iche

,per

la fo

rmaz

ione

el'a

sseg

nazi

one

delle

cla

ssi,

per

l'ada

ttam

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del

l'ora

rio

ede

l ca

lend

ario

sco

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ico,

per

l'esp

leta

men

to d

ei s

ervi

ziam

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istra

tivi,

per

lo s

volg

imen

to d

ei r

appo

rti c

on le

fa-

mig

lie e

gli

stud

enti

(com

ma

4 ar

t.29

Ccn

l 200

7).

- l'e

vent

uale

col

labo

razi

one

con

altr

e sc

uole

,la

part

ecip

a-zi

oni a

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tività

cul

tura

li,sp

ortiv

e e

ricr

eativ

e.G

li at

ti so

no i

mm

edia

tam

ente

ese

cutiv

i e

pert

anto

non

sono

sog

gett

i a n

essu

n pr

even

tivo

cont

rollo

di l

egitt

imità

.

tran

no e

sser

e in

tegr

ati c

on “

risor

se d

ispon

ibili

degl

i ist

ituti”

.L’

inse

rim

ento

nei

Pof

di

una

prog

ettu

alità

mir

ata

a pr

o-m

uove

re il

coi

nvol

gim

ento

di d

ocen

ti e

allie

vi in

per

cors

ich

e po

ngan

o al

cen

tro

il te

ma

della

sic

urez

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cos

a au

-sp

icat

a da

l Tes

to U

nico

ste

sso.

Qui

ndi p

reve

dere

in o

gni s

cuol

a la

cos

tituz

ione

di g

rupp

i di

lavor

o tr

a do

cent

i,stu

dent

i e g

enito

ri c

he p

ortin

o av

anti

unm

onito

ragg

io d

ella

situ

azio

ne d

egli

spaz

i sc

olas

tici

(fatt

och

e po

treb

be a

vven

ire a

nche

all’

inte

rno

della

did

attic

a ne

l-le

scu

ole

supe

rior

i,co

n cl

assi

coin

volte

in u

n lav

oro

di r

i-lie

vo e

misu

razi

one

dei l

ocal

i),no

n è

cert

o da

esc

lude

re.

Tali

grup

pi d

i lav

oro,

potr

ebbe

ro in

dire

ass

embl

ee a

pert

eco

n i g

enito

ri,c

on g

li en

ti lo

cali

prop

riet

ari,

allo

sco

po d

iap

rire

ver

tenz

e te

rrito

rial

i sul

l’edi

lizia

sco

last

ica

sicur

a,da

cont

rapp

orre

alla

logi

ca p

erve

rsa

di T

rem

onti/

Gel

min

i sul

-l’a

umen

to d

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alun

ni p

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e.I

Rapp

rese

ntat

i dei

Lav

orat

ori p

er la

Sicu

rezz

a -

Rls,

prev

isti

dalla

626

ed

elet

ti da

l pe

rson

ale,

dovr

ebbe

ro a

vere

un

ruol

o pr

ecis

o in

que

sto

grup

pi d

i la

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,co

sì c

ome

ilSe

rviz

io d

i Pre

venz

ione

e P

rote

zion

e -

Spp.

Inso

mm

a ne

lle s

cuol

e ci

si d

ovre

bbe

riap

prop

riar

e di

que

-st

i str

umen

ti pr

evis

ti da

lla n

orm

ativ

a su

lla s

icur

ezza

.I C

olle

gi d

ei d

ocen

ti po

treb

bero

pro

gram

mar

e at

tività

sul

-la

sic

urez

za:c

orsi

di

info

rmaz

ione

/form

azio

ne r

etri

buiti

,vo

lti p

ropr

io a

l co

ntro

llo d

al b

asso

del

la s

icur

ezza

nel

lasc

uola

.N

on d

eve

pass

are

quan

to s

i è c

oncr

etiz

zato

in q

uest

i an-

ni s

ulla

que

stio

ne:s

i par

la d

i sic

urez

za,m

a qu

ando

si d

eve

prat

icar

la e

ffett

ivam

ente

non

s’in

vest

e co

n ri

sors

e ad

e-gu

ate

e su

cced

ono

poi t

rage

die.

Ad

esem

pio,

in u

n m

anua

le u

sato

per

i co

rsi d

i for

maz

io-

ne p

er i

pre

post

i al

la s

icur

ezza

,a

cura

del

la R

egio

neVe

neto

,Reg

ione

Tos

cana

,Uffi

cio

Scol

astic

o R

egio

nale

per

il Ve

neto

(G

estio

ne d

el s

istem

a sic

urez

za e

cul

tura

del

la p

re-

venz

ione

nel

la s

cuol

a,ge

nnai

o 20

06)

a pa

g.53

è r

ipor

tato

:“A

ffolla

men

to.L

’ecc

essiv

o af

folla

men

to è

uno

sta

to g

ener

aliz

-za

to n

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scu

ole

italia

ne.L

e in

dica

zion

i con

tenu

te n

ei D

ecre

tiM

inist

eria

li 33

1/98

e 1

41/9

9 su

lla fo

rmaz

ione

del

le c

lass

i non

teng

ono

infa

tti c

onto

del

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orm

e su

lla p

reve

nzio

ne in

cend

i per

l’edi

lizia

sc

olas

tica

eman

ate

con

decr

eto

del

Min

ister

ode

ll’Int

erno

del

26/

8/92

.Que

sta

situa

zion

e,no

n m

odifi

cabi

le d

apa

rte

del p

erso

nale

del

la s

cuol

a,do

vrà

esse

re p

resa

in c

onsi-

dera

zion

e co

me

fatto

re d

i risc

hio

e in

dica

ta n

el d

ocum

ento

di

valu

tazi

one

dei r

ischi

” .In

som

ma

quel

lo d

ell’a

ffolla

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to d

elle

aul

e –

seco

ndo

gli

enti

prep

osti

alla

sal

ute

e al

la s

icur

ezza

– d

ovre

bbe

esse

reun

dat

o in

elut

tabi

le,u

n ri

schi

o ca

lcol

ato,

di c

ui t

ener

neco

nto

nell’

elab

oraz

ione

del

Doc

umen

to d

i Val

utaz

ione

dei

Risc

hi -

Dvr

prev

isto

dal

la n

orm

ativ

a.N

oi n

on p

ossia

mo

rass

egna

rci a

ll’in

elut

tabi

lità

dei t

agli

alle

riso

rse

e ag

li or

gani

ci n

ell’i

stru

zion

e,co

n il

pegg

iora

men

tode

lle c

ondi

zion

i per

fare

una

buo

na e

sic

ura

scuo

la.

Per

noi i

l ris

chio

cal

cola

to,a

nche

dal

pun

to d

i vis

ta e

duca

-tiv

o,no

n pu

ò es

iste

re.D

obbi

amo

tend

ere

al r

isch

io z

ero.

Dob

biam

o,co

n l’i

nizi

ativ

a di

info

rmaz

ione

e d

i lot

ta,l

avo-

rare

per

dis

appl

icar

e le

nor

me

sulla

form

azio

ne d

elle

cla

s-si

pre

vist

e da

lle n

orm

e vi

gent

i.Q

uest

o pe

r st

rapp

are

nu-

mer

i um

ani d

i alli

evi p

er c

lass

e e

cont

rast

are

l’ecc

essiv

oaf

folla

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to p

er a

ula,

prim

o gr

ave

prob

lem

a le

gato

alla

evac

uazi

one

in c

aso

di in

cend

io e

di p

eric

olo.

Page 10: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Gu

ida

no

rma

tiva

21

Inse

rto d

i Co

ba

sn

. 44

sette

mb

re - o

ttob

re 2

00

9

Gu

ida

no

rma

tiva

4In

serto

di C

ob

as

n. 4

4 se

ttem

bre

- otto

bre

20

09

PE

RS

ON

AL

E A

TA

Il personale Ata "assolve alle funzioni am

ministrative,contabi-

li,gestionali,strumentali,operative,di accoglienza e di sorve-

glianza connesse all'attività delle istituzioni scolastiche,in rap-porto di collaborazione con il dirigente scolastico e con il per-sonale docente"

(art.44 Ccnl 2007).A

i sensi degli artt.6,51e 53 C

cnl 2007,tutta la materia dovrà trovare sistem

a-zione nel Piano delle attività

da contrattare con le Rsu.

All'inizio dell'anno scolastico il D

sga formula una proposta

relativa alle attività dopo aver sentito il personale Ata.Il

Ds,dopo aver verificato la congruenza di questa proposta

rispetto al Pof e averla contrattata con le Rsu,la adotta.

È compito del D

sga la sua puntuale attuazione.I com

piti del personale Ata sono costituiti da:

1) attiv

ità o m

an

sion

i pre

viste

dall'a

rea d

iap

parte

ne

nza

(tabb A e C

Ccnl 2007),con 35/36 ore

di lavoro settimanali,suddivise in sei ore continuative,di

norma antim

eridiane su sei giorni,e un massim

o giorna-liero di 9 ore (com

prese le attività aggiuntive).Quando l’o-

rario giornaliero supera le 6 ore deve essere concessa unapausa di alm

eno 30 minuti su richiesta del dipendente,che

diventa obbligatoria se l’orario giornaliero supera le 7 oree 12 m

inuti.L’orario può essere programm

ato su cinquegiorni settim

anali:7 ore e 12 minuti giornalieri,oppure

con due rientri di 3 ore ciascuno.In particolari condizioni (vedi pag.14 di questa G

uida) èinoltre possibile una riduzione a 35 ore.Possono essereadottati,anche coesistendo nella singola scuola:- O

rario

flessib

ile.C

onsiste nell’anticipare o postici-pare l’entrata e l’uscita del personale distribuendolo an-che in cinque giornate lavorative.- O

rario

plu

risettim

an

ale.In particolari periodi di

aggravio lavorativo,previa programm

azione annuale e te-nendo conto delle disponibilità del personale,si può giun-gere a 42 ore settim

anali.Q

uesto orario non può essere effettuato per più di 3 set-tim

ane consecutive e comunque per un m

assimo di 13 an-

nuali.Il recupero può essere effettuato con riduzione del-l’orario or dinario giornalier o , riduzione delle giornate la-v orativ e , con l’accesso al f ondo dell’istituzione scolasticaed,inoltre,possono essere accum

ulate per le ferie.Se perm

otivate esigenze di servizio o per comprovato im

pedi-

mento del dipendente non possono essere recuperate,

devono essere comunque retribuite.

- Tu

rnazio

ne

.Consiste nell’avvicendam

ento del per-sonale in m

odo da coprire l’intera durata di apertura del-la scuola,quando le altre tipologie di orario non sono suf-ficienti.La ripartizione del personale nei vari turni,chepossono sovrapporsi,dovrà avvenire sulla base delle pro-fessionalità necessarie in ciascun turno.U

n turno seraleche vada oltre le ore 20 potrà essere attivato solo in pre-senza di casi ed esigenze specifiche.N

elle istituzioni educative il numero dei turni effettuabili

da ciascun dipendente non può,di norma,essere superio-

re a:8 turni notturni nell’arco del mese;1/3 dei giorni fe-

stivi dell’anno per i turni festivi nell’anno.Nei periodi nei

quali i convittori non siano presenti nell’istituzione,il tur-no notturno è sospeso,salvo com

provate esigenze dell’i-stituzione educativa e previa acquisizione della disponibili-tà del personale.L’orario notturno va dalle ore 22 alle ore 6 del giorno suc-cessivo,per turno notturno-festivo si intende quello checade nel periodo com

preso tra le ore 22 del giorno pre-festivo e le ore 6 del giorno festivo e dalle ore 22 del gior-no festivo alle ore 6 del giorno successivo.O

rario

de

gli assisten

ti tecn

ici.È di 24 ore setti-m

anali di assistenza alle esercitazioni didattiche in com-

presenza del docente e 12 ore per la manutenzione,ripa-

razione delle attrezzature,preparazione del materiale per

le esercitazioni;durante i periodi di sospensione delle at-tività didattiche si occupano della m

anutenzione del ma-

teriale tecnico-scientifico-informatico dei laboratori,delle

officine,o degli uffici di competenza.

“L’istituzione scolastica fornirà mensilm

ente a ciascun dipen-dente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario,conte-nente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali creditiorari acquisiti”

(art.53 Ccnl 2003).

2) e

ven

tuali A

ttività a

ggiun

tive(vedi pag.9).

3) e

ven

tuali In

carich

i specifici

(vedi pag.14).

Il Ccnl 2007 conf erm

a le n uo v e mansioni già aggiunte dal

pr ecedente contratto . Mansioni div en ute or dinarie e quin -

di senza alcuna retribuzione aggiuntiva.Così i due ultim

icontratti,invece di riconoscere il sem

pre crescente aggra-

Ob

bligh

i di lavo

ro: ciò

che

siam

o e

ffettiv

am

en

te te

nu

ti a fare

Modalità e norm

e che regolano lo svolgimento delle attività

zioni di illuminazione e ricam

bio dell’aria (almeno una su -

perficie aer o/illuminante pari ad 1/10 della superficie di

calpestio).Le porte devono consentire una rapida uscita e devonoa prirsi age v olm

ente v erso le vie di esodo.In presenza di ri-schio di incendio o di esplosione,la larghezza m

inima del-

le porte dovrà essere pari ad almeno 1.20 m

etri.N

ei laboratori de v ono esser e rig orosamente rispettate la

segnaletica di sicurezza e le norme antinfortunistiche pre-

viste dal Dpr 547/1955.

Com

e pr oceder e?R

icevute le iscrizioni,i dirigenti scolastici comunicano i da-

ti agli Uffici Scolastici Pr o vinciali con la pr oposta di form

a-zione delle classi.La R

appresentanza Sindacale di Base (R.S.U

.) dell’istituzio-ne scolastica de v e esser e preventivam

ente informata dal

dirigente (ar t. 6 comm

a 2 lett. a Ccnl 2007), l’om

issione diquesta inform

azione configura attività antisindacale come

hanno già aff ermato div ersi tribunali (ad es.Trib.Venezia

decr eto 19/4/2002,

T rib .A

ncona decr eto

28/12/2004).Q

uindi la parola d’ordine è chiedere al dirigente di vede-r e i dati della f orm

azione delle classi e conseguentemente

delle cattedr e , prima che li trasm

etta (ed e v entualmente

riunire i colleghi per discutere e prendere posizione);que-sto anche per e vitare dirigenti più realisti del re che si au-to-aum

entano gli alunni per classe per far e bella figura conl’U

fficio Scolastico Regionale .

È affidata ad un mem

br o della Rsu la ra ppresentanza della

sicurezza per i lavoratori (Rls) e quindi,già in sede form

a-zione delle classi, si deve obbiettare sull’eventuale incon-gruenza alla norm

ativa succitata della proposta di forma-

zione delle classi/sezioni redatta dal dirigente scolastico.

Ad esem

pio,nella secondaria di secondo grado,secondo ilD

pr 81/2009,“la previsione del numero delle classi iniziali do-

vrà essere formulata dividendo per 27 il num

ero complessivo

degli alunni preiscritti,tenendo conto dei seguenti elementi di

valutazione:a) dom

ande di iscrizione presentate;b) eventuale scostam

ento tra le iscrizioni e il numero degli stu-

denti effettivamente frequentanti ciascuna scuola nei prece-

denti anni scolastici;c) serie storica dei tassi di non am

missione alla classe successiva;

d) ogni altro elemento obiettivam

ente rilevabile derivante danuo vi insediam

enti urbani, tendenz e demo gr af ic he,livelli di sco-

lar izzazione , istituzione di nuove scuole e nuovi indirizzi di spe-cializzazione”

(art.16 Dpr 81/2009).

È necessario quindi un contr ollo dal basso dei calcoli e

delle comunicazioni del dirigente all’U

sp ricordando,peraltr o , che lo stesso D

pr 81/2009 pr evede che le dotazioniorganiche siano definite anche in base “alle caratteristichedell’edilizia scolastica”

(art.2) e la Cm

38/2009 ribadisce che“continuano poi ad applicar si le disposizioni r elative alle lim

ita -te dim

ensioni delle aule”,fissate dalla su citata normativa.

Se poi il dirigente,responsabile della sicurezza come da-

tor e di la v or o,dovesse insistere e formare classi o sezioni

con un numero di alunni incom

patibile con la capienza deilocali a disposizione,innalzando così il livello di rischio pergli alunni e per il personale scolastico , m

ettendone a r e-pentaglio la sicur ezza, do vrà com

unque rispettar e la se -guente norm

ativa:- ai sensi del punto 5 del D

m 26/8/1992, qualora il n um

e -r o delle persone (studenti più personale) eff ettivam

entepresenti nelle aule fosse superiore all'affollam

ento calcola-to in a pplicazione del D

m 18/12/1975, l'indicazione del n u-

mer o di persone de v e risultar e da una a pposita dichiara -

zione rilasciata sotto la responsabilità del dirigente;- ai sensi del punto 14 del D

m 26/8/1992, nei casi in cui per

par ticolari motivi tecnici o per speciali esigenze funzionali,

non fosse possibile attuare qualcuna delle prescrizioni con-ten ute nella norm

ativa antincendio ,il dirigente scolasticopuò a vanzar e m

otivata richiesta di der oga cor r edata di gra -fici e della relazione di un tecnico abilitato che illustri le ca-ratteristiche dell'edificio e le m

isur e alternative proposte alfine di garantir e un grado di sicur ezza equivalente a quellopr evisto dalle norm

e a cui si intende derogare;- ai sensi del D

pr 37/1998 e dell'ar t. 5 del Dm

Interno4/5/1998 l'eventuale richiesta di deroga redatta dal diri-gente de ve specificatam

ente contenere,tra l'altro:- le disposizioni norm

ative alle quali si chiede di derogare;- la specificazione dei vincoli esistenti che com

portanol'im

possibilità di ottemperare alle suddette disposizioni,

tra i quali non ci pare possono contemplarsi i D

ecreti perla form

azione delle classi o sezioni;- una valutazione sul rischio aggiuntivo conseguente allam

ancata osservanza delle disposizioni cui si intende dero-gare e delle m

isure tecniche che si ritengono idonee acom

pensare il rischio aggiuntivo.

Poi ci sarebbero le azione positive a sostegno di una mag-

giore consapevolezza della questione “sicurezza”.L’art.11 del decreto D

Lgs 81/2008,prevede “l’inserimento

in ogni attività scolastica … di specifici percorsi form

ativi inter-disciplinar i alle diver se m

ater ie scolastic he volti a f avor ir e la co-noscenza delle tem

atic he della salute e della sicur ezza nel r i-spetto delle autonom

ie scolastiche” .Per la realizzazione di ta-li attività sono pr e visti finanziam

enti ministeriali che po -

Page 11: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Gu

ida

no

rma

tiv

a20

Inse

rto

di

Co

ba

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. 4

4

se

tte

mb

re -

ott

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re 2

00

9

Gu

ida

no

rma

tiv

a5

Inse

rto

di

Co

ba

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4

se

tte

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re -

ott

ob

re 2

00

9

vio

di la

voro

(de

term

inat

o an

che

dalla

con

tinua

rid

uzio

nede

i pos

ti) r

ecep

isco

no le

mod

ifich

e pr

evis

te d

al c

omm

a 3

art.

35 d

ella

L.2

89/2

002,

face

ndo

rien

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e tr

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funz

ioni

dei c

olla

bora

tori

sco

last

ici: “

i com

piti

di a

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a e

di s

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vegl

ianz

a ne

i con

front

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li al

unni

,nei

per

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imm

edia

tam

en-

te a

ntec

eden

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succ

essiv

i all'o

rario

del

le a

ttivit

à di

datti

che

edu

rant

e la

ricr

eazi

one”

,“l’a

ccog

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a e

la s

orve

glia

nza

degl

ial

unni

,e l’

ordi

naria

vig

ilanz

a e

assis

tenz

a ag

li al

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dur

ante

laco

nsum

azio

ne d

el p

asto

nel

le m

ense

sco

last

iche”

e “a

usilio

mat

eria

le a

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lunn

i por

tato

ri di

han

dica

p …

nel

l’uso

dei

ser

-viz

i igi

enici

e n

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cur

a de

ll’igi

ene

pers

onal

e an

che

con

rifer

i-m

ento

alle

atti

vità

prev

iste

dall'a

rt.4

7”.

Per

tutt

e qu

este

man

sion

i era

no p

revi

sti i

n pr

eced

enza

spe

cific

i com

pens

iag

giun

tivi.

Que

sta

ultim

a no

rma

cont

ratt

uale

non

cam

bia,

com

unqu

e,la

com

pete

nza

istitu

zion

ale

degl

i Ent

i loc

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nm

ater

ia d

i fo

rnitu

ra d

ei s

ervi

zi d

i m

ensa

e c

onse

guen

te-

men

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sona

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elle

scu

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che

dove

sse

svol

gere

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-st

e at

tività

su

com

mitt

enza

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li En

ti lo

cali,

prev

io a

ccor

dodi

scu

ola,

dovr

à ri

ceve

re la

ret

ribu

zion

e ag

giun

tiva

a ca

rico

degl

i ent

i loc

ali.

PE

RS

ON

AL

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OC

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TE

“Gli

obbl

ighi

di l

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le d

ocen

te s

ono

artic

olat

i in

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ità d

i ins

egna

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to e

d in

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vità

funz

iona

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la p

rest

azio

-ne

di i

nseg

nam

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.Prim

a de

ll'ini

zio

delle

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oni,

il di

rigen

tesc

olas

tico

pred

ispon

e,su

lla b

ase

delle

eve

ntua

li pr

opos

te d

egli

orga

ni c

olle

gial

i [gl

i art

t.7

e 10

del

T.U

.,in

ver

ità,p

reve

do-

no t

ra l

e co

mpe

tenz

e de

l C

olle

gio

quel

la d

i fo

rmul

are

“pro

post

e …

ten

uto

cont

o de

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riter

i gen

eral

i sta

bilit

i dal

cons

iglio

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circo

lo o

d'is

titut

o",

senz

a co

nsid

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elle

"eve

ntua

lità"

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],il p

iano

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uale

del

le a

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à e

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segu

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impe

gni

del

pers

onal

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cent

e,ch

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no c

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riti

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orm

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ritta

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he p

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no p

reve

dere

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vità

aggi

untiv

e.Il

pian

o,co

mpr

ensiv

o de

gli im

pegn

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,è d

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erat

o da

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ido

cent

i nel

qua

dro

della

pro

gram

maz

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del

l'azi

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educ

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va e

con

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tess

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ura

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odifi

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,nel

cor

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ell'a

nno

scol

astic

o,pe

r fa

r fro

nte

a nu

ove

esige

nze”

(art

.28

com

ma

4C

cnl 2

007)

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iano

è o

gget

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i inf

orm

azio

ne a

lle R

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“I c

onte

nuti

della

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staz

ione

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iona

le ..

.si d

efin

iscon

o ...

nel

rispe

tto d

egli

indi

rizzi

del

inea

ti ne

l pi

ano

dell'o

ffert

a fo

r-m

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”e

pert

anto

,“ne

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del

la li

bert

à d'

inse

gnam

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,i c

ompe

tent

i org

ani d

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istit

uzio

ni s

cola

stich

e re

gola

no lo

svo

l-gi

men

to d

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dida

ttich

e ne

l mod

o pi

ù ad

egua

to a

l tip

odi

stu

di e

ai r

itmi d

i app

rend

imen

to d

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alun

ni”,

anch

e ad

ot-

tand

o,co

mun

que

sem

pre

nel r

ispe

tto

della

dis

cipl

ina

con-

trat

tual

e,tu

tte

le fo

rme

diFl

essib

ilità

(ved

i pag

.13

di q

ue-

sta

Gui

da)

che

rite

ngon

o op

port

une

(art

.4 D

pr 2

75/1

999

– Re

gola

men

to s

ull’a

uton

omia

).Q

uind

i,se

non

si

vogl

iono

aver

e ca

ttiv

e so

rpre

se,a

tten

zion

e a

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lo c

he v

iene

del

i-be

rato

in C

olle

gio

doce

nti!

Gli

obbl

ighi

di l

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o so

no a

rtic

olat

i in:

a) A

ttiv

ità

di

inse

gnam

en

toa1

) Le

attiv

ità d

i ins

egna

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to s

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lgon

o,ne

ll’am

bito

del

cale

ndar

io s

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stic

o re

gion

ale

delle

lezi

oni,

in n

on m

eno

di c

inqu

e gi

orni

set

timan

ali,

per

25 o

re n

ella

scu

ola

del-

l’inf

anzi

a,22

(+

2 di

pro

gram

maz

ione

) ne

ll’el

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tare

e18

nel

la s

econ

dari

a.O

re c

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ompr

endo

no l

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ntua

lepr

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za a

lla m

ensa

e/o

alla

ric

reaz

ione

.I d

ocen

ti,il

cui

orar

io d

i cat

tedr

a si

a in

feri

ore

alle

18

ore

sett

iman

ali,

so-

no t

enut

i al

com

plet

amen

to d

ell'o

rari

o m

edia

nte

la c

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rtur

a di

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di i

nseg

nam

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dis

poni

bili

in c

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i col

la-

tera

li no

n ut

ilizz

ate

per

la c

ostit

uzio

ne d

i cat

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e or

ario

,in

inte

rven

ti di

datt

ici e

d ed

ucat

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nteg

rativ

i,no

nché

me-

dian

te l'

utili

zzaz

ione

in e

vent

uali

supp

lenz

e e,

in m

anca

nza,

rim

anen

do a

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posi

zion

e an

che

per

attiv

ità p

aras

cola

sti-

che

ed in

ters

cola

stic

he (

art.

28 C

cnl 2

007)

.R

ibad

iam

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e è

asso

luta

men

te i

llegi

ttim

o at

trib

uire

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doce

nti d

ella

sec

onda

ria

catt

edre

con

ora

rio

supe

rior

e al

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18

ore

senz

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loro

pre

vio

cons

enso

.Lo

conf

erm

ano

lese

nten

ze,p

er i

num

eros

i ric

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che

abb

iam

o pa

troc

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o,ch

e ha

nno

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nato

all’

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min

istra

zion

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rip

orta

re l’

o-ra

rio

delle

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tted

re

entr

o il

limite

pr

evis

to

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Ccn

l( h

ttp:

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ww

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ie/S

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nzaR

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ttedr

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reCa

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ml ).

a2)

ai s

ensi

del

l'art

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el D

pr 2

75/9

9,tr

a l’a

ltro,

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esse

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ttat

a:-

un’a

rtic

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mod

ular

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l mon

te o

re a

nnua

le d

elle

disc

iplin

e (c

ompu

tato

mol

tiplic

ando

l’o

rari

o se

ttim

anal

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r 33

set

timan

e,D

m 1

79/9

9);

- un

’uni

tà d

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gnam

ento

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ente

con

l'or

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olle

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com

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cnl 2

007,

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uzio

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art.

3 D

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men

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Att

ivit

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gnam

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art

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ioni

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orm

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ne a

lle f

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lie),

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ono

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vato

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to,u

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99

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soch

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rdia

mol

o!),

pass

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lgs

626/

1994

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scu

ola

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luog

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ivile

giat

o pe

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omuo

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cu-

rezz

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i luo

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orsi

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iplin

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suc

cede

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ita s

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do s

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re d

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itiva

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ari d

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Page 12: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Secondo queste disposizioni ministeriali,ogni edificio nel

suo complesso ed ogni suo spazio o locale de v e essere ta-

le da offrir e condizioni di abitabilità sod disfacenti per tut -to il periodo di durata e di uso,m

algrado gli agenti ester-ni norm

ali. E queste condizioni di abitabilità debbono ga -rantir e anche l'espletam

ento di alcune funzioni in caso diagenti esterni anorm

ali.Le condizioni di abitabilità posso-no esser e raggruppate in:- condizioni acustiche (liv ello sonor o , dif esa dai rum

ori,dalla trasm

issione dei suoni, dalle vibrazioni ...).- condizioni term

oigr ometriche e purezza dell'aria (livello

termico , igr om

etria, dif esa dal caldo e dal freddo,dall'umi-

dità, dalla condensazione ...).- condizioni di sicur ezza (statica delle costruzioni,difesadagli agenti atm

osf erici esterni, da incendi e ter r emoti ...).

A ciò vanno aggiunti anche una serie di condizioni d'uso

dei mezzi elem

entari (per esempio le finestre) e la relati-

va man utenzione .

Au

le n

orm

aliO

ltre allo spazio necessario per assicurare la funzionalitàdidattica delle aule determ

inato dalle Tabelle allegate alD

m Lavori Pubblici del 18/12/1975,esiste un altro decre-

to (il Decreto del m

inistero degli Interni 26/8/1992 -N

orme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica) che de-

termina il m

assimo affollam

ento ipotizzabile nelle aulescolastiche di 26 persone.Sono questi i provvedim

enti in base ai quali dovrebberoesser e rilasciati i cer tificati di agibilità delle scuole e chespesso invece non sono rispettati.Q

uindi il limite di persone presenti in un aula sufficiente-

mente ca piente alla luce del D

m LLPP 18/12/1975, ai sen -

si della normativa sulla prevenzione incendi è di 26 unità,

compr eso il docente .

Questo lim

ite non è però tassativ o , in casi contestati so -no stati espressi pareri dai V

igili del Fuoco del seguente te-nor e:“il punto 5.0 [del D

m Interni 26/8/1992, ndr]

pr e vedela possibilità di adottar e indici diver si purc hé il titolar e r espon-sabile dell’attività sottoscriva apposita dichiarazione.D

’altr a parte,ai fini della sicurezza antincendi,condizione fon-dam

entale per gar antir e un sicur o esodo dalle aule in caso dinecessità è c he queste ultim

e dispongano di idonee uscite co -m

e pr escritto al punto 5.6 del citato decreto.A fronte di talecondizione cautelativa, un m

odesto incr emento num

er ico dellapopolazione scolastica per sing ola aula, consentito dalle norm

edi r iferim

ento del Ministero della Pubblica Istruzione,purchè

compatibili con la capacità di deflusso del sistem

a di vie di usci -ta, non pr egiudica le condizioni g ener ali della sicur ezza ... Restainteso che,se la definizione delle classi non corrisponde a quan-to

pr e visto negli

atti pr o gettuali

depositati presso

questoCom

ando, do vrà esser e pr odotta specif ica dic hiar azione a f irma

del titolare dell’attività (Preside,Direttore,ecc.) attestante il nu-

mero di persone presenti per ogni singola aula ed il rispetto del

punto 5 “Misure per l’evacuazione in caso di em

ergenza”del-

l’allegato al D.M

.26.08.1992”(Prot.n.P480/4122 sott.32

del 6

maggio

2008 del

Ministero

dell’Interno –

Dipartim

ento dei vigili del fuoco,del soccorso pubblico edella difesa civile – D

irezione centrale per la prevenzionee la sicurezza tecnica - A

rea prevenzione incendi)

“Un m

odesto incr emento num

er ico della popolazione scolasti -ca per singola aula”

(?) con i nuovi parametri per la form

a-zione delle classi,com

incia ad amm

ontare,per alcuni casi,anche a 7/8 unità.

Gu

ida

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bre

20

09

Altre attività dovute sono:eventuale aggiornam

ento e for-m

azione (solo se deliberato nel Piano annualedelle scuo-

le,art.66 Ccnl 2007),la preparazione delle lezioni,le cor-

rezioni,gli scrutini e la partecipazione o assistenza agli esa-m

i,l'arrivo in aula 5 minuti prim

a dell'inizio delle lezioni,lasorveglianza degli alunni fino all'uscita.Inoltre su proposta del C

ollegio,il Consiglio d'istituto defi-

nisce le modalità e i criteri per lo svolgim

ento dei rappor-ti con le fam

iglie e gli studenti,impegno che deve essere poi

deliberato all'interno del piano annuale delle attività.c) e

ven

tuali A

ttività a

ggiun

tive(vedi pag.9)

Alla stessa stregua delle attività di insegnam

ento che ven-gono calendarizzate nell’orario delle lezioni,anche le pre-stazioni relative alle attività funzionali all'insegnam

ento ealle attività aggiuntive si effettuano secondo m

odalità etem

pi stabiliti dalPiano annuale delle attivitàdeliberato all’i-

nizio dell’anno scolastico dal collegio dei docenti.d

) eve

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(vedi pag.13)e

) Su

pp

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ora

ne

e(vedi anche pag.15)

e1) scuola elementare

Nonostante l’art.4 com

ma 4 del D

pr 89/2009 abbia pre-visto per qualunque m

odulo orario della scuola primaria

l’eliminazione delle com

presenze,successivamente l’art.4

comm

a 2 del Ccni 26/6/2009 ha ribadito nella sostanza il

contenuto del comm

a 5 dell’art.28 del Ccnl 2007 “la so-

stituzione dei docenti di scuola primaria assenti fino a un m

as-sim

o di 5 giorni,avviene nelle ore di contemporaneità non im

-pegnate per le attività program

mate dal collegio dei docenti,

nell’ambito del m

odulo o del plesso di assegnazione e nell’ora-rio di insegnam

ento programm

ato per ciascun insegnante;so-no peraltro possibili eventuali adattam

enti e modificazioni del-

l’orario suddetto nei limiti previsti dalla contrattazione d’istitu-

to” ,quindi previa delibera del Collegio,che m

odifichi il Pianodelle attività.e2) scuola secondariaPer la sostituzione dei docenti assenti fino a un m

assimo

di 15 giorni (art.22 comm

a 6 L.448/2001) possono esse-re destinate le ore di com

pletamento delle cattedre con

orario inf erior e a 18 ore,qualora queste non siano già sta-te im

pegnate per classi collaterali,recupero o integra-zione (art.28 com

ma 6 C

cnl 2007).Queste ore a dispo-

sizione per supplenza devono essere calendarizzate nel-l’orario settim

anale di lezione,e andrebbero definiti i cri-teri per la loro attribuzione dagli O

rgani collegiali e nellatrattativa sull’utilizzazione del personale tra D

s e Rsu.

A proposito delle supplenze tem

poranee per assenze finoai 15 giorni ricor diam

o l’importante sentenza della C

orte

dei C

onti Sez.

III C

entrale d’A

ppello (Sent.

59/2004,w

ww

.cobas-scuola.it/rsu/SupplSentCorteDeiConti.htm

l) che

ha finalmente chiarito - soprattutto per i dirigenti sem

prepronti a sprem

ere il personale - quanto sosteniamo da

sempre:data per scontata l’evidente illegittim

ità dell’as-surda prassi di distribuire in classi diverse gli alunni per iquali è assente l’insegnante,quando non ci sono colleghicon ore a disposizione per sostituire il docente tem

pora-neam

ente assente è legittimo conferire supplenze,attin-

gendo dalle graduatorie d’istituto,anche per periodi infe-riori ai lim

iti stabiliti dalla Finanziaria 2002 (L.448/2001),proprio per garantire “la regolare prosecuzione dell'attivitàdidattica senza interruzioni o,com

unque,alterazioni di qualsia-si natura”.U

na garanzia ribadita anche recentemente nella

Nota M

iur 3545 del 29/4/2009,laddove in risposta alla ri-chiesta di poter conferire supplenze brevi anche in caso diesaurim

ento dei fondi si legge:“che - ferma restando l'esi-

genza di contenere il conferimento delle supplenze nella m

isu-ra del possibile - va com

unque assicurato l'ordinato svolgimen-

to delle attività di istruzione,di formazione e di orientam

ento,giacchè il diritto allo studio va in ogni caso garantito”.

Qu

i finisco

no

gli ob

bligh

i di lavo

roN

on vi dovrebbero essere dubbi,ma sappiam

o che nonpochi D

s pensano che a giugno e settembre gli insegnanti

siano in servizio e quindi impegnino i colleghi nei m

odi piùsvariati fino alla degradante pratica di andare a scuola a fir-m

are e poi andarsene.È importante concludere che tutte

le programm

azioni dei piani di attività e la loro calenda-rizzazione debbono essere deliberate dai C

ollegi dei do-centi su proposta del dirigente scolastico.A

ncora una vol-ta quindi attenzione alla form

ulazione e alla chiarezza del-le delibere votate,perché una volta previste le attività ag-giuntive,e quant’altro inserito nel piano delle attività (ora-rio delle lezioni,eventuali iniziative didattiche educative eintegrative,riunioni degli organi collegiali,rapporti indivi-duali con le fam

iglie,aggiornamento e form

azione) tutti gliim

pegni diventano obbligatori!N

aturalmente il Piano può esser e successivam

ente modi -

ficato dal Collegio docenti “per far fronte a nuove esigenze”

(comm

a 4 art.28 Ccnl 2007).

Ricordiam

o ancora che questi impegni costituiscono tutti

gli obblighi di lavoro oltre i quali non si può imporre alcu-

na presenza a scuola come sancito dalle stesse indicazioni

ministeriali (nota M

pi n.1972/1980) nonché dalla giuri -sprudenza (sent.Tar Lazio-Latina n.359/1984,sent.C

ons.di Stato - sez. V

I n.173/1987).

Materne

Elementari

Medie

Superiori

Superficie netta per alunno in classeper attività norm

ali, in mq

1,801,80

1,801,96

Superficie lorda per alunno(tutti i locali e le m

urature),in mq

6,60/7,006,11/6,68

8,06/11,02 6,65/12,28

Superficie totale per alunno,in mq

25/5018,33/20,08

21,00/27,00 22,60/26,50

Superficie lor da per classe/sezione , in mq

198/210153/167

201,50/275,50 166/307

Altezza m

inima locali, in m

etri3

33

3

Altezza palestra, in m

etri- -

5,405,40 o 7,50 7,50

se regolamentare

Ar ea m

inima per la costruzione

di edifici scolastici,in mq

1.500/6.750 2.295/12.5504.050/12.600 6.620/33.900

Page 13: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Gu

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inol

tre

sott

oscr

itta

un’in

tegr

azio

-ne

al C

cni 2

6/6/

2009

,rig

uard

ante

doc

enti,

educ

ator

i e A

tatit

olar

i o r

esid

enti

o st

abilm

ente

dim

oran

ti a

L’A

quila

o n

eico

mun

i del

“cra

tere

sis

mic

o”,c

he d

etta

spe

cific

he d

ispo

si-zi

oni p

er il

per

sona

le in

tere

ssat

o.

PE

RS

ON

AL

E A

TA

art.

15 C

cni 2

6/6/

2009

“L’a

sseg

nazi

one

del p

erso

nale

Ata

alle

sed

i ass

ocia

te,a

lle s

uc-

curs

ali e

ai p

less

i è r

egol

ata

dal c

ontra

tto d

i scu

ola.

Nel

cas

ode

l tut

to e

ccez

iona

le in

cui

il co

ntra

tto d

’istit

uto

non

sia m

ai st

a-to

def

inito

neg

li an

ni p

rece

dent

i o n

on v

enga

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inito

in t

empo

utile

per

l’av

vio d

ell’a

nno

scol

astic

o,il

dirig

ente

sco

last

ico s

i at-

tiene

ai s

egue

nti c

riter

i:a)

mag

gior

e an

zian

ità d

i ser

vizio

;b)

man

teni

men

to d

ella

con

tinui

tà n

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sed

e oc

cupa

ta n

el c

or-

rent

e an

no s

cola

stico

;c)

disp

onib

ilità

del p

erso

nale

a s

volge

re s

pecif

ici in

caric

hi p

revi-

sti d

al C

cnl.

Nel

la d

efin

izio

ne d

el c

ontra

tto d

i ist

ituto

,le p

arti

si fa

nno

cari-

co d

i reg

olar

e le

age

vola

zion

i pre

viste

da

norm

e di

legg

e o

pat-

tizie

...” .

PE

RS

ON

AL

E D

OC

EN

TE

art.

4 C

cni 2

6/6/

2009

Oltr

e ch

e da

l co

ntra

tto

d’is

titut

o,l’a

sseg

nazi

one

alle

se-

zion

i,ai

div

ersi

inse

gnam

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com

pres

i nel

la s

tess

a cl

asse

di c

onco

rso,

nonc

hé l’

asse

gnaz

ione

alle

sin

gole

cla

ssi è

di-

scip

linat

a da

ll’ar

t.39

6,co

mm

i 2,

lett

.d)

,e

3 de

l D

Lgs

297/

94,c

he n

e at

trib

uisc

e la

com

pete

nza

al c

apo

d’is

titu-

to “

sulla

bas

e de

i crit

eri g

ener

ali s

tabi

liti d

al c

onsig

lio d

i circ

o-lo

o d

’istit

uto”

(art

.10

com

ma

4) e

“de

lle p

ropo

ste

del c

olle

-gi

o de

i doc

enti”

(art

.7 c

omm

a 2)

.S

cuo

la d

ell

’in

fan

zia

e p

rim

ari

a(a

rt.4

com

ma

1 C

cni 2

6/6/

2009

) “le

mod

alità

di a

sseg

na-

zion

e ai

ple

ssi e

alle

scu

ole,

nell’a

mbi

to d

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rgan

ico fu

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na-

le,d

ebbo

no e

sser

e re

gola

te d

al c

ontra

tto d

’Istit

uto

in te

mpo

uti-

le p

er l’

avvio

del

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o sc

olas

tico.

L’ass

egna

zion

e a

dom

anda

ai p

less

i e a

lle s

cuol

e ne

ll’am

bito

dell’o

rgan

ico fu

nzio

nale

del

per

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le g

ià ti

tola

re p

rece

de q

uel-

la d

el p

erso

nale

neo

tras

ferit

o e,

a ta

l fin

e,la

con

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tà d

idat

-tic

a no

n co

stitu

isce

elem

ento

ost

ativo

.Nel

la d

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izio

ne d

el c

on-

tratto

di i

stitu

to,le

par

ti si

fann

o ca

rico

di r

egol

are

le a

gevo

la-

zion

i pre

viste

da

norm

e di

legg

e o

patti

zie

ivi c

ompr

ese

quel

lere

lativ

e al

pre

sent

e Cc

ni.N

el c

aso

del t

utto

ecc

ezio

nale

in c

ui il

cont

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d’Is

titut

o no

n sia

mai

sta

to d

efin

ito n

egli

anni

pre

ce-

dent

i o n

on ve

nga

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tem

po u

tile

per l

’avv

io d

ell’a

nno

sco-

last

ico,il

Diri

gent

e sc

olas

tico

del c

ircol

o o

istitu

to c

ompr

ensiv

o si

atte

rrà

ai c

riter

i del

l’art

.25

del C

cdn

del 1

8.1.

2001

,rich

iam

ato

nelle

pre

mes

se d

el C

cdn

del 2

1.12

.200

1”.

(art

25

Ccd

n 18

/1/2

001)

- “

Il di

rigen

te s

cola

stico

,in r

elaz

io-

ne a

i crit

eri g

ener

ali s

tabi

liti d

al c

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lio d

i circ

olo

ed in

con

-fo

rmità

al p

iano

ann

uale

del

le a

ttivit

à de

liber

ato

dal c

olle

gio

do-

cent

i,ass

egna

gli

inse

gnan

ti di

scu

ola

elem

enta

re e

mat

erna

ai

ples

si,al

le s

cuol

e ed

alle

atti

vità

assic

uran

do i

l ris

petto

del

laco

ntin

uità

did

attic

a,in

coe

renz

a co

n qu

anto

pre

visto

sul

la s

tes-

sa d

alla

pro

getta

zion

e di

datti

co-o

rgan

izza

tiva,

elab

orat

a da

lco

llegi

o do

cent

i.La

cont

inui

tà,in

cas

o di

rich

iest

a vo

lont

aria

di

asse

gnaz

ione

ad

altro

ple

sso

o al

tra s

cuol

a,fo

rmul

ata

dal s

in-

golo

doc

ente

,non

può

ess

ere

cons

ider

ata

elem

ento

ost

ativo

.Il

dirig

ente

sco

last

ico o

pere

rà v

alor

izza

ndo,

altre

sì,le

com

pete

n-ze

pro

fess

iona

li in

rel

azio

ne a

gli

obie

ttivi

stab

iliti

dalla

pro

-gr

amm

azio

ne e

duca

tiva

e te

nend

o co

nto

delle

opz

ioni

e d

elle

esige

nze

man

ifest

ate

dai s

ingo

li do

cent

i.L’a

sseg

nazi

one

ai p

les-

si,al

le s

cuol

e ed

alle

atti

vità

del c

ircol

o,an

che

su r

ichie

sta

degl

iin

tere

ssat

i,é d

a ef

fettu

arsi

con

prio

rità

per

i doc

enti

già

titol

a-ri,

rispe

tto a

que

lla d

ei d

ocen

ti ch

e en

trano

a fa

r pa

rte

per

lapr

ima

volta

del

l’org

anico

funz

iona

le d

i circ

olo;

tali

asse

gnaz

ioni

avve

ngon

o su

lla b

ase

dei c

riter

i sop

ra d

escr

itti.I

n ca

so d

i con

-co

rren

za l’

asse

gnaz

ione

sar

à di

spos

ta s

ulla

bas

e de

lla g

radu

a-to

ria fo

rmul

ata

in b

ase

alla

tabe

lla d

i val

utaz

ione

dei

tito

li ai

fi-

ni d

elle

util

izza

zion

i alle

gata

al C

cdn

conc

erne

nte

le u

tiliz

za-

zion

i e le

ass

egna

zion

i pro

vviso

rie d

el p

erso

nale

doc

ente

.Sul

lepr

edet

te o

pera

zion

i son

o at

tuat

e le

rel

azio

ni s

inda

cali

prev

iste

dall’a

rt.6

del

Ccn

l” .

Ass

eg

na

zio

ne

e u

tili

zz

az

ion

e d

el

pe

rso

na

leC

ont

ro g

li ab

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irig

enti

sco

last

ici

e D

sga

In q

uest

i ann

i le

scar

siss

ime

riso

rse

dest

inat

e da

llo S

tato

agli

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loca

li e

da q

uest

i util

izza

te p

er il

pat

rim

onio

edi

li-zi

o di

loro

per

tinen

za,n

on s

ono

rius

cite

a g

aran

tire

se n

onun

par

zial

e ad

egua

men

to,l

asci

ando

ci,i

nsie

me

agli

alun

ni,a

vive

re in

con

dizi

oni p

reca

rie

e in

sicur

e ch

e pu

rtro

ppo

siso

no a

nche

tra

sfor

mat

e in

tra

gedi

e.D

all’i

nter

no d

elle

nos

tre

scuo

le,s

uper

ando

le d

iffid

enze

ope

ggio

anc

he l

e in

adem

pien

ze d

i qu

alch

e di

rige

nte,

dob-

biam

o ri

dare

ai t

emi d

ell’e

diliz

ia e

del

la s

icur

ezza

l’im

por-

tanz

a ch

e m

erita

no.M

obili

tiam

oci

insie

me

alle

fam

iglie

eag

li st

uden

ti pe

r co

stru

ire p

iatt

afor

me

rive

ndic

ativ

e ch

eim

pong

ano

agli

enti

loca

li e

a tu

tti

gli

altr

i so

gget

ti re

-sp

onsa

bili

di r

ipre

nder

e in

ser

ia c

onsi

dera

zion

e la

que

-st

ione

,des

tinan

do a

que

sto

prob

lem

a m

aggi

ori a

tten

zion

ie

riso

rse.

La

no

rmat

iva

vige

nte

Gli

indi

ci m

inim

i di e

diliz

ia s

cola

stic

a e

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unzi

onal

ità d

i-da

ttic

a pr

evis

ti da

l Dm

Lav

ori P

ubbl

ici d

el 1

8/12

/197

5 (n

elSO

del

la G

U 2

/2/7

6 n.

29)

sono

anc

ora

in v

igor

e in

qua

n-to

le n

orm

e te

cnic

he q

uadr

o e

quel

le s

peci

fiche

reg

iona

lino

n ri

sulta

no a

ncor

a em

esse

,co

me

prev

isto

dal

l'art

.5

com

ma

3 L.

23/1

996.

L’ob

iett

ivo

della

L.2

3/96

sar

ebbe

sta

to q

uello

di a

ssic

ura-

re a

lle s

trut

ture

edi

lizie

uno

svi

lupp

o qu

alita

tivo

e un

a co

l-lo

cazi

one

sul t

erri

tori

o ad

egua

ti al

la c

osta

nte

evol

uzio

nede

lle d

inam

iche

form

ativ

e,cu

ltura

li,ec

onom

iche

e s

ocia

li.U

na p

rogr

amm

azio

ne d

egli

inte

rven

ti pe

r ga

rant

ire:

- il

sodd

isfa

cim

ento

del

fab

biso

gno

imm

edia

to d

i aul

e,ri

-du

cend

o gl

i ind

ici d

i car

enza

del

le d

iver

se r

egio

ni e

ntro

lam

edia

naz

iona

le;

- la

riqu

alifi

cazi

one

del p

atri

mon

io e

sist

ente

,in p

artic

olar

edi

que

llo a

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e va

lore

sto

rico

- m

onum

enta

le;

- l'a

degu

amen

to a

lle n

orm

e vi

gent

i in

mat

eria

di a

gibi

lità,

sicur

ezza

e ig

iene

;-

l'ade

guam

ento

del

le s

trut

ture

edi

lizie

alle

esig

enze

del

lasc

uola

,ai p

roce

ssi d

i rifo

rma

degl

i ord

inam

enti

e de

i pro

-gr

amm

i,al

l'inn

ovaz

ione

did

attic

a e

alla

spe

rim

enta

zion

e;- u

n'eq

uilib

rata

org

aniz

zazi

one

terr

itori

ale

del s

istem

a sc

o-la

stic

o,an

che

con

rife

rim

ento

agl

i and

amen

ti de

mog

rafic

i;-

la d

ispo

nibi

lità

da p

arte

di o

gni s

cuol

a di

pal

estr

e e

im-

pian

ti sp

ortiv

i di b

ase;

- la

pie

na u

tiliz

zazi

one

delle

str

uttu

re s

cola

stic

he d

a pa

rte

della

col

lett

ività

.

Con

la s

tess

a le

gge

si s

areb

bero

pot

uti f

inan

ziar

e:-

la c

ostr

uzio

ne e

il

com

plet

amen

to d

i ed

ifici

sco

last

ici,

nonc

hé l'

acqu

isto

e l'

even

tual

e ri

adat

tam

ento

di i

mm

obili

adib

iti o

da

adib

ire a

d us

o sc

olas

tico,

in p

artic

olar

e al

fine

di e

limin

are

le lo

cazi

oni a

car

atte

re o

nero

so,i

dop

pi t

urni

di fr

eque

nza

scol

astic

a e

l'util

izza

zion

e im

prop

ria

di s

tabi

lich

e no

n si

ano

riad

atta

bili;

- le

ris

trut

tura

zion

i e le

man

uten

zion

i str

aord

inar

ie d

iret-

te a

d ad

egua

re g

li ed

ifici

alle

nor

me

vige

nti i

n m

ater

ia d

iag

ibili

tà,s

icur

ezza

,igie

ne e

d el

imin

azio

ne d

elle

bar

rier

e ar

-ch

itett

onic

he;

- la

ric

onve

rsio

ne d

i edi

fici s

cola

stic

i da

dest

inar

e ad

altr

otip

o di

scu

ola;

- la

rea

lizza

zion

e di

impi

anti

spor

tivi d

i bas

e o

poliv

alen

ti,ev

entu

alm

ente

di u

so c

omun

e a

più

scuo

le,a

nche

ape

rti

all'u

tiliz

zazi

one

da p

arte

del

la c

olle

ttiv

ità.

Gli

enti

loca

li,in

att

uazi

one

dell'

art.

14 c

omm

a 1

lett

.i de

l-la

L.1

42/1

990,

dovr

ebbe

ro p

rovv

eder

e al

la r

ealiz

zazi

one,

alla

forn

itura

e a

lla m

anut

enzi

one

ordi

nari

a e

stra

ordi

nari

ade

gli e

dific

i:-

i com

uni,

per

quel

li da

des

tinar

e a

sede

di s

cuol

e m

ater

-ne

,ele

men

tari

e m

edie

;-

le p

rovi

nce,

per

quel

li da

des

tinar

e a

sede

di

istit

uti

esc

uole

di i

stru

zion

e se

cond

aria

sup

erio

re,c

ompr

esi i

lice

iar

tistic

i e g

li ist

ituti

d'ar

te,d

i con

serv

ator

i di m

usic

a,di

ac-

cade

mie

,di

ist

ituti

supe

rior

i pe

r le

ind

ustr

ie a

rtist

iche

,no

nché

di c

onvi

tti e

di i

stitu

zion

i edu

cativ

e st

atal

i.Pe

r l'a

llest

imen

to e

l'im

pian

to d

i m

ater

iale

did

attic

o e

scie

ntifi

co c

he im

plic

hi il

risp

etto

del

le n

orm

e pe

r la

sic

u-re

zza

e su

ll'ad

egua

men

to d

egli

impi

anti,

l'ent

e lo

cale

com

-pe

tent

e è

tenu

to a

dar

e al

le s

cuol

e pa

rere

obb

ligat

orio

prev

entiv

o su

ll'ad

egua

tezz

a de

i loc

ali,

ovve

ro a

d as

sum

ere

form

ale

impe

gno

ad a

degu

are

tali

loca

li co

ntes

tual

men

teal

l'im

pian

to d

elle

att

rezz

atur

e.G

li en

ti te

rrito

rial

i com

pete

nti p

osso

no d

eleg

are

alle

sin

-go

le is

tituz

ioni

sco

last

iche

,su

loro

ric

hies

ta,f

unzi

oni r

ela-

tive

alla

man

uten

zion

e or

dina

ria

degl

i ed

ifici

des

tinat

i ad

uso

scol

astic

o.A

tal

e fin

e gl

i ent

i ter

rito

rial

i ass

icur

ano

leri

sors

e fin

anzi

arie

nec

essa

rie

per

l'ese

rciz

io d

elle

funz

ioni

dele

gate

.In

sed

e di

pri

ma

appl

icaz

ione

e fi

no a

ll'ap

prov

azio

ne (a

tut-

t’ogg

i no

n av

venu

ta)

delle

spe

cific

he n

orm

e te

cnic

he r

e-gi

onal

i pe

r la

pro

gett

azio

ne e

secu

tiva

degl

i in

terv

enti

–ch

e de

finis

cano

in p

artic

olar

e in

dici

div

ersif

icat

i rife

riti

alle

spec

ifici

tà d

ei c

entr

i st

oric

i e

delle

are

e m

etro

polit

ane

-de

vono

ess

ere

assu

nti

qual

i in

dici

di

rife

rim

ento

que

llico

nten

uti n

el D

ecre

to d

el M

inis

tro

dei L

avor

i Pub

blic

i 18

dice

mbr

e 19

75,a

lcun

i dei

qua

li ri

port

iam

o ne

lla s

egue

nte

tabe

lla:

Ed

iliz

ia s

cola

stic

a,

cap

ien

za

au

le e

sicu

rezza

an

tin

cen

dio

Page 14: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Gu

ida

no

rma

tiva

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(art.4 comm

a 3 Ccni 26/6/2009) “N

ella scuola secondariadi I e II grado,qualora l’istituto sia articolato su più sedi chenon costituiscono autonom

a dotazione organica ...le modalità

di assegnazione dei docenti alle stesse devono essere regolatedal contratto di istituto tenendo conto di quanto definito al pre-cedente com

ma

1 [cioé quanto già previsto per la scuolam

aterna e elementare,ndr].N

ella definizione del contrattod'istituto le parti si fanno carico di regolare le m

odalità di at-tuazione delle agevolazioni previste da norm

e di legge o dal pre-sente Ccni.La continuità non può essere di per se elem

entoostativo in caso di richiesta di assegnazione su diversa sede”.(art.4 com

ma 4 C

cni 26/6/2009) “Relativamente ai posti di

arte applicata negli istituti d’arte il contratto di istituto terrà,al-tresì,

conto delle

disposizioni di

cui al

Dm

n.

334 del

24.11.1994 [che individua le nuove classi di concorso,ndr]

e l’art.4 punto 9 dell’Om

n.332 del 9.7.1996”.(art.4 punto 9 O

m 332/96 “N

ella definizione dell'organicodegli insegnanti di Arte applicata deve essere assicurata la pre-senza di un docente per ognuno dei laboratori istituiti,a frontedel funzionam

ento di almeno un corso com

pleto della sezioned'istituto d'arte cui gli stessi laboratori sono connessi;l'eventua-le funzionam

ento di classi collaterali o di altri corsi completi

della stessa sezione non comporta la costituzione di ulteriori

posti di insegnamento,a m

eno che il numero delle ore setti-

manali com

plessive di attività di laboratorio,svolte nell'ambito

della medesim

a sezione,comporti un im

pegno superiore all'o-rario obbligatorio di insegnam

ento dei singoli docenti.Per quan-to non previsto dal presente com

ma si rinvia alle istruzioni im

-partite con la Cm

102 del 27 marzo 1984”).

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o(art.6 C

cni26/6/2009). “Le eventuali disponibilità orarie residue per l’ap-profondim

ento in materie letterarie nel tem

po normale,per

l’approfondimento di discipline a scelta delle scuole che deter-

minano l’increm

ento orario nel tempo prolungato fino a 40

ore,nonché le ore necessarie al potenziamento dell’insegna-

mento della lingua inglese e non assegnate nell’am

bito delleoperazioni di com

petenza dell’USP (utilizzazioni,assegnazioni

provvisorie e assunzioni a tempo determ

inato),sono restituitealla disponibilità delle scuole . T ali ore potranno essere assegna-te a dom

anda al personale in servizio nella scuola,prioritaria-m

ente al personale a tempo determ

inato avente diritto alcom

pletamento dell’or ar io e ,successivam

ente,come ore ag-

giuntive di insegnamento in eccedenza all’orario d’obbligo e fi-

no ad un massim

o di 24 ore settimanali di servizio.In tal caso

le or e disponibili andr anno attribuite esclusivamente al perso-

nale in servizio nella stessa classe di concorso”.

Inoltre sempre il C

cni 26/6/2009 prevede tra l'altro che:- nel caso di perdita di ore,“negli istituti di istruzione secon-daria il docente titolare di cattedra o posto di insegnam

ento edi docenti di sostegno nonché i docenti di religione cattolica chetrovino nella scuola di titolarità una riduzione dell'orario obbli-gatorio di insegnam

ento fino ad un quinto,ove non completino

l'orario nella scuola medesim

a,sono utilizzati nell'ambito della

scuola di titolarità,per le ore mancanti,nelle attività specifiche

della scuola e,prioritariamente,per lo svolgim

ento di supplenzetem

poranee.La presente normativa si applica anche agli inse-

gnanti di religione cattolica della scuola dell’infanzia e primaria.

Il titolare di cattedra costituita tra più scuole completa l’orario

nella scuola di titolarità,qualora nella stessa si determini la ne-

cessaria disponibilità di ore”(art.2 com

ma 5).

- nel caso di soppressione del posto in “organico di fatto”“I docenti di tutti i gradi di istruzione che,a seguito della ridu-zione del num

ero delle classi in organico di fatto,secondoquanto disposto dall’art.2 della legge 22 novem

bre 2002,n.268 vengono a trovarsi in situazioni di soprannum

ero totale oparziale,ivi com

presi i docenti di sostegno con riferimento alla

riduzione del numero degli alunni diversam

ente abili,rispettoalla nuova dotazione della scuola,ferm

o restando quanto pre-visto dal com

ma 5 dell’art.2 del presente contratto,sono uti-

lizzati nell’ambito della scuola di titolarità prioritariam

ente suposto o frazione di posto eventualm

ente disponibile per la stes-sa classe di concorso o posto di insegnam

ento e,subordinata-m

ente,su posto o frazione di posto relativo ad altro insegna-m

ento o di sostegno per il quale sia in possesso di abilitazioneo titolo di studio coerente.In m

ancanza delle disponibilità sopra riportate,il predetto per-sonale è utilizzato nella scuola per iniziative di arricchim

entodall’offerta form

ativa,fatto salvo l’obbligo della copertura dellesupplenze brevi e saltuarie....con il consenso degli interessati e nei lim

iti del riassorbimen-

to del soprannumero,il dirigente scolastico può disporre l’uti-

lizzazione,su classe di concorso affine o su posto di sostegno,anche di docente diverso da quello individuato com

e sopran-num

erario.L’im

piego su posti di sostegno è subordinato alla mancanza di

docenti specializzati,sia con contratto a tempo indeterm

inato,sia aspiranti a supplenze.Analogam

ente l’impiego su classi di

concor so aff ine di docente non abilitato è subor dinato al com-

pleto utilizzo dei docenti in esubero in ambito provinciale per

la classe di concorso richiesta”(art.5 com

ma 9).

Infine , visto che “la contr attazione decentr ata a livello r egio-nale può eventualm

ente definire ulteriori criteri e modalità di

utilizzazione ...”(art.3 com

ma 4) sarà opportuno cono-

scer e il r elativo contratto decentrato regionale prima di

procedere alla contrattazione d’istituto col Ds.

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ento delle c lassi e sezioni. ...Si f a, altr esì, pr esente c he le sostituzioni devono com

unque av-venire nel rispetto del quadro orario settim

anale previsto neipiani annuali di attività.Si pr ecisa, altr esì, c he gli insegnanti non debbono esser e utilizza-ti per supplenze brevi nel giorno libero fissato dal quadro orario.Resta inteso c he anc he per l'applicazione dell'art.1,com

ma 78

della Legg e 23/12/96, n. 662 è insostituibile il ruolo del Collegiodei docenti che ha la com

petenza nella definizione del pianodelle attività, stante la vigenza dell'art.41 del CCN

L [ora ar t.28 C

cnl 2007, ndr].La stipula di rapporti di lavoro a tem

po determinato va effet-

tuata pr ima dell'inizio della supplenza e per tutto l'effettivo pe-

r iodo di assenza del docente da sostituir e .Le insegnanti in assenza obbligatoria per effetto dell'applica-zione della L.1204/71 [ora D

Lgs 151/2001, ndr]sar anno so-

stituite con la stipula di un unico contr atto a tempo determ

ina -to per tutta la durata dell'assenza obbligatoria …I docenti di sostegno che,a norm

a dell'art.13,sesto comm

a del-la legg e 104/92, sono contitolar i nelle sezioni o c lassi ove ope-rano,non possono essere utilizzati per supplenze anche quan-do l'alunno portatore di handicap è assente giustificato …

”[inquesti anni però alcuni C

ontratti r egionali sulle utilizzazio -ni,sottoscritti dai sindacati concertativi,che certo non tu-telano in questo m

odo i colleghi di sostegno,prevedono –illegittim

amente

– che

in v ece ciò

possa accader e.

Dobbiam

o oppor ci a questi abusi rifiutandoci di eseguir equesti ordini di servizio e,eventualm

ente,ricorrendo con-tro di essi anche in sede giudiziaria,ndr].I docenti con or ario di cattedra costituito di diciotto ore setti-m

anali di insegnamento (v.insegnanti di religione cattolica,di

sostegno,etc...) non possono sostituire i colleghi assenti se nonhanno dato la disponibilità ad effettuare ore di insegnam

entoeccedenti l'orario di cattedra …Le interruzioni delle attività didattica non previste dal calendarioscolastico,ed a qualsiasi titolo verificatesi non danno luogo allarescissione dei contratti a tem

po determinato se intervengono

nel periodo compreso tra l'inizio e la fine della supplenza …

”.In ogni caso:rifiutiam

oci di sostituire i colleghi nel giornolibero,fuori orario,poiché tale pratica non può com

unqueessere im

posta e denunciamo tutte le pratiche illegali di

mancata sostituzione dei colleghi e lo sm

istamento di alun-

ni in altre classi.

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Ai sensi dell’ar t. 6 del D

M 430/2000 "i dir ig enti scolastici pos -

sono conf er ir e supplenze temporanee utilizzando le rispettive

graduatorie di circolo e di istituto per la sostituzione del perso-nale tem

por aneamente assente e per la coper tur a di posti r e -

sisi disponibili, per qualsiasi causa, dopo il 31 dicembr e di cia-

scun anno … per il tem

po str ettamente necessar io, nei lim

itidelle disposizioni vigenti alla data di stipulazione del contratto".Il com

ma 3 dell'ar t. 8 del D

m 430/2000 abroga esplicita-

mente la pr ecedente disciplina sulle supplenze del perso -

nale Ata (art.582 T.U

.),quindi non esiste più nessuna du-rata m

inima dell'assenza necessaria per poter nom

inar e ilsupplente . Se qualche dirigente tentasse di usar e questanorm

a per non nominare i supplenti,flessibilizzando l'ora-

rio del r estante personale,dobbiamo ricordargli che una

v olta concor data un’organizzazione dell’orario di la v or oquesta non potrà subire m

odifiche,se non in presenza dir eali esigenze dell’istituzione scolastica,e previa una nuovacontrattazione con le R

su.Per altro,lo stesso art.60 C

cnl 2007 - Rapporto di lavoro atem

po determinato

per il personale Ata,che rinvia all'art.40

r elativ o alle Supplenz e tempor anee del per sonale docente

(vedi pag.15),non prescrive nessun limite m

inimo,m

a ri-m

anda alla valutazione della concreta situazione di neces-sità per determ

inar e il conf erimento delle supplenze , pro-

prio come già altre disposizioni m

inisteriali stabilivano:adesem

pio per l'imm

ediata sostituzione dell'unico operatorein ciascun turno (N

ota pr ot. 20 del 2/2/2000), oppur e perl'im

mediato conferim

ento di supplenze brevi di personaleausiliario nei plessi scolastici delle scuole elem

entari e ma-

terne ,pr evia trattativa con le R

su (Nota prot.

44 del9/3/2000). La situazione di necessità cer tam

ente non puòessere unilateralm

ente stabilita dal dirigente,e proprio perim

pedire eventuali ulteriori "spremiture" del personale oc-

cor re che le Rsu predispongano e sottoscrivano un con-

tratto d'istituto,relativo all'Utilizzazione del personale

(vedipag.7),che indichi con chiarezza i criteri e i tem

pi per lenom

ine dei supplenti.A

queste norme bisogna ora aggiungere la previsione “can-

nibalesca” dell’art.6 del Dpr 119/2009 che prevede in al-

ternativa al conferimento delle supplenze la possibilità di

“attribuzione temporanea di com

piti o funzioni al personale inservizio,previa acquisizione di disponibilità al riguardo da par-te dello stesso” .C

osì a fronte della riduzione del 17% del

personale Ata con il conseguente aggravio di lavoro per i

superstiti si prevede addirittura di peggiorare la situazioneelim

inando i supplenti temporanei e sottopagando i colle-

ghi già occupati che verrebbero retribuiti, “secondo modali-

tà da definire nell'ambito della contrattazione di istituto”

con“l'im

porto corrispondente al 50% delle econom

ie realizzatedall'istituzione scolastica, per eff etto del m

ancato conf er imento

delle supplenz e ... ”.A

nche in questo caso,rifiutiamoci di sostituire i colleghi,

poiché tale pratica non può comunque esser e im

posta.

Page 15: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

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e de

lle "

attiv

ità d

i car

atte

re c

olle

gial

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uard

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tutti

i do

-ce

nti"

prev

iste

dal

l'art

.29,

com

ma

3,le

tt.a

del

Ccn

l 200

7.In

vece

pe

r le

or

e,co

mun

que

sem

pre

delib

erat

e da

lC

olle

gio,

even

tual

men

te e

cced

enti

le 4

0 re

lativ

e al

le r

i-un

ioni

di c

onsi

gli d

i int

erse

zion

e,in

terc

lass

e e

clas

se,s

i ac-

cede

al f

ondo

sol

o se

cos

ì pre

vist

o da

l Con

sigl

io d

’istit

u-to

ai s

ensi

del

l’art

88

com

ma

2 le

tt.k

del

Ccn

l 200

7.

Att

ivit

à a

gg

iun

tiv

e d

a r

etr

ibu

ire

co

l Fo

nd

o d

’ist

itu

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ruo

lo d

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Org

ani

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llegi

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crit

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ttaz

ione

d’is

titu

to

men

te d

iritto

al

paga

men

to d

ella

dom

enica

ai

sens

i de

l’art

.21

09,c

omm

a 1,

del c

odice

civi

le”

(art

.40,

c.3

Ccn

l 200

7).

- ne

l cas

o in

cui

il t

itola

re r

ient

ri d

opo

il 30

apr

ile,d

opo

esse

re s

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ass

ente

per

un

peri

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infe

rior

e a

150

gior

ni c

ontin

uativ

i nel

l'ann

o sc

olas

tico

(rid

otto

a 9

0 ne

l ca-

so d

i do

cent

i de

lle c

lass

i te

rmin

ali)

"al f

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di g

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laco

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onal

e do

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te…

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pieg

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nella

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sede

di s

erviz

io in

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ze o

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-lo

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nter

vent

i did

attic

i ed

educ

ativi

inte

grat

ivi e

di

altr

i com

piti

conn

essi

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nzio

nam

ento

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la s

cuol

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ede-

sima"

,e p

erta

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la s

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enza

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roro

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anc

he p

er g

lisc

rutin

i e le

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utaz

ioni

fina

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rt.3

7 C

cnl 2

007)

.3)

gli

even

tual

i “sp

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i fle

ssib

ilità”

,com

e tu

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l’org

aniz

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zion

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ll’or

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erat

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gio

doce

nti e

con

trat

tati

con

le R

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i sen

si d

ell'a

rt.

6 co

mm

a 2

lett

.h e

d m

Ccn

l 200

7.4)

per

l’ut

ilizz

azio

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i “do

cent

i già

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erviz

io”,

il co

ntra

tto

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titut

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a le

Rsu

e il

Ds,

potr

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il cr

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m 3

/199

7,e

cioè

la “

poss

ibilit

à di

far

ri-

cors

o a

doce

nti,

poss

ibilm

ente

del

la s

tess

a m

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ia o

vver

o in

poss

esso

del

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lo d

i abi

litaz

ione

o d

i stu

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richi

esto

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serv

i-zi

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cuol

a co

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e a

disp

osiz

ione

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lo s

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imen

to d

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nze"

o di

spon

ibili

a p

rest

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ecce

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i fin

o a

24.

Scu

ola

ele

me

nta

reN

onos

tant

e l’a

rt.4

com

ma

4 de

l Dpr

89/

2009

abb

ia p

re-

vist

o pe

r qu

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que

mod

ulo

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io d

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scu

ola

prim

aria

l’elim

inaz

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del

le c

ompr

esen

ze,s

ucce

ssiv

amen

te l’

art.

4co

mm

a 2

del C

cni 2

6/6/

2009

ha

riba

dito

nel

la s

osta

nza

ilco

nten

uto

del c

omm

a 5

dell’

art.

28 d

el C

cnl 2

007

“la s

o-st

ituzi

one

dei d

ocen

ti di

scu

ola

prim

aria

ass

enti

fino

a un

mas

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o di

5 g

iorn

i,avv

iene

nel

le o

re d

i con

tem

pora

neità

non

im-

pegn

ate

per

le a

ttivit

à pr

ogra

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ate

dal c

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gio

dei d

ocen

ti,ne

ll’am

bito

del

mod

ulo

o de

l ple

sso

di a

sseg

nazi

one

e ne

ll’ora

-rio

di i

nseg

nam

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pro

gram

mat

o pe

r cia

scun

inse

gnan

te;s

ono

pera

ltro

poss

ibili

even

tual

i ada

ttam

enti

e m

odifi

cazi

oni d

ell’o

ra-

rio s

udde

tto n

ei l

imiti

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visti

dalla

con

tratta

zion

e d’

istitu

to” ,

quin

di p

revi

a de

liber

a de

l Col

legi

o,ch

e m

odifi

chi i

l Pia

no d

el-

le a

ttivit

à.Pr

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iam

o qu

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i pr

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ti di

arr

icch

imen

to e

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cupe

ro e

ott

enia

mo

che

veng

ano

vota

ti in

Col

legi

o,in

tal

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o no

n vi

è a

lcun

a di

spon

ibili

tà o

rari

a pe

r su

pple

nze

(nea

nche

all’

inte

rno

del p

ropr

io m

odul

o).O

vvia

men

te,a

ise

nsi d

el c

omm

a 5

dell’

art.

28 d

el C

cnl 2

007,

chi n

on p

re-

sent

a i p

roge

tti è

dis

poni

bile

per

sup

plen

ze n

el p

less

o pe

rl’i

nter

o m

onte

ore

di e

vent

uale

con

tem

pora

neità

.

Scu

ola

sec

on

dar

iaPe

r la

sos

tituz

ione

dei

doc

enti

asse

nti f

ino

a un

mas

sim

odi

15

gior

ni (

art.

22 c

omm

a 6

L.44

8/20

01)

poss

ono

esse

-

re d

estin

ate

le o

re d

i com

plet

amen

to d

elle

cat

tedr

e co

nor

ario

infe

rior

e a

18 o

re,q

ualo

ra q

uest

e no

n si

ano

già

sta-

te i

mpe

gnat

e pe

r cl

assi

col

late

rali,

recu

pero

o i

nteg

ra-

zion

e (a

rt.2

8 co

mm

a 6

Ccn

l 200

7).Q

uest

e or

e a

disp

o-si

zion

e pe

r su

pple

nza

devo

no e

sser

e ca

lend

ariz

zate

nel

l’o-

rari

o se

ttim

anal

e di

lezi

one,

e an

dreb

bero

def

initi

i cr

iteri

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ttri

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dagl

i Org

ani c

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gial

i e n

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tra

t-ta

tiva

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utili

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ra D

s e

Rsu

.A

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posi

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elle

sup

plen

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empo

rane

e pe

r as

senz

e fin

oai

15

gior

ni r

ibad

iam

o l’i

mpo

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ella

sen

tenz

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llaC

orte

dei

Con

ti Se

z.III

Cen

tral

e d’

App

ello

(Sen

t.59

/200

4,w

ww

.cob

as-s

cuol

a.it/

rsu/

Supp

lSen

tCor

teD

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nti.h

tml )

che

ha fi

nalm

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chi

arito

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opra

ttut

to p

er i

diri

gent

i sem

pre

pron

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mer

e il

pers

onal

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quan

to s

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niam

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sco

ntat

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vide

nte

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ità d

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ssur

-da

pra

ssi d

i dis

trib

uire

in c

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i div

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gli

alun

ni p

er i

qua-

li è

asse

nte

l’ins

egna

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quan

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on c

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o co

llegh

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spos

izio

ne p

er s

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ocen

te t

empo

rane

a-m

ente

ass

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è le

gitt

imo

conf

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sup

plen

ze,a

ttin

gend

oda

lle g

radu

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ie d

’istit

uto,

anch

e pe

r pe

riod

i inf

erio

ri a

i li-

miti

sta

bilit

i da

lla F

inan

ziar

ia 2

002

(L.4

48/2

001)

,pro

prio

per

gara

ntire

“la

reg

olar

e pr

osec

uzio

ne d

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ttivit

à di

datti

case

nza

inte

rruz

ioni

o,c

omun

que,

alte

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oni d

i qua

lsias

i nat

ura”

.U

na g

aran

zia

riba

dita

anc

he r

ecen

tem

ente

nel

la N

ota

Miu

r35

45 d

el 2

9/4/

2009

,ladd

ove

in r

ispo

sta

alla

ric

hies

ta d

i po-

ter

conf

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sup

plen

ze b

revi

anc

he in

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o di

esa

urim

en-

to d

ei fo

ndi s

i leg

ge: “

che

- fer

ma

rest

ando

l'es

igenz

a di

con

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nere

il c

onfe

rimen

to d

elle

sup

plen

ze n

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misu

ra d

el p

ossib

i-le

- va

com

unqu

e as

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ato

l'ord

inat

o sv

olgi

men

to d

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atti

vità

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truzi

one,

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rmaz

ione

e d

i orie

ntam

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,gia

cchè

il d

iritto

allo

stu

dio

va in

ogn

i cas

o ga

rant

ito”.

Inol

tre

l'Util

izza

zion

e de

l per

sona

le (v

edi p

ag.7

) è u

na d

el-

le m

ater

ie d

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con

trat

tazi

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dece

ntra

ta d

'istit

uto.

Èqu

indi

nec

essa

rio

che

le R

su,t

enut

o co

nto

delle

esi

genz

ede

l per

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le d

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scu

ola

e de

lle d

elib

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degl

i org

ani c

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legi

ali c

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tent

i,pr

edis

pong

ano

e so

ttos

criv

ano

un c

on-

trat

to d

'istit

uto,

rela

tivo

all'u

tiliz

zazi

one

del p

erso

nale

,che

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chi c

on c

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ezza

i cr

iteri

e le

mod

alità

d'e

ffett

uazi

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delle

sup

plen

ze;p

reve

dend

o an

che

even

tual

i lim

iti a

pos

si-

bili

arbi

trar

i ada

ttam

enti

e/o

mod

ifica

zion

i del

l’ora

rio,

che

sono

re

aliz

zabi

li so

lo

con

un’u

lteri

ore

delib

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del

Col

legi

o,ch

e m

odifi

chi i

l pia

no d

elle

att

ività

(ar

t.28

com

-m

a 4

Ccn

l 200

7).

Infin

e,ri

port

iam

o al

cuni

st

ralc

i di

un

a ci

rcol

are

del

Prov

vedi

tore

di R

oma

(n.1

53 d

el 1

3/10

/199

7) c

he r

iteni

a-m

o ch

iari

ficat

ori e

che

pot

rebb

ero

cost

ituire

util

i ele

men

-ti

di r

iferi

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to p

er il

con

trat

to d

'istit

uto:

“ …

È a

ppen

a il

caso

di r

icord

are

che

non

si pu

ò ric

orre

re a

l-

Page 16: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

Gu

ida

no

rma

tiva

15

Inse

rto d

i Co

ba

sn

. 44

sette

mb

re - o

ttob

re 2

00

9

Gu

ida

no

rma

tiva

10

Inse

rto d

i Co

ba

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. 44

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re 2

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9

Attrib

uz

ion

e in

carich

iC

hiarezza,trasparenza e condivisio

ne:la C

m 243/99 e il co

ntratto d’istituto

Crite

ri attribu

zion

e in

carich

iU

n esempio

di contratto

d’istituto

I criteri per l’attribuzione degli incarichi sono definiti nel-la contrattazione integrativa di scuola ai sensi dell’art.6com

ma 2 lett.m

Ccnl 2007.G

li incarichi previsti sono:- per i docenti,le Funzioni strum

entali al Pof(vedi pag.13):il collegio dei docenti delibera tipologia,num

ero,compe-

tenze e destinatari (art.33 Ccnl 2007);

- per gli Ata,gli Incarichi specifici(vedi pag.14):secondo

modalità,criteri e com

pensi definiti dalla contrattazioned’istituto nell’am

bito del piano delle attività (art.47 com-

ma 2 C

cnl 2007);- per tutto il personale le Attività aggiuntive

(vedi pag.9):delibera del consiglio di circolo o d'istituto,il quale a tal fi-ne acquisisce la delibera del collegio docenti (art.88 com

-m

a 1 Ccnl 2007).

La Cm

243/99 applicativa dell'art.30 Ccni 1999,ora tra-

sfuso nell’art.88 Ccnl 2007,prevede che la delibera del

consiglio di circolo o di istituto contenga “i nominativi del

personale docente e Ata chiamato a prestare dette attività ag-

giuntive”,“sia l'impegno orario richiesto a ciascun interessato

che il compenso spettante”

e chiarisce che “degli incarichiconferiti deve essere data pubblicità m

ediante affissione del re-lativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica”.L’attribuzione dell’attività e del com

penso,“con apposito in-carico scritto” ,resta,ovviam

ente,un compito del capo d'i-

stituto che anche in questo caso "assicura l'esecuzione del-le deliberazioni degli organi collegiali"

(art.396 T.U.) cui ri-

sulta soggetto e vincolato (vedi sentenza Tar Piemonte

131/79,e art.25 comm

a 2 DLgs.165/2001).

Visto che nei collegi si parla spesso di attività e non del-

l'individuazione di coloro che devono svolgerle si correspesso il rischio che qualche dirigente faccia deliberareagli organi collegiali solo le attività per potere poi discre-zionalm

ente attribuire l'incarico:è necessario non lasciarequesto spazio e,com

e già previsto dalla Cm

243/99,im-

pegnarci perché nelle delibere degli Organi collegiali ven-

gano chiaramente indicati sia i nom

i di coloro che sonoincaricati,che i tem

pi previsti per lo svolgimento dei com

-piti e il relativo com

penso.C

osì facendo,tra l'altro,si semplifica notevolm

ente la con-trattazione di istituto che diventa,alm

eno in parte,la rati-fica di quanto deciso dagli organi collegiali.

1.Per la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola,larisorsa fondam

entale è costituita dal patrimonio professionale

di tutto il personale docente,educativo e Ata,che si concretiz-za in attività collegialm

ente condivise nelle scelte e negli incari-chi che ne derivano.Pertanto,i criteri generali per l’individua-zione del personale cui attribuire incarichi aggiuntivi sono:- la disponibilità del personale a svolgere le attività aggiuntive.Le disponibilità saranno richieste a tutto il personale con circo-lare interna che indichi il tipo di incarico,l’im

pegno orario e ilcom

penso relativo;- l’equa distribuzione delle attività aggiuntive per non gravarecon eccessivi incarichi sugli stessi soggetti;- la rotazione,per garantire alla scuola un sem

pre maggior nu-

mero di professionalità capaci di assolvere ai com

piti aggiuntivi.

2.Gli incarichi per le attività da retribuire con il fondo dell'isti-

tuzione scolastica sono attribuiti nel rispetto delle competenze

del dirigente scolastico e degli Organi Collegiali,sulla base del

Piano annuale delle attività del personale docente deliberato,aisensi dell’art.28 com

ma 4 Ccnl 2007,dal Collegio dei docenti

in data … e sulla base del Piano annuale delle attività del per-

sonale Ata adottato,secondo la procedura prevista dall'art.53com

ma 1 Ccnl 2007,dal D

S in data ...

3.Personale docente - Le proposte di attività,debitamente

strutturate,presentate in Collegio per l’approvazione,dovrannocontenere,anche la quantificazione dell’im

pegno orario richie-sto per ogni docente,e l’individuazione del/i docente/i disponi-bile/i a svolg er e la suddetta attività aggiuntiva.

4.Personale Ata - La proposta di Piano delle attività formulata

dal Dsga - sentito il personale - dovrà contenere anche la quan-

tificazione dell’impegno orario richiesto per ogni unità di per-

sonale,e l’individuazione del personale disponibile a svolgere leattività aggiuntive.

5. Il DS attr ibuisce ogni incarico con una lettera che indica:

- il tipo di attività e i limiti cronologici di tale im

pegno;- il com

penso orario o forfettario spettante;- le incom

benz e der ivanti e l’eventuale delega ed ambito di re-

sponsabilità dipendenti dall’incarico attribuito;- le m

odalità di certificazione degli impegni.

Le letter e d’incar ico sono parte dell’informazione per le Rsu.

6.Degli incarichi conferiti è data pubblicità m

ediante affissionedel relativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica.

7. Il Ds contr atta con le Rsu per incar ic hi,non già previsti,di cui

sia sor ta l’esig enza nel cor so dell’anno scolastico.

PE

RS

ON

AL

E D

OC

EN

TE

La norma di rif erim

ento per quanto riguar da le supplenzetem

poranee rimane ancora l’ar t.

1 comm

a 78 della L.662/1996 (”I capi di istituto sono autorizzati a ricorrere allesupplenz e br e vi e saltuar ie solo per i tem

pi strettamente ne-

cessar i ad assicur ar e il ser vizio scolastico e dopo aver pr o vve -duto,eventualm

ente utilizzando spazi di flessibilità dell'orga-nizzazione dell'or ar io didattico, alla sostituzione del personaleassente con docenti già in ser vizio nella m

edesima istituzione

scolastica”) che successivamente è stata ribadita dal com

-m

a 10 ar t. 4 della L. 124/1999 (“Il conf er imento delle sup -

plenz e tempor anee è consentito esc lusivam

ente per il per iododi effettiva perm

anenza delle esigenze di servizio.La relativar etr ibuzione spetta lim

itatamente alla dur ata effettiva delle

supplenz e medesim

e”). Infine è inter v en uto anche l’ar t. 22com

ma 6 della L.448/2001 stabilendo che “le istituzioni sco-

lastic he autonome ,ad eccezione delle scuole dell'infanzia e del-

le scuole elementar i, possono pr o vveder e alla sostituzione del

personale assente utilizzando,in coerenza con il piano dell'of-f er ta form

ativa,le proprie risorse di personale docente,ancheoltr e i lim

iti tempor ali pr e visti dalle disposizioni vig enti e f ino a

un massim

o di 15 giorni”.Q

uindi, a par tire da questi punti di riferimento cerchiam

odi chiarir e quale sia la situazione attuale .Innanzitutto,com

e si vede,nessuna norma prevede – co-

me in vece sostengono troppi dirigenti - che per assenze

inf eriori ai 16 giorni nelle scuole medie e superiori oppu-

re ai 6 giorni nelle elementari (art.28 com

ma 5 C

cnl2007),sia vietato conferire la supplenza,bensì che è obbli-gatorio conferirle superati questi lim

iti.Per altro,com

e ha perfino ribadito la Corte dei C

onti(Sez.III C

entrale d’Appello,Sent.59/2004),diventa neces-

sario conferire la supplenza anche per periodi inferiori aquesti lim

iti quando non è possibile provvedere alla co-pertura di assenze attraverso le uniche legittim

e (legittime

proprio perché esplicitamente previste dalle norm

e vigen-ti) m

odalità diverse dal conferimento della supplenza,che

sono solo quelle previste dal comm

a 78 dell’art.1 L.

662/1996:- flessibilità dell’organizzazione oraria,che significa “spo-stare” le ore di lezione da una settim

ana a un’altra,certonon significa far entrare dopo o far uscire prim

a le classi,o addirittura sm

embrare e/o abbinare le classi,“soluzioni”

(?) che di fatto configurerebbero un’interruzione di pub-blico servizio;- sostituzione con personale già in servizio,cioé con col-

leghi che hanno or e a disposizione per il completam

entodelle 18 or e di cattedra (or e che de v ono essere indicatenell’orario settim

anale e che non possono essere sposta-te senza il consenso del docente),oppure che hanno datola pr opria disponibilità a “pr estar e or e eccedenti all’or ariod’obbligo fino ad un m

assimo di 24 ore settim

anali”(art.70

Ccnl 1995,art.7 D

m 13/6/2007,art.30 C

cnl 2007).P er quanto riguar da “i tem

pi str ettamente necessar i ad assi -

curare il servizio scolastico”nonché “il periodo di effettiva per-

manenza delle esigenze di servizio”

e per evitare che questadefinizione generale della questione si tram

uti negli abusi(utilizzo com

pr esenze , sostegno , ecc .) a cui molti ca pi d’i-

stituto ci vorrebbero abituare,occorre fare qualche altrapr ecisazione:1) “il ser vizio scolastico”

da assicurar e non cr ediamo possa

essere considerato alla stregua della semplice sorveglian-

za, ma bensì sia lo sv olgim

ento dell’attività didattica pr o-gram

mata;

2) “i tempi strettam

ente necessari”non possono essere in-

dividuati unilateralmente dal dirigente , m

a sono quelli de-finiti “dalle disposizioni vig enti alla data della stipula del con -tratto”,cioè:- “o ve al pr im

o periodo di assenza del titolare ne consegua unaltr o, o più altr i, senza soluzione di continuità o interr otto soloda giorno festivo o da giorno libero dall'insegnam

ento,ovvero daentr am

bi,la supplenza temporanea viene prorogata nei ri-

guar di del medesim

o supplente già in ser vizio, a decorr er e dalgiorno successivo a quello di scadenza del pr ecedente contrat-to”

(ar t. 7 Dm

13/6/2007).- “nel caso in cui ad un prim

o periodo di assenza del titolarene consegua un altr o intervallato da un periodo di sospensionedelle lezioni si procede alla conferm

a del supplente già in ser-vizio;in tal caso il nuovo contratto decorre dal prim

o giorno dieffettivo

servizio dopo

la ripresa

delle lezioni”

(art.7

Dm

13/6/2007).- “qualora il docente titolare si assenti in un'unica soluzione adecorrere da una data anteriore di alm

eno 7gg all'inizio di unperiodo predeterm

inato di sospensione delle lezioni e fino auna data non inferiore a sette giorni successivi a quello di ri-presa delle lezioni,il rapporto di lavoro a tem

po determinato è

costituito per l’intera durata dell’assenza.Rileva esclusivamen-

te l’oggettiva e continuativa assenza del titolare,indipendentedalle sottostanti procedure giustificative dell´assenza del titola-re m

edesimo [quindi anche se l’assenza è giustificata da suc-

cessive certificazioni,ndr] .Le domeniche,le festività infraset-

timanali e il giorno liber o dell'attività di insegnam

ento, r icaden -ti nel per iodo di dur ata del r apporto m

edesimo sono retribuite

e da computarsi nell’anzianità di servizio.N

ell’ipotesi che il do-cente com

pleti tutto l’or ar io settimanale or dinar io, ha egual -

Su

pp

len

ze

tem

po

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Page 17: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

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eventuali ulteriori finanziamenti

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……

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nei precenti anni scolastici= …

……

……

...

NB dal num

er o dei docenti sono esc lusi gli insegnanti di religione;nella scuola superiore il numero

di docenti di sostegno da considerare è quello ottenuto moltiplicando i posti per 0,37 (rapporto na-

zionale tra organico di diritto e organico di fatto)

Fon

do

d’istitu

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009/2

010

La differenza tra le cifre che riportiamo

nello schema e quelle previste dall’art.

85 comm

a 2 Ccnl 2007 è determ

inatadal fatto che l’art.85 indica cifre “al lor-do degli oneri riflessi a carico dell’am

mini-

strazione”m

entre le Tabelle allegate allostesso C

cnl,relative ai compensi a cari-

co del fondo d’istituto,indicano cifre al“lordo dipendente”.Pertanto,rispetto al-le cifre previste dall’art.85 sono già de-dotti gli oneri relativi all’ Inpdap “Stato”(24,20%

) e all’Irap(8,50%

).Per ottenereil com

penso netto spettante a ogni la-voratore bisogna poi sottrarre ai com

-pensi determ

inati in base alle Tabellecontrattuali la quota Inpdap “dipenden-te”

(8,75%) e il Fondo credito

(0,35%) e

quindi la massim

a aliquota Irpef applica-ta al singolo dipendente.

dall’Unione Europea,da Enti o istituzioni pubblici e privati.

Nonostante dirigenti scolastici e D

sga presentino general-m

ente la questione avvolta da indeterminazione e incertez-

ze,l'entità del fondo,attribuito dal Miur,è determ

inabile findal 1° settem

bre sulla base di semlici param

etri (vedi sotto).A

queste risorse devono poi aggiungersi:- sulla base dei relativi specifici fabbisogni com

unicati dallesingole Istituzioni Scolastiche,le risorse destinate al paga-m

ento della quota fissa dell’indennità di direzione spettanteai D

sga,i compensi per indennità di bi/trilinguism

o solo perle scuole di lingua slovena (nell’ipotesi in cui per gli stessi fininon sia già erogata un’altra indennità),i com

pensi per l’in-dennità di lavoro notturno e/o festivo solo per convitti,edu-candati e scuole speciali;- i finanziam

enti previsti dalle vigenti disposizioni e tutte lesom

me introitate dall’istituto scolastico per com

pensare leprestazioni aggiuntive del personale,ivi com

prese quelle de-rivanti da risorse dell’U

nione Europea,da enti pubblici o sog-getti privati,com

prese le famiglie cui potrà essere richiesto

un contributo per le attività integrative (peraltro già previstefin dal 1924 col R

egio Decreto 965 che però ne im

poneval'assoluta e totale gratuità!);- il finanziam

ento previsto dalla L.440/97- il finanziam

ento per progetti relativi alle Aree a rischio,a for-te processo im

migratorio e contro l’em

arginazione scolasti-ca (art.9 C

cnl 2007).

Infine,nonostante nel nuovo Ccnl non sia più prevista la spe-

cifica disposizione già contenuta nel comm

a 4 art.83 Ccnl

2003,sindacati firmatari e A

ran concordano sul fatto che ri-entrino nel fondo d’istituto anche le som

me eventualm

entenon spese nel precedente esercizio finanziario.C

osì,con uno Stato che garantisce una sempre più ridotta

“dotazione finanziaria essenziale"(art.21 L.59/97),le scuole,

dipendendo sempre più dalle "realtà e dagli Enti Locali",ve-

dranno accrescersi le diseguaglianze territoriali e la segmen-

tazione della struttura sociale (come già dram

maticam

enteaccade in Francia e Inghilterra),contro le quali un’eventuale"assegnazione perequativa" appare soltanto com

e un inter-vento cosm

etico.La ricchezza,distribuita in m

aniera così disomogenea sul ter-

ritorio nazionale,finirà per privilegiare ulteriormente chi già

privilegiato lo è,visto che lo Stato rinuncia a farsi garante diim

parzialità e a rivestire il ruolo di responsabile ultimo della

qualità del sistema form

ativo.In più con un "dirigente scolasti-co che attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diver-se realtà sul territorio"

(art.3 Dpr 275/99) la scuola m

arcerà apiù velocità:avanti gli istituti guidati da dirigenti influenti sugliam

ministratori e aiutati da fam

iglie altrettanto influenti,die-tro scuole che “aprendosi” verso un territorio difficile si tra-sform

eranno in ricettacolo dei problemi del quartiere.I di-

fetti della situazione attuale,piuttosto che essere combattuti

assurgono a paradigma della scuola futura.

Da quando è stata pr e vista la possibilità di r etribuir e la

Flessibilità,la sua definizione è diventata il tormentone di

tutti i contratti d'istituto . In genere i Ds cercano di lim

ita-r e il concetto di flessibilità alle generali indicazioni ripor -tate nel C

cnl e nel comm

a 2 dell'art.4 del Dpr 275/99,che

- per altr o - sottolinea esplicitamente che:"le istituzioni sco -

lastic he possono adottar e tutte le f orme di flessibilità c he r i-

tengono opportune e tra l'altro:”-

l'ar ticolazione modulare del m

onte ore annuale;- la definizione di unità di insegnam

ento inf eriori all’oracon obbligo di recupero (vedi pag.14);- l'attivazione di per corsi didattici individualizzati,rispet-tando l'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo ,anche per gli alunni div ersam

ente abili;- l'ar ticolazione m

odulare di gruppi di alunni provenientidalla stessa o da div erse classi o da div ersi anni di corso;- l'aggr egazione delle discipline in ar ee e am

biti disciplinari.M

a lo stesso Ministero quando ha dovuto fornire proprie

indicazioni sulla flessibilità ( v edi ww

w .pubblica.istruzione .it/ar -g om

enti/autonomia/def inisce/def ault.htm

), non ha potuto fa -re a m

eno di considerarle che degli esempi,non essendo

assolutamente possibile esaurir e una casistica che ogni

scuola può ar ricchir e .Infatti,il M

inistero suggerisce,"tra l'altro",che:"I tem

pi dell'insegnamento possono esser e inf atti com

binati perr ealizzare,tra l'altro,all'interno del norm

ale orario curricolare* specifici percorsi di accoglienza,continuità,orientam

ento e/oriorientam

ento;* fasi di insegnam

ento intensivo seguite da altre di appoggio;* attività laboratoriali pluridisciplinari;* dim

inuzione del numero delle discipline m

ediante la concen-trazione del loro m

onte ore annuale in un solo quadrimestre.

...A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati perrealizzare,tra l'altro,all'interno del norm

ale orario curricolare:* gruppi più grandi per le lezioni frontali;* gruppi più piccoli per le esercitazioni,il sostegno,il recupero,l'approfondim

ento;* gruppi tem

poranei di livello e/o di riallineamento;

* gruppi di laboratorio;* gruppi per le discipline opzionali;* gruppi per le discipline facoltative....Per affrontare le difficoltà ...Le scuole possono così organiz-zare,tra l'altro,nel norm

ale orario curricolare:* m

oduli di allineamento ...indirizzati a piccoli gruppi nei qua-

li gli allievi,oltre a proseguire il normale program

ma di studio,

sono guidati a lavorare sulle carenze individuali;

* discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare

l'uso delle proprie capacità;* m

oduli di passaggio da un indir izz o a un altro della scuolasuper ior e;* m

oduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della

f ormazione pr ofessionale;

* moduli di r iallineam

ento per c hi r ientr a nel sistema istruzione .

P er pr omuo ver e le eccellenz e ... Le scuole possono così orga -

nizzar e,tra l'altro,nel normale orario curricolare o nella quota

f acoltativa del curr icolo:* m

oduli di appr of ondimento per gruppi di eccellenza;

* moduli di r iorientam

ento per la scoperta di specifiche voca-zioni;* discipline e attività destinate a costruir e cr editi f orm

ativi ag -giuntivi".Se sono queste le attività che ,“tr a l’altr o”, il m

inister o ri -esce a suggerir e allora par e una conf erm

a a quanto soste -niam

o da tempo:da sem

pre il lavoro docente è “flessibi-le”. C

oncludendo , pr oprio sulla base della normativa vi-

gente (ar t.88 com

ma 2 lett.

a Ccnl 2007,

ar t.4 D

pr275/1999,D

.I.234/2000),pare ci siano tutte le condizioniper consentir e agli O

rgani collegiali e alle Rsu di dar e una

definizione della flessibilità legata alle specifiche attivitàdelle diverse scuole,senza dover sottostare alle “inflessi-bili” determ

inazioni dei Dirigenti scolastici.

Fle

ssibilità n

el lavo

ro d

oce

nte

L ’ar t. 33 Ccnl 2007 ha conferm

ato l’istituto delle Funzionistrum

entali al Pof.Il Collegio dei docenti all'inizio dell'anno

scolastico definisce criteri di attribuzione,numero e desti-

natari di queste funzioni.In caso di concorrenza tra piùaspiranti il C

ollegio pr ocede all’elezione a scrutinio segre-to.I com

pensi sono decisi dalla contrattazione tra Rsu e

dirigente.Le risorse per retribuire tali funzioni sono attri-buite dir ettam

ente alla scuola. Non possono com

por tareesoneri totali dall'insegnam

ento.Nel caso in cui il C

ollegionon attivi queste funzioni nell’anno di assegnazione deller elativ e risorse , si potranno utilizzar e le stesse som

me nel-

l’anno scolastico successiv o ,con la stessa finalità.Tenendoconto che tutti i docenti sono strum

entali alla realizzazio-ne del P of e al fine di depotenziar e il sem

pr e possibile usodiscrim

inatorio di queste funzioni, il collegio deve riappro-priarsi del suo ruolo di program

mazione e gestione delle

attività organizzativ o-didattiche

indicando un

n umer o

massiccio di funzioni strum

entali e contestualmente il

monte ore corrispondente,in m

odo che la Rsu possa pro-

ceder e allo stesso trattamento econom

ico a parità di or e .

Fu

nzio

ni stru

me

ntali al P

of

Page 19: Autunno caldo nuove - Cobas Scuola Palermo · Contro i tagli, la legge Aprea, ... ti noi lavoratori della scuola, alla ripresa autunnale, non ... letta contenente le sintesi e degli

CCOOBBAASS 4444 sseetttteemmbbrree -- oottttoobbrree 22000099 77

Nella calura agostana e nell'as-sordante silenzio mediatico ilGoverno sta per produrre il piùgrande licenziamento di massanella storia della Repubblica. Dasettembre ci saranno quasi 17mila cattedre in meno per gli in-segnanti precari. Tra pochi gior-ni, contando anche il taglio deibidelli e degli amministrativi, cisaranno più di 20.000 disoccu-pati ad aggiungersi all'esercitocrescente dei senza lavoro ita-liani. Le classi avranno menodocenti ma più alunni e saran-no dunque a rischio sicurezza.Si prevede infatti che le classidall'anno prossimo sarannomediamente composte da 26bambini all’asilo, 27 alle ele-mentari e 30 in medie e supe-riori contro una media europeadi 15-20 studenti. Nonostantequeste cifre il Ministro va datempo ripetendo che in Italia cisarebbero più insegnanti perstudente rispetto alla media eu-ropea (una vecchia mezza veri-tà, infatti non viene spiegatoche nella conta questi signorimettono anche gli insegnanti disostegno che in Europa non esi-stono ... Di fatto però le nostresono le classi più affollated'Europa). La scuola viene col-pita come mai è stato fatto daldopoguerra ad oggi e i mezzi dicomunicazione parlano di realtàscolastica solo in riferimento al-la pittoresca proposta leghistadei test di dialetto per i docen-ti, tutti i telegiornali riportano ladecisa condanna della Chiesadella sentenza del Tar Lazio chepreclude gli scrutini agli inse-gnanti di religione ed escludel'ora di religione dalla valutazio-ne globale degli studenti (dopomesi di torpore la Santa Sedetorna a condannare). I massmedia danno risalto alla notiziadel ricorso del Ministero controla sentenza del Tar Lazio sugliinsegnanti di religione. Mentremigliaia di docenti precari stan-no per essere cacciati dallascuola la preoccupazione dellaGelmini è quella di mettersi su-bito sull'attenti per la SantaSede e ricorrere a favore deicolleghi di religione che non ri-schiano nulla. La Gelmini ha af-fermato: “L'ordinanza del Tartende a sminuire il ruolo degliinsegnanti di religione cattolica,come se esistessero docenti diserie A e di serie B”. E i 17.000docenti precari che verrannocacciati via il mese prossimocosa sarebbero? Docenti di se-rie C? Il Ministro lo sa che i pre-cari di religione sono gli unicitra i docenti precari ad avere lostipendio assicurato e gli scattidi anzianità? Un licenziamentodi massa nel settore più impor-tante del Paese e nessuno alzala voce. Questo è davvero unostrano Paese.

Al Ministro Gelmini,

Chi le scrive, non intende utiliz-zare nessun garbo, nessunacortesia, nessuna frase di circo-stanza, perché non li merita. E proprio di merito desideroparlarle: il suo accattivante slo-gan, per i fessi, beceri, ignoran-ti, imbambolati e decerebratidalla tv del suo capo, che conti-nuano a votarlo, permettendo,per compiacerlo, che personecome lei siano alla guida di unministero, che fu di Gentile, cheha nelle mani il futuro della no-stra nazione. A proposito di me-rito, le chiedo: perché il meritoè richiesto solo a noi e - doveinequivocabilmente presenteper punteggi maturati con annidi servizio per lo Stato, master,specializzazioni, lauree, aggior-namento - messo in dubbio?Forse perché provenienti dalleregioni sbagliate? Le chiedo, quando ha fatto l'e-same di abilitazione lo ha soste-nuto in calabrese, bresciano oitaliano? Era abbastanza virtuo-sa l'Università che l'ha ricono-sciuta avvocato? Quanto era lei"radicata" nel territorio? Giustoil tempo di una abilitazione,"mordi e fuggi", altro spot a leicaro. Ma lei aveva fretta, dove-va lavorare, noi invece viviamodi rendita e manna. Ma si sa, quello che vale per noi,non vale per voi! Voi potete es-sere al di sopra di tutto, delleleggi, del merito, dei tribunali, ditutto! Potete ritenere opportu-no, legiferare su prostituzione,quando il premier frequentaescort. Partecipare al FamilyDay accanto alla Chiesa un po'distratta, quando ognuno di voinella vita e nell'esempio è benlontana non solo dalla moralecattolica ma da parole come "di-gnità e onore" di cui parla l'art.54 della Costituzione. Sa di cosa parlo? Quella carta incui è scritto che l'Italia è una,che non accetta discriminazioni,che le scuole private non devonocomportare "nessun onere perlo stato", che la scuola è laica. Ma come ha avuto modo dichiarire in questi giorni, attra-verso la nota del suo ministeroagli Usp, le leggi si applicano seda voi ritenute opportune.Infatti per lei non è opportunoricorrere al Consiglio di Stato,che potrebbe rifilarle l'ennesi-ma sconfitta, è opportuno invi-tare gli Usp, a non applicareuna sospensiva, per legge im-mediatamente esecutiva, per-ché come ben sappiamo le gua-sterebbe i rapporti con la Lega. O diciamocelo chiaramente, aquesto punto non c'è più biso-gno di pensarlo o bisbigliarlo,ormai i tempi sono maturi: gliitaliani vostri elettori sono cottia puntino, da tutta la vostra in-decente campagna propagandi-stica. Basta ipocrisie: i terun vistanno sulle scatole e stiano amarcire nelle gabbie di fame e

povertà che lei ha costruito adhoc con i tagli. Perfino i vostrialleati del Sud lo sanno, e pro-vano ad alzare la voce. Comeben dice lei però tutto si risol-verà, con buona pace di chi vivota. Arriverà super Silvio emetterà tutto a posto. Su una cosa volevo però rassi-curarla: non soffre di nessunasindrome di Stoccolma, è soloche tutte le marachelle che lecombina il suo compagno dimerende Giulio, non nuoccionoal vostro idillio, perché siamonoi a pagarle. Lei sta e conti-nuerà a stare benissimo. Desidero per onestà intellettua-le riconoscerle un grande meri-to: il fatto che tutto quello chesta facendo alla scuola pubbli-ca, alle famiglie di precari chebutta per strada, al nostro futu-ro, lo fa con grande impertur-babilità. Anzi, ci gode e si acca-nisce, con vero sprezzo, tutt'al-tra tempra rispetto a quella pia-gnona della Moratti. I suoi in-sulti, insieme a quelli dell'ono-revole Brunetta rimarranno nel-la storia: da “pirla” a “prof me-ridionale”, da “esaminare” a“guide turistiche”. Ma si sa, noiper lei siamo neanche delle be-stie, ma dei vegetali, con l'ulti-ma sparate dei vivai, si è dav-vero superata in rispetto! E laprego di finirla con gli spot e lepromesse di immissioni, am-mortizzatori ecc., non ci credenessuno! Come avete ampia-mente dimostrato, non avetebisogno di nessuno, non v'inte-ressa il consenso, se non quelloelettorale. E fino a quando cisarà un tubo catodico funzio-nante quello non vi mancherà! Grazie per averci rubato la ca-pacità d'indignarci! Si riposi che a settembre c'è dadistruggere quel che resta dellascuola italiana!

Trovo la sentenza 7076 del Tardel Lazio oggettivamente seriae limpida. Essa ha chiarito che“sul piano giuridico, un inse-gnamento di carattere etico ereligioso, strettamente attinen-te alla fede individuale, non puòassolutamente essere oggettodi una valutazione sul piano delprofitto scolastico”. E come dar-gli torto? Avere fede nel cattoli-cesimo non può costituire un"di più" rispetto allo studenteche non ce l'ha o ce ne ha un'al-tra. La scelta di avvalersi o me-no dell’insegnamento della reli-gione cattolica deve essere li-bera e in nessun modo condi-zionata. Questo dice il Tar, e lodice in sintonia, e non contro, ilConcordato, le Leggi e iRegolamenti della Scuola. Ma dice pure altro: “lo Stato(...) non può conferire ad unadeterminata confessione unaposizione dominante”. E in ef-fetti, nella scuola pubblica, diquesto si tratta: di un dominiodel pensiero cattolico, non solodell'Irc; dominio culturale e so-ciologico, che si appalesa inmille modi: dall'induzione a ri-cordare le feste cattoliche algrondare di crocefissi su ognu-na delle sue pareti. Ma la CCAR[chiesa cattolica apostolica ro-mana, ndr] sa solo "minaccia-re" che i vescovi non possonorestare in silenzio "di fronte aquesta assurdità". Ah sì? I ve-scovi parlino pure, chi glielovieta (anzi, il servilismo statale

li incoraggia quotidianamente);ma non sperino che la loro indi-gnazione d'ordinanza si sosti-tuisca ai pronunciamenti di untribunale o, meglio ancora, aivalori e ai principi che tali pro-nunciamenti affermano e difen-dono. Come al solito, una leggefavorevole è sacrosanta, unalegge contraria diventa ignobilee sbagliata ... Il problema deldiscriminare lo studente chenon vuole la lezione di cattolice-simo rispetto a chi la sceglienon mi sembra solo materia dilegge; la religione cattolica,proprio perché è un insegna-mento facoltativo, non deve darluogo ad alcuna forma di discri-minazione. E invece, col mec-canmismo dei crediti allargatoall'Irc, addirittura si premia chisceglie la facoltativa ora di reli-gione! Non mi meravigliano icardinali, impauriti del tracollodel numero di studenti che siavvalgono; non mi meravigliala cattolicissima signorinaBinetti, che critica la sentenza7076 accusandola di creareprofessori di serie A e di serie B(dovrebbe invece riflettere sullasituazione reale degli studentiche non fanno religione: loro sìche sono trattati da serie B oanche meno). Mi meraviglia lamia ministra Gelmini che strillaricorsi ben sapendo che la leg-ge, la logica, la storia, la vitastessa della scuola le è contro!

Calogero Martorana

Vorrei fare un intervento daCattolico-praticante: faccio par-te di un Consiglio parrocchiale,di un movimento di coppie cri-stiane, di un'associazione di vo-lontariato, ecc. e trovo comun-que giusta la sentenza del Tar.Dirò di più: non c'è mai statoalcun problema nella mia scuo-la. Non capisco quali siano que-sti crediti di cui si parla.Durante gli scrutini di giugno, inuna situazione di parità di voti,ho chiesto io di applicare la leg-ge che prevede lo scorporo delvoto dell'insegnante di Irc, cherimane solo come parere e noncome voto, e nessuno ha prote-stato. Anzi, sarei del parere cheforse sarebbe ora di toglierequesta ora di Irc. Per chi ha fe-de e ci crede veramente se neguadagnerebbe in credibilità.Nella mia scuola le pareti non"grondano di Crocefissi", comedice Calogero. Non ce ne sono enessuno protesta. Quando un alunno, che conoscela mia partecipazione attiva, miha chiesto come mai non pre-tendevo il Crocefisso in aula, gliho risposto che è meglio così,visto il comportamento non solo"non cristiano" ma spesso "nonumano" che c'è tra loro, conrancori, bestemmie e quanto dipeggio.Ma il problema dei crediti è piùampio: ha senso dover dare 10in educazione fisica ad un alun-no che passa le due ore sedutoin palestra a parlare al cellularee che però siccome milita in se-rie C di calcio, semiprofessioni-sta, non può non avere 10. È come dire che chi scrive sulgiornale parrocchiale deve ave-re 10 in Italiano. Forse è il caso di fare ordine eper ridurre l'orario scolastico,anziché togliere ore all'informa-tica o alla matematica, comin-ciare a recuperare tre ore: unadi Irc e due di educazione fisica.

Saluti Roberto

La Lega ha stravinto: GrazieGemini! Lunedì 13 luglio gli in-segnanti precari della nostraprovincia hanno manifestatodavanti agli uffici del Provvedi-torato “contro gli inserimentidei colleghi del Sud” dando ini-zio ad una ridicola guerra frapoveri. Alcune premesse: il DM42/09 sulle graduatorie provin-ciali ad esaurimento del perso-nale docente ed educativo(quindi dei precari storici o dinuova inclusione), vieta il tra-sferimento. La Gelmini, non haletto, evidentemente, le leggidello Stato n.124/99 (aggiorna-mento e trasferimento ad altraprovincia) e 333/01 (inseri-mento sulla base del punteggiospettante), pur citandole addi-rittura nelle premesse del de-creto e richiamandole in calce(“per quanto non espressamen-te previsto dal presente decre-to valgono le disposizioni conte-nute nella legge 3.5.1999 n.124”). Secondo il Ministero,chiunque avesse fatto domandadi trasferimento in altra provin-cia sarebbe finito in coda allagraduatoria di quella provincia,di fatto azzerando il propriopunteggio, che, ricordo, rimanel’unico strumento di meritocra-zia. Il Ministero Gelmini, cometanti insegnanti probabilmenteignorano, era a conoscenza diuna sentenza emessa dal TarLazio prima e del Consiglio diStato poi, che invalidavano l’en-nesima gelminata.I sindacati rappresentativi cheavrebbero dovuto difendere idiritti dei precari, tacevano oconsigliavano al Ministero ditrovare un escamotage per ag-girare tutto ciò che era diventa-to fastidioso e d’impaccio; iltutto solo per non perdere ipropri tesserati in un inutilesforzo campanilistico. Tutto ciòha gettato le graduatorie adesaurimento nel caos dato cheoltre 6000 precari hanno vinto ilricorso contro la coda, ottenen-do l’inserimento a pettine e cioèsecondo il proprio punteggio. Ilministero Gelmini contrattaccaproponendo il “principio dellacontinuità”, scoraggia i precariminacciando ritardi nelle opera-zioni di assunzione e nel frat-tempo invita a cambiare me-stiere, reinventandosi comeguide turistiche, nonostante laprofessionalità acquisita attra-verso la laurea, le scuole dispecializzazione e l’esperienzain aula. Su tutto ciò aleggia laleggenda del “Precario del Sud”(contro cui è stato organizzatoil sit-in di lunedì in città) fannul-lone e irresponsabile che, dopoaver a lungo poltrito accanto altelefono in attesa di una sup-plenza, imbraccia la valigia dicartone e corre e rubare il postoal “Precario del Nord”, inseren-dosi davanti a quest’ultimo.Io “Precaria del Nord” dico NO einvito i miei colleghi a fermarequesta cultura leghista del cor-tile, a riflettere sul fatto che leordinanze sospensive proven-gono da tribunali italiani e dalConsiglio di Stato, a pensarecome cittadini di una nazione emembri della comunità euro-pea, ad essere difensori dellalegalità e dei principi costituzio-nali (e portatori degli stessi ainostri alunni), a non stare aigiochi di chi vuole un lotta frapezzenti di diversa ubicazionegeografica per nascondere unprogetto di demolizione dellaScuola Pubblica italiana.

Per contattarci

per le lettere:- [email protected] Giornale Cobas, piazza Unità d’Italia, 11 - 90144 Palermo

per i quesiti, compilare il form alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/inviateci.html

Segnaliamo inoltre che sono disponibili numeroserisposte ai quesiti pervenuti alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/faqFrame.html

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di Beppi Zambon

Quello che difficilmente è per-cepibile, se non da chi operaall’interno della scuola, è ilcambiamento di clima, di rap-porti sociali, di sensibilità civi-ca che vi alligna e si propaga.È un cambiamento culturaleche si va infiltrando e, con isuoi umori marcescenti, incri-na le fondamenta, del luogo

dove si formano i futuri citta-dini. Un cambiamento che ri-sente di quanto si è andatoseminando a profusione nellasocietà da almeno un decen-nio a questa parte per rompe-re quel “contratto sociale” cheè insito nella Costituzionestessa: non a caso è statouno dei primi punti di applica-zione in cui si è materializzatoil cambiamento col concorso

di tutte le forze politiche.Il razzismo, esplicito o latentecon cui dobbiamo fare i contiquotidianamente nella scuola,è un frutto di questo cambia-mento. La cultura popolareitaliana sempre è stata ed èimpregnata di questo conci-me organico, basti pensareagli epiteti, ormai in disuso diterroni e polentoni degli anni‘60 e ‘70, su di essa ci sonoandati a nozze leghisti di tut-te le risme fino a ridarne unanuova veste e “dignità” politi-ca, capace di una rappresen-tanza istituzionale, locale enazionale, qual è quella odier-na, che rilancia a gran voce ildialetto locale nelle scuole, glistendardi regionali, il “va pen-siero” verdiano, e quant’altroin un indistinto polpettone av-velenato.Questa disseminazione dellaxenofobia nella società si èaccompagnata con la gestio-ne politica e amministrativadella paura dell’altro, qualun-que esso fosse migrante, dis-occupato, punkabestia, gay oaltro comunque, che porta aoffrire – richiedere una socie-tà disciplinata, gerarchizzata,controllata e controllabile inogni suo ambito. È il trionfonelle città, grandi e piccole,degli sceriffi, delle telecamere,dei guardoni, delle ronde, è iltrionfo della società dello spet-tacolo, di cui quotidianamenteseguiamo la telenovela.Padova è stata, ancora unavolta, una città laboratorio diqueste pratiche securitarie edi questa fomentazione razzi-sta, in una convergente mani-polazione propagandistica diforze politiche diverse - alme-no per origine – di governo edi opposizione, almeno nellacittà: la Lega e gli odierni Pdcon in testa il sindacoZanonato, che ha fatto dellasicurezza il suo cavallo di bat-taglia ed è, comunemente,appaiato al sindaco di VeronaTosi, oltre che al più notoCofferati.Ricordiamoci del muro di viaAnelli, che ha fatto il giro delmondo in pochi giorni, assun-to come strumento per sepa-rare socialmente la città sanada quella avariata e contami-nante dei migranti, una encla-ve, un apartheid, in nulla dis-simile al – giustamente - ese-crato muro in Palestina. Ma ricordiamo anche che lì adue passi vi è la straordinariaesperienza educativa – rac-colta anche in un recente libro- della scuola Giovanni XXIII,che vede la felice convivenzadi bimbi di ben 18 nazionalità,frutto dell’ordinario lavoro displendide maestre, che ab-batte quotidianamente tutti imuri. Un muro – quello di viaAnelli - enfatizzato dai mediaitaliani come soluzione allapaura della criminalità e deglistranieri, mai come infame ri-proposizione del ghetto e del-la segregazione razziale, suquesto nodo – a suo tempo -avevamo chiamato, comeCobas, tutti gli operatori edu-cativi a riflettervi.Questo non è bastato nè co-me esperienza né come dis-cussione alla città, ai suoi am-ministratori, tanto che, a di-stanza di un paio di anni, que-

sta soluzione (un muro) vienesollecitata per risolvere unproblema di promiscuità tra lascuola elementare D. Valeri eil Ctp collocati in edifici adia-centi, separati – poveri noi –solo da una esile rete a ma-glie. Solo un sollecito inter-vento delle organizzazioni an-tirazziste, dei Cobas, delCentro Studi per la ScuolaPubblica - Cesp ha permessodi fare di questo traumaticoepisodio, un momento di cre-scita e di discussione colletti-va, concretizzatesi in unospecifico convegno, moltopartecipato e ricco di spunticoncreti. Anche in questo ca-so i media hanno pescato neltorbido, diffondendo, a videa-te e a paginate, curiositàmorbosa, paura del diverso(straniero e di colore), solu-zioni discriminatorie e segre-gazioniste, in un irresponsabi-le crescendo, in cui ancorauna volta il sindaco Zanonatoci ha marciato alla grandepompando a dismisura sulqualunquista senso di paura edesiderio d’ordine, necessitàdi controllo sociale, tutti istin-ti propri del cittadino, dis-orientato dal venir meno deiconsolidati valori etici del vi-vere in comune, della cittadi-nanza universale. Per molto tempo, qui nelNord, si sono coltivati i peg-giori umori viscerali della be-stia umana, legittimati, an-che, da chi un tempo è statoidentificato con la sinistra e isuoi valori di giustizia, ugua-glianza e libertà e quindi por-ta con se una ancor maggiorecorresponsabilità in tutti que-gli elementi xenofobi e discri-minatori, che ritroviamo nelpacchetto sicurezza: dai me-dici spia ai presidi poliziotti onei provvedimenti dei sindaci,che si stanno diffondendo amacchia d’olio, che voglionoprivilegiare negli interventisociali (casa, disoccupazione,mutui) i cittadini italiani e so-lo in subordine, se restanofondi, attribuirli anche ai cit-tadini migranti. I razzisti patentati trovano ilterreno dissodato nel Veneto,nel Nord, in Italia ed anche inEuropa, posto che ogni pe-sante crisi economica faemergere i peggiori egoismisociali: la storia dell’umanitàn’è piena.In questo contesto sociale dilatente ma dilagante xenofo-bia, nella scuola, nell’ultimoperiodo di sono presentati di-versi episodi che segnalano lapenetrazione sociale di prati-che – a volte inconsapevol-mente tanto ampia n’è la per-vasività – discriminatorie, pa-lesemente razziste: a Genovain un Istituto Tecnico eProfessionale (nei professio-nali è concentrata la maggiorparte degli studenti figli di mi-granti) viene richiesto il per-messo di soggiorno, pena l’e-sclusione dall’ammissione al-l’esame di stato, i nomi degliinteressati vengono scritti sul-la lavagna di classe; aPadova, ugualmente, viene ri-chiesto, tramite circolare lettanelle classi, tale permesso perl’esame di idoneità per la IIIarea professionalizzante; po-chi giorni dopo a Napoli, viene

chiesto, invece, il codice fisca-le, pena ancora una volta l’e-sclusione dal compimentodell’iter scolastico. Tutti interventi illegittimi ed il-legali che non hanno riscontroalcuno nella normativa vigen-te, così come lo stesso mini-stero dell’istruzione ha dovutosottolineare.Su questi episodi, in partico-lare su quello avvenutoall’Ipssc Da Vinci di Padova,siamo intervenuti, comeCobas scuola e comeRazzismo Stop, attraversouna diffida agli Uffici Scolasticicompetenti e con degli inter-venti di denuncia sociale, conuna conferenza stampa e deivolantinaggi nelle scuole. Loscopo non era la demonizza-zione dell’insipienza del diri-gente scolastico, bensì l’otte-nimento – così come è avve-nuto – di una specifica e pre-cisa presa di posizione da par-te degli Uffici Scolastici re-sponsabili territorialmenteche fosse un elemento di ga-ranzia per tutti gli studentistranieri presenti nelle scuoleitaliane.Questo obiettivo è stato rag-giunto, gli stessi successivitempestivi interventi ministe-riali a Vicenza (all’IPSSBoscardin) e Napoli, ne sonola testimonianza concreta, ef-fetti di cui ci sentiamo, in par-te, protagonisti, ma questonon ci lascia per niente tran-quilli: è diventato legge il DdL“sicurezza”, che assieme alleronde, ai medici spia, introdu-ce una significativa modifica-zione alla normativa, relativaagli studenti stranieri, fino adora vigente nella scuola.Infatti tutte le garanzie di fre-quentare la scuola pubblicapermangono per gli studentistranieri, regolari o meno, masolo fino all’espletamento del-l’obbligo scolastico: vale a di-re fino al 15° anno di età,conseguentemente non vienegarantito la conclusione delpercorso scolastico negli isti-tuti professionali e tanto me-no in quello tecnico o liceale.L’introduzione di questa sub-dola precisazione, insignifi-cante per coloro che non han-no famigliarità con la norma-tiva e l’organizzazione scola-stica, di fatto crea la premes-sa per il forzoso allontana-mento dalla scuola pubblicadegli studenti stranieri conetà superiore di 16° anni, an-zi con l’introduzione dell’ob-bligo di denuncia da parte deidirigenti scolastici, determinala forzata clandestinizzazionedel compagno di banco, cheper sottrarsi all’espulsione oal centro di detenzione, si de-ve eclissare.Il problema è, quindi, più chemai aperto e di grande attua-lità politica e sociale. Lo dicia-mo con la consapevolezza chepochissimi – ahinoi – sono aconoscenza di queste infidemodificazioni legislative, chehanno pesanti ripercussionisociali, che non trovano unaadeguata eco nelle mobilita-zioni sociali, che non trovanouna sponda istituzionale chese ne faccia carico, il tuttomentre si blatera di veline e siridacchia sul miracolo prosta-tico di Berlusconi.

CC’’èè ppooccoo ddaarriiddeerreeDDeeccrreettoo ““ssiiccuurreezzzzaa”” eerraazzzziissmmoo aa ssccuuoollaa

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Situazione incerta per il rinno-vo delle Rsu nella scuola. A fi-ne 2009 vanno in scadenza leRsu elette nel 2006 e si do-vrebbe provvedere a unanuova tornata elettorale. Cosìnon è per due motivi:- il nuovo assetto contrattua-le delineato in un accordo trail ministro Brunetta e i sinda-cati concertativi, Cgil esclusa;- il cosiddetto decretoBrunetta che ridisegna i com-parti del Pubblico Impiego ma

che è ancora in discussione inparlamento.Se si compirà il disegno diBrunetta e soci verrà modifi-cato il comparto Scuola.Sostiene, quindi, Brunettache se si modificherà il com-parto perché procedere anuove elezioni? Il ragiona-mento non farebbe una grin-za se tutto il piano delineatoda Brunetta e sindacati iper-compiacenti fosse pronto al-l’uso, il che non è.

La Cgil in perfetto isolamento,nel giugno scorso, a fronte diaccordi pregressi ancora in vi-gore e di nuove modalità con-trattuali ancora da definire,ha indetto il rinnovo delleRsu. Altri sindacati preferireb-bero rinviare le elezioni il chepotrebbe significare non farlepiù perché nel frattempo po-trebbe divenire operativa lamodifica delle Rsu di scuola.Nel frattempo l’Aran (l’agen-zia che contratta per contodel governo) ha emanato unabozza di calendario per leprossime elezioni Rsu che ri-portiamo di seguito, convo-cando i sindacati concertativi

per il 2 settembre per l’even-tuale avvio ufficiale delle pro-cedure elettorali:- 5 ottobre 2009. Annunciodelle elezioni e contestuale ini-zio della procedura elettorale.- 6 ottobre 2009. Le istituzio-ni scolastiche rendono dispo-nibile l’elenco generale alfa-betico degli elettori e ne con-segnano copia a tutte le orga-nizzazioni sindacali che nefanno richiesta. Contestual-mente, inizia la raccolta dellefirme per la presentazionedelle liste.- 15 ottobre 2009. Termineper l’insediamento della com-missione elettorale

- 19 ottobre 2009. Termineper la costituzione formaledella Commissione elettorale- 24 ottobre 2009. Termineper la presentazione delle li-ste elettorali.- 14 novembre 2009.Affissione delle liste elettoraliall’albo della scuola.- 23-25 novembre 2009.Votazioni.- 26 novembre 2009. Scrutinio.- 26 novembre - 1 dicembre2009. Affissione risultati elet-torali all’albo della scuola.- 2 dicembre 2009. Le istitu-zioni scolastiche inviano ilverbale elettorale finaleall’Aran.

EElleezziioonnii RRSSUU

di Francuccia Noto

È stato pubblicato dal Miur ilDm 73/09 con il quale si dis-pongono le assunzioni concontratto a tempo indetermi-nato per i dirigenti scolastici(647 posti), il personale do-cente (8.000 posti) ed Ata(8.000) per l'anno scolastico2009/2010.Intanto è da sottolineare lascarsa tempestività del Miurche pubblica il decreto ai pri-

mi di agosto, mettendo in dif-ficoltà gli Uffici scolastici pro-vinciali che in questo periodosono notevolmente impegnaticon utilizzazioni, assegnazioniprovvisorie e nomine dei pre-cari. Chissà se gli Uffici scola-stici provinciali riusciranno asmaltire anche le immissioniin ruolo entro il 31 agosto?Si prevedono specifici vincolirispetto alle modifiche ordina-mentali e ai tagli previsti dalpiano Gelmini-Tremonti, per

cui le immissioni in ruolo sa-ranno consentite solo per po-che tipologie di insegnamen-to: essenzialmente sostegnoe scuola dell'infanzia. La sud-divisione delle immissioni do-vrebbe essere questa: 4.303nel sostegno, 1.941 nell’in-fanzia, 553 nella primaria,734 nella secondaria di I gra-do, 438 nella secondaria di IIgrado e 13 unità di personaleeducativo.Mentre per il personale Ata,

sempre in considerazione delpiano di tagli, si prevedonopercentuali comprese tra il 10e il 14% tra i vari profili, ga-rantendo almeno un'assun-zione per ogni profilo in pre-senza di limitate disponibilità. Per quanto riguarda le cifrebisogna dire che il contingen-te di personale assunto è solouna goccia nell’oceano sia peril personale Ata che per quel-lo docente. Chi non ha presente i numeridella scuola può ritenere che16.000 assunzioni siano unaquantità cospicua. Se si considera, invece, chesolo quest’anno ci sono stati32.000 pensionamenti, cheper l’a.s. 2009/2010 sonostati tagliati più di 40.000 po-sti, che nell’a.s. 2008/2009sono stati impegnati 300.000

precari (oltre 130.000 con in-carico fino a termine dell’annoscolastico o delle lezioni – piùdi 60.000 Ata e il resto do-centi) ci rendiamo conto chesi tratta di cifre ridicole, insul-tanti. Addirittura si copronosolo un quinto delle 40.000cattedre disponibili, a signifi-care che i posti ci sono mache il Miur non li vuole asse-gnare. Purtroppo la beffa risulta piùgrave di fronte ai proclami pro-pagandistici del Miur e di qual-che sindacato concertativo.Vedremo se i precari dellascuola, davanti all’ennesimoaffronto sapranno mostrareun adeguato grado di unità edi combattività, condizioni im-prescindibili per riuscire a fer-mare e invertire la rotta delministero.

GGooccccee nneellll’’oocceeaannoo4433..000000 lliicceennzziiaammeennttii ee 3322..000000ppeennssiioonnaammeennttii,, ssoolloo 1166..000000 aassssuunnzziioonnii

Lo scorso 12 giugno è statoapprovato in prima lettura dalConsiglio dei Ministri la bozzadi regolamento (in applicazio-ne dell’art. 64 della legge133/2008) riguardante la re-

visione delle classi di concorsodelle scuole medie e superiori. Le novità riguardano soprat-tutto le scuole superiori, in vi-sta della controriforma previ-sta per l’a.s. 2010/2011, tra-

mite accorpamenti di classi diconcorso affini. Non manca-no, però, l’eliminazione di al-cune classi anacronistiche el’aggiunta di alcune nuove.Complessivamente l’interven-

to coinvolge il 10% delle400.000 cattedre della scuolasecondaria. Nella bozza, tral’altro, si legge che "il perso-nale docente, già titolare diinsegnamenti compresi nelleclassi di concorso che sonoconfluite nelle più ampie clas-si di concorso, di cui agliAllegati A e C, sono abilitatiper tutti gli insegnamenticompresi nelle nuove classi epartecipano, ove necessario,agli appositi corsi di riconver-sione professionale non abili-

tanti, gestiti, senza oneri acarico dello Stato, dai compe-tenti Uffici scolastici regionalinell’ambito delle disponibilitàfinanziarie iscritte in bilancioper la formazione … Con ap-posito decreto del Ministrovengono individuate le classidi concorso per le quali saran-no attivate le iniziative di ri-conversione". Scopo dell’ope-razione sembra, quindi, age-volare la collocazione dei tantidocenti che nei prossimi anniandranno in soprannumero.

LLee nnuuoovvee ccllaassssiiddii ccoonnccoorrssoo

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di Ettore D’Incecco

Gestione dei terremotatiSin dai primi momenti l’inter-vento della Protezione Civilesi è distinto per una gestionecentralistica, che non ha la-sciato spazio a nessun ente,organizzazione volontaria oaltro singolo che volesse aiu-tare gli sfortunati aquilani, senon sottomettendosi gerar-chicamente ad essa. Anzi,episodi di sostegno spontaneosono stati, dalla ProtezioneCivile, sconsigliati, scoraggiatio osteggiati, come diverseesperienze avvenute nei cam-pi di controllo (altrimenti det-te tendopoli) hanno testimo-niato. Inoltre, da subito, si èfatto sfoggio di presenza di“forze dell’ordine” e militari ingenere, anche all’entrata deicampi, che in questo sensohanno assunto più una fun-

zione di controllo, che di tute-la. Per questo ci sembra piùappropriato parlare di “Campidi controllo” che di “tendopo-li”. La presenza militare mista,con comando coordinato esottoposto gerarchicamentealla Protezione Civile, al cuivertice è stato nominato unConducator con pieni poteri digestione, sia sui campi di con-trollo che sul territorio, ha ca-ratterizzato e caratterizza an-cora oggi lo scenario aquila-no, in modo spropositato e ol-tre ogni logica di sostegnoemergenziale. E ciò, si badibene, è avvenuto già primadella decisione di trasferire ilG8 dalla Sardegna a L’Aquila!Precisiamo: non ci riferiamoai Vigili del Fuoco, che hannosvolto una pregevolissimaopera ed a cui non si può nonriconoscere grandi meriti e ri-spetto, bensì alle forze milita-

ri, comunque presenti. Il tut-to è stato fatto con ritmi ac-celerati e con sostanzialeespropriazione del ruolo delleautonomie locali, nonché conla negazione delle più ele-mentari forme della parteci-pazione popolare. Un detta-glio può bastare: nei campi dicontrollo più esposti ai medianon è stato permesso nessuntipo di assemblea autogestitadegli sfollati, così come si èfatto di tutto per non far cir-colare materiale di propagan-da che esprimesse criticità oposizioni difformi, rispetto aquelle ufficiali della ProtezioneCivile. Si pone dunque unaprima riflessione sull’espe-rienza aquilana: abbiamo as-sistito per la prima volta, informa compiuta e dettagliataall’uso della Protezione Civilenon più e non tanto a fini disostegno di una popolazionecolpita da un evento calami-toso (senza l’aiuto concretoinfatti indignazione e vee-menti proteste sarebbero sta-te inevitabili, oltre alla fatalefiguraccia a livello internazio-nale) bensì al fine di consoli-dare un nuovo modello diProtezione Civile.Sperimentazione ben riuscitaormai - e dunque elevata a si-stema - in cui è previsto l’usodi forze civili di pronto inter-vento (volontariato compre-so), coordinate con forze mili-tari, sottoposte ad un coman-do politico–militare misto, conil fine esplicito, anche se nonapertamente dichiarato, di“controllare la situazione”.Vale a dire, col fine di evitarequalsiasi forma oppositiva almodello di ricostru/azionemessa in campo con eventua-li proteste, manifestazioniplatealmente antigovernativee nell’intento di "ricucire",cioè limitare all’accettabilepossibili contraddizioni dilace-ranti in un territorio in gravesofferenza sociale, già primadell’evento sismico. Possiamo affermare tranquil-lamente che, dopo le eserci-tazioni fatte con un numero li-mitato di uomini e mezzi in al-tri scenari (Bosnia, Kosovo,Afghanistan), per la primavolta la Protezione Civile haavuto la possibilità, di mette-re alla prova la propria effica-cia in una situazione di crisi (ilterremoto) e di sperimentarela sua funzionalità sistemicain un paese capitalisticamen-te avanzato. Quale occasionepiù ghiotta e calzante potevapresentarsi a un governo cherisponde alla crisi con l’au-mento delle forme di control-lo sulla popolazione se nonsperimentarsi con un verticedel G8? La decisione di trasfe-rire il vertice del G8 a L’Aquilaè stato il semplice e più imme-diato epilogo. Se dovesse ripe-tersi un terremoto in Italia, lepopolazioni interessate sannogià cosa aspettarsi.

RicostruzioneEsaminando il “ProgettoC.A.S.E.” (presentato daBerlusconi solo 24 ore dopo ilsisma) in combinazione con ildecreto sulla ricostruzione, sinota che l’obiettivo di fondonon è la sbandierata tempesti-vità ed efficienza ricostruttiva,

bensì una complessa, ma benarticolata opera di speculazio-ne edilizio-finanziaria.Intanto, le case in costruzio-ne, in realtà, non sono case,ma moduli abitativi standard,completamente spersonaliz-zati e avulsi dalla realtà stori-co-ambientale dell’aquilano,collocati in territori che pocohanno a che fare con le abita-zioni ante-terremoto e crea-no, de facto, piccoli paesi permeglio dire piccole new town,senza alcun rispetto per le ca-ratteristiche della zona, per lecomunità, che in esse vi abi-teranno. Siamo cioè in pre-senza di un modello di “rico-struzione forzata”, con lacompleta spoliazione del dirit-to di parola delle popolazioniinteressate. I cosiddetti “mo-duli” infatti non sono flessibili,nel senso di adattabili, e quin-di non permettono nessunapersonalizzazione abitativa e,peggio, sconvolgono l’am-biente circostante, mortifican-dolo irreparabilmente. E chequesto sia il ”modello di rico-struzione” è testimoniato dalfatto che il governo ha stan-ziato i soldi certi solo e sola-mente per la costruzione didetti moduli. Per le altre si-tuazioni, ci si è affidati … aiproventi delle lotterie. Questi moduli, in teoria tem-poranei, in realtà sono desti-nati a diventare abitazioni“provvisoriamente definitive”.È poco noto, infatti, che lacondizione per accedere aqueste abitazioni è che, chiaveva un mutuo sulla casa di-strutta, deve cedere la pro-prietà del sito su cui insistevala propria casa a Fintekna, lafinanziaria di stato. La qualesi accolla l’onere del mutuo odel residuo di mutuo, ma di-venta proprietaria del sitostesso.Insomma, siamo in presenzadi un vero e proprio “espro-prio forzoso” di case ad altovalore aggiunto, in zona cen-tro storico e dintorni, scam-biato con moduli abitativi pri-vi di una qualsiasi valenza, senon della resistenza sismica(ancora da dimostrare!). Ciòsignifica che una quota consi-stente di popolazione aquila-na non solo non riavrà la casaricostruita (i moduli infattinon soddisfano la necessitàreale) ma che presumibil-mente speculatori di stato,ben collegati con Fintekna, traqualche tempo, diventerannoproprietari di siti nel centrostorico de L’Aquila e dei beiborghi antichi dell’aquilano,che ricostruiranno a dovere,per poi rivenderli con alto va-lore aggiunto. I moduliC.A.S.E. dunque rappresenta-no il vero futuro per coloroche vi entreranno e per partedi essi diventerà la vera epropria casa, che mai avreb-bero sognato di realizzare!

Tendenza del capitalismoIl “modello Aquila” ci aiuta acapire le modalità con cui l’e-conomia capitalistica intendeuscire dalla sua fase di crisiacuta.a) Processo di spoliazione delprincipio di decisionalità diffu-sa tramite l’accentramentodelle funzioni decisionali, in

misura mai osservata prece-dentemente in Italia e inEuropa. In questo processol’organizzazione mista civil-militare, si suddivide i compi-ti di controllo e condiziona-mento delle popolazioni, sup-portati da media sempre più“embedded”. b) Uso delle crisi di qualsiasinatura per costruire “rialzi divalore” del capitale, imponen-do brutalmente sviluppi eco-nomici, non fondati sulle ca-ratteristiche del territorio og-getto degli interventi, che abreve sembrano avere effica-cia, ma sul medio periodo ge-nerano una crisi ben peggioredi quella precedente. Qual èinfatti il progetto di sviluppoeconomico dell’aquilano con ilpolo elettronico già in crisi?Quello della speculazione edi-lizia di chi ha bisogno di unacasa e non potendola rico-struire deve pagare affitti dametropoli? Su questo occorreessere chiari: è un processoche può avvenire a Messina,oggi è ad Aquila, ma domanipotrebbe succedere anche aTorino. Si poteva fare diversa-mente? Si, certo. Non solo co-me, ma anche meglio di buo-ni esempi del recente passa-to. Perché l’Aquila è una cittàstorica, perché l’aquilano haun paesaggio di bellezza invi-diabile. Ma ciò presupponevala partecipazione attenta, ilcontrollo dal basso, una rico-struzione lenta, con casette inlegno come primo passo, perpassare ad una ricostruzio-ne/valorizzazione rispettosadelle vocazioni locali. Le pre-messe c’erano tutte; intelli-genze, conoscenze, basescientifica, ricchezza di espe-rienza.Era questo il senso e la stre-nua battaglia delle organizza-zioni sociali (tra cui i Cobas)che si sono battute per mani-festare a L’Aquila il 10 lugliocontro i “grandi massacratoridella terra” e che hanno tena-cemente tentato di aprire unadiscussione sulla crisi/rico-struzione con la popolazioneaquilana fuori e dentro i“campi di controllo”. Per av-viare cioè un processo parte-cipativo, ma anche decisiona-le effettivo, che potesse inne-scare una ricostruzione diver-sa, non solo materiale, bensìanche di coesione sociale.Altro che cercare lo scontro dipiazza! Purtroppo un ceto po-litico locale, molto piccoloborghese (Obama … un mi-to?) e dedito soprattutto allaautolegittimazione politica,supportato da giovani auto-proclamatisi “rappresentantidel popolo delle tendopoli”, hafatto sì che tali problematichegiungessero al popolo deicampi in forma distorta o fo-neticamente modificata. Laconseguenza, ormai palese, èche il signor Berlusconi, con lasua allegra ciurma di pirati,insieme al capitan Bertolaso,sentono di poter disporre del-le popolazioni e dei territori aloro piacimento. Resta fermoper i Cobas e per tutti i mili-tanti di base, l’obiettivo dimantenere aperte le contrad-dizioni possibili, magari a par-tire da un bel convegno nelprossimo futuro.

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di Cobas Scuola Pisa

Il mese di luglio ha riservatodelle novità piuttosto inquie-tanti nell’Ateneo di Pisa: inmoltissime facoltà, infatti, aseguito di decreti rettorali, iConsigli di Facoltà hanno deli-berato il bando di corsi senzacompenso per i docenti che visono impegnati. Scienze ma-tematiche, fisiche e naturali,Lingue e Letterature stranie-re, Farmacia e soprattuttoLettere e Filosofia hanno pro-mosso corsi non retribuiti sul-la base del Dm 8/7/2008,portando alle estreme conse-guenze e addirittura eludendouna serie di criteri e modalitàper il conferimento degli inse-gnamenti gratuiti che il decre-to ministeriale prevedeva. Ci si è trovati così di fronte agravi irregolarità in contrastopersino con il dettato del cita-to decreto, mentre si è estesomassicciamente il ricorso atali corsi anche per insegna-menti che non sono né opzio-nali né specialistici.A rincarare la dose, vi sono leambiguità e le dichiarazionifuorvianti del rettore Pasqualie del preside di Lettere eFilosofia Iacono che hannogiustificato il proprio operatocon motivi prevalentementedi bilancio, appellandosi allascarsità di risorse e alla ne-cessità di effettuare dei ri-sparmi draconiani in questafase per avere negli anni futu-ri finanziamenti “meritati” peril proprio virtuosismo econo-mico. Ma i criteri con cui sonostati attribuiti i finanziamentialle università dal Miur sonoevidenti a tutti: proprio negliultimi giorni di luglio è uscitala classifica degli atenei vir-tuosi, in cui Pisa è al venti-duesimo posto, e in cui com-paiono ai primissimi posti ate-nei prevalentemente del nord,mentre sono penalizzate pe-santemente università stori-che e prestigiose del sud. Il tutto secondo criteri di ordi-ne strettamente economico.La logica che sta alla basedelle scelte del rettore e dimoltissimi Consigli di Facoltà(tra cui si distingue quello diLettere e Filosofia per tempidi decisione - fine luglio - edestensione del provvedimento- ben 74 corsi gratuiti banditi)è dunque quella di seguire, senon superare, il ministroGelmini nella devastazionedelle università e nella divisio-

ne tra atenei di serie A e diserie B, a cui verranno decur-tati sempre di più i fondi. Colpite saranno dunque le fa-coltà umanistiche, ma anchequelle che, per collocazioneterritoriale o minore relazionecon il mondo produttivo, o an-cora per le caratteristiche“poco commerciali” dei propriinsegnamenti, non si dimo-streranno adeguatamente ef-ficienti per gli standard priva-tistici e aziendalistici adottatidal ministero. Cosa di megliodunque del diventare più rea-listi del re?È così che dopo una mobilita-zione dei ricercatori precari inconcomitanza dei Consigli diFacoltà tenutisi alla fine di lu-glio, il rettore e il preside diLettere e Filosofia hanno rila-sciato dichiarazioni in cui so-stengono, in modo mistifica-torio, che tali corsi andrebbe-ro solo a “volontari interni” oa professionisti esterni, mache percepiscono già autono-mamente redditi per le pro-prie attività extradidattiche.In questo modo si rimuove ilproblema dei precari e delledenunce avanzate, con di-chiarazioni che non esprimo-no la realtà dei fatti. È invece vero che alcuni corsiretribuiti verranno affidati apersonaggi che hanno giàproprie attività, e che dunquenon avrebbero necessità im-pellente di percepire un com-penso quanto i giovani (sem-pre meno tali) ricercatori cheinvece saranno costretti adaccettare di lavorare gratuita-mente in cambio del miraggiodi collezionare titoli da spen-dere ai fini di un contratto an-che brevissimo, ma quanto-meno retribuito.Il vero problema emerso inpiena estate all’Università diPisa è la sostanziale univocitàdel mondo dei baroni univer-sitari, che utilizza i provvedi-menti ministeriali a propriovantaggio anziché combatter-li, portandoli addirittura alleestreme conseguenze. L’operazione che rettore epresidi stanno orchestrando siprofila come una vera e pro-pria pugnalata alle spalle deiricercatori precari e una pale-se riverenza al ministroGelmini, in nome di una futu-ra collocazione dell’ateneo pi-sano tra le eccellenze a cuipotrebbero/dovrebbero anda-re risorse economiche ingentinei prossimi anni.

Inoltre, la giustificazione na-sconde la verità già denuncia-ta in queste settimanedall’Assemblea dei ricercatoriprecari: il bando di corsi gra-tuiti stravolge grandissimaparte della didattica e intro-duce disparità di trattamentotra docenti, con la incredibileproposta di “insegnamentosenza stipendio” a cui molti ri-cercatori sarebbero destinatiin quanto non interni alleFacoltà né in possesso di altriredditi, in contraddizione conl’articolo 36 della Costituzioneche afferma il diritto al ricono-scimento economico per ognilavoratore.È come se nella scuola venis-se proposto l’insegnamentogratuito per alcune discipline,magari fondamentali, da con-ferire ai precari, mentre alpersonale docente internofossero proposte ore in più re-tribuite (cosa quest’ultimache peraltro già avviene rego-larmente da anni).Dopo l’apparente convergen-za tra docenti, rettori e ricer-catori nel grande movimentodi ottobre scorso contro i taglidevastanti del governo, ades-so rettore, presidi e docentistrutturati ritornano nel pro-prio ruolo a difesa di renditedi posizione con atteggiamen-ti baronali impliciti nelle scel-te adottate, dimostrando unavolta di più come esista unasostanziale omologazione trale politiche di destra e quelledi centrosinistra anche nel-l’ambito dell’università e dellaricerca.A settembre, dunque, con lemobilitazioni che si preannun-ciano nella scuola, ci auguria-mo che emergano anche nuo-ve mobilitazioni nell’università. I Cobas sostengono le richie-ste dell’Assemblea dei ricer-catori precari dell’università diPisa, mirate al ritiro dei bandidei corsi gratuiti e la loro ri-conversione in corsi adegua-tamente retribuiti, e soster-ranno le iniziative che i preca-ri della ricerca avanzerannonelle prossime settimane perraggiungere questo obiettivo. Si profila, dunque, l’occasioneper riprendere la mobilitazio-ne dalla scuola dell’infanziaall’università che colleghi lelotte dei precari della scuola aquella dei precari dell’univer-sità e promuova una vertenzaunitaria di tutto il mondo del-l’istruzione e della formazioneculturale.

SSttiippeennddii aa zzeerrooSSeennzzaa rreettrriibbuuzziioonnee ii ccoorrssiiuunniivveerrssiittaarrii aa PPiissaa

Pubblichiamo di seguito la let-tera con cui alcuni docenti e iCobas di L’Aquila hanno resopubblico l’inciucio che l’ammi-nistrazione e le OO.SS. eranostate capaci di orchestrare aidanni dei colleghi che hannolavorato volontariamente nel-le tendopoli. Dopo aver incas-sato la botta l’Usr dell’Abruzzosi è dovuto impegnare a “esa-minare in dettaglio le formu-late doglianze”.

Al Direttore Generale dell’Usr

In riferimento alla circolareemanata dall’Usr il 23/7/09 afirma del Direttore Generale,nella quale sono state resenote le somme forfettarie daattribuire ai docenti che hannoprestato servizio nei campitenda dopo il sisma del 6 apri-le 2009, le insegnanti chenelle tendopoli hanno lavoratoesprimono tutto il loro disap-punto, il senso di frustrazionee la profonda umiliazione per iltrattamento loro riservato.Non si tratta di una questionedi denaro, anche se in questomomento ed in queste condi-zioni i soldi fanno comodo atutti, ma di dignità e di rico-noscimento dell’abnegazione,della fatica e dei grandissimidisagi che ognuno di noi haaffrontato.Eravamo noi in prima linea,sotto le tende al freddo e inmezzo al fango, o ad un caldoche si aggirava intorno ai 40gradi e che nessun condizio-natore riusciva ad attenuare,al rischio di contagio di malat-tie infettive e di parassiti.E che dire del fatto che nonpoche di noi hanno affrontatoogni giorno lunghi viaggi di an-data e ritorno, chi dalla costa,chi da Roma, e che altre han-no affittato a proprie speseuna casa in un paese fuori dalcratere sobbarcandosi anchele spese degli spostamenti?Tutto questo certamente nonper soldi che non si sapevaneppure se ci sarebbero statie proprio nel momento in cuiavrebbero potuto fare altrescelte, ugualmente dignitose,ma certamente meno faticosee stressanti.Tutto questo per senso deldovere, per amore dell’Aquilae degli Aquilani, per condivi-dere in modo attivo e parteci-pativo l’enorme tragedia cheha colpito tutti indistintamen-te e principalmente per esser-ci, per soffrire e rinascere in-sieme.Noi abbiamo scelto di presta-re servizio volontario nelletendopoli a testimonianza diuna componente insegnantiche c’è anche nella tragedia,che non abbandona i suoi ra-gazzi e che continua a dispet-to delle mura crollate, inse-gnanti che hanno continuatoa stare accanto a bimbi e ra-gazzi per aiutarli ad esorciz-zare la paura del “mostro”,per dare loro una parvenza dinormalità e per infondere lasperanza che nonostante tut-

to, la vita continua, che que-sto è solo una parentesi e chepresto tutto tornerà come pri-ma. Siamo noi la Scuola, noi ei nostri alunni! Abbiamo scel-to liberamente di stare in pri-ma linea quando non si parla-va di ricompensa e lo rifarem-mo di nuovo, volontariamentee senza nulla chiedere come èstato già fatto.Ora però che i soldi ci sono,vengono compensati gli “inca-richi” che nessuno di noi sacome sono stati attribuiti, chili ha dati, per quali competen-ze, alla luce di quali requisiti.Nessuno di noi ne sapevaniente, nessuno è stato con-vocato, nessuno è stato infor-mato che esistevano incarichiprobabilmente retribuiti. Bell’esempio di trasparenza, acui specialmente gli Ufficipubblici dovrebbero essereobbligati! Euro 1.500 agli insegnanti re-ferenti dei COM (lavoro d’uffi-cio con l’ausilio di stufetta econdizionatore).Euro 1.000 per i responsabilidi tendopoli.Euro 300 per Ata ed inse-gnanti (che sono stati gli uni-ci in prima linea nell’infernodelle tendopoli: manovalanzaamorfa che si accontenta fa-cilmente).È possibile che il lavoro di chiera referente del COM valga 5volte il lavoro di insegnamen-to nelle tende?È così che ci ringrazia il mini-stro Gelmini?È questa la considerazioneche ha di noi il DirettoreGenerale?Alla luce di quanto sopra chie-diamo un incontro chiarifica-tore che possa essere risoluti-vo e riparatore dell’ingiustiziae della discriminazione che cisono state riservate.Non chiediamo di più, ma chealmeno a tutti sia attribuita lastessa somma forfettaria, purnella differenza delle condi-zioni lavorative.Noi ci auguriamo che ciò chelamentiamo possa essere ac-colto. Se così non fosse po-tremmo anche decidere di ri-nunciare al compenso a favoredegli incaricati, perché se il lo-ro lavoro è stato tanto più im-portante ed indispensabile delnostro, che abbiano tutto loro.Se il nostro lavoro è stato va-lutato da chi ha deciso l’am-montare delle ricompenseforfettarie la quinta parte dellavoro di un’incaricata refe-rente del COM, noi, pur do-vendo incassare l’umiliazionee l’insulto, non possiamo ac-cettare che il nostro impegnoe la nostra professionalitàvengano così tanto svilite esvendute.Nonostante la grande ama-rezza, confidiamo che la S. V.comprenda le nostre motiva-zioni e convochi un incontrochiarificatore di cui Ella vorràstabilire luogo e data.

Un gruppo di docenti delletendopoli

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ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 319613sedeprovinciale@cobas-scuola.aq.itwww.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, 62085 2056870 - [email protected]@alice.it

BASILICATALAGONEGRO (PZ)0973 40175POTENZApiazza Crispi, 10971 23715 - [email protected] IN VULTURE (PZ)c/o Arci, via Umberto I0972 722611 - [email protected]

CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]

CAMPANIAAVELLINO333 2236811 - [email protected] (SA)via Leopardi, 180828 210611CASERTA0823 322303 - [email protected] Quercia, 22081 5519852 - [email protected] Rocco Cocchia, 6 - Pastena089 2960344 - [email protected]

EMILIA ROMAGNABOLOGNAvia San Carlo, 42051 [email protected] Muzzina, [email protected]Ì - CESENA340 3335800 - [email protected]/cobasfcIMOLA (BO)via Selice, 13/a0542 28285 - [email protected] [email protected] 357186 - [email protected] 5185694RAVENNAvia Sant'Agata, 170544 36189 - [email protected] EMILIAc/o Lab. AQ 16 - via Fratelli Manfredi, 14339 3479848 - [email protected] [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIAPORDENONE340 5958339 - [email protected] de Rittmeyer, 6 040 [email protected]/cobasts.htm

LAZIOANAGNI (FR)0775 726882ARICCIA (RM)via Indipendenza, 23/2506 [email protected] (RM)via Oberdan, 906 [email protected] (FR)347 5725539CECCANO (FR)0775 603811CIVITAVECCHIA (RM)via Buonarroti, 1880766 35935 - [email protected] (LT)via Marziale0771/269571 - [email protected] (FR)0775 441695FROSINONEvia Cesare Battisti, 230775 859287 - 368 [email protected] P. L. Nervi - Torre n. 4 int. 50773 474311 - [email protected] (RM)06 9056048NETTUNO - ANZIO (RM)347 [email protected] (RM)via M.V. Agrippa, 7/h06 5690475 - 339 1824184PONTECORVO (FR)0776 760106RIETI0746 274778 - [email protected] Manzoni 5506 70452452 - fax 06 [email protected] (FR)0776 824393TIVOLI (RM)0774 380030 - 338 4663209VITERBOvia delle Piagge 140761 309327 – 328 [email protected]

LIGURIAGENOVAvico dell’Agnello, 2010 [email protected] SPEZIApiazzale Stazione0187 987366 - [email protected] [email protected] - [email protected]

LOMBARDIABERGAMO349 3546646 - [email protected] Carolina Bevilacqua, 9/11030 2452080 - [email protected] Fanfulla, 22 - 0371 422507MANTOVA0386 61922

MILANOviale Monza, 1600227080806 - 0225707142 - 3356350783mail@cobas-scuola-milano.orgwww.cobas-scuola-milano.orgVARESEvia De Cristoforis, 50332 [email protected]

MARCHEANCONA335 [email protected] del Crocifisso, 50736 [email protected] Bartolini, 780733 32689 - [email protected]/index.html

MOLISECAMPOBASSOvia Cardarelli, 210874 493411 - 329-4246957

PIEMONTE ALBA (CN)[email protected] 778592 - 338 [email protected]@[email protected]@virgilio.itBRA (CN)329 7215468CHIERI (TO)via Avezzana, [email protected] Cavour, 50171 699513 - 329 [email protected] (TO)320 0608966 - [email protected] S. Bernardino, 4011 334345347 [email protected]

PUGLIABARIvia F. S. Abbrescia, 97080 [email protected] (BA)339 6154199BRINDISIvia Lucio Strabone, 380831 [email protected] (TA)vico 2° Commercio, 8FOGGIA0881 [email protected]@libero.itLECCEvia XXIV Maggio, [email protected] (BA)via San Silvestro, 83 080 2374016 - 339 [email protected]/cobasmolfetta/TARANTOvia Lazio, 87099 [email protected]@libero.it

SARDEGNACAGLIARIvia Donizetti, 52070 485378cobascuola.ca@tiscalinet.itwww.cobasscuolacagliari.itNUOROvico Deffenu, 350784 [email protected] D. Contini, 630783 71607 - [email protected] Marogna, 26079 2595077 - [email protected]

SICILIAAGRIGENTOpiazza Diodoro Siculo 20922 594955 - [email protected] Trento, 350934 [email protected] Vecchia Ognina, 42095 536409 - [email protected] 7477458 - [email protected] (AG)320 4115272MESSINAvia dei Verdi, 58090 670062 - [email protected] (PA)[email protected] NISCEMI (CL)339 [email protected] Unità d’Italia, 11091 349192 - 091 [email protected] - [email protected]://cobasscuolapalermo.wordpress.comPIAZZA ARMERINA (EN)via Prospero Intorcetta, 19333 8997070 - [email protected] Menandro, 10923 29750 - [email protected] corso Gelone, 1480931 61852 - 340 [email protected]@alice.it

TOSCANAAREZZO0575 904440 – 329 [email protected] dei Pilastri, 41/R055 241659 – fax 055 [email protected] Europa, 630584 [email protected] Pieroni, 270586 886868 - 0586 [email protected] della Formica, 1940583 56625 - [email protected] CARRARAvia L. Giorgi, 43 - Carrara0585 70536 - [email protected] S. Lorenzo, 38050 563083 - [email protected] Petrocchi, 152 0573 994608 - fax [email protected]/Athens/Parthenon/8227

PONTEDERA (PI)Via C. Pisacane, 24/A050 563083PRATOvia dell'Aiale, 200574 635380 - [email protected] Mentana, 1660577 274127 - [email protected] (LU)via Regia, 68 (c/o Arci)0584 46385 - 0584 [email protected] - 0584 913434

TRENTINO ALTO ADIGETRENTO0461 824493 - fax 0461 [email protected]

UMBRIACITTÁ DI CASTELLO (PG)075 856487 - 333 [email protected] del Lavoro, 29075 5057404 - [email protected] de Filis, 7328 6536553 - [email protected]

VENETOLEGNAGO (VR)0442 25541 - [email protected]/o Ass. Difesa Lavoratori, via Cavallotti, 2049 692171 - fax 049 [email protected]/cobascuolapd.htmlROVIGO0425 2763 - [email protected]@libero.itVENEZIAvia Cà Rossa, 4 - Mestretel. 041 719460 - fax 041 719476posta@cobasscuolavenezia.itwww.cobasscuolavenezia.itVERONA045 8905105VICENZA347 64680721 - [email protected]

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