bergamo economia - aprile2012

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APRILE 2012 - anno 6 - numero Economia, attualità, costume e stile ABBIAMO FUSO IL MOTORE Intervista esclusiva all'anti/modernista per eccellenza: Massimo Fini «Art.18? Non m'interessa. Dobbiamo importare il modello svizzero» «POSITIVO IL 2011». NONOSTANTE OFFANENGO Gianfranco Bonacina, presidente della Bcc di Treviglio, anticipa i numeri della prossima assemblea generale di bilancio Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. 52 DA B2B A «BUSINESS-TO-CONSUMER» Il futuro dell’economia bergamasca e gli scenari fieristici visti da Stefano Cristini, direttore tecnico di Promoberg INCHIESTA ESCLUSIVA. Le banche non aiutano le aziende? Svelate da Confiab, Confapi Lombarda Fidi, Creditagri Italia, Fogalco, Cooperfidi Italia, Cooperativa Artigiana di Garanzia, Liaeurofidi e Italia Com-fidi le principali iniziative per sostenere il tessuto economico bergamasco Stretta creditizia? Ecco le soluzioni dei Confidi

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Bergamo Economia - Aprile2012

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APRILE 2012 - anno 6 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

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Intervista esclusiva all'anti/modernista per eccellenza: Massimo Fini«Art.18? Non m'interessa. Dobbiamo importare il modello svizzero»

««PPOOSSIITTIIVVOO IILL 22001111»».. NNOONNOOSSTTAANNTTEE OOFFFFAANNEENNGGOO

Gianfranco Bonacina, presidente della Bcc di Treviglio, anticipa i numeri della prossima assemblea generale di bilancio

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Il futuro dell’economia bergamasca e gli scenari fieristicivisti da Stefano Cristini, direttore tecnico di Promoberg

INCHIESTA ESCLUSIVA. Le banche non aiutano le aziende? Svelate da Confiab, Confapi Lombarda Fidi, CreditagriItalia, Fogalco, Cooperfidi Italia, CooperativaArtigiana di Garanzia, Liaeurofidi e Italia Com-fidi le principali iniziative per sostenere il tessuto economico bergamasco

Stretta creditizia? Ecco le soluzioni dei Confidi

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12 «Barbaro sognante»Rigore, crescita ed equità Maroni: «No. Tasse, tasse e tasse»

16 ContributoProposte per un fisco che (forse) verrà

18 Società & EconomiaMassimo Fini:«Dobbiamo tornare indietro,abbiamo fuso il motore»

34 Pillole di finanzaClaudio Rossi:quando si deve risparmiare

36 Bergamo sviluppoBergamo Sviluppo, la nuova mission di Bergamo Formazione

40 Parola all’associazione«Impresa sociale»Una risposta alla crisi

ECONOMIA

SOMMARIOAprile 2012

PAGINA 30Gianfranco BonacinaPresidente della BCC Treviglio«Bilancio positivo». Nonostante Offanengo

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44 Punti di vistaLiberalizzazioni? Una lenzuolatacon i soliti buchi

48 Leggere la leggeQuando conviene rivolgersi all'avvocato per recuperare il credito

50 Case history«Per fare un bergamasco ci vogliono due cinesi»

54 DelocalizzazioniFiber delocalizza?No. Per ora assume

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SOMMARIOAprile 2012

56 PortafoglioLa difesa del patrimonionell'Italia di Mario Monti

58 Edilizia e sostenibilità«EDIL 2012 TECH»,la risposta più importante

62 Economia localeIl futuro del B2B? Mutare in «Business-to-Consumer»

66 EurekaEdil 2012: battere la crisi a colpi d’innovazione

72 La telenovelaFuori la Decdall'ospedale della Trucca

74 Accesso al creditoiFidi: la pedemontanadel credito targata Cna

78 Enfant prodigeGori sale in cattedra e «scende in campo»

24 CopertinaI confidi, ultima trinceacontro la crisi

82 Top businessCoperture Futuro,sul tetto dell'avvenire

BUSINESS

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SOMMARIOAprile 2012

RUBRICHE& EVENTI

BERGAMO ECONOMIA

Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale

di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007)

Società editrice: Speb S.r.l.Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo

Presidente: Marino Lazzarini

REDAZIONE:

Direttore responsabile: Paolo Agnelli

Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi

Caporedattore: Luca T. BilottaMail: [email protected]

Redattore: Livio CasanovaMail: [email protected]

Fotoreporter: Giorgio ChiesaMail: [email protected]

Consulenti: Marco Amorese, Federica Ferrari,Claudio Rossi, Barbara e Cristina Putortì

Art: Francesco LegramantiMail: [email protected]

PUBBLICITA’:

Tel. 035 678812

Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato

Mail: [email protected]

Concessionaria pubblicità nazionale:A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano.

Tel. 02 57494211

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n 24122 Bergamo

INFO:

Stampatore: Quadrifolio S.p.a.24052 Azzano San Paolo (Bg) - Via Emilia, 17

Tel. 035 330100

Abbonamenti: 035 678808Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

www.bergamoeconomia.it

88 Nuova concezione«Devero Medical Spa»,salute e benessere

100 Vento di poppaDal Messico al Boba, l'YCBG festeggia con Lario Bergauto

92 Behind the scenesL'unico Serviceche può chiamarsi BMW

96 Provata per voiNissan GT-R, l'unica supercar da città

108 Chi, dove e perchèFoto e curiosità

104 Alta quota«8000 metri di vita», Simone Moro incontra i Lions Clubs

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L’editorialeAprile 2012

La satira sfida l'economia? No, la spiega con Fitoussi

Nella noia mortale del palinsesto televisi-vo italiano, fra Grande Fratello e MariaDe Filippi con i suoi programmi "Amici" e

"Uomini e Donne", le scorse settimane abbiamoavuto modo di osservare con interesse un'intervi-sta rilasciata a cuore aperto da Jean-PaulFitoussi direttamente a La7. Nulla di particolare,del resto è un personaggio pubblico ed è norma-le che rilasci dichiarazioni o interviste. Quello chepare strano però, è che dinanzi a Serena Dandini- ottima presentatrice, ma certamente non un'e-sperta d'economia internazionale - e soprattuttoil comico Dario Vergassola (simpaticissimo, manon un giornalista de "Il Sole24Ore") abbia parla-to chiaramente della situazione economica inter-nazionale ed italiana. Mai un economista erastato così chiaro, simpatico e spesso pungentesu argomenti d'attualità. A questo punto ci si puòchiedere quale sia la vera faccia dell'economia:quella istituzionale o quella televisiva? Lo si deveammettere: Fitoussi è sempre stato chiaro espesso controcorrente. E' stato capace di preve-dere la crisi economica del vecchio continente inanticipo, anche se all'inizio era stato consideratoquasi "pazzo". Anche questa volta Jean-PaulFitoussi l'ha cantata senza peli sulla lingua. Haespresso chiaramente il suo pensiero di econo-mista Presidente degli studi politici di Parigi edell'Osservatorio francese della congiuntura eco-nomica. Senza dimenticare qualche battuta alveleno nei confronti del premier Monti e, seppurfrancese, di Nicolas Sarkozy e persino dell'amicaAngela Merkel. "C'è stima nei riguardi di Montiin Europa, ma è troppo serio", attacca incalzatodalla conduttrice, "del resto è un professore". Laserietà non è però un difetto: "Non è assoluta-mente un problema, è che non siamo più abitua-

ti a vedere politici seri soprattutto in Italia".Dichiarazioni pesanti, poi incalza sull'Articolo 18e bacchetta. La modifica voluta dal Professorenon serve a nulla né serve il licenziamento facileper favorire gli investimenti stranieri in Italia. "Ciòche occorre - ha proseguito - è avere meno buro-crazia, più accessi facilitati per la creazione di

nuove imprese, meno mafia e quindi più certezzadella sicurezza e della trasparenza. E infine menocorruzione. Se l'Italia assicurasse questo gli inve-stitori tornerebbero, e licenziare sarebbe l'ultimodei problemi". "I lavoratori sono come bambini:essendo deboli, vanno protetti. Così non lo si fa".Ma il vero problema qual è allora? "Ci sono trop-pi contratti collettivi, troppa confusione: questo èil vero problema italiano sul fronte lavorativo".Ragionamento economico profondo? No, solobuon senso e capacità di lettura dell'attualità.Monti ha risposto da par suo: "I governi prece-denti hanno concesso troppo alle parti sociali".Fitoussi ha ribaltato un altro assioma "montiano",quello della rigidità dei conti dello Stato. "Meglioche si indebiti lo Stato che tante famiglie e pun-

tare alla rigidità del bilancio dello Stato è solouna ipocrisia". E passando all'Europa ecco la glo-balizzazione: "In Europa siamo capaci di farci delmale da soli, non serve il resto del mondo. Lasituazione attuale non è colpa della globalizza-zione. Abbiamo creato l'Europa senza clausola disalvataggio: e allora come possiamo essere unitise non ci si aiuta a vicenda? Questo è il vero pro-blema, come il debito unico europeo che non esi-ste". Altra analisi d'alta economia? No, altrobuon senso quasi tragicomico. Poi passa allaGermania: "Conta sulle esportazioni, ovvero suglialtri per la propria forza economica. Può sempremodificarsi questo fattore, bisogna fare attenzio-ne a chi compra i tuoi prodotti ed aiutarli. Senzadi loro non si ha forza". Infine, incalzato daVergassola afferma su Merkel e Sarkozy: "Nonriesco a comprendere se non capiscono l'econo-mia o fanno finta di non capire". Un crescendo dirivelazioni, che culmina con il debito pubblico:"Ogni bambino che nasce in Italia, si porta sullespalle circa 30 mila euro di debito pubblico? Vero,ma sono anche proprietari di un pezzo d'Italia.Alla fine non è poi così alto come prezzo da paga-re con tutte le bellezze che guadagnano". Unalogica sopraffina, quella di Fitoussi, che riesce inpoco tempo a ribaltare concetti complicati ren-dendoli semplici in modo disarmante. Se fossespiegata così l'economia mondiale, forse tutti noisaremmo molto più sereni. O forse no, ma per lomeno sapremmo quali sono i problemi e cosa ciaspetta. Paradossale però che, per dire le cosecome realmente stanno, si debba andare ad unoshow televisivo in cui satira e comicità sono iltema portante. Che significa? Meglio non rispon-dere e darci, tutti insieme, la risposta interior-mente. Sappiamo già il perché.

IL CAPOREDATTORE

DI LUCA T. BILOTTA

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E' il nuovo presidente designato per Confindustria, il che vuol dire chedal prossimo maggio Giorgio Squinzi succederà a Emma Marcegagliacome leader degli industriali. Nato a Cisano Bergamasco, il 18 maggio1943, una laurea in chimica industriale e honoris causa in ingegneriachimica, il prossimo presidente di Confindustria è un esempio per l'im-prenditoria italiana. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1998, con lui l'a-zienda fondata assieme al padre Rodolfo (la Mapei) si è trasformata daimpresa familiare a multinazionale, leader nella produzione di adesivi eprodotti chimici per l'edilizia. A differenza di Alberto Bombassei, Squinzi- cattolico e appasionato di sport (ama il ciclismo, vedi Team Mapei; maanche il calcio, è milanista e proprietario del Sassuolo, squadra delcampionato di Serie B) - porterà Confindustria a una riorganizzazionenel segno della continuità con la gestione Marcegaglia. Come nuovoleader di Confindustria Squinzi si presenta come un mediatore: "Sonoper un colloquio continuo, costruttivo", ha spiegato parlando del suoapproccio nelle relazioni industriali. "Non sono per gli scontri", ha sot-tolineato. E "non sono una colomba, come invece sono stato descritto".

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Il vincitore

Mr Brembo si consola in Cina

Notizie in breve435.552 euroE' il reddito imponibile dichiarato da Giorgio Jannone del PdL. Ilpiù ricco tra i parlamentari bergamaschi. Chiude la classifica deiricchi/poveri Sergio Piffari, dell'Italia dei valori, con 111.119 euro.

658.291 euroE' il reddito imponibile dichiarato dal sindaco Tentorio, il più riccoa Palazzo Frizzoni. Curiosità: il primo cittadino non smentisce lafede atalantina, con 5 azioni della "Atalanta Bergamasca Calcio".

Un cisanese alla guida di Confindustria

Lo sconfitto

Alberto Bombassei ha riconosciuto immediatamente la vittoria di Giorgio Squinzi e subito dopoil voto il presidente della Brembo ha dichiarato che il risultato dimostra "quanto sia ampia la real-tà degli imprenditori italiani che spinge per un profondo cambiamento di Confindustria. E' la realtàche rappresenta le aree più industrializzate del Paese, a cui il presidente designato non potrà nonprestare ascolto". Mister Brembo può comunque trovare consolazione dall'imminente taglio delnastro nel nuovo stabilimento di Nanchino, in Cina, programmato per il 26 aprile prossimo. La noti-zia è rilanciata dal Giornale di Vicenza (Bombassei è vicentino di nascita) che aggiunge alcuni par-ticolari; partner dell'operazione sarà un'impresa locale, la ViMacchine, che ha standardizzato deter-minati processi industriali del ciclo Brembo per eliminare il truciolato dalle lavorazioni meccanichedi precisione, ottenendo dischi frenanti completamente torniti. Presente in Cina dal 2000, la socie-tà di Bombassei ha presentato l'acquisizione di Nanchino nel dicembre 2009, per un valore di 8,5milioni di euro. Nello stabilimento, ceduto dalla Donghua Automotive Industrial (ex Nanjing auto-mobile group corporation), che è il socio cinese ormai consolidato del gruppo bergamasco, era statoannunciato un investimento di altri 20 milioni fino al 2014 (più 20 milioni nella joint venture).

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ECONOMIA&BUSINESS

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«BARBARO SOGNANTE»

«Il no del Governo alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020 è l'unica cosa positiva del Governo Monti». Il leghista, ex Ministro degliInterni, incontrando a Telgate gli imprenditori bergamaschi, non fa scontia nessuno e boccia l'azione del nuovo esecutivo guidato da Mario Monti

Rigore, crescita ed equitàMaroni: «No. Tasse, tasse e tasse»

"Il no alle Olimpiadi a Roma è l'unica cosa positiva che il Governo Montiha fatto da quando si è insediato". E' il primo (e unico) apprezzamento diRoberto Maroni, ospite al centro monsignor Biennati di Telgate, alPremier Mario Monti per il no del Governo alla candidatura di Roma per

le Olimpiadi 2020. L'ex Ministro degli Interni, accompagnato dal vice presidente diRegione Lombardia Andrea Gibelli, dal presidente della Provincia di Bergamo EttorePirovano, dagli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio e dal segretarioprovinciale Cristian Invernizzi, ha incontrato gli imprenditori del territorio. A detta diMaroni, le principali criticità che devono affrontare le imprese"che pretendiamo dirappresentare" sono: "La pressione fiscale elevata, l'eccesso di burocrazia pubblicae un sistema bancario distante". Sul tema della pressione fiscale: "Il governo Monti

PHOTO DI GIORGIO CHIESA

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non solo non ha fatto nulla, ma ha fatto il con-trario di quello che doveva fare. Dal trinomio ini-ziale di buoni propositi rigore, equità e crescitasi è rimasti a tasse, tasse, tasse. Monti ha inve-stito molto sulla crescita, ma sulla crescita dellapressione fiscale, che non è una buona notiziaper gli imprenditori e per le famiglie. Il Governoha agito solo sul fronte del prelievo, aumentan-do tutto quello che era possibile aumentare,senza che questo abbia comportato un aumen-to della crescita, che era l'obiettivo vero".Citando una ricerca di Confcommercio ha spie-gato come la pressione fiscale legale, cioèquella gravante sui contribuenti in regola, que-st'anno raggiungerà il 55% portando il Paese alnumero uno della classifica europea e quindimondiale. Lo ha sottolineato: "Nel 2012 rag-giungeremo tre record: quello del più rapidoincremento della pressione fiscale apparentenella storia repubblicana, quello di raggiungereil massimo storico assoluto in termini di pres-sione medesima (45,2%) e, infine, quello di rag-giungere il massimo mondiale in termini dipressione fiscale legale (cioè effettiva sui con-tribuenti in regola)".Sempre sul tema della cre-scita oltre alle tasse "sta crescendo anche ladisoccupazione e il debito pubblico. Questoenorme aumento della pressione fiscale non èservito a ridurre il debito pubblico, anzi è statocalcolato che da quando c'è il Governo Monti,ogni mese il debito pubblico è aumentato di 15miliardi e si aspetta il record il prossimo 28 apri-le, quando sfonderemo i duemila miliardi dieuro. Se l'obiettivo era aumentare la pressionefiscale per ridurre il debito pubblico allora èstato clamorosamente mancato. Se questa è lacrescita, era meglio prima". Discutibile, secon-do Maroni, anche la scelta del Governo di rim-borsare, con i soldi "rastrellati"dalle riforme, undebito contratto con una banca americana piut-tosto che destinare la stessa cifra alle Pmi. Lanotizia non è affatto nuova, ma era già nota allecronache finanziarie proprio dallo scorso 3 gen-naio, grazie ad una comunicazione della stessabanca a stelle e strisce. L'agenzia finanziariaamericana rimarca come in data 3 gennaio,Morgan Stanley sia rientrata da una posizioneche aveva nei confronti della RepubblicaItaliana, da 6.268 miliardi di dollari a 2.887miliardi, per una differenza, appunto, di 3.4miliardi, corrispondenti a 2.567 miliardi di euro.Tuttavia, è stata riportata ancora una volta daBloomberg e continua a scatenare non pochi

interrogativi e perplessità. "Discutibile ancheperchè quest'anno in Italia è previsto un meno4% di crescita del pil, e fra un mese avremo la'paccata' vera nella tasche dei cittadini, quandotutti dovranno pagare l'Imu".L'ex Ministro degliInterni è andato alla carica contro il "sacco delNord", cioè il prelievo della liquidità (8,6 miliar-di di euro) delle tesorerie di Regioni, Province eComuni da trasferire nella tesoreria centrale diBankitalia, a Roma. "Una lesione dei principi delfederalismo - ha spiegato Maroni - è la politicadel gambero sul federalismo, ma è anche unalesione dei principi fondamentali della nostraCostituzione. È il principio di sussidiarietà, chedice che tutto ciò che può essere fatto a livellopiù basso dell'organizzazione dello Stato, cioè iComuni, deve essere lasciato lì. Sono soldi deiComuni e dei cittadini, che i Comuni hanno per-ché hanno risparmiato e non perché qualcunoglieli ha regalati. Sono soldi che i Comuni spen-

dono per pagare i loro fornitori, che sono picco-le e medie aziende che danno servizi e fornitu-re ai Comuni che sono in credito per 60 miliardidi euro, e che oggi rischiano di chiudere. Quindiquesta manovra rende ancora più difficile lavita dei Comuni e dei cittadini perché diminui-scono i servizi. C'era bisogno di tutto, tranne diquesto". Critico anche per quanto riguarda ilmercato del lavoro "La riforma è sbagliata nelmerito e rischia di rendere più complicata la vitaalle imprese. E' una riforma che a noi non piacenon tanto e non solo per l'articolo 18, che è unpasticcio. In un momento drammatico comequesto investire sul lavoro significa aumentarele possibilità di assumere, non di licenziare.

Come dice il giuslavorista bergamascoTiraboschi, che di queste cose se ne intende,questa riforma fa arretrare di 10 anni le riformefatte con Marco Biagi". Per Maroni anche "l'in-gresso per i giovani sarà più complicato e piùcostoso" e in merito al giudizio positivo espres-so dall'Ocse sulla riforma del mercato del lavo-ro del governo Monti "mi chiedo quale riformadel lavoro abbia visto l'Ocse. Io che sono unmembro del Parlamento non l'ho ancora vista.E' stata approvata una misura "salvo intese" eavendo frequentato Palazzo Chigi so cosa vuoldire. Si tratta di una cartella vuota con scritto:Riforma del Mercato del Lavoro. Non conoscia-mo il testo ma solo indiscrezioni di stampa eche l'Ocse si metta a dare giudizi su indiscre-zioni di stampa rivela che c'è un appoggio algoverno Monti a prescindere, e questo non vabene".Tornando a pressione fiscale, burocraziae banche, che rappresentano due-terzi delle dif-

ficoltà che devono affrontare le Pmi, l'exMinistro degli Interni ha chiuso l'incontroproponendi un taglio "selettivo" della stessapressione a favore di chi produce ricchezza eha citato, in particolare, un taglio del 15 percento ipotizzato dall'economista Luca Ricolfi.Sulla burocrazia propone di riattivare subito ilprocesso di federalismo fiscale e di spesastandard per tagliare i costi della spesa cor-rente dello Stato e sul tema del credito per lacrescita del paese "serve una moral suasionnei confronti delle banche affinché garanti-scano il credito alle imprese". Lasciato ilGoverno il partito di Bossi e Maroni prova atornare la Lega di lotta.

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Il quotidiano "Il Sole - 24 Ore", particolar-mente autorevole in questa fase storica chevede i "tecnici" alla gestione dell'Esecutivo,ha posto in essere un'interessante iniziativa,

chiamando i propri lettori a esprimersi su diver-se ipotesi di modifica, semplificazione e ottimiz-zazione del sistema fiscale italiano.L'idea è stimolante anche in considerazionedella preparazione tecnica della platea degliinteressati e del fatto che il Sole 24 Ore ne hapresentato i risultati al Governo, che proprio inquesti giorni sta preparando un nuovo DecretoLegge in materia fiscale.La grande maggioranza degli intervenuti havotato quale migliore ipotesi di riforma un pro-getto che da anni è sul tavolo dei governi che sisono succeduti alla guida del Paese, ma che nonha mai preso corpo: creare un conflitto di inte-ressi tra venditori e consumatori finali, consen-tendo a questi ultimi di detrarre parte dellespese sostenute per beni e servizi (nell'ipotesideterminate in una quota del 25%, ovvero unapercentuale superiore all'Iva applicata sull'ope-razione, che il consumatore è tenuto a pagare incaso di cessione "regolare"); un provvedimentodi questo tipo stimolerebbe il consumatore arichiedere al cedente la documentazione fiscaleinerente la cessione (scontrino, ricevuta fiscale,fattura), in modo da poterla inserire nella propriadichiarazione fiscale. Ciò che attualmente acca-de, invece, è l'esatto contrario: venditore e con-sumatore hanno il medesimo interesse ad unacessione "in nero", in quanto il primo risparmiasulle imposte dirette, e il secondo sull'Iva.Finora un provvedimento di questo tipo non èmai stato adottato in quanto a fronte della cer-

tezza di un minore gettito dovuto alle detra-zioni dei consumatori farebbe fronte l'incer-tezza del maggiore gettito da parte dei ven-ditori. Per evitare un rischio di questo gene-re, l'operazione potrebbe essere all'iniziointrodotta limitatamente ad alcuni settoriritenuti a maggiore rischio di evasione fisca-le, quali quello delle manutenzioni ordinarie

domestiche , delle locazioni o delle spese sostenu-te per servizi professionali (avvocati, notai, com-mercialisti, architetti, ecc.).La seconda proposta con maggiori consensi è rela-tiva all'introduzione di una "fiscal card" che garanti-sca benefici fiscali e detrazioni sui pagamenti dibeni e servizi effettuati con modalità tracciabili anzi-ché per contanti. In sostanza si tratterebbe di ripen-sare il contrasto all'uso del denaro contante (che

spesso è associato ad acquisti in evasione di impo-sta) ribaltando l'attuale impostazione: anzichépenalizzare l'uso del contante, imponendo soglie diutilizzo molto rigide (ad oggi pari a 999,99 Euro) chepenalizzano diverse categorie di utenti non impe-dendo comunque l'uso fraudolento, si tratterebbedi premiare chi decide di effettuare i propri acquisticon modalità tracciabili (anche immediatamente daparte dell'erario, appunto mediante "carte fiscali").Una tale iniziativa potrebbe combinarsi con laprima, consentendo detrazioni fiscali (ad esempiopari al 25% del costo del bene o del servizio) a chieffettui acquisti tracciati con "fiscal card".Le altre proposte per un fisco migliore riguardanointerventi più tecnici ma che interessano vastissimecategorie di operatori.Da una parte si invocano provvedimenti che possa-no alleggerire gli adempimenti richiesti ai contri-buenti, che sono notoriamente pesanti, complessi enon di rado inutili; si va da una generale semplifi-cazione dei modelli dichiarativi e, (ma forse è chie-dere troppo) a una uniformità degli stessi nel corsodei diversi periodi, all'abolizione della dichiarazioneIMU, dello "spesometro" (al limite da sostituire conuna riedizione degli elenchi clienti - fornitori) e delledichiarazioni "black list" allo snellimento dei model-li Intrastat (quelli italiani sono tra i più complessi inEuropa).Dall'altra parte si chiedono interventi di tutela delcontribuente, troppo spesso sottoposto a sanzionidraconiane a fronte di illeciti o scorrettezze di lieveentità: in questo senso le proposte tese a eliminarele sanzioni sugli errori formali (e la precisa indivi-duazione di tali fattispecie) e a correlare l'entitàdelle pene conseguenti a reati tributari alla effetti-va dimensione dell'impresa.

CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì

Proposte per un fisco che (forse) verrà

Il sole 24 ore chiede aiuto ai lettori

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"Un Modello di sviluppoatroce, sfuggito al con-trollo anche di chi pre-tende di governarlo, ci

sta schiacciando tutti, uomini e donne diogni mondo. Proiettandoci a una veloci-tà sempre crescente, che la maggioran-za non riesce più a sostenere, verso unfuturo orgiastico che arretra costante-mente davanti a noi - perché è lo stessomodello che lo rende irraggiungibile -crea angoscia, depressione, nevrosi,senso di vuoto e inutilità. In occidentequesto modello paranoico è riuscito nel-l'impresa di far star male anche chi stabene (566 americani su mille fanno usoabituale di psicofarmaci). Esportato ovun-que, per la violenza dei nostri interessi equella, ancor più feroce, delle nostrebuone intenzioni, il modello occidentaleha disgregato popolazioni, distrutto cultu-re, identità, specificità, diversità, territori,tutto cercando di omologarle a sé". Sonoqueste le prime parole che si leggono nel"Manifesto dell'Antimodernità", redattoda Massimo Fini, giornalista, scrittore,drammaturgo, attore e attivista italiano,

che nel 2005 ha fondato il movimentopolitico "Movimento Zero", ispirato aiprincipi di primitivismo, anti/moderni-smo, decrescita e democrazia diretta.Lo abbiamo intervistato per voi toc-cando una pluralità di temi, gli stessi

che sono saliti agli onori della crona-ca economica, e non, in questi ultimimesi. La visione che ne consegue puòessere condivisa o meno, ma è senz'al-tro uno stralcio lucido e profondo di

uno dei più grandi intellettuali italiani.

"La necessità aguzza l'ingegno, lasicurezza lo ottunde". Lei ha scrittosul problema del lavoro andandocontrocorrente, potrebbe illustrarcila sua visione?"Esiste già un sistema molto semplicein Svizzera, che non si pone il problemadell'Articolo 18. Infatti, il lavoratore puòessere licenziato in qualsiasi momento,ma ha diritto ad un sussidio di disoccu-pazione molto alto e nello stesso tempopuò frequentare gratuitamente corsi diqualificazione che lo abilitano a settoriche in quel momento sono un traino perl'economia. Dopo qualche tempo l'uffi-cio del lavoro gli propone un'offerta,che lui può rifiutare, fino ad un massi-mo di tre occasioni. Solo a quel puntoperde il suo sussidio. Questo è un siste-ma semplice che a mio avviso è anchepiù equo, in quanto la cassa integrazio-ne - in realtà - è stato il modo con cuil'imprenditore privatizzava i profitti esocializzava le perdite, scaricando tuttosulla collettività. Ma andava bene

ECONOMIA&BUSINESS

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SOCIETÀ&ECONOMIA

Intervista esclusiva a Massimo Fini, fondatore del movimento politico«Movimento Zero», ispirato ai principi di primitivismo, anti/modernismo,decrescita e democrazia diretta

«Dobbiamo tornare indietro,abbiamo fuso il motore»

A CURA DI GIORGIO CHIESA

«Mestieri come il contadino in primis

(perché arriverà il momento in cui

bisognerà ritornare allaterra), ma anche il fale-

gname e l'idraulico,diventeranno sempre

più ricercati»

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«La cassa integrazione è statoil modo con cui l'imprenditore privatizzava i profitti e socializzava le perdite, scaricando tutto sulla collettività, bisogna importareil modello svizzero»

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anche agli operai, è stato sostanzial-mente il modello assistenzialistico delNord. Parlo portando l'esempio dellaprima CIG della Fiat, dove i cosiddetti"barotti" - vale a dire operai ex contadi-ni che possedevano campi - lavoravanosui loro terreni in nero contemporanea-mente alla difficoltà dell'azienda.Quindi, se tu sei garantito a vita, nonhai alcuno stimolo a cercarti un altrolavoro, è umano ed è ovvio, per questola soluzione svizzera è intelligente, nonvedo altra via. Il modello di sviluppocosì concepito, infatti, è arrivato al limi-te, non credo si possa creare nuova pro-duzione e nuovo lavoro".

"Della manualità avremo presto tuttiestremo bisogno. L'uomo SapiensSapiens deve fare qualche passoindietro". Dove dovrebbe esatta-mente tornare l'uomo per vivereadeguatamente?"Mi sembra evidente che in un sistemabasato sulle tecnologie noi abbiamoperso qualsiasi capacità manuale. C'èun'iniziativa molto interessante fatta dauna casa editrice che si occupa di brico-

lage, per tornare ad insegnare ai bam-bini la manualità. Mestieri come il con-tadino in primis (perché arriverà ilmomento in cui bisognerà ritornare allaterra), ma anche il falegname e l'idrau-lico, diventeranno sempre più ricercatiper la loro indispensabilità. E' ancheuna questione culturale".

Qual è, a questo punto, il modelloimprenditoriale che può "portarciavanti"?"Non bisogna cercare un modello perandare avanti, ma uno per tornare indie-tro. Quindi, non sono in grado di propor-re modelli imprenditoriali. Nella realtà, ildramma del mondo in cui siamo immer-si è che siamo tutti schiavi salariati.Nell'era preindustriale, un artigiano o uncontadino che viveva del suo non avevail problema del lavoro, non esisteva ladisoccupazione. Quest'ultima è iniziatacon la rivoluzione industriale, è un pro-blema che si pone da due secoli e mezzoa questa parte. Naturalmente, in questoperiodo i paesi più avanzati hanno potu-to trarre vantaggio da due fattori: avercominciato per primi e aver rapinato il

terzo mondo. Ora questo non è più pos-sibile e i problemi stanno uscendo dalguscio. Se tutti devono competere alivelli sempre più alti qualcuno devesoccombere, è un sistema paranoico chechiede sempre maggiori sacrifici allacollettività. Solo il concetto di "mercatodel lavoro" è in sé terrificante, perchéequipara l'uomo alla merce. Tutto ciò siè prodotto, come detto, dalla rivoluzioneindustriale in poi, in quanto prima illavoro non era un mito come invece nehanno fatto i liberisti. Per Marx, adesempio, era l'essenza del valore. Delresto, Stachanov, l'operaio che lavorava15 ore al giorno, era un eroe dell'UnioneSovietica".

"Il denaro? Da utile intermediarionello scambio per evitare le trian-golazioni del baratto diventa a suavolta merce". Cosa ne pensa dell'at-tuale sistema economico basatosulla moneta?"Martin Lutero ha definito il denarocome sterco del demonio. Il denaro èstato decisivo nell'era moderna, maassieme a tutta una serie di altri ele-menti. Quando si trasforma da utileintermediario allo scambio per evitare la

triangolazione del baratto e diventamerce a sua volta, porta una finanziariz-zazione del sistema che è ciò che vedia-mo oggi. Ma il capitalismo finanziario equello industriale non sono due cosedistinte. Il primo è una conseguenza delsecondo ma anche una precondizione di

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«Quando il denaro si trasforma da utile

intermediario allo scam-bio per evitare la trian-golazione del baratto e

diventa merce, porta unafinanziarizzazione delsistema che è ciò che

vediamo oggi»

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quest'ultimo: gli investimenti si fannoavendo del denaro, che viene prestato asua volta dalle banche. Tutto si tiene".

"Poiché abbiamo già prodotto ditutto e di più non possiamo più cre-scere se non con margini semprepiù ristretti che alla fine si esauri-ranno anch'essi". Quale futuro pre-vede con questo modello di svilup-po?"Siamo come una potentissima macchi-na arrivata a schiantarsi contro un muro.Ma non ci rassegniamo e continuiamoad accelerare, fino a quando il motore sifonde. Questo sistema non si rassegna ecollasserà su se stesso. I tempi non li socon precisione, ma credo siano più rapi-di rispetto a quello che immaginavo 25anni fa, quando iniziai a fare questi dis-corsi. Ora si parla di circa 10 anni, quin-di è imminente".

Se India e Cina continueranno asvilupparsi a questo ritmo, le risor-

se finiranno per tutti tra dieci annicome dice?"Se finissero le risorse sarebbe solo unbene, perché ci costringerebbe a farequalche passo indietro. Quando il "Clubdi Roma", guidato da Aurelio Pezzei,immaginò che nel 2000 circa le materie

prime decisive sarebbero finite, purtrop-po sbagliò la previsione di qualcheanno. Perché altrimenti saremmo giàstati costretti a fare qualche passoindietro. Oggi, siamo arrivati al para-

dosso che non sappiamo più cosa far-cene di tutte le risorse che abbiamoaccumulato, tant'è vero che si dice chebisogna stimolare i consumi per aumen-

tare la produzione, una frase a mioparere folle perché significa che nonproduciamo più per consumare, ma con-sumiamo per produrre. Non è più il"meccanismo" ad essere al nostro servi-zio, ma siamo noi al suo, si è invertitol'ordine delle cose".

Esiste un modello di sviluppo alter-nativo per l'Occidente alla luce deisuoi studi e quali costi avrebbe perla collettività?"Le correnti di pensiero che si sonooccupate più seriamente di questiaspetti parlano di un ritorno ragionatoa forme di autoproduzione e autocon-sumo, che passano per il recuperodella terra e la riduzione drastica del-l'apparato industriale e finanziario dioggi. Quindi, governare una ragionevo-le decrescita. Per il momento, gli unicipaesi che rimangono fuori da questafollia sono le poche società che abbia-mo lasciato in vita e che non abbiamoancora bombardato".

"I NoTav, come ha capito benissimoil ministro Corrado Clini, "sono con-trari allo Sviluppo, la loro è una bat-taglia ideologica". Ma non menoideologica è la posizione di chisostiene che la Tav è necessariaalla crescita e allo Sviluppo". Unparere sulla Val di Susa alla luce diquanto detto."Quest'opera continua ad andare avantiper ragioni abbastanza semplici: ciò chehanno in testa le leadership mondiali siriassume con la competizione, quindibisogna infarcire i paesi d'infrastruttureper poter competere. Con questo mec-canismo aumenta la ricchezza dellanazione ma s'impoverisce la popolazio-ne, oltre che sconciare il territorio.Certamente, se a livello mondiale non cisarà un accordo per limitare questacorsa alla competitività assoluta chenon guarda in faccia nessuno, i governipremeranno sempre in questo senso".

"La democrazia rappresentativanon è la democrazia ma una truffaben congegnata. E' un sistema diminoranze organizzate, di oligar-chie, politiche ed economiche, cheescludono il cittadino che non ne faparte da ogni momento decisionaleingannandolo col rito elettorale".Come dovrebbe essere allora lademocrazia?"L'unica democrazia possibile è quella

«La Tav è un'opera che va avanti per ragionisemplici: ciò che hannoin testa le leadership

mondiali si riassume conla competizione, quindibisogna infarcire i paesid'infrastrutture per poter

competere»

Massimo Fini,e il suo movimento politico

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diretta, che naturalmente prevede l'e-satto contrario della globalizzazione,quindi un ritorno alle piccole patrie. Lademocrazia esisteva quando non sisapeva come si chiamasse. Nel villaggio

preindustriale l'assemblea dei capifami-glia decideva esattamente e in modopreciso tutte le cose che riguardavano ilvillaggio. Il tutto a ragion veduta, per-ché conoscevano molto bene il territo-rio. Oggi siamo all'esatto opposto, conesempi addirittura grotteschi come quel-lo italiano dove gli eletti sono formal-mente decisi dalle dirigenze di partito".

Il ritorno alla comunità è una visio-ne di stampo leghista.

"Certamente, ma la Lega nel corso deglianni ha perso tutte le sue buone carat-teristiche. Era un movimento localista,quindi contrario alla globalizzazione.Ma si è alleata con Silvio Berlusconi,

che è l'esatto opposto. Era anti/ameri-canista - in quanto gli Stati Uniti sono ilpaese leader di questo sistema -, ma siè aggrappata ad un personaggio che èpiù americano degli americani".

Perché la Lega è dovuta scenderea questi compromessi?"La Lega è stata combattuta dal siste-ma in maniera brutale. Inoltre, con ilsistema maggioritario si è costretti adallearsi, e la conseguenza è stata la

perdita di buona parte dei suoi dirigen-ti. Non Umberto Bossi, che in qualchemodo rimane un puro, ma per usareuna frase fatta, se entri nel sistema inun modo o nell'altro ne fai parte. L'ideapraticabile e vincente della Lega eraquelle delle tre macro/regioni, un'ideaintelligente perché effettivamenteNord, Centro e Sud sono diversi dalpunto di vista sociale, economico, cul-turale e climatico. Fu avversata inmodo feroce dai partiti in quantoavrebbero perso il loro potere, e poi siè finito per ripiegare in un federalismoche così strutturato non ha senso. Io lo

vedo come un contentino formale allalunga battaglia di Umberto Bossi.Sinceramente, mi dispiace in primisper lui, in quanto è una persona chestimo e con cui c'è un rapporto dirispetto, a tal punto che circa diecianni fa mi confidò di essere di sinistra.Ma intendiamoci, un movimento locali-sta non è né di destra, né di sinistra".

"Io preferisco un'Europa governatadai tedeschi a un'Italia governatadagli italiani". Mario Monti è perlei un tedesco travestito da italia-no?"Senz'altro. Se il sistema è questo direiche è un bene averlo come primo mini-stro. Io lo definisco l'uomo giustoall'interno di un sistema sbagliato. Sefossimo andati avanti con il tran tran diprima, a furia di non decidere saremmofiniti come la Grecia".

«La Lega era un movimento giusto, di stampo

localista. Ma nel corsodegli anni, alleandosicon Silvio Berlusconi,

ha perso tuttele sue buone

caratteristiche»

Umberto Bossi, amico di Massimo Fini

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ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

ECONOMIA&BUSINESSECONOMIA&BUSINESS

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I confidi, ultima trincea contro la crisi

Confiab Confiab: credito e corsi itineranti di formazione finanziaria per imprenditoriDallo scorso febbraio hanno preso il via, nei poli distaccati della Associazione Artigiani, corsi di formazione destinati agliimprenditori per conoscere il credito e districarsi nella complessità degli strumenti finanziari. Per permetterne una larga

partecipazione si svolgono nelle ore serali, dopo la giornata lavo-rativa. "In questi incontri - spiega Antonella Bardoni, direttoreConfiab nella veste di docente serale, - sono affrontate non solole modalità di accesso al credito ma anche cosa chiedere allabanca e come chiederlo. Il titolo stesso "Conoscere per essereliberi di scegliere" è l'espressione di quello che Confiab vuole tra-smettere: una conoscenza finanziaria che consente scelte ponde-rate e non frutto dell'urgenza". La funzione principale delConsorzio Fidi Associazione Artigiani di Bergamo è quella del rila-scio di garanzie su finanziamenti erogati alle imprese dal sistemabancario nella misura che va dal 50% al 80%. La garanzia Confiabha due finalità: in primis accedere al credito ed in secondo luogooffrire all'impresa un tasso di interesse inferiore rispetto a quelloche sarebbe applicato se l'impresa si rivolgesse autonomamente

alle banche. A questo si aggiunge un servizio di consulenza: "Entriamo nelle imprese e nelle banche - continua Bardoni- con le aziende stesse per costruire rapporti di vera partnership che portino ad un miglioramento dell'aspetto finanziarioed a comprendere le esigenze delle imprese coniugate a nuovi criteri di valutazione". I finanziamenti garantiti alle impre-se, nel 2011, dal Confiab: 1530 domande per 180 milioni di euro.

IN COPERTINA

Una boccata di ossigeno per le imprese di fronte alla stretta delle bancheEcco, in una panoramica, le principali iniziative per sostenere il tessuto economico bergamasco messe in atto dai confidi legati alle associazioni di categoria e al territorio

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Creditagri Italia - ColdirettiPer gli agricoltori c'è SGFA. «Una garanzia (di stato) rispetto ai finanziamenti»Tra le varie problematiche che sta affrontando il mondo agricolo, così come in altri settori, c’è anche la difficoltà di acces-so al credito. "Spesso accade anche che le garanzie richieste alle imprese - dice Franco Gatti, vice presidente di CreditagriItalia, - siano ridondanti rispetto all'importo del finanziamento ero-gato: apposizione di ipoteche su beni di valore anche triplo delfinanziamento, richiesta di fidejussioni aggiuntive da parte di con-fidi e di familiari del richiedente, soprattutto nel caso di impresecondotte da giovani o in fase di start-up". Un supporto a tale situa-zione è rappresentato dal Confidi, in particolare da Creditagri Italiache ha assorbito lo storico Agrifidi operante in provincia diBergamo. "CreditAgri ha avuto una fase di assestamento dopo lafusione, ma ora si presenta come un Confidi che ha maggiore pote-re contrattuale verso le banche, con una garanzia valida secondo iparametri di Basilea (se non ci fosse stata la fusione la garanzia delConfidi avrebbe avuto meno valore). A questo si è anche aggiuntala possibilità di veicolare la garanzia SGFA (che è un garanzia distato) a prima richiesta e a ponderazione zero per grossi investi-menti, un'opportunità che alcune aziende agricole bergamasche hanno già colto. Molte aziende agricole stanno, comunque,investendo in settori diversi da quelli di una agricoltura più "tradizionale" ed in particolare verso quelle forme che consen-tono una "diversificazione" di aspetti produttivi legati alla filiera agricola italiana (spacci, botteghe di "Campagna Amica" ,agriturismo, agricoltura multifunzionale, ecc.). Ciò a dimostrazione della vivacità della imprenditorialità agricola".

Confapi Lombarda Fidi - ApindustriaStretta bancaria? «Garanzie patrimoniali e «stretta» sulle commissioni di garanzia»E'questa la risposta alla prolungata crisi da parte di Confapi Lombarda Fidi, il Confidi emanazione delle Associazioni dellepiccole e medie imprese della Lombardia. "In questi ultimi mesi - spiega Alfredo Longhi (nella foto), rappresentante di

Apindustria Bergamo nel CdA di Confapi Lombarda Fidi - si è com-pletato il rinnovo delle convenzioni con le Banche e le garanzierilasciate, ora patrimoniali, hanno acquisito maggiore riconosci-mento, agevolando quindi la concessione del credito in un conte-sto che rimane estremamente complicato, con offerta di creditocontratta ed estrema prudenza nei confronti di imprese purtroppoprovate nel conto economico e nella struttura patrimoniale efinanziaria". "Nonostante le evidenze hanno richiesto - sottolineaFabio Cutrera, direttore di Confapi Lombarda Fidi - un inaspri-mento delle condizioni economiche (commissioni) di accesso allagaranzia (così come le Banche hanno operato su tassi e spese acarico delle imprese), Confapi Lombarda Fidi ha prima mantenutoinvariati i propri oneri valorizzando l'accordo di garanzia sotto-scritto con Federfidi Lombarda (Confidi regionale lombardo di

secondo grado), quindi, da inizio anno, ha operato una riduzione parificando le commissioni applicabili alle impreseammissibili alla controgaranzia del Fondo Centrale di Garanzia a quelle praticate alle migliori imprese, dimezzando di fattonella maggior parte dei casi il costo della garanzia. Oggi, quando si ottiene credito sorge inevitabilmente la problemati-ca legata al costo dello stesso (se si finanzia un'impresa, non la si può soffocare con oneri difficilmente sostenibili)".

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Fogalco - AscomFogalco e Asconfidi Lombardia: un'aggregazione tra Confidi per salvare l'accesso al creditoFogalco, la Cooperativa di Garanzia di Ascom Bergamo, è tra i soci fondatori di Asconfidi Lombardia, il super confidi cheriunisce 13 confidi lombardi. L'obiettivo del nuovo organismo, nato nel 2009 ma diventato operativo lo scorso anno, è quel-la di rendere ancora più qualificata la garanzia che il consorzioprovinciale offre. "Con Asconfidi Lombardia - afferma RiccardoMartinelli (nella foto a sinistra), presidente di Fogalco, - lanostra garanzia diventa paragonabile ad una garanzia "banca-ria". E nello specifico Fogalco, per supportare concretamente leimprese bergamasche, controgarantisce Asconfidi del 25% emantiene la vicinanza al territorio per meglio interpretare lenecessità". La nuova struttura operativa salvaguarda il radica-mento nel territorio e la conoscenza diretta delle imprese."Nostro compito è quello di far coesistere un'organizzazione com-plessa - spiega Antonio Arrigoni (nella foto a destra), segreta-rio Fogalco - , con livelli di analisi e controllo sempre più artico-lati e sofisticati, con la tradizionale capacità di azzerare il divarioinformativo tra la banca e l'impresa. Ciò vale, in particolar modo,per quelle aziende, start up, micro imprese, o operanti in settori "critici", il cui problema principale non è tanto il "come ea quali condizioni", ma anche e soprattutto il "se" poter accedere ai finanziamenti fondamentali per iniziare o continuaread operare". Per quanto, riguarda i numeri, Fogalco ha chiuso il 2011 con 25 milioni di euro di affidamenti garantiti, il 25%in meno rispetto allo scorso anno e con un totale di 5.700 soci.

Cooperfidi Italia - Confcooperative «Supportiamo le cooperative grazie alle opportunità di finanza agevolata»"Confcooperative continua il sostegno alle imprese e il loro accompagnamento nell'accesso di misure di finanziamento -spiega Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo - tramite l'utilizzo di prodotti di finanza agevolata e

ordinaria. Il progetto di collaborazione con le Bcc e con i principa-li istituti di credito come Ubi Banca, Creberg e Banca Popolare diSondrio (in particolare per il Fondo Jeremie) per la gestione deiservizi di finanziamento e credito è infatti il filo conduttore di unapolitica tesa a sviluppare proposte operative per sostenere il rap-porto tra cooperative e banche. È in quest'ottica che il mondodella cooperazione si è attivato per servire al meglio le esigenzein materia di credito delle cooperative: un impegno che ha porta-to alla nascita di Cooperfidi Italia, consorzio nazionale fidi digaranzia fidi promosso da Confcooperative insieme ad Agci eLegacoop e iscritto nell'elenco degli intermediari finanziari vigila-ti ex art. 107 del Tub (Testo unico bancario)". Il consorzio nascedalla fusione di 9 confidi regionali attivi nel sostegno alle impre-se cooperative: un soggetto unitario che punta a fornire un servi-

zio forte per lo sviluppo delle imprese, dalla prestazione di garanzie all'assistenza e consulenza in materia finanziaria."Confcooperative si sta attivando per promuovere una campagna di adesione a questo nuovo sistema di garanzia che puòcontare su un volume di garanzie erogate, per le cooperative socie, di 70 milioni di euro, un patrimonio di 20 milioni dieuro e un valore di attività finanziarie di 85 milioni di euro".

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Fai - Federazione Autotrasportatori Italiani«Rafforzare e sostenere i confidi promossi dalle associazioni di categoria»"Il mondo dell'autotrasporto merci bergamasco soffre tanto quanto, e forse anche più di altri settori imprenditoriali, ilrapporto con il credito. Le banche - sostiene Marco Stucchi, presidente di Fai Bergamo, - trincerandosi dietro regolesempre più stringenti tradiscono la loro "mission": prestare dena-ro a chi se lo merita. Sicuramente. Ma concederlo. Oggi, para-dossalmente, il sistema bancario concede finanziamenti a chi nonne ha bisogno". Un esempio? "Per avere 100 mila euro di fideius-sione è stato richiesto un deposito "cash" di 50 mila euro. E poi cisono una miriade di finanziamenti non concessi a progetti di svi-luppo molto seri, portati avanti da aziende che nella loro storianon hanno mai presentato problemi di solvibilità. Un dramma peril nostro settore è rappresentato dall'aumento del gasolio tantopiù se si pensa che i pagamenti dello stesso, oggi, vengonorichiesti quasi pronto consegna mentre abbiamo clienti per cuieffettuiamo il servizio di trasporto che pagano - quando pagano -a 90 120 180 gg. Si è perso il rapporto di reciproca stima e fidu-cia che si veniva a creare con il direttore di filiale e gli imprendi-tori, anche quelli seri, vengono soffocati nella loro voglia di fare, creare sviluppo, occupazione, benessere per sè e per chilavora con loro. Credo che siano necessarie profonde riflessioni e immediate misure di sostegno". Il rischio? "Il collassodel sistema imprenditoriale. L'unico aiuto arriva dai confidi delle associazioni di categoria. La Fai, per questo motivo, haaderito alla FOGALCO, la cooperativa di garanzia dell'Ascom di Bergamo".

Cooperativa Artigiana di Garanzia di Bergamo«Stop a plafond contingentati dalla banche. Meglio iniziative come lo Sbocca Crediti»Dall'ultima ricerca Fedart (Federazione Nazionale Confidi Artigiani) è emerso che 700.000 piccole imprese italiane si rivol-gono ai Confidi per ottenere credito dalle banche. Nel 2011 i finanziamenti garantiti in essere da parte dei Confidi alle

PMI, hanno sfiorato i 14 miliardi di euro, ma la stretta creditiziapesa anche sull'attività degli enti di garanzia: lo scorso anno unquinto dei finanziamenti garantiti dai confidi non è stato effetti-vamente erogato alle imprese da parte delle Banche. Ma cosa sipuò fare in questo periodo difficile alla luce, anche, dei recentisuicidi di piccoli imprenditori? "Non siamo dell'idea di possibiliplafond che le Banche mettono a disposizione in quanto sonosempre contingentati e devono avere particolari caratteristiche.Di solito penalizzanti per costi, importi e finalità che finiscono poicon limitare anziché ampliare il numero dei possibili beneficiari"spiega il presidente Italo Calegari. "Condividiamo, invece, l'ini-ziativa "Sblocca Crediti" e lo stanziamento di un fondo da parte diUnioncamere di Milano e - purtroppo - della sola Unicredit.L'iniziativa ha lo scopo di anticipare alle PMI i crediti vantati nei

confronti di Enti pubblici previo preventivo consenso da parte degli stessi". Gli Istituti di credito convenzionati con laCooperativa artigiana di garanzia sono 22; i prestiti garantiti nell'anno 2011 sono stati 485 per un importo che supera i10 milioni di euro. I prestiti garantiti dal 1965 (anno di costituzione) al dicembre scorso sono stati n. 64.660 per un impor-to complessivo di 406 milioni di euro.

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Liaeurofidi - LIAPer migliorare l'accesso al credito Liaeurofidi propone il fondo Jeremie"Per favorire nuovi investimenti - spiega il presidente del Consorzio Liaeurofidi Irene Paccani (nella foto accanto a GianluigiMaffeis) -, e sostenere lo sviluppo di nuove imprese, Liaeurofidi si è adoperata per la costituzione di un' ATI "AssociazioneTemporanea di Imprese" che partecipasse in forma unitaria, al bando pubblico diassegnazione di uno o più lotti finanziari messi a disposizione dalla regioneLombardia, nell'ambito del Programma Operativo Regionale, finanziato dal FondoEuropeo di Sviluppo Regionale (Fondo di investimento Jeremi FERS) e promosso daFinlombarda Spa". L'iniziativa si propone di migliorare le condizioni di accesso al cre-dito delle Micro, piccole e medie imprese operanti in Lombardia e sostenere inve-stimenti (ad elevato contenuto innovativo) nelle aree della ricerca industriale, svi-luppo sperimentale, innovazione tecnologica e sviluppo organizzativo-aziendale."L'unione di più Consorzi fidi sotto forma di aggregazione temporanea è stata pen-sata per soddisfare le richieste provenienti dalle imprese in qualsiasi punto dellaregione si trovino. Con questo spirito Liaeurofidi, quale capofila del progetto, hariunito altri tre confidi facenti parte della stessa Confederazione Nazionale C.L.A.A.I.(da qui il nome ATI CLAAI )". L'ATI è costitutita da Lia Eurofidi, la CooperativaArtigiana Lombarda di Garanzia di Milano, la cooperativa di garanzia di Assopadanae Upi Fidi, la Società Cooperativa a Busto Arsizio. Banche partnership del progettoè la Federazione delle BCC Lombarde, "in un'ottica di aggregazione che prevedamaggiore stabilità sul mercato e soprattutto unione delle singole competenze, ATICLAAI diviene un trampolino di prova per eventuali sviluppi successivi".

Italia Com-fidi - Confesercenti«Con l'iscrizione nell'elenco degli Intermediari Finanziari rilasciamo garanzie di tipo primario»Italia Com-fidi è il confidi della Confesercenti ed opera su tutto il territorio nazionale. E' il risultato di diverse operazionidi fusione che hanno visto i Confidi regionali del mondo Confesercenti confluire in quello che, per quantità di garanzie in

essere, è il secondo confidi d'Italia. "A soli cinque mesi dalla pre-sentazione della domanda - spiega Danilo Jadoul, responsabiledella filiale di Bergamo, - Italia Com-fidi è stato inserito nell'e-lenco dei confidi di cui all'art 107 del TUB, vigilati dalla Bancad'Italia e quindi in grado di rilasciare garanzie di tipo "primario",particolarmente gradite agli Istituti di Credito e dunque molto utilial superamento delle attuali difficoltà del mondo bancario nell'e-rogare il credito alle PMI". Attualmente il Confidi conta 62.500Imprese associate, delle quali 9.200 sul territorio della Lombardia.Lo stock dei finanziamenti garantiti ammonta a 4.2 miliardi di eurodei quali 328 milioni relativi ad imprese Lombarde; la ripartizioneper tipologia di finanziamento si articola nel 38% di fidi a brevetermine, nel 31% di finanziamenti a medio e lungo termine chi-rografari, nel 31% di mutui ipotecari. Nel corso del 2011 sono

state finanziate 3.500 imprese per 339 milioni di finanziamenti erogati, dei quali 47 milioni a 453 imprese lombarde. "Leoperazioni di investimento, insieme al credito di esercizio sono le finalizzazioni che ricorrono con più frequenza anche senegli ultimi tempi prende sempre più vigore la domanda di sostegno ad operazioni di liquidità e di ristrutturazione dell'e-sposizione finanziaria".

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ECONOMIA&BUSINESS

«Bilancio positivo»Nonostante Offanengo

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Figlio di contadini,GIANFRANCO BONACINA èpresidente della Cassa ruralee artigiana di Treviglio dalmaggio 2004 (dopo essernestato direttore generale per14 anni) quando prese iltestimone da Alfredo Ferri,presidente onorario. È nato aTreviglio il 28 dicembre 1941e risiede nella frazioneCastel Cerreto. Diplomato inRagioneria all'Itc Oberdannel '61, inizia a lavorare allaSame Trattori come impiega-to. Nel '70 passa alle dipen-denze della Federazionelombarda casse rurali e arti-giane come impiegato. Nel'74 entra nell'organico dellaCassa rurale di Trevigliogestendo la Segreteria gene-rale. Nell''84 diventa vicedi-rettore, due anni dopo diret-tore e poi presidente.

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IL TREVIGLIESE

Gianfranco Bonacina, presidente della Bcc di Treviglio, anticipa il prossimo bilancio: «Nella raccolta siamo cresciuti del 7.8% e del 5%per gli impieghi. Dalla fusione con la Bcc cremasca prendiamo in carico120 milioni di raccolta depositi e 90 milioni di impieghi. Le sofferenzesaranno circa 18 milioni di euro»

"Buongiorno, sono io il presi-dente della Bcc di Treviglio".Capita di voler intervistare ilpresidente di una banca,

cercare il numero, telefonare per fissare unappuntamento e - sorpresa - scoprire che,dall'altra parte, a rispondere può essere ilpresidente stesso. E' stato così il primocontatto con Gianfranco Bonacina, presi-dente della Banca di Credito Cooperativo diTreviglio. Si potrebbe obiettare che la Bccdi Treviglio è una piccola banca rispettoalle grandi banche locali e non è pensabileattendersi, al telefono, la risposta diretta diZanetti (Ubi) o Zonca (Credito Bergamasco).Eppure così piccola non è perchè dopo la

fusione con la Banca di Credito Cooperativodi Offanengo dello scorso ottobre, la Bcc diTreviglio conta una rete di 50 filiali, 348dipendenti divisi in 5 province, un territoriodi competenza costituito da 119 comuni euna compagine sociale di oltre 20 mila soci.Tra le prime BCC in Italia. E se la primadifferenza - il contatto diretto - con legrandi banche l'abbiamo scoperta così, lealtre le abbiamo chieste al presidenteBonacina.

Cosa distingue la Bcc di Treviglio dalletradizionali grandi banche?"L'elemento distintivo è il nostro modo dioperare e lo stile cooperativo, l'attenzione

al territorio e il sostegno alle iniziativesociali e culturali promosse dalle realtàlocali come i comuni, le parrocchie, lescuole, le associazioni di volontariato, lesocietà sportive, i centri ricreativi. Non cilimitiamo a svolgere le funzioni tipiche diuna banca perché tra i principi ispiratori,scritti nell'art. 2 dello Statuto delle Bcc,c'è creare valore economico, sociale e cul-turale. Le grandi banche, invece, si limita-no all'attività creditizia tradizionale".

Bre.Be.Mi. La Bcc è la prima banca fragli azionisti. Gli altri istituti di creditodel territorio hanno copiato o seguitol'esempio?

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO DI GIORGIO CHIESA

«La mattina mi sveglio presto e sonosolito fare colazione, nella mia casa di

Castel Cerreto, con mia moglie»

«Prima di andare in banca mi fermoper una preghiera nella basilica di S.

Martino»

«Passo dall'edicola in via Roma per ilCorriere della Sera, L'Eco di Bergamo

e il Sole 24 ore»

L A G I O R N A T A T I P O D I G I A N F R A N C O B O N A C I N A

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Fin dall'inizio, quando ancora ero diretto-re, espressi al presidente della BreBeMiBettoni l'intenzione di diventare azioni-sta della nuova autostrada, con una pic-cola quota perché sono convinto che,quando un'infrastruttura così importanteattraversa "il giardino" di casa tua, è fon-damentale conoscere e capire l'impatto

che avrà sul territorio. Non ho mai pen-sato di finanziare la Brebemi ma la Bcc ei suoi soci erano in grado di dare unimportante capitale di consenso, condivi-dendone l'iniziativa. Il caso della Tavdimostra che, in alcuni casi, il capitale diconsenso conta più di quello economicoe finanziario".

Le grandi banche diminuiscono gli affi-damenti ad artigiani e Pmi. Cosa fa laBcc per allentare la stretta creditizia esostenere il motore dell'economia ber-gamasca?"Abbiamo continuato ad erogare credito. Invia prioritaria ai soci, alle loro famiglie, agliartigiani e alle piccole e medie imprese chesoffrono di più il ritardo nei pagamenti. Nonfinanziamo le grandi industrie, ma prestiamoattenzione ai piccoli. Ai soci e ai clienti, loscorso anno, abbiamo messo a disposizioneun plafond di credito agevolato di 70 milionidi euro. Il territorio si distingue per una forte einnata capacità innovativa che va sostenuta".

Qual è l'atteggiamento della Bcc diTreviglio rispetto alla crisi?"Non ci siamo fermati, non abbiamo pianto enon ci siamo chiusi in un angolo a consolare inostri clienti. In questi tre anni di crisi abbia-mo continuato ad infondere coraggio ai nostriimprenditori puntando sulla coesione sociale,sulla correttezza, sulla valorizzazione e la tute-la del territorio".

E rispetto alla Brebemi?"Va tenuta alta la guardia. Sul rischio diinfiltrazioni malavitose a tutti i soci abbia-mo inviato una lettera per sensibilizzarli sultema della legalità. Presidio della legalitàsignifica presidio alla malavita. Oggi nonavvertiamo presenza di infiltrazioni mafio-

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«Alle 8 sono in banca. Pausa pranzoall'una. La giornata lavorativa si con-

clude alle 8 di sera»

«In via Carcano, alla Bottega delCaffè, mi concedo un caffè con un

gruppetto di amici»

«Non pratico sport ma ai tempi dellaragioneria correvo la staffetta con

Giacinto Facchetti»

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se sul territorio e le nostre filiali sono statemesse in guardia e sono pronte a segna-lare ogni caso sospetto. Noi abbiamo giàlavorato in una terra difficile, Agrigento".

Cosa lega Treviglio ad Agrigento?"Nel marzo del 2005, nei comuni di Grotte edi Agrigento è maturata l'idea di costituireuna banca di credito cooperativo. Nel 2008abbiamo seguito l'iter per la costituzione dellaBcc di Agrigento, in tutti i suoi passaggi,accompagnandoli nella fase di start up. E' unaterra difficile ma 1300 soci hanno voluto laloro banca. Un progetto di tutoraggio è statoavviato prima, alla fine degli anni Novanta,con la Bcc dei comuni cilentani in provincia diSalerno. Andavo da loro cinque volte al meseper aiutarli nella fusione di quattro Casserurali cercando di trasmettere loro il sensodella cooperazione creditizia. Abbiamo invia-to anche nostri tecnici per il controllo digestione, l'ufficio legale e alcuni informatici.Oggi la Bcc Del Cilento è una delle più signi-ficative della Campania"

Pochi mesi fa la fusione con la cremo-nese Offanengo. Un boccone amaro dadigerire o un'opportunità per aumenta-re la zona di operatività?"E' un opportunità che va vista in un'ottica dai3 ai 5 anni. La Bcc di Offanengo viene da unanno di commissariamento e prima di tutto ènecessario ricostruire la trama di reti e rela-

zioni locali. Non nascondo abbiamo incontra-to delle difficoltà per la fusione ma sono statesuperate. In punta di piedi, senza rotture ostravolgimenti, ci siamo presentati ai soci cre-monesi attivando relazioni per conoscere ilterritorio e le sue necessità. Un mese fa, alsindaco Patrini, abbiamo consegnato unassegno di 24 mila euro per sostenere gliinterventi resisi necessari dopo l'incendiodivampato nell'asilo comunale di Offanengo,che lo aveva reso inagibile. Ci siamo presen-tati così alla comunità".

Tra poco più di un mese ci sarà l'as-semblea generale della Cassa rurale diTreviglio. Peseranno i numeri negatividi Offanengo sul prossimo bilancio? "Il bilancio è positivo. Siamo cresciuti nellaraccolta del 7.8% e per quanto riguarda gliimpieghi tra il 4.5% e il 5%. Abbiamo eroga-to credito in modo prioritario ai 20 mila soci eai clienti con i quali operiamo. Il frazionamen-to del credito, con il tetto a 4 milioni negli affi-damenti, ci ha tutelati dal coinvolgimento ingrosse insolvenze, anche se default e concor-dati hanno aumentato le sofferenze. Perquanto riguarda Offanengo abbiamo acquisi-to voci di bilancio negative ma ne eravamoconsapevoli. Per riequilibrare i conti economi-ci delle loro filiali ci vorrà del tempo, un’attivi-tà commerciale molto forte, fiducia e traspa-renza. Ci sono già segnali positivi: in un mesee mezzo abbiamo registrato 130 soci nuovi.

Le perdite sono state ammortizzate da loro,con il loro patrimonio. Noi prendiamo in cari-co 120 milioni di raccolta depositi e 90 milio-ni di impieghi. Le sofferenze che portiamo acasa saranno circa 18 milioni di euro. Nonnascondo, comunque, che certe situazionidifficili dovevano essere evitate o potevanoessere chiuse prima".

Lei sostiene che nelle banche di credi-to cooperativo non si può capire ilbilancio civilistico se non lo si affiancaal bilancio sociale. Se è presto parlaredi bilancio civilistico, qualche antici-pazione sul bilancio sociale?"Da 12 anni noi presentiamo il bilancio socia-le per comunicare il valore della mutualità edallo scorso anno, secondo la direttiva euro-pea, presentiamo anche il bilancio integrato.Lo scorso anno abbiamo sostenuto alcunecooperative sociali che si occupano di dis-abilità e alcuni asili nido. Penso a CastelRozzone, a Canonica, a Fara Gera d'Adda eOffanengo. Due importanti progetti di"Housing Sociale": il primo ha riguardato laristrutturazione dell'attuale patrimonioimmobiliare della SECO(Società EdificatriceCase Operaie), in via Mons. Portaluppi aTreviglio. La ristrutturazione ha consentitodi portare il numero degli appartamentidagli attuali 100 a 120, attraverso la realiz-zazione di mono e bilocali, adatti alle neces-sità delle persone, per lo più anziani soli,che li abitano. Il secondo, a totale caricodella Fondazione Cassa Rurale di Treviglio,è stata la ristrutturazione e l'ampliamentodella cascina "Corte di Sopra" nella frazionetrevigliese di Castel Cerreto. Lì sono statiultimati 22 appartamenti, bi e trilocali, dis-tribuiti su due piani, con un terzo pianodestinato a soffitte e depositi condominiali.Gli appartamenti sono stati progettati perpersone anziane e giovani coppie".

Gianfranco Bonacina uomo, treviglieseo presidente della Bcc di Treviglio. Incosa si riconosce di più?"Essere trevigliese. Io sono di Castel Cerreto,figlio di contadini e non avrei mai pensato diarrivare a fare il presidente della Bcc. Miriconosco in una trevigliese che, nonostantele difficoltà, si sforza quotidianamente didare risposte concrete a chi ha bisogno".

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«Di sera, in genere, guardo poca tele-visione. Tra i programmi mi piace Che

tempo che fa»

«Se non ho impegni istituzionali solita-mente vado a dormire presto. Alle 10

sono a letto»

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ECONOMIA&BUSINESS

Quando si deve risparmiare

PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. Claudio Rossi

Sera parsimonia in fundo est (Esiodo, Opere e giorni, 369)L'immagine è quella dell'anfora di vino dalla quale bisogna attingere

in abbondanza quando si è all'inizio e risparmiare, invece, da metà in poi!

Raramente ci si sofferma a pensarequanti e quali costi le nostre fami-glie debbono mensilmente sostene-re: questo esercizio, invece, potrebbe

esserci molto utile soprattutto per raggiungerel'obiettivo di spendere meglio ottenendo di più.Prima pero' di analizzare singolarmente i costi,è importante precisare quali sono mediamen-te gli obiettivi di investimento delle differentifasce d'età dei componenti la famiglia, in par-ticolare dei genitori. Infatti alcuni obiettivi,oltre ad altri comuni a tutte le età, variano,anche di molto, a seconda che ci si trovi tra i20 ed i 35 anni, tra i 35 ed i 45, tra i 45 ed i 65ed infine oltre i 65.Tra quelli comuni vanno considerate le esigen-ze di liquidità per fronteggiare le spese impre-viste e la protezione del reddito del capofami-glia specialmente se con familiari a carico,mentre tra quelli tipici dei vari raggruppamentipossiamo evidenziarne diversi a seconda dellefasce. Tra i più giovani è evidente la crescita delcapitale nel medio periodo per l'acquisto dell'a-bitazione, nel lungo per garantire un'istruzioneaccademica di qualità ai figli oltre alle speseper sanità integrativa, vacanze ed auto. Nellafascia tra i 35 ed i 45 anni pur permanendo l'e-sigenza della sanità integrativa e dell'istruzionedei figli, si incomincia a profilare una necessitàpensionistica e per un'eventuale seconda casa.Dopo gli 'anta, permangono forti le esigenze disanità integrativa, pensionistica e universitariadei figli mentre superati i 65 anni, smarcate leesigenze di rendita e copertura sanitaria inte-

grative si incomincia a pianificare una crescitadel patrimonio per un'eredità ai figli stessi.Ma da dove arrivano i nostri soldi? Principalmenteessi provengono da redditi da lavoro (più comunelo stipendio), da pensione e da impresa che siaggiungono al reddito generato dagli investimen-ti già parte del patrimonio accumulato dalla fami-glia. Quest'ultimo è solitamente il frutto del cosid-

detto risparmio, ovvero di quella parte del red-dito che non viene consumato nelle spese alsupermercato, nell'alloggio, nel mantenimentoe nell'educazione dei figli, nell'abbigliamento,nelle tasse e così via.Anche il risparmio puo' avere diverse destina-zioni: quello che viene accantonato per garan-tirsi un adeguato tenore di vita anche e soprat-

tutto quando si smetterà di lavorare ovvero ilcosiddetto risparmio previdenziale, che puòessere obbligatorio (contributi) o volontario(fondi individuali o polizze), quello che vieneinvestito per fronteggiare gli imprevisti defini-to risparmio assicurativo, con il quale ci sigarantisce da eventuali rischi di eventi sfavo-revoli quali malattie od incidenti ed, infine,quello che viene accumulato per costituire ilvero patrimonio della famiglia, identificativodel benessere e della solidità economico-finanziaria dei componenti la famiglia stessa.Esso è solitamente quella parte di attività chepiù da vicino risulta oggetto di scelte d'inve-stimento tendenti principalmente ad accre-scerlo ed a proteggerlo, come abbiamo avutomodo, in altre occasioni, di trattare al titolo "modalità e scelte d'investimento".Le forme tipiche sono rappresentate da liqui-dità, titoli di Stato, azioni, fondi comuni,immobili, beni rifugio e così via: un posto dirilievo è per altro tenuto dalla casa di proprie-tà, il cosiddetto "mattone", che da sempreviene considerato un asset importante per latutela e la trasmissione del patrimonio.Da ultimo, sebbene non da tutti ed assoluta-mente imprevista, vale la pena ricordare chealtra fonte di reddito che possa contribuire adincrementare il patrimonio familiare, è rappre-sentata da un'eredità o da una vincita ad unalotteria: un colpo di fortuna che con assolutacertezza ci permetterebbe di recuperare un po'di vino nella nostra anfora nonostante si siagià versato per oltre la metà!

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Bergamo Sviluppo, la nuova mission

di Bergamo Formazione

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LARGO BELOTTI

Tre sedi: a Bergamo in via Zilioli, a Brembate con l'Incubatore d'Impresa e nel Point di Dalmine;una rete di collaborazione con 15 Associazioni di categoria, l'Università e i centri di ricerca e una ventina di dipendenti per la «nuova» realtà camerale nata per favorire lo sviluppo del territorio e la crescita delle imprese

Bergamo Formazione ha ceduto ilpasso a Bergamo Sviluppo, la"nuova" Azienda Speciale dellaCamera di Commercio, che inizia

la sua avventura ereditando e allargan-do la mission che era stata di BergamoFormazione, includendovi anche aree primanon proprie o prioritarie, come l'innovazionee l'internazionalizzazione. "Un'evoluzionenecessaria, - afferma il presidente dellaCamera di Commercio Paolo Malvestiti -che la nostra Camera ha appoggiato perpoter rispondere in modo mirato ai bisogniche prima la globalizzazione dell'economiae poi la crisi in atto hanno imposto allenostre imprese. Infatti Bergamo Svilupponasce con l'ambiziosa, ma realistica mis-sione di favorire lo sviluppo e la competiti-vità del territorio provinciale e in particola-re per sostenere la crescita delle imprese,realizzando progetti sempre più di tipointegrato, sia negli ambiti dell'orientamen-to, della formazione, della creazione e svi-luppo d'impresa, ma anche dell'innovazio-ne/trasferimento tecnologico e dell'in-ternazionalizzazione, da cui le nostreaziende non possono più prescindere".Già nel 1994, con la nascita di BergamoFormazione, la Camera di Commercio deci-

se di dotarsi di una struttura in grado di"leggere" i mutamenti registrati nel tessu-to imprenditoriale, in modo da poter offrirerisposte adeguate alle esigenze e allo svi-luppo del territorio. Nuove sfide aspettanoora Bergamo Sviluppo, che dovrà mostrar-si pronta a recepire le nuove dinamiche

che si affacciano sul mercato e ad accom-pagnare le imprese verso nuovi orizzonti.E che i progetti e i servizi della "nuova"Azienda Speciale possano diventare sem-pre più calibrati per riuscire a supportare ilmondo imprenditoriale locale lo si capisceanche dalla scelta di dotarsi di un CDAinteramente composto da imprenditoriappartenenti ai diversi settori economici

PaoloMalvestiti

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(Angelo Carrara - presidente, GianluigiViscardi - vicepresidente e rappresentantedel settore industria, Giorgio Ambrosioni -componente del consiglio camerale, MariaTeresa Azzola - rappresentante del settoreartigianato e Alberto Brivio - rappresentan-te del settore agricoltura), tutti già impe-gnati nel mondo associativo del compar-to di riferimento. "Lo scenario economi-co in cui ci troviamo ad operare - affer-ma Angelo Carrara, neo presidente di

Bergamo Sviluppo - deve essere letto comestimolo a porsi nuovi obiettivi, pur preser-vando tutto quello che di positivo è statofatto e realizzato in questi anni. BergamoSviluppo è il risultato della lungimiranza edella visione strategica dell'ente camerale,che ha deciso di unire in un'unica realtà, lecompetenze di soggetti diversi, BergamoFormazione, Servitec e Assist, aprendosicosì al cambiamento ma guardando ancheal futuro. Vogliamo che la nuova AziendaSpeciale sia, ancora più che in passato,il braccio operativo della Camera diCommercio e punto di riferimento per il ter-ritorio e per tutti i settori economici, grazieal dialogo e al confronto continuo con leAssociazioni di categoria, osservatorioprivilegiato dell'imprenditorialità berga-masca". La collaborazione con il sistemaassociativo locale è peraltro un aspettoche ha caratterizzato l'operato di Bergamo

Formazione, che soprattutto negli ultimianni ha coordinato una serie di progettirealizzati operativamente dalle singoleAssociazioni territoriali di volta in voltaaderenti. "Questa coesione e "capillarità"- sostiene Gianluigi Viscardi - verrà nonsolo garantita, ma potenziata, in modo chediventi un "modus operandi", uno "strumen-to" per monitorare e raccogliere le esigenzedelle nostre pmi e approntare poi azioni adhoc per sostenerne la competitività e la cre-

scita, secondo un'ottica di valorizzazione delpotenziale delle aziende da un punto divista non solo di capacità produttiva, ma

anche di know-how e di patrimonio intangi-bile. Il coordinamento delle azioni e dei pro-getti/iniziative che verranno realizzati sarà

fondamentale per evitare la dispersionedelle risorse, sempre comunque nel rispettodel ruolo di coordinamento proprio dellaCamera di Commercio, che deve mantenerela regia della strategia adottata sul territo-rio". Bergamo Sviluppo opererà, infatti, nelrispetto dei fini istituzionali della Camera diCommercio e in conformità agli indirizzi for-mulati dalla stessa, ma per sostenere lestrategie di sviluppo del tessuto produttivo

territoriale sarà anche chiamata a nuoveed importanti sfide, tra cui quella dell'inno-vazione. Secondo Maria Teresa Azzola

GianluigiViscardi

Angelo Carrara

Maria TeresaAzzola

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"per intraprendere la strada del cambia-mento occorre puntare su operatività edefficacia: ora ci sono tutti i presuppostinon solo per cambiare marcia, ma ancheper diffondere e radicare sul territorio"cultura dell'innovazione" e fornire alleimprese il supporto necessario per avan-zare sui mercati con prodotti e serviziall'avanguardia". Oltre alla sede diBergamo e di Brembate di Sopra,Bergamo Sviluppo potrà infatti contareanche su una sede all'interno del POINTdi Dalmine, che si punta a far interfac-ciare di più con il territorio esterno, perriuscire ad intercettare meglio i bisognid'innovazione delle imprese bergama-sche. Tra le novità che caratterizzanola "nuova" Azienda Speciale anche lanomina, da parte del CDA, di unComitato Tecnico Scientifico, che dovràdare supporto all'organo di gestionecon pareri propri e spunti per progettifuturi. Il CTS risulta composto dal diret-tore di Bergamo Sviluppo CristianoArrigoni, con funzione di coordinamen-to, Emanuele Prati, segretario generaledella CCIAA, Giuseppe Vavassori,Guido Venturini e Matteo Brivio, rispet-tivamente direttori di CNA Bergamo,Confindustria Bergamo e CDO e infineLucio Cassia, direttore del CYFEdell'Università di Bergamo. Cristiano

Arrigoni, confermato direttore anche diBergamo Sviluppo, sottolinea "che conquesta evoluzione si apre per l'AziendaSpeciale un nuovo capitolo. BergamoFormazione era una "macchina" ormai

ben collaudata che ha avuto la capaci-tà di adeguarsi continuamente ai nuoviscenari: dal 1994 ad oggi ha infattisaputo evolversi, adattando i propri ser-vizi e progetti ai bisogni delle impreselocali, sempre operando per favorire losviluppo del tessuto imprenditoriale, e

quindi del territorio provinciale. Unalogica vincente che deve ovviamentecontinuare a guidarci, soprattutto oggiche innovazione e internazionalizzazionesono le leve per incoraggiare crescita ecompetitività: questi ambiti devonodiventare sempre più "a portata di pmi".Cercheremo quindi di farlo attraversol'offerta di servizi specializzati, ma alcontempo concreti, come abbiamo sem-pre fatto". E a livello operativo alcunenovità sono già evidenti: a BergamoSviluppo è stato infatti attribuito il coor-dinamento di una serie di bandi di con-corso camerali per l'assegnazione dicontributi e voucher alle imprese berga-masche per il tramite di progetti presen-tati dal sistema associativo, "a testi-monianza - conclude il presidenteMalvestiti - della volontà di faredell'Azienda Speciale il nuovo strumen-to per sostenere le strategie di svilup-po del tessuto produttivo territoriale".

LE 3 SEDI OPERATIVE

BERGAMO, via Zilioli 2 (uffici diBergamo Sviluppo)BREMBATE DI SOPRA: viaLegler 14 (Centro Formativo per laCreazione d'Impresa)DALMINE: via Pasubio 5 (c/o Poloper l'Innovazione Tecnologica -POINT)

IL CDA DI BERGAMOSVILUPPO

Angelo Carrara, presidenteGianluigi Viscardi, vice-presidentee rappresentante del settore indu-striaGiorgio Ambrosioni, componentedel consiglio camerale Maria Teresa Azzola, rappresen-tante del settore artigianatoAlberto Brivio, rappresentante delsettore agricoltura

IL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO

Emanuele Prati, segretario genera-le della Camera di Commercio diBergamoGiuseppe Vavassori, direttore CNABergamoGuido Venturini, direttoreConfindustria BergamoMatteo Brivio, direttoreCompagnia delle OpereLucio Cassia, direttore CYFE,Università di BergamoCristiano Arrigoni, direttore diBergamo Sviluppo e coordinatoredel CTS

CristianoArrigoni

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«Impresa sociale»Una risposta alla crisiPAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

E' l'alternativa al disastro finanziario proposta da GiuseppeGuerini, nuovo presidente di Confcooperative Bergamo,che traccia le linee guida del suo mandato e scommettesullo spirito d'iniziativa, d'imprenditorialità e di creativitàdei giovani e sulla partecipazione attiva delle donne

Giuseppe Guerini, 46 anni nato a Casnigo, èil nuovo presidente di ConfcooperativeBergamo, eletto all'unanimità all'assem-blea congressuale tenutasi il mese scorso

alla Sala Caravaggio della Fiera di Bergamo. Giàsegretario generale di Confcooperative Bergamo epresidente di Federsolidarietà, Guerini, che succede aSergio Bonetti e guiderà l'Unione provinciale per iprossimi quattro anni, ci anticipa le linee guida del suomandato.

Presidente, la cooperazione e il modellocooperativo possono essere un antidoto allacrisi?"La crisi finanziaria esplosa a partire dal 2008 ha scon-fessato l'approccio ultra finanziario all'economia, l'en-fasi sul valore del capitale e sugli investimenti specu-lativi che - imperativo - devono fruttare, costi quelcosti. E' tramontato il modello neoliberista e il mito delgrande manager, apolide e senza radicamento. Una

sorta di cavaliere solitario che sposta attività e capita-li solo in funzione della resa, disconoscendo la produ-zione di valore aggiunto, di lavoro e di beni. A questomodello, responsabile del disastro delle economieoccidentali, si può rimediare mettendo al centro illavoro concreto, la solidarietà, la condivisione demo-cratica delle scelte economiche. Applicando, cioè, ilmodello cooperativo".

Esiste un'alternativa al capitalismo? "Le istituzioni economiche, i mercati e anche la politi-ca sono state soggiogate dal capitalismo finanziario alpunto da pensare che non esistessero altri modelli diproduzione, soprattutto dopo il fallimento di quello chemolti ritenevano l'alternativa: il modello socialista del-l'economia centralizzata e pianificata. Senza la pretesadi essere alternativo, il modello dell'economia coope-rativa è complementare, caratterizzato dalla dimen-sione partecipativa e dell'equità. Un nuovo modelloimprenditoriale incarnato dall'impresa sociale"

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO DI GIORGIO CHIESA

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Quali sono le potenzialità ancora ine-spresse del modello cooperativo? "L'illusione di un capitalismo basato sulla cre-scita infinita in un mondo finito deve lasciareil posto ad una forma diversa di economia,fondata sulla mutualità e la cooperazione piut-tosto che sull'individualismo e la competizio-ne. Sul versante occupazionale, la scelta deilavoratori di costituire cooperative può essereuna forma di rilancio di attività imprenditorialiin difficoltà. In questo senso registriamo espe-rienze in Europa e in alcune regioni italiane,mentre in provincia di Bergamo incontriamoostilità e indifferenza".

Lei crede che ci siamo dei pregiudizi neiconfronti del mondo della cooperazio-ne? "In una trattativa sindacale ricordo ancora lafrase sprezzante di un dirigente di un sindaca-to dei lavoratori che, come risposta alla miaproposta di rilanciar un'azienda in crisi costi-tuendo una cooperativa, mi disse: "Piuttostoche fargli fare una cooperativa, li tengo 4 anniin cassa integrazione"".

Nuova presidenza significa nuova squa-dra? "Abbiamo bisogno dell'esperienza e dellecompetenze dei dirigenti "collaudati", facen-do tesoro del loro patrimonio di conoscenzee dello spirito di innovazione dei giovanidecisi ad investire nel futuro. Ambizioso è ilprogramma che ci siamo proposti e inten-diamo realizzare".

Ci sarà spazio per i giovani?"Il sistema della cooperazione può offrire aigiovani nuove prospettive sia dal punto divista occupazionale sia nella possibilità di rea-lizzare un progetto o un sogno imprenditoriale.Per affrontare le sfide di un mercato difficile, espesso bloccato, la risposta può essere lacostituzione di cooperative tra giovani profes-sionisti. All'iniziativa lanciata dal governoMonti per i giovani: "si fa impresa con uneuro", noi rispondiamo, meglio farlo in coope-rativa. Meglio un impresa in buona compa-gnia, facile e conveniente perché si condivido-no i rischi e si moltiplicano i progetti".

E per le donne?"La presenza di cooperatrici tra i dirigenti è una

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buona notizia. Era ora, mi verrebbe da dire.Credo che questo nuovo consiglio possa col-mare il divario storico, a livello dirigenziale,tra uomini e donne".

Che cosa "eredita" dalla presidenzaBonetti?"Una struttura solida e ben organizzata eun'ottima collocazione sul terreno della rap-presentanza. L'impegno di Bonetti ha con-tribuito a far crescere il profilo istituzionaledi Confcooperative Bergamo. E' stato prota-gonista della stagione che ha portato lacooperazione Imprese & Territorio, accre-scendo il profilo organizzativo e di rappre-sentanza imprenditoriale".

Nervi scoperti e criticità del sistemacooperativo? "La contrazione della capacità di spesa, inparticolare degli enti locali, rappresenta unacriticità importante per il sistema generaledelle imprese. Si creano le condizioni per ungeneralizzato deterioramento del clima dicompetitività che non si gioca più sul terrenodel merito e sulle qualità professionali ma siriduce alla rincorsa sul "prezzo", che permolte cooperative é prevalentemente datodal costo del lavoro".

Come si concilia dignità del lavoro egiusta retribuzione?"La dignità del lavoro, l'effettiva partecipa-zione e la possibilità di autodeterminazionedei soci lavoratori nelle dinamiche impren-ditoriali sono gli aspetti più delicati chedovremo affrontare. Troppi enti, sia pubbli-

ci sia privati, committenti delle cooperativepretendono prestazioni a costi troppobassi. Decisamente fuori dal mercato, vio-lando la dignità del lavoro e al limite dellalegalità. La concorrenza, paradigma di ognimercato, si trasforma in una guerra alribasso. Non si può pensare di continuarea scaricare sul costo del lavoro le esigenzedi contenimento dei costi per la gestionedei servizi".

In Europa cresce l'attenzione per l'eco-nomia sociale e si osserva un interesseparticolare per il tema dell'impresasociale. Come interagisce con questola cooperazione?"L'impresa sociale potrebbe costituire unodegli strumenti più interessanti per la rea-lizzazione di quei processi di costruzione,mantenimento e sviluppo del capitalesociale delle comunità locali senza il qualeogni sforzo di riforma del welfare rischia dinaufragare in una riduzione delle politichesociali a mere forme di assistenza residua-li. Dopo 20 anni di Mercato Unico (que-st'anno ricorre l'anniversario) centrati sullemerci ci si sta orientando sulla conoscen-za e sullo sviluppo dei servizi alla persona.In quest'ottica l'esperienza dell'impresasociale ripropone la possibilità, per il citta-dino, di essere attore e non spettatoredella politica e dell'economia. Si amplia, insostanza, il progetto politico culturale delmetodo cooperativo che offre soluzioninuove a problemi antichi, come il temadell'equità, della giustizia sociale e dellaprotezione sociale".

Come si intreccia pubblico e privato? "Il modello cooperativo, incentrato sullamutualità, può essere la leva imprenditorialeper ampliare e diversificare i settori di co-pro-duzione del benessere pubblico, intercettan-do risorse economiche e umane private epregiate e interpretando la sussidarietà.Pensiamo alle potenzialità che potrebberosprigionarsi nell'ambito dei servizi pubblicilocali, nella gestione dell'acqua o dell'ener-gia costituendo cooperative tra utenti.Un'opportunità straordinaria per assicurarela dimensione pubblica e una gestionedemocratica di questi beni".

In che modo le imprese sociali possoessere attori chiave dell'innovazione?"L'innovazione nei processi sarà il terrenodella competitività tra sistemi economici eterritori. Trasformazioni economiche e socia-li non possono prescindere da ricerca e svi-luppo a cui l'impresa sociale è chiamata arispondere, coerentemente con le finalità diinteresse generale. Non saranno i campi diattività a qualificare l'impresa sociale ma lemodalità con cui si opera (non il cosa si fa macome si fa). Non tanto in termini di presta-zioni erogate ma in termini di partecipazionee di produzione di benessere e beni comuni.Le imprese sociali migliori e più competitivedovranno essere quelle che sapranno tra-sformare i prodotti in valori condivisi, in benicollettivi "rendicontabili" e riconoscibili comeinteresse generale".

Ma rendicontazione e valori sono duetermini in antitesi tra loro?"Non direi che sono in antitesi, anzi rende-re conto significa assumersi responsabilitàverso gli altri, questo é il primo valore guidache si dovrebbe rispettare in tutti i sistemieconomici ed imprenditoriali. Certo, con-cetti come economia partecipata, interes-se generale e bene comune sono difficil-mente misurabili ma a partire dall'espe-rienza della cooperazione possiamo sotto-lineare due necessità con le quali ci dovre-mo sempre confrontare. La prima: regola-mentare e vigilare per evitare opportunismia danno della comunità. La seconda: orien-tare e governare l'operatività delle impresesociali in percorsi progressivi di qualitàverso l'eccellenza".

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CHI È GIUSEPPE GUERINI, IL NUOVO PRESIDENTEDI CONFCOOPERATIVE BERGAMOGiuseppe Guerini, 46 anni, è cooperatore sociale dal 1988. Ha avuto un ruolodirigenziale in diverse cooperative; si è occupato di programmazione delle poli-tiche sociali e di politiche attive del lavoro; come imprenditore cooperativo èoggi presidente della cooperativa sociale Ecosviluppo ed é amministratore dialcune cooperative e imprese del sistema Confcooperative a livello locale enazionale, tra cui CFI (Cooperazione Finanza Impresa) che si occupa di investi-menti a sostengo delle ristrutturazioni d'imprese in forma cooperativa. Da qual-che tempo ha iniziato ad occuparsi anche di credito cooperativo ed é consiglie-re della Bcc di Ghisalba. Dal settembre 2010 é componente del ComitatoEconomico e Sociale Europeo (CESE) di Bruxelles dove si occupa principal-mente di politiche del lavoro, welfare e impresa sociale. É stato Segretario generale di Confcooperative Bergamo dal 2008 a 2012 ed éanche presidente nazionale di Federsolidarietà .

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RUBRICHE

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Un lenzuolo con troppi buchi e con ilfreddo che fa l'Italia rischia di pren-dersi l'ennesimo malanno. Le libera-lizzazioni licenziate dal governo

Monti appaiono timide, incomplete e pococoraggiose. Prive di vere logiche liberalizzatricie soprattutto non del tutto contrapposte a que-gli interessi corporativi che più volte vengonodenunciati. Manca molto, manca troppo, affin-ché si possa essere davvero soddisfatti. È man-cato il guizzo deciso verso un intervento a 360°,

senza remore o paure. Così la pensano le forzeeconomiche bergamasche, chiamate ad espri-mere un parere pubblico nel corso di un conve-gno organizzato dall'Udc di Bergamo, a PalazzoMargiotta, sul tema "Liberalizzazioni e crescitaeconomica, cosa cambierà per i cittadini?".All'invito del segretario cittadino Federico Villa,hanno risposto Paolo Agnelli, presidente diApindustria Bergamo, Alberto Barcella leaderdella Confindustria Lombardia, Luigi Trigona,direttore dell'Ascom e il presidente dell'Ordine

dei commercialisti Alberto Carrara. Ospite d'o-nore Gianluca Galetti, vicecapogruppo dell'Udcalla Camera dei deputati. "E' un confronto su untema di stretta attualità - ha aperto FedericoVilla, segretario cittadino dell'Udc di Bergamo,spiegando i motivi del convegno -. Cerchiamodi capire cosa vuol dire liberalizzare, qualisaranno le conseguenze e i cambiamenti prati-ci che avverranno perché, nonostante il decre-to sulle liberalizzazioni sia stato definitivamen-te convertito in legge e sia sotto gli occhi di tutti,

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Liberalizzazioni? Una lenzuolatacon i soliti buchi

PUNTI DI VISTA

Dibattito all'Udc di Bergamo sul nuovo pacchetto Monti. Agnelli (Apindustria): «Serve ben altro per competere»; Barcella (Confindustria): «Recuperare produtti-vità» Trigona (Ascom): «Il rischio è il falò dei valori»; Carrara (Commercialisti):«Misure figlie della fretta e della necessità»

si fa fatica a prenderne coscienza". Se l'idea disvecchiare il nostro Paese è condivisa da tutti irelatori, sono le strategie messe in campo asuscitare perplessità, soprattutto in assenza dialtri interventi di natura più strutturale e menonormativa: l'Irap, per citarne uno su tutti, oppu-re i costi dell'energia e gli ostacoli burocratici. "Ilpercorso della crescita passa sicuramenteanche attraverso le liberalizzazioni - ha osser-vato Paolo Agnelli, che presentava il punto divista della piccola media industria - ma deve

essere chiaro che gli svantaggi delle impreseitaliane oggi sono altri: una pressione fiscale al55%, ad esempio, una politica energetica defi-citaria e il costo della manodopera che rimanetra i più alti al mondo. Per ridurre il gap verso glialtri Paesi è stato fatto troppo poco". Molteerano le attese degli imprenditori sul frontedell'Irap, la tassa che grava sul costo del lavoroe che dal mondo delle imprese è ritenuta la piùingiusta tra tutte le imposte da pagare. La sop-portano da 14 anni ormai, l'Irap è stata infatti

istituita con la Finanziaria 1997 dopo un lun-ghissimo dibattito durato anni. I critici contesta-no soprattutto il fatto che per come è statacostruita colpisca di più le imprese ad altaintensità di manodopera del Paese. "Più dipen-denti ha l'azienda, più alta è l'Irap. Più l'aziendasi indebita con le banche per investire, più altaè l'Irap. Ma come si può tassare il lavoro in que-sto modo - ha chiesto provocatoriamente - epensare che un'impresa possa essere competi-tiva?". Il presidente dell'Apindustria non si entu-

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siasma nemmeno per i presunti stimoli intro-dotti dal governo Monti per favorire l'iniziativaimprenditoriale: la nuova società a responsabi-lità limitata, con capitale sociale di 1 euro edestinata agli under 35. "Uno dei problemi delleimprese italiane è dato dal fatto di essere sot-tocapitalizzate. La capitalizzazione non è un

optional - ha detto - e temo che questo sia solouno slogan. Una semplificazione che non tieneconto dei problemi pratici in cui i soci possonoincorrere nella gestione e nello svolgimentodell'attività". Dei quattro relatori AlbertoBarcella concede l'apertura di credito mag-giore alla riforma partendo dal dato di fatto chela sfida è globale per forza di cose senza possi-bilità di un ritorno al passato. "Le liberalizzazio-ni - ha detto - sono un segnale di cambio dimentalità e per questo vanno sostenute in tuttii modi". Ha ricordato quando ad essere consi-derati "cinesi" erano quelli di Leffe e di come lapolitica industriale, in Italia, sia ridotta ai mini-mi termini. "La globalizzazione, affiancata dallaconcorrenza che arriva dai paesi emergenti, hadeterminato il cambiamento dei punti fermidell'Occidente. Oggi il mercato mette in lucel'interposizione tra produttori e consumatoriche si riflette nella contraddizione tra offerta edomanda". In questo quadro il primo obiettivoè rappresentato dalla necessità di recuperareproduttività ma "la restrizione del credito, cui siaffianca un incremento significativo del costodel denaro riduce la competitività delle realtàitaliane rispetto ai vicini rivali tedeschi. Le bar-

riere all'entrata di uno Stato, un tempo efficaci,oggi si rendono sempre più inefficaci contropotenziali entranti stranieri". All'impossibilità, inun mondo globalizzato, di imporre barriere pro-tezionistiche e vista la scarsa crescita degli ulti-mi dieci anni "si aggiungono l'enorme debitopubblico e un sistema troppo burocratizzato,

ma non possiamo rassegnarci a un destino diprogressivo declino". Più critico Luigi Trigonache ha usato la parola "anarchia" per indicare ilprocesso avvenuto nel commercio, riferendosialle aperture 24 ore su 24, alle domeniche e aifestivi: "Trovatemi un bergamasco che faccia laspesa a mezzanotte - ha detto - e vi darò ragio-ne. Altrimenti vi dico che questi processi sonostati dannosi per la categoria, con l'eccezione di

Oriocenter che è agganciato all'aeroporto e,quindi, fa storia a sé". Il direttore dell'Ascom,richiamando il monito della Cei, si è detto per-plesso contro la mercificazione del lavoro. "Nelnostro settore, già nel '98 con il decretoBersani, si fece un falò delle licenze. Ora che siè intervenuti sull'orario di apertura degli eserci-zi, con un ampliamento inutile e dannoso, ilrischio è il falò dei valori. L'80% dell'occupazio-ne, nella grande distribuzione, è femminile.Oltre che fonte di stress il lavoro domenicalepone a rischio i valori della famiglia e della per-sona".Anche Alberto Carraraha usato paro-le decisamente critiche: "Queste misure sonofiglie della fretta e della necessità quindi auspi-chiamo diverse modifiche soprattutto per lemodalità d'accesso alla professione e l'aboli-zione delle tariffe professionali. Il rischio nel-l'ambito dei servizi professionali - per il presi-dente dell'Ordine dei commercialisti diBergamo -, è uno scadimento nella qualità delservizio al cittadino". Ha concluso il convegnoGian Luca Galletti, vice capogruppo Udc allaCamera che ha sottolineato come "le liberaliz-

zazioni siano un mezzo e non un fine. Un pro-cesso necessario per modernizzare il Paese".All'uscita, ascoltando gli imprenditori e i pro-fessionisti che hanno gremito la sala l'impres-sione è che dalle liberalizzazioni ci si aspettas-se di più e di meglio. In un paese in cui lobby,corporazioni e caste sono potentissime è un ini-zio ma c'era bisogno (e ce n'è ancora) di aggre-dire il farraginoso sistema economico italiano.

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ECONOMIA&BUSINESS

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Quando conviene rivolgersiall'avvocato per recuperare

il credito

LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Federica Ferrari

Il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ha due vantaggi, consente di iniziare subito l'esecuzione e consente di iscrivere ipoteca

su eventuali immobili di proprietà del debitore

Ai primi ritardi nel pagamento, il cre-ditore di norma sollecita il clientecon qualche telefonata, poi passaalle comunicazioni scritte e solo

quando si convince che ogni tentativo bona-rio sarà inutile, si rivolge con riluttanza ad unlegale. Da quando il credito è divenuto esigi-bile sono oramai trascorsi diversi mesi equindi, quando la pratica approda sulla scri-vania dell'avvocato, è spesso troppo tardi.Tardi perché nell'attesa il debitore potrebbeessere stato messo in liquidazione o esserestato ammesso ad un procedura concorsuale(fallimento, concordato preventivo…). Tardiperché se c'era un patrimonio da aggredire ègià stato aggredito dai creditori più veloci epiù accorti. In queste situazioni le possibilitàdi recuperare il credito, soprattutto se chiro-grafario - cioè non assistito dal privilegio equindi "normale" - si riducono fortemente e lespese legali da sostenere per assumere qual-che iniziativa rischierebbero di rivelarsi, nelcaso di crediti non elevati, superiori all'entitàdel capitale originario per cui si agisce. Cosafare allora? Il tempo è un alleato preziosonella pratica di recupero del credito: alleprime avvisaglie di difficoltà, ai primi ritardinel pagamento, di fronte alle richieste dirateazione ed alle ricevute bancarie restitui-te insolute è bene tutelarsi. Sulla base delcontratto che ha dato vita al rapporto e/o conle fatture già emesse e non saldate, si puòagire avanti il Giudice competente per otte-nere l'emissione di un decreto ingiuntivo. Se

vi è inoltre altra documentazione provenien-te dal debitore e da lui sottoscritta che com-provi il diritto fatto valere è possibile ottene-re il provvedimento già in forma provvisoria-mente esecutiva. Il decreto ingiuntivo imme-diatamente esecutivo ha due vantaggi: con-sente di iniziare subito l'esecuzione senzadover attendere che il provvedimento diventi

definitivo (ovvero senza lasciar decorrere40 giorni o, in caso di opposizione, 130giorni almeno) e consente di iscrivere ipo-teca su eventuali immobili di proprietà deldebitore. L'iscrizione di ipoteca ha un costoelevato (almeno euro 1.000) perché preve-de il pagamento delle relative tasse ipote-carie e perché richiede l'intervento di un

Notaio, soggetto abilitato ad eseguirel'incombente, i cui compensi sono notoria-mente poco economici. D'altra parte se ilcredito è di un certo valore vale la penasostenere la spese dell'iscrizione ipoteca-ria perché, in caso di vendita dell'immobi-le all'asta, si potrà godere del privilegioed essere quindi preferiti agli altri credi-tori chirografari, cioè "normali", nellaripartizione della somma ricavata dallavendita, ciò sia in caso di procedure ese-cutive immobiliari sia in caso di aste falli-mentari. Occorre precisare che una voltaottenuto un decreto ingiuntivo nei confrontidel debitore non è necessario procedere perforza nei suoi confronti: se il cliente paga,se chiede una rateazione, se vedo che nonconviene procedere oltre, è sempre possibi-le interrompere la procedura di recupero delcredito. Il decreto ingiuntivo una voltadiventato definitivo cristallizza il creditorendendolo inattaccabile per sempre eposso anche conservarlo nel cassetto edutilizzarlo solo in futuro quando il debitoresarà tornato in bonis, anche a distanza dianni. Vantaggi non indifferenti a fronte diuna spesa tutto sommato contenuta tenutoconto che i costi indicativi della procedura,per esempio per un credito di euro 25.000,si aggirano intorno ad euro 2.500,00 cioè acirca il 10% del capitale. In sostanza, consi-derati i costi ed i benefici della proceduramonitoria, agire per l'ottenimento del decre-to ingiuntivo conviene sempre.

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ECONOMIA&BUSINESS

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CASE HISTORY

Giro del mondo con l'amministratore delegatodella Siac, Valerio Olivotto, che spiega cosasignifichi internazionalizzare la produzioneDifferenze con l'Italia? In Francia «incentivi fisca-li»; in Bosnia «basso costo della manodopera», inIndia «tassazione 30%»

«Per fare un bergamasco ci vogliono due cinesi»

"Il lavoro è lavoro. Si va dove si trova". Valerio Olivotto, amministratore delegatodella Siac spiega così il motivo per cui nel 1998 l'azienda di Pontirolo Nuovo, unodei principali produttori indipendenti di cabine guida per macchine movimento terrae agricole, decide di internazionalizzarsi. Il concetto di internazionalizzazione della

produzione, di per sè, suscita sentimenti contrastanti nell'opinione pubblica perché, da un lato,viene vista con favore la maggiore capacità delle imprese di penetrare i mercati esteri, ma dal-l'altro preoccupa lo spostamento di attività economiche che può associarsi all'apertura di sta-bilimenti produttivi all'estero. Oggi, a 14 anni di distanza, esistono gli stabilimenti produttividella Siac do Brasil, della KK Slovenia e KK Bosnia, della Siac Bohui in Cina e della Siac SKHin India ma il quartier generale, che occupa 600 persone, rimane a Pontirolo Nuovo. A trasfor-marla in una multinazionale è stata la globalizzazione dei mercati, l'esigenza di seguire i clien-ti "strategici" e la volontà di intercettare nuovi potenziali clienti. "La globalizzazione - spiega

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO DI GIORGIO CHIESA

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SIAC: andamento del fatturato (milioni di euro)

l'amministratore delegato della Siac agli stu-denti universitari del corso di economia e gestio-ne delle imprese internazionali - è il frutto di unaserie di scelte, o per meglio dire, di non sceltefatte 40 anni fa". Oggi il rischio maggiore che sicorre è restare chiusi in una zona geograficatroppo ristretta e "se non siamo noi a compete-re sui mercati esteri, prima o poi saranno leimprese straniere a venire a farci concorrenzasul mercato italiano". E se concorrenza deveessere, allora "è meglio battersi in casa loro". LaSiac, fondata il 16 aprile 1966 da Vittorio Villa, ènata come società di stampaggio. Da qui ilnome Siac: Stampaggi industriali assemblaggicarrozzerie. Alla sua morte, nel 1983, la direzio-ne è stata rilevata dalla moglie Renata che nel1986 ha affidato la gestione all'ingegner ValerioOlivotto, mantenendo la carica di presidente delconsiglio d'amministrazione. Dal 2004 è suben-trata la seconda generazione, la figlia MariaVittoria Villa. La rivoluzione avviene negli anninovanta, da società manifatturiera e contoterzi-sta si trasforma in un'azienda a ciclo completo.Alla produzione si aggiunge la progettazione elo sviluppo: dal foglio bianco, allo sviluppo tec-nico, alla disegnazione, ai test, all'omologazio-ne, all'industrializzazione fino alla produzione dimassa. Nel 1997 la produzione si estende dallecabine per macchine agricole a quelle per movi-mento terra e nel 1998, dopo aver operato per32 anni a livello nazionale, la decisione strategi-ca di internazionalizzarsi. Quattro i motivi elen-cati dall'amministratore delegato. Primo: "sevogliamo sopravvivere e primeggiare nel mer-cato globale, dobbiamo diventare globali";secondo: "il prodotto è ingombrante e costosoda trasportare. Il contatto con il cliente è conti-nuo e richiede risposte rapide ed efficaci"; terzo:"dobbiamo avvicinarci al mercato laddove ilmercato esiste e soprattutto dove il mercato èin fase evolutiva" e quarto: "dobbiamo comun-que essere competitivi e quindi utilizzare, ovepossibile, i vantaggi dei Paesi a basso costo".Nel 1999, con la nascita di Siac France e la Siacdo Brasil inizia l'espansione internazionale. Lesocietà diventano operative l'anno successivo."In Francia - racconta Valerio Olivotto - abbiamotrovato l'Afii, un'ente governativo che ha la mis-sione di favorire gli investimenti stranieri. Lacapacità dei francesi di attrarre investimentidiretti esteri non ha confronti con quella italiana.E siamo solo al di là delle Alpi". Differenze conl'Italia? "Per le imprese straniere che investono

Attese record per il fatturato 2012: 220 milioni di euroIl miglior risultato nella storia della SIAC di Pontirolo Nuovo

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hanno energia a basso costo (circa il 40-50% inmeno rispetto all'Italia per le utenze industriali) eincentivi fiscali".Siac do Brasil, la società brasilia-na con sede nel Minas Gerais, è nata da unajoint-venture con un partner locale che si è poi riti-rato dalla società. Con tre aumenti di capitale l'a-zienda di Pontirolo Nuovo ha incrementato la suaquota arrivando alla maggioranza nel 2001, al97% del capitale nel 2004 e l'anno dopo al con-trollo assoluto. Differenze con l'Italia? "A differen-za degli Europei, i brasiliani sono meno critici.Infatti i lavoratori brasiliani cercano di condivide-re gli obiettivi, senza metterli in discussione". Losbarco nell'est dell'Europa è del 2006. La Siacacquista la slovena Bori (poi ribattezzata K.K.), for-nitore storico dell'azienda con uno stabilimento inSlovenia (Kras Kabine) a Sesana vicino al confineitaliano e uno in Bosnia a Krupa (Krupa Kabine)."È una carpenteria che produce strutture saldate-spiega l'amministratore delegato della Siac -. Lapartecipazione iniziale prima e poi l'apporto di

alcune produzioni ha dato vita ad una strutturaindustriale più ampia che fornisce al nostro grup-po il 90% di tutte le parti metalliche".La differen-za rispetto all'Italia, in questo caso, si gioca tuttosul costo della manodopera, "in questa zona ilproduttore può beneficiare del costo del lavoropiù basso. E' strategico per una realtà come lanostra avere un polo produttivo in un'area abasso costo". Due anni dopo, nel 2008, la Cina."Il

motivo del nostro interesse per la Cina è che tuttii costruttori di macchine per movimento terrasono presenti o ci stanno per andare. La nostravocazione è di essere partner globale per i clien-ti: e noi dobbiamo essere dove sono loro. Rispettoalle cabine europee, quelle realizzate in Cinasono povere e semplici ma lì ci sono i "numeri"".L'ingresso è avvenuto con la costituzione dellaSiac Bohui Cabs Manufacturing Ltd, joint ventu-re al 50% con un partner locale: la Xgms, ema-nazione della Xcmg, il principale produttore dimacchine movimento terra cinese. Lo stabili-mento è situato a Xuzhou, una città a metà stra-da tra Shanghai e Pechino, che rappresenta lafabbrica più evoluta del Paese nel settore. Con600 dipendenti, attualmente produce circa 20mila cabine l'anno, principalmente per macchinemovimento terra, destinate al mercato interno,con un fatturato equivalente a circa 18 milioni dieuro. L'azionariato della società è alla pari e l'ac-cordo prevede che, ogni tre anni, ci si alterni alla

direzione generale e alla presidenza. Differenzecon l'Italia? "Le persone occupate sono 600 mase fossimo in Italia ne basterebbero la metà. InEuropa, lo stesso tipo di prodotto potrebbe esse-re realizzato con meno ore di lavoro. Significativoè il fatto che le unità di misura in Cina siano le ore;per noi contano i minuti ed i secondi". Nel 2010,la garanzia di produrre 25 mila cabina di un solomodello l’anno, ha aperto per la Siac di Pontirolo

Nuovo le porte dell'India. "Lo scorso settembre èiniziato il processo produttivo e, entro marzo, pen-siamo di raggiungere il tetto massimo di produ-zione".L'ingresso in questo nuovo mercato, con lacostruzione ex novo di uno stabilimento quasiinteramente robotizzato, è stato favorito dalla sti-pula di una joint venture con un partner locale benradicato. Differenze con l'Italia? Tempo necessa-rio per far partire l'insediamento produttivo: "unanno". Tassazione delle imprese straniere in Cinae in India: "30%".Per inciso, secondo uno studiodella Cgia di Mestre, il peso dei balzelli per gliimprenditori in Italia arriva al 68.5% degli utili afronte di una media europea di 43.4%. Nel 2011la Siac ha chiuso la filiale francese e la produzio-ne dello stabilimento francese di Auby è stata tra-sferita nella sede. "Con la contrazione economicae l'aumento dei costi si è reso opportuno raziona-lizzare e concentrare tutto a Pontirolo. I mercati, alivello geografico, sono molto differenti e inEuropa occidentale la situazione è piatta per ilcomparto. Ci sono altri mercati che stiamo stu-diando e che riteniamo interessanti per ragioni etempi diversi": la Russia e gli Usa. "Il mercato delmovimento terra è per definizione quello ameri-cano. Penso alla Caterpillar. Abbiamo ceduto agliamericani alcuni progetti industriali ma nonsiamo presenti come produttori e per ora con lanostra società brasiliana possiamo crescervi piùdi quanto possiamo fare dall'Italia". Maggiorisono le difficoltà per un ingresso in Russia perché"nonostante la crescita potenziale dovuta al fattoche sono 50 anni in ritardo rispetto al restod'Europa, l'ingresso va affrontato solo con ungrosso costruttore europeo e potendo contare suconcreti appoggi locali. Vedremo". Per la Siac ilcambio di strategia del 1998 è coinciso con la cre-scita continua e graduale del fatturato. Il 2011 siè chiuso con un giro d'affari che ha superato i 180milioni di euro, l'obiettivo per il 2012 è toccare i220 milioni di euro. Per l'azienda di Pontirolosarebbe il risultato migliore della sua storia.Spunti finali dell’a.d. dopo il processo di interna-zionalizzazione aperto 14 anni fa: "Abbiamo stret-to legami forti con i clienti globali (Caterpillar, JCB,CNH, Liebherr) e il Brasile è stato l'ancora di sal-vezza nella crisi del 2009/2010. In India prevedia-mo nel 2012/2013 un fatturato di 50 milioni dieuro e possiamo, lo abbiamo fatto, anche ridi-mensionarci in funzione delle nuove dimensionidel mercato". Promemoria finale per chi vuoleinternazionalizzarsi: "Essere globali significaanche essere flessibili".

SIAC NEL MONDOStati Uniti d’America

Mercato in fase di studio

America del sudSIAC DO BRASILGuaranesia, MGRio Claro; SP

IndiaSIAC - SKHFaridabad

CinaSIAC BOHUI - Xuzhou

EuropaSIAC ITALY - Pontirolo Nuovo - Italy K.K. - Sezana - SloveniaK.K. - Bosanska Krupa - Bosnia

RussiaMercato in fase di studio

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Una storia da guardie rosse, kibbuzo soviet del popolo, quella chesta accadendo alla Fiber Spa diTreviglio. L'azienda, che dagli anni

Cinquanta produce dispositivi elettromeccanicied elettronici per l'automazione, aveva dichia-

rato alla vigilia di Natale la cassa integrazionestraordinaria in vista della cessazione delle atti-vità produttive. Rischiavano così di perdere ilposto di lavoro 43 dipendenti (su un totale di51), in maggioranza donne. A quel punto è scat-

tato il presidio ai cancelli, ottenendo risultatimai visti in un caso del genere: il blocco haimpedito il trasloco produttivo in Romania etenuto in vita il confronto tra lavoratori e pro-prietà, che ha cambiato il management (la tito-lare Annalisa Bianchi ha ceduto il timone ad

Annamaria Rozzoni), è entrata in concordatopreventivo, ha raccolto ordinativi e ora sta addi-rittura assumendo. Piccoli numeri, visto chestiamo parlando di 5 o 6 contratti a tempodeterminato per la durata di tre mesi, tuttavia è

pur sempre un raggio di luce che segue alla crisipiù nera. Tra l'altro, secondo fonti dei lavorato-ri, la Fiber gode ancora di una certa fama e siparla di cinque manifestazioni di interesse rac-

colte in questi mesi per rilevare l'attività, tra cuiuna firmata dal gruppo tedesco AZ, quasi 400milioni di fatturato. L'assetto societario è un po'complicato: c'è la Fiber con i sui 51 dipendenti,la Bigatti e la GAP, di proprietà 100% Fiber, perun totale di 80 dipendenti. Considerando l'in-dotto si arriva a 100 dipendenti. Il presidiointanto è sempre lì e i lavoratori non hanno maismobilitato, nemmeno nei giorni gelidi dellamerla quando anzi si erano organizzati con uncamper, una stufa a legna e molto spirito di resi-stenza. Bloccare una delocalizzazione, a volte èpossibile. Almeno per qualche mese.

DELOCALIZZAZIONI

Dal rischio trasloco in Romania all'assunzione, a Treviglio, di 5 dipendenti. E' quanto sta accadendo alla società che produce dispositivielettromeccanici ed elettronici per l'automazione dopo quattro mesi di

presidio ai cancelli e aver fatto rientrare le attrezzature dal resto d'Italia

Fiber delocalizza? No. Per ora assume

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La difesa del patrimonionell'Italia di Mario MontiPORTAFOGLIO

Presentata dalla società di gestione del risparmio Sofia Sgr la formula del«Private Insurance»: una polizza assicurativa contro la morsa del fisco per-chè l'aliquota scatta solo al momento del riscatto, non sul maturato, e con-sente di sottrarre il patrimonio alla tassa di successione

Tra le varie novità recentemente intro-dotte dal Governo Monti, una chesicuramente ha solleticato la curiositàdegli italiani è quella relativa alla tra-

sparenza patrimoniale e reddituale dei membridell'esecutivo. Relativamente al patrimonio del

nostro Presidente del Consiglio, leggendo ladichiarazione, si capisce come abbia operatoun'ampia diversificazione sia tra categorie diinvestimento (possiede sia investimenti finanzia-ri che immobili a loro volta suddivisi tra residen-ziali e commerciali) sia all'interno delle stesse.

L'operazione trasparenza è stata accompagnataanche da una riforma fiscale che interessa lestesse attività finanziarie e l'applicazione di unanuova imposta di bollo. Alla Borsa Merci diBergamo su come, quando e perchè diversifica-re il proprio patrimonio, durante il convegno "La

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO DI GIORGIO CHIESA

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tutela del patrimonio nell'Italia di Mario Monti",sisono confrontati professionisti che si occupanoquotidianamente di investimenti. "A questa sera-ta -ha detto Patrizio Comi, advisor di Sofia SGR- abbiamo voluto dare un titolo provocatorio per-ché vogliamo offrire risposte a tutti coloro che,giustamente, si preoccupano di salvaguardare ilproprio patrimonio da eventuali "sorprese fisca-li"".Alla luce delle recenti normative una soluzio-ne concreta che consente di evitare la strettafiscale è rappresentata dalle polizze di PrivateInsurance. "Sono contratti assicurativi con unacapitale minimo -ha spiegato Ugo De GrenetdiGenerali Pan Europe -. Hanno un valore che

dipende da quello dell'attività sottostante a cui silegano, per esempio dei titoli o dei fondi di inve-stimento. Ma si possono conferire anche altribeni che fanno parte del proprio patrimonio per-sonale".E' come se un investitore confezionasseper la propria attività finanziaria una "veste assi-curativa" ricevendo in cambio alcuni vantaggi:grande flessibilità nella scelta della strategia di

investimento, protezione della riservatezza grazieal segreto assicurativo, ottimizzazione fiscale inarmonia con la legislazione del domicilio del con-traente, esenzione dall'imposta di successione,tutela della propria famiglia in caso di fallimentodel contraente e impignorabilità e insequestrabi-lità dei beni. Passando in rassegna alcuni aspettiDe Grenet ha ricordato come "il regime di tassa-zione dei rendimenti delle polizze prevede un'ali-quota che scatta solo nel momento in cui l'inve-stitore decide di riscattare, del tutto o in parte, ilproprio capitale. Questo consente, nel lungoperiodo, di ottenere un notevole vantaggio fisca-le". I rendimenti dei fondi comuni italiani, al con-trario, vengono tassati ogni anno anche se non siriscattano. Il che, nel medio e lungo periodo, faaumentare il peso del fisco in maniera considere-

vole. Inoltre "la polizza garantisce il patrimonio daeventuali rivendicazioni dei creditori",ciò significache in caso di fallimento dell'assicurato, i credito-ri non possono in alcun modo rivalersi sui premiversati nella polizza, né tanto meno sui rendimenti

maturati negli anni. Al momento della sottoscri-zione della polizza l'assicurato deve indicare ilnome del beneficiario che ha diritto a riscattare ilcapitale in caso di morte. "Il beneficiario- ha tenu-to a precisare De Grenet - può essere anche unapersona diversa dagli eredi legittimi, cioè estra-nea al nucleo familiare. A tutela della privacy l'i-dentità del beneficiario può essere tenuta nasco-sta agli eredi naturali da chi ha emesso la polizza"e, in caso di morte dell'investitore, "le polizze nonrientrano nell'asse ereditario e non possono esse-re considerate dal fisco come beni soggetti all'im-posta di successione". Sulle novità fiscali e suglieffetti la riforma della tassazione fiscale sulle ren-dite finanziarie si sono soffermati SandroPontecorvo e Samanta Lombardi di UbsItalia. "In precedenza - hanno ricordato - le rendi-

te finanziarie erano tassate con due aliquotedistinte: 12.5% per la maggior parte degli stru-menti finanziari (ad esempio azioni, titoli di stato,fondi comuni, pronti contro termine); 27% per gliinteressi sui conti correnti, depositi a risparmio edaltri strumenti finanziari come ad esempio speci-fiche categorie di obbligazioni societarie".Da que-st'anno i rendimenti di queste forme di risparmiosono tassati con un'aliquota unica del 20% e "i prodotti finanziari che continuano ad esseresoggetti ad una tassazione del 12.5% sono soloquelli relativi a titoli di stato rappresentativi deldebito pubblico dello stato emittente, sia italianosia estero".L'incontro è stato chiuso dal direttoreinvestimenti di Sofia Sgr, Daniele Bevacqua,che ha offerto un quadro dei rischi finanziari corsilo scorso anno e dal presidente Alberto Crespiche ha spiegato il concetto della consulenzaoperativa introdotto in Italia dalla stessa Sofia ingrado di coniugare l'attività di consulenza gene-rica con quella di collocamento e assistenza.

SOFIA SGR E LA GESTIONE DEL PATRIMONIOCreare una struttura di consulenza semplice, competente e indipendente nel giudiziosui prodotti finanziari. E' questa, in estrema sintesi, la filosofia che sta dietro Sofia Sgr,la società di gestione del patrimonio nella filiale di Bergamo, in via Mazzini 48. Fondatanel 2006 a Milano dall'allora rettore del Politecnico Francesco Brioschi, tuttora presi-dente onorario, dispone di un ufficio studi che vanta una lunga esperienza nel campodell'analisi finanziaria e nella selezione degli investimenti. Al contrario di altre societàdi gestione del risparmio presenti in Italia, Sofia non ha nessun legame con banche eassicurazioni. E, soprattutto da questi, non percepisce alcun ritorno. Questo consen-te alla società di analizzare e gestire i prodotti finanziari in estrema indipendenza."Indipendenza, personalizzazione, semplicità e competenza - spiega Patrizio Comi diSofia Sgr Bergamo - sono, chiari e imprescindibili, i nostri valori cardine. Sono valoriche tutti cercano ma che raramente si trovano in un'unica realtà perché a volte si èindipendenti ma con scarsa semplicità e personalizzazione nel dare soluzioni al clien-te; altre volte si è competenti ma con gruppi Bancari alle spalle che impongono le loroscelte. Noi difendiamo esclusivamente gli interessi del cliente".

Ugo De Grenet

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«EDIL 2012 TECH»,la risposta più importante

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La fiera dell'edilizia bergamasca èstata sotto la lente d'ingrandimento(o forse è meglio dire nell'occhio delciclone) dell'intera filiera. Tutto il

settore desiderava delle risposte importan-ti dalla più famosa manifestazione organiz-zata da Promoberg. Alle sorti di "EDIL 2012TECH" è stato accostato un vero e propriotermometro, per tastare la salute della cre-

scita edile sia del territorio bergamasco,sia di quello nazionale. Lo stesso LuigiTrigona, segretario generale di Promoberg,aveva fissato a 40 mila presenze l'obbietti-vo da raggiungere, dimostrando un certoottimismo. Ma visti i risultati e i riscontriottenuti nella quattro giorni (dal 2 al 5marzo), si può tranquillamente affermareche la kermesse è stata un successo che fa

ben sperare per il futuro: sono state infattiben 42 mila le persone che hanno visitatola manifestazione (630 stand, 270 esposi-tori, 52 mila metri quadrati). Si è quindi tor-nati sui livelli del 2008, facendo registrareun'inversione di tendenza a dir poco inco-raggiante. "La nostra fiera dell'edilizia - hasottolineato Luigi Trigona - si è confer-mata come un appuntamento fondamenta-

EDILIZIA&SOSTENIBILITÀ

La fiera dell'edilizia firmata Promoberg vaoltre le aspettative: 42 mila presenze - unincremento del 13% rispetto al 2011 - etante «idee sostenibili» per superare la crisi

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le per tutti gli operatori del settore edile.Un luogo dove, assieme alle istituzioni ealle associazioni di categoria, gli stessioperatori hanno avuto la possibilità didialogare e confrontarsi per riuscire a tro-vare le soluzioni più idonee ad affrontarela crisi in atto".

SOSTENIBILITA' - Un focus assoluta-mente importante è stato dedicato allasostenibilità, vista ormai da tutti (clienti,

operatori e imprenditori del settore) comel'unica via d'uscita dall'empasse congiuntu-rale e come vero valore aggiunto al prodot-to edile. "La politica e il sistema imprendi-toriale - ha continuato il segretario genera-le - sono chiamati a fare rete per accele-rare i processi di semplificazione normati-va e delle procedure, e per riattivare cana-li finanziari pubblici e privati da destinare adinterventi di riqualificazione e alla difesa delterritorio. Il recupero del patrimonio immo-biliare già esistente e la tutela dell'ambien-te sono due esigenze concrete di migliora-mento della vita e della sicurezza dei cit-tadini, e possono realmente avviare unprocesso sostenibile delle costruzioni.Tematiche strategiche per l'edilizia delfuturo, emerse chiaramente durante i tanticonvegni e seminari promossi all'interno diEDIL 2012 TECH, che hanno visto raddop-piare i partecipanti rispetto all'anno scorso".

FUTURO - Sono sensibilmente aumentatianche gli arrivi da fuori provincia e le visitedall'estero, in particolare dalla Svizzera. Eranocirca duecento gli imprenditori elvetici chehanno raggiunto Bergamo, attratti principal-mente da due fattori: la sempre maggiorequalità della manifestazione - che ha visto lapresentazione di alcuni prodotti in esclusivaeuropea e mondiale - e il cambio valutario perloro favorevole, che rende più convenienteacquistare in Italia. Positivi, in questo senso,

anche i commenti da parte dell'AssociazioneNazionale Costruttori Edili (Ance) di Bergamo."Siamo determinati più che mai - ha afferma-to Ottorino Bettineschi, presidente Ance

Bergamo - a superare il grave momento didifficoltà che sta vivendo il nostro settore.Ce la faremo, se punteremo su un nuovotipo di edilizia, fatta di ricerca, formazione,

innovazione, tutela dell'ambiente e riqualifi-cazione del patrimonio immobiliare esisten-te. EDIL 2012 TECH ha avuto il pregio diessere proiettata verso il futuro, grazie adun format in continua evoluzione e a unfolto gruppo di imprese che hanno avuto laforza e il merito di percorrere strade diverseda quelle tradizionali. Ma vogliamo fareancora di più, per riportare l'edilizia berga-

masca sul podio che le spetta. Se lo meri-tano le tante aziende del territorio che,non dimentichiamocelo, ricava il 15% delproprio PIL totale proprio dall'edilizia".

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Luigi Trigona, segretario generale

Promoberg: «Il recuperodel patrimonio immobi-liare e la tutela dell'am-

biente sono esigenzeche possono avviare

un processo sostenibiledelle costruzioni»

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Ente Fiera è talvolta definito il termo-metro per valutare lo stato di salute diun determinato settore, a secondadella kermesse che ospita nel perio-

do espositivo. Ma è anche una straordinariaopportunità per tastare il tessuto economicobergamasco nel suo complesso. A questo pro-posito, il direttore tecnico Stefano Cristini ciillustra il panorama che deriva da questa visio-ne, parlando a 360 gradi sulle manifestazionistoriche e sulle nuove tendenze del mercato."Nei padiglioni di una Fiera non si gioca sol-tanto il futuro di un'azienda, dal momento chela Fiera è essa stessa la vetrina, la porta di unterritorio che si espone e che si confronta conaltre economie. In ambito espositivo occorreperò fare un "distinguo" tra le fiere a caratterebusiness-to-business, che stanno risentendomoltissimo di questa recessione e le fierebusiness-to-consumer, che costituiscono laparte preponderante del nostro calendarioeventi. L'abilità di chi gestisce un quartiere fie-ristico sta nel cogliere i segnali, le anticipazio-ni del gradimento del pubblico, valutando pertempo la vivacità di determinati settori mer-ceologici rispetto ad altri".

Fino ad ora il 2012 ha riservato delle gra-

dite sorprese a Promoberg. Cosa preve-de da qui alla chiusura dell'anno: un'ul-teriore crescita per ogni manifestazionein calendario?"Le sorprese sono relative. In questi primi tremesi dell'anno abbiamo registrato unasostanziale tenuta di "Bergamo SPOSI", unariconferma dell'appeal di "Bergamo CREATTI-VA" ed una timida ripresa di EDIL, che da treanni si presenta sul mercato con una doppiatitolazione "Ristrutturazione" e "Tech" chestanno a significare un'alternanza merceologi-co-espositiva pensata proprio in funzione di unmercato che fatica a sostenere l'annualità dipresenza. In questo senso, i 42 mila visitatoridel 2012 hanno premiato lo sforzo organizzati-vo e di visione dell'Ente Fiera che si è mossocogliendo i segnali, anche innovativi, di unsettore che - auspichiamo - possa riprendersial più presto".

Economia e territorio: quali sono i setto-ri trainanti di questo 2012 e cosa è cam-biato, fino ad ora, rispetto al 2011?"Tra la fiera e il territorio esiste una "circolaritàvirtuosa"; da un lato la presenza della fiera sti-mola e facilita l'apertura verso l'esterno, dal-l'altro il territorio influisce sui risultati dell'atti-

vità. Detto questo, i settori trainanti non cam-biano di anno in anno, vi sono dei cicli che,come in economia, anche in ambito fieristicodeterminano il successo e la vitalità di alcuneesposizioni. Gli studi di settore ci dicono chesarà soprattutto l'ambito del turismo e deltempo libero ad avere più possibilità di tenutae, in questo senso, Bergamo ed il suo territo-rio possono giocarsi buone chance, grazie allapresenza di infrastrutture ed incoming moltovalide e territorialmente propositive".

Se dovesse fare una previsione sul 2013,come muterà (se muterà) l'economialocale?"Più che prevedere mutamenti, dobbiamoauspicare una ripresa generale che, come cistanno anticipando, dovrebbe avvenire a par-tire dalla seconda metà del prossimo anno.Una ripresa generale si rifletterà positivamen-te anche in ambito fieristico dove, peraltro,abbiamo già colto la definizione di nuovimodelli coerenti con una società in continuomovimento, sempre più flessibile, grazie aduna configurazione strutturale-modulare, emeno standardizzata delle manifestazioni".

Se invece dovesse esprimersi a lungo

Il futuro del B2B? Mutare in «Business-to-Consumer»ECONOMIA LOCALE

Stefano Cristini, direttore tecnico di Ente Fiera Promoberg, mostra una visionecomplessiva dell'economia nostrana, confrontando il riscontro del territorioalle tendenze dell'expo di via Lunga

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termine, ad esempio tra 5 o 10 anni, vedequalche novità (magari nuove manife-stazioni) o qualche difficoltà per deter-minati settori?"Al di là del maggiore o minore appeal di alcu-

ni ambiti merceologici, tra un quinquennio oun decennio sarà completamente cambiato ilmodo di fare fiere. L'impresa che partecipaalla fiera non offre più soltanto beni e servizima l'esperienza che ne deriva, che è ricca di

sensazioni che si creano nel visitatore; in que-sto senso interpretiamo la tendenza in atto.Dalla semplice vendita di spazi espositivi cistiamo proiettando verso una scelta di servizicollaterali di valore aggiunto: specializzazione

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degli eventi, forme di intrattenimento, conuna sempre maggior rilevanza di congressi,workshop e manifestazioni collaterali, uninsieme di realizzazioni che puntano allavalorizzazione del territorio".

Come mai Promoberg non si è ancoraoccupata di hi-tech, vista anche l'ec-cellenza rappresentata dall'Universitàdi Bergamo?"Bisogna intendersi sul significato di hi-tech.Tutto ormai è hi tech, nel senso che moltidegli ambiti presenti nelle nostre manifesta-zioni utilizzano la tecnologia al momento piùavanzata. Penso, ad esempio, a Show Way,l'evento che quest'anno proporremo aBologna Fiere e che rappresenta il momen-to espositivo di eccellenza del compartodelle attrezzature per il mondo dello spetta-colo. Si tratta di una fiera dall'altissima pro-filatura tecnologica, dal momento che l'Italiae la bergamasca in particolare vantanoaziende e produzioni di assoluto livello. Lacollaborazione con la nostra Università si èpoi concretizzata anche in altri ambiti, comequello pedagogico didattico di Lilliput".

La fiera edile, da poco conclusa, haconfermato un trend in crescita. E' tuttomerito della sostenibilità?"Tener botta attraverso una fiera che ha ven-tisei anni come "EDIL" in un settore comequello delle costruzioni così fortemente toc-cato dalla crisi implica mettere in campouna serie di iniziative e di correttivi che nelmercato attengono non solo alle soluzioniabitative del futuro, ma anche al recuperodell'esistente in una chiave, questo sì, disostenibilità. Gli elementi che concorrono adun possibile rilancio del settore, attraversoun recupero non solo degli edifici storici dicittà Alta ma anche del patrimonio ediliziodegli anni '60 e '70 sono molti, e non pos-sono prescindere da un'ottimizzazione dellerisorse disponibili, da un'attenzione al mer-cato e da una sempre più stringente sinergiacon le associazioni di categoria".

Molti sociologi ed economisti parlanodi un ritorno alla manualità che dovràsalvare le future generazioni. Vorrebbefornirci la sua opinione e i suoi sentoridopo la recente "Bergamo Creattiva"?

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"Creattiva è diventata un fiore all'occhielloper Bergamo, ha avuto un riconoscimentocome fiera nazionale ed è osservata concuriosità all'estero. E' un fenomeno dicostume che, dal 2008, anno della suaprima edizione, è letteralmente esploso peruna serie di concomitanti fattori positivi, tracui appunto il ritorno alla manualità comepiacere di creare qualcosa di unico per sestessi e gli altri. E' una fiera che raccoglie econcretizza la sempre più diffusa esigenzadel "saper fare", sotteso a diverse motiva-zioni; sia per soddisfare il legittimo deside-rio di possedere cose belle, sia per arroton-dare vendendo i propri manufatti, sia perimpegnare il tempo in attività gratificanti".

Qual è il valore aggiunto proprio diCreattiva?"Attraverso la nostra fiera si accede allacondivisione gratuita di molte tecniche, eallo scambio costante di stimoli ed idee.C'è tutto un popolo di appassionate hobbi-ste che è alla costante ricerca di materialie tecniche; una sete di novità che le dueedizioni annuali di Creattiva, quella prima-verile e quella autunnale, riescono a soddi-sfare. Con le dovute cautele possiamo par-lare di questa manifestazione anche comedi un volano per la piccola industria berga-masca del tessile, degli accessori di abbi-gliamento di qualità e della lavorazione dellegno, aziende che trovano in questo setto-re di appassionati, opportunità per darenuova linfa e orientamenti, sicuramenteper esplorare mercati sottovalutati, neiquali la qualità e la creatività fanno la dif-ferenza".

Il turismo è un altro settore che hasubito forti scossoni con la crisi, eBergamo è sempre sotto la lente d'in-grandimento per non essere capacedi sfruttare le sue bellezze, nonostan-te l'aeroporto di Orio al Serio. Cosadovrebbe fare la nostra città per inve-stire maggiormente in questa risorsa?"Le risorse territoriali e le opportunità sonomolte e di sicuro appeal. Il turismo è un ele-mento le cui potenzialità non sono ancorastate accolte e promosse appieno, ancheper la mancanza di una regia unica cheattui un maggior coordinamento tra i vari

attori territoriali. Penso che una logica stra-tegica attuabile possa riguardare sia l'ado-zione di modelli di co-markership, atti apromuovere la partnership tra le strutture e

gli organizzatori di eventi, sia l'introduzioned'innovazioni delle attività con lo sviluppodi manifestazioni di nuova concezione eduna loro maggior razionalizzazione".

Ultima domanda, un piccolo gioco: sefosse costretto ad investire tutto il suopatrimonio in un unico settore (rife-rendosi naturalmente alle manifesta-

zioni che ospitate), cosa sceglierebbee perché?"Indubbiamente Creattiva, per la "garanzia"dell'aspetto sociologico del fenomeno. Poi

penso a No Frills, l'evento di eccellenza delturismo b2b che abbiamo ospitato fin dallasua prima edizione e che vede confluireogni anno quasi trecento tra i più qualifica-ti tour operator mondiali del settore. Infine,direi gli eventi in genere, dai concerti allegrandi convention, che la polifunzionalitàdel nostro polo fieristico consente di orga-nizzare".

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Da una parte c'è il soggetto costituito dalle aziende fami-liari che rappresentano la maggior parte del tessutoimprenditoriale nazionale; dall'altra parte c'è il verboinnovare, parola chiave per contrastare la crisi che tra-

dotto significa modificare uno stato di cose, introdurre processidi miglioramento continui attraverso l'iniezione di nuove idee,metodi e tecnologie. Nel caso di "Klimatrave TriPlok" soggetto everbo concordano perchè l'architrave brevettata dall'impresafamiliare Cantiere Tri Plok di Montello ha vinto la settima edizio-ne del "Premio per Innovazione Tecnologica nell'Edilizia", un rico-noscimento promosso da Edil 2012 Tech, la Fiera dell'Ediliziaorganizzata da Promoberg. Nella motivazione si richiama espres-samente che "oltre all'aspetto tecnico, la commissione ha inteso

valorizzare il lavoro di questa azienda storica bergamasca a con-duzione familiare - in "rosa" - essendo gestita da ManuelaGhidini Testa e dai quattro figli (Laura, Roberta, Mariachiara eFrancesco), per essere riusciti a dare continuità alla tradizioneimprenditoriale giunta alla terza generazione, risolvendo conquesto prodotto un nodo delicato tra l'edilizia tradizionale e l'ef-ficienza energetica". Il premio è intitolato alla memoria di PietroAssolari fondatore della Rami di Seriate e Giovanni Tomasonifondatore della Tomasoni srl di Ranica, due imprenditori berga-maschi che hanno contribuito all'innovazione tecnologica nelmondo delle costruzioni. Oltre all'impresa familiare di Montellola commissione ha premiato altri cinque espositori che si sonodistinti per prodotti e soluzioni particolarmente innovative.

«EUREKA»

Il presente parla di congiuntura economica negativa per tutti i settori, com-preso quello edile e in questo senso innovare è diventato un obbligo. Allafiera dell'edilizia il «Premio per Innovazione» è andato al volto «rosa» dellaCantiere Tri Plok di Montello e ad altri cinque espositori

Edil 2012: battere la crisia colpi d’innovazione

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Kennew di NembroL'impresa bergamasca situata all'imbocco della Val Serianacon 7 dipendenti e un giro d'affari di 5 milioni di euro ha pre-sentato in fiera un generatore fotovoltaico mobile "Ikube". Unpannello solare autonomo e trasportabile, composto da novepannelli fotovoltaici classici che si richiudono a cubo, in gradodi generare energia elettrica "verde" fino a 1,5 kilowatt. Le 8batterie Piombo-acido AGM classe C20 da 245 Ah, contenutealla base della struttura, vengono ricaricate dall'impiantostesso, assicurando oltre 11 kWh di energia accumulata. Ilgeneratore fotovoltaico compatto e portatile permette disuperare tutte le problematiche che ruotano intorno all'istal-lazione di un impianto stand alone di tipo classico: sopralluo-go, studio di fattibilità, progetto, realizzazione delle struttureper i pannelli, realizzazione delle strutture per le batterie,messa in funzione e collaudo. E' stato ideato allo scopo di for-nire energia elettrica in tutte quelle zone non coperte da unarete elettrica e per tutti impieghi di lavoro, emergenza e soc-corso che richiedono di poter spostare la propria fonte dienergia. Ha una dimensione di trasporto estremamente ridot-ta - 1 metro cubo - è totalmente autonomo, ecologico e silen-zioso, è munito di inverter e batterie di backup.

Cantiere Tri Plok di MontelloL'Architrave Tri Plok è un manufatto prefabbricato per l'edili-zia progettato per risolvere in maniera efficace le esigenzecostruttive dei muri portanti e divisori, costruiti in manieratradizionale, evitando la formazione di ponti termici o segna-ture nell'intonaco di finitura. “L'innovazione dell'architraveTriplok - è scritto nel verbale redatto dalla commissione esa-minatrice - consiste nella sostituzione del fondello in lateriziocon xps espanso Stirodur C che garantisce un altissimo livel-lo di isolamento, pesi ridotti del 50% , eliminando condensee muffe indesiderate". La Cantiere Tri Plok è una delle realtàstoriche della nostra provincia. Fondata nel 1948 dal cav.Severo Testa, nel 1978 la conduzione aziendale passò nellemani dell'unico figlio maschio, Pierangelo, che si concentrònella realizzazione di manufatti in cemento. Oggi la CantiereTri Plok, arrivata alla terza generazione, produce elementi diarredo urbano, giardino e manufatti in cemento per l'edilizia.Data la sua formazione, è certamente una delle aziende più in"rosa" in circolazione.

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Brevetti Montolit di Cantello (Va)L'azienda varesina ha presentato in anteprima mondiale ilnuovo brevetto: "Monster 360". Un taglia piastrelle da 3 metri,manuale o elettrico, per 1.5 con spessore che varia da 3 a 7millimetri "Questa importante azienda Italiana, leader a livel-lo internazionale - ha scritto la commissione - con questanuova taglia piastrelle è riuscita a mettere a disposizione deiproduttori di ceramiche e dei posatori uno strumento utile eindispensabile per rispondere alla crescente domanda delmercato che privilegia la scelta di piastrelle di grandi dimen-sioni fino a 3 metri per pavimentazioni e rivestimenti". LaBrevetti Montolit SpA si occupa dal 1946 della produzione ecommercializzazione di attrezzature professionali per il setto-re edile (linee di macchine elettriche e manuali per il taglio ela foratura di materiali lapidei). Con 500 prodotti a catalogo eoltre 300 brevetti depositati in tutto il mondo, esporta oltre il40% della sua produzione in oltre 80 nazioni.

Ripamonti Serramentidi TrevioloAll'azienda di Mozzo è andato il riconoscimento "per la conti-nua ricerca nel settore dei serramenti in legno - ha sottoli-neato la commissione esaminatrice - e per aver progettato emesso in produzione le finestre scorrevoli minimali della serie"Blackwood", dal ricercato design e con innovazioni tecnichesignificative". Per sfruttare al massimo luminosità e migliora-re il design, il telaio del serramento scorrevole occupa 38 mmed è composto da un vetro (dimensioni massime di 6 metri dilunghezza per 2,5 di altezza) con supporti in legno di rovere.Nel 2009, la Ripamonti Serramenti ha vinto il premio per l'in-novazione per aver commercializzato "Iso Bloc" un prodottobrevettato dalla Sudtirol Fenster di Gais, in provincia diBolzano. Il brevetto riguardava un sistema per il montaggio difinestre: in pratica basta effettuare un vano nel muro dell'abi-tazione nel quale inserire "Iso Bloc", un monoblocco compostoda un controtelaio al quale vengono fissati già in fabbricaelementi isolanti di elevata qualità, compreso il cassonettoper la tapparella.

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VRG di VerlatoGiuseppe e Figli di Altavilla VicentinaUna pinza rotante brevettata che avvita i fili di ferro su strut-ture di armature di rinforzo per getti di calcestruzzo nei can-tieri edili, evitando il movimento della mano. A rendere tuttopiù "facile" ci ha pensato Giuseppe Verlato e la sua V.R.G diVicenza. La forma della pinza è quella classica (una tenaglia ele due impugnature per stringere o allentare) con due diffe-renze fondamentali: la forma a scalini dei denti che permetto-no di tagliare e bloccare il filo e il sistema di rotazione checonsente, tirando verso di se una delle due maniglie, di gira-re il filo senza muovere i polsi. Con la semplice operazione ditirare e rilasciare l'impugnatura ergonomica della pinza, l'u-tensile effettua la legatura richiesta sulle sbarre di ferro in 2secondi, aumentando la produttività ed eliminando le opera-zioni di legatura tradizionale. La pinza rotante V.R.G. può ope-rare con sezioni variabili di filo di ferro per mezzo di una sem-plice regolazione sulla leva di impugnatura e previene lemalattie professionali legate al polso degli operatori edili.

Caterpillar Compagnia GeneraleTrattori - (Mi)A Edil 2012 è stato presentata da Cgt, distributore esclusivodi Caterpillar per l'Europa (Germania esclusa) la Pala gomma-ta serie K. Un nuovo macchinario "che introduce - ha specifi-cato la commissione - innovazioni tecnologiche significativenella motorizzazione, nel campo della sicurezza, nella visibili-tà di manovra per l'operatore, nella manutenzione e anticipai nuovi standard sui consumi e il risparmio energetico chesaranno introdotti dal 2013. Un riconoscimento anche aCaterpillar per la continua ricerca a livello internazionale fina-lizzata a migliorare l'efficienza e la qualità del lavoro nelmondo delle costruzioni". Le innovazioni: il rivoluzionario joy-stick di sterzo omologato per la circolazione su strada; il siste-ma idraulico Load Sensing; la rigenerazione del filtro antipar-ticolato; la cabina riprogettata in 3D intorno all'operatore e lenuove benne Cat Performance che consentono di caricare piùmateriale con una maggiore capacità di trattenerlo.

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Si sta preparando, in Lombardia, unavera e propria evoluzione nella perce-zione dei consumi energetici. La legge3/2011 della Regione, a partire dal

prossimo agosto 2012, infatti, obbligherà tutti glistabili con più di 2 unità abitative e con riscalda-mento centralizzato, alla contabilizzazione delcalore e termoregolazione (vedi tabella). Unanovità che andrà a modificare le nostre bollette,ma anche tutto l'indotto economico che derivadalla filiera. Sarà quindi fondamentale avere unpartner di assoluta fiducia, a cui affidare i neces-sari lavori di ristrutturazione e ottimizzazione.

Ecco perché il CAIB - Consorzio ArtigianiInstallatori Idraulici Bergamaschi - sta da tempoinvestendo nella formazione, nella ricerca e nel-l'innovazione. "Ci siamo preparati -ha affermatoil presidente Claudio Fiorendi - e siamo prontiad accogliere questa normativa. Stiamo parlan-do di una modifica che riguarderà più di125 milastabili, su cui molti "professionisti improvvisati"cercheranno di speculare. Siamo composti da140 professionisti (30 aziende, con un fatturatocomplessivo consolidato di circa 20 milioni dieuro), oltre 80 mezzi aziendali, quasi 1200 lavorirealizzati ogni anno in Italia e all'estero e più di

600 anni complessivi di esperienza in ogni ambi-to dell'idraulica. Per far fronte alla nuova norma-tiva abbiamo organizzato incontri e corsi di for-mazione ulteriori con i nostri dipendenti, così dapoter fornire le più complete competenze all'u-tente finale".

Quali sono le novità del Consorzio in que-sto 2012?"La prima consiste nel cambio di guardia alla pre-sidenza, subentra Claudio Fiorendi, dopo cheGiacinto Giambellini è stato eletto per ben trevolte. La seconda, più rilevante, è che il Consorzio

CAIB, formazione e innovazioneper sconfiggere la crisi

UNIONE

Il «Consorzio Artigiani Installatori Idraulici Bergamaschi» è pronto adaccogliere la normativa regionale che rivoluzionerà la contabilizzazionedel calore, mentre esporta il modello bergamasco anche a Como

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è sbarcato anche in provincia di Como. Il model-lo bergamasco ha attirato ditte idrauliche anchefuori dal nostro territorio, in quanto vincente efunzionale. Il CAIB, infatti, vuole essere un esem-pio di come pur facendo business si possa man-tenere la propria identità individuale e nel con-tempo lavorare con altre imprese avendo affini-tà d'intenti".

Cosa avete fatto in materia di formazione?"È un aspetto su cui, come detto, abbiamo inve-stito da sempre. Sono la formazione e l'aggior-namento dei titolari, degli operai e degli impie-gati che fanno la differenza. Tutte le Aziendeassociate al CAIB si distinguono appunto per leconoscenze e le competenze idrauliche ancheperché seguono costantemente i corsi organiz-zati direttamente dal Consorzio o in collaborazio-ne con l'Associazione Artigiani di Bergamo".

Che tipo di aziende abbraccia il vostro

Consorzio?"I consorziati sono imprenditori, non solo idrauli-ci. Tutte le realtà che vanno a costituire la strut-tura sono aziende che hanno dovuto garantirestandard molto alti, quindi rispettando ogni nor-mativa presente".

Come farete a rimanere al passo coi tempi,nonostante la crisi?"Punteremo soprattutto, e non solo, sull'innova-zione. Oggi, la "green economy" costituisce il

20% del PIL nazionale, quindi è su quel fronteche vogliamo batterci. Purtroppo, bisogna dire,che lo sviluppo della green economy ha fattonascere anche molte aziende non preparate, chehanno solo voluto cavalcare l'onda. Noi, per met-terci al riparo dalle speculazioni, in futuro vor-remmo aprire una collaborazione con l'Universitàdi Bergamo, i prodotti da noi usati saranno testa-ti e certificati a livello di rendimento e confronta-ti fra di loro, così da utilizzare solo prodotti d'altaqualità con metodiche garantite".

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Tipologia ImpiantoData entro cui adottare le misurenecessarie per termoregolazione

e contabilizzazioneSuperiore 350 kWE installazione ante 1/8/97Maggiore o uguale a 116,4 kVE installazione ante 1/8/98

I restanti impianti

01/8/2012

01/8/2013

01/8/2014

Da sinistra:Alba Chiodelli consigliere,

Giacinto Giambellini vicepresidente, Claudio Fiorendi presidente, Giacomo Tirloni consigliere

e Giovanni Mascolo consigliere

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La Dec è "fuori" dal nuovo ospedale dellaTrucca. Uomini e mezzi dell'aziendabarese, finita nella bufera per un'inchie-sta aperta dalla procura di Bari su un pre-

sunto giro di appalti pilotati, sono ancora fisica-mente presenti nel cantiere, ma non saranno piùchiamati a posare nemmeno una piastrella nelPapa Giovanni XXIII. I Riuniti, irritati e soprattuttopreoccupati per il ritardo accumulato durante gliultimi lavori, necessari per ottenere il parerefavorevole della commissione di collaudo (senzail suo ok l'ospedale non potrà aprire), hanno deci-so in pratica di "esonerare" la Dec e di affidare gliultimi interventi ad altre ditte: i costi sarannoperò addebitati alla stessa Dec. Un conto damettere sul piatto della bilancia quando si discu-terà dei 150 milioni chiesti dai pugliesi per inter-venti da loro ritenuti aggiuntivi e di natura extra-contrattuale (i Riuniti ovviamente la pensanodiversamente). Sulla decisione di Largo Barozziha inevitabilmente influito la preoccupazione pergli sviluppi dell'inchiesta barese (due fratelli

Degennaro arrestati, l'amministratore unico Vitoindagato a piede libero), nonché l'ammissionedella stessa Dec di essere in crisi di liquidità.Difficoltà che avevano avuto un riflesso anche alcantiere di Bergamo, con alcune maestranze chehanno lamentato ritardi nei pagamenti degli sti-pendi. Problemi simili si sono registrati nei giorniscorsi anche a Genova, dove la Dec si sta occu-pando del restyling delle stazioni Brignole ePrincipe. La scelta di mettere da parte la Dec èscattata quando si è avuta la consapevolezzache, di questo passo, difficilmente si sarebberiusciti a rispettare la fatidica data di ottobre,mese in cui è prevista l'apertura del nuovo ospe-dale, già in ritardo di un anno abbondante sullatabella di marcia nonostante i costi lievitati ormaia 500 milioni. La Dec aveva già goduto di unaproroga di due mesi per ultimare i suoi interven-ti e apportare le rifiniture richieste dai collauda-tori, ma non è stata in grado di mantenere l'im-pegno. La "deadline" è stata superata il 15 marzoe a quel punto, con la bufera di Bari che già infu-

riava, i Riuniti hanno deciso per il "divorzio antici-pato". L'impresa dei Degennaro resta infatti allaTrucca da separata in casa: formalmente è anco-ra titolare dei lavori, ma di fatto non è più così. Loconferma anche un'altra circostanza: la dirigenzadegli Ospedali Riuniti ha deciso di prendere diret-tamente in carico le operazioni di sorveglianzadel mega cantiere: il problema della sicurezza,specialmente notturna, è una questione prima-ria, che riveste carattere d'urgenza. Materiali eattrezzature, del valore di centinaia di migliaia dieuro, fanno gola alle bande di malviventi che siaggirano per la provincia quando cala il buio. IRiuniti deciso di vigilare in prima persona sull'in-tera struttura, affidandosi a propri incaricati perscongiurare il rischio di vedersi costretti a mette-re pezze al vestito ancora prima di averlo indos-sato. Un vestito che è già costato tantissimo aicontribuenti. Quanto alla famosa trincea, è statapraticamente ultimata e sta già funzionando adovere, intercettando le acque in discesa daicolli. Almeno questa, una bella notizia.

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LA TELENOVELA

Un altro capitolo nella vicenda del nuovo ospedale. Preoccupati dagliennesimi ritardi e dall'inchiesta di Bari, i Riuniti hanno preso in mano

la situazione: impresa pugliese «esonerata» e lavori affidati ad altre ditteLa decisione in seguito al mancato rispetto dei termini delle migliorie

Fuori la Dec dall'ospedale della Trucca

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Si scrive "iFidi" e si pronuncia come silegge "iFidi". La sigla del primo con-sorzio del sistema Cna Lombardonato dalla fusione per incorporazione

tra Fidimpresa Varese, Fidimpresa Milano eConfidart Bergamo richiama quella di un telefo-nino di ultima generazione. In comune c'è losguardo rivolto al futuro. "iFidi - spiega l'ammini-stratore delegato Roberto Villa - è nato da unafusione inter pares e ha generato una struttura ditipo "federale" che lascia ampie autonomie allefiliali, per poter essere il più vicini possibile alleimprese. La sfida che abbiamo raccolto è stataquella di creare una struttura unitaria, sufficien-temente grande da garantire alle imprese quel-l'accesso al credito in misura necessaria alle loroesigenze, che non fosse la mera somma degliattivi patrimoniali e delle singole organizzazioni diprovenienza ma qualcosa di nuovo, in grado diesprimere una sua precisa identità con chiariobiettivi ed unità d'intenti. A guidare questo per-corso di unificazione è stata la volontà di perve-nire all'iscrizione all'albo dei Confidi ex art. 107".

"IFidi" è il primo Confidi del sistema Cnalombardo che sarà iscritto a Bancad'Italia nell'albo degli intermediari finan-ziari ex art. 107 del Tub (Testo UnicoBancario). Cosa significa?"Significa rilasciare una garanzia in linea con ledirettive di Basilea II, acquisire una professiona-lità ancora più marcata, permettere alle Bancheaccantonamenti patrimoniali inferiori sulla partegarantita; ma significa anche non dimenticare lanostra natura mutualistica in difesa di un acces-so al credito facilitato a costi contenuti per tuttele imprese che decidono di avvalersi della con-sulenza e dei servizi offerti da iFidi".

Che funzione ha l'art. 107 del Tub? "L'art. 107 definisce le regole e le normative allequali tutti gli intermediari finanziari (Banche,Leasing, Confidi, ecc.) devono obbligatoriamen-te attenersi al raggiungimento dei parametriminimi di attività finanziaria stabiliti dalMinistero dell'Economia e della Finanza e rece-piti da Banca d'Italia. La Vigilanza della Banca

d'Italia ha lo scopo, all'interno dell'art. 107, digarantire la stabilità del sistema finanziario edeconomico".

Che differenza c'è tra una garanzia rila-sciata da un confidi "106" e da "IFidi"?"La garanzia rilasciata da un Confidi 106 è di tipo"sussidiario"; questo vuol dire che, normalmen-te, il Confidi paga dopo che la banca ha esperi-to tutte le procedure legali nei confronti delgarantito inadempiente e di eventuali terzigaranti. La garanzia di iFIDI (art. 107) sarà escu-tibile a "prima richiesta" da parte della Bancache, anche successivamente, potrà agire neiconfronti del garantito o dei terzi garanti, aven-do però già incassato dal Confidi una parte delcredito insoluto".

Dalla fusione di Fidimpresa Varese,Confidart Bergamo e Fidimpresa diMilano è nato "IFidi". Come si struttura?"La struttura di iFIDI vuole rispettare la vicinanzaterritoriale alle imprese che da sempre ha con-

iFidi: la pedemontanadel credito targata CnaACCESSO AL CREDITO

I Confidi Cna di Varese, Bergamo e Milano si sono uniti per dare vita a «iFidi», il primo consorzio del sistema Cna Lombardo che a breve saràiscritto a Banca d'Italia, nell'albo degli intermediari finanziari ex art. 107L'amministratore delegato Roberto Villa: «Alle imprese garantiamoaccesso al credito a costi competitivi»

PHOTO DI GIORGIO CHIESA

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traddistinto la nostra operatività. Abbiamo costi-tuito 3 filiali principali più altre tre dipendentidalle principali, in modo tale che tutte affrontinoin modo specifico le problematiche riferite allesingole province. L'articolazione attuale è laseguente: Bergamo - Brescia, Milano -Monza/Brianza, Varese - Gallarate".

Soci, patrimonio iniziale, totale deliberatoe garanzie in essere al 31 dicembre 2011.Quali sono i "numeri" di "Ifidi"?"Attualmente iFidi conta su 12.300 soci e unpatrimonio di 16 milioni di euro. Al 31 dicembre2011 il totale deliberato è stato di 102 milioni dieuro con garanzie in essere per 140 milioni dieuro".

Un bilancio dell'attività svolta nel 2011?"In un momento particolarmente delicato perl'economia non è agevole fare bilanci. Le ban-che, con le loro difficoltà, hanno ridotto le dispo-nibilità finanziarie, soprattutto nel medio-lungoperiodo, messe a disposizione delle imprese; leaziende posticipano gli investimenti in attesa disegnali positivi dal mercato e nel frattempo sof-frono per la mancanza di liquidità causata, prin-cipalmente, da un allungamento ulteriore deitempi di pagamento da parte della loro cliente-la (enti pubblici in primis). In poche parole unasituazione di stallo che, speriamo, si sblocchi nelsecondo semestre 2012, in parte legato ad unaripresa da tutti auspicata e in parte legata all'i-

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niezione di liquidità che la BCE ha messo a dis-posizione del sistema bancario a costi estrema-mente contenuti".

In che settore ci sono stati gli interventimaggiori?"Principalmente nel settore dell'edilizia, delleattività manifatturiere in generale e del com-mercio sia al dettaglio che all'ingrosso".

L'autorizzazione come confidi 107 qualivantaggi concreti porterà alle imprese?"Chiariamo che la garanzia 107 porta vantaggi,in prima battuta, alle banche che possono con-tare sia su accantonamenti patrimoniali inferio-ri rispetto al limite stabilito da Banca d'Italia, siasulla certezza di incassare subito, "a primarichiesta", la quota garantita dal Confidi in casodi default dell'impresa. Le imprese, di riflesso,dovrebbero (il condizionale è d'obbligo, in quan-to sino ad oggi così non è) ottenere benefici siain termini di miglior accesso al credito sia in ter-mini di riduzione sostanziale dei tassi normal-mente applicati dalle banche su finanziamentinon garantiti. Auguriamoci che tutto ciò avven-ga in tempi brevissimi".

Per le imprese della nostra provincia saràpiù facile l'accesso al credito?"Per la verità, tolto appunto quest'ultimo perio-do, non vi sono state grosse difficoltà di acces-so al credito, soprattutto per i finanziamenti abreve e in presenza di garanzia Confidi; con ilsuperamento delle attuali criticità economiche,non vi è dubbio che la normale operatività, sep-

pure con una più attenta valutazione delle richie-ste di affidamento, verrà riavviata dal sistemabancario, facilitato anche dall'evoluzione deiConfidi trasformatisi nel frattempo in enti finan-ziari ex art. 107".

A tassi più competitivi?"I tassi sono stabiliti ed applicati dalle Banche enon dipendono dal Confidi. Una cosa però e

certa: con l'economia in lenta e graduale ripresaanche le Banche sono chiamate, per senso diresponsabilità sociale e per sostenere le impre-se in questo lento e faticoso cammino di ripre-sa, a sostenere la crescita mitigando le lororichieste".

Ci può fare un esempio?"Fare esempi oggi non è sicuramente agevolema posso evidenziare un'anomalia: mentre iparametri di riferimento (Euribor, Irs, ecc.) sonostabili se non addirittura in discesa, i tassi conti-nuano a salire. E' il segno evidente di un merca-to finanziario ancora instabile dove il costo deldenaro è determinato da fattori esogeni chenulla hanno a che fare con regole certe di stabi-lità finanziaria".

"IFidi" può rilasciare all'impresa unagaranzia "personale" spendibile pressotutti gli istituti di credito?"Si. La garanzia "personale" rilasciata da iFIDI,sarà assolutamente spendibile presso tutti glioperatori finanziari (Banche, società di leasing,Factoring, ecc.)".

Per chiedere la garanzia ad "IFidi" ènecessario essere iscritti alla Cna?"Assolutamente no. Chiunque può richiederel'intervento di iFIDI, indipendentemente dalfatto di essere associato o meno a CNA.Promozionalmente e a titolo assolutamentegratuito, noi offriamo un anno di adesione allaCna. Il cliente, al termine del primo anno, dopoaver testato e usufruito dei numerosi serviziofferti da Cna, decide in piena autonomia serinnovare o meno il rapporto associativo".

Molte aziende artigiane e Pmi fannofatica a stare sul mercato. Questa situa-zione come si traduce sul fronte degliaffidamenti? "E' una situazione complicata che dovrebbeiniziare a sbloccarsi nel breve periodo. Alcunebanche stanno già predisponendo nuovi pianioperativi che prevedono un incrementosostanziale dei finanziamenti nel medio-lungoperiodo; pur essendo il nostro Paese, tecnica-mente in recessione, qualche timido segnalepositivo di ripresa si inizia ad intravedere. iFIDIè pronto, come sempre, a fornire tutto il sup-porto necessario alle Imprese per ottenerecredito alle migliori condizioni possibili. E' deltutto evidente che sarà data priorità, soprat-tutto da parte delle banche, a tutte quelleaziende che presenteranno, pur nelle difficol-tà del momento, "numeri" concreti per soste-nere obiettivi di rilancio se non addirittura pro-spettive di crescita".

Per le imprese, oggi, qual è il problemamaggiore: la mancanza di credito o lascarsa tutela legale dei crediti?"Sono le due facce della stessa medaglia: lamancanza di liquidità, molto spesso generatada incassi esageratamente lunghi e i tempibiblici della giustizia civile, stanno generandosituazioni drammatiche. Aziende costrette achiudere, pur avendo i "numeri" corretti perrestare ancora sul mercato, perché nonriescono più ad ottenere credito dal sistemabancario ma soprattutto non riescono ad otte-nere quella giustizia, in tempi rapidi, che per-metterebbe loro di risolvere i problemi finan-ziari. E' una situazione paradossale che deveessere risolta una volta per tutte se nonvogliamo aggiungere difficoltà ulteriori a quel-le che già devono sopportare le nostreImprese".

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"La fortuna non esiste: esiste ilmomento in cui il talentoincontra l'occasione". Con unacitazione uscita dalla penna di

Lucio Anneo Seneca circa duemila anni fa, ilprofessor Lucio Cassia sintetizza agli uni-versitari della Facoltà di Ingegneria di

Dalmine la carriera di Giorgio Gori, ospitedi un ciclo di seminari sul tema "strategicmanagement". L'occasione per il bergama-sco, classe 1960, ribattezzato l'enfant prodi-ge della televisione italiana si presentaquando giovanissimo, appena trentenne,diventa direttore di Canale 5. E' lui stesso aripercorrerne i passaggi. "Dopo il liceo classi-co al Sarpi mi iscrivo ad architettura, alPolitecnico di Milano. Durante gli ultimi annidell'università faccio il giornalista collaboran-do con Bergamo Oggi, senza pensare allatelevisione. A 24 anni, dopo la laurea, vengoa sapere che Rete 4 cerca collaboratori.Entro in televisione con un contratto precarioda tre mesi e il compito di visionare film.Allora non c'era nessun database del cinemae io trascorrevo la giornata a visionare i film".

Anno 1984: gli inizi a Rete 4. E' il 1984 e

inizia come assistente di Carlo Freccero. Inquello stesso anno la Fininvest acquista Rete4 dalla Mondatori, in difficoltà a causa di undeficit accumulato per reggere la concorren-za con la stessa Fininvest di Berlusconi.L'anno prima, nel 1983, dopo un anno di pro-prietà della Rusconi la Fininvest aveva acqui-sito Italia 1 e così che Berlusconi nel 1984 sitrova ad avere tre reti televisive come la Rai.Una televisione pubblica già allora lottizzatacon Rai 1 alla Dc, Rai 2 ai socialisti e Rai 3 aicomunisti. E se la vocazione pedagogista del

Gori sale in cattedra e«scende in campo»ENFANT PRODIGE

Gli inizi televisivi a Rete 4, i maestri Freccero e Giovalli, la discesa in campo di Berlusconi,l'attuale fase di pigrizia di Mediaset nelle paro-le di Giorgio Gori, iscritto al Pd. In una lezionealla facoltà di Ingegneria di Dalmine svela il suo futuro politico: costituirà un'associazione

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVAPHOTO DI GIORGIO CHIESA

LucioCassia

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servizio pubblico con programmi come "Nonè mai troppo tardi" dove si insegnava agli ita-liani analfabeti a leggere e scrivere è un capi-tolo chiuso "nella Rai - sottolinea Giorgio Gori- non è venuta meno la logica della lottizza-zione. Più trasversale e complessa di unavolta e non per questo meno pericolosa".

Freccero e Giovalli: i maestri. Due i mae-stri di Giorgio Gori: Carlo Freccero, l'attualedirettore di Rai 4 che ai tempi di Rete 4 eracapo del palinsesto della rete e Roberto

Giovalli. ex direttore di diverse reti Fininvest-Mediaset (ultima Italia 1). Lo stesso che, sca-duto il contratto di Gori nel passaggio di Rete4 da Mondadori a Finivest e dopo aver letto

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«Sono entrato a Rete 4 nel 1984, come assistente

di Carlo Freccero»

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una sua relazione su di un telefilm, decide diriassumerlo. Lo stesso che nel 2001 lancian-do La7 provò a sfidare, senza riuscirci, il duo-polio Rai - Mediaset con Fabio Fazio, GadLerner, Giuliano Ferrara e Luciana Littizzettoper creare un vero e proprio mercato. Con trereti televisive Fininvest prova a scardinare il

monopolio pubblico. "Era un'azienda giovane- ricorda Gori -: 29 anni l'età media di chi cilavorava con tanto entusiasmo, voglia diimparare e di sfidare la Rai". Erano gli anniOttanta e Novanta che sono coincisi, secon-do Gori, con il periodo più creativo e innova-tivo. "Abbiamo svecchiato il palinsesto del-l'intrattenimento televisivo, portando film etelefilm e un linguaggio nuovo". L'obiettivo?"Crescere, fare profitto e assumere". Unafase che ha lasciato il posto, sempre secon-do Gori, ad una stagione odierna più conser-vatrice.

Berlusconi scende in campo. Gori vienenominato direttore di Canale 5 nel 1991 e nel1997 di Italia 1. Torna in Mediaset nel 1999

sempre nella veste di direttore. Sono gli anniin cui cambiano le priorità di Berlusconi per-chè matura l'idea di "scendere in campo". "Lafine del 93 e l'inizio del 94 è stato un periododifficile a causa delle continue discussionicon l'editore. Sono sempre stato contrarioalla discesa di Berlusconi in politica. Ancheperché ero convinto che non potesse vince-re, che avrebbe messo a rischio l'azienda. Ecome me la pensavano persone più autore-voli: Confalonieri, Letta e, dentro Canale 5,Mentana e Costanzo. Non ci fossero statiloro sarebbe stato più complicato, ma è unfatto che la rete che dirigevo, a differenza diItalia 1 e Rete 4 che lo hanno assecondato,non si schierò mai. Io ero per la netta sepa-razione tra azienda e partito. E su questacosa il rapporto con Berlusconi si è raffred-dato". Il 1999 è anche l'anno della "cacciata"di Mentana da Mediaset dove per primo,con il Tg5, ha lanciato l'informazione. Goricommenta così: "E' stata una stupidata".

Mediaset vive di rendita. "Oggi la televi-sione italiana ha smarrito la sua vena creati-va e l'Italia è il paese che registra il numero

più basso di programmi nuovi lanciati ognianno. Mediaset sta vivendo una fase di con-servazione e ripiegamento perché si è lascia-ta sopraffare dalla pigrizia. Non c'è stato un

ricambio generazionale. L'età media di chi cilavora è sessant'anni". Per spiegarlo portaun'esempio: "Mediaset è come un impero. Sisono picchettati i confini e non si conquistapiù. Fedele Confalonieri ama ripetere:"Difendere le nostre tre reti è un po' comedifendere i confini della patria"". Per Gori l'ul-timo anno in Mediaset è coinciso con laprima edizione del Grande Fratello. Sullepolemiche che ne sono seguite risponde: "Hoguardato solo quella edizione poi non ho piùavuto voglia di vederlo. E' stata una tappacontroversa e pur rispettando tutte le critichecredo abbia avuto il merito di offrire un ritrat-to della gente comune".

Il futuro della televisione. "La pay tvprima, con canali e contenuti solo per gliabbonati, il digitale poi, che ha sostituito ilsistema televisivo analogico e che ci haaccompagnati per cinquant'anni e infine lanuova frontiera della web tv stanno cam-biando il panorama televisivo e le nostre abi-tudini". La crescita della televisione a paga-

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«Roberto Giovalli? Un maestro. La figura

di maggior qualità della tv italiana»

«La «cacciata»di Mentana

da Mediaset? «Una stupidata»

La massima di Confalonieri?

«Difendere Mediaset è difendere i confini

della patria»

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mento, con una offerta più articolata in gradodi soddisfare tutte le esigenze, si è concen-trata sopratutto negli anni '90. Altra rivolu-zione è stata il digitale "La ripartizione dellefrequenze - sottolinea Gori - ha privilegiatosia Rai sia Mediaset. Questo dimostra quan-to sia poco il pluralismo e come l'intreccio ditelevisione e politica abbia favorito entram-bi". E poi c'è il Web ma a farla da padrone èancora la televisione. Lo dimostrano i nume-ri:"In Italia il tempo trascorso davanti allatelevisione, in media per individuo, è di 4 oreal giorno e il 50% degli italiani non leggenemmeno un libro l'anno". Tradotto: per moltila televisione è ancora una compagna controla solitudine.

Magnolia: 130 milioni di fatturato. Dopo17 anni in Mediaset, nel 2001 Gori lasciaMediaset e decide di aprire con IlariaDallatana e Francesca Canetta una start-up:la casa di produzione televisiva Magnoliache ha ideato, solo per dirne alcuni, pro-grammi di successo come l'Isola dei famosi,

X Factor, MasterChef e l'Eredità. Magnolia èstata acquisita nel 2007 dalla De Agostini esuccessivamente ceduta ad una societàdello stesso gruppo dal nome ZodiakEntertainment, con sede in Francia, nellaquale Gori possiede un 2 per cento di quote.E' una società che nel 2011 ha registrato 130milioni di fatturato, con 2000 ore di tv pro-dotte l'anno e ha 45 dipendenti.

Gori scende in campo. Nel novembrescorso, a dieci anni dall'addio a Mediaset,Gori lascia anche Magnolia per occuparsi dipolitica a fianco del sindaco di FirenzeMatteo Renzi. "Ho avvertito la responsabilitàdi fare qualcosa per gli altri. Con un gesto incontrotendenza, vista la disaffezione attualeverso la politica, mi sono iscritto al Pd. InCittà Alta". A chi lo bolla come "berluschino"replica: "Non sono proprietario di televisionie da undici anni non lavoro per Mediaset.Credo che di tempo ne sia passato parec-chio". Con un gruppo di amici, a Bergamo, stacostituendo un'associazione che rispetto ad

un partito "offre una maggiore opportunità dipartecipazione e di allargamento. A noi sem-bra una cosa un po' più democratica e piùriformista".

Rai modello Bbc. Visto il dibattito attualesul Rai, il modello da imitare per riformare ilservizio pubblico "dove, per assurdo, il con-siglio di amministrazione si riunisce duevolte a settimana e delibera su tutto e tutti"è la Bbc. La proposta: "un'autorità super par-tes, nel nostro caso il Capo dello Stato, chenomina un Trust con funzioni di indirizzo,controllo e seleziona i (pochi) manager checompongono il Comitato esecutivo, guidatoda un Amministratore delegato con ampipoteri. Svincolata dalla politica che è pene-trata in ogni singola posizione Rai". Ma seper la riforma del servizio pubblico c'è daaspettare ancora, cosa attendersi, invece,dall'enfant prodige della televisione italia-na? Ridare credibilità alla politica, riportarlaalla normalità. E in questo caso la normalitàsarebbe un prodigio.

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ECONOMIA&BUSINESS

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Coperture Futuro,sul tetto dell'avvenireTOP BUSINESS

Giorgio Micheletti, titolare dell'azienda di Calcinate, denuncia la lentezzaitaliana nello smaltimento dell'eternit. «Siamo al 10% dell'opera, entro il2015 l'Europa ha imposto il 100%»

Uno degli aspetti che meno saltaall'occhio nel settore dell'edili-zia, e nel ramo delle ristruttura-zioni, è senz'altro il tetto. Ciò

che molti non sanno è che l'amianto -sostanza riconosciuta cancerogena, vieta-

ta in numerosi paesi e bandita totalmentedall'Unione Europea - è ancora presentein misura notevole proprio in Bergamasca.A dirlo è un professionista del settore,Giorgio Micheletti, titolare dell'aziendadi Calcinate Coperture Futuro. "C'è stato

un incremento nello smaltimento di que-sto materiale e nel rifacimento di numero-si capannoni industriali grazie agli incenti-vi sul fotovoltaico. Ma non dobbiamo fer-marci qui. L'Europa ci chiede di metteredefinitivamente al bando in Italia l'eternitentro il 2015, ma siamo ancora moltoindietro. Direi, facendo una stima spanno-metrica, che siamo al 10% dell'opera".

Come nasce la Coperture Futuro?"Posso vantare un'esperienza quindicinalenel settore della lattoneria, delle copertu-re e dello smaltimento di eternit. Così, nelgennaio del 2008, ho deciso di avviareun'azienda che ha fatto dell'assoluta qua-lità, sia in termini di prodotto sia di servi-zio, il proprio vantaggio competitivo".

Qual è la mission aziendale?"La ditta offre un prodotto che soddisfatanto il privato quanto le imprese. La for-nitura della Coperture Futuro coniuga,infatti, l'utilizzo di materiali d'alta qualitàcon la posa in opera, realizzata da profes-sionisti altamente qualificati e attenti alla

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GiorgioMicheletti

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cura del dettaglio. La flessibilità, infine,completa il nostro pacchetto".

In quale zone territoriali operate?"Lavoriamo su tutto il territorio nazionale,offrendo la nostra professionalità ancheal di fuori della provincia di Bergamo. Ingenerale, non ci tiriamo mai indietro, puòcapitare di effettuare commesse in altreregioni vicine, ma anche in Sicilia, per fareun esempio".

Qual è il valore aggiunto rispetto allaconcorrenza?"Siamo una piccola-media impresa, mavantiamo un'esperienza notevole nel set-tore. Questo vuol dire dare un'impronta alcantiere diversa, sia in termini di pulizianelle lavorazioni, sia in termini di educa-zione e rispetto delle maestranze".

Avete mai pensato di dedicarvi alfotovoltaico?"Ci abbiamo pensato, ma preferiamo -quando richiesto - affidarci a professioni-sti qualificati nel settore. Noi siamo natiper posare tetti e per il problema dellosmaltimento dell'amianto che abbiamo

prima accennato. Sappiamo fare la diffe-renza su questi aspetti e ci dedichiamo aqueste attività per cercare di migliorarecostantemente".

Concludendo, soffrite il problemadella sicurezza sul lavoro?

"Personalmente sono una persona moltoattenta alla sicurezza dei miei dipenden-ti. Negli anni d'attività abbiamo registra-to praticamente nulla, nessun infortunio.Credo sia un aspetto di fondamentaleimportanza, su cui bisognerebbe calcarepiù la mano".

Gli uffici

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FINANZIAMENTI TASSO ZERO - KM 0 - SCONTI FINO AL 30%

250 MODELLI PRONTA CONSEGNA - VEICOLI COMMERCIALI: CONDIZIONI SPECIALI PER AZIENDE

www.cittadelladellauto.it

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RUBRICHE

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«Devero MedicalSpa», salute e benessere su misuraNUOVA CONCEZIONE

Coniugare salute e relax, grazie ai miglioriprofessionisti del settore. E' nata nel cuoredella Brianza una vera e propria gemmad'accoglienza, che s'inserisce nell'offertagià ricca di Devero Hotel

Creare un polo d'eccellenza che sia un vero e proprio punto di riferimento, affi-dandosi ai migliori professionisti del settore per allestire la prima "DestinationSpa" in Brianza: è questo l'intento, ambizioso e riuscito, della proprietà e delladirezione del "Devero Hotel & Spa". Parliamo di una gemma d'ospitalità che da

soli due mesi ha aperto i battenti, per ridefinire il concetto stesso di benessere secondo lalogica della salute. "La proprietà dell'hotel - ha esordito Massimo Burchianti, direttoredell'albergo -, ha scelto di costruire una "Medical Spa" all'interno del complesso. Da unaparte per arricchire e completare l'offerta dei servizi, dall'altra per proporre una Spa diver-sa rispetto alle altre strutture, posizionando il servizio su un livello nettamente superiore".

Come mai avete scelto di creare una "Medical Spa"?"E' una concezione ancora poco conosciuta nel contesto italiano, cha abbina l'aspettosalutistico con quello estetico. "Devero Medical Spa" è aperta sia agli ospiti dell'hotel,sia alla clientela esterna, anche per valorizzare il territorio della Brianza con una strut-tura esclusiva e di alto livello che offre servizi di bellezza, relax e consulenze medichespecialistiche. Uno degli obiettivi principali della Spa, inoltre, è quello di arricchirel'esperienza di tutti: sia di coloro che soggiornano per motivi di lavoro, sia per quel-li che semplicemente desiderano trascorrere un week-end in un hotel con Spa. Per iclienti congressuali, invece, abbiamo pensato di creare delle soluzioni speciali,chiamate "Meeting & Spa", che abbinano momenti di lavoro con momenti di svago".

TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

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Devero Costruzioni si conferma dunque una realtà in costante crescita."Parliamo di un solido gruppo edilizio lombardo - ha continuato Valeria Scaglia, responsabile com-merciale e marketing -, che dopo aver curato e gestito nel 2008 l'apertura dell'hotel e il suo amplia-mento con la costruzione di una torre nel 2010, completa la propria offerta con questo nuovo pro-getto. La struttura è oggi, dopo tre anni e mezzo di attività, un punto di riferimento nel panorama del-l'hotellerie lombarda. La vocazione è congressuale (con ben 14 sale e due plenarie di cui una fino a500 persone, 138 camere tra standard, superior e suites curate nei minimi dettagli), con una ristora-zione di alto profilo riconosciuta dalla famosa guida Michelin e curata dallo chef Enrico Bartolini".

Qual è oggi la filosofia del Devero Hotel?"Portare l'ospitalità e l'alto livello di servizio al centro dei nostri obiettivi, non fermarsi mai nellaricerca di un'offerta sempre più di qualità e sempre più ampia, che generi valore per i nostriinterlocutori e per i nostri ospiti. Ci siamo posti sul mercato con il preciso intento di dare un valo-re aggiunto al panorama alberghiero lombardo, da tutti i punti di vista. Camere, congressuale,ristorazione, ed ora bellezza e salute; possiamo dire che "vendiamo accoglienza" a 360 gradi,fuori dai classici standard preconfezionati".

Com'è nato il matrimonio tra la Devero Costruzioni e il mondo delle Spa?"La proprietà - ha proseguito Elena Gentile, presidente di Spa Emotions e direttrice tecnica della

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"Devero Medical Spa" - ci ha cercato per-ché voleva dare un'anima alla propriastruttura. Abbiamo avuto la fortuna dipoter seguire anche la "gestazione" dellaSpa ed intervenire direttamente nella pro-gettazione per renderla il più possibileergonomica e funzionale per i clienti e leoperatrici. Aree (Spa-Beauty-Medical) bendistinte ma fuse tra loro ci consentono diprenderci cura di mente, anima e corpo dei

nostri clienti/pazienti con interventi siner-gici, "cuciti su misura", non preimpostaticome spesso vengono tristemente vendu-ti. Grazie a sofisticate diagnostiche fisichee biofisiche, possiamo personalizzare i pro-grammi viso e corpo con trattamentimanuali, fitoterapici, medici, nutrizionali,riabilitativi. Qui alla "Devero Medical Spa -Health & Beauty", bellezza e salute sonoun bene unico ed indivisibile".

Che differenza esiste tra una Spa tradizio-nale e una "Medical Spa"?"E' una differenza fondata sulla scientificità delmetodo - è intervenuto Roberto Cavagna,dermatologo e direttore sanitario della struttu-ra - che potremmo definire "più funzionale". Alpiacere del relax e delle manualità estetiche siassocia la personalizzazione dei trattamenti e lamaggiore efficacia legata a tecnologie medichealtamente innovative, ma mai invasive. Qui alla

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"Devero Medical Spa" il cliente viene accolto evalutato da specialisti del settore (dermatologi,chirurgo plastico, ortopedici, nutrizionisti e fisio-terapisti) perfettamente allineati in metodichecongiunte di benessere globale, in un fluire ditrattamenti medici ed estetici perfettamenteintegrati tra loro. Tutto questo è frutto dellanostra ventennale esperienza nella creazionedel metodo SpaEmotions, che sposa la medici-na del benessere all'estetica più avanzata edeccellente e che promuoveremo nelle serate a

tema che mensilmente offriremo ai nostri ospi-ti per educarli al benessere olistico".

Anche la tecnologia è assolutamenteall'avanguardia."C'è un accostamento speciale tra la capacità ela professionalità di queste persone - ha con-cluso Domenico Ventura, chirurgo plastico -e l'alto livello tecnologico delle macchine pre-senti. Quest'ultime permettono infatti di veico-lare in profondità principi attivi senza usare

alcun ago. Inoltre, mi preme aggiungere che c'èun approccio al paziente d'altri tempi, abbiamocompletamente recuperato il rapporto di fiduciache deve necessariamente esistere tra personae medico curante. Personalmente, ho deciso dicollaborare con questi professionisti perchéhanno il mio stesso modus operandi: sappiamointerloquire con il paziente capendone il dis-agio, sia fisico che psicologico. Solo da questipassi si riesce a costruire un percorso che possafarlo rinascere".

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Al giorno d'oggi, vendere vettu-re d'alta qualità e tecnologica-mente innovative non è piùsufficiente. Oggi, la vera sfida

è rappresentata dalla capacità di costrui-re con il cliente un rapporto duraturo e

consolidato nel tempo. All'interno diquesto scenario, l'assistenza ha assuntoun ruolo di primaria importanza. Semprepiù spesso, infatti, i clienti orientano illoro acquisto valutando innanzi tutto laqualità del servizio post-vendita offerto.

SERVIZI - Muovendosi in quest'ottica,la concessionaria ufficiale BMW e MINIper Bergamo e provincia Lario Bergautoha messo a disposizione dei propri clien-ti una serie di servizi assolutamentevantaggiosi e comodi tra cui, ad esem-

L'unico Serviceche può chiamarsi BMW

RUBRICHE

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BEHIND THE SCENES

Viaggio «dietro le quinte» della concessionaria ufficiale BMW e MINILario Bergauto, nelle sue sedi di via Campagnola e Grumello del MonteUn patrimonio di professionalità, organizzazione e tempestività

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pio, spiccano: pacchetti di manutenzio-ne, vetture sostitutive gratuite, servizionavetta, possibilità di mobilità alternati-va attraverso i mezzi pubblici, o ancoral'usufruire del servizio Fast-Lane, atten-dendo in sede in un'area dedicata con

possibilità di Wi-Fi gratuito per interven-ti che richiedono meno di due ore.

STANDARD - Da questo punto di vista,quindi, è evidente che mantenere unostandard qualitativo così elevato è diffi-

cile ed impegnativo, ed è quindi neces-sario uno sforzo costante che richiedecontinui corsi d'aggiornamento tanto peri tecnici quanto per i sistemi di diagnosi,sempre all'avanguardia nelle sedi LarioBergauto, sia di via Campagnola a

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Bergamo sia di Grumello del Monte(dove abbiamo effettuato le fotografieche vi proponiamo).

GARANZIE - L'attenzione e la cura per idettagli offre però l'opportunità - a chi sce-glie l'assistenza di Lario Bergauto -, di averesempre a propria disposizione non solo per-sonale costantemente preparato e compe-tente, ma anche le più recenti versionisoftware disponibili per la propria BMW.

TEAM - La squadra di BMW Service èpoi formata esclusivamente da specia-listi con un know-how pluriennale, abilinel padroneggiare le innovative tecno-logie che la casa mette a disposizione.La massima competenza si unisce quin-di alla passione, un mix che mette alriparo la clientela da ritardi e inconve-nienti di percorso.

TEMPESTIVITA' - Nell'assistenza, inol-

tre, gioca una parte importante, anzifondamentale, il servizio ricambi, cheproprio per i marchi BMW e MINI offrela possibilità di avere ben tre "approv-vigionamenti" giornalieri. Il risultato diquesto sforzo? Tempestività ed effica-cia nella riparazione, con conseguenteriduzione del fermo dell'autoveicolo aiminimi termini.

FILOSOFIA - Il Service di BMW mette al

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primo posto i desideri di chi guida, sal-vaguardandone anche i portafogli. Lamanutenzione programmata, infatti,offre un interessante piano di assisten-za a prezzo predefinito, con la possibi-lità poi di scegliere fra diversi pacchet-ti di assistenza.

RETE - L'offerta va a costituirsi in unarete virtuosa, nella quale le prestigiose

vetture sono al centro dell'attenzione.Un sistema costituito da lavoro e tecno-logia, valori che sanno garantire ilService vero e proprio assieme al centrodi ricerca della casa madre. Tutto è incostante movimento assieme alle vettu-re, ma con un vantaggio decisivo nelcampo dell'innovazione pura di servizio.

SODDISFAZIONE - Le promesse che

BMW ha deciso di volgere ai propriclienti sono quindi veri e propri "impe-gni" che vengono mantenuti, il tutto peressere in grado di soddisfare qualsivo-glia esigenza. Conservare inalteratenegli anni tutte le qualità di un gioielloBMW, infatti, significa affidarlo sola-mente nelle mani di chi lo conosce dav-vero, e di chi lo ama tanto quanto chi lopossiede.

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Motore:il cuore realizzato praticamente a manoin alcune componenti è mosso dal propulsoreVR38DETT, una nuovaunità da 3,8 litri, sovralimentata da due turbocompressori IHILa potenza massima è di 550 CV a 6400 giri

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTAPHOTO: GIORGIO CHIESA

MOTORI

Provarla fra le curve di città Alta èspettacolare. Sembra quasi di esse-re in un'altra dimensione, ovvia-mente dalle tinte e dai tratti decisa-

mente corsaioli. Parliamo della GT-R dellaNissan, bomba ad orologeria provata graziealla complicità della concessionaria Motor3000 di Bergamo. L'impatto è speciale: findai primi giri del motore ci si accorge diessere saliti su di un bolide. Eppure, senon si schiaccia l'acceleratore, l'anda-mento dell'auto è simile a qualsiasi altro

mezzo che vediamo normalmente in città.Un agnellino che - al momento giusto -sfodera gli artigli sull'asfalto rombando esprintando come non mai. Insomma, lagiusta auto per chi non disdegna divertir-si senza spendere un'enormità (come pre-stazioni e tecnologia è davvero a buonmercato rispetto alle rivali d'alta gamma).Ma non solo, è un'auto da tutti i giorni:per chi non deve per forza lasciare (passa-teci il termine) "la supercar della domeni-ca" in garage e rubare le chiavi della

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PROVATA PER VOI

Prestazioni fuori dal comune, ma anima adatta al traffico cittadino per chi desidera il top senzarinunciare a niente. Insomma: potenza allo stato

puro solo quando si vuole

Interni:il nuovo display

multifunzione nel centro del cruscotto

mostra le informazionidi bordo (velocità,

accelerazioni angolari,consumi, ecc.)

e i dati dettagliati sulla meccanica

del veicolo

Nissan GT-R, l'unica supercar

da città

moglie per andare al lavoro in settimana.Ma vediamola nel dettaglio, in tutto il suosplendore.

DESIGN - Aggressiva, estrema e potente.Di sicuro nulla di scontato: la GT-R è perchi cerca la sportività estrema a prezzinon esorbitanti. Le prestazioni sono daurlo, con un aspetto estetico composto dalinee decisamente aggressive: imponente,squadrata nei fianchi e molto aerodinami-ca: il suo Cx è infatti pari a 0,26. Anche leprese d'aria sui parafanghi anteriorimigliorano le performance aerodinamichedella vettura, agevolando il flusso dell'a-

ria intorno alle ruote, e sono caratteristicie grintosi.

INTERNI - Come per le linee esterne,anche l'abitacolo della GT-R è ricercato efunzionale. Gli strumenti di bordo sonoposti direttamente sulla linea di visionedel guidatore per la massima leggibilità.Gli indicatori analogici circolari hannospesse cornici e in posizione d'onore c'èun tachimetro con la linea rossa che partedai 7000 giri. Qui è inserito anche un indi-catore che mostra la posizione del cam-bio. Completamente nuovo è il displaymultifunzione nel centro del cruscotto,

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che mostra le informazioni di bordo (velocità, accelera-zioni angolari, consumi, ecc.) e i dati dettagliati sullameccanica del veicolo (spinta del turbo, pressione diacqua e olio motore, olio della trasmissione, distribu-zione coppia motrice anteriore/posteriore e molto altroancora), oltre ad angoli di sterzata, pressione in frenatae accelerazione, e mappatura ottimale delle cambiateper risparmiare carburante. Il display è stato progettatoin collaborazione con Polyphony Digital Inc., i realizza-tori dei videogiochi della serie Gran Turismo per laPlayStation Sony. I sedili anteriori sono di tipo sportivoe molto contenutivi, mentre nel divanetto posteriorel'apparente ospitalità offerta è quella di una 2+2 sporti-va. Il bagagliaio ha una capacità di 315 litri.

PRESTAZIONI - Ora, ragionando con qualche dato allamano (ad esempio il record di velocità in un unico giro inpista al Nürburgring pari a 7' e 38'') e dopo averla prova-ta insieme al titolare della concessionaria Nissan, l'expilota di F1 Piercarlo Ghinzani, ci chiediamo: come puòun'auto arrivare a certe prestazioni e, al contempo, defi-nirsi maneggevole in città come un'automobile normalis-sima? Semplice: la massa della vettura di 1.740 kg, nonproprio pochi, è mossa dal propulsore VR38DETT, unanuova unità da 3,8 litri, sovralimentata da due turbocom-pressori IHI, sviluppata specificamente per la GT-R. Lapotenza massima è di 550 CV a 6400 giri, mentre la cop-pia di 632 Nm viene erogata senza soluzione di continui-tà da 3200 a 5800 giri. Questo il cuore del veicolo, molto- ma proprio molto - potente. Ma al contempo la trazioneintegrale permette di dotare l'auto di una tenuta fuori daogni paragone. Inoltre c'è una piccola curiosità: i propul-sori, come le trasmissioni, sono tutti realizzati a mano.Un ingegnere assembla pezzo per pezzo i componenti delmotore: gli operai specializzati completano la costruzio-ne in una speciale "camera bianca" dedicata alla GT-R

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MOTOR 3000Via Zanica, 58/h

Tel. 035 320606 - [email protected]

Design:linee decisamente

aggressive ed imponenti,squadrata nei fianchi e molto aerodinamica

Il suo Cx è infatti pari a 0,26

nello stabilimento Nissan di Yokohama. Il risultato? Una bomba ad oro-logeria, basta innescarla ed è show. Se non si spinge, allora si "ridimen-siona" in un'auto adatta a tutti i giorni lavorativi.

TECNICA - Altre caratteristiche fondamentali, come dicevamo prima,per simili risultati tecnici sono: la trasmissione e la trazione. La nuovasportiva di Nissan utilizza, infatti, un cambio automatico-seuquenziale ditipo GR6, sviluppata appositamente per la vettura. Il cambio a doppia fri-zione a sei marce con comandi sul retro del volante (shift paddle) è moltoveloce, a seconda che si utilizzi la modalità manuale o la più performan-te "R". Apprezzabile nell'utilizzo urbano l'opzione automatica "A",anch'essa selezionabile dal comando al centro del cruscotto. Il sistemadi trazione integrale, invece, è il 4WD ATTESA E-TS, che distribuisce inmaniera ottimale la potenza alle ruote anteriori, se e quando necessario.Dalla trazione solo posteriore, si può arrivare a dare fino al 50% dellacoppia all'assale anteriore per migliorare la trazione in condizioni stra-dali difficoltose, come pioggia, ghiaccio e neve. La trazione anterioreserve anche ad affrontare meglio le curve sull'asfalto, ottimizzando ade-renza e stabilità. Due caratteristiche che, ovviamente, rendono l'autopolivalente in base all'utilizzo che se ne fa.

SICUREZZA - A dare l'equilibrio in curva (ma non solo, ovviamente) cipensa anche il comparto sospensioni. Lo stesso è stato curato da Bilsteinche le ha tarate per la nuova piattaforma "Premium Midship" e sfruttanola perfetta distribuzione del carico sulle quattro ruote. Un appositocomando permette al guidatore d'impostare tre differenti modalità: R(per le alte prestazioni), Sport (l'impostazione normale) e Comfort (perattutire i sobbalzi sull'asfalto cittadino). Il sistema modifica elettronica-mente la regolazione degli ammortizzatori Bilstein DampTronic, sviluppa-ti appositamente per la GT-R. I freni della nuova GT-R, infine, sono grif-fati made in Bergamo dalla Brembo ed adottano dischi acciaio ventilati etraforati sulle quattro ruote da 380 mm di diametro. I pneumatici sono255/40ZRF20 sull'anteriore e 285/35ZRF20 al posteriore, mentre i cerchiin lega da 20 pollici hanno una serie di protuberanze sul bordo per fissa-re saldamente le gomme nelle forti accelerazioni e in frenata. Insomma,uno spettacolo in ogni dettaglio.

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Dal Messico al Boba,l'YCBG festeggia con Lario Bergauto

Lo scorso venerdì 16 marzo la concessionaria ufficiale BMW e MINI ha festeggiato lo splendido risultato ottenutodallo Yacht Club Bergamo nella CopaMexico, mostrando il gioiello MINI Coupé

VENTO IN POPPA

Torna una delle partnership più riuscite, alle-gre e mondane della Bergamasca. La con-cessionaria ufficiale BMW e MINI LarioBergauto ha deciso di mostrare uno dei suoi

gioielli, la frizzante MINI Coupé, all'interno di una sera-ta speciale lo scorso venerdì 16 marzo, nella quale siè festeggiato lo Yacht Club Bergamo e la sua regatanella acque del Messico. Ma andiamo con ordine: l'in-vitata speciale, che nelle prove su strada ha saputocolpire tutti per il suo dinamismo su asfalto, pur rima-nendo assolutamente adatta alla vita quotidiana, hasfoggiato la sua linea aggressiva come da tradizioneall'esterno della location scelta per l'evento, che per lacronaca è stata la celeberrima discoteca BobadillaFeeling Club di Dalmine. Da poche settimane sul mer-cato anche nella versione Roadster, con il suo designinsolito, la nuova MINI Coupé non è passata di certoinosservata. Il carattere estroverso della sua carrozze-ria ha messo in evidenza la sportività assoluta di que-sta due posti. La ridotta superficie frontale con para-

PHOTO: LORIS SAMBINELLI

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brezza più inclinato, il tetto profondamente allungato con spoiler integrato e il retro marcato, poi,non hanno avuto bisogno di commenti. Quale migliore occasione dunque per mostrarla, se noncelebrando un risultato di assoluto spicco ottenuto dall'YCBG? Il team bergamasco, infatti, ha rap-presentato l'Italia nella "Regata Copa Mexico" che si è tenuta dal 2 al 12 marzo scorso, una mani-festazione nata nel 2010 in occasione del centenario della Repubblica Messicana, considerata alivello internazionale come il Campionato Mondiale Sudamericano classe J24. Alla kermesseerano iscritti ben 64 equipaggi professionisti di venti nazioni diverse e gli orobici, tra gli agguerritiavversari, hanno saputo classificarsi 13esimi in classifica generale e primi tra i velisti non profes-sionisti. Inoltre, nel corso della serata, per non far mancare nulla a tutti i presenti, sono stati estrat-ti due premi di assoluto prestigio: un weekend per due persone nella cornice di un hotel 4 stelledel Trentino e un corso di guida "BMW Driving Academy" (che si svolgerà nell'autodromo diFranciacorta), vinto - quest'ultimo - dall'appassionata di motori Melissa Molendi.

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«8000 metri di vita»,Simone Moro incontra i Lions Clubs

Un «Intermeeting di zona» per salutare il più grande alpinista bergamasco, reducedall'ennesima impresa della sua carrieraPresentato in esclusiva anche il suo nuovolibro «La Voce del Ghiaccio»

ALTA QUOTA

PHOTO:GIORGIO CHIESA

Una serata emozionante, conditada un'ottima cena e condivisa conamici importanti. L'appuntamento"Intermeeting di zona" ha visto

coinvolti il Lions Clubs di Trezzo sull'Adda,di Dalmine, di Ponte San Pietro, di Romanodi Lombardia, di Treviglio Fulcheria e diTreviglio Host. Al ristorante "Villa Giavazzi"di Verdello l'argomento della serata è stato"8000 metri di vita" e l'ospite d'onore nien-te poco di meno che Simone Moro, che haaccettato il prestigioso invito anche graziealla famiglia Cornali, titolari dell'aziendaSomain Italia di cui lo scalatore è testimo-nial. Lo scorso giovedì 15 marzo i fortunatiospiti hanno anche avuto l'opportunità ditoccare con mano la nuova fatica editoria-le dell'alpinista bergamasco, "La voce delGhiaccio - Gli Ottomila in inverno: il miosogno quasi impossibile". Per la prima volta

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nella storia della letteratura di montagna, questo libro è stato scritto quasiinteramente durante un'ascensione a un ottomila in inverno, il NangaParbat, che Simone Moro ha intrapreso alla fine del dicembre 2011. Altermine della conviviale, è stato infine mostrato un filmato dell'impresasvolta il 2 febbraio 2011, quando insieme a Denis Urubko e all'americanoCory Richards, lo scalatore ha realizzato la prima salita invernale delGasherbrum II (8035 metri), ovvero la prima di un 8 mila del Karakorum.

LA VOCE DEL GHIACCIOIl libro porta i lettori da una tappa all'altra della carriera dello scalatore ber-gamasco: dalla spedizione sull'Aconcagua, la cima più alta delle dueAmeriche, a quella drammatica sull'Annapurna, terminata con la morte del-l'amatissimo amico Anatolij; dal doppio tentativo sul Shisha Pangma (ilprimo va a vuoto, e un alpinista deve saper accettare i propri limiti, cono-scere il valore della rinuncia) al Broad Peak, fino all'esplorazione della valledel Batura, in Pakistan, conclusasi con la fondazione a Shimshal di unascuola di alpinismo per ragazzi e ragazze, vero e proprio dono alla comuni-tà locale, e al recente successo del Gasherbrum II, conquistato appenaprima che si scatenasse l'ira della montagna. Un cammino mozzafiatodurante il quale spiega i segreti del suo alpinismo, che non insegue recordda inserire in un curriculum ma la passione fortissima per l'esplorazione el'avventura, l'unico fuoco che brucia anche a ottomila metri in inverno.

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SIMONE MOROHa iniziato a praticare arrampicata all'età di 13 anni, cominciandosulle montagne di casa e spostandosi successivamente sulle Dolomiti.Nel 1985 ha cominciato a dedicarsi all'arrampicata sportiva realizzan-do nel 1987 la sua prima via di grado di difficoltà 8a e nel 1989 unatrentina di salite fino all'8b+. Nel 1992 è partita la sua esperienza dialpinista himalayano, che è diventata preponderante nella sua attivitàalpinistica, pur non abbandonando mai completamente l'arrampicata.Ha realizzato oltre 36 spedizioni alpinistiche extraeuropee ed è giuntoin cima a sette dei quattordici ottomila. Ha raggiunto quattro volte lavetta dell'Everest di cui ha anche compiuto la traversata sud-nord nelmaggio 2006. Atleta poliedrico, ha inoltre praticato ogni forma di alpi-nismo: arrampicata su ghiaccio, misto, alta quota, dry tooling e arram-picata sportiva.

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Una fantastica giornata di sole e l'incantevole scenariodelle montagne che coronano la conca di Foppolo, ilCorno Stella su tutte, hanno fatto, la scorsa domenica11 marzo, da splendida cornice all'evento "BPB IN

NEVE", prima edizione del rendez vous aziendale promosso daBanca Popolare di Bergamo e aperto a sciatori, snowboarders,ciaspolatori, fondisti, slittinisti, bobbisti e amanti dell'abbronzatu-ra d'alta quota. Tutti rigorosamente "made in" Banca Popolare diBergamo. Tantissimi (oltre 400) i dipendenti dell'istituto cittadinoche hanno voluto trascorrere una domenica con i colleghi di sem-pre, ma in un contesto completamente diverso da quello tradi-zionale: una ghiotta e piacevole occasione per conoscersi meglioe rafforzare quel clima di collaborazione e di stima e fiducia reci-proca che sono l'amalgama naturale della coesione e dello spiri-to di gruppo che da sempre caratterizza il personale della BancaPopolare di Bergamo. Tanta la carne al fuoco anche nel primopomeriggio, quando un invitante e tiepido sole ha dato giusto iltempo di chiudere per un istante gli occhi che già ci si trovavaproiettati dentro un bob per una delle tante batterie di qualifica-zione che hanno visto darsi battaglia una trentina di coppie. Unagiornata riuscitissima, certamente, grazie anche al fattore meteoche ha regalato uno spezzone d'estate ad inizio marzo.

«BPB IN NEVE»,l'unione del gruppo

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: FRANCESCA IACHELINI

EVENTI

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Ritmo caliente e sabor latino di sangria epaella. Un mix a dir poco vincente quelloallestito per la presentazione della nuovaSEAT Ibiza, lo scorso sabato 24 marzo alla

nuova sede di Bonaldi Motori, in via Correnti 23. Laconcessionaria ufficiale ha dunque chiamato Ibiza,invitando i bergamaschi ad una serata spagnolaricca di colori e sapori. La nuova nata, dal cantosuo, ha stupito tutti per il suo design emozionante,abbinato ad una guida eccitante ed uno standard diqualità elevato, oltre alla funzionalità ulteriormentemigliorata. Un insieme di fattori esplosivo che haconferito alla nuova Ibiza un carattere unico, diven-tando di fatto l'offerta più sportiva e più versatiledelle vetture del segmento. La nuova generazione,infine, si integra perfettamente nel marchio SEAT, inquanto ha una linea potente e solida, mostra untemperamento dinamico pur mantenendo sempre lesue linee rifinite e il suo carattere deciso: ricercanei dettagli (nuovi rivestimento, cerchi in lega ecolori) e avveniristiche soluzioni tecniche (fari bi-xeno e luci diurne a LED).

Nuova SEAT Ibiza,«festa spagnola»

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: GIORGIO CHIESA

EVENTI

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Un codice digitale sulle bottiglie dell'acquaSanpellegrino per promuovere il territoriobergamasco in tutto il mondo. Il gruppoSanpellegrino e la Provincia di Bergamo

hanno annunciato lo scorso 16 marzo - in una confe-renza stampa al relais Chateaux "La Cantalupa" -un'importante iniziativa per valorizzare le bellezzenaturali, storiche e culturali bergamasche. Oltre 35milioni di bottiglie che verranno distribuite in cinquepaesi avranno impresso un QR code, un particolaretipo di codice a barre leggibile con i telefoni cellularie gli smartphone di vario tipo. Fotografando il codicei consumatori dell'acqua Sanpellegrino arriverannoad un filmato su YouTube che illustra le tante bellez-ze di cui è ricco il territorio bergamasco e il suo fortelegame con la famosa acqua minerale. La clip, risul-tato della collaborazione tra Il Gruppo Sanpellegrinoe l'Assessorato al Turismo della Provincia di Bergamo,è il racconto per immagini del successo mondiale del-l'acqua Sanpellegrino ed evidenzia le diverse eccellen-ze del territorio dal quale la storica acqua mineraleattinge le sue peculiari caratteristiche e il suo gustounico e autentico.

Sanpellegrino, un QR codeper promuovere la Bergamasca

CHI, DOVE E PERCHÈ

EVENTI

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E'atterrata sulla Bergamasca una nuovaofferta per il divertimento mondano. Unodei discobar più alla moda degli ultimianni, lo Chapeau Sensation Club (che si

trova all'interno del Centro Galassia, in via Zanica),ha organizzato assieme alla concessionaria BMW eMINI Lario Bergauto, l'aperitivo per eccellenza. Valea dire, una serata che denota un'assoluta novità nelpanorama modaiolo locale, e che accompagnerà lafortunata clientela ogni ultima domenica del mese,per un evento chiamato lo "Chaperitivo". La scorsadomenica 26 febbraio, quindi, le porte del locale sisono aperte dalle 18.30, per chiudersi, coccolandogli ospiti, alle 22. La location prestigiosa - ideata ediretta da Ilario Casali, Mirko Consonni e ManuelBarbieri - è stata anche teatro per l'esposizione diuna splendida Mini Cooper S Countryman ALL4 daben 184 cavalli, che ha deliziato la vista di tutti gliappassionati e non. Durante la serata sono statiserviti i migliori drink, accompagnati da un grandebuffet, mentre la selezione musicale è stata curatadal dj Luca Laterza.

Chapeau e Lario Bergauto,ecco a voi lo«Chaperitivo»

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: LORIS SAMBINELLI

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Anche il Panathlon Club di Bergamo ha resoomaggio all'alpinista bergamasco MarioMerelli, tragicamente scomparso lo scorso18 gennaio. Giovedì primo marzo, infatti,

con una cena conviviale al ristorante "Il Pianone" dicittà Alta, è stata organizzata una serata dedicataesclusivamente al re degli ottomila, un uomo che neisuoi 20 anni di carriera ha effettuato numeroseascensioni sulle principali montagne italiane edeuropee, con anche importanti spedizioni extraeuro-pee. Tra le più alte vette conquistate si ricordano:Everest (per ben due volte), Makalu, Kangchenjunga,Shisha Pangma, Annapurna, Broad Peak, GasherbrumI, Lhotse, Cho Oyu e Dhaulagiri. All'appuntamentosono intervenuti, tra gli altri, Dino Merelli, fratello diMario, e Marco Zaffaroni, compagno di cordata delloscalatore. A condurre la serata/dibattito è stato PinoCapellini, direttore del mensile Orobie. Nel corso del-l'appuntamento sono stati inoltre proiettati diversifilmati inediti di Mario Merelli, commentati da MarcoZaffaroni, amico e compagno di tante avventure del-l'alpinista bergamasco.

Panathlon Bergamo, l'omaggio a Mario Merelli

CHI, DOVE E PERCHÈPHOTO: LORIS SAMBINELLI

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SONDRIOCastione AndevennoVia al Piano, 28Tel. 0342.35.92.11

LECCOValmadreraVia Como, 84Tel. 0341.21.35.11

BERGAMOCurnoVia Bergamo, 66Tel. 035.62.28.711

COMOTavernerioVia Provinciale, 73/ATel. 031.42.91.911

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Concessionario ufficiale per le Provincie di:

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