bollettino della facoltà di medicina e chirurgia dell ......a cura di giovanni danieli i nuovi...

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L ETTERE DALLA F ACOLTÀ Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche Anno IX N. 12 • Dicembre 2 0 0 6 S O M M A R I O EDITORIALE 2 La chirurgia mininvasiva nel bambino: evoluzione e stato dell’arte di Giuseppe Amici VITA DELLA FACOLTÀ 4 Consiglio di Facoltà - Commissione Didattica - Ammissione alle Scuole di Specializzazione - Attività didattiche irrinunziabili - Attività didattiche elettive - Forum multiprofessionali di Scienze Umane - Master in Bioetica Generale e Clinica a cura di Giovanni Danieli I NUOVI DOCENTI 9 RICERCA CLINICA 13 Gilberta Giacchetti et Al. a cura di Francesco Alò MEMORIA ED ATTUALITÀ DELLA MEDICINA 15 Ruolo della Biochimica in medicina tra passato e futuro di Laura Mazzanti DOSSIER 23 Glossario accademico di Giovanni Danieli e Luciano Vettore APPUNTI DAL SENATO ACCADEMICO 27 a cura di Maurizio Battino OSSERVATORIO 28 Diventare medico di Francesco Orlandi UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE 30 La venerabile confraternita Santa Croce di Fano e l’ospedale omonimo di Marco Belogi CONVEGNI 42 Il trattamento chirurgico del carcinoma del colon-retto DICEMBRE IN FACOLTÀ 43 AGENDA DELLO SPECIALIZZANDO 44 INDICE GENERALE DEL VOLUME IX-2006 45 LETTERA DEL PRESIDE Il 14 Novembre scorso il CUN ha definitivamente approvato i nuovi ordinamenti delle Scuole di specializzazione; intanto al Ministero si sta preparando il sito ove le singole Facoltà presen- teranno la propria offerta formativa, precisando le caratteristi- che dei requisiti richiesti; tutto verrà sottoposto alla verifica dello specifico Osservatorio che esprimerà il proprio parere sul- l'attivazione delle Scuole nelle singole sedi. Dovrebbero partire intanto le nuove norme di accesso, che pubblichiamo in altra parte di questo Bollettino; si sono tuttavia mosse le Associazioni studentesche per chiedere, con molta determinazione, la possibilità di accesso anche ai futuri laureati di marzo. E' possibile che tale richiesta ottenga il risultato che si prefigge, facendo leva sui tempi ancora troppo lunghi che l’iter amministrativo delle Scuole richiede e sulla inopportunità di anticipare, rispetto al contesto generale, isolatamente una norma che è punitiva per una coorte ampia di studenti. Nel sommario di questo numero, i nostri Lettori troveranno, al posto dell'abituale Album, il Glossario accademico, che è un Syllabus delle terminologie d'uso corrente nell'ordinamento e nei regolamenti didattici, presentato allo scopo di agevolare il cammino dello Studente, soprattutto del neofita, nel pianeta Facoltà in cui è atterrato. Il numero d'oggi contiene anche il testo di una delle conferen- ze tenute al Convegno annuale della Facoltà, dedicato quest'an- no a Caritas e Sanità. Caritas e Sanità è stato il risultato di una ricerca condotta nelle Confraternite della nostra regione, viste come prima forma di assistenza sanitaria rivolta ai bisognosi; la serie è iniziata nello scorso numero con la lettura magistrale di Antonio Brancati, Direttore della prestigiosa Biblioteca Oliveriana di Pesaro, grande esperto del fenomeno confraternitale in Italia; continua in questo fascicolo con un saggio di Marco Belogi, Primario Internista nella città di Cagli, un medico che ha saputo sempre conciliare l'attività professionale con studi approfonditi sugli aspetti storico-culturali della nostra regione, nei secoli. Chiude il numero l'Indice generale dell'anno: oltre ad essere uno strumento utile di consultazione è anche sintesi e memoria di quanto nel 2006 è stato realizzato ed è testimonianza dell'o- pera generosa svolta in favore del nostro Bollettino da parte di tanti Colleghi, cui vogliamo nell'occasione rivolgere il più since- ro apprezzamento e ringraziamento per il lavoro così disinteres- satamente compiuto e che ha permesso la puntuale edizione del periodico. Tullio Manzoni Preside della Facoltà

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Page 1: Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell ......a cura di Giovanni Danieli I NUOVI DOCENTI 9 RICERCA CLINICA 13 Gilberta Giacchetti et Al. a cura di Francesco Alò MEMORIA

LETTERE DALLA FACOLTÀ

Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche

A n n o I X N . 1 2 • D i c e m b r e 2 0 0 6

S O M M A R I O

EDITORIALE 2La chirurgia mininvasiva nel bambino: evoluzione estato dell’artedi Giuseppe Amici

VITA DELLA FACOLTÀ 4Consiglio di Facoltà - Commissione Didattica -Ammissione alle Scuole di Specializzazione - Attivitàdidattiche irrinunziabili - Attività didattiche elettive -Forum multiprofessionali di Scienze Umane - Master inBioetica Generale e Clinica a cura di Giovanni Danieli

I NUOVI DOCENTI 9RICERCA CLINICA 13Gilberta Giacchetti et Al.a cura di Francesco Alò

MEMORIA ED ATTUALITÀ DELLA MEDICINA 15Ruolo della Biochimica in medicina tra passato e futurodi Laura Mazzanti

DOSSIER 23Glossario accademicodi Giovanni Danieli e Luciano Vettore

APPUNTI DAL SENATO ACCADEMICO 27a cura di Maurizio Battino

OSSERVATORIO 28Diventare medicodi Francesco Orlandi

UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE 30La venerabile confraternita Santa Croce di Fano e l’ospedale omonimodi Marco Belogi

CONVEGNI 42Il trattamento chirurgico del carcinoma del colon-retto

DICEMBRE IN FACOLTÀ 43AGENDA DELLO SPECIALIZZANDO 44INDICE GENERALE DEL VOLUME IX-2006 45

LETTERA DEL PRESIDE

Il 14 Novembre scorso il CUN ha definitivamente approvato inuovi ordinamenti delle Scuole di specializzazione; intanto alMinistero si sta preparando il sito ove le singole Facoltà presen-teranno la propria offerta formativa, precisando le caratteristi-che dei requisiti richiesti; tutto verrà sottoposto alla verificadello specifico Osservatorio che esprimerà il proprio parere sul-l'attivazione delle Scuole nelle singole sedi.

Dovrebbero partire intanto le nuove norme di accesso, chepubblichiamo in altra parte di questo Bollettino; si sono tuttaviamosse le Associazioni studentesche per chiedere, con moltadeterminazione, la possibilità di accesso anche ai futuri laureatidi marzo. E' possibile che tale richiesta ottenga il risultato che siprefigge, facendo leva sui tempi ancora troppo lunghi che l’iteramministrativo delle Scuole richiede e sulla inopportunità dianticipare, rispetto al contesto generale, isolatamente unanorma che è punitiva per una coorte ampia di studenti.

Nel sommario di questo numero, i nostri Lettori troveranno, alposto dell'abituale Album, il Glossario accademico, che è unSyllabus delle terminologie d'uso corrente nell'ordinamento enei regolamenti didattici, presentato allo scopo di agevolare ilcammino dello Studente, soprattutto del neofita, nel pianetaFacoltà in cui è atterrato.

Il numero d'oggi contiene anche il testo di una delle conferen-ze tenute al Convegno annuale della Facoltà, dedicato quest'an-no a Caritas e Sanità.

Caritas e Sanità è stato il risultato di una ricerca condottanelle Confraternite della nostra regione, viste come prima formadi assistenza sanitaria rivolta ai bisognosi; la serie è iniziatanello scorso numero con la lettura magistrale di AntonioBrancati, Direttore della prestigiosa Biblioteca Oliveriana diPesaro, grande esperto del fenomeno confraternitale in Italia;continua in questo fascicolo con un saggio di Marco Belogi,Primario Internista nella città di Cagli, un medico che ha saputosempre conciliare l'attività professionale con studi approfonditisugli aspetti storico-culturali della nostra regione, nei secoli.

Chiude il numero l'Indice generale dell'anno: oltre ad essereuno strumento utile di consultazione è anche sintesi e memoriadi quanto nel 2006 è stato realizzato ed è testimonianza dell'o-pera generosa svolta in favore del nostro Bollettino da parte ditanti Colleghi, cui vogliamo nell'occasione rivolgere il più since-ro apprezzamento e ringraziamento per il lavoro così disinteres-satamente compiuto e che ha permesso la puntuale edizione delperiodico.

Tullio ManzoniPreside della Facoltà

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EDITORIALE, a cura di Giovanni Muzzonigro

GIUSEPPE AMICIChirurgia Pediatrica Università Politecnica delle Marche

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La chirurgia mininvasiva nelbambino: evoluzione e statodell’arte

Negli ultimi decenni del secolo scorso la Chirurgia haregistrato il completo ribaltamento dell'assioma deinostri Maestri fino ad allora imperante: “Grande taglio,grande chirurgo”, affermandosi progressivamente ed inmaniera talora esasperata il concetto della minore inva-sività possibile dell'atto chirurgico, sia per quantoriguarda la manipolazione viscerale sia per quanto con-cerne l'accesso parietale, quindi taglio laparo o toraco-tomico più ridotto possibile, fino alla sua pressochétotale abolizione, realizzando in ambito endocavitarioattraverso l'introduzione di trocar lo stesso interventodella chirurgia convenzionale open.

Fino alla metà degli anni '80 le manovre endoscopi-che erano nella maggior parte dei casi di tipo diagnosti-co. L'applicazione terapeutica della metodica si affermòe si diffuse rapidamente con l'innovazione tecnica dellapossibilità di trasmettere sul monitor l'immagine visce-rale, rendendola così fruibile in tempo reale al chirurgoe agli assistenti.

La prima segnalazione dell'applicazione terapeuticadella laparoscopia nell'adulto, una colecistectomia,risale al 1989 ad opera di Dubois e Coll.1; da allora laChirurgia Mininvasiva (MIS, Minimally InvasiveSurgery) ha avuto il tumultuoso sviluppo che è sottogli occhi di tutti.

La sua affermazione in età pediatrica è stata più lentae graduale per diversi fattori: uno spazio operativo piùristretto, che comportava maggiori rischi di lesionivascolari e viscerali, spesso all'introduzione a cielocoperto dell'ago di Veress per l'induzione del pneumo-peritoneo; la scarsa disponibilità iniziale di strumentariominiaturizzato rispetto a quello in uso nell'adulto; unacurva di apprendimento decisamente più lunga.

A partire dai primi anni '90 l'industria venne in soc-corso alle esigenze dei chirurghi pediatri laparoscopistifornendo strumentario ottico e operativo di dimensionisempre più ridotte, fino a diametri di 2mm, rendendocosì possibili interventi anche su neonati e nei primimesi di vita2. Inoltre la modifica della tecnica di induzio-ne del pneumoperitoneo non più “a cielo coperto” ma

sotto visione diretta per via transombelicale ridussesensibilmente il rischio di lesioni degli organi interni, dicui quelle vascolari erano le più temibili. Da allora laMIS in età pediatrica ha registrato una diffusione sem-pre maggiore,tanto che attualmente l'approccio minin-vasivo è applicato, almeno nei Centri più avanzati, allamaggior parte delle patologie di media-alta chirurgia.

Rispetto alla chirurgia convenzionale, oltre ai vantag-gi comuni anche all'adulto, quali un miglior risultatoestetico, un minore stress chirurgico ed una ridottamanipolazione viscerale, la MIS in età pediatrica con-sente l'utilizzazione ottimale della magnificazione otti-ca, trattandosi di strutture anatomiche di piccoledimensioni quali quelle riscontrabili nel neonato, spes-so di basso peso, e nelle prime epoche della vita. Altrovantaggio connesso alla età pediatrica, è rappresentatodalla abolizione delle conseguenze dell'accesso openlaparo o toracotomico proprie dell'organismo in fase dimaturazione anatomo-funzionale come, ad esempio,asimmetrie toraciche, scoliosi e anomalie di sviluppodel muscolo pettorale o, dal punto di vista strettamen-te estetico, la presenza di cicatrici laparotomiche le cuidimensioni aumentano nel tempo con l'accrescimentodel paziente.

Il limite maggiore nel bambino è rappresentato dallaristrettezza del campo operatorio, per cui l'acquisizionedi una buona manualità comporta una learning-curvepiù lunga rispetto a quella necessaria nel paziente adul-to. Per questo motivo, insieme ad altre considerazionipiù strettamente tecniche, negli ultimi anni si è svilup-pata nella MIS pediatrica in misura maggiore rispettoall'adulto una metodica, cosiddetta One Trocar Surgery,che consiste nell'esecuzione dell'intervento esclusiva-mente con una ottica operativa introdotta attraverso untrocar inserito in cavità toracica, peritoneale o retrope-ritoneale. L'intervento viene eseguito per via totalmen-te endocavitaria ove possibile (trattamento dell'empie-ma pleurico, biopsie, varicocelectomia, adesiolisi inte-stinale), oppure esteriorizzando l'organo dal sito diaccesso del trocar ed eseguendo l'intervento con lemodalità tecniche della chirurgia convenzionale (rese-zioni intestinali, appendicectomia, pieloplastica) conse-guendo così il duplice vantaggio della esecuzione del-l'intervento per via tradizionale open, con la quale i chi-rurghi hanno generalmente più dimestichezza, e dell'e-

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strema mininvasività parietale (negli interventi in cavitàperitoneale con accesso transombelicale il paziente nonpresenterà alcuna cicatrice). Abbiamo eseguito questotipo di approccio su oltre 300 pazienti a tutt'oggi conottimi risultati; le poche conversioni registrate, sempredi tipo elettivo, sono appannaggio della fase inizialedella nostra learning-curve 4-5.

La MIS consente inoltre in alcune patologie partico-larmente complesse come il megacolon congenitoagangliare e le malformazioni ano-rettali, di eseguire iltempo preliminare addominale per via laparoscopica,riservando alla chirurgia open convenzionale il tempoperineale, con riduzione al minimo del trauma chirurgi-co viscerale e parietale.

La maggior parte degli interventi della chirurgia con-venzionale medio-alta sono oggi eseguibili con approc-cio mininvasivo, totalmente endocavitario o videoassi-stito. Le indicazioni principali in età pediatrica sonooggi rappresentate dal reflusso gastro-esofageo, testi-colo non palpabile, patologia splenica e colecistica,patologia aderenziale e malformativa intestinale (dupli-cazioni, diverticolo di Meckel), megacolon congenitoagangliare, malformazioni ano-rettali, varicocele, idro-nefrosi primitiva, empiema pleurico.

Negli ultimi anni sono state trattate con successopatologie precedentemente ritenute non correggibiliper via mininvasiva, come l'atresia delle vie biliari e l'a-tresia dell'esofago (i primi tre interventi di correzionelaparo e toracoscopica di queste malformazioni esegui-ti in Italia risalgono a pochi mesi fa).

Oltre alle patologie sopra elencate, da considerarsioramai indicazioni se non assolute, quanto meno forte-mente consigliabili all'approccio mininvasivo, ve nesono altre, come l'ernia inguinale, la stenosi ipertroficadel piloro o il reflusso vescico-ureterale, per le quali ilgiudizio di validità del trattamento laparoscopico,ancorché praticato pressoché routinariamente presso

qualche Centro, attende tuttora il vaglio di una piùlunga esperienza e di una più matura valutazione delrapporto costi-benefici.

I contributi più qualificati della ricerca clinica, volti astabilire in maniera incontrovertibile la validità dellachirurgia endoscopica in età pediatrica, come i trialsprospettici randomizzati, sono a tutt'oggi scarsi a causadi volumi casistici ancora ridotti e spesso disomogenei.Ciononostante i dati oramai più che decennali dell'e-sperienza personale e della letteratura internazionalebasati sull'evidenza clinica dimostrano ampiamente l'u-tilità ed i vantaggi dell'approccio mininvasivo anche inpazienti “estremi” quali il neonato, in termini di ridu-zione del trauma, visualizzazione magnificata dellestrutture anatomiche ed esatta ripetitività delle mano-vre chirurgiche “classiche”. Pertanto, pur considerandol'attuale validità delle metodiche chirurgiche tradiziona-li ed il fatto che non tutte le tecniche chirurgiche trova-no indicazione endoscopica, riteniamo che l'approcciomininvasivo, sia endoluminale che videoassistito, lapa-roscopico, toracoscopico o retroperitoneoscopico,debba oggi costituire parte integrante e irrinunciabiledel bagaglio culturale e tecnologico di qualunque cen-tro avanzato di Chirurgia Pediatrica.

Bibliografia essenziale

1) Dubois F., Borthelot G., Levard H: Cholecistectomie par coelioscopie.Presse Med 1989 ; 18 :980-982.2) Waldschmidt J, Schier F : Laparoscopic surgery in neonates andinfants. Eur J Pediatr Surg 1991 ; 1 :145-150.3) Bax NMA, Georgeson KE et al.: Endoscopic Surgery in children.Springer Verlag, Berlin, 1999; 215-219.4) Martino A, Zamparelli M, Cobellis G, Mastroianni L, Amici G: Onetrocar surgery: a less invasive videosurgical approach in childhood. JPed Surg 2001; 36:811-814.5) Cobellis G, Mastroianni L, Cruccetti A, Amici G, Martino A:Retroperitoneoscopic varicocelectomy in children and adolescents. JPed Surg 2005; 40:846-849.

CHIRURGIA MININVASIVA NEL BAMBINO

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VITA DELLA FACOLTÀ

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Le principali decisioni del Consiglio di Facoltàa cura di Daniela Venturini e Daniela Santilli

Seduta del 25 Ottobre 2006

Il Preside ha dato notizia della cessazione dalla qualificaper collocamento a riposo dei Proff. Mario Governa, Luigi DeFlorio, Paolo Russo e Laura Possati a decorrere dal 1.11.2006e porge un sentito ringraziamento per il pluridecennaleimpegno profuso a favore della Facoltà.

Dietro sollecitazione del Servizio mensa dell'ERSU, il Presideha invitato tutti i docenti delle materie cliniche ad anticipare lafine delle lezioni alle ore 13.50 rispetto alle ore 14.00 per per-mettere agli studenti di accedere in tempo al servizio.

Il Consiglio di Facoltà ha approvato alcune autorizzazioni di spesa.Sono stati assunti provvedimenti per la copertura da parte del

personale di ruolo sanitario appartenente al S.S.R. degli inseg-namenti delle Scuole di Specializzazione per l'A.A. 2006/2007.Contestualmente sono stati nominati i docenti universitari sulleScuole di Specializzazione per l'A.A. 2006/2007.

Il Consiglio ha approvato le richieste di contratti integrativiretribuiti nei Corsi di Laurea e nelle Scuole di Specializzazioneper l'A.A. 2006/2007 (art. 25 D.P.R. n. 382/80 e art. 4 D.P.R.n. 162/82) e le richieste di Coadiutori Didattici.

Sono state prese in esame alcune pratiche studenti, in par-ticolare relative al Programma Erasmus.

E' stato espresso parere favorevole sul protocollo di intesaUniversità - INRCA e sul protocollo di intesa Università -Regione per Corsi di studio dell'area sanitaria.

E' stato rivisto il Regolamento di Facoltà e sono stati no-minati i membri della Commissione per la Sanità e dellaCommissione per la Didattica.

La Commissione per la Sanità è composta dai seguentimembri: Prof. Francesco Greco, Prof. Ugo Salvolini, Prof.Giorgio Scalise, Prof. Antonio Benedetti, Prof. Paolo Pelaia,Prof. Armando Gabrielli, Prof. Guidalberto Fabris, Prof.Riccardo Cellerino, Prof. Andrea Luigi Tranquilli, Prof.Alessandro Rappelli, Dott.ssa Erica Adrario, Prof. AntonioProcopio (quest'ultimo limitatamente alla trattazione delleproblematiche relative all'INRCA).

La Commissione per la Didattica è composta dai seguentimembri: Preside, Prof. Saverio Cinti, Prof. MaurizioProcaccini, Prof. Leandro Provinciali (o Proff. Benedetti,Amoroso, D'Errico), Prof. Andrea Luigi Tranquilli, Prof.Francesco Di Stanislao, Prof. Guidalberto Fabris, Prof. EnricoDe Nigris, Prof.ssa Lory Santarelli, Prof.ssa Maria GabriellaCeravolo, Prof. Armando Gabrielli, Prof. Ugo Salvolini, Prof.Francesco Barchiesi, Prof. Giorgio Rappelli, Dott. MaurizioBattino, Dott. Stefano Bompadre, Sig. Sara Renzi, Sig.Gianluigi Nigro.

Il Consiglio ha concesso il patrocinio ad alcuni eventi di

interesse culturale e scientifico.Sono stati approvati il Regolamento di tirocinio del Corso di

Laurea triennale in Infermieristica ed il Regolamento ditirocinio del Corso di Laurea Specialistica in ScienzeInfermieristiche ed Ostetriche.

Sono stati esaminati progetti per il Servizio civile volontarioper il Corso di Laurea triennale per Educatore Professionale.Saranno riconosciuti, su richiesta degli studenti interessati, finoa tre crediti nell'ambito del tirocinio per l'attività svolta senzademeriti per il servizio civile volontario nell'ambito dei proget-ti: “Pediatria Ludens”; “Pr. Assi - Progetto Assistenza”; “Unabussola in corsia”; “Cocoon”.

Al Prof. Sandro Fioretti è stato affidato l'insegnamento diBioingegneria (SSD ING-INF/06) del Corso di LaureaSpecialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria.

E' stata approvata la richiesta di agreement tra il LinusPauling Institute (USA) e l'Università Politecnica delle Marchefinalizzato a favorire gli scambi scientifici e didattici tra le dueistituzioni con particolare riferimento all'area biochimicanutrizionale.

La Dott.ssa Rosaria G.R. Polo ha sostituito il Dott. SosioOnofri (collocato a riposo) nella titolarità del modulo didatti-co di “Farmacologia: mezzi di contrasto e radiofarmaci” delCorso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica, perImmagini e Radioterapia.

Sono stati confermati i docenti componenti dellaCommissione Paritetica per la Didattica per il triennio accademi-co 2006/2009: Prof. Saverio Cinti, Prof. Giorgio Scalise, Prof.Luigi Ferrante, Dott.ssa Emanuela Faloia, Dott. Marco Bartolini.

Il Consiglio ha ratificato gli affidamenti decisi dal Presidedegli insegnamenti i cui bandi sono scaduti il 2 e 6 ottobre.

E' stata approvata la ricognizione dei Coordinatori di sede,tutori di tirocinio, tutori guida per l'A.A. 2005/2006.

E' stata approvata l'istituzione di un corso di recuperointensivo dell'insegnamento di “Metodologia assistenziale eteoria del nursing” (disattivato per l'A.A. 2006/2007) per ilCorso di Laurea triennale in Infermieristica. Agli studenti chefrequenteranno il corso sostenendo con esito positivo laprova d'esame sarà concessa l'iscrizione al 3° anno, con-dizionato al recupero delle eventuali ulteriori frequenzedovute e non effettuate.

Sono stati nominati i nuovi Presidenti dei Corsi di Laureatriennali in Fisioterapia (Prof.ssa Maria Gabriella Ceravolo) eTecnico della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro(Prof.ssa Lory Santarelli).

Il Prof. Alfonso Catalano è stato chiamato in qualità di ido-neo nelle procedure di valutazione comparativa per profes-sore di II fascia relative al SSD MED/04 - Patologia Generale.

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VITA DELLA FACOLTÀ

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I lavori della Commissione Didatticaa cura di Giorgio Rappelli

Verbale della riunione del 27 novembre 2006

Ordine del giorno

1. Comunicazioni del Presidente

2. Compiti didattici ai Docenti par l' A.A. 2006/07

3. Modifiche di Statuto del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

4. Regolamento Didattico di Facoltà

3. Pratiche studenti

6. Varie ed eventuali

Erano presenti i Professori Saverio Cinti, AndreaTranquilli, Francesco Di Stanislao, Guidalberto Fabris,Enrico De Nigris, M. Gabriella Ceravolo, Ugo Salvolini,Francesco Barchiesi, Giorgio Rappelli, i Dottori MaurizioBattino e Stefano Bompadre, gli Studenti Gianluigi Nigro eSara Renzi.

Avevano giustificato la loro assenza il Preside ed iProfessori Armando Gabrielli, Maurizio Procaccini, LeandroProvinciali, Lory Santarelli.

1. Comunicazioni

Il Coordinatore, Prof. Saverio Cinti, rende noto che sono infase di avanzamento i lavori del gruppo di studio per la revi-sione dellaTabella XVIII.

Per ciò che riguarda il Regolamento Didattico attualmente ilfrutto del lavoro degli ultimi mesi è all'esame presso gli uffici.

2. Compiti didattici

Principio generale: i nuovi professori dovrebbero incardi-narsi preferibilmente sulle Lauree brevi piuttosto che sul corsodi Medicina e Chirurgia.

Per quanto concerne il calcolo delle ore di lezione frontali,utili al raggiungimento dei compiti didattici istituzionali, laCommissione Didattica esprime il proprio dissenso relativoalla determinazione del Senato Accademico e sostiene che ilcomputo delle ore di didattica frontale debba essere com-prensivo di tutta la didattica svolta dai docenti di fronte aglistudenti, comprese le esercitazioni di laboratorio e le AttivitàFormativa Professionalizzante. La Commissione invita laFacoltà ad esprimersi in modo analogo.

In relazione all' assolvimento degli obblighi di didatticaclinica, la Commissione si riserba di approfondire gli aspetti

legati al principio di inscindibilità della funzione didattica daquella di assistenza.

La Commissione esamina i compiti dei professori dinuova nomina proposti ed esprime parere favorevole all'in-cardinamento degli stessi, così da allegato alla Segreteriadi Presidenza.

3. Modifiche di Statuto

Si prendono in esame una serie di “aggiustamenti” neces-sari sotto l'aspetto amministrativo ma che comunque hannocome obiettivo quello di snellire l'organizzazione della didat-tica riducendo per esempio il numero dei moduli ed identifi-cando i moduli attivati con docenti e insegnamenti specifici. Illavoro viene sintetizzato da allegato consegnato allaSegreteria di Presidenza.

4. Pratiche studenti

Verranno evase nella seduta di Dicembre. Per le praticheurgenti si provvederà in Facoltà.

5. Varie

a - Internato: Ci sarà un modulo da compilare da parte deldocente anziché libretti e registri.

b - I Corsi Integrati avranno un numero che li identificherà.

c - Per ciò che riguarda il blocco fra basic e clinic nel corsodi Medicina e Chirurgia (3°/4° anno) ed in quello inOdontoiatria (2°/3° anno), si decide che gli studenti sipossano iscrivere provvisoriamente all'anno successivoanche se in debito di un esame tra quelli determinanti ilblocco. Tale iscrizione è condizionata al superamento del-l'esame in credito entro il mese di Dicembre e decade incaso contrario.

d - L' organizzazione dell' orario del II semestre del 6° annodi Medicina per il momento non prevede il corso intensivo.Preso atto della valutazione positiva che il corso stesso haricevuto dagli studenti nelle passate esperienze, laCommissione si esprime favorevolmente a lavorare per re-isti-tuirlo qualora vi fosse l'unanimità dei docenti del sesto anno,2° semestre che lo richiedano.

e - Dietro richiesta degli studenti, la Commissione si esprimefavorevolmente affinché le lezioni di Pediatria e Ginecologiasi svolgano nel Polo di Torrette.

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VITA DELLA FACOLTÀ

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Nuovo regolamento concernente modalità per l’ammissionedei Medici alle Scuole di Specializzazione in Medicina

Il D.M. n. 172 del 6 marzo 2006 ha modificato lenorme che disciplinano le modalità di accesso deiMedici alle Scuole di Specializzazione in Medicina eChirurgia.Già a partire dal prossimo a.a. 2006/07 il nuovo rego-lamento troverà applicazione. In particolare si segna-lano le seguenti novità:

- i Laureati in Medicina e Chirurgia che intendonopartecipare al concorso hanno l'obbligo di superarel'esame di Stato prima della scadenza del termine perla presentazione delle domande di partecipazione alconcorso medesimo;

- la Commissione ha a disposizione 100 punti, deiquali 60 per la valutazione della prova scritta, 15 perla prova pratica, 7 per il voto di laurea e 18 per il cur-riculum degli studi universitari. La valutazione del cur-riculum e del voto di laurea avviene in conformità aiseguenti criteri:

A) VOTO DI LAUREA - MAX 7 PUNTI

voto di laurea Puntiinferiore a 100 0da 100 a 109 per ciascun punto 0,45110 (pieni voti assoluti) 6110 L (pieni voti assoluti con lode) 7

B) CURRICULUM - MAX 18 PUNTI

b.1) esami - max 5 punti [7 esami scelti dal Consiglio dellaScuola tra i corsi integrati in statuto]- per ogni esame superato con voti da 27/30 a 29/30

punti 0,25- per ogni esame superato con la votazione di 30/30

punti 0,50- per ogni esame superato con lode punti 0,75

b.2) qualità e attinenza della tesi alla tipologia di specia-lizzazione - max 7 punti:- nessuna/scarsa attinenza (in base alla qualità) fino a

punti 3- attinenza medio/alta (in base alla qualità) fino a punti 7

b.3) attività elettive, o equipollenti certificate secondo lemodalità previste dai singoli atenei/strutture didattiche,attinenti la tipologia di specializzazione svolte all'internodel percorso formativo del corso di laurea - max 3 punti:- per ogni attività elettiva fino a punti 1

b.4) pubblicazioni a stampa, o lavori in extenso che risul-tano accettati da riviste scientifiche attinenti la specializ-zazione - max 3 punti:- per ogni pubblicazione o lavoro in extenso fino a punti0,50.

Il testo integrale del decreto può essere consultato sul sitowww.univpm.it, nella sezione relativa alla Facoltà diMedicina.

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VITA DELLA FACOLTÀ

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Programmazione didattica Dicembre 2006

B - Attività didattiche elettive

Corsi monografici

CLM in Medicina e Chirurgia

2° Anno3 - BiochimicaBiochimica del sangue, Prof.ssa L. Mazzanti6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 14.30, Aula Q27 - MicrobiologiaPatogeni intracellulari e problematiche connesse, Prof.ssaB. Facinelli6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 16.30, Aula A

4° Anno15 - Igiene e Sanità PubblicaI profili assistenziali, Prof. F. Di Stanislao6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 14.30, Aula 33 - Patologia Sistematica IIPercorso diagnostico e terapeutico nello studio del meta-bolismo calcio-fosforo: casi clinici e discussione, Prof. GMuzzonigro, Dott. A.Taccaliti6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 16.30, Aula B

6° Anno35 - PediatriaMalattie genetiche e metaboliche, Prof. G. Coppa, Prof. O.Gabrielli6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 14.30, Aula F

CLM in Odontoiatria e Protesi Dentaria

2° Anno27 - MicrobiologiaPatogeni intracellulari e problematiche connesse, Prof.ssaB. Facinelli6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 16.30, Aula A

4° Anno15 - Igiene e Sanità PubblicaI profili assistenziali, Prof. F. Di Stanislao6-13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007, ore 14.30, Aula

A - Attività didattiche irrinunziabili

Seminari

CLM in Medicina e Chirurgia

1° Anno

12 - FisicaRisonanza magnetica e sue applicazioni cliniche, Prof. F.Rustichelli, Prof. A. Giovagnoni6 Dicembre 2006, ore 16,30, Aula C

3° Anno

27 - MicrobiologiaAntibiotico-resistenza nei pazienti immuno-compromessi,Prof. P.E. Varaldo13 Dicembre 2006, ore 14,30 Aula C

5° Anno

6 - Chirurgia Generale e GastroenterologiaL’asepsi in chirurgia. Dott. Moccheggiani6 Dicembre 2006, ore 14,30, Aula C20 - Malattie del sistema nervosoNeuroimmagini cliniche, Prof. U. Salvolini, dott. G.Polonara6 Dicembre 2006, ore 16,30, Aula F

6° Anno

14 - Ginecologia ed OstetriciaPronto Soccorso ostetrico-ginecologico e triage, prof. A.L.Tranquilli, Dr. A. Turi13 Dicembre 2006, ore 16,30 Aula F

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VITA DELLA FACOLTÀ

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Corso di Laurea in Fisioterapia

1° AnnoAnatomia dell’Apparato Locomotore: Prof. M. Morroni29 Novembre, 6-13 Dicembre 2006 ore 9.00-11.00Aula di Riabilitazione - stanza 12, 1° piano, Polo Eustachio

2° AnnoBilancio strumentale e trattamento dei disturbi dell’equili-brio: Prof.ssa M.G.Ceravolo22-29 Novembre, 6 Dicembre 2006 ore 14.30-16.30Aula 3,4° Piano, Polo Murri

3° AnnoIntegrazione fra esercizio fisico ed alimentazione nellaprevenzione della disabilità: Prof.ssa M.G. Ceravolo22-29 Novembre, 6 Dicembre 2006 ore 16.30-18.30Aula 3, 4° Piano, Polo Murri

Corso di Laurea in InfermieristicaPOLO DIDATTICO DI ANCONA

1° Anno1) Anatomia microscopica, Prof. M. Castellucci, Prof. G.Barbatelli6 - 13 Dicembre 2006 e 10 Gennaio 2007 ore 14.30 Aula T4) La contraccezione (dal C.d.L. in Ostetricia). Prof. A. Turi29 Novembre; 6 -13 Dicembre 2006 ore 16.30 Aula T

POLO DIDATTICO DI MACERATA

1° Anno1) Anatomia microscopica. Prof. M. Castellucci5-12 Dicembre 2006; 9 Gennaio 2007; ore 14.30-16.302) La sintonia dialogica. Prof.ssa I. Riccioni6-13 Dicembre 2006; ore 14.30-16.30

POLO DIDATTICO DI ASCOLI PICENO

1°AnnoLa lettura dei bisogni e i livelli essenziali di assistenza,Dott. M. Marabini6-13 Dicembre 2006,ore 14.30-17,30, Aula Centro di for-mazione

Corso di laurea in Ostetricia

1° Anno1) Contraccezione, Dott. A. Turi29 Novembre, 6-13 Dicembre 2006 ore16.30 Aula T3° AnnoIl parto e le sue emergenze Dott. S.R. Giannubilo29 Novembre - 6-13 Dicembre 2006, ore 16,30, Aula N

Master in Bioetica Generalee Clinica

coordinatore Adriano Tagliabracci

2° CicloGiovanni FederspilUniversità di Padova, membro del Comitato Nazionale diBioeticaConflitti d’interessi nella ricerca biomedica e nellapratica clinicaLunedì 11 dicembre 2006, ore 16,30 - Polo Murri - Aula T Alberto Maria ComazziUniversità di Padova, membro del Comitato Nazionale diBioetica, Nord Italia TransplantLa psicologia della comunicazioneGiovedì 14 dicembre 2006 ore 14,30-16,30 - Aula MorgagniLa comunicazione della prognosi infaustaGiovedì 14 dicembre 2006 ore 16,30-18,30 - Aula Morgagni

Segreteria scientificaDott.sse Laura Mazzarini e Luisa BorgiaSezione di Medicina legale Dipartimento di NeuroscienzePolo Didattico Scientifico - Torrette di Ancona071 5964727 e-mail [email protected]

Forum Multiprofessionalidi Scienze Umane

Mercoledì 6 dicembre ore 14,30Polo Murri - Aula O

Per gli Studenti del primo anno di tutti i corsi di laurea magistrale

Etica generale

C.I. di Biologia, Genetica e Biometria, Prof. G. Principato

Dilemmi etici nell’era biotecnologicaG. Principato e M. Marinelli

Corso propedeutico per l’inserimentonel Corpo Volontario delle Infermiere

della Croce Rossa ItalianaPolo Eustachio - Aula Luciani

Diritto umanitario e storia della Croce RossaItaliana

13 Dicembre, 10-17-24-31 Gennaio 2007ore 16,30-19,00

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I NUOVI DOCENTI

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Professore Associato di Oncologia Medica. Dal primo otto-bre ho preso servizio come Professore straordinario.

Sono associato a diverse Società Scientifiche italiane edinternazionali e, nell’Associazione Italiana di OncologiaMedica, ho ricoperto la carica di membro del ConsiglioDirettivo Nazionale dal 1995 al 1999.

Dal 2005 sono Segretario Nazionale dell'Associazione.Per sette anni sono stato membro della Educational

Committee dell'European Society of Medical Oncology.Come responsabile scientifico ho ottenuto finanziamen-

ti regionali e nazionali per un importo negli ultimi 5 annidi oltre 1 milione e centomila euro.

Il mio campo di interesse principale sono le neoplasiedel tratto gastroenterico, sia dal punto di vista della carat-terizzazione biologica che di approcci terapeutici connuovi farmaci molecolari, e le terapie di supporto.

Durante l'attività di ricerca svolta a Messina, Parma edAncona sono stato responsabile di circa 200 protocolli diricerca clinica (trattamento con nuovi farmaci o combina-zioni) con valenza nazionale ed internazionale e ho pub-blicato su riviste indexate, circa 170 lavori.

Angelo PutignanoProfessore Straordinario di MalattieOdontostomatologiche

Angelo Putignano nasce ad Ancona il 4/12/1954.Consegue la maturità scientifica presso il LiceoScientifico Statale "Luigi di Savoia" di Ancona. Si

Stefano CascinuProfessore Straordinario di Oncologia Medica

Sono nato il 21 febbraio 1959 a Pesaro, dove nel 1978ho conseguito la maturità classica presso il Liceo TerenzioMamiani.

Nel 1985, sotto la guida del Prof. Cellerino, mi sono lau-reato con lode in Medicina e Chirurgia presso l'Universitàdegli Studi di Ancona con la tesi sperimentale: ”Problemiattuali nella stadiazione delle neoplasie”, giudicata vinci-trice del premio di Laurea “A. Girombelli” dell'Universitàdegli Studi di Ancona.

Nel 1988 ho conseguito il diploma di specialista inOncologia presso l'Università degli Studi di Ancona, e nel1992, come completamento della mia formazione oncologi-ca, ho conseguito il diploma di specialista in RadioterapiaOncologica presso l'Università degli Studi di Bologna.

Ho lavorato come Assistente di ruolo presso l'UnitàOperativa di Oncologia Medica di Pesaro, dove sono rimastofino al 1994 quando sono ritornato ad Ancona presso laClinica di Oncologia Medica come aiuto corresponsabile.

Nel novembre 1998, ho preso servizio come ProfessoreAssociato di Oncologia Medica presso l'Università degliStudi di Messina.

Nel 2000 mi si è presentata l'opportunità di trasferirmia Parma come Direttore della Unità Operativadell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.

Nel Novembre 2002 sono infine tornato ad Ancona come

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I NUOVI DOCENTI

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iscrive al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgiadell´Università degli Studi di Ancona nell´anno acca-demico 1973-1974. Negli anni 1981-1982 assolve alservizio di leva presso la Marina Militare. Si laurea inMedicina e Chirurgia nel 1984. Sostiene nel maggiodel 1984 l´Esame di Abilitazione all´esercizio dellaprofessione di Medico Chirurgo e si iscrive nello stes-so anno all´Ordine dei Medici Chirurghi dellaProvincia di Ancona in data 29 maggio. Nel maggiodel 1984 è ammesso in qualità di Medico frequenta-tore presso la Clinica Odontoiatrica dell´Universitàdegli Studi di Ancona diretta dal Chiar.mo Prof. P.L.Sapelli, nel reparto di Odontoiatria Conservativa. Nel1984 è iscritto, previo superamento del concorso diammissione, alla Scuola di Specializzazione inOdontostomatologia, diretta dal Chiar.mo Prof. P.L.Sapelli presso la Facoltà di Medicina e Chirurgiadell´Università di Ancona e consegue il Diploma diSpecialista con votazione di 50 su 50 "con lode"nell´Anno Accademico 1986-1987, discutendo la tesisperimentale: “Massimi carichi pressori nel cavoorale”.

Dal 1984 frequenta con assiduità come specializ-zando la Clinica Odontoiatrica dell´Università diAncona svolgendo attività di ricerca, organizzativa,didattica ed assistenziale. Nel 1988 risulta vincitoredel concorso per un posto di Assistente inOdontostomatologia e prende servizio nel mese dimarzo dello stesso anno presso la ClinicaOdontoiatrica dell´Università di Ancona diretta dalChiar.mo Prof. G. Fratto. Nel 1997 è relatore edistruttore al personale docente presso la Division ofOperative Dentistry, diretta dal Prof. G. Kugel, dellaTufts University Dental School di Boston (USA) e perquesto gli viene conferito un certificato di"Riconoscimento".

Nel 1998 l´Università degli Studi di Chieti gli affidaun seminario presso il Corso di Perfezionamento inOdontoiatria Conservativa. Nel 1999 l´Universitàdegli Studi di Ferrara gli affida un seminario pressoil corso di Perfezionamento in OdontoiatriaConservatrice.Nel 1999 L´Università degli Studi diAncona gli affida due seminari presso il Corso diPerfezionamento di Odontoiatria Conservativa,diretto dal Chiar.mo Prof. M. Procaccini. Nei giorni

14-15 Maggio 2001 sostiene un concorso per la valu-tazione comparativa a un posto di Professore di II°fascia - settore disciplinare F13B-MalattieOdontostomatologiche e in data 7 Giugno vienedichiarato idoneo ai sensi dell´art.4, comma 13, deld.P.R. 117/2000. Nel novembre del 2001 prende ser-vizio come Professore Associato presso il CLOPDdell´Università degli Studi di Ancona come titolaredell´insegnamento di Odontoiatria Restaurativa.Neglianni accademici 2002-2003 e 2003-2004 è Direttoredel Corso di Perfezionamento in "EndodonziaClinica" presso l´Università Politecnica delle MarcheNegli Anni Accademici 2003-2004, 2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 l´Università degli Studi di Siena gliaffida un corso presso il Master di OdontoiatriaConservativa. Negli Anni Accademici 2003-2004,2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 l´Universitàdegli Studi Napoli "Federico II°" gli affida un corsopresso il Master di Odontoiatria Estetica. Nell´AnnoAccademico 2004-2005 l´Università degli StudiModena gli affida un corso presso il Corso diPerfezionamento di Odontoiatria Estetica. Nell´AnnoAccademico 2004-2005 l´Università degli StudiModena gli affida un corso presso il Corso diPerfezionamento di Endodonzia. Nell´AnnoAccademico 2005-2006 l´Università degli StudiNapoli "Federico II°" gli affida un corso presso ilMaster di Protesi Dentaria. Nel 2002 è ammesso alco-finanziamento PRIN 2002 biennale del MIUR comeresponsabile dell'unità di ricerca. Svolge attività diconsulenza presso le maggiori aziende produttrici dimateriali compositi partecipando alla realizzazione dinuovi materiali nel campo dell'Odontoiatria Estetica.Nel 2005 è ammesso al co-finanziamento PRIN 2005biennale del MIUR come responsabile dell'unità diricerca locale.Dagli studi condotti ha tratto materialee argomenti per 136 lavori scientifici. Nel 2006 parte-cipa ad un concorso per la valutazione comparativa aun posto di Professore di I° fascia e viene dichiarato“idoneo”. Nel settembre 2006 viene chiamato dallaFacoltà di Medicina e Chirurgia dell'UniversitàPolitecnica delle Marche dove prende servizio nelmese di ottobre.

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I NUOVI DOCENTI

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Francesca FazioliProfessore Associato di Patologia Generale

Seppur nata a Roma il 19 Agosto 1960, cresce e stu-dia fino al conseguimento della Maturità Scientificaad Ancona. Si iscrive a Scienze Biologiche pressol'Università degli Studi di Perugia dove si laurea nel1985. Si trasferisce quindi a Milano presso l'Istituto diRicerche Farmacologiche "Mario Negri" dove svolgeattività di ricerca presso il Laboratorio di Immunologiae ottiene la Specializzazione in Ricerca Farmacologica.

Dal 1988 al 1992 svolge attività di Ricerca presso ilLaboratory of Cellular and Molecular Biology delNational Cancer Institute, NIH, Bethesda, USA dove sioccupa essenzialmente della caratterizzazione dei mec-canismi di trasduzione del segnale mitogenico, di recet-tori per fattori di crescita e loro varianti oncogeniche.Nel 1992 rientra in Italia come Senior Investigator pres-so il Laboratorio di Genetica Molecolare del DIBIT,Ospedale San Raffele, Milano. In questa sede svolgeattività di ricerca nel campo dei meccanismi molecolaridi trasduzione di segnali di migrazione e di adesione daparte del sistema uPA/uPAR. Nel 1998 riesce ad avviareun Laboratorio di Biologia Molecolare e Cellulare pres-so l'Università Politecnica delle Marche, grazie ad unfinanziamento AIRC ed all'ospitalità dell'Istituto diMedicina Clinica e Biotecnologie Applicate. Nel 2006 è

Professore Associato di Patologia Generale presso ilDipartimento di Patologia Molecolare e TerapieInnovative, Facoltà di Medicina e Chirurgia, UniversitàPolitecnica delle Marche.

Lory SantarelliProfessore Associato di Medicina del Lavoro

Nata a Macerata il 3 agosto 1957.Laurea in Medicina e Chirurgia AA 1982-82. Dottore di ricerca in Patologia Sperimentale. Specialista in Medicina del Lavoro.Medico Autorizzato alla Radioprotezione.Dopo essersi formata nell´Istituto di Patologia

Sperimentale dell´Università di Ancona e successiva-mente presso il Dipartimento Ricerche dell´INRCA diAncona è divenuta ricercatore del settore Medicina delLavoro della Facoltà di Medicina e Chirurgiadell´Università Politecnica delle Marche.

ATTIVITÀ CLINICO ASSISTENZIALE

Dal 2001 svolge attività clinico assistenziale nell'ambu-latorio della Medicina del Lavoro dell'UniversitàPolitecnica delle Marche in regime di convenzionamentocon l'Azienda Ospedaliero-Universitaria - Ospedali Riunitidi Ancona, occupandosi in particolare degli utenti inviati

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I NUOVI DOCENTI

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nell'ipotesi di soggetti affetti da malattia professionale.Dal 2001 svolge attività di medico competente (ex

Dlgs. 626/94) e di incaricato alla sorveglianza medicadella radioprotezione (ex D.Lgs. n. 230/1995) per leunità operative dell'Università Politecnica delle Marchee dal 2003 collabora per l´espletamento delle attività disorveglianza sanitaria dei lavoratori nell´organicodell´Ufficio Medico Competente dell´AziendaOspedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona.

Quale specialista in medicina del lavoro svolge attivitàdi medico competente e medico radioprotezionista per leunità operative universitarie e collabora per l´espletamen-to delle attività di sorveglianza sanitaria dei lavoratorinell´organico dell´Ufficio Medico Competente dell´AziendaOspedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona.

ATTIVITÀ DI RICERCA

Quale ricercatore si è dedicata in particolare allo studiodei meccanismi immunitari nell´invecchiamento fisiologi-co e dei meccanismi immunitari nelle condizioni di espo-sizione a metalli pesanti e a polveri di silice su sistemi invitro, su animali da esperimento e sull'uomo.

I temi di ricerca di base svolti attualmente, riguarda-no prevalentemente i campi della´immunologia e dellabiochimica molecolare applicate allo studio degli effettidi metalli pesanti, radiazioni elettromagnetiche, silice

ed asbesti su sistemi in vitro, su animali da esperimen-to e su lavoratori esposti. I temi di ricerca clinica riguar-dano studi sulle conseguenze di esposizioni a rischilavorativi di addetti a varie mansioni lavorative.

ATTIVITÀ DIDATTICA

È affidataria dell'insegnamento di “Igiene Industriale”del Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia,dell'insegnamento di “Medicina del Lavoro” nel CorsoIntegrato “Sanità pubblica Management Sanitario (cana-le A), del Corso di Laurea in “Infermieristica” e dell'inse-gnamento di “Medicina del Lavoro” nei Corsi Integrati“Sanità Pubblica” dei Corsi di Laurea in “Fisioterapia” ein “Tecniche di Radiologia Medica per Immagini eRadioterapia” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia edell'insegnamento di “Tutela della Salute nei Laboratori:Elementi di Legislazione Sanitaria” presso la Facoltà diScienze Matematiche e Fisiche dell'Università Politecnicadelle Marche. È affidataria di insegnamenti nella Scuola diSpecializzazione in Medicina del Lavoro.

Dal 1.11.2006 è professore associato di Medicina delLavoro presso la Facoltà di Medicina e Chirurgiadell'Università Politecnica delle Marche.

Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicinadel Lavoro. Presidente del corso di Laurea di Tecnichedella Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro.

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RICERCA CLINICA, A CURA DI FRANCESCO ALÒ

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Tests di screening e di conferma nella diagnosidell'iperaldosteronismo primario: necessità diun protocollo standardizzatoGilberta Giacchettia, Vanessa Ronconia, Giulio Lucarellia, MarcoBoscaroa, Franco Manterob

aClinica di Endocrinologia, Dipartimento di Medicina Interna,Università Politecnica delle Marche, Ospedali Riuniti “Umberto I-G.M. Lancisi- G. Salesi”, Ancona; b Dipartimento di Scienze Medichee Chirurgiche, Università di Padova

Analysis of screening and confirmatory tests in the dia-gnosis of Primary Aldosteronism: need for a standardi-zed protocolJournal of Hypertension 2006; 24:737-745

Premessa: Il rapporto aldosterone/attività plasmati-ca reninica (Aldo/PRA) in ortostatismo è stato racco-mandato da vari Autori come test di screening per ladiagnosi di Iperaldosteronismo Primario (IP). Al fine diindividuare i valori di cut-off e di verificare l'affidabilitàdel rapporto Aldo/PRA e del carico salino nella diagno-stica dell'IP, abbiamo analizzato in modo retrospettivo idati relativi alla nostra casistica.

Metodologia: Sono stati raccolti i dati riguardanti ilrapporto Aldo/PRA calcolato in clinostatismo, in orto-statismo, dopo somministrazione di captopril e losartane i dati relativi al test al carico salino, valutati in unacoorte di 157 pazienti con ipertensione arteriosa afferitialla nostra Clinica con sospetto di IP, di cui 61 con con-ferma della diagnosi di IP (26 con adenoma aldosteronesecernente, o adenoma di Conn -APA e 35 con iperaldo-steronismo idiopatico -IHA).

Risultati: Utilizzando 40 come valore di cut-off, il rap-porto Aldo/PRA aveva il 100% di sensibilità e l'84.4% dispecificità. Il rapporto Aldo/PRA dopo somministrazione dicaptopril e losartan risultava leggermente più specifico,ma caratterizzato da minore sensibilità. Un valore di cut-off di 7 ng/dl per l'aldosterone sierico al termine del cari-co salino, in pazienti con un test di screening positivo (cioèun rapporto Aldo/PRA ≥40), forniva una specificità ed unvalore predittivo positivo del 100%. Inoltre, nei pazienticon APA si osservava un incremento dei valori del rappor-to cortisolo/aldosterone > 3 dopo carico salino.

Commento: I nostri dati confermano la superioritàdel rapporto Aldo/PRA in ortostatismo nello screeningdell'IP, identificando 40 come valore di cut- off ideale.Inoltre, dai nostri risultati si evince che il test al caricosalino costituisce un utile test di conferma, per valori di

aldosterone 7 ng/dl. Infine, l'analisi del rapporto cortiso-lo/aldosterone dopo carico salino fornisce informazioniaggiuntive sull'eziologia dell'IP.

* * *

Di seguito viene riportata una sintesi dell'editorialeche ha accompagnato il lavoro di Giacchetti et al appar-so su Journal of Hypertension (2006; 24: 635-637) e fir-mato da Lawrence R Krakoff, Englewod, New Jersey,U.S.A.

“Nei decenni che hanno seguito la descrizione delprimo caso di iperaldosteronismo primario, da parte diConn, notevoli passi avanti sono stati compiuti nellacomprensione dei meccanismi patogenetici e nellacaratterizzazione clinica dell'iperaldosteronismo stesso.

Miglioramenti nelle metodiche di dosaggio deglisteroidi e dell'attività plasmatica reninica, associatiall'utilizzo di moderne metodiche d'immagine, qualiTAC e RMN, sono andati di pari passo con la messa apunto di analisi genetiche e l'utilizzo della chirurgialaparoscopica.”

...“L'introduzione e l'utilizzo del rapporto aldostero-ne/attività plasmatica reninica (ARR) hanno costituitoun indubbio progresso per la diagnosi dell'iperaldo-steronismo primario. L'ampia diffusione dell'ARR incentri dell'ipertensione specializzati ha suggeritocome l'iperaldosteronismo primario sia certamentepiù frequente di quanto non ritenuto in passato”.

...“Il razionale della diagnosi di iperaldosteronismoprimario si basa sull'associazione di tale patologia conun danno d'organo a livello cardiovascolare più marca-to di quanto non si osservi in pazienti con ipertensionearteriosa essenziale, di pari età e valori pressori”.

...“Il lavoro di Giacchetti et al. in questo numerodelle rivista riassume l'esperienza di un singolo cen-tro, che ha meticolosamente studiato 157 pazientiselezionati e che può pertanto fornire un'idea di quan-to accurato l'ARR possa essere quando associato altest di soppressione con carico salino. ...L'ARR, utiliz-zando un cut-off di 40, risultava essere un buon testdi screening e mostrava una sensibilità del 100% eduna specificità dell'84%. Inoltre, il test al carico sali-no, eseguito in presenza di un ARR positivo, risultavaavere un elevato valore diagnostico, con un sensibilitàpari all'88% ed una specificità del 100%, per valori dialdosterone plasmatico dopo carico 7 ng/dl. Inaggiunta, l'ARR appariva superiore a tests di scree-

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RICERCA CLINICA

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ning alternativi proposti per valutare alterazioni delsistema renina-angiotensina-aldosterone tramite l'uti-lizzo di un inbitore dell'enzima di conversione (capto-pril), o di un inibitore del recettore dell'angiotensina II(losartan).

Pertanto, lo studio di Giacchetti et al. fornisce unimportante contributo per un'accurata identificazione diuna forma curabile di ipertensione arteriosa tramite l'u-tilizzo dell'ARR in coorti selezionate di pazienti”.

* * *

Riportiamo ora una sintesi della lettera firmata daNorman M. Kaplan, University of Texas SouthwesternMedical Center at Dallas, Texas, U.S.A., e della rispostadegli Autori, apparse successivamente su Journal ofHypertension (2006; 24:1899-1905).

“Congratulazioni a Giacchetti et al. per aver esegui-to un'ottima analisi sui tests di screening e di confer-ma dell'iperaldosteronismo primario. Tuttavia, comeampiamente documentato, e confermato da questostesso studio, l'ARR manca di specificità per poteressere utilizzato come test di screening.”

...”Piuttosto che l'utilizzo di un rapporto, la cuiinterpretazione rimane controversa, due elementiandrebbero considerati. Il primo, consiste nello stu-diare solo pazienti con ipokaliemia spontanea, inci-dentaloma surrenalico, o ipertensione resistente a trefarmaci ma responsiva ad un antagonista dei recetto-ri dei mineralcorticoidi. Il secondo, consiste nel consi-derare come test di screening positivo, piuttosto cheun rapporto artificiale, elevati valori di aldosteroneplasmatico e valori soppressi di renina”.

...”Grazie alla disponibilità di antialdosteronici e dinumerosi farmaci antiipertensivi non specifici, moltipazienti possono essere curati farmacologicamente, inmodo efficace e sicuro, senza il bisogno di ricorrere atest costosi e spesso fuorvianti. Anche se la diagnosidi iperaldosteronismo primario non fosse sempreeffettuata, i pazienti non correrebbero rischi ed ilsistema sanitario risparmierebbe denaro”.

A tali preoccupanti questioni sollevate da NormanKaplan, gli Autori hanno dato risposta:

“Numerosi Autori raccomandano l'uso dell'ARRcome test di screening per l'iperaldosteronismo pri-mario. In quanto appunto, test di screening, l'ARRdeve fornire un'elevata sensibilità e valore predittivonegativo, piuttosto che un'elevata specificità, prero-gativa quest'ultima, di un test di conferma”.

...”Concordiamo sul fatto che l'ARR non vada studiatoin tutti i pazienti ipertesi, ma solo in quelli con sospetto diuna forma secondaria, quali pazienti con ipokaliemiaspontanea o farmaco-indotta, con masse surrenaliche, conipertensione resistente o con comparsa di ipertensione ingiovane età. Tuttavia, suggeriamo vivamente di non con-siderare l'ipokaliemia come conditio sine qua non per ladiagnosi di iperaldsteronismo, poichè ridotti livelli dipotassio si riscontrano solo in una limitata percentuale dipazienti con tale patologia”.

...”Siamo inoltre concordi nel ritenere che elevatilivelli di aldosterone plasmatico associati a valori sop-pressi di attività plasmatici reninica, rappresentino untest di screening positivo. Ma qual è la differenza tratale condizione ed un elevato ARR?”

...”Infine, dal nostro punto di vista, una correttadiagnosi di iperaldosteronismo primario è di fonda-mentale importanza. Innanzitutto perché una dia-gnosi misconosciuta di adenoma aldosterone secer-nente significa sottoporre il paziente ad un tratta-mento farmacologico antiipertensivo a vita, e, inpresenza di ipokaliemia ed effetti collaterali da partedi antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi, atrattamento perpetuo con supplementi di potassio,quando questi ha circa il 50% di probabilità di cura-re definitivamente l'ipertensione arteriosa ed even-tualmente l'ipokaliemia. Inoltre, una mancata dia-gnosi significa elevati costi futuri per il sistema sani-tario, per le cure delle complicanze, in primis deglieventi cardiovascolari, la cui prevalenza è maggiorein pazienti con iperaldosteronismo primario, rispettoagli ipertesi essenziali”.

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MEMORIA E ATTUALITÀ DELLA MEDICINA

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Ruolo della Biochimica inmedicina tra passato e futuro

“…..Ma se l'uomo si distingue dagli animali per qualche gradino piùin su; se l'uomo poté passare dall'istinto bruto alle più sublimi aspira-zioni dell'ideale, sente però dentro di sé un dolore, che nasce, vive emuore con lui. L'uomo vorrebbe sapere di più; non lo può e si addolo-ra…. Ma in questa sofferenza la forza che vuole sapere il perché losospinge nella via del continuo perfezionamento morale e materiale.”(Estore Venturi, “La vita dei popoli”, Ed. Bisson e Leopardi,Macerata,1920)

La BiochimicaParlare della Biochimica oggi significa affrontare la problema-

tica relativa ai fondamenti stessi della materia vivente; conclu-sione a cui ci hanno condotto nel corso dei secoli i progressiscientifici, le scoperte sull'origine della vita e sui meccanismi cheanimano le funzioni orga-niche e psichiche.

Paracelso con la suaaffermazione: “ Tutto èchimico” lo aveva giàintuito. Complessa è lastoria ed articolato ildibattito associato a que-sto termine. Le ragioni egli obiettivi intrinseci pro-pri di questa disciplinapossono essere rinvenutinell'etimologia stessa deltermine: essa è innanzitut-to la “Chimica della Vita”,dal vocabolo greco“bios”, vita. Ma è nellaparola “chimica” chedobbiamo focalizzare l'at-tenzione: esso potrebbederivare dall'arabo chema,segreto o da chemi,Egitto, supposta patriaoriginaria dell'arte chimi-ca. Ed Al Kemi significa,appunto "l'arte egizia",dato che gli antichiEgiziani erano conside-rati potenti maghi intutto il mondo antico.

Lettura svolta il 2 Ottobre2006 nella Settimana introdut-tiva alla Facoltà per il ciclo diconferenze Memoria edAttualità della Medicina.

Con l'Alchimia, condivide l'origine, che potrebbe essere laparola greca khumeia che significa "fondere", "colare insie-me", "saldare", "allegare". Il vocabolo potrebbe anche deriva-re da kim-iya, termine cinese che significa "succo per fare l'oro".

La Biochimica si qualifica come la scienza che studia lesegrete leggi della composizione dei corpi e della reciprocaazione molecolare: così definita perché per analizzare i corpibisogna scioglierli, un chiaro riferimento alle teorie riduzioni-ste, di cui questa disciplina è figlia.

Alcuni sono anche convinti che essa abbia avuto originecome una scienza a sé, come un ramo della Fisiologia e conil contributo del concomitante sviluppo della ChimicaOrganica nel 19° secolo. In realtà il dibattito intorno all'origi-ne della Biochimica è tuttora aperto.

In primo luogo, la Biochimica comincia sotto il nome diFisiologia Chimica. Si evidenzia immediatamente come quelramo del sapere deputato a descrivere i fenomeni vitali, cioè,le reazioni chimiche associate con la vita, ossia quelle reazioni

complesse, specifiche dellecellule e degli organismiviventi.

In breve, la biochimicaparte con l'idea di esami-nare i costituenti chimicidella materia vivente e lesostanze chimiche pro-dotte e demolite (metabo-lismo) dalla materiavivente. Il passo successi-vo è stato fissare uncostante interesse ancheai fenomeni patologici.

Da questo punto in poi,la Chimica fisiologica, piùtardi conosciuta comeChimica biologica, diventauna materia di base, "fon-damentale", le cui temati-che sono esclusivamentedi natura biologica emedica. È per questaragione che, oggi, la paro-la Biochimica, coniata dalgrande Neuberg nel 1903,prevale su tutte.

La MedicinaIl termine “medicina”

deriva dal latino medeor,curo le malattie e dallaradice mad- o madh-, chesignifica medicare, cono-scere, imparo a conosce-

Fig. 1 - L'illustrazione è tratta dall'opera di E. Venturi La vita dei popoli,pubblicata a Macerata nel 1920 presso l'Editore Bisson e Leopardi.

LAURA MAZZANTIBiochimica

Università Politecnica delle Marche

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MEMORIA E ATTUALITÀ DELLA MEDICINA

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re, sapere e da questi significati originari possiamo defini-re il medico colui che conosce ed esercita l'arte di curare lemalattie, che in antichità era monopolio della potente classesacerdotale, la quale sola conosceva la segreta virtù delleerbe, usate nell'arte di guarire. Un'altra suggestiva derivazio-ne ci viene offerta più recentemente da Jon Fasman in TheGeographer's Library: “medicina” deriverebbe da Medea emedico dal soprannome georgiano di Medea, abile creatricedi pozioni ed amuleti.

La Medicina è una disciplina proteiforme, (da Proteo eforma, ossia che cambia forma ad ogni momento, comeProteo, il favoloso dio del mare), che fonda le proprie radicisui meccanismi intrinseci alla materia vivente e nello stessotempo trae dalle conoscenze, di volta in volta acquisite, loslancio per nuove ipotesi ed osservazioni sperimentali. Nelcorso dei secoli il sapere medico-scientifico si è evoluto a par-tire da un crogiuolo di convinzioni ed assunti metafisico-magi-co-popolari, commisti con implicazioni di ordine teologico daun lato e tentativi sperimentali, fondati sull'obiettività laica,dall'altro. Da quel coacervo multipotenziale si sono differen-

ziate ed hanno assunto una fisionomia specifica differentidiscipline, impegnate nello studio del fenomeno “vita” e diciò che oggi definiamo fisiologia, fisiopatologia e patologia.

La medicina è sempre stata, fin dalle sue origini, una téch-ne che affondava le proprie radici in una sophìa: un “saperfare” intimamente legato ad una precisa filosofia e concezio-ne del mondo e dell'uomo. La nascita del metodo sperimen-tale nel XVII secolo fu un'impresa collettiva, che vide comeprotagonisti non solo matematici e fisici, come Galileo eNewton, ma anche medici, come Harvey e Redi; personalitàenciclopediche e poliedriche, che sapevano passare condisinvoltura da un esperimento di fisica o di alchimia alladecifrazione di un codice antico, dall'anatomia all'ideazionedi un sonetto, dalla raffigurazione a penna di un repertonaturale alla individuazione di un'etimologia. Dal metodosperimentale scaturì una prospettiva - prima baconiana e poicartesiana - che avrebbe informato di sé tutta la modernità:la scienza, il sapere, non servono solo a conoscere la natura,a svelarne i segreti, ma anche a dominarne l'essenza e leriposte virtù. Un mito ed un'illusione, che un filosofo comeDescartes intese subito mettere al servizio della medicina edella possibilità per l'uomo di sconfiggere le malattie. Dopoavere, nella sesta parte del Discorso sul metodo, orgogliosa-mente affermato che la “nuova” scienza ci avrebbe resi“quasi padroni e possessori della natura”, egli precisavainfatti, subito dopo, che questa inaudita possibilità andava“principalmente” applicata “per la conservazione della salu-te, la quale è senza dubbio il primo bene e fondamento ditutti gli altri beni in questa vita”. E dopo aver denunciato ilimiti della medicina del tempo, affermava con un atto diorgoglio intellettuale, che l'uomo avrebbe potuto liberarsi inun futuro, che sembrava a portata di mano (e che inveceancor oggi sembra allontanarsi sempre più) “da un'infinità dimalattie, tanto del corpo quanto dello spirito, e forse anchedall'indebolimento della vecchiaia”: sarebbe bastato che lascienza avesse acquisito una “sufficiente conoscenza delleloro cause e dei rimedi di cui la natura stessa ci ha provvisti”.

La Biochimica nella storiaLa Biochimica in sé è una disciplina giovane, infatti

prima che essa entrasse in essere è stato necessario losviluppo di una Chimica organica e di una Fisiologia bendefinite.

In effetti non ce n'è traccia, come disciplina scientifica asé, nel panorama intellettuale greco, che fu l'alveo in cuiprese forma la dottrina di Ippocrate; né in quello romano esimilmente nel Medioevo. Solo con il Rinascimento si è svi-luppato un metodo pianificato di studio della Natura e cono-sciuto come “metodo di Galileo”.

Alcuni in realtà sono convinti che già con Ippocrate potreb-be avere avuto inizio il filone biochimico-fisiologico: secondoIppocrate l'equilibrio dell'organismo vivente è un equilibrio“fragile”; in altre parole, egli riconosce gli organismi come

Fig. 2 - Ritratto di Theophrastus Bombast von Hohenheim dettoParacelso. Clendening Library Portrait Collection, Medical Center,University of Kansas.

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BIOCHIMICA TRA PASSATO E FUTURO

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sistemi aperti dal punto di vista termodinamico, riferimentochiaro al cosiddetto “Steady State” o “Stato Stazionario” econsidera la vita come il risultato di un adattamento conti-nuo (metabolismo) dell'organismo all'ambiente esterno.

Alcuni studiosi si sono diretti ancora più a ritroso nel leg-gere in Aristotele il termine tutto biochimico “struttura-fun-zione”. Ma probabilmente spingersi così lontano sembraeccessivo.

Il primo biochimico è considerato unanimemente Lavoisier,ma prima di giungere a questa figura emblematica, deveessere fatta menzione del personaggio di Paracelso, sospesotra magia e scienza (1493-1541).

Paracelso, tra alchimia e iatrochimicaParacelso (1493-1541) fu mago, medico, alchimista, pole-

mico dissacratore della tradizione medica legata a Galeno edAvicenna, di cui bruciò le opere in pubblico, guadagnandosil'appellativo di “Lutero della scienza”. Seguace di Ippocraterifiutava la pura speculazione in favore dell'osservazione edella sperimentazione. Nell'Archidoxa Medicinae tratta deifondamenti e delle massime che riguardano la chimica. I suoistudi erano un misto di scienza ed alchimia. Non pensavaall'alchimia come ad una fonte d'oro o argento, ma la conce-piva come “la scienza delle trasformazioni”. Fu Paracelso adimporre la iatrochimica, (iatro- dal greco ιατρο, medico),respingendo la galenica teoria dei quattro umori e conside-rando il corpo umano come un “sistema chimico”. Secondoquesta dottrina medica, diffusasi poi pienamente nel XVIIsecolo, i meccanismi organici non erano nulla senza le rea-zioni chimiche, da cui dipendeva la complessità dell'uomo eche, in primis, dovevano essere studiate e modificate dalmedico. Nel programma iatrochimico di Paracelso si mesco-lavano elementi teologici, filosofici, alchimistici ed astrologi-ci, infatti la sua figura affonda le proprie radici filosofico-magiche nella storia di una disciplina, l'Alchimia, un'anticapratica protoscientifica, che combinava elementi di chimica,fisica, astrologia, arte, semiotica, metallurgia, medicina,misticismo e religione. L'Alchimia può essere consideratacome il precursore della scienza moderna e della chimicaprima della formulazione del metodo scientifico. La scienzadell'Alchimia ebbe inoltre una notevole evoluzione neltempo, sia in Oriente (Cina) che in Occidente (Egitto, Grecia,Roma ed il mondo Islamico). L'Occidente riscoprì la tradizio-ne alchimistica greca attraverso gli Arabi, tramite la conqui-sta della Spagna. Dal primo vero alchimista dell'Europamedievale Roger Bacon (1241-1294), essa si snoda attraver-so i secoli, intridendo di sé scienza e filosofia, fino ad arriva-re al Rinascimento, in cui incontrò un florido recupero. Inquesto periodo magia e medicina, alchimia e scienze natura-li e addirittura astrologia e astronomia operano in una sortadi simbiosi, legate le une alle altre in modo spesso inestrica-bile. Il nome più importante di questo periodo è, senza dub-bio, appunto, Paracelso.

Fino al XVIII secolo, l'Alchimia fu considerata una scienzaseria in Europa. Il declino in Occidente fu causato dalla nasci-ta della scienza moderna con i suoi richiami a rigorose speri-mentazioni scientifiche.

La rivoluzione scientifica ed il metodo sperimentale Il periodo che va dalla data di pubblicazione del De

Revolutionibus di Copernico e cioè 1543, all'opera diNewton, circa 1687, si è soliti indicarlo come il periodo dellarivoluzione scientifica. Si tratta di un possente movimento diidee che acquista nel Seicento i suoi caratteri qualificanti nel-l'opera di Galileo, trova i suoi filosofi in Bacone e Cartesio edavrà la sua espressione classica nell'immagine newtonianadell'universo come “macchina”.

Mutano le idee sull'uomo, sulla scienza, sull'uomo discienza, sul lavoro scientifico, sui rapporti tra scienza esocietà, tra scienza e filosofia e tra sapere scientifico e federeligiosa. “...L'Ostetricia mantenendo fiorente la popolazionetende a fecondare quei fini altissimi, ed all'uomo incompren-sibili, che mossero l'Artefice Divino alla formazione del primoAdamo” (Antonio Morandi, Trattato Universale Teorico ePratico dei Parti, Stamperia Graziosi a S. Apollinare, Venezia,1788). La scienza, in un processo lento e tortuoso si divinco-la dalla fede ed emerge la concezione galileiana del metodoscientifico. La scienza è sperimentale ed attraverso l'esperi-mento gli scienziati tendono all'ottenimento di proposizionivere sul mondo. Ciò non impedisce tuttavia che, nella mag-gior parte dei casi magia, alchimia e astrologia siano ancoraingredienti attivi della rivoluzione scientifica. Se ne verifi-cherà un completo distacco soltanto durante il secolo deiLumi e della Ragione.

Nel XVII secolo Robert Boyle (1627-1691) diede l'avvio almetodo scientifico nelle investigazioni chimiche e mediche,che di fatto rivelò la fragilità delle tesi alchemiche.

Attraverso gli sviluppi della scuola iatrochimica, sostenutadai grandi Van Helmont (1577-1644), Joseph Black (1728-1799), George Stahl (1660-1734), Henry Cavendish (1731-1810), Joseph Priestly (1733-1804), la storia della Biochimicaapproda al primo vero biochimico Antoine Laurent Lavoisier(1734-94). Nel 1783, Lavoisier e Laplace stroncarono la pre-cedente Teoria del Flogisto, pubblicando un lavoro in cuidescrivevano la cosiddetta Teoria del Calore Fisico: la respira-zione veniva considerata proprio come una combustione, ilcui carburante era il cibo. Altri punti fondamentali nella rivo-luzione chimica di Lavoisier comprendono le conclusioni rela-tive al legame tra idrogeno ed ossigeno a formare l'acqua; lalegge sulla conservazione di massa: " Niente si crea e nientesi distrugge, tutto si trasforma " (Lavoisier, A.L., 1789); la con-cezione del primo metodo di analisi organica, che tuttavia perraggiungere la completezza avrebbe dovuto attendere la defi-nizione dei concetti di “atomo” e “molecola”. Nel 1803, nelsuo Nuovo Sistema Della Filosofia Chimica, Giovanni Daltonpresentò il concetto di atomo. Nel 1811, Avogadro fece la

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MEMORIA E ATTUALITÀ DELLA MEDICINA

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distinzione tra atomo e composti di atomi, cioè, l'unione didue o più atomi, che egli definì "molecola". Contemporaneodi Lavoisier, nonché pioniere nel settore della Biochimica è ilmedico-chimico Berzelius (1779-1848). Berzelius fu colui chedefinì il campo di studio della Biochimica, vista come quellaparte della fisiologia che studia la composizione della mate-ria vivente ed i processi chimici entro di essa. A Berzelius sideve la distinzione tra chimica organica ed inorganica (1807),la scoperta della catalisi e dei catalizzatori (1835), la descrizio-ne dei processi catalitici della fermentazione e della digestio-ne e, nel 1841, l'isolamento dell'acido colico dalla bile.Berzelius capì anche l'enorme importanza biologica delle pro-teine e fu egli a suggerire a Mulder (Mulder, G.J., 1838) laparola “proteine” (dedotta dal greco Proteios: primo, princi-pale) per i composti da lui isolati.

La Biochimica vede il proprio concepimento grazie ad undiscepolo di Berzelius, Friedrich Wöhler (1800-82), il chimicotedesco che diede il colpo finale alla teoria del vitalismo

(1822), sintetizzando nel 1828 per la prima volta in laborato-rio il composto organico urea. La teoria vitalistica consideravagli esseri viventi entità non interpretabili completamente inbase ai principi della chimica e della fisica, perchè guidati daun principio misterioso, detto forza vitale, che li indirizzavaverso vie prestabilite. I vitalisti asserivano inoltre che le reazio-ni chimiche tipiche degli organismi viventi non potevano otte-nersi al di fuori di essi, mentre i loro oppositori, i meccanicisti,al contrario, erano convinti che le complesse attività dei siste-mi vitali potessero essere ridotte a schemi più semplici e com-prensibili. Le successive ricerche hanno dimostrato che pratica-mente tutte le sostanze organiche dalle più semplici alle piùcomplesse, come proteine, ormoni e lo stesso DNA, si possonoottenere per sintesi, senza l'intervento di organismi vivi, cosìcome molte funzioni che si realizzano all'interno degli organi-smi viventi, come ad esempio la fermentazione, la contrazionemuscolare o la fotosintesi sono riproducibili in laboratorio.

La nascita della BiochimicaL'alba definitiva della Biochimica può essere stata la sco-

perta del primo enzima, la diastasi, nel 1833, da parte diAnselme Payen. Ulteriori progressi furono possibili con ilsuperamento della teoria della generazione spontanea,prima verso il 1862, con Pasteur, che pure era un vitalista ecredeva che le reazioni biochimiche potessero avvenire solonegli organismi viventi e poi, nel 1897, con Eduard ed HansBuchner, che mostrarono come estratti non viventi di cellulepotessero catalizzare reazioni biochimiche. Essi usarono laparola “enzima” (coniato vent'anni prima da Wilhelm Küne)per descrivere le molecole presenti nelle cellule, responsabilidi questa catalisi.

Emil Fischer, verso la fine del XIX secolo, studiò la struttu-ra dei composti biologici e diede un importante contributoalla comprensione della funzione degli enzimi, suggerendo ilconcetto di complementarietà tra enzima e substrato.

La Biochimica comincia così ad assumere suoi specificilineamenti: la sua logica e il suo metodo di lavoro sono dichia-ratamente riduzionisti: i sistemi complessi che essa studiasono decomposti in componenti sempre più semplici fino agiungere al livello organizzativo atomico-molecolare. LaBiochimica, tuttavia, ha interesse non solo a disegnareun'"anatomia” molecolare del vivente, ma anche una fisiolo-gia, ovvero una mappa delle relazioni funzionali e dinamicheche legano tra loro le strutture molecolari. Essa s'impegna adecifrare le centinaia di reazioni chimiche che avvengono atappe in ogni cellula, prima distruggendo l'unità di quest'ulti-ma e poi ricostruendola a ritroso, anche grazie al confrontofra le reazioni in vitro e il comportamento degli organismiintegri. Questa mappa costituirà la trama del metabolismo.

Molte delle vie metaboliche furono scoperte nella primametà del Ventesimo secolo e si procedé anche alla dimostra-zione del fatto che i geni (fino ad allora semplici unità teori-che di eredità biologica) fossero composti di acido desossiri-

Fig. 3 - L'illustrazione è tratta dall'opera di Antonio Morandi, intito-lata Trattato Universale Teorico e Pratico dei Parti, pubblicata aVenezia nel 1788, proprietà del Dott. Nelvio Cester.

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BIOCHIMICA TRA PASSATO E FUTURO

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bonucleico (DNA); ciò stimolò ulteriormente la ricerca, finoalla risoluzione della struttura tridimensionale del DNA daparte di James D. Watson e Francis H.C. Crick nel 1953.

Un anno prima, nel 1952, un' importante svolta nel campodella Biochimica applicata agli studi sull'origine della vita fudata da un giovane ricercatore americano, Stanley LloydMiller, fresco di laurea. Con Pasteur si era chiusa ormai defi-nitivamente la polemica fra i sostenitori dell'abiogenesi equelli della biogenesi, a favore di questi ultimi, ma nello stes-so tempo si erano aperti nuovi interrogativi sull'origine degliesseri viventi. Era ormai chiaro che la materia vivente fossecostituita da molecole quali aminoacidi e nucleotidi. In basealla teoria di Oparin (1924), i primi composti organici, si for-marono nel “brodo primordiale”, in condizioni ambientalimolto diverse da quelle odierne; l'atmosfera primordiale erapriva di ossigeno, ricca di idrogeno e dotata quindi di carat-teristiche riducenti e non ossidanti. Restava provare come sifosse arrivati alla sintesi di queste molecole. Miller fu il primoa dimostrare che da idrogeno (H2), ammoniaca (NH3), metano(CH4) e vapore acqueo (H2O), i composti che si supponeva fos-sero presenti nell'atmosfera primitiva della Terra, si poteva-no ottenere aminoacidi, ossia molecole, alla base dei compo-sti organici, che caratterizzano gli esseri viventi. E tutto ciòsenza fare ricorso ad artifizi particolari o a fonti di energiaeccezionali, ma semplicemente a scariche elettriche, chesimulavano i fenomeni temporaleschi, frequenti nel clima pri-mordiale. All'esperimento di Miller ne seguirono altri dellostesso tipo con miscugli gassosi di partenza diversi e varieforme di energia, che permisero di sintetizare altre molecole-base del vivente: glucidi, lipidi, aminoacidi e perfino i nucleo-tidi, cioè i costituenti del DNA e dell'RNA. Secondo Oparin, leprime molecole organiche si sarebbere poi organizzate inmodo da formare molecole più complesse e quindi i cosiddet-ti “coacervati”, (dal latino cum acervo = ammucchio insie-me) progenitori rudimentali delle cellule. Nel 1958, il biochi-mico statunitense Sidney Walter Fox, sciogliendo in acquacalda e leggermente salata alcuni “proteinoidi”, da lui stes-so sintetizzati in un precedente esperimento senza far ricor-so ad organismi viventi, ottenne numerosissimi piccoli globu-li simili ai batteri, che egli chiamò «microsfere».

L'osservazione al microscopio elettronico di questi piccolis-simi globuli di sostanza organica metteva in evidenza l'esi-stenza di una doppia membrana di protezione. Inoltre lemicrosfere erano in grado di trattenere al loro interno deter-minate molecole, lasciandone fuoriuscire altre. Tali caratteri-stiche fanno di questi pseudo-microrganismi a base di protei-noidi dei sistemi estremamente somiglianti alle cellule.

Venivano così dimostrate le basi biochimiche della materiavivente.

Verso la Biochimica modernaLa Biochimica del '900 ha origine da tre campi di ricerca in

buona parte disgiunti e che mirano a svelare delle funzioni

molecolari, in vista della comprensione degli aspetti fisiologi-ci, fisiopatologici e patologici. Parliamo delle ricerche suglienzimi, sugli ormoni e sulle vitamine. Per primi sono caratte-rizzati gli enzimi, come agenti del metabolismo cellulare. Lascoperta dell'azione catalitica della zimasi, dovuta a EduardBüchner risale al 1897. Eminente l'opera del biochimico tede-sco Hans Adolf Krebs, il quale giunse alla scoperta del cicloche porta il suo nome ed al Nobel nel 1953.

Un'interazione complessa all'interno della medicina, frapratica terapeutica e indagine patologica, porta a definire gliormoni. Nel 1889 i tedeschi O. Minkowski e J. von Meringscoprirono il rapporto fra il deficit funzionale del pancreas eil diabete. Nel 1894, da parte di Sharpey-Schaffer e Oliver fuprovata per l'adrenalina (il nome è successivo) l'azione fisio-logica di aumentare la pressione sanguigna. Nel 1901 il chi-mico giapponese Jokichi Takamine isolò il principio attivodagli estratti surrenalici. La determinazione della struttura ela sintesi seguì negli anni 1904-1905. Il concetto di ormonefu definito da Ernest Startling nel 1905. I canadesi FrederickGrant Banting, medico e Charles Herbert Best, biochimico,nel 1921 furono i primi ad ottenere, da estratti di pancreas,un preparato di insulina che poteva essere somministrato incaso di carenza dell'ormone nel corpo umano. Prima di que-sta scoperta il diabete era una malattia mortale soprattuttoper i bambini e gli adulti sotto i trenta anni. La sequenza del-l'insulina fu poi determinata nel 1955 da Frederick Sanger.La vittoria sul diabete scatenò una ricerca a tutto campo sugliormoni. Qui ricordiamo solo la cadenza delle scoperte nelcampo degli ormoni sessuali, la cui rilevanza terapeutica èovvia: 1929, estrone; 1930, estrolo;1931, androsterone;1934, progesterone; 1935, estradiolo e testosterone.

La scoperta delle vitamine è un'altra pagina straordinariadell'efficacia del pensiero chimico in campo medico.L'aspetto straordinario è dato dal fatto che l'azione di questesostanze viene individuata in absentia. Nel 1912, in contribu-ti diversi, l'inglese Gowland Hopkins e il polacco CasimirFunk descrissero compiutamente le malattie derivate da defi-cienze alimentari e Funk, che lavorava in Inghilterra, propo-se il termine vitamin. Così epidemiologia e chimica affronta-rorono congiuntamente il problema di gravi patologie, qualiil rachitismo e lo scorbuto, e giunsero a scoprire le vitamine.

Innegabilmente trionfale è stato l'apporto di Watson eCrick con la già citata scoperta della doppia elica del DNA; lafigura con la struttura a doppia elica del DNA inserita nell'ar-ticolo pubblicato su Nature il 25 aprile 1953 è un'immagineche assurgerà a simbolo di una nuova era. Un lavoro, il loro,tuttavia adombrato da ben due aspetti negativi: il rilievominimo dato al lavoro di Chargaff, che nel 1950 determinònel DNA il rapporto 1.1 fra adenina e timina e fra guanina ecitosina, senza il quale non avrebbero potuto nemmeno con-cepire il loro modello. L'altro aspetto riguarda l'origine dialtre informazioni chiave di carattere strutturale, tra cui laposizione delle basi, rivolte verso l'interno delle spirali. Era

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MEMORIA E ATTUALITÀ DELLA MEDICINA

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stato M. H. F. Wilkins ad informare (lastre sottratte allamano) Watson e Crick dei progressi compiuti da una sua col-lega, Rosalind Franklin. La Franklin morirà di cancro a 37anni, nel 1958. Watson, Crick e Wilkins vinceranno il Nobelper la medicina nel 1962.

L'apporto di Watson e Crick diede un vivido impulso all'af-fermazione di quella disciplina figlia della Biochimica che è laBiologia Molecolare. Dalla forza dei modelli, disegnati,costruiti e fotografati dai ricercatori, a partire dal lavoro deibiochimici sulla struttura del DNA e delle proteine, si eressea settore sempre più importante nella comunità scientifica eche si diede ben presto un organo di stampa proprio, ilJournal of Molecular Biology.

La Biologia Molecolare nasce dal dialogo fra Biochimica eGenetica, due discipline che, alla metà del '900, convergononello sforzo di fare luce sulla logica molecolare del vivente, aidue livelli che concretamente la storia ha posto in primopiano: il funzionamento del metabolismo e la natura dellaeredità. Questi livelli, inizialmente separati, mostreranno colprocedere della ricerca i fitti intrecci che li connettono dentroil confine unitario dell'organismo vivente: il riconoscimentodel fatto che le funzioni biologiche sono inestricabilmenteconnesse all'informazione genetica presto permetterà adesempio, di parlare di errori genetici del metabolismo comepure di metabolismo del DNA.

La Biochimica del presente e prospettive futureLa Biochimica del presente è figlia di sforzi e di intelligen-

ze, che abbiamo ripercorso con devozione in queste pagine.Tutta la strada fatta, a partire dagli albori della scienza bio-medica, perché le varie discipline assumessero una propriafisionomia, con il tempo ha trovato come traguardo una con-vergenza di intenti e strategie tra le branche scientifiche dibase, ovvero la chimica analitica, la biochimica stessa, lafisiologia, con l'aggiunta di apporti innovativi da parte didiscipline in rapido divenire quali la biologia molecolare, lagenetica, l'immunologia. Da questo sincretismo trae i van-taggi più proficui la scienza medica, che sfrutta le varie sco-perte dal punto di vista applicativo: ed in verità la ricercatrova in quest'applicazione una completa ragione d'essere,densa di significato e svincolata dal puro obiettivo teoretico.I risultati sono subito palesi: aumento della comprensione delfunzionamento di organi e tessuti; aumento dell'efficienzadiagnostica e terapeutica; aumento della capacità di fronteg-giare la malattia in molte delle sue manifestazioni ed eziolo-gie; aumento della qualità della vita ed allungamento dellavita media. E si è andati oltre, definendo i segreti più impen-sati che si celano dietro funzioni e comportamenti apparen-temente banali: la biochimica esercita un dominio incontra-stato su di essi, perché ne è il fondamento ed il primummovens.

Pensiamo ad esempio a quanto è stato fatto a propositodell'ossido nitrico.

Negli anni Ottanta, insieme con i colleghi Robert Furchgotte Ferid Murad, il ricercatore americano Louis Ignarro ha sco-perto che diversi tipi di cellule del nostro organismo comuni-cano tra loro scambiando molecole di ossido nitrico (NO), ungas allora noto solo come un pericoloso inquinante, prodot-to dalla combustione dell'azoto nei motori delle automobili.Questa semplice molecola, formata da un atomo di ossige-no e un atomo di azoto, è mediatore biochimico di fun-zioni fisiologiche importanti: a livello dell'endoteliovascolare con effetti anti-aggreganti, anti-infiammatoried anti-ipertensivi, ritenuti di grande importanza nellaprevenzione dell'aterosclerosi ed a livello del sistemaimmunitario, cerebrale, respiratorio e renale.

Per le conseguenze dei loro studi, nel 1998 i tre ricercatorihanno vinto il premio Nobel per la Medicina. “…per le sco-perte riguardanti l'ossido nitrico come molecola segnale nelsistema cardiovascolare”. La scoperta è stata sorprendente,perché nessuno aveva mai pensato che un gas potesse svol-gere il ruolo di messaggero nell'organismo. D'altronde, ifamosi nitriti esteri e la stessa nitroglicerina sublinguale,ampiamente usati come anti-anginosi decenni prima della“scoperta” dell'NO, sono, in realtà, dei “donatori” di questomediatore ed è relativamente recente la messa a punto dellenitro-aspirine, derivati “nitrati” dell'acido acetilsalicilico ingrado di rilasciare NO a livello periferico. Per il futuro si stan-no studiando farmaci che agiscano a livello genetico, ripro-

Fig. 4 - Ritratto di Antoine-Laurent Lavoisier, Archives de l'Académiedes sciences, Parigi.

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BIOCHIMICA TRA PASSATO E FUTURO

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grammando il DNA delle cellule che non riescono a produrreossido nitrico a sufficienza.

Gli studi sul codice genetico sono stati il motore di unagrande rivoluzione scientifica. Pensiamo al ProgettoGenoma, ossia la mappatura del genoma umano; partitoufficialmente nei primi anni 90, si proponeva di decifrare lasequenza completa del DNA umano in 15 anni. Lo studiodella struttura e della funzione del DNA, ha oltrepassato iconfini disciplinari e ispirato i settori più diversi della scienza,consentendo lo sviluppo di discipline come la Genomica(branca della biologia molecolare che si occupa dello studiodel genoma degli organismi viventi), la Proteomica (scienzache permette di studiare il proteoma, l'insieme di tutti i pos-sibili prodotti proteici espressi in una cellula e che differiscesostanzialmente tra i diversi tipi cellulari di uno stesso orga-nismo), la Farmacogenetica (lo studio, in individui o popola-zioni, della variabilità nella risposta ai farmaci dovuta a fat-tori genetici) e la Farmacogenomica ( lo studio del genoma edei suoi prodotti, con tecniche di biologia molecolare, ai finidella ricerca e dello sviluppo di farmaci).

Le innovazioni biotecnologiche, raggiunte nel 1985 con lascoperta della reazione a catena della polimerasi (PCR) e conil sequenziamento automatico del Dna nel 1986, hanno per-

messo la lettura dei tre miliardi di basi che si susseguonolungo il filamento di DNA umano.

La moderna Biotecnologia, viene utilizzata nel settore dellasalute in diversi modi: - la produzione di vaccini, plasmaderivati e farmaci comel'insulina, l'ormone della crescita, l'attivatore del plasmino-geno per gli infarti e le coronaropatie (prodotti attraverso lafermentazione di batteri transgenici, che hanno ricevutol'appropriato gene umano, bovino o suino);- produzione di interferone (utilizzato nella terapia della scle-rosi multipla e di alcuni tipi di leucemia) e di anticorpi mono-clonali (per combattere alcuni tumori, alcuni linfomi non-Hodgkin, per prevenire il rigetto da trapianto e nella terapiadell’artrite reumatoide e di altre malattie autoimmuni);- il DNA è inoltre alla base di kit diagnostici: microsequenze diDNA sono usate per diagnosticare malattie quali la fibrosi cisticae molte malattie infettive, tra cui tubercolosi, AIDS e papilloma-virus, diagnosticabili con tecniche PCR in ore anziché giorni o set-timane come avveniva con i metodi tradizionali; - la terapia genica (in-vivo ed ex-vivo), e l'uso delle cellule sta-minali: la prima mira all'identificazione del gene difettoso,causa di una patologia e quindi alla sua sostituzione con unacopia che funzioni correttamente, riconducendo alla normalitàuna cellula malata; l'altro punta alla sostituzione delle cellulecon gene alterato, con cellule simili, contenenti il gene norma-le. Si è giunti da alcuni anni ad eseguire interventi di sostituzio-ne genica sulle cellule capaci di dividersi e presto sarà possibilefare terapia genica anche su quelle cellule "mature", come ineuroni, coinvolti in malattie degenerative e incurabili comel'Alzheimer o il Parkinson. Anche le cellule staminali sono giàin uso per malattie del sistema emopoietico ed immunitario eper curare vaste lesioni cutanee, dovute per esempio ad ustio-ni, ma in genere queste tecniche sono ancora limitate nella loroapplicazione anche a causa di barriere di carattere bioetico, cheriguardano l'utilizzo di cellule di embrioni umani;- la Medicina Predittiva: si basa sulla scoperta che la maggiorparte dei polimorfismi del DNA sono associati con le malat-tie, o con la suscettibilità ad esse, cosicchè il rischio di con-trarre una patologia può essere identificato prima del mani-festarsi dei sintomi, consentendo quindi una diagnosticamolecolare invece che fenotipica ed anche la probabilità diprevedere la risposta del paziente ad un intervento terapeu-tico (terapia a misura di individuo).

Le prospettive che si aprono dinanzi ai ricercatori e aimedici riguardano non certo la scomparsa di patologie qualil'Alzheimer, il cancro, l'Aids, le malattie cardiovascolari, masicuramente la possibilità di curarle nella normale pratica cli-nica. L'aspettativa che la medicina sarà in grado di prolunga-re la vita media e migliorare la qualità della vita è alta.

Riflessioni conclusivePer giungere a traguardi fattivi è senz'altro necessario pro-

muovere cooperazione e sinergie tra saperi diversi, amalga-

Fig. 5 - Alexander Borodin, musicista russo, medico eminente, profes-sore universitario, chimico e scienziato di fama europea (Pietroburgo,1834 - 1887) Library of University of Denver Sturm College of Law,Denver, Colorado.

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MEMORIA E ATTUALITÀ DELLA MEDICINA

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mando e armonizzando conoscenze ed approcci metodologicidi varie scienze "tradizionali" ed innovative. Non dimentichia-mo il nostro punto di partenza, la Biochimica, anima e fonda-mento della vita, poiché dalle molecole prende l'afflato vitalela natura tutta, dispiegandosi in una fenomenologia caleido-scopica ed affascinante. Questa scienza di base ha fornito unduplice contributo allo sviluppo della medicina moderna: da unlato ha fornito solide basi empiriche e teoriche, suggerendo lemisure terapeutiche e preventive; d'altro canto ha dispersoquell'alone di magia, che circondava ancora la medicina nelXIX secolo. Tuttavia ci sentiamo di far nostre le parole di Hans-Geoge Gadamer, presenti in un bellissimo testo, Dove sinasconde la salute: “Il concetto di tecnica legato all'idea discienza dell'epoca moderna acquista maggiori possibilità spe-cifiche nel campo della terapia e della scienza medica. La capa-cità di produrre si rende in un certo qual modo autonoma. Essapermette di controllare parzialmente il decorso delle malattieed è l'applicazione di un sapere teoretico. Tuttavia, proprio inquanto tale, non consiste nel guarire, bensì nell'ottenere unospecifico risultato (un fare). (Milano, Raffaello Cortina, 1994).

È quindi inevitabile, in un quadro tecnico, che il malato siaridotto ad “ assemblaggio di pezzi che non funzionano”. Nonera questo il senso del Giuramento d'Ippocrate e delle radicietimologiche del termine greco iatròs, che deriva da iaomai:risano, guarisco, e da iàino: do conforto, rassereno, allevio.L'uomo merita di essere studiato e compreso nei suoi aspettibiochimici e fisiologici, a cui ogni funzione si può ricondurre,conservandone una visione d'interezza tra corpo e psiche eperché no, tra la scienza e il senso della magia del vivente, unpo' come interpretavano i primi medici del passato, come quelParacelso alchimista e mago, mistico e sperimentatore.

Probabilmente il consiglio di Ippocrate, che designava ilmedico e potremmo dire l'uomo di scienza in genere che si fafilosofo pari ad un dio (iatròs philòsophos isotheos), è la giustastrada per comprendere e rispettare l'uomo e capire fin dove ilbiochimico, il ricercatore e così il medico devono o possonoarrivare.

“…Sino a farci pienamente partecipi di una grazia, che èinsita in ogni scienza, che sta dentro la vita ed è più che lavita, lunga più o meno che sia” (Sergio Zavoli, La lunga vita).

RingraziamentiDesidero ringraziare l'Illustrissimo Preside Prof. Tullio Manzoni

per avermi invitata alla stesura di questa lettura, dandomi l'oppor-tunità di ripensare alle mie radici scientifico-culturali e familiari,che hanno nutrito, nella mia vita, le interazioni tra la Biochimica ela Medicina. E sento pertanto di ringraziare i miei maestri GiorgioLenaz e Giovanna Curatola e tutti i medici parenti, amici, colleghie allievi e tra questi in particolar modo la dottoressa MonicaD'Angelo, i biochimici amici, colleghi e allievi per aver contribuitoalla realizzazione di questo lavoro.

Un particolare grazie al Prof. Giovanni Danieli per la nostra“familiare” amicizia.

Note bibliografiche

1) Abbri F. Elementi, Principi e Particelle - Le teorie chimiche daParacelso a Stahl. Loescher Editore Torino, 1980.2) Boyle R. Il chimico scettico - Il complesso itinerario dall'alchimia allachimica moderna. (introd. traduz. e cura di M. Chiapparelli Sbrana).Editore Theoria Roma-Napoli, 1985.3) Brennan PA, Moncada S. From pollutant gas to biological messen-ger: the diverse actions of nitric oxide in cancer. Ann R Coll Surg Engl.2002. 84(2): 75-78. 4) Channon KM, Qian HS, George SE. Nitric oxide synthase in athero-sclerosis and vascular injury. Insights from experimental gene therapy.Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2000. 20: 1873-1881.5) Dulbecco R. La mappa della vita. Sperling & Kupfer, 2001.6) Esteller M, Garcia-Foncillas J, Andion E, Goodman SN, Hidalgo OF,Vanaclocha V, Baylin SB, Herman JG. Inactivation of the DNA-repairgene MGMT and the clinical response of gliomas to alkylating agents.N Engl J Med. 2000 Nov 9;343(19):1350-4. 7) Gadamer HG. Dove si nasconde la salute. Milano, Raffaello Cortina,1994.8) Horton, Morgan, Ocohs, Rawn, Scrimgeour. Principi di biochimica.Gnocchi, 1993.9) Ignarro LJ, Napoli C, Loscalzo J. -Nitric oxide donors and cardiova-scular agents modulating the bioactivity of nitric oxide. An Overview-2002. Circ Res. 90: 21-28. 10) Ignarro LJ. -Biological effects of nitric oxide. Proceedings of the “1stInternational meeting on nitric oxide. From basic science to clinical evi-dence-. Barcelona , Spain . 2003, May, 24. 2003.11) Ignarro LJ. -Nitric oxide: a unique endogenous signalling moleculein vascular biology- The Nobel Prize 1998 Medicine/Physiology Lecture.1988. 12) Ignarro LJ. -Plenary lecture. Proceedings of the “1st Internationalmeeting on nitric oxide. From basic science to clinical evidence-.Barcelona , Spain . 2003, May, 24. 2003. 13) Smith JE Biotecnologie Zanichelli, 2000.14) Fasman J. The Geographer's Library. RCS Libri, Milano, 2005.15) Riccio P. La biochimica essenziale. Ed. laterza, 200416) Lazarou J et al. -Incidence of adverse drugs reactions in hospitali-zed patients: a metanalysis of prospective studies- JAMA 1998; 279:1200. 17) Miotto A. Paracelso il medico stregone. Fratelli Melita EditoriMilano, 198818) Ranaldi F., Ottaviani R., Vanni D., Guerin E., Giachetti E., Vanni P.Genesis and evolution of the first biochemistry. It J Biochem Vol. 53 (1)2004 19) Snyder SH. -Nitric oxide: first in a new class of neurotransmitters?-Science. 1992. 257: 494-496. 20) Reale G., Antiseri D. Storia della filosofia. Brescia, La Scuola, 1997.21) Repici L. Fisica e cosmologia in Aristotele a cura di Enrico Berti, Bari,Laterza, 1997.22) Spandrio L. Biochimica Clinica. Sorbona, Milano.23) Veenstra DL Higashi MK, Phillips KA. Assessing the cost-effective-ness of pharmacogenomics AAPS Pharmsci 2000, 2(3): E29.24) Weinstein JN. Pharmacogenomics -Teaching old drugs new trick- NEngl J Med 2000; 343: 1408. 25) Wolf CR, Smith G, Smith RL. Science, medicine, and the future:Pharmacogenetics. BMJ. 2000 Aug 12; 321 (7258): 453.26) Zavoli S. La lunga vita. Mondadori, 1998.

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DOSSIER

Glossario accademico

GIOVANNI DANIELILUCIANO VETTORE

(Ancona-Verona)

Riportiamo in queste pagine un breve Glossario con la definizio-ne di termini di quotidiano utilizzo nel linguaggio accademicocon lo scopo di fornire ai nostri Studenti uno strumento utile perla comprensione di regole e ordinamenti.

Abilità pratiche: Manualità, gestualità (saper fare) e comporta-menti (saper essere) che lo studente deve apprendere, per rag-giungere nel corso degli studi la competenza professionale. Siacquisiscono mediante la didattica pratica (vedi) e l’attività for-mativa professionalizzante (vedi).Tra le abilità pratiche in senso lato si possono annoverare anchele abilità metodologiche, che sono abilità cognitive, quindi nongestuali o relazionali, ma che possono rappresentare i presup-posti teorici delle abilità pratiche in senso stretto; non sonorelative ai contenuti teorici della medicina, bensì alla capacitàdi interpretare, elaborare e applicare nozioni per risolvere pro-blemi assumendo decisioni.Appelli: Appuntamenti del calendario accademico nei quali,interrotta ogni attività didattica, si svolgono gli esami di profit-to (vedi).Apprendimento autonomo: Vedi studio individuale.Attività formativa professionalizzante o tirocinio: Consiste nellafrequenza dal sesto al dodicesimo semestre (alcune frequenzein ambiti particolari - per esempio quelli facilitanti le relazioniinterpersonali - potrebbero iniziare anche prima) per gli studen-ti del Corso di Laurea Magistrale (CLM) in Medicina e Chirurgiae per tutto il percorso di studi per gli studenti del CLM inOdontoiatria e PD e dei CL delle Professioni sanitarie, di strut-ture cliniche, mediche e chirurgiche e di servizi, frequenza fina-lizzata all’acquisizione e all’applicazione sul campo delle abilitàpratiche. Si svolge per piccoli gruppi, sotto la guida di un tuto-re e richiede frequenza e valutazione obbligatoria, possibilmen-te più formativa che certificativa.Autoapprendimento: Vedi studio individuale.Canali: Nel caso di corsi di laurea con più di 150 iscritti, la sud-divisione degli stessi in due corsi di laurea paralleli è obbligato-ria e dà origine ai canali.Compito didattico: Parte dei contenuti di un insegnamento (perlo più aggregati temporalmente per l’unicità del dominio disapere e la complementarietà dei contenuti stessi); lafusione/integrazione di più compiti dà origine a un Corso inte-grato. Il compito non ha valutazione propria, ma questa rientranell’ambito della verifica generale del Corso integrato. E’ affida-to a un docente la cui competenza sui contenuti è certificatadall’appartenenza a un definito SSD (vedi).Conoscenze: Insieme di saperi teorici che lo studente, durantela sua formazione, deve acquisire; sono trasmesse dal docenteattraverso le lezioni, i seminari e le diverse forme di didatticaelettiva, oppure facilitate nell’acquisizione dall’attività tutoriale(per es., Problem Based Learning) in piccolo gruppo con l’aiuto

del tutore e con il confronto tra pari; tutte richiedono l’impegnodegli studenti anche in attività di autoapprendimento.Corsi di perfezionamento: Didattica teorica e pratica che con-sentente al laureato di approfondire la propria preparazione inun determinato ambito, acquisendo conoscenze ed abilità spe-cifiche. L’attività didattica è definita dallo Statuto del corso.Richiede frequenza obbligatoria.Core Curriculum: Saperi essenziali irrinunziabili che ogni stu-dente deve possedere; acquisiti con l’attività didattica, debbo-no essere oggetto di valutazione anche certificativa (esame).Corsi Monografici: Cicli di lezioni o di conferenze che rientranonell’attività didattica elettiva (vedi) e permettono l’acquisizionedi crediti. Corso integrato: Corso d’insegnamento nel quale vengono inte-grate - e non solo affiancate temporalmente - conoscenze e/ocompetenze attinenti a domini di sapere diversi, ma tra lorocomplementari; riunisce e completa obiettivi didattici il cuiapprendimento è facilitato proprio dall’integrazione, la qualepuò essere sia “orizzontale” che “verticale”. Richiede la stret-ta collaborazione tra i docenti ai quali è affidato - per compe-tenza - il compito didattico dell’insegnamento di specifici obiet-tivi. L’integrazione effettiva dell’insegnamento e dell’apprendi-mento di obiettivi didattici richiede un approccio del tutto inte-grato - e non solo affiancato - anche della verifica del loro con-seguimento.Credito: Numero di ore di lavoro richieste allo studente per ilconseguimento di un determinato obbiettivo didattico.Didattica a piccoli gruppi: Vedi didattica pratica. Anche la didat-tica teorica tuttavia può essere realizzata a piccoli gruppi (peres., nel Problem Based Learning e nel Problem Solving).Didattica elettiva: Insieme di eventi didattici scelti dallo studen-te nell’ambito dell’offerta della Facoltà. Una volta scelto, la fre-quenza e la valutazione dell’evento didattico divengono obbli-gatori, così come l’acquisizione dei relativi crediti. Resta nonunivocamente risolto il dubbio se la valutazione possa/debbaessere anche certificativa, o solo formativa: infatti se rispondo-no a interessi specifici del singolo studente e attengono a obiet-tivi non compresi nel core perché accessori e non essenziali, lostudente dovrebbe essere totalmente responsabile del loroapprendimento, mentre al CdL potrebbe spettare il compito digarantire l’offerta e di controllare l’impegno di frequenza.Didattica ex cathedra: Vedi didattica formale.Didattica formale: Insegnamento teorico di alcune delle unitàdidattiche essenziali del core curriculum, ma anche di cono-scenze non essenziali, finalizzate alla crescita culturale e allamaturazione degli studenti; si svolge per lo più sotto forma dilezione di un singolo docente agli studenti del corso; è definitaanche didattica frontale o ex cathedra per la posizione cheassume il docente rispetto agli studenti; fa parte - anche se nonin modo esclusivo - dell’attività curricolare; generalmente

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DOSSIER

richiede l’obbligo della frequenza (anche se un adulto dovreb-be assumere in prima persona la responsabilità della frequenzaai corsi, in base alla sua autonoma valutazione d’utilità: potreb-be essere sufficiente il controllo esercitato con la verifica del-l’apprendimento all’esame, che peraltro deve riguardare nonsolo e non tutto ciò che viene insegnato nella didattica forma-le); con il superamento dell’esame si realizza l’acquisizione deicrediti corrispondenti agli obbiettivi didattici che rappresentanoil programma di apprendimento di quell’esame.Didattica frontale: Vedi didattica formale.Didattica interattiva: Vedi didattica pratica. Attività di insegna-mento/apprendimento alla quale lo studente partecipa attiva-mente, interagendo con l’insegnante e con i compagni e nonsolo assistendo passivamente alla performance del docente; ilcoinvolgimento attivo dello studente facilita i processi diapprendimento.Didattica multiprofessionale: Eventi didattici comuni a studentidi più corsi di laurea (vedi Forum); è finalizzata a facilitare findalla formazione pre-laurea la collaborazione (per es. il lavoroin équipe) tra professionisti della salute con competenze e fun-zioni diverse ma complementari.Didattica pratica: Occasioni organizzate diinsegnamento/apprendimento con modalità esercitative,finalizzate all’acquisizione delle UDE contenenti abilità pra-tiche; è svolta da docenti o tutori, per gruppi ristretti distudenti; fa parte dell’attività curricolare ed ha quindi fre-quenza e valutazione obbligatorie. Rientra tipicamentenella didattica tutoriale, o interattiva, o a piccoli gruppi perle sue caratteristiche peculiari.Didattica teorica: Finalizzata alla trasmissione delle cono-scenze (vedi). Si articola in Unità didattiche elementari a conte-nuto teorico, e quindi attiene precipuamente a obbiettivi cogni-tivi (vedi).Didattica tutoriale: Ogni tipo di attività didattica interattiva -pratica, ma anche teorica (nei PBL e nei PS) - per lo più in pic-colo gruppo, nella quale il tutore esercita la funzione di faci-litatore dell’apprendimento e non di trasmettitore delle cono-scenze.Dottorato di ricerca: Corso di formazione alla ricerca per chi èin possesso di Laurea Magistrale (terzo livello del SistemaUniversitario Italiano), che richiede la frequenza per almeno treanni di una istituzione universitaria ove realizzare un progettodi ricerca. Conferisce quindi uno specifico profilo in questoambito ed è titolo utile per il proseguimento della carriera acca-demica.Esame di laurea: Esame finale il cui superamento consentel’acquisizione del titolo accademico. Consiste nella presentazio-ne e discussione della tesi di laurea (vedi).Esame di profitto: Valutazione del profitto conseguito dallo stu-dente al termine del corso di studio, eseguita in apposite ses-sioni (vedi) del calendario didattico. Ogni corso integrato (vedi)termina con una prova valutativa certificativa. Il superamento

dell’esame, insieme ad una documentata frequenza, permettel’acquisizione dei crediti relativi al corso di insegnamento. Puòsvolgersi mediante prova orale o scritta (vedi). E’ unico, svoltocioè nella stessa sede e nella stessa ora da una commissionecostituita da almeno due docenti del corso integrato. Se nonsuperato, non può essere ripetuto nella stessa sessione (sivedano alla voce “Corso integrato” le precisazioni sull’integra-zione della valutazione, parallela all’integrazione dell’apprendi-mento/ insegnamento). Esame di Stato: Esame di abilitazione professionale, da pocoriformato con il fine di renderlo più efficace e affidabile nel cer-tificare oggettivamente le conoscenze, le competenze e le abi-lità professionali del medico neo-laureato.L’effettuazione del test nazionale scritto (domande con rispostea scelta multipla a contenuto pre-clinico e clinico sui contenutidel core curriculum) e del tirocinio valutativo trimestrale inambiente clinico può consentire la valutazione comparativadella performance tra i laureati delle diverse Facoltà diMedicina.Forum di Scienze Umane: Lezioni o conferenze, presenti inalcune sedi, in genere riunite in cicli di più incontri dedicati alleScienze Umane. Ogni ciclo di eventi permette l’acquisizione dicrediti. Riuniscono studenti provenienti da tutti i corsi di laurea,secondo un calendario didattico pubblicato. Rientrano nelladidattica multiprofessionale (vedi).Frequenza: Partecipazione all’attività didattica; obbligatoria perla didattica curricolare (lezioni, seminari ed esercitazioni), perl’attività formativa professionalizzante e per quella elettiva unavolta scelta. La mancata frequenza comporta la ripetizione del-l’anno. L’obbligatorietà della frequenza è un dovere morale piùche un obbligo burocratico e quindi non dovrebbe prevederecontrolli formali, salvo che per le attività pratiche che richiedo-no un impegno organizzativo complesso da parte del CdL, cherappresenterebbe uno spreco inaccettabile di risorse se non uti-lizzato adeguatamente dagli studenti.Fuori corso: Vedi Studente fuori corso.Insegnamento: L’insieme di saperi omogenei che costituisconoun corpo dottrinale, anche definito corso integrato, in quantoallo stesso possono afferire più docenti. Ciascun insegnamentoè caratterizzato da unicità di programmi e di esame di profitto,ma non obbligatoriamente o costantemente dalla stessa meto-dologia didattica (si veda anche la voce “Corso integrato”).Internato elettivo: Periodo di frequenza, svolto dallo studentedel CLM di Medicina e Chirurgia presso una struttura sanitariaospedaliera o territoriale (compreso l’ambulatorio di un MMG),oppure presso una struttura di ricerca di base. Si esegue obbli-gatoriamente una volta nel corso degli studi preferibilmente nelprimo triennio e dà diritto a crediti. Consente allo studente diapprofondire la propria preparazione clinica o di avere espe-rienze di ricerca nei campi di suo più vivo interesse.Internato per la tesi: Periodo dell’anno dedicato alla prepara-zione della tesi; obbligatorio, viene preferibilmente effettuato

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GLOSSARIO ACCADEMICO

dagli studenti del CLM in Medicina e Chirurgia nel secondotriennio, ha una durata minima di ore e conferisce un numerodefinito di crediti. Master: Ciclo di formazione teorico-pratica della durata dialmeno un anno, per complessivi 60 crediti, che permette alpossessore di una laurea triennale (Master di primo livello) o diuna laurea magistrale (Master di secondo livello) di completarela propria preparazione in un determinato ambito, acquisendocompetenze specifiche e titolo per l’accesso ad un determinatosettore della professone.Obbiettivi cognitivi: Tutte le conoscenze e competenze teoricheche lo studente deve acquisire per esercitare adeguatamente infuturo la professione.Obbiettivi comportamentali: L’insieme delle abilità relazionali,ma anche etiche e deontologiche, che lo studente deve acquisi-re mediante la didattica pratica (vedi) e l’attività formativa pro-fessionalizzante (vedi), ma anche attraverso l’educazione nelleScienze umane, per esercitare adeguatamente in futuro la pro-fessione.Obbiettivi gestuali e manuali: L’insieme delle abilità tecnicheche lo studente deve acquisire mediante la didattica pratica(vedi) e l’attività formativa professionalizzante (vedi) per eser-citare adeguatamente in futuro la professione.OSCE (Objective Structured Clinical Examination): Valutazionedella competenza clinica acquisita, preferibilmente attinente aobiettivi gestuali e relazionali, svolta attraverso una prova pra-tica articolata in otto-dodici stazioni e verificata con l’ausilio digriglie di valutazione costruite ad hoc; risulta indicata la suarealizzazione soprattutto nell’ultimo anno del corso di studi, omeglio alla loro conclusione, per certificare l’acquisizione auto-noma e automatica delle abilità pratiche essenziali, nonché illoro mantenimento nel tempo.Piano di studi: Rende pubblico l’insieme degli insegnamenti delcorso di laurea, suddivisi per semestri e ne indica quindi la suc-cessione temporale (vedi anche Propedeuticità). Il piano distudi, presentato dalla Facoltà, contiene anche l’indicazione deicrediti attribuiti a ciascun corso integrato e le corrispondentiore di insegnamento teorico, pratico e di tirocinio. Rappresentaper lo studente la formalizzazione del “contratto” che lo stessostipula con la Facoltà in previsione dell’acquisizione del titolo distudio.Progress test: consiste nella verifica periodica del grado perma-nente di apprendimento. Si realizza mediante la somministrazione ogni trimestre, osemestre, o anno, o biennio a tutti gli studenti della stessa“classe” o “coorte”, del medesimo test scritto oggettivo(domande con risposta vero/falso/non so, oppure quiz conrisposte a scelta multipla). Il contenuto del test verifica la permanenza di quanto è statofino a quel momento insegnato e presuntivamente appreso,senza distinzioni disciplinari; idealmente dovrebbe sondare ilmantenimento, nel bagaglio formativo degli Studenti, delleconoscenze e competenze irrinunciabili, cioè dei contenuti

cognitivi inseriti nelle unità didattiche elementari (od obiettivididattici) del core curriculum.

Propedeuticità: successione temporale obbligatoria di alcuneverifiche di profitto riguardanti obiettivi didattici il cui appren-dimento richiede in modo irrinunciabile l’acquisizione prece-dente di altre conoscenze; si attua con il divieto per lo studen-te di affrontare un esame se non ne ha superato un altro indi-cato come propedeutico.

Prova in itinere: verifica intermedia del grado di apprendimen-to a finalità formative e non certificative, che si svolge duranteil ciclo di lezioni di un corso. Utile come feed back per guidarelo studente nel prosieguo dello studio e per informare il docen-te sull’efficacia del proprio insegnamento. La valutazione noninfluenza il voto finale e non rientra nel computo di una media(altrimenti perde la valenza formativa, acquisendone una certi-ficativa, sia pure parziale); è pertanto auspicabile che sia semi-anonima (riconoscibile solo dallo studente).Ripetente: vedi Studente ripetente.Sbarramento: blocco nell’iscrizione al quarto anno, istituito inalcune sedi, esclusivamente per gli studenti del corso di laureaspecialistica in medicina e chirurgia per coloro che non hannosuperato l’esame di Fisiologia e tutti quelli propedeuticamenteprecedenti, al momento dell’iscrizione (settembre). In generalesarebbe opportuno che si applicasse annualmente e non solo al4° anno, con il solo scopo di sincronizzare efficacemente imomenti dell’insegnamento, dell’apprendimento e della valuta-zione; ciò è possibile solo scandendo con precisione i momentidi verifica.Scienze Umane: cicli di conferenze su temi di etica generale esoprattutto di etica clinica, storia della medicina, logica ed epi-stemologia clinica, antropologia, psicologia clinica, manage-ment ed economia sanitaria, che si dibattono periodicamentesotto forma di Forum multiprofessionali e che seguono loStudente per tutto il suo corso di studi. La partecipazione è elet-tiva; iscrizione, frequenza e valutazione sono obbligatorie;danno diritto a crediti.

Seminario: completamento/affiancamento della didattica fron-tale del CLM in Medicina e Chirurgia (vedi), almeno uno perogni corso integrato in alcune sedi; completa la didattica fron-tale, consentendo anche un certo grado di interattività deglistudenti; rappresenta una forma di insegnamento integrato traDocenti del settore biologico e di quello clinico (Seminari clini-co-biologici) o tra insegnamenti del settore clinico (Seminari cli-nici interdisciplinari). Rientrano nelle attività del core curricu-lum (vedi). La frequenza è obbligatoria.

Sessioni d’esame: le prove di valutazione (esami di profitto) sisvolgono in tre spazi del calendario didattico nei quali si inter-rompono lezioni, esercitazioni e tirocini per svolgere le verifiche(esami di profitto). Le verifiche sono riunite in appelli, due perciascuna sessione: due appelli si svolgono al termine del primosemestre di lezioni nel mese di febbraio per le discipline del

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DOSSIER

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primo semestre; due dal 15 giugno al 31 luglio al termine delsecondo semestre per le discipline relative; due a settembre perl’eventuale recupero di esami non sostenuti o non superati nellesessioni precedenti; in alcune sedi sono attivi anche appelli inaprile (Pasqua) o in dicembre, quest’ultimo quale prolungamen-to della sessione autunnale di recupero, scelta sconsigliata per-ché incide in modo determinante sulla mancata frequenza alleattività didattiche del primo semestre; potrebbe essere riserva-ta agli studenti fuori corso. Gli appelli di ogni sessione sonocomunque aperti alla verifica dei corsi integrati di tutti i seme-stri precedenti. Non è consentito sostenere lo stesso esame duevolte nella stessa sessione.

Settore Scientifico Disciplinare (SSD): raggruppamento dei con-tenuti del sapere medico in settori omogenei, distinti connumerazione progressiva e con la dizione BIO o MED, in rela-zione ai contenuti. I concorsi per la docenza universitaria sonoespletati per SSD e i vincitori acquisiscono il diritto di insegna-re prioritariamente i contenuti del settore, menzionati in appo-sita declaratoria. L’appartenenza ad un settore indica esclusivamente la compe-tenza specifica di un docente in un ambito definito del saperemedico, il che non esclude sue competenze ancillari in altriambiti.Sistema Universitario Italiano: È articolato su tre livelli, al primocorrispondono Corsi di Laurea triennali (delle professioni sani-tarie); al secondo Corsi di Laurea Magistrale e Master di primolivello; al terzo Scuole di Specializzazione, Master di secondolivello e dottorato di ricerca. Il primo livello comporta l’acquisi-zione di 180 crediti, il secondo di 300; i crediti di un livello sonoutilizzabili per il successivo.Studente fuori corso: Studente che pur avendo ottenuto la firmadi frequenza di tutti i corsi integrati dell’anno, non ha superatoil numero di esami previsto per l’iscrizione all’anno successivo(in genere è consentito il debito di due esami al momento del-l’iscrizione). Ripete l’anno senza obbligo di frequenza.Studente ripetente: Studente che non ha ricevuto l’attestazionedi frequenza per tutte le attività didattiche previste nel piano distudio dell’anno di corso; nel caso dei corsi di laurea delle pro-fessioni sanitarie, è tale anche se non ha superato il tirocinioper quell’anno di corso. Ripete l’anno con l’obbligo di recupera-re le frequenze non compiute (e il tirocinio non superato).Studio individuale: Tempo riservato allo studente nel quale lostesso cura la propria preparazione in assenza di docenti.Corrisponde nei corsi di Laurea Magistrale alla metà, e nei Corsidi Laurea triennale delle professioni sanitarie ad un terzo, deltempo totale di impegno didattico dello Studente. Si svolgenelle strutture della Facoltà, sale di studio, biblioteca, laborato-rio informatico per le ricerche in rete, ma anche al proprio domi-cilio o dove lo Studente ritiene più opportuno; il suo computopartecipa al calcolo dei crediti, perché è considerato essenzialealla formazione nel rispetto del core curriculum.Tesi di Laurea: Elaborato compilato dallo Studente, sotto la

guida di un docente relatore, dedicato alla messa a punto di unargomento (tesi compilativa) o a ricerche di base o cliniche (tesisperimentale), preparato durante il corso di studio e presentatoall’esame finale.Tirocinio: Vedi attività formativa professionalizzante.Unità didattiche elementari: Singoli elementi di conoscenzeomogenee il cui insieme costituisce il core curriculum; rappre-sentano offerte didattiche unitarie per contenuto. Ogni “unità didattica elementare” equivale a uno o più obietti-vi didattici specifici tra loro complementari e concatenati; puòcoincidere con un possibile argomento/quesito d'esame; puòsvilupparsi - coerentemente al tipo di contenuto - nelle formedidattiche più diverse: lezione, seminario, didattica tutoriale apiccoli gruppi, apprendimento per problemi, esercitazione,apprendimento sul campo, ecc., in funzione soltanto dell’effica-cia del processo di apprendimento/insegnamento.Valutazione dell’efficacia delle attività didattiche: La prova piùaffidabile dell’efficacia didattica è fornita dalla qualità formati-va dei discenti, che peraltro non può coincidere solo con la loropeformance curriculare, perché non è dimostrato che i bravistudenti siano anche bravi medici. Tuttavia, poiché è difficiledefinire esattamente cosa sia un bravo medico, e ancora piùdifficile è riconoscerlo in modo univoco nella pratica professio-nale, l’efficacia didattica può concretamente essere misurata datre strumenti:a) la regolarità del percorso curriculare per la maggioranzadegli studenti, il che non significa positività estesa e indiscrimi-nata dei risultati scolastici, ma piuttosto distribuzione statisticadei risultati – sia parziali che globali – secondo una curva gaus-siana, con il rispetto per la maggioranza degli Studenti deitempi previsti per le varie tappe formative (esami superati, pro-gresso negli anni di corso, durata complessiva del percorso cur-riculare); la dimostrazione di tale regolarità richiede un monito-raggio accurato, oggi consentito dai supporti informatici;b) l’autovalutazione e la valutazione tra pari da parte deidocenti dell’offerta didattica, sulla base di criteri pre-definiti,oggettivi e condivisi; un prima esperienza di tale approccio èstata avviata dalla Conferenza permanente dei Presidenti diCorso di Laurea Magistrale con la pubblicazione di un questio-nario di autovalutazione dei docenti e con l’organizzazione diun’iniziativa di on site visit effettuata da commissioni diPresidenti o ex-Presidenti di CLM presso CdL diversi dal proprio;c) i risultati del nuovo Esame di Stato, che consentono un con-fronto tra sedi per quanto attiene alla preparazione professio-nale del neolaureato, cioè del “prodotto finito” del processo diformazione primaria; ovviamente il risultato di questo test peressere affidabile richiede l’applicazione di una metodologiavalutativa ineccepible.Voto finale o voto di laurea: Si ottiene sommando alla mediaaritmetica delle votazioni ottenute negli esami del piano distudi, la valutazione della tesi espressa dalla commissione dilaurea, più talvolta alcune integrazioni (lodi ottenute, duratadel corso di studi, etc.).

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APPUNTI DAL SENATO ACCADEMICO

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Appunti dal Senato AccademicoSeduta del 14/11/2006

Comunicazioni del Presidente

Ringraziamento del Rettore e di tutto l'Ateneo al Prof.Mario Governa che termina il proprio incarico di pro-Rettore per raggiunti limiti di età.

Benvenuto al Prof. Leandro Provinciali nuovo pro-Rettore.

Deleghe Rettorali per il prossimo triennio riguardantivari Comitati- Edilizia: Prof. Pietro Di Filippo- Ricerca: Prof. Ettore Olmo- Didattica: Prof. Enzo Pesciarelli- Orientamento: Prof. Rodolfo Santilocchi- Rapp. Internazionali: Prof. Ugo Salvolini- Sport: Prof. Fabio Pugnaloni

Finanziaria, al momento attuale, ma la situazione è incontinuo divenire, sono presenti i seguenti punti che inte-ressano direttamente il comparto Università:- L'ex art. 64, estremamente e ingiustificatamente puniti-vo sulla progressione stipendiale soprattutto dei colleghipiù giovani è stato emendato ed ora è presente un nuovocomma nell'articolo unico della finanziaria in discussionealla Camera che prevede la riduzione del 30% dell'ade-guamento ISTAT per gli anni 2007 e 2008 e solo per i red-diti maggiori di 53.000 Euro.- L'ex art. 71 che prevedeva accordi ventennali con gli entilocali per i nuovi corsi di laurea è stato espunto.- È presente l'istituzione di un'Agenzia di Valutazione- Sono presenti risorse per l'istituzione di circa 600posti/anno di ricercatore per i prossimi 3 anni. UnivPMpotrebbe riceverne circa 6/anno.- La tabella C del FFO contiene netti 50 milioni di Euro in piùma il decreto Bersani “taglia-spese” ne toglie circa 250 milio-ni per cui il saldo è negativo per circa 200 milioni di Euro.

- Assunzioni personale: si possono espletare concorsi male assunzioni avverranno dal 01/01/2008.

Iscritti al I anno di corso al 10/11/2006:Agraria 157 (erano 222 nel 2005)Economia 880 (erano 949 nel 2005)Ingegneria 1195 (erano 1306 nel 2005)Medicina 622 (erano 700 nel 2005)Scienze 348 (erano 320 nel 2005)

Contratti e Convenzioni- Protocollo d'intesa con Liceo Scientifico Statale “E.Medi” di Senigallia- Convenzione con CNA.- Convenzione con Soc. Coop. Oce.AN.- Accordo con Linus Pauling Institute (USA)- Accordo con Institute of Oceanography and Fisheries(Croatia)- Accordo con Regional Center for Assistance and DisasterRelief (Croatia)- Accordo con Università Federal de Santa Caterina(Brasile)- Accordo con School Medicine (Tokyo) e Università MarieCurie (Parigi)- Accordo con School of Businness Administration (SouthChina University of Technology).- Accordo con University of Dubrovnik- Rinnovo accordo con Università Carol Davila- Bucarest- Accordo con Chiang Mai University (Tailandia)- Convenzione con FIMET e INSTM- Accordo collaborazione con GENIUS- Protocollo con ALFIA

Designazione componenti nucleo di valutazioneVengono riconfermati i membri del nucleo di valuta-zione per il prossimo triennio con la sola sostituzionedel Prof Roggero (trasferito ad altra sede) con il Prof.Nunzio Isidoro. Si invita altresì a convocare ilPresidente del Consiglio Studentesco in quelle sedutein cui l'apporto della componente studentesca potreb-be essere importante.

A CURA DI MAURIZIO BATTINO

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OSSERVATORIO

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Diventare medico

Che tipo di esperienza fa lo studente di medicinaquando arriva a contatto con la clinica, negli Stati Uniti?Questo momento è considerato un passaggio impor-tante, durante il quale egli riceve messaggi comporta-mentali durevoli per la sua formazione professionale.Chi non ricorda il primo giorno d'internato, la sen-sazione di insicurezza, l'adeguamento a vista sui com-portamenti e le regole di una professionalità tutta daimparare, l'attenzione a come i medici si rivolgevano aipazienti ed al personale, l'ansietà associata a taliincertezze? Solo più tardi si percepisce l'importanza disorridere al malato.

Non vi è in America soddisfazione per come vanno lecose.

Lo sviluppo della ricerca, la crescente complessità del-l'assistenza e l'ampliamento delle attività di formazionehanno messo in secondo piano il “core” della didattica.La graduatoria di merito delle Facoltà mediche ameri-cane e gran parte delle loro risorse economiche sonoinfatti determinate dal livello della ricerca. Anche laselezione del docente, come è noto, è sostanzialmentelegata all'impatto scientifico delle sue pubblicazioni ealla sua capacità di attrarre fondi su progetti di ricerca.Non sorprende quindi che la didattica sia spesso per-cepita dai docenti come una attività meno stimolantedella ricerca (1,2).

Il curriculum del corso di medicina è negli Stati Unitiun continuo ribollire di modifiche, e dagli anni '80 èentrata tra gli obiettivi la capacità di comunicare con ilmalato. Lasciamo da parte, per semplicità, i corsi dietica medica e di scienze umane od altri aspetti collegatialla formazione professionale. Per la comunicazione tramedico e paziente vengono indicati come punti essen-ziali saper aprire il colloquio, saper raccogliere l'infor-mazione, comprendere bene il punto di vista dell'assis-tito, sapergli spiegare il problema ed ottenere il suo con-senso, ed il saper concludere. Sono state adottate formedidattiche diverse da sede a sede, veri e propri Corsi e\oincontri di piccoli gruppi, interviste su pazienti simulati,l'osservazione da parte dello studente di un colloquiodel docente con un paziente reale, e viceversa (3,4).Non vi sono tuttavia dati sulla valutazione oggettivadell'efficacia di queste attività.

Gli internati nelle cliniche sono ritenuti, ovviamente, ilprincipale strumento di acquisizione delle capacità dicomunicazione. Questa esperienza confluisce nell'“hid-den curriculum”, l'insieme cioè di contatti e messaggiinformali che lo studente riceve nell'ambiente di vita

della Facoltà. Per tali aspetti, spesso non intenzionali etalora controproducenti, vengono formulate raccoman-dazioni ai docenti: far seguire alla decisione clinicapresa al letto del malato un momento di riflessione tradocente e studente; utilizzare aneddoti e casi clinici daiquali risulti un aspetto del profilo professionale; evitareche il cumulo di impegni spinga lo studente a consider-are il rapporto con i malati uno “sbrigare il lavoro”; rac-contare i propri errori diagnostici o terapeutici, conun'analisi della loro causa (5-7). Quest'ultima indi-cazione ci porta alla memoria Antonio Cardarelli,Patologo Medico di prestigio clinico nazionale (ancoroggi il maggiore ospedale di Napoli è il Cardarelli). Egliraccontava spesso agli studenti i suoi errori diagnosticipiù clamorosi, per dimostrare le insidie del giudizio tramalattie con presentazione simile (8).

Valutare la capacità di comunicare dello studente ècosa difficile. Mancano degli standard, e molte Facoltàamericane fanno riferimento alla durata degli internaticlinici. Particolari interviste interattive, le “multiplemedical interview”, sembrano avere una buona predit-tività per la futura capacità di comunicare (9).

Queste brevi notizie, beccate svolazzando sulle quasi100.000 voci bibliografiche relative alla formazionemedica (quattro articoli al giorno), indicano molti prob-lemi comuni ai nostri. Siamo lontani dagli anni '20, dallepasseggiate pomeridiane di Raffaele Silvestrini, ultimoPatologo Medico di Camerino, e dalle sue quotidianeconversazioni con gli studenti che sempre lo accompag-navano. Silvestrini, come Cardarelli, era molto amatodagli studenti (il maggior ospedale di Perugia porta ilsuo nome).

Bibliografia1. Ludmerer KM. Learner-centered medical education. N Engl J Med2004; 351: 1163-4. 2. Stern TS. The developing physician - becoming a professional. NEngl J Med 2006; 355: 1794-9.3. Makoul G. Essential elements of communication in medicalencounters: the Kalamazoo consensus statement. Acad Med 2001;76: 390-3.4. Makoul G. Communication skills education in medical school andbeyond. JAMA 2003; 289: 935. Gracey CF, Haidet P, Branch WT, et al. Percepting humanism :strategies for fostering the human dimensions of care in ambulatorysettings. Acad Med 2005; 80: 21-8.6. Charon R. Narrative and medicine. N Engl J Med 2004; 350: 862-4.7. Sober RK. Does laughter make good medicine? N Engl J Med2006; 354: 1114-5.8. Cardarelli A. Lezioni sulle Malattie del Fegato e delle Vie Biliari.Napoli, Cesareo D , 1890.9. Eva KW, Rosenfeld J, Reiter HI, Norman GR. The ability of the mul-tiple mini-interview to predict preclerkship performance in medicalschool. Acad Med 2004; 79(10 suppl): S40-2.

FRANCESCO ORLANDI

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UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE

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La venerabile confraternitaSanta Croce di Fano e l’ospedale omonimo

Per comprendere la diffusione delle confraternite nellaMarca settentrionale, in un'epoca come la prima metàdel Cinquecento dove esse conobbero grande fioritura,basta consultare i documenti che descrivono la “proces-sione” tenutasi in Urbino il 24 marzo 1547 in occasionedelle esequie della giovane duchessa, Giulia Da Varanomoglie di Guidobaldo II, morta a Fossombrone il 14 feb-braio di quell'annoa soli 24 anni dietà1.

In quel tempo iDella Rovere gover-navano, oltre il ter-ritorio dell'anticoducato, eredità deiMontefeltro chec o m p r e n d e v aUrbino, Cagli, Gubbio,F o s s o m b r o n e ,C a s t e l d u r a n t e ,Sant'Angelo e SanLeo con la MassaTrabaria, anche lecittà di Pesaro eSenigallia.

Secondo il moder-no assetto territoria-le quelle terre corri-spondevano all'at-tuale provincia diPesaro Urbino, tran-ne l'enclave di Fanoimmediate subiectaalla Santa Sede,con l'aggiunta diparte della provin-cia di Ancona e diPerugia.

Quindi un territorio esteso, fittamente abitato nonsolo nella fascia costiera ma anche nelle zone più inter-ne, contando oltre duecentoquaranta ”lochi murati”,nel quale sono ancora oggi facilmente individuabili trac-ce profonde di quel periodo signorile2.

Al corteo, dove partecipava gente di ogni ceto sociale,sfilarono molte rappresentanze di istituzioni civili e religio-se, in ordine di antichità, di provenienza, di prestigio.

Tra queste c'erano molte confraternite provenienti datutte le città e dai più importanti castelli del ducato.

Le Confraternite erano associazioni spontanee di perso-ne, per lo più laiche, unite per ricevere una specifica mis-

sione dalla Chiesa.Chiamate in di-

versi modi comefraterie, scholae,compagnie, centu-rie, erano sorte findal XIII secolo,epoca in cui simanifestò vivissi-mo in ogni classesociale lo spiritoconsociativo pro-mosso in partico-lare dai nuoviordini mendicantiche, abbandonati iprimitivi romitori,erano entrati nelcuore delle città.

L ' i s p i r a z i o n econfraternale mira-va alla pratica dellevirtù teologali equindi alla realizza-zione di alcunedelle tante opere dimisericordia evan-geliche.

Prendersi curadegli ammalati, de-gli orfani, dei car-cerati, dei mori-bondi, dei poveri,dei condannati amorte, erano i det-tati più seguiti. Maanche la promo-zione di alcuni

Lettura tenuta inFacoltà il 23 giugno2006 nel corso delConvegno Caritas eSanità.

Fig. 1 - Giovanni Santi, Madonna col Bambino in trono tra i Santi Elena, Zaccaria, Rocco,Sebastiano, già pala dell’altare maggiore della chiesa di S. Croce, Pinacoteca civica di Fano.

MARCO BELOGIMedicina Interna

Cagli (PU)

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UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE

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culti tra cui quello del Santissimo Sacramento, delRosario, del Suffragio, del Corpus Domini, del Nome diDio, della Annunciazione e della Concezione dellaMadonna, di San Giuseppe, dello Spirito Santo, dellaSanta Croce, della Santa Casa di Loreto.

Massima devozione era rivolta verso i Santi che ave-vano il potere di preservare dalle malattie più temute inquei tempi: San Rocco dalla peste, San Lazzaro dallemalattie incurabili, San Biagio da quelle della gola,Sant'Anna dalle complicanze del parto, Sant'AntonioAbate dalle malattie degli animali.C'erano poi i santi che dovevanopreservare dai malefici e dallecalamità naturali come il ter-remoto, la siccità, le allu-vioni, la grandine.

Accanto al validoaspetto religioso e spi-rituale delle confrater-nite non dobbiamodimenticare che l'ap-partenervi conferivauna buona reputa-zione civile che delresto sopravviveanche nel modernoassociazionismo. Nédobbiamo dimenti-care che si viveva inun ducato cheapparteneva di dirit-to allo Stato dellaChiesa.

Alle processioni,sempre numerose inogni periodo del-l'anno e obbligatorieper ogni membrodella compagnia,dietro preziosi sten-dardi e croci rivestitedi insegne, vestivanoin fogge uniformicostituite da unalunga tunica o saccoterminante in uncappuccio triango-lare, fatto di stoffagrezza, stretto aifianchi da una dop-pia corda o da una

cinta di cuoio. Sulle spalle portavano una mantellina,chiamata anche cappa o mozzetta, di diversi colori, sem-pre in sintonia con il carisma del sodalizio. Davanti, sullaparte sinistra della cappa c'era appuntato un medaglio-ne o un ricamo che riproduceva l'emblema della compa-gnia, sempre con forti tonalità per renderlo maggior-mente visibile. Anche le grandi torce da vento che porta-vano in processione avevano gli stessi colori degli abiti.Il rosso porpora voleva significare l'amore e la carità, ilverde la speranza, il cinerino la mortificazione e la peni-

tenza, il nero la morte, il bianco la purezza dicuore.

Così, il rosso era proprio delleconfraternite del Santissimo

Sacramento, diventate le piùdiffuse dopo il concilio di

Trento, l'azzurro dei soda-lizi a devozione mariana,mentre il nero dellecompagnie della BuonaMorte o del Suffragio.

In quel giorno dimarzo dell'anno 1547in Urbino, dietro lun-ghi stendardi resi pre-ziosi da colori e rica-mi, dietro croci rivesti-te da paramenti sacri,affiancati da grandilanterne, sfilarono, trai rappresentanti di oltre250 città e delle princi-pali corti, 20 confrater-nite di Pesaro, 15 diFano, 14 di Senigallia,10 di Fossombrone, 6di Pergola, 10 diMondavio, 4 diMondolfo, 4 di SanCostanzo, 4 di SanLorenzo, 2 di MonteSecco, 4 di Orciano, 2di Barchi, 2 diFratterosa.

In vari elenchi,manoscritti o a stam-pa, il numero delleconfraternite nellacittà di Fano nonsuperava in questoperiodo la decina; ma

Fig. 2 - Domenico Sacchetta, Annunciazione e profeti, già pala dell’altare lateraledella chiesa S. Croce, Pinacoteca civica di Fano.

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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erano di più pur tenendo conto che alcune morivanomentre altre nascevano. Nella relazione per la visita adlimina del 1632 il cardinal Sacchetti afferma che eranoquindici. La loro pittoresca presenza, per varietà di colo-ri e di insegne, culminava nella processione del CorpusDomini quando scendevano anche quelle della campa-gna per unirsi a quelle cittadine.

Il color scoroccio o scuretto della cappa, a significarela modestia e la mitezza dell'anima, era proprio dellecompagnie che provvedevano alla carità, come quella diSanta Croce di Fano, detta per questo colore anche degliScoriggiati.

La prima notizia certa su questa istituzione di carità sitrova in un atto notarile del 1323. E' una certa Margheritafiglia di Bartuzio diGiovanni che lascia10 scudi “alla scuo-la degli Scoriggiati,detta anche diSanta Croce, chemantiene l'ospeda-le degli infermi”3.

Il complesso SantaCroce, costituito dauna torre, chiesa eospedale, sorgeva ametà dell'attualeVia Nolfi nell'areaoggi occupata dal-l'istituto MaestrePie Venerini e con-tinuò ad operarecome ospedale cit-tadino fino al 1920quando fu costrui-to il nuovo com-plesso ospedalierofuori le mura.

Rimasto inutilizza-to, il vecchio ospe-dale venne raso alsuolo dai bombar-damenti del 1944.Fu risparmiata latorre di Sant'Elena.

A quei tempi,epoche di assenzain campo socialedello Stato, quasiogni confraternitaaveva, a fianco del

proprio oratorio, qualche locale adibito ad ospitalità dipoveri, di pellegrini e di ammalati. Da qui è derivato ilnome di ospedale.

Nel 1434 un'altra donna, di nome Gaudiana, istituì unaltro ospedale, quello di San Giuliano dal nome dellachiesa omonima presso cui sorgeva. Secondo i dettatitestamentari era una struttura dotata di quattro postiletto dove potevano essere accolti pellegrini in cammi-no per i luoghi santi della fede: Roma, Compostela,Padova, e Gerusalemme “al di là del mare”.

Oltre ai pellegrini, l'ospitalità poteva essere estesaanche ai mercanti, a persone decisamente povere oammalate4.

La sua vita fu breve perché alla fine del XV confluì nel-l'ospedale SantaCroce che si trova-va poco distante.

Per evitare disper-sione di risorse contutti questi piccoliospedali e per con-centrare le risorsecaritative verso unasola struttura dedi-cata agli ammalati,nel frattempo giun-sero le intelligentidisposizioni delvescovo diocesanoCosimo Gheri. Erauna vera riforma incampo assistenzia-le. Non bisognadimenticare che neicastelli del contadofanese c'era unadecina circa diospedali. In realtàsi trattava di mise-randi ospizi per pel-legrini e per i pove-ri del paese, con-tando complessiva-mente una trentinadi letti e ”in duemeno praticati veni-va concessa mera-mente la coperta apasseggeri poveri”.In questi piccoliospedali, come scri-

Fig. 3 - Francesco Ragazzini, Pietà, già pala dell’altare laterale della chiesa S. Croce,Pinacoteca civica di Fano.

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UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE

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Fig. 4 - Crocifisso, olio su tavola del XVI secolo, emblema della confraternita di S. Croce, proveniente dalla chiesa omonima, Pinacoteca civi-ca di Fano.

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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ve in una relazione il vescovo diocesano, ”giungono pel-legrini infermi o alle volte poveri del paese e si curanofino allo stato immune da pericolo e di poi si fanno tra-sportare sopra cavalcature o carri ove sono ospedalisoliti a ricevere infermi”.

L'unico a ricoverare questi ”poveri infermi” in tutto ilterritorio fanese era il Santa Croce della confraternitaomonima.

Lo aveva stabilito il vescovo Cosimo Ghieri nel 1537quando pose mano alla riforma degli ospedali, differen-ziandone le competenze.

Nato a Pistoia nel 1513 da nobile famiglia molto vici-na ai Medici, dopo aver studiato materie umanistichenell'ateneo padovano, in cui strinse rapporti di amiciziae di collaborazione con personalità di spicco tra cui ilBembo, il Brunacci, il Della Casa, a soli 16 anni fu nomi-nato vescovo di Fano.

Nella sua breve esistenza, morì di tisi a soli 24 anni,cercò con tutta la sua determinazione e capacità a risana-re l'ambiente del clero, allora in gran parte corrotto e pocopreparato, ad estirpare la piaga dell'usura e soprattutto adare un nuovo assetto alla sanità cittadina.

Iniziò quindi a devolvere fondi provenienti da penepecuniarie in favore dei tanti piccoli ospedali delle diver-

se confraternite alle quali raccomandava costantementeuna amministrazione oculata.

Ad esse amava ripetere che proprio nei poveri sinascondeva Cristo e che era una vergogna per comeerano governati quei piccoli ospedali. Con un breve pon-tificio riuscì a mettere ordine nel pianeta assistenziale,concentrando le energie in due grandi istituzioni: l'ospe-dale di San Michele e quello di Santa Croce.

Il primo accoglieva i bambini bastardi, i “proietti” o“esposti”, da cui deriva il nome di “Conservatorio degliesposti” che trovò sistemazione definitiva nell'edificioposto a ridosso dell'arco di Augusto e della chiesa diSan Michele. Oggi del vecchio ospedale non restano chela facciata con le due logge e il cortile interno mentredella chiesa omonima rimane la facciata con l'eleganteportale eseguito poco tempo prima da Bernardino daCarona.

Luogo pio, anch'esso era governato da una confrater-nita, la Venerabile Compagnia di San Michele che, comescrive il Borgarucci, ” per la scelta nobiltà che vi sedevaera quasi un secondo consiglio cittadino”. Il presidenteveniva chiamato “giudice”. L'amministratore era il sot-

Fig. 5 - Carlo Magini, Sant’Elena, tavola all’ingresso della farmacia omonima, Pinacoteca civica di Fano.

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UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE

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Quando c'erano i lazzaretti…

3 settembre 1484I Priori ... e gli eletti sopra la sanità ... condussero perservire nell'Ospedaletto di San Sebastiano tanto in cura-re quanto in seppellire qui nella città quanto fuori percausa della peste Maestro Giovanni di Verona presentee audiente a beneplacito della Comunità con salario ditre ducati dùoro veneti al mese con patto che con que-sto salario tenga un socio sufficiente che gli presti aiutonel governare gli uomini colpiti dalla peste e nel seppel-lirli come sarà necessario a spese di cibo e bevanda ecioè pane vino et altre cose necessarie al vitto …(Archivio di Stato sezione di Fano (“ S.A.s.F.”),Gregorio Damiani vol. D c. 73v.)

17 settembre 1484... Maestro Giovanni promette stare ed abitare al dettoOspedaletto et curare et medicare ”flebobotomare” gliinfetti del morbo pestifero che gli saranno mandati oandranno al detto luogo e venire nella città e andarenelle valli e negli altri luoghi esistenti nel territorio diFano a medicare i detti colpiti dalla peste come vi saràrichiesto e comandato gratis e senza alcun pagamentose saranno cittadini abitanti della città ed anche delleville di Fano.Dai forestieri ed anche dagli ebrei sarà lecito riceverepagamenti secondo come lui vorrà … (S.A.s.F., Gregorio Damiani vol. D, c. 73v.)

7 febbraio 1492Si parla nel consiglio speciale che molti cittadini sonoinfermi e muoiono per febbri contagiose e quasi pesti-lenziali e che i medici sospettano di una qualche infe-zione per la quale occorre provvedere affincheùla cit-taù si conservi illesa. Si parlò a lungo del fatto e allafine si elessero due cittadini.(S.A.s.F. - Consigli reg. 26 c. 9r)26 novembre 1529Bartolomeo Romagnoli alias el Toso di San Cesareoammalato del morbo dellù epidemia nellù ospedalet-to ”domus dei” deputato per gli infermi rogoù il suotestamento davanti ai testi e al notaio Ser GaspareCigni e lasciò fiorini 30 a Giovan Battista Tomassini diFano, un campo una casa e un asino che aveva nell'o-spedale a fra Paolo di Cremona dell'ordine dei

Predicatori allora confessore nel detto ospedalettoamoredei …(S.A.s.F. - Gabuccini Camillo vol. F, c. 599 v.)

Quando quasi tutto era maleficio…

3 gennaio 1566Testimonianza resa in tribunale dalla donna GiovannaLuce Berardi.Hvendo una sua figliola chiamata Margherita da ventigiorni sono in qua è stata sempre smarrita et fuora disé et dice haver una doglia nel cuore che la consuma etla fa andar pazza et s'è tutta consumata ne sa donde siproceda né i medici istessi sanno considerare che malsia; et perché detta sua figliuola teneva amicitia con uncerto Francesco da Ravenna pittore in Fano dubita chedetto Francesco gli abbia dato a magnar qualche tristi-tia et che la faccia star così, et tanto più che dettoFrancesco di omni santi passato gli donò tre pani nocia-ti, due attaccati insieme et uno staccato et disse che alui li havea dati una certa Roscia massara dellaFrancesca Duranti che sta a San Patergnano et dall'ho-ra in qua detta Margherita cominciò a sentirsi male sebene ancora essa querelante ne magnò et nex mangior-no ancora delli altri alli quali non ha fatto male alcuno,con tutto ciò non sa considerar donde possa altroveprocedere tale male et ideo.(S.A.s.F. - Malefici, Reg. 88, c. 104 v.)

La difficile gestione dell'ospedale attraversole riunioni della confraternita

2 maggio 1666Si decide di risarcire tre stanze sulla loggia per il rico-vero di “sacerdoti, passeggieri e altri galantuominiinfermi”.

31 maggio 1643... Intento della Congregazione è ... di rimettere in usoli sciroppi, medicine, servitiali completi, unzioni, pillo-le, Gilebbe, et vino di melgranato ... e per risparmia-re, per l'avvenire non diano vino ai febricitanti, et chequando siano stati tre giorni senza febre li mandinofuori dell'hospedale incaricando in ciò la coscienza deigovernatori ...27 ottobre 1693

Spigolature d’archivio

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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menti degli ammalati, per far modo che in quei localil'aria circoli più liberamente.Da alcuni fogli inseriti nei registri risulta che agli inizidel 1800 c'era anche una corsia destinata ai soli feriticon due custodi che si alternavano di notte; c'eraanche quella delle persone con febbri ”putride o mali-gne di carattere infiammatorio”; c'era poi anche unacorsia per i convalescenti e solo raramente si potevaconcedere un letto al malato terminale, perché ilpoverino non poteva avere lo “stramazzo”.La tisi non è una malattia da ricovero perché non rite-nuta contagiosa dai “fisici moderni”. Gli ammalati diquesto male possono ricevere solo un elemosina; imedici tuttavia nutrono sospetti sulla contagiositàdella malattia. Due tisici poveri possono essere man-tenuti a spese della confraternita fuori dell'ospedale.“L'ospedale fa le elemosine sotto le pubbliche logge,distribuendo il pane ai poveri; è bocciata dall'assembleala proposta di concedere anche i biscotti”. La distribu-zione avveniva da parte di due confratelli con cappa ecappuccio, perché la carità doveva essere anonima.S.A.s.F. - S. Croce Congregazioni

Quando inizia la medicina moderna…

28 ottobre1819Il delegato apostolico approva gli obblighi e emolu-menti addetti alla primaria condotta d'alta chirurgiadi Fano ... con 30 scudi provenienti dall'azienda delPonte si provveda ad una scuola di ostetricia; quindi ilprimario dovrà dare o in casa o all'ospedale lezioni diostetricia a tutte quelle donne che vi si vorranno poidedicare in maniera che divenute abili, dopo un con-veniente periodo, riescano ad ottenere la matricola dilibero esercizio ... Essendo le operazioni di varia natu-ra e il buon esito dipendente molto spesso dalla abi-lità non ordinaria del primo chirurgo, sembra giustoche egli riceva compensi straordinari per i seguentiinterventi: estrazioni di feti non in modo naturale maa mano armata di forcipe; litotomia, erniectomia;estirpazione di cancri, scirri, fistole e tumori invetera-ti; estrazioni di cataratte, di fistole lacrimali e tumoricistici; amputazioni di membra; fratture d'ossa e lus-sazioni, paracentesi e tutte le operazioni spettantiall'alta chirurgia come i mali cosiddetti nascenti ... Ilchirurgo dovrà avere per sua guida la carità, la filan-tropia e l'affidabilità.(Ibidem, b. 375, tit. XVII “Condotta primaria chirurgi-ca Vacante”

... fu discusso, e saputo il bisogno, anzi la necessità deipoveri infermi in ordine ai letti, perché non vi sono piùormai li matarazzi per colcarli, né le coperte per coprirli.Onde fu ordinato si facciano dodici Mattarrazzi e siprovvedessero 24 coperte della Pergola ...4 agosto 1766Divieto di ricovero per ammalati cronici, contagiosi, oincurabili afflitti da mali, elencati nel relativo decreto.

17 dicembre 1778Il canonico Marco Brunetti, cappellano dell' ospedaleS. Croce, è esonerato dall'incarico per aver percosso eingiuriato con parole “maliziose” una malata di nomeOrsola. Lo scandalo è tale che in un consiglio specialesi valuta l'opportunità di sostituire, nell'assistenzaagli ammalati, i sacerdoti con i padri cappuccini chegià da tempo con zelo ammirevole, esercitano l'ufficiodi cappellani nell'ospedale di Ferrara.

14 agosto 1779proposta di ristrutturazione della corsia delle donneche si trova in pessimo stato, per portarla nelle stessecondizioni di salubrità e pulizia del reparto maschile.

12 gennaio 1781Il vescovo, dopo aver parlato con i medici, ritiene trop-po abbondante e perciò pregiudizievole alla loro salute,il vitto passato agli ammalati. Inoltre ritiene che ledonne forestiere ricoverate in ospedale siano fornite di“camiciotti” affinché non siano viste completamentenude dai medici e dai loro giovani assistenti.

25 giugno 1792In assemblea si definiscono le mansioni dello “speda-liere” e del secondo sacerdote. Lo spedaliere deveessere subordinato alla vice-spedaliera che lo dovràistruire, ma deve poter esercitare liberamente il suomestiere. In assenza della vice-spedaliera, avrà la con-segna delle chiavi dell'ingresso alla corsia degliammalati. I professori in medicina e chirurgia sonotenuti a riprendere l'abitudine di scrivere in una car-tella le prescrizioni mediche così come si faceva nelpassato. Il secondo sacerdote avrà l'aumento di sti-pendio quando lo stato economico lo permetterà e nelfrattempo dovrà abilitarsi al suo lavoro e imparare lalingua francese.

15 febbraio1794Si dispone che si effettuino i lavori nell'abitazione deisacerdoti, attigua al luogo dove si riversano gli escre-

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togiudice che riceveva la collaborazione degli offiziali,del referendario, dei revisori, dei visitatori di campagnache avevano il delicato compito di sorvegliare i piccoliche erano stati affidati a balia.

In media ogni anno venivano affidati alla rota trentaneonati circa.

Di questi ne morivano circa la metà. Ogni mese inmedia venivano occupate circa cinquanta balie chesecondo l'uso del tempo allattavano i bimbi anche in etàdi due anni compiuti. Le balie che prestavano la loroopera “in casa” cioè nella sede dell'ospedale riceveva-no mezzo scudo al mese e un po' di vitto; quelle cheallattavano in casa propria ricevevano uno scudo egeneri in natura. C'erano poi anche le balie non lattantio “asciutte”.

Dai registri della confraternita di San Michele si ricavauna casistica molto interessante e triste. I neonati nonsempre venivano portati alla “rota”, spesso eranoabbandonati davanti a palazzi, a chiese o in aperta cam-pagna sotto le sacre edicole.

I maschi sopravissuti venivano affidati, per un com-penso annuo di pochi toppi di grano, a famiglie di arti-giani, di contadini e di marinai che con questo modestocontributo cercavano un'esistenza migliore. Era compito

dell'istituto avviare i ragazzi ad un mestiere.Le ragazze invece rimanevano nell'ospedale ed erano

avviate ai lavori domestici.Se venivano poi adottate da qualche famiglia, dove-

vano rinunciare al beneficio della dote che il conserva-torio versava al momento del matrimonio. Quest'ultimaconsisteva in un corredo, modesto ma sufficiente, e inqualche decina di scudi: tutto il valore complessivo siaggirava dai trenta agli ottanta scudi.

Per comprendere meglio le differenze, la dote di unbenestante nel Seicento si aggirava intorno ai 2000scudi, se poi nobile 3000. La dote di chi si monacava eratra i 300 e i 400 scudi. Sempre dal libro degli ”istrumen-ti” risulta che le esposte intorno ai dodici anni venivanorichieste come famulae ac pedissequae per un periododi dieci anni da famiglie benestanti che si impegnavanoad allevarle, custodirle e nutrirle e a versare 50 fioriniper la dote5.

Dalla resa di otto poderi e due campi, dai noli di 18 tracase e botteghe, tutti lasciti di confratelli defunti, prove-niva il sostegno dell'istituto. Il bilancio era sempre inattivo tanto da avere possibilità di fare investimenti. Ilmagazzino dei viveri aveva sempre scorte di grano,

Fig. 6 - Disegno prospettico del nuovo complesso ospedaliero S. Croce (1919) del prof. Carlo Colombo di Milano, che lo tracciò su progettodi Cesare Selvelli del 1911. L’ospedale fu inaugurato il 5 settembre del 1920.

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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Fig. 8 - Particolare del palazzo S. Michele.

Fig. 7 - Loggiato del palazzo S. Michele.

legumi, olio, vino. Il guardaroba disponeva di bianche-ria nuova: fasce, ”mantili”, tovaglie, lenzuola, copertedi lana e di lino. La confraternita di San Michele nonsolo non chiedeva sussidi al Comune, anzi essa stessaassisteva con donativi persone sole e anziane, forse exbalie di quell'ospedale.

Il giorno poi della SS. Concezione la confraternita di S.Michele distribuiva ai poveri due some di grano. Il gran-de scenografo fanese Giacomo Torelli, uno dei tanti giu-dici di questa istituzione, ripristinò a sue spese la vec-chia usanza di offrire in quel giorno il pranzo a base ditagliolini ai poveri della città6.

Non così rosea fu la situazione nei vari secoli dallafondazione per l'ospedale di Santa Croce che ebbe sem-pre un bilancio in passivo per le tante incombenzesoprattutto verso i poveri ammalati, tanti in ogni tempo.

Il vescovo Cosimo Ghieri il 2 luglio 1537 destinavaquesta struttura alla cura dei poveri infermi: ”ordina-vit… hospitale Sanctae Crucis similiter in futurum essead commodum et habitationem et utilitatem pauperumChristi infirmorum”7.

Veniva quindi specificato chiaramente anche l'utiliz-zo per i poveri ammalati. I benestanti invece nonandavano in ospedale ricevendo cure in casa.

Gli idonei ad essere accolti erano “gli infermiammalati di febbre e di piaghe non contagiose… iquali non avevano modo di farsi governare…Staranno nei letti fino a tanto che guariscano e riavu-tisi, come saranno giudicati guariti dai signori medici,debbano i Signori governatori (erano due confratellichiamati governatori dei poveri) mandarli via”.

Possediamo anche l'elenco delle persone inferme”per male contagioso o incurabile che in alcun modopotevano essere accettate” al Santa Croce. Erano“leprosi, tisici, infranciosati, rognosi di rogna mali-gna, ulcerati di piaghe serpeggianti, di scrofola, dicarboni maligni, i malati di cancro invecchiato, di scia-tica, di podagra, di flusso, i pieni di doglie nelle giun-ture, i pazzi, i lunatici, gli offesi dal fuoco diSant'Antonio”8.

Se poi un ricoverato risultava infetto, si dovevaprovvedere alla dimissione, concedendo a quel pove-retto qualche sussidio.

Era la venerabile confraternita di Santa Croce aprendersi carico di tutta la gestione ospedaliera.Composta da una settantina di confratelli, annovera-va molti nobili, uomini di legge, commercianti e ancheartigiani. Era presieduta da un priore eletto per unanno col sistema di estrazione del bussolotto. C'erapoi un pro priore, un incaricato per la carità, dueFig. 9 - Particolare del palazzo S. Michele: buca per le elemosine.

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UOMINI E LUOGHI DELLA CULTURA NELLE MARCHE

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governatori dei poveri che vigilavano sugli abusi e duevisitatori degli infermi.

Le cariche venivano distribuite fra tutti.Generalmente il priore era un nobile o un ecclesiasti-co che spesso anticipava del suo per le spese urgenti.

Nelle adunanze, dette congregazioni, che si faceva-no tre o quattro volte l'anno, si trattava soprattuttodei problemi amministrativi, meno delle misure daprendere per migliorare la sistemazione delle corsie edelle comodità per i ricoverati. Non mancavano lun-ghe discussioni sulle pie pratiche da farsi nelle ricor-renze solenni come il 3 maggio, Invenzione della

Santa Croce. Venivano annotate anche le spese mino-ri di pochi bajocchi per dare la colazione ai cantori abase di carciofi e pesce e perfino per la neve da tene-re in fresco il vino9.

Le entrate derivavano dalla vendita dei prodotti diotto poderi e queste permisero la ricostruzione dellanuova chiesa che durò dal 1630 al1633. Sull'altaremaggiore veniva sistemata l'antica pala dipinta dalpadre di Raffaello, Giovanni Santi, con la Vergine, S.Elena, S. Zaccaria, S. Rocco, S. Sebastiano, diventatain seguito simbolo dell'antico ospedale e della suaconfraternita. Nella cappella laterale c'era una “tavo-

Fig. 10 - Pianta prospettica di Fano di Jan Janssonius Blateu Jr.

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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Fig. 11 - Foto d’epoca del porticato dell’antico Ospedale S. Croce di Fano. Fig. 12 - Particolare della Torre S. Elena.

la ov'è rappresentato il mistero dell'Annunziazione diFederico Zuccari di S. Angelo in Vado” di DomenicoSacchetta10.

Fornitore di medicinali era lo speziale, costantemen-te in credito. Alla fine del XVII secolo si fece strada l'i-dea di istituire una collaborazione, prima annuale poicontinua, tra l'ospedale e lo speziale.

Solo nel 1804 fu realizzata la “spezieria di S. Elena”annessa al complesso ospedaliero per disposizione delvescovo Severoli. Il motivo che aveva portato a questadecisione era l'enorme debito che si era venuto acreare con le farmacie esterne. La somma superava i2000 scudi, molti dei quali erano stati spesi per letruppe francesi. Con un atto coraggioso si prese unfinanziamento di oltre 2500 scudi che servì ad aprirela farmacia tra le proteste e i ricorsi dei farmacistidella città. Organizzata in ampi locali, venne arricchi-ta dalla pregevole ”vaseria”, opera del fanese PietroFornaciari e di una tavola, collocata sopra la portainterna dell'ingresso raffigurante la Salus Infirmorum,

opera del pittore Carlo Magini.Dalle scarse note stilate nelle riunioni e dai libri di

“depositeria”, si può dedurre che gli ambienti adisposizione degli ammalati, due o tre camerate intutto, erano estremamente poveri.

Il personale amministrativo era costituito dal cancel-liere, dal fattore e dal “battilotto” (economo), mentrequello sanitario era composto dagli stessi medici stipen-diati dal comune11.

C'era inoltre un barbiere che provvedeva alla praticadel salasso e all'estrazione dei denti, affiancato neiperiodi più floridi da un cerusico.

Nel periodo di attività della vicina Università Nolfi, ilmedico fisico e cerusico aveva anche il compito di inse-gnamento.

Figura chiave di questa istituzione assistenziale eral'ospedaliere che, selezionato con cura, doveva essere“capace, pio, leale”. Insieme alla sua famiglia abitavaall'interno del complesso e doveva provvedere a svolge-

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re una filza di incombenze volte al buon funzionamentodell'opera.

Di queste le più importanti erano:- l'accoglienza agli ammalati che giungevano dietro“bolletta” del medico, ad eccezione dei feriti gravi o ingravissimo stato di salute;- la selezione dei veri dai finti malati (circulatores, prae-stigiatores, simulato habitu incedentes, aliosque idgenus homines) cioè tutto quell'esercito di vagabondiche vivevano di espedienti e di elemosine;- la dimissione precoce, pressantemente richiesta daipriori della confraternita, che non doveva la degenzadurare più di tre giorni (in realtà molti di quelli che sipresentavano in ospedale erano ammalati per fame);- la dimissione immediata per coloro che risultavanoinfetti, provvedendo con dei modesti sussidi per il ritor-no a casa;- la carità a quanti non avevano nulla per ritornare alproprio domicilio;

- l'assistenza alla visita dei medici, fisici o cerusici,durante la quale doveva annotare dieta, terapia e tuttoquanto era necessario al malato;- la stretta vigilanza affinché nella camerata entrasserosolo i parenti delle vittime e non i nemici che avevanoprocurato le ferite causa del ricovero;- la sepoltura nella cripta della chiesa per quelli chemorivano in ospedale (circa sei al mese e le cause piùfrequenti erano l'apoplessia e le ferite d'arma bianca oda sparo);- portare la croce nelle processioni;- informare i confratelli sulla data delle adunanze.

Le donne di casa dell'ospedaliere dovevano rammen-dare le lenzuola dell'ospedale, senza alcuna spesa per laCompagnia. Altri servizi di pulizia venivano affidati adonne bisognose alle quali veniva dato ”un paio di toppidi grano”.

Si dovevano mantenere anche due cappellani che

Fig. 13 - Immagini processionali delle confraternite, il venerdì santo, nella città di Cagli.

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CONFRATERNITA ED OSPEDALE SANTA CROCE DI FANO

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avevano il compito di assistere spiritualmente i rico-verati.

Solo nel 1857 furono inoltrate al vescovo sollecita-zioni per togliere l'assistenza infermieristica da “manimercenarie” per affidarla ad un ordine di suore ospe-daliere. Prima giunsero le Suore della Carità che pochianni dopo lasciarono il servizio per contrasti con il per-sonale sanitario laico che non voleva perdere alcuniprivilegi. A queste subentrarono le Ancelle della Caritàdi Brescia che restarono in servizio fino a poco tempofa. Il resto, con l'avvento della Congregazione diCarità dove confluì anche il Santa Croce, è storiarecente e nota.

Le foto scansioni e le elaborazioni multimediali sono state curate daBramante Sartori.

Bibliografia essenziale

1) Polverari A., Mondavio, dalle origini alla fine del ducato di Urbino(1631), Mondavio 1984, p. 106.2) Bonvini Mazzanti M., I Della Rovere AA.VV. a cura di Paolo DalPoggetto, Electa 2004, p. 47.3) Amiani P.M., Memorie istoriche della città di Fano, Fano 1751, I p.254.4) Belogi M., L'eredità di Guido Nolfi da Fano giurista e mecenatealla corte dei papi, Fano 1999, p. 107.5) Archivio di Stato Sezione di Fano, S. Michele, Esposti, Baliatici, n.11 e n. 5.6) Deli A., Fano nel Seicento, Fano 1989, p. 223.7) Bartoccetti V., Studia Picena, appendice III, p. 200.8) Archivio Storico Diocesano Fanese, Civilia, 1663-1668.9) Deli A., op. cit., p. 223.10) Tomani Amiani S., Guida storico artistica di Fano, I Ed. a stampaPesaro1981, p. 66.11) Belogi M., La Facoltà di medicina del Collegio Nolfi nella città diFano in Uomini e luoghi della cultura nelle Marche, Seconda parte,Ancona 2006 pp. 9-28.

Fig. 14 - Vasi della farmacia S. Elena.

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CONVEGNI

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Segreteria Scientifica:Dr Massimo Sartelli ([email protected]), Dr Roldolfo Scibé, Dr. Matteo De Fusco,

Dr Luca Speranza, Dr Stefano ServiliU.O. Chirurgia Generale. Ospedale Provinciale di Macerata.

ASUR Regione Marche. Zona Territoriale n. 9

Per informazioni:Tel. 0733 2572413 - Fax 0733 2572471 - E-mail: [email protected]

L'Associazione Giovani Chirurghi Marchigiani intitola-ta all'indimenticabile Professor Landi organizza il suo 2°Congresso Annuale che si terrà a Passo Treia (MC), pres-so il Centro Congressi della Lube, il 15 e 16 Dicembre2006.

Il tema che abbiamo scelto è un argomento estrema-mente dibattuto ed in continuo divenire: Il trattamentochirurgico dei tumori del colon retto. Anche quest'annoabbiamo coinvolto i giovani chirurghi provenienti dallepiù autorevoli istituzioni italiane in tema di chirurgiacolo-rettale, unitamente ad illustri Cattedratici, come iProfessori D'Amico, Di Matteo, Capussotti, Stipa eMelotti.

Inoltre, abbiamo affrontato un gravoso sforzo editori-ale e presenteremo all'inaugurazione del Convegno unaaggiornata monografia sul “Trattamento Chirurgico delcarcinoma del Colon-Retto” che fa il punto sullo statodell'arte e sulle possibili future innovazioni in questachirurgia.

Abbiamo coinvolto, come lo scorso anno, senza dis-tinzioni e discriminazioni, la gran parte delle unità oper-ative chirurgiche marchigiane e l'obiettivo è ancoraquello di riunire tutti i chirurghi della nostra Regione perconfrontare le diverse esperienze e per creare quel sin-cretismo dialettico, in verità molto flebile, che può solofar crescere e migliorare il livello qualitativo della chirur-gia marchigiana. L'iscrizione al congresso è gratuita epotrà essere effettuata in sede congressuale; è statorichiesto l'accreditamento ECM per medici ed infermieri.Vi aspettiamo, quindi, il 15 e 16 dicembre per appro-fondire e studiare insieme questo complesso ed affasci-nante argomento.

Associazione Giovani Chirurghi Marchigiani“E. Landi”

Associazione Giovani Chirurghi Marchigiani “E. Landi”

Il trattamento chirurgico delcarcinoma del colon-retto

15-16 dicembre 2006 - ore 14.30Centro Congressi Lube - Passo Treia (MC)

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DICEMBRE IN FACOLTÀ

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5 dicembre Corso Monografico Anatomia microscopica Prof. M. Castellucci Polo Macerata h. 14.30-16.30

6 dicembre Corso Monografico Anatomia dell’Apparato locomotore Prof. M. Morroni Aula Riabilitazione stanza 12, 1

piano - Polo Eustachio h. 9.00-11.00

6 dicembre Corso Monografico La lettura dei bisogni e i livelli essenziali di assistenza Dott. M. Marabini Aula Centro Formazione Polo Ascoli Piceno

h. 14.30-17.30

6 dicembre Corso Monografico La sintonia dialogica Prof.ssa I. Riccioni Polo Macerata h. 14.30-16.30

6 dicembre Corso Monografico Bilancio strumentale e trattamento dei disturbi dell’equilibrio Prof.ssa M.G. Ceravolo Aula 3, 4 piano - Polo Murri h. 14.30-16.30

6 dicembre Corso Monografico I profili assistenziali Prof. F. Di Stanislao Aula B h. 14.30

6 dicembre Seminario L’asepsi in chirurgia Dott. F. Moccheggiani Aula C h. 14.30

6 dicembre Corso Monografico Malattie genetiche e metaboliche Prof. G. Coppa, Prof. O. Gabrielli Aula F h. 14.30

6 dicembre Corso Monografico Biochimica del sangue Prof.ssa L. Mazzanti Aula Q h. 14.30

6 dicembre Corso Monografico Anatomia microscopica Prof. M. Castellucci, Prof. G. Barbatelli Aula T h. 14.30

6 dicembre Forum Dilemmi etici nell’era biotecnologica Prof. G. Principato, Dott. M. Marinelli Aula Luciani Polo Eustachio h. 14.30-16.30

6 dicembre Corso Monografico Patogeni intracellulari e problematiche connesse Prof.ssa B. Facinelli Aula A h. 16.30

6 dicembre Corso Monografico Percorso diagnostico-terapeutico nello studio del metabolismo Prof. G. Muzzonigro, Aula B h. 16.30

calcio-fosforo: casi clinici e discussione Dott. A. Taccaliti

6 dicembre Seminario Risonanza magnetica e sue applicazioni cliniche Proff. F. Rustichelli, A. Giovagnoni Aula C h. 16.30

6 dicembre Seminario Neuroimmagini cliniche Prof. U. Salvolini, Dott. G. Polonara Aula F h. 16.30

6 dicembre Corso Monografico Il parto e le sue emergenze Dott. S.R. Giannubilo Aula N h. 16.30

6 dicembre Corso Monografico La contraccezione Dott. A. Turi Aula T h. 16.30

6 dicembre Corso Monografico Integrazione fra esercizio fisico ed alimentazione Prof.ssa M.G. Ceravolo Aula 3, 4° piano - Polo Murri

nella prevenzione della disabilità h. 16.30-18.30

12 dicembre Corso Monografico Anatomia microscopica Prof. M. Castellucci Polo Macerata h. 14.30-16.30

13 dicembre Corso Monografico Anatomia dell’Apparato locomotore Prof. M. Morroni Aula Riabilitazione stanza 12, 1° piano

Polo Eustachio h. 9.00-11.00

13 dicembre Corso Monografico La lettura dei bisogni e i livelli essenziali di assistenza Dott. M. Marabini Aula Centro Formazione Polo Ascoli Piceno

h. 14.30-17.30

13 dicembre Corso Monografico La sintonia dialogica Prof.ssa I. Riccioni Polo Macerata h. 14.30-16.30

13 dicembre Forum Alle radici dell’etica del professionista della salute Dott. M. Marinelli Aula Luciani Polo Eustachio h. 14.30-16.30

13 dicembre Corso Monografico I profili assistenziali Prof. F. Di Stanislao Aula B h. 14.30

13 dicembre Corso Monografico Malattie genetiche e metaboliche Prof. G. Coppa, Prof. O. Gabrielli Aula F h. 14.30

13 dicembre Corso Monografico Biochimica del sangue Prof.ssa L. Mazzanti Aula Q h. 14.30

13 dicembre Corso Monografico Anatomia microscopica Prof. M. Castellucci, Prof. G. Barbatelli Aula T h. 14.30

13 dicembre Seminario Antibiotico-resistenza nei pazienti immuno-compromessi Prof. P.E. Varaldo Aula h. 14.30

13 dicembre Corso Monografico Patogeni intracellulari e problematiche connesse Prof.ssa B. Facinelli Aula A h. 16.30

13 dicembre Corso Monografico Percorso diagnostico-terapeutico nello studio del Prof. G. Muzzonigro, Dott. A. Taccaliti Aula B h. 16.30

metabolismo calcio-fosforo: casi clinici e discussione

13 dicembre Seminario Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico e triage Prof. A.L. Tranquilli, Dott. A. Turi Aula F h. 16.30

13 dicembre Corso Monografico Il parto e le sue emergenze Dott. S.R. Giannubilo Aula N h. 16.30

13 dicembre Corso Monografico La contraccezione Dott. A. Turi Aula T h. 16.30

Data Tipologia didattica Titolo Docenti Sede e ora

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AGENDA DELLO SPECIALIZZANDO

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Data Ora Sede Argomento Docenti Scuole

6-dic 15.00-16.30 Aula N Pubertà ritardata Dott. G. Balercia CC-DD-GG-H

Polo Eustachio

6-dic 14.30-16.30 Aula 3 Bilancio strumentale e trattamento Prof.ssa M.G. Ceravolo O-S-II-P

4° piano, Polo Murri disturbi dell’equilibrio CL Fisioterapia

6-dic 15.00-16.00 Aula H La Chirurgia Mini-invasiva dell’incontinenza Prof. G. Muzzonigro

Polo Eustachio urinaria da stress. Sessione Video Dott. D. Minardi V-D-I-AA

6-dic 16.30-18.30 Aula 3 Integrazione fra esercizio fisico ed Prof.ssa M.G. Ceravolo O-S-II-P

4° piano, Polo Murri alimentazione nella prevenzione CL Fisioterapia

della disabilità

7-dic 8.30-10.30 Aula Neuroradiologia Incontro pluridisciplinare di neuroscienze Proff. U. Salvolini, M. Scerrati, L. Provinciali, A-O-P-R-T-U-CC-DD-EE

discussione di casi M. Scarpelli, F. Rychlicki, Dott. G. Polonara

13-dic 15.00-16.00 Aula H L’ecografia della prostata e delle Prof. G. Muzzonigro

Polo Eustachio vescicole seminali Dott. A. Galosi, Dott. G. Milanese V-D-CC

13-dic 8.30-18.00 Auditorium S. Totti ICF Corso Base Prof.ssa M.G. Ceravolo

Azienda Ospedali Riuniti Guida all’utilizzo della Classificazione

Ancona Internazionale del Funzionamento

Disabilità e Salute

13-dic 15.00-16.30 Aula N Carcinoma differenziato della tiroide Dott. A. Taccaliti CC-DD-GG-H

Polo Eustachio

14-dic 8.30-10.30 Aula Neuroradiologia Incontro pluridisciplinare di neuroscienze Proff. U. Salvolini, M. Scerrati, L. Provinciali, A-O-P-R-T-U-CC-DD-EE

discussione di casi M. Scarpelli, F. Rychlicki, Dott. G. Polonara

21-dic 8.30-10.30 Aula Neuroradiologia Incontro pluridisciplinare di neuroscienze Proff. U. Salvolini, M. Scerrati, L. Provinciali, A-O-P-R-T-U-CC-DD-EE

discussione di casi M. Scarpelli, F. Rychlicki, Dott. G. Polonara

28-dic 8.30-10.30 Aula Neuroradiologia Incontro pluridisciplinare di neuroscienze Proff. U. Salvolini, M. Scerrati, L. Provinciali, A-O-P-R-T-U-CC-DD-EE

discussione di casi M. Scarpelli, F. Rychlicki, Dott. G. Polonara

DICEMBRE 2006

DL: Diploma di Laurea

DS: Diploma di Specializzazione

A: Anatomia Patologica, B: Chirurgia Vascolare, C: Cardiologia, D: Chirurgia Generale,

E: Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, F: Chirurgia Toracica, G: Ematologia

H: Gastroenterologia, I: Ginecologia e Ostetricia, L: Igiene e Medicina Preventiva, M: Malattie infetive, N: Medicina del Lavoro,

O: Medicina Fisica e Riabilitazione, P: Neurologia, Q: Oftalmologia, R: Oncologia

S: Ortopedia e Traumatologia, T: Pediatria, U: Psichiatria, V: Urologia, AA: Anestesia e Rianimazione,

BB: Dermatologia e Venerologia, CC: Endocrinologia e Malattie del Ricambio, DD: Medicina Interna,

CC: Endocrinologia e Malattie del Ricambio, DD: Medicina Interna, EE: Radiodiagnostica, FF: Reumatologia

GG: Scienza dell’Alimentazione, HH: Allergologia e Immunologia, II: Geriatria, LL: Medicina Legale, MM: Microbiologia e Virologia

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Agenda dello Specializzando a cura di Antonella Ciarmatori 2006; 2:48 / 2006; 3:48 / 2006; 6:48 / 2006; 11:48 / 2006; 12

Album Ippolito Salviani Annamaria Raia 2006 1:23Malachias Geiger Annamaria Raia 2006 2:23 Conrad Gesner Annamaria Raia 2006 3:23 Bartolomeo Eustachio Annamaria Raia 2006 4:23Girolamo Mercurio Maria Moranti 2006 5:23Jan Jonstone Annamaria Raia 2006 6:23La Biblioteca di Iowa State Edwin Holtum, 2006 11:23

Stefania Fortuna

A Medicina, di Sera Scienze e filosofia Franco Angelieri, 2006 5:9

Fiorenzo Conti Scienze e filosofia Franco Angelieri, 2006 6:10

Fiorenzo Conti

Appunti del Senato Accademico a cura di Maurizio Battino 2006; 1:8 / 2006; 2:16 / 2006; 5:10 / 2006; 6:15 / 2006 ; 9:31 / 2006; 11:14 / 2006; 12:27

Convegno annuale della Facoltà Arte e scienza nel secolo XVII.Il mio Marisa Calisti 2006 1:31incontro con due protagonisti marchigianiLo Studio Generale Cujuscunque Mariano Cingolani 2006 2:39facultatis et scientiae licite di Macerata Studio medievale e Facoltà di Pierluigi Falaschi 2006 5:36 Medicina a Camerino Antonio Flajani Walter Grassi 2006 6:44Sulla origine e sullo sviluppo del Antonio Brancati 2006 11:30fenomeno confraternale in Italia La venerabile confraternità Marco Belogi 2006 12:29 Santacroce di Fano e l'ospedale omonimo

Corsi monografici L'uomo, la salute, la malattia nella Laura Volante 2006 1:27 dimensione interculturale L'infertilità maschile Giovanni Muzzonigro 2006 2:19Il councelling applicato Isidoro Annino,all'educazione sanitaria Jannick Hainaut 2006 3:27La ricerca di linee guida in internet Laura Morbidoni 2006 4:37

Argomento Titolo Autore/i Anno Fasc: pag

Indice Generale

LETTERE DALLA FACOLTÀ

VOLUME IX - 2006

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INDICE GENERALE

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Il possibile contributo della Gabriele Borsetti 2006 6:27 psicoanalisi alla prassi medica Appunti per una storia Milena Nicolino 2006 9:36dell'Infermieristica L'impatto della ricerca biomolecolare nello sviluppo di nuovi modelli antitumorali Stefano Cascinu 2006 11:27

Dignità di StampaLa Malattia dell'intolleranza al Simona Gatti, 2006 1:14 glutine: un viaggio nel tempo Carlo Catassi Ossido nitrico e Mioinositolo nel Cecilia Silvi, 2006 2:27liquido follicolare in pazienti Andrea L.Tranquilli sottoposte a fertilizzazione in vitro: relazione con la qualità ovocitaria Regolazione oppioinergica Silvia Marzocchini, 2006 3:31dell'albero biliare in corso di colestasi Antonio Benedetti Efficacia della terapia sostitutiva Rita D'Ascenzio, 2006 4:27nella Mucopolisaccaridosi I-Follow-up Orazio Gabrielli clinico e strumentale I peptidi inibitori del sistema Leonardo Chiodi, 2006 5:12quorum sensing Vittorio Saba nella profilassi in chirurgia vascolare Score prognostico nel carcinoma del Nicola Valeri, 2006 6:34retto localmente avanzato,trattato Stefano Cascinucon chemioradioterapia Il ruolo del perinevrio nella Luca Grassetti, 2006 11:16 ricostruzione nervosa periferica Alessandro Scalise,mediante l'uso di un condotto Giovanni Di Benedetto autologo. Studio sperimentale

Dossier Altre voci, altre stanze… Bartolomeo Stefania Fortuna, Giovani 2006 9:21 Eustachio, Augusto Murri, Luigi Danieli, Bernardo Nardi, Luciani, Maria Montessori, Matteo Mara Fabri, Walter Grassi Ricci

Editoriale Le frontiere della Medicina Andrea L.Tranquilli 2006 1:2perinatale tra sfide ed etica I tre Principi di Serendip, Horace Armando Gabrielli 2006 2:2Walpole e la patogenesi della sclerodermia Nature's terrorist attack: le epidemie Marcello M. D'Errico 2006 3:2 del terzo millennio In vitro veritas? La valutazione di Pietro E. Varaldo 2006 4:2laboratorio della sensibilità agli antibatterici nell'era post-antibiotica

Argomento Titolo Autore/i Anno Fasc: pag

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INDICE GENERALE

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Argomento Titolo Autore/i Anno Fasc: pag

Biologia computazionale e sue Giovanni Principato 2006 5:2applicazioni nella ricerca biomedica Come lavoreranno gli operatori Leandro Provinciali 2006 6:2sanitari di domani? Un'ipotesi che deriva dall'analisi dei bisogni del soggetto colpito da ictus Quando l'estetica prende in prestito Annamaria Offidani 2006 9:2dalla medicina La docenza nella Facoltà di Medicina Guidalberto Fabris 2006 11:2e chirurgia La chirurgia miniinvasiva nel Giuseppe Amici 2006 12:2bambino: stato dell'arte ed evoluzione

Forum multiprofessionali di Scienze UmaneFilosofia della scienza Laura Cavasassi 2006 3:16Dai sintomi ai segni al significato Bernardo Nardi, 2006 3:18nella scienza e nella pratica medica. Ilaria Capecci Prima parte: segni e sintomi Parte II: fare diagnosi Bernardo Nardi, 2006 4:13

Ilaria CapecciParte III: la ricostruzione del Bernardo Nardi, 2006 5:20significato Ilaria Capecci Alcool, droghe, farmaci. Alterazioni Raffaele Giorgetti, 2006 6:16comportamentali di rilevanza sociale Adriano Tagliabracci

I lavori della Commissione Didattica a cura di Giorgio Rappelli 2006; 3:9 / 2006; 9-7 / 2006; 12:5

Il Libro Uomini e luoghi della cultura nelle Tullio Manzoni 2006 4:45 Marche Il metodo clinico rivisitato Giovanni Danieli, 2006 6:47

Giovanni Pomponio

Il mese in Facoltà a cura di Antonella Ciarmatori 2006; 1:47 / 2006; 3:46 / 2006; 4:48 / 2006; 4:46 / 2006; 5:47/ 2006; 6-47 / 2006; 12:43

La poesia di Pina Violet 2006; 2:47 / 2006; 3:47 / 2006; 4:47 / 2006; 9:48 / 2006; 11:47

Le delibere del Consiglio di Amministrazionea cura di Ugo Salvolini 2006; 1:10 / 2006; 2:17 / 2006; 3:15 / 2006; 4:12 / 2006; 9:29 / 2006; 11:13

Medicina e Sanità La riforma degli ordinamenti didattici Giuseppe Farinelli 2006 1-11

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LETTERE DALLA FACOLTÀBollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle MarcheAnno IX - n° 12Dicembre 2006Registrazione del Tribunale di Ancona n.17/1998Poste Italiane SpA - Spedizione inAbbonamento Postale 70% DCBAncona

All’interno:particolare di un graffito preistorico dove l’immagine della mano compare non più comeimpronta ma come disegno vero e proprio, definendo una nuova fase della scrittura e quindi della comunicazione

(da I. Schwarz-Winklhofer, H. Biedermann “Le livre de signes et des symboles.”Parigi, 1992)

Direttore EditorialeTullio ManzoniComitato EditorialeFrancesco Alò, Maurizio Battino, FiorenzoConti, Giuseppe Farinelli, Stefania Fortuna,Giovanni Muzzonigro, Ugo Salvolini, DanielaVenturiniRedazioneAntonella Ciarmatori, Maria Laura Fiorini,Giovanna Rossolini, Daniela Santilli,Daniela Pianosi (Segretaria di redazione)Via Tronto 10 - 60020 Torrette di AnconaTelefono 0712206046 - Fax 0712206049

Progetto Grafico Lirici Greci Stampa Errebi srl Falconara

Direttore ResponsabileGiovanni Danieli

INDICE GENERALE

Argomento Titolo Autore/i Anno Fasc: pag

Notizie dal Consiglio di Facoltà a cura di Daniela Venturini e Daniela Santilli 2006; 2:4 / 2006; 2:9 / 2006; 6:8 / 2006; 9:6 / 2006; 11:4 /2006; 12:4

Novità in Bibliotecaa cura di Giovanna Rossolini 2006; 2:15 / 2006; 3:14 / 2006; 4:10 / 2006; 5:8 / 2006; 6:13 / 2006;9:18 / 2006; 11:12

Osservatorio Nuovi lavori, nuovi rischi, nuova Ugo Sabbatini 2006 3:42 prevenzione. Adattarsi alle trasformazioni Trentacinque anni fa, un giorno al Francesco Orlandi 2006 3:45ministero Il linguaggio della medicina Marco Grilli 2006 11:42scientifica e i sedimenti della salute e della malattia: grammatiche sociali a confronto Diventare medico: prima parte Francesco Orlandi 2006 11:44Diventare medico: seconda parte Francesco Orlandi 2006 12:28

Ricerca ClinicaA.B. Galosi 2006 4:20 D. Minardi 2006 4:18R. Sarzani 2006 4:18O. Cironi 2006 4:20 G. Balercia 2006 4:21 G. Ferretti 2006 4:22 M. Guerrieri 2006 5:11 R. Sarzani 2006 11:15G. Giacchetti 2006 12:13

Storia della Medicina Bernardino Genga da Mondolfo Alessandro Berluti 2006 9:32

Varie OSCE,prova pratica comune degli Aroldo Fianchini , 2006 4:8 esami di clinica medica e clinica Armando Gabrielli chrurgica Viaggio di istruzione in Zambia Davide Drenaggi 2006 4:11Master in bioetica generale e clinica Adriano Tagliabracci 2006 9:19Erasmus Socrates Program Giovanni Muzzonigro 2006 9:47Trent'anni di laurea Rosanna Carassai 2006 11:10