basta sangue sulle strade n. 0 settembre 2010

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SPECIALE Norme&Sentenze Il paradosso dell’indennizzo diretto INTERVISTA Roberto Sgalla Direttore del servizio Polizia Stradale Organo ufficiale Basta Sangue Sulle Strade ente non-profit Reg. Tribunale di Milano n. 119 del 12.03.2010 free-press (copia omaggio) Non sparate sulla polizia! pagina 12 pagine 4 e 5 Anno I - N° 0 Settembre 2010 Periodico trimestrale Associazione Familiari e Vittime della Strada Direttore responsabile: Alen Custovic [email protected]

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Periodico Trimestrale dell'associazione Basta Sangue sulle Strade Onlus.

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Page 1: Basta Sangue sulle Strade N. 0 Settembre 2010

SPECIALENorme&SentenzeIl paradosso dell’indennizzo diretto

INTERVISTARoberto SgallaDirettore del servizio Polizia Stradale

Organo ufficiale

Basta SangueSulle Stradeente non-profitReg. Tribunale di Milanon. 119 del 12.03.2010

free-press(copia omaggio)

Non sparatesulla polizia!

pagina 12 pagine 4 e 5Anno I - N° 0

Settembre 2010Periodico trimestrale

Associazione Familiari e Vittime della Strada

Direttore responsabile:

Alen [email protected]

Page 2: Basta Sangue sulle Strade N. 0 Settembre 2010

editoriale elettera del presidente

Apoco più di un anno dalla nascita diBasta Sangue sulle Strade Onlus è perme una gioia ed un orgoglio dar vita

al trimestrale della nostra associazione. Unostrumento che (speriamo) ci potrà aiutare a co-struire e diffondere la cultura della sicurezzastradale in Italia contribuendo alla riduzionedelle vittime ed informando tutti gli utenti in-teressati agli aspetti che ruotano intorno al pro-blema. Un progetto che si è reso concreto epossibile grazie all'azione dei nostri volontari e

dei sostenitori, i quali, attraverso i loro contri-buti, ne hanno consentito e ne consentirannola pubblicazione e la distribuzione. A costorovorrei inviare attraverso questa pagina un rin-graziamento speciale. Questa rivista è, a mioavviso, uno dei più importanti progetti in pro-gramma per il mio triennio di presidenza, maci sono già pronte molte altre iniziative che sa-remo felici di annunciare entro l'anno. Inizia-tive che, per la loro riuscita, avranno bisognodi Voi. Mi riferisco ai destinatari di questa pa-

gina, che attra-verso le adesionisu Facebook, ledonazioni, il cin-que per mille, oanche solo attraverso la lettura del nostro gior-nale (in formato cartaceo o digitale), contri-buiscono a dare senso ed importanza allanostra azione di prevenzione degli incidenti edi assistenza alle vittime ed ai loro fa-miliari. Grazie a tutti!

sommario editorialeNumero 0 settembre 2010

SICUREZZA STRADALE, OBIETTIVO PERSEGUIBILE

P ar lare di sicurezza sulle stradeitaliane è una necessità, innan-zitutto per le migliaia di vittime

che ogni anno si spengono sull’asfalto.Ma anche perché la sicurezza è qualcosadi credibilmente perseguibile. A tal finesi adopera anche “Basta sangue sullestrade”, rivista nata per essere attiva-mente impegnata nella costruzione diuna cultura diffusa della sicurezza stra-dale nella società italiana.Anche se negli ultimi anni in Italia gliincidenti stradali e i conseguenti mortisono diminuiti - enormi risultati rag-giunti anche grazie alla preziosa colla-borazione della Polizia Stradale chesvolge un prezioso lavoro di prevenzionesulla rete stradale -, ciò non basta. L’Ita-lia, infatti, non ha raggiunto l’obiettivostabilito dal Libro Bianco dell’UnioneEuropea nel 2001, quello di ridurre lamortalità del 50 percento entro il 2010,

riducendolo nel 2008 del 33 percento.Troppi morti e feriti gravi segnano an-cora le strade italiane. Molte volte, biso-gna sottolinearlo, ciò avviene per lascorrettezza comportamentale del con-ducente (mancata precedenza, guida conl’uso del cellulare senza auricolare o vi-vavoce, eccessiva velocità, mancato ri-spetto della distanza di sicurezza), il cheevidenzia ulteriormente l’assenza di unacultura diffusa e radicata della sicurezzastradale.“Basta sangue sulle strade”, attraverso larealizzazione di articoli e inchieste, me-diante la collaborazione con testimoni,professionisti, esperti della tematica, par-tnership istituzionali e private, si ponel’ambizioso obiettivo di contribuire a co-struire e sedimentare una consapevolezzacivile della sicurezza sulle strade italiane.

Alen Custovic

sommario

lettera del presidente dell’associazione Francesco Vellucciposta

editoriale

pagina

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CARI AMICI, CARI SOCI, CARI LETTORI...

editoriale

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attualitàattualità

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intevista a Roberto Sgalla

intervista

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lettera all’associazioneposta

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attualitàattualità

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casi d’eccellenzaeccellenza

1°8

campagnecampagne

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medicinamedicina

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norme & sentenzenorme&sentenze

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tecnologie & sicurezzatecnologia&sicurezza

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consigli di letturalibri

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Page 3: Basta Sangue sulle Strade N. 0 Settembre 2010

attualitàattualità

Con la Legge 120 del 29 Luglio 2010,sono state promulgate le modifiche de-finitive al codice della strada. Appro-vate giusto in tempo per entrare invigore durante l'esodo di ferragosto,nella speranza forse di sortire effetti po-sitivi sul bilancio di vittime che pur-troppo consuetamente accompagna legiornate di maggior traffico. In effettipare che nel bimestre luglio-agosto sisia registrata una flessione dell'inci-dentalità, in particolare degli incidenticon esito mortale (-13%). Un dato festeggiato dal Direttore dellaPolizia Stradale Roberto Sgalla (vedi in-

tervista alle pagine 4 e 5) che ha segna-lato come il clima di attenzione intornoal tema della sicurezza stradale abbiamigliorato i comportamenti degliutenti della strada. Le modifiche ap-portate vanno nella direzione dell'ina-sprimento delle pene per icomportamenti scorretti e della pro-mozione della cultura della sicurezzastradale. Indubbiamente un buon la-voro svolto da governo e parlamento,

in particolare il ritiro a vita della pa-tente per chi abbia commesso duevolte un omicidio colposo causato dalmancato rispetto del codice dellastrada, i drugtest e gli alcoltest obbliga-tori per i neopatentati e gli autisti pro-

fessionisti, la pena fino a un anno direclusione e fino a 2 anni di sospen-sione della patente per chi guida sottol'effetto di stupefacenti ci sembrano deideterrenti molto opportuni per gliutenti "potenzialmente pericolosi". Altro punto essenziale è la direzionepresa in materia di sensibilizzazione ededucazione alla sicurezza stradale, a par-tire dall'anno scolastico 2010/2011 in-fatti nelle scuole di ogni ordine e

grado, saranno inseriti programmi eprogetti riguardanti l'educazione allasicurezza stradale e la sensibilizzazionein merito alle conseguenze della guidasotto l'effetto di alcol o droghe. Unprimo passo è stato fatto anche nella di-

rezione del monitoraggio dell'inciden-talità, attività fondamentale per lostudio del fenomeno e la conseguenteelaborazione di soluzioni intelligentiper il miglioramento della circolazionee del traffico in sicurezza. E' stato isti-tuito infatti l'obbligo di trasmissioneper via telematica al Ministero deiTrasporti e delle Infrastrutture dei datiriguardanti i sinistri stradali rilevati daPolizia Stradale, Carabinieri e Polizia

Municipale. Se da un lato però il lavoronormativo sembra aver da subito datoeffetti positivi, dall'altro è evidente il ri-schio che tali norme, così ben formu-late, diventino di fatto desuete perl'insufficienza dei controlli, che sono sìaumentati ma non in misura sufficientea colmare il gap che ci separa dagli altristati europei. Inoltre i tagli fatti al Mi-nistero degli Interni dall'ultima finan-ziaria, ricadono negativamente sulleforze dell'ordine proprio nell'anno (il2010) in cui avremmo dovuto rag-giungere, secondo la comunità euro-pea, un abbattimento del 50% delle

morti causate dai sinistri stradali. Da un punto di vista squisitamenteeconomico, investire nella riduzionedell'incidentalità genera un ritorno im-mediato, tenuto conto che gli incidentistradali in italia costano alla collettivitàpiù di 30 Miliardi di euro l'anno (2%del PIL). Plauso pertanto al legislatoreper le nuove norme ma sono da cen-surare i tagli al Ministerodell'Interno.

NON SPARATE SULLA POLIZIA!

bene le restrizioni del nuovo codice della strada ma occorrono più fondi per i controlli di Francesco Vellucci Presidente Basta Sangue sulle Strade Onlus

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La causa di un incidente è quasisempre riconducibile alla viola-zione di una norma, a compor-

tamenti comunque imprudenti. Ilfattore umano è all’origine dei gravieventi infortunistici sulle nostrestrade, che colpiscono prevalente-mente i conducenti più giovani: la fa-scia d’età che presenta più vittime èquella tra 25 e 29 anni.A dirlo è Roberto Sgalla, Direttore delServizio Polizia Stradale del Diparti-mento della Pubblica Sicurezza, Mini-stero dell’Interno, intervistato sullostato della sicurezza sulla rete stradaleitaliana. La Polstrada è l’organo che difatto garantisce buona parte della sicu-rezza stradale in Italia, forza dell’ordineche sempre più deve mantenere i pro-pri alti standard operativi facendo iconti con i tagli di budget; forza che vàvalorizzata, incentivando più rispettonei suoi confronti da parte delle istitu-zioni e dei cittadini.Qual è attualmente lo stato della sicu-rezza stradale in Italia ai vari livelli diviabilità? “Su di una rete primaria nazionale dioltre 182.000 Km, 7.000 dei quali re-lativi alla grande viabilità autostradale,si muove un parco circolante internopari ad oltre 42.000.000 di veicoli, el’incidenza del trasporto su strada arrivaa rappresentare oggi il 90% circa deltraffico interno viaggiatori ed il 62% diquello merci complessivo. In Italia nel2008 si sono verificati 218.963 inci-denti stradali che hanno causato il de-cesso di 4.731 persone mentre altre310.739 hanno subito lesioni di diversagravità (Fonte Istat). Sulle strade urbanesi sono verificati il 76% degli incidentiche hanno causato 2.076 morti (il 44%circa del totale) e 228.325 feriti (pari al73,5% sul totale). Sulle autostrade sisono verificati 12.372 incidenti (pari al5,7% del totale) con 20.631 feriti(6,6% del totale) e 452 decessi (9,6%),mentre sulle altre strade gli incidentisono stati 38.503 con 2.203 deceduti e61.783 feriti.La Polizia Stradale svolge gran partedella sua attività sulla rete autostradaleitaliana e sulle principali strade extra ur-bane e di grande comunicazione. Ri-spetto all’anno 2007 si osservamediamente una riduzione dell’inci-dentalità su tutti gli ambiti stradali (-

5,2%), mentre sulla rete autostradale ladiminuzione degli incidenti è più mar-cata (-9,3%), anche a seguito dell’im-plementazione del sistema “Tutor” dicontrollo elettronico sulla velocitàmedia, già introdotto nel 2006 e dif-fuso su un numero crescente di chilo-metri”.Come si caratterizza la sicurezza dellestrade italiane rispetto al contesto eu-ropeo? “Nei Paesi dell’Unione Europea nel2008 si sono registrati oltre 38.000morti per incidente stradale. L’Italia haraggiunto, nel 2008, quota -33% ri-spetto all’obiettivo fissato dall’U.E. nelLibro Bianco del 13 settembre 2001 (ri-duzione della mortalità del 50% entroil 2010). L’Italia presenta un numero divittime analogo a quello di Paesi comeFrancia e Germania, che però dispon-gono di un parco veicolare equivalenteal nostro che circola su una rete stradaleed autostradale più estesa di quella ita-liana. Dal 2003 la Polizia Stradale èmembro del Network delle polizie stra-dali europee TISPOL, che collabora at-tivamente con la CommissioneEuropea ed il Consiglio d’Europa conl’obiettivo di ridurre il numero dellevittime degli incidenti, elevando glistandard di sicurezza sulle strade. Talefinalità viene perseguita attraverso lacooperazione tra le Forze di polizia eu-ropee, la condivisione delle “best prac-tices” e lo svolgimento di operazionicongiunte a livello europeo per contra-stare le violazioni in materia di velocità,alcol e droga alla guida, cinture di sicu-rezza e sistemi di ritenuta per bambinie le violazioni commesse da mezzi pe-santi e bus”.Quali sono i maggiori “vizi” degli au-tomobilisti italiani? Quali le principaliinfrazioni?“Dobbiamo considerare che oltre il93% degli incidenti è da attribuire alcomportamento scorretto del condu-cente nella circolazione. Le violazionipiù frequenti sono il mancato rispettodelle regole della precedenza, la velocitàeccessiva ed il mancato rispetto della di-stanza di sicurezza. Altra violazionemolto frequente alla guida è l’uso deltelefono cellulare senza auricolare o si-stema vivavoce. Nei primi 5 mesi del2010 sono state accertate daPolizia Stradale e Arma deiCarabinieri 944.181 viola-

POLSTRADA: LA SICUREZZADELLE STRADE ITALIANEIntervista a Roberto Sgalla, Direttore della Polizia Stradale.di Alen Custovic

ROBERTO SGALLADirigente Superiore della Polizia di Stato

È il Direttore del Servizio Po-lizia Stradale dal 25 agosto2008; nonché Presidente delCentro di coordinamento na-zionale per fronteggiare le si-tuazioni di crisi in materiadi viabilità, istituito presso ilMinistero dell’Interno – Ser-vizio Polizia Stradale.Laureato in Scienze politicheall’Università di Macerata,ha frequentato l’Accademiadi Polizia e, successivamente,ha prestato servizio in variecittà.È stato consulente della Com-missione Antimafia dal 1997

al 2000. È stato Direttore dell’Ufficio Relazioni Esterne e Ce-rimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza dal 1°luglio 2000 al 24 agosto 2008. Docente all’Università La Sa-pienza di Roma e alla Scuola Superiore di Polizia.Autore di vari testi, tra cui Giovani e legalità nelle realtà arischio ed. Carocci (2009) e Guida pratica per l’educazionestradale, ed. Erickson (2010).

Curriculum Vitae

intervista intervista

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zioni, di cui 285.697 per eccesso di ve-locità. Sono state ritirate 27.766 pa-tenti e decurtati 1.437.416 punti”.Che ruolo svolge in questa dinamicala Polizia Stradale?“La Polizia Stradale si occupa in via prin-cipale del settore strategico del controlloe della regolazione della mobilità sustrada. I suoi compiti sono individuatiper legge all’art. 11 del codice dellastrada: riguardano le attività connessealla prevenzione del fenomeno infortu-nistico, all’accertamento delle violazioniin materia di circolazione stradale, non-ché alla rilevazione degli incidenti stra-dali. La Polizia Stradale provvede aiservizi di scorta per la sicurezza della cir-colazione ed a quelli diretti alla regola-zione del traffico; tutela e controlla l'usodel patrimonio stradale; concorre nelleoperazioni di soccorso. Sotto il profilodella comunicazione, sovrintende allaverifica delle notizie sul traffico presso ilCentro coordinamento informazionisulla sicurezza stradale (C.C.I.S.S.), or-ganizza e partecipa a campagne di sensi-bilizzazione dei cittadini e dei giovani inparticolare sui temi della sicurezza stra-dale. La Polizia Stradale, inoltre, svolgeun ruolo rilevante nell’ambito del Cen-tro di coordinamento nazionale perfronteggiare le crisi in materia di viabi-lità, istituito nel 2005 presso il Ministerodell’Interno. Il Centro è presieduto dalDirettore del Servizio polizia stradale ecomposto da rappresentanti dei Vigilidel Fuoco, del Dipartimento degli Af-fari Interni e Territoriali del Ministero

dell’Interno, del Ministero delle Infra-strutture e Trasporti, del Dipartimentodella Protezione Civile, dell’Arma dei ca-rabinieri, dell’Anas, dell’Associazioneitaliana società concessionarie autostradee trafori (A.I.S.C.A.T.) e delle Ferroviedello Stato. Il compito del Centro èquello di disporre gli interventi opera-tivi, anche preventivi, per gestire le si-tuazioni di crisi del sistema viario delPaese, derivanti da avversità atmosferi-che o da altri eventi, mettendo in co-mune le specifiche competenze e leinformazioni necessarie per affrontaretali emergenze”.Ad oggi le forze in campo sono suffi-cienti a garantire un buon livello dicontrollo della sicurezza stradale? Cosasi può fare per migliorare lo stato dellecose?“L’impegno delle forze di polizia sullestrade continua a crescere. Nel 2009 Po-lizia Stradale ed Arma dei Carabinierihanno impiegato oltre 4.600.000 pattu-glie. In un periodo difficile come quelloche stiamo vivendo, è necessario razio-nalizzare le risorse disponibili e cercaresoluzioni nuove che consentano di ele-vare gli standard di sicurezza sulle strade.Da una parte si dovrà muovere la levamotivazionale del personale perché simantenga in crescita il tasso di efficienzadell’attività di controllo e l’efficacia de-terrente della presenza delle pattuglie. LaPolizia Stradale, attraverso riorganizza-zioni interne, con il trasferimento dicompiti ausiliari a soggetti privati abili-tati e la riorganizzazione dei presidi sul

territorio, ha incrementato i servizi in uncontesto generale che non consente diincrementare le risorse umane a dispo-sizione. Anche attraverso la formazionee l’aggiornamento professionale dei no-stri operatori contiamo di migliorare laqualità dei controlli attraverso attivitàmirate per contrastare efficacemente leviolazioni più pericolose”.Quali sono le principali metodiche dicontrollo della sicurezza stradale?“L’esigenza di indirizzare sempre di piùl’operato della Polizia Stradale versouna più incisiva e qualificata presenzasul territorio, per il controllo della le-galità in materia di circolazione stra-dale, ci ha indotto ad introdurre -proprio quest’anno - nuove modalitàorganizzative dei servizi operativi. Gliobiettivi sui quali orientare gli sforzioperativi per elevare il livello di sicu-rezza sulle strade ed aumentarne la per-cezione, sono l’incremento delle attivitàdi controllo, la diminuzione degli inci-denti ed una più elevata visibilità dellepattuglie. Gli interventi che stiamo ef-fettuando sono: il presidio di aree disosta sopraelevate predisposte dagli entiproprietari della strada e dalle conces-sionarie autostradali; posti di controlloalla fine di cantieri di lavoro di lungadurata, utilizzando apparecchiature perrilevare le violazioni per la velocità;controlli nel settore del trasporto dimerci e persone, verifica dei trasportieccezionali con scorta tecnica; nuovimodelli di pattugliamenti in autostradacon itinerari con lunghezze medio-

brevi, per incrementare visibilità e ra-pidità d’intervento delle pattuglie. Ilsupporto della tecnologia, sia per la sor-veglianza del traffico che per l’accerta-mento delle violazioni, è fondamentaleper recuperare risorse umane da dedi-care a quei controlli (ad esempio accer-tamenti sullo stato psico-fisico deiconducenti, controlli nel settore del-l’autotrasporto, delle merci pericolose)che richiedono professionalità, espe-rienza e sensibilità che solo un opera-tore di polizia può avere”.Quali sono i principali risultati posi-tivi raggiunti mediante l’attività sulterritorio della Polstrada? “L’incremento delle attività di contra-sto dei comportamenti più pericolosisu strada realizzato negli ultimi anni,reso possibile dall’introduzione dinorme che hanno ampliato i poteri dicontrollo degli organi di polizia stra-dale, ha contribuito in maniera deter-minante nella costante riduzione dellevittime registrata a partire dal 2003.Nell’ultimo decennio i morti da inci-dente stradale sono diminuiti del 33%a fronte di un incremento del parco vei-colare di circa il 18%.Vorrei però sot-tolineare un dato significativo percomprendere l’entità dell’impegno pro-fuso dalle Forze di polizia: nel 2009Polizia Stradale ed Arma dei Carabi-nieri hanno controllato con etilometroe precursori 1.601.080 conducenti,circa il 15% in più rispetto all’annoprecedente”.

intervista intervista

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NOI, CARI DELLE VITTIME DI STRADABuongiorno, sono Giusy Farris, la mamma di

Pietro Corda, deceduto a 21 anni insieme allasua fidanzatina Scefika Mesic di17 anni, vit-

time di un incidente stradale che ha tolto la vita ancheal loro cagnolino. Nell’impatto è deceduto anche l’au-tista che ha causato l’incidente e che li trasportava.L’incidente è avvenuto il dodici novembre del 2007sull’autostrada A/15 Parma - La Spezia.Io ho perso un figlio, ma c’è chi ha perso genitori, fra-telli, sorelle, mogli, mariti... È difficile descrivere cosa succede in una famigliaquando accade una tragedia del genere: le famiglievengono distrutte completamente fin nel midollo.Il dolore è dilaniante, lacerante, corrosivo, non si hapiù voglia di vivere; camminiamo, respiriamo, par-liamo; il nostro corpo vive ma la nostra anima è mortainsieme ai nostri figli. Io la chiamo “non vita”, altri lachiamano “vita da zombi”; ad ogni modo il temponon ha più importanza, si “vive” ora per ora e nonpiù alla giornata o con il pensiero del futuro perchéormai per noi non esiste più un futuro senza i nostrifigli. Spesso si aspetta che tutto questo strazio finisca alpiù presto, a volte solo la voglia di giustizia ci man-tiene in piedi.A questo si aggiunge una triste constatazione, ovveroche i nostri cari finiscono spesso come per essere uccisiper la seconda volta: è la vergognosa piaga dell’ingiu-stizia che regna sovrana in questo paese. Cito il mioesempio. Erano passati 28 mesi dalla morte di Pietroquando, per puro caso, ho saputo che la procura diMassa Carrara aveva archiviato il caso di mio figliosenza avvisarci; questo nonostante ci fosse il mandatodel mio legale che li obbligava in caso di archiviazionea mandarci un avviso.

Viviamo in una nazione dove sembra che la giustiziasia morta insieme ai nostri cari, dove spesso abbiamoda combattere anche con professionisti non professio-nali che fanno accordi con i liquidatori delle compa-gnie assicurative senza che i familiari delle vittime nesiano al corrente. A volte vengono scoperti, ma non po-tendo provare tale accordo i colpevoli non possono es-sere denunciati. Dopo essere scoperti mandanocomunque parcelle da capogiro ai familiari delle vit-time nonostante non abbiano fatto assolutamentenulla di ciò per cui sono stati delegati. Se poi vienefatto un esposto all’ordine degli avvocati, per non averottemperato quelli che sono i loro doveri, l’ordine - chedovrebbe tutelare le vittime - spesso lascia da parte gliesposti, mandando avanti solo le richieste di denarodei legali in questione. Per tutti questi motivi io, altrigenitori e familiari di vittime della strada abbiamocostituito un gruppo popolare e/o comitato con sede aLivorno che abbiamo chiamato “Gruppi uniti. Giusti-zia per le vittime della strada”. Oltre a me a sostenereil gruppo ci sono Mariano Belviso, Maurizio Bisanti,Irene Fernandez, Katia Schiavone e Pina Finizio.Cinque di noi hanno perso un figlio, il sesto genitoreha il figlio invalido a vita.Oggi siamo centinaia di persone. Ci siamo conosciuticon il passaparola, grazie soprattutto agli strumentidei social network, per noi veicolo più semplice e veloceper far conoscere il nostro comitato cittadino che rag-gruppa oggi persone di tutta Italia.Quando una persona perde una persona cara, adesempio, si sparge la voce su Facebook e altre personenella stessa situazione si presentano o vengono indiriz-zate da noi. Ci si sente meno soli nelle numerose bat-taglie da fare. Alcuni di noi facevano parte di

associazioni, altri ne fanno ancora parte. Molti man-dano messaggi di solidarietà nei gruppi fondati per ri-cordare i nostri figli; tramite messaggi cominciamo aconoscerci, poi si passa a sentirci per telefono. Alla finesi trova il modo di incontrarsi di persona.Siamo persone che hanno perso per sempre i propricari e non ci stiamo a perdere anche la giustizia neiloro confronti, nei confronti di tutte le vittime.Per questo, tra le altre battaglie in cui crediamo, pen-siamo sia necessaria un’ulteriore modifica dell’attualeart. 589 del c.p. che regolamenta l’omicidio colposo.Esso è stato modificato nel 2008, ma non ha apportatosufficienti cambiamenti, in quanto il minimo (24mesi) e il massimo (5 anni) previsti per questo tipo direato, vengono annullati dal patteggiamento a daun’ulteriore riduzione prevista se un soggetto è incen-surato. Quindi c’è bisogno di innalzare ancora questominimo portandolo ad almeno tre anni, affinché l’ar-ticolo si possa credibilmente applicare e avere efficacianei confronti di chi toglie la vita a innocenti per colpadella propria distrazione, negligenza e imprudenzaalla guida; e che possa servire da monito a tutti gliutenti della strada, un deterrente affinché tutti si ado-perino a rispettare il Codice della strada evitando inci-denti spesso fatali per il conducente. Un altro aspettodi primaria importanza è la questione della revocadella patente, che dovrebbe sia colpire maggiormentechi causa incidenti sia rappresentare un ulteriore de-terrente contro comportamenti di guida sbagliati. Inaltre parole è fondamentale fare prevenzione, in unpaese come il nostro nel quale ogni lunedì vengono di-ramati veri e propri “bollettini di guerra” dei mezzi diinformazione: tra 20 e 25 morti in tutta Italia contantissimi feriti.

lettera all’associazioneposta

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Idossi artificiali popolano ormai le strade di tutti i cen-tri abitati. Si tratta di un'escamotage molto efficacenel garantire il rispetto dei limiti perché fa leva non

tanto sul senso civico dell'automobilista ma sul suoistinto di autoconservazione. Tuttavia qualche volta leamministrazioni comunali "eccedono" nel realizzaredossi che si trasformano in un pericolo per gli automo-bilisti contravvenendo in toto alla loro funzione origi-naria. Lo spigolo di un dosso, se non correttamentecostruito, può danneggiare le ruote e le sospensioni deiveicoli ed essere causa di incidenti stradali in specialmodo per i mezzi a due ruote (per i quali la perdita diaderenza può rivelarsi fatale). L'articolo 179 del regola-mento di attuazione del codice della strada ne delinea lecondizioni d'uso in maniera ben più "ristretta" di quelloche accade in realtà. Secondo il codice infatti, i "rallen-

tatori" dovrebbero essere progettati con caratteristicheprecise e specifiche in base alla tratto stradale sul qualevengono appliacati. Inoltre, dovrebbero essere usati so-lamente in strade potenzialmente non percorse da mezzidi soccorso e sicurezza per non ostacolare o rallentare illoro accesso. Se un dissuasore vi danneggia dovete chie-dere il risarcimento al comune ma bisogna attivarsi su-bito per far verbalizzare l'accaduto alle forze dell'ordine.Purtroppo la procedura è un po farraginosa e l'esito è in-certo. Se i danni sono superiori a 516,47 € bisogna farsiassistere da un legale per presentare un'istanza al Giudicedi Pace allegando tutta la documentazione che attesti ildanno e i difetti di costruzione del dosso. Per di più iComuni possono "sfuggire" ai vincoli impostidal codice definendoli "arredo urbano". Inpoche parole: deciderà il giudice.

DISSUASORI... O DISTRUTTORI?Talvolta la sicurezza è minata dagli stessi dispositivi che dovrebbero garantirla

Studiati per "dissuadere"l'automobilista dal correre, se realizzati male sono dannosi e pericolosidi Lorella Pagliarulo

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7

attualitàattualità

attualitàattualità

Agosto è visto dai più come unmese di fermo, di ferie, direlax, ma non è (e certo non è

stato) così per i reparti della PoliziaStradale, che più del solito sono im-pegnati nel controllo degli esodimolto frequenti in questo periodo.In particolare quest'anno due tragicieventi hanno pesantemente gravatosul morale degli agenti di Tivoli (co-mune della provincia di Roma), chehanno visto in tre giorni (7 Agosto -11 Agosto) sparire due colleghi. Il Bri-gadiere Capo Giuseppe Testa, 49Anni, da 30 in servizio presso il di-staccamento, amico personale e com-pagno di corso del comandanteRaffaele Alessandrini (che lo ricordacon commozione), scomparso da ungiorno all'altro a causa di un malorementre era a casa lasciando una mo-glie e due figli. Il Sovrintendente CapoMassimo Calabrese, 41 anni, nellaStradale di Tivoli dal 1998, descrittocome un agente modello, attento,scrupoloso, umile, instancabile, inve-stito da un'auto mentre era in servizioad un posto di blocco (foto a lato).Che lascia la moglie Annamaria e unafiglia, Isabella. Fatti difficili da spie-gare a degli agenti, quelli di Tivoli, dasempre amici prima ancora che colle-

ghi, uniti dalla reale passione per ilproprio lavoro, che viene svolto se-condo i più elevati standard di effi-cienza e diligenza operativa, nelrispetto delle regole, nella consapevo-lezza dell'importanza di dare il buonesempio, e dell'importanza di saperperdonare sul piano umano ciò che siè reso censurabile agli occhi dellalegge. Un distaccamento è come unafamiglia, è un gruppo che si consolidagiorno dopo giorno, attraverso le espe-rienze, le ansie ed i pericoli condivisiin pattuglia, qundi per gli uomini diTivoli è stato come perdere due fra-telli. Fatti tragici a cui si aggiungequanto accaduto al vicequestore Gio-vanni Messina, 56 anni, originario diCastrofilippo (Agrigento) e capo dellaPolizia Stradale di Palermo la notte del28 Agosto, in cui è morto insieme asuo padre in un tragico incidente stra-dale. Fatti, questi che ci riportano allamemoria di quanto successe dieci annifa all'agente Stefano Biondi, ucciso inservizio. Fatti che ci sottolineano l'im-portanza ed il rischio del lavoro svoltodalla Polstrada e che devono necessa-riamente riportarci al rispetto, alla fi-ducia ed alla gratitudine dovuti agliuomini che operano tutti i giorni, alnostro servizio.

AL SERVIZIO DEL CITTADINO

durante il mese di agosto i duetragici eventi di Tivoli e Palermo pesano sui reparti della Polstrada di Valerio Del DucaVicepresidente Basta Sangue sulle Strade Onlus

l’incidente nel quale ha perso la vita il Sovrintendente Capo della Polizia Stradale di TivoliMassimo Calabrese

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La strutturaPer le vittime della strada con conseguenzeinvalidanti sugli arti una grande possibilitàdi migliorare la propria esistenza viene of-ferta dal Centro Protesi INAIL di Budrio,in provincia di Bologna.Si tratta di una struttura articolata e com-plessa nella quale vengono applicate le piùaggiornate conoscenze nel campo dell’orto-pedia tecnica e dove, realtà del tutto parti-colare in Italia, viene ricostruito il quadrofunzionale e psico-sociale dell’infortunato,per la completa reintegrazione nel mondodel lavoro, nella famiglia e più ampiamentenella società. Oltre ad essere un’azienda cer-tificata ISO 9001-2000, con il D.P.R.782/84, Il Centro Protesi ha raggiunto l’as-setto definitivo nella veste di "Centro per lasperimentazione ed applicazione di protesie presidi ortopedici" e opera essenzialmentesu tre versanti: ricerca di nuove tecnologiefinalizzate alla produzione, produzione efornitura di protesi e presidi ortopedici, ria-bilitazione ed addestramento all’uso dellaprotesi.Al Centro Protesi accedono: invalidi civiliassistiti dal SSN (ASL) di tutto il territorionazionale, infortunati sul lavoro INAIL epaesi CEE, disabili provenienti da statiesteri, europei ed extraeuropei.Il Centro offre ai propri utenti un tratta-mento protesico riabilitativo che concepi-sce il paziente una persona nella suaglobalità per dare una valida risposta allespecifiche esigenze di ogni paziente. Pressoi reparti di produzione del Centro lavoranoequipe specializzate che costruiscono e ap-plicano presidi ortopedici personalizzati pertutti i livelli di amputazione; questi ultimicaratterizzati per elevato livello di persona-lizzazione, per l’uso di componentistica tec-nologicamente avanzata, di tecniche dicostruzione all’avanguardia e di materiali ingrado di ridurre il peso del presidio stessomigliorandone anche il comfort.I reparti di produzione sono specializzatiper tipologia di protesi che comprendonodiversi reparti: Protesi di Arti Superiore,Mioelettriche e Ortesi; Protesi in Silicone;Protesi Transtibiali; Protesi Transfemorali;Calzature e Presidi del Piede; GinocchioElettronico; Ausili. Una vasta scelta per ve-nire incontro alle diverse conseguenze da in-cidenti.I vari reparti realizzano diversi tipi di inva-sature, ed utilizzano differenti cuffie e/o ar-ticolazioni protesiche, come ad esempio, ilginocchio elettronico ed i piedi a restitu-zione d’energia.

Anche i presidi forniti sono molteplici. C’èla linea di produzione dedicata all’arto su-periore che realizza protesi a comandomioelettrico, per amputazione dal livello in-terscapolotoracico fino al carpale, con pos-sibilità di applicare una mano sensorizzata,con controllo proporzionale della presa. Cisono anche le protesi funzionali cinemati-che per amputazioni dal livello del braccioalla disarticolazione di polso oppure quelleestetiche tradizionali o in silicone per am-putazione parziale delle dita e della mano.Vengono costruite anche ortesi per deficitsia di arto superiore sia di arto inferiore, rea-lizzate in carbonio e titanio.

La linea di produzione dedicata all’arto in-feriore costruisce protesi realizzate con si-stema tradizionale o scheletrico modulare,trattando tutti i livelli di amputazione emalformazione congenita: dalla disarticola-zione d’anca all’amputazione transfemorale,dall’amputazione transtibiale a quella par-ziale di piede.

I serviziIl Centro di Budrio è all’avanguardia anchenei servizi offerti. Importantissimo è quelloPsicosociale, il quale svolge attività di soste-gno durante le fasi del percorso protesicoriabilitativo dell’utente, attraverso

un’équipe formata dall’assistente sociale edallo psicologo cura un programma di sup-porto personalizzato che si rende operativosin dalla prima visita o dalla prima degenza;un prezioso aiuto supplementare finalizzatoall’accompagnamento della persona nel per-corso, facilitando in questo modo il rientronel proprio ambiente di vita familiare, so-ciale e lavorativo.Sono presenti anche lo sportello informa-tivo e di orientamento, un laboratorio di in-formatica assistita e un servizio di supportoalla ricerca attiva del lavoro, i laboratoriespressivi di ricreazione terapeutica “arti vi-sive/scultura ed educazione musicale”, ilservizio di animazione sociale, il servizio diassistenza di base, lo spazio giochi piccolipazienti.Il servizio di riabilitazione funzionale, for-mato da medici fisiatri e fisioterapisti, si oc-cupa dei programmi di attuare leprestazioni terapeutiche e valutative, qualiesercizi, terapie fisiche e manuali, addestra-mento all’uso di protesi, ortesi ed ausili, convalutazione finale del grado di raggiungi-mento degli obiettivi del progetto.Il servizio di percorso riabilitativo avanzatoè invece uno strumento riabilitativo uniconel suo genere, in quanto nasce come com-pletamento dell’intero percorso di “adde-stramento” del paziente con amputazionedi arto inferiore. Costituito da varie fasi,esso si articola in una prima sezione di erbasintetica, seguita da una con superficie diciottoli e da altre che riproducono situa-zioni che possono creare difficoltà nella de-ambulazione, superfici instabili comegomma e sabbia, salite e discese di elevatapendenza e scale di diversa altezza. La sicu-rezza del paziente viene comunque garan-tita dagli appositi corrimani cheperimetrano il percorso e dalla costante pre-senza del fisioterapista. La misurazione concronometro dei tempi di percorrenza costi-tuisce anche un importante test di valuta-zione. L’addestramento viene poi integratocon il tapis roulant, il tapis roulant a scale eil cicloergometro.Un altro servizio significativo è quello diconsulenza e fornitura ausili informatici edomotici e si rivolge a tutte le persone conlimitazioni di varia entità sia a livello mo-torio sia a livello sensoriale e cognitivo.Esso consiste nella consulenza, personaliz-zazione e fornitura di ausili informatici(computer, periferiche, software, etc.) e disistemi di automazione e con-trollo ambientale, denominati“ausili domotici” come ad esem-

BUDRIO, CENTRO PROTESI ALL’AVANGUARDIA

Una delle strutture più aggiornatenel campo dell’ortopedia tecnica. di Alen Custovic

Per le vittime di incidenti invalidanti una speranza in più

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casi d’eccellenzaeccellenza

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Sensibilizzare, è questo l’obiettivo primario dell’iniziativa“Driving Campus” promossa da Fiat, Bosch e Sava in col-laborazione con le web-radio dell’università Luiss Guido

Carli di Roma e Bocconi di Milano. Sensibilizzare il target uni-versitario sui problemi relativi alla sicurezza stradale e alla mo-bilità sostenibile, il tutto tramite un laboratorio didatticointeramente online tenuto da specialisti di prodotto e piloti pro-fessionisti. Dopo una semplice iscrizione al sito web dell’inizia-tiva (http://drivingcampus.it), gli studenti dei due atenei hannoaccesso ad un tour virtuale in cui gli “attori protagonisti” ven-gono intervistati per testimoniare la vicinanza dei loro progettie delle loro esperienze a queste tematiche. Un problema serioquello dell’incidentalità stradale: 50.000 morti all’anno nel-l’Unione Europea, prima causa di mortalità tra i 5 ed i 29 anni.Ecco che allora questo progetto diventa un utile apporto per lacosiddetta sicurezza attiva, con la quale si intende quell’insiemedi dispositivi, sistemi od apparati, che dovrebbero impedire ilverificarsi di un incidente dell’autovettura. In questo senso laBosch ha avuto il merito di introdurre nel mercato automobili-stico l’ABS e l’ESP, due sistemi di sicurezza attiva che hannoavuto un importante sviluppo negli ultimi decenni. Il primo,lanciato nel 1978, è passato da un peso di 6,7 kg, una capacitàdi memoria di soli 2 kb ed una diffusione del solo 0,02% a li-vello europeo, ad appena 1,1 kg di peso per 500 kb di memo-ria, ed un grado di equipaggiamento del 52% dei veicoli nel1998, fino a diventare obbligatorio in Europa dal 2004. L’ESPnasce invece dalla continua ricerca sullo sbandamento ed il con-seguente impatto laterale dei veicoli, una delle prime cause di in-cidenti mortali. Il sistema neutralizza lo sbandamento riducendola potenza erogata dal motore frenando in modo mirato le sin-gole ruote, in modo da permettere al veicolo di stabilizzare lapropria traiettoria. Lanciato nel 1995, oggi rappresenta la tec-nologia del futuro, integrata con gli altri sistemi di sicurezza delveicolo, l’airbag, i sistemi di comunicazione, i sistemi di assi-stenza alla guida. Il primo semestre del 2009 vede il 58% deiveicoli di nuova immatricolazione dotati di ESP, dato desti-nato ad aumentare viste le prescrizioni legislative che stannosempre più prendendo piede.Cinzia Loiodice, communication Manager della Bosch, spiegache la diffusione di un’innovazione tecnologica come l’ESPpassa per la sua disponibilità sul mercato, il suo prezzo, e la co-noscenza da parte del consumatore. Dal 2004 al 2009 Bosch ha

formato una rete di manager in tutti i principali mercati mon-diali, “ambasciatori” del ESP, affinché collaborassero con le caseautomobilistiche e portassero in giro queste best practice. Que-sto perché c’è un diverso approccio alla sicurezza da paese apaese. I risultati non si sono fatti attendere. Il ruolo del marchioFiat nell’area della sostenibilità si è sviluppato lungo due assiprincipali, la tecnologia e la comunicazione. Le soluzioni tec-nologiche della Fiat hanno seguito una filosofia di concretezzaed accessibilità. Giovanni Persino, Direttore comunicazione del

Gruppo Fiat, testimonia come attraverso il nuovo motore bici-lindrico “twinair”, lo sviluppo delle motorizzazioni a metano edil progetto eco-drive, la Fiat sia riuscita a ridurre le emissioni diCO2 del 30%, diventando il brand più ecologico d’Europa epartecipando attivamente alla sensibilizzazione dei consumatori.Il progetto ecodrive consiste infatti in un software che, attra-verso la porta usb delle autovetture, quantifica i consumi e leemissioni e fornisce consigli su come cambiare il proprio stile diguida. Grazie all’impegno congiunto di tutti gli ecodrivers sisono già risparmiate circa 2.600 tonnellate di CO2. Nel pro-getto è intervenuto anche l’ingegnere Gabriele Camomilla,consulente Anas, con l’obiettivo di chiarire la misurabilità dellasicurezza stradale, e quindi la possibilità di gestirla in terminitecnici ed economici. Un aspetto importante della sicurezza è ilcosiddetto tasso di incidentalità, che si calcola con il numero diincidenti totali di una strada ogni 100 milioni di veicoli che lapercorrono. In termini economici l’incidentalità provoca in Ita-lia un danno annuo stimato attorno a 3 miliardi di euro. Cal-colando che di incidenti se ne verificano circa 250 mila, ogniincidente ha quindi un costo medio globale di circa 12000€.Individuando le zone dove l’incidentalità è superiore alle media(black spot) ed investendo nella gestione delle infrastrutture sipotrebbe ottenere una notevole riduzione della spesa. Il pro-blema che classifica l’Italia come un paese ancora arretrato intal senso è che gli incidenti non vengono rilevati in modoscientifico e globalizzato. Vi sono 50/60 enti ma non esistonobanche dati comuni, o meglio le poche esistenti non sono con-sultabili per motivi di privacy. Anche Sava svolge un importantefunzione di supporto del gruppo Fiat nel progetto di eco-com-patibilità, attraverso la creazione di specifiche offerte finanziariecome l’eco-finanziamento a tasso zero, anticipo zero e di lungadurata. Enrico Rossini, marketing and sales Manager Sava, af-ferma che la sua impresa finanzia circa il 50% delle vetture ven-dute da Fiat, il 62% se si analizza solamente quelleecocompatibili. Il progetto “Driving Capus” è anche collegatoad un concorso che premia i 200 migliori studenti (in base al ri-sultato di un test) con corsi di guida sicura gratuiti su Fiat 500.Questo progetto dimostra come l’interesse dei giovani verso te-matiche del genere sia in continuo aumento, grazie ad una con-sapevolezza sempre maggiore del ruolo che haciascuno nel garantire la propria sicurezza e quelladegli altri.

pio sistemi di controllo di luci e tapparelle,telefoni e telecomandi particolari, etc. Neicasi di particolare gravità è possibile effet-tuare la fornitura di automazioni per mi-gliorare l’autonomia della persona inambiente domestico e/o lavorativo, ed è di-sponibile un “kit domotico di primo inter-vento” che mette a disposizione dellapersona le soluzioni di autonomia più im-mediate, come attivare un allarme a chia-

mata, telefonare, accendere/spegnere luci eTV etc.

InformazioniCentro Protesi INAIL, Via Rabuina, 14;Vigorso di Budrio, Bologna; Tel +39 051 6936240 / 242 / 244; e-mail: [email protected], [email protected].

Nato 45 anni fa il Centro Protesi di Vigorso di Budrio realizza protesie presidi ortopedici per disabili e infortunati sul lavoro. Nel 2005 8mila pazienti trattati

Bologna, 17 maggio 2006. SeAlex Zanardi l'ha scelto per ri-mettersi in piedi e tornare a cor-rere, dopo l'incidente che gli costòtutte e due le gambe, un motivoci sarà pure. E la ragione è sem-plice: è l'unica struttura per lasperimentazione e l'applicazionedi protesi e presidi ortopedici inItalia che affianca, a tecnologieall'avanguardia, l'attività di ria-bilitazione motoria, di supporto

psicosociale e di reinserimento lavorativo di persone infortunate sul lavoro, diinvalidi civili e disabili. Si tratta del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Bu-drio (in provincia di Bologna), una struttura nata 45 anni fa e dove, tra gi-nocchi elettronici e mani mioelettriche, regnano le parole d'ordine:"personalizzazione degli interventi, perché il paziente è al centro di tutto".

driving

Un progetto promossoda Fiat, Bosch e Sava in collaborazione con due Università

DRIVINGCAMPUSla sicurezza stradaledi Luiss e Bocconidi Sacha Antony Strub

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casi d’eccellenzaeccellenza

campagne di sensibilizzazionecampagne

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Le fratture del femore sono unadelle conseguenze frequentidelle cadute in moto o scooter,

la strada più frequente per la loro ri-soluzione è l’intervento chirurgico. Ilprof. Palombi, presidente del pros-simo congresso della Società di orto-pedia che si svolgerà a Roma nel mesedi Novembre, ha messo a punto ebrevettato una tecnica innovativa peril trattamento delle fratture pertro-canteriche, le fratture più comuni delfemore, in misura di circa il 70% sultotale. Lo abbiamo intervistato pressoil suo studio all’interno del reparto diOrtopedia del Centro Traumatolo-gico di Roma.Professore, qual’è l’età media del pa-ziente che subisce una frattura al fe-more?L’età media è molto bassa, intorno aidiciassette - venti anni, in specialmodo per quanto concerne i pazientiprovenienti da incidenti stradali inmoto o in scooter (molto frequenti). Le capita spesso di aver a che farecon pazienti reduci di incidenti srta-dali?Si, tutti i giorni. Il CTO è un ospe-dale a spiccata ispirazione traumato-logica, è perciò sede di arrivo dei tantitraumi stradali che avvengono aRoma, nell’interland romano e nelLazio. Sporadicamente abbiamo casianche di provenienza exraregionale. Ipazienti arrivano soprattutto in am-bulanza ma siamo dotati anche di eli-porto.In cosa la tecnica che ha messo apunto è innovativa rispetto al pas-sato? Rispetto al fatto che, diversamente daquanto succedeva in passato (quandosi praticavano più incisioni o una solaincisione grande), abbiamo bisognodi una sola incisione e molto piccola.Quindi risparmio di sangue, rispar-mio di tempo, risparmio di esposi-zione alle radiazioni e grandeaffidabilità.Di quanto si accorciano in media itempi di recupero con l’uso del “Di-lops” (così si chiama il sistema in ti-tanio sottile utilizzato)?Si accorciano senz’altro di qualche

giornata ed in maniera più apprezza-bile per i pazienti anziani che hannodifficoltà rispetto ai giovani nel rico-struire il proprio patrimonio ematicoin breve tempo. Trattandosi di un in-tervento mininvasivo, questi, sonopiù in forma per la riabilitazione edottengono risultati migliori. Il van-taggio si esprime anche in termini didegenza. Con le tecniche precedentisi è purtroppo notato un alto indicedi mortalità anche a distanza di unanno dall’intervento perchè il pa-ziente anziano non riesce a ritornareagli standard precedenti al trauma.Questo tipo di intervento ridurrà in

maniera significativa questi casi.Si utilizzano materiali diversi?Si. C’è un autentico salto di qualità.Fino ad oggi si sono utilizzati mate-riali molto rigidi. Con questa tecnicasi utilizza del titanio più sottile, cheha un coefficiente di elasticità moltosimile a quello dell’osso umano. Que-sto aiuta a prevenire le ulteriori frat-ture postume all’intervento spessocausate dalle sollecitazioni meccani-che prodotte dalle viti di titanio che,essendo anaelastiche rispetto all’osso,possono appunto danneggiarlo.La sua tecnica è applicabile anchealle fratture pluriframmentarie?

Abbiamo già trattato circa cento casi,molti di questi costituiscono casi difratture pluriframmentarie ed hannoavuto un’ottima risposta. C’è da pre-cisare che la frattura del femore trat-tata con la tecnica da me brevettata èappannaggio più delle persone an-ziane che dei giovani, quindi non soloda incidenti stradali ma anche datraumi da caduta. Infatti in caso diincidenti stradali spesso si è in pre-senza di fratture ad alta energia cheinteressano la diafisi, la tecnica da mebrevettata interessa invece solamentele fratture pertrocanteriche.

Intervista al Prof. Paolo Palombi primariodi Ortopediadell’ospedaleCTO di Romadi Valerio Del DucaVicepresidente Basta Sangue sulle Strade Onlus

Grazie alla nuova tecnica brevettata, interventi più affidabili e mininvasivi

medicinamedicina

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Saperne di piùfratture pertrocantericheChiamate così perché attra-versano il gran trocantere, laparte del femore che sporge all'esterno a livello dell' articola-zione con il bacino. Questefratture richiedono l' impiantodi un chiodo endomidollare odi una placca.

diafisiè la parte centrale delle ossalunghe.

info

FRATTURE AL FEMORE: MENO INCISIONI, PIÙ AFFIDABILITÀ

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GUIDA IN STATO DI EBBREZZA: REAZIONI NEL CORPO UMANO

Cosa provoca l’alcool nell’organismo e come ciò si riflette sulla sicurezza stradale

Le più comuni tipologie di danni fisici dovuti ad incidenti stradali

CONSEGUENZE PIÙ FREQUENTI DEI SINISTRI: IL COLPO DI FRUSTAUn trauma con cui la maggior parte degli incidentati è costretto a confrontarsi

Se si scorrono i dati statistici riguardanti i sinistri stra-dali è facile notare come una delle conseguenze piùfrequenti sia il cosiddetto “colpo di frusta”. Tale

trauma è un evento che interessa il rachide cervicale, e simanifesta quando i tessuti molli del collo sono feriti da unimprovviso trauma, in cui i muscoli ed i legamenti sonotirati al di là della loro normale gamma di movimento,causandone una lesione. Il meccanismo è tipicodegli incidenti stradali, in particolar modo itamponamenti violenti. Infatti quando il vei-colo viene tamponato il sedile ed il suo occu-pante subiscono una forte accelerazione inavanti, con il capo che per inerzia conserva laposizione iniziale e che viene perciò pressatocontro il poggiatesta, causando un dannoda iperestensione. Subito dopo ilcapo viene sbalzato in avanti più ve-locemente del resto del corpo, cau-sando un danno da iperflessione.Nella maggior parte dei casi il traumanon causa la rottura delle fibre musco-

lari, ma arreca un semplice stiramento dei muscoli e dei le-gamenti cervico-nucali. Le conseguenze sono dolore e ri-gidità al collo avvertibili nei giorni immediatamentesuccessivi al sinistro, ma in casi non rari ciò può manife-

starsi anche solo alcunigiorni più tardi,

coinvolgendonelle si-

tua-

zioni più importanti anche i muscoli di torace, spalle ebraccia. Per una pronta guarigione è necessario evitare leattività che possano peggiorare il dolore e la rigidità dellazona interessata, quindi sono da bandire attività sportiveed il sollevamento di oggetti pesanti. Questo, unito allasomministrazione di adeguati analgesici (ed in alcuni casiall’utilizzo di un collare), permetterà di superare il pro-blema, consentendo all’infiammazione tissutale di regre-dire completamente. Concludiamo suggerendovi tresemplici regole da seguire: regolare il poggiatesta posizio-nandolo in modo tale che la parte superiore sia all’incircadi cinque centimetri al di sopra del margine superiore del-l’orecchio del passeggero; mantenere sempre la schiena benpoggiata sul sedile durante la guida, altrimenti il poggiate-sta non sarà in grado di proteggere il capo dall’iperesten-sione; in caso di sintomi postumi ad un sinistro, recatevi adun pronto soccorso per la diagnosi e rivolgetevi ad un av-vocato per farvi assistere nel risarcimento del danno subìto.di Orazio Di TommasoPresidente Commissione Medico-LegaleBasta Sangue sulle Strade Onlus

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medicina legalemedicina

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La guida in stato di ebbrezza è re-sponsabile di quasi la metà degliincidenti stradali che avvengono

in Italia. Secondo dati forniti dal Mini-stero della Salute la mortalità per inci-denti stradali in Italia dovuti all'abusodi alcool è stimata tra il 30 ed il 50 percento del totale. Non solo, secondo inumeri dell’Osservatorio nazionale al-cool CNESPS, a livello nazionale un ra-gazzo su cinque nella fascia di età tra gli11 ed i 15 anni è un consumatore a ri-schio, nella fascia 16-17 anni 14 ragazzisu 100 bevono in maniera eccessiva,mentre nella fascia 18-24 sono addirit-tura 700mila i soggetti a rischio.Ba-stano questi semplici dati per renderel’idea della gravità del fenomeno, unproblema sociale che si riflette in elevaticosti economici per i cittadini. Ma cosa

succede esattamente all’interno delcorpo umano quando si assume alcool?E cosa comporta un consumo ecces-sivo? L’alcool assunto viene assorbitoper circa il 20 per cento dallo stomacoe per il resto dalla prima parte dell’in-testino. Una volta assorbito passa nel

sangue, e da qui al fegato, organo in cuiviene distrutto. Finché però il fegatonon ne ha completato l’assorbimento lasostanza continua a circolare diffon-dendosi nell’organismo. La velocità concui il fegato riesce ad eliminare l’alcoolvaria da individuo ad individuo, ma si-curamente è buona norma attendere al-meno un’ora, dopo aver bevuto unbicchiere, prima di mettersi al volante.Va detto infatti che anche con un tassodi alcool nel corpo inferiore al limitefissato per legge (0,5 grammi per litrodi sangue) si manifesta un rallenta-mento generale della capacità di vigi-lanza ed elaborazione mentale, unariduzione della visione laterale, ed unadifficoltà nella percezione di stimolisonori e luminosi. All’aumentare del-l’alcool ingerito si aggravano i sintomi,

arrivando alla totale compromissionedella capacità di valutazione delle di-stanze, degli ingombri, delle traiettoriedei veicoli e delle percezioni visive si-multanee (per esempio di due autovei-coli se ne percepisce solo uno). Tuttociò, purtroppo, porta via ancora troppevite, troppi giovani e famiglie paganodolorosamente un singolo eccesso dileggerezza. È fondamentale che l’opi-nione pubblica si renda bene contodella gravità del problema, e lo affronticon serietà e responsabilità affinché lestrade non si macchino ancora di san-gue. In special modo rivolgiamo un ap-pello alle famiglie (a cui spetta il primoe più efficace controllo sui comporta-menti dei giovani): una maggiore edu-cazione alla sicurezza può salvare la vitadei vostri figli.

La guida in stato di ebbrezza è responsabile di quasi la metàdegli incidentistradali che avvengono in Italiadi Roberto Libralato

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Il sistema risarcitorio dell’indennizzo diretto,introdotto con decreto legge, è una proce-dura di rimborso assicurativo che dal 1° feb-braio 2007 consente ai danneggiati nonresponsabili, o solo parzialmente responsa-bili, di essere risarciti direttamente dalla pro-pria compagnia garante per la responsabilitàcivile automobilistica. La novità del sistemaviene sostanzialmente individuata nel fattoche il danneggiato deve rivolgere la richiestadi risarcimento alla propria compagnia, nona quella del responsabile del sinistro stradale.Una volta presentata la denuncia di sinistro,con l’ausilio (ove possibile) del modulo blu,la compagnia assicurativa accerta la respon-sabilità dell’incidente stradale e procede a ri-sarcire il proprio assicurato in forma totaleo concorsuale. Se viene accertata l’assolutaestraneità alla determinazione del sinistro,non viene determinato alcun aumento delpremio assicurativo annuo in seguito alla de-nuncia, anche se è stata la propria compa-gnia assicuratrice a pagare. Il sistema è statointrodotto allo scopo di rendere più veloceil procedimento risarcitorio e ridurre il costomedio dei sinistri con conseguente riduzionedei premi assicurativi annui per gli utenti,

anche in virtù del fatto che ciascun danneg-giato, rivolgendosi alla propria assicurazione,non ricorre all’assistenza di un legale. Infattiricordiamo che l’assistenza legale, in passatoa carico della compagnia responsabile (laquale era tenuta a corrispondere l’onorariodell’avvocato o dell’esperto di infortunisticastradale), con il procedimento di indennizzodiretto non viene risarcita, se non dopo chesiano formalmente decorsi i termini impo-sti dalla legge. A due anni di distanza dallasua introduzione, questo "sistema" dimo-stra di non esser stato in grado di ridurre ipremi assicurativi per gli utenti e di avernotevolmente peggiorato la qualità del ser-vizio offerto dalle compagnie assicurativein ordine soprattutto ai tempi necessari peril risarcimento (motivo di frequenti sanzionida parte dell’ISVAP, preposto al controllo).In altre parole, da un lato il meccanismodella "clearing house" ha generato un con-flitto di intessi tra l'assicurato (il quale speranel totale risarcimento del danno) e la com-pagnia (che deve sborsare il meno possibileper rientrare nella quota di compensazione alei riconosciuta o guadagnare su questa), dal-l'altro l'abolizione degli onorari per l'assi-

stenza legale scoraggia l'utente a tutelare ilriconoscimento dei propri diritti (in quantodovrà farlo a proprie spese) ponendo le com-pagnie in una posizione di vantaggio. È undato ormai evidente nella prassi che il citta-dino che non si avvale di un consulente ca-pace di curare i suoi interessi il più dellevolte viene risarcito in misura minore ri-spetto a chi è stato assistito da un espertodel settore, sia esso un legale o un esperto diinfortunistica stradale.Questa circostanza viene segnalata proprioper tutelare le vittime di sinistri stradali che

corrono il rischio di una seconda vittima-zione ad opera delle compagnie assicurative,le quali, pongono come primario obiettivo(legittimamente) i propri interessi. Anche incaso di indennizzo diretto (fattispecie nellaquale a risarcire il danno sarebbe la propriacompagnia assicurativa) il suggerimento èdunque di affidarsi ad un professionista chetuteli i propri interessi anche a propriespese, perchè il vantaggio economico chene conseguirà sarà sicuramente commisu-rato al costo sostenuto.

IL "PARADOSSO" DELL'INDENNIZZO DIRETTOL'assicurato deve essere risarcito dalla propria compagnia, la quale però (se paga) va contro i propri interessidi Francesco VellucciPresidente Basta Sangue sulle Strade Onlus

QUANDO NON È APPLICABILE

G estita da CONSAP S.p.A su mandato di ANIA (Associazione Nazioneale tra ImpreseAssicurative), è una stanza virtuale che ha due specifiche competenze: regolare conta-

bilmente i rapporti economici tra le imprese e fornire i dati, per il calcolo annuale dei va-lori da assumere ai fini della compensazione, al Comitato Tecnico istituito presso il Ministerodello Sviluppo Economico. La procedura di funzionamento è la seguente: le compagnie con-corrono economicamente alla stanza di compensazione per ogni sinistro con un versamentoforfettario di importo pari al costo medio dei sinistri avvenuti l'anno precedente. La com-pagnia che deve risarcire preleva dalla "stanza" un analogo importo: se paga una cifra piùbassa al danneggiato, la differenza va a suo vantaggio; se paga una tariffa superiore, la dif-ferenza è a suo carico (perciò sarà portata a risparmiare il più possibile pur nel rispettodella legge). Inoltre, nel caso di un sinistro in cui c'è concorso di colpa, la compagnia con-corre alla stanza di compensazione per il 50% del costo medio. Una procedura questa cheavviene in assenza di scambi di informazione per evitare che da ciò possano derivare com-portamenti elusivi della concorrenza e di trust sulle tariffe.

U n elemento fondamentale su cui richiamare l’attenzione del lettore è l’elenco dei casiai quali non si applica il procedimento di indennizzo diretto, e cioè: quando i vei-

coli coinvolti sono più di due, quando uno dei veicoli non è regolarmente assicurato, quandouno dei veicoli non è stato immatricolato in Italia, quando una delle due parti coinvoltenon è un veicolo a motore, quando sono coinvolti pedoni, ciclisti o beni immobili, quandouno dei due veicoli è un ciclomotore con targhino, quando il danno non è derivante da cir-colazione stradale, quando le lesioni riportate sono superiori al 9% d'invalidità perma-nente, quando non c'è impatto tra i veicoli, quando uno dei veicoli coinvolti è una macchinaagricola o un veicolo speciale, quando il sinistro è avvenuto all’estero.

LA "STANZA DI COMPENSAZIONE"

F inalmente anche la Cassazione conferma che i familiari nonresidenti in Italia di cittadino straniero residente hanno di-

ritto al risarcimento dei danni iure proprio (ovvero agendo inproprio, nel proprio interesse) conseguenti alla morte del parentein un sinistro stradale, e dunque possono costituirsi parte civilenel procedimento penale istaurato in seguito al decesso. Diciamofinalmente poiché il sistema vigente in materia è piuttosto com-plesso.Onde garantire la certezza del diritto, sono state adottatedelle tabelle concernenti la sussistenza della condizione di reci-procità con i Paesi extracomunitari. Rimangono, chiaramente,un punto fermo nell’ambito del riconoscimento dei diritti fon-damentali dell’uomo stabiliti dalla Costituzione e dalle perti-nenti disposizioni della Convenzione Europea per laSalvaguardia dei diritti dell’uomo e delle Libertà fondamentali.Ciononostante, la S.C. ha messo nero su bianco il principio chetutela la famiglia dell’extracomunitario vittima di un incidentestradale. Nel caso di specie, prima di approdare alla Cassazione,i giudici di merito avevano negato il diritto all’indennizzo della

famiglia, per carenza della condizione di reciprocità con il paesedi provenienza della vittima; e tale negazione era ulteriormenteavvalorata dal fatto che la richiesta risarcitoria provenisse dacongiunti non residenti in Italia. Ebbene, la Cassazione con lasentenza n.5471 del 2009 ha stabilito il principio secondo ilquale quando si fa riferimento ai diritti inviolabili come la vitae la salute, la condizione di reciprocità non ha alcun valore, nonpotendo dipendere il riconoscimento dei citati diritti dalla legi-

slazione vigente in un paese piuttosto che in un altro. Richia-mando i principi fondamentali della Costituzione italiana, laS.C. ha ribadito che la vita è un diritto che va giustamente ri-conosciuto e tutelato, indipendentemente dallo status di cit-tadino o straniero; e dunque, la perdita del bene fondamentaledella vita di uno straniero, può a ragione essere posto a fonda-mento delle richieste risarcitorie dei congiunti, ovunque essi sitrovino. Non si può che essere soddisfatti di queste scelte e di que-st’orientamento giurisprudenziale, segno della crescita e dell’evo-luzione verso una società più garantista civile ed egualitaria: gliimmigrati non possono e non devono essere considerati cittadinidi “serie B”, e se muoiono a causa di un incidente stradale va as-sicurato un congruo risarcimento ai familiari, anche se risiedonoall’estero. La Cassazione ha, dunque, delineato un principiodegno di essere ricordato e citato nella società moderna Italiana.di Alessandro NolliPresidente Commissione LegaleBasta Sangue sulle Strade Onlus

VITTIME EXTRACOMUNITARIE DI SINISTRI STRADALIIL RISARCIMENTO AI CONGIUNTI È SEMPRE DOVUTO

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Attraverso l’analisi della giuri-sprudenza di merito e di legitti-mità dobbiamo evidenziare che

nell’ambito delle responsabilità per si-nistro stradale, la prova liberatoria èpiuttosto gravosa. Infatti, il principio che trova applica-zione è quello della presun-zione di corresponsabilità exart.2054 c.c.,che trova ap-plicazione anche nell’am-bito di sinistri stradali negliincroci regolati da sema-foro, ed anche laddove la re-sponsabilità nell’incidentesembrerebbe chiaramenteimputabile al conducenteche ha impegnato l’incrociocon luce semaforica rossa. Siffatta presunzione può es-sere vinta solo sulla base dielementi di prova sufficien-temente convincenti. In-fatti, accade spesso che incaso di incidenti stradali neicrocevia, chi sembrerebbe avere ragionetrova difficoltà nel provarlo. Il condu-cente che impegna l'incrocio è tenutoad osservare un comportamento pru-dente nell'attraversamento, una con-dotta atta a porre nel nulla eventualicondotte illecite o comunque poco pru-denti di altri conducenti. Ciò valeanche nell’ambito di intersezioni stra-dali semaforizzate; in molte occasioni igiudici di merito, finanche la Cassa-zione, hanno ribadito che in fase di at-traversamento dell’incrocio ordinato dasemaforo, ancorché venga proiettataluce verde, il conducente non è esone-rato dall’obbligo di diligenza nella con-dotta di guida, per cui questi dovràadottare tutte le cautele richieste dal-l’ordinaria diligenza e dalle condizioniconcrete esistenti all’incrocio, nonchéprovare di aver tenuto siffatto prudentecomportamento, onde liberarsi dallapresunzione di corresponsabilità di cuiall’art.2054 c.c. Il principio generaleche i giudici hanno più volte sancito èquello secondo il quale il solo fatto cheun conducente goda del diritto di pre-cedenza non lo esenti dal rispetto del-l'obbligo previsto dagli artt. 140, 141 e145 del codice stradale di cui al d.lgs.30 aprile 1992, n. 285, consistente nel-

l'usare la dovuta attenzione nell'attra-versamento di un incrocio, anche in re-lazione a pericoli derivanti da eventualicomportamenti illeciti o imprudenti dialtri utenti della strada, che non si at-tengano al segnale di arresto o di prece-denza. Quindi, in ogni caso di

collisione tra veicoli ad un incrocio do-tato di semaforo la presunzione di cor-responsabilità di cui all'art. 2054 c.c.rimane comunque operante.In tali casi, ovviamente, la responsabi-lità dei conducenti coinvolti, dicono igiudici, andrà modulata avendo ri-guardo alle rispettive condotte e, ovvia-mente, violazioni. L’onere probatoriodi cui è gravato il conducente del vei-colo favorito, perché avrebbe impe-gnato l’incrocio con luce semaforicaproiettante luce verde, consisterebbeproprio nel dover provare di aver man-tenuto, nel caso specifico, un compor-tamento diligente e prudente, atto adevitare pericoli derivanti dalla con-dotta altrui, in difetto di tale prova laresponsabilità per il sinistro successiva-mente verificatosi deve essere ascritta adentrambi i conducenti, in misura con-corsuale, secondo il modello di presun-zione di corresponsabilità di cui si èdetto. Gli utenti della strada sono dun-que avvisati, la prudenza non è maitroppa, anche quando si pensa di averpienamente ragione.di Patrizia ReinaVicepresidente Commissione LegaleBasta Sangue sulleStrade Onlus

La sentenza pronunciata dalla terza sezione civile della Cassazionen.18401/2009, sancisce un principio fondamentale: non ci si può fermare

alla semplice constatazione dell'aspetto formale del tipo di veicolo, dovendosi in-vece guardare alle reali condizioni strutturali del mezzo. La S. C. ha dunqueposto a criterio di demarcazione l'elemento della pericolosità, denotato dalla pos-sibilità di superamento dei limiti di velocità prescritti per il ciclomotore. La fat-tispecie imposta all’attenzione della Cassazione riguardava il caso di un sinistrostradale avvenuto prima dell'introduzione dell'obbligo assicurativo per i ciclo-

motori, e causato da un ciclomotorela cui cilindrata era stata illegalmenteaumentata. Alla luce dell’illecita ma-nipolazione della potenza del ciclo-motore l’assicurazione garantespiegava la mancanza di coperturaassicurativa del ciclomotore a causa“motore truccato”. In tale situazione,chiarisce la S.C., ribadendo quantogià in altre occasioni asserito, che laresponsabilità del sinistro ed il risar-cimento in favore di terzi danneg-giati va imputata al Fondo digaranzia per le vittime della strada,perché il sinistro sarebbe stato causato

da un veicolo privo di copertura assicurativa, atteso che è dalla potenziale velo-cità del ciclomotore “truccato” che deve scaturire la qualifica di motoveicolo.Oggi sono intervenute diverse modifiche e la legislazione presa in esame dallasentenza n.18401/2009 è stata da tempo abrogata: il sistema vigente prevedel'assicurazione obbligatoria per tutti i veicoli a motore; peraltro nel frattempo èstata anche introdotta l'abilitazione per la guida dei ciclomotori. Tuttavia, sipuò concludere che il principio enunciato dalla Cassazione nella richiamata sen-tenza può valere in favore delle compagnie assicurative oggi garanti per la re-sponsabilità civile obbligatoria dei ciclomotori, le quali, in caso di sinistro causatoda ciclomotore truccato, hanno il diritto di rivalersi nei confronti dell'assicu-rato per tutto quanto corrisposto a titolo di risarcimento danni in favore deiterzi, azionando in tal senso una vera e propria clausola di regresso.

S i susseguono le sentenze dei giudici di merito e della Cassazione relative al riconoscimentodel risarcimento del danno non patrimoniale, cosiddetto terminale, trasmissibile agli

eredi, quando tra l’evento lesivo e la successiva morte intercorra un lasso di tempo “apprez-zabile”. L’orientamento della Suprema Corte è sempre stato piuttosto uniforme nel ricono-scere che la sofferenza patita dalla vittima in seguito alle lesioni è qualificabile come una“lucida agonia” autonomamente risarcibile non come danno biologico, ma come danno mo-rale, nella sua ampia accezione; e trattasi inoltre di danno risarcibile “jure haereditatis”, acondizione però che la vittima sia stata in condizione di percepire il proprio stato, e cioè siastata cosciente per un apprezzabile lasso di tempo. Ciò è stato recentemente confermato dallaCassazione nella sentenza n.28423 del 2008. Il presupposto che la S.C. pone a fondamentoè il concetto di “lucida agonia” della vittima. Si deve ritenere che la vittima abbia subìto unasofferenza psichica enorme e degna di risarcimento, ove in seguito alle lesioni sia rimasta co-sciente e vigile ed abbia percepito il proprio stato; quest’agonia deve assurgere ad autonomavoce risarcibile, e per ciò stesso trasmissibile ai congiunti. Viceversa, in caso di coma imme-diatamente conseguito all’evento dannoso, non può ricorrere il danno da “lucida agonia”.Con riferimento alla durata di tempo minima in forza della quale riconoscere la sussistenzadel danno terminale, non c’è tuttora chiarezza. In relazione a tale quesito si può affermareche di recente la giurisprudenza è arrivata a riconoscere come apprezzabile anche un lasso ditempo di sole ventiquattro ore (Cassazione sentenza 19 ottobre 2007 n. 21976). Inoltre, igiudici di merito vengono ammoniti dalla S.C. affinché motivino sempre in sentenza sia inordine alla rilevanza del fattore “durata” che in relazione alla sua incidenza, onde procedereadeguatamente alla valutazione dell'esistenza (an) e della consistenza (quantum) del danno,e di conseguenza della trasmissibilità del diritto risarcitorio iure hereditatis.

di Francesco Vellucci

MASSIMA PRUDENZA ANCHE CON IL SEMAFORO VERDE

SCOOTER TRUCCATI, IN GUARDIA

SOFFERENZA DA LUCIDAAGONIA: RISARCIBILITÀ

Conviene sempre essere prudenti,anche quando si pensa di aver pienamente ragione.

Le assicurazioni si possono rivalere sul responsabile assicurato

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PEDONI: ATTENTI ALTELEFONO!

D a una recente ricerca dell'universitàdell'Ohio (USA) è emerso che il 75%,

del campione intervistato, di chi attraversa lastrada parlando al telefonino viene colpitodalla cosiddetta "cecità da disattenzione". Inaltre parole il soggetto in questione non riu-scirebbe a notare neanche un clown in bici-cletta.

di Lorella Pagliarulo

N ella porzione di Autostrade in concessionesembra che sia stata registrata una note-

vole contrazione degli incidenti: complessiva-mente del 3% a 8.156. A pesare positivamenteil dato degli incidenti che hanno coinvolto mezzipesanti (-15%), soprattutto per quanto concernegli incidenti con conseguenze mortali -23%(235 casi). Il numero di morti su questi trattiautostradali (250) è diminuito di circa il 30%con il contributo statistico di pari entità deimezzi pesanti e dei veicoli leggeri. Un po più leg-gero ma comunque preoccupante anche il bilan-cio dei feriti: 13.600 contro i 14.000 del 2008.

Fonte: il sole 24 ore

SICUREZZA IN AUTOSTRADA: TREND POSITIVO GRAZIE AI TUTORnel 2009 calo dei sinistri

newsnews

tecnologie & sicurezzatecnologia&sicurezza

Scalabilità, rindondanza delle informazioni, fruibilitàimmediata dei dati, auto diagnostica dei malfunzio-namenti, queste le caratteristiche più importanti delnuovo impianto di videosorveglianza realizzato aLecco per Polizia Municipale, Questura e Carabiniericon un investimento di 600 mila euro. «Il tema dellasicurezza urbana passa sia dalla conoscenza, intesacome capacità di ascolto del cittadino e presidio delterritorio, sia dal monitoraggio con un sistema di vi-deosorveglianza a supporto ed in sinergia con i servizimobili di controllo del territorio svolti dalla PoliziaLocale e dallo Stato» questa la visione di Franco Mor-zio, Vice Comandante di Polizia Municipale di Leccoche di recente è dotato di una sala operativa di visionecon quattro monitor al plasma da 50” ed altri displayda 26” (per gli approfondimenti) che visualizzanocontemporaneamente i flussi video provenienti dallezone “sensibili” messe sotto osservazione e le posizionidelle volanti in servizio sulla mappa di Lecco. L’im-

pianto all’avanguardia, realizzato da MediaWebView,consentirà ai cittadini una vita più serena nella con-sapevolezza che le forze dell’ordine, come degli “angelicustodi”, vegliano su di loro (forse a discapito dellaprivacy). In tema di circolazione stradale i casi di uti-lità di tale sistema spaziano dal pronto intervento incaso di sinistro, al supporto alla ricostruzione della di-namica (con conseguente diminuzione dei contenziosigiudiziali e notevole risparmio in spese per la giustiziae minor carico di lavoro per i giudici) al supporto al-l’attività investigativa nella identificazione dei piratidella strada. Costituisce perciò un esempio di quanto

dovrà accadere nei prossimi anni in tutti i centri ur-bani. Chissà poi che l’attività di monitoraggio non sti-moli la proposta di eventuali modifiche strutturali neipunti di maggior incidentalità per l’ottimizzazionedella rete viaria...

LECCO, 365 GIORNIIN SICUREZZAIl tema della sicurezzaurbana passa sia dallaconoscenza sia dal monitoraggio in sinergiacon i servizi mobili dicontrollo del territorio

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52 Postazioni di videocontrollo

11 Gruppi di videosorveglianza

1 Centrale Operativa presso Polizia Municipale

2 Centrali secondarie di visione presso la Questura ed i Carabinieri

I NUMERI

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Guida pratica per l'educazione stradale di Giannini Anna M., Sgalla Roberto

DescrizioneCome si acquisisce una condotta sicurasulla strada? E a quale età è bene comin-ciare a formare i ragazzi all'educazionestradale? Competenze sinergiche prove-nienti dal mondo universitario e della Po-lizia Stradale, con il supporto di ANIA, delMinistero delle infrastrutture e dei trasportie del Ministero dell'istruzione, dell'univer-sità e della ricerca hanno cooperato per tro-vare risposte e metodi a questi interrogativi.Poiché il consolidamento e l'interiorizza-zione di atteggiamenti corretti verso lenorme richiedono tempo e continuità, di-venta importante avvicinare i bambini aitemi del comportamento sicuro in stradagià dai primi anni della scuola primaria,utilizzando metodi adatti ed efficaci. A talfine il volume si presenta come una sorta di«cassetta degli attrezzi» in cui giochi, tavoleillustrate ed esercizi si affiancano a infor-mazioni significative sul tema. L'efficaciadel modello formativo proposto è stata te-stata e verificata durante la campagnadella Polizia Stradale Icaro 9. Il libro si ri-volge sia alle figure professionali coinvoltenella promozione della prevenzione dei ri-schi di incidente, come insegnanti, psico-logi, educatori e operatori delle Forze diPolizia, sia ai genitori che possono utiliz-zare i suggerimenti proposti per costruirecon i loro figli un corretto atteggiamentoverso la sicurezza stradale.

Dettagli del libroTitolo: Guida pratica per l'educazione stra-dale. Linee guida e percorsi. Scuola primariaAutori: Giannini Anna M., Sgalla RobertoEditore: Centro Studi Erickson (collanaGuide per l'educazione)Data di Pubblicazione: 2009ISBN: 9788861375246Dettagli: p. 164Prezzo:18,00 euro

L'angelo della mia vita. Piccoli miracoli intorno a medi Dalila Di Lazzaro

DescrizionePerso il figlio Christian in un tragico inci-dente d'auto nel 1991, Dalila Di Lazzaronon si è mai arresa alla sua prematurascomparsa. La sua forza e il suo amore osti-nati per il figlio appena ventiduenne, sonostati presto ricompensati, poiché lo stessoChristian ha cominciato a inviarle segnidella sua presenza, a partire da una lettera,scritta da una medium, in cui assicuravaalla mamma che le sarebbe stato sempre ac-canto, come uno dei suoi angeli. Per l'at-trice ha così avuto inizio una nuova vita, omeglio la vita di prima si è rivelata in tuttala sua pienezza, mostrando la ricchezza diquelle presenze che riempiono l'esistenza dichiunque abbia il cuore e gli occhi apertiper scorgere una dimensione "oltre" la nor-malità della vita terrena; una dimensionein cui non si è mai soli, in cui ognuno èsempre accompagnato dai propri angeli, cu-stodi fedeli in ogni prova e difficoltà dellavita.

Dettagli del libroTitolo: L'angelo della mia vita. Piccoli mi-racoli intorno a meAutore: Di Lazzaro DalilaEditore: PiemmeCollana: Piemme pocket. Serie oroData di Pubblicazione: 2009ISBN: 8856604485ISBN-13: 9788856604481Pagine: 207Prezzo:13,50 euro

Strage Continua di Elena Valdini

DescrizioneAbbiamo paura di tutto, ma non degliscontri stradali. Ogni anno muoiono al-meno settemila persone, ma per molti sonovittime di serie B. Svizzera, Svezia e Fran-cia investono più di venti euro per cittadinoin sicurezza stradale, in Italia nemmeno uncentesimo nel triennio 2004-2006 e 90centesimi per il 2007-2009. Una strage diStato, per assenza, per colpevole distrazione(ci costa 35 miliardi ogni anno). Ma la so-cietà civile reagisce: per legittima difesa, pernon lasciare soli coloro che sono toccatidalla tragedia e spesso neanche risarciti,mentre il colpevole facilmente sfugge allapena. Morire sulle strade è un problema darimuovere, come una guerra che però nonsposta voti e non fa spettacolo. Troppo so-lidi gli interessi in gioco (auto, telefoni, con-sumo di alcol, locali notturni). Un tragicointreccio, sulla nostra pelle. Su quella deigiovani soprattutto. Questo libro è un viag-gio fra le storie delle vittime e le leggi cheancora mancano, è la testimonianza di unaventisettenne che, come molti altri ragazzi,ha visto morire degli amici sulla strada eha voluto provare a capire le ragioni di unastrage continua e inaccettabile.

Dettagli del libroTitolo: Strage continuaAutore: Valdini ElenaEditore: ChiarelettereCollana: ReverseData di Pubblicazione: 2008ISBN: 8861900658ISBN-13: 9788861900653Pagine: 200Prezzo:12,00 euro

La vita è una cosa meravigliosadi Stefano Zuffi

Descrizione"Ogni volta che ci mettiamo in viaggioanche solo per andare al lavoro, l'animasogna di seguire una vocazione, un percorsomisterioso, inafferrabile. Non è mai il so-lito cammino, la solita routine... Quantorestiamo delusi, quando ci accorgiamo cheè il solito viaggio, che non abbiamo incon-trato nuove avventure o persone capaci dicambiarci la vita, l'esistenza! Ogni voltache siamo al volante siamo pronti a nuovemete, ma forse il vero traguardo è percepireche siamo lì, presenti, rilassati" (Dall'in-troduzione di R. Morelli)

Dettagli del libroTitolo: La vita è una cosa meravigliosaAutore: Zuffi StefanoEditore: Mondadori ElectaCollana: Libri illustratiData di Pubblicazione: 2010ISBN: 8837072775ISBN-13: 9788837072773Pagine: 220Prezzo:12,90 euro

L’Editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici di alcune immagini senza riuscire a reperirli. È ovviamente a totale disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti

consigli di letturalibri

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EDITORE ASSOCIAZIONE QUESTO NUMERO COME CONTATTARCIBASTA SANGUE SULLE STRADEorgano ufficiale trimestrale dell’Associazione BastaSangue sulle Strade - Associazione Familiari e Vit-time della Strada Onlus.Sede legale: Viale Abruzzi, 13/A - 20131 Milano.Codice Fiscale 97524270150 Registrazione Tribunale di Milano n° 119 del 12.03.2010

Direttore Responsabile Alen CustovicDirettore Editoriale Valerio Del DucaL’editore garantisce la massima riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente larettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D.leg.196/2003 scrivendo a:[email protected]

BASTA SANGUE SULLE STRADE Onlus è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 2009

Presidente: Francesco VellucciVicepresidente: Valerio Del DucaTesoriere: Francesco VellucciSegretario: Giacinto Picozza

Consiglio Direttivo:Francesco Vellucci Valerio Del Duca Giacinto Picozza Annamaria ColosiniRoberto Colosini

ANNO I - NUMERO 0 - III TRIMESTRE 2010 (free press – copia omaggio)Hanno collaborato: Roberto Libralato - MariaCristina Lani - Alessan-dro Nolli - Orazio Di Tommaso - Patrizia Reina -Sacha Antony Strub - Lorella PagliaruloGrafica e impaginazione: ErmesStampa: Litosud S.r.l.Finito di stampare a settembre 2010 in 30.000 copiePer ricevere i numeri arretrati (ove disponibili) è suffi-ciente inoltrare una richiesta all’indirizzo mail:[email protected] costo è di € 5,00 a copia da corrispondere a mezzobonifico bancario. IBAN: IT91 R076 0101 6000 0009 7175 442 intestato a Basta Sangue sulle Strade Onlus

BASTA SANGUE SULLE STRADE Onlus

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Internet: www.bastasanguesullestrade.org

Per la pubblicità su Basta Sangue sulle Stradecontattare: Sacha Anthony Strub

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DALLA TUA PARTE

La nostra associazione aiuta ogni anno centinaia di vittime della strada e loro familiari. Se tu o un tuo familiare siete rimasti vittime di un sinistro stradale, per ottenere giustizia, ed il risarcimento dei danni tutti subìti, non esitate a contattarci. Sarà nostra cura fornirvi l’assistenza legale e medico-legale necessaria.

www.bastasanguesullestrade.org Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus

800-620210